Lettera ai Filippesi 2:1-30

  • L’umiltà cristiana (1-4)

  • Cristo si è umiliato ed è stato innalzato (5-11)

  • Operare per la propria salvezza (12-18)

    • Risplendere come luce (15)

  • Paolo manda Timoteo ed Epafrodito (19-30)

2  Se dunque c’è qualche incoraggiamento in Cristo, qualche consolazione che nasce dall’amore, qualche comunione di spirito, se ci sono tenero affetto e compassione,  rendete completa la mia gioia avendo lo stesso modo di pensare e lo stesso amore, essendo perfettamente uniti* e dello stesso pensiero.+  Non fate nulla per rivalità*+ o vanagloria,+ ma, con umiltà,* considerate gli altri superiori a voi;+  non cercate solamente il vostro interesse,+ ma anche quello degli altri.+  Abbiate lo stesso modo di pensare di Cristo Gesù,+  il quale, pur esistendo nella forma di Dio,+ non prese nemmeno in considerazione l’idea di cercare di essere uguale a Dio.+  Al contrario, svuotò sé stesso, assunse la forma di uno schiavo+ e divenne come gli uomini.*+  Per di più, quando venne come uomo,* umiliò sé stesso e divenne ubbidiente fino alla morte,+ la morte su un palo di tortura.*+  Per questo Dio lo ha innalzato a una posizione superiore+ e gli ha benevolmente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome,+ 10  affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio in cielo, sulla terra e sottoterra+ 11  e ogni lingua riconosca pubblicamente che Gesù Cristo è Signore+ alla gloria di Dio Padre. 12  Quindi, miei cari, proprio come avete sempre ubbidito, non solo quando ero presente ma ancora di più adesso che sono lontano, continuate a operare per la vostra salvezza con timore e trepidazione. 13  Dio infatti è colui che, secondo il proprio volere, agisce in voi dandovi sia il desiderio che la forza di agire. 14  Continuate a fare tutto senza mormorii+ e disaccordi,+ 15  così da essere irreprensibili e innocenti, figli di Dio+ senza difetto in mezzo a una generazione corrotta e perversa,+ in mezzo alla quale risplendete come luce nel mondo,+ 16  mantenendo una salda presa sulla parola di vita.+ Così nel giorno di Cristo potrò rallegrarmi sapendo di non aver corso né faticato inutilmente. 17  Comunque, anche se sono versato come una libagione*+ sul sacrificio+ e sul servizio sacro* a cui vi ha condotto la fede, ne gioisco e me ne rallegro con tutti voi. 18  Allo stesso modo anche voi gioite e rallegratevi con me. 19  Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo,+ così da avere vostre notizie ed esserne incoraggiato. 20  Non ho nessun altro che abbia la sua stessa disposizione d’animo* e si preoccupi sinceramente di voi. 21  Tutti gli altri infatti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. 22  Ma voi sapete quale prova lui ha dato di sé: come un figlio+ con il padre, ha servito insieme a me per diffondere la buona notizia. 23  Perciò è lui che spero di mandarvi non appena avrò visto la piega che prenderà la mia situazione. 24  Comunque sono fiducioso nel Signore che presto verrò anch’io.+ 25  Ma per ora ritengo necessario mandarvi Epafrodìto, mio fratello e compagno d’opera e di battaglia, che voi avete inviato per provvedere ai miei bisogni.+ 26  Lui infatti desidera moltissimo vedere tutti voi ed è sconfortato perché siete venuti a sapere che si era ammalato. 27  In effetti si era ammalato così gravemente che aveva rischiato di morire; ma Dio ha avuto misericordia di lui, e non solo di lui ma anche di me, perché non avessi un dolore dopo l’altro. 28  Perciò ve lo mando con la massima premura, affinché possiate rallegrarvi di nuovo nel rivederlo e anch’io possa essere meno preoccupato. 29  Accoglietelo dunque com’è consuetudine nel Signore con grande gioia e tenete in alta stima gli uomini come lui,+ 30  perché per l’opera di Cristo* è stato in punto di morte, rischiando la vita* per offrirmi l’aiuto che voi non potevate darmi di persona.+

Note in calce

O “essendo uniti nell’anima”.
O “spirito di contesa”.
O “modestia di mente”.
O “prese la figura degli uomini”.
Lett. “essendo stato trovato nell’aspetto come uomo”.
O “servizio pubblico”.
O “personalità”, “indole”.
O forse “del Signore”.
O “esponendo la sua anima al pericolo”.