Repubblica Dominicana
Repubblica Dominicana
UN PAESE ricco di risorse naturali come oro, ferro, bauxite, marmo e ambra; un paese ben irrigato che può sostenere la sua popolazione con la propria produzione agricola; un paese il cui clima varia dal caldo umido della regione costiera alla ristoratrice frescura del monti; un paese di alberi di palma e cielo azzurro; questa è la Repubblica Dominicana. La sua superficie di 48.442 chilometri quadrati costituisce i due terzi della seconda isola in ordine di grandezza del gruppo delle Antille, una collana di isole che formano un arco dalla punta della penisola della Florida al Venezuela. Il suo monte più alto, Pico Duarte, s’innalza fino 3.265 metri, come una sentinella a guardia del perimetro esterno del mar dei Caribi.
I primissimi abitanti conosciuti, i cacciatori, pescatori, agricoltori indiani, sono da tempo scomparsi dalla scena, vittime dell’avidità, della crudeltà e del fanatismo religioso dei “conquistadores” cattolici provenienti dalla Spagna. Colombo venne nel 1492 e diede a quest’isola di Quisqueya, com’era allora conosciuta, il nuovo nome di “La Española”. La capitale, Santo Domingo, che si dice fosse fondata da suo fratello, Bartolomeo,
è la più antica città d’America, a parte cioè le città degli abitanti aborigeni.Le barbarie, l’odio, le gelosie e le violazioni di ogni principio cristiano, che diedero luogo all’estinzione degli Indiani, sopravvissero per molto tempo fra il popolo tenuto nell’ignoranza dalla Chiesa Cattolica Romana, privato di ogni opportunità di acquistare conoscenza nella Parola di Dio, la Bibbia. Per oltre quattrocento anni la storia del territorio è stata una successione di intrighi, rivoluzioni e guerre. Anche in tempi più recenti si è potuto notare poco miglioramento. Nel periodo fra il 1844 e il 1916, per esempio, vi furono cinquantasei guerre civili. “Per mantenere la tranquillità interna” ci fu un intervento americano nel 1916 che durò fino al 1924. Ci furono poi sei anni di confusione sotto quella che è nota come la “terza repubblica” e quindi il lungo periodo di dittatura definita “l’Èra di Trujillo”.
L’influenza della Chiesa Cattolica Romana è sempre stata forte. Fino al 1950 si diceva che il paese fosse per il 98 per cento cattolico. I membri degli ordini religiosi hanno prestato servizio come governatori. Vescovi ed ecclesiastici minori si sono immischiati in quasi ogni movimento politico. Del vescovo Meriño, che fu deportato per attività sediziose e in seguito tornò e divenne presidente della repubblica, l’attuale presidente, Joaquín Balaguer, scrisse che ‘non esitò ad annegare i ribelli nel sangue come quelli del Sant’Ufficio [Inquisizione] non esitarono a portare al rogo i sospetti eretici’. In seguito fu fatto arcivescovo.
Il trujilloismo, l’assoluto dispotismo personale, fu imposto al popolo della Repubblica Dominicana il 16 agosto 1930. Per trent’anni Rafael Leonidas Trujillo doveva tenere la nazione nella sua stretta di ferro. Ciò che piaceva a Trujillo prosperava. Ciò che non gli piaceva doveva essere eliminato. Egli era cattolico e durante la maggior parte del suo regime la Chiesa fu dunque favorita, le furono concesse scuole, posti politici, amministrazione di istituzioni. Gli stretti legami fra la Chiesa e il dittatore e la sua spietata mancanza di riguardo per la condizione del comune cittadino aprirono gli occhi di molti. Per esempio, più di un sacerdote disse al popolo che il grande uragano del 1930 che lasciò una scia di 4.000 morti e di 20.000 feriti era stata una punizione di Dio perché non avevano frequentato la chiesa e non avevano offerto fondi abbastanza. Un sopravvissuto, che aveva perduto una sorella, un nipote e la fidanzata e aveva visto nove componenti della sua famiglia gravemente feriti, ed era sopravvissuto solo perché si trovava in un’altra città a
bere con gli amici, dichiarò: “Cominciai a odiare quel Dio che assassinava le persone in quel modo e che si interessava del denaro, un Dio che distruggeva un’intera famiglia e lasciava indenne uno svergognato ubriacone. Feci un falò nel cortile della mia casa in rovina con le immagini che erano alla parete della stanza della mia sorella morta”.PRIMI MISSIONARI DELLA TORRE DI GUARDIA
I primi missionari della Società Torre di Guardia arrivarono all’aeroporto General Andrews di Ciudad Trujillo, ora Santo Domingo, il 1° aprile 1945. ‘Come avrebbero fatto a compiere il ministero affidato loro da Dio sotto una dittatura cattolica?’ si chiedevano senza dubbio quei missionari. Ecco il racconto di Lennart e Virginia Johnson su quei memorabili giorni:
“L’autista ci portò all’Hotel Victoria in Via 19 de Marzo, proprio accanto a El Conde. Le stanze per noi due costarono circa 3.000 lire al giorno, compresi buoni pasti. Una volta sistemati, fummo ansiosi di metterci in contatto con le persone locali. Due donne dominicane con le quali avevamo studiato a Brooklyn ci avevano dato i nomi dei loro parenti e conoscenti nella Repubblica Dominicana. Prima, andammo in una via chiamata Luis C. de Castillo a cercare un certo dott. Green. Non sapendo dove fosse, prendemmo un’auto e come fummo felici di trovare a casa lui e anche il suo vicino, Moses Rollins!
“Fummo prontamente invitati a entrare nella pulita e linda casa in legno. La stanza di soggiorno, forse di tre metri per quattro, era arredata con sedie di mogano, con freschissime spalliere e sedili di canna. Sia il dott. Green, sui quarant’anni, che Moses Rollins, alquanto più anziano, ci prestarono la loro indivisa attenzione. Virginia e io spiegammo come avevamo ottenuto i loro nomi e indirizzi e perché eravamo venuti nella Repubblica Dominicana. Infatti, eravamo arrivati quello stesso giorno. Quel pomeriggio cominciammo uno studio sul libro ‘La verità vi farà liberi’”.
Moses Rollins divenne il primo locale proclamatore del Regno e in seguito si rese molto utile provvedendo i corretti “domenicanismi” per la traduzione dell’Informatore inglese (in seguito chiamato Ministero del Regno) in spagnolo. Fece il pioniere dall’aprile del 1961 fino alla sua morte avvenuta nell’ottobre del 1970. Il dott. Green fu infine battezzato nel 1963, poco prima della sua morte. Tre figlie e un figlio sono dedicati servitori di Geova, e il figlio, Francisco Green, serve ora come sorvegliante di una delle congregazioni che
si radunano nell’attuale edificio della filiale di Santo Domingo.Il fratello Johnson continua: “Dopo quel primo studio, il dott. Green ci condusse alla ricerca di una casa dal piano superiore di un autobus a due piani. Percorremmo tutta la linea dell’autobus, e affittammo infine una casetta in cemento all’estremità occidentale della città e disponemmo di prendere alcuni mobili.
“La letteratura e gli effetti personali che avevamo spediti arrivarono e arrivò anche la pioggia. Piovve e piovve e piovve, a torrenti, ogni giorno. Scrivemmo al riguardo e la Società disse che se questo era il tempo che avevamo, ci dovevamo abituare a predicare con esso. In questa zona la nostra opera portò scarso frutto.
“In giugno si unirono a noi i missionari Zene e Meryl Caryk, Rhudelle Baxley e Rachel Bippus e cominciammo a percorrere altro territorio”.
LE “PECORE” RISPONDONO
“Le ‘pecore’ riconoscono il suono della verità, come lo riconobbe Palé. Pablo Bruzaud, noto a tutti come Palé, era un uomo sano e vigoroso, sui cinquantacinque anni, che gestiva una linea di autobus da Santiago a Ciudad Trujillo (ora Santo Domingo), un percorso di 175 chilometri. Doveva fare frequenti viaggi alla capitale per andare all’ufficio razionamenti per le gomme dei suoi autobus. Visitando un giorno degli amici, pianse ascoltando un disco di grammofono che veniva fatto ascoltare dalle sorelle missionarie Johnson e Caryk. Accettò il libro “La verità vi farà liberi”, e si dispose che studiasse ogni giorno mentre era in città. Fino a quel momento non c’era nessun missionario a Santiago e lì abitava Palé in un’estesa casa di legno non lontana dal centro della città, con figli e figli e altri figli, 108 in tutto. No, non erano suoi. Erano orfani e bambini i cui genitori erano troppo poveri per provvedere loro buon cibo e alloggio. La disposizione era finanziata dalla linea degli autobus e ai ragazzi faceva da madre la benevola e amichevole moglie di Palé”.
Palé accompagnò il fratello Johnson in un viaggio da Ciudad Trujillo a Santiago e oltre sui monti fino alla città della costa settentrionale di Puerto Plata per trovare un gruppo di interessati. Essi avevano scritto alla Società a Brooklyn per informazioni. Oltre ad aiutarli per corrispondenza, la Società li aveva indirizzati alla più vicina congregazione. Comunque, questo fu di poco aiuto giacché era la congregazione di lingua francese di Port-au-Prince, in Haiti. Come furono felici di ricevere questa visita dal rappresentante della Società!
Nell’ottobre del 1945, il secondo piano del N. 87 di Padre Billini divenne una casa missionaria e Sala del Regno. Fino a quaranta persone assistevano alle adunanze, alcune per curiosità, ma altre in cerca di verità. I programmi delle adunanze erano disposti localmente per soddisfare le necessità dei nuovi. Il Ministero del Regno e altro materiale erano tradotti dall’inglese. Fu circa tre anni dopo che per la prima volta si ricevette da Cuba il Ministero del Regno in lingua spagnola.
Questo posto in Padre Billini subito richiamò persone da vicino e da lontano. Venivano a vedere l’insegna, quasi cinque metri sopra la strada, che era divenuto l’oggetto di conversazione della città. Le lettere di venticinque centimetri, verniciale di nero, risaltavano sullo sfondo bianco brillante formando le parole “Salón del Reino” (Sala del Regno). Sotto e di fronte alle lettere di venticinque centimetri ve n’erano di più piccole che dicevano “Los Testigos de Jehová” (testimoni di Geova). Fra quelli la cui attenzione fu attratta da questa insegna nel 1945 ci fu Luis Eduardo Montás, farmacista, dentista, membro del Comitato Direttivo Centrale e tesoriere del partito dominicano, il solo partito politico della Repubblica. Egli si fermò e la guardò, pensando a ciò che queste strane parole potevano significare.
PROGETTI PER L’ESPANSIONE
La sala da pranzo e l’adiacente sala d’attesa della casa missionaria dovettero essere rimodernate per fare una sala più grande per la sera del 22 marzo 1946. Essa contrassegnò l’occasione della prima visita alla Repubblica Dominicana di N. H. Knorr e F. W. Franz, presidente e vicepresidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. A quest’adunanza, il fratello Knorr diede enfasi alla necessità dell’attività di campo secondo le istruzioni dell’organizzazione. Furono prese disposizioni per estendere l’opera con l’istituzione di una sede filiale. Il fratello Caryk doveva averne cura sino alla nomina di un servitore di filiale.
In armonia con la pianificata espansione, fu aperta una seconda casa missionaria. Questa era a Santiago, la seconda città del paese in ordine di grandezza, e un altro gruppo di missionari, diplomati della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad — i Droge, Messick e Alma Parsons — si trasferirono in questa nuova casa che aveva posto anche per una Sala del Regno. Altri missionari arrivarono per aggiungere la loro voce alla testimonianza che veniva data. Prima Maxine Boyd, Edith Morgan e Lorraine Marquardt e poi Helen Miller
e, ancora più tardi, Vera Stewart e Kathleen Graham.Per percorrere il territorio in modo efficiente e organizzato, erano necessarie cartine della città. E avvenne così che molte sere i missionari erano occupati a fare cartine della città e gradualmente altri interessati si unirono a loro. Alcuni interessati non erano conosciuti ed essi tendevano a scomparire quando si insisteva per ottenere il loro indirizzo per iniziare con loro studi biblici. Risultò che erano spie del governo venute a vedere ciò che si faceva.
L’espansione richiese un altro trasferimento. Il governo di Trujillo aveva chiuso il giornale “El Listín Diario” e il primo piano del loro edificio divenne una Sala del Regno. Alla porta accanto c’era l’edificio occupato dal Senato dominicano. Dall’altra parte della strada dormivano i sacerdoti che facevano le funzioni nella cattedrale di Santo Domingo e proprio dietro l’angolo c’erano i principali uffici militari, accanto a un antico forte e prigione. Che vicinato! Dapprima per la Sala del Regno fu necessario solo un quarto dello spazio. I missionari si trasferirono in una casa separata e più grande in Via Estrelleta 37. Alla fine dell’anno di servizio ci fu un massimo di ventotto proclamatori.
PROGRESSO, BENCHÉ LENTO
Il timore e il sospetto inculcati non sono facili da superare. Ma quelli che hanno il cuore retto senz’altro si manifestano e, con l’aiuto di Geova, fanno progresso. I missionari Hugh George e Raymond Johnson arrivarono nel settembre del 1946, il primo per fare il servitore di filiale. La sera del suo arrivo, il fratello George assisté a uno studio con Lennart Johnson nella casa di Manuel e Consuelo Arcas. Questa coppia si battezzò nel maggio del 1947. Il fratello Arcas morì l’anno dopo, ma la sorella Arcas svolge ancora il ministero continuo come pioniera speciale.
Il fratello George ricorda un altro studio che portò buon frutto. Egli dice: “Ogni domenica pomeriggio attendevo di fare una camminata da Estrelleta 37 fino al fiume Ozama, attraversarlo con una barca a remi, salire sulla collina dove abitava John Gilbert e studiare nel cortile all’ombra di un albero e mangiare ogni volta un pezzo di torta e bere un bicchiere di ‘Pepsi’”. Quest’uomo, John Gilbert, era nativo di St. Kitts ed era venuto nella Repubblica Dominicana nel 1916 in cerca di lavoro. In qualità di fabbro trovò un’occupazione nelle piantagioni di canna da zucchero, ma nello stesso tempo cercava qualche altra cosa. L’associazione con vari gruppi religiosi lo indusse a pensare che fossero tutti ipocriti. Voleva la verità. Nel 1946 accettò
una copia di “La verità vi farà liberi” da due missionarie, solo per scoprire in seguito che era in spagnolo, il che non sapeva leggere. Non sapeva dove trovare le missionarie, ma voleva conoscere quello che c’era nel libro. Pregò in proposito e quasi immediatamente incontrò le stesse due ragazze nella via. Non solo poté avere il libro in inglese, ma fu disposto uno studio e presto accompagnava il fratello George nel servizio di campo. Si battezzò e cominciò l’opera di predicazione continua come pioniere quello stesso anno.Verso lo stesso tempo una serie di avvenimenti condussero l’uomo che aveva guardato la curiosa insegna nel 1945 a cercarla di nuovo. Divenne sempre più scontento della politica e completamente disgustato dalle chiese il cui interesse era per la politica, il denaro e la superstizione anziché per la conoscenza di Dio e il benessere spirituale del popolo. Con l’idea di vendicare l’assassinio politico dei suoi due fratelli, il Sig. Montás visitò gli spiritisti. Su una tavola in una casa che serviva da centro per la pratica dello spiritismo, vide un libro intitolato “La verità vi farà liberi”. Cominciò a leggerlo e se ne interessò tanto che lo chiese in prestito. Glielo diedero, poiché lo avevano acquistato solo per l’insistenza di un proclamatore e non per interesse.
In seguito una riunione politica lasciò il Sig. Montás disgustato, triste, frustrato e con la sensazione d’essere fuori posto. Lasciò la riunione e passò da un amico. Sulla tavola notò una copia di Selecciones (Selezione). Era il numero contenente l’articolo Agentes Viajeros de Jehová (Venditori viaggianti di Geova) che descriveva l’assemblea di Cleveland. Montás dice: “Lo lessi e dissi fra me: ‘Questa è la religione che cerco’”. Ciò richiese un viaggio a Santo Domingo; la ricerca della strana insegna; un’adunanza; la lettura fino all’alba dei libri e delle riviste ottenuti nella sala; e un’altra visita alla Sala del Regno per chiedere uno studio biblico. Ciò avveniva nell’aprile del 1947 e il 5 ottobre 1947 fu battezzato.
L’ulteriore espansione dell’opera di predicazione fu facilitata nel 1947 quando Edith Morgan acquistò un’auto. Ora in gruppi di quattro o cinque, i missionari, con alcuni proclamatori locali visitarono Andrés, Boca Chica, Guerra, Bayaguana, Monte Plata, Los Llanos e altre città fuori della capitale. Furono iniziati molti studi biblici, con l’uso de “La verità vi farà liberi”.
Nel settentrione, a Cibao, Pablo Gonzáles aveva cominciato a leggere la Bibbia verso il 1935. Si associò per breve tempo con un gruppo protestante ma subito vide una differenza fra il loro insegnamento e la loro condotta, e ciò che leggeva nella Bibbia. Non gli piaceva
la distinzione che veniva fatta fra ricchi e poveri, e l’adulazione del clero. Dedicò ora molto tempo a studiare la Bibbia e a predicare ciò che apprendeva, prima alla famiglia e ai vicini e poi estendendola ad altre comunità. Nel 1942 teneva adunanze regolari. In un viaggio per visitare una famiglia interessata nel 1948, passò da Santiago e ottenne la rivista Torre di Guardia da qualcuno che offriva le riviste per la via. In seguito prese i libri Salvezza e “Il Regno è vicino” e fu invitato alla Commemorazione. Assistendo a questa adunanza si convinse di aver trovato la verità e senza perder tempo cominciò a parlarne a quelli ai quali aveva predicato. Inviò alla Società i nomi di 150 persone interessate. Egli e parecchi del suo gruppo furono battezzati nel 1950.Due interessanti esperienze portarono la natura dell’opera all’attenzione delle autorità e mostrarono l’efficienza del sistema spionistico allora operante. Il fratello L. Johnson fu portato su una jeep governativa al palazzo della polizia e interrogato sullo scopo per cui era andato a un certo indirizzo, dove abitava un uomo ‘indesiderato’ per il governo Trujillo. Fu spiegata l’opera degli studi biblici. Il fratello Johnson aveva visto brevemente l’uomo in questione una sola volta, perché lo studio era tenuto con un altro componente della famiglia.
Poco dopo, il fratello e la sorella Johnson furono invitati a visitare il generale dell’esercito Federico Fiallo vicino alla Sala del Regno. Essi furono interrogati su ciò che facevano a un altro indirizzo. Di nuovo fu spiegata la natura dell’opera degli studi biblici a domicilio. Poiché non si era mai parlato di politica, non avevano modo di sapere che l’indirizzo era equivoco. L’interrogatorio continuò. Non sapevano che a quell’indirizzo si stampavano volantini contro il governo? Non avevano udito le macchine da stampa? Qualche volta avevano udito un rumore smorzato. Poteva essere una macchina da stampa o una macchina per cuocere il pane. Poteva venire da quella casa, da un altro appartamento nello stesso edificio o dalla casa di dietro. Infine il generale Fiallo si convinse che ignoravano qualsiasi attività di stampa clandestina e subito dopo fu concesso il permesso, che per qualche tempo era stato sospeso, perché entrassero altri missionari.
Il successivo gruppo di missionari che arrivò comprendeva Roy e Juanita Brandt, Jetha Adams, Mary Aniol, Sophie Soviak e Rose Billings. Essi furono seguìti da Dorothy Lawrence e Wanda Mazur. Tutti questi erano missionari esperti che avevano prestato servizio a Cuba.
Roy Brandt fu nominato servitore di filiale e i Johnson, Maxine Boyd e Lorraine Marquardt si trasferirono in una nuova casa missionaria a Puerto Plata, nel 1949. Un altra casa fu aperta a San Francisco De Macoris e vi furono assegnate Edith Morgan, Sophie Soviak, Jetha Adams e Mary Aniol. I tre Messick andarono in una casa a La Romana.
L’opera in queste cittadine risultò molto efficace. Per esempio, Jerry e Mary Stolfi, che erano arrivati il 3 gennaio 1948, furono assegnati a San Pedro de Macoris, una cittadina a est della capitale. Lì ebbero la gioia d’essere invitati a entrare in ogni casa per presentare la “buona notizia” nel loro limitato spagnolo. Siccome San Pedro è una cittadina, il popolo poteva osservare le attività dei missionari, vedendoli compiere la loro opera di predicazione con ogni specie di tempo. Come risultato, impararono a rispettarli e ad avere fiducia in loro, andando spesso a casa loro per prendere letteratura o fare domande sulla Bibbia.
Essi lavorarono con gioia le piantagioni di canna da zucchero come Consuelo. L’amministrazione dispose gentilmente che i Testimoni viaggiassero sulla vettura per le riparazioni della ferrovia a scartamento ridotto sino alla fine della linea. Quindi scendevano lungo il fiume su una barca a remi fino alla successiva linea ferroviaria, dove salivano su un’altra vettura per le riparazioni che li conduceva a destinazione. Portando con sé parecchie scatole di libri, avevano il privilegio di predicare in territorio realmente vergine.
Per provvedere ai fratelli un migliore contatto con l’organizzazione, e in armonia con le disposizioni teocratiche che c’erano in altri luoghi, nel 1950 fu iniziata l’opera di circoscrizione. Il fratello Stolfi fu mandato come servitore di circoscrizione a visitare otto congregazioni esistenti e a mettersi in contatto con vari gruppi isolati. Uno di tali gruppi si trovava vicino a Santiago. Per giungervi, gli Stolfi presero l’autobus sino alla fine della strada, quindi andarono a piedi fino a un torrente montano che si poteva attraversare solo a cavallo. Anche così si doveva stare molto attenti per non cadere ed essere portati via dalla rapida corrente. Giunti alla sponda opposta, continuarono a piedi e arrivarono a un piccolo villaggio dove una cinquantina di persone li attendevano. Esse erano materialmente povere. Le loro case erano quattro pareti e il tetto di paglia, senza pavimento e pochi mobili o nessuno, ma ciò che mancava loro materialmente era compensato spiritualmente.
Ovunque gli Stolfi andassero nella circoscrizione, erano seguìti da spie. Questo avvenne alla maggioranza
dei fratelli per tutta l’“èra di Trujillo”. Si diceva che ‘c’erano spie che seguivano le spie che seguivano le spie’.‘A TRUJILLO QUESTO NON PIACE’
Frattanto, il fratello Montás parlava tanto di ciò che aveva imparato che nella zona di San Cristobal la verità divenne nota come la religione di Luis Eduardo e ben presto teneva adunanze accanto alla farmacia, facendo ciò che aveva visto e udito nelle adunanze della capitale. Nel 1948, convocato dinanzi al presidente del partito politico per spiegare questa nuova religione, gli fu detto: “A Trujillo questo non piacerà”. Quando i discorsi pubblici attiravano centinaia di persone o più, e si distribuiva molta letteratura, di nuovo il presidente lo convocò, dicendo: “Dott. Montás, quelli che assistono alle adunanze dei testimoni di Geova da lei organizzate sono più numerosi di quelli che assistono alle adunanze del partito”. Il fratello Montás spiegò che non era colpa sua giacché egli non era incaricato di promuovere le adunanze del partito. Se i membri del partito avessero avuto gli stessi motivi, avrebbero ottenuto gli stessi risultati. Gli fu detto che a Trujillo non piaceva questa religione, che doveva smettere di tenere le adunanze e raccogliere tutta la letteratura che era stata distribuita. Il fratello Montás rispose che questa è la vera religione e quindi non poteva lasciarla, che non era affatto nemica del governo o del popolo. In quanto alla letteratura, non era possibile raccoglierla.
Alcuni giorni dopo ci fu una riunione nel Palazzo Provinciale a cui assisterono il governatore, dott. José Benjamín Uribe, il senatore, deputati, il presidente del partito locale e altri. Alcuni che avevano studiato la Bibbia nelle loro case e alcuni che avevano frequentato le adunanze furono interrogati. Essi negarono d’esser Testimoni. Il fratello Montás narra: “Fui accusato di dirigere un movimento sedizioso. Infine parlai per spiegare l’opera dei testimoni di Geova. Avevano udito che nessuno era testimone per Geova a San Cristobal, giacché tutti l’avevano negato. Comunque, ce n’era uno, e io non avrei smesso di esserlo. Ora era buio e videro che non avrei smesso di parlare, e non accesero le luci. Mi offrii di studiare la Bibbia nelle loro case o nella mia quando lo desiderassero”.
Il sacerdote cattolico Marcos, che era stato estremamente agitato dalle adunanze pubbliche, avvertì dal pulpito che la gente non doveva andare in farmacia, perché la polizia segreta prendeva i nomi di tutti quelli che vi andavano. Cominciarono a evitare sia la farmacia che la clinica dentistica.
Il fratello Montás continua: “In questo cruciale momento della mia vita, Lennart Johnson, che aveva studiato con me nella capitale, arrivò a casa nostra. Venne con la Bibbia e il libro per farmi lo studio come al solito. Fu una fune di salvezza gettata a un uomo che stava per annegare, un potente tonico per un cuore che veniva meno. Mi rimise in piedi”.
Avvertito dal colonnello Alberto Mota di non andare a Santiago a pronunciare il discorso della Commemorazione, il fratello Montás spiegò che era obbligato ad andarci. Vi andò e vi stette sei mesi, in carcere. Rilasciato, il fratello Montás era spiato di continuo e furono fatti vari attentati alla sua vita. Comunque, riuscì a riorganizzare le adunanze, sebbene clandestinamente. “Padre” Marcos continuò i suoi attacchi. Il fratello Montás fu rimandato in carcere per altri tre mesi, questa volta accusato di aver predicato nelle vie di San Cristobal. Egli ci narra: “Combattei come un leone per difendere la mia fede e lo ricordo ancora con gioia. Alla Corte d’Appello, qualcuno disse in seguito che io sembravo il giudice e i cinque giudici gli accusati. Avvertii i giudici di stare attenti perché ero giudicato per essere un testimone di Geova e che Geova aveva detto che chi tocca uno dei suoi testimoni tocca la pupilla del suo occhio. Non molto tempo dopo, il presidente della corte morì di cancro”.
Perseguito di nuovo, il fratello Montás rimase nascosto per nove giorni fra la volta della soffitta e il tetto di stagno della sua casa. La moglie era sull’orlo di un collasso nervoso. La casa era circondata da guardie. Egli pregò incessantemente Geova. Cominciò una pioggia torrenziale. Continuò a pregare. Le guardie entrarono tutte nella farmacia per proteggersi dalla pioggia. Quello era il momento atteso dal fratello Montás. Uscì e fece segno a una vettura pubblica di passaggio. Comparvero due guardie. La figlia maggiore di Montás entrò nella vettura e si mise a sedere al suo fianco. Le guardie la fissarono, essendone affascinate, senza uno sguardo al fratello Montás, che continuava la sua preghiera a Geova Dio. Ai posti di blocco, le guardie presero nota del numero della patente e del nome del conducente. Nessuno notò Montás. Egli arrivò sano e salvo a casa di Raymond Johnson nella capitale, dove stette alcuni mesi. Tornato a casa sua cadde nelle mani di due funzionari e trascorse i successivi due anni e nove mesi nella prigione La Victoria.
L’OPPOSIZIONE AUMENTA
La primissima assemblea di circoscrizione tenuta nella Repubblica Dominicana fu un’occasione gioiosa.
Si tenne nel settembre del 1949 in un grande deposito di tabacco a Santiago. Nonostante che la prima sera si spegnessero le luci e il programma fosse presentato senza luci e acustica i fratelli si rallegrarono della loro prima assemblea. Al discorso pubblico la domenica assisterono 260 persone. Ventotto furono battezzate.La seconda assemblea si tenne nella capitale in dicembre. J. M. Steelman che in precedenza aveva fatto parecchi viaggi sull’isola assisté a quest’assemblea come rappresentante viaggiante della Società. John Gilbert ricorda che a quest’assemblea i fratelli furono interrogati dalla polizia segreta riguardo al loro atteggiamento verso il governo, il pagamento delle tasse e il servizio militare.
Questa fu un’indicazione di ciò che doveva succedere e per i nostri fratelli dedicati cominciò un tempo di vere difficoltà. L’invasione di Luperón, primo maggiore tentativo di porre fine al dominio di Trujillo, era stata presto soffocata, ma ora il governo di Trujillo cominciò a gettare in carcere quelli che si rifiutavano di fare il servizio militare e chiunque fosse considerato in disaccordo col regime. Mentre si dibattevano le loro cause, erano condannati alla prigione. Ecco un esempio di ciò che accadeva.
León Glass e Francisco Madera lavoravano in un posto amministrato da un cognato di Trujillo, Ramón Savinón Lluberes. Come testimoni di Geova, cominciarono a commettere il “grave peccato” di non andare alle riunioni politiche. Dopo la fallita invasione di Luperón, quelli che lavoravano alle dipendenze del governo furono obbligati a mandare telegrammi che proclamavano la loro lealtà a Trujillo. Savinón Lluberes ordinò a tutti quelli che lavoravano sotto di lui di fare la stessa cosa. I fratelli si rifiutarono di firmare. Rafael Chávez, revisore dei conti, disse: “Aquí el que manda es Trujillo y hasta Jehová que baje del cielo se tiene que someter”. (Qui, chi comanda è Trujillo e anche se Geova scendesse dal cielo dovrebbe sottomettersi). Il fratello Glass rispose: “Se firmassi, direi che questa bestemmia che lei ha appena pronunciata è la verità”.
Il martedì seguente entrambi questi fratelli furono arrestati e interrogati dal colonnello Ludovino Fernández, comandante del posto (Forte Ozama), e da García Oliva, capo del servizio segreto. Si interessavano di sapere quanti fossero i Testimoni, perché le riviste Svegliatevi! e Torre di Guardia venivano distribuite e i nomi degli uomini che avevano l’età per il servizio militare. Le informazioni date portarono all’arresto di Enrique Glass, Demetrio Basset e Santiago Piña. Furono
rilasciati e quindi chiamati direttamente per il servizio militare benché la selezione fosse fatta normalmente mediante lotteria. Una condanna a cinque giorni fu estesa a otto giorni per includere la fine di settimana così che si potesse prendere nota dei nomi dei visitatori della domenica. Arrestati di nuovo il giorno dopo il rilascio furono condannati a un anno e mezzo. Questa volta Rafael Glass era incluso nel gruppo. Detenuti e guardie li schernivano giorno e notte come prova della loro lealtà a Trujillo. Il colonnello Fernández disse: “Testimoni di Geova, quando sarete divenuti testimoni del Diavolo avvertitemi così che io vi faccia uscire”. Altri schernivano: “Geova vi faccia uscire!”Un mese e venti giorni dopo aver terminato di scontare la loro condanna, furono arrestati di nuovo e accusati di astenersi dal servizio militare in un periodo di emergenza, di calunnia a un pubblico ufficiale, appartenenza a una setta sciolta chiamata testimoni di Geova e di predicare in violazione del bando contro l’opera. Questa volta la condanna fu di cinque anni.
León Glass riferisce: “Avemmo sempre da Geova la forza di perseverare e potemmo vedere anche nei piccoli particolari il Suo intervento a nostro favore. Anche quando eravamo percossi con bastoni, fruste e fucili, lo sopportavamo bene, poiché Geova provvedeva la forza di sopportarlo, sufficiente per queste prove e altre”. La condotta dei fratelli in prigione col passar del tempo fece acquistare loro il rispetto e la fiducia delle guardie e degli ufficiali della prigione. Roy Brandt, servitore di filiale a quel tempo, riferisce che questi fratelli in prigione ricevettero in seguito lavori di fiducia per cui non erano impiegati nemmeno i soldati. Per esempio, ai Testimoni prigionieri era permesso di entrare nel centro delle comunicazioni dove Trujillo aveva il dispositivo di controllo per l’ascolto delle trasmissioni delle altre radiostazioni latino-americane per vedere ciò che le altre nazioni pensavano di lui e del suo governo. León ed Enrique Glass, Francisco Madera e Demetrio Basset furono alcuni dei fratelli impiegati per questo lavoro.
Nella primavera del 1950 il Segretario dell’Interno e della Polizia chiese al fratello Brandt di presentare una lettera ufficiale che dichiarasse l’atteggiamento dei Testimoni verso il servizio militare, il saluto alla bandiera e il pagamento delle tasse. Nella lettera furono mandate le informazioni contenute nel libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Passò circa un mese, durante il quale la Chiesa Cattolica intensificò la sua campagna contro l’organizzazione. I sacerdoti scrissero lunghi
articoli di denuncia contro i testimoni di Geova collegandoli al comunismo. Essi furono pubblicati dalla stampa locale. La radiodiffusione delle notizie della stazione ufficiale La Voz Dominicana, contribuiva alla campagna contro i testimoni di Geova. Scrittori locali come Ramón Emilio Jiménez, Marrero Aristy e Horacio Ortíz Alvarez contribuirono alla campagna verbale contro il popolo di Geova. Il “padre” Robles Toledano aggiunse la sua voce parlando contro “i mal nominati testimoni di Geova” e i “membri del geovaismo”.Il 21 giugno 1950 un messaggero venne alla casa missionaria a informare il fratello Brandt che era desiderato dal Segretario dell’Interno e della Polizia. Vi andò immediatamente ed ecco la sua relazione di ciò che accadde: “Quando arrivai vidi che c’era la jeep del giornale con i fotografi e pensai che stesse arrivando o partendo qualcuno importante. Comunque molto presto seppi ciò che significava quel movimento. Vidi due sacerdoti cattolici gesuiti nei loro abiti bianchi entrare e uscire dall’ufficio del Segretario mentre io aspettavo di entrare. Dopo essere stato chiamato entrai e mi presentai come testimone di Geova. Mi fu detto di ascoltare il decreto mentre era letto da un nervosissimo Segretario dell’Interno e della Polizia, il sig. Antonio Hungría. Dopo la lettura della risoluzione che proibiva l’attività dei testimoni di Geova nel paese, chiesi se significava che noi missionari dovevamo partire. Mi assicurò che potevamo restare qui finché volevamo, se ubbidivamo alle leggi e non predicavamo o non parlavamo al popolo della nostra religione, e che il Capo della polizia, Ludovino Fernández, avrebbe fatto in modo che ubbidissimo a questo decreto. Il giorno dopo i giornali uscirono con la mia fotografia mentre mi veniva consegnato il decreto che proibiva l’attività dei testimoni di Geova nella Repubblica Dominicana”.
La ragione del bando, secondo il decreto, era che i testimoni di Geova proibivano ai loro proseliti di partecipare alla politica e ordinavano loro di onorare la legge solo se era in armonia con i giusti princìpi, preparando così il terreno all’anarchia e al disordine. Si diceva che ai seguaci era proibito di appartenere alle forze armate e di venerare la bandiera. Menzionava che l’esistenza di altre religioni nel paese da molti anni dimostra che si può mantenere la fede religiosa col dovuto rispetto per le leggi e che si può così operare senza impedimento o difficoltà con il governo.
Ora che si poteva fare? Secondo il decreto governativo l’opera di predicazione doveva cessare, ma secondo il decreto di Dio la predicazione della “buona notizia”
doveva continuare, sia che gli uomini l’apprezzassero o no. Fu detto agli studenti biblici che sarebbero stati messi in carcere se avessero permesso ai Testimoni di andare alle loro case. Le Sale del Regno furono chiuse. Ai fratelli fu detto che ogni attività doveva cessare e le case dei missionari erano vigilate di continuo. Ogni volta che uscivano erano seguìti e chiunque si accostasse alla casa era invitato ad allontanarsi.Alla fine del 1950, quando i fratelli Knorr e Henschel visitarono il paese alcuni missionari furono riassegnati a Portorico, Guatemala e Argentina. Altri ottennero lavoro secolare insegnando inglese e alcuni furono impiegati dalla società elettrica. Lì, per esempio, lavorava come segnatempo Roy Brandt, con accesso a tutti i generatori, interruttori e bruciatori, così che apparentemente il governo non si preoccupava troppo delle sue supposte relazioni col comunismo! Con questo lavoro secolare, i fratelli potevano contribuire a pagare le spese delle case che si potevano usare come luoghi di adunanza. Sì, le adunanze si tenevano nonostante le circostanze. In una di queste case i mobili della camera da letto posteriore avevano le ruote e potevano facilmente essere spostati nella stanza accanto e sostituiti con quindici o venti sedie così che si poteva tenere uno studio Torre di Guardia, l’adunanza di servizio e la Scuola di Ministero Teocratico insieme.
La Commemorazione si celebrava in piccoli gruppi, e un oratore teneva spesso tre discorsi in tre luoghi diversi in una sera. Molto spesso c’erano quella sera forti piogge, rovesci di benedizione, giacché tenevano le spie lontane dalle vie. Come abbiamo già visto, fu una di queste piogge a permettere al fratello Luis Montás di fuggire da San Cristobal. Il fratello Raymond Johnson ebbe esperienze simili quando era strettamente vigilato nella sua assegnazione di Santiago. Quando lasciava la casa per lo studio era seguìto. Cominciava a camminare e faceva molte svolte, andava avanti e indietro e intorno agli isolati finché la spia che lo seguiva si stancava e si fermava. Ma, abbastanza spesso, cadeva un rovescio di pioggia e, mentre la spia si fermava in qualche luogo per ripararsi dalla pioggia, il fratello Johnson continuava e andava alla sua visita ulteriore.
Il fratello Julio Ditren fu battezzato nel 1955 e così si associò con l’organizzazione al tempo in cui la persecuzione era intensa. La sua casa era usata come luogo di adunanza e non ebbe mai gravi difficoltà. Accadde che aveva un amico che non era Testimone, ma era realmente un amico, ed egli lavorava per il governo, in stretta relazione con il dipartimento di polizia.
A volte questo amico diceva al fratello Ditren: “Non tenete la vostra adunanza questa settimana”. E proprio quella settimana alcune spie stavano nelle vicinanze o perfino entravano nella casa. Poi qualche tempo dopo l’amico diceva: “Ora va tutto bene. Potete tenere di nuovo le vostre adunanze”. Evidentemente i funzionari avevano deciso che la casa non era un luogo di adunanza.OPERA DURANTE IL BANDO
La regolare provvista di sostentamento spirituale era in quei giorni essenziale. Ed è una meravigliosa indicazione dell’amorevole provvedimento di Geova che La Torre di Guardia ci giungeva per posta, con un messaggero personale e in altri modi. Mentre la censura diveniva più severa il solo modo sicuro era mediante corriere personale. Uno di questi messaggeri narra ciò che poteva accadere:
“All’aeroporto di Ciudad Trujillo (Santo Domingo) quando un viaggiatore passava la dogana gli agenti lo facevano stare in un certo luogo e gli facevano leggere un’iscrizione sulla parete. Questo era un accorgimento poiché dietro quella parete era sistemata una macchina fluoroscopica usata per esaminare il viaggiatore, per accertare se aveva armi. Spesso mi chiedevo come apparivano alla macchina i punti metallici delle riviste. Ma, nel corso degli anni, non fu mai scoperta nessuna pubblicazione. A volte pareva che Geova li accecasse come furono evidentemente accecati gli uomini di Sodoma, e anche quelli dell’esercito siro che cercarono di catturare il profeta Eliseo. (Gen. 19:4-11; 2 Re 6:15, 18-20) Una volta nelle mani dei fratelli, gli articoli di studio delle riviste potevano essere ciclostilati e distribuiti in tutto il paese”.
Il servizio di campo veniva fatto con cautela. I libri erano divisi così che se ne potevano portare alcune pagine piegate in una tasca della camicia o in una borsa della spesa senza attrarre indebita attenzione. I libri di studio erano lasciati nella casa dello studente così che si poteva camminare per la via senza nessuna pubblicazione. I foglietti di rapporto venivano fatti, ma assomigliavano a liste della spesa, i proclamatori facevano rapporto di lechosa, frijoles, huevos, repollo ed espinaca (papaya, fagioli, uova, cavoli e spinaci) per libri, opuscoli, ore, ecc. Le copie ciclostilate de La Atalaya (La Torre di Guardia) si chiamavano yucca, una radice amidacea commestibile.
Naturalmente, non era necessario essere trovato con la letteratura per essere arrestato, come si può notare nel caso di Lucía Pozo. Dopo avere assistito all’assemblea
di New York nel 1950 la polizia le si accostò e l’arrestò. Portava una borsetta contenente sapone, un asciugamano e cosmetici. Con qualche trasformazione questi divennero riviste Torre di Guardia e una Bibbia al tempo del suo processo. Arrivata al comando, il capo della polizia la rimproverò, chiamandola comunista, donna svergognata, vagabonda e nemica del governo. Fu messa nella Prigione delle Donne e poi trasferita a San Cristobal. Interrogata, le fu chiesto se non sapeva che l’opera dei testimoni di Geova era al bando. Lucía rispose: “La mia adorazione di Geova non è proscritta”. Le fu rammentato: “In questo paese, si deve ubbidire a Trujillo”.La sorella Pozo fu trasferita nella parte posteriore di un’autocarro, com’ella dice, ‘come un sacco di patate’, a Pedernales, vicino al confine haitiano. A Pedernales fu trattata bene dalla maggioranza delle guardie. Le lasciavano aperta la cella e le facevano lavare le vesti in un torrente sotto gli alberi, avvertendola di correre dentro ogni volta che era in giro il capitano Almanzar, poiché avevano timore di quest’uomo. Quando una delle guardie le fece proposte sessuali, il dottore l’udì e intervenne in favore di lei. La sorella Pozo era decisa a mostrare al capo della polizia, che l’aveva chiamata con molti nomi diffamatori, che era un bugiardo e che ella non avrebbe fatto nulla per disonorare Geova. Da che fu rilasciata ha continuato a essere fedele e fino a questo tempo è nel servizio di pioniera speciale a Santo Domingo.
Una parte importante nella vita dei fratelli in questo tempo era la visita settimanale alle prigioni, con cibo e altre cose necessarie per i fratelli in prigione. I visitatori si mettevano in fila nella strada di fuori prima delle 14 la domenica, uomini e donne in file separate. Il nome e il numero di Cédula (carta d’identità) di ciascuno e chi desideravano visitare erano annotati da un soldato. I visitatori maschi erano perquisiti. Non solo era provveduto cibo regolare ma i fratelli ricevevano cibo spirituale. Ai loro visitatori era permesso di portare cibo in varie forme. A volte si poteva mettere un sacchetto di carta dentro l’altro, con alcuni fogli di riviste o opuscoli in mezzo, quindi riempire il sacchetto interno di frutta. Mentre la guardia esaminava attentamente la frutta, spesso non pensava di guardare fra i sacchetti, supponendo che i due fossero per renderli più forti così che il succo della frutta non rompesse i sacchetti. Le sorelle nascondevano alcuni fogli di pubblicazioni nelle loro vesti. Così i nostri fratelli in prigione erano tenuti spiritualmente forti.
Entro quei luoghi i prigionieri avevano privilegi di
servizio. León Glass racconta che da prigionieri era assegnato loro lavoro intorno ai recinti militari nella capitale e nell’interno, e a tutti quelli che incontravano portavano la “buona notizia”. Alcuni del personale militare si mostravano amichevoli e perfino li aiutavano a ottenere letteratura. Per parecchi mesi furono assegnati a tagliare l’erba lungo la strada di Mella. Uno di questi prigionieri scrive: “Lavorammo lungo quarantasette chilometri di strada di casa in casa in compagnia delle guardie. Che giornate piacevoli!”Dentro la prigione lavoravano di cella in cella e di letto in letto. Alcuni di quelli ai quali testimoniarono ricoprono ora incarichi di servitori nelle congregazioni, come Manuel Tamayo e Manuel Rincon. Due che divennero Testimoni in prigione furono assassinati, uno, Guarionex Vargas, perché suo nipote aveva partecipato a un complotto contro Trujillo. Dopo avere riconosciuto il crudele trattamento riservato ai testimoni di Geova, Ramón Alberto Ferreras, un prigioniero politico, nel suo libro “Preso” (Prigioniero) a pagina 140 dichiara: “L’Armaghedon del giudizio finale, le cose eccellenti che i giusti sperano nell’al di là, le catastrofi che attendono l’umanità secondo la rivelazione, e altri temi biblici o teologici si udivano nelle celle delle sezioni A e B mentre vi era il gruppo dei testimoni diretto da un uomo chiamato Montás di San Cristobal”. Mentre il sig. Ferreras, secondo il suo libro, sembra pensare che i testimoni di Geova fossero completamente eliminati durante questo tempo, in effetti essi aumentarono di numero. La predicazione a cui si riferisce era la disposizione presa dai fratelli in prigione di tenere un “discorso pubblico” ogni giorno dalla cella stessa. Poiché la prigione era a forma di torre, la voce giungeva a parecchi isolati di celle, essendo udita anche nella sezione femminile da cui, a volte, veniva la domanda: “Non c’è oggi un sermone?”
UN’INTERRUZIONE E POI ALTRE NUBI
Il 16 giugno 1954, Trujillo firmò un concordato con Roma promettendo speciale trattamento al clero cattolico romano. Nel 1955 egli divenne “Padre de la Patria Nueva” (Padre della Nuova Patria) e l’Esposizione della Pace e della Confraternita del Mondo Libero fu celebrata in Ciudad Trujillo. In questo “mondo libero” il bando era stato in vigore per cinque anni. Come indica l’Annuario dei testimoni di Geova del 1956, la maggioranza dei proclamatori non aveva mai visto un’originale rivista Torre di Guardia né un Informatore (ora Ministero del Regno). Molti non avevano mai offerto letteratura di porta in porta. Il comune proclamatore
non era mai stato a un’adunanza pubblica né a un’assemblea. Non cantavano né conoscevano i cantici del Regno, ma avevano lo spirito di Geova e questo era il segreto della loro forza.Raymond Franz, missionario a Portorico, fu invitato a presentare personalmente una petizione al dittatore Trujillo, chiedendogli l’abrogazione del bando. Messosi in contatto con i fratelli, gli fu consigliato che il modo migliore per vedere Trujillo era di mandargli un telegramma con la richiesta di un’intervista. “Chiedo rispettosamente il privilegio di una breve intervista di Vostra Eccellenza. Un educatore americano in un viaggio di 7.000 miglia. Ho informazioni di grande importanza per voi e per il vostro paese”. Questo era il testo del telegramma inviato ed ecco il racconto che fa il fratello Franz di quanto accadde:
“Il giorno dopo una comunicazione telefonica nell’albergo mi consigliava di andare al Palazzo Nazionale alle otto della mattina dopo. Quella mattina andai all’ingresso del Palazzo e, dopo aver aspettato che la banda suonasse l’inno nazionale, con tutto il personale del governo in piedi ai molti balconi del Palazzo, mi fu concesso di oltrepassare la garitta della sentinella all’ingresso e di salire i molti ampi gradini del Palazzo.
“Dopo essere stato messo in diverse sale di attesa da solo per un periodo di quasi un’ora e di aver quindi conversato brevemente con un generale dominicano, fui condotto lungo un corridoio, attraverso una stanza dov’erano quattro ufficiali, quindi mi fu fatto cenno di attraversare un corridoio abbastanza stretto che accedeva in un’ampia stanza. Solo quando giunsi all’ampia stanza vidi il dittatore in piedi accanto a una grande scrivania. Non mi aspettavo di giungere così facilmente da lui.
“Dopo avere scambiato saluti e aver fatto alcuni favorevoli commenti sul paese, spiegai in spagnolo la mia missione: di rappresentare un’organizzazione internazionale in qualità di suo emissario per presentargli una petizione. Prima gli diedi una lettera di presentazione, e quindi gli consegnai la petizione. Trujillo non aveva detto nulla dopo il saluto iniziale, dando l’impressione di essere nervoso perché non sapeva cosa aspettarsi. Cominciò a leggere la petizione ma subito si fermò e semplicemente mi guardò. Allora gli dissi che era desiderio della nostra Società comunicargli il nostro rammarico perché la nostra era la sola organizzazione religiosa contro cui era stato emanato il bando nel suo paese e che i testimoni di Geova erano noti in tutto il mondo come cittadini pacifici, rispettosi e lavoratori. Questa era la prima volta che veniva usato il
nome ‘testimoni di Geova’ ed evidentemente egli non aveva visto ancora il nome nella petizione. Ora ‘esplose’ dicendo che i Testimoni si rifiutavano di fare il servizio militare, né salutavano l’emblema nazionale. Indicai che la petizione spiegava la ragione, e che non vi era implicato nessun motivo politico, solo questione di religione e di coscienza. Dopo alcune altre brevi espressioni, egli si alzò, indicando che l’intervista era finita. Con mia sorpresa mi diede la mano. Gliela strinsi, assicurandogli di voler rispondere a qualsiasi domanda potesse avere riguardo alla petizione, e me ne andai”.Nel 1956 il bando fu abrogato. Sembrava quasi troppo bello per essere vero. Il Segretario dei Culti fu chiamato ed egli assicurò i fratelli: “Sì, siete liberi, assolutamente liberi di praticare la vostra religione proprio come facevate prima”. Un fratello spolverò la sua borsa, ci mise dentro una Bibbia e dei libri e, col giornale in una mano, inforcò la sua bicicletta e attraversò il piccolo paese dove abitava, dicendo: “L’opera dei testimoni di Geova è libera, l’opera è libera!” Sua moglie corse alla porta di dietro gridando la stessa cosa ai vicini. Ci fu grande allegrezza.
La riorganizzazione cominciò immediatamente. Furono trovate Sale del Regno, furono rifatte cartine e schedari di congregazione. Furono mandate ordinazioni per la letteratura e le riviste, e queste furono ricevute senza ulteriori problemi. Prima del bando i proclamatori che avevano fatto rapporto erano stati 261. Quando il bando fu abrogato in agosto erano 522, e in novembre fecero rapporto 612!
Circa sette mesi dopo l’abrogazione del bando, smisero di arrivare le riviste e nella stampa cominciarono a comparire editoriali che chiamavano i Testimoni “comunisti”. Il servitore di filiale, Roy Brandt, andò a parlare all’ufficiale postale circa le riviste e la situazione. Quest’uomo, un colonnello dell’esercito, lo interrogò intorno alle credenze dei testimoni di Geova compreso l’argomento di chi sono i “principi” che governeranno nel Nuovo Ordine. Le benedizioni del governo del Regno furono trattate per più di un’ora. Il colonnello disse che aveva un’intera stanza piena di riviste ma che aveva ordini da Trujillo di non consegnarle. Esse furono mandate alla filiale portoricana a spese del governo dominicano.
Il 30 giugno 1957, il sacerdote gesuita Vásquez Sanz, in un discorso radiofonico, mostrò chiaramente l’atteggiamento della Chiesa Cattolica verso le rinnovate attività del popolo di Geova. Chiamò i testimoni di Geova comunisti, odiatori di ogni ordine, e fece altre false accuse, le quali furono tutte ripetute dalla stampa
pubblica. Articoli simili si successero quotidianamente. Il sacerdote cattolico romano Robles Toledano disse che i testimoni di Geova erano una crescita cancerosa e dovevano essere sradicati dalla Repubblica Dominicana. Il 3 luglio, El Caribe (un giornale locale), con il titolo “Testimoni di Mosca”, disse: “Per la stessa essenza dei loro princìpi di dottrina i testimoni di Geova somigliano a un’astuta avanguardia del comunismo”. L’8 luglio, lo stesso giornale disse: “Non c’è il minimo dubbio che il movimento geovaistico è una pericolosa testa di ponte che prepara la strada per un disastro comunista”. Gli attacchi continuarono. I testimoni di Geova furono definiti violatori della legge, insultatori della bandiera e dell’inno nazionale, e cominciò una terribile ondata di persecuzione.Nella zona di Salcedo, le intere congregazioni di Los Cacaos, Blanco Arriba e Monte Adentro furono arrestate e ai fratelli fu chiesto di firmare una dichiarazione secondo cui rinunciavano alla loro fede e di promettere di tornare alla Chiesa Cattolica Romana. I fratelli furono percossi, presi a calci e colpiti in faccia col calcio dei fucili e poi furono gettati in celle affollate. Le sorelle, in una cella separata, poterono udirne i lamenti per tutta la notte.
La mattina dopo, a uno a uno i servitori di queste congregazioni furono condotti in un ufficio. José Jiménez (65) ne fu trascinato fuori sanguinante e privo di sensi. Pedro German (35) ne uscì sanguinante. Angel Angel (60) era privo di sensi e sanguinava dalla bocca e dal naso. Pedro Gonzáles (60) comparve con gli occhi chiusi dal gonfiore, e suo figlio Porfirio (25) era privo di sensi e sanguinava dall’orecchio. Gli era stato rotto il timpano.
A Santiago, Miguel Angel Fernández e Maximo López ricevettero ventuno sferzate ciascuno con una sferza. Nella prigione La Vittoria, nella capitale, alcuni furono messi in prigione per otto giorni a granturco e acqua. In un’altra prigione, un fratello sopravvisse per tre giorni con un piccolo dolce. Cordelia Marte, quindicenne, fu condotta dinanzi al generale Ludovino Fernández in Salcedo. Egli cominciò a parlare contro i testimoni di Geova, dicendo che era facile vedere che erano di Mosca perché semplicemente andavano in giro e non avevano nemmeno una chiesa. La fanciulla gli chiese se sapeva ciò che significava la parola “chiesa”. Egli si adirò, disse che sapeva che dovevano “tagliarla a pezzi, sbatterla contro il muro così che il suo cervello le schizzasse fuori e poi seppellirla in qualche posto dove non puzzasse”. Gridò ai soldati: “Portatela via e chiudetela a chiave senza nessuna
considerazione”. Ella fu in seguito trasferita al Forte di Santiago e poi al Riformatorio Femminile nella capitale. Qui condivise una cella con Ramonita, una Testimone dodicenne.In tutto, furono arrestati circa 150 fratelli, molti di questi prima che fosse annunciato il bando ufficiale del 24 luglio. Questo bando ebbe un aspetto più grave in quanto era per decreto presidenziale e ratificato da una Legge del Congresso, mentre il primo era stato per ordine del Segretario dell’Interno. Questo secondo bando fu emanato su istanza del senatore monsignor Sanabia e di un altro deputato che era pure sacerdote. Esso dichiarava che le dottrine dei testimoni di Geova implicavano una violazione dei princìpi secondo cui era stata organizzata la Repubblica Dominicana. Al tempo della favorevole considerazione di questa legge da parte del Senato monsignor Pérez Sánchez, anche senatore, disse che era una “felice occasione” per il Senato far questo.
Il colonnello Arturo Espaillat della Polizia Militare chiamò il fratello Brandt e gli disse che i missionari dovevano prepararsi a lasciare il paese in trenta giorni. Essi cominciarono a vendere i loro mobili, e la macchina duplicatrice fu portata in un altro luogo dove Donald Nowills e León Glass furono istruiti sul modo di usarla. Il fratello Brandt continua: “Circa dieci giorni prima di partire i missionari furono tutti convocati all’ufficio del Servizio Segreto Militare e interrogati circa la nostra opera. Il colonnello Espaillat pensava che avremmo comprato i nostri biglietti e semplicemente ce ne saremmo andati senza nessuna difficoltà per lui. Ma gli spiegai che la data della nostra partenza dipendeva da lui perché non avremmo comprato i biglietti per partire giacché volevamo restare. Quindi capì che dovevamo essere deportati e disse: ‘Ebbene, se volete essere martiri vi manderemo via’. Gli dissi di mandare qualche rappresentante ufficiale per portarci all’aeroporto. Mandò due tassì con un ben noto ‘pistolero’ governativo, Cholo Villeta, e un altro ufficiale, e tutt’e dieci ci ficcammo nei due tassì con le nostre valigie e andammo all’aeroporto, dove comprarono i nostri biglietti per Portorico. Una sorella venne a salutarci, ma un poliziotto amichevole disse alla sorella Johnson di dirle di andar via presto perché avevano l’ordine di uccidere chiunque ci si fosse mostrato amichevole.
“Arrivammo a Portorico e fummo accolti dai cameramen e dai cronisti di giornali. I giornali di Portorico pubblicarono le nostre fotografie, di tutt’e dieci, e il
racconto della nostra deportazione. Ciò diede un’ampia testimonianza”. Questo avvenne il 3 agosto 1957.Nella Repubblica Dominicana l’opera fu lasciata nelle mani di un giovane fratello ventenne, che era stato battezzato solo quattro anni prima. Quando Donald Nowills fu nominato assistente servitore di congregazione nel 1956, era la prima volta che udiva parlare di tale incarico. Fu poi nominato servitore di congregazione. Quindi, nel marzo del 1957, fu nominato servitore di circoscrizione. In questo tempo sembrava che egli fosse sempre una congregazione più avanti di dove le autorità lo cercavano. In una occasione era tornato al piccolo villaggio di Monte Adentro a prendere alcuni oggetti personali. Gabriel Almanzar si offrì di tornare con lui per i quattro chilometri fino a Salcedo. Il fratello Nowills disse che non era necessario, che poteva facilmente trovare la strada da sé, e se ne andò da solo. Quello stesso pomeriggio quando il fratello Almanzar andò in città fu subito riconosciuto e intorno a lui si formò una turba, e le persone gridavano: “Un Testimone! È un Testimone!” Comparvero le guardie e lo portarono via. Fu il primo del gruppo della zona di Salcedo ad essere arrestato e percosso. Se il fratello Nowills fosse stato con lui, avrebbe subìto senza dubbio lo stesso trattamento.
Badando alla filiale dopo la deportazione dei missionari, il fratello Nowills trovò tutto nuovo, tutto da imparare. Apprezzò grandemente le visite del fratello Bivens come servitore di zona e di Raymond Franz che l’aiutò a risolvere molti problemi sull’organizzazione e difficoltà create da persone ambiziose di incarichi nell’organizzazione. Gradualmente l’opera fu meglio organizzata. Fu mostrato ai fratelli come fare l’opera di casa in casa nonostante il bando. In alcune zone rurali, dopo l’ondata di grave persecuzione, i fratelli non avevano osato tenere adunanze. Quindi alcuni cominciarono a studiare insieme in isolate piantagioni di caffè. Per due anni furono sicuri che un servitore di circoscrizione non potesse andare da loro senza essere arrestato, ma infine fu fatto un tentativo. Felix Marte, guidato da un altro fratello, entrò nella zona dopo le tenebre. Alla prima adunanza assisterono ventuno persone, le quali avevano in precedenza tutte rinunciato all’opera a causa della persecuzione. La seconda sera si radunò con un altro gruppo di trenta. La sera successiva il fratello Marte e il suo compagno percorsero undici chilometri a piedi, a volte col fango fino alle ginocchia, per radunarsi con un altro gruppo. Ci vollero tre ore per giungere al luogo di adunanza. Quando diciassette fratelli corsero fuori per accoglierli e abbracciarli dimenticarono
quanto fossero stanchi, e l’adunanza cominciò alle 22,15. In questo viaggio il fratello Marte poté dare aiuto e consigli a circa sessanta fratelli.QUANDO LA BARCA AFFONDA
Gli associati a delinquere di solito riscontrano che non hanno fra loro stretti legami. L’interesse egoistico li divide. Questo accadde nella Repubblica Dominicana. Era ora evidente che gli oppositori del regime divenivano più arditi e che Trujillo cominciava ad avere momenti preoccupanti. Mentre le sue truppe avevano decimato il 14 giugno 1957 l’invasione di Constanza, Maimon ed Ester Hondo, l’attacco lasciò i nemici del governo col sentimento che il regime non era invulnerabile.
Il decennio degli anni sessanta cominciò con la spettacolare lettura di una lettera pastorale alla messa in tutte le chiese cattoliche. Questa dichiarava che la Chiesa non poteva rimanere insensibile al profondo dolore che affliggeva tante case dominicane. Esponeva certi diritti che tutti dovevano avere e quindi diceva: “Abbiamo indirizzato una lettera ufficiale alla più alta autorità nel paese perché eviti gli eccessi che solo recheranno danno a quelli che li commettono”. In risposta fu detto al clero di astenersi dall’attività politica o da qualsiasi cosa che avrebbe alterato l’ordine pubblico. Questo preparò il terreno alle ostilità governative contro la Chiesa. Una delle rappresaglie fu la rimozione del bando contro i testimoni di Geova nella primavera del 1960.
Il fratello Anton Koerber andò all’Ambasciata Dominicana di Washington e gli fu detto che ora l’opera era libera e che i missionari potevano di nuovo essere mandati nel paese. Fu per certo una benedizione di Geova che alcuni dei medesimi che erano stati espulsi dal paese vi fossero rimandati come missionari. Il 7 luglio 1960, il fratello e la sorella Roy Brandt furono riaccolti. Cominciarono a lavorare come missionari, lasciando l’organizzazione della filiale com’era allora. Furono tenute adunanze, ma in piccoli gruppi. Nessuno sapeva esattamente quale portata avrebbe avuto la liberazione.
Nel frattempo, i problemi di Trujillo crescevano. Il 24 giugno 1960, era stato fatto un attentato alla vita del presidente Betancourt del Venezuela, e del complotto fu accusato il regime di Trujillo. Questo recò sanzioni dall’Organizzazione degli Stati Americani. Il brutale assassinio politico delle tre sorelle Mirabal che erano state attive nel movimento del 14 giugno suscitò in tutto il paese l’indignazione pubblica.
Nel gennaio del 1961, il fratello Milton Henschel dell’ufficio del Presidente visitò la filiale. Aiutò i fratelli a fare una cartina del loro territorio e a cominciare la riorganizzazione dell’opera. I gruppi furono subito visitati regolarmente da due servitori di circoscrizione. Questo ristabilito contatto dell’organizzazione con i fratelli mostrò amore e aiutò a mantenerli spiritualmente sani. L’entusiasmo fu grande e i fratelli cominciarono a offrire le riviste nelle vie. Ma questo fu sconsigliato dal fratello Knorr perché avrebbe suscitato l’antagonismo degli oppositori e l’opera avrebbe potuto essere soppressa. La cosa importante era di annunciare la “buona notizia”, quietamente se necessario, visitando le persone nelle loro case e tenendo studi con tutti gli interessati.
Nella primavera del 1961 fu provveduto ulteriore aiuto. Arrivarono il fratello e la sorella Salvino Ferrari con molti anni di esperienza missionaria a Cuba. E l’opera cresceva. Per badare alle venti congregazioni e ai molti gruppi isolati erano impiegati tre servitori di circoscrizione, i fratelli E. Glass, D. Nowills e H. Nicholas.
Il 30 maggio 1961 Trujillo fu assassinato e la polizia segreta iniziò un’ampia ricerca di tutti quelli che vi erano implicati. Solo due uomini riuscirono a sfuggire, nascondendosi finché non fu concessa loro l’amnistia. Parecchi missionari furono trasferiti da Portorico alla Repubblica Dominicana, compresi il fratello e la sorella Raymond Franz. Il fratello Franz riferisce: “Benché l’opera fosse ora libera, essendo usate le Sale del Regno, le persone in genere avevano ancora molto timore, essendo reticenti a parlare con noi nell’opera di porta in porta. Il nome e l’immagine di Trujillo erano ancora nella maggioranza delle case, gli stabilimenti avevano ancora grosse scritte, ‘Dio e Trujillo’, ‘Lode a Trujillo’, ed espressioni simili apparivano perfino sulle piccole cassette dei ragazzi che lucidavano le scarpe nelle pubbliche piazze”.
Ora venne la crisi politica. I membri della famiglia Trujillo cercarono di afferrare il potere ma, sotto la pressione della resistenza popolare, furono costretti a fuggire dal paese. Ci furono scioperi, violenza, spari, esplosioni e soldati dappertutto. Persone che solo pochi mesi prima adoravano Trujillo ora cominciarono a distruggere praticamente tutte le sue statue e le sue immagini. Case e poderi della famiglia Trujillo e associati furono saccheggiati. Agli esiliati politici fu concessa l’amnistia. Fu formato un consiglio di stato per governare il paese. Joaquín Balaguer, che era stato presidente sotto Trujillo, fu nominato presidente del
consiglio. Dopo la fucilazione di parecchie persone, una giunta militare afferrò il potere. Balaguer cercò asilo nell’ufficio del nunzio papale e gli fu concesso un salvacondotto per Portorico. Il capo dell’esercito Echavarría fu mandato in esilio con una tempesta di proteste di quelli che pensavano che avrebbe dovuto subìre un processo per assassinii politici.In quei giorni di insurrezione e confusione politica, lo spirito di Geova continuò a essere sui suoi fedeli, così che per la fine dell’anno di servizio trentatré facevano servizio come pionieri speciali. Fu in quello stesso anno che il fratello Nowills ebbe il privilegio di frequentare il corso di dieci mesi della Scuola di Galaad, a Brooklyn, in New York. Con qualche precedente esperienza di lavoro di filiale acquistato durante il periodo del bando, apprezzò l’opportunità di studiare nella sede della Società e di crescere in statura spirituale. Tornato in dicembre e con le sue visite alle congregazioni contribuì molto a stabilizzare l’opera.
PROSPERITÀ IN TEMPI DIFFICOLTOSI
Il fratello Knorr visitò la Repubblica Dominicana nell’aprile del 1962, provvedendo lo stimolo necessario per aumentare l’attività. Mentre l’opera andava bene, era principalmente con una continuazione dell’opera degli studi biblici a domicilio che durante il bando si era dato enfasi all’attività. Ora era desiderabile maggior lavoro di casa in casa. Fu formata un’altra circoscrizione e i servitori di circoscrizione furono istruiti a prestare speciale attenzione al lavoro di casa in casa. L’atteggiamento cambiava rapidamente. Per “battere il ferro mentre era caldo”, il fratello Knorr aumentò il numero assegnato dei pionieri speciali a 100. Il popolo di Geova sentì l’urgenza dei tempi. Il popolo, per molto tempo oppresso, doveva ora avere l’opportunità di udire la buona notizia del Regno. Con soli 790 proclamatori in media nel 1962, alla Commemorazione il numero dei presenti salì a 2.315. Era ovvio che c’era molto lavoro da fare. I fratelli Ferrari e Dingman furono assegnati al lavoro di circoscrizione, in cui entrambi avevano esperienza, per aiutare le giovani congregazioni e i piccoli gruppi di pionieri speciali a organizzarsi e a collegarsi più strettamente all’organizzazione. Raymond Franz fu nominato servitore di filiale. I missionari che avevano avuto esperienza in Messico, Bolivia e altri luoghi furono trasferiti nella Repubblica Dominicana, e verso la fine dell’anno cominciò la costruzione di una nuova casa filiale e missionaria.
Con l’aiuto di Geova l’opera continuò a crescere,
1.035 compresi 75 pionieri speciali, predicarono in media ogni mese durante il 1963. L’anno cominciò con un’utilissima visita del fratello Bivens, servitore di zona nominato dal presidente della Società. Il fratello Duffield, che aveva avuto esperienza nella filiale cubana, arrivò per assumere la responsabilità mentre il fratello Franz frequentava il corso di addestramento di dieci mesi a Galaad. Nel frattempo, il fratello R. Wallen, dall’ufficio del presidente, visitò la filiale e aiutò l’organizzazione delle classi di lettura e scrittura. Quelli che non sapevano leggere si riunivano verso la fine delle sessioni della Scuola di Ministero Teocratico per esercitarsi a leggere e così poter edificare la propria fede. Dopo essersi diplomato a Galaad, il fratello Franz fece servizio come servitore di zona e quindi continuò a fare il servitore di filiale nella Repubblica Dominicana. In dicembre ci fu un aumento di proclamatori del 18 per cento, e il totale giunse a 1.540. Ventotto congregazioni e oltre venticinque gruppi erano visitati regolarmente dai ministri viaggianti della Società. Alla Commemorazione del 1964 ci furono 4.064 presenti. Le prospettive di crescita erano sorprendenti.Nel campo politico durante questo stesso periodo di tempo, era prevalsa l’anarchia. Nel dicembre del 1962 Juan Bosch fu eletto presidente. Dopo breve tempo fu espulso e sostituito da una giunta militare che governò dal 1963 al 1965. Le tasse e l’austerità diedero luogo nell’aprile del 1965 a una rivoluzione popolare. Molti asseriscono che l’intervento americano impedisse il successo di quella rivoluzione. Ora Santo Domingo divenne un campo di battaglia mentre le forze rivoluzionarie e quelle governative cercavano di assumere il potere. Rumori di guerra, rumori di fucili e mitragliatrici e il rombo degli aerei che sparavano contro i loro bersagli, riempivano l’aria. L’energia elettrica, il servizio telefonico e postale, e i trasporti pubblici mancavano. Presto si scoprì che gli spari diminuivano fra le 5 e le 11, quindi in queste ore si cercavano le provviste e si predicava. Si rischiava la vita non solo per soddisfare le necessità materiali ma anche per assistere alle adunanze. L’isola fu tagliata dal resto del mondo, ma non dall’amore dell’organizzazione di Geova. Il 19 maggio il fratello Knorr mandò un telegramma: “COME STATE TUTTI? VI PREGO DI RISPONDERE MEDIANTE CABLOGRAMMA”. Fu informato Brooklyn sia per cablogramma che per lettera; le lettere erano inviate mediante fonti diplomatiche, l’unico modo in cui si poteva inviare o ricevere corrispondenza. L’ufficio del presidente avvertì le famiglie che tutti i missionari stavano bene, e così evitò inutili preoccupazioni.
Il servitore di filiale Raymond Franz, descrive com’era la vita in mezzo alla rivoluzione: “La capitale era il centro del conflitto. Dormivamo sul pavimento per mesi a causa del pericolo di dormire all’altezza delle finestre. Pochissime pallottole colpirono comunque i locali della filiale. L’elettricità nella capitale fu interrotta quasi immediatamente, il che significò che non potevamo usare la stufa elettrica o il frigorifero, né potevamo contare sulla nostra pompa elettrica per portare l’acqua al primo piano dell’edificio. Feci un paio di fornelli a carbone con alcuni grossi barattoli. Di sera leggevamo a lume di candela (in seguito modernizzato con alcune lanterne a cherosene), ma poiché gli occhi si affaticavano considerevolmente e la sparatoria di notte diveniva pericolosa, dopo avere studiato per un po’ noi missionari spesso giocavamo a scacchi o facevamo qualche altro gioco per non pensare al combattimento che avveniva di fuori e provare un po’ di sollievo. Dopo un po’ ci abituammo tanto che gli spari non ci impedivano di dormire più o meno normalmente. Spesso a mezzogiorno gli spari cominciavano mentre stavamo mangiando e noi ci abbassavamo sul pavimento e mettevamo i piatti sulle sedie continuando a mangiare. Trovai che in tali condizioni noi missionari ci capimmo maggiormente l’un l’altro. Inoltre, capimmo di più anche tutti i fratelli. Il vederli venire alle adunanze (ora tenute in piccoli gruppi) nonostante gli ostacoli e i rischi ce li faceva apparire ancor più preziosi”.
Nella città prevalevano illegalità e disordine. Sorsero questioni che misero la coscienza cristiana alla prova. Si doveva mantenere la neutralità. Oppressione e ingiustizie potevano influenzare una persona perché propendesse da una parte o dall’altra. Era tempo di ricordare che entrambe le parti appartenevano a questo sistema di cose e che avevano la disapprovazione di Geova. I marines americani occuparono certe case e misero le mitragliatrici sui terrazzi e sui balconi. Almeno un fratello dovette andare dagli ufficiali americani a chiedere di mandare via i marines e le loro armi dalle loro abitazioni. Approfittando dell’assenza della legge, i poveri occupavano lotti vacanti e vi costruivano. Avrebbero fatto questo i nostri fratelli? Depositi parzialmente incendiati furono aperti dai rivoluzionari e si permetteva alle persone di saccheggiarli, essendo perfino invitate a far questo. La prova era in corso. Si sarebbero i fratelli uniti alle persone che facevano queste cose? Fino a qual punto sarebbero stati guidati dalla neutralità cristiana?
Presto la capitale si divise in tre settori. L’esercito dominicano controllava la parte settentrionale e quella
occidentale; i marines statunitensi un corridoio dov’era situata la filiale; e il settore meridionale, che comprendeva il principale quartiere dei negozi, i moli e l’ufficio postale, era nelle mani dei rivoluzionari. A causa della riconosciuta neutralità dei Testimoni, il fratello Franz ebbe il permesso di andare da una sezione all’altra senza essere molestato. Si tenevano assemblee di circoscrizione fuori della città, con speciali disposizioni perché i fratelli della città potessero tornare alle loro case per l’ora del coprifuoco.Raymond Franz commenta: “Quindi, malgrado la guerra portasse difficoltà e pericoli, specialmente di natura spirituale, tutti ritenemmo di avere appreso molto da essa e comprendemmo ancora di più la giustezza della Parola di Dio e la saggezza di seguirne i princìpi. Ci sentimmo arricchiti dall’esperienza e con più forti legami di amore verso quelli che con noi avevano subìto fedelmente queste esperienze.
Il fratello Franz fu invitato a prestare servizio alla sede di Brooklyn della Società, perciò furono prese disposizioni perché il fratello Keith Stebbins, che aveva fatto servizio come servitore di filiale nelle Hawaii e aveva appena terminato il corso di dieci mesi di Galaad, venisse nella Repubblica Dominicana, imparasse lo spagnolo e continuasse a fare il servitore di filiale. Il fratello e la sorella Stebbins arrivarono l’11 giugno 1965, e alcuni mesi dopo, missionari esperti, le sorelle Juryne Schock e Edith White, furono fatte venire dalla Giamaica. Fu fatto anche uno sforzo per insegnare ad alcuni Dominicani nativi l’inglese al fine di prepararli come possibili candidati per l’addestramento di Galaad.
Benché la rivoluzione fosse stata soffocata, e Balaguer fosse eletto presidente, la violenza e il terrorismo continuavano. In ogni tempo e luogo cominciavano gli spari nelle vie. Le notti erano sempre turbate dall’esplosione di bombe o da spari. Incontrollate turbe distruttive facevano provare timore di andare nelle vie. Tali condizioni causavano ai fratelli molti inconvenienti, ma con la guida dello spirito di Geova, per mezzo della sua organizzazione, si faceva progresso. Si stimolava la crescita spirituale. Questo era molto necessario per preparare i fratelli ad affrontare problemi simili e d’altro genere che sarebbero sorti nel futuro.
Le visite del fratello Henschel nel 1966, di Greenlees nel 1967, di Wallen nel 1968 e di Tracy nel 1969, tutte contribuirono a rafforzare l’organizzazione della filiale e il servizio affidato ai fratelli in tutto il paese. Nel 1966 il numero dei proclamatori crebbe a una media di 2.040 in cinque circoscrizioni, con settantotto pionieri
speciali. Quell’anno 6.156 assisterono alla Commemorazione.Gli sforzi per collegare la Repubblica Dominicana alle assemblee internazionali “Figli di libertà di Dio” risultarono infruttuosi. Non si poterono predisporre il trasporto e gli alloggi. Né le aerolinee né gli alberghi vollero cooperare per garantire il posto ai delegati esteri. Sembrò che non fosse volontà di Geova che i visitatori fossero portati allora in questo paese turbolento. Comunque, un’assemblea nazionale fu tenuta nel gennaio del 1967 così che i fratelli ricevettero il beneficio dello stesso programma. Inoltre la presenza di membri del consiglio dei direttori della Società assicurò ai fratelli locali che facevano parte della grande famiglia della società del Nuovo Ordine. Parecchi fratelli poterono venire da Portorico, e un’estesa campagna di pubblicità invitò la popolazione locale ad assistere. Una teletrasmissione di quindici minuti dei fratelli Knorr, Stebbins e González, servitore di distretto, diedero risalto allo scopo della nostra opera e dell’assemblea. I presenti giunsero a 5.154.
Le benedizioni continuarono nel 1967 e diedero luogo a ulteriore crescita. I proclamatori in numero di 2.453 fecero regolarmente rapporto per mezzo delle 47 congregazioni in cinque circoscrizioni. Ci furono 6.939 presenti alla Commemorazione, e i pionieri speciali crebbero a 142. Fu provveduto altro amorevole aiuto: Il Ministero del Regno in spagnolo era ora mandato presto alla filiale. Qui era riveduto per adattarlo alle necessità dei fratelli della Repubblica Dominicana. I fratelli apprezzarono questo e risposero con un più affrettato ministero. In media mensilmente ci furono 2.715 proclamatori con 9.843 presenti alla Commemorazione nel 1968. Com’era meraviglioso tutto questo ai nostri occhi!
Mentre un’eccellente opera pastorale era compiuta dai 141 pionieri speciali, 254 pionieri regolari e 2.156 proclamatori di congregazione durante il 1969, l’organizzazione continuava ad espandersi. Quell’anno si raggiunse un massimo di 3.144 proclamatori e altri gruppi furono formati in congregazioni così che queste giunsero a un totale di 58. Durante l’anno si distribuirono 106.633 pezzi di letteratura. Il servitore di filiale fu invitato a una speciale adunanza a Brooklyn. Tutto indicava il fatto che c’era ancora molto da fare in questa parte del campo.
Scioperi, fame e scontentezza aumentavano nel paese, ma il popolo di Geova continuò a prosperare spiritualmente. Era necessario costruire un ampliamento dell’edificio della filiale per il deposito e la spedizione
della letteratura. Sempre più persone trovavano rifugio in Geova e nella sua organizzazione. Nel 1970 ci furono 3.378 proclamatori in 63 congregazioni, essendo più della metà dei fratelli entrati nell’organizzazione durante i precedenti cinque anni. E Geova provvede ciò che è necessario. Essi venivano da ogni classe sociale: Meccanici di auto, agricoltori, autisti di vetture pubbliche, contabili, lavoratori edili, falegnami, avvocati, dentisti, sì, ed ex politicanti; tutti uniti dall’amore della verità e dall’amore verso Geova. Sono ora una sola famiglia e liberi dalle lotte del vecchio sistema.Nella seconda parte del 1969 e all’inizio del 1970 Satana cercò di causare alcuni problemi in questa organizzazione che cresceva rapidamente generando discordia fra alcuni servitori preminenti. Ma, come sempre, lo spirito di Geova fu più che adeguato a risolvere la situazione. Infatti, molti proclamatori nemmeno si accorsero che era sorto un problema. Altri, riconoscendo la disposizione teocratica, andarono avanti senza lasciare che le personalità interrompessero il loro servizio a Geova. Alla fine del febbraio 1970, il fratello e la sorella Jesse Cantwell arrivarono dalla Colombia, e il fratello Cantwell fu nominato servitore di filiale. Cinque corsi della Scuola di Ministero del Regno furono tenuti nella filiale allo scopo di preparare i sorveglianti a migliorare il loro servizio pastorale. Speciali adunanze furono tenute con tutti i servitori di circoscrizione e di distretto. Il servitore di filiale visitò tutte le assemblee di circoscrizione e le quattro assemblee di distretto nello sforzo di unire più strettamente i proclamatori e la filiale. Si tennero anche adunanze coi pionieri regolari e speciali. Fu messo in vigore un programma degli “oratori della Betel” secondo cui il servitore di filiale o un altro fratello dall’ufficio visitavano la fine della settimana le congregazioni, pronunciando un discorso di servizio il sabato sera, partecipando alla predicazione la domenica mattina e tenendo un discorso pubblico nel pomeriggio. Tutto questo contribuì ad avvicinare i proclamatori e la filiale con più stretti vincoli di amore.
La crescita spirituale è stato l’obiettivo principale di tutti i fratelli maturi in tutto il paese durante l’anno. La maturità è necessaria per affrontare le attuali tattiche di Satana. Alcuni anni fa egli tentò l’accanita persecuzione e fallì. L’opera crebbe. Ora attacca cercando di seminare discordia per mezzo dell’immoralità e del materialismo. Fu necessario disassociare cinquantaquattro persone nell’anno 1971. In una città c’erano 350 proclamatori all’inizio dell’anno. Durante l’anno oltre il 4 per cento furono disassociati. Per quanto questo possa sembrare triste, portò la fede nell’organizzazione
e preparò il terreno alla libera manifestazione dello spirito di Geova. Durante lo stesso periodo i proclamatori di quella città aumentarono del 18,3 per cento, nonostante la perdita del 4 per cento.Quando i metodi violenti falliscono, Satana tenta con altri metodi. Oltre alla summenzionata difficoltà fra i fratelli, a cui Geova pose fine per mezzo della rapida azione della sua organizzazione, c’è sempre l’attrazione dei desideri carnali. Il materialismo e l’immoralità continuano a levare le loro brutte teste, contribuendo ciascuno alla caduta di alcuni fratelli che si erano mantenuti molto fedeli in tempi di persecuzione. Tre che avevano trascorso lunghi mesi in prigione dovettero essere disassociati. Uno di questi è ancora disassociato. Infatti, in una città diciotto persone dovettero essere disassociate lo scorso anno. La congregazione di Geova dev’esser mantenuta pura così che il suo spirito possa manifestarsi senza impedimento.
La continua opera dello spirito di Geova, però, ha recato grandi benedizioni ai fratelli fedeli così che alla fine dell’anno di servizio del 1971 avevano fatto rapporto 4.106 proclamatori. L’amore di Geova e il reciproco amore cristiano continuò a far avanzare i proclamatori gioiosamente, lavorando nel campo in tutto il paese, e 13.778 assisterono alla Commemorazione.
Nel corso degli anni l’attitudine del popolo ha subìto un netto cambiamento. La Chiesa non è più considerata come la potenza di una volta. I sacerdoti non sono più tenuti in alta stima. La scontentezza si manifesta nell’irrequietezza studentesca, nelle dimostrazioni di protesta, nelle frequenti esplosioni di terrorismo e nella presenza di pattuglie armate nelle vie. D’altra parte, l’opera dello spirito di Geova si è manifestata, e verso i testimoni di Geova c’è un’attitudine rispettosa. Sempre più persone accettano l’invito di venire a provare che Geova è buono. Questo si può vedere dal fatto che 6.596 studi biblici a domicilio si tengono ogni settimana e che nel 1971 furono distribuiti 105.916 Bibbie, libri e opuscoli, insieme a 830.340 riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! in tutto il paese. Oltre 1.125.000 ore furono dedicate alla predicazione della buona notizia.
Nonostante il fatto che in tutte le esperienze del popolo di Geova nella Repubblica Dominicana sembra ci sia un “tema” di difficoltà e violenza, i fratelli hanno una veduta positiva. Sono felici e si offrono liberalmente. Rispondono all’invito di Geova. Dicono: “Eccoci! Manda noi!” E siamo sicuri che Geova continuerà a mandarci in ogni parte del paese per predicare e insegnare finché egli dica che basta.