Riferimenti per Guida per l’adunanza Vita e ministero

Riferimenti per Guida per l’adunanza Vita e ministero

Riferimenti per Guida per l’adunanza Vita e ministero

© 2024 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania

2-8 SETTEMBRE

Gemme spirituali

it-1 1175 parr. 6-7

Giuseppe

Preminenza del nome di Giuseppe. Vista la preminenza di Giuseppe tra i figli di Giacobbe, era del tutto appropriato che il suo nome fosse usato a volte per indicare tutte le tribù di Israele (Sl 80:1) o quelle che furono poi incluse nel regno settentrionale. (Sl 78:67; Am 5:6, 15; 6:6) Il suo nome figura anche nelle profezie della Bibbia. Nella visione profetica di Ezechiele l’eredità di Giuseppe è doppia (Ez 47:13), una delle porte della città chiamata “Geova stesso è lì” porta il nome di Giuseppe (Ez 48:32, 35) e, a proposito della riunificazione del popolo di Geova, Giuseppe è chiamato capo di una parte della nazione e Giuda capo dell’altra. (Ez 37:15-26) La profezia di Abdia indicava che “la casa di Giuseppe” avrebbe avuto una parte nel distruggere “la casa di Esaù” (Abd 18), e la profezia di Zaccaria indicava che Geova avrebbe salvato “la casa di Giuseppe”. (Zac 10:6) Giuseppe compare come una delle tribù dell’Israele spirituale al posto di Efraim. — Ri 7:8.

Il fatto che Giuseppe sia menzionato in Rivelazione 7:8 fa pensare che la profezia di Giacobbe in punto di morte doveva avere un’applicazione sull’Israele spirituale. È perciò degno di nota che il Potente di Giacobbe, Geova Dio, abbia provveduto Cristo Gesù quale pastore eccellente che depose la sua vita per “le pecore”. (Gv 10:11-16) Cristo Gesù è pure la pietra angolare di fondamento su cui poggia il tempio di Dio composto di israeliti spirituali. (Ef 2:20-22; 1Pt 2:4-6) Inoltre questo Pastore e questa Pietra è con l’Onnipotente Dio. — Gv 1:1-3; At 7:56; Eb 10:12; cfr. Ge 49:24, 25.

9-15 SETTEMBRE

TESORI DELLA PAROLA DI DIO | SALMI 82-84

Apprezziamo i privilegi che abbiamo

wp16.6 8 parr. 2-3

Lezioni dagli uccelli dei cieli

Gli abitanti di Gerusalemme conoscevano bene le rondini, che di solito costruiscono i nidi sotto le grondaie. Alcune rondini ogni anno facevano il nido nell’area del tempio di Salomone. Probabilmente lo facevano perché consideravano il tempio un posto sicuro, dove far crescere tranquilli i loro piccoli.

Lo scrittore del Salmo 84 — uno dei figli di Cora, che serviva nel tempio una settimana ogni sei mesi — notò questi nidi nell’area del tempio. Desiderando essere come la rondine che aveva una dimora fissa nella casa di Geova, esclamò: “Com’è bello il tuo grande tabernacolo, o Geova degli eserciti! La mia anima ha bramato e si è anche consumata per i cortili di Geova. [...] Pure l’uccello stesso ha trovato una casa, e la rondine un nido per sé, dove ha messo i suoi piccoli: il tuo grande altare, o Geova degli eserciti, mio Re e mio Dio!” (Salmo 84:1-3). Mostriamo anche noi, insieme ai più giovani, il desiderio e la gioia di riunirci regolarmente con il popolo di Dio? (Salmo 26:8, 12).

w08 15/7 30 parr. 3-4

La gioia che deriva dal nutrire aspettative ragionevoli

L’avanzare degli anni o la salute cagionevole potrebbe imporre certi limiti a ciò che possiamo fare nel servizio di Geova. Se siete genitori forse avete l’impressione di non trarre grande beneficio dallo studio personale o dalle adunanze cristiane perché i bambini vi assorbono gran parte del tempo e delle energie. Potrebbe darsi, però, che concentrandovi sui vostri limiti non riusciate a capire ciò che è alla vostra portata?

Migliaia di anni fa un certo levita espresse un desiderio che non poteva soddisfare. Aveva il privilegio di prestare servizio nel tempio per due settimane l’anno. Tuttavia espresse il lodevole desiderio di dimorare permanentemente presso l’altare. (Sal. 84:1-3) Cosa aiutò quest’uomo fedele a essere contento? Capì che anche un solo giorno nel cortile del tempio era un privilegio senza pari. (Sal. 84:4, 5, 10) In maniera simile, anziché soffermarci sui nostri limiti, dovremmo cercare di capire quali attività sono alla nostra portata ed essere grati di quello che possiamo fare.

Gemme spirituali

it-2 442-443

Orfano di padre

Poiché era facile dimenticarsi di questi orfani indifesi, nel descrivere il livello più o meno alto della giustizia in Israele Geova faceva riferimento all’“orfano di padre”. Quando la nazione godeva di buona salute spirituale, si aveva cura degli orfani. Quando nel paese veniva pervertita la giustizia, l’orfano sicuramente era trascurato, e questo era sintomo di un declino nazionale. (Sl 82:3; 94:6; Isa 1:17, 23; Ger 7:5-7; 22:3; Ez 22:7; Zac 7:9-11; Mal 3:5) La maledizione di Geova era su coloro che opprimevano gli orfani. (De 27:19; Isa 10:1, 2) Geova dichiara di essere il loro Redentore (Pr 23:10, 11), Soccorritore (Sl 10:14) e Padre (Sl 68:5). Sarà Lui a far loro giustizia (De 10:17, 18), a mostrare loro misericordia (Os 14:3), a dar loro sollievo (Sl 146:9) e a conservarli in vita. — Ger 49:11.

Uno dei segni caratteristici del vero cristianesimo è la considerazione mostrata a chi ha perso il marito o i genitori. Ai cristiani il discepolo Giacomo scrive: “La forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre è questa: aver cura degli orfani e delle vedove nella loro tribolazione, e mantenersi senza macchia dal mondo”. — Gc 1:27.

16-22 SETTEMBRE

Gemme spirituali

it-1 632 par. 6

Cuore

Servire con “cuore completo”. Per funzionare normalmente, il cuore letterale deve essere integro, mentre il cuore simbolico può essere diviso. Davide supplicò Geova: “Unifica il mio cuore per temere il tuo nome”. Questo fa pensare che il cuore di una persona potrebbe essere diviso per quanto riguarda i suoi affetti e timori. (Sl 86:11) Il suo cuore potrebbe essere “irresoluto”, tiepido nell’adorare Dio. (Sl 119:113; Ri 3:16) Una persona potrebbe anche essere di “cuore doppio” (lett. “con un cuore e un cuore”), cercando di servire due padroni, o dicendo qualcosa che in realtà non pensa. (1Cr 12:33; Sl 12:2, nt.) Gesù condannò fermamente la doppiezza di cuore o ipocrisia. — Mt 15:7, 8.

7-13 OTTOBRE

Gemme spirituali

cl 176 par. 18

‘O profondità della sapienza di Dio!’

18 Notate come l’apostolo Paolo espresse l’unicità della sapienza di Geova: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto sono insondabili i suoi giudizi e inesplorabili le sue vie!” (Romani 11:33). Iniziando il versetto con un’esclamazione introdotta da “o”, Paolo rivelò il forte sentimento che provava, un profondo timore reverenziale. Il termine greco che scelse per “profondità” dal punto di vista linguistico è strettamente connesso al termine per “abisso”. Perciò le sue parole rendono molto bene l’idea. Quando contempliamo la sapienza di Geova è come se penetrassimo con lo sguardo in un enorme cratere senza fondo, un luogo così profondo e così vasto che non potremmo mai descriverlo nei particolari e di cui non potremmo mai afferrare l’immensità (Salmo 92:5). Non ci sentiamo piccoli pensando a questo?

14-20 OTTOBRE

TESORI DELLA PAROLA DI DIO | SALMI 96-99

“Annunciate la buona notizia”!

w11 1/3 6 parr. 1-2

Che cos’è la buona notizia?

I CRISTIANI devono predicare la “buona notizia del regno” parlandone ad altri e spiegando che il Regno è il futuro governo del mondo che amministrerà la terra con giustizia. Nella Bibbia, comunque, l’espressione “buona notizia” è usata anche con altri significati. Per esempio, si parla della “buona notizia della . . . salvezza” (Salmo 96:2), della “buona notizia di Dio” (Romani 15:16) e della “buona notizia intorno a Gesù Cristo”. — Marco 1:1.

In poche parole, la buona notizia comprende tutte le verità esposte da Gesù e messe per iscritto dai suoi discepoli. Prima di ascendere al cielo, Gesù disse ai suoi seguaci: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato”. (Matteo 28:19, 20) Perciò i veri cristiani non hanno solo il compito di parlare ad altri del Regno; devono anche sforzarsi di fare discepoli.

Gemme spirituali

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Cantico

Di un “nuovo canto” o “nuovo cantico” si parla non solo nei Salmi, ma anche negli scritti di Isaia e dell’apostolo Giovanni. (Sl 33:3; 40:3; 96:1; 98:1; 144:9; 149:1; Isa 42:10; Ri 5:9; 14:3) Un esame del contesto in cui ricorre l’espressione “nuovo canto” rivela che il più delle volte esso viene cantato per celebrare qualche nuovo sviluppo nell’esercizio della sovranità universale da parte di Geova. Come viene proclamato gioiosamente nel Salmo 96:10, “Geova stesso è divenuto re”. I nuovi sviluppi nell’estensione della regalità di Geova, come pure il loro significato per il cielo e la terra, sembrano costituire il tema di questo “nuovo canto”. — Sl 96:11-13; 98:9; Isa 42:10, 13.

21-27 OTTOBRE

Gemme spirituali

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Pellicano

Quando si è ben rimpinzato, il pellicano spesso vola in un luogo solitario, dove assume un atteggiamento malinconico, con la testa insaccata nelle spalle, così immobile da poter essere scambiato a distanza per un sasso bianco. L’uccello rimane in questa posizione per ore, appropriato esempio di malinconica inattività a cui si riferisce il salmista per descrivere il suo cocente dolore: “Somiglio proprio al pellicano del deserto”. (Sl 102:6) Qui “deserto” non significa necessariamente un deserto vero e proprio, ma semplicemente un luogo lontano da abitazioni umane, forse una palude. In certe stagioni, le paludi dell’alta valle del Giordano sono ancora popolate da pellicani. In Israele si trovano tre varietà di pellicani. Il più diffuso è il pellicano comune (Pelecanus onocrotalus); più rari sono il pellicano crespo (Pelecanus crispus) e quello rossiccio (Pelecanus rufescens).

Il pellicano manifesta una netta predilezione per i luoghi incolti, dove non viene disturbato dall’uomo. Là nidifica e cova, e là si ritira dopo la pesca. A motivo di questo amore per i luoghi solitari e desolati, questo uccello viene usato nella Bibbia come simbolo di completa desolazione. Per simboleggiare la futura desolazione del paese di Edom, Isaia predisse che il pellicano ne avrebbe preso possesso. (Isa 34:11) Sofonia predisse che pellicani si sarebbero annidati fra i capitelli delle colonne di Ninive, segno di assoluta rovina e di assenza di esseri umani. — Sof 2:13, 14.

28 OTTOBRE – 3 NOVEMBRE

Gemme spirituali

cl 55 par. 18

Potenza per creare: “colui che ha fatto il cielo e la terra”

18 Cosa impariamo dal modo in cui Geova usa la sua potenza creativa? Siamo pieni di ammirazione per la varietà della creazione. Un salmista esclamò: “O Geova, quanto sono numerose le tue opere! [...] La terra è piena di ciò che hai fatto” (Salmo 104:24). È proprio vero. I biologi hanno classificato oltre un milione di specie di creature viventi sulla terra; eppure dicono che potrebbero essere diversi milioni in più. A volte la creatività di un artista potrebbe esaurirsi. Invece la creatività di Geova, la sua capacità di inventare e creare cose nuove e diverse, è chiaramente inesauribile.