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Sud Africa e territori limitrofi (2)

Sud Africa e territori limitrofi (2)

Sud Africa e territori limitrofi (2)

AGEVOLE TRANSIZIONE

Alla fine del 1941 il fratello Rutherford, che aveva fedelmente e zelantemente reso servizio come presidente della Società per venticinque anni, era già molto malato. Allora aveva settantadue anni e per molti anni non si era risparmiato nel servizio di Geova. L’8 gennaio 1942, suggellò il suo servizio terrestre del Regno nella morte. Entro pochi giorni il consiglio dei direttori della Società si riunì nella Betel di Brooklyn ed elesse come nuovo presidente Nathan H. Knorr. Dopo la morte del fratello Rutherford, nel campo la reazione fu assai diversa da quella che i fratelli sentirono dopo la morte del fratello Russell. Nel 1942 non ci fu nessun lamento di “Ora cosa faremo?” Naturalmente, quando morì il fratello Rutherford, i nemici della verità giubilavano e dicevano: “Ora che il loro capo e portavoce è scomparso, la loro opera presto si disintegrerà”. Ma su ciò furono subito disillusi.

Nell’agosto del 1941, non molto tempo prima della sua morte, il fratello Rutherford era stato presente all’assemblea di Saint Louis (Missouri), U.S.A., dove uno dei punti culminanti era stato il “Giorno dei fanciulli” ed era stato presentato il nuovo libro Fanciulli. Le caratteristiche di questa rimarchevole assemblea si ripeterono in piccole proporzioni a un congresso che si tenne a Johannesburg, nell’aprile del 1942. Questa volta il numero dei presenti salì a ben 1.700, compresi 340 fanciulli che ricevettero con gioia copie del nuovo libro. A quell’assemblea 400 persone simboleggiarono la loro dedicazione a fare la volontà di Dio, più del doppio del massimo precedente. L’organizzazione dell’assemblea diresse per la prima volta una mensa che servì 6.000 pasti e fu un notevole successo, dando loro più tempo per la buona associazione. Tutti i fratelli furono molto rinvigoriti e ristorati e andarono a casa molto, molto felici.

Specialmente incoraggiato da questa assemblea fu un certo numero di giovani pionieri che avevano cominciato solo di recente. Nel 1942 il numero dei pionieri aumentò in Sud Africa a sessantacinque. Uno di essi fu il fratello Piet Wentzel, che aveva preso la sua determinazione a favore della verità nella piccola cittadina di Bonnievale nella provincia del Capo. Nel dicembre del 1941 cominciò il servizio di pioniere a Kimberley. Nel 1945 si unì a lui Frans Muller, che, a sedici anni, aveva appena lasciato la scuola e già aveva avuto qualche buon addestramento ed esperienza nell’opera con la congregazione di Pretoria. I due giovani fratelli furono assegnati alla cittadina di Vereeniging, circa quarantotto chilometri a sud di Johannesburg. Lavorarono strenuamente e uno di essi ebbe quell’anno una media di 210 ore al mese.

Nonostante le pessimistiche previsioni degli oppositori, dopo la morte del fratello Rutherford nel 1942 l’opera del Regno non rallentò. Invece, andò avanti a ritmo più affrettato così che, alla fine dell’anno di servizio, George Phillips poté fare rapporto di un nuovo massimo di 1.582 proclamatori, aumento del 26 per cento rispetto alla cifra massima raggiunta l’anno prima. Quale meravigliosa differenza dalla piccola schiera di circa 100 persone del 1931!

SERVITORI PER I FRATELLI

Quando il fratello Knorr, nuovo presidente della Società, cominciò a dirigere il progresso dell’opera, tra i primi nuovi sviluppi ci fu l’opera dei servitori per i fratelli. In Sud Africa cominciò nel febbraio del 1943. (L’opera di zona era finita nel 1942). I servitori per i fratelli dovevano esser celibi e avevano bisogno di buona salute e molto vigore per attenersi al loro programma di intenso lavoro. In principio i luoghi piccoli ricevettero un solo giorno di visita, e le congregazioni più grandi due o tre giorni. Questo richiedeva che si viaggiasse molto in condizioni difficili, prendendo treni e autobus in ore molto insolite del giorno e della notte. Il lavoro non consisteva solo nel verificare con cura le registrazioni delle congregazioni, ma principalmente nel trascorrere molto tempo nel campo con i fratelli addestrandoli nel servizio di campo.

Uno dei nuovi servitori per i fratelli nominato nel 1943 fu il fratello Gert Nel, che era venuto alla conoscenza della verità nel 1934 come insegnante di scuola del Transvaal settentrionale e che era stato molto zelante e attivo come proclamatore del Regno. In qualità di servitore di zona e servitore per i fratelli, il fratello Nel ebbe il privilegio di aiutare numerosi proclamatori, sia Africani che Europei, e molti fratelli ancora ne ricordano il fedele e leale servizio. Egli fu invitato nel 1946 a venire alla Betel per tradurre le pubblicazioni in afrikaans.

Un fratello africano che divenne servitore per i fratelli fu Thomas M’kele. Fu l’anziano fratello Mulenga, uno dei primi pionieri africani del Sud Africa, che l’aiutò a venire alla conoscenza della verità. Una domenica mattina il fratello Mulenga era fuori nel campo quando trovò un gruppo di uomini che dormivano per terra. Chiesto loro cos’era accaduto, dissero che la notte precedente non avevano dormito poiché erano stati in chiesa a pregare l’intera notte. A questo punto il loro ministro, allora il “reverendo” Thomas M’kele, chiese al fratello Mulenga cosa aveva nella borsa. Accettò l’opuscolo Dove sono i morti? La settimana dopo prese diversi volumi, e la settimana dopo quella assisté a un’assemblea. Non passò molto tempo che si dimise dalla chiesa, fu battezzato e dentro l’anno faceva il pioniere con il fratello Mulenga. In seguito, com’è stato menzionato, divenne uno dei servitori per i fratelli. Morì fedele alla fine del 1945.

NUOVA SCUOLA CON RISULTATI IMPORTANTI

Una delle nuove disposizioni prese dal presidente della Società, N. H. Knorr, che ha avuto nel campo un grande risultato è la settimanale Scuola di Ministero Teocratico (ora chiamata Scuola Teocratica). In breve tempo, questa ottima disposizione permise a molti fratelli che avevano immaginato di non poter mai essere oratori pubblici d’essere aiutati fino a divenire molto efficienti sul podio e più efficaci nel campo. In ogni parte del Sud Africa i fratelli accolsero questo nuovo provvedimento di Geova e lo misero in vigore con entusiasmo. Questo fu fatto non solo dai proclamatori europei ma anche dai fratelli africani nonostante i grandi ostacoli della lingua e della mancanza di istruzione.

Uno che divenne sorvegliante della scuola nel 1943 fu il fratello Samuel Mase. Nel passato 1938 egli era stato membro del partito comunista. Verso quel tempo acquistò il libro Ricchezza con la speranza che gli desse una buona conoscenza degli affari! Samuel era anche turbato da spiriti malvagi e trascorreva notti terrificanti. Varie visite a stregoni non gli furono di nessun aiuto. Ma appena cominciò a frequentare lo studio della rivista Torre di Guardia, tutta la sua vita cambiò e migliorò. Ciò che gli fece impressione più di ogni altra cosa fu l’amore dei fratelli di diverse tribù. Trovò fra loro una meravigliosa unità che non aveva mai trovata fra i suoi compagni politici. Divenne sorvegliante della scuola in una congregazione africana del Reef e in seguito intraprese il lavoro di pioniere e fu impiegato come sorvegliante di circoscrizione.

La Scuola Teocratica aiutò il campo africano a fare più rapidamente progresso. Nel 1945 il piccolo gruppo di Pretoria formato da Hamilton Kaphwitt divenne una grande congregazione con 181 associati. Verso quel tempo il governo cominciò a trasferire gli Africani dalla città di Pretoria stessa in territori sotto la giurisdizione dei nativi. La congregazione africana già era quasi due volte più grande della congregazione europea. Questo mostra il meraviglioso sviluppo che si ebbe nel campo africano durante la seconda guerra mondiale. Al principio della guerra i proclamatori europei superavano per numero i proclamatori africani di due a uno, ma alla fine della guerra la situazione cambiava e, in molti luoghi, gli Africani superavano per numero i fratelli europei.

Nel 1945 Johannesburg aveva una congregazione europea di 113 associati e quattro congregazioni africane con un totale di oltre 500 fratelli africani associati.

L’espansione aveva luogo anche a Città del Capo. Mentre il totale dei fratelli europei associati era di 135, la congregazione di colore Salt Biver di Città del Capo era ascesa a 138 associati. Molto presto la congregazione di colore fu poi divisa e furono istituite quattro nuove congregazioni.

Un uomo che ottenne la verità verso quel tempo fu Nicholson Makhetha, un Africano albino. Egli fu battezzato a un’assemblea del 1944. Il fratello Makhetha divenne pioniere nel 1946 e in seguito fu impiegato per parecchi anni come sorvegliante di circoscrizione. Poiché aveva buona conoscenza dell’inglese, nelle assemblee grandi era impiegato assai frequentemente come interprete dall’inglese in sesotho. Ha pure avuto il privilegio di tradurre le pubblicazioni della Società nella lingua sesotho, nel suo proprio paese nativo di Lesotho.

PROGRESSO NEL NIASSA

Nel 1940 il numero delle congregazioni cristiane nel Niassa era aumentato a sessanta. Aumentava anche l’opposizione religiosa alla predicazione del Regno. I sacerdoti cattolici romani dicevano alle persone che se il paese fosse stato sotto il dominio romano la nostra opera sarebbe stata fermata molto tempo fa. In ogni modo, essi dicevano, il papa avrebbe presto distrutto l’opera della Società e “avrebbe affondato Rutherford e tutti i testimoni di Geova in mezzo al mare”.

Ciò che accadde in un’occasione illustra i subdoli metodi dei falsi insegnanti religiosi: L’ascolto di un disco cinyanja sconvolse cinque insegnanti africani cattolici romani. Questi uomini mandarono quindi informazioni al commissario distrettuale lamentandosi che qualcuno andava in giro nei villaggi con un grammofono e diceva alla gente che Armaghedon era venuto e che tutti gli Europei saranno distrutti. Certo, questo fu fatto con il proposito di suscitare inquietudine e animosità nei funzionari bianchi, ma le indagini delle autorità rivelarono che le informazioni erano false e la questione fu dunque chiusa.

Di solito la superstizione ha una parte notevole nella vita dell’Africano. Ma la verità lo rende libero da queste catene mentali. A loro volta gli schiavi della superstizione spesso usano le loro speciali armi contro i servitori di Geova. Per esempio, quando una congregazione di testimoni di Geova predicava di villaggio in villaggio, un leone ne seguì le orme, prendendo nel villaggio un tributo di vite. Così i superstiziosi attribuirono ai testimoni di Geova la colpa d’aver richiamato l’attenzione del leone su di loro! Naturalmente, gli insegnanti cattolici romani approfittavano di questa tendenza superstiziosa.

Scoppiata la seconda guerra mondiale, sorsero nel Niassa ulteriori pressioni contro l’opera del Regno, ma il governo continuò a essere imparziale. Questo è riflesso nella dichiarazione fatta dal governatore, sir H. C. D. Mackenzie-Kennedy, che disse: “Conosco quelli della Torre di Guardia da venticinque anni. So che in alcuni paesi sono stati perseguitati e non riconosciuti. In questo paese non intendo impedire la loro opera finché osservano la legge”. Alcune autorità africane pure fecero la loro parte per mantenere aperta la via all’entrata del messaggio del Regno.

Nel 1943 l’opera era cresciuta così bene che in media la cifra mensile dei proclamatori era salita ora a 2.464, con 144 congregazioni attive. Comunque, quell’anno ci fu la nomina di un nuovo governatore e anche di un nuovo commissario di polizia. Il governo trattenne una grossa fornitura del libro Ricchezza in cinyanja. Nel giugno del 1943, il Bollettino Governativo N° 77 annunciò la proscrizione totale sull’importazione di tutte le pubblicazioni della Società. Tuttavia, questo non influì molto sull’opera nel paese, poiché c’erano già nel Niassa considerevoli depositi.

Ciò che in realtà ebbe un effetto notevole fu l’esistenza dei “Movimenti Torre di Guardia” che ancora operavano e recavano biasimo sul nome della Società. Nel 1937 Elliott Kamwana fu rilasciato dall’esilio nelle isole Seicelle e tornò come capo di uno di questi falsi movimenti. Willie Kavala pure faceva la sua piccola parte, asserendo falsamente d’essere sotto la direttiva del giudice Rutherford. Poiché esisteva questa situazione, fu una cosa buona che la Società emanasse speciali attestati di identificazione a quelli che erano riconosciuti come proclamatori e che fornisse al governo i nomi delle persone a cui tali attestati di identificazione eran rilasciati. In questo modo fu fatta una netta distinzione fra i testimoni di Geova, sotto la direttiva della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, e i movimenti pagani che facevano uso di un nome simile.

Nel 1944 l’espressione “il nuovo mondo di Geova” fece alla popolazione del Niassa una grande impressione. Un fratello, pronunciando un discorso sul nuovo mondo, spiegò: “Quando Adamo peccò non gli nacquero figli nel giardino; tutti nacquero nella ‘savana’ e, amici, siamo ancora nella ‘savana’. Non siamo ancora tornati nel giardino. Ma ora è vicino il tempo in cui lasceremo questo mondo ‘matekenya’ (di pulci penetranti) per entrare nel nuovo mondo di Geova pienamente stabilito”. In una parte del paese le persone interessate seguivano i testimoni di Geova da un luogo all’altro, ascoltando con grande diletto le promesse della Parola di Dio.

L’anno dopo il glorioso calore della verità biblica fece inaridire gli umidi campi della falsa religione. Vari ecclesiastici africani, dopo aver udito un discorso sul nuovo mondo, andarono tutti insieme da un missionario europeo e dissero: “Perché ci hai tenuto nascoste queste cose? Oggi vediamo ragazzi e ragazze che visitano le persone e dicono loro le cose più meravigliose che abbiano mai udite! E qui tu ci hai dato da predicare dottrine che ora risultano false! E quando ci alziamo dinanzi alle persone per predicare facciamo la figura degli stolti e non abbiamo nessun fondamento!”

SUPERATE LE DIFFICOLTÀ NELLA RHODESIA MERIDIONALE

Nel 1939 nella Rhodesia Meridionale il numero dei proclamatori europei era di circa 15, mentre tra gli Africani la cifra era di circa 460. Un aiuto molto grande era stato per i fratelli africani il primo opuscolo provveduto in cishona, principale lingua africana del paese.

Il nostro proclamatore isolato nella sua propria miniera d’oro, Jack McLuckie, educava intanto la sua famiglia nella verità. La sua casa era molto semplice, fatta di pali intrecciati e fango, con un pavimento di senga . . . sterco di mucca reso liquido con l’acqua e lasciato seccare in modo da divenire duro. Quando si è indurito non emana nessun odore e si può spazzare ogni giorno. Jack educava fedelmente i suoi figli nella verità, e uno dei suoi metodi era quello di leggere alcuni versetti della Bibbia e di fare poi domande per vedere cosa avevano capito. Ian, il ragazzo più giovane, era allora molto piccolo, ma ricorda queste lezioni di studio. Tale primo insegnamento lo fece trovare in una buona condizione quando in seguito fu pioniere e diplomato della Scuola di Galaad e missionario.

Fu pure nel 1939 che nella scena della Rhodesia Meridionale comparve un’altra famiglia McLuckie. Questa fu quella di Bert McLuckie con sua moglie Carmen, il loro bambino Peter e due figli che egli aveva avuti da un matrimonio precedente. Bert McLuckie era venuto la prima volta in contatto con la verità nel 1927 e aveva aiutato molti suoi parenti ad accettarla. Infatti, il “clan” dei McLuckie è conosciuto molto bene nell’Africa centrale e meridionale.

Subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, le due famiglie McLuckie e altri proclamatori della Rhodesia Meridionale furono in difficoltà. Il 15 novembre 1940 il governo proibì l’importazione e la distribuzione della letteratura della Società. Fu proscritta anche la traduzione inglese delle Scritture Greche Cristiane intitolata “Emphatic Diaglott”. La falsa motivazione del divieto o proscrizione fu che essa avrebbe fomentato l’opposizione allo sforzo bellico. L’ufficio di Città del Capo non perse tempo a mandare un appello al re d’Inghilterra, al primo ministro britannico, al segretario di stato per le colonie, al governatore della Rhodesia Meridionale e a tutti i membri del parlamento. Non fu ricevuto nessun riscontro ufficiale a questa lettera. Alcuni giorni dopo un membro del C.I.D. visitò George Phillips a Città del Capo per conto del governo della Rhodesia Meridionale. Essi desideravano avere informazioni sui precedenti dello scrittore!

Bert McLuckie dice che alcuni fratelli si allontanarono per timore al tempo di questa proibizione della letteratura, ma in maggioranza continuarono con più zelo, decisi a mettere alla prova la legalità della legge distribuendo letteratura, senza timore di ciò che poteva accadere. Questo diede luogo ad arresti, processi e inevitabili condanne. Furono confiscati libri, Bibbie, fonografi e dischi, che furono poi bruciati per ordine della corte. Alcune di queste cause furono portate dinanzi all’Alta Corte della Rhodesia Meridionale, ma in quegli anni, sotto la pressione e la febbre della guerra, la decisione fu contraria alla Società.

Secondo Jack McLuckie in quel tempo il numero dei Testimoni europei era di circa sedici e quasi tutti furono messi in prigione una volta o l’altra per aver distribuito letteratura proscritta. Alcuni andarono in prigione due o tre volte. Pure verso quel tempo furono imprigionati molti fratelli perché mantenevano rispetto alla guerra una posizione neutrale. Essi trascorsero il tempo che stettero in prigione dando buona testimonianza e dopo che i fratelli furono rilasciati alcune guardie assisterono con i Testimoni a studi biblici.

In un’occasione Carmen, moglie di Bert McLuckie, fu pure arrestata e condannata alle solite 25 sterline o a tre mesi. In quel tempo era incinta. Una causa d’appello che non ebbe buon esito causò ritardo e frattanto Carmen partorì una bambina. Con l’andar del tempo un’agente della polizia venne ad arrestare Carmen, e il fratello McLuckie ebbe l’infelice esperienza di vedersi portare in prigione a Gwelo la moglie e la bambina. Avrebbero potuto lasciare in casa la bambina, ma decisero che sarebbe stato meglio per madre e bambina stare insieme. Mentre era in carcere con la madre, la piccola Estrella ebbe come nutrice un’assassina che pianse amaramente quando la madre e la bambina furono rilasciate dopo aver scontato la condanna di tre mesi.

Lo stesso fratello Bert McLuckie fu in carcere un paio di volte. In carcere, il fratello McLuckie era in compagnia di persone condannate per azioni sordide e malvage, e disse che né prima né dopo aveva mai udito un linguaggio così vile. Ciò nondimeno, in due di loro trovò che avevano orecchio per udire il messaggio del Regno. Proprio dentro la prigione ebbe dunque luogo una piccola cerimonia d’immersione, con il fratello McLuckie che battezzò due prigionieri mentre tutti gli altri erano usciti nel cortile per la passeggiata. Nel 1942, i fratelli europei della Rhodesia Meridionale pubblicarono l’opuscolo I Testimoni di Geova: Chi sono? Qual è la loro opera? Ne spedirono copie al governatore e ad altri funzionari e ne iniziarono una distribuzione generale. Il fratello Bert McLuckie lo ricorda molto bene. Infatti, un giorno mentre faceva quest’opera, sua moglie fu arrestata di nuovo. Ma la sua causa non andò avanti ed ella non fu accusata.

Nel 1943 il numero medio dei proclamatori era salito a 1.090, e nella Rhodesia Meridionale la folla dei proclamatori del Regno si ingrossava rapidamente. L’anno dopo furono indette assemblee per i fratelli africani. All’assemblea africana di Bulawayo ci furono 1.028 presenti, e a Mrewa se ne ebbero al discorso pubblico 347. In questi due luoghi furono battezzati cinquanta nuovi. L’assemblea europea fu pure tenuta a Bulawayo ed ebbe un massimo di 73 presenti. I fratelli furono così incoraggiati a proseguire l’opera mentre attendevano ansiosamente il tempo in cui si sarebbe concesso alla Società il permesso di aprire un deposito, e avrebbero avuto in questo paese un rappresentante ufficiale.

ZELO DAVANTI ALLA PERSECUZIONE

Nella Zona del Rame della Rhodesia Settentrionale ci fu nel 1940 un’altra insurrezione, e in un centro furono uccisi diversi Africani. Questa volta il nemico non riuscì a fare dei testimoni di Geova i “capri espiatori”. I caporioni erano tutti cattolici romani, ma il governo non ne fece nessuna menzione. In quel tempo nella Zona del Rame i testimoni di Geova erano assai più forti e più zelanti che mai.

Nel dicembre del 1940, fu emanato un proclama governativo che proibiva l’importazione e la distribuzione di tutta la letteratura della Società. Furono fatte irruzioni nelle case dei fratelli, e diversi di loro furono mandati in prigione perché possedevano letteratura. In un caso due fratelli, Gibson Chembe e Lamond Kandama, furono gravemente percossi varie volte perché si rifiutarono di bruciare i loro libri alla presenza di molte persone, compresi i capi. Questi atti erano a conoscenza del capo della polizia e del magistrato locali. Il rapporto inviato alla filiale di Città del Capo fu trattenuto dai censori e Llewelyn Phillips fu convocato dal capo della sicurezza. Quando si presentarono i fatti, il capo promise un’investigazione. Fu fatta una protesta sia alla sede del governo di Lusaka che al Ministero delle Colonie di Londra. Fu nominata dal governo una commissione d’inchiesta. Essi fecero una riprensione al magistrato e al capo della polizia, e non furono più compiuti sforzi per costringere a bruciare libri.

Giunse poi l’avviso governativo pubblicato nel marzo del 1941 che invitava tutti gli Europei e gli Africani a consegnare entro due mesi tutte le pubblicazioni della Torre di Guardia alla più vicina Boma (Corte), avvertendo che i trasgressori sarebbero stati sottoposti a processo. È inutile dire che tutti i veri testimoni di Geova si rifiutarono, e questo portò a ulteriori arresti. Fu fatta irruzione nel deposito della Società. Il servitore del deposito, Llewelyn Phillips, assunse un’intrepida e ferma determinazione rifiutandosi di cedere la letteratura in suo possesso. Egli fu condannato a sei mesi di prigione. In precedenza lo stesso anno, Llewelyn Phillips era stato in prigione per un mese perché si era rifiutato di fare il servizio militare.

L’anno seguente la situazione non si alleggerì. Llewelyn Phillips fu di nuovo arrestato per la questione militare, ma fece appello. Trascorse altri tre mesi in prigione prima che il suo appello fosse preso in considerazione. Egli ne fa il proprio racconto: “L’appello, che fu dibattuto tre mesi dopo, fu un processo pienamente formale con il Presidente della Corte e il Viceprocuratore Generale (allora K. C. [Legale del Re]). Il giudice mostrò una Bibbia con diverse strisce di carta che indicavano vari capitoli. Egli cominciò chiedendo quale diritto avevano i testimoni di Geova di rifiutarsi di fare la guerra quando Mosè fu un uomo di guerra. Essendogli stato rammentato che quell’uomo fedele non poté esser cristiano perché visse 1.500 anni avanti Cristo, l’entusiasmo per le domande bibliche diminuì e dopo non molto tempo la Bibbia fu messa da parte. Quando fu indicato che se gli apostoli fossero stati in vita, essi pure si sarebbero probabilmente trovati sul banco degli accusati, il giudice ne fu visibilmente commosso”. La condanna del fratello Phillips fu quindi ridotta al tempo che aveva già scontato, così che poté lasciare l’aula della corte come uomo libero. Egli fu in prigione per otto dei dodici mesi dell’anno di servizio del 1942.

Nonostante le difficoltà derivanti da persecuzione, penuria di viveri e mancanza di letteratura a causa della proscrizione, l’opera fece progresso. Per contrastare la mancanza di letteratura, furono preparate domande e risposte con relative scritture che i fratelli usarono negli studi biblici. A motivo della guerra c’era anche mancanza di pezzi di ricambio e pneumatici di biciclette. Ciò significava che la maggioranza degli Africani era priva del principale mezzo di trasporto nei primitivi sentieri della savana. Ciò nonostante, nella Rhodesia Settentrionale l’opera faceva un progresso meraviglioso; nel 1944 il numero medio dei proclamatori salì a 3.062, aumento del 116 per cento dal 1941! E malgrado tutte le loro difficoltà, nel servizio di campo impiegavano in media 30 ore al mese. In questo tempo la buona notizia era penetrata anche nel vicino Congo.

Fino a questo punto nella Rhodesia Settentrionale nessun Europeo si era associato apertamente con i testimoni di Geova. Perché? Nell’Annuario del 1943 si menzionò una ragione: “Nella mente di molti Europei che apprezzano il nostro messaggio c’è un radicato timore, perché pensano che se lo fanno sapere apertamente o attivamente sia in pericolo la loro posizione”. Diversi Europei, compresi i funzionari governativi, avevano comunque manifestato ai Testimoni considerevole benignità. Un commissario distrettuale pagò infatti a due Testimoni 5 scellini ciascuno come compenso per essere stati indebitamente tenuti in prigione dal suo predecessore. Un altro funzionario andò a prendere in auto il suo servo (ch’era stato messo in prigione perché possedeva la nostra letteratura) e lo riportò al lavoro quando la condanna era scaduta! Questo cambiamento di attitudine da parte di molti Europei fu da attribuire senza dubbio all’eccellente testimonianza che i fratelli avevano dato con la loro condotta, come riferì l’Annuario del 1944: “Gli aderenti della Società hanno in questo Gruppo [di lavoratori] la reputazione migliore ed è ben noto che agricoltori e altri datori di lavoro specificano di volere specialmente loro”.

Nel 1945 il fratello e la sorella Bridger, coppia che aveva avuto la verità da Japie Theron nello Stato libero dell’Orange verso il 1916, da Johannesburg si trasferirono a Luanshya, dove il fratello Bridger cominciò a fare il pioniere fra gli Europei. Egli narra come percorse l’intera cittadina, distribuendo 1.000 opuscoli. Qui venne in contatto con una famiglia, una certa sig.ra Scheepers e sua figlia sig.ra Joubert, con cui aveva studiato in precedenza a Johannesburg. Questa intera famiglia, fino ai pronipoti di oggi, ha accettato la verità. Il fratello Bridger udì anche che diverse persone “non avevano fede nelle celebrazioni di Natale”. Riuscì a trovarle e così venne in contatto con quattro altre persone che si erano associate con la nostra opera in Sud Africa. Cominciò con loro uno studio, e questo formò nella Rhodesia Settentrionale il nucleo della prima congregazione europea. Il fratello e la sorella Bridger lavorarono anche tra gli Africani che abitavano nei compounds o recinti delle abitazioni per nativi.

AVANTI NEL BAROTSELAND

Nel 1945 altro aiuto venne dall’Unione nella persona del fratello C. Holliday (marito della sorella M. Holliday menzionata precedentemente in questa storia). Egli fu invitato da George Phillips, sorvegliante di filiale a Città del Capo, a prestare servizio come “servitore viaggiante e assistente del fratello Llewelyn Phillips”. Mentre era nella Rhodesia Settentrionale visitò il Barotseland, una superficie di 735.000 chilometri quadrati situata presso il corso superiore del grande fiume Zambesi, a ovest delle cascate Vittoria. Lo accompagnavano un Europeo interessato e un “servitore per i fratelli” africano che agiva da guida e interprete.

Fu un viaggio molto difficile. Prima viaggiarono su un treno privato per il trasporto del legname fino a Massesse, dove si fermarono, tennero un’adunanza con alcuni Testimoni e disposero di formare il nucleo di una congregazione. Il successivo tratto del loro viaggio lo percorsero su un carrello da caposquadra preso a prestito, che fu sospinto lungo i binari da due Africani fino a un punto dove i viaggiatori poterono prendere un autocarro governativo. Questo li portò a Katima Molilo, dove ebbero un altro passaggio fino a Ngwesi. Lì furono accolti dai fratelli che erano scesi a piedi da Senanga, per incontrarli e portare il loro bagaglio. Per il resto del viaggio fino a Senanga percorsero la maggior parte della distanza su tre canoe. A un certo punto ebbero con un ippopotamo un’esperienza da far rizzare i capelli. Con terrore del fratello Holliday, il grosso bestione sollevò in aria una delle canoe. Ma il rematore mantenne abilmente l’equilibrio e colpì l’animale con la pagaia. Questo fece ottenere il risultato desiderato e l’ippopotamo si allontanò, con sollievo di tutti.

Giunti a Senanga, furono accolti da una enorme folla che si era radunata. Per essere presenti, alcuni avevano viaggiato su strada per otto o nove giorni. Tutti erano vivamente in attesa e curiosi di ciò che era loro riservato. Questa era la prima visita di un fratello europeo e molti di loro non avevano mai visto prima una persona bianca. L’assemblea non ufficiale che tennero fu invero spiritualmente ristoratrice.

Mentre visitava la congregazione di Mufulira, il fratello Holliday conobbe il sig. Ford, amministratore del compound, a cui fecero molta impressione il buon lavoro e la fidatezza dei “ragazzi della Torre di Guardia”. Egli fu uno dei funzionari menzionati nelle informazioni dell’Annuario del 1946 dei Testimoni di Geova: “Il pensiero ufficiale è quello di non concedere ancora il riconoscimento, ma singolarmente ci sono casi incoraggianti di un preciso rispetto per la pulizia, la decenza e la laboriosità dei testimoni di Geova. L’enorme numero di quelli che ora si associano con noi nei centri minerari (e non è insolito assistere a un raduno di 800 persone) comincia a fare profonda impressione a quelli che controllano direttamente gli Africani, e, come esempio di ciò, dopo una corrispondenza di quattro mesi con il consiglio dell’amministrazione comunale di Mufulira è stato concesso un lotto di terreno gratuito per la costruzione di una Sala del Regno. Bisogna attribuirne il merito ad alcuni funzionari che parlarono coraggiosamente a nostro favore”. Questa costruzione fu nella Rhodesia Settentrionale la prima del genere.

Così, nonostante la persecuzione nella Rhodesia Settentrionale l’opera andava veramente avanti nella prima metà degli anni quaranta. Questo accadeva anche negli altri paesi sotto la filiale del Sud Africa.

PREDICAZIONE IN BASUTOLAND NONOSTANTE LA PROSCRIZIONE

All’inizio degli anni quaranta, il fratello Frank Taylor e sua moglie fecero una visita al Basutoland (ora Lesotho). Vi riscontrarono che c’era tanto interesse che in molti luoghi gli Africani in realtà correvano loro dietro per avere letteratura. Ma le autorità li osservavano e minacciarono di confiscare tutta la loro letteratura e così li costrinsero ad andare oltre.

Nel febbraio del 1941, fu imposta la proscrizione totale sull’importazione della nostra letteratura in Basutoland. Per quanto possa sembrare strano, la proscrizione fu imposta prima ancora che abitasse nel paese un solo Testimone. Ma durante il periodo della proscrizione, l’opera del Regno ebbe inizio e fece ottimo progresso. I fratelli che avevano i veicoli acustici della Società avevano percorso il paese, trasmettendo le conferenze incise della Società e distribuendo letteratura, ma la sede filiale non ricevette un rapporto da due proclamatori del Basutoland che nel 1942. Uno di questi primi proclamatori fu il fratello L. Ramosena, che udì effettivamente la prima volta la verità mentre lavorava nella cittadina di Vereeniging, nel Transvaal. Il fratello Ramosena fu così entusiasta del messaggio e provò un tale vivo desiderio di diffonderlo nel suo proprio paese che andò a casa e cominciò a testimoniare diligentemente, cominciando da un luogo chiamato Teyateyaneng.

Presto al fratello Ramosena si unì un altro fratello che aveva accettato la verità a Johannesburg e i due andarono in bicicletta nei villaggi vicini, diffondendo la buona notizia. Essi organizzarono piccole adunanze e il gruppo crebbe. Un anno dopo, nel 1943, c’erano quattro proclamatori, aumento del 100 per cento!

In Lesotho partecipare all’opera di predicazione di casa in casa è assai diverso che nella maggioranza degli altri paesi. Sia che il padrone di casa si trovi dentro l’abitazione o che si trovi fuori, il proclamatore lo saluterà con un chiaro, amichevole “Khotso!” che significa “Pace!” Il padrone di casa risponderà con un “Khotso!” Quindi il proclamatore sarà invitato a entrare e gli sarà dato un posto da sedere e si informeranno l’uno della salute dell’altro. Completato il saluto tradizionale, il proclamatore può ora cominciare a spiegare la sua missione.

Sebbene la Chiesa Cattolica e la Missione Francese siano ben stabilite nel paese e molti appartengano all’una o all’altra di queste religioni, molti Basuto si sono attenuti tuttavia alle loro tradizioni pagane del culto degli antenati e, fino a tempi recenti, hanno avuto luogo assassinii rituali, omicidi per ottenere certe parti del corpo a scopo cosiddetto medicinale. Ma, nonostante questi ostacoli, il piccolo gruppo dei proclamatori del Regno crebbe e nel 1948 c’erano nove proclamatori della buona notizia.

Poiché molti capi sono cattolici spesso sono contrari all’opera del Regno, ma fra loro c’erano alcuni di cuore onesto. Nel 1951 un pioniere visitò il kraal di un capo di Leribe. Fu invitato a un pasto. Presenti furono anche due ecclesiastici. Il pioniere diede al capo una testimonianza e mentre esprimeva ciascun punto ne dava prova con la Bibbia. I due sacerdoti si seccarono e se ne andarono via con risentimento, ma il capo vi provò diletto e fu iniziato con lui uno studio. In seguito egli incoraggiò anche quelli della sua zona ad avere studi, e risultò che a volere studi biblici furono tanti che il pioniere locale non li poté tenere tutti. L’opera si svolgeva bene e nel 1951 c’erano nel Basutoland cinque piccole congregazioni. L’anno successivo ci furono in media 53 proclamatori e anche 10 pionieri.

LA LUCE AUMENTA IN TANGANICA

Più a nord, nel Tanganica, tra i fratelli africani l’opera faceva pure progresso. Negli anni successivi al 1936, a Città del Capo la filiale della Società ricevette dal Tanganica lettere isolate che mostravano come i raggi della verità risplendevano, benché debolmente, in questa parte dell’Africa. Nel 1942, ci furono 158 fratelli che ebbero qualche parte nell’opera. Secondo l’Annuario del 1945, i rapporti dal Tanganica indicavano crescente opposizione e confisca di letteratura, ma c’era una media mensile di 75 proclamatori che facevano rapporto di appena più di 8 ore per proclamatore nel campo. La sola maniera in cui questi fratelli si potevano incoraggiare era con la corrispondenza, e la Società fece questo. Nel 1945 i quasi 6.000.000 di abitanti di questo paese ricevettero testimonianza dalle sole tre congregazioni organizzate costituite da 144 proclamatori. La loro opera consisteva principalmente di testimonianze orali, visite ulteriori e studi. Una volta ogni tanto giungeva loro materiale da leggere e c’era grande allegrezza. Essi facevano buon uso di tali articoli per il beneficio di tutti. Nel 1946 erano aumentati a 227 proclamatori e 7 congregazioni. Questi fratelli incontravano considerevole opposizione da parte delle organizzazioni della religione falsa e avevano molto bisogno di una più stretta soprintendenza e di letteratura in swahili.

Nel gennaio del 1948 dalla Rhodesia Settentrionale fu mandato un servitore per i fratelli di lingua cibemba affinché visitasse le congregazioni del Tanganica. Egli lavorò presso otto congregazioni nel distretto di Mbeya, incoraggiando ed edificando i fratelli. La sola altra congregazione, sul confine della Rhodesia Settentrionale, fu servita da un altro servitore per i fratelli. Si ottenevano risultati e perfino dei capi manifestavano interesse per la verità. Inoltre, il Tanganica venne ora sotto la nuova filiale formata nella Rhodesia Settentrionale. Oggi Kenya, Uganda e Tanzania sono diretti dalla filiale della Società in Kenya. L’opera del Regno sta avendo in quella zona un rapido sviluppo e reca molto onore al nome di Geova.

COMINCIA UNA NUOVA CAMPAGNA

La campagna delle adunanze pubbliche cominciò in Sud Africa nel giugno del 1945 e ricevette nel campo l’entusiastico appoggio dei fratelli. Come risultato della Scuola Teocratica, erano ora disponibili molti oratori. Gli schemi provveduti erano tradotti nelle principali lingue africane e anche in tale campo i fratelli cominciarono a organizzare questa nuova campagna.

Naturalmente, molti fratelli si sentivano timidi e provavano timore a parlare da un podio pubblico. Fra questi erano Piet Wentzel e il suo compagno, Frans Muller, che prestavano servizio come pionieri a Vereeniging. Quando l’Informatore (in seguito chiamato Ministero del Regno [e ora Il servizio del Regno]) considerò la campagna, entrambi convennero che questa non era per loro. Essi non erano mai stati su un podio pubblico. In ogni modo, i suggerimenti dell’Informatore li incoraggiarono, quindi scelsero i discorsi e cominciarono a prepararsi. Per esercitarsi nella dizione scelsero un posto tranquillo sulla sponda del fiume e, ponendosi a sufficiente distanza, cominciarono a “rivolgersi” al loro “uditorio” che scorreva placidamente, al fiume! Per circa un mese scesero ogni giorno al fiume all’ora del pranzo e si esercitarono finché si sentirono sufficientemente fiduciosi di parlare a un uditorio reale. Furono ordinati foglietti d’invito e fu fatta molta pubblicità. Quando la data giunse, ebbero al discorso pubblico 37 presenti e furono molto grati di tale eccellente inizio.

EVIDENTE UN’ORGANIZZAZIONE PIÙ FORTE

In paragone con gli anni precedenti, il 1945 fu un anno relativamente calmo in quanto all’opposizione. Ci furono tuttavia diversi piccoli incidenti, uno dei quali avvenne nella cittadina di Kimberley. Questo è stato un importante centro di miniere di diamanti, dagli anni settanta dello scorso secolo quando si cominciarono gli scavi per cercare i diamanti in quella zona. Senza nessuna ragione apparente il consiglio municipale di Kimberley prese la risoluzione che non si doveva permettere ai testimoni di Geova di entrare nei quartieri del comune (per Africani) per diffondervi le loro credenze. Il soprintendente dei quartieri africani ebbe l’istruzione di fermare qualsiasi attività dei Testimoni e di chiudere i loro luoghi di adunanza. Un giornale locale pubblicò l’articolo con l’intestazione “Proscritti i Russelliani nei quartieri degli Africani”.

Il soprintendente dei quartieri, un uomo chiamato O’Brien, non perse tempo ad agire. In assenza dei fratelli, entrò a forza nella Sala del Regno, si impossessò della loro letteratura e del loro apparecchio fonoriproduttore, e fece a pezzi il piccolo carrello a mano per portare in giro l’apparecchio. Porse quindi trionfalmente i pezzi agli astanti come legna da ardere. Nemmeno la filiale perse tempo a reagire. Il consiglio comunale ricevette 48 ore di preavviso per restituire la proprietà confiscata e per pagare i danni del carrello; altrimenti sarebbe stata fatta la denuncia all’autorità giudiziaria. Come risultato, il consiglio comunale dovette pagare di propria tasca 10 sterline per i danni, e O’Brien dovette fare marcia indietro e restituire personalmente alla Sala del Regno la proprietà confiscata. Oltre a tutto questo, la stampa locale pubblicò un articolo mostrando che i testimoni di Geova avevano riportato un’altra vittoria e continuavano a compiere come al solito la loro opera di istruzione nei quartieri degli Africani!

A lungo andare, in Europa la guerra che era durata quasi sei lunghi, faticosi anni giunse al termine nel maggio del 1945. Nell’Estremo Oriente le ostilità continuarono ancora per un po’, finché le bombe atomiche infransero la resistenza del Giappone. In genere, i Sudafricani trassero un profondo sospiro di sollievo. Ma sebbene i Testimoni avessero combattuto e vinto la “battaglia della proscrizione”, il loro combattimento di lunga durata con il “seme” del Serpente non era ancora finito.

In ogni modo, durante la guerra mondiale il popolo di Dio tenne l’Assemblea Annunciatori Uniti in diciannove luoghi. Per la prima volta nella storia dell’opera del Regno in Sud Africa, i fratelli poterono avere nel medesimo tempo le stesse buone cose che avevano i fratelli in America e altrove. Il programma e le nuove pubblicazioni furono tutte lì in tempo.

Laggiù a Durban il numero dei proclamatori era salito a quasi 100. Questa piccola schiera fece una vigorosa campagna per annunciare il discorso pubblico. Si usarono 50.000 foglietti d’invito, 2.000 speciali lettere d’invito, 1.000 manifesti e molti striscioni grandi e piccoli. La città fu elettrizzata. Non avevano mai visto prima nulla di simile. Al discorso pubblico furono presenti 900 persone, delle quali circa 750 erano del pubblico. In tutta la nazione i presenti a quella serie di assemblee raggiunsero il nuovo massimo di 5.001.

Nella sede filiale di Città del Capo la famiglia ascese ora a quattordici componenti, che ancora abitavano in case private e pensioni e prendevano i loro pasti in ristoranti locali. La piccola stamperia aveva avuto molto da fare e nel 1945 produsse un massimo senza precedenti di 2.562.817 pezzi di materiale stampato. Il nuovo libro “La verità vi farà liberi”, pubblicato nel 1943, era stato tradotto in afrikaans, zulù e sesotho.

Così nell’Africa meridionale l’organizzazione uscì dalla seconda guerra mondiale molto più forte e più grande che all’inizio. L’opera aveva fatto progresso ed era cresciuta nonostante tutti gli sforzi compiuti dagli oppositori, la proscrizione della letteratura, le campagne “diffamatorie” dei religionisti, la pubblicità contraria della stampa, le cause nei tribunali, le irruzioni e gli arresti della polizia. In Sud Africa il numero delle congregazioni era più che raddoppiato, essendo aumentato da 115 a 244. In tutta l’Africa meridionale il numero medio dei proclamatori era salito da 3.179 (nel 1939) a 12.289 (nel 1945), aumento del 286 per cento. Ancor più meraviglioso fu l’aumento nell’Unione Sudafricana, da 439 proclamatori nel 1939 a 2.991 nel 1945, aumento del 580 per cento!

EDIFICAZIONE IN VISTA DEL FUTURO

In vista degli enormi aumenti degli anni della guerra, l’opera del Regno doveva essere bene organizzata nell’Africa Meridionale, Centrale e Orientale per essere produttiva negli anni futuri. Le registrazioni mostrano che da 3.179 nel 1939 i Testimoni aumentarono fino alla media di 14.089 nel 1946. In tutti i territori sotto la soprintendenza della sede filiale sudafricana di Città del Capo abitavano allora circa 25.000.000 di persone. Il novanta per cento apparteneva alle varie tribù africane della metà meridionale del continente. La maggioranza degli Europei (popolazione bianca) abitava comunque nella stessa Unione Sudafricana.

Nei pochi anni che seguirono ci fu un’ulteriore, sorprendente crescita. Nuove filiali della Società Torre di Guardia si sarebbero aperte in questi territori, per avere migliore cura dell’interesse di quelli simili a pecore.

In molte zone c’era ancora molta incomprensione riguardo all’opera. Quando dalla Rhodesia Settentrionale alcuni fratelli africani vollero venire nell’ottobre del 1946 a Johannesburg per il congresso, i funzionari dell’immigrazione non lo permisero loro. Uno chiese: “Non è stata la ‘Torre di Guardia’ colpevole di attività sovversive?” Furono presentati a questi funzionari i fatti, ma ai fratelli non fu ancora permesso di entrare nel paese. Fu addotta la ragione che a Johannesburg non ci sarebbero stati per loro alloggi sufficienti, poiché nei comuni africani già migliaia di persone abitavano in costruzioni provvisorie. Le autorità non vollero accettare il fatto che i medesimi testimoni di Geova avrebbero provveduto alloggio ai fratelli che li avrebbero visitati.

Le pubblicazioni come “Sia Dio riconosciuto verace” e “Preparato per ogni opera buona”, presentate nel 1946 all’assemblea di Cleveland (Ohio), furono entusiasticamente accolte dai fratelli sudafricani circa due o tre mesi dopo alla loro assemblea di Johannesburg. Queste pubblicazioni contribuirono molto a rendere i servitori di Geova più qualificati come veri insegnanti della Parola. Si faceva ancora l’opera con il fonografo portatile e le conferenze bibliche incise, ma adesso era tempo che gli operai del Regno di ogni razza imparassero a predicare e insegnare di più essi stessi, con la loro propria bocca.

Un sorvegliante di circoscrizione africano di quel tempo, M. Nguluh, riferisce che in quel periodo un buon numero di ecclesiastici africani di varie religioni accettò la verità. Uno di questi, Bethuel Rikhotso della Chiesa della Missione Svizzera, fu visitato dal fratello Nguluh nel 1946, mentre il fratello Nguluh faceva una visita di circoscrizione a Graskop nella parte nordorientale della provincia del Transvaal. Quest’uomo accettò la verità la prima sera che gli fu presentata, e alla visita successiva del sorvegliante di circoscrizione aveva predisposto che si tenesse un discorso speciale nel “kraal” (gruppo di capanne) del capo supremo della tribù shangaanese. Questo permise di dare una potente testimonianza e, anni dopo, si formò in questa zona una grande congregazione. Rikhotso stesso divenne pioniere nel gennaio del 1947.

OPERA E ASSEMBLEE DI CIRCOSCRIZIONE

In quei giorni l’opera del sorvegliante di circoscrizione africano era a volte pericolosa. Il fratello Nguluh menziona che due volte quasi annegò quando attraversava fiumi in piena. Anche oggi, per andare da una congregazione all’altra, i sorveglianti di circoscrizione africani devono camminare per molti chilometri attraverso la savana, carichi di bagaglio, e spesso accompagnati da moglie e bambino.

Nel febbraio del 1947, entrò in vigore una nuova disposizione per le circoscrizioni e il Sud Africa fu diviso in quattordici circoscrizioni.

In alcune zone l’interesse del popolo africano era rimarchevole. Un sorvegliante di circoscrizione africano narra che lo stesso giorno pronunciò lo stesso discorso pubblico tre volte! Era stato mandato in una certa zona a organizzare una nuova congregazione e predispose di tenere una domenica dell’agosto 1947 una conferenza pubblica. I presenti furono 173, quasi tutti nuovi interessati. Egli scrive: “Dopo la conferenza quei presenti andarono via per invitare altri a venire a udire la verità. Alle ore 15 dovetti pronunciare una seconda conferenza pubblica. Alle ore 17 venne nella sala un altro grande gruppo e mi sollecitò di ripetere il discorso giacché aveva udito dal gruppo delle ore 15 che in quella sala si dichiarava la verità. Così dalle ore 18 alle ore 19, quel pomeriggio, pronunciai il discorso per la terza volta”. Questo tipo d’interesse avrebbe dato l’andatura a meravigliosi aumenti.

Nell’aprile del 1947, si tenne a Durban la prima assemblea di circoscrizione del Sud Africa. A questa assemblea il sorvegliante di distretto fu Milton Bartlett, diplomato della quinta classe della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad per missionari e primo missionario galaadita venuto in Sud Africa. I fratelli africani ebbero una sala imbiancata in un compound municipale presso il centro della città. Questa fu un’occasione felice. I fratelli erano venuti da notevoli distanze, poiché in quel tempo la provincia del Natal era tutta inclusa in una sola circoscrizione.

Il fratello Bartlett fa questa descrizione molto vivace del colore locale di questa assemblea africana: “Vedere l’attitudine dei Testimoni africani fu un’esperienza rallegrante. Erano così puliti, calmi, lindi nella persona, così sinceri e desiderosi di apprendere maggiormente la verità, assai desiderosi di partecipare al servizio di campo. Benché stessero proprio dentro il compound (il terreno delle abitazioni) avevano le loro caldaie a tre piedi e avevano macellato un animale e in quel compound prepararono il loro cibo. Ogni Testimone aveva portato con sé il proprio piatto smaltato, la propria tazza smaltata e un cucchiaio, che usava per mangiare tutto il suo cibo. Ma quando venne l’ora di mangiare il solido mealie (minestra di mais) se l’arrotolavano nella mano, lo intingevano in un po’ di zuppa in fondo al piatto e poi se lo mettevano in bocca”.

I fratelli si rallegrarono grandemente alle loro assemblee di circoscrizione. Il rapporto della filiale di quell’anno narra che i fratelli africani dello Zululand fecero a piedi centoventicinque chilometri per andare a un’assemblea di circoscrizione e quindi ritornare nuovamente a casa, nell’insieme cinque giorni di marcia. Come disse il sorvegliante di filiale: “Lo zelo di molti di questi amici è davvero rimarchevole e fa bene al cuore vedere la loro volontà d’imparare e prendere sul serio le istruzioni ricevute”.

Né questi fratelli si preoccupano del problema degli alloggi. Essi vengono con un fagotto contenente una coperta e alcuni oggetti personali, alcune donne con un bambino sulle spalle, e una cassettina di legno per i libri e la Bibbia. Alle sessioni dell’assemblea, la cassetta è spesso usata come sedile. Se dovessero trascorrere una notte o due in viaggio per andare al luogo dell’assemblea, troverebbero facilmente alcuni Africani amichevoli che li farebbero dormire in un angolo. Se devono dormire all’aperto, hanno le loro coperte per tenersi caldi.

Alcune volte non c’è una sala disponibile e l’assemblea si tiene dunque all’aperto sotto la volta del cielo. D’altra parte, una costruzione temporanea si fa con pali coperti di telone incerato. Le necessità temporali sono soddisfatte con appetitosi pasti fatti con mealie (farina di mais) e carne. Se hanno il loro proprio piatto, bene. Altrimenti, mangiano in una scodella comune. Se qualcuno non ha un cucchiaio, be’, prima dei coltelli e dei cucchiai furon fatte le dita!

GIOIOSA VISITA CHE EDIFICA SPIRITUALMENTE

L’avvenimento notevole nell’opera del Regno in Africa Meridionale, Centrale e Orientale nel 1948 fu la visita da lungo tempo attesa del presidente della Società, N. H. Knorr. Quale gioia fu questa per tutti i fratelli dell’Africa meridionale! Allora fu acquistato il terreno per costruire una nuova sede filiale, uno stabilimento e una casa vicino a Johannesburg.

I giorni dal 3 al 5 gennaio 1948 furono riservati all’assemblea nazionale del Sud Africa. Essa fu tenuta a Johannesburg; ma date le richieste ufficiali i fratelli europei e di colore dovettero riunirsi in un luogo e gli Africani in un altro. Quantunque ai fratelli fosse stato dato un breve preavviso, circa 3.600 assisterono alle sessioni di apertura e 9.246 vennero alle due adunanze pubbliche. Gli immersi furono in tutto 416, di cui 378 furono fratelli africani. Dopo l’assemblea, il fratello Knorr e il suo segretario, Milton Henschel, stettero tre giorni nella sede filiale di Città del Capo, dando consigli e incoraggiamento al personale della Betel.

In tutti i paesi e i territori sotto la direzione della filiale di Città del Capo ci fu nel 1948 un massimo di poco più di 27.000 proclamatori. Come risultato della visita fatta quell’anno dal fratello Knorr, furono organizzate alcune nuove filiali perché funzionassero per proprio conto nelle parti centrali dell’Africa, anziché essere semplici depositi che inviavano rapporti all’ufficio della Società situato a Città del Capo. A questo punto sembra appropriato considerare il progresso conseguito in alcuni paesi dell’Africa centrale che fino ad allora erano stati sotto la sovrintendenza della filiale di Città del Capo.

LA PREDICAZIONE DEL REGNO PROSPERA QUANDO SI RIMUOVONO LE RESTRIZIONI

Nella Rhodesia Meridionale (ora chiamata semplicemente Rhodesia), la battaglia per far rimuovere le restrizioni sull’attività del Regno continuava. La filiale di Città del Capo aveva fedelmente inviato domande affinché fossero rimosse le restrizioni e nel 1945 c’era stata l’assicurazione che la domanda sarebbe stata considerata a una prossima seduta del consiglio dei ministri. L’anno dopo le restrizioni furono infine rimosse, e la letteratura della Società poté ancora una volta circolare liberamente in Rhodesia.

Nel 1947 le circostanze familiari di Bert McLuckie furono tali che si sentì libero di riprendere il servizio di pioniere. Con sua grande sorpresa e felicità, fu assegnato ad aprire il 1° luglio 1947 un deposito per la Società a Bulawayo, allora Rhodesia Meridionale. Grazie primariamente a Geova, la lunga, dura battaglia per stabilire pienamente e rappresentare dovutamente l’opera del Regno in quel paese era stata vinta! Quell’anno il massimo dei proclamatori aveva superato i 3.000, con 82 congregazioni organizzate.

L’ufficio del primo deposito fu una cosa piuttosto familiare, poiché Bert McLuckie lavorava nella casa di suo fratello carnale Jack McLuckie. In principio, Bert McLuckie fece tutto il lavoro da sé. Quindi chiamò due fratelli africani perché traducessero gli articoli della rivista Torre di Guardia, uno in cishona e l’altro in cinyanja. Per parecchio tempo fecero copie di queste traduzioni con un ciclostile, e le riviste dovevano essere raccolte, piegate e cucite a mano. Come ammette lo stesso fratello McLuckie, il prodotto finale lasciava molto a desiderare. Nel 1976 queste riviste sono ora prodotte con un grado di qualità molto alto da una moderna rotativa della filiale di Elandsfontein, e la traduzione cinyanja ha una tiratura di 25.000 copie e la traduzione cishona una tiratura di 13.900 copie per edizione.

Tutti questi sviluppi e miglioramenti recarono per certo grande gioia e incoraggiamento al cuore dei proclamatori del Regno nella Rhodesia Meridionale. Ma possiamo immaginare quanto tutti dovettero rallegrarsi allorché nell’ottobre del 1947 giunse la notizia che i fratelli Knorr e Henschel li avrebbero visitati nel gennaio del 1948. Furono preparati migliaia di foglietti d’invito, centinaia di manifesti e molti striscioni per annunciare i discorsi che sarebbero stati fatti dal fratello Knorr agli Africani e agli Europei di Bulawayo e Salisbury. Verso questo tempo, entrò in scena anche Eric Cooke, primo missionario della Rhodesia Meridionale proveniente dalla Scuola di Galaad.

A Salisbury sorsero difficoltà quando il Dipartimento dell’Amministrazione Nativa annullò le disposizioni prese in precedenza per l’uso della sala municipale di Harari nel periodo del congresso, dal 16 al 18 gennaio 1948. Essi annullarono anche le prenotazioni degli alloggi che erano state fatte precedentemente per i fratelli africani. Quindi il 13 gennaio il fratello Cooke ebbe un colloquio con il direttore del Dipartimento Nativo per appurare la ragione delle sue obiezioni. Si scoprì che aveva un’idea errata della Società, credendo che fosse ‘contro il governo’. Il fratello Cooke superò questa idea errata leggendo un brano dell’Annuario dei Testimoni di Geova. Questo fece al funzionario tanta impressione che ridiede il permesso di usare la sala di Harari e rese disponibili gli alloggi per le migliaia che si attendeva assistessero all’assemblea. Così fu aperta la via per una felice assemblea dei testimoni di Geova, che ebbe un massimo di oltre 6.000 presenti.

Durante la sua breve visita il fratello Knorr prese il tempo di visitare funzionari governativi per discutere certe importanti restrizioni sulla letteratura della Società dovute alla scarsità di dollari nei paesi della sterlina. Il fratello Knorr regolò questo problema presso i funzionari, dicendo che tutte le forniture di letteratura per la Rhodesia Meridionale sarebbero state mandate gratuitamente, e così evitò i problemi della moneta.

Nel corso di questa visita il fratello Knorr dispose che il deposito divenisse una sede filiale il 1° settembre 1948, con Eric Cooke come sorvegliante di filiale. Per l’opera del Regno, questo fu nella Rhodesia Meridionale il principio di un nuovo capitolo. In quel tempo il massimo dei proclamatori fu lì di 4.232.

DESTATO IL NIASSA

Nella storia dell’opera compiuta in quei giorni nel Niassa (ora Malawi) si scorge un modello molto simile. Nel 1946 i testimoni di Geova facevano davvero sentire nel Niassa la loro presenza. Il numero dei proclamatori superò per la prima volta i 3.000, e i fratelli realmente destavano il paese.

La campagna delle adunanze pubbliche era ora in piena attività e aveva molto successo destando dappertutto le persone. Naturalmente, i falsi religionisti fecero ogni sforzo per impedire che i testimoni di Geova tenessero queste adunanze nei loro villaggi. Per fare un discorso pubblico si doveva ottenere il permesso dai sottocapi dei villaggi. Quindi, se il sottocapo subiva l’influenza dei dirigenti religiosi locali, non si poteva tenere nessuna adunanza pubblica. Nella zona di Zomba, i diaconi e gli anziani di una certa chiesa minacciarono di privare un sottocapo della sua autorità, ma egli semplicemente disse loro di provarci. In contrasto, il sottocapo di un villaggio vicino in realtà percosse due testimoni di Geova che gli si erano rivolti per prendere le disposizioni di tenere nel suo villaggio un’adunanza pubblica. L’uomo fu portato in corte, ma siccome era una persona influente e membro della chiesa, la locale corte africana disse: “In questa questione non possiamo fare nulla”. Tuttavia, quando il commissario distrettuale lo udì, fece una severa riprensione sia alla corte che al sottocapo contrario.

Molti capi cominciarono ora a mandare inviti ai testimoni di Geova affinché pronunciassero discorsi nei loro villaggi. Un capo, che, a un discorso pubblico in un luogo chiamato Lizulu, aveva udito la verità sulla condizione dei morti, assisté dopo breve tempo a un servizio funebre tenuto da alcuni dirigenti religiosi. Fu detto all’uditorio che il fanciullo morto “è ora un angelo in cielo”. Il vecchio capo brontolò, si alzò rigidamente in piedi, si volse al suo induna (sottocapo) che gli stava accanto e gli chiese del tabacco da fiuto. Fiutando poi vigorosamente, si allontanò dalla scena dicendo: “Ah, abbiamo udito a Lizulu dove sono i morti; queste sono tutte menzogne!”

Il messaggio dei testimoni di Geova era così potente che i falsi religionisti cercavano di imitare le nostre espressioni e i nostri metodi. Essi cercavano di dire: “Anche noi predichiamo il nuovo mondo”. Alcuni di loro avevano tentato di fare visite ai loro membri; ma dopo alcune settimane dovettero rinunciarvi.

In un’adunanza pubblica all’aperto, estesamente annunciata a voce e con avvisi affissi agli alberi, circa 300 persone si radunarono all’ombra degli alberi di mango per udire il discorso. Accadde così che un ecclesiastico venne con la sua bicicletta nel momento cruciale quando l’oratore citava Michea 3:11: “I suoi propri sacerdoti istruiscono solo per un prezzo”. L’ecclesiastico si offese e si lamentò presso il sottocapo locale, il quale decise che i testimoni di Geova dovevano smettere di tenere adunanze pubbliche. Naturalmente, i fratelli non potevano accettare questo e fecero appello alla corte nativa superiore, dove la decisione fu abolita con l’avvertimento che da allora in poi chiunque fosse stato trovato a disturbare i testimoni di Geova sarebbe stato condannato a pagare l’ammenda di 5 sterline. Al tempo in cui si era tutto tranquillizzato, circa cinquanta persone interessate si erano schierate come attivi proclamatori del Regno!

Molti sottocapi dei villaggi che erano stati contrari divennero amichevoli e ammisero d’essere stati influenzati dai capi religiosi. Quando un sorvegliante di circoscrizione si rivolse al sottocapo di un villaggio, pure cattolico romano, facendo richiesta di tenere nel villaggio un’adunanza pubblica, gli fu detto: “Tenete un’adunanza qui? Oh, avete tenuto un’adunanza nel villaggio di —— e ora la chiesa di lì è caduta; siete stati ricevuti nel villaggio di —— e a —— e in entrambi i casi è accaduta la stessa cosa. Ora volete entrare nel mio villaggio e abbattere la chiesa che vi abbiamo costruita! No, mai!” Comunque, la mattina dopo duecento fratelli marciarono attraverso il villaggio cantando. I cattolici romani cercarono di causare un tumulto gridando e battendo i loro tamburi, ma una grande folla si unì ai fratelli nella loro marcia e tutti andarono al luogo appena fuori del villaggio dove si tenne con molto successo l’adunanza pubblica.

COMBATTUTA LA PROSCRIZIONE

Parte del processo di risveglio si compì nel Niassa per mezzo di una petizione che si fece circolare nell’anno di servizio del 1946 con la quale si chiedeva la restituzione della nostra letteratura, che era trattenuta dal governo. A questa colonia britannica alquanto isolata tale energica azione dei fratelli fece impressione. I moduli della petizione furono firmati da 47.000 persone, e questo suscitò realmente la preoccupazione delle autorità.

In data 5 settembre 1946 la filiale di Città del Capo mandò una lunga e vigorosa lettera al segretario di stato per le colonie a Londra. Questa lettera indicava che la condotta dei testimoni di Geova nel Niassa era stata irriprovevole, che quelli ch’erano stati responsabili della proscrizione imposta sulla letteratura erano stati fortemente influenzati dai gesuiti operanti nel Niassa e che le proscrizioni sulla letteratura della Società erano già state abolite in altre parti del Commonwealth Britannico. La risposta fu incoraggiante, in quanto i governatori dei quattro diversi territori britannici che formavano il blocco africano orientale (Rhodesia Settentrionale, Niassa, Kenya e Tanganica) furono invitati dal Ministero delle Colonie a fare una raccomandazione congiunta riguardo alla Società Torre di Guardia e ai testimoni di Geova. Ai governatori si chiese di tener presenti due punti principali, (1) il principio della libertà di adorazione per tutti, e (2) che proibizioni simili a quelle allora esistenti in questi paesi erano state tolte in tutte le altre parti dell’Impero. In ogni modo, la questione fu archiviata dalle autorità, che dissero di voler esaminare accuratamente la letteratura della Società.

UNA VISITA DÀ IMPULSO ALL’OPERA

Il 13 gennaio 1948 ebbe luogo in Niassa un avvenimento molto speciale. Dopo un breve volo da Salisbury (Rhodesia Meridionale), un aereo atterrò con quattro fratelli a bordo. Essi erano i fratelli Knorr, Henschel, Phillips, sorvegliante di filiale di Città del Capo, e I. Fergusson, nuovo diplomato di Galaad assegnato a prestare aiuto nel Niassa. Un’adunanza era stata prestabilita per Europei e Indiani nella sala comunale di Blantyre. Considerando il fatto che allora a Blantyre c’erano solo 250 Europei, i 40 presenti che udirono il discorso pubblico costituirono un buon numero. Il giorno dopo il gruppo assisté all’assemblea africana presso Limbe dove Bill McLuckie interpretò i discorsi degli oratori in cinyanja. Per il discorso pubblico del pomeriggio ci fu un uditorio di 6.000 persone. Poiché non c’era nessun impianto di amplificazione acustica, i fratelli che erano in programma dovettero parlare con voce forte onde tutti potessero udire. A un certo punto una forte pioggia interruppe il discorso, e il pubblico cominciò a spargersi per mettersi al riparo di alberi o case vicine. Ma i fratelli rimasero e il fratello Knorr portò a termine il suo discorso riparandosi sotto un ombrello. Il fatto stesso che il presidente della Società, un Europeo, stesse sotto la pioggia per finire il suo discorso mostrò agli Africani che le persone associate con la Società erano davvero interessate al loro benessere, poiché gli Europei locali non l’avrebbero mai fatto.

Durante la visita il fratello Knorr parlò con il segretario principale del governo e con il commissario di polizia e poté chiarire i dubbi e le incomprensioni sulle pubblicazioni della Società. I rappresentanti governativi promisero di rivedere l’intera questione per determinare se la proscrizione sulla letteratura poteva essere abrogata.

La visita del fratello Knorr diede all’opera nel paese enorme impulso e il 1948 fu per certo memorabile nella storia dell’opera del Regno in Niassa. Il massimo dei proclamatori aveva ora superato i 5.000 e i nuovi si univano assai presto alle loro file. Nel 1948 il numero dei proclamatori del Niassa in alcuni luoghi aumentava così rapidamente che era difficile trovare territorio sufficiente per testimoniare.

Il 1° settembre 1948 fu stabilita nel Niassa una filiale e Bill McLuckie fu nominato sorvegliante di filiale. Questo segnò un altro passo avanti nella storia dell’opera del Regno in Niassa, che diede luogo all’ulteriore rafforzamento dei fratelli. L’anno successivo, nel 1949, arrivarono due diplomati britannici della scuola missionaria di Galaad, Peter Bridle e Fred Smedley.

LA VERA ADORAZIONE AVANZA NELLA RHODESIA SETTENTRIONALE

La Rhodesia Settentrionale (ora chiamata Zambia) non rimaneva affatto indietro in questo periodo. Molto aumento si accentrava intorno alla progressiva zona della produzione del rame. Qui nella Zona del Rame l’organizzazione si espandeva con enorme rapidità. Per essere all’altezza di questo grande afflusso si dispose di tenere nel deposito un corso di dieci giorni per tutti i lavoratori nel servizio continuo e per chiunque desiderasse entrare nelle loro file allo scopo di avere servitori per i fratelli più competenti.

Questa avanzata della vera adorazione preoccupava davvero i falsi pastori della cristianità. Un parroco, nello sforzo di arginare la marea, dispose che i membri della sua congregazione andassero alle capanne delle persone come facevano i testimoni di Geova e le invitassero ad andare in “chiesa”. Ma alcuni furono accolti da stupiti padroni di casa i quali, dopo aver ascoltato il loro esitante discorso, dissero loro che non avevano alcun messaggio simile a “quelli della Torre di Guardia”. Dopo questo sforzo infruttuoso gli scoraggiati frequentatori di chiesa ritornarono e la loro congregazione non era cresciuta!

Nella Rhodesia Settentrionale interi villaggi accettarono la verità. Alcuni missionari della cristianità mostrarono una disposizione mansueta, come il missionario europeo di Mumbwa che, impressionato dallo zelo dei testimoni di Geova, cominciò a leggere i libri della Società e a visitare il sorvegliante che presiedeva la congregazione locale.

Qui i Testimoni furono angariati per anni da un funzionario governativo che aveva messo in prigione i proclamatori, abbattuto le tettoie costruite per lo studio biblico e interrotto le loro adunanze. Questo magistrato fu condannato a pagare un’ammenda per la condotta illegale e fu sostituito da un uomo che era imparziale e giusto. Il sorvegliante del deposito visitò questo distretto ed ebbe un colloquio con tutti i capi e i consiglieri alla loro riunione trimestrale. Risultato? Fu concesso il permesso di costruire centri di studio in tutto il distretto. Entro breve tempo in tutto questo distretto sorsero piccole tettoie coperte di erba o costruzioni più forti e agli studi si vedevano assistere regolarmente anche i sottocapi. Quattordici di essi dissero ai loro capi che avevano accettato la verità e il loro numero continuava ad aumentare.

Anche in Barotseland, i capi e la famiglia reale ricevettero un’eccellente testimonianza quando a un rappresentante europeo della Società, che era lì per assistere a un’assemblea di circoscrizione di 2.800 proclamatori, fu concesso il permesso di parlare al khotla, supremo consiglio governante barotse. Così dal trono, avendo accanto il capo supremo, egli poté spiegare perché la nostra opera è diversa e in che cosa consiste il nostro messaggio. Tutto questo avvenne alla presenza dei capi, dei soprintendenti e della famiglia reale. In seguito batterono con tradizionale vigore i tamburi reali.

Uno dei vecchi membri della casa reale che accettò la verità, sebbene fosse troppo anziano d’età per camminare, andava ogni giorno su un asino alla biforcazione di un sentiero nativo e lì chiamava i passanti per testimoniare loro. Un nemico uccise il suo asino con una lancia ed egli ne fu davvero rattristato, ma un proclamatore gliene diede un altro affinché potesse continuare la sua opera.

Un grosso carico che portavano in questo tempo gli interessati era l’analfabetismo. Molti proclamatori imparavano le scritture e i sermoni a memoria. Ma da allora hanno imparato a leggere e a scrivere la loro propria lingua per mezzo dei corsi istituiti dalla Società per vincere l’analfabetismo.

All’inizio del 1947, documentazioni furono presentate al Ministero britannico delle Colonie a Londra in una visita personale che il sorvegliante di filiale sudafricano fece quando dalla Scuola di Galaad tornava di nuovo a Città del Capo. Queste furono allegate a una petizione presentata al governo, firmata da 40.909 persone che deploravano l’atto di proscrivere la distribuzione di letteratura biblica, che ritenevano un’utile opera di educazione cristiana. In risposta a questa petizione, il governo della Rhodesia Settentrionale promise di riesaminare la propria posizione riguardo alla letteratura, e il 19 giugno alcune pubblicazioni, notevolmente “Il Regno di Dio è vicino” e “La rigenerazione mondiale avvenire”, furono tolte dall’elenco delle pubblicazioni proscritte. Comunque, la rivista ufficiale della Società, La Torre di Guardia, non era ancora libera per la divulgazione. Quindi, non si poteva smettere di compiere sforzi per rendere disponibile ai fratelli questo necessario cibo spirituale. Infatti, il bisogno era più grande che mai, poiché il 1947 finì con 6.114 predicatori della buona notizia in 252 congregazioni.

Nel 1948, il paese selvaggio della Zona del Rame una volta impervio e infestato dalla malaria era divenuto la dimora di circa 25.000 Europei, che aumentarono principalmente la comunità dei minatori. Essi vivevano in condizioni che si potevano paragonare favorevolmente con il livello di vita dei paesi dai quali eran venuti. Fino a quest’anno s’era potuta fare tra questa popolazione di lingua inglese poca predicazione pubblica.

L’ORGANIZZAZIONE RICEVE AIUTO

A questo stadio l’organizzazione della Rhodesia Settentrionale ricevette fortunatamente aiuto tramite i due missionari di Galaad, Harry Arnott e Ian Fergusson. Il fratello Arnott arrivò appena prima dei fratelli Knorr e Henschel, che fecero la loro prima visita a questo paese nel gennaio del 1948.

Durante la visita dei fratelli Knorr e Henschel, accompagnati da George Phillips, essi trascorsero alcune ore a Lusaka in un’assemblea di quattro giorni. Questa adunanza si tenne in un appezzamento di terreno appartenente a una signora europea che non solo si attenne alla promessa di far usare loro il terreno nonostante la pressione dei nemici dei Testimoni, ma anche assisté all’assemblea. L’ambiente era davvero pittoresco. I fratelli avevano raccolto l’argilla e avevano fatto un podio di terra. Nella creta erano stati piantati dei pali e per coprire il palco fu fatto un tetto d’erba. Questa volta l’uditorio era ancora separato, con le sorelle a sinistra dell’oratore e i fratelli a destra. Il coro fece al fratello Knorr una tale impressione che chiese di farne un’incisione. L’opuscolo “Il Regno di Dio è vicino” in lingua silozi fu presentato nel corso del congresso di quattro giorni a un uditorio riunito di 3.103 persone.

Il 16 gennaio 1948 il fratello Knorr ebbe un colloquio con il segretario degli affari nativi e con il procuratore generale sulla proscrizione di alcune pubblicazioni che la Società voleva spedire nella Rhodesia Settentrionale. Fu informato che i funzionari erano sicuri che la proscrizione sarebbe stata tolta entro un periodo da trenta a sessanta giorni, senza nessuna ulteriore restrizione sull’opera della Società. Questo portò la visita del presidente della Società e del suo segretario a un appropriato culmine.

Con l’ulteriore aiuto dei missionari addestrati a Galaad, il campo europeo pure ricevette migliore attenzione. A metà del 1948 Harry Arnott fu assegnato come missionario alla cittadina di Luanshya, e Ian Fergusson, ch’era stato nel Niassa per un po’, a Chingola. Presto si faceva intensa predicazione di casa in casa e la reazione era emozionante. Il territorio vergine assorbiva sostanziali quantità di Bibbie e letteratura biblica, e rapidamente si avevano studi biblici a domicilio. Entro un anno furono istituite in queste cittadine due piccole congregazioni europee e si prendevano disposizioni per estendere l’opera di predicazione a Mufulira e a Kitwe.

L’arrivo dei diplomati della Scuola di Galaad fu ritenuto un’eccellente opportunità per trasmettere alcuni benefici dell’avanzata organizzazione teocratica alle congregazioni del popolo di Geova situate in tutto questo territorio dell’Africa centrale. Tutti i rappresentanti viaggianti nominati, insieme a quelli delle file dei pionieri che potevano essere qualificati per questo servizio, furono invitati alla sede filiale di Lusaka per seguire una Scuola di Galaad in “piccole proporzioni”. Questa scuola per sorveglianti di circoscrizione trattò parte delle materie fondamentali sull’organizzazione e sull’insegnamento biblico svolte nella Scuola di Galaad in quei primi anni. I soggetti insegnati furono temi biblici, registrazioni teocratiche, servizio teocratico e nozioni attinenti. Si facevano ripetizioni scritte e per la sera si assegnavano compiti da fare a casa, ed ebbero perfino un “programma per il conferimento dei diplomi” con un netto colore africano.

Dopo la prima visita del presidente della Società in questa parte dell’Africa, i fratelli furono incoraggiati a prestare più che la solita attenzione per imparare a leggere e a scrivere la loro propria lingua ed essere così meglio preparati a studiare la Parola di Dio e a predicare ad altri la buona notizia. La sede filiale prese subito disposizioni perché in ogni congregazione si formassero gruppi per insegnare a leggere e a scrivere. All’inizio, gli ausili didattici si ottenevano dai dipartimenti educativi del governo e si usavano come base per queste classi di insegnamento in gruppo. Spesso le lezioni d’insegnamento erano un prolungamento di un’adunanza di congregazione, e, per lo più, gli alunni erano le sorelle della congregazione. “Ciascuno insegni a uno” divenne un’espressione comune nella campagna pubblicitaria per vincere l’analfabetismo. I mariti erano sollecitati a trascorrere tempo per insegnare alla moglie, e altri che già sapevano leggere e scrivere erano incoraggiati a dedicare il loro tempo per insegnare a un altro nella congregazione.

UNA NUOVA SEDE FILIALE

Il 1° settembre 1948 fu stabilita una sede filiale con Llewelyn Phillips come sorvegliante di filiale. In quel tempo nelle 232 congregazioni della Rhodesia Settentrionale c’erano più di 11.600 proclamatori. La proscrizione della rivista Torre di Guardia fu abolita, ma alcuni libri erano ancora proscritti.

Questa nuova filiale della Rhodesia Settentrionale divenne ora responsabile di diversi territori a nord e a est, compreso il territorio allora noto come Congo Belga, che fino al 31 agosto era stato sotto la giurisdizione della filiale sudafricana. Fino a questo momento quale progresso aveva fatto nel Congo Belga l’opera del Regno?

PROGRESSO CRISTIANO NONOSTANTE LA CONFUSIONE

Il Congo Belga (Repubblica del Congo, Kinshasa, ora chiamato Zaïre) è un vasto paese di oltre 2.300.000 chilometri quadrati, più esteso del Texas e dell’Alasca messi insieme, con una popolazione di più di 23 milioni di abitanti. È a nord dello Zambia e dell’Angola e la sua principale caratteristica fisica è la grande depressione del bacino del fiume Congo. A sud-est, sul confine con lo Zambia, sono ricche miniere di rame che provvedono la principale ricchezza economica del paese. Il clima è in genere caldo e umido e gran parte della superficie è coperta da fitta giungla. Nel 1885 esso venne sotto il dominio belga, con il risultato che la lingua ufficiale divenne il francese e la religione prevalente quella cattolica romana.

Fino agli anni quaranta non c’era nel Congo nessuna organizzata opera di predicazione del Regno. Comunque, vi cresceva il locale falso “Movimento Torre di Guardia” o Kitawala. Il libro Kitawala (tedesco) di Greschat, a pagina 71, dichiara: “Trovate interi villaggi che si chiamano Torre di Guardia, il che semplicemente significa che sono stati immersi, battezzati, e vagamente accettano varie nozioni sulla fine del mondo e, supposto che vivano in un certo modo, pensano che Dio dia loro ricompense su questa terra”.

Nel Congo, come altrove, il termine nativo “Kitawala” si usava spesso quando si faceva riferimento al “Movimento Torre di Guardia” indigeno. Sembra che Kitawala sia un’alterazione della parola “torre” preceduta dal prefisso “ki”. Alcuni usavano l’espressione più lunga “Waticitawala”, ovvia alterazione nativa di “Watchtower”. Non è difficile capire come i non informati potessero mettere in relazione i due termini; i nomi “Società Torre di Guardia” e (Movimento) “Torre di Guardia” o Kitawala sono molto simili. E con quanta leggerezza i nemici della verità si son serviti di questa somiglianza più e più volte per suscitare pregiudizio nella mente dei funzionari governativi e per causare difficoltà ai veri servitori di Geova!

Insurrezioni, ribellioni, scontri tribali e, infatti, qualsiasi avvenimento spettacolare fra nativi erano spesso convenientemente messi in relazione con il movimento “Torre di Guardia”. Il nome divenne un fetore per i funzionari e le autorità. Si può immaginare quale biasimo questo recasse in quelle zone sul nome di Geova e sulla sua vera organizzazione!

Com’è già stato spiegato, questa confusione fu inizialmente causata dall’opera di Joseph Booth e dei suoi seguaci nel Niassa al principio del ventesimo secolo. Il sig. Booth, insieme al suo discepolo Elliott Kamwana e ad altri, fece errato uso delle prime pubblicazioni della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati, e ciò diede luogo alla nascita del falso “Movimento Torre di Guardia” nell’Africa centrale. Dal Niassa l’insegnamento si diffuse evidentemente a sud e a ovest nelle Rhodesie e nel Congo.

Negli anni che seguirono, la Società mandò lettere alle autorità del Congo esponendo i fatti, ma, per molti anni, i funzionari preferirono in un modo o nell’altro continuare a mettere in relazione le attività di questi movimenti religiosi indigeni che facevano uso del nome “Torre di Guardia” con la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e l’opera dei testimoni di Geova. L’influenza e le pressioni ecclesiastiche ebbero molto a che fare con questa situazione.

Regolari sforzi furono compiuti dalla Società per far entrare nel paese rappresentanti maturi, ma senza successo. Occorrevano direttiva e assistenza, ma all’organizzazione di Geova si rifiutava il permesso di inviare tale assistenza tanto necessaria, e per molti anni le autorità non poterono o non desiderarono fare una distinzione tra i veri servitori di Geova e i “Movimenti Torre di Guardia” indigeni.

All’inizio del 1948 Llewelyn Phillips, sorvegliante di deposito della Rhodesia Settentrionale, fu mandato nel Congo Belga perché intervenisse a favore dei Testimoni che vi erano perseguitati e cercasse di far togliere la proscrizione dell’opera. Ebbe colloqui privati con il governatore generale e con altri funzionari governativi e poté spiegare la nostra opera e mostrare quanto le nostre credenze e i nostri princìpi fossero ben lontani da quelli del falso “Movimento Torre di Guardia” chiamato Kitawala. Furono presentate a queste autorità lettere ufficiali in data 15 marzo e 7 aprile 1948 così che la questione fosse registrata. Durante il colloquio con lui, il governatore generale pensosamente domandò: “E se io vi aiuto, cosa mi accadrà?” Un’ottima domanda, giacché il Congo era quasi completamente sotto il controllo della Chiesa Cattolica Romana!

Che benedizione fu quando l’opera del popolo di Geova fu finalmente riconosciuta! La filiale cominciò a lavorare sotto il nome ufficiale di “Testimoni di Geova” anziché di “Società Torre di Guardia”, in modo da evitare ogni ulteriore confusione. Ora si poteva rapidamente fare la separazione fra i veri Testimoni e quelli che si associavano ai falsi “Movimenti Torre di Guardia”. Da quel tempo in poi ci furono enormi aumenti nel numero di quelli che adottavano la pura adorazione di Geova Dio.

NOTEVOLI SVILUPPI IN MAURIZIO

Dopo la fruttuosa visita che i proclamatori del Regno in servizio continuo (pionieri) fecero nel 1933, ci fu un intervallo di diciotto anni prima che rappresentanti speciali potessero di nuovo visitare l’isola di Maurizio. Non prima del 1952 l’Annuario dei Testimoni di Geova ci dice che due Mauriziani, mentre facevano servizio come soldati nella seconda guerra mondiale, vennero in contatto in Egitto con l’opera del Regno. Il fedele servizio di proclamatori che erano in Egitto portò frutto. Questi due uomini, benché facessero servizio nelle forze armate, divennero molto interessati e cominciarono a scrivere all’ufficio della Società di Città del Capo e a ottenere forniture di letteratura. Presto si interessarono anche vari soldati loro compagni. Tornati in Maurizio, essi cercarono di ‘far risplendere la loro luce’ e nel 1951 mandarono in effetti rapporti all’ufficio di Città del Capo.

Lo stesso anno, nel 1951, due diplomati della Scuola di Galaad, Robert e George Nisbet, arrivarono in Maurizio per stabilire l’opera su basi permanenti. In quei diciotto anni trascorsi dalla precedente visita di Robert Nisbet, avevano avuto luogo grandi cambiamenti. Le adunanze non erano più proibite e l’istruzione era grandemente migliorata. Il pericolo della malaria era stato in gran parte eliminato e le condizioni di vita eran progredite. La Chiesa aveva perduto il suo dominio politico ma all’apparenza esercitava ancora una forte influenza.

Questi diplomati della Scuola di Galaad trovarono un buon numero di persone che si ricordavano della visita del 1933 e che furono molto liete di mettersi in contatto di nuovo con l’organizzazione di Geova. Un uomo, quando un missionario gli parlò, chiese: “Come sta il Giudice Rutherford?”. Questo ben illustra come nell’isola le persone non erano state informate degli sviluppi della Società, da che il fratello Rutherford era morto circa nove anni prima. Lo stesso uomo mostrò un numero de L’Età d’Oro del 4 luglio 1934 (inglese) e anche una copia ben letta e consunta de L’Arpa di Dio (francese) di diciotto anni prima. Quest’uomo rinnovò l’abbonamento alla rivista e fu iniziato con lui uno studio biblico.

Il fratello Robert Nisbet riferisce che tra i primi interessati erano due sorelle, la sig.ra Sooben e la sig.ra Vacher, con le loro famiglie, e queste formarono la base della prima congregazione. Quindi nel 1951, il complessivo rapporto mondiale elenca Maurizio sotto il Sud Africa, con un massimo di otto proclamatori e una media di due pionieri. L’anno dopo il massimo dei proclamatori salì a tredici. I sacerdoti erano ancora molto affaccendati a raccogliere di continuo la letteratura data alle persone e a minacciarle di scomunica.

UNO SGUARDO AL MOZAMBICO

Tornando nel continente, soffermiamoci per un momento a vedere come si faceva progresso nel Mozambico, anche noto come Africa Orientale Portoghese. Sembra che fosse stato fatto pochissimo tra gli Europei, eccetto l’opera menzionata precedentemente, ma si faceva progresso tra gli Africani. L’opera aveva continuato a crescere senza interruzione, specie nel settentrione, e nel 1948 il numero dei proclamatori ascese a 398 con quattro operai in servizio continuo nel campo. Frattanto, la persecuzione aumentava continuamente d’intensità e alcuni erano arrestati e messi in prigione, e deportati in colonie penali e in campi di lavoro. La letteratura spedita dalla filiale sudafricana veniva confiscata all’arrivo in Mozambico.

ABBRACCIATA ‘LA VIA’ IN SWAZILAND

Con il Mozambico confina il piccolo paese dello Swaziland, chiuso alle altre tre parti dal Transvaal. La parte occidentale del paese è principalmente alta e montagnosa, sebbene piacevolmente verde. Verso oriente la campagna è per lo più pianeggiante, coperta di arbusti spinosi e spesso soggetta a prolungata siccità.

Nei precedenti decenni, i pionieri che avevano visitato lo Swaziland erano stati ben accolti dal re Sobhuza II, ma non erano stati in grado di stabilire un’organizzazione. Col passar del tempo, uno che abbracciò ‘La Via’ fu Joshua P. Mhlongo. (Atti 9:2) Il suo desiderio originale d’imparare qualche cosa dell’insegnamento dei Testimoni di Geova era stato suscitato dal direttore della scuola che egli frequentava come alunno. Il direttore ripeteva di continuo alle sue classi che J. F. Rutherford aveva insegnato al popolo di non credere nell’inferno di fuoco o di non adorare i propri antenati. Questo destò in Joshua il desiderio di acquistare maggior conoscenza dell’organizzazione di Geova. Ma si sgomentò udendo che il governo aveva fermato l’opera dei Testimoni e aveva imposto una proscrizione alla loro letteratura. Joshua venne infine in possesso di vari libri per mezzo di una zia che era proclamatrice a Johannesburg. Presto egli e sua madre condividevano la buona notizia con altri. Nel 1943, mentre andava ancora a scuola, simboleggiò la sua dedicazione con l’immersione in acqua. Il fratello McCoffie Nguluh ricorda bene la visita che fece a questi proclamatori isolati. Joshua Mhlongo espresse il desiderio di divenire pioniere appena completata la sua educazione, e il fratello Nguluh lo incoraggiò a farlo. Avvenne così che in seguito egli intraprese il servizio di pioniere e con l’andar del tempo prestò servizio come il primo sorvegliante di circoscrizione nella nuova circoscrizione swazi che fu formata.

Nei quattro anni dal 1947 al 1950 ci fu una crescita fenomenale. Nel paese il totale dei proclamatori aumentò da 5 a 60.

In questo periodo si creò nello Swaziland una strana situazione. Continuava a restare in vigore la proscrizione, che era stata imposta sulla letteratura della Società Torre di Guardia durante la seconda guerra mondiale. Secondo i termini di questo proclama distribuire qualsiasi pubblicazione edita dalla Società Torre di Guardia costituiva un reato. Paradossalmente, lo stesso re Sobhuza era l’orgoglioso possessore di una biblioteca quasi completa delle pubblicazioni della Società! La proscrizione della letteratura della Società ostacolò la divulgazione della buona notizia nelle zone isolate. Quando fratelli e persone interessate eran trovati in possesso della letteratura della Società, spesso erano crudelmente percossi e maltrattati dalla polizia. Il fratello M. E. Bartlett, che in quel tempo faceva servizio come il solo sorvegliante di distretto del Sud Africa e dei Protettorati, si scontrò per la prima volta con questa legge durante la sua seconda visita allo Swaziland nel luglio del 1951. Egli fu accusato d’aver importato letteratura proibita. Il commissario distrettuale e magistrato fu molto amichevole verso il fratello Bartlett e considerò la proscrizione della letteratura della Società come un anacronismo. Chiese giovialmente che il fratello Bartlett gli fornisse alcune delle riviste “più inaccettabili” in suo possesso. Quando in settembre la causa fu alla fine dibattuta, un altro magistrato che non provava simpatia per l’opera ritenne il fratello Bartlett colpevole e gli impose l’ammenda di 1 sterlina.

Fu pure durante questa visita del sorvegliante di distretto che ai fratelli e alle persone interessate fu esposta con chiarezza l’esigenza scritturale della monogamia. Mentre la maggioranza fu felice di rinnovare la propria vita in armonia con la completa volontà di Dio, un sorvegliante che presiedeva si rifiutò di accettare le norme di Dio e allontanò un piccolo gruppo dalle parole di vita eterna. Quelli che amavano Dio e cercavano la sua approvazione continuarono comunque a sostenere saldamente i princìpi giusti.

SERVIZIO IN BECIUANIA SOTTO LA PROSCRIZIONE

Andando verso ovest, attraverso tutto il Sud Africa, giungiamo in Beciuania, ora chiamata Botswana. Ha una superficie di circa seicentocinquantamila chilometri quadrati, per lo più semideserta, e si estende fra Sud Africa, Africa del Sud-Ovest e Rhodesia. In genere i nativi sono estremamente poveri. La loro occupazione principale è l’allevamento del bestiame, insieme alla coltivazione di legumi, frumento (sorgo) e così via. Per integrare la loro dieta, si dedicano anche alla caccia. Nel 1970 si stimava che la popolazione fosse di oltre 630.000 abitanti.

Nel 1884 la regione venne sotto il dominio britannico, ma nel 1967 ottenne l’indipendenza e divenne nota come Botswana. La maggior parte del territorio è divisa in riserve dove i capi delle varie tribù amministrano la loro legge tribale, esercitando enorme potere sui loro sudditi. Questi capi erano generalmente contrari all’opera dei testimoni di Geova.

Sembra che nel 1929 i semi della verità cominciarono a essere seminati la prima volta in questo paese caldo e polveroso. Quell’anno un proclamatore vi fu attivo, ma solo per due mesi. Quindi, verso la fine del 1932, due pionieri provenienti dal Sud Africa visitarono il paese e fu loro permesso di parlare di argomenti religiosi, purché non si rivolgessero agli Africani. Ciò nondimeno, 1.676 pezzi di letteratura furono distribuiti fra la popolazione europea.

Nel 1941, a causa dell’isterismo bellico, fu proibita l’importazione della letteratura della Società in Beciuania malgrado il fatto che in quel tempo non vi risiedesse nessun Testimone. Secondo una legge approvata dal vecchio capo Khama, in questo paese solo tre gruppi religiosi avevano diritto di stabilirvi chiese: la Società Missionaria di Londra, gli avventisti del settimo giorno e i cattolici romani.

Fra qui e il Sud Africa c’era un continuo andirivieni di persone con contratti di lavoro. Gli uomini che lavoravano nei maggiori centri del Sud Africa udivano in questi luoghi la verità, tornavano in Beciuania e parlavano delle buone cose che avevano udite. Inoltre, fratelli rhodesiani e del Niassa trovavano a volte lavoro in luoghi come Francistown, e lì parlavano della verità. Così, nel 1946 c’era in Beciuania una media di sedici proclamatori del Regno.

All’inizio degli anni cinquanta, la Società mandò in Beciuania rappresentanti che esposero il nostro caso alle autorità, ma senza molto successo.

Nel 1952 nell’intero paese c’era una media di 114 persone che facevano lavoro di predicazione. Per alcuni anni successivi continuarono gli aumenti, ma andavano crescendo anche i problemi. Alcuni fratelli e sorelle non avevano registrato dovutamente il loro matrimonio presso l’ufficiale dello stato civile, e c’era ancora tra molti nuovi notevole leggerezza morale. Per mezzo della corrispondenza dalla filiale e con l’aiuto dei sorveglianti che li visitavano, queste cose furono chiarite. Oggi l’organizzazione è spiritualmente e moralmente sana.

NOTEVOLE AUMENTO IN S. ELENA

Al largo dell’oceano Atlantico, a grande distanza dalla costa dell’Africa del Sud-Ovest, giungiamo ancora una volta alla solitaria isoletta di S. Elena. A intermittenza si ricevevano rapporti dai pochi proclamatori che erano nell’isola e a volte la Società inviava la letteratura richiesta. Ma i Testimoni avevano bisogno lì di molto aiuto e addestramento. Avvenne così che nel maggio del 1951 la sede filiale del Sud Africa mandò un fratello pioniere, J. F. Van Staden, a trascorrervi qualche tempo.

Il servizio postale con quest’isoletta è davvero molto scadente e ad accogliere il fratello Van Staden non c’era nessuno. Comunque, alla fine egli incontrò George Scipio, figlio del poliziotto in pensione Thomas Scipio. Il fratello Van Staden esprime le sue impressioni su questo incontro: “Quale meraviglioso sollievo fu questo per me! Subito mi condusse da suo padre, la persona che effettivamente cercavo. Fu semplicemente meraviglioso vedere l’ovvia gioia per l’aiuto che avevano atteso da tanto tempo”. Il fratello Van Staden non perse tempo a organizzare un’adunanza con il piccolo gruppo di circa dieci o dodici persone. In principio ebbe grande difficoltà a esprimersi in inglese, ma dopo alcune settimane divenne assai più fluente. Scoprì che le sole adunanze che si eran tenute erano i “servizi all’aperto”, che facevano in vari luoghi dell’isola. I fratelli avevano la propria orchestrina, composta da due violini e una fisarmonica, che cominciava il loro servizio all’aperto suonando cantici del Regno. Quando avevano attirato una folla, facevano discorsi improvvisati (in genere testimonianze personali) e vi prendevano parte diversi fratelli.

Era chiaro che c’era molto da fare per aiutare i fratelli a organizzarsi dovutamente. Quindi il fratello Van Staden cominciò immediatamente a tenere tutte le adunanze. I fratelli locali mostrarono molto apprezzamento e diedero il loro sostegno con tutto il cuore. Un’anziana signora di Jamestown offrì una grande stanza della sua casa come Sala del Regno e un’altra famiglia di Levelwood pure offrì la sua casa come secondo luogo di adunanza. Le adunanze fecero un’ottima impressione a tutti quelli che assistevano, e sembra che alcuni di quelli che vennero la prima volta non se ne siano mai più allontanati. In questo modo impararono la verità e furono poi battezzati senza avere mai avuto uno studio biblico personale.

Andare alle adunanze non era tuttavia una cosa facile. George Scipio aveva una piccola automobile e con questa prendeva tre persone per poi lasciarle a qualche distanza più avanti lungo la strada. Queste tre persone continuavano a camminare. Intanto George tornava indietro e prendeva altri tre, li portava a qualche distanza, li faceva scendere e tornava indietro di nuovo. Di solito impiegava la maggior parte della mattina per portare tutti gli interessati all’adunanza. Dopo l’adunanza veniva seguìto lo stesso metodo per riportarli a casa. A volte camminavano sotto la pioggia e arrivavano a casa tardi e bagnati. Ma, provavano un senso di profonda soddisfazione e sincera gioia.

Il fratello Van Staden ebbe presto fratelli locali che partecipavano con lui all’opera di casa in casa. Impartì loro buon addestramento e si sorprese vedendo quanto rapidamente divenivano efficaci nella predicazione della buona notizia alle porte.

Tre mesi dopo il suo arrivo, il fratello Van Staden dispose di tenere nell’agosto del 1951 un servizio battesimale. Dato che era loro difficile trovare un luogo adatto, decisero di scavare una piscina e poi di mettervi il cemento e riempirla d’acqua. Comunque, fu risparmiata loro la fatica di riempire la piscina poiché la notte prima del battesimo piovve a dirotto e la mattina dopo la piscina era piena fino all’orlo! Quando il fratello Van Staden pronunciò il discorso sul battesimo e chiese ai candidati di alzarsi, si sorprese vedendo ventisei persone che si alzarono per rispondere alle domande. Egli dice: “Il calice della mia gioia fu davvero traboccante e nel mio cuore provai profonda gratitudine verso Geova che mi aveva mandato per avere tale meraviglioso privilegio. Dopo il discorso battezzai tutt’e ventisei nell’acqua fredda”. Subito dopo il battesimo si formò a Jamestown una piccola congregazione. Alcuni mesi dopo fu iniziata un’altra congregazione a Levelwood.

Tutta questa attività e tutto questo successo dei proclamatori del Regno stimolò naturalmente l’azione nemica. Accanita opposizione venne dal vescovo anglicano locale, che riuscì a volgere alcuni interessati contro la verità. Il locale pastore avventista del settimo giorno sfidò il fratello Van Staden a un dibattito, ma molto probabilmente se ne rattristò, poiché perfino alcuni proclamatori nuovi potevano confutare con facilità molti suoi argomenti. La difficoltà peggiore venne però dal locale commissario di polizia. Quest’uomo minacciava di continuo il fratello Van Staden, dicendo che l’avrebbe fatto mandare via dall’isola. Il fratello Van Staden dice: “Mi portava regolarmente nell’aula della corte una volta al mese, solo lui e io, e poi mi interrogava e mi avvertiva che dovevo smettere di compiere quest’opera”.

Tuttavia, questa opposizione non scoraggiò in nessun modo il fratello Van Staden o i proclamatori locali. Le eccellenti esperienze che i fratelli avevano più che compensavano tutta l’opposizione e ogni difficoltà che incontravano a causa del tempo e del terreno scabroso. Per esempio, una mattina mentre il fratello Van Staden e il fratello George Scipio si avvicinavano a una porta udirono un uomo che leggeva la Bibbia. Potevano udire che leggeva il capitolo 2 di Isaia; così, quando giunse al versetto 4, essi bussarono. L’amichevole signore anziano li invitò a entrare ed essi ripresero il “filo” da Isaia 2:4 e cominciarono a predicargli la buona notizia del Regno. Immediatamente disposero di tenere uno studio. Esso fu tenuto in maniera regolare e alla fine quest’uomo anziano dedicò la propria vita a Geova.

Nei tredici mesi che il fratello Van Staden trascorse nell’isola fu molto occupato, specialmente quando giunse al punto di tenere diciotto studi biblici la settimana. Egli lasciò S. Elena nel giugno del 1952 e tornò in Sud Africa per riprendere l’opera di circoscrizione nella provincia orientale del Capo. Aveva fatto un buon lavoro. Nei tredici mesi che era stato in S. Elena le due piccole congregazioni che si eran formate raggiunsero il massimo di quarantuno proclamatori.

AUMENTO TEOCRATICO IN SUD AFRICA

Ora torniamo all’Unione Sudafricana per avere qualche idea delle condizioni e dei problemi che i fratelli incontravano in Sud Africa un quarto di secolo fa. La Funk & Wagnalls Standard Reference Encyclopedia, Volume 24, al titolo “Unione Sudafricana” menziona la Legge sulle Zone dei Raggruppamenti del giugno 1950 che “stabilisce la separazione dei quattro principali gruppi razziali, ibid. gli Europei (bianchi), gli Africani (negri), gli abitanti di colore (in parte bianchi) e gli Asiatici (compresi gli Indiani), in zone specifiche, da cui sarebbero esclusi gli altri gruppi”. Alcuni si attendevano che questo potesse creare ai fratelli problemi in quanto all’opera di predicazione. Comunque, per i fratelli e le sorelle risultò più semplice lavorare presso il proprio popolo nella propria lingua. È vero che la legge non cerca d’impedire a una persona di un gruppo razziale di parlare a una persona di un altro gruppo su argomenti religiosi. Ma quando si tratta di amorevole associazione cristiana, come la Bibbia incoraggia, i fratelli provano gioia associandosi insieme specialmente entro ciascun gruppo razziale, e nello stesso tempo ubbidiscono ai princìpi del capitolo 13 di Romani. La buona notizia viene predicata, persone di tutti i gruppi razziali imparano la verità e godono la necessaria associazione cristiana.

Per alcuni anni i testimoni di Geova avevano chiamato “Sale del Regno” i loro luoghi di adunanza presi in affitto. Ma nel 1948 un pioniere fu assegnato a lavorare a Strand, vicino a Città del Capo, ed ebbe il privilegio di organizzare la costruzione della prima Sala del Regno in Sud Africa. Questo avvenne nel 1949 e nel 1950. Una proclamatrice locale, la sorella Van der Bijl di Gordon’s Bay, contribuì grandemente finanziando questo progetto. I fratelli della Betel vennero dalla filiale di Città del Capo non molto lontana e aiutarono a svolgere il programma di dedicazione. Il sorvegliante di filiale, il fratello G. R. Phillips, disse che se avesse potuto ‘avrebbe messo la nuova sala su ruote e l’avrebbe portata in giro nel paese non per mettere in mostra l’edificio, ma per incoraggiare i fratelli a costruire più Sale del Regno’. Da allora in poi molte Sale del Regno sono state costruite da congregazioni europee e di colore in tutto il paese.

In questi anni si diede sempre più aiuto ai fratelli e alle sorelle africani. Il 1° gennaio 1949 fu per i fratelli zulù un grande giorno. Fu la data del primo numero de La Torre di Guardia in zulù. In quel tempo la rivista si stampava con una piccola macchina duplicatrice che funzionava a mano nella filiale della Società a Città del Capo. Non era la bella e attraente rivista che è oggi la INqabayokulinda (La Torre di Guardia in zulù); ma ugualmente, provvide per i fratelli e le sorelle zulù cibo a suo tempo.

Fu pure in questo periodo che si dispose per la prima volta di avere treni speciali per portare i fratelli alle assemblee. Nel 1949, per esempio, il treno speciale per i testimoni di Geova “JW Special” poteva portare 750 persone da Johannesburg all’assemblea di Pretoria, ma sul treno ve se ne accalcarono 1.000. Questi erano Africani di circa una dozzina di diverse tribù, eppure non ci fu nessun incidente a causa di disordine. Il viaggio dovette essere una vera e propria testimonianza per il personale delle ferrovie. Come potevano gli Africani di queste diverse tribù andare così bene d’accordo? Senza il potere della verità, che aveva rinnovato il modo di pensare di queste persone, ci sarebbero stati per certo incidenti di lotte tribali, cosa molto comune tra gli Africani. Ciascuna tribù si considera superiore e spesso ci sono ‘lotte di fazioni’.

L’organizzazione fu ulteriormente rafforzata nel 1949, quando fu presentato l’opuscolo Consigli sull’organizzazione teocratica. Per continuare a dare impulso all’opera c’erano ora nel paese undici diplomati di Galaad, e quasi il 10 per cento dei proclamatori partecipavano all’opera di predicazione continua.

Alla celebrazione della Commemorazione ci furono quell’anno 6.766 presenti e 265 parteciparono agli emblemi. Ma era stato preparato il terreno e l’opera era stata predisposta per cose assai più grandi. La piccola stamperia di Città del Capo produsse quell’anno più di 6.400.000 pezzi di materiale stampato. Questo fu per loro un nuovo massimo di attività di stampa e incluse quasi 135.000 riviste e 625.000 copie di vari opuscoli in 8 lingue.

Nel 1949 e nel 1950 si diede inizio alle classi per insegnare a leggere e a scrivere. Le lezioni si tenevano tre o quattro giorni la settimana. I corsi si tenevano in zulù, sesotho, xhosa, tswana, sepedi e inglese. Prima che gli alunni potessero leggere, ci volevano circa trenta lezioni.

La poligamia, usanza molto estesa fra le tribù native, è stata per molti fratelli dell’Africa un vero problema. Quando il fratello Knorr fece la visita del 1948, la poligamia fu uno dei punti principali che vennero discussi con i fratelli africani. In principio fra i nuovi c’era la tendenza che l’uomo teneva la moglie che amava di più, di solito la più giovane, ma in seguito la Società indicò che era scritturalmente appropriato tenere la donna con la quale si era sposato per prima e mandare via tutte le altre.

Nel 1950 quarantuno Sudafricani poterono assistere al congresso internazionale di New York, e nove furono invitati a rimanere per frequentare la sedicesima classe della Scuola Biblica Torre di Guardia di Galaad. Quelli che non poterono assistere a questa assemblea internazionale ebbero ciò nondimeno lo stesso banchetto spirituale nella loro Assemblea Nazionale “Incremento della Teocrazia” di cinque giorni, che si tenne nel Reef nell’ottobre dello stesso anno. Vi assisterono oltre 6.000 proclamatori di ogni parte dell’Unione, dei Protettorati e dell’Africa del Sud-Ovest. Una tangibile evidenza dell’incremento della Teocrazia furono gli 855 candidati che si presentarono per il battesimo in acqua. Al discorso pubblico ci furono 10.185 presenti. Una delle nuove pubblicazioni che fece realmente rallegrare i fratelli fu la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane in inglese.

Un’altra prova dell’incremento della Teocrazia fu il fatto che durante l’anno di servizio del 1951 più di 2.000 persone simboleggiarono la loro dedicazione con l’immersione in acqua. Si formarono nuove congregazioni e si organizzò un secondo distretto per aver cura delle 43 circoscrizioni che allora operavano con un massimo di 9.586 proclamatori.

TRASFERITA LA SEDE FILIALE

Una delle grandi pietre miliari nella storia dell’opera compiuta nell’Africa meridionale fu il trasferimento della sede della Società da Città del Capo a Elandsfontein nel Transvaal all’inizio del 1952. Dal 1917 l’opera era stata diretta da Città del Capo, il punto più meridionale del territorio. Ora si sentì la necessità di trasferire la filiale al Reef per diverse ragioni. Nel Reef era la massima concentrazione della popolazione del Sud Africa, e, come risultato, la maggioranza dei fratelli si trovava entro un raggio di 160 chilometri da Johannesburg. Dato che la filiale del Sud Africa stampava per altre filiali dell’Africa meridionale, il Reef sarebbe stato un luogo più centrale da cui compiere tali attività e ne sarebbe risultato un grande risparmio nelle spedizioni per ferrovia in questi paesi.

Quando nel 1948 i fratelli Knorr e Henschel visitarono il paese, si decise di acquistare due posti in un nuovo quartiere industriale di Germiston, Activia Park, vicino alla stazione e all’ufficio postale di Elandsfontein. Benché in quel tempo questa zona non fosse sviluppata, tale decisione risultò in seguito molto saggia. Il nuovo posto era a soli otto chilometri dal centro di Germiston, il più grande nodo ferroviario del paese, a soli sedici chilometri da Johannesburg, la massima città dell’Unione Sudafricana, e a soli otto chilometri dall’Aeroporto Internazionale Jan Smuts. Comunque, certe difficoltà tecniche che incontrò l’impresa municipale da cui si acquistò il terreno fecero ritardare il programma di costruzione e il trasferimento fu effettuato da ultimo solo verso la fine del marzo 1952.

Per capire quale grande cambiamento questo fosse per la famiglia Betel, è necessario considerare com’erano le condizioni prima del cambiamento. I fratelli che lavoravano nell’ufficio e nello stabilimento di Città del Capo non abitavano insieme come una famiglia Betel. Infatti, l’espressione “Betel” era usata di rado riguardo alla filiale di Città del Capo; di solito vi si faceva riferimento come all’“ufficio”. Il fratello e la sorella Phillips abitavano in un piccolo appartamento, mentre gli altri membri della famiglia erano alloggiati presso vari proclamatori in tutta la penisola del Capo. Alcuni fratelli dovevano fare ogni giorno sedici chilometri di viaggio in treno per andare a lavorare e tornare, mentre altri viaggiavano in autobus o camminavano. Ciascuno faceva colazione dove alloggiava. Se la sua abitazione era abbastanza vicina poteva correre a casa per un pasto di mezzogiorno. A quelli che non potevano andare a casa si davano uno scellino e sei penny in più al giorno per prendere qualche cosa in un caffè. Per il pasto serale andavano tutti a casa. Essi non ebbero mai uno studio della famiglia Betel della rivista Torre di Guardia.

Ogni mattina la famiglia si riuniva alle 7,45 nello spogliatoio del piccolo stabilimento. Dopo la considerazione della scrittura del giorno e la preghiera, cominciavano il lavoro alle ore 8. Per arrivare in tempo a questa considerazione, alcuni fratelli si dovevano alzare prima delle sei e cominciare il viaggio subito dopo.

La nuova costruzione della filiale di Elandsfontein fu uno dei primi edifici del quartiere comunale di Activia Park. Era un edificio di due piani con 1.960 metri quadrati di superficie disponibile. Al pianterreno erano un ufficio, lo stabilimento, il reparto spedizioni, la lavanderia e il locale della caldaia. La famiglia abitava in ventidue comode stanze. In più, c’erano una cucina, una sala da pranzo e al piano superiore una biblioteca per la convenienza della famiglia.

Nello stabilimento nuovo furono installati molti altri macchinari tipografici. Una grossa e nuova macchina da stampa piana G.M.A. giunse dalla Svezia, e questa poteva prendere un foglio di carta quattro volte più grande che quella usata in precedenza a Città del Capo. Furono installate un’altra macchina linotipica, una grossa taglierina e una macchina cucitrice. Ora fu possibile stampare La Torre di Guardia nelle lingue africane. La Torre di Guardia zulù, ricorderai, era precedentemente preparata con una macchina duplicatrice. Quando entrarono in funzione la nuova macchina da stampa e le nuove attrezzature, La Torre di Guardia fu stampata in otto lingue e Svegliatevi! in tre, oltre a dodici numeri del Ministero del Regno in otto lingue.

LAVORO IN TERRITORIO ISOLATO

Il 1952 fu un anno in cui l’organizzazione fu consolidata e i fratelli furono rafforzati. La filiale organizzò anche una campagna in territorio non assegnato. I fratelli e le sorelle trascorsero migliaia di ore visitando le persone in circa 400 villaggi e cittadine dove non faceva lavoro regolare nessuna congregazione di Testimoni. Come conseguenza, si inviarono alla sede filiale più di 10.000 nomi di persone interessate e ciascuna ricevette poi dalla Società una lettera speciale ed esemplari delle riviste.

Una congregazione di circa venti Africani incontrò difficoltà a ottenere alloggi quando giunsero in un territorio precedentemente non assegnato. Un agricoltore non fu disposto ad accoglierli se non mostravano un permesso della polizia. Il comando di polizia era lontano ed era tardi. Alcuni operai dell’agricoltore condussero quindi i Testimoni da un ministro della Prima Chiesa di Cristo che abitava vicino al podere. Egli si rifiutò di assisterli e fu estremamente scortese. Uno del gregge mostrò simpatia, condannò l’attitudine del ministro e accompagnò i Testimoni in una vicina casa vuota. Vi si erano appena sistemati quando arrivò la polizia. Il poliziotto europeo mostrò molta considerazione e perfino diede loro incoraggiamento dopo che gli fu mostrata la cartolina di assegnazione di territorio. A chiamare la polizia era stato l’ecclesiastico. Tuttavia, la mattina dopo l’ecclesiastico mostrò un completo cambiamento di attitudine, si scusò per la condotta tenuta la notte precedente e offrì la sua chiesa per l’adunanza pubblica. Egli invitò il suo “gregge” all’adunanza. Il risultato furono 80 presenti (60 erano estranei). Tutti rimasero poi per lo studio della rivista Torre di Guardia. E l’ecclesiastico fu quel giorno fra quelli che ottennero letteratura. A ciascuna delle due visite successive, il ministro offrì la sua chiesa per il discorso pubblico. Non solo assisté al discorso ma stette anche allo studio che si tenne poi sulla rivista Torre di Guardia. Come risultato dell’opera che vi fu compiuta, invece di un solo proclamatore attivo alla fine nella zona ce n’erano sette.

UNA VISITA UTILE

In Sud Africa per la prima volta nella storia dell’opera il totale dei proclamatori superò nel 1952 la cifra di 10.000. Quell’anno fu per certo memorabile riguardo allo sviluppo dell’opera del Regno in Sud Africa. Per coronare il successo dell’anno, i fratelli Knorr e Henschel visitarono il paese in novembre. Il fratello Knorr fu molto felice di vedere l’ottima costruzione in mattoni e stucco della filiale di due piani in un appezzamento di terreno ben situato. Quale differenza trovò questa volta dal piccolo ufficio di Città del Capo senza alloggi! Egli provò gioia visitando l’edificio e radunandosi con tutti i membri della famiglia.

Alcuni giorni dopo il fratello Knorr, insieme al fratello Phillips, fece una visita a Durban, bella città moderna sulla spiaggia dell’oceano Indiano. Egli dovette fare i suoi discorsi in tre luoghi diversi, secondo i regolamenti locali sulla segregazione. All’adunanza delle persone di colore fu felice di vedere quindici Indiani presenti e dopo l’adunanza colse l’opportunità per parlare ad alcuni di loro. A Durban c’è una grande popolazione indiana e il messaggio del Regno stava appena cominciando a pervenire loro.

L’adunanza africana di Durban si tenne a Lamontville, nuova divisione amministrativa della parte meridionale della città. A quell’adunanza il coro dei fratelli zulù fece profonda impressione al fratello Knorr. Quell’adunanza si tenne il pomeriggio della domenica, e la sera si tenne un’adunanza per i fratelli europei, con 435 presenti in una sala al centro della città.

Subito dopo il ritorno a Johannesburg, il fratello Knorr fece una visita all’ufficio dell’alto commissario britannico per il Basutoland, la Beciuania e lo Swaziland. Questa fu in relazione con il divieto d’importare la letteratura della Società in quei tre protettorati dall’anno 1941. Poiché al tempo della visita del fratello Knorr c’erano più di 400 Testimoni che diffondevano la buona notizia in quei territori, la Società faceva ripetuti tentativi per far abolire la proscrizione. Il fratello Knorr poté parlare con il segretario principale del commissario, rispondere a tutte le sue domande e presentare un quadro chiaro dell’eccellente opera educativa compiuta dai testimoni di Geova. Comunque, la proscrizione continuò poi per diversi anni.

Intanto era arrivato il fratello Henschel e nella sala comunale di Germiston si tenne un’incoraggiante adunanza, predisposta dalla congregazione europea di Germiston. Vennero molti fratelli del Reef, così che in totale ci furono 725 presenti.

L’8 dicembre, il fratello Knorr e il fratello Phillips andarono in aereo a Windhoek, capitale dell’Africa del Sud-Ovest. I tre missionari di lì furono molto felici di vederli e di tenere in quel paese la loro primissima assemblea. Alle sessioni regolari ci furono circa dieci persone e all’adunanza pubblica un massimo di 25.

Tornati alla filiale di Elandsfontein, i fratelli Knorr e Henschel prestarono attenzione a molte cose relative all’organizzazione dell’opera e ai problemi che si dovevano esaminare. Il presidente della Società poté aiutare la filiale in ciò che avrebbe influito sull’opera per anni avvenire. Si riunì anche con i servitori viaggianti del campo e diede loro molti consigli e incoraggiamento.

Un’assemblea si tenne dall’11 al 14 dicembre, e fu il culmine della visita dei fratelli Knorr e Henschel. A Johannesburg, eravamo riusciti a ottenere il permesso per avere tutt’e tre i gruppi etnici nello stesso stadio, pur sedendo in diverse sezioni. Affinché tutti i fratelli africani potessero assistere da ogni parte del Sud Africa e dei protettorati, era stata necessaria un’enorme quantità di lavoro ed erano stati ottenuti lasciapassare e permessi individuali per quelli che avevano più di sedici anni. A causa della difficoltà della lingua, furono fatti tre discorsi di benvenuto, prima in inglese, poi in afrikaans e infine in zulù. I fratelli europei si rallegrarono ascoltando quel discorso nella lingua zulù, con i suoi avvincenti suoni avulsivi, e alla fine applaudirono di cuore come i fratelli zulù!

Uno dei punti che il fratello Knorr mise in risalto quando parlò ai fratelli africani fu che avevano bisogno di imparare a leggere e a scrivere così avrebbero potuto avere migliore conoscenza della verità ed essere più efficienti predicatori nel campo. Nei quattro giorni dell’assemblea cadde per sfortuna una grande quantità di pioggia. Infatti, a un certo momento, il tempo fu così cattivo che si dovette abbandonare lo stesso podio. Ciò nonostante, l’assemblea fu un grande successo e furono battezzate 339 persone di tutte le razze. Il sabato sera i presenti salirono a 5.441 e al discorso pubblico ce ne furono 7.267. I fratelli sudafricani andarono a casa tutti felici e grati degli eccellenti consigli ricevuti e decisi ad andare avanti in Sud Africa nell’opera del Regno.

Verso la fine del 1952, la media dei proclamatori di tutti i paesi che erano stati o erano ancora sotto la filiale sudafricana giunse al totale di 50.087. Quale stupendo aumento nei ventuno anni a cominciare dal 1931, quando c’era quella “minuscola schiera” di 100 proclamatori!

ASSEMBLEE DELLA SOCIETÀ DEL NUOVO MONDO

Dopo l’Assemblea della Società del Nuovo Mondo tenuta nel 1953 nello Yankee Stadium, si dispose di tenere per il Sud Africa nove assemblee, un’assemblea nazionale europea e otto assemblee di distretto africane e di colore. A queste assemblee, i fratelli ebbero lo stesso programma, poiché i discorsi chiave fatti a New York furono tenuti anche in Sud Africa. Per la prima volta si introdussero qui i distintivi, e da allora in poi questa è stata una caratteristica regolare di tutte le assemblee di distretto e nazionali dei testimoni di Geova in Sud Africa. Questi distintivi rendono più facile conoscersi e promuovono tra i fratelli un’atmosfera felice e amichevole. A tutte quelle nove assemblee si ebbe un buon numero di presenti, con una somma totale di 11.000 al discorso pubblico “Dopo Armaghedon, il nuovo mondo di Dio”, e 634 furono immersi.

IL NUOVO FILM È ILLUMINANTE

Quando nel 1955 si cominciò a proiettare il film di 16 mm a lungo metraggio della Società intitolato “La Società del Nuovo Mondo all’opera”, i fratelli cominciarono a capire quale enorme quantità di lavoro occorreva per produrre le pubblicazioni che usavano. Il film conduceva lo spettatore in una visita alla casa Betel di Brooklyn, allo stabilimento della Società e alla Scuola di Galaad. Questo film fece profonda impressione ai fratelli e ne accrebbe grandemente la stima per l’organizzazione. Fece loro capire che anche nella Betel di Elandsfontein i fratelli lavoravano strenuamente per provvedere letteratura in diverse lingue, specie mentre se ne aggiungevano delle nuove, come la rivista Torre di Guardia in xhosa, nell’agosto del 1955.

Il film contribuì molto anche a vincere il pregiudizio contro i testimoni di Geova. In alcune zone africane, dove di solito ai sorveglianti di distretto europei era difficile entrare, fu prontamente dato il permesso di proiettare il film. I sorveglianti di distretto portavano con sé generatori elettrici e questo consentiva loro di proiettare il film in molte zone isolate dove non c’era l’elettricità. Per molti Africani questa era la prima produzione cinematografica che avessero mai vista, e alcuni suoi aspetti li stupirono. Per esempio, a un piccolo ragazzino africano fece molta impressione la scena di un treno che avanzava a tutto vapore in una certa direzione. Egli ci pensò sopra e il giorno dopo chiese all’agricoltore sul terreno del quale abitava quando questo treno sarebbe tornato!

A una piccola assemblea di circoscrizione di fratelli di colore, 200 persone gremirono la sala. Era una calda sera d’estate e il film doveva essere proiettato nell’ampio cortile scoperto dietro la sala. Siccome c’era ancora troppa luce per cominciare la proiezione del film, i fratelli si misero a cantare cantici del Regno. Presto il pubblico fu attratto dal bel coro e in poco tempo si radunarono nel cortile 650 persone. Essi apprezzarono moltissimo il film.

UN VISITATORE TORNA DA BROOKLYN

Nell’ottobre del 1955 Milton G. Henschel rivisitò il Sud Africa. Prima sembrò che non potesse assistere alla nostra assemblea, poiché il dipartimento dell’interno, dopo avergli concesso il visto, in seguito lo annullò. Proprio il giorno prima del suo arrivo, il visto necessario fu concesso di nuovo, ma con la riserva che non sarebbe stato permesso nessun discorso pubblico. In gran fretta, parecchi fratelli ebbero alla Betel l’incarico di preparare discorsi e sostituire il fratello Henschel, se necessario. Comunque, quando arrivò, il fratello Henschel ebbe un colloquio con il segretario dell’interno, ebbe “via libera” e tutto proseguì com’era stato originariamente prestabilito. Questa decisione recò grande gioia a tutti i fratelli e quei fratelli della Betel che avevano preparato in fretta i discorsi per sostituire il fratello Henschel trassero un sospiro di sollievo.

Tutt’e tre i gruppi razziali ebbero di nuovo il privilegio di radunarsi nello Stadio Wembley, come nel 1952, ma ancora osservando la legge di sedere in gruppi segregati. Come si rallegrarono i fratelli di udire il discorso chiave del fratello Henschel, che assicurò loro d’essere condotti in processione trionfale dal loro Re, Gesù Cristo, odore soave a Geova, benché un fetore per il nemico! Al discorso pubblico “Vicina la conquista del mondo mediante il regno di Dio” furono presenti in tutto 10.754 persone e 407 simboleggiarono la loro dedicazione con l’immersione. L’assemblea raggiunse poi il culmine la domenica, giorno in cui furono presentate le nuove pubblicazioni, poiché erano arrivate a Johannesburg il sabato solo a tarda notte.

ASSEMBLEE “VOLONTÀ DIVINA”

Gli occhi di tutti i Testimoni del Sud Africa erano rivolti all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” dei Testimoni di Geova che si tenne dal 27 luglio al 3 agosto 1958 a New York. Quale rallegrante esperienza fu per 123 fratelli e sorelle del Sud Africa fare il viaggio aereo in comitiva fino a Londra e da lì proseguire poi per New York!

Dopo l’assemblea internazionale di New York, si tenne in Sud Africa una serie di tredici Assemblee di Distretto “Volontà Divina”, e in queste furono presentate nuove pubblicazioni per il campo sudafricano. Fra queste fu il libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato. Questo è stato per i fratelli un valido aiuto per condurre i loro studi biblici familiari e per aiutare i loro figli ad acquistare conoscenza della Bibbia.

Nell’ottobre del 1958 in Sud Africa i fratelli udirono che i loro fratelli africani del Malawi avevano subìto un disastro. Un incendio terrificante aveva bruciato completamente l’enorme struttura che avevano costruita per provvedere alloggio a un’assemblea e avevano perduto tutti i loro indumenti e averi. In pochi giorni i fratelli sudafricani raccolsero e inviarono amorevolmente 1.360 chili di indumenti ai loro fratelli del Malawi.

ALTRA VISITA SIGNIFICATIVA

L’anno seguente, nel 1959, il fratello Knorr fece al Sud Africa un’altra visita, e in coincidenza con la sua visita fu predisposta un’assemblea. Furono compiuti sforzi per avere un’assemblea nazionale con tutte le razze insieme, simile a quelle tenute nel 1952 e nel 1955. Tuttavia, le autorità governative si rifiutarono di dare il permesso e la filiale dovette disporre di tenere due assemblee in diverse parti di Johannesburg. Treni speciali portarono 1.600 fratelli dal Natal e dallo Zululand. Da tutta l’Unione e dai paesi circostanti i fratelli si riversarono in Johannesburg. Molto interesse fu suscitato dalla pubblicità preliminare, e centinaia di estranei assisterono all’adunanza pubblica “Una terra paradisiaca per mezzo del regno di Dio”, e ad altre sessioni. Nello Stadio Wembley 4.541 persone assisterono all’adunanza europea, mentre nella sala comunale Orlando si radunarono 12.648 Africani e, siccome la sala stessa era troppo piccola, diverse grandi tende provvidero altro riparo. Il numero totale di quelli che furono battezzati fu 546.

Quando nel 1952 da Città del Capo la Betel fu trasferita a Elandsfontein, nel campo sudafricano c’erano in media 8.580 proclamatori; nel 1959 il numero era aumentato a 14.451. La Betel era divenuta troppo piccola e la famiglia era cresciuta più di quanto la sede attuale consentisse. Prima dell’arrivo del fratello Knorr, il sorvegliante di filiale aveva mandato a Brooklyn i progetti per l’ampliamento della Betel e dello stabilimento ed essi erano stati approvati dal presidente della Società. Il lavoro di costruzione era cominciato durante la sua visita. Questo ampliamento era una linda, bella costruzione, più grande dell’edificio originale. Furono aggiunte ventidue stanze da letto, oltre a una Sala del Regno per la famiglia Betel. L’ampliamento dello stabilimento comprendeva un nuovo laboratorio meccanico, e altre nuove attrezzature, ma aveva anche molto spazio per il deposito. Tutto questo era veramente necessario, come mostrano le cifre della produzione. Il primo anno dopo l’entrata in funzione del nuovo stabilimento di Elandsfontein, furono stampati più di 740.000 opuscoli e riviste. Nel 1959 la cifra della produzione delle sole riviste fu di quasi due milioni.

Ma come faceva progresso l’opera in questo periodo negli altri paesi sotto la sovrintendenza della filiale sudafricana? Consideriamo l’opera compiuta nei tre protettorati britannici di Basutoland, Swaziland e Beciuania.

SUPERATI GLI OSTACOLI IN BASUTOLAND

Nell’accettare la verità, l’ostacolo a cui va incontro l’Africano medio è la difficoltà di allontanarsi dall’adorazione degli antenati e dalla stregoneria. Sebbene nel Basutoland molti asseriscano d’esser cristiani, il loro clero si unisce alle persone che fanno sacrifici per placare gli “spiriti” dei capi e degli antenati morti. Sia il clero che i laici ricorrono ai servizi degli stregoni.

Nel 1953 un ex preside di una scuola della missione della Chiesa Riformata Olandese, Joshua Thongoana, fu mandato in Basutoland (ora Lesotho) come sorvegliante di circoscrizione. Egli e sua moglie vi giunsero in un tempo in cui il Basutoland era ancora noto per gli assassinii rituali come parte della loro stregoneria, e circolava la voce che il bersaglio di tali assassinii fossero gli stranieri. Il fratello Thongoana e sua moglie confidavano vivamente in Geova, che mostrò d’essere per loro una vera protezione. Inoltre, ricevettero dai fratelli molta benignità e ospitalità.

Sui monti Maluti il fratello Thongoana dovette servirsi di un cavallo per viaggiare da un gruppo isolato all’altro. Il suo primo viaggio a cavallo, da Mokhotlong a Bobete, richiese un intero giorno. Arrivati alla loro destinazione, i fratelli che erano abituati ad andare a cavallo stavano bene, ma lui era esausto e tutto il suo corpo era indolenzito tanto che non si poteva mettere né a sedere né a giacere. Al ritorno dovettero attraversare il fiume Orange, che era in piena. I suoi compagni di viaggio gli dissero cosa attendersi; se la corrente era troppo forte per il cavallo, esso avrebbe cercato di liberarsi del suo cavaliere per poter attraversare il fiume a nuoto. Egli si atterrì, poiché non era un buon cavaliere. Il suo cavallo entrò nell’acqua e la sua preoccupazione crebbe, ma, fortunatamente, tutti i cavalli giunsero all’altra sponda sani e salvi.

Sui monti Maluti cade spesso la neve e dopo soffiano venti gelidi. Una mattina quando si svegliarono, videro che tutta la zona era coperta di neve e si era mutata in un meraviglioso paesaggio invernale. Mentre camminavano verso il territorio, i loro piedi affondavano nella neve; un’esperienza per loro del tutto nuova. Essi avevano disperatamente bisogno di fuoco per mantenersi caldi, ma non c’era né legna né carbone. Ciò nondimeno, si ebbe cura di loro. Quando pensavano che non avrebbero potuto resistere più a lungo, una persona interessata diede loro benevolmente tanto sterco di mucca essiccato quanto bastava per accendere un fuoco.

Negli anni cinquanta, il Basutoland continuò a fare ininterrottamente progresso. Nel 1953 questo paese ebbe in media 67 proclamatori, e nel 1959 questa cifra giunse a 111, aumento dell’81 per cento.

ABOLITA LA PROSCRIZIONE IN SWAZILAND

Una situazione simile a quella del Basutoland esisteva in Swaziland, dove i capi erano in genere favorevolmente disposti verso i Testimoni. Quantunque in Swaziland i fratelli continuassero a operare sotto la proscrizione, l’amichevole atteggiamento del capo supremo permetteva loro di distribuire la letteratura finché si mostravano cauti. I proclamatori scrivevano su ciascun libro che davano a una persona interessata il loro proprio nome come prova che non vendevano la letteratura ma semplicemente la prestavano alle persone interessate.

Nel 1958, Dennis McDonald, sorvegliante di distretto, visitò la sola sorella dedicata a Goedgegun (ora Nhlangano). Questa era la prima visita che ella avesse mai ricevuto da un rappresentante della Società. Ella impegnò per il discorso pubblico la locale aula della corte. Il fratello McDonald era un po’ preoccupato di dover fare un discorso pubblico in un’aula giudiziaria di un paese in cui la letteratura della Società era proscritta.

Il marito della sorella, che aveva qualche cosa a che fare con l’amministrazione locale, l’assicurò che avrebbe avuto “un uditorio speciale”. Quella domenica pomeriggio ci fu invero “un uditorio speciale”, compresi due ministri riformati olandesi, un ministro anglicano, il magistrato locale, il poliziotto locale, il sovrintendente del C.I.D. e alcune persone interessate. Il fratello McDonald comprese che questi uomini erano presenti per uno scopo. Il discorso pubblico smascherava il fallimento del comunismo in contrasto con la speranza del regno di Dio. L’intero discorso fu inciso e inviato a Mbabane, la capitale, perché vi fosse preso in esame. Qualche tempo dopo fu abolita la proscrizione sulle pubblicazioni della Società, e sembra molto probabile che questo discorso pubblico influisse in qualche modo sulla questione.

La proiezione del film della Società, “La Società del Nuovo Mondo all’opera”, pure contribuì a superare il pregiudizio. In un grande compound l’amministratore europeo desiderò vedere il film prima di concedere il permesso di proiettarlo. Si dispose di fare una proiezione privata, con sette presenti. All’amministratore fece molta impressione. Egli osservò: “Questo è diverso e molto interessante. Questa è un’organizzazione grandissima ed è anche molto ben organizzata”. Si convinse che i testimoni di Geova sostengono la pura adorazione e che non s’immischiano nella politica o negli affari mondani. Espresse ringraziamenti per aver avuto l’opportunità di vedere il film e disse al sorvegliante di distretto: “Questa sera lo può proiettare nella sala del compound e dirò ai ragazzi della polizia di assisterla”. Quella sera nella sala del compound ci furono 902 presenti.

In questo periodo, lo Swaziland ebbe una rapida crescita nel numero dei proclamatori della buona notizia. La media crebbe da 126 nel 1953 a 289 nel 1959, aumento del 129 per cento.

RICOMPENSATA LA PERSEVERANZA IN BECIUANIA

Nel 1956 Joshua Thongoana fu assegnato come sorvegliante di circoscrizione in Beciuania. Alcuni fratelli locali erano già stati fustigati dai capi per avere compiuto la predicazione. Il capo accusava i fratelli di portare nel paese un’altra religione, mentre il capo Khama vi aveva portato una sola religione, la Società Missionaria di Londra. Un pioniere fu sferzato per due volte e il suo bestiame fu confiscato perché aveva svolto attività di predicazione. Ma, vista la sua ferma determinazione, il capo gli fece restituire il suo bestiame.

Due settimane dopo il suo arrivo, il fratello Thongoana fu arrestato insieme ad altri due fratelli. Nella kgotla (corte) furono accusati di introdurre un’altra religione. Ai fratelli fu rifiutata l’opportunità di difendersi, e quelli che erano nella kgotla chiesero che si dichiarassero colpevoli. Dopo che erano state fatte contro di loro molte accuse dal capo e dalla sua kgotla, fu detto al fratello Thongoana di lasciare la Beciuania lo stesso giorno successivo, mentre ciascun fratello residente fu condannato a due mesi di prigione. Il fratello Thongoana andò effettivamente via dalla zona, ma invece di lasciare il paese, andò ancora di più nell’interno. In seguito, fu felice di udire che il capo aveva cambiato opinione e aveva sospeso le condanne dei fratelli locali.

Durante la successiva visita, il fratello Thongoana fu arrestato di nuovo. In questa kgotla fu manifestato grande interesse. Il ministro locale della Società Missionaria di Londra era presente e il capo gli chiese di aprire la kgotla con preghiera. Di nuovo il fratello Thongoana fu accusato di portare un’altra chiesa, mentre essi ne avevano già una. Questa kgotla permise al fratello Thongoana di difendersi, ed egli citò molte scritture per mostrare ciò che predicava e perché. Il ministro della Società Missionaria di Londra non usò nessuna scrittura; egli non aveva nemmeno una Bibbia. Alcuni consiglieri persuasero il capo ad assolvere i fratelli, e questa volta la kgotla finì con una vittoria teocratica.

Finché fu abolita nel 1959 la proscrizione della letteratura della Società, molti furono arrestati. Comunque, i fratelli si mantennero fermi per la verità. I cento proclamatori del 1953 crebbero nel 1959 fino a 166, davvero uno splendido aumento.

BENEFICI SPIRITUALI IN S. ELENA

Dopo la visita del fratello Van Staden, il solo contatto regolare che i fratelli di S. Elena ebbero con l’organizzazione visibile di Geova fu per mezzo della posta e delle pubblicazioni della Società. Perciò fu qualche cosa di rimarchevole che questi fratelli avessero la visita del sorvegliante di circoscrizione e di sua moglie per un mese intero nell’anno di servizio del 1955. Presso ciascuna delle due congregazioni dell’isola essi trascorsero dodici giorni e il mese di attività terminò con un’assemblea di circoscrizione. Al discorso pubblico furono presenti 105 persone e tre furono immersi.

Sui fratelli di S. Elena continuarono a riversarsi benefici spirituali. Nel 1956 il film “La Società del Nuovo Mondo all’opera” fu proiettato otto volte a un totale di 1.000 spettatori. Questo diede a tali fratelli isolati una chiara idea dell’organizzazione mondiale di Geova. Un uomo osservò: “Non mi vergogno di dirvi che sulle gote mi scendevano le lagrime e che altri ragazzi si commossero allo stesso modo”. Perché? “Abbiamo visto come i fratelli lavorano insieme con amore; se solo potessimo lavorare così”.

Nel 1958 il film “La felicità della Società del Nuovo Mondo” fu proiettato otto volte e vi fu un’affluenza totale di 1.095 persone. Tutti quelli che lo videro si sorpresero delle moltitudini di persone che assistevano alle assemblee in ogni parte del mondo.

Comunque, da quando si erano seminati nel 1933 i primi semi del Regno, nessun proclamatore di S. Elena era mai stato in grado di assistere a un’assemblea oltremare. Ora per la prima volta due fratelli fecero tutto il viaggio fino a New York per assistere all’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” del 1958. A causa dell’insufficienza dei mezzi di trasporto, essi furono costretti a partire in maggio e non poterono tornare fino a novembre. Ma quale soddisfazione provarono a New York e quale gioia recarono ai loro fratelli nel proprio paese con tutte le buone cose che avevano imparate e provate a quell’assemblea!

PROGRESSO IN MAURIZIO

Nel 1953 la congregazione di Vacoas faceva buon progresso e un’altra congregazione si stava già formando a Port Louis. Conforme alla legge, i missionari avevano notificato alla polizia le loro adunanze e il commissario di polizia aveva risposto che non c’era nessuna obiezione purché non ci fosse nessuna controversia religiosa che potesse turbare la pace. Tuttavia, la polizia non voleva correre rischi, e così i primi ad arrivare all’adunanza furono quattro agenti investigativi. Avvenne dunque che fra gli amici presenti era un agente investigativo in pensione e diversi parenti di un altro agente investigativo ancora. Quindi la prima adunanza fu quasi come una riunione di poliziotti! Gli agenti sembrarono abbastanza soddisfatti di notare che i testimoni di Geova sono gente tranquilla e osservante della legge.

In Maurizio nel 1955 il progresso continuò, e i proclamatori giunsero a un massimo di 30. In seguito quell’anno il fratello Milton Henschel fece una visita in Maurizio e vi fu stabilita una sede filiale della Società per badare agli interessi del Regno nelle tre isole dell’oceano Indiano meridionale di Madagascar, La Réunion e Maurizio.

FRUTTUOSI SFORZI IN MADAGASCAR

Dopo la visita che fecero al Madagascar nel 1933 i due pionieri Robert Nisbet e Bert McLuckie venuti dal Sud Africa, sembra che passassero ventidue anni nei quali non vi si fece nulla riguardo al campo. Nel 1955 Milton Henschel e Robert Nisbet visitarono l’isola per porre l’opera sotto la guida della sede filiale della Società stabilita in Maurizio. Presto vi furono mandati pionieri speciali dalla Francia. Essi lavorarono strenuamente ed ebbero molto successo, conducendo molti studi biblici. Non passò molto tempo che i proclamatori locali cominciarono a diffondere la buona notizia del Regno. Nel 1958 fu tradotto nella lingua malgascia il primo opuscolo. L’anno dopo, furono prese disposizioni per trasferire la sovrintendenza dell’opera alla sede filiale della Francia.

INIZIA L’ATTIVITÀ DEL REGNO IN ANGOLA

Il primo seme del Regno fu seminato in Angola nell’anno 1938. Questa zona di circa 1.246.000 chilometri quadrati si estende sulla costa occidentale dell’Africa tra l’Africa del Sud-Ovest a sud, lo Zaïre a nord e lo Zambia a est.

Da Città del Capo due pionieri vi fecero una visita nel 1938 e lavorarono fra la popolazione bianca. In tre mesi essi distribuirono 8.158 Bibbie, libri e opuscoli e suscitarono qualche interesse. In ogni modo, l’anno dopo scoppiò la seconda guerra mondiale e fu molto difficile mantenere il contatto con le persone interessate.

Dodici anni dopo, nel 1950, un pioniere africano fu deportato dal Mozambico. Non gli era stato fatto nessun processo, ma fu mandato nella piccola isola portoghese di São Tomé sull’equatore al largo della costa occidentale dell’Africa. Questa era inclusa nel campo dell’Angola. Entro sei mesi c’erano su quest’isola tredici altri che partecipavano con lui all’opera di testimonianza.

Due anni dopo questo piccolo gruppo di São Tomé era cresciuto fino a 21 proclamatori. São Tomé e la vicina isola di Principe hanno una superficie di soli 976 chilometri quadrati con una popolazione totale di 64.000 abitanti. In realtà è una colonia penale per gli Africani portoghesi che devono lavorare come schiavi nelle piantagioni di caucciù, banani e caffè. Il piccolo gruppo dei proclamatori del Regno vi doveva dunque operare in condizioni difficili, senza nessuno che li visitasse o li incoraggiasse. Finora, non esisteva in Angola nessun proclamatore o organizzazione per l’opera del Regno.

Nel 1954 alla filiale del Sud Africa furono ricevute ciò nondimeno lettere inviate da un piccolo gruppo di Africani di Baía dos Tigres, stabilimento penale annesso a un posto di pesca nell’estremo meridione dell’Angola. Il mittente João Mancoca in una delle sue lettere disse: “In Angola il gruppo dei testimoni di Geova è composto di 1.000 membri. Questi hanno come loro capo Simão Gonçalves Toco”. Dietro questa sensazionale dichiarazione è una storia molto interessante.

Nel 1943 questo Simão Toco era capo di un coro collegato con una missione battista di Léopoldville, Congo Belga (Kinshasa, ora chiamato Zaïre). Era un capace e abile maestro di coro e il suo gruppo crebbe fino a molte centinaia di componenti. Venne in possesso di due opuscoli della Società Torre di Guardia e li lesse con interesse. Toco scrisse a Brooklyn per avere altre pubblicazioni della Società. Gradualmente, introdusse alcuni insegnamenti del Regno nei canti o inni (che egli stesso componeva) e nelle conversazioni che faceva con i più intimi associati del suo coro. Tuttavia, nei gruppi di studio di Toco si infiltrarono i seguaci di Simon Kimbangu, che praticavano lo spiritismo. Nel 1949 essi sentirono lo stimolo di uscire e di parlare ad altri, e molti di loro andarono a predicare nella città di Léopoldville. Ma, non passò molto tempo che Toco e un notevole gruppo di suoi seguaci furono arrestati e messi in prigione. Mentre era in prigione, Toco smise di usare le pubblicazioni della Società e anche la Bibbia, e siccome dipendevano maggiormente dai messaggi dei medium spiritici la verità fu eclissata dallo spiritismo di Kimbangu. La maggioranza del gruppo proveniva dall’Angola. Così, dopo alcuni mesi di carcere, quelli che si rifiutarono fermamente di rinunciare ad andare dietro a Toco furono rimandati a Luanda. Ce n’erano circa 1.000.

Fra quelli che furono deportati in Angola era João Mancoca, un Africano intelligente e di mente spirituale. Il giorno del suo processo fu accusato di appartenere al “Movimento Torre di Guardia” collegato al Kimbanguismo, una setta africana proibita. Il giudice cercò di liberarlo, purché rinunciasse alla sua fede. Benché Mancoca non accettasse alcune interpretazioni di Toco, specialmente la sua pratica dello spiritismo, si rese conto che in ciò che aveva avuto tramite Toco c’era della verità e sapeva che se avesse abbandonato ciò che aveva accettato l’avrebbe perduta. Così preferì la prigione alla rinuncia di quel po’ di verità che aveva. Le autorità portoghesi erano indecise sulla vera origine del gruppo e su ciò che dovevano fare con loro. Sospettavano che fossero potenziali elementi sovversivi; eppure i membri sembravano molto innocui e sinceri. Infine, furono dispersi in gruppi inviati in molte parti dell’Angola. Toco e molti del suo gruppo furono mandati a lavorare in una piantagione di caffè nel settentrione dell’Angola. Mancoca era a Luanda con un altro gruppo.

A Luanda, Mancoca cercò di persuaderli a usare la Bibbia e a smettere di praticare lo spiritismo. Insieme a Sala Ramos Filemon e a Carlos Agostinho Cadi, Mancoca operò per far prevalere la verità della Bibbia. Un Africano, che aveva ottenuto i nostri libri “Il Regno è vicino” e “La verità vi farà liberi” in francese come libri di scuola per suo figlio, riscontrò che non erano adatti a questo scopo e li diede a Mancoca. Questo rallegrò lui e i suoi pochi compagni che realmente apprezzavano la verità. Quindi Toco fu mandato nel meridione e nel suo percorso passò per Luanda. In quel tempo egli era un convinto spiritista e proibiva ai suoi seguaci l’uso della Bibbia. Ovviamente, i suoi seguaci “kimbangu” avevano esercitato su di lui una forte influenza e l’avevano allontanato dalla Parola di Dio. Ma, Mancoca e il suo gruppo ne furono sgomentati e per tre mesi pregarono intensamente Geova perché aprisse loro la via per mettersi in contatto con la Società Torre di Guardia.

Alcuni seguaci di Toco non gradirono le verità che Mancoca insegnava. Perciò, denunciarono questo piccolo gruppo alle autorità portoghesi e li accusarono falsamente di essere autori di una delle false dottrine di Toco. Come risultato, Mancoca e i suoi amici furono messi in prigione per ventuno giorni in una cella oscura. Una delle guardie diede loro “di contrabbando” una macchina da scrivere e alcune candele. Così, a lume di candela fecero in segreto copie manoscritte degli opuscoli della Società. Essi furono deportati nella colonia penale di Baía dos Tigres, con una condanna a quattro anni che fu estesa a sei anni, tutto con un’accusa falsa!

A Baía dos Tigres, Mancoca e i suoi associati trovarono alcuni tocoisti, che essi incoraggiarono a studiare la Bibbia, ma senza successo. Quindi, si separarono da questo gruppo. Mancoca decise poi di tradurre alcuni capitoli di “La verità vi farà liberi” (che egli aveva in francese) in kikongo, loro propria lingua. A questo punto uno dei tocoisti scrisse una lettera alla filiale della Società a Salisbury e ricevette la risposta in spagnolo, che non poté leggere. Portò dunque la lettera a Mancoca. Ciò diede a Mancoca l’indirizzo della Società, e Mancoca e i suoi compagni scrissero quindi in francese alla filiale della Rhodesia, lettera che fu trasmessa alla filiale del Sud Africa. In questo modo tale gruppo di Baía dos Tigres fu in corrispondenza con la filiale per tre mesi e ricevette anche della letteratura.

Quando la notizia di questo strano gruppo giunse a Brooklyn, lì i fratelli disposero subito che un missionario inglese, John R. Cooke, il quale aveva trascorso diversi anni in Portogallo e parlava abbastanza correntemente il portoghese, andasse in Angola. Il fratello Cooke arrivò in Angola il 21 gennaio 1955. La sua prima conversazione la fece a Luanda con un avvocato, che consigliò a John di stare molto attento, poiché gli elementi del gruppo di Toco erano considerati “Mau Mau” (terroristi) o sostenuti dai comunisti.

Per il fratello Cooke fu strano camminare nelle vie di cittadine come Luanda e Benguela, vedere i membri di questo gruppo con i loro distintivi a forma di stella e chiedersi se questi erano probabili fratelli o solo comunisti travestiti! A Lobito e a Benguela parlò privatamente con alcuni di loro, ma oltre a scoprire che avevano la Bibbia, conoscevano il nome Geova e tenevano frequentemente adunanze, non poté fare altro. A Luanda ce n’era un gruppo numeroso. Egli parlò loro e fece conversazioni con il loro comitato. Ma questi uomini erano seguaci di Toco e non realmente interessati alla Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Un’eccezione fu un giovane chiamato Antonio Bizi, che apprezzò grandemente le visite del fratello Cooke e aiutò altri ad abbonarsi alle riviste della Società.

Dopo che il fratello Cooke ebbe fatto rapporto delle sue prime impressioni alla filiale sudafricana di Elandsfontein, ricevette istruzione di cercar di mettersi in contatto con Mancoca e con i suoi amici a Baía dos Tigres. Ma Baía dos Tigres è un piccolo posto di pesca su una sabbiosa costa desertica nell’estremo meridione dell’Angola. Essa ha pochissimo contatto con il mondo esterno ed è sotto stretta sorveglianza governativa, essendo, infatti, una colonia penale. John Cooke ricorda che esaminò a lungo il problema. Presentò la cosa a Geova in preghiera. Infine, scrisse una lettera al governatore generale a Luanda spiegando la sua missione e chiedendo un colloquio. Dopo tre ansiose settimane, fu invitato a presentarsi al senhor Santana Godinho, che nell’amministrazione era l’assistente principale del governatore. Durante la lunga conversazione questo signore fece al fratello Cooke molte domande sull’opera e sulle credenze dei testimoni di Geova. Infine, egli acconsentì che il fratello Cooke facesse il viaggio a Baía dos Tigres. Quindi lo sorprese dicendo: “Infatti, le daremo un biglietto gratuito di andata e ritorno in aereo!” Questo era un viaggio di oltre 1.900 chilometri!

Alcuni giorni dopo, un piccolo aereo a sei posti descrisse un cerchio sopra la piccola colonia di Baía dos Tigres inaridita dal sole e quindi atterrò su una pista di cemento costruita sulla sabbia. John Cooke scese con alcuni altri passeggeri. Dopo alcune difficoltà, il fratello Cooke ebbe la sua prima adunanza con il piccolo gruppo. Questo fu il grande giorno di Mancoca. Lo aveva invocato e atteso per anni, essere infine in contatto personale con la Società che insegnava la verità! Si vestì il meglio che poté e lesse un lungo scritto di benvenuto al rappresentante della Società. Come si compiacque il fratello Cooke di trovare persone simili a pecore così ansiose di acquistare conoscenza del Regno! Trascorse ogni sera con questi Africani umili e sinceri, parlando della Parola di Dio e dicendo loro come si faceva l’opera. Essi gli mostrarono un grosso quaderno. Consisteva degli opuscoli Il Regno, la speranza del mondo e Gli ultimi giorni, tradotti nella loro lingua kikongo. Fatto anni prima e scritto a mano, questo volume era stato usato per molto tempo come uno dei loro principali libri di testo. Il fratello Cooke si sorprese riscontrando che avevano già afferrato abbastanza bene la verità dopo aver letto le pubblicazioni ricevute da Elandsfontein.

Intanto il fratello Cooke alloggiava nella locale torre del faro con il guardiano. Questi mostrò interesse e si abbonò a entrambe le riviste e ordinò una Bibbia. Quindi disse: “Signor Cooke, lei trascorre tutto il tempo con gli Africani. Che dire di noi bianchi? Perché non dispone di tenere un’adunanza per noi?” Questo fu fatto, e la domenica quando in una delle fabbriche di pesce conservato in cui era un forte odore di pesce si tenne un discorso pubblico ci fu un uditorio di 80 persone: 10 bianchi e 70 negri. Questa fu la prima adunanza pubblica in Angola! Il giorno dopo il fratello Cooke partì sull’aereo che faceva il volo settimanale portando con sé impressioni molto calorose del piccolo gruppo e una lettera indirizzata ai gruppi di Toco la quale spiegava chi egli era e li incoraggiava ad accettarlo come rappresentante della Società. Con ciò sperava di essere meglio ascoltato dai vari gruppi.

Il fratello Mancoca ricorda questa visita del fratello Cooke, dicendo: “Non ebbi più dubbio che questa era la vera organizzazione sostenuta da Dio. Non avevo mai pensato o creduto che qualsiasi altra organizzazione religiosa facesse una tal cosa: senza pagamento, mandare da lontano un missionario a visitare una persona insignificante solo perché aveva scritto una lettera”.

Ma tornato a Luanda, il locale comitato di Toco non si fece impressionare dalla lettera di Mancoca. “Chi è lui per dirci cosa fare? Ora, se fosse stato Toco a darle una lettera del genere, sarebbe diverso”. Fu dunque presa la decisione di visitare lo stesso Toco.

Fu inviata una relazione al senhor Santana Godinho spiegando brevemente ciò che era accaduto nel viaggio e le impressioni di John Cooke su quelli che aveva conosciuti. Fu subito convocato per un altro colloquio. Santana Godinho espresse apprezzamento per la relazione. Spiegò che, quantunque l’opinione ufficiale sulla setta di Toco fosse che era realmente sovversiva, egli e altri ne avevano dubbi. Furono dunque lieti d’avere qualcuno che poteva entrare fra loro e scoprirlo. Fece quindi un’altra sorprendente offerta. “Ora, in quale altro luogo le piacerebbe andare, senhor Cooke? Semplicemente dica ciò che vuole e le daremo gratuitamente il biglietto di andata e ritorno!” John fece la richiesta di vedere Toco, che era nel “bush” vicino a Sá de Bandeira, una cittadina di media grandezza nella parte centro-meridionale dell’Angola. Questo fu concesso.

Dopo breve tempo, il fratello Cooke ebbe con Toco due lunghi colloqui alla presenza di un funzionario governativo. Toco, un uomo alto e intelligente, ancora molto giovane, disse d’esser lieto di conoscere qualcuno della Società Torre di Guardia. Egli e il fratello Cooke considerarono argomenti scritturali e la formazione del gruppo, e poi anche lui scrisse una lettera indirizzata a tutti i suoi seguaci in Angola, dicendo loro che il sig. Cooke rappresentava la Società Torre di Guardia da cui egli riceveva letteratura. Dopo alcune interessanti escursioni locali come ospite del governatore, il fratello Cooke tornò a Luanda pensando che forse ora questo gruppo di 1.000 persone avrebbe accettato più prontamente la verità.

Ma tornato a Luanda il locale comitato di Toco non ne volle sapere nulla. Le “redini” le tenevano loro e non le avrebbero cedute a nessun altro. Almeno questa era la determinazione del capo locale, David Dongala, sebbene molti individui mostrassero buon interesse. Comunque, il tempo trascorso a Luanda non fu sprecato. Il fratello Cooke diede molta testimonianza e vi passò un periodo meraviglioso, ottenendo in un solo giorno fino a ventidue abbonamenti. Inoltre, stava appena cominciando ad avere studi biblici con una o due famiglie di bianchi e con appartenenti del gruppo di Toco.

Dopo un viaggio in aereo senza difficoltà fino a Cela, una nuova colonia agricola, la situazione cambiò drasticamente. Santana Godinho perse il suo posto come amministratore governativo. Egli era stato di vero aiuto al fratello Cooke nella sua difficile assegnazione e si era mostrato molto amichevole. Ora non c’erano più viaggi gratuiti, e la richiesta di rinnovare il visto di cinque mesi fu respinta. Il fratello Cooke partì nel giugno del 1955, molto grato a Geova dell’aiuto ricevuto e del privilegio di aver stabilito importanti contatti e seminato molto buon seme in un territorio “vergine”.

L’attività del Regno aveva avuto inizio e nonostante che l’opposizione e la persecuzione quasi soffocassero il nuovo campo, grazie all’immeritata benignità di Geova e alla costante lealtà dei nuovi fratelli, continuò a crescere.

CONTINUANO CORAGGIOSI SFORZI

Nel giugno del 1956, Mancoca e sette altri nuovi fratelli di Baía dos Tigres ebbero il coraggio e l’iniziativa di scrivere una lettera al governatore del distretto di Moçâmedes, dov’era situata Baía dos Tigres. In parte, ecco cosa dissero: ‘Molto rispettosamente chiediamo a sua Eccellenza il favore di riconoscerci come membri effettivi della Società dei Testimoni di Geova’. I fratelli fecero richiesta di maggiore libertà di adorazione, ma la sola risposta che ebbero fu maggiore oppressione. Ciò nonostante, dieci di loro furono battezzati nel 1956.

Frattanto, nell’isola di São Tomé diversi fratelli avevano scontato la loro condanna a sette anni. Fra quelli rilasciati e rimandati in Mozambico c’era l’ex sorvegliante che presiedeva.

LA LUCE NON SI AFFIEVOLISCE

La luce della verità risplendeva in Angola, e nonostante le difficoltà non si affievoliva. Per di più, il campo europeo doveva ricevere il beneficio di tale luce.

Il 26 ottobre 1956, Mervyn Passlow e sua moglie, Aurora, atterrarono a Luanda per continuare l’opera iniziata da John Cooke. Il fratello Cooke aveva mandato ai Passlow il suo elenco di abbonati e interessati di Luanda. Ma tutti gli indirizzi degli abbonati erano numeri di caselle postali, poiché la posta non si consegna alle case private; quindi per un po’ non riuscirono a trovare queste persone. Dopo giunse una lettera dal fratello Britten, sorvegliante della filiale di Lisbona, in cui si comunicava loro che stava tornando a Luanda una donna molto interessata chiamata Berta Teixeira. Essa fu molto sorpresa quando, immediatamente dopo il suo arrivo, i Passlow andarono a visitarla. Non si perse tempo a iniziare con lei e con la sua famiglia uno studio biblico. Essa poté anche aiutare a trovare gli indirizzi degli abbonati, giacché aveva un parente che lavorava nell’ufficio postale. Un buon numero degli abbonati divennero studenti assai volenterosi. Nello spazio di settimane tutti questi parlavano ai loro amici e vicini. Ogni sera e molti pomeriggi i Passlow erano invitati da queste persone; entro sei mesi si tenevano studi con oltre cinquanta persone.

Non molto tempo dopo il loro arrivo, i Passlow cominciarono inoltre a ricevere lettere da fratelli e interessati africani che erano in diverse parti dell’Angola. Il fratello Mancoca, per quanto ancora detenuto a Baía dos Tigres, scrisse lettere d’incoraggiamento ai Passlow. Li visitarono anche locali fratelli africani che avevano bisogno di assistenza spirituale. Data la situazione e siccome era straniero, il fratello Passlow non andò mai alle loro adunanze. Ma Antonio Bizi, che quando c’era il fratello Cooke aveva mostrato tanto interesse, li visitava regolarmente per avere studio biblico e addestramento così che, a sua volta, egli poté assistere gli altri fratelli africani. Gli Africani ottennero pure molta letteratura e molta ne fu portata nell’interno.

Un paio di mesi dopo il loro arrivo, i Passlow cominciarono a tenere regolari studi sulla rivista Torre di Guardia nella loro stanza. Ma alla fine del primo mese la stanza era troppo piccola. Quindi la sorella Teixeira, che dirigeva una scuola di lingue, offrì una delle aule più interne del suo istituto. Poiché le sue lezioni si tenevano fino alle ore 21, tutte le adunanze settimanali dovevano cominciare dopo le ore 21. In questo modo attiravano meno attenzione.

La corrispondenza continuò a giungere da tutta l’Angola. A scrivere erano Africani, che asserivano tutti d’esser fratelli. Ma in quel tempo in Angola c’era la guerra e non si poteva comunicare con queste persone.

Subito dopo, fu iniziato uno studio con il signor Vieira Gonçalves e sua moglie. Egli aveva fatto sei anni di studio per divenire sacerdote, ma si era tanto allarmato per ciò che vedeva nei giovani che studiavano per il sacerdozio e a causa della loro condotta da smettere prima di divenire effettivamente sacerdote. Fece rapido progresso e non perse tempo a venire alle adunanze e a cominciare a parlare ai suoi amici. Alla fine di due mesi già teneva uno studio con un’altra famiglia.

Dopo aver trascorso in Luanda otto mesi, il fratello Passlow decise che era tempo di fare un battesimo, poiché diversi avevano espresso il desiderio di simboleggiare la loro dedicazione. Quale sorpresa e gioia provarono quando un fratello arrivò quel giorno dal Portogallo: Il fratello Henrique Vieira, in viaggio verso il Sud Africa! Così, prima del battesimo, il fratello Vieira pronunciò un discorso, raccontò alcune esperienze e poi eseguì il battesimo nella baia di Luanda.

Subito dopo ciò, il fratello Passlow non riuscì a ottenere il rinnovo del suo visto. Invitò prontamente il fratello Gonçalves a cominciare ad aver cura del piccolo gruppo. Questo fedele fratello, benché quando assunse l’incarico fosse solo un bambino nella verità, lo assolse per circa nove anni finché anche lui fu arrestato, messo in prigione e infine deportato in Portogallo.

Il fratello Passlow aveva agito proprio in tempo. Alcuni giorni dopo un furgone della polizia segreta si accostò improvvisamente ai Passlow quando erano affaccendati nella città, e ne scesero sei agenti e li circondarono come se fossero disperati criminali. Furono portati nella loro stanza e furono confiscati molti loro averi, incluse le ricette di cucina di Aurora, apparentemente col pretesto che contenessero messaggi segreti! Mentre la polizia portava fuori il loro deposito di Bibbie, il fratello Passlow commentò: “Spero che le leggiate”. L’uomo rispose: “Dicono qualche cosa del football?” al che tutti risero. La polizia sapeva molto bene di agire come semplici pedine del vescovo di Luanda. I Passlow scoprirono poi che una persona interessata aveva detto al vescovo tutte le buone cose che aveva imparate.

Un appello al console britannico, devoto cattolico, fu respinto. Quindi il commissario di polizia convocò i Passlow nel suo ufficio. Egli disse loro che dovevano partire entro la settimana. Dalle sue osservazioni, fu ovvio che collegava i Passlow con l’infame “Movimento Torre di Guardia” dell’Africa centrale. Ragionare con lui era inutile.

Il 27 giugno 1957, i Passlow si imbarcarono per il Sud Africa. Date le intenzioni della polizia, avvertirono i fratelli, specialmente i fratelli africani, di non venire a salutarli. Ma il vincolo d’amore era troppo grande. Polizia o no, i fratelli, compresi molti Africani, erano lì per dire ‘Adeus’ (Addio)! Proprio prima di salire sulla passerella, uno di questi fratelli africani che era stato appena rilasciato da Baía dos Tigres si avvicinò loro, mise in mano al fratello Passlow una busta e quindi scomparve in mezzo alla folla. La busta conteneva un dono di addio in denaro, col messaggio: “Per comprare un po’ di pane”. Mentre la nave si allontanava lentamente, i Passlow provarono profonda gratitudine per l’indescrivibile gioia d’aver aiutato alcuni a conoscere il nostro Dio Geova.

Qualche tempo dopo, i Passlow seppero che il giorno seguente la radio annunciò che il paese si era appena liberato di un grande pericolo costituito da una coppia di stranieri i quali avevano cercato di stabilire attività comuniste e “mau mau”, “ma, grazie al nostro Dio, tale pericolo è stato ora eliminato!” Mesi dopo, quando i combattimenti dei terroristi divennero veramente accaniti, la stampa angolana fece falsamente pubblicità ai missionari della Torre di Guardia asserendo che avevano influenzato gli Africani per farli partecipare ad attività terroristiche. C’erano perfino fotografie che falsamente mostravano missionari nell’atto di regalare agli Africani dollari americani per metterli contro le autorità bianche!

È vero che i missionari della cristianità e i capi religiosi avevano molto a che fare con l’attività terroristica in Angola. Ma non i testimoni di Geova! Grazie all’immeritata benignità di Geova, i missionari della Torre di Guardia eran potuti entrare nel paese. Nonostante molti problemi e opposizione, si era potuta stabilire una piccola organizzazione di 54 fratelli che erano decisi a mantenersi fermi e a far risplendere in Angola la luce della verità.

Dopo tutta l’emozione causata dalla partenza del fratello e della sorella Passlow, i fratelli andarono avanti quietamente e fedelmente. Non avevano qualcuno maturo che li istruisse, ma le adunanze si tenevano e la predicazione si compiva nella migliore maniera possibile nelle difficili circostanze.

Nel 1958, Harry Arnott, sorvegliante di zona, fece una breve visita, che fu sia per gli Africani che per gli Europei fonte di grande incoraggiamento. Nel 1959 egli fu di nuovo a Luanda come sorvegliante di zona. Arrivato all’aeroporto, proprio mentre salutava un piccolo gruppo di fratelli, comparve improvvisamente la polizia e li arrestò tutti. Il fratello Arnott fu separato dagli altri per l’interrogatorio. La sua borsa fu minutamente perquisita. Egli pregò Geova che l’elenco degli abbonati alla rivista Torre di Guardia della città di Luanda non cadesse nelle mani della polizia. Quel prezioso elenco era nel portabiglietto del fratello Arnott. Sebbene il capo dell’Interpol guardasse il biglietto, non vide l’elenco. Dopo molte domande, il capo disse: “Sig. Arnott, si ricordi bene: Per ciò che riguarda l’Angola lei ha finito, finito, finito, e l’organizzazione della Torre di Guardia è finita, finita, finita!”

Poco tempo dopo fu condotto in un altro edificio dov’erano gli altri fratelli, fra cui il fratello Mancoca. L’ufficiale dell’Interpol si rivolse al fratello Mancoca, lo insultò e gli disse: “Sai cosa ti accadrà?” Il fratello Mancoca solo guardò il suo persecutore diritto negli occhi e disse: “Ho già sopportato molto, quindi tutto quello che ancora potete farmi è uccidermi, ma non mi allontanerò dalla mia fede”. Si voltò poi verso il fratello Arnott e sorrise in maniera incoraggiante. Il fratello Arnott dice: “Sembrava che non si rendesse affatto conto della sua propria situazione e solo si preoccupava di fare in modo che io non ne fossi scoraggiato. Fu molto edificante vedere questo fratello africano prendere dopo anni di prigionia una determinazione così ferma e coraggiosa”.

Il fratello Arnott fu riportato sull’aereo e dovette immediatamente lasciare il paese. Intanto, la polizia aveva scoperto che la congregazione si radunava nella casa della sorella Teixeira. Perciò, alcuni d’essi vi andarono immediatamente per farvi un’ispezione. La perquisirono, ma non aprirono una porta al pianterreno, dietro la quale una cinquantina di fratelli e persone interessate aspettavano con pazienza che il fratello Arnott venisse a fare loro il suo discorso.

In quell’occasione a quei fratelli che erano andati ad accogliere il fratello Arnott non accadde nessun vero danno, nemmeno a Mancoca. Egli fu trattenuto per sette ore di interrogatorio, durante le quali l’ispettore preparò un ordine ufficiale per mandarlo in prigione. Ma alla fine l’ispettore lo strappò e disse al fratello Mancoca: “Va via, Mancoca, e sta attento. Domani portami tutta la letteratura della Torre di Guardia che hai a casa tua. . . . Solo rinuncia a questa questione della Torre di Guardia e bada a te stesso e ai tuoi figli”.

Questo episodio significò fare cambiamenti del luogo di adunanza della piccola congregazione e dopo ciò gli Africani cominciarono a organizzarsi per loro conto. Comunque, l’organizzazione locale era ancora molto piccola. Nel 1960 il numero massimo dei proclamatori che fecero rapporto fu solo 17. Fu in quel tempo che l’Angola venne sotto la giurisdizione della filiale della Società Torre di Guardia che era a Lisbona, in Portogallo.

L’anno dopo, nel 1961, scoppiò in Angola l’attività terroristica e fu lanciata inoltre un’intensa persecuzione contro i fratelli. Nei successivi nove anni il fratello Mancoca fu in varie prigioni e campi di lavoro. Le sue esperienze furono molte e varie, ma ovunque andasse sopportava la persecuzione con calma risolutezza e assoluta fiducia in Geova. E ovunque andasse testimoniava, e mentre era in prigione riuscì ad aiutare molti Africani a venire nella verità.

Nel 1971, i fratelli furono arrestati di nuovo in gran numero e furono messi in prigione a Luanda, incluso, ancora una volta, il nostro altruistico e devoto fratello Mancoca. Ma gli sforzi del nemico sono molto deboli in paragone con gli invincibili propositi e l’illimitata potenza di Geova. Nulla, assolutamente nulla, può impedire che il suo messaggio del Regno sia predicato in tutta la terra abitata, compresa l’Angola.

PRONTI PER L’ESPANSIONE

Il principio del 1960 trovò la Betel di Elandsfontein tutta pronta per la vera espansione. Geova previde i bisogni del campo del decennio successivo e provvide le cose necessarie. Lo stabilimento ampliato aveva ora in funzione cinque macchine linotipiche invece di tre, e l’anno dopo ne fu installata un’altra. Oltre alla macchina da stampa a platina già in uso, furono installate una nuova macchina a plàtina Heidelberg e una nuova rotativa Timson, quest’ultima del costo di oltre 37.000 rand.

Nel 1960, lo stabilimento di Elandsfontein cominciò a stampare delle riviste vernacolari quindicinalmente e a colori, anziché solo mensilmente e in bianco e nero. Fu aggiunta una nuova rivista mensile, cioè La Torre di Guardia in tswana. Nel maggio del 1965 fu iniziata la stampa di un’edizione speciale cibemba per il Congo (Kinshasa). Il titolo completo dell’edizione regolare cibemba è Ulupungu lwa kwa Kalinda. Ma a causa del pregiudizio che c’è nel Congo contro il nome “Torre di Guardia”, il titolo di questa speciale edizione fu solo Kalinda (che significa “vigilare” o “guardare”). Nel 1966 un altro numero vernacolare sudafricano de La Torre di Guardia, in sepedi, si aggiunse all’elenco delle riviste stampate. Così nel 1970 lo stabilimento stampava 24 numeri de La Torre di Guardia e di Svegliatevi! in 10 lingue, e 15 diversi numeri del Ministero del Regno. A parte questo, lo stabilimento fu pure molto occupato con la stampa di un certo numero di opuscoli in lingue vernacolari e di un “monte” di moduli, programmi, foglietti e manifesti.

Nel 1960 fu abolita la proscrizione della letteratura della Società nei tre protettorati: Basutoland, Beciuania e Swaziland. Così questo cibo spirituale poté giungere loro liberamente. Ma come andavano le cose per i fratelli in questi paesi?

BENEDIZIONI IN MEZZO ALLE DIFFICOLTÀ IN BASUTOLAND

In Basutoland (ora Lesotho) i fratelli apprezzarono realmente il quindicinale Molula-Qhooa (la rivista Torre di Guardia sesotho). Questo si rifletté sul numero dei presenti ai loro studi della rivista Torre di Guardia. Nel 1960 c’era una schiera di 135 proclamatori e 15 pionieri che aveva cura dei bisogni spirituali di una popolazione di 634.000 abitanti di questo paese, e che andava avanti di fronte a molte difficoltà.

In questo tempo i “venti di cambiamento” avevano raggiunto questo piccolo protettorato britannico, suscitando lo spirito di nazionalismo e il desiderio d’indipendenza, che furono ulteriormente accresciuti da un certo grado di autogoverno ottenuto nel 1960. Il servizio civile veniva “africanizzato” e gli Africani prendevano il posto degli Europei. Molti pensavano che “autogoverno” e “indipendenza” fossero parole magiche che li avrebbero condotti alla libertà e alla prosperità. Ma i testimoni di Geova continuarono a indicare il regno di Dio come la sola vera speranza dell’uomo.

In Basutoland la maggior parte delle persone abita in villaggi sparsi, chiamati “kraal”, sui monti, alcuni così alti che vi si può arrivare solo a piedi o a cavallo. In alcuni casi, per giungere ai gruppi isolati il sorvegliante di circoscrizione impiegava cinque o sei giorni.

I pionieri fecero una meravigliosa opera diffondendo la buona notizia del Regno negli angoli isolati del Basutoland. Una coppia di pionieri speciali fu assegnata alla zona di Mokhotlong, proprio sul “tetto dell’Africa meridionale”, a un’altitudine di 3.200 metri nella catena del Drakensberg. Il marito, Philemon Mafereka, doveva valicare diversi monti solo per andare a tenere uno studio. Cominciando alle ore 4 e camminando rapidamente, vi arrivava alle ore 8,30. Di solito tornava a casa quella stessa sera e il giorno dopo andava in un’altra direzione. I loro sforzi furono riccamente benedetti, poiché entro due anni egli e sua moglie avevano dieci altri che partecipavano con loro nell’opera del Regno.

Sì, nel Basutoland i proclamatori della buona notizia spesso camminano due o tre ore per andare al loro territorio e poi trascorrono fino a sei ore la volta nella testimonianza. Non è pratico tornare a mangiare a mezzogiorno, e così hanno imparato a lavorare tutto il giorno e a tornare la sera presto per cucinare e mangiare. A causa della distanza fra i villaggi, in sei ore di lavoro si possono forse raggiungere solo sei case. Ma anche queste persone hanno bisogno di udire la Parola di Dio.

I fratelli che vivono in tale isolamento apprezzano di certo l’importanza delle assemblee. Ma per assistere alle assemblee ci vuole grande sforzo e questi fratelli sono per noi un vero esempio. Un pioniere speciale camminò quattro giorni, valicando monti e attraversando a nuoto fiumi, per andare a un’assemblea del popolo di Geova. Una sorella viaggiò da sola a cavallo per tre giorni, quindi viaggiò un giorno intero in autobus per andare a un’assemblea. E un’altra sorella, incinta di sei mesi, camminò per quaranta chilometri sui monti e con la neve per andare a un’assemblea di circoscrizione. Anche un fratello dedicato da poco camminò più di centoventotto chilometri sui monti, con il pioniere speciale che l’aveva aiutato, per andare a un’assemblea dove poté simboleggiare la sua dedicazione.

Alcuni nuovi han dovuto regolare la loro situazione coniugale prima di poter partecipare all’opera di predicazione ed essere idonei per il battesimo. In un caso, il sorvegliante di distretto europeo si internò in auto sui monti la settimana prima di un’assemblea e portò un uomo e sua “moglie”, che già avevano tre figli, al più vicino commissario distrettuale affinché il loro matrimonio potesse essere registrato ed essi fossero idonei per il battesimo all’assemblea di circoscrizione.

MANTENUTA LA NEUTRALITÀ

Nel 1966 il Basutoland divenne lo stato indipendente ora conosciuto come Lesotho. In quel tempo c’erano 266 proclamatori del Regno, e questi, a causa della loro posizione assolutamente neutrale, avevano guadagnato il rispetto di molte autorità. Ma durante un’assemblea di distretto a Maseru, la capitale, un ufficiale di polizia e un reparto di agenti che giunsero su tre camionette irruppero nella sala, ordinando di porre fine all’adunanza. I fratelli incaricati non poterono vedere il capo della polizia fino alla mattina dopo. Comunque, egli conosceva i Testimoni e subito respinse la falsa accusa che qualcuno avesse fatto dal palco la dichiarazione che il governo del Lesotho sarebbe stato distrutto. Lo stesso ufficiale che aveva interrotto l’adunanza ebbe quindi l’istruzione di provvedere guardie all’assemblea per proteggere i Testimoni! Naturalmente, essi non avevano nulla da fare, e i fratelli colsero l’opportunità per dare a ciascuno una completa testimonianza.

In Lesotho la stretta neutralità cristiana dei fratelli risultò per loro una vera protezione in un periodo di irrequietezza politica e in uno stato di emergenza. In questo tempo fu fatta una grande epurazione contro quelli che non sostenevano il governo del sottocapo Jonathan. Si riferì che di notte le capanne coperte di paglia dei membri dell’opposizione furono barricate e incendiate, bruciando vive intere famiglie. Nessun testimone di Geova subì questa sorte.

Come risultato della posizione neutrale mantenuta dai veri cristiani, vennero comunque su di loro alcune difficoltà. Nel 1970 il Lesotho ebbe una grave penuria di viveri a causa di anni di siccità. Tuttavia, nel 1970 ebbero buone piogge, ma si decise di dare il seme di mais solo ai sostenitori del governo. Siccome i testimoni di Geova sono neutrali, non ne poterono ottenere. I fratelli che erano nella Repubblica Sudafricana lo seppero e disposero di costituire un fondo di soccorso per aiutare i loro fratelli del Lesotho. Questo fu annunciato alle adunanze preparatorie per le assemblee nazionali di Johannesburg e si suggerì di destinare al fondo di soccorso tutte le offerte delle scatole di queste adunanze. La risposta dei fratelli colmò ogni misura, furono offerti 1.714 rand e le contribuzioni continuavano ad arrivare. Infatti, la filiale dovette mandare una circolare per dire ai fratelli che avevano dato “abbastanza”. Nello Stato libero dell’Orange un fratello europeo ottenne in una settimana il seme di mais necessario e lo portò in Lesotho ai nostri fratelli. A tutti i bisognosi fu anche provveduto denaro per comprare cibo finché non furono in grado di soddisfare i propri bisogni. Questo fece capire più che mai ai fratelli del Lesotho quanto i loro fratelli europei e di altra nazionalità in Sud Africa si preoccupano di loro e li fece sentire a loro ancor più vicini.

Una sorella del Lesotho che aveva ricevuto il beneficio di questa amorevole disposizione in seguito disse: “Eravamo arrivati al punto che nella nostra casa non avevamo nulla, nemmeno dieci centesimi per comprare un po’ di mealie [farina di mais]. Quindi arrivò dai nostri fratelli bianchi del Sud Africa il denaro per il cibo. Fui solo in grado di piangere senza dire nulla. Gli altri Testimoni e io potemmo superare i nostri problemi immediati, e così, grazie al provvedimento di Geova, possiamo essere a questa assemblea per avere anche un banchetto spirituale”.

NOTEVOLI PASSI AVANTI

Allorché l’organizzazione di Geova provvedeva in Lesotho soccorso per la carestia materiale, Geova provvide a quelli che avevano fame di verità anche un meraviglioso piatto spirituale. Questo era nella forma del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna in sesotho, che giunse verso la metà del 1970. Con questo meraviglioso ausilio e il programma di studio di sei mesi, si vide la crescita. Era stato fatto un passo avanti nell’attività cristiana.

Nell’anno 1972 si compì un altro notevole passo avanti nello sviluppo dell’opera in Lesotho, la costruzione della prima vera Sala del Regno in questo paese. La necessità di avere una Sala del Regno a Maseru, la capitale, era divenuta evidente quando il numero medio dei presenti allo studio Torre di Guardia salì a 170, spesso con più di 200 presenti. Per le pareti si usò la pietra arenaria, che si può liberamente ottenere sui monti vicini al solo costo di prenderla, e la pietra fu cavata nelle forme desiderate da fratelli esperti.

Tutti aiutarono a costruire. Oltre a provvedere i pasti ai costruttori, le sorelle, in maniera tradizionale, portarono sulla testa vasi d’acqua per tre chilometri fino al luogo della costruzione. I ragazzi aiutarono rotolando sul posto fusti pieni d’acqua e alcuni fratelli anziani camminarono fino a trenta chilometri per partecipare al lavoro di costruzione. Per comprimere il terreno in preparazione della gettata di cemento del pavimento, le sorelle cantarono cantici del Regno e danzarono al loro ritmo nell’area del pavimento. Oggi i fratelli sono felici di usare questa Sala del Regno che può accogliere circa 250 persone sedute, una solida costruzione costata solo circa 845 dollari per edificarla!

Come negli altri paesi africani in via di sviluppo, a volte il nazionalismo presenta difficoltà ai ragazzi che vanno a scuola e altrove ai fratelli in genere. Per esempio, di recente la violenza esplose il giorno che finì la nostra assemblea di distretto. Tornando a casa, un nuovo fratello, già appartenente al partito politico che aveva dato inizio all’insurrezione, trovò i soldati e la corte locale che lo aspettavano. Alla domanda: Che cosa aveva fatto durante la ribellione? egli disse loro che aveva assistito all’assemblea dei testimoni di Geova. Ma questo non bastava. Ne volevano la prova. Accompagnato dai soldati, fu permesso al fratello di prendere il suo programma dell’assemblea. Dopo aver letto l’intero programma, il capo dichiarò il fratello innocente e perfino l’incoraggiò a continuare la sua attività di predicazione. Gli abitanti del villaggio se ne meravigliarono, dicendo: “L’Iddio che voi pregate è l’Iddio vivente!” Come fu grato questo fratello d’aver assistito all’assemblea!

L’ultimo massimo di proclamatori in Lesotho è 688 e l’opera continua ad andare avanti con la benedizione di Geova. Tuttavia, con un proclamatore su 1.477 abitanti, è evidente che resta molto da fare e la nostra costante preghiera è che Geova affretti l’opera al suo proprio tempo e alla sua propria maniera.

ABOLITA LA PROSCRIZIONE IN BECIUANIA

In Beciuania (ora Botswana) la notizia che la proscrizione era stata abolita nel 1960 fu lenta a giungere in alcune parti di questo vasto paese. Alcuni capi ancora rendevano le cose difficili ai fratelli delle loro zone.

A un sorvegliante di distretto europeo venuto dal Sud Africa, Dennis McDonald, fu concesso un colloquio con il fratello del capo supremo, Seretsi Khama, perché spiegasse la nostra opera. Egli diede al fratello McDonald quattro copie firmate di una lettera che dichiarava che la nostra opera non doveva essere ostacolata. Questo contribuì considerevolmente a cambiare l’opinione dei capi e rese le cose più facili ai fratelli.

All’inizio degli anni sessanta la maggioranza delle congregazioni e dei gruppi isolati erano lungo la linea ferroviaria. Nell’interno non si era fatto quasi nulla, eccetto a Shakawe e a Maun nel nord-ovest. Il fratello B. Mchiswe, pioniere speciale, lavorò per qualche tempo a Maun. Egli si attenne alla sua assegnazione nonostante che il cibo fosse scarso e che per un anno non mangiasse altro che mealie-meal (zuppa di mais) senza zucchero o latte. Questo fratello fece buon uso della rivista Torre di Guardia in tswana, preparò un itinerario e, appena arrivata, consegnava ogni nuova edizione. Un predicatore della Missione di Londra, a cui la rivista piaceva, perfino in chiesa la tenne alta ed esortò il suo uditorio: “Se vedete l’uomo della Torre di Guardia con questa rivista, dovete prenderla e leggerla”. Alcuni vennero dunque alla casa del pioniere per avere le loro copie ed egli cominciò a studiare con loro.

In un piccolo gruppo isolato a Shakawe, a nord-ovest di Maun, e all’interno del deserto di Kalahari, non era stato battezzato nessuno perché non potevano assistere a un’assemblea e la regina o autorità locale aveva impedito al sorvegliante di circoscrizione di visitare il gruppo. Perciò tutti cooperarono e pagarono uno del loro gruppo perché assistesse all’assemblea di Mahalapye, distante quasi 1.120 chilometri, dove fu battezzato.

OPERA DI CIRCOSCRIZIONE

Potete immaginare cosa significa per un sorvegliante di circoscrizione la visita a questi fratelli isolati? Significa percorrere sulla sabbia non meno di 965 chilometri a bordo della parte posteriore di un grosso autocarro a quattro ruote motrici, viaggiando giorno e notte, con il calore del giorno e con il freddo della notte. A volte Adam Mahlangu, sorvegliante di circoscrizione nel 1964, trascorse fino a dieci giorni del suo mese lavorativo sulla parte posteriore di un autocarro per poter visitare questi isolati.

Il fratello Mahlangu, il quale narra come le parti settentrionali siano selvagge e primitive, scrive: “Quando faccio un discorso a Shakawe, pensano sempre che io sia qualche specie di capo, solo perché indosso abiti”. Lì la gente non indossa quasi nulla. Egli ebbe molta difficoltà cercando di avviare un’adunanza pubblica bene organizzata; prima per riunire le persone e poi per farle stare tranquille durante il discorso. Esse non erano abituate a stare sedute e ad ascoltare qualcun altro. Così, quando cominciò il discorso lo considerarono una buona opportunità per discutere coi loro vicini i punti che si menzionavano. Ma le visite a questi isolati permisero a due persone di dedicare la loro vita a Dio e a un totale di sei di partecipare all’opera.

Durante una grave siccità dal 1965 al 1966, in un’occasione l’acqua era così scarsa che a un’assemblea non si poteva trovare acqua per battezzare alcuni candidati. Un’altra volta, a Francistown, i fratelli pure ebbero grande difficoltà. Il fratello Piet Wentzel, allora sorvegliante di distretto, riferisce che il primo stagno al quale andarono era asciutto. Quindi con la sua auto portò i due candidati a una pozza d’acqua distante trenta chilometri nel prosciugato alveo di un fiume, ma anche quella era asciutta. Otto chilometri più oltre giunsero a uno stagno fangoso, che appariva molto oscuro perché c’era il bestiame. Ma questi giovani non ne furono distolti. Era acqua e vi furono battezzati in simbolo della loro dedicazione a fare la volontà di Geova.

L’OPERA DI TESTIMONIANZA AVANZA IN BOTSWANA

Quando la Beciuania ottenne l’indipendenza cambiò il suo nome in Botswana. Questo cambiamento politico non alterò molto le condizioni di vita del popolo, benché influisse in effetti sull’opera di predicazione. Il nuovo governo indipendente divenne assai rigido con gli Africani che non erano cittadini del Botswana, e vari pionieri del Sud Africa furono deportati.

Come si fa la testimonianza in Botswana? L’usanza comune richiede che, quando le persone si salutano, ciascuno si informi della salute dell’altro. Ciò fatto, si portano panchine perché tutti vi si mettano a sedere. Si chiamano il resto della famiglia e qualsiasi amico venuto a far visita, abbastanza spesso fino a venti persone. La maggioranza delle famiglie ha le proprie copie della Bibbia ed è disposta a prendere le proprie Bibbie e a seguire la lettura.

In Botswana c’è l’usanza che i genitori di un ragazzo paghino un deposito di 4 sterline oltre a una coperta e un vestito per la fanciulla a cui desiderano dare il loro figlio in matrimonio. Questo si fa quando ella ha solo dieci anni. In seguito, i genitori del ragazzo continuano a sostenere la fanciulla finché è pronta per il matrimonio. Si fa ciò senza consultare la fanciulla. Quando una fanciulla quindicenne venne alla conoscenza della verità, informò i genitori che non desiderava essere inegualmente aggiogata con un incredulo. I genitori cercarono di forzarla, dato ch’era già stato versato per lei il denaro, ma essendo riuscita a convincerli con le Scritture che tale disposizione era sbagliata, le permisero di fare come voleva.

A causa della difficoltà di trovare un posto adatto per le assemblee e di dover sempre impiegare molto tempo per fare costruzioni temporanee, i fratelli furono incoraggiati a costruire la loro propria Sala del Regno a Mahalapye. Così fecero. I fratelli fecero e cossero i propri mattoni. Ci vollero diversi anni per completarla, e nel 1967 la loro Sala del Regno fu quindi usata per un’assemblea.

Ti sei mai chiesto chi siano i Boscimani del Botswana e se alcuni di quei cacciatori con arco e frecce, la cui lingua dai suoni schioccanti comincia solo ora a mettersi per iscritto, divenivano parte della società del nuovo ordine? Ebbene, la verità trovò un uomo locale che viveva consensualmente con una donna boscimana. Fu iniziato uno studio biblico e presto appresero che era necessario sposarsi legalmente. Avrebbe quest’uomo sposato la donna boscimana? Sì, la sposò ed entrambi furono immersi a un’assemblea di circoscrizione. Entro un anno impararono a leggere e a scrivere e cominciarono a dare testimonianza a tutti nella loro comunità, facendo discepoli di altri ancora.

Nel 1972 alcuni fratelli europei capaci e le loro famiglie del Sud Africa accettarono l’invito di trasferirsi nel Botswana per assistervi i fratelli. Naturalmente, significò dei sacrifici, e alcuni perfino abbandonarono il servizio di pioniere perché potevano entrare nel paese per un prolungato periodo di tempo solo se vi avevano lavoro secolare. Ma quale eccellente opera hanno compiuto essi e alcuni fratelli della Gran Bretagna per edificarvi i fratelli! Alcuni di loro si sono anche trasferiti in parti assai remote del paese. La loro presenza è stata ed è molto apprezzata dai fratelli e l’opera è andata avanti.

SORGE, E SI RISOLVE, LA QUESTIONE DELLA NEUTRALITÀ

Giunse quindi una sorpresa. Il governo si rifiutò di riconoscere i testimoni di Geova come un’organizzazione accettata conforme a una legge pubblicata di recente e il 20 luglio 1973 l’organizzazione fu dichiarata illegale. Chi semplicemente era membro di una tale organizzazione “illegale” incorreva nella pena della prigione fino a sette anni.

Ma i fratelli erano decisi ad andare avanti nelle mutate condizioni. Quando in principio fu evidente la possibilità di una proscrizione, i fratelli della sede filiale tennero un’adunanza con quelli che avevano la sorveglianza dell’opera per dare consigli e incoraggiamento. Appena prima che la proscrizione entrasse in vigore, per immeritata benignità di Geova, si tennero nel Botswana due assemblee di circoscrizione e furono dati a tutti i fratelli ottimi incoraggiamenti e direttiva.

Fu immediatamente iniziata la pratica per fare appello contro la decisione del governo in base alla costituzione del Botswana. Quale gioia si provò quando, il 20 febbraio 1974, il governo abrogò la sua decisione e riconobbe i testimoni di Geova come organizzazione legale! Questo non soltanto riportò i fratelli alla situazione in cui erano prima della proscrizione. Ora si potevano valere dei privilegi concessi alle organizzazioni riconosciute, compreso quello di far venire dai paesi limitrofi predicatori in servizio continuo.

In marzo del 1975 si rallegrarono di un nuovo massimo di 284 proclamatori. Ciò significa che c’era una proporzione di un proclamatore su 2.220 abitanti. Veramente, nel Botswana rimane una grande opera da compiere, ma per immeritata benignità di Geova confidiamo che sarà compiuta.

L’ATTIVITÀ CRISTIANA VA AVANTI IN SWAZILAND

Nel 1960 in Swaziland l’opera del Regno prosperava con una media di 380 proclamatori. Già la proporzione dei proclamatori rispetto alla popolazione era la migliore di tutti i paesi sotto la filiale di Elandsfontein. Era stata abolita la proscrizione della letteratura della Società e si era preparato il terreno per l’ulteriore crescita.

Un campo in cui fino agli anni sessanta c’era stata poca crescita era quello della popolazione europea. Verso quel tempo alcuni proclamatori europei si trasferirono a Bremersdorp (ora chiamata Manzini). Fra loro era Ian Cameron, uno Scozzese, che aveva prestato servizio nella Betel di Elandsfontein finché si era sposato con una ragazza sudafricana. Poiché non poteva ottenere la residenza permanente nell’Unione Sudafricana, egli decise di stabilirsi in Swaziland, per portarvi alla popolazione europea il messaggio dell’istituito regno di Dio. Il piccolo gruppo dei proclamatori di Manzini decise di lavorare l’intero territorio dello Swaziland, una superficie di 17.300 chilometri quadrati. Questo implicava molti viaggi di oltre 160 chilometri per fare una visita ulteriore o tenere uno studio biblico.

Presto il messaggio cominciò a trovare buona accoglienza. La Società assegnò Vic Dunkin e sua moglie, Aileen, come pionieri speciali in Swaziland. Le ondulate strade ghiaiose attraverso la bassa prateria, le sdrucciolevoli strade fangose attraverso la foresta di Usuthu, la tortuosa strada che conduce a Goedgegun e la ripida strada montana che porta a Havelok tutte contribuirono a ridurre male la loro automobile. Ma il fratello e la sorella Dunkin persisterono e presto furono compensati dai frutti della loro fatica. Si formò una congregazione di lingua inglese. La maggioranza dei suoi membri erano persone che avevano imparato la verità, o almeno si erano dedicati a Geova, mentre erano in Swaziland. Pur essendo di lingua inglese, la congregazione era in realtà cosmopolita e i suoi proclamatori rappresentavano varie parti dell’Impero Britannico.

Questa stessa atmosfera cosmopolita si vede nelle vie di Mbabane, dove Swazi nel loro costume nazionale passano accanto a hippies e membri degli American Peace Corps in abiti strani mentre questi ultimi osservano le vetrine dei negozi. Dentro un negozio, un commerciante portoghese forse serve un funzionario africano vestito elegantemente. Questa situazione spesso richiede che i proclamatori abbiano letteratura in varie lingue.

In un’occasione un sorvegliante di circoscrizione e sua moglie vennero in una comunità di ferrovieri portoghesi e, sebbene non riuscissero a farsi capire, cercarono di condividere il messaggio del Regno. Poterono offrire riviste nella lingua del popolo. Alla seconda porta una giovanetta fece da interprete così che sua madre poté capire ciò che i visitatori stavano facendo. Dopo aver ascoltato con attenzione, la madre prese un libro. Prima che se ne andassero, la giovanetta disse: “Verrò con voi e parlerò per voi”. Fece proprio così. Alle successive cinque case essa spiegò il messaggio facendo da interprete per il sorvegliante di circoscrizione e sua moglie. Alla fine di ciascuna presentazione si rivolgeva ai proclamatori, dicendo: “Ne vuole uno”, intendendo che la padrona di casa voleva un libro. Quella mattina, con l’aiuto di quella giovanetta furono distribuiti sei libri!

MANIFESTATA LA NEUTRALITÀ CRISTIANA

In armonia con il movimento mondiale di decolonizzazione, anche lo Swaziland si preparava all’indipendenza e il popolo diventava più nazionalistico. Quando giunse il tempo delle elezioni, a un seggio elettorale il capo annunciò: “Prima che tutti votiamo, ci sono certe persone, dei Sadrac, Mesac e Abednego, che si rifiutano di votare nella comunità. Se ancora si rifiutano di votare, escano a uno a uno”. Coraggiosamente i proclamatori isolati della comunità uscirono. Ciò spinse anche una persona interessata a schierarsi con i Testimoni. Poiché la votazione non è obbligatoria, non si poté compiere contro questi cristiani neutrali nessuna azione.

Esattamente prima delle celebrazioni dell’indipendenza nel settembre del 1967, il popolo di Geova diede fra i diversi gruppi etnici un’eccellente dimostrazione di unità. La congregazione (europea) di lingua inglese dello Swaziland appartiene alla circoscrizione del Transvaal orientale e così si dispose che l’intera circoscrizione tenesse un’assemblea in Swaziland e invitasse a esser presenti i fratelli africani. La sala era troppo piccola, ma ciò diede l’opportunità di mostrare vero amore fraterno. Quando si notò che nella sala erano molti Europei ma non molti fratelli africani, si fece circolare la voce di far posto ai fratelli africani. Che cosa accadde? In seguito, il sorvegliante di circoscrizione africano espresse la preoccupazione che dentro c’erano troppi fratelli africani, mentre gli Europei stavano fuori. Il discorso pubblico in inglese e in zulù attirò un uditorio di 652 persone.

Dopo che il paese ebbe ottenuto l’indipendenza, molti del popolo di Geova furono costretti a mostrare da quale parte erano nella contesa della neutralità. Uno dei capi distrettuali invitò un pioniere ad assistere a un’adunanza politica. Non avendo assistito, il fratello fu chiamato dal capo a rendere conto della sua assenza. Egli spiegò la sua posizione come cristiano neutrale. Il capo minacciò di deportarlo ma disse che prima avrebbe riferito la questione al re Sobhuza II, che prestabilì di visitare. Il re Sobhuza II consigliò al capo di lasciare stare i testimoni di Geova perché non appartenevano a nessun partito politico ed erano persone pacifiche e neutrali.

Lo spirito nazionalistico ha promosso il risveglio di molte usanze tribali, come la legge dell’umcwasho. Questa legge tribale richiese che le ragazze portassero l’umcwasho per un periodo di due anni che terminò nell’agosto del 1971. L’umcwasho è una forma di ornamento che si porta intorno al collo e ha un significato simbolico. Una ragazza fidanzata ne portava una combinazione rossa e nera, e tutte le altre ragazze non sposate ne portavano una blu e gialla. In questo periodo tutte le ragazze dovevano astenersi dai rapporti sessuali, eccetto quelle già fidanzate, che potevano avere relazioni con il proprio amante dietro pagamento di 1 rand al capo locale. L’istituzione di questa disposizione aveva lo scopo di onorare la locale principessa Sidanda. Poiché era una forma di adorazione delle creature e condonava la fornicazione per un prezzo, le testimoni di Geova si rifiutarono di osservare il periodo dell’umcwasho e di portare l’umcwasho intorno al collo. Benché questa fosse solo una legge tribale e non potesse essere imposta mediante la legge del paese, la ferma determinazione delle nostre giovani sorelle recò su alcune di loro difficoltà. In un caso, una giovanetta, i cui genitori non erano nella verità, trascorse dieci giorni in prigione per non aver messo l’umcwasho. Ma il direttore della scuola che essa frequentava riuscì a ottenerne il rilascio.

I figli dei testimoni di Geova sono stati aiutati dalla giusta educazione dei genitori a capire l’importanza dell’adorazione che è pura e incontaminata dinanzi a Geova. (Giac. 1:27) Molti avevano preso parte a scuola a inni e preghiere finché capirono che questa era una forma di adorazione falsa. Un crescente numero si astenne quindi dal partecipare a qualsiasi esercizio religioso. Come risultato di ciò molti sono stati severamente battuti e in gran numero sono stati espulsi dalle scuole che frequentavano. Quando accadde questo, i fratelli cominciarono a insegnare ai propri figli privatamente o a mandarli in altre scuole.

ABBONDANO LE BENEDIZIONI IN MEZZO ALLE DIFFICOLTÀ

Il libro Verità in zulù è un altro strumento che risulta una benedizione per i fratelli dello Swaziland. Molti dicono che li ha aiutati a capire la verità più chiaramente che mai. Per certo, questo libro aiuta le persone sincere a capire la verità della Bibbia e a venire alla via che conduce alla vita eterna.

Nel 1972, i fratelli tennero qui la loro ultima assemblea di distretto fino a questa data. La costituzione fu poi abolita e per tenere qualsiasi adunanza grande fu necessario il permesso della polizia. Finora, la polizia si era esplicitamente rifiutata di dare ai fratelli tale permesso, sebbene nell’ottobre del 1974 fossero riconosciuti in Swaziland come organizzazione religiosa. Si sono avute difficoltà anche a tenere assemblee di circoscrizione. L’unico modo in cui queste si possono tenere è quello di dividerle in piccole riunioni nei regolari luoghi di adunanza usati dalle diverse congregazioni.

L’opera con i volantini ebbe un’accoglienza entusiastica e nel febbraio del 1974 si raggiunse un nuovo massimo di 750 proclamatori, quando si distribuì il primo volantino. I nostri fratelli e sorelle sono molto zelanti, e nell’anno di servizio del 1974 raggiunsero una media di quasi 14 ore al mese per proclamatore. Infatti, ora in Swaziland ci sono pochissimi posti dove non è stata data una completa testimonianza.

Come in altri paesi la proclamazione del Regno ha irritato il clero della cristianità fino al punto che hanno fatto tentativi per far proibire la nostra opera. Il 2 aprile 1975, il clero fece dinanzi al re Sobhuza II accuse contro i testimoni di Geova, dicendo che non fanno lamento quando muore qualcuno ma trattano i morti in maniera irrispettosa. In questa occasione erano presenti solo alcuni nostri fratelli. Perciò, il re dispose che il 3 maggio 1975 si tenesse un’altra riunione, così che vi potessero essere più persone presenti e la questione potesse discutersi più particolareggiatamente. La riunione si tenne a Lozitha, all’aperto, e tutti quelli che vi assisterono si misero a sedere per terra sotto alcuni alberi. Il re stesso non fu presente all’adunanza, ma fece da presidente il ministro dell’agricoltura. Chiunque desiderasse parlare alzava la mano, e, se era invitato dal presidente, poteva andare a parlare al microfono.

In principio, quando un nostro fratello cercò di presentare la verità intorno a come la pensano i testimoni di Geova quando qualcuno muore, fu interrotto di continuo. In ogni modo, nel corso della giornata alcuni altri nostri fratelli poterono parlare. I fratelli e le sorelle si presentarono in gran numero. Infatti, i Testimoni superarono di gran lunga il resto della folla. Furono fatte false accuse, dicendo che quando qualcuno muore diamo calci al cadavere e gettiamo la bara nella tomba e affermiamo che la persona sia stata sconfitta dal Diavolo. Fu difficile avere l’opportunità di confutare queste false accuse, poiché il presidente semplicemente invitava a parlare chiunque egli desiderasse. Questa riunione durò da circa le dieci della mattina fino alle diciotto della sera. Verso la fine del giorno, avendo compreso gli oppositori di non poter condannare i Testimoni sulla questione del cordoglio per i morti, presentarono altre questioni, come il loro rifiuto di salutare la bandiera o di cantare l’inno nazionale e di fare il servizio militare. A quest’ora il sole stava tramontando, quindi il presidente disse che queste altre questioni sarebbero state discusse in un’altra occasione.

Alcuni membri del parlamento, e specialmente il clero, sono decisi nei loro sforzi di ostacolare l’opera che i testimoni di Geova compiono in tutto lo Swaziland. Noi lasciamo la questione nelle mani di Geova, sapendo che Geova farà in modo che si compia pienamente la sua volontà.

MIGLIORAMENTI NELL’ORGANIZZAZIONE DEL SUD AFRICA

La Scuola di Ministero del Regno per i sorveglianti di congregazione fu iniziata in Sud Africa nella seconda metà del 1961 ed ebbe un rimarchevole effetto sui fratelli e sull’opera del Regno. I quattro insegnanti viaggiarono per il paese e le Sale del Regno furono mutate in aule scolastiche. Questo fu necessario non solo a causa delle grandi distanze che vi erano implicate, ma anche a causa della norma governativa per controllare il movimento della popolazione, che impedisce agli Africani di una zona di andare in un’altra zona per qualsiasi periodo di tempo. Tutti quelli che frequentarono queste classi espressero grande apprezzamento per tale amorevole provvedimento di Geova tramite la sua organizzazione.

Nel maggio del 1961, l’Unione Sudafricana divenne una repubblica. Da allora anche qui si è manifestato più che mai lo spirito del nazionalismo. In principio non interferì con quelli che praticano la vera adorazione, ma in seguito recò in effetti una vera prova su quelli che hanno dato la loro lealtà al regno di Geova, come vedremo successivamente in questo racconto.

I testimoni di Geova ebbero una meravigliosa opportunità di mostrare la loro unità e neutralità cristiana nella loro Assemblea Nazionale “Adoratori Uniti” che si tenne in ottobre/novembre del 1961 per i tre principali gruppi razziali. Il giorno di apertura dell’assemblea europea coincise qui con il giorno delle elezioni generali. Nello stabilimento di Elandsfontein si preparò uno stampato sull’assemblea (Quale governo porterà l’unità?) e se ne distribuirono decine di migliaia. Risultato? Il massimo numero di presenti che ci fosse mai stato a un discorso pubblico! Alle tre assemblee il numero totale dei presenti fu 22.551! Come fu diversa la pacifica associazione nell’unità fra i vari gruppi razziali entro il luogo dell’assemblea, in contrasto con la rumorosa divisione politica che esisteva di fuori!

Col passar del tempo, furono apportati a Elandsfontein vari aggiustamenti. Per esempio, i fratelli africani furono invitati a prestare servizio alla Betel come traduttori e stenografi. Gli stenografi africani avrebbero tradotto le lettere, dattilografandole in zulù, xhosa o sesotho. I fratelli ricevevano dunque particolari consigli riguardo ai loro bisogni e problemi. La maggioranza degli altri traduttori vernacolari furono pure portati alla Betel. Quando i visitatori venivano ora a visitare la Betel vedevano che le sorelle europee facevano lavori di casa e i fratelli europei la pulizia e il bucato — attività che in Sud Africa sono considerate lavoro per i “nativi” — e i fratelli africani erano seduti dietro le macchine da scrivere!

SFORZI DEI MISSIONARI IN AFRICA DEL SUD-OVEST

Nel frattempo, che cosa accadeva in Africa del Sud-Ovest? Tre missionari cominciarono a lavorarvi nel 1950. Cominciando da Windhoek, si trasferirono gradualmente in altre parti del territorio. Nel 1951 due di essi si trasferirono nel settentrione e a Tsumeb, cittadina di minatori del rame, si rallegrarono trovando due “pecore smarrite”. Queste erano state una volta in contatto con l’organizzazione e presto furono aiutate ad avere parte attiva nel servizio di campo. Sessantaquattro chilometri a sud, a Grootfontein, trovarono il fratello e la sorella Bogusch, che erano stati in contatto con la verità in Germania. Essendo ora venuti nuovamente in contatto con l’organizzazione, cominciarono a partecipare ancora una volta al servizio. Due altri proclamatori furono trovati a Otjiwarongo. Questi vi si erano trasferiti dall’Unione Sudafricana. Quindi furono trovati un padre e il figlio che erano stati abbonati per molti anni a La Torre di Guardia. Entrambi fecero rapidamente progresso fino al punto della dedicazione.

Quale gioia dovettero provare i tre missionari quando, alla fine del 1952, il numero dei proclamatori salì nel paese a 29! È vero che molti di questi si trasferirono, ma il lavoro fatto in quegli anni non fu vano. Come disse un missionario che venne più tardi: “Qui sono stati seminati molti semi di verità. Quando assistiamo alle assemblee nazionali nella Repubblica [Sudafricana], siamo accolti da Testimoni che cominciarono i loro studi a Windhoek”.

Nel 1953 cinque altri missionari furono felicemente accolti dai tre che già vi si trovavano. Questi missionari si stabilirono a Windhoek, dando agli altri tre fratelli l’opportunità di prendere assegnazioni più a nord e a sud. Nel volgere di settimane, ciascuno dei nuovi missionari ebbe da otto a dieci studi biblici, e da allora in poi l’opera è semplicemente fiorita.

Ma un problema continuava ad affiorare alla superficie: come raggiungere efficacemente la popolazione africana con la buona notizia. George Koett, uno dei primi missionari, aveva fatto del lavoro tra gli Africani nel quartiere africano (del comune) di Windhoek, ma le autorità cedettero alla pressione clericale e annullarono il suo permesso di entrare nel quartiere. Gli sforzi per avere pionieri africani dal Sud Africa incontrarono il rifiuto delle autorità. Nel 1959 il sorvegliante di distretto fece domanda all’amministratore nativo per avere il permesso di entrare nel quartiere, ma egli oppose un netto rifiuto. Tuttavia, più tardi in settimana andò in vacanza e fu chiesto il permesso di entrare nel quartiere al segretario comunale. Esso fu concesso e il film “Felicità della Società del Nuovo Mondo” fu proiettato a 216 Africani che mostrarono di apprezzarlo.

Dal 1953 Dick Waldron aveva cercato ripetute volte di ottenere il permesso d’entrare nel quartiere africano, ma invano. Quindi, Dick e Coralie Waldron capirono che stavano per divenire genitori. Avrebbero dovuto lasciare la loro assegnazione? No, decisero di restare. In seguito, giunse la notizia che la madre di Coralie, in Australia, si era ammalata molto gravemente. Ora i Waldron decisero di lasciare Windhoek, nell’Africa del Sud-Ovest, e di tornare in Australia. Ma la settimana della loro partenza venne la notizia che era stato loro concesso il permesso di lavorare tra gli Africani e gli abitanti di colore! Che cosa avrebbero fatto? Avrebbero restituito il permesso, dopo avere aspettato sette anni per ottenerlo? Il fratello Waldron annullò la sua prenotazione sulla nave, e sua moglie e sua figlia andarono in Australia da sole. Esse vi stettero quattro mesi e poi tornarono. Nel frattempo, Dick Waldron poté trascorrere molto tempo testimoniando agli Africani e agli abitanti di colore con soddisfacenti risultati. Alla loro prima assemblea di circoscrizione per Africani e abitanti di colore ebbero al discorso pubblico 100 presenti.

RAGGIUNTA LA POPOLAZIONE AFRICANA

Per raggiungere tutti gli Africani, era essenziale avere della letteratura tradotta e stampata nelle loro lingue. Ma finora non c’era nessun fratello africano istruito che assumesse questo compito. Qualche tempo prima, sotto la direttiva dei precedenti missionari, opuscoli erano stati tradotti in nama, kwanyama e herero da traduttori mondani. Sebbene questi fossero stampati e distribuiti non ebbero successo, poiché le traduzioni erano troppo vaghe e inaccurate. Nonostante che si dovessero impiegare di nuovo persone mondane, ci voleva una sovrintendenza assai più attenta.

Dick Waldron parla degli sforzi per ottenere traduzioni accurate: “Impiegando principalmente insegnanti di scuola che studiavano e avevano un po’ di conoscenza della verità, mi dovetti mettere a sedere con loro e lavorare con loro per assicurarmi che ciascuna frase fosse la verità. La lingua nama ha un vocabolario limitato. Per esempio, cercavo di esprimere il pensiero: ‘In principio Adamo fu un uomo perfetto’. Il traduttore si grattò la testa e disse che nella lingua nama non c’è nessuna parola per ‘perfetto’. ‘Ci sono’, esclamò, ‘in principio Adamo fu come una pesca matura’”. Malgrado i problemi, alla fine il trattato Vita nel nuovo mondo fu comunque tradotto in herero, nama, ndonga e kwanyama.

Il fratello Erwin Schneid e sua moglie Gertrud e la loro figlia Karin dalla Germania s’erano trasferiti nel 1956 nella cittadina costiera di Swakopmund. I loro parenti erano preoccupati di questo trasferimento ed essi stessi non erano troppo sicuri di ciò che li attendeva. Quale gente strana avrebbero incontrato? Quale lingua dai suoni bizzarri avrebbero dovuto imparare? Quali pericoli li attendevano in quel continente “nero”? Essi atterrarono a Walvis Bay e furono accolti da persone bianche che, con loro sorpresa, parlavano tedesco! Infatti, la loro nuova cittadina, Swakopmund, risultò una piccola città tedesca per stile di costruzioni, abitudini e lingua prevalente. Arrivarono poi anche altri membri della loro famiglia, altri interessati furono aiutati ad accettare la verità e ora si poteva formare una congregazione.

I fratelli di colore dalla Provincia del Capo cominciarono a trasferirsi nel territorio in relazione con l’industria della pesca, e contribuirono molto a diffondere la buona notizia tra gli Africani, specialmente a Walvis Bay. Questi Africani vengono in gran numero dai loro paesi, come dall’Ovamboland a nord, solo per uno o due anni, con un contratto di lavoro. Quindi devono tornare. Così molti di essi ottennero della letteratura della Società e poi se la riportarono con sé in Ovamboland. Uno degli Ovambo, Philemon Kalongela, accettò pienamente la verità a Walvis Bay e fu in grado di tornare in Ovamboland a predicare. Effettivamente egli vi lavorò per un po’ come pioniere speciale.

IL PRIMO OTTENTOTTO ACCETTA LA VERITÀ

Ella Crighton fu la prima persona di colore dell’Africa del Sud-Ovest che accettò la verità. Essa sapeva parlare correntemente anche la lingua nama (ottentotta). Quindi, fu certo appropriato che fosse lei ad aiutare il primissimo Ottentotto ad accettare la verità.

Poche persone possono vantare una biografia così ricca come quel caro vecchio fratello ottentotto, “Oupa” (Nonno) Jod. Catturato dai Tedeschi durante le guerre ottentotte quando era giovanotto, lavorò e visse per la maggior parte della sua vita a Windhoek. A proposito, quelle guerre finirono verso il 1890. Benché abbia ricevuto pochissima istruzione, “Oupa” sa leggere, scrivere e parlare non solo nella sua propria lingua nama, ma anche in tedesco e afrikaans. Quando la sorella Ella Crighton cominciò con lui uno studio biblico, “Oupa” Jod doveva aver superato di un bel po’ la settantina. Egli era una colonna della chiesa e il suo ritiro da Babilonia la Grande causò non poca agitazione. Da diverse parti del paese ministri si radunarono nella sua casa per persuaderlo a tornare alla sua precedente religione, ma non c’era nulla che lo smuovesse. Assistito da Ella Crighton, egli poté resistere a tutti i loro tentativi. I parenti piansero e supplicarono, ma inutilmente. “Oupa” Jod aveva trovato la verità.

SVILUPPI RECENTI

In questo paese con tale varietà di colore dei gruppi razziali e nazionali, Geova sta affrettando la sua opera. Alla fine del 1973, egli aprì la via perché si desse testimonianza ai Basters della zona di Rehoboth. Fino a quell’anno non era stato concesso a nessun testimone di Geova il permesso di entrare nella zona allo scopo di predicare il messaggio del Regno. Nella parte settentrionale del territorio, dove c’è una “riserva” di approssimativamente mezzo milione di Africani, l’opera comincia ad avere un piccolo fondamento. Nell’Ovamboland operano ora quattro gruppi di proclamatori e un pioniere speciale che abita appena al di là del confine rende loro servizio regolarmente come temporaneo sorvegliante di circoscrizione. Benché i testimoni di Geova colgano ogni opportunità per portare agli abitanti di questa “riserva” la buona notizia, sperano e pregano che sia loro aperta completamente la porta così che possano inviare in quella zona relativamente vasta lavoratori in servizio continuo.

Da una voce solitaria che nel 1947 dichiarava la verità nell’Africa del Sud-Ovest ha avuto luogo una bella espansione. Quella sola voce si è ora estesa al numero massimo di 322 proclamatori del Regno nel marzo 1975. Se sarà volontà di Geova aprire inoltre più pienamente i territori del settentrione, potremo quindi attendere anche da quella parte del campo una piena raccolta.

I FEDELI SI VALGONO DEI PRIVILEGI

Anche in Sud Africa ci sono meravigliosi esempi di proclamatori anziani come “Oupa” Jod dell’Africa del Sud-Ovest, e alcuni di essi sono nelle stesse file dei pionieri. Essi hanno avuto molti privilegi nel servizio di Geova. Una di questi fedeli in età avanzata, Annie Moseleba, una sorella africana, era la pioniera speciale più anziana. Nel 1966 essa morì all’età di novantuno anni dopo diciotto anni di servizio di pioniera. A causa della sua vecchiaia, era molto rispettata dalle persone della sua comunità e aveva ottimo successo dove altri proclamatori non riuscivano. Durante la sua carriera di pioniera, aiutò decine e decine di persone a venire nella verità. In un solo anno aiutò otto persone a prendere una ferma determinazione per la verità e tenne tredici studi biblici a domicilio.

Un altro fedele esempio è stato in Sud Africa il fratello George Phillips. Dal 1927 in poi prestò servizio come sorvegliante di filiale e i fratelli lo amavano e lo rispettavano profondamente per la sua devozione verso Geova e per l’esempio che dava. Egli mostrò di essere un vero combattente per la verità, un fratello che si atteneva al proprio lavoro, sostenendo sempre lealmente l’organizzazione di Geova. Diresse l’opera in quei primi inizi e fra le difficoltà degli anni quaranta. Vide crescere in Sud Africa l’organizzazione da un pugno di proclamatori a oltre 20.000 nel 1966. Quantunque ritenesse necessario lasciare la Betel alla fine del luglio 1966, il fratello Phillips aveva ancora il cuore nel servizio continuo e dopo un breve periodo prestava servizio come pioniere nello Strand, presso Città del Capo.

Ci fu un fratello molto capace disposto a incaricarsi della filiale dopo il fratello Phillips, cioè Harry Arnott, ex sorvegliante di filiale dello Zambia, che, con sua moglie, era stato deportato da quel paese l’anno prima. Egli era ben noto ai fratelli del Sud Africa, avendo servito per molti anni questo paese come sorvegliante di zona. Il fratello Arnott aveva la piena fiducia dei fratelli e per due anni prestò servizio come sorvegliante di filiale finché anche lui dovette rinunciare a questo privilegio di servizio a causa dell’atteso arrivo di un primogenito.

Dal giugno del 1968 in poi ha prestato servizio come sorvegliante di filiale il fratello Frans Muller. Dal 1960 egli era stato l’assistente del sorvegliante di filiale e aveva lavorato nel reparto di servizio. Il fratello Muller aveva fatto servizio in tutto il paese come sorvegliante di circoscrizione o di distretto, prima d’esser chiamato alla Betel nel 1959 insieme a sua moglie.

Questi rapidi cambiamenti da un sorvegliante di filiale all’altro non ebbero nessun effetto sfavorevole sull’opera. Ogni cosa continuò ad andare avanti armoniosamente. Ancora una volta fu mostrato a tutti i fratelli che l’opera di Geova non dipende da nessun individuo e che Geova può impiegare chiunque sia disposto a mettersi al suo servizio.

IL LIBRO “VERITÀ” AIUTA QUELLI SIMILI A PECORE

Durante le assemblee di distretto del 1968 fu presentato il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e fu introdotto il metodo di studio biblico di sei mesi. Si cominciarono ad avere risultati!

La distribuzione di letteratura nella Repubblica Sudafricana aumentò straordinariamente. Crebbero le visite ulteriori e gli studi biblici. Quando fu disponibile il libro Verità, il reparto spedizioni della filiale vide accadere qualche cosa che non era mai avvenuto prima. Nel periodo dal 1960 al 1967 si spedì approssimativamente una media di 90.000 libri l’anno. Ma nel 1968 essa salì a oltre 125.000. Nel 1969 il libro Verità fu stampato quindi in afrikaans e alla fine di quell’anno fu presentato in zulù, xhosa, e sepedi. Durante l’anno di servizio del 1970 la filiale spedì oltre 447.000 libri!

Essendo il libro Verità disponibile in tante lingue vernacolari, fu compiuto uno sforzo speciale per raggiungere quanti agricoltori era possibile in grandi estensioni di terreno di questo paese. La maggioranza di questi agricoltori è a chilometri di distanza e si può andare da loro solo in auto. Nella sede filiale della Società questi territori agricoli furono indicati sulla carta e le congregazioni furono incoraggiate a richiedere territori agricoli. La reazione fu buona. Alcune congregazioni accettarono territorio a oltre 320 chilometri da casa. Furono percorsi migliaia di chilometri per portare a quegli agricoltori la buona notizia del Regno. Un gruppo percorse in auto circa 500 chilometri quadrati, visitò 100 poderi e distribuì 90 libri Verità. Molte persone affamate di verità sono state trovate e assistite da questi fratelli per mezzo di corrispondenza o visite ulteriori.

IL CAMPO PORTOGHESE IN SUD AFRICA

Nella storia dell’Angola abbiamo menzionato che Henrique Vieira visitò Luanda mentre andava in Sud Africa. Egli si stabilì a Johannesburg e vi prestò servizio in una congregazione. Ma il fratello Vieira non era il solo immigrato dal Portogallo. A causa della prosperità e delle eccellenti opportunità d’impiego che il Sud Africa offriva, migliaia di Portoghesi, Greci e persone di altre nazionalità vi si sono trasferiti dall’Europa. Si calcola che nel Reef abitino circa 80.000 Portoghesi.

Nel 1965 il fratello Vieira e sua moglie già cominciarono a trovare buon interesse fra questi Portoghesi immigrati. Pochissimi di loro impararono l’inglese e così si pensò che c’era bisogno di alcuni Testimoni di lingua portoghese per aiutare queste persone a ottenere il messaggio del Regno. Nel gennaio del 1966, si formò a Johannesburg un gruppo di undici proclamatori portoghesi. A Johannesburg i Portoghesi non si trovano tutti nello stesso luogo, quindi i proclamatori spesso trascorrevano un’intera mattina per trovare una o due famiglie e testimoniare loro, e alcune domeniche non ne trovavano nessuna. Ciò nonostante, il piccolo gruppo crebbe molto rapidamente e alla fine del 1967 si era formata una nuova congregazione con circa 50 proclamatori.

Entro il campo portoghese ci fu in seguito una crescita costante non solo a Johannesburg e dintorni, ma anche altrove. In altre città del Sud Africa pure ci sono immigranti portoghesi. Così, dopo non molto tempo, c’erano gruppi di fratelli portoghesi a Durban, Port Elizabeth, Città del Capo e Bloemfontein.

Di tanto in tanto questi fratelli portoghesi tornano a fare una visita a casa e fanno questo sempre con il principale obiettivo di testimoniare alla famiglia e agli amici in quei paesi e villaggi cattolici del Portogallo. Per esempio, quando un nuovo fratello e sua moglie tornarono in vacanza in Portogallo, si domandavano come avrebbero potuto cominciare a testimoniare alla famiglia. Con loro grande sorpresa e diletto, un membro della famiglia cominciò a testimoniare a loro! Si può immaginare quale felice riunione familiare fu quella!

CAMPO GRECO IN SUD AFRICA

All’inizio del 1969, si formò a Johannesburg una piccola congregazione greca per aver cura dell’interesse che c’era fra la comunità greca di approssimativamente 30.000 persone nel Reef. In quel tempo c’erano solo ventiquattro fratelli greci che facevano rapporto di servizio di campo. Ma dopo solo sedici mesi questa congregazione era cresciuta fino a sessantadue proclamatori, inclusi cinque pionieri regolari e ogni mese tre o quattro pionieri temporanei. Qui era un altro eccellente inizio in un importante campo di servizio.

La popolazione greca è sparsa in tutto il Witwatersrand, per un’estensione di oltre novantasei chilometri. Così, per mezzo di una guida telefonica e dell’aiuto delle congregazioni di lingua inglese e di lingua afrikaans, la congregazione greca cominciò a compilare un “territorio di indirizzi” di tutti i Greci. Non molto tempo dopo la formazione della congregazione greca di Johannesburg, piccoli gruppi greci si costituirono in alcuni altri luoghi, anche in luoghi così lontani come Durban. Queste persone, che sono state sotto il pesante giogo della schiavitù religiosa della Chiesa Ortodossa Greca, presto riconoscono la verità e non perdono tempo a prendere una decisione. Quasi dal momento in cui si inizia con loro uno studio biblico, cominciano a frequentare le adunanze e a testimoniare ai loro amici e parenti.

ASSEMBLEE CON ASPETTI INTERNAZIONALI

Con la venuta di tutti questi stranieri, in Sud Africa le assemblee acquistano un vero aspetto internazionale. Alle assemblee di distretto e nazionali, ci sono per questi fratelli sezioni speciali nelle quali si presenta un programma nella loro propria lingua.

Parlando di un’“assemblea internazionale”, le Assemblee Internazionali “Pace in terra” del 1969 superarono ogni cosa precedente nella storia teocratica del Sud Africa. Prima ci fu l’attesa. Quindi si ebbe la realizzazione, quando oltre 500 fratelli del Sud Africa assisterono all’assemblea di Londra e un notevole numero andò ad assemblee in altre parti d’Europa, compreso il gigantesco congresso di Norimberga.

Per alcuni, questa non fu la prima assemblea internazionale. Ma per la maggioranza dei delegati, l’Assemblea “Pace in terra” di Londra del 1969 fu l’evento della loro vita. Fra questi furono i primi fratelli africani di qui che abbiano mai assistito a un’assemblea internazionale. Dieci di essi erano lavoratori in servizio continuo mandati dalla Società per mezzo del fondo viaggi del congresso. Essi furono grandemente incoraggiati da questa esperienza. Per molti era la prima volta che vedevano da vicino un aeroplano, per non parlare del viaggio aereo. Ma, la cosa che fece loro più impressione non fu la novità del viaggio aereo. Certo, di maggiore efficacia e utilità fu il cibo spirituale ricevuto all’assemblea. Ma questi fratelli africani pure si commossero profondamente per l’amore e l’ospitalità loro mostrati dai fratelli bianchi sull’aereo, e per l’esperienza di stare con fratelli bianchi nelle loro case in Inghilterra, qualche cosa che la legge non consente loro nel paese del Sud Africa. Quando si chiese a Nicolson Makhetha del Lesotho cosa gli aveva fatto più impressione, indipendentemente dal programma dell’assemblea, disse: “L’essere con i fratelli europei nella loro casa e vedere come applicano alla vita familiare i consigli ricevuti dall’organizzazione”.

Questa esperienza mostrò ai fratelli africani che i testimoni di Geova sono davvero gli stessi in tutto il mondo, e tornarono con molte cose da dire agli altri fratelli africani. Come furono grati della generosità dei loro conservi cristiani che rese loro possibile avere questa esperienza!

I delegati alle Assemblee Internazionali “Pace in terra” si rallegrarono tanto del cibo spirituale che attesero di avere di nuovo lo stesso programma, dal 31 dicembre 1969 al 4 gennaio 1970, alle Assemblee Nazionali “Pace in terra” in Sud Africa. E quali grandi folle assisterono! Alle tre adunanze pubbliche, nell’insieme ci furono 45.821 presenti e 1.294 furono battezzati.

ECCELLENTE PROGRESSO IN S. ELENA

All’assemblea internazionale di Londra del luglio 1969, alcuni fratelli del Sud Africa incontrarono George Scipio e sua figlia di S. Elena. Il fratello Scipio poté dir loro che testimoniare di anno in anno alle stesse persone in una piccola isola come S. Elena è una vera prova di fede e perseveranza. Ciò nondimeno, nel corso degli anni vi è stato fatto un meraviglioso progresso.

Il territorio è stato lavorato così bene, e la nostra letteratura vi è stata così ben distribuita, che quando a un padrone di casa si chiede di prendere la sua Bibbia, non è insolito che esca con una copia della Traduzione del Nuovo Mondo. Con l’arrivo del libro Verità, nel 1969 la media degli studi biblici salì a 1,2 per proclamatore. Parecchie persone che avevano conosciuto la verità da qualche tempo furono aiutate a prendere una definita determinazione. Questo libro contribuì inoltre a ravvivare proclamatori inattivi.

Mentre le loro file continuano a crescere, in S. Elena il coro dei proclamatori del Regno diviene sempre più alto. Nell’anno di servizio del 1975 si raggiunse il massimo di 99 proclamatori. Il territorio si è ora ristretto fino al punto che ogni proclamatore ha in media un territorio comprendente 51 persone. E ancora si trova buon interesse.

GLI ISOLANI DI ASCENSION ODONO LA BUONA NOTIZIA

La prima volta che si ricevette un rapporto da quest’isola situata circa 1.120 chilometri a nord-ovest di S. Elena fu nel 1965. Fu della sorella B. Taylor, il cui marito lavorava per la società Cable and Wireless Company ed era stato mandato lì da quella compagnia. In quel tempo la popolazione di quest’isola di approssimativamente 88 chilometri quadrati era di poco più di 300 abitanti. Lavorare tutta sola fu per questa sorella una vera sfida. Ma l’accettò e ogni mese fece in media 23 ore di servizio e tre studi biblici.

Nel 1968 la popolazione dell’isola era cresciuta a 2.000. Quell’anno la sorella Taylor andò in Inghilterra per una visita. Quindi, George Scipio da S. Elena andò ad aver cura degli interessati. Il suo commento: “Le persone di quest’isola sono come pecore senza pastore”. L’interesse che trovò indusse il fratello Scipio a trasferire tutta la sua famiglia nell’isola di Ascension. Questo diede all’opera un grande impulso.

In un caso uno studio biblico a domicilio si era tenuto alle ore 22 perché alcune settimane l’uomo faceva turni di lavoro fin dopo le ore ventuno. Siccome faceva molto caldo, avevano l’abitudine di tenere lo studio all’aperto sulla veranda, dove i vicini potevano vederli. Come risultato i vicini li schernivano. Mentre l’uomo faceva progresso e si rendeva conto che imparava la verità, commentò: “Ora capisco perché più persone non sono testimoni di Geova, perché hanno timore di ciò che direbbero e penserebbero i loro vicini”. La famiglia cominciò a frequentare le adunanze e a provarvi gioia. Dopo aver udito allo studio di libro del martedì quanto il tempo sia urgente e quanto lavoro ci sia ancora da fare, il giorno dopo l’uomo cominciò a testimoniare a tutti i suoi compagni di lavoro e provò grande gioia trovando un uomo che chiese una Bibbia e un libro per poter studiare anche lui.

Dopo nove mesi, il fratello Scipio e la sua famiglia dovettero tornare in S. Elena. In ogni modo, si tennero in contatto con alcuni studenti biblici per mezzo della corrispondenza. Uno di questi interessati era un giovanotto che una mattina durante un’interruzione del lavoro era venuto alla casa del pioniere a chiedere se poteva avere un bicchiere d’acqua. Il giorno dopo venne di nuovo per un bicchiere d’acqua, si fermò per un po’ e nervosamente chiese quindi alla moglie del pioniere se aveva delle Bibbie da vendere. Gliene fu immediatamente provveduta una e fu invitato allo studio di libro. Egli si procurò un libro e venne. Il figlio tredicenne del pioniere cominciò con lui uno studio ed egli fece costante progresso.

Dopo la partenza del fratello Scipio, questo giovanotto prese una ferma determinazione per la verità. Quando il suo datore di lavoro gli disse di tinteggiare edifici militari o ecclesiastici si rifiutò. Nemmeno il caposquadra principale poté fargli cambiare opinione con tutti i suoi argomenti.

Negli ultimi tre anni non abbiamo ricevuto dall’isola di Ascension nessun rapporto di servizio di campo. La sola proclamatrice dell’isola che fece viaggi regolari nel Regno Unito e inviò rapporti era piuttosto irregolare. Pur non essendo sicuri di cosa le sia accaduto, forse Geova sa che lì vi sono ancora persone simili a pecore da portare ‘nell’ovile’. — Mic. 2:12.

SOSTENUTA LA LEGGE DI DIO SUL SANGUE

Di tanto in tanto si presenta in Sud Africa la questione del sangue. Per esempio: Una sorella africana, incinta di sei mesi, cominciò ad un tratto ad avere emorragie. All’ospedale i medici le ordinarono una trasfusione di sangue. Il fratello e la sorella Marsh spiegarono la loro posizione scritturale, solo per essere derisi dai medici e dalle infermiere. Essa era visitata ogni mezz’ora. In seguito, un’infermiera la informò che non poteva percepire il battito cardiaco del feto e che credeva il bambino le fosse morto dentro. Il medico ora volle estrarre il feto “morto”, ma non senza una trasfusione di sangue. Benché la sorella dicesse di sentire ancora i movimenti fetali, il personale medico insisté che il bambino era morto.

Il fratello e la sorella Marsh lasciarono quell’ospedale e andarono in un altro. Durante il percorso il fratello incoraggiò la moglie a rimanere fedele, qualunque cosa accadesse. Arrivati all’altro ospedale, fu spiegata la loro posizione in quanto al sangue e l’infermiera di servizio notturno chiese loro di firmare una dichiarazione in tal senso. Un esame rivelò che il bambino era ancora vivo. Le fu fatto il trattamento e la nostra sorella si rimise rapidamente, ma doveva venire ogni due settimane per un controllo. Il medico acconsentì di compiere un taglio cesareo senza sangue. Quando giunse il tempo del parto, la sorella fu ammessa nell’ospedale. Ma mentre il personale si preparava per l’operazione, essa diede normalmente alla luce due gemelli. Come furono felici questo fratello e questa sorella d’esser rimasti fedeli alla legge di Geova!

IL CAMPO INDIANO RISULTA PRODUTTIVO

In Sud Africa c’è una popolazione indiana abbastanza grande, e nei recenti anni molte di queste persone sono venute nella verità. Nel Transvaal e nel Natal ci sono ora diverse congregazioni indiane. Anteriormente, alcune di queste persone erano indù, alcune cristiane nominali e altre musulmane. Comunque, ora si uniscono al resto dei servitori di Geova in Sud Africa, adorando Geova con spirito e con verità. — Giov. 4:23.

NUOVA ESPANSIONE

Per molti anni, in Sud Africa e nei territori limitrofi i fratelli avevano atteso un’altra visita del presidente della Società Torre di Guardia, N. H. Knorr, che era stato in Sud Africa per l’ultima volta nel 1959 quando aveva prestabilito l’ampliamento della sede filiale. Era di nuovo tempo di ampliare i locali della Betel, che nel 1970 erano utilizzati al massimo, con 68 membri nella famiglia. Quando nel giugno del 1970 il Ministero del Regno annunciò che le assemblee di distretto erano state annullate per tenere un’assemblea nazionale, ci furono grandi speranze che sarebbe venuto un visitatore da Brooklyn. Ma il Ministero del Regno annunciò solo a novembre: “Il fratello Knorr verrà!” I fratelli si rallegrarono e nulla poté trattenerli dal venire alle Assemblee “Uomini di buona volontà” indette per i giorni dal 7 al 10 gennaio 1971.

Dato che nel Sud Africa c’è la segregazione razziale e che i vari gruppi razziali abitano in quartieri separati, si dovettero indire tre diverse assemblee. Gli Europei si radunarono nell’esposizione del parco Milner, quelli di colore nello stadio Union nella zona degli abitanti di colore e i fratelli africani si radunarono nel parco Mofolo nell’enorme complesso di Soweto dove abitano centinaia di migliaia di Africani.

Il parco Mofolo è semplicemente un parco aperto fiancheggiato da alberi, senza nessuna sorta di locale. Quindi i fratelli africani, con l’aiuto di molti fratelli europei, intrapresero un enorme lavoro di costruzione per far sedere 30.000 persone ed erigere vari reparti. Essi edificarono anche gabinetti per la folla che si attendeva. I funzionari municipali che visitarono il posto fecero l’osservazione: “Siamo sorpresi di ciò che fate. Infatti, avete costruito due città!” Si riferivano alle sezioni zulù e sesotho del parco.

A queste assemblee si provò per la prima volta qualche cosa con grande successo. Questo fu l’impiego di un solo gruppo di attori che rappresentarono un dramma con la pantomima, mentre il dialogo era udito simultaneamente in due lingue nelle diverse sezioni dello stadio. Questo fu un compito molto grande, che richiese molte ore di lavoro. Ma fu molto apprezzato dai fratelli che poterono tutti trarre beneficio dalle eccellenti lezioni dei drammi nelle proprie lingue.

Il fratello Knorr fu tenuto occupato a correre da un’assemblea all’altra, per essere in tempo alle sue parti dei diversi programmi. Il suo discorso estemporaneo: “Questa è la Via”, fu specialmente apprezzato, e, in seguito, i fratelli continuarono a parlare a lungo dei meravigliosi consigli che così avevano ricevuti. Il grande culmine fu il discorso pubblico. All’assemblea di colore furono presenti 2.770 persone, a quella europea 12.252 e a quella africana 33.757, formando una somma totale di 48.779 persone! Questo fu un meraviglioso numero di presenti quando si considera che allora c’erano in Sud Africa solo circa 22.000 Testimoni.

Nelle sue osservazioni di chiusura molto incoraggianti il fratello Knorr disse ai fratelli radunati in assemblea che erano stati fatti i progetti per ampliare lo stabilimento, la filiale e la casa Betel della Società a Elandsfontein. Egli spiegò anche come i proclamatori potevano aiutare.

La stessa famiglia Betel apprezzò grandemente la visita che il fratello Knorr fece alla filiale. Egli osservò che la famiglia consisteva per lo più di giovani. Quasi tutti erano stati educati da genitori dedicati ed erano felici di essere alla Betel.

La famiglia Betel di Elandsfontein ha anche alcuni anziani. Per esempio, c’è Andrew Jack, ora ottantenne, che fa ancora una piena giornata di lavoro. Gert Nel, nostro ex “servitore per i fratelli” ancora traduce La Torre di Guardia in afrikaans, benché abbia ora settantuno anni. La famiglia di Elandsfontein è felice, dimorando e lavorando insieme unitamente. La famiglia comprende quattordici fratelli e sorelle africani. Nella famiglia c’è un caloroso spirito di amore e unità, nonostante che i suoi membri vengano da ambienti così diversi. Mentre nella casa Betel la lingua ufficiale è l’inglese, questa famiglia rende servizio a persone di molte lingue: zulù, sesotho, xhosa, tswana, sepedi, tedesco, greco, afrikaans e portoghese. Essi sono felici di servire i loro fratelli non solo in Sud Africa, ma anche in Congo (Kinshasa, ora chiamato Zaïre), Mozambico, Rhodesia e Zambia, per i quali fanno lavoro di stampa.

Quando il fratello Knorr informò i fratelli delle proporzioni dell’ampliamento degli edifici di Elandsfontein e che i fratelli stessi avrebbero costruito l’ampliamento, la risposta fu incoraggiante! Nella filiale cominciarono ad arrivare le contribuzioni. Si ricevettero tante offerte di prestiti che la sede filiale della Società dovette dire ai fratelli che erano sufficienti. Ma in quel tempo c’era nel paese scarsità di cemento e i fratelli si domandavano se avrebbero ottenuto tutto il cemento necessario. Proprio allora un fratello indiano telefonò e li pregò di prendere un’offerta di 500 sacchi di cemento (di 50 chili l’uno). Altri offrirono i loro autocarri per fare il trasporto per conto della Società e un fratello trasportò tutte le mattonelle per il rivestimento esterno di cui avevano bisogno dalla distanza di sessantaquattro chilometri. Una sorella pioniera africana pagò una ditta perché consegnasse 15 metri cubi di sabbia da costruzione. I fratelli veramente offrivano le loro cose materiali volontariamente per l’espansione dell’opera del Regno. — Prov. 3:9, 10.

Vari costruttori, falegnami, elettricisti e altri artigiani molto capaci si resero disponibili per l’intero periodo dei lavori di costruzione. Altri vennero per diversi mesi. Centinaia di fratelli delle congregazioni vicine aiutarono i fine settimana. La partecipazione fu meravigliosa. Verso l’ultima parte dei lavori di costruzione, quando ci voleva molto aiuto per ripulire, a volte ci furono sul posto fino a 200 aiutanti. I fratelli si rallegrarono pienamente lavorando insieme e fra tutti prevalse uno splendido spirito di pace e unità.

Pochissime cose furono fatte da ditte estranee, poiché c’erano fratelli che sapevano fare quasi ogni cosa, sì, architetto, ingegnere, elettricisti, idraulici, falegnami e così via furono tutti fratelli dedicati, felici di partecipare al lavoro di costruzione. Inoltre, questo progetto di costruzione provvide ai fratelli di varie razze l’ottima opportunità di lavorare insieme nel servizio del Regno. A causa delle leggi sulla segregazione, in genere si radunano separatamente, ciascuno nella propria comunità e nel proprio gruppo linguistico, ma qui fratelli africani, di colore, indiani e bianchi lavoravano insieme in un’unità che questo mondo non potrà mai raggiungere.

Per illustrare la generosità dei fratelli, nota ciò che accadde il giorno che fecero la gettata di cemento del primo piano. C’erano molti fratelli per aiutare. Infatti erano tanti che ad alcuni si diede altro lavoro da fare. Il lavoro cominciò alle 6 del mattino, mentre era ancora buio, e alle 16,30 di quel pomeriggio erano stati gettati 184 metri cubi di cemento e la soletta era finita. I fratelli furono felici e fra loro prevalse uno spirito così meraviglioso che molti desiderarono aggiungere al contributo del loro lavoro un supplemento di offerte pecuniarie. Quando giunsero alla fine del giorno, riscontrarono che, con lo sconto, la spesa della soletta era di 3.300 rand e allorché si sommarono le contribuzioni di questi lavoratori, superarono questa somma! Quale spirito meraviglioso!

L’aiuto venne da ogni parte. Una lettera commovente giunse da due sorelline dell’isola di S. Elena che scrissero: “Cari fratelli, vi preghiamo di accettare quest’offerta per il fondo della costruzione. Sandra e io abbiamo fatto una borsa di filo di nylon e l’abbiamo venduta per 1 sterlina. Io ho nove anni e Sandra ne ha sei. Affettuosi saluti cristiani”.

I lavori di costruzione iniziarono il 6 maggio 1971, quando si ricevette l’approvazione del progetto di costruzione. In ottobre il sorvegliante di filiale sollecitava i fratelli perché terminassero l’edificio per la fine di dicembre. “Perché sollecitare?” chiedevano alcuni fratelli. Ma fecero il lavoro, e alla fine di dicembre il lavoro di costruzione era quasi completato. Si dovevano fare solo i ritocchi finali, la tinteggiatura e simili. La domenica 30 gennaio 1972, il lavoro fu completato e molti dei membri anziani della famiglia Betel si erano trasferiti in alcune delle diciassette belle nuove stanze da letto nella nuova ala della casa Betel. Ora lo stabilimento era ampliato di oltre 830 metri quadrati.

Il lunedì mattina 31 gennaio 1972, il sorvegliante di filiale annunciò che alcune ore dopo il presidente della Società, N. H. Knorr, e il sorvegliante dello stabilimento di Brooklyn, M. H. Larson, sarebbero arrivati all’Aeroporto Jan Smuts per una visita al Sud Africa. Quale sorpresa! E quale meravigliosa visita fu quella! I fratelli Knorr e Larson si rallegrarono dell’edificio come se ne rallegrarono i 577 fratelli che assisterono alla dedicazione della nuova costruzione il mercoledì sera 2 febbraio.

Tutto ciò si compì perché il popolo di Geova si offrì volenterosamente. (Sal. 110:3) Ora hanno un bell’edificio, costruito da mani dedicate, e per la metà di quanto sarebbe costato se il lavoro fosse stato compiuto da un’impresa commerciale. A Geova ogni lode per la volontà manifestata fra i suoi dedicati servitori!

DI NUOVO LA CONTESA DELLA NEUTRALITÀ

Nel 1972 la posizione neutrale dei fratelli giovani divenne in Sud Africa una contesa scottante. In precedenza, i testimoni di Geova avevano ricevuto l’esenzione dal servizio militare; ma ora, a causa di molta attività politica in Africa, ogni giovane bianco doveva sottoporsi all’addestramento militare. Siccome questi giovani fratelli si rifiutarono di farlo, furono invariabilmente condannati a novanta giorni di detenzione in caserma dove erano rinchiusi solo con gli indumenti intimi per essersi rifiutati di indossare l’uniforme. Quindi, prima che scadesse la condanna dei novanta giorni, erano di nuovo invitati a indossare l’uniforme e, se si rifiutavano, ricevevano altri novanta giorni di condanna. Sembrava che quei fratelli giovani sarebbero stati tenuti in prigione indefinitamente.

Col passare del tempo, si fece a questa contesa sempre più pubblicità e le persone di mente imparziale si espressero a favore dei Testimoni, anche in Parlamento. Alla fine, la legge fu cambiata. Ora ogni fratello che si rifiuta di sottoporsi all’addestramento militare è condannato a un anno di detenzione nelle carceri militari, dopo di che è esentato dal servizio militare. Mentre in precedenza i cristiani neutrali erano tenuti in segregazione cellulare, ora sono incaricati di badare a se stessi in una sezione delle prigioni militari dove fanno un po’ di lavoro nell’orto per proprio conto, oltre a compiere lavoro non militare in campi di rugby e in altri campi sportivi in genere.

AIUTO AI FRATELLI BISOGNOSI

Il 13 ottobre 1972 i giornali del Sud Africa riportarono la notizia che i testimoni di Geova erano perseguitati nel Malawi e che fuggivano nello Zambia. La filiale del Sud Africa si mise in contatto con la filiale della Società nello Zambia per chiedere in quale modo i fratelli del Sud Africa avrebbero potuto essere d’aiuto.

Dopo aver fatto un controllo sul posto, la filiale dello Zambia mandò al Sud Africa questo cablogramma: “I profughi del Malawi chiedono con urgenza tende impermeabili. Potete ottenere tende militari usate, tendoni di PVC o plastica spessa, teli impermeabili da mettere a terra o simili? Telefonate i particolari per la licenza d’importazione. Si tratta approssimativamente di 7.000 persone”. Il 18 ottobre, fu inviato un appello alle congregazioni dei testimoni di Geova del Sud Africa. La risposta fu rapida e generosa. Da tutto il paese, giunse nella filiale della Società a Elandsfontein una grande quantità di denaro e indumenti.

A una vendita all’asta furono acquistati più di mille impermeabili ex militari. Molti di questi avevano piccoli fori o strappi e questi dovettero essere riparati. Il fine settimana del 21-22 ottobre ci fu una scena indimenticabile. Una ininterrotta colonna di auto, camionette, autocarri carichi di indumenti arrivarono alla casa Betel. Nel reparto spedizioni si costituirono due sezioni, per separare gli indumenti in indumenti da uomo, da donna e da bambino. Si impacchettarono solo oggetti buoni. Fuori c’erano circa 150 fratelli e sorelle che rattoppavano e cucivano gli strappi degli impermeabili. Funzionavano di continuo più di dieci macchine da cucire industriali. Tanti si offrirono come volontari che diversi dovettero essere mandati via. Tutti volevano proprio prendere parte nel fare qualche cosa per i loro fratelli che erano nel campo di Sinda Misale, in Zambia.

La domenica mattina giunsero i due autocarri che erano stati offerti volontariamente. Il lunedì pomeriggio 23 ottobre, questi due grossi autocarri partirono per il campo di Sinda Misale con 948 grossi teli impermeabili, 157 grosse scatole e balle di indumenti e 1.111 coperte, gomitoli di corda, martelli, seghe, pale, e così via. Questi due autocarri portarono un carico di approssimativamente 34 tonnellate di merce. I fratelli del Sud Africa furono molto felici di poter partecipare in questo modo, oltre a innalzare fervide preghiere a favore dei loro fratelli malawiani.

La fine di quella settimana, gli autocarri erano in Zambia. Uno di essi fu scaricato a Lusaka e quindi tornò in Sud Africa. L’altro, oltre a cinque autocarri più piccoli dei fratelli zambiani, presero la merce donata, in più cibo e contribuzioni offerti dai fratelli zambiani, e partirono per il campo. Ci vollero tre viaggi al campo per trasportare tutto ciò che i fratelli avevano donato.

Quando gli autocarri giunsero nel campo e tra i fratelli malawiani si sparse la notizia che i loro conservi credenti del Sud Africa e dello Zambia avevano mandato loro teloni per ripararsi, indumenti e cibo, furono versate molte lagrime di gioia. Qui era la tangibile prova della veracità delle parole di Gesù in Giovanni 13:35: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”.

I fratelli furono subito rimandati nel Malawi. Quindi, a causa dell’ulteriore persecuzione, fuggirono nel Mozambico. Ogni sforzo per inviare altri autocarri carichi di indumenti e cibo a questi fratelli nei campi del Mozambico fallì. I fratelli sudafricani cominciarono dunque a mandare indumenti per posta, facendo pacchi di dieci chilogrammi l’uno, per cui la tassa di spedizione era di 4,44 rand il pacco. Si mandarono in questo modo circa sedici tonnellate di indumenti. Inoltre, i fratelli mostrarono il loro vero amore per i fratelli malawiani che si trovavano nei campi profughi offrendo contribuzioni in denaro per acquistare cibo. In aggiunta alle contribuzioni singole inviate ai campi da molti fratelli del Sud Africa, altri 100.000 rand (142.000 dollari) furono spesi per il soccorso del Malawi. I fratelli del Sud Africa furono lieti di poter venire in aiuto dei loro fratelli malawiani quando erano in Mozambico, ed essi continuano a interessarsi amorevolmente di loro.

GIOIOSO AVVENIMENTO INTERNAZIONALE

Per i testimoni di Geova del Sud Africa, il 1973 fu l’anno delle assemblee internazionali. Prima di tutto, quasi 1.000 persone fecero il viaggio dal Sud Africa per assistere alle assemblee internazionali in Europa, Inghilterra e Stati Uniti d’America. Il loro entusiasmo contribuì a edificare lo zelo per la loro propria assemblea internazionale di Johannesburg. Per la prima volta il Sud Africa fu nell’elenco delle assemblee internazionali e attendeva molti visitatori dall’Europa e da altre parti del mondo.

I fratelli predisposero di avere tre diverse assemblee, una per i fratelli bianchi, una per i fratelli di colore e indiani, e una per i fratelli africani. Essi si proponevano di combinare tutt’e tre le assemblee la domenica pomeriggio in una sola sessione, poiché sapevano che non avrebbero ottenuto il permesso di avere un’assemblea combinata per l’intero periodo. Ma si incontrarono problemi.

Prima, il permesso di tenere a Johannesburg un’assemblea africana fu rifiutato. Si dispose dunque di tenere assemblee africane in cinque diversi centri. Invece di una sconfitta, questa risultò per il popolo di Geova una benedizione, giacché molti fratelli africani che non avrebbero potuto assistere furono in grado di permettersi la spesa di andare a un’assemblea più vicina.

Ma ci furono altri problemi. A causa della contesa militare in questo paese, il dipartimento dell’interno non considerò i testimoni di Geova con favore. Di conseguenza, a molti probabili visitatori che avevano dichiarato di venire ad assistere all’assemblea dei testimoni di Geova fu rifiutato il visto. Fra questi ci furono il sorvegliante della filiale americana, Milton Henschel, e il segretario-tesoriere della Società, Grant Suiter. I fratelli sudafricani furono molto delusi.

Ciò nonostante, le assemblee furono una vittoria divina! Molti fratelli vennero dall’Europa come turisti ed ebbero ottima compagnia con i fratelli sudafricani. L’assemblea africana per la zona di Johannesburg fu trasferita a Benoni, città circa trenta chilometri a est di Johannesburg. La domenica 6 gennaio 1974, il programma cominciò alle ore 9 e finì alle 12. In precedenza erano state prese tutte le disposizioni, e fra le 12 e le 15 tutti i fratelli delle due assemblee di Johannesburg e di quella di Benoni si trasferirono nello Stadio Rand di Johannesburg per le sessioni finali combinate. Tutti si meravigliarono per l’armonioso passaggio dai tre luoghi a un luogo solo, nello Stadio Rand. Essi arrivarono nello Stadio Rand in auto, in autobus e in treno in un flusso continuo e si riversarono nello stadio finché fu pieno, con un totale di 33.408 presenti. Molti stavano in piedi.

Fu veramente uno spettacolo bello per i testimoni di Geova vedervi i loro fratelli africani, di colore e bianchi tutti associati nell’adorazione di Geova. Non c’era nessuna segregazione. Quelli che conoscevano l’inglese potevano mettersi a sedere in qualsiasi posto e i fratelli colsero l’opportunità per mettersi a sedere con i loro fratelli d’altre razze. Quelli che preferivano lo zulù poterono mettersi a sedere nella sezione zulù; quelli che parlavano sesotho, nella sezione sesotho. C’erano anche le sezioni afrikaans e portoghese. Fu veramente una folla “mista” e tutti furono molto felici. Infatti, furono così gioiosi che era difficile trattenerli dall’applaudire in eccesso. I fratelli non sono mai stati così felici, e molti descrissero l’occasione come un pomeriggio “indimenticabile”.

Come avvenne questo? Sotto la guida divina e senza rendersene conto, essi avevano prenotato a Johannesburg il solo stadio riservato alle adunanze internazionali, interrazziali! Per questa sessione non fu necessario nessun permesso. Il totale dei presenti al discorso pubblico di tutte le Assemblee “Vittoria Divina” giunse a 56.286 persone, e 1.867 furono battezzati.

CAMPAGNA SENZA PRECEDENTI IN TERRITORI ISOLATI

L’anno 1974 risultò il migliore avuto fino ad allora nella predicazione della buona notizia del Regno. I Testimoni cercarono di raggiungere le persone che vivevano in estesi latifondi del Sud Africa e nei territori autonomi africani. Alcuni di questi luoghi non avevano mai ricevuto testimonianza. Pertanto, durante la campagna nei territori isolati, si fece uno sforzo speciale per raggiungere tutte queste persone. Le congregazioni cittadine accettarono prontamente l’assegnazione di territori lontani centinaia di chilometri. Si ottennero cartine speciali che mostravano ogni casa colonica europea, oltre a tutti i villaggi africani dei poderi. Le congregazioni europee cominciarono a percorrere tutti i poderi, testimoniando anche ai residenti africani. Dove gli Africani non capivano le lingue europee, i proclamatori europei usavano piccoli registratori a cassetta e facevano ascoltare sermoni registrati nella lingua della persona. Ci fu una tale richiesta di letteratura che durante questa campagna esaurirono quasi tutti i libri. Le congregazioni africane si concentrarono nei territori autonomi dove gli Europei non hanno il permesso di entrare. Nei tre mesi di campagna, si distribuirono 140.000 libri e più di 92.000 opuscoli, oltre a centinaia di migliaia di riviste. Alcuni gruppi di pionieri speciali, durante la campagna dei territori isolati, viaggiarono più di 14.000 chilometri per raggiungere tutti i poderi della loro assegnazione.

Alla fine dell’anno di servizio del 1974, furono lieti di fare rapporto di uno splendido nuovo massimo di 4.055 battezzati e di un aumento del 14 per cento nella media dei proclamatori, con un massimo di 28.397. La distribuzione dei volantini Notizie del Regno diede ulteriore impeto all’opera.

CONTINUA L’EVIDENZA DELLA BENEDIZIONE DIVINA

L’opera di predicare il Regno per certo avanza di continuo. Infatti, già all’inizio del giugno 1975, s’erano battezzate quell’anno di servizio 2.462 persone. Si predispose di fare un’altra campagna in territorio isolato ancora più grande di quella del 1974, per raggiungere tutte le persone che erano nell’assegnazione di questa filiale.

Nel frattempo, la produzione di riviste è aumentata fino al punto che lo stabilimento, la casa e gli uffici di Elandsfontein sono troppo piccoli e devono di nuovo essere ampliati. Mentre si scrive questo rapporto, si stanno facendo i progetti dell’ampliamento. Si predispone di costruire un ampliamento che raddoppierà lo spazio della sala da pranzo, della cucina e della lavanderia, l’aggiunta di 1.850 metri quadri allo stabilimento, la costruzione di un nuovo isolato per gli uffici di 370 metri quadri e l’aggiunta di una nuova grande Sala del Regno.

I fratelli si rallegrano di ogni evidenza della benedizione di Geova. Ma essi si rendono anche conto che devono attendersi opposizione dal nemico. Attualmente, sono occupati con una causa alla Corte Suprema di Johannesburg per difendere i diritti dei loro figli africani in età scolare di frequentare la scuola senza cantare inni religiosi e partecipare a preghiere delle organizzazioni religiose false. Molti figli di Testimoni europei sono pure espulsi dalla scuola, ma per una ragione diversa. Ciò avviene perché si rifiutano di partecipare a marce di tipo militare, saluto alla bandiera e canto dell’inno nazionale. Essi non sanno quale sarà il risultato di queste contese, ma sono decisi ad andare avanti nella predicazione della buona notizia del Regno, confidando nella guida di Geova.

Quando ricordano quella prima filiale con un solo uomo che ebbe inizio nel 1910 nel minuscolo ufficio usato dal fratello Johnston e lo paragonano con la loro eccellente casa Betel di oggi, e anche con le nuove filiali formate in Rhodesia, Zambia, Zaïre, Kenya, Madagascar e Maurizio, quale differenza! Quando pensano a quella macchina da stampa a plàtina alimentata a mano spedita da Brooklyn nel 1924, e installata dal fratello Phillips, e quindi visitano qui il loro stabilimento tipografico pieno di macchinari, che producono una grande quantità di riviste e altre pubblicazioni del Regno, quale espansione! Quando ricordano la piccola famiglia Betel di 21 persone del 1951, che abitavano in case separate e considerano l’unita e felice famiglia di 110 fratelli e sorelle di oggi, quale crescita! E quando notano che nel 1931, in tutti i territori sotto questa sede filiale c’erano solo 100 proclamatori, mentre oggi nella stessa zona ci sono più di 140.000 predicatori della buona notizia, come sono pieni di gratitudine verso Dio! I suoi atti sono oggi importanti, come lo furono altre opere divine del passato. Appropriatamente possono dire col salmista: “Questo è venuto da Geova stesso; è meraviglioso ai nostri occhi”. — Sal. 118:23.

[Immagine a pagina 187]

Casa Betel di Elandsfontein, nel 1952

[Immagine alle pagine 240 e 241]

Filiale e stamperia della Società Torre di Guardia, Elandsfontein, Sud Africa