“Confida in Geova e fa il bene”
Confida in Geova e fa il bene e agisci con fedeltà (SAL. 37:3)
CANTICI: 133, 63
1. Quali straordinarie capacità ha dato Geova agli esseri umani?
GEOVA ha dotato gli esseri umani di capacità straordinarie. Ci ha dato la capacità di pensare in modo da risolvere problemi e fare progetti per il futuro (Prov. 2:11). Ci ha dato anche la capacità di agire per realizzare i nostri progetti e perseguire mete appropriate (Filip. 2:13). Inoltre ci ha dotato della coscienza, ovvero l’innata capacità di distinguere il bene dal male, che ci aiuta a evitare azioni errate e ci corregge quando sbagliamo (Rom. 2:15).
2. Come dovremmo usare le nostre capacità?
2 Geova si aspetta che facciamo buon uso delle nostre capacità perché ci ama e sa che, così facendo, proviamo soddisfazione. Quindi tramite la sua Parola ci esorta a usarle saggiamente. Ad esempio, nelle Scritture Ebraiche leggiamo: “I piani del diligente sono sicuramente per il vantaggio”; e in un altro passo: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza” (Prov. 21:5; Eccl. 9:10). Nelle Scritture Greche Cristiane riceviamo questo incoraggiamento: “Finché ne abbiamo il tempo favorevole, operiamo ciò che è bene verso tutti”; leggiamo anche: “Nella proporzione in cui ciascuno ha ricevuto un dono, usatelo, servendo gli uni gli altri” (Gal. 6:10; 1 Piet. 4:10). Indubbiamente, Geova desidera che ci impegniamo per fare del bene a noi stessi e agli altri.
3. Quali limiti abbiamo?
3 Allo stesso tempo Geova conosce i nostri limiti. Ovviamente non possiamo eliminare l’imperfezione, il peccato e la morte; né possiamo controllare gli altri, perché tutti sono dotati del libero arbitrio (1 Re 8:46). A prescindere dalla conoscenza o dall’esperienza acquisite, saremo sempre come bambini in confronto a Geova (Isa. 55:9).
4. Cosa considereremo in questo articolo?
4 In qualsiasi circostanza ci troviamo, abbiamo bisogno di affidarci a Geova per avere la sua guida. Dobbiamo confidare nel fatto che lui ci aiuterà e che farà per noi quello che non siamo in grado di fare da soli. Allo stesso tempo dovremmo fare tutto il possibile per risolvere i problemi e aiutare gli altri. (Leggi Salmo 37:3.) In poche parole, dobbiamo ‘confidare in Geova e fare il bene’; dobbiamo ‘agire con fedeltà’. Consideriamo ora cosa possiamo imparare a questo riguardo da Noè, Davide e altri fedeli servitori di Dio che confidarono in lui e agirono saggiamente. Vedremo come furono in grado di distinguere tra ciò che non potevano fare e ciò che invece potevano fare, e come agirono di conseguenza.
QUANDO SIAMO CIRCONDATI DALLA MALVAGITÀ
5. Descrivete la situazione che Noè dovette affrontare.
5 Noè visse in un mondo caratterizzato da violenza e immoralità (Gen. 6:4, 9-13). Sapeva che Geova sarebbe intervenuto per porre fine a quella società malvagia. Ciò nonostante, sarà stato profondamente turbato da quello che accadeva. In quella situazione Noè si rese conto che c’erano alcune cose che non poteva fare, ma altre che poteva fare.
6, 7. (a) Cosa non poteva fare Noè? (b) In che senso la nostra situazione è simile a quella di Noè?
6 Quello che Noè non poteva fare. Nonostante predicasse fedelmente il messaggio di avvertimento di Geova, Noè non poteva costringere le persone malvage ad accettarlo, né poteva anticipare in alcun modo l’inizio del Diluvio. Doveva confidare nel fatto che Geova avrebbe mantenuto la promessa di porre fine alla malvagità e che l’avrebbe fatto proprio al momento giusto (Gen. 6:17).
7 Anche noi viviamo in un mondo pieno di malvagità e sappiamo che Geova ha promesso di distruggerlo (1 Giov. 2:17). Fino a quel momento, comunque, non possiamo costringere le persone ad accettare la “buona notizia del regno” e non possiamo fare nulla per anticipare l’inizio della “grande tribolazione” (Matt. 24:14, 21). Come Noè, dobbiamo coltivare una forte fede, fiduciosi che Dio interverrà presto (Sal. 37:10, 11). Siamo convinti che Geova non permetterà a questo mondo malvagio di esistere neanche un giorno in più rispetto a quanto necessario per l’adempimento del suo proposito (Abac. 2:3).
8. Perché possiamo dire che Noè si concentrò su quello che poteva fare? (Vedi l’immagine iniziale.)
8 Quello che Noè poteva fare. Invece di scoraggiarsi pensando a ciò che non poteva fare, Noè si concentrò su ciò che poteva fare. Fu un “predicatore di giustizia”: proclamò fedelmente il messaggio di avvertimento da parte di Geova (2 Piet. 2:5). Sicuramente questo lo aiutò a mantenere forte la sua fede. Oltre a predicare, Noè usò le sue capacità fisiche e mentali per portare a termine il compito affidatogli da Dio di costruire l’arca. (Leggi Ebrei 11:7.)
9. Come possiamo imitare l’esempio di Noè?
9 Proprio come Noè, anche noi ci sforziamo di avere “molto da fare nell’opera del Signore” (1 Cor. 15:58). Tale opera può includere costruire o mantenere in buono stato gli edifici usati per l’adorazione, lavorare come volontari alle assemblee e ai congressi oppure servire in una filiale o in un ufficio di traduzione decentrato. Soprattutto, ci diamo da fare nell’opera di predicazione, consapevoli che rafforza la nostra speranza per il futuro. A questo proposito una fedele sorella ha detto: “Quando parli ad altri delle benedizioni del Regno di Dio [...] ti accorgi che chi ti ascolta non ha assolutamente nessuna speranza e che vede i problemi come qualcosa di permanente”. È proprio vero: partecipare all’opera di predicazione ci aiuta a mantenere un punto di vista positivo sul futuro e a non abbandonare la corsa per la vita (1 Cor. 9:24).
QUANDO PECCHIAMO
10. Descrivete la situazione in cui si trovò Davide.
10 Geova disse che il re Davide era un “uomo secondo il [suo] cuore” (Atti 13:22). Nel complesso Davide fu un uomo fedele. Comunque, in alcune occasioni peccò in modo molto grave. Commise adulterio con Betsabea e, per di più, cercò di nascondere il peccato facendo in modo che il marito, Uria, venisse ucciso in battaglia. Fece addirittura recapitare per mezzo di Uria stesso la lettera che praticamente conteneva la sua condanna a morte (2 Sam. 11:1-21). Com’era inevitabile, i peccati di Davide vennero a galla (Mar. 4:22). Quale fu la sua reazione?
11, 12. (a) Dopo aver peccato, cosa non poteva fare Davide? (b) Se ci siamo pentiti di un grave peccato, in cosa possiamo confidare?
11 Quello che Davide non poteva fare. Davide non poteva tornare indietro e agire diversamente. Non poteva neanche sottrarsi alle conseguenze dei suoi errori. Anzi, dovette fare i conti con alcune di quelle conseguenze per il resto della sua vita (2 Sam. 12:10-12, 14). Ecco perché aveva bisogno di fede. Doveva confidare nel fatto che, visto che era sinceramente pentito, Geova lo avrebbe perdonato e lo avrebbe aiutato ad affrontare le conseguenze delle sue azioni.
12 Dal momento che siamo imperfetti, tutti noi pecchiamo. Alcuni peccati sono più seri di altri. In certi casi non possiamo rimediare in nessun modo ai nostri errori; possiamo solo convivere con le conseguenze che ne derivano (Gal. 6:7). Allo stesso tempo confidiamo nel fatto che, se siamo pentiti, Geova ci aiuterà ad affrontare le nostre difficoltà, anche quando sono il risultato delle nostre stesse azioni. (Leggi Isaia 1:18, 19; Atti 3:19.)
13. Cosa aiutò Davide a ristabilirsi spiritualmente?
13 Quello che Davide poteva fare. Davide permise a Geova di aiutarlo a ristabilirsi spiritualmente. Ne diede prova, ad esempio, quando accettò di essere corretto dal profeta Natan, un rappresentante di Geova (2 Sam. 12:13). Inoltre Davide si rivolse a Geova in preghiera, confessando i propri peccati ed esprimendo il profondo desiderio di riguadagnare il suo favore (Sal. 51:1-17). Davide non si fece paralizzare dai sensi di colpa; piuttosto imparò dai suoi errori e non ripeté più quei gravi peccati. Diversi anni dopo morì fedele, e il suo esempio di integrità è ben custodito nella memoria di Geova (Ebr. 11:32-34).
14. Cosa possiamo imparare da Davide?
14 Cosa ci insegna l’esempio di Davide? Se commettiamo un peccato grave, dobbiamo mostrare sincero pentimento, confessare a Geova i nostri peccati e chiedere il suo perdono (1 Giov. 1:9). Dobbiamo anche rivolgerci agli anziani, che possono offrirci aiuto spirituale. (Leggi Giacomo 5:14-16.) Avvalendoci di tutto ciò che Geova ha disposto per noi, dimostreremo di confidare nella sua promessa di sanarci spiritualmente e di perdonarci. Inoltre, è importante imparare dai nostri errori, continuare a impegnarci nel servizio a Geova e guardare al futuro con fiducia (Ebr. 12:12, 13).
IN ALTRE SITUAZIONI
15. Cosa impariamo da Anna?
15 Forse ci vengono in mente altri fedeli servitori del passato che confidarono in Geova e agirono saggiamente. Anna, ad esempio, era sterile e non poteva fare nulla per risolvere il problema. Tuttavia confidava nel fatto che Geova l’avrebbe confortata. Quindi continuò a recarsi al tabernacolo per l’adorazione e ad aprire il suo cuore a Dio in preghiera (1 Sam. 1:9-11). Che eccellente esempio per noi! Quando affrontiamo problemi di salute o altre situazioni che non possiamo controllare, gettiamo le nostre preoccupazioni su Geova, confidando nel fatto che egli ha cura di noi (1 Piet. 5:6, 7). Facciamo inoltre tutto quello che possiamo per trarre beneficio dalle adunanze e da tutto ciò che Geova ci provvede a livello spirituale (Ebr. 10:24, 25).
16. Cosa possono imparare i genitori dall’anziano Samuele?
16 Consideriamo ora un esempio che può essere molto incoraggiante per quei genitori fedeli i cui figli si sono allontanati da Geova. L’anziano Samuele non poteva costringere i suoi figli adulti a seguire le giuste norme che aveva insegnato loro (1 Sam. 8:1-3). Doveva lasciare che Geova si occupasse della situazione. Da parte sua, comunque, Samuele poteva mantenere la sua integrità e continuare a rallegrare il suo Padre celeste, Geova (Prov. 27:11). Oggi molti genitori cristiani si trovano in una situazione simile. Confidano nel fatto che, come il padre menzionato nella parabola del figlio prodigo, Geova è sempre pronto a riaccogliere un peccatore che si è pentito (Luca 15:20). Allo stesso tempo, questi genitori si impegnano a rimanere leali a Geova, sperando che il loro esempio possa spingere i figli a riavvicinarsi a lui.
17. Quale incoraggiamento riceviamo dall’esempio della vedova bisognosa?
17 Possiamo imparare molto anche dalla vedova bisognosa che visse al tempo di Gesù. (Leggi Luca 21:1-4.) Non poteva fare nulla contro le pratiche corrotte che si verificavano nel tempio (Matt. 21:12, 13). Non poteva fare molto neanche per migliorare la sua situazione economica. Tuttavia offrì di sua spontanea volontà “due monetine”, che costituivano “tutti i suoi mezzi di sostentamento”. Questa donna fedele dimostrò completa fiducia in Geova; sapeva che, se avesse messo gli interessi spirituali al primo posto, Dio si sarebbe preso cura dei suoi bisogni materiali. Avendo questa fiducia, la vedova sostenne la disposizione di quel tempo relativa alla vera adorazione. Anche noi confidiamo nel fatto che, se cerchiamo prima il Regno, Geova provvederà ai nostri bisogni (Matt. 6:33).
18. Fate un esempio di un servitore dei nostri giorni che vedeva le cose dalla giusta prospettiva.
18 Anche molti compagni di fede dei nostri giorni hanno dimostrato di confidare in Geova e hanno agito saggiamente. Consideriamo l’esempio di Malcolm, un fratello che rimase fedele fino alla sua morte, avvenuta nel 2015. I molti anni in cui lui e la moglie servirono Geova furono caratterizzati da alti e bassi. “La vita è imprevedibile e a volte anche dura”, disse, “ma Geova benedice chi confida in lui”. Malcolm diede poi un consiglio valido per ognuno di noi: “Prega di poter continuare a essere attivo ed efficace nel servizio. Concentrati su quello che puoi fare, non su quello che non puoi fare”. *
19. (a) Perché la scrittura dell’anno 2017 è appropriata? (b) Come pensate di mettere in pratica l’invito contenuto nella scrittura dell’anno 2017?
19 Dato che questo sistema di cose sta andando “di male in peggio”, non dovremmo meravigliarci se incontriamo difficoltà sempre più grandi (2 Tim. 3:1, 13). Quindi, oggi più che mai è importante non permettere che i problemi ci paralizzino. Dobbiamo piuttosto confidare in Geova e fare tutto il possibile per agire saggiamente. La scrittura dell’anno 2017 è davvero appropriata: “Confida in Geova e fa il bene” (Sal. 37:3).
La scrittura dell’anno 2017 è: “Confida in Geova e fa il bene” (Salmo 37:3)
^ par. 18 Vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 2013, pagine 17-20.
LA TORRE DI GUARDIA (EDIZIONE PER LO STUDIO)