Vai direttamente al contenuto

Vai direttamente all’indice

Appendice: I genitori chiedono...

Appendice: I genitori chiedono...

APPENDICE

I genitori chiedono...

“Come posso fare in modo che mio figlio si confidi con me?”

“Dovrei stabilire un orario di rientro?”

“Come posso aiutare mia figlia a non esagerare con la dieta?”

Questi sono solo alcuni dei 17 quesiti che vengono affrontati in questa appendice. Il materiale è suddiviso in sei sezioni e ci sono riferimenti che riportano sia al volume 1 che al volume 2 del libro I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande.

Leggete questa appendice. Se possibile, trattatela con il vostro coniuge. Poi usate quello che avete letto in modo da aiutare i vostri figli. Le risposte che troverete qui sono degne di fiducia, perché non si basano su sapienza umana ma sulla Parola di Dio, la Bibbia. — 2 Timoteo 3:16, 17.

290  Dialogo

297  Regole

302  Voglia di indipendenza

307  Sesso e sentimenti

311  Problemi emotivi

315  Spiritualità

 DIALOGO

È così sbagliato litigare con il coniuge o i figli?

Nel matrimonio i disaccordi sono inevitabili. Il modo in cui li affronterete, però, dipende da voi. Quando i genitori litigano, i ragazzi ne risentono profondamente. Questo è un fatto da non trascurare perché, in effetti, il vostro matrimonio rappresenta il modello che i vostri figli probabilmente seguiranno se un giorno dovessero sposarsi. Quando siete in disaccordo potreste cogliere l’opportunità per dimostrare come si appianano in modo efficace le divergenze. Provate a fare quanto segue.

Ascoltate. La Bibbia ci dice di essere ‘pronti a udire, lenti a parlare, lenti all’ira’. (Giacomo 1:19) Non gettate benzina sul fuoco ‘rendendo male per male’. (Romani 12:17) Anche se il vostro coniuge non sembra disposto ad ascoltare, potete decidere di farlo voi.

Cercate di spiegarvi, non di criticare. Con calma, dite al vostro coniuge come il suo modo di fare ha influito su di voi (“mi hai ferito quando hai detto... ”). Resistete all’impulso di accusare e criticare (“non t’importa nulla di me”, oppure “non mi ascolti mai”).

Rimandate la discussione. A volte è meglio rimandare la discussione per poi riprenderla quando si saranno calmati gli animi. La Bibbia dice: “Il principio della contesa è come uno che fa uscire acque; vattene, dunque, prima che la lite sia scoppiata”. — Proverbi 17:14.

Chiedete scusa al vostro coniuge e, se è il caso, ai vostri figli. Brianne, una ragazza di 14 anni, dice: “A volte dopo che hanno discusso, i miei si scusano con me e con il mio fratello maggiore perché sanno come ci sentiamo”. Una delle cose più importanti che potete insegnare ai vostri figli è chiedere umilmente scusa.

E se il problema è che litigate proprio con vostro figlio? Pensate se avete inavvertitamente contribuito ad accendere gli animi. Per esempio, rileggete la scena con cui si apre il capitolo 2 a pagina 15 di questo volume. La mamma di Alessia ha in qualche modo contribuito a far nascere una discussione? Come potete evitare di litigare con vostro figlio adolescente? Provate così.

● Evitate di dire cose del tipo “fai sempre come ti pare” oppure “non mi ascolti mai”. Frasi del genere inducono solo a mettersi sulla difensiva. In fondo, come vostro figlio sa bene, spesso si tratta solo di esagerazioni. Forse sa anche che, se generalizzate in questo modo, è più per la vostra rabbia che per i suoi errori.

● Anziché puntare il dito, cercate di far capire a vostro figlio come il suo comportamento influisce su di voi. Per esempio potreste dire: “Quando ti comporti così, mi fai sentire... ”. Per quanto possa sembrarvi strano, in fondo a vostro figlio importa come vi sentite. Se glielo fate capire, ci sono più probabilità che sia disposto a collaborare. *

● Anche se non sarà facile, cercate di trattenervi finché non vi siete calmati. (Proverbi 29:22) Se il motivo della discussione con vostro figlio sono i lavori domestici, parlatene insieme. Mettete per iscritto cosa ci si aspetta da lui e, se necessario, dite chiaramente a quali conseguenze andrà incontro se queste richieste non verranno soddisfatte. Ascoltatelo con pazienza, anche se vi sembra che il suo punto di vista sia sbagliato. In genere gli adolescenti reagiscono meglio quando vengono ascoltati che quando ricevono una predica.

● Prima di concludere frettolosamente che vostro figlio adolescente è stato contagiato dallo spirito di ribellione, rendetevi conto che molti dei suoi atteggiamenti fanno solo parte della crescita. Forse vi contraddice per dimostrarvi che sta crescendo. Resistete all’impulso di mettervi a discutere. Tenete presente che col modo in cui reagite a una provocazione potete insegnargli qualcosa. Siate un esempio di longanimità e pazienza ed è probabile che vostro figlio vi imiterà. — Galati 5:22, 23.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 2, E IL VOLUME 2, CAPITOLO 24

Fino a che punto i miei figli dovrebbero conoscere il mio passato?

Immagina la situazione. Stai cenando con tuo marito, tua figlia e alcuni amici. Nel corso della conversazione uno di loro tira fuori il nome di un ragazzo con cui uscivi prima di incontrare tuo marito. A tua figlia per poco non cade la forchetta di mano. “Vuoi dire che hai avuto un’altra storia prima di papà?”, ti chiede quasi senza fiato. Non ne avevi mai parlato con lei, e ora vuole saperne di più. Che fare?

Di solito è meglio lasciare spazio alle domande dei figli. In fondo, porre delle domande e ascoltare le risposte equivale a comunicare, cosa a cui aspirano praticamente tutti i genitori.

Ma fino a che punto i vostri figli dovrebbero conoscere il vostro passato? Naturalmente preferirete sorvolare su dettagli imbarazzanti. Tuttavia, quando è appropriato, parlare a un figlio di situazioni problematiche che avete dovuto affrontare può essergli d’aiuto. Perché?

Per esempio, in un’occasione l’apostolo Paolo ammise: “Quando desidero fare ciò che è giusto, ciò che è male è presente in me. . . . Misero uomo che sono!” (Romani 7:21-24) Fu Geova Dio a ispirare questo pensiero facendolo scrivere e conservare nella Bibbia per nostro beneficio. E in effetti ci è utile, perché tutti noi possiamo riconoscerci nelle parole che Paolo espresse con tanta sincerità.

In modo simile, sapere che avete preso decisioni sagge ma che avete anche commesso degli errori può aiutare vostro figlio adolescente a essere più aperto con voi. Certo, siete cresciuti in epoche diverse. Ma anche se i tempi sono cambiati la natura umana è sempre la stessa, e lo sono anche i princìpi biblici. (Salmo 119:144) Parlare dei problemi che avevate, e di come li avete superati, può aiutare vostro figlio ad affrontare i suoi problemi. “Quando scopri che i tuoi hanno affrontato i tuoi stessi problemi, ti sembrano persone molto più vere”, dice un ragazzo che si chiama Cameron. E aggiunge: “E così quando hai un problema ti viene spontaneo chiederti se anche i tuoi genitori ci sono passati”.

Un’avvertenza: non tutte le storie che raccontate si devono necessariamente concludere con una morale. È vero, non volete che vostro figlio tragga conclusioni sbagliate o addirittura si senta giustificato a commettere gli stessi errori. Ma, anziché mettere sempre in evidenza la lezione che secondo voi lui dovrebbe imparare (“ecco perché non dovresti mai... ”), dite in poche parole cosa avete imparato voi (“col senno di poi, mi pento di aver fatto una cosa del genere, perché... ”). In questo modo potrà imparare dalla vostra esperienza senza sorbirsi una predica. — Efesini 6:4.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 1

Come posso fare in modo che mio figlio si confidi con me?

Quando era piccolo, probabilmente vostro figlio vi diceva tutto. Se gli chiedevate qualcosa rispondeva senza esitazione. Anzi, forse spesso non dovevate nemmeno fare domande: era lui a dirvi a ruota libera tutto quello che gli era successo. Oggi invece parlare a vostro figlio adolescente può sembrarvi frustrante come cercare di attingere acqua a un pozzo asciutto. ‘Con i suoi amici parla’, pensate. ‘Perché non parla anche con me?’

A causa di questi silenzi, però, non concludete che vostro figlio vi respinga o che voglia tenervi fuori dalla sua vita. In realtà ha più che mai bisogno di voi. E, stando a quanto dicono i ricercatori, c’è di buono che quasi tutti gli adolescenti tengono comunque più in considerazione i consigli dei loro genitori di quelli che provengono dai coetanei o dai media.

Ma allora perché vostro figlio è così restio a dirvi cosa gli passa per la testa? Leggete i commenti di alcuni ragazzi a proposito della difficoltà di parlare con i genitori. Poi rispondete alle domande che accompagnano ciascun commento e consultate i versetti indicati.

“Faccio fatica ad avvicinare mio padre perché ha un sacco di cose da fare, sia al lavoro che in congregazione. Sembra che non ci sia mai un momento adatto per parlare con lui”. — Andrew.

‘Ho lasciato involontariamente intendere che sono troppo occupato per parlare con mio figlio? In tal caso, come posso mostrarmi più disponibile? Quali momenti posso riservare regolarmente per parlare con lui?’ — Deuteronomio 6:7.

“Una volta, in lacrime, ho parlato a mia madre di un litigio che avevo avuto a scuola. Volevo che mi consolasse e invece si è limitata a rimproverarmi. Da allora non le ho più raccontato nulla di importante”. — Kenji.

‘Come reagisco quando mio figlio mi parla di un problema? Anche se è necessario correggerlo, posso imparare ad ascoltare e a mettermi nei suoi panni prima di dargli un consiglio?’ — Giacomo 1:19.

“Sembra che tutte le volte in cui i genitori incoraggiano i figli a parlare dicendo che non si arrabbieranno, poi si irritano comunque. A quel punto ci si sente traditi”. — Rachel.

‘Se mio figlio mi dice qualcosa che mi lascia interdetto, come posso controllare la mia reazione istintiva?’ — Proverbi 10:19.

“Spesso, quando parlavo con mia madre di questioni piuttosto personali, lei andava in giro a raccontare tutto alle sue amiche. Per molto tempo non mi sono più fidata di lei”. — Chantelle.

‘Rispetto i sentimenti di mio figlio evitando di sbandierare faccende personali che mi ha confidato?’ — Proverbi 25:9.

“C’è un sacco di cose di cui vorrei parlare con i miei genitori. Avrei solo bisogno del loro aiuto per avviare la conversazione”. — Courtney.

‘Perché non prendo l’iniziativa per parlare con mio figlio? Qual è il momento migliore per farlo?’ — Ecclesiaste 3:7.

Come genitori avete tutto da guadagnare facendo il possibile per stabilire un dialogo. Considerate quello che dice Junko, una ragazza di 17 anni del Giappone: “Una volta confidai a mia madre che stavo meglio con i miei compagni di scuola che con i fratelli della congregazione. Il giorno dopo trovai sulla mia scrivania una sua lettera. Diceva che anche a lei era capitato di non trovare degli amici in mezzo ai compagni di fede. Mi fece ricordare l’esempio di alcuni personaggi biblici che servirono Dio pur non avendo nessuno al loro fianco a incoraggiarli. Inoltre mi lodò per gli sforzi che facevo per coltivare amicizie sane. Rimasi sorpresa scoprendo che non ero la sola ad avere questo problema: c’era passata anche mia madre. Saperlo mi fece sentire così sollevata che mi misi a piangere. Fui molto incoraggiata dalle sue parole e ancora più determinata a fare la cosa giusta”.

Come ha riscontrato la madre di Junko, gli adolescenti sono propensi ad aprirsi con i genitori se sono certi che quello che pensano e provano non verrà minimizzato o giudicato. Ma cosa potete fare se vostro figlio sembra infastidirsi o anche arrabbiarsi quando cercate di parlargli? Resistete alla tentazione di rispondere per le rime. (Romani 12:21; 1 Pietro 2:23) Per quanto possa essere difficile, mostrate con l’esempio quale tipo di linguaggio e di comportamento vi aspettate da vostro figlio.

Ricordate che l’adolescenza è un periodo di transizione. Alcuni esperti hanno notato che in questa fase si tende ad avere comportamenti altalenanti: a volte ci si comporta da persone più mature per la propria età, altre volte si assumono atteggiamenti infantili. Cosa potete fare se in vostro figlio osservate la stessa cosa, soprattutto per quanto riguarda gli atteggiamenti infantili?

Non mettetevi a criticarlo e non fatevi trascinare in inutili battibecchi. Cercate di considerare vostro figlio come un “aspirante adulto”. (1 Corinti 13:11) Per esempio, se viene fuori il suo lato infantile e vi dice “perché devi sempre sgridarmi?”, d’istinto potreste arrabbiarvi. Se lo farete, però, perderete il controllo della situazione e con tutta probabilità finirete per litigare. Potreste invece dire: “Adesso sei un po’ agitato. Perché non ne riparliamo più tardi?” In questo modo manterrete il controllo e spianerete la strada per una conversazione, invece che per un litigio.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLI 12

 REGOLE

Dovrei stabilire un orario di rientro?

Per rispondere a questa domanda immaginate la seguente situazione. Vostro figlio doveva essere a casa già da mezz’ora, quando sentite la porta che si apre piano piano. ‘Spera che siamo andati a letto’, pensate. Ma naturalmente non è così. Appena vi siete resi conto che non tornava, vi siete messi ad aspettarlo. Ora la porta è aperta e i vostri sguardi si incontrano. E adesso?

Ci sono varie possibilità. Potreste prendere la cosa alla leggera, e pensare: ‘In fondo sono ragazzi... ’. Oppure potreste andare all’altro estremo e dirgli: “Per punizione non vai più da nessuna parte”. Non agite impulsivamente. Prima ascoltate: forse ha un motivo valido per aver fatto tardi. Poi cogliete l’occasione per insegnargli un’importante lezione. In che modo?

Un suggerimento. Ditegli che ne parlerete il giorno dopo. In un momento adatto, sedetevi insieme e spiegategli cosa intendete fare. Alcuni genitori fanno così: se il figlio torna a casa in ritardo, la volta successiva anticipano l’orario di rientro di mezz’ora. Tuttavia se vostro figlio si dimostra affidabile e di solito rispetta l’orario di rientro, potreste prendere in considerazione la possibilità di concedergli un po’ più di libertà, permettendogli a volte di tornare più tardi. È importante che sappia chiaramente qual è l’orario di rientro e a quali conseguenze va incontro se non lo rispetta. Poi siate coerenti con quanto avete stabilito.

Attenzione, però. La Bibbia dice: “La vostra ragionevolezza divenga nota”. (Filippesi 4:5) Prima di stabilire un orario di rientro, forse dovreste parlarne con vostro figlio, permettendogli di fare qualche proposta e di fornire le sue motivazioni. Non scartate subito la sua richiesta. Se si è dimostrato responsabile e la richiesta è ragionevole, potreste andargli incontro.

Nella vita la puntualità è importante. Stabilendo un orario di rientro, quindi, non state semplicemente proteggendo vostro figlio da eventuali pericoli. Gli state insegnando qualcosa che gli sarà utile anche quando non abiterà più con voi. — Proverbi 22:6.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 3, E IL VOLUME 2, CAPITOLO 22

Come posso gestire le divergenze d’opinione sull’abbigliamento?

Rileggete la scena descritta a pagina 77 di questo volume. Immaginate che Vanessa sia vostra figlia. Non potete fare a meno di notare quell’abitino succinto che si è messa: secondo voi è indecente. La vostra reazione è immediata: “Vatti a cambiare, signorina, o non andrai da nessuna parte!” Sicuramente facendo così otterrete un risultato. In fondo vostra figlia non ha molta scelta: deve per forza ubbidire. Ma come potete fare in modo che cambi idea, e non semplicemente abito?

● Primo, ricordate che vostra figlia (o vostro figlio) si preoccupa delle conseguenze della mancanza di modestia almeno quanto voi, se non di più. In fondo in fondo non vuole essere ridicola o attirare indebite attenzioni. Fate capire con pazienza che uno stile immodesto in realtà non rende più belli, e spiegate perché. * Proponete delle alternative.

● Secondo, siate ragionevoli. Chiedetevi: ‘Questo capo viola un principio della Bibbia o si tratta solo di gusto personale?’ (2 Corinti 1:24; 1 Timoteo 2:9, 10) Se è una questione di gusti, potete fare qualche concessione?

● Terzo, non limitatevi a dire che una cosa non va bene. Aiutate vostra figlia (o vostro figlio) a trovare vestiti adatti. Per parlarne insieme, potreste trovare utile la scheda alle pagine 82 e 83 di questo volume. Vedrete che ne varrà la pena.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 11

Dovrei permettere a mio figlio di giocare con i videogiochi?

Dai tempi in cui voi eravate ragazzi i videogiochi si sono evoluti parecchio. Come potete aiutare vostro figlio a riconoscere i potenziali pericoli ed evitarli?

Servirà a poco mettersi a condannare l’intera industria dei videogiochi o affermare in modo categorico che i videogiochi sono solo una perdita di tempo. Ricordate che non tutti i giochi sono dannosi. Possono però creare dipendenza. Perciò, soffermatevi a esaminare quanto tempo vostro figlio dedica ai videogiochi. Inoltre considerate il tipo di giochi che sembrano attirarlo. Potreste anche fargli domande come queste:

● Qual è il gioco preferito dai tuoi compagni di scuola?

● Cosa succede in questo gioco?

● Secondo te, perché è così diffuso?

Potreste scoprire che sull’argomento vostro figlio sa molto più di quanto pensiate. Forse ha addirittura giocato con videogiochi che considerate discutibili. Se è così, mantenete la calma. Questa è un’occasione per aiutarlo a sviluppare le facoltà di percezione. — Ebrei 5:14.

Fate domande che aiutino vostro figlio a capire perché i giochi discutibili esercitano un certo fascino. Per esempio, potreste fare una domanda come questa:

● Ti senti escluso perché non puoi giocare con questo videogioco?

Può darsi che alcuni ragazzi giochino con un certo videogioco per avere qualcosa di cui parlare con i coetanei. Se nel caso di vostro figlio la ragione è questa, probabilmente non affronterete la cosa come se aveste scoperto che è attratto da giochi pieni di sangue o sesso. — Colossesi 4:6.

Ma che dire se vostro figlio è affascinato proprio dagli aspetti negativi di un gioco? Alcuni ragazzi potrebbero affrettarsi a dire che le azioni cruente che compiono in un videogioco non hanno il minimo effetto su di loro. Ragionano così: ‘Solo perché lo faccio nel mondo virtuale non significa che lo farei nella vita reale’. Se è così che la pensa vostro figlio, fategli leggere Salmo 11:5. Come mettono chiaramente in risalto le parole di questo versetto, ciò che Dio disapprova non è solo il fatto di essere violenti, ma anche di amare la violenza. Lo stesso principio vale per l’immoralità sessuale o per qualunque altra cosa che la Parola di Dio condanna. — Salmo 97:10.

Se per vostro figlio i videogiochi sono un problema, potreste fare così:

● Non permettetegli di giocare con i videogiochi in un luogo appartato della casa, per esempio la camera da letto.

● Stabilite delle regole di base (per esempio: niente videogiochi se non si è finito di fare i compiti, di cenare o di svolgere qualche altra attività importante).

● Ribadite l’importanza di impegnarsi in attività che richiedono esercizio fisico.

● Osservate vostro figlio mentre gioca o, meglio ancora, qualche volta giocate con lui.

Naturalmente, per poter dare consigli ai vostri figli dovete essere liberi di parola. Perciò chiedetevi: ‘Che tipo di spettacoli televisivi e film guardo?’ Se avete due pesi e due misure state certi che i vostri figli se ne accorgeranno!

VEDI IL VOLUME 2, CAPITOLO 30

E se mio figlio non riesce a fare a meno del cellulare, del computer o di un altro strumento elettronico?

Vostro figlio adolescente passa troppo tempo on-line, manda e riceve troppi SMS o magari interagisce di più col suo MP3 che con voi? Se è così, cosa potete fare?

Una facile soluzione potrebbe sembrare togliergli il PC, il telefonino o l’MP3. Sarebbe giusto però demonizzare ogni forma di tecnologia? In fondo probabilmente anche voi usate qualche strumento tecnologico che ai tempi dei vostri genitori non c’era. Perciò invece di confiscare a vostro figlio il suo apparecchio elettronico, a meno che non ci sia una ragione molto seria per farlo, perché non considerate questa situazione un’opportunità per educarlo a un uso più saggio e moderato di questi strumenti? Come potete farlo?

Sedetevi e parlatene con vostro figlio. Per prima cosa ditegli perché siete preoccupati. Poi ascoltate quello che lui ha da dire. (Proverbi 18:13) Infine cercate delle soluzioni pratiche. Non abbiate paura di stabilire limiti ben precisi, purché ragionevoli. “In un periodo in cui esageravo con gli SMS”, dice Ellen, “i miei genitori non mi portarono via il telefonino; stabilirono delle regole. Il modo in cui gestirono la cosa mi ha aiutato a essere equilibrata con gli SMS, anche quando i miei non sono lì a controllarmi”.

E se vostro figlio reagisce mettendosi sulla difensiva? Non concludete che quello che gli avete detto non è servito a niente. Siate pazienti e dategli un po’ di tempo per metabolizzare la cosa. È possibile che sia già d’accordo con voi e che farà i cambiamenti necessari. Molti ragazzi sono un po’ come Hailey, un’adolescente che dice: “All’inizio, quando i miei mi dissero che ero drogata di computer, me la presi. Ma poi, più ci pensavo, più capivo che avevano ragione”.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 36

 VOGLIA DI INDIPENDENZA

Quanta libertà dovrei concedere a mio figlio?

Questo sembra un quesito di non facile soluzione quando si affronta l’argomento privacy. Facciamo qualche esempio. Vostro figlio è nella sua camera e la porta è chiusa. Sarebbe giusto entrare all’improvviso senza bussare? Vostra figlia è andata a scuola e nella fretta ha dimenticato il cellulare. Sarebbe giusto dare un’occhiata ai messaggi in memoria?

Non è facile rispondere a queste domande. Da un lato avete il diritto di entrare nella vita di vostro figlio adolescente per proteggerlo. Dall’altro non potrete essere la sua ombra in eterno, vegliando sempre su di lui e controllando ogni suo spostamento. E allora come si fa a trovare l’equilibrio?

Primo, cercate di capire che non sempre il desiderio di privacy è sinonimo di guai. Spesso fa solo parte della crescita. Un po’ di privacy permette a un adolescente di imparare a camminare con le proprie gambe mentre si crea le proprie amicizie e affronta i problemi usando la sua “facoltà di ragionare”. (Romani 12:1, 2) Inoltre stando un po’ per conto suo un ragazzo sviluppa la capacità di riflettere, qualità importante per diventare un adulto responsabile. E questa capacità gli permetterà di meditare prima di esprimersi su una questione o di prendere una decisione. — Proverbi 15:28.

Secondo, tenete conto che cercare di controllare ogni dettaglio della vita di vostro figlio può far nascere in lui risentimento e può indurlo a ribellarsi. (Efesini 6:4; Colossesi 3:21) Questo significa forse che dovreste farvi da parte? No, perché siete comunque i suoi genitori. Tuttavia l’obiettivo è che vostro figlio sviluppi una buona coscienza. (Deuteronomio 6:6, 7; Proverbi 22:6) In ultima analisi con i figli si ottiene di più essendo una guida piuttosto che un guardiano.

Terzo, affrontate l’argomento con vostro figlio. Ascoltate cosa lo preoccupa. Ci sono occasioni in cui potreste andargli incontro? Ditegli che siete disposti a concedergli un certo grado di privacy, a patto che non tradisca la vostra fiducia. Spiegategli quali saranno le conseguenze se non rispetta i patti e poi siate coerenti con quanto avete stabilito. Potete senz’altro concedere a vostro figlio un po’ di privacy senza per questo abdicare al ruolo di bravi genitori.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLI 315

Quand’è che mio figlio dovrebbe lasciare la scuola?

“I miei insegnanti sono noiosi!”, “Ho sempre troppi compiti!”, “Ce la metto tutta ma a fatica ho la sufficienza. Non ne vale la pena!” A causa di queste difficoltà, alcuni ragazzi sono tentati di lasciare la scuola prima di aver acquisito le capacità necessarie per guadagnarsi da vivere. Se vostro figlio vuole lasciare la scuola, cosa potete fare? Considerate questi suggerimenti.

Valutate il vostro atteggiamento verso l’istruzione. Consideravate la scuola una perdita di tempo, una prigione in cui bisognava stare rinchiusi in attesa di fare cose che contavano veramente? Se è così, forse i vostri figli rispecchiano l’atteggiamento che avevate voi. Il fatto è che una buona istruzione permette di acquistare “la saggezza e la capacità di pensare”, qualità importanti per riuscire nella vita. — Proverbi 3:21.

Fornite gli strumenti necessari. Alcuni potrebbero prendere voti migliori, ma non sanno studiare o non hanno l’ambiente giusto per farlo. Un ambiente adatto allo studio include una scrivania spaziosa con sufficiente illuminazione e strumenti per fare ricerche. Perché vostro figlio possa fare progressi, sia in campo scolastico che spirituale, fornitegli l’ambiente adeguato per apprendere nuovi concetti e riflettere. — Confronta 1 Timoteo 4:15.

Interessatevi. Considerate gli insegnanti vostri alleati, non vostri nemici. Andate ai colloqui e fate la loro conoscenza. Parlate con loro degli obiettivi e dei problemi di vostro figlio. Se non prende buoni voti, cercate di capire il perché. Per esempio, vostro figlio teme che andando molto bene a scuola diventerà il bersaglio di qualche bullo? Ha problemi con un insegnante? Come va nelle varie materie? È vero che deve darsi da fare, ma il programma che segue non dovrebbe sovraccaricarlo. E ancora: è possibile che ci sia un problema di salute, magari un difetto della vista o un disturbo dell’apprendimento?

Più vi interessate dei progressi di vostro figlio, sia dal punto di vista scolastico che spirituale, più probabilità avrà di riuscire nella vita. — Salmo 127:4, 5.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 19

Come faccio a sapere se mio figlio è pronto per andare via di casa?

Serena, citata nel capitolo 7 di questo volume, ha paura di andare via di casa. Perché? Lei stessa spiega: “Anche quando voglio comprare qualcosa con i miei soldi, papà non me lo lascia fare. Dice che è compito suo. Perciò l’idea di dover essere io a pagare le bollette mi spaventa”. Sicuramente il padre di Serena è animato dalle migliori intenzioni, ma secondo voi sta preparando sua figlia a mandare avanti una casa? — Proverbi 31:10, 18, 27.

State aiutando i vostri figli a prepararsi a vivere da soli oppure siete iperprotettivi nei loro confronti? Da cosa lo si capisce? Esaminate i quattro aspetti menzionati nel capitolo 7 al sottotitolo “Sono pronto?”, ma questa volta dal punto di vista di un genitore.

Gestione dei soldi. I vostri figli più grandi sanno come si pagano le bollette o come si deve adempiere agli obblighi fiscali? (Romani 13:7) Sanno usare il denaro in modo responsabile? (Proverbi 22:7) Sono in grado di amministrare i soldi che guadagnano senza spendere al di sopra delle loro possibilità? (Luca 14:28-30) Conoscono la soddisfazione che si prova acquistando qualcosa con i soldi che ci si è guadagnati? Hanno provato la soddisfazione ancora più grande che deriva dal dedicare tempo e risorse agli altri? — Atti 20:35.

Lavori domestici. I vostri figli, sia maschi che femmine, sanno cucinare? Avete insegnato loro a fare il bucato e a stirare? Se hanno un’auto, sanno fare semplici lavoretti come cambiare un fusibile, l’olio o un pneumatico?

Capacità di relazionarsi. Quando i vostri figli più grandi hanno dei litigi, siete sempre voi a fare da arbitro mettendo poi fine alla questione? Oppure avete insegnato loro a trovare una soluzione pacifica e poi a riferirvi come sono andate le cose? — Matteo 5:23-25.

Attività spirituali. Vi limitate a dire ai vostri figli in cosa credere o li ‘persuadete’? (2 Timoteo 3:14, 15) Anziché essere sempre voi a rispondere ai loro interrogativi religiosi e morali, li state aiutando a sviluppare la “capacità di pensare”? (Proverbi 1:4) Riguardo allo studio della Bibbia, vorreste che seguissero il vostro esempio o preferireste che facessero qualcosa di più? *

Senza dubbio, aiutare i vostri figli a migliorare negli aspetti menzionati sopra richiede tempo e notevole impegno. Tuttavia ne vale davvero la pena in attesa che arrivi il giorno, triste e felice al tempo stesso, in cui dovrete salutarli.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 7

 SESSO E SENTIMENTI

Dovrei parlare di sesso con mio figlio?

I ragazzi si trovano ad affrontare l’argomento sesso in giovanissima età. Molto tempo fa la Bibbia predisse che gli “ultimi giorni” sarebbero stati caratterizzati da “tempi difficili”, tempi in cui le persone sarebbero state “senza padronanza di sé” e “amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. (2 Timoteo 3:1, 3, 4) La disinvoltura con cui oggi si fa sesso è una delle tante indicazioni che questa profezia si è avverata.

Il mondo di oggi è molto diverso da quello in cui siete cresciuti voi. In un certo senso, però, i problemi sono gli stessi. Perciò il fatto che vostro figlio sia circondato da cattive influenze non dovrebbe sopraffarvi o intimorirvi. Siate invece determinati ad aiutarlo a seguire l’esortazione che l’apostolo Paolo diede ai cristiani circa 2.000 anni fa: “Rivestitevi della completa armatura di Dio affinché possiate star fermi contro le macchinazioni del Diavolo”. (Efesini 6:11) Ed effettivamente, nonostante le influenze negative che li circondano, molti giovani cristiani stanno lottando per fare ciò che è giusto, e vanno lodati. Come potete aiutare vostro figlio a fare lo stesso?

Un modo è quello di usare le informazioni contenute in alcuni capitoli della sezione 4 di questo libro e delle sezioni 1 e 7 del volume 2 per intavolare una conversazione con lui. Questi capitoli contengono riferimenti a passi biblici che fanno riflettere. Alcuni passi evidenziano l’esperienza di coloro che si schierarono a favore di ciò che è giusto e furono benedetti, oppure di altri che ignorarono le leggi di Dio e ne pagarono le conseguenze. Altri versetti citati in queste sezioni contengono princìpi che possono aiutare i ragazzi a riconoscere il grande privilegio che hanno, e che anche voi avete, cioè quello di vivere secondo le leggi di Dio. Perché non decidete di trattare insieme questo materiale al più presto?

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLI 23, 2532, E IL VOLUME 2, CAPITOLI 4-6, 2829

Dovrei permettere a mio figlio di iniziare a frequentare qualcuno?

Frequentare qualcuno è una questione che prima o poi i vostri figli affronteranno. “Io non faccio assolutamente nulla!”, dice Phillip. “Sono le ragazze che mi chiedono di uscire, e io resto lì a pensare: ‘E adesso che faccio?’ È difficile dire di no perché alcune sono molto carine!”

La cosa migliore che potete fare come genitori è parlarne con i vostri figli. Come spunto di riflessione potreste usare il capitolo 1 del volume 2. Scoprite come si sente vostro figlio o vostra figlia nell’affrontare questo tipo di situazioni a scuola o anche nella congregazione. A volte queste conversazioni possono iniziare in modo informale, per esempio ‘quando sedete nella vostra casa e quando camminate per la strada’. (Deuteronomio 6:6, 7) A prescindere dalla circostanza, ricordate di essere ‘pronti a udire, lenti a parlare’. — Giacomo 1:19.

Se vostro figlio o vostra figlia mostra interesse per qualcuno dell’altro sesso, non fatevi prendere dal panico. “Quando papà ha scoperto che avevo un ragazzo si è arrabbiato molto!”, dice un’adolescente. “Ha cercato di spaventarmi facendomi un sacco di domande sull’essere pronti per il matrimonio: proprio il genere di cose che ti fanno venir voglia di portare avanti una relazione solo per dimostrare che i tuoi hanno torto!”

Se vostro figlio sa che frequentare qualcuno è assolutamente fuori discussione, potrebbe capitare qualcosa di spiacevole: potrebbe portare avanti una storia vedendosi con qualcuno di nascosto. “Quando i genitori hanno una reazione esagerata”, dice una ragazza, “i figli non faranno altro che nascondere la relazione ancora di più. Non si fermeranno. Staranno solo più attenti a non farsi scoprire”.

Otterrete risultati molto migliori parlandone apertamente. Brittany, una ragazza di 20 anni, dice: “Sull’argomento i miei genitori sono sempre stati molto aperti con me. Per loro è importante sapere chi mi piace, e penso che questa sia una bella cosa. Papà parla con la persona in questione. Se ci sono perplessità, i miei genitori me lo fanno sapere. Di solito decido che questa persona non fa per me prima ancora di arrivare al punto di frequentarla”.

Dopo aver letto il capitolo 2 del volume 2, però, potreste chiedervi se vostro figlio o vostra figlia inizierebbe mai a frequentare qualcuno a vostra insaputa. Leggete cos’hanno detto diversi ragazzi sul perché alcuni potrebbero essere tentati di farlo, poi riflettete sulle domande riportate di seguito.

“Certi giovani non trovano in famiglia la serenità di cui hanno bisogno e così decidono di ‘rifugiarsi’ nel proprio ragazzo o nella propria ragazza”. — Wendy.

Come potete essere certi che i bisogni emotivi di vostro figlio siano adeguatamente soddisfatti? Potete migliorare sotto questo aspetto? In tal caso, cosa potete fare?

“Quando avevo 14 anni uno studente che era nel mio paese per un programma di scambi culturali mi chiese se volevo diventare la sua ragazza. Io accettai. Pensavo che sarebbe stato bello avere un ragazzo che mi abbracciasse”. — Diane.

Se Diane fosse stata vostra figlia, come avreste affrontato la questione?

“Con il telefonino è facile frequentarsi di nascosto. I genitori non hanno la più pallida idea di quello che succede”. — Annette.

Riguardo all’uso che vostro figlio fa del cellulare, quali precauzioni potete prendere?

“Frequentarsi di nascosto è molto più facile quando i genitori non sono abbastanza attenti a quello che i figli fanno e con chi”. — Thomas.

Potreste essere più presenti nella vita di vostro figlio adolescente pur concedendogli la giusta libertà?

“Spesso i genitori non sono a casa quando ci sono i figli. Oppure si fidano troppo a lasciarli uscire con altre persone”. — Nicholas.

Pensate a vostro figlio e ai suoi amici. Sapete veramente cosa fanno quando stanno insieme?

“A volte ci si frequenta di nascosto quando i genitori sono troppo severi”. — Paul.

Pur senza scendere a compromessi su leggi e princìpi biblici, cosa potete fare affinché “la vostra ragionevolezza divenga nota”? — Filippesi 4:5.

“Nei primi anni dell’adolescenza avevo un’autostima molto bassa e desideravo tanto ricevere più attenzioni. Iniziai a scambiare e-mail con un ragazzo di una congregazione vicina e me ne innamorai. Mi faceva sentire speciale”. — Linda.

Vi viene in mente in che modo la famiglia avrebbe potuto soddisfare i bisogni di Linda?

Perché non usate il capitolo 2 del volume 2 e questa sezione dell’appendice come spunto di riflessione con vostro figlio o vostra figlia? Il miglior antidoto alla reticenza è il dialogo schietto e sincero. — Proverbi 20:5.

VEDI IL VOLUME 2, CAPITOLI 1-3

 PROBLEMI EMOTIVI

Come dovrei reagire se mio figlio iniziasse a parlare di suicidio?

In certe parti del mondo il suicidio fra i giovani è purtroppo molto comune. Negli Stati Uniti, per esempio, è la terza causa di morte dei giovani tra i 15 e i 25 anni; inoltre negli ultimi due decenni il tasso di suicidi dei ragazzi fra i 10 e i 14 anni è raddoppiato. I più a rischio sono coloro che soffrono di disturbi mentali, che hanno avuto un familiare suicida o che hanno già tentato il suicidio. Fra i segnali premonitori che indicano il rischio di un gesto estremo ci sono:

● Estraniamento da familiari e amici.

● Modificazioni delle abitudini alimentari e del riposo notturno.

● Perdita di interesse per attività una volta considerate piacevoli.

● Significativi cambiamenti nella personalità.

● Problemi con droga o alcol.

● Propensione a dare via oggetti cari.

● Discorsi sulla morte o interesse morboso per argomenti affini.

Uno dei più grandi errori che un genitore possa fare è ignorare questi segnali. Qualunque avvisaglia va presa sul serio. Non concludete frettolosamente che vostro figlio stia solo attraversando una fase passeggera.

Inoltre, non vergognatevi di chiedere aiuto se vostro figlio o vostra figlia soffre di depressione grave o di un altro disturbo mentale. E se sospettate che stia pensando di farla finita, chiedeteglielo. L’idea che affrontare l’argomento suicidio incoraggi a compiere questo gesto è errata. Molti ragazzi provano sollievo quando i genitori ne parlano. Perciò, nel caso in cui vostro figlio ammetta di avere pensieri suicidi, cercate di capire se ha già un piano per attuarli, e quanto è dettagliato. Più dettagli emergono, più è urgente intervenire.

Non illudetevi che la depressione andrà via da sé. E se pare che sia scomparsa, non concludete che il problema sia risolto. Anzi, questo potrebbe essere il momento più critico. Come mai? Nella fase più acuta della depressione l’adolescente potrebbe non avere l’energia necessaria per mettere in atto le sue intenzioni suicide. Ma nel momento in cui i sentimenti negativi si attenuano e ritornano le energie, può trovare la forza di andare fino in fondo.

È davvero tragico che a causa della disperazione alcuni ragazzi pensino di farla finita. Non sottovalutando i segnali premonitori e agendo di conseguenza, genitori e altri adulti sensibili possono ‘parlare in maniera consolante alle anime depresse’ e rivelarsi un rifugio per i ragazzi. — 1 Tessalonicesi 5:14.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLI 1314, E IL VOLUME 2, CAPITOLO 26

Dovrei nascondere ai miei figli il dolore che provo?

Se stai affrontando l’esperienza dolorosa della morte del tuo coniuge ma hai un figlio adolescente, lui ha bisogno di te. Come puoi aiutarlo ad affrontare il suo dolore, pur non ignorando il tuo? Prova a fare quanto segue.

Non cercare di nascondere i tuoi sentimenti. Tuo figlio ha imparato molte delle cose che contano di più nella vita osservandoti. Affrontare il dolore sarà una di queste. Quindi non pensare di dover essere forte nascondendogli tutta la sofferenza che provi. In questo modo tuo figlio non farebbe altro che imitarti. Se invece esterni il dolore che provi, imparerà che spesso è meglio esprimere i sentimenti anziché reprimerli e che è normale sentirsi tristi, frustrati o perfino arrabbiati.

Incoraggia tuo figlio ad aprirsi. Senza forzarlo, incoraggialo a esprimere quello che ha dentro. Se sembra riluttante a farlo, perché non tratti il capitolo 16 di questo volume insieme a lui? Potresti anche rispolverare con lui i tanti bei ricordi che hai del tuo coniuge. Digli con onestà che per te andare avanti sarà dura. Sentendo che tu esprimi i tuoi sentimenti, tuo figlio sarà portato a fare altrettanto.

Riconosci i tuoi limiti. In questo momento difficile desideri dare il massimo sostegno a tuo figlio, e questo è comprensibile. Ricorda però che anche tu risenti pesantemente della perdita della persona che amavi. Perciò può darsi che per un po’ tu abbia meno risorse sotto il profilo emotivo, psicologico e fisico. (Proverbi 24:10) Forse dovrai chiedere una mano a qualche familiare adulto o a qualche amico maturo. Chiedere aiuto è segno di maturità. Proverbi 11:2 dice: “La sapienza è con i modesti”.

L’aiuto migliore che tu possa ricevere viene da Geova Dio stesso, che ai suoi servitori fa questa promessa: “Io, Geova tuo Dio, afferro la tua destra, Colui che ti dice: ‘Non aver timore. Io stesso di sicuro ti aiuterò’”. — Isaia 41:13.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 16

Come posso aiutare mia figlia a non esagerare con la dieta?

Cosa potete fare se vostra figlia ha un disordine alimentare? * Per prima cosa cercate di capire perché ha cominciato ad adottare questo comportamento.

È stato riscontrato che molti di coloro che sono affetti da un disordine alimentare hanno una scarsa opinione di sé e sono perfezionisti per natura, ponendosi degli obiettivi esagerati. Cercate di non contribuire a queste tendenze. Rassicurate vostra figlia. — 1 Tessalonicesi 5:11.

Valutate anche con attenzione il rapporto che avete voi con il cibo e il peso. Senza volerlo, avete forse dato un po’ troppa importanza a queste cose, magari con le parole o il vostro modo di fare? Tenete presente che i giovani si preoccupano tantissimo dell’aspetto. Anche solo scherzare su qualche chilo di troppo che spesso si prende nel periodo della crescita può avere un effetto devastante sulla mente di una ragazza facilmente impressionabile.

Dopo aver considerato la cosa in preghiera, parlate con tutto il cuore a vostra figlia. Provate a seguire questi suggerimenti.

● Decidete con attenzione cosa dirle e quando dirlo.

● Esprimete con chiarezza il vostro interesse e il vostro desiderio di darle una mano.

● Non stupitevi se all’inizio si mette sulla difensiva.

● Ascoltatela con pazienza.

Cosa più importante, datele il vostro pieno appoggio mentre cerca di risolvere il problema. Coinvolgete tutta la famiglia nel processo di guarigione!

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 10, E IL VOLUME 2, CAPITOLO 7

  SPIRITUALITÀ

Come faccio a impartire valori spirituali ai miei figli quando diventano adolescenti?

La Bibbia dice che a Timoteo era stata impartita istruzione spirituale “dall’infanzia” e probabilmente voi avete fatto lo stesso con vostro figlio. (2 Timoteo 3:15) Nel momento in cui diventa adolescente, però, è probabile che i vostri metodi debbano cambiare a motivo delle mutate circostanze. Vostro figlio inizia a capire questioni complesse e problematiche che quand’era più piccolo non comprendeva appieno. Ora più che mai dovete fare appello alla sua “facoltà di ragionare”. — Romani 12:1.

Scrivendo a Timoteo, Paolo menzionò le cose che questi aveva ‘imparato ed era stato persuaso a credere’. (2 Timoteo 3:14) Può darsi che adesso vostro figlio adolescente abbia bisogno di essere “persuaso a credere” le verità della Bibbia che conosce dall’infanzia. Per raggiungere il suo cuore non basta dirgli cosa fare e in cosa credere. Deve essere lui a scoprirlo. Cosa potete fare voi? Cominciate creando il maggior numero di opportunità per aiutarlo a ragionare e conversare su argomenti come quelli che seguono.

● Come faccio a essere sicuro che Dio esiste? — Romani 1:20.

● Come faccio a sapere che quello che mi hanno insegnato i miei genitori con la Bibbia è la verità? — Atti 17:11.

● Cosa mi convince che le norme della Bibbia sono per il mio bene? — Isaia 48:17, 18.

● Come faccio a sapere che le profezie della Bibbia si adempiranno? — Giosuè 23:14.

● Cosa mi convince che niente in questo mondo è paragonabile all’“eccellente valore della conoscenza di Cristo Gesù”? — Filippesi 3:8.

● Cosa significa per me il sacrificio di riscatto di Cristo? — 2 Corinti 5:14, 15; Galati 2:20.

Può darsi che esitiate a fare a vostro figlio domande come queste perché avete paura che non sappia rispondere. Ma sarebbe come non guardare la spia della benzina per paura che sia accesa. È meglio scoprire come stanno le cose quando si è in tempo per intervenire. Pertanto è adesso, quando vostro figlio è ancora a casa, il momento di aiutarlo ad approfondire i suoi interrogativi sulla fede affinché sia “persuaso a credere”. *

Tenete presente che non c’è niente di male se vostro figlio si chiede perché deve credere. Diane, che ha 22 anni, ricorda di esserselo chiesto. “Non volevo avere dei dubbi sulla mia fede”, spiega. “Ottenendo delle risposte chiare e solide, mi sono resa conto che volevo essere testimone di Geova. Ogni volta che mi chiedevano perché non facevo una determinata cosa, invece di rispondere che la mia religione me lo proibiva dicevo: ‘Non credo che sia una cosa giusta’. In altre parole, il punto di vista della Bibbia era diventato il mio punto di vista”.

Un suggerimento. Per spingere vostro figlio a usare le facoltà di ragionare in relazione alle norme della Bibbia, invitatelo a fare la parte del genitore quando sorge un problema. Per esempio, supponiamo che vostra figlia vi chieda il permesso di andare a una festa su cui voi (e probabilmente anche lei) avete delle perplessità. Anziché limitarvi a rispondere con un no, potreste dire qualcosa tipo: “Mettiti al mio posto. Pensa alla festa a cui vuoi partecipare. Fai un po’ di ricerche (magari nel capitolo 37 di questo libro e nel capitolo 32 del volume 2), e ne riparliamo domani. Io sarò te e ti chiederò di poter andare alla festa e tu, che sarai me, mi dirai se è una buona idea oppure no”.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 38, E IL VOLUME 2, CAPITOLI 34-36

Mio figlio non ha più nessun interesse per le cose spirituali. Cosa posso fare?

Per prima cosa, evitate di saltare subito alla conclusione che non voglia più saperne della vostra fede. In molti casi il problema di fondo è un altro. Forse vostro figlio...

● sta subendo delle pressioni da parte dei compagni di scuola, e l’idea di essere diverso perché sostiene i princìpi biblici lo spaventa.

● vede altri ragazzi (forse anche suo fratello) che hanno un’ottima reputazione come cristiani e teme il confronto.

● vorrebbe tanto trovare degli amici ma si sente solo o non riesce a legare con i compagni di fede.

● vede che altri ragazzi “cristiani” hanno una doppia vita.

● sta cercando di costruirsi una sua identità e di conseguenza sente di dover mettere in discussione i valori che per voi sono preziosi.

● vede i compagni di scuola che se la spassano e che a quanto pare non subiscono alcuna conseguenza per le cose sbagliate che fanno.

● cerca di conquistare l’approvazione del genitore non credente.

Questioni del genere hanno ben poco a che fare con la religione in sé. Sono più legate alle circostanze che rendono difficile praticare la fede, almeno per il momento. Allora cosa potete fare per incoraggiare vostro figlio?

Fate concessioni, senza scendere a compromessi. Cercate di capire perché vostro figlio è svogliato e fate i cambiamenti necessari, in modo tale che abbia un ambiente migliore in cui crescere spiritualmente. (Proverbi 16:20) Per esempio, la scheda intitolata “Strategia antipressioni”, alle pagine 132 e 133 del volume 2, può infondere fiducia in vostro figlio e renderlo meno timoroso nell’affrontare i compagni di scuola. Oppure, se si sente solo, potreste aiutarlo in modo concreto a trovare buone amicizie.

Fate in modo che qualcuno sia per lui un punto di riferimento. A volte ai ragazzi è molto utile avere al loro fianco una persona adulta che non sia un familiare. Conoscete qualcuno spiritualmente forte che potrebbe essere un punto di riferimento per vostro figlio? Perché non fate in modo che trascorra un po’ di tempo con lui? Lo scopo non è quello di scaricare le vostre responsabilità. Prendete però il caso di Timoteo: trasse grande beneficio dall’esempio dell’apostolo Paolo, e a Paolo fu enormemente utile avere Timoteo al suo fianco. — Filippesi 2:20, 22.

Finché vostro figlio vivrà sotto il vostro tetto avrete il diritto di aspettarvi che segua un programma spirituale. In ultima analisi, però, il vostro obiettivo è infondere nel suo cuore l’amore per Dio e non semplicemente indurlo a fare meccanicamente le cose. Per aiutarlo a far sua la vera religione date il buon esempio. Siate anche ragionevoli. Fate in modo che qualcuno sia per lui un punto di riferimento e che coltivi sane amicizie. Forse un giorno anche lui potrà dire come il salmista: “Geova è la mia rupe e la mia fortezza e Colui che mi provvede scampo”. — Salmo 18:2.

VEDI IL VOLUME 1, CAPITOLO 39, E IL VOLUME 2, CAPITOLI 3738

[Note in calce]

^ par. 23 Allo stesso tempo, per motivare vostro figlio evitate di far leva sul senso di colpa.

^ par. 64 Di solito gli adolescenti si preoccupano molto del loro aspetto, per cui state attenti a non lasciare intendere che in vostra figlia (o vostro figlio) ci sia qualcosa che non va.

^ par. 168 Per semplicità parleremo al femminile. Tuttavia i princìpi trattati valgono anche per i ragazzi.

^ par. 188 Il capitolo 36 del volume 2 può aiutare gli adolescenti a usare le loro facoltà di ragionare per maturare la convinzione che Dio esiste.