ARTICOLO DI STUDIO 30

Arriviamo al cuore di chi non è religioso

Arriviamo al cuore di chi non è religioso

“Sono diventato ogni cosa per persone di ogni tipo, per salvarne alcune a qualsiasi costo” (1 COR. 9:22)

CANTICO 93 “Risplenda la vostra luce”

IN QUESTO ARTICOLO *

1. Quale cambiamento c’è stato in anni recenti in alcuni paesi?

 PER migliaia di anni la maggior parte delle persone ha avuto una qualche forma di credenza religiosa. Ma in anni recenti c’è stato un notevole cambiamento: sono sempre di più le persone che dicono di non avere una religione. In alcuni paesi si tratta addirittura della maggioranza (Matt. 24:12). *

2. Perché così tante persone dichiarano di non avere una religione?

2 Perché sempre più persone si dichiarano non religiose? * Forse alcuni sono distratti dai piaceri della vita o dai loro problemi (Luca 8:14). Altri sono diventati atei; altri ancora credono in Dio ma pensano che la religione sia irrilevante, superata e incompatibile con la scienza e il pensiero logico. Magari sentono dire da amici, insegnanti o personaggi che appaiono sui media che la vita si è evoluta, mentre raramente sentono fare ragionamenti logici a sostegno dell’esistenza di Dio. A volte le persone sono disgustate da membri del clero avidi di denaro e di potere. In alcuni luoghi, inoltre, il governo limita per legge le attività religiose.

3. Qual è lo scopo di questo articolo?

3 Gesù ci ha comandato di “[fare] discepoli di persone di tutte le nazioni” (Matt. 28:19). Come possiamo aiutare chi non è religioso a imparare ad amare Dio, affinché diventi un discepolo di Cristo? Dobbiamo riconoscere che la reazione di una persona al nostro messaggio può dipendere dal luogo in cui è cresciuta. Per esempio, chi è cresciuto in Europa avrà probabilmente una reazione diversa rispetto a chi viene da un paese asiatico. In Europa, infatti, molti sanno qualcosa della Bibbia e hanno familiarità con il concetto di un Dio che ha creato tutte le cose. In Asia, invece, la maggioranza sa poco o nulla della Bibbia e forse non crede in un Creatore. Lo scopo di questo articolo è aiutarci ad arrivare al cuore di tutti coloro che incontriamo nel ministero, indipendentemente dalla loro provenienza.

MANTENIAMO UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO

4. Perché possiamo essere positivi?

4 Dobbiamo essere positivi. Ogni anno ci sono persone non religiose che diventano testimoni di Geova. Molti avevano già elevati valori morali ed erano disgustati dall’ipocrisia che vedevano nelle religioni. Altri invece non vivevano secondo alte norme morali e avevano comportamenti sbagliati che hanno poi dovuto abbandonare. Possiamo star certi che con l’aiuto di Geova troveremo le persone che hanno “la giusta disposizione per ricevere la vita eterna” (Atti 13:48; 1 Tim. 2:3, 4).

Modifichiamo i nostri metodi di predicazione quando parliamo con qualcuno che non ha fiducia nella Bibbia (Vedi i paragrafi 5 e 6) *

5. Da cosa dipende il fatto che le persone reagiscano positivamente al messaggio?

5 Mostriamo tatto e gentilezza. Spesso le persone reagiscono positivamente al nostro messaggio non per quello che diciamo ma per come lo diciamo. Apprezzano il fatto che siamo gentili, abbiamo tatto e ci interessiamo sinceramente di loro. Non li obblighiamo ad ascoltare il nostro punto di vista; cerchiamo piuttosto di capire perché hanno una certa visione della religione. Per esempio, ad alcuni non piace parlare di religione con un estraneo. Secondo altri, non è buona educazione chiedere a una persona cosa pensa di Dio. Altri ancora si sentono in imbarazzo se vengono visti leggere la Bibbia, specialmente con un testimone di Geova. In ogni caso noi facciamo di tutto per rispettare i loro sentimenti (2 Tim. 2:24, nt.).

6. In che modo Paolo modificò i suoi metodi di predicazione, e come possiamo imitarlo?

6 Cosa possiamo fare se qualcuno non sembra essere a proprio agio quando usiamo parole come “Bibbia”, “creazione”, “Dio” o “religione”? Possiamo imitare l’apostolo Paolo e modificare di conseguenza il modo in cui parliamo della buona notizia. Quando parlò con gli ebrei, Paolo ragionò con loro attingendo dalle Scritture. Ma quando parlò con i filosofi greci all’Areopago, non fece riferimento alla Parola di Dio in modo diretto (Atti 17:2, 3, 22-31). Come possiamo seguire l’esempio di Paolo? Se parliamo con una persona che non accetta la Bibbia, forse sarebbe meglio non farvi riferimento in modo diretto. Se abbiamo l’impressione che la persona si sentirebbe a disagio se qualcuno la vedesse leggere la Bibbia con noi, proviamo a mostrarle dei passi biblici in modo meno evidente, magari usando un dispositivo elettronico.

7. Per imitare l’esempio di Paolo descritto in 1 Corinti 9:20-23, cosa potremmo dover fare?

7 Mostriamo comprensione e ascoltiamo. Dobbiamo cercare di comprendere i fattori che hanno influenzato le persone con cui parliamo (Prov. 20:5). Torniamo all’esempio di Paolo. Essendo cresciuto tra ebrei, sicuramente doveva cambiare il suo modo di predicare quando parlava a non ebrei, persone che sapevano poco o nulla di Geova e della sua Parola. Nel nostro caso, per riuscire a capire le persone del nostro territorio potremmo dover fare delle ricerche o consultare proclamatori esperti. (Leggi 1 Corinti 9:20-23.)

8. Qual è un modo per iniziare una conversazione su argomenti biblici?

8 Il nostro obiettivo è trovare “chi è meritevole” (Matt. 10:11). Per riuscirci, dobbiamo incoraggiare le persone a esprimere il loro punto di vista e poi ascoltarle attentamente. Un fratello che vive in Inghilterra chiede alle persone il loro parere su come avere un matrimonio felice, come crescere i figli o come reagire alle ingiustizie. Dopo aver ascoltato le loro risposte, aggiunge: “Cosa pensa di questo consiglio scritto quasi 2.000 anni fa?” Poi, senza pronunciare la parola “Bibbia”, legge dal suo cellulare alcuni versetti ben scelti.

ARRIVIAMO AL CUORE DELLE PERSONE

9. Qual è un modo in cui potremmo aiutare chi in genere evita di parlare di Dio?

9 Possiamo arrivare al cuore di chi in genere evita di parlare di Dio scegliendo un argomento che lo riguarda da vicino. Per esempio, molti sono affascinati dalla natura. Quindi potremmo dire: “Come forse saprà, gli scienziati hanno inventato molte cose copiando ciò che già esiste in natura. Ad esempio, chi progetta microfoni studia l’orecchio, chi progetta macchine fotografiche studia l’occhio, e così via. Cosa le viene in mente quando pensa alla natura? Secondo lei è una forza soprannaturale, una persona oppure qualcos’altro?” Dopo aver ascoltato attentamente la risposta, potremmo aggiungere: “La domanda che potremmo farci è: da chi stanno imparando gli scienziati che copiano il modo in cui sono fatti l’orecchio o l’occhio? Mi ha colpito quello che scrisse un poeta molto tempo fa: ‘Colui che ha fatto l’orecchio non può forse sentire? Colui che ha formato l’occhio non può forse vedere? [...] È lui che impartisce agli uomini conoscenza!’ Alcuni scienziati sono giunti alla stessa conclusione” (Sal. 94:9, 10). Poi potremmo mostrare alla persona un video della serie “Punti di vista sull’origine della vita”, nella categoria “Interviste ed esperienze” su jw.org® (nella sezione PUBBLICAZIONI > VIDEO). Oppure potremmo darle una copia dell’opuscolo La vita: opera di un Creatore? o dell’opuscolo L’origine della vita: cinque domande su cui riflettere.

10. In quale altro modo potremmo iniziare una conversazione con una persona che non parla volentieri di Dio?

10 In genere le persone sperano in un futuro migliore. Tuttavia, molti temono che la terra verrà distrutta o che un giorno non ci sarà più vita su di essa. Un sorvegliante viaggiante che serve in Norvegia dice che chi non parla volentieri di Dio è spesso disposto a parlare delle condizioni del mondo. Dopo aver salutato la persona, il fratello dice: “Tutti desideriamo un futuro migliore. Secondo lei, in chi possiamo sperare: nei politici, negli scienziati o in qualcun altro?” Il fratello ascolta attentamente la risposta e poi legge o cita un versetto che descrive un futuro meraviglioso. Alcuni rimangono colpiti dalla promessa biblica secondo cui la terra non verrà mai distrutta e le persone buone vivranno su di essa per sempre (Sal. 37:29; Eccl. 1:4).

11. Perché dovremmo usare vari metodi per iniziare conversazioni, e come possiamo imitare l’esempio di Paolo descritto in Romani 1:14-16?

11 Dovremmo usare vari metodi per iniziare conversazioni nel ministero. Ogni individuo, infatti, è unico. Ciò che attira una persona potrebbe allontanare un’altra. Alcuni si sentono a proprio agio a parlare di Dio o della Bibbia, mentre altri reagiscono meglio a un metodo meno diretto. In ogni caso dovremmo cogliere l’occasione di parlare con persone di ogni tipo. (Leggi Romani 1:14-16.) Naturalmente dovremmo ricordare che è Geova a far crescere la verità nel cuore di chi è meritevole (1 Cor. 3:6, 7).

PARLIAMO DELLA VERITÀ CON CHI VIENE DA UN PAESE ASIATICO

Molti proclamatori del Regno si interessano di persone che provengono da paesi non cristiani, e parlano loro dei saggi e utili consigli contenuti nella Bibbia (Vedi i paragrafi 12 e 13)

12. Come possiamo aiutare chi viene da un paese asiatico e non ha mai pensato alla possibilità che esista un Creatore?

12 In tutto il mondo molti proclamatori si trovano a parlare con persone che vengono da paesi asiatici, in alcuni dei quali il governo limita le attività religiose. In diversi paesi asiatici molti non hanno mai preso in seria considerazione la possibilità che esista un Creatore. Alcuni sono curiosi e accettano uno studio biblico quando viene offerto loro direttamente, mentre altri all’inizio non sono aperti a nuove idee. Come possiamo aiutarli? Alcuni proclamatori esperti iniziano una conversazione con le persone parlando del più e del meno, mostrano che si interessano di loro e poi, quando è appropriato, raccontano di come la loro vita è migliorata grazie a un particolare principio biblico. In questo modo hanno buoni risultati.

13. Cosa può colpire le persone e portarle a interessarsi alla Bibbia? (Vedi l’immagine in copertina.)

13 Molti all’inizio sono attirati dalla saggezza e dalla praticità dei consigli della Bibbia (Eccl. 7:12). Una sorella che serve a New York e predica a persone che parlano cinese mandarino dice: “Cerco di interessarmi delle persone e di ascoltarle. Se vengo a sapere che sono arrivate da poco nel paese, magari chiedo: ‘Si sta ambientando? Ha trovato lavoro? La gente la tratta bene?’” A volte questo permette alla sorella di parlare di un insegnamento biblico. Quando è appropriato, aggiunge: “Secondo lei, come si fa ad andare d’accordo con gli altri? Posso farle vedere un proverbio che è scritto nella Bibbia? Dice: ‘Dare il via a una disputa è come aprire una diga; vattene prima che scoppi la lite’. Pensa che questo consiglio potrebbe aiutarci ad andare d’accordo con gli altri?” (Prov. 17:14). Grazie a conversazioni di questo genere possiamo capire a chi farebbe piacere ricevere altre visite.

14. In che modo un fratello che vive in Estremo Oriente aiuta le persone che dicono di non credere in Dio?

14 Cosa possiamo fare quando qualcuno ci dice di non credere in Dio? Un fratello che vive in Estremo Oriente e ha molta esperienza nel predicare a persone non religiose spiega: “Qui quando una persona dice di non credere in Dio generalmente intende dire che non crede nelle divinità tradizionali. Quindi di solito rispondo che in effetti la maggior parte degli dèi è fatta dall’uomo, non è reale. Spesso leggo Geremia 16:20: ‘Può un uomo farsi dèi che in realtà non sono dèi?’ Poi chiedo: ‘Come possiamo distinguere un dio vero da quelli fatti dall’uomo?’ Ascolto attentamente la risposta e poi leggo Isaia 41:23: ‘Diteci cosa riserva il futuro, così che possiamo riconoscere che siete dèi’. Quindi faccio un esempio di come Geova ha predetto il futuro”.

15. Cosa possiamo imparare dall’esempio di un fratello che serve nell’Asia orientale?

15 Un fratello che serve nell’Asia orientale spiega quale metodo usa quando fa visite ulteriori: “Mostro dalla Bibbia esempi di saggi consigli, profezie che si sono adempiute e leggi che regolano l’universo. Poi spiego come tutto questo prova che esiste qualcuno che è saggio e ha creato ogni cosa. Quando una persona accetta la possibilità che Dio esista, inizio a farle vedere cosa dice la Bibbia di Geova”.

16. In base a Ebrei 11:6, perché coloro che studiano con noi devono avere fede in Dio e nella Bibbia, e come possiamo aiutarli a sviluppare questa fede?

16 Quando conduciamo studi biblici con persone che provengono da un ambiente non religioso, dobbiamo continuamente edificare la loro fede nell’esistenza di Dio. (Leggi Ebrei 11:6.) Dobbiamo anche aiutarle ad aver fiducia nella Bibbia. Può darsi che sia necessario tornare diverse volte sugli stessi argomenti. Dovremmo esaminare prove del fatto che la Bibbia è la Parola di Dio, forse ogni volta che teniamo lo studio. Per esempio, potremmo parlare brevemente di profezie bibliche che si sono già adempiute, dell’accuratezza scientifica e storica della Bibbia o dei suoi saggi consigli.

17. Che effetto può avere sulle persone il fatto che mostriamo loro amore?

17 Aiutiamo le persone a diventare discepoli di Cristo mostrando loro amore, che siano religiose o meno (1 Cor. 13:1). Quando insegniamo la verità, il nostro obiettivo è far capire alle persone che Dio ci ama e che vuole che noi lo amiamo. Ogni anno migliaia di persone che prima avevano poco o nessun interesse per la religione si battezzano perché hanno imparato ad amare Dio. Quindi continuiamo a essere positivi e interessiamoci di persone di ogni tipo. Ascoltiamole e cerchiamo di capirle. Con il nostro esempio, insegneremo loro a essere discepoli di Cristo.

CANTICO 153 Che cosa provi?

^ par. 5 Oggi è sempre più probabile che incontriamo persone non religiose. Questo articolo spiega come possiamo parlare delle verità bibliche con questo tipo di persone e come possiamo aiutarle a sviluppare fiducia nella Bibbia e fede in Geova Dio.

^ par. 1 Secondo i sondaggi, alcuni di questi paesi sono: Albania, Australia, Austria, Azerbaigian, Canada, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, Irlanda, Israele, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, Svizzera e Vietnam.

^ par. 2 COSA SIGNIFICA: In questo articolo con l’espressione non religioso ci si riferisce a chi non appartiene a nessuna confessione religiosa o non crede in Dio.

^ par. 54 DESCRIZIONE DELL’IMMAGINE. Un fratello che lavora in ospedale dà testimonianza a un collega, che poi va sul sito jw.org.