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Delegare: perché e come

Delegare: perché e come

Delegare: perché e come

LA TERRA non esisteva ancora quando si cominciò a delegare. Geova creò il suo Figlio unigenito e poi fece l’universo servendosi di lui quale “artefice”. (Prov. 8:22, 23, 30; Giov. 1:3) Quando creò il primo uomo e la prima donna, Dio disse loro di ‘riempire la terra e soggiogarla’. (Gen. 1:28) Il Creatore affidò agli esseri umani il compito di estendere il Paradiso di Eden fino ad abbracciare l’intera terra. Sin dall’inizio, quindi, delegare è stata una caratteristica dell’organizzazione di Geova.

Cosa comporta il delegare? Perché gli anziani cristiani dovrebbero imparare a delegare certi compiti all’interno della congregazione? Come possono farlo?

Cosa significa delegare?

Secondo un dizionario “delegare” significa “incaricare dell’esecuzione di determinati atti in propria vece, nominare come proprio rappresentante, . . . attribuire, trasferire a qualcuno un incarico, un compito o una funzione in origine propri”. (Devoto-Oli, 2008) Per delegare, quindi, occorre coinvolgere altri nel raggiungimento di un determinato obiettivo. È naturale che questo porti a conferire loro parte della propria autorità.

Nella congregazione cristiana ci si aspetta che quelli a cui è affidato un compito lo svolgano, riferiscano periodicamente sull’andamento del lavoro e in genere si consultino con chi ha delegato loro il compito stesso. La responsabilità principale, comunque, ricade sul fratello nominato che ha delegato il lavoro. Questi deve seguirne lo svolgimento e dare consigli secondo il bisogno. Alcuni, però, potrebbero chiedersi: ‘Perché delegare un lavoro se posso farlo da solo?’

Perché delegare?

Pensate a quando Geova creò il suo Figlio unigenito e lo fece poi partecipare all’opera creativa. “Per mezzo di lui tutte le altre cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili”. (Col. 1:16) Il Creatore avrebbe potuto fare tutto da solo, eppure decise di condividere con suo Figlio la gioia di portare a termine un lavoro utile. (Prov. 8:31) Questo permise al Figlio di conoscere meglio le qualità di suo Padre. In un certo senso, Dio colse quell’occasione per addestrare il suo Figlio unigenito.

Seguendo l’esempio del Padre, quando era sulla terra Gesù delegò delle responsabilità. Addestrò progressivamente i discepoli. Mandò i dodici apostoli e poi altri settanta discepoli davanti a sé perché iniziassero l’opera di predicazione in alcuni luoghi. (Luca 9:1-6; 10:1-7) Quando in seguito Gesù vi giunse, era stato posto un buon fondamento su cui egli poté costruire. Prima di lasciare la terra delegò responsabilità ancor più onerose, compresa l’opera di predicazione in tutto il mondo, ai discepoli che aveva addestrato. — Matt. 24:45-47; Atti 1:8.

Delegare e addestrare diventarono caratteristiche della congregazione cristiana. L’apostolo Paolo disse a Timoteo: “Queste cose affidale a uomini fedeli, che, a loro volta, siano adeguatamente qualificati per insegnare ad altri”. (2 Tim. 2:2) Chi è esperto deve addestrare altri che, a loro volta, addestreranno altri ancora.

Delegando parte del lavoro che è assegnato loro gli anziani possono rendere altri partecipi della gioia che deriva dall’insegnare e dallo svolgere l’opera pastorale. Se poi riconoscono che in quanto esseri umani le loro capacità sono limitate, hanno una ragione in più per chiedere la collaborazione di altri. La Bibbia afferma: “La sapienza è con i modesti”. (Prov. 11:2) La modestia include la consapevolezza dei propri limiti. Se cercate di fare tutto da soli correte il rischio di esaurirvi e di privare la vostra famiglia del tempo che altrimenti potreste trascorrere assieme. È quindi davvero saggio condividere il carico di responsabilità. Ad esempio, il fratello che serve come coordinatore del corpo degli anziani può chiedere ad altri anziani di verificare i conti della congregazione. Controllando le registrazioni questi anziani possono familiarizzarsi con la situazione contabile della congregazione.

Se da un lato delegare dà ad altri la possibilità di acquisire le competenze e l’esperienza necessarie, dall’altro permette a chi delega di osservare le capacità di quelli a cui ha affidato un compito. Così, delegando mansioni adatte a fratelli che un giorno potrebbero divenire servitori di ministero, gli anziani possono ‘provarli in quanto all’idoneità’. — 1 Tim. 3:10.

Infine, quando delegano gli anziani mostrano di aver fiducia negli altri. Paolo addestrò Timoteo nel servizio missionario lavorando con lui, e i due strinsero un forte legame. Paolo definì Timoteo “genuino figlio nella fede”. (1 Tim. 1:2) Analogamente, tra Geova e Gesù si era instaurato un profondo legame mentre lavoravano insieme nel creare tutte le altre cose. Affidando dei compiti ad altri, gli anziani possono instaurare un rapporto caloroso con loro.

Perché alcuni esitano

Pur riconoscendone i vantaggi, alcuni anziani trovano difficile delegare, forse perché pensano che ciò significhi rinunciare a parte della propria autorità. Può darsi che ritengano di dover essere sempre al timone, per così dire. Ricordate però che prima di ascendere al cielo Gesù autorizzò i discepoli ad assolvere un incarico importante, ben sapendo che avrebbero compiuto opere più grandi delle sue. — Matt. 28:19, 20; Giov. 14:12.

Altri anziani, invece, potrebbero aver delegato dei compiti in passato, senza però ottenere risultati soddisfacenti. Forse ritengono che farebbero prima e meglio da soli. Pensate però all’esempio di Paolo. Riconosceva l’importanza di delegare, ma si rendeva anche conto che coloro che addestrava non avrebbero sempre soddisfatto le sue aspettative. Durante il suo primo viaggio missionario, Paolo addestrò il giovane Marco che lo accompagnava. Quando questi lasciò il suo incarico e ritornò a casa, l’apostolo rimase molto deluso. (Atti 13:13; 15:37, 38) Questo comunque non lo dissuase dall’addestrare altri. Come si è già detto, invitò il giovane Timoteo ad accompagnarlo. Quando Timoteo fu pronto ad assumersi maggiori responsabilità, Paolo lo lasciò a Efeso e gli conferì l’autorità di nominare sorveglianti e servitori di ministero nella congregazione. — 1 Tim. 1:3; 3:1-10, 12, 13; 5:22.

In modo simile, oggi gli anziani non dovrebbero rinunciare ad addestrare altri fratelli solo perché qualcuno non soddisfa le loro aspettative. È saggio ed essenziale imparare ad aver fiducia negli altri e addestrarli. Ma quali fattori dovrebbero tenere presenti gli anziani quando delegano?

Come delegare

Nel delegare considerate le capacità dei fratelli che avete in mente. Quando a Gerusalemme sorse il bisogno di occuparsi della distribuzione giornaliera di cibo, gli apostoli scelsero ‘sette uomini che avessero buona testimonianza, pieni di spirito e sapienza’. (Atti 6:3) Se chiedete a una persona inaffidabile di svolgere un lavoro, probabilmente non lo farà. Perciò iniziate delegando compiti semplici. Nel momento in cui qualcuno si dimostra fidato, è possibile che sia in grado di assolvere maggiori responsabilità.

Ma c’è dell’altro: personalità e capacità sono diverse da persona a persona, e lo stesso vale per l’esperienza. Un fratello dal carattere amichevole e cordiale può far bene come usciere, mentre un altro che è ordinato e metodico può rivelarsi un aiuto prezioso per il segretario della congregazione. Una sorella dotata di senso artistico può essere incaricata di sistemare i fiori per la Commemorazione.

Quando affidate una responsabilità, indicate chiaramente cosa vi aspettate. Prima di inviare dei messaggeri da Gesù, Giovanni Battista spiegò loro cosa voleva sapere e come dovevano formulare la domanda da porgli. (Luca 7:18-20) D’altra parte, quando Gesù disse ai discepoli di raccogliere gli avanzi del cibo che aveva provveduto in modo miracoloso, lasciò che fossero loro a occuparsi dei dettagli. (Giov. 6:12, 13) Molto dipende dal tipo di compito e dalle capacità della persona a cui è affidato. Sia chi delega sia chi viene invitato a svolgere il compito dovrebbero sapere esattamente qual è l’obiettivo finale e con che frequenza chi delega dovrebbe essere messo al corrente dell’andamento del lavoro. Inoltre, entrambi dovrebbero sapere quanto è lasciato all’iniziativa della persona che svolge il compito. Se il lavoro deve essere ultimato entro una certa data, chi lo esegue sarà più motivato se questa scadenza viene concordata e non imposta.

Alla persona incaricata del lavoro dovrebbero essere forniti il denaro, gli strumenti e l’aiuto di cui ha bisogno. Può essere utile mettere gli altri al corrente di ciò che viene deciso in merito. Quando affidò a Pietro “le chiavi del regno dei cieli”, Gesù lo fece in presenza di altri discepoli. (Matt. 16:13-19) In modo simile, in alcuni casi è bene far sapere alla congregazione chi è il responsabile di un determinato compito.

Occorre però fare attenzione. Se insistete a volervi occupare del lavoro che avete delegato, trasmettete il messaggio: “Non mi fido di te”. Certo, a volte il risultato non sarà esattamente quello che vi aspettavate. Ma se concedete una certa libertà di azione al fratello a cui avete affidato una responsabilità, probabilmente egli acquisterà sicurezza ed esperienza. Ovviamente questo non significa disinteressarsi di come svolge il compito. Anche se affidò a suo Figlio un ruolo nella creazione, Geova prese comunque parte al lavoro. Disse all’Artefice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”. (Gen. 1:26) Perciò con le parole e con le azioni contribuite alla riuscita del lavoro che si sta svolgendo, e non mancate di lodare la persona per i suoi sforzi. Fare brevemente il punto della situazione può esserle di aiuto. Se il lavoro non procede nella maniera dovuta, non esitate a dare altri consigli e a offrire il vostro aiuto. Ricordate: dal momento che siete stati voi a delegare, la responsabilità finale è vostra. — Luca 12:48.

Per molti è stato proficuo svolgere compiti affidati loro da anziani che nutrivano un interesse genuino nei loro confronti. È chiaro, quindi, che tutti gli anziani devono capire perché è importante delegare e imparare a farlo seguendo l’esempio di Geova.

[Riquadro a pagina 29]

DELEGARE SIGNIFICA

• condividere la gioia di aver portato a termine un compito

• riuscire a fare di più

• mostrare sapienza e modestia

• addestrare altri

• dare fiducia ad altri

[Riquadro a pagina 30]

COME DELEGARE

• Scegliete le persone adatte al compito

• Date spiegazioni chiare; comunicate

• Indicate chiaramente l’obiettivo

• Mettete a disposizione le risorse necessarie

• Interessatevi del lavoro ed esprimete la vostra fiducia

• Siate disposti ad assumervi la responsabilità finale

[Immagini a pagina 31]

Delegare comporta affidare un compito e seguire l’andamento del lavoro