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Papua Nuova Guinea e Isole Salomone

Papua Nuova Guinea e Isole Salomone

Papua Nuova Guinea e Isole Salomone

Benvenuti nelle remote isole ammantate di foreste che si stendono a nord-est dell’Australia. Papua Nuova Guinea occupa la parte orientale della maggiore di queste isole. A est vi sono le isole Manus, Nuova Britannia, Nuova Irlanda, le Salomone Settentrionali e centinaia di altre isole che costituiscono lo stato indipendente di Papua Nuova Guinea. Ancora più a est vi sono le Isole Salomone, col gruppo secondario delle Isole Santa Cruz. Sul territorio principale e in queste distanti isole a est di Irian Jaya (parte dell’Indonesia) vivono oltre 2.800.000 persone. Ma, pensate! Parlano più di 700 lingue diverse!

I Portoghesi e gli Spagnoli furono tra i primi esploratori europei che scoprirono queste isole nel lontano sedicesimo secolo. “Papua” è una parola malese che significa “ricciuto”. Quel nome fu dato per la prima volta all’isola dall’esploratore portoghese don Jorge de Meneses. È un nome appropriato? Si potrebbe certo pensare di sì vedendo i Papua con la loro enorme massa di capelli. D’altra parte, si dice che l’esploratore spagnolo de Retez abbia pensato che gli abitanti del luogo rassomigliassero molto a quelli che aveva visto sulla costa africana della Guinea. Così quest’affascinante parte del mondo fu chiamata “Papua Nuova Guinea”.

Prima della seconda guerra mondiale Papua (a sud) e Nuova Guinea (a nord) avevano un’amministrazione separata. In seguito furono entrambe amministrate dal governo australiano. Infine, dopo un periodo di governo autonomo, il 16 settembre 1975 Papua Nuova Guinea divenne una nazione indipendente. Le Isole Salomone hanno attualmente un governo autonomo e aspirano all’indipendenza.

PAESE E POPOLAZIONE

Al centro del territorio di Papua Nuova Guinea c’è una delle grandi catene montuose della terra. Diverse vette superano i 3950 metri sul livello del mare, col maestoso Monte Wilhelm che supera i 4500 metri. Tra queste vette si stendono ampie, erbose valli montane densamente popolate. In questa zona ci sono due stagioni: quella delle piogge e quella asciutta.

Gran parte del paese è coperto di foreste tropicali. Vi abbondano gli insetti, con enormi e spesso variopinte falene e farfalle che aggiungono colore allo scenario della giungla. Tra le oltre 600 varietà di uccelli vi è il meraviglioso uccello del paradiso. Tra le 100 specie di mammiferi, predominano i marsupiali (animali con una borsa sul ventre per portare i piccoli). Nelle diverse parti del paese si trovano 70 specie di serpenti, molti dei quali velenosi. Vi sono anche numerosi coccodrilli d’acqua dolce e d’acqua salata, alcuni di questi ultimi tra i più grandi del mondo.

Quando gli esploratori europei giunsero per la prima volta in queste isole del Pacifico meridionale, le trovarono abitate da indigeni il cui colore della pelle variava dal bruno chiaro al nero lucido. Si ritiene che provengano dalle regioni asiatiche. Forse i primi a giungere in queste isole erano di costituzione bassa e tozza. Pare che molti dei loro discendenti si trovino ora sulle alture interne del territorio di Papua Nuova Guinea e in altre isole maggiori. Poiché gran parte di questa vasta regione è remota e inaccessibile, queste sono tra le ultime popolazioni della terra ad esser venute in contatto con la vita moderna e ad averne subito l’influenza.

I prossimi arrivati poterono essere i Melanesiani, più alti e snelli. Molti dei loro discendenti si trovano nelle regioni costiere di tutte queste isole. Nell’ultimo mezzo secolo questi hanno avuto notevoli contatti con la vita moderna. A nord, nella zona dell’isola di Manus, vi sono molti di tipo micronesiano, più simili ai Mongoli dell’occidente. A est si trovano Polinesiani di origine caucasica. Comunque, oggi, con l’aumento di matrimoni misti, è sempre più difficile classificare i vari abitanti di queste isole.

IL “PORTATORE DI LUCE” DIFFONDE LUCE SPIRITUALE

Ma torniamo alla metà degli anni trenta. La filiale della Watch Tower Society in Australia aveva allora la responsabilità di diffondere il messaggio del Regno tra gli abitanti delle molte isole del Pacifico meridionale. Come si poteva far questo? Mediante un ben attrezzato battello chiamato “Portatore di luce”.

Con un equipaggio di fratelli scelti con cura, questo battello salpò da Sydney (Australia) alla fine del 1934, diretto a nord, avendo come destinazione l’Indonesia. Ma poco oltre Cairns, nel Queensland nordorientale, ci fu un guasto al motore, e il resto del viaggio fino a Port Moresby (Papua) si dovette compiere a vela. Col grave pericolo di essere scagliato contro la scogliera dalle enormi ondate, il “Portatore di luce” finalmente superò attraverso uno stretto canale la scogliera e calò le ancore al sicuro nella baia di Port Moresby.

Era il 1935. Quell’anno, per la prima volta, molti abitanti di Papua udirono il messaggio del Regno. Per diverse sere fu presentato un programma servendosi dell’amplificatore a bordo del “Portatore di luce”. La presentazione cominciava con un disco musicale. Poi erano trasmessi discorsi su soggetti biblici. La gente sulla riva manifestò parecchio interesse.

In quel tempo venne distribuita una considerevole quantità di letteratura tra la popolazione di Port Moresby. Infatti, alcuni che divennero in seguito proclamatori della buona notizia in Papua ebbero il primo contatto con la verità in quell’occasione oltre quarant’anni fa. Dopo aver dato testimonianza nella zona per diversi giorni, e avendo riparato il motore, i fratelli a bordo del “Portatore di luce” poterono proseguire il viaggio verso occidente.

Dovettero passare sedici anni prima che si potesse innaffiare il seme piantato allora. Ma questa volta si poté fare un’opera molto più vasta per piantare e innaffiare. (1 Cor. 3:5-7) In che modo?

VOLONTARI RICCAMENTE BENEDETTI

Nel 1951 il fratello N. H. Knorr e il fratello M. G. Henschel servirono un’assemblea a Sydney (Australia). Tutti coloro che desideravano annunciare la buona notizia nelle isole furono invitati a una speciale adunanza con i fratelli in visita. Al termine dell’adunanza trenta fratelli e sorelle si offrirono per proclamare il messaggio del Regno agli abitanti delle isole.

Tra loro c’erano un uomo di mezza età, dell’unto rimanente, Tom Kitto, e sua moglie, Rowena. Il servizio nelle isole comportava molti rischi, ma il fratello Kitto ottenne un certificato medico di buona salute, e, finalmente, il 22 settembre 1951, partì da Sydney a bordo di un DC-3 per il lungo volo notturno fino a Papua. Pensate, in quel tempo, in questa parte della terra con oltre due milioni di abitanti, non c’era neanche un testimone di Geova!

Il giorno dopo, quando l’aereo atterrò e il portello fu aperto, una ventata rovente accolse il fratello Kitto. Era nei tropici. Durante il percorso (11 chilometri) dall’aeroporto a Port Moresby, egli notò erba secca, alberi rachitici e vecchi edifici usati dall’esercito durante la seconda guerra mondiale. Molti segni della guerra erano ancora visibili.

Solo sei settimane dopo che il fratello Kitto si era impiegato come radiotecnico presso il Dipartimento dell’Aviazione Civile, sua moglie arrivò a Port Moresby. A quel tempo ci vivevano alcune centinaia di Europei, in gran parte provenienti dall’Australia, e diverse migliaia di Papua.

Come potevano fare i Kitto a parlare loro di Geova e del Regno? “Cominciate a dare testimonianza agli Europei”, era il consiglio della filiale della Società in Australia. Fu esattamente quello che fecero. Comunque, la popolazione europea nell’insieme fu molto indifferente al messaggio del Regno. Eppure, alla fine del 1951 si trovò tra loro una “pecora”. Come avvenne ciò?

Poiché il fratello Kitto s’interessava di radio, non poté fare a meno di visitare la locale stazione radio. Un giovanotto sedeva ai controlli sorvegliando il funzionamento delle due trasmittenti. “Salve!” disse il fratello Kitto. “Posso entrare? Mi chiamo Tom Kitto”.

“Non sarà mica il famoso Tom Kitto?” fu la risposta. “Mi chiamo Geoff Bucknell”. Chi era quel giovane? Ebbene, da ragazzo si associava al popolo di Dio. Aveva lavorato nella casa Betel della Società a Strathfield (Australia), e anche in una delle sue stazioni radio. Ma crescendo aveva perso l’interesse per la verità e infine era venuto a Papua.

Dopo aver sentito la storia di Geoff, Tom disse: “Non credi che sia ora che tu ti metta a studiare sul serio?” Evidentemente Geoff fu d’accordo, perciò Tom cominciò con lui un regolare studio biblico. Ben presto Geoff accompagnava i Kitto mentre annunciavano la buona notizia alla popolazione di Papua.

NEL “GROSSO VILLAGGIO”

I Kitto e Geoff Bucknell cominciarono a dare testimonianza in un villaggio di parecchie migliaia di abitanti. Si chiama Hanuabada, che nella lingua dei Motu significa “Grosso villaggio”. Il villaggio è in gran parte costruito sull’acqua della baia locale. Per raggiungere le case era necessario camminare su larghe rampe spesso traballanti e poi su tavole o tronchi. Più volte i nostri intrepidi proclamatori del Regno pensarono che la loro vita fosse sospesa a un filo mentre camminavano su quei tronchi e assi vacillanti, col mare a qualche metro sotto di loro. E che dire degli abitanti? Ebbene, in quei tempi molte donne di Papua portavano solo un gonnellino di paglia. Gli uomini portavano lunghi ramis, grandi pezze avvolte intorno alla vita, e, quasi sempre, erano a torso nudo. Quasi tutti i bambini più piccoli non portavano abiti affatto.

Per molti anni organizzazioni come la London Missionary Society avevano insegnato alla popolazione le dottrine della Trinità, dell’immortalità dell’anima umana e del fuoco dell’inferno. I pastori e diaconi locali avevano molto potere sui parrocchiani. Dalle loro case sulla collina soprastante, i missionari europei tenevano d’occhio l’intero villaggio. Ma fra gli abitanti si trovarono alcune persone mansuete.

Presso l’edificio della missione c’era una casa costruita su palafitte. Sotto la casa era fresco, e ad alcune donne piaceva radunarvisi, per conversare e fare stuoie. La nostra sorella pioniera si avvicinò a questo gruppetto di donne. Con parole semplici e molti gesti, cercò di dar loro un’idea delle meravigliose benedizioni future nel nuovo ordine di Dio. Tra le ascoltatrici c’era Geua Heni, che in seguito divenne una dedicata testimone di Geova e tuttora dichiara intrepidamente il messaggio del Regno ai vicini di Hanuabada. Sua nipote, Rei Rapilla, fa ora parte della famiglia Betel insieme al marito, Francis.

Il marito di Geua si chiamava Heni Heni. Partecipava con entusiasmo allo studio biblico, e man mano che la verità gli veniva spiegata, non poteva trattenersi e parlava intrepidamente a tutti del regno di Dio. In breve cominciò un intenso programma di addestramento mentre, una sera dopo l’altra, una settimana dopo l’altra, si tenevano nel villaggio molti studi biblici.

A uno di questi primi studi Heni Heni portò un ragazzo papua di circa quindici anni. Era Oda Sioni, un tipo molto timido che sedeva in disparte con la testa bassa coprendosi in parte il volto con le mani. Ma Oda conosceva abbastanza bene l’inglese, e ascoltava attentamente. A poco a poco fece amicizia col gruppetto. Mentre cominciava a capire l’importanza di quello che imparava, la sua timidezza scomparve. Quanto prima aiutava il fratello e la sorella Kitto traducendo il loro semplice inglese nella lingua dei Motu.

Che belle occasioni erano quegli studi! Immaginate da trenta a quaranta uomini e donne di pelle scura, sia anziani che giovani, seduti in circolo sotto due lampade a gas, tutti intenti ad ascoltare l’unico Testimone bianco e il giovane papua che completava il circolo. Il viso di Oda era raggiante, e i suoi gesti molto solenni mentre traduceva dal semplice inglese nella sua cara lingua motu: “No, non andremo tutti in cielo. Geova trasformerà questa terra in un bel paradiso. I nostri cari non sono nel fuoco dell’inferno, e neanche in cielo, ma dormono nella tomba e presto saranno svegliati da Gesù”. Com’erano emozionati tanti di quei Papua da questo messaggio che infondeva loro fede, rafforzandoli per comunicare la buona notizia ad altri!

Mentre a Hanuabada proseguivano gli studi serali, un po’ alla volta alcuni si distinsero aiutando nell’opera di testimonianza. Erano Heni Heni, sua moglie Geua, Lou Eno e sua moglie Baeau, Ono Rose originario di Kido, e Maia di Manu Manu. Il nostro giovane papua, Oda Sioni, divenne pioniere speciale nel 1958 e poi prestò servizio per qualche tempo come sorvegliante di circoscrizione.

ESPANSIONE DELLA TESTIMONIANZA

Molti con cui si tenevano studi biblici a Hanuabada provenivano da vari villaggi sparsi lungo la costa. Tornati alle loro case, parlarono ad amici e parenti delle cose che avevano imparate. Alcuni ne furono molto colpiti, per esempio gli emotivi Kerema, un gruppo dei quali venne a chiedere che si tenesse uno studio biblico con loro.

All’inizio del 1952 i Kitto furono visitati da un capotribù di Haima, villaggio a circa venticinque chilometri da Port Moresby. Si chiamava Bobogi, ed era della tribù montana dei Koiari. Benché non sapesse leggere, capiva un po’ l’inglese e supplicò: “Venite, per piacere, a insegnare la verità al mio popolo!” In breve, nella loro vecchia utilitaria, i Kitto percorrevano tra fango e acquitrini la strada per Haima, un lindo villaggio di una ventina di case. Bobogi radunò la sua gente e, mentre il fratello Kitto parlava loro delle verità bibliche, Bobogi faceva del suo meglio per tradurre le sue parole.

Quello fu l’inizio, e ne derivarono molte benedizioni. Infatti, ad Haima i fratelli costruirono la prima di oltre novanta Sale del Regno ora in uso in tutto il territorio di questa filiale della Watch Tower Society. In questo stesso villaggio si tenne la nostra prima assemblea di circoscrizione. E anni dopo, nel 1969, tenemmo qui la nostra prima e unica assemblea internazionale, in cui più di mille persone di oltre sessanta gruppi linguistici si radunarono pacificamente. Tra parentesi, il fratello Bobogi continuò ad essere un fedele Testimone, prestando anche servizio come sorvegliante della congregazione di Haima fino alla sua morte nel 1974.

PIÙ OPERAI NEL CAMPO

Nel 1953 Tom e Rowena Kitto assisterono a un’assemblea nazionale a Melbourne (Australia). Parte del programma del congresso fu dedicato al servizio dove c’è maggior bisogno di proclamatori del Regno. Durante la sessione Tom pronunciò un commovente discorso su Papua Nuova Guinea. Il risultato? Non passò molto tempo che il fratello e la sorella Fielder si imbarcarono per Papua, giungendovi con soli cinque scellini fra tutt’e due.

Imparare una nuova lingua fu per i nuovi venuti una grossa impresa, ma molto necessaria. “Non imparerò mai questa lingua!” si lamentava la sorella Fielder. Ma il fratello Fielder aveva deciso che avrebbero dovuto imparare dieci parole nuove ogni giorno, scriverle su una lavagna e mettere la lavagna in camera da letto. “Dormiremo con le parole, ne parleremo mentre ci corichiamo, le guarderemo e le pronunceremo non appena ci svegliamo, e se qualche volta non riusciamo a dormire la notte, ebbene, sai quello che possiamo fare!” Pensandola così, Don finì per diventare un eccellente traduttore delle nostre pubblicazioni nelle lingue motu e hula.

SCINTILLA DI INTERESSE NELLE ISOLE SALOMONE

Nel 1953, la prima scintilla di interesse per la verità biblica si accese in circostanze molto insolite nelle Isole Salomone. Questo sembra il momento adatto per narrarvi tali vicende e anzi completare il racconto della diffusione della buona notizia del Regno nelle Salomone durante l’ultimo quarto di secolo.

In primo luogo, vogliate consultare la cartina sulla pagina di risguardo alla fine di questo libro. Vi aiuterà a seguire la storia del progresso cristiano in Melanesia, incluse le Isole Salomone e Papua Nuova Guinea.

Ecco una descrizione delle Isole Salomone. Consistono di sei isole maggiori e molte isole minori, tutte molto belle. In gran parte hanno alte e impervie montagne e sono di origine vulcanica. Nell’insieme il clima è caldo e umido, con una temperatura media di 29 gradi centigradi durante il giorno, e da 3000 a 3600 millimetri di pioggia all’anno. Dense foreste coprono la maggior parte delle isole.

Dall’inizio del secolo, la Gran Bretagna ha dominato gran parte di queste isole. La popolazione complessiva è attualmente di 196.708 abitanti in prevalenza di origine melanesiana, con qualche Polinesiano, Micronesiano, Europeo e Cinese. Poiché si parlano molte lingue, è necessaria una lingua comune ed è una specie di pidgin-english proprio delle Isole Salomone.

Nei primi tempi gli abitanti di queste isole vivevano in piccoli gruppi, quasi sempre indipendenti e isolati. La popolazione di un villaggio combatteva con quella di altri villaggi e prendeva come trofei le teste dei nemici. In certi luoghi erano cannibali. Infatti, in origine l’isola di Malaita era spesso chiamata “Isola dei Cannibali”. Di conseguenza c’erano così pochi contatti amichevoli che in molti villaggi si formarono dialetti propri ed era difficile capire la lingua dei villaggi vicini. Il primo europeo che scoprì le Isole Salomone fu l’esploratore spagnolo Mendaña, che nel 1567 approdò e diede il nome a Santa Isabel, Guadalcanal e altre isole. Si dice che abbia chiamato queste isole “Salomone” per suggerire che qui trovò il suo oro il re Salomone dell’antico Israele.

Agli esploratori seguirono mercanti e missionari. Poiché c’era richiesta di mano d’opera nelle piantagioni di canna da zucchero, gli abitanti delle Isole Salomone furono reclutati in gran numero e portati nelle Figi e nel Queensland (Australia). A causa dei maltrattamenti da parte di alcuni ingaggiatori gli isolani si ribellarono, provocando la morte di abitanti dei villaggi, mercanti e missionari.

Durante la seconda guerra mondiale, molte di queste isole furono occupate dai Giapponesi, che furono respinti dagli Alleati dopo duri combattimenti. Quando le forze armate degli Stati Uniti sbarcarono a Guadalcanal e in altre isole, la popolazione vide un’incredibile quantità di materiale d’ogni sorta, dalle coperte ai bulldozer. Questa ostentazione di ricchezza confuse la popolazione, che aveva vissuto tranquillamente nei villaggi con denaro limitato e poche macchine. Quando, finita la guerra, gli uomini tornarono ai loro villaggi, erano malcontenti e ciò diede origine a un forte movimento politico chiamato “Ordine di Marcia”. Molti si unirono a questo movimento credendo che grandi navi sarebbero venute d’oltremare cariche di ogni ben di Dio da distribuire alla popolazione.

Ma che dire di quelle insolite circostanze menzionate in precedenza, quei fattori che determinarono la prima scintilla di interesse per la verità nelle Isole Salomone? Ebbene, quando era in auge l’“Ordine di Marcia”, Clement Faabasua, un giovane dell’isola di Malaita, fu implicato in quel movimento e poi arrestato e incarcerato per quindici mesi a Honiara. A Clem, com’era chiamato per brevità, era sempre piaciuta la Bibbia e anche in prigione passava il tempo leggendola con alcuni detenuti. Una sera stava spiegando che lui e la sua chiesa (South Sea Evangelical Mission) credevano nel letterale fuoco dell’inferno e nella dottrina della Trinità. Un altro detenuto, delle isole Figi, ascoltava in silenzio. Alla conclusione, però, si fece avanti e disse: “Nelle Figi c’è una nuova religione chiamata Testimoni di Geova ed essi non credono nel letterale fuoco dell’inferno. Né credono nella dottrina della Trinità”.

L’uomo delle Figi non era un testimone di Geova, ma aveva una copia del nostro libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Clem lo lesse avidamente, riempiendo in breve un taccuino delle cose e delle scritture che imparava. Quando fu scarcerato, Clem scrisse alla Società chiedendo letteratura. Tornò a casa nell’isola di Malaita in attesa dei due libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “Questo significa vita eterna”. Come fu felice Clem di ricevere questo cibo spirituale! Gli giunse poi una bellissima lettera del fratello Bert Gardiner dell’Australia Occidentale, un pioniere regolare che era costretto su una sedia a rotelle a causa di infermità. Negli anni seguenti egli fece per corrispondenza lo studio biblico con Clem e altri nelle Isole Salomone.

Nel 1954 e 1955 Clem svolgeva un lavoro secolare nelle isole Russell e diede testimonianza sia a Europei che a gente malaita. Caleb George, che ascoltò con apprezzamento e divenne poi pioniere speciale e sorvegliante per qualche tempo, era dell’isola di Malaita.

SORGONO PROBLEMI

Quando in seguito Clem tornò a casa in ferie, portò con sé la letteratura e trovò altri che cercavano la verità, fra cui Timotheus Ansa e Siru. A quel tempo un uomo che apparteneva a una missione (South Sea Evangelical Mission) dormiva in casa di Clem. Lesse “Sia Dio Riconosciuto verace” e gli piacque, ma lesse anche alcune lettere personali di Clem. Quando Clem tornò nelle isole Russell, quest’uomo andò a una conferenza della sua missione, e prese risolutamente la parola contro i loro insegnamenti. I capi della missione ne furono adirati, e quando gli chiesero come aveva saputo queste cose, egli parlò loro di Clem. Il risultato fu che denunciarono Clem al commissario distrettuale.

Alcuni giorni dopo il commissario distrettuale andò da Clem e volle sapere perché mai avesse comprato i libri della Watch Tower Society col suo stesso denaro. Clem rispose che pensava che questi fossero affari suoi. Dopo uno scambio di idee, il commissario distrettuale se ne andò, ma alcuni giorni più tardi la polizia fece visita a Clem. Fecero un elenco di tutti i libri che aveva e li portarono via tutti tranne le Bibbie e il libro “Accertatevi di ogni cosa”. In seguito, mentre Clem era a casa sua nell’isola di Malaita, la polizia gli disse che doveva presentarsi di persona al comando a Honiara. Risultò che alcune pubblicazioni che Clem aveva dato ad altri l’avevano messo nei guai.

Per capire la ragione dei problemi di Clem, dobbiamo considerare le esperienze del fratello Liston (Les) Carnie, che all’inizio del 1954 era venuto nelle Salomone a predicare la buona notizia. Il 3 aprile 1954 aveva cominciato a lavorare in una piantagione di noci di cocco. Il giorno dopo, domenica, al fratello Carnie occorrevano dei francobolli e perciò si recò alla vicina missione metodista per procurarseli. Lì incontrò la donna che il giorno prima si era occupata dei suoi documenti, e anche un’altra donna. Esse lo invitarono a rimanere per il servizio religioso, ma il fratello Carnie declinò l’invito spiegando che, pur credendo in Dio, non apparteneva a nessuna religione ortodossa e non ne condivideva molte dottrine. Diede anche testimonianza del Regno. Ma, non era ancora uscito che queste donne avevano informato le autorità governative che erano arrivati i comunisti. Quindi informarono alcuni della loro sede metodista che i testimoni di Geova erano in mezzo a loro.

Due giorni dopo un agente di polizia andò dal fratello Carnie, accusandolo di essere comunista. Dopo una prolungata discussione, l’agente se ne andò, ma il fratello Carnie sapeva che la faccenda era ben lontana dall’essere sistemata. Continuò la sua attività di testimonianza nei villaggi circostanti e prestò anche molta attenzione al suo lavoro secolare.

Grazie al buon lavoro che svolgeva nella piantagione, la ditta gli accordò una promozione e lo inviò nell’isola di Guadalcanal. Ma, invece di una casa confortevole, arredamento migliore, ecc., il fratello Carnie non vi trovò alcuna comodità. La sua abitazione consisteva solo di una vecchia capanna di copra senza mobilio, senza zanzariera, senza provviste di viveri! Durante la notte sembrava vi fossero milioni di zanzare. In pochi giorni il fratello Carnie prese la malaria e, non avendo alcuna assistenza, si rese conto parecchi giorni dopo di essere grave. Aveva bisogno di aiuto, ma non poteva neanche scrivere un biglietto per chiedere aiuto.

Una mattina in cui il calore era divenuto intenso, il fratello Carnie pensò di essere giunto al termine della sua vita. Ma udì debolmente un indigeno dire che si avvicinava una grande canoa. A bordo c’era il direttore con provviste di medicinali, viveri, una zanzariera e simili. In una settimana circa Les Carnie si era rimesso. Continuò il suo lavoro di dirigente della piantagione e si affrettò a dare testimonianza nei villaggi lungo la costa.

Nel novembre 1955 il fratello Carnie informò la compagnia che non voleva rinnovare il contratto e che sarebbe partito nel marzo 1956. In marzo ricevette un’offerta di lavoro da una ditta di costruzioni, ma non riuscì a ottenere il permesso di rimanere nelle Isole Salomone.

Il 30 marzo 1956 il fratello Carnie arrivò a Honiara. La mattina dopo venne fermato da due agenti di polizia che dovevano perquisirlo per vedere se fosse in possesso di letteratura sediziosa. Esaminando le sue borse e scatole, trovarono parecchi dei nostri libri e opuscoli, e anche copie della Torre di Guardia e di Svegliatevi! Gli agenti avevano un lungo elenco di pubblicazioni della Watch Tower che, all’insaputa del fratello Carnie, erano state messe ufficialmente al bando il 23 marzo 1956, come letteratura sediziosa. Quindi, tutta la letteratura che Les Carnie aveva con sé era ora vietata nelle Isole Salomone.

Il giovedì seguente, 5 aprile 1956, Les Carnie ricevette un ordine di comparizione per la mattina dopo. Il commissario distrettuale presiedeva la corte in qualità di giudice. Il fratello Carnie si dichiarò innocente per quanto concerneva la presunta letteratura sediziosa. Un annunciatore della radio, invitato a deporre, disse di aver letto alla radio un proclama governativo che vietava e dichiarava sediziose le pubblicazioni dei Testimoni di Geova. Il fratello Carnie non aveva sentito questo annuncio, né aveva visto alcuna notifica al riguardo nella tabella degli avvisi pubblici all’Ufficio Postale. Comunque, il giudice lo dichiarò colpevole e gli inflisse una multa di dieci sterline. Il fratello Carnie non voleva pagare la multa, ma, poiché aveva delle lettere e dei libri pronti da spedire a persone del luogo che erano interessate, e non aveva avuto tempo di raccogliere né questi né i suoi effetti personali, ritenne più saggio pagare. Non appena pagata la multa, la polizia lo informò che doveva lasciare le Isole Salomone col primo aereo in partenza, e non gli era permesso rimanere più a lungo.

Fu così che il 9 aprile 1956 Les Carnie salì a bordo di un aereo in partenza per l’Australia. Comunque aveva la soddisfazione di aver dato testimonianza riguardo a Geova e al Regno nel miglior modo possibile, e questo in condizioni avverse. Il tempo avrebbe detto se parte del seme così seminato avrebbe portato frutto eccellente o no.

PROGRESSO NONOSTANTE IL BANDO

Alcuni mesi dopo che il governo aveva messo al bando le pubblicazioni della Società, fu ingiunto a Clement Faabasua di presentarsi dinanzi alla corte. All’udienza il giudice chiese a Clem di riferire quello che aveva fatto, ma Clem non aveva nulla da dire. Fu chiesto allora a Clem se avesse delle domande. Sì, ne aveva. “Nelle Isole Salomone c’è qualche legge contro la libertà di adorazione?” “Nessuna”, fu la risposta. “C’è qualche legge che vieti di cambiare religione se si desidera?” “Non c’è nessuna legge del genere”, fu la risposta. Quindi il giudice chiese alla polizia se avevano qualcosa da dire: Clem aveva dato loro delle noie? No, non aveva dato nessuna noia. “Allora”, disse il giudice, “cosa si deve fare al riguardo?” Un agente disse che le pubblicazioni della Watch Tower erano vietate nelle Isole Salomone, e perciò Clem essendone in possesso aveva violato la legge.

Il giudice lo condannò a pagare una multa di cinque sterline. Finora Clem non era stato in contatto con alcun testimone di Geova, ma aveva sentito parlare della causa contro il fratello Carnie e di come era stato costretto a lasciare il paese. Perciò, pagò la multa. Fu ammonito energicamente di non aver più nulla a che fare con la sua nuova religione. Naturalmente questo non pose fine alle sue attività.

Tornato a casa sull’isola di Malaita, Clem incontrò di nuovo Caleb George, che stava studiando con impegno la Bibbia con l’aiuto di qualche pubblicazione della Società. A quel tempo giunse loro notizia che un sorvegliante di circoscrizione, il fratello T. Sewell, era giunto a Honiara e aveva potuto dare testimonianza alla popolazione locale. Aveva pure avuto un’intervista con l’alto commissario al fine di far rimuovere il bando, ma senza successo.

Mentre a Honiara il fratello Les Carnie aveva difficoltà con le autorità, a Sydney, in Australia, si teneva l’Assemblea di Distretto “Regno Trionfante”. A quell’assemblea il fratello N. H. Knorr tenne un’adunanza con tutti coloro che desideravano servire nelle isole. Il fratello Ray Paterson sentì questo incoraggiante discorso e decise di prestare servizio dove c’era maggior bisogno. All’inizio del 1957, insieme alla moglie Dorothy, era attivo nel dichiarare la buona notizia nelle Salomone.

Pure all’inizio di quell’anno Caleb George si recò a Honiara e fu battezzato. Immediatamente si diede da fare nell’opera di testimonianza. Circa un mese dopo il fratello Paterson fece in piroscafo un viaggio di dieci ore fino all’isola di Malaita, dove fece la conoscenza di Clement Faabasua. E pensate, erano quasi quattro anni che Clem era attivo nell’annunciare il Regno, ma era la prima volta che egli stesso conosceva un testimone di Geova!

La visita del fratello Paterson fu breve, ma non tanto da non poter pronunciare un discorso del battesimo. Quindi Clem fu battezzato in simbolo della sua dedicazione a Geova Dio. Sì, c’era il bando, e c’erano molte difficoltà, ma il popolo di Dio era riccamente benedetto. — Prov. 10:22.

Non appena i fratelli e gli interessati seppero che Ray e Dorothy Paterson si erano stabiliti a Honiara, la loro casa divenne un ritrovo per quei pochi che erano assetati di verità. Spesso, visitatori provenienti dalla Malaita andavano in casa dei Paterson per lo studio biblico. La sorella Paterson scrive in proposito:

“La consuetudine che gli interessati dell’isola di Malaita venissero a casa nostra a Honiara continuò per qualche tempo, ed è meraviglioso ripensarci ora e confrontare come erano allora e come Geova li ha modellati nel corso degli anni ed ora lo servono con vari incarichi nella sua organizzazione. Ricordo chiaramente il giorno, non molto tempo dopo il mio arrivo, in cui un uomo barbuto dall’aspetto feroce s’inerpicò sulla collina verso casa nostra. Non ero ancora abituata alla popolazione locale ed ero ben consapevole del fatto che ero tutta sola in quella vecchia casa sulle alture fuori della città, perciò l’osservai avvicinarsi sperando ardentemente che fosse solo di passaggio. Ma no, venne alla porta. Rimasi lì, pronta a chiuderla il più presto possibile, se necessario. Poi quest’uomo mi guardò ed espresse la sua gratitudine perché le sue preghiere erano state esaudite e aveva potuto venire a trovarci. Provai vergogna quando mi resi conto che l’avevo giudicato dal suo aspetto esteriore. Fu la prima di molte lezioni che avrei imparato osservando l’operato dello spirito di Geova sulle persone mansuete in queste isole”.

Nonostante le gioie, però, l’essere un Testimone comportava molti problemi. Il fratello Paterson non riusciva a trovare un impiego secolare. I Paterson decisero dunque di vendere la loro vecchia auto affinché Dorothy potesse recarsi in aereo a Rabaul, nella Nuova Britannia, e trovarvi lavoro, mentre Ray continuava a cercare lavoro a Honiara. Essa trovò lavoro e alloggio a Rabaul, ma dopo alcuni mesi il fratello Paterson le scrisse di tornare, perché anch’egli aveva trovato lavoro.

Ma non andava tutto bene. Al suo ritorno la sorella Paterson trovò Ray in procinto di affrontare un processo. Dato che alcune nostre pubblicazioni erano state vietate nelle Isole Salomone, il fratello Paterson aveva evitato con cura di ordinare questi libri alla Società. Ma si verificò una situazione strana. Solo dopo aver inviato l’ordinazione del libro “Accertatevi di ogni cosa” il fratello Paterson vide l’avviso pubblico che questo libro era stato messo al bando nelle Salomone. Immediatamente telegrafò alla filiale della Watch Tower Society in Australia per annullare l’ordinazione. In seguito, e del tutto inaspettatamente, gli giunsero per posta i libri “Accertatevi di ogni cosa” recentemente vietati. Evidentemente il suo telegramma era stato inviato troppo tardi per annullare l’ordinazione.

Il fratello Paterson stava incartando i libri con l’intenzione di rispedirli a giro di posta quando arrivò un agente di polizia col mandato di perquisizione e confiscò i libri. Di conseguenza, all’inizio del 1958, il fratello Paterson dovette comparire in tribunale e gli fu offerta l’alternativa di pagare una multa o scontare un mese di prigione. Scelse di andare in prigione.

Poiché Ray Paterson di lì a poco doveva essere incarcerato, sorse un altro problema. La vecchia casa in cui erano vissuti i Paterson doveva essere demolita ed essi stavano cercando un’altra casa. In città sembrava non esserci nulla di disponibile, ma c’era una vecchia casa abbandonata circa a tre chilometri dalla città, e Ray la prese in affitto. Vi si erano appena trasferiti quando un agente venne ad arrestarlo. Ora Dorothy era sola. Poco dopo, due uomini del luogo interessati alla verità si assunsero la responsabilità di badare alla sua sicurezza. Come fu grata del loro sollecito aiuto! Inoltre, amorevole aiuto in denaro giunse dal popolo di Dio in Australia.

Il mese trascorse lentamente mentre Ray scontava la sua condanna. Eppure, ci fu un lato positivo in tutto questo. Mentre era in carcere ebbe molte opportunità di parlare della buona notizia del Regno ad altri.

L’OPERA DI CIRCOSCRIZIONE NELLE SALOMONE

La situazione era molto tesa poiché quasi tutta la letteratura della Società era stata messa al bando. Tre fratelli avevano ricevuto multe o condanne alla prigione e uno era stato costretto a lasciare il paese. Nondimeno, la visita del fratello John Cutforth nelle Salomone quale sorvegliante di circoscrizione fu spiritualmente incoraggiante.

Poiché quasi tutti gli interessati vivevano sull’isola di Malaita, dove davano testimonianza Clem Faabasua e Caleb George, fu deciso che il fratello Cutforth li visitasse. Il fratello Paterson fu lieto di accompagnarlo. Dopo una burrascosa traversata notturna su un piccolo battello costiero, approdarono ad Auki, città principale della Malaita. Clem, Caleb e alcuni nuovi interessati erano ad attenderli sul pontile. Immediatamente il fratello Cutforth accompagnò Clem ad alcuni studi biblici. Che gioia vedere la buona capacità di insegnare mostrata da Clem! Quindi percorsero a piedi alcuni chilometri fino a Magi, il villaggio di Clem. La piccola Sala del Regno di paglia era piena di sorridenti abitanti del villaggio, pronti ad accogliere i visitatori e ascoltare avidamente le convincenti verità del Regno.

La visita del sorvegliante di circoscrizione nel 1958 fu breve, ma pose il fondamento affinché centinaia di persone divenissero proclamatori della buona notizia. Nell’agosto 1958 si formò a Honiara la prima congregazione delle Isole Salomone.

Il fratello John Cutforth poté tornare per un’altra visita nel maggio 1959. Allora attraversò a piedi per la seconda volta l’isola di Malaita. Durante questo viaggio, organizzò adunanze e aiutò a preparare gli interessati per il servizio di campo. Nell’agosto 1959 fu formata a Magi la prima congregazione della Malaita.

Nel 1959 il fratello Cutforth visitò diversi villaggi come sorvegliante di circoscrizione. Uno di questi era Gwari, dove pronunciò un discorso pubblico. Fra il pubblico vi era Mahlon Mokofi, pastore di una missione (South Sea Evangelical Mission). Se ne stava in silenzio e ascoltava pensieroso. Più tardi, in un altro villaggio, Mahlon Mokofi era di nuovo nell’uditorio. Terminato il discorso, se ne andò senza farsi notare nell’oscurità e tornò al suo villaggio. Sapeva che i Testimoni sarebbero tornati la mattina dopo e, poiché capiva che questa era la verità, organizzò la sua gente e preparò un pasto eccellente per il fratello Cutforth e quelli che viaggiavano con lui. Quando ebbero finito di mangiare, Mahlon invitò il fratello Cutforth ad andare nella loro chiesa per pronunciare un discorso pubblico. Ebbene, questo era l’inizio di quella che circa cinque anni dopo sarebbe diventata la congregazione di Gwari. I simboli pagani furono tolti dalla chiesa che fu infine trasformata in una bella Sala del Regno, e Mahlon divenne testimone di Geova e il primo sorvegliante di quella congregazione.

LASCIANO ‘LA LORO RELIGIONE’

Verso la fine del 1960 i fratelli di Honiara si davano da fare per preparare il terreno per una Sala del Regno. Si davano da fare anche nell’opera di testimonianza, e un giorno alcuni di loro fecero visita a Early Dainau, originario della parte settentrionale della Malaita. Questa visita doveva avere effetti di grande portata sullo sviluppo della nostra opera nelle Isole Salomone.

Per capire come avvenne, dobbiamo risalire alla fine degli anni quaranta. Anche nella parte settentrionale dell’isola la popolazione si compromise con l’“Ordine di Marcia” già menzionato. Molti dei dirigenti furono messi in prigione. Tra questi vi erano Shem Irofaalu e suo figlio Timotheus, e anche molti altri insegnanti e dirigenti di una missione (South Sea Evangelical Mission). Quando furono scarcerati e fecero ritorno a casa non godevano più il favore della missione e non furono riaccettati. Cosa avrebbero fatto ora?

Molti si rivolsero a Shem Irofaalu, che consideravano loro capo. Decisero di formare una religione propria, chiamandola “Boboa”, che significa “Fondazione”. In questo gruppo vi erano una quarantina di uomini maturi che costituivano un corpo insegnante per i mille o più che si erano separati con loro. Per fortuna Shem era un uomo umile, timorato di Dio. Visitava regolarmente villaggi e famiglie e dedicava molto tempo alla preghiera, invocando la guida di Dio sul suo popolo.

Early Dainau era uno dei colleghi di Shem. Venuto in contatto con la verità biblica nel 1960, Dainau cominciò ad assistere alle adunanze del popolo di Geova e presto si rese conto di aver trovato la verità. Nel dicembre 1961 scrisse a Shem della sua scoperta e gli mandò alcune nostre pubblicazioni, fra cui il libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato.

Shem lesse le pubblicazioni, meditò e pregò. Acquistando conoscenza si rese conto che qualcuno gli aveva mentito. Radunò i numerosi insegnanti sotto la sua giurisdizione e parlò loro delle cose che stava imparando. Timotheus, suo unico figlio, era incline a disputare su alcuni punti, ma probabilmente fu un bene, perché in tal modo le cose furono chiarite. Shem scrisse a Dainau per avere informazioni e mandò cinque dei suoi insegnanti a Honiara perché imparassero dell’altro sui Testimoni di Geova. Questi uomini ebbero risposta a tutte le loro domande e, come dissero loro stessi, si sentivano come bambini in quanto a conoscenza della Parola di Dio.

Un pioniere speciale, il fratello Norman Sharein, fu inviato a Maluu nel nord della Malaita, per aiutarvi gli interessati. Egli conobbe Shem e suo figlio Timotheus e pronunciò un discorso pubblico a cui assisterono circa 500 persone. Dietro suo invito, circa 300 tornarono per uno studio biblico che iniziò lunedì mattina verso le 7.

Si discusse parecchio, ma nei giorni seguenti si considerarono nove principali temi biblici per mezzo di una grande lavagna con illustrazioni, e si fece un elenco di scritture per sostenerli. Pastori e insegnanti ascoltavano, cercavano le scritture, e copiavano le spiegazioni bibliche. Tutte le loro domande ebbero soddisfacente risposta. Giovedì Shem prese in disparte gli insegnanti e chiese loro cosa ne pensavano di questa religione. Tutti, tranne un certo Abiathar, furono d’accordo che era la verità. Al che Shem suggerì che ci pensassero in preghiera e chiedessero la guida di Dio. Il giorno dopo anche Abiathar era convinto. Il fratello Sharein riferì: “Allora mi chiamarono e mi dissero che tutti volevano diventare testimoni di Geova. Questa decisione significava che molte centinaia di persone erano pronte a imparare la verità”.

I Pastori tornarono ai rispettivi villaggi con i punti dei nove argomenti biblici che avevano imparati per insegnarli agli abitanti. “In breve”, riferì il fratello Sharein, “le croci furono abbattute ed eliminate dalle chiese e gli edifici vennero trasformati in Sale del Regno dei Testimoni di Geova. La bella e grande chiesa di Bokolo fu trasformata in un locale per le assemblee di circoscrizione e di distretto che si sarebbero tenute nella parte settentrionale della Malaita”.

Shem fu il primo abitante di questa regione ad essere battezzato come testimone di Geova. In seguito è diventato anziano della congregazione e serve fedelmente Geova da parecchi anni.

RECENTI SVILUPPI NELLE SALOMONE

La prima assemblea di circoscrizione del popolo di Dio nelle Isole Salomone fu tenuta nell’ottobre 1961. Ebbe luogo nell’isola di Malaita, nel villaggio di Kwainaketo, e 215 furono i presenti al discorso pubblico. Quindici persone simboleggiarono la loro dedicazione a Geova mediante l’immersione in acqua durante quel raduno.

Nel corso degli anni le pellicole e le diapositive della Società contribuirono molto a far conoscere al pubblico l’attività del popolo di Geova. Spesso oltre 1.000 persone erano presenti alle proiezioni nelle Isole Salomone, e una volta 1.511 si radunarono per vedere il film “Dio non può mentire”.

I fratelli furono rattristati per la morte di Ray Paterson verso la fine del 1962 e per la successiva partenza della sorella Paterson che andò a servire nelle Nuove Ebridi. Comunque il popolo di Dio nelle Isole Salomone continuò a impegnarsi nell’opera di testimonianza. Per rifornirli di pubblicazioni, nel 1965 fu aperto un deposito di letteratura a Honiara.

I sorveglianti di circoscrizione provvidero ulteriore incoraggiamento durante le loro visite. Certo questi fratelli e le loro mogli (se erano sposati) dovevano essere robusti. Uno riferisce: “Verso la metà degli anni sessanta la circoscrizione era così vasta che il sorvegliante di circoscrizione e sua moglie trascorrevano il loro ‘fine settimana’ camminando. Era abbastanza comune il lunedì camminare da 4 a 6 ore per recarsi da una congregazione all’altra”.

Nelle Isole Salomone per molto tempo fu un problema nutrire spiritualmente le pecore a causa del bando governativo contro La Torre di Guardia e Svegliatevi! e altre pubblicazioni della Società. Ma il cibo spirituale fu provveduto sotto forma di una piccola pubblicazione che cominciò ad essere pubblicata nel gennaio 1968 e fu poi chiamata “Guida allo studio biblico”. Col tempo si ebbero oltre 700 abbonati. Ma l’ultimo numero uscì nel dicembre 1976.

“L’ultimo numero?” Sì, perché grazie a una petizione con 650 firme presentata al governatore, il 30 dicembre 1974 fu tolto il bando imposto per diciotto anni sulla Torre di Guardia e Svegliatevi! nelle Isole Salomone. In seguito si distribuirono per qualche tempo le edizioni inglesi. Quindi, finalmente, il 1° gennaio 1977 si cominciò a pubblicare La Torre di Guardia nella lingua pidgin delle Salomone.

In seguito ci fu un altro avvenimento notevole. Da qualche tempo si era cercato di far riconoscere la nostra opera nelle Isole Salomone. Quando i legali indicarono che avevamo buone probabilità di successo, fu tenuta un’adunanza durante un’assemblea di distretto nell’agosto 1975, per scegliere i membri dell’eventuale associazione legale. Nel 1976 fu redatto uno statuto che fu quindi adottato nel febbraio 1977 a un’assemblea plenaria dei membri. La famiglia Betel fu davvero felice di ricevere il seguente messaggio dall’ufficio competente: “Si attesta che l’Associazione dei Testimoni di Geova delle Isole Salomone è stata riconosciuta come ente giuridico ai sensi della legge che regola le società filantropiche”. L’attestato era in data 18 aprile 1977. Si spera che essendo riconosciuti come società filantropica sarà possibile avere missionari nelle Isole Salomone e promuovervi in altri modi l’opera di predicare il Regno.

Nell’anno di servizio 1977 c’è stato nelle Salomone un massimo di 580 proclamatori del Regno. Inoltre 2.060 sono stati i presenti alle tre Assemblee di Distretto “Sacro Servizio”. Ma sembra che ci sia un potenziale ancora maggiore di progresso teocratico perché, il 3 aprile 1977, 2.507 persone assisterono alla Commemorazione. Insieme a centinaia di compagni di fede, i 64 pionieri continuano a lavorare in 31 congregazioni, proclamando con zelo la buona notizia agli abitanti delle Isole Salomone.

ECCELLENTE PROGRESSO A PAPUA

Ritorniamo al 1953 e riprendiamo il filo del racconto del progresso cristiano più a ovest, a Papua. In quel tempo a Port Moresby diversi uomini e donne papua avevano cominciato a dare testimonianza della buona notizia insieme ai fratelli che erano venuti per servire dove vi era maggior bisogno. Nel marzo 1954 la nostra opera aveva avuto tanto progresso che venne formata a Port Moresby la congregazione Hanuabada.

Nel luglio 1955, John Cutforth, un sorvegliante viaggiante proveniente dall’Australia, visitò la congregazione nel villaggio di Hanuabada. In quell’occasione fu proiettata una delle pellicole della Watch Tower Society: “La Società del Nuovo Mondo all’opera”. E immaginate, oltre un migliaio di persone assisterono a ciascuna delle due proiezioni in quel villaggio! Durante le tre settimane della visita del fratello Cutforth il film fu proiettato in tredici diverse occasioni. In remoti villaggi dove non c’era elettricità, i fratelli collegarono le batterie di quattro o cinque automobili e riuscirono così a fare delle proiezioni abbastanza buone. Questo film fu un avvenimento sorprendente per molte centinaia di Papua. Era la prima volta che molti vedevano un film.

Per coronare questa eccellente visita si dispose di tenere la prima assemblea di circoscrizione a Papua. Fu un’assemblea di un giorno tenuta ad Haima. In quell’occasione sessantacinque persone simboleggiarono la propria dedicazione a Geova Dio col battesimo in acqua. Dopo il discorso finale dell’assemblea, che conteneva appropriati consigli spirituali, quei Papua amanti della verità sfilarono ad uno ad uno per offrire doni al fratello Cutforth: gonnelline di paglia, pettini di legno intagliato, collane di conchiglie e bellissimi ventagli ornati di piume. Al fratello Cutforth sarebbe piaciuto moltissimo rimanere con i Testimoni papua; ma doveva tornare in Australia.

LA BUONA NOTIZIA NELLA NUOVA BRITANNIA

Il messaggio del Regno non era mai stato proclamato nell’isola di Nuova Britannia. Ma le cose cambiarono quando John e Lena Davison vi giunsero nel luglio 1956. Essi si sistemarono a Waterfall Bay, dove sarebbero rimasti per due anni e mezzo. E furono anni fruttuosi e pieni di attività.

“L’interesse per la verità fu subito manifesto”, scriveva il fratello Davison. “Ma quasi tutti erano analfabeti e ci affannavamo a escogitare il modo di comunicare loro la verità. Scrivevamo a macchina molte presentazioni bibliche e, dopo averle insegnate a quelli che sapevano leggere un po’, col loro aiuto le insegnavamo a coloro che non leggevano affatto. Ben presto queste presentazioni erano divulgate ovunque, su e giù per la costa da marinai interessati. . . .

“Venne a visitarci il fratello Cutforth, e durante la sua visita si considerò un metodo d’insegnamento che contribuì molto all’opera di predicare e insegnare. Cominciammo a servirci di semplici figure disegnate su qualsiasi materiale avessimo sottomano. Scoprimmo in seguito che l’uso di un gessetto e una lavagna di legno compensato era un eccellente metodo per far penetrare la buona notizia nel cuore delle persone.

“Il successivo passo di questo metodo di insegnamento fu l’impiego di quaderni scolastici, illustrati da noi con presentazioni figurate disegnate a matita o a penna. Si prepararono decine di quaderni. Ma in quale impresa ci eravamo imbarcati! Passavamo molte ore a disegnare quaderni di conversazioni bibliche per tutti gli interessati. Ogni volta che si insegnava un nuovo argomento, bisognava aggiungere una nuova illustrazione con tutti i particolari sul quaderno di ognuno. Ma la fatica della preparazione svanì nel vedere i nostri studenti biblici divenire i primi proclamatori locali della Nuova Britannia. Come eravamo emozionati quando nel fine settimana ci accompagnavano e pronunciavano le loro presentazioni bibliche!”

Ma non pensate che la testimonianza nella Nuova Britannia fosse un’attività delle più facili. La zona è una delle più piovose di Papua Nuova Guinea, e spesso in una sola notte cadono 250 millimetri di pioggia! Questo può avere gravi conseguenze. “Una volta”, riferiva il fratello Davison, “poiché il mare era agitato, la nave che portava i nostri approvvigionamenti dovette sbarcarli sulla costa ad alcuni chilometri di distanza. Per andare a prenderli, si dovette attraversare un fiume in piena infestato da coccodrilli. La canoa si rovesciò nel bel mezzo delle acque impetuose. Ero sotto, completamente sommerso, ma mi aggrappai a parte dello scalmo della canoa. Finalmente riuscii ad affiorare con la testa. Un’altra canoa venne in nostro soccorso molto più a valle e riuscì a metterci tutti in salvo proprio mentre stavamo per essere spazzati via in mare”.

L’OPPOSIZIONE RELIGIOSA RISULTA VANA

Mentre i Davison si davano da fare a Waterfall Bay, altri fratelli si trasferirono a Rabaul, nella Nuova Britannia, per partecipare all’opera del Regno. Fra questi vi era il fratello Henry Nickey, che disse: “Le missioni cattolica e metodista erano molto forti. Il terreno lungo le strade che partivano da Rabaul era diviso in modo che una parte apparteneva alla chiesa cattolica e la parte successiva a quella metodista. Si decideva se la popolazione locale, i Tolai, sarebbero stati cattolici o metodisti secondo il terreno su cui si trovavano. In ottemperanza a un accordo verbale, né gli uni né gli altri avrebbero sconfinato nel territorio altrui”.

Alla fine del luglio 1957 vi era un gruppetto di sei proclamatori del Regno e fu formata a Rabaul la prima congregazione della Nuova Britannia. Nel dare testimonianza di villaggio in villaggio, i proclamatori trovavano gruppi di Tolai entusiasti che si radunavano per udire il messaggio. “Ma”, racconta Alan Gannaway, “alle visite ulteriori o ci veniva incontro il capo del villaggio che ci diceva di non tornare più o giungevano al villaggio e, prima che potessimo uscire dall’auto, il grido Kalamana lotu (‘la nuova religione’) echeggiava fra le capanne di paglia. Avreste pensato che fossimo appestati, perché gli abitanti svanivano nella giungla lasciandoci in un villaggio deserto”.

L’opposizione della falsa religione contro la nostra opera scoppiò con violenza a Vunabal, villaggio a una cinquantina di chilometri da Rabaul. Gli abitanti appartenevano alla tribù dei Sulka, e vivevano in mezzo alla comunità dei Tolai su un terreno la cui proprietà era contestata. Fra coloro che tenevano studi a Vunabal vi erano il fratello e la sorella Davison. La sorella Davison dice: “Le persone umili con le quali studiavamo facevano ottimi progressi. Ma la Chiesa Cattolica Romana decise di fare qualcosa per fermare l’opera”.

Fu così che la domenica 5 aprile 1959, mentre John Davison teneva uno studio biblico con un numeroso gruppo di Sulka, una grossa turba di Tolai cattolici al comando di un certo catechista irruppe all’improvviso nella casa e interruppe lo studio con grida e insulti. Nel frattempo altri della turba interruppero gli studi biblici tenuti in altre case. La turba minacciò un’azione più violenta se i Testimoni fossero tornati la domenica seguente. Questa intrusione fu denunciata al funzionario di polizia di Kokopo ed egli fece un’indagine.

Questa, comunque, non fu la fine della storia. La sorella Davison riferì: “Il successivo fine settimana ci stavamo preparando come al solito per andare al villaggio quando uno degli interessati arrivò col fiato corto, avendo percorso a gran velocità in bicicletta i cinquanta chilometri fino alla città. Era venuto a dirci che ci sarebbero stati guai, perché il giorno prima il sacerdote europeo aveva mandato alcuni dei suoi nel villaggio per erigervi un altare. Ci sarebbe stata una funzione nel villaggio nello stesso tempo in cui di solito si tenevano i nostri studi, e questo nonostante le obiezioni degli abitanti.

“Poiché ci aspettavamo difficoltà quella domenica mattina, andammo a Kokopo per informare la polizia. Il viceispettore fece salire sei agenti locali nel furgone della polizia e ci precedette nel villaggio. La strada era fiancheggiata per chilometri da schernitori cattolici. Giunti al villaggio, trovammo il sacerdote, con diverse centinaia di Tolai, in procinto di iniziare la funzione. Il viceispettore si fece largo fino al sacerdote e gli chiese di andarsene portando con sé i suoi seguaci, poiché non erano stati invitati dagli abitanti del villaggio a tenervi una funzione. Il sacerdote ignorò la polizia e procedette con la funzione, che durò un’ora circa.

“Quando finì, la polizia aprì un varco in mezzo alla turba e ci invitò ad entrare nel villaggio. Lo facemmo con apprensione. Ormai i Sulka interessati sembravano intontiti e molto spaventati, ma ci seguirono in casa e si sedettero. Si sentiva il prete parlare ad alta voce in tolai al suo ‘gregge’, che era ora di parecchie centinaia di persone. Le grida all’esterno divennero così forti che la sorella Gannaway ed io eravamo molto inquiete. Ci confortava, però, sapere che la polizia aveva circondato la casa. Avevamo cominciato l’adunanza da una ventina di minuti quando il viceispettore entrò nella stanza molto preoccupato. Chiese se potevamo concludere l’adunanza, perché non riuscivano più a controllare la turba e non aveva abbastanza agenti per proteggerci. Quindi i fratelli conclusero lo studio e uscimmo.

“C’era un pandemonio! La turba sembrava indemoniata, e si precipitò verso di noi bestemmiando, sputando e agitando i pugni, mentre il sacerdote se ne stava a braccia conserte sorridendo. La polizia riuscì a farci raggiungere la strada. Quindi la sorella Gannaway ed io rimanemmo senza protezione perché gli agenti erano tornati a prendere alcuni degli interessati che erano molestati dalla turba. Alzai gli occhi e, con orrore, vidi un uomo dagli occhi feroci pieni di odio che veniva verso di noi. Non ci lasciammo prendere dal panico, ma continuammo a camminare ad andatura normale. Pregai Geova di ricordarsi di noi nella risurrezione.

“Proprio in quel momento un uomo alto si fece avanti, mi prese per un braccio e disse: ‘Non aver paura. Non lascerò che vi tocchino!’ Ci fece raggiungere in fretta l’automobile, aprì la porta e ci spinse dentro. Eravamo appena in macchina quando sopraggiunsero i fratelli Davison e Gannaway col viceispettore. Gli agenti fecero salire alcuni interessati nel furgone della polizia e riuscimmo lentamente a farci strada. Dopo alcuni chilometri ci fermammo per parlare dell’incidente. Il viceispettore era ancora scosso per l’accaduto, e disse: ‘Non me la sono mai vista così brutta da quando sono nella polizia’”.

Nel villaggio la turba spezzò le lavagne e strappò le Bibbie, maltrattando gli altri abitanti, prima di tornarsene ai propri villaggi. Il viceispettore denunciò l’accaduto, ma il catechista locale non fu punito. Benché molti si lasciassero spaventare dalla violenza, Paulas Lamo, uno degli abitanti del luogo che assisté ai disordini, continuò a progredire nella conoscenza della verità e da diversi anni è un fedele fratello dedicato. Attualmente i Davison servono fedelmente nella circoscrizione.

La nostra opera ha fatto continui progressi nella Nuova Britannia. Molti che erano analfabeti e a cui all’inizio si doveva insegnare mediante presentazioni bibliche illustrate sulla lavagna hanno tratto profitto dalla scuola settimanale per analfabeti della congregazione. Di conseguenza alcuni hanno imparato abbastanza da leggere per proprio conto le pubblicazioni della Società. Oltre al progresso individuale, l’organizzazione di Geova nel suo insieme ha fatto progressi nella Nuova Britannia. Per esempio, nonostante difficoltà e opposizione, è stato possibile ottenere a Rabaul il terreno per costruirvi una bella Sala del Regno. Da che questo ebbe luogo verso la metà degli anni sessanta, l’opera si è estesa, tanto che ora vi sono congregazioni in dodici diverse località della Nuova Britannia. Recentemente nell’isola si è raggiunto un massimo di 216 proclamatori e 699 sono stati i presenti alla Commemorazione della morte di Cristo nell’aprile 1977.

LA VERITÀ RAGGIUNGE LA NUOVA IRLANDA

A nord-est del territorio di Papua Nuova Guinea e dell’isola di Nuova Britannia c’è la Nuova Irlanda. Anche i suoi abitanti dovevano udire la buona notizia. Quindi, nell’agosto 1956, il fratello Ken Frame e sua moglie Rosina giunsero a Kavieng, nella Nuova Irlanda, per estendere la nostra opera in quella zona. Con l’aiuto di un Papua interessato alla verità, il fratello e la sorella Frame poterono cercare altri interessati. In breve c’era un gruppo di sei uomini che desideravano imparare la verità. Il problema era come insegnargliela.

Nel febbraio 1958 il fratello John Cutforth visitò questo gruppo. Diede al fratello e alla sorella Frame buoni suggerimenti per superare il problema. Il fratello Cutforth dimostrò come presentare gli insegnamenti biblici con l’aiuto di disegni su una lavagna. Il progresso divenne quindi più rapido perché gli studenti imparavano a esprimersi e a disegnare schizzi di presentazioni bibliche. Nel dare testimonianza ad altri lasciavano disegnini, proprio come in altri paesi si lascia un trattatino.

Durante la visita del fratello Cutforth fu proiettato in un teatro locale il film “La felicità della società del nuovo mondo”. Il proprietario rifiutò ogni compenso poiché si trattava di una pellicola religiosa. Benché i fratelli avessero spiegato che la proiezione sarebbe stata privata, essendo ammessi solo gli invitati, il proprietario disse ai suoi operai che quella sera si proiettava un film gratis. Di conseguenza, quando i fratelli arrivarono con diversi Papua interessati, non solo trovarono che il locale era pieno, ma molti erano rimasti fuori cercando un punto da cui godere lo spettacolo attraverso le imposte aperte per la ventilazione. Fu necessario che due agenti di polizia si aprissero un varco tra la folla per poter sistemare un altoparlante vicino allo schermo. Invece dei previsti quindici o venti presenti, 234 persone assisterono alla proiezione!

Col passar degli anni l’opera di annunciare il Regno ha fatto costanti progressi nella Nuova Irlanda. Verso la fine del 1976 una bella Sala del Regno nuova e un appartamento sono stati ultimati a Kavieng e il fratello e la sorella Wilkinson vi si sono trasferiti per dare una mano. Nel gennaio 1977 c’è stato un massimo di 53 proclamatori nelle quattro congregazioni della Nuova Irlanda e, il 3 aprile 1977, 270 sono stati i presenti alla Commemorazione.

GLI INIZI NELLA PARTE SETTENTRIONALE DEL TERRITORIO

Ora che l’opera di testimonianza era avviata nella Nuova Britannia e Nuova Irlanda, i fratelli intendevano iniziare l’attività nella parte settentrionale del territorio di Papua Nuova Guinea, conosciuto un tempo come Nuova Guinea. Oda Sioni, uno dei primi proclamatori papua di Port Moresby, nell’agosto 1957 andò a visitare due suoi fratelli carnali in Nuova Guinea. Mentre era a Wau, Oda parlò molto della Parola di Dio. Uno dei suoi ascoltatori era un Papua chiamato Jack Arifeae. Non passò molto tempo che parecchi operai locali che lavoravano per la stessa ditta di Jack ascoltarono quello che Oda aveva da dire. Egli parlava in lingua motu e Jack traduceva nel pidgin melanesiano.

Una volta, dopo la regolare funzione religiosa in una chiesa locale, Oda diede una splendida testimonianza, mentre Jack traduceva fedelmente in pidgin quanto veniva detto. Quando non ne poté più, il pastore chiese loro di smettere, e continuò avvertendo la congregazione di oltre 600 persone che non dovevano aver nulla a che fare con i testimoni di Geova.

Ma nonostante tale opposizione Oda continuò a fare ottime conversazioni bibliche nella casa in cui stava. Una sera sul tardi, mentre tenevano uno studio, Oda e Jack furono sorpresi quando il brigadiere Jerika entrò nella stanza. Facendo la ronda, aveva visto la luce e aveva ascoltato la conversazione stando sotto la casa. Ciò che aveva sentito gli piacque e alla fine Oda iniziò uno studio biblico col brigadiere e sua moglie. A loro volta essi invitarono l’agente Namona e sua moglie Managu ad unirsi allo studio. Managu è diventata poi una proclamatrice dedicata che presta ancora fedelmente servizio in quella zona. Jack è sempre un fratello fedele, benché ora sia costretto su una sedia a rotelle.

All’inizio del 1958, il fratello e la sorella Endor vennero dall’Australia per servire a Lae, nella Nuova Guinea, fiduciosi che avrebbero avuto la benedizione di Geova nell’aprirvi un nuovo campo d’attività. “Ci accorgemmo immediatamente delle enormi possibilità per l’opera a Lae”, scrive il fratello Endor, aggiungendo: “Il fratello [James] Baird era arrivato prima e aveva già cominciato a studiare con diverse persone. Questo ci rese sempre più decisi a fare di tutto per restare, facendone oggetto di preghiera. Nel giro di due o tre giorni, alcuni degli abitanti del luogo ci indicarono una vecchia baracca militare di lamiera ondulata. Era stata sommariamente trasformata in un’abitazione, che potemmo affittare. Non aveva tappezzeria e frammenti di ferro arrugginito continuavano a cadere dal tetto col mutare della temperatura. Alle dieci del mattino la temperatura all’interno saliva a 43 gradi centigradi, il massimo indicato dal nostro termometro. Ma eravamo molto grati di avere un tetto sopra la testa, e un luogo dove poter studiare in pace con gli interessati”.

C’era progresso. Perciò, il 1° luglio 1958, venne stabilita una congregazione a Lae, e un’altra a Madang. Nell’aprile 1959 venne formata a Wau la terza congregazione della Nuova Guinea. E un anno più tardi si tennero per la prima volta in Nuova Guinea assemblee di distretto sia a Lae che a Madang.

Indicativo dell’interesse mostrato per la nostra opera è ciò che accadde nel dicembre 1958 quando fu proiettato in un teatro di Lae il film “La Società del Nuovo Mondo all’opera”. Benché nella congregazione a quel tempo vi fossero solo 15 fratelli e sorelle, una folla di 1.200 persone assisté alla proiezione!

Per provvedere il cibo spirituale, verso la metà degli anni sessanta si cominciò a pubblicare un’edizione di 16 pagine della Torre di Guardia in pidgin melanesiano. La rivista fu ampliata a 24 pagine nel gennaio 1970 e ha ora una tiratura di oltre 3.500 copie per ogni numero. Fu una grande gioia quando, nel gennaio 1972, si cominciò a pubblicare un’edizione di 24 pagine di Svegliatevi! in pidgin melanesiano.

Nel 1962 la congregazione di Madang, sulla costa, si trovava ancora al limite di un vasto campo maturo, pronto per la mietitura. Si predicava solo nei villaggi più vicini, e molti abitanti dei villaggi più lontani dovevano percorrere chilometri a piedi per sentir parlare della verità di Dio. Che progresso faceva la verità in questa zona?

Quando, nel maggio 1960, arrivarono dal Canada il pioniere Matthew Pope e la sua famiglia, fu aperta la via per mandare pionieri speciali a curare il crescente interesse. Perciò il fratello e la sorella Davison, che avevano prestato servizio nella Nuova Britannia, poterono offrire il loro aiuto in una zona in cui l’opera cominciava a svilupparsi molto rapidamente, una cinquantina di chilometri a nord di Madang. La popolazione di un villaggio, costruito su terreno demaniale adiacente alla scuola statale di Tagildig, mostrò molto interesse. Il direttore della scuola però era contrario e impedì ai fratelli di studiare con gli interessati che abitavano su questo terreno demaniale. Ma gli studi con queste persone furono continuati su una spiaggia più lontana.

Quindi il funzionario addetto alla pubblica istruzione a Madang ordinò che chiunque si trovava sulla proprietà doveva andarsene nel giro di nove giorni. Benché fossero in grado di ricuperare parte della loro roba, il nono giorno, 24 dicembre 1962, la polizia giunse sul posto e diede fuoco a tutte le case e le parti di case che rimanevano. Nel vicino villaggio di Bagildig, il capo del villaggio, Udim, informato dell’accaduto permise loro di stare sul suo terreno.

Ora nel villaggio di Bagildig c’è una bella congregazione, e anche una sala dei congressi. Recentemente oltre 500 persone vi assisterono all’Assemblea di Distretto “Sacro Servizio”. Grazie all’eccellente lavoro dei Davison e di altri pionieri speciali, circa 140 proclamatori e diversi pionieri sono ora attivi nelle sei congregazioni sparse negli ottanta chilometri di territorio lungo la costa e la catena montuosa che da Madang si estende verso nord. Ulpep Kalip, un ragazzo cresciuto nel villaggio di Bagildig, ora lavora alla Betel, e un altro, proveniente da un villaggio vicino, è sorvegliante di distretto.

GLI OPEROSI CRISTIANI RACCOLGONO BENEDIZIONI

A questo punto sembra appropriato dirvi almeno qualche cosa degli zelanti sforzi fatti in anni recenti per proclamare la buona notizia in alcuni villaggi di Papua Nuova Guinea. Per esempio, considerate ciò che avvenne nella zona di Hula verso la fine degli anni cinquanta.

Nel 1957 il fratello Donald Fielder, sua moglie Shirley, e la loro figlia Debbie, decisero di portare la buona notizia nella zona di Hula. Il fratello Fielder prese del terreno in affitto e vi costruì una casa molto confortevole. In seguito però il governo lo informò che non poteva continuare ad abitare su una proprietà indigena. Cosa potevano fare i Fielder? Ebbene, avrebbero costruito una barca per abitarvi alla foce del vicino fiume! Sì, c’erano problemi, come quello di fare il bucato senza alcuna comodità, di percorrere grandi distanze in canoa per procurarsi l’acqua potabile e di combattere le zanzare così numerose che quasi sempre si dovevano consumare i pasti sotto una zanzariera. Pur vivendo in queste condizioni, nel settembre 1958 nacque loro una seconda figlia. Poiché il dono che il fratello Fielder riceveva come pioniere speciale doveva servire a sfamare quattro bocche, qualche volta il cibo era molto scarso. Infatti a volte le banane erano l’unico cibo che avevano. Ma ebbero vere ragioni di gioia nel vedere che il loro giardino spirituale cominciava a produrre frutto. Nel novembre 1958 venne formata una bella congregazione di 18 proclamatori, e ora 40 proclamatori del Regno fanno parte della congregazione di Hula, e alla Commemorazione tenutavi il 3 aprile 1977 c’erano 114 presenti.

Verso la fine del 1957 il fratello John Cutforth tornò per stabilirsi in Papua Nuova Guinea e servire insieme ai fratelli locali. Come sorvegliante viaggiante aveva avuto molte splendide esperienze. Per esempio, la volta che visitò un proclamatore isolato a Kido, sulla costa, a una cinquantina di chilometri da Port Moresby, il fratello Cutforth e i suoi compagni fecero il viaggio in canoa a remi. Ad un certo punto il vecchio fratello Diho fu gettato fuori bordo dalle violente ondate e dovette essere ripescato dal mare. Comunque, dopo parecchie ore, superarono il Capo Redscar ed ecco davanti a loro il villaggio di Kido costruito sul mare.

“Fui molto lieto di fare la conoscenza di Ono Rose, l’unico Testimone del villaggio”, scrisse il fratello Cutforth. “Aveva un viso sorridente, molto bonario. Grazie ai suoi eccellenti principi gli era stata affidata la gestione del negozio del villaggio. I pastori della missione (London Missionary Society) avevano spaventato la popolazione del villaggio al punto che quasi tutti erano contrari alla verità, ma ai ragazzi più giovani piaceva andare al negozio dove Ono amorevolmente faceva conoscere loro il Regno e le sue benedizioni”.

Quella prima sera il fratello Cutforth, seduto sul pavimento con gli altri, spiegò la verità a Ono e alla sua famiglia, e anche a un buon numero di adolescenti ai quali Ono aveva parlato al negozio. Il fratello Cutforth scrive: “Quindi ci fu una pausa, dopo di che Ono parlò loro nella lingua locale. Ono mise poi la mano sul mio braccio e indicò una stuoia sul pavimento in un angolo della stanza. Quando chiesi: ‘Cosa stai dicendo, Ono?’ egli rispose: ‘Sto dicendo loro che fra il popolo di Geova non ci sono divisioni e pur avendo la pelle di colore diverso siamo uguali, mangiamo insieme e dormiamo insieme nella stessa stanza’. Questa era una cosa molto insolita perché a quel tempo esisteva una grande barriera tra i pastori europei delle missioni e la popolazione locale. Questo era molto evidente perché i pastori europei mangiavano sempre separati dai parrocchiani locali e stavano con loro solo per breve tempo quando c’era qualche adunanza. Poiché i Testimoni europei lavoravano insieme ai loro fratelli papua, vivevano con loro e camminavano insieme a loro, si formò un meraviglioso vincolo di amore. Questo vincolo ha aiutato a superare le molte difficoltà che hanno dovuto affrontare”. — Giov. 13:34, 35; Atti 10:34, 35.

Ono è ancora a Kido e si occupa del gruppo locale. Lui e sua moglie sono gli unici proclamatori del Regno in quel villaggio. Ma nei due decenni durante i quali hanno perseverato come Testimoni isolati hanno avuto ricche benedizioni. Sono stati felici che otto persone del loro villaggio abbiano assistito al Pasto Serale del Signore il 3 aprile 1977.

IN VILLAGGI REMOTI

Nel giugno 1958 giunsero in Papua Nuova Guinea due giovani fratelli, James Smith e Stephen Blundy. Si accinsero subito a imparare la locale lingua motu, e in poco tempo la parlavano bene. Questi fratelli hanno contribuito in modo eccellente a iniziare l’opera in nuove zone di Papua.

Eravamo ansiosi di estendere la testimonianza del Regno in villaggi remoti. Perciò, nel 1960, da Port Moresby si mandarono pionieri speciali in alcune di queste zone. Il fratello Smith, insieme a Lionel Dingle, fu assegnato a Kerema, nel distretto del Golfo. Benché il fratello Smith parlasse bene il motu, trovò che ben pochi a Kerema conoscevano quella lingua. Quindi bisognava imparare un’altra lingua. La difficoltà era accresciuta dal fatto che qui non vi era una lingua scritta. Perciò il fratello Smith passò molte sere con i Kerema che parlavano motu. Egli racconta:

“Dicevo loro una frase in motu, che essi traducevano nella lingua kerema. Io la scrivevo, trascrivendo ogni parola nel nostro alfabeto fonetico. In questo modo non solo mi formai un piccolo vocabolario, ma potei scrivere per intero una breve presentazione biblica. La popolazione locale era sorpresa, perché nel distretto nessun altro Europeo era in grado di parlare la loro lingua. Il fatto stesso che cercavamo di parlare con loro nella loro lingua creava un’impressione favorevole, poiché capivano che ci interessavamo di loro. Continuavamo ad annotare vocaboli e frasi; a poco a poco compilai in un taccuino una grammatica della lingua kerema. In tre mesi eravamo in grado di conversare con la gente, e nel 1961 fu possibile pronunciare discorsi pubblici e tradurre il materiale per lo studio Torre di Guardia della domenica. In seguito i fratelli ebbero la gioia di ricevere un volantino nella loro lingua e quindi l’opuscolo ‘Questa buona notizia del regno’. Questi sono stati preziosi strumenti per aiutare la popolazione locale a imparare la verità”.

Una cosa che il fratello Smith ammirava molto era lo sforzo fatto dai fratelli e dagli interessati per venire alle adunanze. Molti dovevano attraversare una baia larga oltre tre chilometri per venire alle adunanze, e col cattivo tempo era spesso rischioso. Una volta la Commemorazione coincise con la visita del sorvegliante di circoscrizione. Il fratello Smith racconta: “Cadeva una pioggia torrenziale, c’era vento e nella baia il mare era in burrasca. All’ora dell’adunanza non vi erano molti presenti; perciò aspettammo un po’. Ed ecco comparire dall’oscurità nella pioggia scrosciante una cinquantina di persone, inzuppate fino all’osso. Nessuno aveva abiti di ricambio, ma tutti sedettero felici per ascoltare il discorso. Ci dissero poi che quando si trovavano nel mezzo della baia il mare era così agitato che la grande canoa cominciò ad affondare. Gli uomini e le persone non sposate si gettarono in mare, lasciando le mamme con i bambini nella canoa. A malapena erano riusciti a compiere la traversata. Per il pericolo del ripetersi di tali incidenti, in seguito si decise di tenere due adunanze, una da una parte e una dall’altra della baia”.

I rischi erano molti. Una volta il fratello Smith doveva andare a uno studio di libro dall’altro lato della baia. L’uomo del traghetto disse che era troppo tardi per portarvelo. Perciò egli si avviò in una canoa, benché il cielo fosse coperto e il mare grosso. Il fratello Smith non aveva percorso neanche 100 metri quando si accorse che la canoa faceva acqua. Doveva gettarsi in mare e raggiungere la riva a nuoto? Ebbene, per fortuna queste canoe galleggiano bene e non affondano mai completamente. Quindi egli rimase nella piccola imbarcazione. Ma lasciamo che il fratello Smith ci narri l’accaduto:

“A un certo punto, non riuscivo a vedere altro che le creste bianche delle onde. Scoprii poi che s’infrangevano su una secca, e quando le fui sopra, mi sembrava di essere su un cavallo selvaggio. Finalmente la forte marea spinse la canoa tra alcune mangrovie e riuscii ad arrampicarmi sulla riva fangosa, tirandomi dietro la canoa. Non riuscendo a vedere nulla e sapendo che vi erano coccodrilli nella zona, ero davvero spaventato. Per peggiorare le cose, cominciò a piovere a dirotto. Non potevo far altro che starmene rannicchiato sotto l’impermeabile e aspettare. Dopo mezzanotte la marea cambiò, la pioggia cessò e le acque si calmarono. Col fazzoletto turai i buchi della canoa e tornai remando fino alla casa del traghettatore. Giunsi finalmente a casa verso le 2 del mattino. Quando ricevetti il vigoroso consiglio che i pionieri non dovrebbero esporsi a rischi inutili, non ebbi difficoltà ad accettarlo”.

In seguito altri pionieri, come Glenn Finlay, contribuirono al progresso dell’opera in questa zona. Ora vi sono tre congregazioni intorno alla baia di Kerema, e, verso la fine del 1975, hanno ospitato oltre 400 congressisti durante l’Assemblea di Distretto “Sovranità Divina”. Fra questi vi erano altri della provincia del Golfo, inclusi i rappresentanti delle cinque congregazioni di lingua toaripi. Come erano state stabilite queste congregazioni?

Ebbene, quando il fratello Smith era stato assegnato a Kerema, Stephen Blundy e Allen Hosking furono mandati a Savaiviri, villaggio circa 65 chilometri più a est. Come mai furono mandati proprio lì? Tempo prima, a Port Moresby, il fratello Blundy aveva conosciuto alcuni di lingua toaripi, provenienti dalla regione di Moveave, nel golfo dei Papua. Egli ricorda: “Erano venuti a Moresby per vendere sago e stuoie di giunco ed erano in attesa di una nave che li riportasse al loro villaggio [Savaiviri]. Disposi di tenere uno studio il giorno dopo e poi studiai con loro quasi ogni giorno finché non tornarono al loro villaggio”.

In seguito il fratello Blundy continuò lo studio per corrispondenza con uno del gruppo, un certo Miviri, che aveva il volto deformato dalla framboesia. Miviri era rispettato fra la sua gente, e inviò un elenco di nomi di interessati.

Alla fine il fratello Blundy scrisse alla Società, e non passò molto tempo che, insieme al fratello Hosking, s’imbarcò su un battello diretto a Savaiviri. Commentando il loro arrivo, il fratello Blundy dice:

“Miviri ci corse incontro per salutarci. Ci portò a casa sua dove ci offrì una tazza del tè più forte che avessi mai assaggiato. Avevamo con noi una tenda, e molte mani volenterose la eressero rapidamente all’ombra di un grosso mango.

“Ci rendemmo presto conto che la nostra nuova dimora si trovava nel mezzo di una vasta palude. Era il delta di due dei maggiori fiumi di Papua, il Lakekamu e il Tauri, rifugio di coccodrilli e zanzare!

“Fin dall’inizio sembrò volontà di Geova che venisse proclamata la buona notizia ai Toaripi. Il numero dei nostri studi biblici aumentò rapidamente finché ne avevamo ben venti ciascuno”.

Anche a Port Moresby la proiezione di film era una rarità per molti verso la metà degli anni cinquanta. Quindi immaginate quanto più insolita sarebbe stata all’inizio degli anni sessanta in villaggi situati su delta e fiumi quasi duecento chilometri più a ovest! Non è dunque meraviglia che 800 persone emozionatissime si presentassero nel 1962 a Moveave per vedere la pellicola della Watch Tower Society “L’Assemblea Internazionale Volontà Divina dei Testimoni di Geova”. E oltre 1.000 a Kukipi sulla costa schioccavano la lingua ed emettevano esclamazioni di sorpresa durante la proiezione dello stesso film.

Quando il fratello Hosking si sposò, sua moglie poté aiutare molte donne del luogo. Che gioia è per loro ricordare il passato e vedere come Geova ha benedetto l’opera tanto che ora diverse congregazioni cristiane sono attive nella zona e alcuni giovani locali sono pionieri altrove!

PROSPERITÀ CRISTIANA NONOSTANTE L’OPPOSIZIONE

Il 25 maggio 1960 il governo riconobbe ufficialmente l’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici. Questo ebbe l’effetto di dare alla nostra opera una base molto più solida. Per esempio, grazie a questo riconoscimento eravamo in grado di presentare domanda al governo per avere il terreno su cui edificare Sale del Regno. Un passo ancora più importante per assicurare che l’organizzazione sarebbe stata riconosciuta dallo stato indipendente di Papua Nuova Guinea, formatosi nel settembre 1975, fu il riconoscimento avvenuto nel maggio di quell’anno dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici di Papua Nuova Guinea.

Alla fine dell’anno di servizio nell’agosto 1960 in Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone c’erano 440 proclamatori. Con questo eccellente aumento di attività, si ritenne opportuno aprire una filiale della Watch Tower Society in Papua. Il fratello John A. Cutforth, che aveva trascorso la maggior parte dei suoi cinquantasette anni servendo con il popolo di Dio, fu il primo sorvegliante di filiale. La filiale di Papua era responsabile dell’opera in Papua, Manus, Nuova Britannia, Nuova Guinea, Nuova Irlanda e nelle Isole Salomone.

I preparativi per far funzionare il nuovo ufficio furono interrotti dalla pubblicità avversa sorta in seguito alla distribuzione da parte dei fratelli di un volantino che parlava del problema della trasfusione di sangue. Divampò notevole opposizione. Per esempio, il governatore e il commissario di polizia erano contrari alla distribuzione del volantino. E il 30 agosto 1960 il South Pacific Post recava il titolo “Le chiese adirate per il problema del sangue”. Nel relativo articolo le autorità ecclesiastiche si scagliavano contro i Testimoni di Geova per la loro posizione sul sangue, e approfittarono dell’occasione per condannare la nostra neutralità cristiana.

I fratelli Cutforth, Fielder e Arthur Morris si recarono sia dal governatore che dal commissario di polizia per chiarire la nostra posizione, ma non furono accolti bene. Si prepararono comunicati stampa per la radio e i giornali, ma contavamo più che altro sui contatti diretti di porta in porta per neutralizzare gli attacchi contro di noi.

Con l’andar del tempo il fratello Cutforth riuscì a organizzare ogni cosa e la filiale cominciò a funzionare il 1° settembre 1960. Tra parentesi, l’ufficio si trovava in una stanza in casa del fratello Jim Dobbins a Port Moresby.

Quindi il progresso cristiano procedeva nonostante l’opposizione. Nel 1961 gli avversari giunsero al punto di dire che avevamo approfittato di un’eclissi solare per spaventare la gente! E nel marzo 1962 i nemici della buona notizia si diedero nuovamente da fare per fomentare l’opinione pubblica contro la nostra attività. Secondo il South Pacific Post, la sottofiliale di Port Moresby della Lega dei Militari in Congedo presentò una mozione per dichiarare: “Il Congresso deplora le attività dei Testimoni di Geova, considerandole quasi sediziose, e raccomanda che alla prima opportunità la setta sia estirpata dal Territorio”. Fu riferito che la sottofiliale di Goroka della stessa organizzazione disse che se si potevano provare i rapporti delle attività dei Testimoni di Geova, “si potevano fare i passi per mettere al bando la setta”. Naturalmente le accuse erano false e i membri di questa organizzazione contraria dovettero rimanere assai delusi leggendo il seguente titolo nel South Pacific Post del 27 marzo 1962: “Hasluck dice ‘No’ al bando della setta”. Nel relativo articolo il giornale diceva: “Paul Hasluck, Ministro per i Territori, ha respinto oggi la richiesta della Lega dei Militari in Congedo di mettere al bando i Testimoni di Geova nel Territorio”. Erano citate inoltre le sue parole: “Non ho avuto alcuna evidenza convincente che le attività dei Testimoni di Geova mettano in pericolo la sicurezza . . . Non c’è alcun chiaro motivo per mettere al bando la setta”.

NELLE REGIONI MONTUOSE

Nel maggio 1962 l’ufficio della filiale fu trasferito nella bella casa nuova che il fratello Kitto aveva costruita a Port Moresby. Era rimasta libera quando Tom e Rowena Kitto si erano trasferiti nelle regioni montuose di Papua Nuova Guinea per servire dove vi era maggior bisogno. Il fratello e la sorella Kitto erano diretti a Wabag, proprio nel cuore della regione montuosa.

Durante il viaggio, sia Tom che Rowena Kitto presero la malaria. Giunti a Mount Hagen, avevano ancora 110 chilometri da percorrere per giungere a Wabag. Durante la notte entrambi si sentirono male, ma Tom peggiorò e la mattina aveva perso conoscenza. Fu chiamato un dottore, il quale disse che Tom non si sarebbe potuto muovere per due settimane. Alla fine, però, i Kitto proseguirono il viaggio giungendo a Wabag.

Nonostante le difficoltà, i Kitto erano venuti a Wabag per portare la buona notizia del Regno. Furono benedetti poiché in seguito si formò anche qui una congregazione. Nel corso degli anni i Kitto hanno riscontrato di dover sempre “combattere” contro la falsa religione e il demonismo. Ma alcuni volevano imparare a fare la volontà di Geova. Perciò essi continuano tuttora a proclamare la buona notizia in quella regione.

A motivo dell’interesse mostrato ancor più in alto lungo la strada, venne costruita una Sala del Regno all’imboccatura di una bella vallata a quasi 2400 metri d’altezza. Un pioniere speciale, il fratello Michael Saunga, che è assegnato alla congregazione di Wabag, aiuta il fratello Kitto a curare gli interessati.

L’ottimo lavoro compiuto da numerosi fratelli e sorelle ha permesso di stabilire congregazioni in altre località come Asaro, Banz, Baiyer River, Goroka, Kainantu, Kundiava, Mendi e Mount Hagen nella regione montuosa. Per mancanza di spazio non possiamo narrare qui tutti i particolari. Ma menzioneremo alcuni punti salienti.

Grazie agli eccellenti sforzi della sorella Elsie Horsburgh nel dare testimonianza a due giovani soldati a Port Moresby, fu posto il fondamento perché si stabilisse una congregazione ad Asaro nella regione montuosa orientale. Questa regione è famosa per le caratteristiche maschere di argilla.

Dopo molta resistenza da parte degli ufficiali superiori, questi due giovani ricevettero il congedo, progredirono al punto di essere battezzati e, verso la metà degli anni settanta, furono assegnati come pionieri speciali nella zona di Asaro. Questo era il paese d’origine di uno dei due giovani, Gunure Ummaba. Fu subito costruita una Sala del Regno e, dopo tre mesi soltanto, il sorvegliante di circoscrizione riferì che tre nuovi proclamatori facevano rapporto del servizio di campo e che al suo discorso pubblico c’erano stati ventun presenti. Recentemente è stata costruita una sala più grande, per i congressi.

Altre due belle Sale del Regno sono state costruite in anni recenti a Goroka e Kainantu, entrambe con l’attiva partecipazione delle famiglie Beyer, Bennett, Gosson, Kowitz, Linke e Colbran. All’inizio del 1977, nelle regioni montuose tutti furono felici di avere nella zona la prima assemblea di distretto in pidgin melanesiano, con 267 presenti e sei battezzati. La nostra opera progredisce dunque all’interno del paese.

L’OPPOSIZIONE NON CI SCORAGGIA

Durante il 1964, 261 proclamatori del Regno partecipavano al servizio di campo in Nuova Guinea. L’accresciuta attività dei Testimoni non sfuggì agli oppositori della verità. Perciò, verso la fine dell’anno, essi cercarono di impedirci di offrire le riviste nelle strade di Wewak. L’ispettore di polizia accusò due fratelli locali di intralciare il libero passaggio della gente sulla pubblica via. Il giorno dell’udienza l’ispettore non si fece vedere, ma mandò in sua vece il viceispettore locale. Come ebbe inizio il procedimento, egli era così impreparato che il magistrato invece di interrogare lui si rivolse ai testimoni d’accusa. Erano tutti e tre poliziotti, e ammisero che gli accusati non avevano intralciato il loro libero passaggio. Il magistrato era ovviamente seccato e pose fine al procedimento dicendo: “Non riesco a capire perché l’ispettore abbia presentato questa causa in tribunale. L’accusa è respinta”.

Comunque l’ispettore persisté nei suoi tentativi di fermare la nostra opera. Nel febbraio 1965, mentre davano testimonianza di casa in casa a Wewak, i fratelli entrarono in un gruppo di case abitate dagli agenti di polizia sposati. Nel corso della testimonianza, un agente disse loro che non dovevano predicare agli abitanti di quelle case perché l’ispettore aveva vietato loro di avere a che fare con i testimoni di Geova. Disse al fratello Otto Eberhardt che avrebbe dovuto andare a parlare all’ispettore. Mentre il fratello Eberhardt radunava i proclamatori per far ciò, l’ispettore comparve e disse loro: “Vi accuso di esservi introdotti illegalmente in questi edifici”. Il fratello Eberhardt e la sorella Edith Teynor ricevettero poi un ordine di comparizione che ingiungeva loro di presentarsi alla corte il 17 febbraio 1965, per rispondere dell’accusa di essere stati sorpresi in un cortile recintato senza legittima ragione.

Scoprimmo che essendo stati accusati in base a un articolo del codice penale, per essere prosciolti occorreva solo dimostrare di non aver avuto alcun intento criminoso. Evidentemente quelli della polizia non avevano pensato a questo, perché in tutte le loro dichiarazioni dinanzi alla corte insisterono che il punto in discussione era che non avevamo ottenuto il permesso dell’ispettore per entrare negli alloggi riservati alla polizia. Nella deposizione finale resa dinanzi alla corte, l’ispettore ammise: “Non dico che l’attività degli imputati sia stata criminosa”. Solo dopo che i fratelli ebbero fatto la loro deposizione, citando precedenti legali, l’ispettore si rese conto di aver invalidato l’intero procedimento affermando che la presenza dei fratelli sulla proprietà in questione era legittima e non criminosa. Poi, il 28 maggio 1965, il giudice emise il verdetto che li dichiarava innocenti. Da allora, nella nostra opera di testimonianza di casa in casa non abbiamo più avuto problemi con le autorità. Certo ringraziamo Geova di questa magnifica vittoria, da cui i fratelli e le sorelle hanno tratto molto incoraggiamento.

IL PROBLEMA DEL SALUTO ALLA BANDIERA

All’inizio del 1966, sette figli di Testimoni locali, che frequentavano la scuola elementare di Milford Haven, furono avvertiti dalla loro insegnante che sarebbero stati messi alla prova per vedere se avrebbero salutato la bandiera o no. Il lunedì mattina, davanti a circa 300 studenti radunati, fu chiesto loro di salutare la bandiera, dicendo che se non l’avessero fatto i loro nomi sarebbero stati cancellati dal registro e sarebbero stati espulsi. Nessuno dei ragazzi fece il saluto e non fu preso alcun provvedimento. Ma furono informati che sarebbero stati nuovamente messi alla prova la mattina dopo. Avvenne la stessa cosa e di nuovo i ragazzi rifiutarono di fare il saluto. Ma questa volta furono allontanati dal gruppo ed espulsi da scuola. Tutto questo accadde perché quei ragazzi erano decisi ad ascrivere la salvezza a Geova e attenersi alla sua Parola. (Eso. 20:4-6; Sal. 3:8) Si potrebbe aggiungere che l’esenzione da tali cerimonie era stata richiesta per iscritto dai genitori dei ragazzi, ma era stata rifiutata dall’insegnante per ordine del direttore.

R. L. Stevens, sorvegliante che presiede della congregazione di Lae, parlò col direttore, ma egli fu inamovibile nella sua decisione che qualsiasi ragazzo si fosse rifiutato di salutare la bandiera nelle scuole sotto la sua giurisdizione sarebbe stato espulso.

Il fratello Stevens scrisse allora al Dipartimento dell’Istruzione per ricevere aiuto al riguardo. Tre settimane più tardi, il 18 e 19 marzo 1966, il fratello Stevens presentò ricorso al sig. Niall, rappresentante locale in parlamento, e al Dipartimento per i Territori a Canberra (Australia), inviando copia dell’esposto alle Nazioni Unite.

Il 23 marzo le autorità scolastiche ricevettero una telefonata direttamente dall’Amministratore di Papua Nuova Guinea che avvertiva che i ragazzi avrebbero dovuto essere riammessi immediatamente a scuola. Il 26 marzo il fratello Stevens ricevette il seguente cablogramma da Paul Hasluck, ministro australiano per i Territori: “Mi riferisco suo cablogramma del 19 marzo. Sono informato ragazzi già riammessi”. Fu così che l’interesse per i diritti di questi ragazzi da parte del governo australiano e del parlamento locale contribuì a questa vittoria per la libertà di adorazione.

Si potrebbe aggiungere che un ottimo provvedimento fu preso col Decreto per l’Istruzione di Papua Nuova Guinea del 1970. Venne specificato che nessuna scuola poteva “escludere un ragazzo unicamente per motivi religiosi o dottrinali”. (Parte II, articolo 1, sezione 7, comma 3, A e B) Certe autorità hanno citato questo articolo in relazione al sentimento religioso dei Testimoni di Geova nei confronti del saluto alla bandiera. Attualmente pochi insegnanti fanno un problema del saluto alla bandiera. Un altro beneficio derivato da questo provvedimento è che dal 1970 è stata offerta ai Testimoni di Geova la stessa opportunità che hanno le altre religioni di provvedere istruzione religiosa per i loro ragazzi durante l’orario scolastico.

Vi è ancora un ottimo potenziale tra il milione e mezzo di abitanti della regione montuosa e settentrionale del territorio di Papua Nuova Guinea. Ciò è dimostrato dal fatto che nel 1977 ben 1.588 persone assisterono alla Commemorazione e si è avuto un massimo di 459 proclamatori. Poiché i fratelli hanno tenuto oltre 400 studi biblici in Nuova Guinea, ci attendiamo nel futuro continuo aumento in questo campo.

MANUS, BALUAN E SALOMONE SETTENTRIONALI

Nel corso degli anni abbiamo cercato di portare il messaggio del Regno in isole lontane. Per esempio, nel 1958 Liston Carnie aveva iniziato la nostra opera sull’isola di Manus, la più grande delle Isole dell’Ammiragliato. Quando dava testimonianza in alcuni villaggi, a volte ben 75 persone ascoltavano i suoi discorsi biblici. In seguito, insieme al fratello Lon Bauman, vi costruì una delle più belle Sale del Regno di tutto il territorio della nostra filiale. Il giardino era così ben tenuto che un anno la congregazione ricevette il premio per il miglior giardino!

Il fratello Carnie aveva proclamato la buona notizia anche nella vicina isola di Baluan. Durante l’anno di servizio 1977, otto proclamatori del Regno hanno partecipato all’opera di testimonianza nell’isola di Manus. Altri fratelli si sono trasferiti altrove.

A Bougainville non era mai stata data testimonianza finché Alan McRae e la sua famiglia vi si trasferirono nel 1969. Altri si sono trasferiti in seguito su quest’isola ricca di miniere di rame per servire dove vi è maggior bisogno, e oggi oltre 50 proclamatori proclamano la buona notizia nelle due congregazioni di Bougainville e nella congregazione dell’adiacente isola di Buka, isole che ora sono conosciute come le Salomone Settentrionali.

LETTERATURA NELLE LINGUE INDIGENE

Con l’aumento della nostra attività, abbiamo cercato di provvedere letteratura cristiana nelle lingue della popolazione locale. A questo proposito, un eccellente passo avanti è stato fatto nell’aprile 1958 con la pubblicazione del primo numero della Torre di Guardia in motu. Naturalmente sarebbe impossibile produrre letteratura negli oltre 700 lingue e dialetti parlati qui. Perciò la Società si è limitata a tradurre la letteratura nelle due lingue commerciali, hiri motu e pidgin melanesiano. E un eccellente provvedimento, a partire dal 1970, è stato il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, pubblicato sia in hiri motu che in pidgin melanesiano.

TEMPO DI ULTERIORE ESPANSIONE

Oltre alla maggiore produzione di letteratura, abbiamo avuto altra espansione. Nell’ottobre 1962 la Società aveva presentato la prima domanda per ottenere il terreno su cui costruire una Sala del Regno. Era quella di Koki a Port Moresby. La prima domanda fu respinta. Quando fu presentata la seconda domanda l’ufficio competente raccomandò che fosse stipulato un contratto di locazione. Ma il consiglio consultivo del governatore differì la concessione per ulteriore considerazione. L’allora direttore dell’ufficio del catasto, D. E. Macinnis, confermò che il governo australiano riconosceva i Testimoni di Geova come una religione cristiana. Sottopose quindi questa informazione al consiglio consultivo e, il 27 novembre 1963, apprendemmo che la domanda era stata approvata. Riteniamo che l’esposto preparato dal sig. Macinnis abbia contribuito molto ad assicurarci la continua libertà di proclamare la buona notizia in questo paese.

Nel gennaio 1964 la filiale di Papua ebbe la visita del fratello Clyde Canty della Nuova Zelanda, in qualità di servitore di zona. Il fratello Canty raccomandò di costruire un ufficio e casa missionaria insieme alla Sala del Regno che i fratelli si proponevano di erigere a Koki. La sua raccomandazione fu approvata e, nell’ottobre 1964, si cominciarono i lavori di un bell’edificio di due piani per ospitare la filiale e una Sala del Regno. Nel gennaio 1965, il fratello N. H. Knorr ci visitò e poté constatare il progresso fatto nella costruzione della nuova filiale. Durante questa visita il fratello Knorr suggerì che il fratello Cutforth dedicasse più tempo nel campo quale primo sorvegliante di distretto a tempo pieno. Quindi, dall’aprile 1965, il fratello Charles Isbill assunse la responsabilità dell’opera svolta nelle isole sotto la giurisdizione di questa filiale.

All’inizio del 1972, il fratello N. H. Knorr e il fratello M. H. Larson vennero in Papua Nuova Guinea. Poterono vedere i lavori di ampliamento in corso alla filiale e suggerire alcuni cambiamenti. In quell’occasione il fratello James E. Smith fu nominato sorvegliante di filiale in sostituzione del fratello Isbill, che era tornato negli Stati Uniti per motivi di salute. Poi, nell’agosto 1972, quando si tenne a Port Moresby l’Assemblea di Distretto “Dominio Divino”, circa 150 visitatori espressero il loro apprezzamento nel vedere gli ampliamenti fatti all’edificio della filiale, rendendosi conto che questa era una prova tangibile della benedizione di Geova sull’espansione dell’opera di predicare e fare discepoli.

Col progresso dell’opera del Regno nel corso degli anni, è aumentato anche il lavoro della filiale. Per esempio, nel 1976 c’era stato a Papua un massimo di 731 proclamatori, un aumento del 17,5 per cento sulla media dell’anno precedente. Ormai l’edificio della filiale era stato in parte ricostruito ed era stato ultimato il nuovo ufficio e il locale per la stamperia, che armonizzano molto bene con la costruzione precedente. Nove persone prestano ora servizio nella filiale e si occupano dell’ufficio, delle spedizioni, della stamperia, della traduzione e di altre faccende. Attualmente il comitato della filiale ha la responsabilità delle attività della filiale di Papua Nuova Guinea.

Pure nel 1976 il popolo di Geova ultimava e dedicava una bella Sala dei Congressi. In un’occasione durante l’anno vi trovarono posto 600 persone che assisterono all’assemblea di circoscrizione. Siccome i pannelli delle pareti dell’edificio sono montati su cardini, si possono aprire come grandi porte per accogliere folle ancora più numerose. In questo modo, 983 persone hanno potuto assistere recentemente a un’assemblea di distretto.

LA SCUOLA DI MINISTERO DEL REGNO

Come in altre nazioni, anche qui funziona la Scuola di Ministero del Regno per l’addestramento dei sorveglianti cristiani. Nel corso degli anni si sono tenute classi in circostanze diverse. Per esempio, nel 1961 una classe fu tenuta sotto una tettoia di foglie di palma in uno spiazzo. Un giorno la ripetizione scritta fu temporaneamente interrotta da un “visitatore”. Potete immaginare la sorpresa dei fratelli vedendo un serpente velenoso strisciare tra i loro piedi mentre erano seduti al tavolo! Uno dei fratelli aveva scorto l’animale e dato l’allarme, ma con padronanza di sé tutti rimasero tranquillamente seduti. Forse rendendosi conto di essere stato visto, il serpente si diresse verso la boscaglia seguito praticamente dall’intera classe!

In certo modo, la Scuola di Ministero del Regno è una buona indicazione del progresso teocratico compiuto in Papua Nuova Guinea. Per esempio, considerate le classi della scuola tenute nel 1974 e 1975. In tutto 193 fratelli parteciparono al corso, 129 in Papua Nuova Guinea e 64 nelle Isole Salomone. Com’è meraviglioso vedere tanti fratelli locali qualificati per frequentare questa scuola per sorveglianti!

ASSEMBLEE SPIRITUALMENTE RIMUNERATIVE

Ripensando agli anni passati, ricordiamo numerose assemblee cristiane, alcune delle quali furono vere pietre miliari del progresso teocratico. La prima assemblea internazionale che sia stata mai tenuta in Papua Nuova Guinea fu quella del 1969. Lasciate che ve ne parliamo.

Non esisteva uno stadio o un edificio in grado di accogliere il migliaio di persone che si aspettavano. Perciò venne scelta una radura nella boscaglia a una ventina di chilometri da Port Moresby. Era uno spiazzo erboso, e vi si dovevano costruire trentasei edifici per sistemare tutto quello che era necessario per l’assemblea. Si dovevano approntare dodici raggruppamenti di alloggi per ospitare oltre un migliaio di persone che si sarebbero sistemate proprio sul luogo dell’assemblea. Si doveva provvedere l’acqua da bere e per lavarsi. Si dovevano preparare i pasti, e ci voleva l’elettricità per l’illuminazione. Ci vollero ben cinque mesi per i preparativi di quest’assemblea. Ne valeva la pena? Certamente!

Il fratello F. W. Franz, della sede centrale della Società a Brooklyn (New York, U.S.A.), quell’anno venne per la prima volta in Papua Nuova Guinea. Il numero dei presenti superò l’aspettativa, infatti 1.116 persone ascoltarono attentamente il suo discorso pubblico “Si avvicina la Pace di mille anni”. Settanta simboleggiarono la loro dedicazione con il battesimo in acqua durante quell’assemblea. Anche se da allora sono trascorsi diversi anni, i fratelli ricordano e parlano ancora di quel meraviglioso avvenimento spirituale.

Nel gennaio 1977 il fratello M. G. Henschel, della sede centrale della Società a Brooklyn, venne per la prima volta in Papua Nuova Guinea. Oltre 1.100 furono i presenti al suo discorso nello stadio e più tardi 1.000 videro le diapositive che proiettò nella Sala dei Congressi. È straordinario pensare che questa folla di fratelli e interessati, provenienti solo da Port Moresby e dintorni, era uguale alla folla che aveva assistito all’assemblea internazionale solo sette anni prima!

Le più notevoli assemblee tenute nelle isole furono l’assemblea nazionale di Port Moresby e quella di distretto nelle Isole Salomone nel 1973. In questi due raduni ben 96 persone si presentarono per il battesimo. Considerando le difficoltà del viaggio sulle montagne il totale di 3.500 presenti al discorso pubblico fu davvero straordinario. Un gruppo di una dozzina di persone, tra cui una coppia con due bambini piccoli, per recarsi all’assemblea percorsero circa 240 chilometri a piedi attraverso la catena montuosa di Papua Nuova Guinea. Per raggiungere Port Moresby superarono il monte Victoria alto 4000 metri e percorsero la cosiddetta “Pista di Kokoda”.

L’assemblea di Port Moresby fu un avvenimento storico per questa filiale. Il pubblico, diviso in tre sezioni, udì i drammi nella propria lingua. Gli attori recitavano seguendo la registrazione in inglese. Ma si poteva sentire simultaneamente la voce appropriata per ciascun personaggio sia in hiri motu che in pidgin melanesiano. Perciò, guardando il dramma dalle rispettive sezioni sembrava che gli attori recitassero nella propria lingua!

ULTERIORE ESPANSIONE

Gli anni settanta hanno visto un’ulteriore espansione del messaggio del Regno. Anche se non possiamo dirvi tutto del duro lavoro e dei sinceri sforzi fatti da tanti nostri fratelli e sorelle che hanno proclamato qui la buona notizia, lasciate che vi narriamo alcuni recenti sviluppi.

Parecchi anni fa, Karapa, un fratello papua, fu mandato per lavoro dal governo nella provincia occidentale di Papua Nuova Guinea. Poiché approfittava di ogni opportunità per dare testimonianza, ora vi sono veri cristiani nel cuore di Papua Nuova Guinea a Ningerum, ai piedi dei monti Star. Vi è pure una fiorente congregazione sul lago Murray, presso il confine indonesiano lungo l’imponente fiume Fly, in quella che è considerata la più grande palude del mondo! La maggioranza di costoro erano analfabeti. Ma grazie agli eccellenti sforzi del fratello e della sorella Soostmeyer, molti di loro stanno imparando a leggere e scrivere, e nella congregazione di Buseki, sul lago Murray, vi sono ventotto proclamatori; venti sono stati battezzati negli ultimi due anni. Tra parentesi, la congregazione più vicina dista circa 400 chilometri e forse gli unici estranei che i Testimoni di questa remota regione vedono durante l’anno sono i sorveglianti di circoscrizione e di distretto.

Qualche tempo fa la congregazione andò a dare testimonianza in territorio isolato. Il fratello Siegmar Soostmeyer riferisce, in parte: “Abbiamo impiegato nove ore per raggiungere questo villaggio la cui popolazione è costituita di Pari e Supe. Una volta erano cannibali. Il villaggio era oltre cento chilometri a valle del fiume Kaim. Il fiume era ricco di pesce; c’erano ‘pukpuk’ [coccodrilli] e molti uccelli d’ogni specie. È stato un viaggio fantastico”.

Nella canoa c’erano sette Testimoni che furono felici di portare la buona notizia agli abitanti del luogo. Il fratello Soostmeyer osserva: “I fratelli e le sorelle di Buseki erano così entusiasti che era un piacere vedere ciascuno di loro dare testimonianza a qualcuno”.

Ma torniamo al 1972 e all’estremità orientale di Papua Nuova Guinea, dove l’isola si assottiglia come la coda di un coccodrillo. Quella provincia, incluse le isole circostanti, ha una popolazione di oltre 100.000 abitanti, molti dei quali amano la Bibbia. Infatti diverse tribù hanno la Bibbia completa nella propria lingua. Alcune di queste traduzioni contengono forme vernacolari del nome divino, come “Iehova” e “Ieova”.

Due piccole congregazioni cominciarono a funzionare in quella zona nel 1972. E nel 1975 un sorvegliante di circoscrizione, il fratello Burt Stanford, visitò la regione. Lasciata la moglie in uno dei villaggi costieri, il fratello Stanford camminò per sei ore circa per raggiungere un gruppo di interessati. Il tempo era bello, ma il fiume era impetuoso e si dovette attraversarlo dodici volte! Il sentiero s’inerpicava su terreno impervio e pericoloso. Ma valeva la pena di fare il viaggio? Ebbene, giudicate voi.

Il fratello Stanford dice: “Abbiamo ricevuto una calorosa accoglienza. Erano felici di vederci. Sono stato felice e sorpreso nel vedere la bella Sala del Regno e casa per pionieri che avevano costruita. Ogni settimana vi tenevano lo studio Gima Kohorona [Torre di Guardia in hiri motu], che un giovane conduceva come meglio poteva. Martedì mattina abbiamo avuto lo studio di gruppo e al mio discorso pubblico c’erano 84 presenti”.

Evidentemente questo ragazzo, che nel 1971 si era associato per qualche tempo alla congregazione di Port Moresby, aveva insegnato al gruppo parecchi dei nostri cantici, che cantavano molto bene in lingua hiri motu. Il sorvegliante di circoscrizione osserva: “All’inizio dello studio e del discorso pubblico sono stato sorpreso quando tutti hanno intonato il cantico del Regno con voce forte e chiara. A volte sembrava quasi . . . una di quelle illustrazioni della Torre di Guardia in cui gruppi di persone cantano nel paradiso”.

Dal 1976 pionieri speciali lavorano in questa impervia regione montuosa. All’inizio del 1977 venti proclamatori del Regno prendevano parte all’opera di testimonianza e oltre un centinaio di persone assistevano alle adunanze della congregazione di Govigovi. Questa attività infuriò gli anglicani locali e, il sabato 5 febbraio 1977, una turba di pittoreschi guerrieri assalì il villaggio dei Testimoni brandendo lance e altre armi. Colpirono alcuni fratelli e interessati, fra cui donne, ferendoli anche a sangue in diversi casi. La Sala del Regno fu incendiata e rasa al suolo. Immaginate come si sentivano i fratelli!

Il giorno dopo tutti i Testimoni tennero la loro adunanza nel luogo devastato dove c’era stata la Sala del Regno. Quando giunse il momento di cantare il primo cantico, non si sentiva altro che la musica del giradischi, insieme ai singhiozzi di tutti i presenti. Neanche il conduttore riuscì a dominarsi. Durante lo studio, egli e altri ogni tanto singhiozzavano. Dopo la preghiera, tutti tornarono alle loro case per cercare di dormire.

Ma il fratello Agi Geno, uno dei pionieri speciali, non riusciva a dormire. Preoccupato che non ci fosse più la sala, poiché nel loro villaggio si doveva tenere l’assemblea di circoscrizione, radunò tutti e chiese cosa ne pensavano di costruire un’altra Sala del Regno. Tutti risposero che erano pronti a cominciare i lavori l’indomani!

Con ciò, questo ex falegname organizzò uomini, donne e ragazzi per raccogliere legname, paglia per il tetto e bambù per le pareti. Solo due settimane dopo che era stata incendiata la sala precedente, una sala più grande e più bella era già eretta al suo posto, alla lode di Geova e con sorpresa di tutti i passanti, inclusi gli oppositori!

La prevista assemblea di circoscrizione si tenne regolarmente in questa sala, immediatamente prima della Commemorazione, con 185 presenti e 17 battezzati. Subito dopo 138 persone assisterono alla Commemorazione. Tutti i testimoni di Geova della congregazione di Govigovi sono decisi a continuare la loro opera di fare discepoli nonostante l’opposizione.

Impegnandoci nell’opera di predicare il Regno, nel 1975 ci fu ulteriore espansione anche in un’altra zona di questa provincia della baia di Milne. Quell’anno, un anziano, il fratello Mainaki Tokwaimai, e sua moglie Gwen, tornarono a casa nella minuscola isola di Vakuta. Questa si trova 160 chilometri a nord dell’estremità orientale di Papua Nuova Guinea, e fa parte delle isole Trobriand. Era trascorso un anno e la filiale non aveva loro notizie. Come stavano spiritualmente? Il sorvegliante di circoscrizione, il fratello Stanford, li trovò “spiritualmente in buona salute”. Il fratello e la sorella Tokwaimai erano stati respinti da alcuni parenti. Ma avevano approfittato di ogni opportunità per parlare ad altri della buona notizia. In quell’occasione ricevemmo tutti in una volta i loro rapporti dell’attività dell’anno intero!

C’È ANCORA MOLTO DA FARE!

Che progresso ha fatto dal 1951 l’opera di annunciare il regno di Dio in questa parte del mondo! Nei primi anni, fratelli e sorelle erano venuti da Australia, Canada, America, Germania, Inghilterra e Nuova Zelanda per prestarvi servizio. Questi fratelli dovettero addossarsi in gran parte la responsabilità di sorveglianti. Ma ora, in 128 congregazioni e gruppi isolati, ci sono 226 anziani e 218 servitori di ministero, la maggior parte dei quali sono fratelli locali. Anzi, alcuni fratelli locali sono stati nominati sorveglianti di circoscrizione.

Guardando al passato siamo spinti a esprimere gratitudine a Geova per il modo in cui ha benedetto l’opera del Regno nelle Isole Salomone e nel territorio di Papua Nuova Guinea con le sue isole Manus, Nuova Britannia, Nuova Irlanda e Salomone Settentrionali. Pensate! Da due soli proclamatori nel 1951, abbiamo avuto nelle nostre file un massimo di 2.096 proclamatori del Regno nell’anno di servizio 1977. Grazie ai loro eccellenti sforzi e alla benedizione di Geova, 7.491 persone hanno assistito nel 1977 alla Commemorazione.

C’è ancora molto lavoro da fare. (1 Cor. 15:58) Solo pochi anni fa, nel 1971, quasi il 90 per cento della popolazione non aveva ancora ricevuto una testimonianza. Benché da allora la situazione sia molto migliorata, e circa 1.500.000 abitanti siano stati raggiunti in qualche modo dalla buona notizia, c’è ancora molto da fare. Forse oltre 1.300.000 persone, cioè il 46 per cento dei 2.850.408 abitanti, devono ancora udire la buona notizia. Quindi intendiamo darci da fare nella nostra opera per aiutare gli abitanti di queste numerose isole a ‘rallegrarsi’ alla notizia che “Geova stesso regna!” — Sal. 97:1.

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John Cutforth insegna verità bibliche servendosi di disegni

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Sala dei Congressi dei Testimoni di Geova a Port Moresby