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Argentina

Argentina

Argentina

NON è difficile trovare l’Argentina su una carta delle Americhe. Condivide col suo vicino occidentale, il Cile, la distinzione d’essere uno dei due paesi americani che arriva più a sud verso l’Antartico. Si estende per oltre 3.694 chilometri (quasi 2.300 miglia) da nord a sud, e ha entro i suoi confini una notevole varietà di climi, topografia e vegetazione.

Le praterie, chiamate “pampas”, prevalgono al centro dell’Argentina. È qui che i “gauchos” fecero mostra per molto tempo della loro abilità di andare a cavallo mentre custodivano vaste mandre di bovini. Nella più estrema parte nordoccidentale c’è il desertico altipiano roccioso. A nord-est, dove i visitatori contemplano con stupore la grandiosità delle cascate dell’Iguassú, vi è l’umida giungla. Andando verso sud si passa per i bassopiani dell’Entre Rìos (letteralmente, “fra i fiumi” Paraná e Uruguay) agli ondulati e fertili poderi agricoli. E a sud delle pampas l’arida terra chiamata Patagonia si estende dal fiume Colorado allo stretto di Magellano, zona che è risultata molto adatta all’allevamento delle pecore.

Verso nord lungo la cordigliera si trovano molti laghi. Qui è anche San Carlos de Bariloche, centro della regione che è stata chiamata “la Svizzera dell’America del Sud”. Molto più a nord è Mendoza e la sua provincia limitrofa di San Juan, il paese di frutta e vino dell’Argentina.

Tale paese, con tutta la sua varia bellezza, poteva attrarre, come infatti avvenne, una moltitudine di immigranti da numerosi paesi d’Europa, tanto che nel 1970 l’Argentina era divenuta la dimora di 23.364.431 persone. Da tale fiorente popolazione Geova Dio non avrebbe trattenuto e non trattenne la sua proclamazione di pace, la buona notizia del suo regno mediante Cristo Gesù. Nel 1924 la Sua novella delle buone cose che erano in serbo cominciò a esser predicata in questo vasto territorio nazionale.

PICCOLI INIZI

Juan Muñiz, leale cristiano e attivo Testimone, ebbe molto a che fare con quegli inizi e fu strettamente associato con gli interessi del Regno in Argentina fino al giorno della sua morte, il 10 settembre 1967. In tutti quei quarantatré anni egli dedicò il suo tempo, le sue energie e i suoi mezzi alla divulgazione della vera adorazione. Secondo il suo proprio racconto (si veda La Torre di Guardia del 1966, pagine 539-542), cominciò ad acquistare apprezzamento della verità biblica a Filadelfia, in Pennsylvania, dove aveva un negozio. Questo avvenne nel 1916. L’anno dopo cominciò a dichiarare la “buona notizia” e fu battezzato. Nel 1920 vendette il suo negozio per poter dedicare tutto il proprio tempo alla predicazione.

J. F. Rutherford, allora presidente della Società Torre di Guardia, gli chiese di andare in Spagna per occuparvisi della predicazione. Poiché era di continuo seguìto dalla polizia, non poteva fare molto in Spagna, quindi nel 1924 il fratello Rutherford lo incaricò d’aver cura dell’opera del Regno in Argentina. In Argentina c’era già un uomo che aveva ricevuto letteratura dagli Stati Uniti, quindi il fratello Muñiz si mise in contatto con lui e lo iniziò nell’opera del Regno nel territorio di Misiones nell’estremo settentrione. (Si veda la cartina a pagina 37). Quest’uomo era il fratello Kammerman.

C’era già nel paese una notevole popolazione di lingua tedesca. Questo spinse il fratello Muñiz a chiedere al presidente Rutherford l’aiuto di fratelli che sapevano parlare il tedesco. Così accadde che nel 1925 vi fu assegnato Carlos Ott, un pioniere tedesco.

Il fratello Eduardo Adamson, che per molti anni lavorò accanto al fratello Muñiz nel ministero di campo e nella sede filiale della Società Torre di Guardia, narra l’eccellente esempio dato dai fratelli Muñiz e Ott nella loro incrollabile devozione verso Geova. Inoltre narra: “Siccome il fratello Muñiz non riceveva nessun aiuto da alcuno ma aveva bisogno di aiuto finanziario, scrisse alla Società in Brooklyn per chiedere aiuto ed esso gli fu dovutamente provveduto per via telegrafica. Questa sarebbe stata la sua ultima richiesta d’aiuto, poiché era risoluto a fare a meno dell’assistenza finanziaria dall’estero. Egli si attenne a questa determinazione, nonostante che significasse lavorare di notte per lunghe ore riparando orologi da polso o d’altro genere o macchine da cucire”.

Buenos Aires e sobborghi aveva in quel tempo meno di 2.000.000 di abitanti. Questo era il logico luogo in cui cominciare l’attività organizzata, formando un nucleo da cui l’opera del Regno si sarebbe diffusa fino alle più remote parti del paese, e anche in Uruguay, Paraguay e Cile. Il fratello Ott ci narra com’era compiuta l’opera: “Ci alzavamo alle 4 e andavamo alle case di via in via, lasciando trattatini sotto le porte, in particolar modo il trattatino Dove sono i morti? In seguito lo stesso giorno visitavamo le stesse case con pubblicazioni come Il Fotodramma della Creazione, Il Divin Piano delle Età, L’Arpa di Dio e l’opuscolo Possono i viventi parlare con i morti?, essendo quest’ultimo specialmente appropriato data la prevalenza dello spiritismo in Buenos Aires”.

I trattatini erano offerti alle persone che assistevano alle adunanze dei vari culti evangelici quando uscivano dalle loro rispettive case di adunanza. Il fratello Ott ricorda che “uno di quei pastori protestanti uscì e disse al fratello Muñiz che non avevamo nessun diritto di stare lì, che egli e la sua chiesa erano stati lì per primi. Il fratello Muñiz rispose: ‘Be’, in questo caso, i cattolici c’erano prima di voi; e gli Indiani erano qui prima dei cattolici! Quindi nemmeno voi avete nessun diritto!’” Come risultato di quell’opera con i trattatini un gruppo evangelico divenne un gruppo di veri studenti biblici, molti dei quali mostrarono in anni successivi d’essere fedeli servitori di Geova.

Un altro mezzo per comunicare col pubblico era la radio, e prima del 1928 il fratello Muñiz si serviva di questo mezzo. Le informazioni erano provvedute dall’ufficio di Brooklyn, e in seguito Luz y Verdad, l’edizione spagnola di The Golden Age (ora Svegliatevi!), riportava materiale specialmente adattato per la lettura alla radio. Si usavano anche incisioni dei discorsi del fratello Rutherford. Negli anni trenta furono usate le stazioni radio di Buenos Aires, Bahía Blanca e Córdoba e così molte persone furono attratte all’organizzazione. Ma all’inizio degli anni quaranta il fratello Muñiz scrisse alla stazione radio che smettevamo di predicare secondo questo metodo a causa della censura. Accadde infatti che nell’ufficio della censura c’era un sacerdote.

PREDICAZIONE A OGNI SPECIE DI PERSONE

Nel 1925 il fratello Ott cominciò a predicare alla popolazione di lingua tedesca. Visitava le scuole tedesche e otteneva gli indirizzi delle famiglie tedesche. Molte di quelle persone acquistarono apprezzamento delle verità bibliche per mezzo della sua attività. “In due mesi”, egli riferisce, “si ottennero circa 300 indirizzi; fu collocata molta letteratura e si ottennero molti abbonamenti all’edizione tedesca di The Golden Age. Presero letteratura anche molti Ebrei di lingua tedesca”. Alcuni Tedeschi avevano già appreso i propositi di Geova prima di venire in Argentina, e alcuni di essi furono attivati o riattivati quando vennero in contatto con il fratello Muñiz o il fratello Ott; fra loro c’erano Carlos Schwalm della Prussia Orientale e i Kruger della Repubblica Sudafricana; due altri Tedeschi che appresero il messaggio del Regno qui in Argentina furono i fratelli Ricardo Traub e Paul Hinderlich.

A causa dei precedenti europei di tanti della popolazione argentina c’è sempre stato un atteggiamento amichevole verso quelli venuti da altri paesi. Naturalmente, quei primi proclamatori del Regno incontrarono effettivamente alcuni cattolici assai fanatici: vedete, l’Argentina asserisce d’essere per l’88 per cento cattolica. Ma il fratello Ott riferisce: “Benché questo sia un paese cattolico, il clero non è sempre stato tenuto in alta stima. Ricordo che durante la presidenza di Alvear (presidente del partito radicale, 1922-1928), i ragazzini che giocavano nelle vie di Buenos Aires gridavano ‘Tocca legno!’ quando era in vista un sacerdote. Questo era il loro modo di dire che un sacerdote portava sfortuna, e che per avere buona fortuna si doveva toccare il legno”.

Il fratello Ott spiegò pure perché c’era tanta compiacenza fra il popolo di questo paese: “Gli Argentini non avevano subìto la terribile guerra mondiale, per cui potevano molto facilmente pensare e dire che tali calamità non potevano mai accadere loro. Durante la guerra civile spagnola si faceva qui il generale commento: ‘Gli Spagnoli si uccidano tra loro, non ci riguarda!’ Erano sicuri che non avrebbero mai visto tale sofferenza”.

A eccezione di alcuni interessati che il fratello Muñiz trovò a Paraná, a Santa Fe e a Rosario nel suo viaggio di ritorno dal Paraguay nel 1925, e dell’opera che il fratello Kammerman fece nella provincia di Misiones, la predicazione e la distribuzione di letteratura furono concentrate in Buenos Aires e nei paesi vicini. Lì fu stabilita nel 1926 la filiale con il fratello Muñiz quale servitore di filiale.

Nel 1929 il fratello Muñiz mandò il fratello Traub a occuparsi dell’opera del Regno in Cile. Mentre era in viaggio verso questa assegnazione il fratello Traub si fermò per breve tempo a Mendoza e compì un po’ di predicazione. Accadde così che la famiglia di Hermán Seegelken apprese la speranza del Regno. Pare che Hermán si fosse reso conto da molto tempo dell’ipocrisia di entrambe le chiese cattolica e protestante, così che accettò con premura il messaggio del Regno. Come risultato, tutt’e otto i suoi figli ricevettero un buon fondamento di conoscenza biblica. Il loro zio, Lucidio Quintana, che tanto spesso aveva detto che i Seegelken erano pazzi a causa della loro nuova religione, in seguito accettò anch’egli quella religione “pazza”. Fu sorvegliante della congregazione e ministro pioniere per molti anni, prestando fedele servizio fino al tempo della sua morte. Così il gruppo di Mendoza cominciò con i Seegelken, i Trunecka e alcuni altri.

Il decennio degli anni venti si avvicinava al termine e il nucleo dell’organizzazione teocratica si era formato. Secondo le informazioni che abbiamo a portata di mano, nel 1925 c’era un pioniere regolare e furono collocati 2.681 pezzi di letteratura. Nel 1928 c’erano tre pionieri e trentuno proclamatori di congregazione che facevano rapporto d’attività. Ora doveva aprirsi un grande campo, assai più vasto della cosmopolita città di Buenos Aires, un territorio di 2.776.655 chilometri quadrati (circa 1.073.226 miglia quadrate), il secondo paese in ordine di grandezza del continente sudamericano!

SERVIZIO DI PIONIERE LUNGO LE LINEE FERROVIARIE

Nonostante la vastità del territorio e i pochi operai, era stato posto anni prima un fondamento che sarebbe risultato un utile mezzo per l’espansione dell’opera, particolarmente negli anni trenta. Questo fondamento consisteva nella costruzione di linee ferroviarie per una rete di oltre 40.000 chilometri (24.860 miglia), che dava all’Argentina la più completa rete ferroviaria dell’America Latina. Già nel 1857 era entrata in funzione una breve linea fuori di Buenos Aires e negli anni seguenti la rete era cresciuta di continuo. Queste linee ferroviarie servivano a un triplice scopo per i nostri fratelli, cioè al loro proprio trasporto, da linea che li teneva provvisti di letteratura e quale territorio, come presto vedremo. Gli anni trenta sarebbero stati rallegranti anni di espansione teocratica.

Il fratello Adamson lo spiega in questo modo: “Il lavoro di pioniere era fatto in quei primi anni dell’opera in maniera particolare. A causa della disposizione geografica e commerciale del paese, la maggioranza delle linee ferroviarie partivano da Buenos Aires verso tutte le diverse parti del paese. Quindi i territori dei pionieri seguivano queste linee ferroviarie, essendovi allora pochi altri mezzi di comunicazione. I pionieri erano assegnati lungo sezioni di linee, e dovevano percorrere tutti i paesi e le città di quella sezione, o, forse, dell’intera linea, a volte andando a finire molte centinaia di chilometri lontano dall’inizio della loro opera. Si viaggiava in vetture di seconda classe con duri sedili di legno, se c’era il denaro, oppure in pianali di treni merci portando con sé tutti i propri beni: uno scatolone di letteratura, una valigia, e forse una bicicletta.

“La loro parte non era facile, quindi il nostro cuore andava con loro, e molti amici facevano il loro meglio per aiutarli pecuniariamente e con indumenti. Non dimenticherò mai come ci sentimmo quando uno di questi pionieri fu assassinato nella città di Santa Rosa, nella provincia di La Pampa. Il fratello Rossi aveva predicato a un uomo che quindi si era scusato ed era entrato in casa come per prendere del denaro da offrire per la pubblicazione. Ne uscì con una pistola. Il fratello Rossi cercò di fuggire, ma fu colpito alle spalle”.

Un abbonamento alla rivista L’Età d’Oro in tedesco ottenuto dal fratello Ott recò gioia a José Reindl. Lesse che era disponibile in tedesco il libro Luce. “Avvenne così che mi misi per la prima volta in contatto con la Società in Argentina”, dice il fratello Reindl. “Andai a casa del fratello Muñiz in Via Bonpland 1653 a prendere il libro”, continua il fratello Reindl. “Egli mi invitò alle adunanze, e nel 1930 divenni testimone di Geova. Dopo aver lasciato la casa abitai con il fratello Muñiz. Uscii in servizio per la prima volta, e quando si tenne la seguente Commemorazione, fui battezzato. Al principio del 1933 fui mandato a Mendoza come colportore o distributore in servizio continuo del messaggio del Regno e ad assistere un gruppo di interessati che il fratello Traub aveva formato quando era diretto nel Cile. Una delle proclamatrici che il fratello Traub aveva condotto in servizio era María Rosa Seegelken; in quel tempo ella aveva diciotto anni. Due anni dopo ci sposammo e il giorno successivo ella si unì a me nel servizio di colportore”.

Il fratello Reindl ricorda vivamente quell’assegnazione di pioniere del 1935: “La Società ci assegnò alla linea ferroviaria occidentale che cominciava a San Rafael, nella provincia di Mendoza, e finiva a Suipacha, nella provincia di Buenos Aires. La linea abbracciava più di 1.000 chilometri (oltre 620 miglia) in linea retta attraverso la sezione centrale dell’Argentina, e passava per parecchi piccoli paesi fino a La Pampa. Era la prima volta che si faceva nella zona la predicazione; le persone non sapevano nemmeno cosa fosse la Bibbia, per cui non era facile. Eravamo ministri nell’opera continua, pionieri speciali in ogni senso, ma in quel tempo non c’erano spettanze in denaro e dovevamo vivere con la letteratura distribuita. Eravamo però felici di partecipare all’espansione dell’opera in quei luoghi dove ora sono state stabilite eccellenti congregazioni. Impiegammo un intero anno per lavorare lungo tutta questa linea ferroviaria.

“Ricordo che lavoravamo in un podere al centro del paese e lì un toro ci corse dietro, ma collocammo un libro a una coppia di sposi. Molti anni dopo avemmo il piacere di vedere questa coppia, e la sorella disse: ‘Voi non ci ricordate, non e vero?’ Allora ricordammo che questa era la coppia che abitava in campagna lontano dal piccolo paese di Mercedes, in Buenos Aires. Ora erano proclamatori e la gioia di vederli ci convinse che era valsa la pena di perseverare in quel primo anno della nostra assegnazione di pionieri. No, non era stato facile arrivare in un paese, non avere nessun luogo dove dormire o alcunché da mangiare. E quante volte fummo costretti a dormire sul pavimento della stazione o sotto una tettoia solo con alcuni giornali come materasso e coperte! Ma quali giovanotto ventitreenne e sposa ventenne imparammo a tirare avanti con ciò che avevamo; continuiamo a fare i pionieri anche ora mentre iniziamo la sessantina.

“L’opera era principalmente quella di seminare, con lo scopo di percorrere interamente ciascun paese con la letteratura, e poi prendere il treno per andare al paese o alla fermata successiva. Ricordo che una volta non eravamo riusciti a distribuire molta letteratura; era una piccola colonia e le persone avevano molto pregiudizio. C’era la stazione ferroviaria, un comando di polizia, un negozio di generi diversi, un recinto di capre e alcune case. Non avevamo abbastanza denaro per proseguire fino alla fermata successiva! Geova non ci abbandonò; un uomo di buon cuore allo sportello della biglietteria, visto che non avevamo abbastanza denaro per pagarci i biglietti, ci diede lo stesso i biglietti! Arrivati al paese successivo, Alberdi, a mezzanotte, non avevamo nessun posto da dormire, non avevamo denaro e non avevamo mangiato nulla; quindi scoppiò una grandinata, una scena non certo rallegrante! Trascorremmo la notte sotto un capannone, in attesa del mattino per cominciare a testimoniare e distribuire qualche cosa e così avere di che mangiare. Non era facile distribuire letteratura perché era il decennio degli anni trenta, e in alcune parti dell’Argentina c’era molta povertà”.

Giunti alla fine della loro linea in senso letterale, a Buenos Aires, i Reindl tornarono a Mendoza. Il fratello Trunecka aveva diretto il gruppo in assenza del fratello Reindl, e la famiglia Seegelken aveva continuato a contribuire alla crescita. Mary Seegelken ricorda “lo studio de La Torre di Guardia che durava due ore e anche il cioccolato caldo e i biscotti che erano serviti dopo ciascuna adunanza nella casa dei Trunecka”. Ella aggiunge: “Secondo mia madre, io andavo a predicare, per così dire, prima che nascessi! Nel 1932 mia madre e altri di Mendoza andarono a predicare a Luján de Cuyo, un paese a circa diciotto chilometri, poco più di undici miglia, da Mendoza. Quel giorno camminarono molto e la mamma tornò assai stanca; dopo tutto ella non era sola, portava me, e nacqui dopo alcuni mesi. Ricordo che diciannove anni dopo percorrevo questa stessa strada verso Luján de Cuyo per tenere uno studio a una donna e a sua figlia, che fino a questo giorno sono entrambe fedeli ministri”.

Qualche tempo dopo il loro ritorno a Mendoza, la sorella Reindl partorì un figlio. Il fratello Reindl è felice di dirci che “nostro figlio Jorge è stato allevato nella verità, ha prestato servizio come pioniere, servitore di circoscrizione e ora che ci ha resi nonni, è sorvegliante in una delle congregazioni dei dintorni di Buenos Aires”. Tre mesi dopo la nascita di Jorge, i Reindl furono assegnati a San Juan, una provincia che confina con Mendoza. Il figlio si ammalò molto gravemente e i medici dissero che gli si doveva dare solo latte d’asina. La sorella Reindl ricorda: “Subito qualcuno venne alla nostra porta perché voleva venderci un’asina: questo fu come la risposta a una preghiera!” Da San Juan andarono in seguito fino a La Rioja e a Catamarca; fu fatta della semina, ma l’opera era resa praticamente impossibile dalla frequente interferenza della polizia. Mentre eravamo a Catamarca, il gruppo del fratello Armando Menazzi da Córdoba passò di lì diretto a Nord. La Società ora assegnò i Reindl a Santa Fe. Lì conobbero la famiglia di Angel Castagnola e fu iniziato lo studio. Il fratello Reindl ci narra ciò che accadde in seguito: “Da Santa Fe andammo a Paraná. Ma non potevamo proprio vivere con ciò che distribuivamo, avevamo bisogno di abiti e il nostro bambino aveva bisogno di alimentazione e cure adeguate. Quindi, con rammarico, tornammo a Mendoza, lasciando per quattro anni il servizio di pioniere”.

TESTIMONIANZA AI GRECI E AD ALTRI

All’inizio del 1930, un Greco mostrò apprezzamento per il messaggio biblico, Nicolás Argyrós. Egli ci narra la gioia che provò e come parlò ad altri di ciò che aveva appreso: “Nel gennaio del 1930, mi furono dati tre opuscoli, Sicura prosperità, L’amico dei popoli e Libertà per i popoli, scritti da J. F. Rutherford. Era la prima volta che leggevo pubblicazioni che mi attiravano come ‘la Verità’. In fondo agli opuscoli era un elenco di libri e opuscoli, quindi ne feci richiesta. Ventinove giorni dopo la letteratura arrivò. La prima pubblicazione che lessi fu l’opuscolo L’inferno che cos’è? Chi vi si trova? Possono uscirne? Sfogliai tutto l’opuscolo per trovare i peccatori alla graticola, come avviene di solito negli altri libri di religione, ma non vi trovai nulla del genere. Immaginate la mia sorpresa quando seppi che l’inferno di fuoco era una menzogna religiosa inventata per spaventare le persone esattamente come aveva spaventato me quando avevo solo quindici anni! Ero da solo a pascolare le pecore e in un sogno il Diavolo mi corse dietro con una forca, proprio com’è descritto dalla falsa religione! Mi svegliai tremante. Gli argomenti contenuti negli opuscoli erano ragionevoli e convincenti. Subito chiesi altra letteratura.

“Verso quella stessa epoca notai un annuncio in un giornale greco pubblicato a Buenos Aires che parlava di lezioni bibliche tenute la domenica alle 15,30; l’indirizzo indicato era Via Bonpland 1653. Alle 15 della successiva domenica ero all’angolo ad aspettare, e quando vidi che altri entravano, entrai e salutai tutti in greco, perché pensavo che l’adunanza fosse in greco. Nessuno rispose al mio saluto, ma colui che diresse l’adunanza (uno studio del libro Il Divin Piano delle Età) passando mi sorrise. Mi misi a sedere nell’ultima fila; un altro uomo si sedette accanto a me. Non capii il 5 per cento di ciò che si diceva. Tutto ciò che avevo era il giornale greco contenente l’annuncio. Finita l’adunanza e avendo l’uomo accanto a me scoperto che anch’io ero greco, mi diede il suo indirizzo”. Il fratello Argyrós dice che comprò una Bibbia greca quella stessa sera, e dopo ciò andò ogni sera alla casa del suo amico greco. “Era molto ben versato nella Bibbia, e con la Parola di Dio sfrondò tutte le mie credenze greco-ortodosse. I sacerdoti, che avevo tenuto in tanta stima, egli li chiamava ‘figli di Satana’, dicendo che facevano parte dell’alleanza empia! Lessi più volte l’opuscolo Inferno e Dove sono i morti? Alla terza visita alla casa del mio connazionale, fui convinto che ero sulla strada giusta. Gli chiesi che cosa dovevo fare per piacere debitamente a Geova. Mi disse di andare a predicare ad altri ciò che avevo appreso dalla letteratura”. Il fratello Argyrós diede ascolto a quel buon consiglio senza perdere tempo.

Egli rammenta: “La domenica dopo cominciai a predicare a Berisso, nella provincia di Buenos Aires. Lì abitavano molti Greci, e durante le nostre visite ottenemmo 600 indirizzi di altri Greci da un impiegato di banca dove questi Greci depositavano il proprio denaro. I fratelli negli Stati Uniti ci incoraggiarono a organizzare un’adunanza in lingua greca, per cui affittammo una sala in Via Malabia e queste adunanze continuarono per un anno. A volte fino a venti persone si riunivano. Dagli Stati Uniti ricevemmo 1.000 libri e opuscoli, quindi cominciai a visitare le persone a tutti quegli indirizzi che avevo ottenuti. Visitai tutti i Greci abitanti nella zona di Buenos Aires e anche quelli abitanti a Montevideo, nell’Uruguay”. Ma egli ci narra che non era contento di “fare così poco”; aveva ancora alcuni indirizzi da cui andare a Rosario e a Santa Fe; di lì dispose di prendere una nave da carico diretta alla sua isola nativa in Grecia, dove pensava di avere un più esteso campo in cui predicare la buona notizia.

A Santa Fe, il fratello Argyrós trovò il fratello Felix Remón, che era divenuto un attivo proclamatore del Regno a Buenos Aires e poi in seguito era stato mandato dal fratello Muñiz nella zona di Rosario-Santa Fe. Circa quindici persone si riunivano in quel tempo nella bottega da falegname del fratello Castagnola. Il fratello Remón invitò il fratello Argyrós a stare con lui, con l’intesa di cucinare a turni settimanali. Mentre il fratello Remón usciva a predicare, il fratello Argyrós lavorava come fotografo. Questo non sarebbe mai andato bene per uno che aveva lo spirito missionario! “Non mi sentivo a mio agio”, dice, “e volevo andare a predicare, ma la sola cosa che sapevo dire in spagnolo quando offrivo i libri era che parlavano del regno di Dio. Aspettavo ancora l’opportunità di partire per la Grecia, ma col passare dei giorni il mio spagnolo migliorava. La sera raccontavo le mie esperienze al fratello Remón ed egli mi insegnava i versetti da usare in ciascun periodo; questo mi fu di grande aiuto, così alla fine decisi di non andare in Grecia”.

La decisione del fratello Argyrós di rimanere in Argentina doveva avere effetti di lunga portata nell’espansione della buona notizia nella metà settentrionale dell’Argentina. Dal 1932 in poi i suoi viaggi per seminare il seme della verità biblica dovevano portarlo in quattordici delle ventidue province che formano la Repubblica Argentina. Uniamoci ora a lui e condividiamo alcune gioie e privazioni del suo ministero.

“Nel 1932 arrivai a Córdoba e affittai una stanza in Via Salta. Di lì cominciai a lavorare la città; la percorsi due volte nei due anni che vi stetti. Quelli che manifestavano interesse ordinavano tutta la nuova letteratura, e alcuni mi visitavano a casa mia, fra questi un giudice, C. de los Ríos. Egli veniva e trascorreva molte ore con me e io rispondevo alle sue domande, usando la Bibbia greca come mio dizionario giacché non avevo un dizionario greco-spagnolo. Visitai Natalio Dessilani e Armando Menazzi che furono lì fra i primi proclamatori; Armando Menazzi in seguito divenne pioniere. In quel tempo pensavamo che Armaghedon fosse imminente e così feci tutto quello che potevo per distribuire dappertutto letteratura. C’erano di quelli che dicevano, come dicono alcuni ancor oggi: ‘Perché distribuire letteratura quando le persone non vi prestano nessuna attenzione?’ Ma il fratello Rutherford disse: ‘Voi distribuite la letteratura e lasciate i risultati nelle mani di Geova!’

“Erano disponibili venti scatoloni di letteratura; ne presi dieci e mi avviai verso Tucumán. Lì, dopo qualche tempo, presi la malaria. Non avevo il denaro per andare dal medico. Appena potei, partii per Catamarca e La Rioja, lavorando le città capitali e alcuni paesi. In quei giorni i rapporti erano di 200, 220 e 240 ore al mese; il rapporto massimo fu quello dell’aprile 1933: quel mese feci rapporto di 300 ore di attività.

“Andai poi a San Juan, dove trovai molto interesse; colui che mostrò più interesse fu José Cercós. La mattina che lo trovai, mi sentivo così depresso che pensavo di andare a casa. Ma mentre continuavo a camminare ricordai le parole di Rivelazione 21:8, e non volli essere accusato d’esser codardo. Ed ecco che José Cercós camminava verso di me; lo fermai e gli offrii il libro Governo dentro cui era l’opuscolo Che cosa è verità? Egli era metodista e disse: ‘Che cosa imparerò da questo opuscolo? Leggo la Bibbia da vent’anni!’ Citai I Tessalonicesi 5:21 ed egli prese l’opuscolo. Quella stessa sera venne al luogo dove stavo per dirmi di aver trovato l’opuscolo molto interessante e prese i libri L’Arpa di Dio e Rivendicazione e alcune riviste. Durante la mia permanenza a San Juan, venne a casa mia tutte le sere. Poco tempo prima che mi mettessi in contatto con lui, il ministro della sua chiesa era andato a Mendoza a sposarsi, e quando tornò a San Juan un gruppo speciale fu incaricato di fare una colletta per il dono di nozze. Quando arrivarono alla drogheria di Cercós, con fermezza ed enfasi disse: ‘Cercós non darà un altro centesimo agli uomini che cavalcano la bestia!’ (Si veda Rivelazione 17:3). Potete immaginare quale sorpresa provasse la delegazione udendo queste parole dalle labbra di uno che solo poco tempo prima era stato uno dei più zelanti membri della chiesa!”

PERCORSA IN LUNGO E IN LARGO L’ARGENTINA CON LA BUONA NOTIZIA

Per seguire i viaggi dei fratello Argyrós mentre percorreva in lungo e in largo il territorio che si era assegnato, bisogna conoscere bene la cartina dell’Argentina settentrionale. Partito da San Juan, trascorse un mese col gruppo di Mendoza, quindi andò a San Luis e a Villa Mercedes, dove si mise in contatto con le famiglie di Juan Balcarce e di Estrada: in seguito, Ofelia Estrada sarebbe stata la prima sorella argentina a frequentare la Scuola di Galaad. Dopo aver lavorato altri paesi nella provincia di San Luis, li fratello Argyrós venne a San Rafael, in Mendoza. Diretto a sud verso la provincia di La Pampa, osserva che a Intendente Alvear trovò la letteratura della Società; il fratello Leonardo Vandefeldi, un pioniere olandese, era passato in quella zona. Quindi il nostro viaggiatore rivoltò e prese il treno per tornare nella provincia di Córdoba, e di lì andò alle città della provincia di Santa Fe. Dante Dobboletta aveva un negozio a Las Rosas, Santa Fe, e un giorno un commesso gli disse che era venuto a visitarlo un ‘uomo della Bibbia’; subito mandò qualcuno fuori nella via a trovare il fratello Argyrós per ricondurlo al negozio poiché voleva altre informazioni come quelle che aveva trovate negli opuscoli già ottenuti. Il fratello Dobboletta divenne in seguito pioniere e ora fa servizio con sua moglie nell’opera di circoscrizione. Finita la sua opera nella provincia di Santa Fe, il fratello Argyrós attraversò il fiume Paraná, continuando verso nord nella provincia di Entre Ríos fino alla capitale di Corrientes e in seguito a Resistencia, in Chaco. A Villa Angela, in Chaco, fu visitato un uomo di nome Juan Murillo; con grande sorpresa del fratello Argyrós, quattro mesi dopo il nome di quest’uomo era nell’elenco dei pionieri.

A Charata, in Chaco, il fratello Argyrós narra che ebbe un felice incontro con il fratello Menazzi e con i fratelli di Córdoba: “Venivano con il loro autobus diretti a Formosa. Attraversammo il fiume Bermejo su una zattera e quindi lavorammo la città di Formosa. Il gruppo tornò a Córdoba mentre io viaggiai verso nord-ovest fino a Yacuiba, in Bolivia. Tornato a sud, attraversai le province di Jujuy e Salta, quindi andai a sud-est a Roque Saenz Peña, in Chaco. Lungo il cammino lavorai non solo i paesi ma anche le piccole colonie in tutte queste province”. Ora di nuovo a sud nella provincia di Santa Fe dove le città di Rafaela, Casilda, Firmat e Venado Tuerto ricevettero la sua attenzione.

L’adattabilità e la volontà del fratello Argyrós di sopportare qualsiasi situazione si presentasse, il suo sacrificio personale, ogni cosa per amore della buona notizia: questo risalta mentre rivediamo i suoi ricordi di quarant’anni di servizio di pioniere.

“Durante i miei viaggi le difficoltà erano molte: Arrivando di notte in paesi dove non c’era la luce, era difficile trovare alloggio; il problema di abituarsi alla lingua; e la mancanza di denaro. Il primo anno che feci il pioniere potei mantenermi col denaro che avevo risparmiato dal mio lavoro secolare. Quindi, quei primi anni vestivo bene e quando entravo nei paesi i bambini correvano avanti per dire alle madri che era venuto il dottore! Quando arrivavo alla porta, le donne aprivano timidamente, ma dopo avere udito il messaggio perdevano la loro ritrosia. In seguito, in circa dieci anni di testimonianza nei paesi di campagna, portavo il bombachas, tipici abiti degli uomini di campagna, e riscontrai che mi accettavano più prontamente.

“A volte persone che mi vedevano per la prima volta mi invitavano a trascorrere la notte presso di loro. Altre volte dormivo fuori all’aperto, una volta in una giungla piena di spini, che non vidi perché era molto buio. Ma il giorno dopo Geova mi ricompensò. Testimoniavo in un paesino e nel pomeriggio trovai una coppia di sposi che, ascoltato il messaggio, mi invitarono a tornare lì per trascorrervi la notte. Avendo finito di testimoniare, vi tornai. Dopo cena essi invitarono alcuni vicini ad ascoltare questo strano messaggio dei testimoni di Geova. Parlai con loro fin verso mezzanotte. Poi la padrona di casa mi mostrò la mia stanza; c’era un letto con le lenzuola ricamate! Quando mi alzai la mattina dopo la signora che mi aveva ospitato disse: ‘Mio marito e io ci siamo preoccupati che non riuscisse a dormire bene in un letto diverso’. Le assicurai che avevo dormito veramente molto bene. Pensai: ‘Se solo sapesse dove ho dormito un paio di notti a fa!’

“Una notte dormii con un asino! Accadde in un paesino con una sola piccola locanda di una stanza da affittare, ed era occupata. Era una notte piovosa quando si sarebbe voluto stare al riparo. Quindi dissi all’uomo che non era una notte per stare esposto agli elementi; rispose che l’unico posto che aveva era la stalla dove teneva gli animali e mi ci condusse. Mi preparò un letto da una parte; dall’altra parte c’era l’asina madre con il suo piccolo e la divisione era fatta di tavole per separare il foraggio dagli animali. Ebbene, dormii come un re! Il giorno dopo dovevo partire alle 6 del mattino per San Cristobal. Non ebbi bisogno della sveglia: la mia ‘compagna’, l’asina, cominciò a ragliare! Le difficoltà possono essere così piacevoli!”

Ma ci furono esperienze non troppo gradevoli: “Arrivato presto a Eusebia, chiesi se c’era una locanda; mi fu detto di sì, quindi continuai a lavorare, percorrendo il paese. Quando fui disposto a mangiare e riposarmi trovai che la locanda era chiusa. Non c’era altro da fare che trascorrere la notte sotto le stelle. Era il principio dell’autunno, ma non faceva freddo e andai un po’ fuori del paese e mi misi a giacere a terra. No, non avevo nulla da mangiare, ma non sentivo fame. Il mio stomaco era ben addestrato; potevo mangiare a qualsiasi ora, o, se non avevo nulla, non me ne davo pensiero. È un’abitudine questa che presi a Tucumán nel 1935. Per tre mesi di seguito durante la raccolta delle canne da zucchero partivo la mattina presto, tornavo a notte tarda, molte volte senza aver mangiato nulla nel frattempo. Quando andai a dormire lì a Eusebia, c’erano zanzare di ogni specie. Tagliai un ramo, pensando di poterle allontanare, ma più muovevo il ramo più mi attaccavano! Decisi di andare a piedi alla stazione ferroviaria, pensando che avrei trovato aperta la sala d’aspetto; nonostante il fatto che i treni passavano frequentemente, essa era chiusa. Allora trovai un telone che era usato per asciugare il grano; con questo mi coprii e trascorsi il resto della notte”.

È vero che la linea ferroviaria era un grande vantaggio per i primi pionieri, ma a volte si dovevano usare i più primitivi mezzi di viaggio. Il fratello Argyrós ce lo può narrare: “Il cammino più lungo che dovetti fare fu quello da Villa Valeria, in Córdoba, a Cañada Verde, per una distanza di circa settantacinque chilometri, o quasi quarantasette miglia; partii alle 13 e arrivai il giorno dopo alle 15. Un altro percorso indimenticabile fu quello da Laprida a Loreto nella provincia di Santiago del Estero, una distanza di trentacinque chilometri. Era il giorno di carnevale, e partii verso le 12, arrivando verso le 23 di quella notte. In questo percorso non c’è acqua né ci sono colonie. Avevo sete; era piovuto e c’erano pozzanghere d’acqua lungo il margine della strada, ma l’acqua era calda a causa del sole cocente, per cui non potevo berla. Qui ci sono foreste di quebracho così dense che se vi entrate non potete vedere la luce del giorno. Lasciai dunque la strada ed entrai nella zona boschiva sperando di trovare una pozzanghera d’acqua all’ombra. Quando ne scorsi una andai felicemente verso di essa, ma appena mi fui avvicinato vidi che un coccodrillo mi aveva preceduto! Quando il coccodrillo si accorse della mia presenza se ne andò, agitando l’acqua mentre andava via. Tornai sulla strada e continuai a camminare. Alcuni chilometri più avanti trovai un Santiagueño (nativo di quella provincia) che badava a un gregge di capre. Visto che aveva un barile d’acqua, gli chiesi da bere, e il buon uomo me ne lasciò bere quanta ne volli! Finito che ebbi di bere, egli comparve con un grosso barattolo di stagno pieno di fichi d’India; me li mise davanti e mi disse di mangiarne a volontà. Quando mi sentii sazio, gli feci dono di alcuni opuscoli, quindi continuai per la mia via”.

Estesa fu l’opera di semina compiuta dal fratello Argyrós e grande fu la sua impresa, ma qual era stato l’addestramento? Com’egli dice: “Nessuno mi portò la verità, nessuno mi fece un visita ulteriore o mi pronunciò un sermone. Intendo dire che sono una sorta di proclamatore che si è fatto da sé”.

PRIME ESPERIENZE DI PIONIERE

Verso lo stesso tempo in cui il fratello Argyrós cominciò la sua attività di predicazione nel settore settentrionale del paese, un Polacco, Juan Rebacz, divenne Testimone, e nel 1932 intraprese l’opera di pioniere insieme a un altro fratello polacco, Pablo Pawlosek. Il fratello Rebacz ci dà alcune eccellentissime informazioni sul modo in cui egli e i suoi compagni compirono in quel tempo l’opera nella parte meridionale dell’Argentina.

Dopo un po’ di addestramento preliminare nella testimonianza di casa in casa in Buenos Aires e dintorni, il fratello Rebacz ci narra ciò che successe: “Il fratello Muñiz mi assegnò a lavorare con i fratelli Onésimo Gavrov e Pablo Pawlosek, che erano già nella provincia di Río Negro. Noi tre provavamo molta gioia e avevamo buon successo nell’opera, grazie a Geova. Poco tempo dopo il fratello Basilio Miedziak si unì a noi, e ricevemmo istruzioni di seguire diversi itinerari a gruppi di due persone. I fratelli Gavrov e Miedziak seguirono l’itinerario costiero fra Bahía Blanca e Mar del Plata, mentre il fratello Pawlosek e io seguimmo l’itinerario interno che passava per Tres Arroyos e andava a Mar del Plata. Avemmo eccellenti risultati; ricordo che in alcuni mesi distribuimmo fino a 600 pezzi di letteratura. Cominciavamo presto la mattina nelle zone rurali, e quando le persone si alzavano per cominciare la loro quotidiana attività, noi eravamo lì per cominciare la nostra!

“Il fratello Pawlosek e io eravamo buoni compagni e provavamo molta gioia nel nostro ministero. Arrivammo a Mar del Plata nel maggio del 1934, e di lì andavamo in treno in altri paesi, tornando a piedi, ciascuno per una diversa strada. Portavamo sempre una gran quantità di letteratura, e di solito la distribuivamo tutta. In quel tempo non c’erano molte difficoltà con le autorità; a volte eravamo convocati per le false accuse del clero secondo cui eravamo agenti clandestini dei comunisti. Dopo l’investigazione, la polizia scopriva che non era vero e ci lasciava subito andare”.

In seguito nel 1934, il fratello Rebacz fu assegnato a compiere l’opera nell’interno del Paraguay. Date le difficoltà che lì si incontravano durante la guerra del Chaco (una disputa di confine fra il Paraguay e la Bolivia), egli tornò in Argentina per breve tempo, concentrando la sua opera nella zona di Corrientes–Resistencia. Appena la guerra fu finita, riprese la sua attività nel Paraguay. Parecchi anni dopo, avendo la sua salute risentito sfavorevolmente del clima tropicale del Paraguay, ritornò in Argentina, cominciando la sua opera nel settore nordorientale. Segue il suo racconto:

“Cominciai a lavorare a Posadas, in Misiones, quindi a Corrientes e in altre importanti città delle province di Corrientes e di Entre Ríos, arrivando a Paraná verso la fine del 1938; continuai verso le città dell’interno della provincia di Entre Ríos che non erano mai state lavorate prima. I risultati furono buoni e l’opera proseguiva pacificamente. Ma scoppiò poi la seconda guerra mondiale e il clero e l’Azione Cattolica mi accusarono d’essere comunista. In quasi tutte le città ero portato parecchie volte al comando di polizia. A Concepción del Uruguay, nella provincia di Entre Ríos, fui convocato parecchie volte e infine cacciato dal paese. La sorella Fanny Plouchou, che vi abitava, continuò a lavorare la parte che non era stata ancora fatta. Dopo ciò fui assegnato all’itinerario che da San Pedro, in Buenos Aires, andava a Santiago del Estero. Quando arrivai fino a Rafaela, nella provincia di Santa Fe, mi ammalai gravemente e i medici mi dissero che avevo bisogno di prolungate cure. Si dispose che facessi questa cura a Concepción del Uruguay, quindi tornai e mi stabilii nella stessa città da cui ero stato cacciato alcuni mesi prima!”

Il nostro interesse torna ora al centro dell’Argentina e all’importante centro commerciale e culturale di Córdoba, la cui università è la seconda per antichità nell’emisfero meridionale. È anche una rinomata fortezza del cattolicesimo, essendo chiamata la ‘Roma’ dell’Argentina. L’attività del fratello Argyrós stimolò l’interesse di Armando Menazzi e di Natalio Dessilani. Il fratello Menazzi ebbe molto a che fare con l’espansione dell’opera nella parte settentrionale del paese, mentre il fratello Dessilani continuò a dichiarare la buona notizia nella zona di Córdoba. Torniamo al 1932-1933 e seguiamo i loro racconti.

Armando Menazzi era di famiglia molto cattolica ma riscontrava che i ‘pastori del gregge’ erano falsi. Aveva la sua propria officina meccanica ben fornita quando lesse i suoi primi opuscoli Che cos’è l’inferno? e Dove sono i morti? Il proprietario della drogheria all’angolo della via, Natalio Dessilani, aveva già letto alcune pubblicazioni e aveva scritto per averne altre. Entrambi gli uomini decisero che quanto avevano letto era in armonia con la Parola di Dio, quindi scrissero per avere altre Bibbie e letteratura. A motivo di questa ordinazione, il fratello Muñiz venne personalmente a vedere ciò che stava accadendo. Il primo discorso fu pronunciato nell’ufficio dell’officina del fratello Menazzi con otto persone presenti.

Lo zelo e la convinzione del fratello Argyrós indussero il fratello Menazzi a vendere la sua officina meccanica e a dedicare il suo tempo al servizio di pioniere. Anche il fratello Dessilani vendette la sua drogheria, ma non prima che gli schernitori avessero scritto col gesso sulla porta: ‘La drogheria del profeta’. Cercò un’occupazione altrove, poiché egli pure voleva avere più tempo da dedicare all’attività di predicazione. Il fratello Menazzi ci narra che con il denaro ricavato dalla vendita dell’officina e con quello ricavato dalla vendita di un’altra proprietà ‘Potei pagare alla radio il tempo per alcuni discorsi che ci mandò il fratello Muñiz. Affittai anche un piccolo appartamento e cominciammo a tenervi le prime adunanze”. Il fratello Dessilani destò l’interesse di un suo compagno di lavoro, Horacio Sabatini, che, a sua volta, parlò al proprio fratello, Arístides, e a tutta la sua famiglia. Il fratello Dessilani ci narra della visita ulteriore che fece a questa famiglia: “Cominciarono subito a fare un diluvio di domande, e per rispondere a tutte queste, il fratello Menazzi e io stemmo quella sera per circa quattro ore. Alla fine si convinsero di aver trovato la vera ‘Via’. Alcuni giorni dopo offrirono la loro casa per le adunanze, ed essa era proprio in paese”. Nel 1938, Emilio, fratello di Natalio Dessilani, parlò a un compagno di lavoro, Alfredo Torcigliani. Egli assisté a un discorso pronunciato dal fratello Muñiz e fu convinto dalla spiegazione della Preghiera del Signore.

MOTORIZZATE LE ATTIVITÀ DEL REGNO

Una rapida espansione della proclamazione del Regno era il desiderio di questi fratelli, e negli anni quaranta i loro sforzi furono volti a motorizzarsi. Il fratello Horacio Sabatini aiutò ad acquistare una vecchia auto che il fratello Menazzi poté riparare; in seguito fu acquistata una Chevrolet più piccola, e con le due auto testimoniavano nei paesi fuori di Córdoba. Per risparmiare la benzina, l’auto più grande rimorchiava la più piccola fino al territorio, e il fratello Menazzi dice che avevano un sistema di campanelli fra le due auto come segnali per avviarsi e fermarsi. “In seguito”, racconta il fratello Menazzi, “vendemmo le auto e comperammo un vecchio autobus. Con l’aiuto dei fratelli, lo adattammo in modo tale che i sedili potevano essere convertiti in sei letti all’interno, e sul tetto avevamo quattro letti pieghevoli sotto un telone. In questo modo dieci proclamatori potevano viaggiare con l’alloggio”. Questo diede inizio a una vigorosa opera di espansione della buona notizia nell’Argentina settentrionale.

In principio i viaggi duravano una settimana, poi quindici giorni, poi un mese alla volta. Dopo ciascun viaggio l’autobus tornava a Córdoba per essere controllato e riparato, mentre i fratelli si preparavano per la successiva avventura, e diversi fratelli e sorelle avevano l’opportunità di andare con loro. L’ultimo viaggio durò tre mesi e fu davvero un’odissea! Tutto considerato, fino alla vendita dell’autobus nel 1944, il fratello Menazzi e il gruppo di Córdoba visitarono circa dieci o più province, testimoniando di casa in casa nelle città, e visitando i poderi e le colonie sparse nelle zone rurali. In ciascun paese o città il metodo era lo stesso, come ci informa il fratello Menazzi: “Andavamo prima al locale comando di polizia per informarli della nostra missione e facevamo loro apporre la firma in un taccuino come prova del fatto che mi ero presentato loro. Questo permetteva di evitare discussioni in seguito con la polizia che poteva cercar d’interferire; e, in ciascuna città, il capo della polizia vedeva se la polizia dei paesi vicini aveva dato per così dire il permesso e così ci era consentito di lavorare”. In questi viaggi, si dava molta letteratura alle persone, ma egli aggiunge che “era un’opera per informare il popolo, seminando il seme, poiché solo occasionalmente tornavamo a visitare qualcuno che aveva mostrato eccezionale interesse”.

La vita in autobus e le esperienze che si avevano costituiscono un indimenticabile capitolo nella vita dei fratelli che fecero parte di questo gruppo. Il fratello Menazzi ce ne fa una viva descrizione: “Eravamo ben organizzati e, come un alveare, ciascuno aveva il suo lavoro assegnato, e uno cucinava, altri pulivano, altri rifacevano i letti e altri ancora facevano la spesa. Testimoniavamo fino al tardo pomeriggio e a volte dovevamo cercare i proclamatori con i fari dell’autobus. Parcheggiavamo l’autobus in qualche posto fuori mano, preferibilmente accanto al cimitero dove nessuno veniva a disturbarci. Di sera, dopo aver mangiato la nostra cena e avere riordinato, raccontavamo le nostre esperienze, stanchi ma felici! Eravamo, o imparammo a essere, economici e a mangiare di tutto”. Il fratello Torcigliani completa il racconto dicendoci che cosa includeva quel menu di tutto: “Andavamo a caccia e a pesca per procurarci il cibo — andava a finire tutto nella pentola — rane, conigli di montagna, chuña (della famiglia delle cicogne), colombi, pappagalli, quaglie, vizcacha (della famiglia dei roditori), lepri, armadilli e tartarughe di terra con cui facevamo il brodo. E davamo letteratura in cambio di capre, pollastre, galli, maiali da latte, uova, vegetali, banane e ogni specie di frutta. Come potete vedere, non avevamo mai fame!’

Durante l’assenza del fratello Menazzi da Córdoba, il fratello Natalio Dessilani continuò a lavorare nella città con un gruppo di proclamatori in continuo aumento. “Nel 1944 la congregazione era cresciuta tanto che non c’era più spazio nella nostra sala in paese, ma non avevamo altro posto in cui andare. Il fratello Menazzi parlò a una sua zia che era favorevole all’opera ed ella donò un lotto di terreno che aveva sulla Via Roma. Si decise ora di vendere l’autobus — la scarsità di benzina in quel tempo significava che non potevamo usare molto l’autobus — e il denaro fu usato per la costruzione di una Sala del Regno che era molto necessaria”.

DIVULGATA LA VERITÀ DA SAN JUAN

Il seme seminato dal fratello Argyrós in San Juan nel 1936 portava similmente frutto. Il fratello José Cercós e alcuni altri condividevano attivamente il messaggio. Nel 1940 il fratello Cercós si mise in contatto con la famiglia Rodriguez, che in precedenza aveva ricevuto testimonianza dai Reindl. Fu dato il libro Fanciulli e fu fatta una visita ulteriore con il fonografo per far ascoltare alcuni dischi che davano ulteriore testimonianza. I risultati furono soddisfacenti. Salvador Rodriguez ci narrerà esattamente ciò che accadde: “Quella notte José Cercós trascorse circa due ore o più con noi. Mio padre aveva letto la Bibbia per circa dieci anni, ma senza alcuna spiegazione, per cui accettò subito e con grande gioia le verità del Regno. Il fratello gli disse che per essere testimone di Geova doveva smettere di fumare e disfarsi di tutte quelle ‘ridicole bambole’, come chiamava le immagini cattoliche che mia madre aveva. Subito mio padre si tolse il sigaro di bocca, e, insieme a quelli che aveva in tasca, li ruppe alla presenza del fratello. La domenica dopo mio padre andò alla sala con alcuni figli più grandi e, tornato, mise insieme tutte le immagini, le ammucchiò nel cortile, e poi le bruciò tutte, senza prestare la minima attenzione alle frenetiche suppliche di mia madre che Dio lo avrebbe punito per ciò che faceva!

“La settimana dopo fu fatto l’annuncio per il servizio, quindi nel giorno stabilito mio padre, mio fratello maggiore e io eravamo sul posto mezz’ora prima dell’ora annunciata. Non avevamo mai visto dare testimonianza, quindi ciascuno di noi andò con un altro proclamatore alla prima porta. Alla seconda porta ci fu chiesto di dare testimonianza. Tutto ciò che potemmo fare fu di ripetere alcune delle espressioni appena usate dal proclamatore alla prima porta, come: ‘Vi abbiamo portato il messaggio della buona notizia del Regno’, e poi presentare gli opuscoli.

“Subito nostra madre si interessò, e sebbene non sapesse leggere, ascoltava molto attentamente e ripeteva ciò che aveva udito. Presto trovava persone interessate con cui noi ragazzi potevamo tenere studi. In meno di due mesi eravamo tutt’e sette proclamatori regolari. Fummo battezzati nel 1941 quando il fratello Muñiz ci visitò; due mesi dopo, quando il fratello Trunecka venne da Mendoza, furono battezzate circa quindici persone in una buca piena d’acqua nel nostro podere. In quei giorni i proclamatori che avevano difficoltà a esprimersi usavano una cartolina di testimonianza stampata, e in genere lavoravamo il territorio rurale dove le persone erano più avvicinabili.

“Nelle campagne dove non c’erano delimitazioni di confini, prendevamo un departamento (contado) alla volta e cercavamo di percorrerlo tutto, uscendo presto e tornando a San Juan al cader della notte. All’ora del pasto davamo letteratura in cambio di un piatto di cibo”.

Il nostro fratello ricorda il tempo che egli e suo fratello avevano un territorio sui monti. Un giorno il padre li chiamò perché si alzassero e facessero colazione; camminarono poi per trenta isolati fino al deposito ferroviario, solo per sentirsi dire che il treno non sarebbe arrivato che quattro ore dopo, giacché era solo l’una di notte! Quando il treno fu arrivato, e i ragazzi furono venuti alla fermata indicata, era ancora buio; e avevano undici chilometri o circa sette miglia da percorrere a piedi per giungere al territorio. “Finimmo di testimoniare in quel paese prima di mezzogiorno, quindi proseguimmo per il paese successivo, lontano nove chilometri e andando sempre in salita. Finimmo anche questo paese; ora avevamo da camminare per venti chilometri per tornare alla stazione ferroviaria, ma avevamo alleggerito il nostro carico, avendo distribuito venti libri e ottanta opuscoli! Arrivammo alla stazione appena in tempo per scorgere le luci del treno; erano ora le 21. Due ore dopo arrivammo a San Juan; come ci sentimmo gioiosi percorrendo a piedi i trenta isolati per tornare a casa!”

Nel 1944 un terremoto spianò la città di San Juan; in quel tempo c’era una trentina di proclamatori, ma nessuno fu ferito. Il giorno dopo, i fratelli di Mendoza vennero con provviste. Il fratello Rodriguez ci narra che testimoniò dopo il terremoto: “Alcuni ci dissero che la colpa del terremoto era nostra e ci cacciarono via. Altri ascoltarono attentamente e dissero: ‘Come sono veri i vostri insegnamenti biblici!’ Come risultato, molti accettarono la verità e divennero proclamatori. In questo tempo ci riunivamo in una piccola sala costruita dai fratelli”.

La fede e lo zelo dei primi proclamatori erano un costante esempio per tutti, e il fratello Rodriguez commenta riguardo al fratello Cercós a ottantuno anni d’età: “Continuò a lavorare da pioniere, percorrendo a piedi fino a sessanta isolati per fare le sue consegne di riviste. Mantenne una media di oltre settanta ore al mese e teneva sette studi. E fu tornando a casa da uno dei suoi studi che scivolò e cadde sul marciapiede, rompendosi il femore. Questo lo lasciò invalido ed egli si lamentava di non poter badare ai suoi studi e alle sue visite ulteriori. Ma si sentiva confortato quando lo visitavamo, parlandogli dell’attività che compivamo nel territorio”.

TESTIMONIANZA NELL’ESTREMO MERIDIONE

Frattanto, che cosa accadeva nel Meridione? I fratelli Gavrov e Miedziak viaggiavano in quella zona, e le nostre informazioni indicano che si erano spinti a sud fino alla Terra del Fuoco, quindi erano venuti a nord attraverso la Patagonia fino alla provincia di Río Negro. E, anche negli anni trenta, Carlos Firnkorn in Colonia Sarmiento, nella provincia di Chubut, era divenuto Testimone e aveva venduto il suo allevamento di pecore per dedicare più tempo all’opera di predicare ad altri. Nel suo caso potrebbe dirsi che si trattò di lasciare una specie di pecore per badare a un’altra specie di ‘pecore’, più importanti!

Nel 1934, Francisco Callejo, impiegato delle ferrovie, abitante ad Allen, nella provincia di Río Negro, venne in contatto per la prima volta con i proclamatori del Regno. Ricorda che “un uomo con una valigetta venne alla stazione a chiedere quanto era grande il paese, ecc.” Il volantino che quest’uomo lasciò, insieme ad alcuni opuscoli che diede ad alcuni suoi amici, fece grandissima impressione a Francisco Callejo, poiché aveva letto molto, sempre cercando la conoscenza che avrebbe soddisfatto il suo desiderio di verità biblica. Finito di leggere gli opuscoli La crisi, Dove sono i morti?, Chiavi del cielo, Il cielo e il purgatorio, Si avvicina la guerra universale e altri, insieme alla Bibbia, si convinse che la sua ricerca era stata ricompensata. Volle immediatamente condividere la sua conoscenza con altri, ma non ebbe nessun contatto fino all’anno dopo quando fu trasferito a Ingeniero Huergo. “Lì conobbi un calzolaio polacco, Pablo Teisar, abbonato a La Torre di Guardia; egli mi diede l’indirizzo del fratello Muñiz. Scrissi immediatamente chiedendo l’abbonamento a entrambe le riviste, la Bibbia e i libri L’Arpa di Dio, Liberazione, Governo e Profezia.

“Le riviste parlavano tanto dell’attività e delle esperienze dei proclamatori in tante parti della terra, che sentii e capii la necessità di prendervi parte attiva”. Egli scrisse al fratello Muñiz esprimendo questo desiderio; la risposta fu che gli stessi fratelli che avevano visitato la provincia nel 1934, i fratelli Gavrov e Miedziak, dovevano visitarla di nuovo. Il fratello Callejo descrive i sentimenti che allora provò: “Attesi il loro arrivo con intenso desiderio e quando non vennero, scrissi di nuovo ripetendo il mio desiderio di partecipare alla predicazione. La risposta fu che i fratelli erano ora nella valle di Río Negro e che sarebbero arrivati presto. Andavo alla casa del calzolaio polacco ogni giorno, poiché sapevo che sarebbero prima andati lì. Mi sentivo triste e ingannato poiché sembrava che tardassero tanto. Infine una mattina andai a visitare Pedro Teisar, ed essi erano lì! Quanto fu grande la mia gioia essendo finalmente con loro! Li condussi a casa mia ed essi mi provvidero altra letteratura e mi dissero brevemente come parlare alle persone e come offrire i libri e gli opuscoli”. Questo avvenne nell’anno 1936.

Questo breve ‘addestramento’ fu sufficiente; nel suo primo giorno libero dal lavoro, il fratello Callejo cominciò a proclamare la buona notizia. Benché trovasse persone completamente ostili al messaggio del Regno, il suo zelo non si spense e continuò a ‘sciogliere il suolo indurito’ per la futura espansione. Appena distribuita la sua provvista di letteratura, lo comunicava all’ufficio di Buenos Aires e ne richiedeva dell’altra. Ci narra come si serviva del suo lavoro secolare per promuovere gli interessi del Regno nelle province di Río Negro e di Neuquén: “Fui trasferito a Cervantes, in Río Negro; vi predicai, e il mio primo giorno libero andai con il treno locale a General Roca. Feci il mio primo abbonamento a un agricoltore, Antonio Vicente Inestal, a Mainque, ed egli divenne il primo proclamatore come risultato della mia predicazione.

“Nel 1939 fui trasferito a Neuquén, dove abito fino a questo giorno. E qui cominciai il servizio in treno; come risultato di ciò approfittavo di parte delle mie lunghe attese in ciascuna città per testimoniare. In questo modo potei percorrere la zona da Choele Choel a Zapala (che è il punto di divisione), un tratto di circa 400 chilometri. E da Neuquén percorrevo il territorio di Cipolletti, Allen e sù fino a Dique de Riego (diga per l’irrigazione della zona), percorrendo così Cinco Saltos e Barda del Medio. Facevo tutto questo nei miei giorni liberi ogni settimana e durante le mie vacanze annuali. Nell’anno 1941 ci riunivamo per lo studio a Neuquén, e assistevano anche gli interessati di Cipolletti. In seguito, il fratello Carlos Firnkorn, che aveva lavorato a Chubut, fu assegnato a Neuquén, e questo fu di grande aiuto”.

Sì, l’attività era davvero in aumento! Diamo uno sguardo al rapporto del 1938: 128 proclamatori della buona notizia e 4 congregazioni; i proclamatori dedicarono 44.712 ore, distribuirono 131.375 pezzi di letteratura e ottennero 238 abbonamenti. Si fecero visite ulteriori per il numero di 375 e un totale di 138 persone assisterono alla Commemorazione.

L’opera di semina giungeva fino ai limiti stessi dell’Argentina, e su questo suolo sarebbe stata compiuta la futura espansione in forma di congregazioni, circoscrizioni e distretti.

Nel 1942, due giovani di origine gallese, Gwaenydd Hughes e Ieuan Davies, acquistarono conoscenza della verità nella provincia di Chubut. Entrambi venivano da famiglie che leggevano la Bibbia appartenenti alla Chiesa Evangelica Gallese Indipendente. Gwaenydd Hughes ricorda che negli anni trenta qualcuno gli aveva offerto letteratura e nel 1938 suo padre si era abbonato a La Torre di Guardia (allora, La Torre del Vigía) da un uomo chiamato Firnkorn a Sarmiento, nel Chubut e si diceva che quest’uomo ‘aveva venduto le sue pecore ed era andato a predicare una nuova religione’. La città di Sarmiento è oltre 400 chilometri o circa 250 miglia a sud di Rawson, ma nel 1942 il fratello Muñiz scrisse al fratello Firnkorn dandogli istruzioni di andare a Rawson per alcune settimane. Accadde così che, secondo le parole del fratello Hughes, “Firnkorn venne ad acquistare latte da me. Egli predicava la fine del mondo. Quindi mi offrì della letteratura, il che mi fece pensare che era solo un venditore di libri, ma accettai il libro Nemici. Lo lessi da cima a fondo in tre sere e ricordo che quando ebbi finito ero del tutto convinto che questa era la giusta spiegazione della Bibbia. Ora dovevo cercare Firnkorn. Abitava in una casupola nel quartiere ‘basso’ della vicina città di Trelew. Egli mi offrì La Torre di Guardia, che ora si chiamava in spagnolo La Atalaya; questo mi confuse perché c’era una pubblicazione avventista El Atalaya. Il fratello Firnkorn mi assicurò che La Torre di Guardia non era una pubblicazione avventista”.

Nelle vicinanze il fratello Basilio Miedziak era passato distribuendo letteratura a Comodoro Rivadavia, Trelew, Guiman e zone circonvicine. Ieuan Davies commenta: “Questo pioniere lavorava come un toro sciolto; vale a dire che andava a tutte le case che scorgeva nel suo cammino. Diede sette opuscoli a un agricoltore che era nostro vicino, un connazionale gallese. Egli non si interessò degli opuscoli, quindi me li diede come apprezzamento del fatto che l’avevo aiutato a mungere le sue mucche una domenica mattina che aveva dormito troppo e non voleva andare tardi alla cappella giacché era diacono. Arrivato a casa e compreso che erano opuscoli religiosi, non ne fui molto entusiasta, ma cominciai a leggere Salute e vita. La nostra Bibbia era in lingua gallese, quindi presi a prestito una Bibbia spagnola per assicurarmi che ciò che questi opuscoli dicevano era esattamente come nella Bibbia. Subito compresi che questa era la verità e la mia fame spirituale fu maggiore di quando avevo cominciato. Gli opuscoli annunciavano alcuni libri, dando gli indirizzi della Società negli Stati Uniti e nel Messico, quindi mandai nel Messico la richiesta dei libri. Passarono circa due mesi prima che ricevessi i libri per il fatto che la mia richiesta era stata inoltrata all’ufficio di Buenos Aires. Ora che sapevo che c’erano i testimoni di Geova a Buenos Aires, ordinai altri cinque libri e mi abbonai a La Torre di Guardia”.

Il fratello Muñiz mandò il nome di Ieuan Davies al fratello Firnkorn e Gwaenydd Hughes si offrì di aiutarlo a trovare la persona interessata, giacché in questa zona c’erano molti Davies. Appreso che il fratello Firnkorn teneva le adunanze a Trelew, il giovane Davies acconsentì ad accompagnare il suo amico, Hughes, la seguente domenica. Ce lo descrive: “Arrivati al luogo di adunanza, trovammo che era una casupola che stava per crollare e credo che crollasse quando ci fu il successivo temporale. Sia Hughes che io ci eravamo vestiti con gli abiti migliori che avevamo — vestito, camicia bianca, cravatta, ecc. — ma quando entrammo trovammo che tutti erano vestiti con i tipici abiti di campagna e anche il fratello che presiedeva non era vestito secondo l’occasione. Questo effettivamente mi sorprese, ma non raffreddò il mio entusiasmo. Dopo parecchie adunanze, il fratello disse che si sarebbe assentato e che uno di noi doveva tenere le adunanze in sua assenza. Essendo il più anziano dei due, fu scelto Hughes”.

OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI

Più avanti quell’anno il fratello Muñiz si fermò a Trelew tornando da Comodoro Rivadavia, e poiché aveva udito che lì c’era molto interesse, approfittò della sosta per fare un discorso. “Eravamo così interessati che prolungò la sua permanenza di altri tre giorni, tenendo discorsi di due o tre ore ogni sera”, dice il fratello Hughes. “Questi discorsi destavano tanto la mia attenzione che sebbene potessi udire il mio cavallo rosicchiare il morso e cercar di fuggire via, non potei perdere una parola del discorso biblico, preferivo piuttosto perdere il cavallo! Così quando il discorso finì, fui senza cavallo, ed essendo mezzanotte non c’era tempo per cercarlo. I giorni seguenti dovetti lavorare e la sera non volevo perdere i discorsi, quindi detti semplicemente il cavallo per perso”. Il fratello Hughes aggiunge che il cavallo in effetti tornò parecchi giorni dopo.

Tornato a Buenos Aires, il fratello Muñiz scrisse al fratello Firnkorn qualche cosa di questo tenore: ‘Se questo giovane Davies non è uno che mantiene la famiglia e se lo desidera, può venire alla filiale giacché c’è bisogno di giovani come lui’. L’ultimo di dicembre del 1942 Ieuan Davies si recò dunque a Buenos Aires; si battezzò nel febbraio del 1943.

Gwaenydd Hughes era anche occupato a disporre le sue cose per potersi dedicare esclusivamente all’opera. Nello stesso tempo leggeva tutte le pubblicazioni della Società. Nel marzo del 1943 era pronto per lasciare la casa. Egli ci narra: “Andai a Bahía Blanca, dove il fratello Schwalm dirigeva un gruppo e lì fui battezzato. Il fratello Schwalm partì per Buenos Aires e io fui incaricato dell’opera. Tremavo dalla paura e la sola cosa che riuscivo a pensare era: ‘Gli operai devono veramente esser pochi se devono impiegare me’, ma ero disposto a essere impiegato. Un altro pioniere si unì a me, e, usando Bahía Blanca come sede generale, lavoravamo i paesi della provincia di La Pampa e la parte meridionale della provincia di Buenos Aires, comprese alcune colonie ebraiche.

“Verso la fine del 1943 il fratello Muñiz venne a Bahía Blanca e mi disse di andare nel Paraguay per occuparmi lì dell’opera. Poiché non dissi niente, più tardi dichiarò: ‘Non mi hai ancora risposto’, al che replicai: ‘Che cosa dovrei dire? È ovvio che sono disposto a servire in qualsiasi posto io sia mandato!’” Il fratello Davies fu mandato da Buenos Aires a occuparsi del gruppo di Bahía Blanca ed egli ricorda volentieri la sua riunione col fratello Hughes: “La sera che arrivai a Bahía Blanca, Hughes e io non dormimmo affatto; trascorremmo tutta la notte ricordando tutti gli avvenimenti che si erano verificati in così breve tempo e rendemmo grazie a Dio di averci liberati da questo vecchio sistema di cose”.

L’opera di semina degli anni venti e degli anni trenta coprì le estreme distese del territorio argentino con centinaia di migliaia di pezzi di letteratura, per non menzionare un incalcolabile numero di trattatini. Molte persone interessate avevano ottenuto letteratura e condividevano con altri la loro conoscenza, ma dapprima senza contatti con l’organizzazione filiale della Società.

Tornando al centro dell’attività, Buenos Aires, il piccolo nucleo cresceva di continuo. Come c’era da aspettarsi, l’espansione recò cambiamenti e anche dolori. Uno stimolo per l’opera in Argentina fu nel 1932 la visita del fratello Roberto Montero, che prestava servizio nel Messico. Fu mandato dal fratello Rutherford a intraprendere la campagna con la nuova rivista Luz y Verdad (L’Età d’Oro in spagnolo). Furono ottenuti molti abbonamenti, giacché la rivista era interessantissima e non costosa. E, verso il tempo della visita del fratello Montero, la Società comprò una casa in Via Cramer 4555 che doveva servire come filiale e deposito di letteratura. Essa continuò a servire da casa Betel finché nel 1940 fu acquistata la proprietà in Honduras 5646. Giacché la sede filiale era allora alla periferia e fuori mano per molti fratelli, il fratello Miguel Razquin mandò sua moglie, Juanita, a cercare un luogo di adunanza situato più centralmente; la sala che si decise di prendere era in Via Fitzroy 1544, solo a un paio di isolati di distanza dall’attuale filiale.

Per alloggiare il gruppo in aumento, il proprietario della casa dovette presto abbattere un divisorio e aprire un’altra stanza per le adunanze. Di nuovo la sorella Razquin andò in cerca, dietro insistenza del marito, essendo egli invalido. Fu trovata una casa vuota che era stata usata per la vendita all’ingrosso del vino e il proprietario era disposto a venderla, prendendo la casa della Via Cramer come pagamento parziale insieme a 27.000 pesos da pagarsi in un periodo dilazionato all’interesse del 7 per cento (fu pagato in meno di due anni). Il fratello Muñiz pensò che la proprietà fosse troppo costosa, ma il fratello Razquin, come dice sua moglie, “era un Basco dalla volontà forte e convinse il fratello Muñiz che la proprietà di Via Honduras era più adatta ai nostri bisogni, essendo più al centro, vicino all’ufficio postale, ecc. Nel 1940 l’atto di vendita fu firmato qui sulla tavola della mia sala da pranzo”.

I fratelli abbatterono la sezione del vecchio deposito che era stato usato per tenervi il vino e, sotto la direzione di un imprenditore di fuori, fu costruito il nuovo edificio. Questa sala è di 10 metri per 20 (circa 33 piedi per 66) e può ospitare a sedere oltre 350 persone comodamente. Questa fu usata come Sala del Regno fino al 1950; in seguito fu usata per gli uffici, la stamperia, la spedizione e il deposito della letteratura. Nel 1941 fu costruita per il fratello Muñiz una stanzetta sulla terrazza e il materiale e il lavoro furono pagati dai fratelli Razquin, Schwalm e Martonfi. Nonostante gli ampliamenti moderni della sede filiale, questa stanza c’è ancora.

I primi ‘dolori’ della crescita dell’opera in Argentina si sentirono al principio degli anni trenta: gli scontri di personalità e l’adorazione delle creature era evidente. Quando fu adottato il ‘nuovo nome’ testimoni di Geova e fu eliminato il sistema degli ‘anziani elettivi’, alcuni si allontanarono e lasciarono l’organizzazione. Una volta furono raccolte firme che chiedevano al fratello Rutherford di rimuovere il fratello Muñiz da servitore di filiale. Alcuni che avevano firmato in seguito tornarono, riconoscendo le nomine dell’organizzazione teocratica. I gruppi di Mendoza e di Rosario subirono in tempi diversi simili regressi.

Di nuovo all’inizio degli anni quaranta ci fu irrequietezza, ma questa volta era diverso, l’agitazione era causata dal desiderio di vedere maggior progresso e la suddivisione delle responsabilità. Il fratello Adamson ricorda quei momenti di tensione: “Al fratello Muñiz si accostò il fratello Schwalm, allora membro della Betel, con la richiesta di fare un tentativo per riorganizzare la congregazione a Buenos Aires affinché l’opera fosse curata meglio. Il fratello Muñiz non capì dapprima lo spirito di questo gesto, pensando che si trattasse di ribellione. Invitò dunque tutti i fratelli a rimanere dopo lo studio Torre di Guardia e fece salire me sul palco con un taccuino e una penna per scrivere tutto ciò che veniva considerato”. Col passar del tempo l’estesa zona di cui si occupava la congregazione di Buenos Aires fu divisa in sette diverse sezioni e ciascuna sezione ebbe un fratello che dirigeva l’opera in quel territorio.

Possiamo quindi visualizzare come si faceva l’opera negli anni quaranta: fratelli e sorelle forti e zelanti andavano fino alle più lontane estremità dell’Argentina, concentrando i loro sforzi nella distribuzione di letteratura biblica, mentre altre persone isolate scrivevano alla filiale chiedendo letteratura da distribuire nelle zone dove abitavano. Nelle città dov’era stabilita una congregazione o un gruppo, si faceva la testimonianza regolare, offrendo principalmente libri e opuscoli, e con l’uso della cartolina di testimonianza. Il fonografo era usato in alcune città nell’opera delle visite ulteriori, ma non nella testimonianza di casa in casa. Dal 1942 in poi, fu ricevuto l’Informatore, che indicava le campagne e la letteratura da usare.

Da pionieri, proclamatori isolati e quelli associati con alcune congregazioni, giungevano all’ufficio di Buenos Aires i rapporti. Il fratello Muñiz compilava un elenco con i nomi di ciascuno di questi, dove ciascuno lavorava e ciò che ciascuno aveva fatto durante il mese e questo foglio veniva mandato a tutti.

Dal suo arrivo in Argentina in poi, il fratello Muñiz pronunciò discorsi biblici a Buenos Aires e in altre città dove si trovava interesse, nonché nei paesi limitrofi sotto la sua cura. Lo studio Torre di Guardia fu intrapreso molto presto e durava due ore o più. Irma Albricot descrive quei primi studi: “Una settimana prima il fratello Muñiz assegnava uno o due paragrafi a ciascun fratello perché preparasse una domanda sul paragrafo assegnato; quindi prima dello studio, le domande erano messe sul podio dell’oratore, qualcuno le disponeva in ordine numerico e poi il fratello Muñiz le leggeva — se riusciva a capire la scrittura (in quel tempo nessuno aveva la macchina da scrivere) — e i membri dell’uditorio potevano offrirsi di rispondere. Tutti i versetti biblici erano consultati e letti, e anche i versetti che il fratello Muñiz aggiungeva, e così lo studio continuava, senza un tempo fisso, finché terminava”. Le adunanze domenicali a Buenos Aires erano frequentate da fratelli e persone interessate della zona di Buenos Aires e dintorni. Una sera della settimana, di solito il martedì, i fratelli nominati servivano la zona periferica assegnata a ciascuno e lì si teneva uno studio di libro di congregazione.

Un’adunanza settimanale si teneva a Buenos Aires il giovedì e si chiamava “del comentario”, che letteralmente significa “dal commento” e si riferiva al commento su ciascun giorno elencato nell’Annuario. Il fratello Muñiz presiedeva questa adunanza, traducendo dall’Annuario inglese la scrittura del giorno, il commento e alcune esperienze, oltre ai suoi propri commenti.

PRIMA ASSEMBLEA GENERALE

Se i due decenni dal 1924 al 1944 avevano visto molta opera di semina, la fine degli anni quaranta recò incrementi anche maggiori. Questo richiedeva una migliore organizzazione dell’opera. Molti fratelli lo compresero e ne sentirono il bisogno, ma che cosa dovevano fare? Il fratello Ott ricorda come egli e il fratello Schwalm spesso mentre lavoravano insieme nella filiale commentavano: “Il fratello Knorr viaggia dappertutto, perché una volta non lo mandano qui in Argentina?”

La visita tanto desiderata fu fatta nel 1945, e insieme ad essa furono fatti cambiamenti che posero la base per la vera organizzazione ed espansione teocratica. I fratelli Knorr e Franz atterrarono a Buenos Aires il 28 febbraio 1945, in viaggio dal Cile nel loro primo giro sudamericano. In quel tempo c’erano diciannove gruppi o congregazioni nel paese e 320 proclamatori. La Torre di Guardia del 15 aprile 1945 fa un parziale racconto dell’occasione:

“Il sabato 3 marzo vi fu l’apertura della prima assemblea generale dei testimoni di Geova in Argentina. Ci furono circa 395 presenti all’ora del discorso di benvenuto del servitore di filiale. Quindi furono presentati i fratelli americani e il fratello Knorr salì sul palco fra gli applausi. L’uditorio rappresentava il frutto di circa vent’anni di attività compiuta qui dai testimoni di Geova, a cominciare da un inizio davvero piccolissimo. Sembrò molto appropriato pronunciare all’assemblea un diretto discorso sul servizio e sull’organizzazione, e questo fece il fratello Knorr, per mezzo del suo compagno interprete, il fratello Franz. Verso il principio, quando invitò ad alzare la mano per vedere quanti presenti erano stati cattolici romani prima di dedicarsi a Geova Dio, si alzarono le mani di quasi tutti i presenti.

“Il fratello Knorr mise poi in risalto l’importanza dello studio settimanale de La Torre di Guardia nelle congregazioni e quindi della settimanale adunanza di servizio della durata di un’ora almeno, in un tempo conveniente per la maggioranza dei fratelli. Su richiesta, tutti i congressisti levarono la mano desiderando che tale adunanza di servizio, debitamente disposta e facendo uso di una tabella mensile del servizio e di dimostrazioni di proclamatori capaci e di altre considerazioni di servizio, fosse stabilita nelle loro rispettive congregazioni. Ricevettero con spirito di apprezzamento l’ammonizione del fratello Knorr, fatta ripetute volte, che il posto chiave nella congregazione è quello d’essere proclamatore nel campo e che ciascuno di essi aveva la responsabilità di fare tale servizio. Furono profondamente stimolati dall’esortazione di fare visite ulteriori e iniziare studi biblici. Accolsero con calorosi applausi l’annuncio della pubblicazione della Società di un nuovo libro in spagnolo “La verità vi farà liberi”.

“Le sessioni serali furono aperte con la presentazione del soggetto ‘Cercate prima il regno’, in spagnolo, da due fratelli argentini. Dopo ciò fu la volta del fratello Knorr e del suo interprete che questa volta parlarono particolarmente a favore del servizio di pioniere in questa parte dell’America Meridionale. Furono chiaramente esposti i requisiti dei pionieri regolari e dei proclamatori speciali, e a tutti quelli interessati a entrare in questi rami del servizio fu rivolto l’invito di presentarsi da lui dopo la chiusura.

“La domenica 4 marzo, alle 8, fu tenuto un discorso sul battesimo, e in seguito furono immersi in acqua otto candidati. Gli avvenimenti si susseguirono quindi con ininterrotta successione. Alle 9 tutti i servitori presenti, cioè cinquantacinque, si adunarono in una sessione speciale con il fratello Knorr e per più di due ore egli rispose alle loro domande rispetto al servizio di campo e agli studi Torre di Guardia e di libro. Immediatamente dopo si riunirono i fratelli di lingua tedesca, e il nuovo ‘servitore per i fratelli’ (ora ‘servitore di circoscrizione’) si rivolse loro, in particolar modo nell’interesse di alcuni congressisti che capivano solo il tedesco e che perciò non traevano diretto beneficio dalle sessioni in spagnolo. Questi cari fratelli si rallegrarono apprendendo, nella loro propria lingua, qualche cosa di ciò che era stato detto all’assemblea fino a quel momento.

“Per la domenica pomeriggio non era stata annunciata nessuna adunanza pubblica. L’Argentina ha dichiarato lo stato d’assedio e perciò tale adunanza non è permessa. Ciò nondimeno, molti interessati sono venuti all’adunanza del pomeriggio e l’uditorio è salito a 476. Per due ore sono stati seduti, ascoltando attentamente il fratello Knorr, a cui faceva da interprete il fratello Franz, che ha pronunciato il messaggio su ‘Rivendicata la sovranità universale di Geova’. Una carta geografica su una parete, disegnata in modo speciale, li aiutava a visualizzare più pienamente il discorso. . . . Il discorso portò drammaticamente all’annuncio del nuovo opuscolo spagnolo La religione miete la tempesta e i fratelli se ne rallegrarono molto.

“La maggioranza dei fratelli ebbero il privilegio di rimanere per le sessioni di chiusura dell’assemblea, a cominciare dalle 19. Prima ci fu la presentazione, in spagnolo, del soggetto ‘Il banchetto nuziale del Re’. . . . Poi fu di nuovo la volta del fratello Knorr, con uno dei giovani fratelli locali come interprete. Narrò all’assemblea i congressi e i suoi privilegi di ministero nel viaggio che aveva compiuto fino a quel momento. . . . Il cuore dei fratelli traboccò di gioia quando fece sapere che si sarebbe cominciato a pubblicare mensilmente uno speciale Informatore argentino e che il ‘servitore per i fratelli’ appena nominato avrebbe cominciato a servire tutte le congregazioni; e che pure il Corso di ministero teocratico, in spagnolo, sarebbe stato fra breve intrapreso in tutte le congregazioni.

“Un fervido cantico di ringraziamento a Geova per mezzo di Cristo Gesù, e quindi la preghiera, posero fine all’assemblea, verso le ore 22. I fratelli sentirono davvero che era stato bene assistere a questa assemblea generale”.

Quanto i fratelli argentini “si rallegrassero del provvedimento spirituale, specialmente in quanto alle pratiche istruzioni di servizio”, possiamo capirlo dalle loro proprie espressioni:

“Mi aveva preso la curiosità”, ricorda Francisco Alvarez. “Che cos’era un’assemblea? Che cosa si sarebbe detto? Naturalmente, ne avevo un’idea, avendo visto la fotografia appesa nella Sala del Regno di un’assemblea tenuta nell’anno 1928 negli Stati Uniti, e si poteva vedere il fratello Rutherford e anche l’allora giovane fratello Knorr che presto ci avrebbe visitati. La prima assemblea è qualche cosa che neppure ora riesco a dimenticare benché allora avessi solo sedici anni. L’assemblea confermò la mia fede e il mio zelo verso l’adorazione di Geova e la mia assoluta certezza che Egli impiega questo popolo, i suoi testimoni”.

“In questa occasione conobbi l’organizzazione e i fratelli di molte parti del paese”, scrive Francisco Callejo. “Non potei ottenere il permesso dal lavoro, ma partii lo stesso. Fino a quel momento avevo solo letto delle assemblee; ora che avevo l’opportunità di assistere a una di esse era impensabile che non ci andassi! Così dopo nove anni di testimonianza come proclamatore isolato, potevo imparare direttamente come funziona l’organizzazione, e a quest’assemblea mi battezzai”.

Irma Albricot non può dimenticare il discorso del fratello Knorr sul servizio di pioniere: “Fino a quel tempo, quando si parlava di fare i pionieri immaginavamo solo i fratelli maturi che con le loro borse andavano in zone inospitali. Il fratello Knorr ci aiutò a capire perché più fratelli e sorelle giovani dovevano rispondere all’invito e rivolgere lo sguardo al maggiore addestramento della Scuola di Galaad. Il suo discorso spinse alcuni di noi ad agire e il 1° aprile cominciammo la nostra nuova opera”. Si può aggiungere che Irma Albricot in seguito andò a Galaad e fino a questo giorno continua il servizio a pieno tempo col marito, Mario Segal, servitore di circoscrizione.

MIGLIORAMENTI NEL MINISTERO

Il fratello Ott ci narra come “il fratello Knorr indicò enfaticamente che lo studio Torre di Guardia doveva durare solo un’ora. I fratelli Muñiz e Menazzi erano assolutamente convinti che questo fosse impossibile”. Ma il fratello Davies narra: “Tornato a Bahía Blanca misi in pratica i suggerimenti del fratello Knorr e vidi che aveva ragione: la lezione de La Torre di Guardia si può studiare in un’ora, leggendo anche i paragrafi”.

I risultati furono davvero di lunga portata e un fratello li riassume così: “Nonostante il fatto che molti non avessero una veduta ottimistica, fu emozionante vedere subito il progresso spirituale. Ci furono maggiore partecipazione alle adunanze, più commenti, più animazione, erano diverse! Ora che il mio cuore non mi saltava fuori quando osavo dare una risposta, mi sentivo più fiducioso; ora tutti rispondevano e il nostro progresso era manifesto sotto molti aspetti: migliore vocabolario, migliore pronuncia, più conoscenza e ciò che ci rendeva più felici era il fatto di sapere che le nostre lodi a Geova Dio sarebbero state della migliore specie, com’egli merita”.

La Scuola di Ministero Teocratico fu un’altra innovazione grandemente necessaria e il fratello Ott fu molto entusiasta delle prospettive. Comunque, il fratello Muñiz non era della stessa idea. “Disse che quando era venuto nell’organizzazione tutte queste cose non esistevano”, ricorda il fratello Ott, “quindi la scuola non era per lui. Mi disse che io potevo dare inizio alla scuola se lo desideravo. Questo feci e in seguito diedi al fratello Muñiz un’assegnazione per un discorso di sette minuti. ‘Che posso dire in soli sette minuti?’ chiese. Accettò effettivamente l’assegnazione, ma è inutile dire che superò il tempo”.

Un altro felice risultato di quella visita del fratello Knorr nel 1945 è descritto da uno che lo visse, Gwaenydd Hughes: “Tornai dal Paraguay in Argentina per la visita del fratello Knorr e poiché pensavo che fosse una visita breve, lasciai tutti i miei averi ad Asunción. Non sognavo minimamente ciò che mi attendeva e le grandi benedizioni che dovevo ricevere! Un giorno il fratello Knorr mi chiamò in privato e mi chiese se volevo andare a Galaad e di pensarci sopra. Che dovevo dire? La lingua non sarebbe stata un problema, poiché conoscevo bene l’inglese; ma del corso di Galaad non sapevo nulla. Quando fui messo alle strette per la risposta, dissi che non sapevo cosa dire, perché non sapevo nulla di quanto richiedeva il corso di Galaad, ma che ero disposto ad andare se egli pensava che fossi qualificato. Ricordo l’espressione del fratello Knorr: ‘Allora, vieni’. In seguito aggiunse: ‘Se vai a Galaad, avranno bisogno di te qui in Argentina’. ‘Ma che dire dell’opera nel Paraguay?’ chiesi. Il fratello Knorr rispose: ‘Il Signore ne avrà cura!’

“Il mese dopo la visita del fratello Knorr, il 12 aprile, la sorella Ofelia Estrada e io eravamo diretti negli Stati Uniti, i primi Argentini che frequentavano la Scuola di Galaad e tra i primi studenti stranieri che vi assistevano”.

In questo tempo il fratello José Bahner, venuto dalla Germania, prestava servizio come primo “servitore per i fratelli” (ora “servitore di circoscrizione”) in Argentina. Prima di ciò egli e sua moglie, insieme al fratello e alla sorella Niklash, avevano fatto i pionieri nella zona di Santa Fe, Rosario e Paraná. La visita del fratello Knorr aveva rivoluzionato l’opera e questo significava riorganizzare le congregazioni, nuovi moduli di servizio e nuove istruzioni; l’opera di insegnare ai fratelli e di aiutarli amorevolmente a mettersi in armonia con la progressiva organizzazione era il ruolo da attendersi dal “servitore per i fratelli”. È deplorevole che questo non fosse sempre il ruolo adempiuto dal fratello recentemente nominato.

Il fratello Armando Menazzi, che ebbe tanto a che fare con la proclamazione della buona notizia nell’Argentina settentrionale, racconta questa triste e scoraggiante esperienza: “Mia moglie e io fummo assegnati come pionieri speciali a Córdoba. Verso quell’epoca un fratello in fede, José Bahner, venne a Córdoba; egli era preciso e aggiornato sulle nuove norme e regole di cui io non conoscevo nulla. Così a poco a poco mi mise da parte e mi fece perdere i miei privilegi nella direttiva dell’opera a Córdoba, rendendomi difficile continuare a fare il pioniere speciale a Córdoba, additandomi come responsabile di non avere applicato le nuove istruzioni, ecc. Ora cominciò un periodo molto critico della mia vita: Avendo dedicato tutto ciò che avevo al progresso dell’opera e sentendomi ora escluso, mi sentii mentalmente esaurito e soffrivo d’insonnia. Dopo parecchi giorni e notti insonni, andai in delirio e fui mandato in una clinica dove fui sottoposto a trattamenti di elettroshock. Satana approfittò dell’occasione per vagliarmi come il grano, ma due giorni dopo cominciai a sentirmi meglio e di nuovo provai l’impulso di andare avanti. Dopo la nascita della nostra prima figlia, partimmo per un territorio non assegnato a San Francisco, in Córdoba”. La dichiarazione del fratello Menazzi che ‘Satana approfittò dell’occasione’ è attestata da altri fratelli della zona di Córdoba che menzionano come ci fu un evidente tentativo da parte dei demoni di infrangere l’unità e il progresso della congregazione.

Il fratello Knorr aveva incoraggiato la divisione della congregazione esistente a Buenos Aires, con la certezza che questo avrebbe permesso a più persone d’essere avvicinate nell’attività di predicazione, e, nello stesso tempo, gli interessati sarebbero stati aiutati e istruiti con efficienza. Questo fu fatto, essendo le nuove congregazioni formate dai gruppi che in precedenza si riunivano come gruppi di studio di libro durante la settimana. Presto fu per la prima volta divisa anche la congregazione di Córdoba, e ciascuna divisione fu una pietra miliare verso aumenti ancora maggiori. Le cifre mostrano otto congregazioni nel 1940 e cinquantotto congregazioni nel 1950.

Che molti fratelli prendessero a cuore l’invito del fratello Knorr di intraprendere il servizio di pioniere è rivelato dalle cifre: Nel 1940 c’erano venti pionieri nell’intero paese; nel 1950 questo numero era salito a settantaquattro: tredici pionieri speciali e sessantuno pionieri regolari o generali. Il fratello Rodolfo Bock ci narra: “Mia moglie e io avevamo determinato di divenire pionieri e cominciammo a mettere in ordine le nostre cose. Nell’ottobre del 1945 presentai le mie dimissioni dal lavoro secolare. Il direttore, figlio del proprietario dello stabilimento, mi disse che non era pratico lasciare il mio lavoro; ricordò il progresso che avevo fatto e mi parlò dell’avanzamento e delle promozioni future. Ma quando vide che la mia decisione era stata presa, fu molto amichevole e disse che erano stati tutti contenti della mia condotta e del lavoro compiuto in quei dieci anni e che se nella mia nuova attività le cose non fossero andate bene, mi dovevo ricordare che le porte dello stabilimento mi erano sempre aperte. Tutti gli impiegati andarono insieme a comprarmi un dono e per mostrare il mio apprezzamento diedi a ciascuno una copia del libro ‘La verità vi farà liberi’. Lo accettarono tutti volentieri”.

Maggiore enfasi fu data all’opera delle visite ulteriori e degli studi biblici. “La Verità vi farà liberi” con l’opuscolo delle domande fu il principale strumento usato in questa attività. Un pioniere scrive: “Gli studi su questa pubblicazione duravano almeno un anno se tenuti regolarmente. Le false credenze come l’immortalità dell’anima, l’inferno di fuoco e la trinità erano fortemente radicate nella maggioranza delle persone e ci volevano molto tatto e pazienza per far loro capire e accettare la verità. Mentre i nostri studi biblici a domicilio aumentavano, aumentava anche la frequenza alle adunanze nella Sala del Regno e un po’ alla volta aumentò pure il numero dei proclamatori. Per programmare tutti i nostri studi ci voleva uno sforzo, e alcuni si dovevano tenere la sera tardi”.

Un’altra attività compiuta dai fratelli era l’opera nelle vie con le riviste. Il fratello Alvarez ci narra che nelle “vie e nei viali importanti della città di Buenos Aires, e in altre città dove c’erano congregazioni, La Torre di Guardia e Consolazione (in seguito, Svegliatevi!) divennero note al pubblico argentino e molti acquistarono conoscenza della verità mediante questa attività. Mi piaceva fare questo servizio nei viali della città quando smettevo il lavoro secolare; lì ero riconosciuto da ex compagni di scuola che non vedevo dai nostri giorni di scuola ai quali ebbi l’eccellente opportunità di dare testimonianza riguardo alla verità della Parola di Dio”. La sorella Mary Seegelken narra un’esperienza che ebbe a Mendoza: “Facevamo l’opera nelle vie con le riviste, non solo nella via principale di Mendoza, l’Avenida San Martín, ma anche nella piazza di Godoy Cruz dove molti andavano a passeggio la domenica pomeriggio. Mia sorella Elba e io di solito stavamo l’una accanto all’altra. Un giorno un giovane insegnante di scuola venne da noi e disse: ‘Poverine, due bionde che vendono riviste!’ Prese le due riviste e oggi questo ex insegnante di scuola, il fratello Pedro Maza, è servitore di distretto e ha avuto il privilegio di frequentare il corso di dieci mesi a Galaad”. L’opera nelle vie con le riviste dovette essere interrotta nel 1950 quando l’opera dei testimoni di Geova fu proscritta.

DISPOSIZIONI PER UN MINISTERO PRODUTTIVO

Come risultato del Corso di Ministero Teocratico che era stato iniziato, altri fratelli si prepararono a pronunciare discorsi pubblici; ci interessano le loro impressioni: “Un grande stimolo per assistere alle adunanze fu la disposizione delle adunanze pubbliche con l’uso degli schemi provveduti dalla Società su soggetti pertinenti”, scrive il fratello Bock. “Fui costretto a prendere parte a questi discorsi pubblici in quanto ero servitore di congregazione a Rosario e non dovevamo aspettare la visita del servitore di circoscrizione per dare inizio alla nostra campagna delle adunanze pubbliche. Imparammo dunque a pronunciare discorsi pubblici; io cominciai per primo e poi si unì a me il fratello Niklash. Provavamo una soddisfazione molto piacevole per questo ulteriore privilegio di servizio, specialmente per il fatto che notavamo l’apprezzamento dei fratelli e delle persone interessate. I presenti nella Sala del Regno aumentarono notevolmente. In seguito, secondo il consiglio della Società, facemmo discorsi dappertutto, nelle case dei fratelli dove ciò era possibile; così molti altri poterono assistere ai discorsi in diverse parti di questa grande città. Annunciavamo questi discorsi con i foglietti d’invito”. Per la maggioranza dei fratelli, pronunciare un discorso pubblico era davvero una prova cruciale e più di uno “sperava che nessuno venisse in quel fatidico giorno, quando stetti in piedi dietro il podio dell’oratore più bianco della neve”. Un altro fratello ricorda: “Ho ricevuto pochissima istruzione, perciò quando ebbi il mio primo discorso di un’ora, andando alla sala speravo che un autobus mi mettesse sotto, tale era il timore che provavo! Ma da allora ho pronunciato molti discorsi e ogni volta ho migliorato. Senza sforzo, non si guadagna niente”.

Verso la fine del 1946, il fratello Hughes ritornò dagli Stati Uniti. Dopo una visita iniziale al Paraguay, in rappresentanza del fratello Knorr, cominciò la sua opera di circoscrizione nella parte settentrionale dell’Argentina. Ora furono disposte le assemblee di circoscrizione, la prima delle quali fu tenuta nel maggio del 1947 a Córdoba, e il fratello Muñiz servì l’assemblea in qualità di servitore di distretto. In giugno fu tenuta un’assemblea nel sud, a Bahía Blanca; lì il fratello Hughes servì quale servitore di distretto. A quest’assemblea il fratello Hughes compì il suo primo battesimo e nella medesima piscina dove egli stesso era stato battezzato solo quattro anni prima. “Fu dopo l’assemblea di Bahía Blanca”, narra il fratello Hughes, “che visitai la mia casa a Chubut per la prima volta da che l’avevo lasciata quattro anni e mezzo prima. Fui invitato a pronunciare un discorso nella Chiesa Gallese e lo tenni nella lingua gallese. È triste dire che, nonostante l’opera fosse fatta dai primi pionieri e da molti sin da allora, l’opera non ha trovato fra i Gallesi un terreno fertile. Ricordo di avere offerto alcune pubblicazioni della Società a un mio parente gallese; egli esclamò: ‘Ma, pensavo che questa religione non esistesse più, pensavo che fosse finita nel 1914!’”

Quelle prime assemblee di circoscrizione assunsero la natura di assemblee nazionali, giacché vi assistevano fratelli da ogni parte dell’Argentina. Irma Albricot spiega: “In quel tempo le ferrovie facevano un notevole sconto ai gruppi di oltre dieci persone, così più di una volta, una o due intere carrozze furono riempite di fratelli. Bandivamo la monotonia durante il viaggio con cantici ed esperienze e in realtà l’assemblea cominciava sul treno. Arrivati alla città dell’assemblea, un fratello ci aspettava al treno con un elenco di indirizzi di alberghi, prezzi, e così via, e noi sceglievamo quello adatto al nostro bilancio. Poi ciascuno, o in piccoli gruppi, prendeva disposizioni per mangiare durante i giorni dell’assemblea, giacché non c’era la mensa”.

Il programma dell’assemblea di circoscrizione continuava, con assemblee predisposte di città in città. Ogni assemblea era la ‘prima’ nella città dove si teneva e in ogni luogo i fratelli rispondevano con traboccante gioia ed entusiasmo. Mary Seegelken commenta la prima assemblea di Mendoza: “Lavorammo molto strenuamente al reparto alloggi, giacché sarebbero venuti fratelli da Buenos Aires, Córdoba, Santa Fe e altre province. Solo alcuni giorni prima che cominciasse l’assemblea, ci fu lo sciopero degli autobus, per cui dovemmo andare a piedi finché trovammo stanze per tutti. Ringraziammo Geova di aver trovato un albergo nuovo, non ancora inaugurato, e il proprietario ci fece prezzi ragionevoli, così che il nostro problema fu risolto. Quest’assemblea fu una vera gioia”.

Nell’ottobre del 1948 arrivarono a Buenos Aires sei diplomati di Galaad: Charles e Lorene Eisenhower, Viola Eisenhower, Helen Nichols, Helen Wilson e Roberta Miller. Cinque erano stati diplomati dalla prima classe di Galaad e tutti avevano prestato servizio a Cuba come missionari prima di essere assegnati all’Argentina. La maggioranza di questi missionari è ancora nel servizio continuo in Argentina.

Buenos Aires, vista con gli occhi della missionaria Helen Nichols, suscita il nostro interesse: “Dal giorno che arrivammo potemmo vedere che questa assegnazione sarebbe stata diversa. Che impressione mi fecero i bei bambini paffuti, dalle guance rosee, vestiti da capo a piedi di calda lana! Non passò molto tempo che notammo come gli operai che lavoravano nelle vie o nelle costruzioni smettevano per prepararsi il pasto di mezzogiorno lungo la via. La bistecca cotta sulla brace, un pezzo di pane e una bottiglia di vino costituivano il pasto. Pareva che tutti avessero in abbondanza da mangiare, in abbondanza da vestire e qualsiasi diversivo desiderassero. Questa nota di prosperità mi fece capire che dovevamo stare attenti per convincere le persone dell’importanza del messaggio del Regno, che avremmo dovuto mostrare loro che le benedizioni del Regno sono più grandi di qualsiasi cosa che già avevano o conoscevano”. I missionari scoprirono pure che “l’ora della siesta” durava generalmente fino alle 15 e il pasto serale era servito fra le 21 e le 22, per cui questo richiese che adattassero i loro programmi a quello dei padroni di casa.

L’ASSEMBLEA DEL 1949

Nell’aprile del 1949 il fratello Knorr e il fratello Henschel visitarono l’Argentina e si era disposto di tenere un’assemblea in una sala molto eccellente, Les Ambassadeurs. Poco prima che l’assemblea iniziasse, la filiale fu informata che il permesso della polizia di tenere l’assemblea era stato revocato. La questione fu portata a un eminente avvocato, il quale, a sua volta, andò a parlare alla polizia. Essi gli dissero di andare al Ministero dei Rapporti con l’Estero e dei Culti. Fu detto ai fratelli dalla polizia che potevano tenere l’assemblea nella loro sala dove si tenevano le regolari adunanze durante la settimana e la domenica. Negli otto anni che la sala di Via Honduras era stata usata i fratelli non avevano mai incontrato difficoltà. L’assemblea cominciò lì il venerdì sera 8 aprile, con circa 672 presenti. Il sabato mattina fu tenuto un battesimo e 76 candidati si battezzarono nel fiume La Plata. La domenica pomeriggio ci furono circa 1.200 presenti; la sala era più che gremita, il cortile era pieno fino al cancello e con centinaia di persone sulla terrazza. Gli altoparlanti trasmettevano il programma all’intero uditorio. Il fratello Knorr cominciò il discorso in programma: “È più tardi di quanto pensiate”, e il fratello Hughes faceva da interprete. Alle 16,40 un poliziotto e un uomo in abiti borghesi si fecero strada fra la folla e giunti al podio dissero che la conferenza doveva cessare immediatamente; fuori dell’edificio ci fu subito una dozzina di poliziotti e altri trenta arrivarono su un camion scoperto della polizia. Portavano armi e bombe lagrimogene! Circa 200 fratelli, compresi i fratelli Knorr, Hughes e Muñiz, furono portati al comando di polizia. Helen Nichols menziona: “Era la prima volta che io, e anche il fratello Knorr, eravamo messi in carcere!” La maggioranza dei fratelli furono portati al comando di polizia sul camion, trenta alla volta.

Infine la polizia comprese che questo compito sarebbe stato di sicuro interminabile; e poi il camion della polizia rimase senza benzina. Quindi il resto dei fratelli fu tenuto dentro la sala, guardato dalla polizia. Quelli portati al comando di polizia furono tenuti in un grande cortile aperto dove furono costretti a stare in piedi per ore. Faceva freddo ed era umido e la maggioranza non aveva mangiato nulla da mezzogiorno, mentre alcuni non avevano mangiato dalla colazione. Dopo che erano stati tutti registrati e avevano seguìto le formalità, vennero infine rilasciati nelle prime ore del lunedì mattina. Né all’avvocato né ai fratelli fu mai data una risposta soddisfacente sulla ragione per cui l’adunanza era stata fermata, ma risalta un particolare molto interessante. Il capo della polizia, che portò il fratello Muñiz al comando di polizia, durante il percorso si fermò alla chiesa cattolica. Disse che voleva andare a vedere il padre. Dieci minuti dopo tornò e condusse il fratello Muñiz al comando di polizia per registrarlo.

Il fratello Henschel era al di là della strada di fronte alla Sala del Regno e faceva fotografie quando cominciò la difficoltà, per cui poté rendersi conto della situazione. In seguito parlò al fratello Knorr per telefono e ricevette istruzioni di andare ad Asunción, nel Paraguay, il giorno dopo, secondo il programma, nel caso che il fratello Knorr non fosse stato rilasciato per tempo. Quando il fratello Knorr arrivò all’albergo, il fratello Henschel dormiva; allorché si fu svegliato ed ebbe aperta la porta, chiese al fratello Knorr com’erano andate le cose. Il fratello Knorr rispose: “È più tardi di quanto pensi”. Erano le 5 del mattino. C’era appena tempo per preparare le valigie, mangiare qualcosa per colazione e scendere all’idroscalo dove egli e il fratello Henschel, insieme al fratello Hughes, partirono in orario per il viaggio in Paraguay.

Ma perché ci fu questa interferenza all’assemblea di Buenos Aires e a parecchie altre assemblee di circoscrizione? Dopo molti mesi di sforzi La Torre de Vigía era stata riconosciuta dal governo come organizzazione religiosa nel 1948. Furono eletti i membri di questa organizzazione legale, col fratello Muñiz quale presidente. Nel 1946 il governo Perón, sotto l’influenza della Chiesa Cattolica Romana, aveva formato un dipartimento dei culti o delle religioni sotto il Ministero dei Rapporti con l’Estero. Lo scopo era di richiedere che tutti i gruppi religiosi eccetto la Chiesa Cattolica si registrassero. A quel tempo il Congresso non approvò il provvedimento. Comunque, nel 1949 il disegno di legge fu nuovamente presentato e a causa della pressione cattolica fu accettato. Ora si richiedeva che tutte le religioni si registrassero presso il Dipartimento dei Culti del Ministero dei Rapporti con l’Estero. Fu allora che i proclamatori del Regno cominciarono ad avere difficoltà.

Infine l’opera del testimoni di Geova fu ufficialmente proscritta nell’agosto del 1950. Come dice la Risoluzione 351 del decreto ministeriale, si dichiara che la ragione è che “l’organizzazione [dei testimoni di Geova] è contro i consacrati princìpi della Magna Charta, diffondendo dottrine contro le Forze Armate e il rispetto che si dovrebbe rendere al simbolo nazionale”. Tramite il loro rappresentante nel paese i testimoni di Geova hanno chiesto più volte il riconoscimento per poter predicare liberamente la buona notizia del Regno, come garantisce la Costituzione argentina, ma finora senza alcun risultato.

Bandi, proscrizioni, persecuzione non sono cose nuove per i servitori di Geova. Il modo in cui furono superati questi ostacoli e il modo in cui è stata compiuta l’opera in Argentina in queste condizioni forma un importante e interessante capitolo dell’opera svolta nel paese. Poco prima della proscrizione dell’opera, quindici fratelli argentini partirono per l’assemblea internazionale di New York; mentre erano lì, udirono la notizia che l’opera era stata ufficialmente messa al bando. Come avrebbero testimoniato in Argentina e quale sarebbe stata la vera condizione dell’opera al loro ritorno? Il fratello Hughes era un delegato a quell’assemblea e ci narra la sua personale esperienza.

PREDICAZIONE NONOSTANTE I PROBLEMI

“Mentre ero a New York, il fratello Knorr mi nominò servitore di filiale per l’Argentina. Comunque, appena tornato a Buenos Aires, fu necessario trovare la filiale. Oh, sì, la proprietà in Honduras 5646 era ancora lì; giacché essa era nel nome del fratello Muñiz, non ci furono problemi. Ma le registrazioni e tutto ciò che costituisce una sede filiale erano sparsi qua e là nelle case dei fratelli. Per qualche tempo fu necessario che un fratello viaggiasse in tutto il paese alla fine di ogni mese per ottenere i rapporti di ciascuna congregazione o gruppo; altri fratelli venivano personalmente a Buenos Aires a portare i loro rapporti. Dopo la compilazione del rapporto, il servitore di filiale o un altro faceva poi un viaggio in Uruguay per spedire il rapporto a Brooklyn. Potete immaginare quale lavoro era compilare ogni mese il rapporto”.

Il decennio dal 1940 al 1950 era risultato rallegrante, con crescita e innovazioni nella struttura teocratica. Che gioia provarono i fratelli vedendo indicati nel rapporto annuale del 1950 i risultati: 58 congregazioni, 13 pionieri speciali, 61 pionieri regolari e 1.218 proclamatori di congregazione! A causa della difficoltà d’importare letteratura, furono distribuiti solo 60.870 libri e opuscoli, ma avevano fatto 112.693 visite ulteriori e tenuto 973 studi biblici a domicilio. L’opera con le riviste era stata fruttuosa e avevano ottenuto 3.495 nuovi abbonamenti e distribuito 153.320 singole copie delle riviste. Quell’anno alla Commemorazione ci furono 1.747 presenti; e durante l’anno si erano tenuti 979 discorsi pubblici.

La prima preoccupazione dei fratelli fu: l’opera sarebbe continuata a fiorire sotto il bando? Una cosa a nostro favore era che nonostante lavorassimo in condizioni di restrizione, le riviste e l’altra letteratura venivano nel paese per posta alle case di diversi fratelli. Chiediamo al fratello Hughes come si faceva l’opera con il bando. “Rimane un fatto notevole: il bando ufficiale contro l’opera diede luogo alla più grande benedizione per l’espansione dell’opera. I piccoli gruppi, o centri di servizio, fiorirono e si rafforzarono e questo pose la base per la formazione di tante successive congregazioni”.

La Società vide il bisogno che i servitori di circoscrizione facessero più visite a tutte le congregazioni del paese, allo scopo di istruire i fratelli sul modo di compiere l’opera. Il fratello Eisenhower, che faceva il servitore di circoscrizione nella parte settentrionale del paese dal 1949 in poi, parla della sua visita alla congregazione di Rosario. Qui fu dimostrato come si poteva fare la predicazione senza presentare la rivista Torre di Guardia o la letteratura della Società. Il fratello Eisenhower e sua moglie andavano di casa in casa con i singoli proclamatori. Usavano solo la Bibbia, leggendo tre o quattro versetti biblici in forma di sermone. Ai servitori della congregazione e ad altri proclamatori si mostrava come questo doveva farsi ed essi, a loro volta, potevano insegnare ad altri. Il fratello Eisenhower ci narra che “quando trovavamo persone desiderose di conoscere maggiormente Dio e il Suo regno e il nuovo sistema di cose, prendevamo il loro nome e indirizzo e disponevamo di tornare a portare loro letteratura biblica e iniziare nello stesso tempo uno studio biblico”. In sole due settimane di tempo il fratello Eisenhower percorse la sua circoscrizione, visitando tutte le congregazioni. Egli riferisce che i fratelli erano molto entusiasti di questo modo di annunciare la buona notizia del Regno.

Le adunanze si tenevano in gruppi di sei, otto, dieci o dodici persone. Il servitore di circoscrizione visitava questi gruppi, trascorrendo tre giorni in ciascuno: Domenica, lunedì e martedì in un gruppo; dal giovedì al sabato in un altro. In tal modo faceva il suo discorso di servizio in ciascun gruppo e, dov’era possibile, pronunciava anche un discorso pubblico. L’opera progrediva e si organizzavano gruppi nuovi e più grandi.

Nel gennaio del 1951, il fratello Rogelio Del Pino, con sua moglie Dora, fu assegnato all’opera di circoscrizione. Il fratello Del Pino ricorda le loro visite alle diverse congregazioni nella capitale federale e nelle zone circonvicine: “Era un’opera interessante e veniva compiuta con saggezza e coraggio. Benché non subissimo un’ardente persecuzione, ciò nondimeno c’era il bando contro di noi e non avevamo completa libertà. Eravamo sempre consapevoli di questo fatto che ci guidava nella nostra attività e nei nostri trasferimenti. La filiale ci dava accurati consigli e suggerimenti che, quando erano fedelmente seguiti, ci impedivano di metterci in più grave difficoltà e continuavano a mantenere l’opera attiva e animata. Quando venne una maggiore libertà, ne uscimmo ben organizzati e l’opera non ne aveva sofferto in alcun notevole grado. Era stata esercitata cautela, ma le ‘pecore’ non erano mai state abbandonate. La filiale ci aveva sempre provvisto le ultime istruzioni e il servitore di circoscrizione faceva la sua opera visitando e pascendo le congregazioni nello stesso modo in cui la fa oggi. Una sola cosa era diversa: i luoghi dove si tenevano queste adunanze. Era una piccola stanza di soggiorno, una sala da pranzo o una cucina, non avevamo mai sufficienti posti per sedere, benché sedessimo su letti o tavole o su una macchina da cucire. Grande era la responsabilità dei conduttori di questi gruppi”.

Sulla responsabilità di condurre un tale gruppo, il fratello Fernando Fanin, che accettò la verità a Córdoba nel 1947, ce ne dà una diretta visione: “In questi piccoli gruppi si poteva prestare attenzione personale ai fratelli e agli interessati in grado maggiore che non in una grande congregazione. Questa cura e continua associazione dava luogo a uno spirito familiare fra noi e questo incoraggiava la crescita spirituale. Per giunta, noi che eravamo assegnati a badare a questi gruppi avevamo l’opportunità di crescere spiritualmente poiché avevamo la responsabilità di condurre le adunanze e di compiere l’opera di ciascun servitore, come se fossimo stati sorveglianti di una congregazione. Tenevamo lo studio Torre di Guardia, agivamo da servitore della scuola e tenevamo l’adunanza di servizio”. Possiamo capire come questi gruppetti erano strettamente uniti insieme per lo zelante progresso dell’opera.

Dato che era impossibile riunirsi in adunanze più grandi, come in assemblee di circoscrizione e di distretto, erano organizzate piccole adunanze in campagna, spesso nei boschi. Il fratello Eisenhower narra come i servitori di congregazione, gli assistenti servitori di congregazione e i servitori degli studi biblici, insieme ai conduttori degli studi di libro, erano invitati a queste assemblee di un giorno. “Era come una merenda all’aperto o una riunione familiare, e risultavano molto utili e stimolanti perché i fratelli continuassero a promuovere l’opera nel paese”.

Helen Wilson, una delle missionarie che in quegli anni faceva servizio a Buenos Aires, narra la sua gioia: “La mia compagna, Helen Nichols, e io fummo invitate a essere a una di queste assemblee di un giorno, giacché eravamo temporanee conduttrici di studio. Che gioia provammo! Fu molto incoraggiante conoscere fratelli diversi da quelli del nostro piccolo gruppo. Molte volte non apprezziamo tanto le assemblee quando sono libere e all’aperto. La disposizione della mensa era diversa da quella di qualsiasi assemblea a cui avevo assistito: il pasto consisteva di un agnello intero infilato su pali ad angolo e arrostito sui carboni accesi. Quando l’asado era pronto, ci riunivamo tutti intorno, servendoci ciascuno alla stessa tavola per tagliare la carne e dagli stessi grandi vassoi d’insalata, avendo tutto in comune”.

Anche in queste piccole adunanze, si incontravano a volte difficoltà. A Córdoba fu predisposta un’adunanza nel podere di un fratello. La polizia lo scoprì e venne e sciolse l’adunanza, portando i fratelli Natalio Dessilani, Ermelindo Goffi e Charles Eisenhower al locale comando di polizia e trattenendoli per ventiquattro ore. Dopo ciò furono rilasciati e avvertiti di non tenere più adunanze illegali.

A volte sorge il problema di come i più nuovi e immaturi possano accettare il messaggio e cominciare a predicarlo, sapendo che c’era la possibilità d’essere detenuti dalla polizia. Ciò nondimeno, quasi tutti quelli che si associarono furono coraggiosi nel servizio e non furono affatto spaventati da ciò che poteva accadere loro. Un giovane proclamatore disse che aveva accettato il messaggio del Regno perché sapeva di dover lottare. Col passar del tempo questo fratello, Amado Ceirano, divenne pioniere, poi servitore di circoscrizione e servitore di distretto. Il fratello Fanin narra che condusse per la prima volta di porta in porta una nuova interessata: “Andammo a una casa dove abitava un parlamentare del partito al governo. Egli ascoltò e ci invitò a entrare. Fui felice perché pensai che forse era interessato. Ma una volta entrati dentro egli disse che dovevamo prepararci ad andare in prigione perché egli aveva preparato un progetto di legge da presentare al Congresso mediante cui i testimoni di Geova sarebbero stati sterminati e che tale proposta sarebbe stata presto approvata. Detto ciò cercò di telefonare alla polizia, mentre io gli leggevo Daniele 2:44 e Salmo 2. Siccome era molto sconvolto non formò il numero giusto e così non poté comunicare con la polizia. Dopo aver letto i versetti, dissi alla proclamatrice: ‘Usciamo di qui!’ Come avrebbe reagito a tutto ciò la mia giovane compagna? Fui molto sorpreso di vedere che, arrivati alla porta successiva, andò avanti imperterrita e suonò il campanello, niente affatto intimorita. Subito dopo ciò Myriam Ossman dedicò la propria vita a Geova ed entrò nelle file dei proclamatori in servizio continuo”.

L’ARGENTINA TIENE UN’ASSEMBLEA NAZIONALE

Queste erano le condizioni nelle quali lavoravano i fratelli in Argentina al tempo della seguente visita del fratello Knorr, nel dicembre del 1953. Mentre egli sorvolava la catena delle Ande da Santiago, nel Cile, a Mendoza, in Argentina, molti amici di Mendoza erano già al luogo dell’assemblea. Di lì potevano vedere l’aereo proveniente dal Cile scendere dalla cima delle Ande e scomparire alla vista verso l’aeroporto di Mendoza. Il fratello Eisenhower, ora servitore di filiale, e sua moglie accolsero il fratello Knorr e insieme fecero il viaggio fino al frutteto della famiglia Giandinotto. C’era ancora tempo prima del discorso in programma, quindi il fratello Giandinotto invitò il fratello Knorr e alcuni altri al frutteto dei ciliegi, dove aveva riservato un intero ramo pieno zeppo di grosse ciliege rosse e gialle. Circondati da viti e alberi da frutta, quale luogo ideale per il discorso del fratello Knorr! Dopo il discorso fecero una piacevole colazione che includeva olive mature e verdi e frutta in abbondanza, tutta coltivata in questo luogo del fratello. Quindi ci fu il viaggio di ritorno in città, dove la notte fu trascorsa nella casa dei Seegelken; in questo stesso tempo, due figli dei Seegelken, German e Mary, erano studenti nella ventiduesima classe di Galaad.

Se il primo giorno di questo giro fu bello e memorabile, i giorni che seguirono non lo furono di meno. La Torre di Guardia ce ne fa un diretto racconto: “Dopo una notte di riposo, essendosi svegliato alle 5 del mattino, un gruppo di cinque persone era pronto per andare in tassì a un’altra assemblea 178 chilometri a nord di Mendoza lungo le pendici della cordigliera, San Juan. Il gruppo attraversò la città e si diresse verso i monti, giungendo in una stretta valle con torreggianti rocce dentellate da ambo i lati della strada. Lì, appena dietro questa prima fila di monti, dai piedi dei monti le ascendenti spire di fumo indicavano il luogo predisposto per la colazione all’aperto. Un ruscello la cui acqua scorreva veloce nelle vicinanze emetteva un piacevole gorgoglìo di benvenuto a tutti. . . . e la folla che arrivava cominciò a salutarsi a vicenda con calorose strette di mano. In un attimo il gruppo si era riunito vicino a uno spiazzo accanto al ruscello e il discorso ebbe inizio, mentre gli alberi provvedevano un riparo per la folla di 135 fratelli. Mezzogiorno era passato da un bel po’ quando l’adunanza fu chiusa con preghiera. Era tempo di mangiare e l’asado fu subito servito.

“Carboni accesi e manzo sfrigolante, che aroma! Questo è tipico dell’Argentina e i gauchos vivono di questo cibo. Chiunque potrebbe viverci! . . . l’asador grida: ‘Está lista’ (‘È pronto’). Significa che ci sono pochi minuti da perdere, poiché la carne è al punto giusto per mangiarla.

“Con le forchette i grossi pezzi di carne erano portati qualche passo più in là alla ‘tavola’ di metallo dal piano ben pulito. Non vi preoccupate dei piatti! . . . è assai squisito ed è più divertente mangiare l’asado con le dita, come fanno gli Argentini. C’è una sola forchetta per tutti nel grande vassoio di stagno che contiene un miscuglio d’insalata di cipolle, lattuga e pomodori. È una combinazione meravigliosa con la carne”.

Ora il ritorno a Mendoza, dopo un saluto personale a tutti. La mattina dopo i tre viaggiatori si alzarono presto, il fratello Knorr e il fratello e la sorella Eisenhower, perché dovevano prendere il volo per Córdoba, una distanza di 700 chilometri. Era stato disposto che il fratello Martín Barrena di Buenos Aires li incontrasse a questo punto e li portasse in auto da un luogo all’altro per il resto del loro lungo giro. A Córdoba i fratelli delle quattro congregazioni avevano disposto di tenere un’adunanza fuori città nel podere della famiglia Goffi. Due ore e mezza furono trascorse dando consigli. Non c’erano posti da sedere, quindi tutti stettero in piedi. Successivamente, quei fratelli fecero molte domande e alcuni che sapevano un po’ di inglese poterono conversare con il fratello Knorr. I fratelli erano riluttanti a lasciare andare i visitatori, ma infine si dissero addio e l’auto partì per il viaggio di tre ore fino a San Francisco.

Mentre l’auto si avvicinava al luogo di adunanza, tutto era molto quieto e solo un fratello era seduto sul marciapiede in attesa dell’arrivo dei visitatori per mostrare loro il luogo di adunanza. Dentro circa trentacinque attendevano per udire il fratello Knorr. Quella sera i viaggiatori dormirono a Santa Fe; la mattina dopo attraversarono su una lancia il fiume Paraná, quindi direttamente al luogo di adunanza. Tornati più tardi a Santa Fe, il fratello Knorr visitò quattro gruppi in quella città, il che significò una rapida corsa da un luogo all’altro. Quindi da Santa Fe a Rosario, dove un gruppo fu visitato nelle ore serali. Il giorno dopo, furono visitati altri quattro gruppi a Rosario.

Dopo mezzogiorno, il gruppo si diresse in auto verso Ciudad Evita (Cañada de Gómez). Qui si trovò il servitore di congregazione, com’era avvenuto lungo tutto il percorso, così che poté indirizzare i visitatori al luogo di adunanza. Questa volta era a circa sei chilometri dalla città nel podere di un fratello. Erano presenti tre congregazioni e i fratelli ne avevano veramente fatto una scampagnata. Quando fu avvistata l’auto, i fratelli furono informati. Allorché i visitatori arrivarono, tutti erano seduti dietro la casa dove era stato eretto un podio ed era stata appesa la scrittura dell’anno. Dappertutto c’erano mazzi di fiori. Il fratello Knorr commentò che “tutti questi fratelli lungo il percorso in ogni parte del paese erano venuti da grandi distanze e si erano assentati dal lavoro nel mezzo della settimana solo per riunirsi coi loro fratelli della stessa preziosa fede e ricevere parole buone da un servitore di Geova. È difficile mettere per iscritto esattamente come si sentivano e come si sentiva il fratello Knorr. Ma l’amore si esprime. Qui l’amore era all’opera”. Benché non ci fosse tempo per mangiare con i fratelli, ai visitatori fu data una grossa torta e un pollo arrosto da portare con sé. Mentre partivano, i fratelli locali cantavano cantici teocratici con l’accompagnamento di una fisarmonica.

La Torre di Guardia descrive la fermata successiva, a Bell Ville, nella casa di una sorella alla periferia della città. “. . . avevano preparato un posto accanto alla casa. Dove gli alberi e gli arbusti non coprivano sufficientemente, erano state appese coperte e pezze di stoffa, per non richiamare l’attenzione dei passanti. C’erano settantacinque persone di tre congregazioni”.

All’1,40 della notte il gruppo arrivò a destinazione, Río Cuarto. Alle 9 era in programma il discorso in un posto isolato in un piccolo podere. Il fratello Knorr pronunciò un discorso molto severo ed enfatico sul servizio. Circa trenta proclamatori e quattro pionieri di questa congregazione avevano causato divisione tra i fratelli e non riconoscevano l’attuale congregazione pur venendo a chiedere letteratura e territorio. Il fratello Knorr rispose alle domande sulla corretta procedura per disassociare quelli che causavano divisione. Fu sorprendente vedere com’era organizzato questo gruppo, così che gli infedeli non trovarono il luogo di adunanza. Il servitore di congregazione aveva indicato loro un certo luogo alla periferia della città dove un fratello attendeva e lì avrebbe detto loro il luogo esatto. In tal modo le persone indesiderate non poterono infiltrarsi.

Non c’era tempo da perdere, così che i fratelli portarono con sé frutta per il percorso di sei ore fino a Pergamino, dove due gruppi si erano adunati per il discorso del fratello Knorr. Quindi proseguirono verso l’ultima sosta prima di Buenos Aires, la città di Salto. Lì i fratelli avevano scritto in anticipo chiedendo ai viaggiatori di rimanere per il pranzo dopo il discorso del fratello Knorr. Quindi all’arrivo i visitatori scorsero due agnelli che arrostivano su spiedi di ferro inclinati. Ci vollero tre ore per questa lenta cottura. Il fratello Knorr servì il banchetto spirituale di oltre un’ora e poi furono imbandite le tavole. I fratelli espressero la loro gioia perché non era piovuto, poiché se fosse piovuto a dirotto sarebbe stato impossibile viaggiare nella strada fangosa. Partiti i fratelli, venne un nubifragio!

Il fratello Knorr e il fratello e la sorella Eisenhower, insieme al loro autista, il fratello Barrena, arrivarono a Buenos Aires alle due del mattino. In tutti questi giorni di viaggio — circa 2.400 chilometri — avevano seguìto un programma molto intenso, visitando, in tutto, diciannove gruppi e parlando a 1.232 persone in soli sei giorni. Come apprezzarono il loro privilegio di servizio e il modo in cui i fratelli avevano adempiuto fedelmente le istruzioni! E apprezzarono l’eccellente servizio reso dal fratello Barrena, che li aveva portati con la sua auto.

Quando il fratello Knorr entrò in Argentina dall’occidente, il fratello Milton Henschel scese dal settentrione, dal Paraguay. A Buenos Aires prese il suo compagno di viaggio, il fratello Hughes, e insieme percorsero in volo oltre 1.000 chilometri fino a Neuquén a sud, al di sotto del 38° parallelo nella ricca valle di Río Negro piena di frutteti. Qui, nel podere di un fratello, si riunirono circa 115 amici di quattro congregazioni della zona. Per questi fratelli quasi isolati questo fu il più grande avvenimento della loro storia.

Direttamente a est di Neuquén sulla costa atlantica è la città di Bahía Blanca e il treno locale si ferma a ogni città lungo il percorso nel suo viaggio di un giorno. In molte di queste città i fratelli attendevano i viaggiatori per salutarli. La mattina dopo il fratello Henschel parlò a due gruppi di Bahía Blanca. Un fratello locale che possedeva un’auto offrì i suoi servizi e cominciò così un viaggio in auto di 1.245 chilometri. Viaggiando verso il settentrione lungo la costa atlantica, la successiva fermata fu il famoso luogo di villeggiatura sul mare, Mar del Plata. A causa della partenza ritardata da Bahía Blanca, i fratelli si chiedevano se il gruppo di Mar del Plata li attendeva ancora. Li attendevano e dopo le 22 furono ricompensati con il tanto atteso discorso dello speciale rappresentante dell’organizzazione di Geova.

All’alba del giorno dopo, i nostri fratelli visitarono Balcarce dove ventidue fratelli si riunirono in una casa colonica vicino alla città. Il successivo luogo dell’itinerario fu Tandil, dov’era stata formata una piccola congregazione da un fratello pioniere. In una casetta ai margini della città, circa trentatré persone convennero per il discorso. A tarda sera i fratelli viaggiatori arrivarono a Buenos Aires.

Venne poi la volta di visitare le congregazioni intorno alla capitale federale: Eva Perón (ora La Plata; molte città furono rinominate durante il regime di Perón, per riprendere i nomi precedenti dopo la rivoluzione del 1955), Berisso, Ensenada e Bernal. Il 25 dicembre, il fratello Knorr e il fratello Henschel erano a Buenos Aires. Per quel giorno non era in programma nessuna adunanza di congregazione, ma la sera tutti i diplomati di Galaad in Buenos Aires si riunirono nella casa missionaria per una cena e una conversazione.

A cominciare dal giorno dopo, tre giorni furono dedicati per visitare i gruppi di Buenos Aires. Ciascun gruppo ebbe un programma di due ore intere: prima, il fratello Knorr, col suo interprete, parlò per circa quaranta minuti; avendo terminato, presentò il fratello Henschel, che lesse in spagnolo un discorso di quaranta minuti; quindi fu presentato il fratello Hughes ed egli tenne un discorso in spagnolo sull’organizzazione teocratica. Era stato fatto un programma molto accurato ed esso fu svolto con la precisione di un orologio. Quando i fratelli arrivavano in un appartamento o in una casetta ai margini della città, o entravano in un cortile, o in una cucina, o in una stanza di soggiorno, tutti erano seduti, in ansiosa attesa con i visi sorridenti. Come desideravano applaudire, ma non osavano attirare l’attenzione sul loro luogo di adunanza! Un giorno si tennero nove di tali adunanze di due ore e il giorno dopo, la domenica, furono visitati undici gruppi.

In questa visita all’Argentina, il fratello Knorr si rivolse a un totale di 43 gruppi, con 2.053 presenti. Il fratello Henschel aveva parlato agli stessi gruppi a Buenos Aires, nonché a 13 altre congregazioni nel meridione e in occidente, con 452 presenti, portando la somma totale a 2.505 persone per questa disposizione di assemblee di specie molto diversa. Non senza ragione La Torre di Guardia (inglese) del 1° maggio 1954 intitolò il suo racconto dei viaggi del fratello Knorr “Tenuta in Argentina un’Assemblea Nazionale del Nuovo Mondo”!

I SERVITORI DI CIRCOSCRIZIONE CONTRIBUISCONO ALL’ESPANSIONE

L’opera di circoscrizione continuò a contribuire splendidamente all’accresciuta attività delle congregazioni e dei gruppi isolati. Il fratello Del Pino descrive vivamente gli ostacoli e le gioie di questo servizio: “Il nostro lavoro con i fratelli non era sempre quello di spiegare il significato di qualche profezia biblica e del suo adempimento, a volte riguardava molti aspetti della vita quotidiana, mettere ordine nella vita familiare, i figli e un ‘gabinetto’ decente. Si trattava di organizzare gli schedari della congregazione, spiegandone l’uso, solo per tornare un anno dopo circa e trovare che non era stato fatto nulla. Quindi cominciavamo tutto da capo. La stessa cosa avveniva riguardo al servizio di campo e alle adunanze; la cosa importante era di non scoraggiarsi e di usare ciò che era disponibile, a portata di mano. Quanta gioia proviamo oggi osservando questi stessi fratelli che occupano incarichi di servitori e hanno molta responsabilità nell’organizzazione di Dio e l’assolvono con capacità e apprezzamento!

“Quando visitavamo piccoli gruppi isolati e congregazioni con pochi proclamatori e luoghi dove l’opera era ben conosciuta, prendevamo disposizioni per visitare altre colonie vicine. Questo significava alzarsi presto la mattina, talvolta alle 3, per aspettare un piccolo autobus che passava solo a quell’ora mattutina e tornare al tramonto. Durante la stagione fredda rabbrividivamo tutti. Arrivati a destinazione verso le 5, scendevamo dall’autobus prima di arrivare in città perché la polizia controllava i passeggeri alla fermata e faceva domande a quelli che non erano conosciuti nella comunità. Ricordavamo che l’opera era proscritta. Appena i galli cominciavano a cantare e vedevamo un po’ di movimento di persone, o si accendevano le luci, cominciavamo di buon’ora a visitare le case con la buona notizia del Regno. Lavoravamo sempre la parte rurale fino a mezzogiorno, arrivando al centro intorno al comando di polizia mentre stavano a mangiare. Ci fermavamo per un po’, mangiavamo i panini imbottiti che avevamo portati e poi continuavamo finché passava l’autobus per il viaggio di ritorno a casa.

“L’attività della circoscrizione nella provincia di Chaco vi farà pure conoscere ciò che comportava la nostra opera di fare discepoli. Il caldo intenso, la mancanza di mezzi di trasporto in quegli anni, la penuria d’acqua molte volte e i nuvoli di polvere sulle strade rendevano le visite difficili e faticose. Molte volte dovevamo usare le biciclette per percorrere lunghe, faticose distanze e siccome la maggioranza dei fratelli erano più giovani e più abituati ad andare in bicicletta ci era difficile tenerci al passo con loro in quelle strade e in quei sentieri tortuosi. Molte volte tornavamo la sera per stretti sentieri coperti da erbacce e spini e se ci si scostava solo un poco dalla stretta pista si finiva con gli abiti strappati e ferite sulla pelle. Arrivati a casa, trovavamo graffi in tutto il corpo. Oggi ricordiamo quei giorni e come Geova ha benedetto i suoi zelanti servitori. Oggi a Chaco, lungo quelle strade e quelle vie traverse, ci sono gruppi e congregazioni che lodano Geova.

“Un altro interessante aspetto dell’opera nella provincia di Chaco era quello di pronunciare conferenze pubbliche nei campi dei legnaioli, da non confondere con i campi dei tagliaboschi dell’America Settentrionale. Questi campi sono situati al centro di luoghi simili alla giungla e sono composti di precarie baracche e capanne dove abitano i taglialegna. Alcuni erigono modeste tende o legano un’amaca e vivono così. Visitavamo questi campi per invitarli a una gratuita conferenza biblica per un certo giorno e ora, e, naturalmente, era sempre dopo le ore di lavoro, al cadere della notte. Questo dava loro il tempo di tornare dal lavoro, pulirsi un po’ e bere alcuni mate (yerba mate, bevanda nazionale dell’Argentina). Il viaggio dalla casa del fratello dove stavamo era un’altra esperienza: prendevamo una lanterna a cherosene per l’adunanza della sera e, a volte in fila indiana, attraversavamo i reticolati di filo spinato che dividevano gli appezzamenti di terreno e di rado qualcuno di noi tornò senza scalfitture da questa avventura, le nostre camicie e i nostri corpi indicavano che eravamo passati vicino al filo spinato. Ma questo non era il solo ostacolo. A quest’ora del pomeriggio i serpenti uscivano e si stendevano pigramente lungo la strada; fare lo sbaglio di calpestarne uno poteva essere mortale. Il nostro arrivo al luogo di adunanza era singolare: qui non c’era nessuna cerimonia, solo alcuni saluti, alcune strette di mano con quelle mani consumate dal tempo e dal lavoro, quindi si cercava un albero a cui appendere la lanterna. Non c’era nessun podio per l’oratore o palco o ventilatore elettrico. Ciascuno sedeva dove voleva, a terra o accovacciato, o su una cassa o appoggiato a un albero. Una volta feci lo sbaglio di stare sotto la lanterna a cherosene per avere migliore luce: fui visitato da centinaia di insetti interessati non a me, ma alla luce. Era meraviglioso osservare che mentre parlavamo quelle facce, abbronzate come il cuoio dal sole e dagli elementi e che riflettevano un’indicibile fatica, potevano ancora fare un sorriso di felicità apprendendo la promessa del Nuovo Ordine di cose. Finito il discorso, e dopo aver salutato di nuovo tutti, tornavamo a casa sotto un cielo stellato, sentendoci gioiosi per aver preso parte all’adempimento del comando di Gesù: ‘Andate e fate discepoli’.

“La provincia di Misiones pure era una sfida per il servitore di circoscrizione. Quando mia moglie, Dora, e io la visitammo, c’erano poche strade e ancor meno mezzi di trasporto. Di frequente viaggiavamo in piccoli ma veloci autobus che facevano servizio in questa zona; andavano giù per la discesa e quindi sbuffavano su per la salita della successiva collina per scendere di nuovo al seguente declivio. Eravamo sorpresi da un improvviso temporale, rovesci di pioggia che venivano giù a torrenti rendendo la visibilità impossibile e spostando il piccolo autobus da una parte all’altra della strada sdrucciolevole; solo l’esperienza del guidatore impediva gravi incidenti. All’improvviso l’autobus si arrestava sul ciglio di un precipizio e si udiva l’inequivocabile ordine: ‘Tutti gli uomini possono scendere e spingere!’ Non vi si chiedeva se eravate vestiti per l’occasione. Subito i passeggeri si toglievano le scarpe, si rimboccavano i pantaloni e spingevano con tutte le loro forze, mentre donne, bambini e bagaglio rimanevano sulla vettura. Sì, anche il servitore di circoscrizione spingeva con gli altri. Arrivato alla sua destinazione egli non era molto pulito, ma in questa parte del paese il fango rosso è molto familiare; fa parte della loro vita così che non badano alle sue macchie. Era consolante pensare che noi stessi siamo della medesima materia, di terra”.

Nel settentrione della provincia di Misiones c’è un’intricata giungla vergine, ma vi è anche la vita umana e queste persone devono essere visitate col messaggio del Regno. Il fratello Del Pino narra che il 25 maggio visitò questa zona e la congregazione: “I fratelli vi abitano in campagna e solo a breve distanza dall’inizio della giungla stessa, ed è come una terra di nessuno. Quelli che fuggono dalla persecuzione politica e altri che per loro proprie ragioni vogliono fuggire via dal Paraguay e dal Brasile vengono a nascondersi qui. Si tratta solo di andare nella giungla, di abbattere alcuni alberi, fare uno spiazzo e costruire un riparo primitivo. Un Paraguayano insieme a sua moglie e a tre bambini era andato a vivere lì e con l’aiuto dei fratelli era ora un proclamatore del Regno. La mia visita nella zona aveva uno speciale scopo, dovevo fare un discorso sul battesimo e poi immergere questo nuovo proclamatore. La conoscenza della verità intorno ai propositi di Dio non era giunta facilmente a questo fratello. Sin dalla prima visita che i fratelli gli avevano fatta, egli aveva disposto di frequentare le adunanze di congregazione; questo significava attraversare l’oscura giungla, nonostante l’inclemenza degli elementi e affrontare il pericolo di animali selvaggi e serpenti.

“La circoscrizione meridionale presentava altre esperienze e un diverso panorama. Come nel Settentrione le distanze sono grandi e i viaggi faticosi. Spesso il viaggio in ferrovia di oltre ventotto ore da Buenos Aires alla fine della linea, San Antonio del Oeste, non è che il principio. C’è poi un’attesa per trasferirsi in piccoli autobus per il lungo viaggio attraverso l’arido deserto, nella Patagonia. Ma il suono del messaggio del Regno viene udito attraverso la Patagonia e quelli simili a pecore odono la voce dell’eccellente Pastore; nella città di Comodoro Rivadavia, dove alcuni anni fa c’erano cinque proclamatori, ci sono ora due forti congregazioni con oltre 150 proclamatori ed essi hanno costruito un’eccellente, spaziosa Sala del Regno”.

Nell’anno 1953, i servitori di circoscrizione argentini percorsero un totale di 33.261 chilometri, o circa 20.672 miglia. Tale amorevole attenzione e sacrificio personale da parte dei servitori di circoscrizione e delle loro mogli era grandemente apprezzato dai fratelli e contribuì molto a unire gli sforzi compiuti e a stimolare l’espansione. Per i fratelli che abitavano in congregazioni e lontani gruppi isolati, la visita del servitore di circoscrizione ogni quattro mesi li rassicurava dell’interesse che la Società aveva in loro e nell’opera da essi compiuta e manteneva i proclamatori aggiornati sul modo più efficace di predicare la buona notizia del Regno.

SI FORMANO LE CONGREGAZIONI

Nell’estrema provincia nordoccidentale di Salta, il fratello Argyrós era passato verso la fine degli anni trenta e il gruppo in autobus di Córdoba vi aveva testimoniato di nuovo negli anni quaranta. Il fratello Eisenhower visitò Salta come servitore di circoscrizione nel 1950. La prima residente locale, la sorella Louisa Anachurí, fu battezzata nel 1955. Nel 1957 oltre venti persone assistevano alle adunanze.

Circa 330 chilometri a sud di Salta, ai piedi delle verdeggianti colline ricche di vegetazione e circondate da campi di canna da zucchero, sorge Tucumán. Era stata distribuita letteratura nella zona dal fratello Argyrós e dal gruppo di Córdoba diretto dal fratello Menazzi. Nel 1947 la sorella Lunkenheimer, con i suoi due figli, Hatto e Ortwin, venne a Tucumán da La Plata, in Buenos Aires. Fu iniziato uno studio nella casa di María Ester Aldazabal e di sua madre e queste due furono le prime residenti locali a essere battezzate. La vera organizzazione della congregazione di Tucumán si ebbe con l’arrivo del fratello e della sorella Reindl nel 1954. In quel tempo c’erano solo otto proclamatori. Il fratello Reindl ne ricorda specialmente due: “Una coppia di Tedeschi, i Kaselowskis, erano andati ad abitare vicino a un figlio sposato, non Testimone, a Tucumán. Erano i genitori di un ragazzo che aveva mantenuto la sua integrità fino alla morte sotto il regime di Hitler e io ebbi il piacere di leggere la lettera che egli aveva mandato ai suoi genitori prima d’essere ucciso, lettera nella quale diceva loro che quando l’avessero ricevuta egli sarebbe stato morto, ma che non dovevano addolorarsi, poiché ‘Mamma e papà, saremo di nuovo insieme!’ Benché non parlasse molto lo spagnolo, questa fedele coppia testimoniava e distribuiva molta letteratura mentre abitava nella zona”. La prima assemblea di circoscrizione fu tenuta a Tucumán nel 1957; una settantina di persone assisterono da tutte le province nordoccidentali. Oggi solo una delle due unità di Tucumán ha tanti proclamatori.

Lasciato il verde di Tucumán, la strada continua a sud attraverso l’arida regione desertica che caratterizza Santiago del Estero. Anche qui l’opera di predicazione del fratello Argyrós e del fratello Menazzi e del suo gruppo aveva sparso il seme. Ma nel 1954, con l’assegnazione del fratello Fernando Fanin e sua moglie come pionieri speciali a Santiago del Estero, iniziò la vera organizzazione. Il fratello Fanin descrive ciò che essi trovarono e anche le sue impressioni: “C’era un piccolo gruppo che si riuniva con un fratello (Demetrio Cevilán) il quale si era associato con i fratelli di Rosario, a Santa Fe. In tutto, eravamo circa cinque o sei che ci riunivamo. Oltre a conoscere persone molto ospitali, trovavamo in estate un caldo estremamente intenso. Mia moglie e io predicavamo alle persone sedute sulla soglia di casa già alle 7 del mattino, mentre altri membri della famiglia dormivano ancora nel cortile, con le stuoie poste direttamente per terra. Alle 10 andavamo a casa per preparare il pranzo. In seguito a una lunga siesta cominciavamo la nostra attività pomeridiana dopo le 16, restando fuori sino alle 21 o alle 22. Il principale problema da superare in questo territorio non era di distribuire letteratura né di trovare persone interessate che desideravano studiare. Il problema era di far abbandonare alle persone interessate sia le loro tradizioni religiose, miste a usanze folcloristiche e rituali, che le loro pratiche immorali, per progredire verso la maturità”.

Zelanti proclamatori e pionieri continuarono la loro attività di predicazione in parti remote e inaccessibili del paese. Uno di tali proclamatori fu Rosendo Ojeda, che udì per la prima volta il messaggio del Regno nel 1951 quando il fratello Eisenhower visitò la loro casa. Egli ci narra come testimoniava negli anni cinquanta: “Immaginate di venire con me in un viaggio che dovevo fare in molte occasioni. Siamo a General San Martín, in Chaco, precedentemente chiamata El Zapallar, e dobbiamo andare in bicicletta al Chilometro 213, nella provincia di Formosa, una distanza di circa sessanta chilometri. Preparatevi a fare alcuni di questi chilometri a piedi e ricordate che durante la maggior parte del tragitto non incontreremo veicoli di nessuna specie, nemmeno di quelli trainati da cavalli, poiché alcune zone sono allagate con l’acqua che arriva a un livello superiore ai pali ai lati della strada. Questo deve attribuirsi alle continue piogge e allo straripamento del Río Colorado. In alcuni luoghi potete camminare solo con l’acqua fin sotto le ascelle. Arrivati in questi luoghi, prima li attraversiamo con le nostre biciclette, portandole sopra la testa. Dopo averle depositate in un posto asciutto, torniamo a prendere le scatole di letteratura e gli abiti, per il fatto che portiamo con noi provviste per una settimana. È vero che in queste circostanze il corpo si stanca fisicamente e talvolta non vi sentite di continuare. Ma nessuno può negare che profondamente dentro di voi, nella vostra mente e nel vostro cuore, c’è uno strano, ma meraviglioso, sentimento di felicità e di gioia ristoratrice. E da dove viene questo sentimento? Dal fango che vi si attacca come la colla così che potete camminate a fatica? Dallo scottante calore che a 40° centigradi vi dardeggia dal di sopra? O può darsi che venga dalla maestosa scena che vi circonda, gli uccelli e le anitre che passano a stormi, i giganteschi alberi di quebracho e i carrubi che sovrastano dal lato della strada? È vero che tutte queste cose ci fanno meditare con apprezzamento sulle opere di Geova, come dice Paolo in Romani 1:20. Ma, soprattutto, apprezziamo la dinamica energia con cui il nostro Creatore sospinge e sprona i Suoi servitori.

“Finora abbiamo camminato per circa dieci ore in queste condizioni. Guardate, si possono vedere in distanza le prime case del paese. Ora il sole si nasconde dietro l’orizzonte, creando un quadro ancor più bello dinanzi ai nostri occhi. Ma siamo un po’ stanchi, non è vero? Non vi preoccupate, stiamo arrivando alla casa di una persona interessata, il Señor Alejandro Sozoñiuk. E ora? Ci riposeremo? No, non ancora! C’è appena il tempo di fare il bagno e mangiare un boccone, poiché, ricordate, abbiamo un’adunanza fino alle 23. Questa stessa sera un nuovo interessato esclama: ‘Non riesco a crederci! Che qualcuno venisse addirittura da General San Martín a tenere un’adunanza!’ Questa stessa persona la conosciamo ora come fratello Carballo; oggi anch’egli capisce perché un testimone di Geova va in qualsiasi posto se è allo scopo di pascere le ‘pecore’.

“Questo viaggio e molti altri furono ripetuti una volta al mese per un periodo di cinque anni. Ma sorge la domanda: È stato vano? La risposta: un enfatico NO! Oggi, dopo circa quindici anni, c’è una fiorente congregazione con ventisei felici lodatori di Geova. Se voleste visitare questi fratelli, non dovreste più andare con l’acqua fino alle ascelle; ci sono ora strade asfaltate e potete fare il viaggio in auto in un’ora. Il sorvegliante della congregazione è il fratello Sozoñiuk”.

“Era commovente vedere come i fratelli si sforzavano per andare alle adunanze”, scrive un servitore di circoscrizione. “Attraversavano a piedi le isole che più spesso che no erano allagate con l’acqua che arrivava fino alle ginocchia o più sù e dove le alte cime frondose degli alberi si univano nascondendo la maggior parte della luce di giorno e creando di notte una totale oscurità. Arrivati al luogo dell’adunanza, i fratelli si cambiavano gli abiti bagnati con altri asciutti che avevano portati legati in fagotti e trasportati in alto al di sopra dell’acqua. Finita l’adunanza si rimettevano gli abiti bagnati per la camminata di ritorno di parecchi chilometri fino alle loro case. Era assai incoraggiante vedere i nuovi interessati fare la stessa cosa, venendo alle adunanze insieme ai proclamatori. A suo tempo la congregazione ottenne una lancia e un fratello cominciava verso le ore 13 il viaggio per prendere i fratelli nelle diverse isole e condurli all’adunanza che si teneva alle 16. Finita l’adunanza, i fratelli tornavano alle loro case; il fratello finiva il suo servizio di trasporto verso le 23 o le 24”.

La testimonianza nelle isole fu fatta dapprima da un fratello ungherese, Alejandro Beckfy; in seguito si unirono a lui Carlos Ortner e la famiglia di José Schemmel. Nicolás José, figlio di Schemmel, entrò nelle file dei pionieri e successivamente fece servizio come servitore di circoscrizione e di distretto; dopo il corso di dieci mesi a Galaad, il fratello Schemmel e sua moglie, già Mary Seegelken, furono invitati a prestare servizio nella filiale di Buenos Aires.

La menzione delle isole nella zona del delta del fiume Paraná fa ricordare le due occasioni in cui furono mandate provviste — generi alimentari, indumenti, denaro, ecc. — ai nostri fratelli che erano stati vittime dell’alluvione in questa zona e in parti di Chaco, Formosa e Corrientes. Così abbondante fu la dimostrazione di amore da parte dei fratelli delle congregazioni di Buenos Aires, Rosario e Córdoba che il deposito di letteratura della filiale era ripieno di oggetti offerti e le vittime dell’alluvione informarono la Società di non mandare più niente, giacché i loro bisogni erano stati più che soddisfatti! Una di queste occasioni si ebbe nell’aprile e nel maggio del 1959 quando furono offerti migliaia di chili di generi alimentari e indumenti. In un solo luogo furono mandati 1.260 chili di articoli. I commenti dei fratelli che ricevevano questi soccorsi furono: ‘Che unità!’ ‘Che amore nella Società del Nuovo Ordine!’

Il fratello Ojeda ricorda un’altra occasione ancora in cui si ricevettero soccorsi: “Nel 1965 la città di General San Martín ebbe una difficile prova. Fu colpita da un violento tornado che abbatté molte case ben costruite, lasciando una scìa di distruzione larga circa 200 metri che attraversò diagonalmente la città. La chiesa cattolica subì considerevoli danni, tanto che il santo patrono della città, Sant’Antonio, fu lasciato all’aria aperta. Questo fece chiedere a molti cattolici: ‘Se questo tempio è di Dio, perché ha permesso che accadesse questo?’ Anche la nostra Sala del Regno fu distrutta, poiché era situata nel percorso del tornado. Ma siccome sappiamo che Geova non abita in templi costruiti da mani umane, la vera adorazione di Geova ha continuato come prima del tornado. Subito ricevemmo aiuto dai nostri fratelli di altri luoghi e fu costruita una nuova sala”.

MISSIONARI A BUENOS AIRES

Dall’arrivo dei primi sei missionari esteri nel 1948, si vide nel paese una piccola affluenza di missionari di Galaad negli anni seguenti; alcuni di questi erano ministri in servizio continuo provenienti dall’Argentina, mentre altri vennero da altri paesi. Dapprima la loro opera si concentrò a Buenos Aires, dove si stabilì la prima casa missionaria; in seguito, fu formata una casa missionaria a Rosario.

Mary Seegelken, tornata da Galaad e assegnata a una congregazione di Buenos Aires, narra una delle sue notevoli esperienze: “Ripresi lo studio con una giovane che era stata visitata da Viola Eisenhower. Siccome la famiglia di Sara Bujdud era contraria, andavo nello stabilimento dove lavorava e insieme ci recavamo nella piazza per il nostro studio. Mentre progrediva in conoscenza cambiò lavoro per avere più tempo da studiare e da predicare. Benché fosse maggiorenne, non era libera di fare come voleva, poiché questa è la rigida usanza in molte famiglie arabe. Sara non disse alla famiglia che aveva cambiato lavoro; lavorava mezza giornata e per l’altra parte del giorno era libera di dedicare il tempo al servizio. Per molti mesi portai una cartella in più al nostro luogo di adunanza e poi la riportavo alla casa missionaria quella sera. Perché potesse assistere alle adunanze, a volte dovevo comprare i biglietti del cinema e quando andavo a prendere Sara mostravo alla madre i biglietti. Assistevamo all’adunanza e poi andavamo al cinema! In questo modo Sara ebbe il tempo di rafforzarsi nella fede. Quindi un giorno partì da casa come pioniera speciale. In seguito mi disse che la famiglia pianse come se fosse morta, così grave considerarono il cambiamento dalla religione musulmana alla vera fede cristiana. Sara è pioniera speciale da circa quattordici anni; nel 1957 ella e la sua compagna ebbero il privilegio di lavorare a La Rioja, dove contribuirono a organizzare una congregazione”.

Nel 1954, Sophie Soviak, della seconda classe di Galaad, e Edith Morgan della quarta classe, arrivarono a Buenos Aires, insieme al fratello e alla sorella Eduardo Adamson e al loro bambino Eduardito. Gli Adamson avevano completato il corso di Galaad e tornavano alla loro nativa Argentina. Le sorelle Soviak e Morgan ci raccontano le loro impressioni sulla nuova assegnazione: “Mentre entravamo nell’edificio dell’aerostazione ci sentivamo a casa; l’atmosfera era fredda e silenziosa e le pareti erano coperte di immagini del presidente Perón e di sua moglie, Eva. Avevamo lavorato per parecchi anni nella Repubblica Dominicana sotto la dittatura di Trujillo, così ora comprendevamo che avevamo solo scambiato uno stato poliziesco per un altro. Ma siccome eravamo abituate a lavorare sotto la proscrizione, potevamo levare la testa e affrontare qualunque cosa ci capitasse”.

Queste due missionarie furono assegnate a lavorare con una congregazione nel centro della città e abitavano in un appartamentino della stessa zona. Subito ciascuna fu assegnata a presiedere uno di quei piccoli gruppi per il servizio che funzionavano come piccole congregazioni. La sorella Morgan ricorda volentieri l’opera che faceva col gruppo: “C’erano parecchie sorelle spagnole anziane che aspettavano sempre all’angolo per predicare di porta in porta. Una aveva la vista molto debole, ma riusciva a vedere il numero della casa e lo scriveva quando lasciava letteratura. Un’altra aveva le gambe malate e non poteva salire le scale, ma con l’aiuto delle giovani, lavorammo il territorio e trovammo i meritevoli. Ricordo un pomeriggio d’estate molto caldo. Quando venne l’ora in cui il nostro gruppo doveva incontrarsi, pensai fra me: Di sicuro non verrà nessuno. Ma andai all’angolo solo per assicurarmi. C’erano le tre piccole sorelle anziane che mi aspettavano. Come fu incoraggiante essere con loro e vedere il loro zelo!”

Le sorelle ci dicono che “era interessante lavorare a Buenos Aires fra persone di molte diverse nazionalità e di una classe assai istruita”. Un problema era quello di ottenere il permesso del custode o portiere dei grandi edifici di abitazione. A volte veniva negato l’ingresso, si trattava dunque di aspettare finché egli non era in giro, per lavorare l’edificio. La sorella Soviak ci narra che in una di tali occasioni, quando il portiere non c’era, trovò una donna che mostrò un po’ d’interesse. “Alla visita ulteriore, il portiere mi vide entrare nell’edificio, quindi mi seguì con l’ascensore di servizio. La donna alla quale facevo visita, avendo compreso che se non mi invitava a entrare sarei stata cacciata dall’edificio, quindi mi invitò a entrare, per la sua benedizione. A suo tempo ella e suo marito e due figlie divennero dedicati Testimoni”.

I FILM DELLA SOCIETÀ SUSCITANO INTERESSE

Un altro interessante aspetto che influì molto sul progresso dell’opera in Argentina fu la proiezione del film della Società “La Società del Nuovo Mondo all’opera” e due film successivi. Il fratello Eisenhower e il fratello Adamson commentarono parecchie volte che nell’organizzazione di Geova si imparano molte cose. Così quando il film fu portato nel paese nel 1954, fu acquistato un proiettore e i fratelli Adamson e Eisenhower proiettavano il film a Buenos Aires ogni sera libera della settimana. Venne il tempo che il film fu consegnato al servitore di distretto ed egli lo proiettava alle sue assemblee e nelle congregazioni che visitava durante il suo giro. Il fratello Del Pino narra un’esperienza molto interessante avuta lavorando con il film:

“Andai in treno dalla città di Roque Saenz Peña, in Chaco, a visitare una cittadina dove c’erano parecchi proclamatori e alcuni interessati; il nome del luogo era Pampa del Infierno (Pianura dell’Inferno) e quello che mi accadde prima che ci arrivassi realmente accrebbe il significato del nome. Il treno era appena partito che scoppiò un tremendo temporale con tuoni assordanti. Le prospettive non erano molto incoraggianti: io non ero mai stato lì prima e non c’era una congregazione. Spesso mi ero chiesto che cosa avrei fatto se mi fossi trovato in simili circostanze. Dio aveva una risposta. Andai nel vagone ristorante del treno e un signore tedesco si sedette alla mia tavola. Com’è comprensibile, conversammo, e appresi che quest’uomo era l’amministratore di uno stabilimento che fabbrica il famoso prodotto per la concia del cuoio, l’estratto di quebracho. La piccola colonia che dovevo visitare dipendeva principalmente da questo stabilimento. Quando gli dissi lo scopo della mia visita e il nome della persona che doveva aspettarmi alla stazione ferroviaria al mio arrivo alle 3 del mattino, mi fu detto che molto probabilmente questa persona non sarebbe stata lì ad aspettarmi poiché era un dipendente dello stabilimento e lavorava nel turno di notte. Notando la mia preoccupazione, mi assicurò che non avevo nulla di cui preoccuparmi e che mi avrebbe messo nella stanza degli ospiti dello stabilimento, la stessa stanza occupata dal governatore quando visita questa zona. Così, nonostante il temporale e il fatto che nessuno venne ad accogliermi a quell’ora, fui ospitato molto confortevolmente in una magnifica stanza e un impiegato venne a chiedere se desideravo qualche cosa da bere. Il giorno dopo l’amministratore informò il fratello del mio arrivo e offrì la spaziosa sala dello stabilimento per la proiezione del film. Ordinò anche alla centrale elettrica di mantenere una corrente costante per una migliore proiezione. Una locale agenzia di pubblicità che aveva altoparlanti situati in punti opportuni in tutta la città fece l’annuncio riguardo alla proiezione del film e che sarebbe stato gratis. Ancora una volta si adempirono le parole di Gesù: ‘Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio’”.

Il fratello Eldon Deane, che in data posteriore fece l’opera di distretto, narra la gioia che provò proiettando un film della Società ad Almafuerte, in Misiones: “La nostra opera con i fratelli nel servizio quel giorno significò camminare per tutto il giorno attraverso le ondulate e belle colline, passare per le piantagioni di banani, e per tutto il giorno predicammo solo a otto case, perché le distanze fra le case erano così grandi e perché a ciascuna visita le umili persone ci ascoltavano per venti o trenta minuti. Pensai: Chi verrà questa sera a vedere la proiezione? Certo solo un pugno di persone. Ma quella sera gli abitanti delle campagne vennero da ogni direzione con ogni specie di mezzo di trasporto immaginabile. Ci furono 160 presenti circa, mentre la congregazione locale aveva solo da quindici a venti proclamatori! Durante la proiezione del film facevano tanto rumore che pensai: ‘Povero me! Che gruppo disordinato ho qui!’ Ma subito compresi che molti dell’uditorio non avevano mai visto una nave, edifici alti o grandi aeroplani. Il film fece un’eccellente impressione alla loro mente, mostrando loro com’è fatta l’opera e in quali proporzioni”.

TEMPI DIFFICOLTOSI

Frattanto, cresceva l’agitazione politica, le condizioni erano molto incerte e circolavano voci di una rivoluzione. Nel settembre del 1955, cadde il governo Perón. I servitori di Geova come gruppo mostrarono saggezza e spirito assennato non esponendosi inutilmente a lancio di bombe, scontri nelle vie, ecc. E, come cristiani osservanti della legge, rispettarono le imposizioni del coprifuoco, dell’oscuramento e altre restrizioni. La sorella Helen Nichols abitava nella casa missionaria fuori della zona del centro; ella narra che quando al principio dell’anno cominciarono le difficoltà con l’intenzione di rovesciare il regime, “non potevamo stare fuori la sera per fare visite ulteriori né per tenere studi biblici. Dalla terrazza potevamo udire i combattimenti proprio ai margini della città, circa cinque o dieci isolati lontano. Di giorno, uscivamo per testimoniare e quando vedevo un poliziotto nella via andavo da lui a dirgli perché il nostro gruppo di cinque o sei persone andava di porta in porta. Così egli sapeva che non avevamo niente a che fare con la rivoluzione e non eravamo dunque disturbati.

‘Helen Wilson e io avevamo tutti i documenti in ordine per andare quell’anno all’assemblea di Dallas, nel Texas. Ci fu poi il primo tentativo di rivoluzione e prima del tempo di fare il viaggio dovemmo ottenere un nuovo certificato di buona condotta dalla Polizia Federale per provare che non avevamo nessuna relazione con l’insurrezione. Assistemmo all’assemblea e tornammo alla nostra assegnazione prima della rivoluzione vittoriosa del settembre 1955 che recò un cambiamento di governo”.

Il fratello Ciruelos Martín, che era divenuto Testimone nel 1941, fu quasi l’unico fra noi che rimanesse ferito a causa della rivoluzione. Era custode di una grande casa di abitazione a Buenos Aires e fu colpito due volte dalle schegge quando le bombe esplosero nella via. Egli ci narra: “Fui portato all’Ospedale Tedesco e rimasi privo di sensi per due giorni. Mia moglie vi dovette impegnare una strenua lotta contro la trasfusione di sangue, nonostante che altri componenti della famiglia insistessero di voler donare sangue”.

Con il cambiamento di governo, nella mente dei fratelli sorse la significativa domanda: “Possiamo avere assemblee e riunirci nelle Sale del Regno?” Come i fratelli attendevano quel tempo! “Nel 1956 si decise che avremmo di nuovo cercato di tenere le nostre assemblee di circoscrizione”, rammenta il fratello Eisenhower. “La prima assemblea fu tenuta a la Plata, nella provincia di Buenos Aires; l’aspetto più notevole dell’assemblea fu che tutti insieme cantammo un cantico del Regno, il cantico ‘Rallegratevi nazioni col suo popolo’, e molti fratelli non poterono finir di cantare il cantico per l’emozione che provavano. L’assemblea andò avanti molto bene, finendo con un completo successo. Questo ci fu di stimolo a organizzare assemblee in altre parti del paese, il che facemmo.

“Verso la fine dello stesso anno, il fratello Milton Henschel ci visitò da parte dell’ufficio del Presidente e il fratello Grant Miller, dell’Uruguay, servì di nuovo l’Argentina come servitore di zona. Una più grande assemblea nazionale fu organizzata a La Sociedad Rural (La Società Rurale) al centro di Buenos Aires. Questa fu una delle nostre massime assemblee, con oltre 5.000 presenti”. L’assemblea cominciò bene il primo giorno e anche il secondo e il terzo giorno continuò molto bene. La domenica mattina, quando i fratelli Eisenhower e Adamson arrivarono al luogo dell’assemblea, trovarono le porte chiuse e la polizia che faceva la guardia al luogo. Questo avveniva perché il sacerdote cattolico che aveva la chiesa proprio di fronte aveva influenzato il comando di polizia perché agisse.

Il fratello Eisenhower continua il racconto: “L’unica cosa che si poté fare fu di andare al comando di polizia per vedere se volevano aprire il posto dell’assemblea così che finissimo la nostra assemblea. Accadde dunque che a quel tempo un funzionario del dipartimento centrale di polizia aveva parlato coi Testimoni ed era molto gentile e riguardoso. Aveva udito dell’opera dei testimoni di Geova in altre parti del paese. Chiese se avevamo qualche cosa di scritto per mostrare che avevamo il permesso di tenere l’adunanza. Gli dicemmo: ‘Sì, il permesso municipale’. Quando parlò dunque ai suoi superiori, disse loro che si dovevano dare gli ordini per consentire la continuazione dell’assemblea, ma che la polizia doveva stare sul posto e ascoltare il programma. I discorsi pronunciati in quel tempo erano sul soggetto del Matrimonio, quindi la polizia restò per breve tempo e poi riferì alla sede; di lì furono mandati ai posti dei loro locali comandi e l’assemblea terminò senza nessuna ulteriore interferenza”.

ESPANSIONE DELLA FILIALE

L’anno 1956 fu un anno di espansione anche per la filiale, poiché vedemmo che era necessario stampare il nostro proprio Ministero del Regno e moduli di servizio per il paese. Ottenemmo dalla Società il permesso di acquistare una piccola macchina da stampa verticale e cominciammo a stampare, ma non senza difficoltà. Il fratello Eisenhower ci narra che egli e il fratello Adamson di giorno lavoravano nell’ufficio della filiale e di notte lavoravano nella stamperia fino alle due o alle tre del mattino perché il fratello assegnato alla macchina da stampa non riusciva a compiere il lavoro. Naturalmente, il lavoro di stampa veniva fatto con molta gioia, nonostante che il fratello Eisenhower e il fratello Adamson stessero entrambi semplicemente imparando il lavoro di stampa.

Nel marzo del 1958, il fratello Eldon Deane arrivò in Argentina con tre altri diplomati di Galaad. Il fratello Albert Schroeder, preside di Galaad, aveva parlato al fratello Deane prima del conferimento dei diplomi dicendo che il fratello Knorr voleva sapere se avrebbe accettato un’assegnazione nella stamperia della filiale di Buenos Aires. Il fratello Deane ci narra che questa fu per lui una bella sorpresa, poiché si era iscritto per andare a Galaad in vista del servizio missionario, non per una vita di “istituzione”. Ma ora confessa: “Ho finito per avere una certa preferenza per la vita della Betel”. Il racconto del fratello Deane sul lavoro che fece nella stamperia ci dà una comprensione molto umana e viva di ciò che richiedeva: “La stamperia in Argentina non funzionava da molto tempo quando io arrivai. Seppi che uno dei fratelli che vi era stato assegnato un giorno si alzò e se ne andò per non ritornare più! Il servitore di distretto, German Seegelken, era stato invitato quell’anno, ma era ansioso di tornare al distretto.

“Arrivai in questa congiuntura, avendo avuto un prolungato addestramento di due intere settimane nella stamperia di Brooklyn. La macchina da stampa era nuova; mentre la tenevamo lucida, essa ci rendeva scontenti. Col tempo apprendemmo che molte difficoltà dipendevano da noi che semplicemente non sapevamo come farla funzionare. Quando stampavamo il Ministero del Regno, le righe fra le colonne si alzavano, o tagliando la carta o stampando troppo nero. Tutto questo fu infine superato con la maggiore esperienza, ma non senza aver prima desiderato che gli Americani o i Russi ne usassero il metallo per farci gli apparecchi che mandavano nello spazio extraterrestre. Il fratello Seegelken mi aveva detto che a volte era andato a letto con le lagrime agli occhi perché aveva dovuto lottare tutto il giorno con la macchina da stampa. Mi sembrò difficile crederlo, ma non per molto. Più di una volta andai a letto con gli occhi umidi per questa ragione.

“C’era poi la taglierina ‘Grande Berta’. Questa era la ‘ghigliottina’ che avevamo per tagliare la carta, la prima. Se la memoria non m’inganna, aveva una data di fabbricazione che risaliva a qualche tempo dell’inizio di questo secolo. Mi rammentava l’altro tipo di ghigliottina — quella con cui si staccavano le teste — ed era francese! Era una grande macchina azionata a mano. Aveva il volano del diametro di circa un metro e quando tagliavamo uno spessore di carta di 500 fogli, facevamo girare quel volano con tutta la nostra forza per fargli tagliare o quasi quel mucchio di carta. Era difficile continuare a tagliare la carta! Dopo aver fatto girare quell’enorme volano per una giornata si dormiva profondamente la notte, cioè quando non c’erano gli incubi. A causa del cambiamento di operai e per la mancanza di esperienza, si era accumulato il lavoro nella stamperia. Con l’andare del tempo cominciammo a coordinare il nostro lavoro, pensando che prima o poi ci saremmo messi alla pari. Ma alla Betel è difficile tenersi al corrente col lavoro, con le nuove assegnazioni, l’aumento di lavoro, ecc. Ciò rende la vita molto intensa ed è anche molto difficile annoiarsi.

“Nel 1958 stampavamo circa 5.000 Ministeri del Regno. Sembravano un gran mucchio, ma ora il numero è molte volte maggiore: 25.000 per l’Argentina e 20.000 per Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay. Inoltre, l’Argentina stampa moduli e lettere di servizio, ecc., per i quattro summenzionati paesi. La ‘Grande Berta’ non è più alla Betel, è stata messa a riposo. Una moderna ‘ghigliottina’ ha preso il suo posto. La piccola macchina da stampa verticale lavora ancora fedelmente ed è usata in massima parte per stampare volantini. Accanto a essa abbiamo una più grande macchina da stampa automatica piana di fabbricazione italiana. Abbiamo anche la nostra propria “linotype”.

In stretta relazione con la stamperia è il reparto spedizioni, dove il fratello Carlos Ott ha fatto servizio dal 1940 in poi. Nei primi anni il lavoro includeva la spedizione di letteratura in luoghi entro il paese e anche il lavoro degli abbonamenti per Argentina, Uruguay, Paraguay e Cile. “La filiale non aveva nessun veicolo a quel tempo”, spiega il fratello Ott. “Per molti anni avevo fatto i miei viaggi quotidiani alla stazione sussidiaria dell’ufficio postale con pacchi di letteratura e riviste servendomi di un triciclo fatto in casa. Anche dopo che la filiale aveva acquistato un motoveicolo, continuai a usare il mio triciclo fino al 1960, quando, a causa di un’operazione d’ernia, fui costretto a rinunciarvi”. Il fratello Ott ha ora superato l’ottantina, ma in diverse ore del giorno e della notte lo trovate a leggere la Bibbia in tedesco o in spagnolo. La sua mente non si è offuscata riguardo alla luce dell’intendimento relativo alla Bibbia; si tiene al corrente, come indicano i suoi regolari commenti all’adorazione mattutina alla Betel e al settimanale studio Torre di Guardia e alle adunanze di congregazione, certo un meraviglioso esempio per i membri più giovani della famiglia Betel e per tutti. La Parola di Dio fa veramente parte di lui.

L’anno 1957 vide l’arrivo di sei missionari assegnati alla città occidentale di Mendoza: Gordon e Lillian Kammerud, Ruth Holien, Ethel Tischhauser e Mary Helmbrecht, che avevano tutti fatto servizio come missionari in Portorico. Un mese dopo si unì loro una nuova missionaria della Scuola di Galaad, Kathryn Hyams.

Si potrebbe menzionare che la Società diede inizio a un nuovo metodo per imparare la lingua parlata nell’assegnazione e i diplomati della ventinovesima classe di Galaad furono i primi a trarre profitto dal corso. È vero che Galaad aveva provveduto parecchie ore di studio della lingua ogni settimana, “ma” dice la sorella Hyams, “il nuovo metodo era veramente accelerato. Dovevamo studiare la lingua undici ore al giorno il primo mese che eravamo nella nostra assegnazione e cinque ore al giorno il secondo mese, dedicando il resto del tempo di ciascun giorno all’attività di porta in porta e alle altre attività di ministero. Ricordo che quando il fratello Henschel ci spiegò il corso prima che partissimo da Galaad, menzionò che con undici ore di studio della lingua al giorno, avremmo mangiato, dormito e sognato nella lingua del paese. Pensai che esagerasse un po’ per renderlo umoristico; ma dopo un paio di settimane che studiavo spagnolo con il mio insegnante, il fratello Kammerud, sognavo effettivamente in spagnolo. Il guaio è che lo spagnolo dei miei sogni era sempre molto superiore allo spagnolo che parlavo da sveglia”.

Come nel caso dei missionari venuti in Argentina in anni precedenti, questi missionari furono assegnati a lavorare con le congregazioni esistenti per edificarle. E che bella assegnazione ebbe questo gruppo! Ascoltate la descrizione che ne fa un missionario: “Le vie di Mendoza fiancheggiate da alberi sono molto fresche e ristoratrici e la città è pulita e linda. Le massaie sono specialmente fiere di lucidare le mattonelle del marciapiede davanti alle loro case. Fra il marciapiede e il rialzo del marciapiede c’è un canaletto, un rivolo d’acqua che permette di avere alberi in una zona dove le precipitazioni sono trascurabili. E le persone prendono l’acqua dal canale per bagnare le strade. Mendoza ha il ritmo di un’attiva città moderna, con cittadini operosi e con una buona istruzione. Quando le persone di questa classe si dedicano a Geova Dio, mostrano la stessa operosità nel ministero cristiano”.

Essendo il numero di missionari che facevano servizio in Argentina così piccolo, se si considera la vastità del paese, molti proclamatori e servitori di circoscrizione non erano mai venuti a contatto con loro. Il fratello Ernesto Ots, servitore di circoscrizione nella zona di Mendoza, era uno di questi. Non aveva mai servito una congregazione con i missionari, quindi non sapeva esattamente che cosa fare. Pensò che siccome essi avevano ricevuto addestramento a Galaad e in più avevano anni di esperienza nel servizio non avessero bisogno dell’adunanza dei pionieri con il servitore di circoscrizione. Il fratello Kammerud gli assicurò che i missionari non erano “super” pionieri, per cui il fratello Ots doveva tenere con loro l’adunanza dei pionieri nella maniera normale prescritta dalla Società.

LOTTA PER IL RICONOSCIMENTO LEGALE

L’attesa era grande mentre l’anno di calendario del 1957 si avvicinava alla fine. In dicembre era in programma per Buenos Aires un’altra assemblea nazionale ed era stato firmato un contratto per usare la sala Les Ambassadeurs. Molti delegati arrivarono al luogo dell’assemblea nelle prime ore del giorno. Immaginate la loro costernazione quando a mezzogiorno trovarono la sala dell’assemblea chiusa dalla polizia. Molti fratelli avevano fatto lunghi viaggi e con grandi spese personali, ma questa esperienza servì solo a spronarli a maggiore attività. Compresero che nonostante le condizioni fossero più favorevoli all’opera, non dovevano mai avere eccessiva fiducia né prendere le cose per scontate.

In questa occasione quattro nostri fratelli furono arrestati dalla polizia, multati e condannati a un anno con la condizionale. Ma, perché? Furono accusati di tenere un’adunanza illegale senza avere ottenuto il debito permesso della polizia. Ma questo non era vero. La richiesta di permesso per la nostra assemblea era stata presentata il 20 novembre 1957. Poiché la chiusura dell’assemblea e la detenzione dei fratelli era un’aperta violazione del provvedimento di libertà religiosa e di assemblea della costituzione argentina, fu presentato un appello alla corte. Fu una vera occasione di gioia quando il 14 marzo 1958 il giudice pronunciò la sua decisione. I fratelli furono rilasciati e assolti e otto articoli dell’Editto sulle Pubbliche Adunanze furono dichiarati illegali. Questa era la prima vittoria del popolo di Geova nelle corti argentine e ricevette ampia pubblicità in molti grandi giornali quotidiani.

Nel 1958 ci fu un cambiamento di governo e sembrò che potessimo avere maggiore libertà. Con l’autorizzazione del fratello Knorr si decise di compiere uno sforzo concentrato per ottenere il necessario riconoscimento legale. Fu preparata una speciale lettera con un riassunto dell’attività del testimoni di Geova e anche della formazione del Ministero dei Culti e di come eravamo stati privati dello stato giuridico nel 1950 con la risoluzione 351. Una copia di questa lettera di sette pagine fu mandata a tutti i legislatori, i redattori e i deputati nonché ai giudici in Argentina. Come risultato, la sede filiale ricevette alcuni eccellenti commenti e alcuni rappresentanti del governo si espressero dicendo di volerci aiutare. Ma c’era sempre la Chiesa Cattolica che agiva dietro le quinte.

L’anno dopo, si decise che avremmo fatto appello al governo in forma di una petizione per la libertà religiosa. I nostri fratelli in Cile, Bolivia, Paraguay e Uruguay contribuirono a quest’opera, e, in tutto, si ottennero circa 322.636 firme. Quando tutte le petizioni furono ricevute, i fogli furono messi insieme in pacchi e il fratello Adamson, il fratello Eisenhower e il fratello Guillermo Fernandez li caricarono sull’auto familiare che la filiale aveva a quel tempo e furono consegnati al palazzo del governo. Il fratello Eisenhower ci narra: “In questo tempo avevamo chiesto udienza al presidente Arturo Frondizi. Essa fu rifiutata e alle petizioni non fu mai mandata una risposta ufficiale. Si continuava a negare il nostro riconoscimento legale come organizzazione religiosa”.

Il passo successivo fu che i fratelli da ogni parte della terra scrissero al governo argentino per condannare la mancanza di libertà di adorazione e chiedere che fosse concessa ai testimoni di Geova la libertà religiosa. La risposta dei fratelli fu meravigliosa. I fratelli argentini scrissero più di 2.500 lettere a funzionari governativi e a parlamentari e un funzionario governativo indicò che avevano ricevuto più di 7.000 lettere da ogni parte del mondo.

Il fratello Eisenhower ci narra che in parecchie occasioni visitò il segretario del Ministero degli Affari Esteri e dei Culti: “Gli chiedemmo di considerare il nostro caso giacché la libertà religiosa è garantita dalla costituzione argentina. In una di queste occasioni ci portò in una stanza dov’erano parecchi armadietti per libri pieni di queste migliaia di lettere ch’eran venute da tutto il mondo chiedendo la libertà di religione per i testimoni di Geova in Argentina. I commenti di quest’uomo furono che ‘era impossibile aprire e leggere tutte le lettere, ma era realmente sorpreso che qualcuno scrivesse da così lontano come le Isole Figi riguardo alla libertà di adorazione in Argentina’. Benché la veduta del governo rimanesse negativa, essendo data la risposta con il decreto 416, nel 1959, che sosteneva il precedente decreto 351 del 1950, fu data un’eccellente testimonianza a quelli che erano al potere in Argentina”.

I MISSIONARI SI TRASFERISCONO IN CAMPI PIÙ LONTANI

L’anno 1958 fu notevole anche a causa di due altri rimarchevoli avvenimenti che contribuirono a promuovere l’opera del Regno in Argentina, ciascuno a suo modo. Ci fu l’assemblea internazionale di New York, a cui ebbero il privilegio di andare novantaquattro fratelli e sorelle di questo paese e da cui tornarono pieni di ristoro spirituale da condividere con quelli che non avevano potuto assistere. Ci fu poi l’assegnazione di alcuni nostri missionari, che finora avevano fatto servizio nella zona metropolitana di Buenos Aires, a città grandi e piccole in località lontane del paese. Vi sarebbero stati di grande aiuto per rafforzare le congregazioni e assistere i proclamatori più nuovi a migliorare il loro ministero.

Delle proprie impressioni nella nuova assegnazione di Villa María, in Córdoba, Sophie Soviak scrive: “Al centro di Buenos Aires molti non sapevano nemmeno chi fossero i loro vicini, ma qui sembrava che tutti conoscessero gli affari degli altri. Sembrava che sospettassero di noi e sorvegliassero ogni nostra mossa. Quando ci vedevano venire, entravano in casa e non rispondevano alla porta. Ci vollero mesi per abbattere il pregiudizio così che almeno ci ascoltassero”. La sorella Morgan aggiunge: “Fra i missionari e i proclamatori locali, lavorammo il territorio rapidamente. Siccome non c’era nessun mezzo urbano di trasporto, Sophie e io comprammo una motocicletta. In tal modo potevamo andare nel territorio lontano e fare le visite ulteriori. Andavamo nel territorio la mattina, legavamo la motocicletta a un albero con una catena, quindi tornavamo a casa a mezzogiorno. Tirava molto vento ogni giorno e a volte a mezzogiorno c’era tanta polvere che era difficile usare la Bibbia e presentare la letteratura alla porta. Le persone erano del tutto indifferenti al messaggio. Molti erano stati accaniti peronisti e anche cattolici. Ma dopo che la Chiesa ebbe usato la sua influenza per cacciare Perón, la maggioranza delle persone non nutrivano molto amore verso la Chiesa. Molti andavano in chiesa solo durante la Settimana Santa o alla processione della Vergine. A volte mandavano avanti i ragazzini per avvertire tutte le padrone di casa che stavamo arrivando. Alcune volte ci spostavamo in un’altra strada, per tornare a quella precedente un altro giorno. Nonostante questa condizione del seme fu seminato e alcuni si schierarono in effetti per la verità”.

Le missionarie assegnate a Salta, le sorelle Wilson e Hyams, vi arrivarono dopo un viaggio di quaranta ore in treno. Le missionarie iniziarono la loro opera nel centro della città, nella zona residenziale, incoraggiando i proclamatori a lavorare essi pure il centro della città. “Naturalmente”, narra una sorella, “incontrammo molti assai legati alla tradizione. La tradizione religiosa e la condizione sociale sono inseparabilmente connesse a Salta. Le famiglie antiche che possono far risalire il nome del loro casato al tempo della conquista spagnola sono molto orgogliose di usare parecchi cognomi per fare impressione con la loro genealogia, insieme al vanto che almeno un componente della famiglia è sacerdote o monaca.

“Mentre lavoravamo il territorio dell’alta società, abitavamo nella stanza di dietro di un vecchio edificio adibito a uffici di cui era custode una sorella. La nostra stanza aveva il tetto di paglia, pareti di mattoni cotti al sole e il pavimento di mattoni, che penso risalisse ai giorni delle colonie. Cucinavamo su una sola fiammella di bruciatore a cherosene, ci lavavamo con un catino smaltato e per tutte le nostre attività avevamo di solito quattro occhi che ci osservavano in silenzio, i due figli della sorella Ahmed, che avevano un’inesauribile curiosità riguardo a ciò che facevano le due missionarie, qualsiasi fosse l’ora del giorno o della notte. Infine trovammo un confortevole appartamento”.

Helen Wilson ricorda volentieri che lavorava i paesi non assegnati fuori di Salta: “Molte volte partivamo di casa prima che facesse giorno per prendere il treno fino alla cittadina dove dovevamo lavorare e a volte portavamo la colazione, trascorrendovi l’intera giornata. Altre volte prendevamo un autobus fino a un piccolo villaggio e quando avevamo finito di lavorarlo, tornavamo in città a piedi testimoniando alle famiglie sparse lungo il cammino. I proclamatori locali non avevano mai fatto scambi con generi in natura. Come risero dapprima quando le missionarie tornavano con uova fresche nelle borse per i libri, o con un sacchetto di rete pieno di zucchine e altri vegetali. Subito i proclamatori impararono anch’essi a fare scambi”.

Fra la classe più povera regnano altre tradizioni. Salta è la culla del misachico, una processione di povera gente che scende dai colli recando una statua della vergine circondata di fiori su una specie di lettiga trasportata a spalla da due o quattro persone. I componenti della processione battono su una specie di tamburello fatto di pelle non conciata, suonano il violino, soffiano in una quena (flauto di bambù) e in un altro strumento molto simile all’alpenhorn, mentre gli altri contadini cantano. Mentre il gruppetto avanza lentamente, i ragazzi e altri escono per fare un’offerta di poche monete alla “vergine”. In seguito le offerte sono spesso “consumate” scambiandole col vino.

Altre processioni sono molto più elaborate e sotto gli auspici delle chiese locali. Ciascuna chiesa ha il suo santo patrono, e, nel suo anniversario, si tengono speciali funzioni in forma di novena (nove giorni). L’ultimo giorno la statua del santo patrono è portata fuori della chiesa, viene mostrata in giro per la città in una lunga processione di adoratori prima che torni al suo altare o alla sua nicchia nella chiesa. In queste occasioni si canta un famoso inno della “vergine”; esso comprende queste parole: “. . . i cieli, la terra e Geova stesso . . . ti adorano . . .” Dando testimonianza nelle province settentrionali dove la menzione del nome di Geova suona strana e nuova a molti cattolici, i proclamatori e i missionari richiamano spesso l’attenzione sul fatto che il nome del vero Dio è usato in questo canto.

Dal loro arrivo a Salta nel settembre del 1958 fino a quando furono assegnate a Tucumán circa tre anni dopo, le missionarie si rallegrarono vedendo la congregazione crescere da ventisei a circa settantuno proclamatori. Salta ha ora due congregazioni, ciascuna con la sua Sala del Regno edificata da fratelli locali.

Essere assegnate a lavorare a Tucumán, la quinta città dell’Argentina in ordine di grandezza, con una popolazione di oltre 300.000 abitanti, fu un grande cambiamento. Questa è la sede dell’industria dello zucchero in Argentina e vicino alla città ci sono molte raffinerie o fabbriche. È anche la sede di una delle più importanti università nazionali. Il clima è caldo e umido. Il territorio comprende i molto istruiti professori e studenti di università, proprietari di industrie e case commerciali nonché i poveri lavoratori delle fabbriche e i tagliatori delle canne da zucchero. Tucumán è anche famosa come “Giardino della Repubblica”.

La sorella Wilson scrive circa quest’assegnazione missionaria: “Nonostante che Tucumán sia una grande città, di solito la gente non ha fretta e ascolta il messaggio. È facile cominciare studi. Ma ci sono problemi: la generale mancanza di formalità e di organizzazione nella casa e nella vita personale, che rende loro difficile accettare responsabilità”. Come in gran parte del Settentrione, benché professino la religione cattolica, molti sono immischiati in pratiche spiritiche. Credono che speciali favori si possano ottenere dagli spiriti dei morti, di qualsiasi specie fosse la persona prima di morire. La predizione della fortuna e pratiche relative fioriscono mentre ricchi e poveri, istruiti e illetterati, cercano di risolvere i problemi pecuniari o familiari, o di assicurarsi il successo in un’avventura amorosa o di superare gli esami a scuola. C’è il gioco d’azzardo in tutte le sue forme, lotteria, corse di cavalli, combattimenti di galli, casinò, riffe, lotto; ed è strettamente collegato con lo spiritismo a causa delle superstiziose credenze inerenti a certi numeri “fortunati” o al gioco dei “pronostici”. Le persone non sposate che vivono insieme senza il beneficio del matrimonio, gli uomini sposati che mantengono una o più donne, gli omosessuali e molte altre evidenze di mancanza di educazione biblica sono comuni.

Quindi distribuire letteratura e cominciare studi biblici, aiutare gli interessati a separarsi dalla falsa religione sono solo il principio del servizio di un missionario. Molte pratiche non cristiane assai prevalenti in questo sistema di cose devono essere abbandonate. Ma il diligente sforzo nel ministero e l’insegnamento dei princìpi biblici hanno prodotto l’aumento. Attualmente, Tucumán ha due congregazioni, con un totale di oltre 150 proclamatori.

L’attività dei missionari ha davvero dato un notevole contributo all’espansione dell’opera del Regno in Argentina. Come la descrive un servitore di distretto: “La conoscenza biblica acquistata in anni di studio, lo speciale addestramento nel ministero ricevuto a Galaad e anni di lavoro seguendo la visibile organizzazione di Geova pongono il missionario in grado di aiutare in modo incomparabile i proclamatori locali a migliorare la qualità della loro opera, mentre danno loro una più ampia veduta dell’organizzazione di Geova e della necessità di mostrare verso di essa assoluta lealtà”.

Un servitore di circoscrizione riscontrò che il programma seguìto dai missionari nella casa e nel lavoro serviva da modello per i proclamatori e specialmente per i pionieri, giacché provvede una migliore organizzazione nella casa e consente una più piena partecipazione al servizio del Regno. Menzionò pure che i missionari, avendo lasciato la casa e la famiglia per accettare un’assegnazione in un paese straniero con lingua e usanze diverse, e attenendosi quindi fedelmente a quell’assegnazione e facendone la propria dimora, danno un eccellente esempio ad altri che pensano di fare il servizio di pioniere o di pioniere speciale, o di frequentare la Scuola di Galaad in vista del servizio missionario.

CINTI PER UNA MAGGIORE ATTIVITÀ

L’incremento e l’espansione dell’opera sotto la giurisdizione della filiale argentina ricevettero frequente aiuto e stimolo dalle visite del fratello Knorr e del fratello Henschel, come abbiamo già visto. Nel dicembre del 1959 questi due fratelli visitarono di nuovo l’Argentina e si tennero due assemblee: una a Córdoba, l’altra a Buenos Aires. Questa visita contribuì all’organizzazione dell’opera nel paese e diede anche inizio al programma di costruzione della filiale di Buenos Aires. Il fratello Knorr aveva preparato un progetto preliminare o probabile per una nuova sede filiale che fu in seguito riveduto per conformarlo al piano regolatore municipale. Quando questi progetti furono infine autorizzati dal municipio di Buenos Aires e dal fratello Knorr, cominciarono i lavori della nuova costruzione. Questo avvenne nell’ottobre del 1961. Nell’ottobre dell’anno dopo era pronta per essere occupata.

Quando cominciarono i lavori della nuova filiale, questo significò che tutto doveva essere trasportato in quelli che erano i posti per il deposito e la spedizione dell’edificio del 1940; la casa in Honduras 5646 dovette essere demolita. Il fratello Eisenhower descrive la disposizione: “Gli uffici furono trasferiti in una parte del posto del deposito; un’altra parte fu divisa o ripartita in camere da letto; nello stesso tempo la macchina da stampa funzionava da un’altra parte. Quando ci si alzava per preparare la colazione, non c’era bisogno di suonare il campanello per chiamare la famiglia; eravamo guidati dall’odore del cibo preparato dietro la stessa sala. Chiamavamo i nostri alloggi ‘Villa Cartón’ (Villa di Cartone) e fu una situazione veramente indimenticabile! Il quasi unico problema che sorse in quel tempo fu quello di dover udire le diverse tonalità di quelli che russavano e a volte non si poteva dormire.

“Come fummo felici quando il nuovo edificio fu terminato! Significò assai più spazio per l’ufficio, la spedizione e gli alloggi per la famiglia. E, una volta terminato l’edificio, la Scuola di Ministero del Regno fu trasferita alla sede della filiale. Fu una benedizione poter avere con noi i sorveglianti delle congregazioni ed essi, a loro volta, furono in grado di assisterci nel lavoro della filiale”.

La Scuola di Ministero del Regno per l’Argentina ebbe inizio nell’anno 1961 e il primo anno si tenne in una Sala del Regno al centro di Buenos Aires. Gli alloggi per i fratelli che frequentavano il corso di un mese furono amorevolmente provveduti in molte case di fratelli. Gli studenti erano assegnati a lavorare con diverse congregazioni di Buenos Aires, per cui molti condivisero la loro compagnia. La classe iniziale fu formata di servitori di circoscrizione e di distretto e anche di servitori di congregazione con molti anni di servizio. Da queste prime classi furono fatte alcune assegnazioni di futuri servitori di circoscrizione. Il fratello Rogelio Del Pino era stato invitato dall’opera del distretto e, insieme ai fratelli di dodici altri paesi latino-americani, gli era stato impartito un mese di addestramento speciale a Galaad, in South Lansing, New York, per prepararlo al servizio di insegnante della Scuola di Ministero del Regno. Egli prestò servizio come tale anche in Uruguay. Senza dubbio, la scuola ha avuto un’importantissima parte nell’addestrare e rendere qualificati i servitori nell’organizzazione di Geova.

Un decennio di lavoro con la proscrizione era passato; già gli anni sessanta promettevano una maggiore espansione dell’opera del Regno in Argentina. I fratelli si chiedevano quale effetto avrebbe avuto il bando sull’opera. Il rapporto dell’anno di servizio del 1960 parla da sé: 205 congregazioni con un massimo di 7.204 proclamatori, compresi 227 pionieri regolari e 155 pionieri speciali, fecero rapporto di un totale di 1.327.294 ore. Avevano distribuito 128.126 libri e opuscoli, 1.116.751 riviste; erano stati ottenuti 14.766 abbonamenti. I nostri fratelli avevano fatto 588.443 visite ulteriori e tenuto in media 6.600 studi biblici a domicilio. Quell’anno la Commemorazione ebbe 13.937 presenti; inoltre, furono pronunciati 5.443 discorsi pubblici. Veramente il bando non aveva ostacolato l’espansione dell’attività di predicazione in questo paese.

A parte l’istituzione della Scuola di Ministero del Regno, dal 1960 furono provveduti all’Argentina ulteriori addestramento speciale e aiuto. Quell’anno il fratello Eisenhower fu nominato servitore di zona per il sud dell’America Meridionale: Cile, Paraguay, Uruguay, Argentina e Brasile. Nel 1963 egli servì queste filiali e quindi ebbe il privilegio di frequentare il corso di dieci mesi a Galaad. Quest’altra responsabilità assegnata al fratello Eisenhower ha significato a sua volta affidare maggiore responsabilità ai fratelli locali. Il fratello Eisenhower menziona che “questo è risultato assai utile, perché ora abbiamo nel paese fratelli ben addestrati che sono qualificati per aver cura dell’attività.

“Nel 1961 uno dei nostri fratelli argentini, Edgar Iribar, fu invitato a ricevere speciale addestramento a Galaad. Al suo ritorno servì per qualche tempo nella filiale e nel lavoro di traduzione. Poi nel 1962, altri due fratelli argentini, il fratello Ortwin Lunkenheimer e il fratello Nicolás Schemmel, pure frequentarono il corso di dieci mesi di Galaad”.

Le assemblee di distretto continuarono ad avere una parte notevole per migliorare il personale dell’organizzazione di predicatori in questo paese. Ma erano in serbo altre e più grandi sorprese! Nel 1966 il fratello Knorr fece una visita lampo alle filiali dell’America Meridionale, compresa l’Argentina, per organizzare assemblee internazionali nell’America Latina che sarebbero cominciate alla fine del 1966 e sarebbero durate fino alle prime settimane del 1967. Durante la breve visita del fratello Knorr, il fratello Eisenhower gli disse che sperava di non avere mai più a che fare con altro lavoro di costruzione. Il fratello Knorr osservò: “Ma, avete solo costruito un edificio; noi costruiamo di continuo!” Il fratello Eisenhower continua il racconto: “Allorché finì la breve visita del fratello Knorr, egli aveva deciso che dovevamo aggiungere un altro piano all’attuale edificio della filiale, dandoci così altre sei stanze da letto e portando il totale delle stanze da letto a diciotto. Il lavoro cominciò quasi immediatamente e per la fine del 1966 il nostro attuale edificio filiale di quattro piani era completato, insieme all’aggiunta di una stanza sulla terrazza della Scuola di Ministero del Regno. Questo è stato molto utile non solo per i fratelli che vengono alla scuola, ma anche per la crescente famiglia della filiale, che ora è salita a ventidue”.

Mentre l’opera cresceva e si vedevano costanti aumenti, è comprensibile che il fratello Muñiz provasse una grande soddisfazione. Egli visse per vedere non solo questi edifici, ma anche che si superò la cifra di 13.000 proclamatori. Come maniera di esprimere la sua gioia e condividerla con i membri della famiglia Betel, era sua abitudine offrire una speciale cena alla famiglia ogni volta che si raggiungeva il massimo di un altro migliaio. Il menu era predisposto e preparato dal fratello Muñiz e includeva sempre speciali e costose leccornie. Questi erano veri banchetti e il fratello Muñiz pagava ogni cosa col suo denaro. A ciascuna di queste speciali cene c’era un tavolino da parte con frutta e altri cibi che non venivano usati o mangiati come parte del pasto; il fratello Muñiz spiegava che ciò rappresentava l’abbondanza dell’organizzazione di Geova.

FINALMENTE, UN’ASSEMBLEA INTERNAZIONALE!

Grandi città degli Stati Uniti e d’Europa sono state frequentemente la scena di congressi internazionali del popolo che porta il nome di Geova. Molti nostri fratelli argentini hanno superato l’ostacolo delle grandi distanze e delle alte spese di viaggio per far parte delle felici folle congregate di queste indimenticabili feste spirituali. Ma, quante volte i fratelli che in gran numero rimanevano a casa in tali occasioni domandavano: “Perché la Società non programma riunioni internazionali nell’America Latina?” “Quando verrà il tempo che fratelli di altri paesi visiteranno noi?”

Quali espressioni di gioia e commozione uscirono dalle labbra dei fratelli argentini quando appresero che finalmente la loro viva speranza si sarebbe realizzata! Buenos Aires sarebbe stato il più meridionale anello di una catena di assemblee latino-americane alla fine del 1966 e all’inizio del 1967. Oltre 400 fratelli di altri paesi delle Americhe e dell’Europa formarono la delegazione internazionale; alcuni furono diretti a Santiago nel Cile, altri vennero direttamente da La Paz, in Bolivia, mentre alcuni si fermarono ad Asunción, nel Paraguay, prima di convergere su Buenos Aires. Questi furono giorni indimenticabili di associazione cristiana, dall’11 al 15 gennaio 1967!

E indimenticabile fu lo speciale privilegio d’avere sei nostri “fratelli anziani” che ci visitarono dalla sede centrale di Brooklyn: I fratelli Knorr, Franz, Suiter, Henschel, Larson e Couch, nomi che la grande maggioranza dei fratelli argentini aveva solo letto nell’Annuario.

Il significato di avere questi fratelli presenti con noi fu appropriatamente descritto dalla sorella Lira Berrueta, che ha fatto servizio come missionaria in Argentina dal 1950. La sorella Berrueta è sudamericana di nascita e allo speciale programma di lingua inglese presentato all’assemblea di Buenos Aires per i delegati di altri paesi ella disse all’uditorio: “All’adunanza dei missionari del 1958 a New York, il fratello Franz commentò il discorso dell’assemblea basato su Isaia 8:18 e disse: ‘Ebbene, ora potete tornare alle vostre assegnazioni e dire ai fratelli che avete visto il rimanente. Il rimanente è per segni e prodigi, come lo furono i figli di Isaia nel loro tempo’. A quel tempo pensai: ‘Come vorrei che tutti i nostri fratelli dell’America Meridionale vedessero il rimanente e provassero ciò che noi proviamo in questa storica occasione!’

“Ora, in questa meravigliosa assemblea, questo desiderio è divenuto una realtà. Quando incoraggiavo i proclamatori ad assistere a quest’assemblea, mi riferivo alle parole del fratello Franz e dicevo loro: ‘Non dovete perdere quest’assemblea, poiché, quando verrà il Nuovo Ordine, anche voi potrete dire alle nuove generazioni di aver visto la parte più rappresentativa del rimanente!’ Siamo molto grati di questa assemblea, della presenza di tutti voi”.

Un aspetto molto rimarchevole del programma inglese fu quello di udire il fratello Juan Muñiz, colui che, con l’aiuto di Geova, aveva organizzato l’opera di predicazione in questo e in altri paesi dell’America Meridionale circa quarantatré anni fa. Molto appropriatamente, egli fu il primo oratore presentato dal servitore di filiale, il fratello Charles Eisenhower. E, appropriatamente o no, il fratello Muñiz fu all’altezza della sua reputazione di superare il tempo. Il fratello Eisenhower ricorda le parole del fratello Muñiz: “Come posso dire in quindici minuti ciò che dovrei dire in tre o quattro ore? Come posso condensare tutto ciò che voglio dire? Parlare per soli quindici minuti non è per me!”

I membri della famiglia Betel e altri che lo conoscevano bene apprezzano l’eccellente esempio dato dal fratello Muñiz non solo nell’insegnare la Bibbia, ma nell’essere per tutta la vita uno studente della Parola di Dio. Per alcuni anni prima della sua morte, fu nella sala di ricevimento della filiale di Buenos Aires. Quando altri lavori non richiedevano la sua attenzione, era comune trovarlo li dietro la scrivania a leggere la Bibbia. Quante volte la leggesse da cima a fondo non lo sappiamo. Ma una cosa è certa: anche nei suoi anni avanzati non mancò mai di alimentarsi abbondantemente ogni giorno di parti della verità di Dio. La sua ferma fede in tale Parola è bene illustrata da un episodio che ricorda il fratello Adamson: “Una mattina del gennaio 1942 lessi nello Herald di Buenos Aires che J. F. Rutherford era morto. Era un breve articolo, ma fu per noi un vero colpo. Che cosa sarebbe accaduto? Di nuovo l’attitudine del fratello Muñiz fu decisamente di aiuto. ‘Il fratello Rutherford non ci ha detto di andare a predicare, non è vero? Questa istruzione viene da Geova per mezzo della Sua Parola. Continuiamo dunque a fare ciò che ci è stato detto di fare e Geova avrà cura delle cose della sua organizzazione’, fu il fiducioso commento del fratello Muñiz”.

Il programma di quel sabato mattina, 14 gennaio, stabiliva che gruppi di sei o otto missionari per volta occupassero il podio, per narrare ciascuno qualche cosa sullo stesso tema “Le gioie del servizio missionario”. Fra una presentazione in gruppo e l’altra, parlò ciascuno dei sei speciali rappresentanti della sede centrale della Società. Appropriatamente, le prime espressioni dei missionari furono fatte da tre sorelle, tutte diplomate della prima classe di Galaad. Le loro esperienze furono in seguito commentate quando il fratello Knorr parlò all’adunanza. Rammentò all’uditorio che queste e altri primi missionari avevano avuto la gioia d’essere ‘madri’ di servitori di congregazione, servitori di circoscrizione, servitori di distretto e altri diplomati di Galaad. Il fratello Knorr rise inoltre del fatto che i missionari erano molto nervosi perché dovevano parlare in inglese.

Se i missionari si sentirono incoraggiati dalla presenza dei direttori della Società, come si sentirono i direttori? Uno di essi disse: “Voi missionari ci avete dato qualche cosa e noi ci sentiamo incoraggiati ed edificati per avere avuto il privilegio di stare con voi”. Un altro dei direttori, rivolgendosi ai viaggiatori venuti da altri paesi, disse: “La parte più importante del vostro viaggio non è stata la visita a paesi nuovi e diversi, la vista di maestose opere della creazione di Geova e di interessanti segnacoli della storia. La parte più importante del viaggio è stata la visita ai missionari, ascoltare le loro esperienze e vedere la loro gioia per avere servito Geova in questi paesi per molti anni. Speriamo che torniate a casa e incoraggiate i vostri figli e le vostre figlie ad aspirare al servizio missionario e che incoraggiate i proclamatori delle vostre proprie congregazioni a disporre di andare in altri paesi dove il bisogno è grande”.

I diplomati di Galaad ricorderanno anche a lungo la loro speciale adunanza e la cena che ebbero in quell’occasione con il fratello Knorr e alcuni direttori della Società. Era una chiara, mite sera d’estate mentre il felice gruppo di missionari di ogni parte dell’Argentina, insieme ai membri della famiglia Betel di Buenos Aires, si riunirono sulla terrazza della casa Betel il venerdì sera. Dopo un gustoso pasto il fratello Knorr parlò al gruppo. Fino a questo punto l’umore era stato leggero. Quindi il fratello Knorr guardò l’orologio; indicava che era passata la mezzanotte; era venuto un altro giorno. La voce che ci parlava assunse un tono serio e ci furono momenti in cui si vedeva che il fratello Knorr trovava difficile vincere le proprie emozioni e continuare. Esattamente venticinque anni prima, il 13 gennaio 1942, egli era stato nominato Presidente della Società. Ripensò con noi al vivo desiderio che aveva sempre avuto, dai giorni che era servitore dello stabilimento in Brooklyn, di vedere andare i missionari in ogni parte della terra abitata. Benché lo menzionasse al fratello Rutherford, gli fu detto che non era rimasto tempo abbastanza per tale opera. Ma, venticinque anni fa, quando il fratello Knorr divenne presidente, presentò la proposta di una scuola missionaria al consiglio dei direttori, parecchi dei quali erano presenti lì con noi quella sera ed ebbe la loro approvazione. La Scuola Torre di Guardia di Galaad fu presto una realtà. Quando i diplomati di quella prima classe e di altre classi iniziali furono mandati nelle loro assegnazioni estere, il fratello Knorr trascorse molte notti angustiose e insonni, chiedendosi in preghiera come se la passavano questi cari fratelli e sorelle. Ora, venticinque anni dopo, sembrava massimamente appropriato che il fratello Knorr fosse con i missionari. Che se la fossero passata bene era evidente: qui in Argentina quattro di quella prima classe di Galaad sono ancora fedelmente nel servizio.

Oltre alla principale assemblea di Buenos Aires, un’altra assemblea si tenne simultaneamente nella città interna di Córdoba e i fratelli di Brooklyn comparvero nel programma anche lì. Immaginate la gioia di tutti, proclamatori nativi e visitatori esteri, quando seppero che un totale di 15.238 persone avevano assistito alle due assemblee, circa 11.000 solo a Buenos Aires! Un totale di 692 avevano simboleggiato la loro dedicazione. Queste cifre acquistano maggiore significato se si comprende che soltanto vent’anni prima, nel 1947, c’erano solo 679 proclamatori in tutta l’Argentina, nemmeno quanti furono i battezzati a quest’assemblea. Quest’anno, nel 1967, 13.317 avevano partecipato al servizio di campo.

Un programma assai interessante era stato predisposto per i delegati in visita, comprese gite a luoghi storici di questa metropoli dove la predicazione del Regno era cominciata in Argentina. Speciali disposizioni erano state prese perché i viaggiatori avessero un tipico asado in campagna. Degli autobus, con un missionario assegnato a ciascun autobus come guida, presero i fratelli dal loro albergo per portarli a una piacevole gita in un podere ristorante in campagna. L’atmosfera rustica, oltre alla vista dell’asado in preparazione — enormi graticole basse sui carboni accesi e coperte di una buona scelta di chorizos e lunghi pezzi di cotolette di manzo e intere metà di manzi infilati su pali di ferro, con un’estremità conficcata a terra e l’altra che sosteneva la carne ad angolo sui carboni — diedero ai fratelli l’opportunità di “gustare” la vita da campo argentina nel modo migliore. Ma questo non era tutto! Mentre finiva il pasto di mezzogiorno, gruppi folcloristici argentini e paraguayani di musicisti e danzatori in costumi tipici presentarono interessanti esibizioni del loro talento.

Fin troppo presto i fratelli visitatori proseguirono il viaggio per le assemblee dell’Uruguay e del Brasile, ma non senza lasciare una durevole impressione sui loro fratelli argentini circa il sincero interesse e amore cristiano che non conosce barriere nazionali. Che quelle assemblee avessero in realtà un favorevole effetto sui nostri proclamatori si vede dal fatto che l’anno di servizio 1966-1967 risultò il migliore fino ad allora nell’opera del Regno compiuta in questo paese.

ULTERIORE ESPANSIONE DELLA FILIALE

Nel dicembre del 1968 il fratello e la sorella Knorr fecero una visita di due giorni in Argentina durante un viaggio nell’America Meridionale. Fu in quel tempo che il fratello Knorr e il fratello Eisenhower considerarono la necessità di espansione della filiale argentina, “per cui cercammo in giro nelle proprietà adiacenti per vedere se si poteva ottenere qualche cosa”. Il fratello Eisenhower racconta: “Dopo aver chiesto ai vicini, potemmo acquistare un bel pezzo di terreno confinante, di dietro, con la nostra attuale proprietà e che si estendeva fino alla strada successiva. Questo pezzo di terreno misura 9 per 51 metri (circa 30 piedi per 164). La firma dei documenti della nuova proprietà fu apposta verso la fine del 1969. Al principio del 1970 fu fatto il progetto per il nuovo edificio. Questo fu approvato dal municipio e anche dal fratello Knorr. Esso ci dava 740 metri quadri di altro spazio; il pianterreno per la spedizione, il deposito e anche la sala di ricevimento; il primo piano per gli uffici, e tre stanze da letto al secondo piano.

“Si stabilì che la costruzione fosse fatta dai fratelli ovunque possibile. Ci mettemmo in contatto con l’imprenditore che aveva costruito i nostri uffici in Via Honduras ed egli era disposto a fare il progetto, a presentarlo all’amministrazione municipale e a ottenere i necessari permessi di costruzione. Ciò fu fatto nell’ottobre del 1970 e il lavoro di demolizione degli edifici fu iniziato subito. Siamo lieti di avere avuto fratelli che hanno lavorato alla costruzione durante la settimana, alcuni essendo pagati dalla Società poiché avevano famiglie da sostenere; altri, compresi i pionieri speciali, vennero e offrirono il loro aiuto, restando nella filiale della Società. Speciale attività fu disposta per la fine di settimana quando i fratelli delle congregazioni di Buenos Aires e dintorni potevano offrire il loro lavoro nell’opera di costruzione. Grande fu l’entusiasmo dei fratelli. Sia le sorelle che i fratelli offrirono il loro aiuto. Fu notevole vedere lo zelo dei nostri fratelli nel loro desiderio di vedere l’espansione dell’opera continuare qui in Argentina.

“Un gioioso aspetto di questa attività la fine della settimana era il pasto di mezzogiorno. Esso era in genere un asado argentino. Mangiavamo tutti insieme (80, 90 o 100 o più) su lunghe tavole fatte con assi preparate per l’occasione nel deposito della nostra costruzione o di sopra nel nuovo edificio in costruzione. Dopo il pasto di mezzogiorno, per breve tempo un fratello o una sorella che sapeva suonare la chitarra o qualche altro strumento provvedeva la musica mentre altri del gruppo frequentemente si univano nel canto. Così la musica, sia della varietà nativa che i cantici del Regno, forniva il trattenimento ai fratelli e suscitava entusiasmo per l’occasione. Una domenica 114 fratelli e sorelle furono presenti per lavorare alla costruzione”.

Come regola generale, il lavoro di costruzione in Argentina si trascina per tanto tempo che ciò che è stato predisposto di fare in un anno richiede in genere due anni per completarlo. Il fratello Eisenhower ci assicura che “questo non è accaduto nel caso del nostro edificio. Eravamo organizzati in modo tale che una volta che le persone che prepararono le fondamenta di cemento se ne furono andate, i nostri fratelli vennero e cominciarono a costruire i muri. In soli sei mesi siamo lieti di vedere il nuovo edificio completato. L’occupammo nell’agosto del 1971. Gli impianti elettrici e le tubazioni erano tutti fatti. Tutta questa attività ha significato lavoro durante la fine di settimana per parecchi fratelli della famiglia Betel, ma è stato un lavoro gioioso perché sappiamo ciò che il nuovo edificio significherà per l’opera in Argentina. Gran parte del denaro speso per questo nuovo edificio è stato offerto dai fratelli e altri hanno fatto prestiti senza interesse. Ringraziamo Geova per il modo in cui ha spinto il Suo popolo a dare così volenterosamente”.

Il rapporto del 1971 mostra la necessità di una sede più ampia per meglio servire i fratelli nel campo: fece rapporto un massimo di 20.750 proclamatori, compresi 408 pionieri speciali e 1.019 pionieri regolari; la letteratura distribuita raggiunse il totale di 466.301, oltre a 3.698.032 riviste e a 29.865 nuovi abbonamenti; furono fatte 2.253.005 visite ulteriori e si tennero 21.177 studi biblici. Evidentemente fu necessario molto tempo per tutta questa attività e i nostri fratelli fecero rapporto di 4.215.406 ore. Alla Commemorazione furono presenti 45.337 persone e durante l’anno si tennero 15.341 conferenze bibliche.

Oltre all’attività di campo, il servitore di filiale riferisce: “Le nostre macchine da stampa funzionano per tutto il giorno stampando per Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay e Argentina. Fra breve dovremo ampliare anche la nostra stamperia, aggiungendo una nuova macchina da stampa al nostro attuale macchinario tipografico”.

Un altro segno molto evidente dell’espansione del Regno qui in Argentina è la costruzione di molte eccellenti Sale del Regno. Di frequente i fratelli hanno donato lotti per tali edifici, o parte di una casa è stata ceduta perché fosse rimodellata in Sala del Regno. In altri casi le persone interessate hanno sentito il bisogno di aiutare i fratelli ad avere un convenevole luogo di adunanza.

CONDIVISE LE NOSTRE BENEDIZIONI CON ALTRI

L’organizzazione del popolo di Geova in Argentina ha avuto il felice privilegio non solo di ricevere aiutanti in forma di devoti missionari, ma anche di partecipare alla conseguente prosperità di altre filiali. Già nell’anno 1963 quando il fratello Eisenhower fece una visita in Cile in qualità di servitore di zona, si comprese che in quel paese ci volevano altri fratelli qualificati, per cui fu fatta alla sede della Società la raccomandazione di trasferire in Cile alcuni nostri fratelli argentini. Questo fu approvato e il fratello Ernesto Ots e sua moglie andarono in Cile per servire nell’opera di circoscrizione. In seguito i fratelli Pedro Lovato e Fernando Fanin, entrambi diplomati di Galaad, e le loro mogli furono assegnati al Cile. Inoltre, nel 1965, un diplomato argentino di Galaad, Raúl Vazquez, e sua moglie furono assegnati alla Spagna come missionari.

Nel 1970 si comprese che era necessario altro aiuto nel Paraguay, quindi l’ufficio del Presidente autorizzò a mandare dieci pionieri speciali dall’Argentina per aiutare lì i nostri fratelli. Questi fratelli stanno facendo un eccellente lavoro trovando e aiutando gli interessati in quel paese, così la filiale paraguayana ha chiesto che mandiamo altri sei pionieri speciali.

Un’altra filiale vicina, la Bolivia, chiese dieci pionieri speciali all’Argentina; tre già vi lavorano e altri due stanno per andarci. Così alla fine dell’anno potremo completare la quota di pionieri speciali richiesti per la Bolivia e il Paraguay. Il fratello Eisenhower è lieto di dire che “i fratelli argentini sono molto felici di poter andare in altri paesi ad aiutare nell’opera di predicazione, assistendo le persone sincere a liberarsi da Babilonia la Grande”.

Uno degli strumenti che ha contribuito a portare molte altre persone in attiva associazione con l’organizzazione di Geova è il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. “Abbiamo ricevuto e spedito dalla filiale 490.611 di questi libri”, ci narra il fratello Eisenhower, “e la maggioranza di essi sono stati messi nelle mani del popolo. Questo meraviglioso strumento, da molti chiamato ‘la bomba azul’ (‘la bomba blu’) è stato un incommensurabile aiuto per portare la buona notizia del Regno al popolo. E per mezzo di regolari studi biblici con questa pubblicazione, la genuina verità biblica è stata fatta risuonare nel cuore di migliaia di persone e come risultato hanno provato amore verso Geova e il desiderio di servirlo”.

Secondo il fratello Eisenhower, “un’altra eccellente testimonianza viene data dai nostri fratelli che scontano condanne di tre anni in prigioni militari perché mantengono la loro attitudine neutrale riguardo a immischiarsi nelle cose di questo mondo e al servizio militare. Ci sono circa trentacinque fratelli che attualmente scontano condanne ed essi si rallegrano dell’opportunità di dare e di essere una testimonianza per gli ufficiali militari”.

Mentre rivediamo dunque l’opera compiuta nei passati quarantasette anni dai nostri fratelli e dall’organizzazione teocratica ora operante, non c’è dubbio che Geova ha riccamente benedetto l’opera delle mani dei Suoi fedeli, integri servitori. Vorremmo specialmente menzionare i molti diplomati di Galaad che qui hanno prestato servizio, sia fratelli e sorelle argentini nativi che altri i quali sono stati assegnati a lavorare in Argentina. Molti di questi fedeli sono ancora dediti al ministero continuo, qui e in altri paesi. Altri, a causa di salute cagionevole o della continua occupazione di genitori o dell’adempimento di altri obblighi biblici, sono partiti. Ci sentiamo come Paolo quando dice dei fedeli uomini dell’antichità nel capitolo 11 di Ebrei che ‘ci manca il tempo di narrare le attività di tutti quelli che hanno fatto servizio in Argentina’.

Guardando la carta geografica dell’Argentina, possiamo ora capire in retrospettiva che ciò che era sembrato un compito impressionante e una sfida quasi insormontabile per quel piccolo pugno di dedicati servitori all’inizio degli anni venti è ora una palpitante realtà. Fate di nuovo scorrere gli occhi dal nord al sud mentre comprendete che sparsi in tutte le ventidue province e nella capitale federale, dalle estreme località del nord fino alla punta più a sud dell’America Meridionale nel territorio della Terra del Fuoco, si trovano 361 congregazioni e 110 gruppi isolati dei testimoni di Geova. Con zelo lavorano insieme ad essi oltre 400 pionieri speciali per non menzionare i servitori di circoscrizione e di distretto. Ancora in questo decennio i nostri pionieri lavorano lungo le linee ferroviarie di tre province del Settentrione: Salta, Formosa e Chaco. Ma questa volta è completamente diverso, questa volta i nostri fratelli non vanno semplicemente a distribuire letteratura; tornano a tenere studi con gli interessati e a condurre quelli simili a pecore nella congregazione di Geova!

Sì, dovunque si vada oggi in Argentina, si trovano i cristiani testimoni di Geova che divulgano il sostentamento e la gioia spirituali mentre seguono attivamente il comando di Gesù riportato in Atti, al capitolo 1, versetto 8: “. . . mi sarete testimoni . . . fino alla più distante parte della terra”.

[Cartina a pagina 37]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ARGENTINA con PROVINCE IN ROSSO e CITTÀ IN ROSSO

BOLIVIA

PARAGUAY

BRASILE

URUGUAY

CILE

JUJUY

SALTA

FORMOSA

CHACO

Resistencia

CATAMARCA

TUCUMÁN

SANTIAGO DEL ESTERO

MISIONES

LA RIOJA

CÓRDOBA

SANTA FE

Rosario

CORRIENTES

SAN JUAN

SAN LUIS

ENTRE RÍOS

MENDOZA

Mendoza

LA PAMPA

BUENOS AIRES

Buenos Aires

La Plata

Bahía Blanca

Mar del Plata

NEUQUÉN

RÍO NEGRO

CHUBUT

Rawson

Oceano Atlantico

SANTA CRUZ

Río Gallegos

TIERRA DEL FUEGO

Ushuaia