Felici quelli che servono il “felice Dio”

Felici quelli che servono il “felice Dio”

“Felice il popolo il cui Dio è Geova!” (SAL. 144:15)

CANTICI: 68, 21

1. Perché i servitori di Geova sono felici? (Vedi l’immagine iniziale.)

I TESTIMONI DI GEOVA sono persone felici. Quando stanno insieme, che si tratti di adunanze, assemblee o svago, in genere li si sente chiacchierare con allegria. Perché sono così felici? Il motivo principale è che conoscono, servono e cercano di imitare Geova, il “felice Dio” (1 Tim. 1:11; Sal. 16:11). Dato che è la Fonte della felicità, Dio vuole che anche noi siamo felici e ci dà tante ragioni per essere gioiosi (Deut. 12:7; Eccl. 3:12, 13).

2, 3. (a) Che cos’è la felicità? (b) Perché raggiungere la felicità può essere difficile?

2 Sei anche tu una persona felice? Cosa puoi fare per esserlo ancora di più? La felicità può essere definita “uno stato di benessere caratterizzato da relativa stabilità, da sentimenti che vanno dal semplice appagamento a una profonda e intensa gioia di vivere, e dal naturale desiderio che ciò continui”. La Bibbia mostra che solo chi ha stretto un’amicizia con Geova può essere veramente felice. Nel mondo di oggi, però, raggiungere la felicità può essere difficile. Vediamo perché.

3 Esperienze traumatiche come la morte o la disassociazione di una persona amata, un divorzio o la perdita del lavoro possono privarci della felicità. Anche quando la pace domestica è turbata da continui litigi la felicità può essere minacciata. Alcuni perdono la gioia perché sono presi in giro da colleghi di lavoro o compagni di scuola, subiscono persecuzioni o vengono messi in prigione perché servono Geova. La salute che peggiora, la depressione oppure una malattia cronica sono altre cose che ostacolano la felicità. È importante ricordare però che per Gesù Cristo, “il felice e unico Governante”, dare conforto e rendere felici gli altri era una vera gioia (1 Tim. 6:15; Matt. 11:28-30). Nel suo Discorso della Montagna mise in risalto alcune qualità che ci permettono di essere felici nonostante i problemi che affrontiamo nel mondo di Satana.

ESSERE PERSONE SPIRITUALI: LA CHIAVE DELLA FELICITÀ

4, 5. Come possiamo essere felici, e cosa dobbiamo fare per continuare a esserlo?

4 Gesù si concentrò innanzitutto su qualcosa di particolarmente importante. Infatti disse: “Felici quelli che sono consapevoli del loro bisogno spirituale, perché a loro appartiene il Regno dei cieli” (Matt. 5:3). Dimostriamo di essere consapevoli di questo bisogno se continuiamo a nutrirci in senso spirituale, a seguire la guida di Dio e a mettere al primo posto nella nostra vita l’adorazione che gli rendiamo. Facendo queste cose la nostra felicità aumenterà e la nostra fiducia che presto le promesse di Dio si adempiranno sarà più forte. Così “la felice speranza” contenuta nella Parola di Dio ci incoraggerà nei momenti difficili (Tito 2:13).

5 Per continuare a essere felici è molto importante stringere un’amicizia sempre più forte con Geova. L’apostolo Paolo fu ispirato a scrivere: “Rallegratevi sempre nel Signore [Geova]. Ripeto: rallegratevi!” (Filip. 4:4). Per avere un rapporto stretto con Geova, abbiamo bisogno della sapienza che viene da lui. La sua Parola afferma: “Felice è l’uomo che trova la sapienza, e anche l’uomo che acquista il discernimento. [...] È un albero di vita per quelli che l’afferrano, e quelli che la tengono stretta saranno dichiarati felici” (Prov. 3:13, 18).

6. Cos’altro dobbiamo fare per continuare a essere felici?

6 Comunque, se vogliamo continuare a essere felici non basta leggere la Parola di Dio: dobbiamo anche metterla in pratica. A conferma di questo Gesù disse: “Sapendo queste cose, siete felici se le fate” (Giov. 13:17; leggi Giacomo 1:25). Questa è la chiave per soddisfare il nostro bisogno spirituale e continuare a essere felici. Ma come possiamo essere felici nonostante le tante cose che potrebbero farci perdere la gioia? Esaminiamo cos’altro disse Gesù nel Discorso della Montagna.

QUALITÀ CHE CI PERMETTONO DI ESSERE FELICI

7. In che senso chi è afflitto può essere felice?

7 Felici quelli che sono afflitti, perché saranno confortati” (Matt. 5:4). Potremmo chiederci: “Come fa una persona a essere felice se è afflitta?” Gesù non stava parlando in generale di chi soffre. Nei “tempi difficili” in cui viviamo anche le persone malvagie soffrono a causa di vari problemi (2 Tim. 3:1). Ma sono così concentrate su sé stesse e sulla loro sofferenza che non stringono un’amicizia con Geova, e quindi non sono felici. Le persone che aveva in mente Gesù, invece, sono consapevoli del loro bisogno spirituale e sono afflitte per la triste condizione spirituale in cui si trovano quelli che le circondano. Inoltre riconoscono di essere inclini a peccare e si rendono conto che il peccato ha prodotto terribili conseguenze. Geova si interessa di quelli che sono sinceramente afflitti, li conforta con la sua Parola e darà loro la vita eterna. (Leggi Ezechiele 5:11; 9:4.)

8. Spiegate in che modo la mitezza contribuisce alla felicità.

8 Felici i miti, perché erediteranno la terra” (Matt. 5:5). In che modo la mitezza contribuisce alla felicità? Forse alcuni in passato erano maleducati, polemici o aggressivi, ma quando hanno conosciuto la verità sono cambiati. Hanno infatti rivestito la “nuova personalità” e ora mostrano qualità come “tenera compassione, benignità, umiltà, mitezza e pazienza” (Col. 3:9-12). Di conseguenza hanno pace, buoni rapporti con gli altri e una vita più felice. La Parola di Dio inoltre promette che queste persone “erediteranno la terra” (Sal. 37:8-10, 29).

9. (a) In che senso chi è mite erediterà la terra? (b) Perché quelli che “hanno fame e sete di giustizia” sono felici?

9 In che senso i miti “erediteranno la terra”? Gli unti erediteranno la terra quando la governeranno in qualità di re e sacerdoti (Riv. 20:6). Milioni di altre persone che invece non vivranno in cielo la erediteranno nel senso che potranno vivere sulla terra per sempre. Saranno perfette, felici e in pace. Anche di loro, come degli unti, Gesù disse che sono felici perché “hanno fame e sete di giustizia” (Matt. 5:6). Il loro desiderio di giustizia sarà completamente soddisfatto nel nuovo mondo, quando Dio avrà eliminato qualsiasi traccia di malvagità (2 Piet. 3:13). Allora la felicità dei giusti non sarà mai più minacciata da nessun tipo di ingiustizia (Sal. 37:17).

10. Cosa significa essere misericordiosi?

10 Felici i misericordiosi, perché sarà loro mostrata misericordia” (Matt. 5:7). Uno dei verbi ebraici associati alla misericordia significa “sentire il calore della tenerezza; [...] provare compassione”. Anche il verbo greco include l’idea di provare compassione per gli altri. Ma la misericordia va oltre il semplice sentimento. Infatti la Bibbia insegna che la misericordia deve essere mostrata con azioni concrete.

11. Cosa possiamo imparare sulla misericordia dalla parabola del buon samaritano?

11 Leggi Luca 10:30-37. La parabola di Gesù del buon samaritano descrive in maniera efficace cosa significa mostrare misericordia. Spinto da compassione e misericordia sincere il samaritano fece qualcosa di concreto per aiutare quell’uomo sofferente. Dopo aver raccontato la parabola, Gesù disse: “Va’, e anche tu fa’ la stessa cosa”. Quindi potremmo chiederci: “Sto facendo anch’io ‘la stessa cosa’? Posso fare di più per mostrare misericordia e aiutare chi sta soffrendo? Per esempio, posso offrire aiuto pratico ai fratelli avanti con gli anni, alle vedove e a chi non ha i genitori nella verità? Posso prendere l’iniziativa nel ‘confortare chi è depresso’?” (1 Tess. 5:14; Giac. 1:27).

Se prendiamo l’iniziativa di mostrare misericordia, saremo molto felici (Vedi il paragrafo 12)

12. In che modo mostrare misericordia ci fa essere felici?

12 Ma in che modo mostrare misericordia ci permette di essere felici? Essere misericordiosi è un modo per dare qualcosa agli altri, e Gesù disse che dare rende felici. Inoltre ci fa avere l’approvazione di Geova (Atti 20:35; leggi Ebrei 13:16). Parlando di chi mostra misericordia, il re Davide disse: “Geova lo custodirà e lo conserverà in vita, e lui sarà dichiarato felice sulla terra” (Sal. 41:1, 2). Se mostriamo misericordia e compassione agli altri, Geova sarà misericordioso con noi, e questo ci farà essere felici per sempre (Giac. 2:13).

PERCHÉ “I PURI DI CUORE” SONO FELICI

13, 14. Che relazione c’è tra un cuore puro e la felicità?

13 Felici i puri di cuore”, disse Gesù, “perché vedranno Dio” (Matt. 5:8). Per poter essere puri di cuore dobbiamo rimanere casti interiormente, e quindi avere pensieri e desideri puri. Questo è molto importante se vogliamo che Geova accetti la nostra adorazione (leggi 2 Corinti 4:2; 1 Tim. 1:5).

14 Quelli che sono puri di cuore possono avere una stretta amicizia con Geova, che infatti disse: “Felici quelli che lavano le loro vesti” (Riv. 22:14). Cosa significa l’espressione “lavano le loro vesti”? Per i cristiani unti significa essere puri agli occhi di Geova e di conseguenza ricevere la vita immortale in cielo, dove saranno felici in maniera completa. Per i componenti della grande folla, che sperano di vivere sulla terra, significa che Geova li considera giusti e che quindi possono essere suoi amici. La Bibbia dice che “hanno lavato le loro vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell’Agnello” (Riv. 7:9, 13, 14).

15, 16. In che modo “i puri di cuore” vedono Dio?

15 Ma come fanno “i puri di cuore” a vedere Dio se “nessun uomo può veder[lo] e vivere”? (Eso. 33:20). Il termine greco tradotto “vedere” può avere il senso di “vedere con la mente, percepire, conoscere”. Quelli che vedono Dio con ‘gli occhi del cuore’ conoscono bene lui e le sue qualità (Efes. 1:18). Gesù rispecchiò alla perfezione la personalità di Dio, perciò poté dire: “Chi ha visto me ha visto anche il Padre” (Giov. 14:7-9).

16 I servitori di Dio possono vederlo anche soffermandosi sui modi in cui li aiuta nella loro vita (Giob. 42:5). Inoltre concentrano ‘gli occhi del cuore’ sulle meravigliose promesse che Dio fa a quelli che si impegnano per rimanere puri e servirlo con lealtà. Ovviamente gli unti vedranno Geova letteralmente quando riceveranno la loro ricompensa in cielo (1 Giov. 3:2).

FELICI NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ

17. Perché chi promuove la pace è felice?

17 Gesù disse anche: “Felici quelli che promuovono la pace” (Matt. 5:9). Quelli che prendono l’iniziativa di fare la pace hanno ogni motivo per essere felici. Giacomo scrisse: “Il frutto della giustizia viene seminato in condizioni pacifiche per quelli che promuovono la pace” (Giac. 3:18). Se con qualcuno in congregazione o in famiglia i rapporti sono tesi, possiamo supplicare Geova di aiutarci a promuovere la pace. Grazie al suo spirito santo riusciremo a manifestare qualità cristiane, e di conseguenza saremo felici. Gesù sottolineò l’importanza di prendere l’iniziativa di fare la pace quando disse: “Se quindi porti la tua offerta all’altare e lì ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta lì davanti all’altare e va’ via. Prima fa’ pace con tuo fratello, poi torna e presenta la tua offerta” (Matt. 5:23, 24).

18, 19. Perché i cristiani sono felici anche quando vengono perseguitati?

18 “Felici voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni tipo di cose malvagie per causa mia”. Cosa intendeva dire Gesù? Lui stesso aggiunse: “Rallegratevi ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli; allo stesso modo, infatti, perseguitarono i profeti prima di voi” (Matt. 5:11, 12). In un’occasione gli apostoli furono picchiati e fu ordinato loro di smettere di predicare, eppure “se ne andarono dal Sinedrio, rallegrandosi”. Non erano certo contenti di aver subìto quelle violenze, ma ‘si rallegrarono perché erano stati ritenuti degni di essere disonorati per il nome di Gesù’ (Atti 5:41).

19 Anche noi oggi perseveriamo con gioia quando soffriamo ‘per il nome di Gesù’ o quando affrontiamo situazioni difficili. (Leggi Giacomo 1:2-4.) Come nel caso degli apostoli, non ci piace soffrire o essere perseguitati. Se però manterremo la nostra integrità durante le prove, Geova ci darà il coraggio di cui abbiamo bisogno per perseverare. Per esempio, nell’agosto del 1944 le autorità di un regime totalitario mandarono Henryk Dornik e suo fratello in un campo di concentramento. I loro persecutori ammisero: “È impossibile persuaderli. Per loro è una gioia diventare dei martiri”. Il fratello Dornik disse: “Sebbene non desiderassi diventare un martire, per me era una gioia soffrire con coraggio e dignità per rimanere leale a Geova. [...] Le fervide preghiere mi avvicinarono ancora di più a Geova, il quale diede prova di essere un Soccorritore degno di fiducia”.

20. Perché siamo felici di servire il “felice Dio”?

20 Quando abbiamo l’approvazione del “felice Dio”, possiamo essere felici nonostante la persecuzione, l’opposizione in famiglia, le malattie o la vecchiaia (1 Tim. 1:11). Siamo felici anche perché abbiamo la certezza che il nostro Dio, che “non può mentire”, sta per adempiere tutte le sue meravigliose promesse (Tito 1:2). Quando questo accadrà, non ci ricorderemo affatto dei problemi che abbiamo. Oggi non riusciamo neanche a immaginare come sarà bella la vita nel Paradiso e quanto saremo felici! Di sicuro proveremo “immensa gioia nell’abbondanza di pace” (Sal. 37:11).