Atti degli Apostoli 21:1-40

  • In viaggio verso Gerusalemme (1-14)

  • Arrivo a Gerusalemme (15-19)

  • Paolo segue il consiglio degli anziani (20-26)

  • Subbuglio nel tempio; arrestato Paolo (27-36)

  • Paolo autorizzato a parlare alla folla (37-40)

21  Una volta che con fatica ci fummo separati da loro, salpammo e andammo direttamente a Cos, il giorno dopo a Rodi e di là a Pàtara.  Trovata una nave diretta in Fenìcia, salimmo a bordo e salpammo.  Avvistata l’isola di Cipro, la lasciammo a sinistra, continuammo a navigare verso la Siria e approdammo a Tiro, dove la nave doveva lasciare il carico.  Cercammo i discepoli e, dopo averli trovati, rimanemmo là per sette giorni. Per mezzo dello spirito, loro dissero ripetutamente a Paolo di non mettere piede a Gerusalemme.+  Quando furono passati quei giorni, partimmo per proseguire il nostro viaggio, e tutti, anche le donne e i bambini, ci accompagnarono fuori dalla città. Sulla spiaggia ci inginocchiammo e pregammo;  poi, dopo che ci fummo salutati, noi salimmo sulla nave, mentre loro tornarono alle loro case.  Completammo quindi la navigazione e da Tiro arrivammo a Tolemàide; lì salutammo i fratelli e restammo un giorno con loro.  Il giorno dopo partimmo e arrivammo a Cesarèa. Entrammo in casa di Filippo l’evangelizzatore, che era uno dei sette,+ e restammo da lui.  Quest’uomo aveva quattro figlie non sposate* che profetizzavano.+ 10  Eravamo lì da parecchi giorni, quando arrivò dalla Giudea un profeta di nome Àgabo.+ 11  Venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: “Questo è ciò che lo spirito santo dice: ‘A Gerusalemme i giudei legheranno così l’uomo a cui appartiene questa cintura,+ e lo consegneranno nelle mani di persone delle nazioni’”.+ 12  Sentito questo, noi e gli altri che erano lì supplicammo Paolo di non salire a Gerusalemme. 13  Ma lui rispose: “Perché piangete e cercate di scoraggiarmi?* Siate certi che io sono pronto non solo a essere legato ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù”.+ 14  Visto che non si lasciava dissuadere, ci rassegnammo* e dicemmo: “Si compia la volontà di Geova”.* 15  Dopo quei giorni facemmo i preparativi per il viaggio e ci dirigemmo a Gerusalemme. 16  Vennero con noi anche alcuni discepoli di Cesarèa, che ci portarono a casa dell’uomo di cui dovevamo essere ospiti, Mnasóne di Cipro, uno dei primi discepoli. 17  Al nostro arrivo a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero con gioia. 18  Il giorno dopo andammo con Paolo da Giacomo;+ là c’erano anche tutti gli anziani. 19  Paolo li salutò e si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto fra le nazioni per mezzo del suo ministero. 20  Dopo aver sentito queste cose, glorificarono Dio; poi dissero a Paolo: “Fratello, tu vedi quante migliaia di credenti ci sono fra i giudei, e sono tutti zelanti nella Legge.+ 21  Ecco, hanno sentito dire che hai insegnato a tutti i giudei sparsi fra le nazioni di abbandonare* Mosè, dicendo loro di non circoncidere i loro figli e di non seguire le usanze tradizionali.+ 22  Cosa dovremmo fare al riguardo? Sicuramente verranno a sapere che sei arrivato. 23  Fa’ dunque quello che ti diciamo. Abbiamo quattro uomini che hanno fatto un voto. 24  Prendi questi uomini con te, purìficati cerimonialmente con loro e paga tu per loro perché si facciano radere la testa. Così tutti sapranno che non c’è nulla di vero in quello che si dice di te, ma che cammini ordinatamente e osservi anche tu la Legge.+ 25  Quanto ai credenti delle nazioni, abbiamo comunicato loro la nostra decisione scrivendo che si astengano da ciò che è sacrificato agli idoli,+ dal sangue,+ da ciò che è strangolato*+ e dall’immoralità sessuale”.*+ 26  Allora Paolo prese con sé quegli uomini il giorno dopo, si purificò cerimonialmente con loro+ ed entrò nel tempio per comunicare quando sarebbero terminati i giorni della purificazione cerimoniale e si sarebbe dovuta presentare l’offerta per ognuno di loro. 27  Quando i sette giorni stavano per terminare, i giudei dell’Asia, vedendolo nel tempio, aizzarono tutta la folla e lo afferrarono, 28  gridando: “Uomini d’Israele, aiuto! Questo è l’uomo che insegna a tutti e dovunque contro il nostro popolo, contro la nostra Legge e contro questo luogo. Ha perfino portato dei greci nel tempio e ha contaminato questo luogo santo”.+ 29  In precedenza avevano infatti visto in città con lui Tròfimo+ l’efesino, e pensavano che Paolo l’avesse portato nel tempio. 30  L’intera città fu in subbuglio e la gente accorse. Afferrarono Paolo e lo trascinarono fuori dal tempio, e immediatamente le porte furono serrate. 31  Mentre cercavano di ucciderlo, la notizia che tutta Gerusalemme era in subbuglio arrivò al comandante della coorte. 32  Questi prese subito soldati e centurioni e corse da loro. Quando videro il comandante e i soldati, smisero di picchiare Paolo. 33  Allora il comandante si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene;+ poi chiese chi fosse e che cosa avesse fatto. 34  Ma alcuni della folla gridavano una cosa, e altri un’altra. Non riuscendo a sapere nulla di certo a causa del tumulto, comandò che fosse condotto al quartiere militare. 35  Ma quando Paolo arrivò alla gradinata, dovette essere portato dai soldati a motivo della violenza della folla; 36  infatti una massa di gente lo seguiva, gridando: “A morte!” 37  Paolo stava per essere portato dentro il quartiere militare, quando disse al comandante: “Mi è permesso dirti una cosa?” Lui rispose: “Sai il greco? 38  Ma allora non sei l’egiziano che qualche tempo fa ha fomentato una sedizione e ha portato nel deserto i 4.000 assassini?”* 39  Quindi Paolo disse: “In realtà sono un giudeo+ di Tarso di Cilìcia,+ cittadino di una città non certo sconosciuta. Ti prego, permettimi di parlare al popolo”. 40  Dopo che il comandante gli ebbe dato il permesso, Paolo, in piedi sulle scale, fece cenno con la mano al popolo. Fattosi un gran silenzio, parlò loro in ebraico,+ dicendo:

Note in calce

Lett. “vergini”.
O “e mi indebolite il cuore”.
Lett. “tacemmo”.
O “l’apostasia da”.
O “ucciso senza essere dissanguato”.
In greco pornèia. Vedi Glossario.
O “uomini armati di pugnale”.