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CAPITOLO 67

“Nessuno ha mai parlato così”

“Nessuno ha mai parlato così”

GIOVANNI 7:32-52

  • ALCUNE GUARDIE VENGONO MANDATE AD ARRESTARE GESÙ

  • GESÙ VIENE DIFESO DA NICODEMO

Gesù si trova ancora a Gerusalemme in occasione della Festa dei Tabernacoli, o delle Capanne. È felice di vedere che ‘molti della folla ripongono fede in lui’. I capi religiosi, invece, non ne sono affatto contenti. Anzi, mandano delle guardie ad arrestarlo (Giovanni 7:31, 32). Gesù, comunque, non tenta di nascondersi.

Al contrario, continua a insegnare pubblicamente a Gerusalemme, dicendo: “Starò ancora un po’ con voi prima di andare da colui che mi ha mandato. Mi cercherete ma non mi troverete, e dove sarò io non potrete venire” (Giovanni 7:33, 34). Dato che non comprendono queste parole, i giudei si dicono: “Dove ha intenzione di andare quest’uomo, visto che pensa che non lo troveremo? Non vorrà per caso andare dai giudei dispersi fra i greci e insegnare ai greci? Cosa intende quando dice: ‘Mi cercherete ma non mi troverete, e dove sarò io non potrete venire’?” (Giovanni 7:35, 36). Gesù però si riferisce a quando, dopo la sua morte, verrà risuscitato e ascenderà al cielo, dove i suoi nemici non potranno raggiungerlo.

Come ogni mattina durante la festa, anche in questo settimo giorno un sacerdote ha versato acqua attinta dalla piscina di Siloam fino a farla scendere alla base dell’altare del tempio. Forse questa usanza torna alla mente dei presenti quando Gesù dice a gran voce: “Se qualcuno ha sete, venga da me e beva. Se qualcuno ripone fede in me, ‘torrenti d’acqua viva sgorgheranno dal suo cuore’, come dice il passo della Scrittura” (Giovanni 7:37, 38).

Gesù sta parlando di quello che accadrà dopo la sua morte, quando i suoi discepoli verranno unti con lo spirito santo e avranno la prospettiva della vita celeste. Torrenti d’acqua che dà vita iniziano a scorrere dal giorno di Pentecoste del 33, quando i discepoli unti con lo spirito cominciano a portare ad altri il messaggio di verità.

Dopo aver ascoltato gli insegnamenti di Gesù, alcuni esclamano: “Lui è davvero il Profeta!” Evidentemente si riferiscono al profeta più grande di Mosè che era stato predetto. Altri dicono: “È il Cristo”. Altri ancora invece contestano: “Il Cristo non viene dalla Galilea. Il passo della Scrittura non dice forse che il Cristo viene dalla discendenza di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?” (Giovanni 7:40-42).

Le opinioni della folla sono quindi contrastanti. Anche se alcuni vogliono che Gesù venga arrestato, nessuno osa toccarlo. Quando le guardie tornano a mani vuote, i capi sacerdoti e i farisei chiedono: “Perché non lo avete portato qui?” Le guardie spiegano: “Nessuno ha mai parlato così”. Infuriati, i capi religiosi ricorrono a scherni e insulti: “Non vi sarete fatti ingannare anche voi? Nessuno dei capi o dei farisei ha riposto fede in lui, giusto? Ma questa folla che non conosce la Legge è gente maledetta!” (Giovanni 7:45-49).

A questo punto Nicodemo, un fariseo membro del Sinedrio, interviene con coraggio in difesa di Gesù. Circa due anni e mezzo prima lo aveva incontrato di notte e aveva affermato di avere fede in lui. Ora Nicodemo dice: “Secondo la nostra Legge non si giudica un uomo senza averlo prima ascoltato e senza sapere cosa abbia fatto, vero?” Per difendersi, i capi religiosi ribattono: “Non sarai anche tu della Galilea? Studia e vedi che nessun profeta deve venire dalla Galilea” (Giovanni 7:51, 52).

Le Scritture non dicono esplicitamente che un profeta sarebbe venuto dalla Galilea. Comunque la Parola di Dio fa capire che il Cristo sarebbe provenuto da quella regione, profetizzando che si sarebbe vista “una gran luce” nella “Galilea delle nazioni” (Isaia 9:1, 2; Matteo 4:13-17). Inoltre, come predetto, Gesù è nato a Betlemme ed è un discendente di Davide. È plausibile che i farisei siano al corrente di questi fatti, eppure probabilmente sono proprio loro a diffondere molte delle idee errate che circolano sul conto di Gesù.