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Senegal e paesi confinanti

Senegal e paesi confinanti

Senegal e paesi confinanti

Il Senegal è una terra di contrasti. Si trova all’estremità occidentale della grande protuberanza dell’Africa, ed è continuamente spazzato dagli infocati venti del deserto del Sahara a nord o dalle fresche brezze marine dell’Atlantico a ovest e a sud. Le estensioni settentrionali di sabbia desertica si fondono gradualmente con l’umida foresta delle regioni meridionali. Ma i contrasti non finiscono qui. Si notano anche nella popolazione e nelle sue origini, usanze e religione.

Evidentemente attratte dalle vivificanti acque dell’imponente fiume Senegal, le tribù nomadi della Mauritania settentrionale verso l’XI secolo dell’era volgare si spinsero un po’ alla volta più a sud, portando con sé lingua e usanze arabe, e anche la religione musulmana. Erano i berberi o senhaga, termine da cui probabilmente deriva il nome “Senegal”. Ma anche i discendenti di Cam, emigrati nel continente africano, furono attratti da questa terra di contrasti. Invogliate dal clima più moderato e dalla fresca brezza marina, tribù africane del sud si spinsero lentamente a nord stabilendosi nelle fertili valli dei fiumi Casamance e Gambia, portando con sé usanze, lingue e religione animistica. Con la graduale fusione di questi due diversi gruppi etnici, che s’incontrarono in una terra che unisce il deserto rovente del nord e l’umida foresta dell’interno, fu posto il fondamento di una nuova nazione e di un nuovo popolo. A suo tempo sarebbe nata la Repubblica del Senegal.

Ma altri occhi erano rivolti a questa terra strana, eppure invitante. Infatti nel 1455 giunsero i primi europei. Fu allora che l’esploratore veneziano Ca’ da Mosto (per incarico di Enrico, principe del Portogallo) mise piede sul roccioso promontorio che si protende nell’Atlantico, ora noto come Capo Verde. Attualmente vi sorge la moderna capitale, Dakar, la porta d’ingresso dell’Africa occidentale. Gli europei portarono con sé nuove usanze, nuove lingue e anche una religione diversa, accrescendo così i contrasti già esistenti.

Il XVI secolo vide l’inizio del traffico degli schiavi per provvedere mano d’opera a buon mercato alle piantagioni nelle Americhe. Gli olandesi si stabilirono nella vicina isola di Gorée, e ben presto trafficanti spagnoli, portoghesi, inglesi, olandesi e francesi visitavano regolarmente la costa occidentale dell’Africa. Nel 1635 giunsero i missionari cattolici che aprirono parti del paese alle potenze coloniali. L’avidità egoista presto provocò conflitti e guerra, e nel 1817 i francesi finirono per avere il sopravvento. Allora ebbe inizio la vera colonizzazione del Senegal.

PIANTATI I SEMI DELLA VERITÀ

Mentre le autorità mondiali si disputavano il dominio dell’Africa, nel 1914 l’amorevole Creatore, Geova Dio, istituì il suo governo celeste, che a suo tempo libererà gli oppressi e porterà ristoro a uomini di ogni razza. Ma quando questa buona notizia del regno istituito avrebbe raggiunto il Senegal? Solo nel 1951 i primi raggi di luce spirituale penetrarono in questo paese. Un testimone di Geova, che lavorava per una ditta commerciale, riuscì a rimanere sei mesi in questo paese. Fece risplendere la sua luce? Certamente! Nel breve tempo trascorso in Senegal, fu molto attivo nel seminare i primi semi di verità.

Ma per crescere i semi piantati hanno bisogno di acqua e cure. (1 Cor. 3:5-9) Chi altri sarebbe venuto in questo paese di sole ardente e pioggia rinfrescante per aiutare il seme a mettere radice e crescere? Chi sarebbe stato disposto a lasciare le comodità della propria casa per venire in un paese nuovo, strano sotto molti aspetti, e portare conforto alle anime depresse? Coloro che amavano la verità come si rallegrarono nel 1953 quando rispose all’invito un proclamatore del Regno in servizio continuo inviato qui dalla Watch Tower Society!

Le autorità coloniali avrebbero accolto di buon grado questi sinceri sforzi per portare un messaggio di pace e di speranza alla popolazione assetata di verità? Tutt’altro. Questo primo pioniere speciale dovette venire nel Senegal come rappresentante di una ditta tessile. Egli ricorda: “L’isolamento dapprima era un po’ penoso, non avendo compagnie cristiane né adunanze. Ma l’opera di predicazione mi teneva occupato e presto trovai persone disposte ad ascoltare”.

La popolazione del Senegal è cordiale e ospitale. Vivendo in un paese di religioni contrastanti, la gente in genere ama parlare di religione. Poiché dall’80 al 90 per cento della popolazione è musulmana, vengono fatte molte domande sulle diversità fra la Bibbia e il Corano, e questi interrogativi spesso sfociano in serie discussioni. Ma in quei giorni di piccoli inizi ci fu anche opposizione. Quell’anno una gran quantità delle nostre riviste fu distribuita in una parte del Senegal, e quest’attività provocò l’ira del clero della cristianità, che temeva che i suoi pascoli fossero danneggiati. Comunque, nonostante l’interferenza ufficiale e le minacce di multe, imprigionamento e deportazione, l’opera mise piede. L’interesse trovato fu coltivato.

Per esempio nel 1953 venne trovato un barbiere portoghese. Accettato il nostro libro “Il Regno è vicino”, egli fece costante progresso e presto cominciò a frequentare le piccole adunanze tenute in casa di un interessato. Quale sarebbe stato il risultato? Divenne il primo proclamatore di congregazione del Senegal. Ma dal 1953 questo seme ha prodotto abbondante frutto e 17 suoi familiari glorificano ora attivamente il nome di Geova.

Nel 1954 una coppia di pionieri speciali venne per dare ulteriore aiuto. Oltre al problema di adattarsi al clima, alle usanze e al vitto, quei primi pionieri incontrarono altre difficoltà. Molte delle persone con cui venivano in contatto non leggevano il francese (la lingua nazionale) e ore e ore furono dedicate prima per insegnare loro a leggere e poi per aiutarle a capire la Bibbia. Ma con molta pazienza e con la benedizione di Geova l’opera cominciò ad acquistare slancio. Il messaggio del regno di Dio cominciava a farsi sentire nel Senegal.

Nel 1954 funzionavano nel Senegal tre gruppi di studio biblico, con una media di 20 presenti. Nella testimonianza di casa in casa, si trovarono alcuni provenienti da Gorée, e si apprese che la maggioranza degli abitanti dell’isola aveva letto le nostre pubblicazioni e dicevano agli altri che contenevano l’assoluta verità. Perciò, anche se non si era ancora proclamato di porta in porta a Gorée, “quell’isola ha già ricevuto testimonianza”, scriveva un proclamatore del Regno.

INIZIA L’ATTIVITÀ MISSIONARIA

Nel 1955 ci fu ulteriore incremento. Il 15 maggio il piccolo gruppo fu entusiasta di vedere sei nuovi prendere posizione per Geova. Verso la fine dell’anno qualcun altro accolse l’invito ad ‘andare in Macedonia’. (Atti 16:9) Jean Queyroi, diplomato della Watchtower Bible School of Gilead, giunse in Senegal e la nostra opera fu stabilita su basi più solide.

Ma che specie di territorio attendeva questo missionario? Com’era la popolazione? Come avrebbe accolto il messaggio del Regno?

Il Senegal aveva fatto molta strada da quando i nomadi arabi della Mauritania avevano scoperto le rinfrescanti acque del fiume Senegal, o le tribù nomadi africane si erano stabilite lungo i fiumi Casamance e Gambia, nel lontano XI secolo. Nel corso dei secoli successivi, parecchie tribù distinte si erano formate in questa terra di contrasti.

I più numerosi sono i wolof (uolof), razza alta e imponente famosa per l’abbigliamento variopinto. Gli uomini indossano pantaloni flosci e boubou, ampia sopravveste a colori sgargianti lunga fino a terra. Spesso le case dei wolof sono quadrate e fatte di paglia o argilla. La poligamia è molto diffusa. Ci sono poi i serer, la cui principale occupazione è l’agricoltura, la coltivazione di miglio e arachidi. I fulbe (o fulani) si pensa siano i discendenti di matrimoni fra berberi e le locali tribù africane e in genere sono allevatori di bestiame. La tribù dei toucouleur (o tekrur) fu la prima ad accettare la religione musulmana. E ci sono poi i soninke (o sarakollè), i mandingo e i diola, coltivatori di riso e commercianti.

Anche se quasi tutti gli abitanti del Senegal si dichiarano musulmani o cattolici, è ovunque evidente che seguono antiche religioni animiste. Si vedono gri-gri, o portafortuna, attaccati alle braccia, alla cintura, alle gambe e alle caviglie, o intrecciati nei capelli della gente. Spesso questi amuleti sono appesi al collo di pecore, capre e anche cavalli. Si sborsano grosse somme di denaro per far benedire questi portafortuna onde proteggano dagli spiriti malvagi chi li porta o gli conservino l’affetto del marito o della moglie. Il Senegal era certamente una terra di contrasti che attendeva gli zelanti servitori di Geova: una terra di boscaglie e foreste, di uccelli selvatici e animali feroci, di limpide acque ristoratrici e di regioni infestate dalla malaria, di riso e arachidi, di industrie petrolifere e tessili, di allevatori di bestiame e di pescatori che calano le reti per pescare, di pittoreschi villaggi africani e di una grande capitale moderna, Dakar, con oltre 798.700 abitanti.

C’era molto da fare per il missionario Queyroi quando comparve sulla scena nel 1955. Egli ricorda: “Nel Senegal c’era solo un piccolo gruppo isolato quando arrivai. Ma trovai un territorio pronto per la raccolta. E che varietà! Dakar è una grande città cosmopolita la cui popolazione proviene da Senegal, Guinea, Mali, Togo, Dahomey, Mauritania, Libano e Siria, e anche dal Portogallo e da altri paesi europei, specialmente dalla Francia. Un grande lavoro ci attendeva. La popolazione musulmana non manifestava molto interesse per la verità, ma ascoltava sempre. Presto furono iniziati studi biblici, e alcuni cominciarono a interessarsi della verità”.

Una difficoltà che incontrarono i primi Testimoni era quella di far arrivare nel paese abbastanza letteratura biblica da usare nel servizio di campo. Tutti i libri e le pubblicazioni dovevano essere inviati per posta in piccoli pacchi, e al momento di passare la dogana la situazione era delicata. Ogni tanto qualche doganiere zelante apriva un pacco e, vedendo tante pubblicazioni, faceva molte domande. In tal modo parecchi pacchi venivano confiscati.

COMINCIA L’ESPANSIONE

Anche se il vero cristianesimo qui era ancora ai giorni dei piccoli inizi, l’amorevole organizzazione di Geova non trascurò il piccolo nucleo che si sviluppava in questo paese. Con gran gioia ed entusiasmo questi assidui proclamatori del Regno si prepararono per la visita di un direttore della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, M. G. Henschel, accompagnato da Harry Arnott. E quale ulteriore privilegio assaporare parte delle assemblee del 1955! I fratelli in visita pronunciarono sei dei principali discorsi del congresso durante un’assemblea di tre giorni tenuta dal 5 al 7 dicembre 1955, un’assemblea tenuta proprio per quel piccolo gruppo di proclamatori! In seguito a questa visita venne formata una congregazione a Dakar, la prima nel Senegal. Durante l’anno di servizio 1956 18 proclamatori fecero rapporto.

Come fummo felici di vedere 42 presenti alla Commemorazione nel 1957! Quell’anno ci fu un massimo di 22 proclamatori, un aumento del 50 per cento rispetto all’anno precedente. Naturalmente in quell’epoca il Senegal era ancora una colonia francese, e molti francesi erano qui per lavoro. Ci mettevamo in contatto con loro, e alcuni iniziarono l’opera di testimonianza. Ma siccome non rimasero nel Senegal, portavano solo un temporaneo aumento alla congregazione locale, e dopo breve tempo tornavano in Francia.

Nel 1956 venne trovata una famiglia che più tardi avrebbe avuto una parte importante nello sviluppo degli interessi del Regno in questa terra di contrasti. Fu iniziato uno studio con una giovane signora cattolica, e poco dopo si unì a lei nello studio anche il marito, personalità nell’amministrazione fiscale del governo locale. Erano di famiglie molto conosciute a Dakar e Saint-Louis. Si dovettero chiarire molti punti dottrinali, ma la verità continuava a produrre buoni risultati. Il marito era un accanito fumatore, e nel suo ufficio c’erano in bella mostra sullo scrittoio pipe, accendini, tabacchiere, eccetera. Ma un giorno tutto era sparito! “Sì”, disse con sicurezza, “ho gettato via tutto. Basta, non fumo più!” Certo era un passo nella direzione giusta!

L’intera famiglia prese coraggiosamente posizione. E che chiasso questo fece a Dakar! “Ma come! I Fourcault vogliono diventare testimoni di Geova? Che vergogna!” Poiché erano di famiglie molto conosciute che godevano posizioni di prestigio, la loro presa di posizione a favore della verità biblica non fece piacere a nessuno. Ma resistendo a ogni opposizione, essi fecero rapido progresso al punto di simboleggiare la loro dedicazione a Geova col battesimo in acqua. Il risultato fu che col tempo tutti i componenti della famiglia divennero attivi testimoni di Geova.

OPPOSIZIONE

L’opera procedeva bene, ma non senza opposizione ufficiale. Nell’intento di raggiungere altri centri abitati dell’interno, un giorno i nostri fratelli andarono a proclamare a Kaolack, città di oltre 106.800 abitanti, distante circa 180 chilometri da Dakar. Lì incontrarono il capo della polizia, e un missionario ricorda: “Mi invitò a entrare dicendo: ‘So cosa sta facendo qui. Mi segua!’ Mi portò nel suo ufficio e mi fece sedere. ‘Vi conosco bene e siete tutti schedati’, disse. Sembrava che un fratello fosse stato già espulso. ‘Era di questa città e fu invitato ad andarsene perché faceva proprio quello che fa lei!’ esclamò il funzionario, aggiungendo: ‘La vostra opera è vietata qui in Senegal. Lei non può predicare qui’. E io ero lì seduto davanti a lui con una borsa piena di libri e opuscoli che egli vide molto bene! Ci disse di tornare a Dakar e aggiunse che era obbligato a fare un rapporto su di noi. Che fare? Eravamo in questa zona vergine e non volevamo andarcene senza fare qualche cosa. Andammo perciò in un’altra parte della città e passammo tutta la mattina nel servizio, distribuendo 55 libri e centinaia di opuscoli”. I fratelli non ebbero più noie dalle autorità. Ma la nostra opera ancora per parecchi anni non sarebbe stata legalmente riconosciuta.

MAGGIORE IMPEGNO

La coppia di pionieri assisté all’assemblea internazionale “Volontà divina” di New York nel 1958 e tornò con maggiore entusiasmo per incoraggiare i nuovi. Il fratello Wilfred Gooch ci visitò come sorvegliante di zona nel gennaio 1959, e i suoi ottimi consigli furono molto apprezzati dai 31 presenti al suo discorso principale. Ma dovevamo avere una gioia dopo l’altra, e infatti in febbraio il fratello N. H. Knorr, allora presidente della Watch Tower Society, venne per la prima volta in Senegal. Certo quello fu l’avvenimento più importante fino ad allora nello sviluppo della nostra opera in questo paese così vario. Furono quattro giornate elettrizzanti, con un massimo di 42 attenti ascoltatori presenti al discorso speciale del fratello Knorr.

Col desiderio di iniziare la proclamazione in altre nazioni di lingua francese nell’Africa occidentale, nell’aprile 1959 Jean Queyroi venne inviato in Guinea. In quell’epoca c’erano due fratelli attivi a Conakry, ed egli poté incoraggiarli per l’opera avvenire nonostante l’isolamento. La visita non fu però senza imprevisti. La sera stessa in cui il fratello Queyroi scese dall’aereo a Conakry ci furono gravi disordini fra tribù diverse, che provocarono l’intervento dell’esercito. “C’erano stati dei morti”, ricorda il fratello Queyroi. “Altri erano rimasti feriti, e ci furono degli incendi. Ma questo non impedì che l’indomani visitassimo gli interessati. In alcune strade c’erano barricate, e la popolazione era terrorizzata. Però tornò la calma tanto che potei aiutare i due fedeli fratelli a continuare la loro pacifica opera di fare discepoli nonostante la situazione turbolenta”.

Nel maggio 1959 la Società invitò il fratello Queyroi a visitare le Isole del Capo Verde, gruppo di isole sotto la dominazione portoghese al largo della costa atlantica dell’Africa. Questa visita fu molto utile, poiché molti che accettavano la verità in Senegal erano emigrati da queste isole in cerca di lavoro. Il fratello Queyroi portò con sé un fratello portoghese di Dakar e, benché visitassero una sola di queste isole, trovarono molti interessati e distribuirono molta letteratura, in gran parte gratuitamente a causa dell’estrema miseria. Nelle isole non era come a Dakar dove ci sono tante religioni diverse. Qui la chiesa cattolica era ancora molto potente e incuteva molto timore fra la popolazione. Chiunque passava davanti a una chiesa doveva salutarla; le donne dovevano fare una genuflessione, mentre gli uomini dovevano togliersi il cappello. Tutti facevano il segno della croce. Nonostante questa forte dominazione religiosa i fratelli fecero del loro meglio per seminare i semi della verità.

Finora, quasi tutti quelli che abbracciavano la verità biblica nel Senegal erano di origine portoghese e francese, e molti di questi ultimi tornarono in Francia dopo aver trascorso un breve periodo in Africa. Perciò nel 1960 ci fu una lieve diminuzione, ma il posto di quelli che partivano era preso da altri interessati, tanto che il numero nella congregazione rimase circa lo stesso.

Nel 1960 l’amorevole interesse indusse la Società a disporre che pionieri africani prestassero servizio qui per poter prendere migliori contatti con la popolazione locale. Molti erano contenti che un europeo, o toubab, venisse in casa loro, ma in generale non prendevano molto sul serio il nostro messaggio. Nel marzo di quell’anno arrivò dal Camerun un pioniere africano. Come fu commosso dalla cordiale accoglienza ricevuta! Aveva con sé in un’unica valigia tutti i suoi possedimenti quando scese con trepidazione dall’aereo. Lacrime di gioia gli rigarono le guance quando seppe che, per mostrargli la loro gratitudine per la sua venuta, i fratelli avevano affittato un piccolo appartamento e l’avevano arredato con un letto, una stufa e gli arnesi necessari per cucinare. Egli fu di grande aiuto per gli interessati senegalesi, che ora capirono che la verità non era solo per i toubab, ma anche per gli africani. Quell’anno i fratelli si rallegrarono di vedere 10 africani fra i 45 presenti alla Commemorazione.

Ma questa strana terra di contrasti, col suo clima sempre mutevole, può anche provocare problemi di salute, come impararono il fratello e la sorella Queyroi. Che dispiacere dover lasciare i loro fratelli e sorelle spirituali!

All’inizio degli anni sessanta certo ‘la messe era grande ma gli operai pochi’ nel Senegal. (Matt. 9:37, 38) Ci volevano altri operai. Chi avrebbe risposto all’invito? Proprio nel giugno 1960, quando doveva partire una coppia in servizio continuo, un’altra coppia di pionieri sbarcava nel famoso porto internazionale di Dakar. Il fratello Casimir Krawczyk e sua moglie ricordano vividamente quelle prime impressioni:

“Eravamo pieni d’entusiasmo nonostante il viaggio abbastanza accidentato. Ma notammo un bel contrasto: il caldo! Saremmo riusciti ad adattarci al cambiamento? Con l’aiuto di Geova eravamo ansiosi di provare”.

Lavorando insieme alla coppia che doveva partire, il fratello e la sorella Krawczyk furono aiutati ad adattarsi al nuovo ambiente. Ma essi aggiungono: “Ricordo che un giorno ci accorgemmo com’era difficile lavorare il territorio e specialmente fare visite ulteriori perché in certi quartieri le case sembravano tutte uguali. Erano solo capanne di legno ammassate nella sabbia rovente. Qualcuno però rispose che dovevamo almeno essere grati che le case non si spostassero, che fossero sempre allo stesso posto. Col tempo si impara a distinguere fra tutte le abitazioni simili”.

CHIESTO IL RICONOSCIMENTO LEGALE

Un passo importante che si ripercosse sulla vita di tutta la popolazione, e che doveva avere effetti favorevoli anche sull’opera di testimonianza, fu la concessione al Senegal dell’indipendenza dalla potenza coloniale francese nel 1960. Già nel 1958 avevamo fatto il primo tentativo per ottenere il riconoscimento legale della nostra opera, ma senza successo a causa dell’ostilità delle autorità coloniali nei confronti dei testimoni di Geova. Ora che era stata proclamata l’indipendenza, nel 1961 si fece un secondo tentativo, ma di nuovo senza successo, perché gli stessi funzionari francesi dirigevano ancora il servizio di sicurezza. Quando il fratello M. G. Henschel passò da Dakar nel 1963, ci incoraggiò a persistere nei tentativi di ottenere il riconoscimento della nostra opera nel Senegal. Quel terzo tentativo, nel 1963, non ottenne risposta.

Poi, all’inizio del 1964, perorammo la nostra causa davanti al direttore degli affari politici, che era implicato nelle false accuse mosse contro di noi: che siamo una società segreta che incoraggia l’insubordinazione, l’ostilità religiosa, eccetera. Il direttore fu invitato ad assistere alle nostre adunanze e a venire inaspettatamente. Le informazioni sulla nostra sottomissione alle “autorità superiori” finalmente lo convinsero che i testimoni di Geova rispettano la legge e l’ordine. (Rom. 13:1-7) Inoltre il fratello che si occupava della cosa firmò una dichiarazione secondo la quale tutte le accuse mosse contro di noi erano false. Un ultimo passo fu quello di recarci dal Ministro degli Interni. Così le autorità senegalesi furono convinte. La loro decisione di concederci il riconoscimento legale certo fa onore al governo, perché le autorità avevano rifiutato di basare il loro giudizio sulle accuse dei nostri nemici, ma avevano esaminato la cosa con imparzialità.

Ora che l’“Association les Témoins de Jéhovah” era riconosciuta, sarebbe stato molto più facile importare letteratura e far venire nel paese altri lavoratori per il campo, cioè diplomati della scuola di Galaad istruiti per questo. Era evidente che non si deve solo pregare perché le cose avvengano, ma si deve anche prendere l’iniziativa affinché Dio benedica i nostri sforzi! E il braccio di Geova non è stato corto. — Isa. 59:1.

L’OPERA SI AFFERMA

Per diversi anni la nostra opera era continuata senza l’aiuto dei diplomati di Galaad, poiché i primi avevano ritenuto necessario partire. Come fu utile dunque che il 24 settembre 1963 arrivasse nel Senegal il fratello George Amado, seguito poco dopo da altri missionari specialmente addestrati! Ora per la prima volta fu aperta una casa missionaria e diversi pionieri speciali furono invitati a rientrare nella disposizione dei missionari, anche se non avevano frequentato la scuola di Galaad. Questo permise ad altri proclamatori in servizio continuo di rimanere nella loro assegnazione.

Finora la predicazione del Regno in Senegal era stata diretta dalla filiale di Parigi della Watch Tower Society. Ma per seguire meglio l’attività locale fu aperta una filiale nel Senegal. Perciò il 22 agosto 1965 Emmanuel Paterakis con la moglie arrivò in questa terra di contrasti per avere il felice privilegio di organizzare la filiale locale. Questa doveva cominciare a funzionare il 1° settembre 1965, e doveva occuparsi della proclamazione del Regno in Gambia, Mali e Mauritania. Prima di tutto si dovevano trovare locali adatti per la filiale e la casa missionaria, e non fu affatto un’impresa facile. Ma grazie alla benedizione di Geova e con la perseveranza l’ufficio locale fu aperto a Dakar.

IL CAMPO DI ATTIVITÀ SI ALLARGA

Vista l’urgenza dei tempi si presero disposizioni per allargare ulteriormente il campo di attività nel Senegal. Un tempo, quando le tribù africane si stabilirono lungo il fiume Casamance, trovarono la zona molto fertile, una terra ricca di boschi e acqua, di riso e miglio. Ziguinchor divenne la capitale della regione. Oggi è una fiorente città di oltre 72.700 abitanti. E come i primi coloni trovarono abbondanza di acqua letterale, così nel 1965 ristoratrici ‘acque di verità’ venivano offerte da altri “pionieri” alla popolazione della regione del Casamance. Due pionieri speciali furono inviati a Ziguinchor, e trovarono che questa regione prevalentemente cattolica era un fertile campo da coltivare.

Ma che dire delle altre regioni di questa terra dalle diverse lingue e usanze? Si dovevano raggiungere anche queste. Quando nel settembre 1965 una coppia di missionari venne espulsa dal Mali, furono incaricati di aprire una casa missionaria a Saint-Louis. Questa città di circa 88.400 abitanti si trova alla foce del fiume Senegal, importante via d’acqua che attirò le antiche tribù provenienti dal deserto verso questa terra di contrasti. Saint-Louis, che sorge in gran parte su un’isola, fu fondata nel 1659, quando Luigi XIV era re di Francia, e un tempo era la capitale della colonia francese del Senegal. Ora in prevalenza musulmana, questa città si è dimostrata uno dei territori più difficili da lavorare. Comunque i primi proclamatori in servizio continuo iniziarono a Saint-Louis diversi studi biblici, alcuni dei quali in seguito portarono frutto.

Thiès è una città di circa 117.300 abitanti situata a 64 chilometri da Dakar, verso l’interno. Alla fine del 1965 si presero disposizioni per coltivare questo “campo”. I primi due pionieri speciali ebbero dapprima qualche difficoltà, perché quasi tutte le strade erano di molle sabbia rossa, polverosa, ed era difficile camminare, per non parlare di cercare di andare in bicicletta. Che ristoro una doccia fresca dopo molte ore dedicate alla ricerca di persone mansuete fra le pittoresche baracche e capanne di paglia!

Fu disposto di tenere discorsi pubblici, si proiettarono film prodotti dalla Società e si iniziarono studi biblici. Due missionari inviati a Thiès si aggiunsero alle file degli operai nella “messe”. Ma ci furono anche difficoltà: opposizione dall’esterno e, a causa della condotta poco saggia di alcuni, problemi all’interno. Furono prese misure correttive e si ebbero buoni risultati. Oggi a Thiès ci sono 13 proclamatori del Regno, assistiti dai missionari che vi sono stati mandati.

PER NULLA SCORAGGIATI DALL’OPPOSIZIONE

Una donna cattolica aveva deciso di unirsi ai protestanti perché leggevano di più la Bibbia. Ben presto si rese conto che, pur leggendo di più la Bibbia, non facevano nulla per aiutare la gente a capire le Scritture. Anni dopo, il marito musulmano portò a casa tre opuscoli avuti da un testimone di Geova. Egli si faceva beffe dell’affermazione che Dio ha un Figlio. Ma la moglie, leggendo gli opuscoli, riconobbe il chiaro suono della verità e scrisse alla Società per ricevere aiuto. Nonostante l’opposizione del marito, questa sincera ricercatrice della verità, insieme alla figlia, si sforzò di studiare la Bibbia. Il marito, indignato, mandò la figlia diciassettenne in Libano a imparare e praticare la religione musulmana. Il risultato? Tornò pienamente convinta che i testimoni di Geova hanno la verità!

Questa ragazza e sua madre furono scacciate di casa dal padre infuriato. Ma questo non impedì loro di essere battezzate per simboleggiare la loro dedicazione all’“Iddio della pace”. (Filip. 4:9) Nonostante molte difficoltà, non persero la fede ma anzi divennero le prime proclamatrici del Regno a Rufisque, piccola città a diversi chilometri da Dakar, lungo la costa.

INIZI IN GAMBIA

Nel 1965, la filiale appena aperta a Dakar cominciò a occuparsi dell’opera del Regno in Gambia, quel piccolo paese che s’insinua come il muso di un alligatore nel bel mezzo del Senegal. Evidentemente, solo a causa dell’occupazione delle potenze coloniali la Gambia esiste come una nazione separata dal Senegal, dato che l’origine e la popolazione sono identiche. Poiché in questo paese che costeggia il possente fiume Gambia si stabilirono per primi gli inglesi, la lingua inglese, anziché la francese, divenne la lingua della maggioranza della popolazione locale. Nel 1816 il capitano Alexander Grant fondò la città di Bathurst, che divenne poi la capitale, con 50.000 abitanti. In tutto il paese ci sono circa 493.000 abitanti.

È molto difficile determinare quando la “buona notizia” fu proclamata per la prima volta in Gambia. Fratelli che lavoravano a Bathurst (ora Banjul) hanno incontrato alcuni che hanno gli Studi sulle Scritture, libri scritti dal fratello C. T. Russell. Queste pubblicazioni forse furono lasciate da Brown “della Bibbia”, un testimone di Geova che prestò servizio per un po’ in Gambia anni fa. O forse vi furono portate dalla Sierra Leone.

Nel 1949, due proclamatori del Regno in servizio continuo giunsero in Gambia. Quell’anno ci fu una considerevole attività, infatti i due missionari e un proclamatore di congregazione distribuirono oltre 1.000 pubblicazioni e tennero otto studi biblici a domicilio. Quei primi missionari rimasero quasi per quattro anni; dopo la loro partenza, i pochi proclamatori locali continuarono il servizio per parecchi anni senza l’aiuto di alcun pioniere. Ma il 21 dicembre 1958 il diplomato di Galaad Samuel Akinyemi e sua moglie furono inviati in Gambia. Avevano lasciato famiglia e amici in Nigeria, ansiosi di intraprendere l’opera che li attendeva. In quell’epoca la Gambia dipendeva dalla filiale della Società nel Ghana.

Il diligente lavoro del piccolo nucleo di due pionieri speciali e due proclamatori di congregazione presto produsse frutto eccellente, infatti nell’anno di servizio 1959 si raggiunse un massimo di nove proclamatori. Le visite regolari di sorveglianti di circoscrizione e di zona contribuirono molto a consolidare la fede e rafforzare l’organizzazione. Anche se 41 persone assisterono quell’anno alla Commemorazione della morte di Cristo, i legami con Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione, erano forti, e antiche superstizioni e abitudini erano profondamente radicate. Pochi accettavano la verità, e la Gambia si è dimostrata un’assegnazione piuttosto difficile per i proclamatori del Regno.

IL CLERO RECLAMA

Le grida di dolore dei falsi pastori religiosi della cristianità presto si fecero sentire in tutto il paese. Essi cercarono in ogni modo di spegnere la luce della verità che cominciava a rifulgere. (Sal. 43:3) Solo 10 mesi dopo il loro arrivo, cioè il 16 ottobre 1959, la polizia locale notificò al fratello e alla sorella Akinyemi che erano persone indesiderabili e avevano 14 giorni per lasciare la Gambia. E qual era la ragione di quest’azione? Erano “testimoni di Geova”. Tutto qui! Ma la cosa fu portata in tribunale per “difendere e stabilire legalmente la buona notizia”, i fratelli vinsero la causa, e i pionieri speciali poterono rimanere in Gambia. — Filip. 1:7.

Il clero anglicano aveva minacciato il proprietario di un teatro locale dove si tenevano le nostre adunanze. Non lasciandosi intimidire l’uomo disse: “Questa gente parla di Dio non del Diavolo. Perché mai dovrei cacciarli via, se io stesso sono un uomo di Dio? No! Mi rifiuto di fare come dicono i preti!”

Nel dicembre 1960 l’opera del Regno in Gambia venne affidata alla filiale della Società nella Sierra Leone. Le visite regolari dei sorveglianti viaggianti furono molto incoraggianti spiritualmente e il risultato fu un massimo di 15 proclamatori nel 1961.

Nel 1961 e 1962 ci furono azioni legali, perché le autorità volevano proibire l’immigrazione dei testimoni di Geova, considerati persone indesiderabili. Due casi, che riguardavano due pionieri speciali della Sierra Leone e un sorvegliante di circoscrizione in visita, furono presentati alla Corte Suprema e la sentenza fu in nostro favore: prova evidente che Geova sosteneva i suoi servitori! Così rimase aperta una porta di maggiore attività.

Un’altra pietra miliare fu la formazione nel 1962 della prima congregazione del popolo di Dio in Gambia. Inoltre la legge che vietava l’immigrazione dei testimoni di Geova fu abrogata, così i fratelli ebbero maggior libertà e pace mentale. Poi nel settembre 1965, la nuova filiale del Senegal cominciò a occuparsi dei fratelli di questo paese. Quell’anno le regolari visite del sorvegliante di circoscrizione del Senegal contribuirono al costante progresso delle attività teocratiche in Gambia. Era molto più vicino per i Testimoni locali partecipare alle assemblee di circoscrizione e di distretto a Dakar, dove un programma speciale in inglese era preparato per loro.

Ora che era stata abrogata la legge che proibiva l’immigrazione dei testimoni di Geova, sarebbe stato possibile che i nostri missionari venissero a darci una mano? Un tentativo in tal senso fu fatto nel 1967, ma senza successo. Le autorità hanno emanato un’ordinanza che limita a tre il numero dei rappresentanti stranieri che i testimoni di Geova possono avere in Gambia. Nonostante i continui tentativi della Società e dei fratelli locali perché quest’ordinanza fosse abrogata, né missionari né altri proclamatori in servizio continuo hanno potuto venire a rafforzare la piccola congregazione di Banjul.

LA “BUONA NOTIZIA” NEL MALI

Il terzo paese dell’Africa occidentale che si trovava sotto la giurisdizione della filiale della Società nel Senegal era il Mali. Immensa estensione interna che comprende buona parte del deserto del Sahara e confina a nord con l’Algeria, il Mali è un paese di sabbia — sabbia cocente, polverosa, sotto un sole ardente — soprattutto nelle regioni settentrionali del Sahel e del Sahara. Ma le regioni meridionali, specialmente la parte bagnata dal maestoso fiume Niger, sono verdi, con vegetazione lussureggiante e alcune foreste. La bella capitale, Bamako, si stende su entrambe le rive del Niger.

I 5.000.000 di abitanti del Mali, che vanno dai bianchi nomadi arabi del deserto alle tribù africane di pelle scura, sono amichevoli e ospitali, in netto contrasto col poco invitante deserto che li circonda. Le prime “acque” di verità cominciarono a raggiungere il Mali nel 1962 quando la Società invitò quattro fratelli del Ghana a iniziarvi l’opera. Dopo un corso accelerato di francese ad Abidjan, nella Costa d’Avorio, il fratello Ewuley Sarpey e i suoi tre compagni non vedevano l’ora di raggiungere la nuova assegnazione. Sarebbe stata molto diversa dal Ghana?

Senz’altro! In un primo momento il sole infocato sembrava quasi insopportabile, ma i quattro proclamatori del Regno presto impararono ad approfittare delle ore più fresche. Le adunanze per il servizio di campo si tenevano alle 7 del mattino. Dopo circa tre ore di servizio, arrancando nella sabbia calda e molle, era tempo di rifugiarsi al fresco della casa per riposare, mangiare e fare una siesta molto necessaria prima di prepararsi ad uscire di nuovo nel campo verso le quattro del pomeriggio. Spesso si poteva continuare il servizio nelle ore più fresche fino a tarda sera.

Due di questi pionieri tornarono nel Ghana nel 1964. Per sostituirli i pionieri speciali René Peyronnet e sua moglie furono invitati a lasciare l’Algeria e dare una mano nel Mali. Ma il clima può essere insopportabile e, dopo alcuni mesi soltanto, dovettero tornare in Francia per ragioni di salute. Il 10 maggio 1964 furono sostituiti dal fratello Lucien Frizon e da sua moglie, inviati nella città di Bamako.

La popolazione di Bamako viveva in piccoli cortili affollati da parecchie famiglie che spesso condividevano le piccole abitazioni. Gli animali si mescolavano liberamente alle donne che chiacchieravano mentre forse preparavano da mangiare. E nel bel mezzo di questa confusione, come se fosse in un altro mondo, un vecchio musulmano poteva starsene seduto sotto un mango su una stuoia di paglia con accanto una brocca d’acqua che serviva per le abluzioni prima della preghiera. Non era facile capire la mentalità di questa gente.

In questo ambiente primitivo veniva proclamata la “buona notizia”. Pregando per avere l’aiuto dello spirito di Geova, i pionieri affrontarono l’opera loro affidata. Instancabili, un giorno dopo l’altro, andavano in servizio, proclamando fedelmente un messaggio di pace e di conforto. Nell’estate del 1965 si unì a loro un’altra coppia di pionieri speciali. Ma il messaggio del regno di Dio non era ben accolto da tutti, e presto si fece sentire l’interferenza del governo. Nel settembre 1965 quando la predicazione del Regno era appena stata affidata alla nuova filiale del Senegal, i quattro pionieri speciali furono espulsi dal Mali, e furono tutti inviati nel Senegal.

Ma l’Avversario non è riuscito a bruciare i semi di verità che erano stati piantati e che poi erano germogliati nel Mali. Il fratello Sarpey rimase nel paese e continuò fedelmente il servizio come pioniere speciale, pur avendo moglie e due figli. Il fratello John Ansah, che allora era un pioniere regolare molto zelante, fu di grande aiuto in quel momento critico grazie ai suoi rapporti amichevoli con personaggi autorevoli. Che benedizione per la nostra opera che il fratello Ansah continui il servizio a pieno tempo, ora come pioniere speciale! Certo egli ha dato un ottimo esempio di pazienza e perseveranza!

PRIMI TENTATIVI IN MAURITANIA

La proclamazione della “buona notizia” nella scarsamente popolata repubblica islamica della Mauritania è pure affidata alla filiale della Società a Dakar. Nel 1966 si ricevettero i primi rapporti dell’attività di testimonianza in quel territorio. Ciò indicava l’esistenza di una piccola oasi spirituale fra gli abitanti di quel paese desertico. La popolazione, composta in gran parte di tribù arabe nomadi, gode di poche comodità moderne e il cammello è ancora uno dei principali mezzi di trasporto. La lingua ufficiale è il francese, anche se l’arabo è la lingua nazionale parlata dalla maggior parte degli abitanti. Ma l’atteggiamento delle autorità nei confronti della nostra opera è molto sfavorevole, e non è facile fare discepoli nelle attuali condizioni. Le due proclamatrici del 1966 erano sorelle, mogli di uomini venuti in Mauritania con un contratto di lavoro, che lasciarono il paese alla fine del maggio 1967.

Comunque la luce della verità ha continuato a risplendere in Mauritania grazie a un fratello trasferitosi nella capitale, Nouakchott, alla fine del 1968. Pur essendo appena battezzato, riuscì a distribuire molte pubblicazioni e iniziare alcuni studi biblici a domicilio. Poi, quando egli tornò in Francia, una proclamatrice isolata di Rosso, al confine del Senegal, cominciò a dare testimonianza ogni mese. Questa interessata poteva recarsi a Dakar abbastanza spesso e così ricevere incoraggiamento spirituale. Inoltre una sorella di Dakar tenne con lei uno studio biblico per corrispondenza.

ULTERIORE PROGRESSO NEL SENEGAL

La nostra opera nel Senegal procedeva bene, e dopo che fu aperta la filiale a Dakar, la più stretta sorveglianza servì a rafforzare l’organizzazione locale. Nel 1966 ci fu un aumento del 33 per cento, con 98 proclamatori che fecero rapporto, inclusi 16 pionieri speciali e missionari. Regolari assemblee di circoscrizione e di distretto contribuirono alla maggiore spiritualità.

Nel 1967, circa 15 anni dopo che i primi raggi di verità erano penetrati in questa terra di contrasti, si superarono i 100 proclamatori, con un massimo di 120 che parteciparono al servizio. Rapporti entusiastici si ricevevano continuamente da Saint-Louis, Thiès e Ziguinchor. Le due congregazioni di Dakar erano in continuo aumento, nonostante che numerosi fratelli lasciassero il Senegal ogni anno a causa del programma governativo di “senegalizzare” gli impieghi pubblici. Venti proclamatori del Regno in servizio continuo prendevano la direttiva dell’opera, setacciando di continuo il territorio vario. Che gioia vedere quell’anno 268 persone radunate per la celebrazione della Commemorazione! Il Senegal è un paradiso per i pescatori, non solo, ma secondo le parole di Gesù, sempre più uomini erano ‘presi vivi’ e venivano addestrati a calare le reti spirituali per la pesca. — Luca 5:9-11.

Le pubblicazioni della Società hanno certo contribuito a far conoscere il Creatore, Geova Dio. Specialmente la rivista Svegliatevi! è molto conosciuta. Persone di ogni condizione sociale ne riconoscono l’importanza, e quasi tutti quelli con cui si parla hanno letto o visto Svegliatevi! Molti ascoltano con rispetto apprendendo che questa rivista è pubblicata dai testimoni di Geova. Spesso ci fermano per la strada per chiederci l’ultimo numero, e, grazie a Svegliatevi! si sono iniziati molti studi biblici.

Alla fine degli anni sessanta, le file dei proclamatori in servizio continuo si ingrossavano costantemente nel Senegal. Nel 1968 altri missionari giunsero in questa terra di contrasti, fu raggiunto un nuovo massimo di 139 proclamatori e 339 persone si radunarono per commemorare la morte di Gesù. Per la prima volta il totale delle ore dedicate all’opera di testimonianza superò le 50.000, con 266 studi biblici tenuti ogni mese. Tutto era pronto per l’espansione futura.

ASSEMBLEE “PACE IN TERRA”

E quali benedizioni aveva in serbo il 1969! Grazie alle generose contribuzioni dei fratelli in tutto il mondo, molti missionari ebbero il privilegio di assistere a una delle assemblee internazionali “Pace in terra” in Europa o in America. Che gioia! Insieme ai missionari, oltre 50 Testimoni locali assisterono alle assemblee di Parigi, Norimberga e New York. I tre pionieri speciali che allora prestavano servizio in Gambia andarono all’assemblea di Londra. Tutti i congressisti tornarono ristorati e rafforzati per l’opera che li attendeva.

Naturalmente, molti non poterono lasciare il Senegal per assistere a una delle grandi assemblee del 1969. Per cui l’assemblea di distretto “Pace in terra” tenuta a Dakar dal 25 al 28 dicembre ebbe per loro particolare importanza. Tredici nuovi dedicati si alzarono per rispondere “Oui!” alle due domande poste durante il discorso del battesimo.

Il 1969 ha senz’altro portato molte benedizioni all’opera di fare discepoli in questa terra di contrasti: un nuovo massimo di 158 proclamatori, il 15 per cento di aumento dei proclamatori del Regno, e 30 pionieri attivi nel servizio di campo, 19 dei quali avevano ricevuto speciale addestramento a Galaad. E i presenti alla Commemorazione erano stati 383.

L’INIZIO DEGLI ANNI SETTANTA

Ma che sarebbe accaduto negli anni settanta? C’erano state azioni ingiuste contro i testimoni di Geova in certi paesi dell’Africa. Che effetto avrebbero avuto sul popolo di Dio in altre nazioni africane?

Spesso per istigazione del clero, pubblicità sfavorevole cominciò a comparire in certi giornali religiosi. I fratelli furono incoraggiati a fare progresso spirituale e a inculcare la verità nel cuore dei nuovi affinché potessero resistere alla persecuzione. Il risultato? Maggiore aumento, infatti nell’anno di servizio 1970 ci furono 22 battezzati.

UN CONGRESSO ECCEZIONALE

Il 1970 si concluse con qualche cosa di speciale alla lode di Geova: un’assemblea eccezionale dal 1° al 4 dicembre. Per i cristiani del Senegal, quest’assemblea di distretto “Uomini di buona volontà” fu l’avvenimento più importante che ci fosse mai stato. Come eravamo grati che Geova e la sua visibile organizzazione avessero così amorevolmente predisposto la visita di 140 fratelli e sorelle degli Stati Uniti e del Canada! La loro presenza trasformò la piccola oasi della congregazione di Dakar in un più vasto giardino e diede all’assemblea un vero sapore internazionale.

Si cercò di far provare ai fratelli in visita cos’era realmente l’Africa. Furono alloggiati in “capanne” stile africano col tetto di paglia. E fu preparato un programma speciale, in gran parte dai missionari locali, per far passare davanti agli occhi dei visitatori nella sala stessa dell’assemblea scene di vita africana. La scena di un mercato nel Senegal, l’opera di testimonianza, molte usanze, canzoni locali e danze, facevano parte del programma speciale.

È stata un’assemblea indimenticabile, eccezionale sotto molti aspetti. Venticinque candidati si presentarono per il battesimo, più di quanti finora fossero stati immersi in Senegal in un intero anno!

IL PROGRESSO FATTO

È interessante notare che, benché ci siano voluti 17 anni di lavoro per avere i primi 100 testimoni del Regno nel Senegal, in soli altri quattro anni ce n’erano più di 200, infatti nell’aprile 1971 207 parteciparono alla proclamazione della “buona notizia”. E a indicare la possibilità di aumento futuro è stato quell’anno il numero dei presenti alla Commemorazione: 459!

In Gambia i fratelli continuavano con tenacia nonostante le difficoltà. Nel 1971 si rallegrarono di vedere 24 persone radunate per la Commemorazione, vera fonte d’incoraggiamento per i sette proclamatori locali. Il piccolo gruppo isolato del Mali era aiutato da un pioniere speciale e un pioniere regolare. Nel 1971 in Mauritania c’erano tre proclamatori isolati che facevano rapporto del servizio di campo. Quell’anno, per la prima volta, fu celebrata in Mauritania la Commemorazione, con 22 presenti.

Come fu incoraggiante vedere 45 battezzati in Senegal nel 1972, il massimo mai avuto in un anno! I 577 presenti alla Commemorazione e un massimo di 241 proclamatori sono stati pure fonte di gioia. C’erano voluti 21 anni per raggiungere i 200 proclamatori, ma in altri tre anni soltanto (1971-1974) si superarono i 300. Che gioia nel 1974 vedere 302 proclamatori nel servizio di campo e ben 705 presenti alla Commemorazione, oltre 100 più dell’anno precedente. Un avvenimento che certo aveva contribuito a quest’aumento era l’assemblea internazionale “Vittoria divina”, l’avvenimento più incoraggiante del 1973. Un centinaio di fratelli provenienti da paesi lontani ci stimolarono con la loro presenza. Ci fu un massimo di 510 presenti, la cifra più alta mai raggiunta finora, e 23 furono i battezzati. I presenti presero la risoluzione di partecipare alla vittoria di Geova rimanendo fedeli.

L’aumento continuava a essere incoraggiante, con 327 proclamatori del Regno nel 1975 e un bel numero di presenti alla Commemorazione, 826. Ma gran parte dei nuovi abitano nelle grandi città, specialmente a Dakar. Che dire dei piccoli villaggi, molti dei quali non avevano mai ricevuto testimonianza?

“DI VILLAGGIO IN VILLAGGIO”

Nell’anno di servizio 1976 si sono fatti sforzi coordinati per visitare gran parte del territorio non assegnato. C’erano dei problemi a causa della mancanza di buone strade, ma con l’aiuto di Geova si è fatto molto bene, come rivelano i seguenti commenti:

“Ci preparavamo bene, con una scorta di viveri e il necessario per cucinare, una tenda e molta letteratura. I problemi più grossi, oltre quello delle strade scadenti, erano l’analfabetismo e la nostra ignoranza dei dialetti locali. Con l’aiuto di interpreti volontari e di registrazioni nei principali dialetti, ce la siamo cavata bene. In un villaggio il capo ha accettato prontamente una serie di libri e, vedendone l’importanza, ci ha lasciato usare il luogo di riunione del villaggio dove abbiamo aspettato che lui andasse di capanna in capanna a invitare tutti a venire da noi. In meno di mezz’ora abbiamo distribuito 50 libri.

“A causa della condizione dei sentieri che uniscono i villaggi, a volte seguivamo la ‘via della spiaggia’, costeggiando le rocce e cercando di non sprofondare nella sabbia. Una volta siamo stati costretti a fermarci all’improvviso perché un pezzo di legno aguzzo, nascosto nella sabbia, aveva bucato due gomme. In gran fretta abbiamo affittato un carretto per trasportare le ruote al vicino villaggio e poter fare la riparazione prima che l’alta marea spazzasse via l’auto e il suo contenuto. Ma ce l’abbiamo fatta! In quattro giorni, durante i quali abbiamo visitato 20 villaggi, abbiamo distribuito 347 Bibbie e libri, 320 opuscoli e 663 riviste, e fatto oltre 20 abbonamenti”.

Preghiamo che la benedizione di Geova sia sempre su coloro che provano gioia nel proclamare la “buona notizia” in tali territori. Come Gesù, i cristiani senegalesi diffondono il messaggio del Regno non solo nelle città, ma anche “di villaggio in villaggio”. — Luca 8:1.

LA FEDE CHE SOSTIENE

Il numero dei proclamatori continuava a crescere. Nel 1976 i presenti alla Commemorazione in Senegal sono stati 835, indicando una buona possibilità di aumento, e nel 1977 c’è stato un massimo di 334 partecipanti al servizio di campo. A volte l’aumento è piuttosto lento. Ma che dire di quelli che sono già nella verità? Sono veramente saldi nella fede? Alcuni si allontanano, ma la maggioranza è diventata forte nella fede, e l’aumento è nella qualità oltre che nella quantità.

Ne è un esempio la famiglia Fourcault. Abbiamo già menzionato come conobbero la verità. Ma sarebbe stata forte la loro fede di fronte a terribili calamità? Prima tutti i componenti della famiglia, tranne i due figli maggiori, rimasero gravemente feriti in un incidente automobilistico. Quasi tutti sono stati ricoverati all’ospedale. Ma la fede della famiglia è rimasta forte grazie allo studio biblico che facevano insieme, e questi momenti di sofferenza hanno mostrato la vitale importanza della spiritualità. A questo fine è stato coltivato lo spirito di pioniere. Henri, il figlio maggiore, ha iniziato il servizio di pioniere regolare e poi di pioniere speciale. Suo fratello Jean-Marc ha fatto lo stesso un po’ più tardi. La madre era pioniera regolare. Ma presto questa famiglia zelante e unita ha dovuto affrontare un momento di crisi ancora maggiore. La sorella Fourcault era andata all’ospedale per una grave operazione. Facendo buon uso del suo tempo, aveva dato testimonianza e iniziato uno studio biblico nella corsia. Ma ecco una nuova tragedia! Poco prima di lasciare l’ospedale, la sorella Fourcault muore all’improvviso per un’embolia.

La sorella Fourcault sarebbe stata felice di vedere la maturità della famiglia, inclusi i più piccoli. Era meraviglioso vedere la loro fede nella risurrezione. (Giov. 5:28, 29; 11:21-25) L’unica figlia, Sylvie, allora undicenne, ha fatto con coraggio la sua prima presentazione nella Scuola Teocratica poche ore dopo il funerale. Aveva promesso alla mamma quando era all’ospedale che questa parte del programma sarebbe stata registrata per lei, ed è stata registrata nonostante la sua morte. Quando le hanno dato il nastro con la registrazione, la piccola Sylvie se l’è stretto al cuore dicendo con ardore: “Lo terrò con molta cura, così dopo la risurrezione la mamma potrà sentire il mio primo sermone”.

I tre ragazzi maggiori sono ora nel servizio continuo. Due sono stati alla scuola di Galaad, Henry nella cinquantacinquesima classe, e Jean-Marc nella cinquantanovesima. Entrambi sono tornati a prestare servizio nel Senegal.

FEDE ATTIVA IN GAMBIA

Anche in Gambia ci sono esempi di fedeltà. Ralph Phillott, leale anziano della congregazione di Banjul, è morto dopo un lungo periodo di infermità. Un’ottima testimonianza è stata data alle centinaia di persone che hanno assistito al discorso funebre.

Un avvenimento molto importante per i fratelli della Gambia è stata l’assemblea di circoscrizione tenuta nel maggio 1976. Per la prima volta ci sono stati tre battezzati a un’assemblea a Banjul. Due erano abitanti del luogo. Uno aveva ricevuto per la prima volta testimonianza nel 1959. Per anni aveva frequentato la congregazione cercando allo stesso tempo di riformare la sua chiesa. Finalmente ha capito la necessità di uscire da Babilonia la Grande, e quindi è stato battezzato. Una donna immersa nella stessa occasione è una ben nota maestra di scuola in pensione, e il suo battesimo nel fiume Gambia è stato una buona testimonianza per la popolazione locale.

Che piacere vedere in Gambia un aumento del 67 per cento nel 1977, con un massimo di 11 proclamatori del Regno! La recente campagna, durante la quale è stata consegnata ai medici una lettera insieme all’opuscolo I Testimoni di Geova e il problema del sangue, ha contribuito a far conoscere meglio nel paese la nostra opera e la nostra posizione scritturale.

Il gruppetto di proclamatori di Banjul è grato che, ogni volta che c’è una visita del sorvegliante di zona nell’Africa occidentale, loro non sono dimenticati. Nel febbraio 1978 pare che abbiano accolto C. W. Barber del Corpo Direttivo, sua moglie, e David Mercante che viaggiava con lui, con tanta gioia quanta quella manifestata dai primi cristiani per la visita dell’apostolo Paolo. Ben 38 sono stati i presenti all’adunanza speciale tenuta durante questa visita di zona in Gambia.

I CRISTIANI DEL MALI GODONO RICCHE BENEDIZIONI

Un’importante pietra miliare nella storia della nostra opera nel Mali fu raggiunta nel gennaio 1973, quando tre pionieri speciali si trasferirono da Dakar a Bamako. I loro sinceri sforzi in mezzo alle difficoltà hanno prodotto ottimi risultati. Ogni mese dedicavano anche 200 ore al servizio di campo, distribuendo in media 300 riviste e tenendo ben 23 studi a testa! Un solo pioniere ha ottenuto 100 abbonamenti in un mese. Il risultato è stato un ottimo aumento. Nel 1973 c’erano solo 7 Testimoni nel Mali, inclusi i pionieri, ma nel 1975, 23 proclamavano la “buona notizia”, e nel 1977 ci sono stati 33 proclamatori del Regno nel campo.

L’assemblea di distretto “Operai gioiosi” del dicembre 1977 è stata molto incoraggiante per i fratelli del Mali che hanno potuto recarsi a Dakar, nel Senegal. Sono stati molto colpiti dall’ospitalità cristiana e dall’amicizia di cui sono stati oggetto, e parecchi intendevano assistere al congresso internazionale “Fede vittoriosa” del 1978 a Parigi. Naturalmente lo stesso ricco banchetto spirituale era in programma per l’assemblea di Dakar nel dicembre 1978.

CONTINUIAMO A INVITARE “CHI HA SETE”

Nelle otto congregazioni del Senegal, 56 pionieri e missionari lavorano a spalla a spalla con circa 300 compagni di fede. È vero, gli oltre 380 proclamatori del Regno in Senegal, Mali, Gambia e Mauritania sono un numero insignificante in confronto alla popolazione che si aggira complessivamente sugli 11.000.000. Ma confidando in Geova essi continuano a combattere la siccità spirituale.

Anche se in anni recenti alcuni hanno perso la vista spirituale, “il solido fondamento di Dio rimane in piedi”, e “Geova conosce quelli che gli appartengono”. (2 Tim. 2:19) Così, con rinnovato zelo, i felici proclamatori della “buona notizia” continuano a invitare le persone di cuore onesto a ‘venire a prendere l’acqua della vita gratuitamente’. (Riv. 22:17) Nel Senegal, in questa terra di contrasti che soffre di persistente siccità, continuiamo a servire Geova e a prepararci per il giorno in cui, come il paradiso spirituale del tempo presente, “il deserto e la regione senz’acqua esulteranno, e la pianura del deserto gioirà e fiorirà come lo zafferano”. — Isa. 35:1.

Intanto, come una piccola oasi in un paese riarso, i fedeli servitori di Geova in Senegal, Mali, Mauritania e Gambia continueranno a far risonare il rincorante invito a venire alla Fonte di tutte le acque, Geova Dio. All’unisono con i compagni di fede di tutta la terra, continuiamo a gridare: “Ehi là, voi tutti che siete assetati! Venite alle acque. . . . Ascoltate, e la vostra anima continuerà a vivere”. — Isa. 55:1-3.

[Cartina a pagina 233]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

SENEGAL

Dagana

Saint-Louis

Louga

Kayar

Thiès

Mbacké

Dakar

Rufisque

Diourbel

Mbour

Fatick

Kaolack

Tambacounda

Bignona

Kolda

Ziguinchor

Oceano Atlantico

MAURITANIA

MALI

GUINEA

GAMBIA

Banjul (Bathurst)

GUINEA-BISSAU

[Immagine a pagina 252]

Efficace testimonianza di capanna in capanna. La popolazione del Senegal di rado è troppo occupata per ascoltare con attenzione la buona notizia del regno di Dio