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Costa d’Avorio

Costa d’Avorio

Costa d’Avorio

La Costa d’Avorio è uno dei paesi che un tempo facevano parte di una federazione di otto territori nell’Africa occidentale. Dal 1895 al 1958 questi territori furono amministrati dalla Francia. La federazione si chiamava Africa Occidentale Francese.

Fu verso la fine del XV secolo che la Costa d’Avorio ricevette questo nome per il traffico dell’avorio delle zanne di elefante. Essendo stato oggetto di una caccia spietata, l’elefante si trova quasi esclusivamente nelle foreste del sud-ovest. Sono finiti i giorni in cui si trovavano esemplari da 100 chili. Le zanne di elefante che si trovano oggi pesano al massimo da 18 a 23 chili.

La Costa d’Avorio divenne una colonia francese alla fine del XIX secolo. Ottenne l’indipendenza nel 1960. Félix Houphouët-Boigny, che fu a capo del movimento indipendentista dei territori francesi nell’Africa occidentale, fu eletto presidente nel 1960. Da allora è stato rieletto ogni cinque anni ed è ancora a capo del governo.

Il paese è situato nel rigonfiamento dell’Africa occidentale, e confina a ovest con la Liberia e la Guinea, e a est col Ghana. A nord vi sono il Mali e l’Alto Volta, paesi senza sbocco sul mare. La Costa d’Avorio ha una superficie di circa 322.000 chilometri quadrati, 15 volte più grande di quella del Salvador. È di poco più grande dell’Italia.

La Costa d’Avorio corrisponde all’idea che la maggioranza ha di un paese tropicale. Lungo la costa il clima è caldo e umido. Lussureggianti foreste, che coprono quasi metà della superficie del paese, si stendono verso nord, cedendo gradualmente il posto alla savana di tipo arborato, e infine all’arida savana arbustacea. Gli effetti delle recenti siccità si sono fatti sentire alquanto a sud del deserto del Sahara, ma non hanno quasi toccato le foreste pluviali tropicali più a sud.

La Costa d’Avorio ha circa sette milioni e mezzo di abitanti, metà dei quali hanno meno di 20 anni. Più di un milione di persone abitano nella bella città di Abidjan, la capitale, che nel 1945 era una città relativamente piccola con circa 20.000 abitanti. Lasciando la capitale sulla costa, e addentrandoci nel paese, vediamo gente che lavora nelle grandi piantagioni di banane, caffè, cacao e ananas. Andando verso le città di Gagnoa e Daloa a ovest, si vede gente nelle risaie, o al taglio del legname; vengono abbattuti enormi alberi di mogano.

La popolazione della Costa d’Avorio è formata di molti diversi gruppi tribali; alla fine del secolo scorso ce n’erano oltre 60 nel paese. Era raro che i vari gruppi si mischiassero, perché ognuno manteneva le debite distanze, guadagnandosi da vivere con un’agricoltura di sussistenza. Le tribù ashanti a est vengono dal Ghana; i beté vengono dalle foreste occidentali che si estendono in Liberia; le alte popolazioni del deserto vengono dal Mali e dall’Alto Volta, e i dan dai monti della Guinea. Lungo la costa, presso le lagune orlate di sabbia e di palme del cocco, vivono gli ebrié, la cui principale attività economica è la pesca nella laguna.

Sebbene la lingua ufficiale sia il francese, nel paese si parlano molteplici lingue e dialetti. La popolazione parla una settantina di lingue indigene appartenenti a cinque maggiori gruppi linguistici. Si è fatto poco o nulla per dare alla maggioranza di esse una forma scritta. La più importante lingua commerciale è il diula, parlato dai mercanti musulmani ma anche da molti altri ai fini commerciali. Nella Costa d’Avorio molti parlano tre lingue: il proprio dialetto, il francese e il diula.

LA RELIGIONE

Quando verso la fine del XIX secolo la Costa d’Avorio divenne una colonia francese, vi si stabilirono fermamente i missionari cattolici. Dalla base di operazioni sulla costa propagarono gradualmente i loro insegnamenti, d’amore e d’accordo con la potenza coloniale. Molti gruppi, specialmente sulla costa, accettarono il cattolicesimo, pur continuando a seguire la propria religione tribale basata sull’animismo. Secondo questa credenza oggetti inanimati, come fiumi, laghi e lagune, hanno un’anima o sono abitati da spiriti degni di riverenza.

Nella regione settentrionale, con l’afflusso di tribù sudanesi già convertite all’islam prese piede la religione musulmana. Tuttavia la diffusione dell’islam incontrò grande opposizione, e solo in rari casi gli animisti accettarono questa nuova religione di “sottomissione”. E pur accettandola, continuarono a seguire le loro credenze animistiche.

In tempi più recenti anche alcune sette protestanti hanno fatto un certo progresso. Dal 1913 al 1936 si diffuse rapidamente nella Costa d’Avorio una nuova religione chiamata harrismo. Essa prende nome dal fondatore, William Wade Harris, un predicatore liberiano. I suoi insegnamenti si basavano sulle Scritture Ebraiche, con un forte colore locale che univa canto, danza e riti pagani a certe idee scritturali.

Quando il paese si avviò verso l’indipendenza venne concessa più libertà religiosa e sorsero altri gruppi e sette protestanti. Fu in questa atmosfera religiosa, con il 60 per cento circa della popolazione animista, il 25 per cento musulmana e il 15 per cento che si professava cristiana, che oltre 30 anni fa la luce del vero cristianesimo cominciò a splendere nella Costa d’Avorio.

PRIMO RAPPORTO DEL SERVIZIO DI CAMPO

William C. Walden e George L. Covert si diplomarono a Galaad nel febbraio del 1948 e furono assegnati alla Costa d’Avorio. Ebbero difficoltà a ottenere il visto, per cui la Società li mandò infine nella Costa d’Oro (attuale Ghana) affinché di lì cercassero di entrare nella Costa d’Avorio.

Nel marzo del 1949 Alfred G. Baker, allora sorvegliante di filiale della Costa d’Oro, e William Walden andarono ad Abidjan. Si misero in contatto col governatore francese e chiesero il visto. Il governatore sembrò colpito dalla documentazione presentata, ma non se ne fece nulla. Nei quattro giorni che rimasero ad Abidjan i fratelli fecero il primo rapporto di servizio di campo nella Costa d’Avorio.

Il tempo passò — un anno intero — eppure, nonostante le ripetute lettere scritte in merito, non fu concesso ai missionari il permesso di entrare nel paese. Alla fine, la filiale della Costa d’Oro mandò Alfred Elias Shooter come pioniere regolare nella Costa d’Avorio. Alfred aveva fatto il pioniere ad Accra, capitale della Costa d’Oro.

COMINCIA LA PREDICAZIONE REGOLARE

Il primo rapporto del servizio di campo del fratello Shooter ad Abidjan fu ricevuto ad Accra nel giugno del 1950. Aveva dedicato 100 ore a predicare la buona notizia, fatto 20 visite ulteriori e cominciato due studi biblici a domicilio. Il mese seguente aiutò un proclamatore inattivo trasferitosi da Accra ad Abidjan e questi riprese l’attività. In agosto Alfred conduceva 12 studi biblici.

Il fratello Shooter accettò un lavoro a mezza giornata per pagare l’affitto di una stanzetta vicino alla laguna, a Treichville, un quartiere di Abidjan. Nel dicembre del 1950 assisté a un’assemblea nazionale nella Costa d’Oro, dove il fratello Baker poté discutere con lui riguardo all’opera nella Costa d’Avorio. Nel febbraio del 1951 la moglie di Alfred raggiunse il marito ad Abidjan per fare la pioniera regolare con lui. Insieme fecero molto per aiutare gli abitanti della Costa d’Avorio a conoscere le verità della Bibbia. Alla Commemorazione tenuta ad Abidjan nel marzo del 1951 ci furono diciassette presenti e 25 ascoltarono il discorso pubblico speciale. Fu organizzato un gruppo di studio di libro con una media regolare di 12 partecipanti.

ARRIVANO I DIPLOMATI DI GALAAD

Nel luglio del 1951 Gabriel e Florence Paterson, diplomati della 16a classe di Galaad, riuscirono a entrare nella Costa d’Avorio, e andarono ad abitare con i coniugi Shooter. Gabriel, oriundo della Costa d’Oro, aveva studiato anni prima con Alfred Shooter e lo aveva aiutato a conoscere la verità. Il fatto di ritrovarsi insieme in un’assegnazione straniera fu motivo di grande gioia.

Non erano tempi facili per queste giovani coppie. Gabriel descrive com’era l’alloggio:

“Al nostro arrivo ad Abidjan, Alfred allargò la loro unica stanza con del cartone. Fece il tetto con carta catramata per dare a Florence e me un posto in cui dormire. In questo alloggio col tetto di carta preparavamo i pasti e mangiavamo insieme. Quando pioveva il gocciolar dell’acqua ci svegliava. Ci rifugiavamo in un angolo cercando di non disturbare i padroni di casa.

IL PRIMO DISCEPOLO

Queste difficili condizioni non scoraggiarono i pionieri. La loro attività portò subito frutto. Robert Markin, della Costa d’Oro, vide una copia di “Sia Dio riconosciuto verace” nell’ufficio di un amico e chiese il libro in prestito. Anziché cederglielo, l’amico gli disse dove abitavano le coppie Paterson e Shooter.

Robert andò immediatamente alla casetta vicino alla laguna. Prese il libro e il fratello Paterson andò a casa sua dove studiarono per due ore. La mattina dopo Gabriel invitò Robert ad accompagnarlo nel servizio di campo per vedere come si svolgeva l’opera di testimonianza. Così il primo abitante della Costa d’Avorio fece i primi passi per diventare un testimone di Geova. Robert Markin fu battezzato insieme ad altri due ad Abidjan, nella laguna di Gbobo, nell’aprile del 1952.

Subito nella casa di Robert si tennero le adunanze. All’inizio venivano tenute generalmente in inglese, con la traduzione in francese, nelle lingue ghaniane, ewe e twi, o in una lingua locale, secondo chi era presente. Dapprima gli unici membri di questo gruppo promettente erano stranieri, provenienti da Costa d’Oro, Togo francese e Dahomey. Solo nel 1954 furono battezzati alcuni oriundi della Costa d’Avorio.

AZIONE LEGALE CONTRO I FRATELLI

Nell’estate del 1952, quando cinque persone si erano unite ai pionieri nell’opera di predicazione, i fratelli furono denunciati alla polizia. Il fratello Paterson fu arrestato e la sua casa fu perquisita. Bisogna notare che nessuna pubblicazione della Società aveva ricevuto l’approvazione governativa. Il commissario di polizia europeo disse che era dispiaciuto di questo intervento, ma poiché i suoi uomini avevano trovato oltre 100 copie di pubblicazioni vietate era costretto a denunciare la cosa alle autorità. Tuttavia prese alcuni libri per leggerli e divenne un buon amico del fratello Paterson.

I fratelli furono processati nella vicina città di Grand-Bassam, dov’era allora la Corte Suprema. Furono accusati di possesso di letteratura vietata e di non avere il permesso di residenza.

Alfred Baker, servitore di filiale della Costa d’Oro, venne nella Costa d’Avorio e assunse un avvocato per la difesa dei fratelli. L’avvocato fece una difesa molto convincente, ma la Corte confermò il decreto governativo: “Nella Costa d’Avorio non sono permesse né la predicazione né la letteratura dei testimoni di Geova”. I fratelli Paterson e Shooter furono dichiarati colpevoli e ricevettero sentenze da uno a sei mesi di prigione, con la condizionale. Inoltre fu loro inflitta una multa di 5.000 franchi.

Alcuni mesi più tardi i fratelli stavano facendo servizio a Grand-Bassam quando videro le pubblicazioni confiscate della Società in vendita al mercato! Evidentemente il governo si preoccupava così poco della faccenda che aveva venduto la letteratura sequestrata a un commerciante. Subito i fratelli ricomprarono parecchi libri! Fu senz’altro una benedizione se si considera quanto era difficile introdurre letteratura nel paese.

FUNZIONARI GOVERNATIVI SOCCORREVOLI

Nello stesso tempo, le autorità di polizia e dell’immigrazione cercarono di far espellere i pionieri con la scusa che non avevano il visto. Queste molestie continuarono per tutto il 1952 e anche nel 1953. Cercando di ottenere un visto permanente, i fratelli si recarono in numerosi uffici governativi. Contattarono alcuni influenti rappresentanti del governo, tra cui Félix Houphouët-Boigny e Ouezzin Coulibaly.

Félix Houphouët-Boigny, che in seguito divenne presidente della Costa d’Avorio, era allora presidente dell’R.D.A. (Rassemblement Démocratique Africain), presidente del parlamento territoriale della Costa d’Avorio, nonché membro del parlamento francese con sede al Palais Bourbon di Parigi. Il fratello Paterson espose i suoi problemi a questo influente personaggio, che si mostrò molto comprensivo. Houphouët-Boigny promise allora che si sarebbe occupato lui di far rimanere i fratelli nel paese. “La verità”, osservò, “non ha barriere di sorta. È come un fiume possente; sbarratelo con una diga ed esso strariperà oltre la diga”. Li mandò dal suo vice, Ouezzin Coulibaly, che in seguito fu molto benevolo col fratello Paterson.

Il permesso di soggiorno per gli stranieri doveva essere emesso a Dakar, nel Senegal, dove aveva sede il governo dell’Africa Occidentale Francese. Coulibaly intercedette a favore del fratello Paterson, che poté ottenere il permesso con facilità. Dispose inoltre che il visto del fratello Paterson fosse prolungato, parlando a suo favore al capo della Sicurezza Nazionale. Questo funzionario spiegò che un prete cattolico e un ministro metodista erano andati a trovarlo per dirgli che la predicazione dei testimoni di Geova non era negli interessi della popolazione della Costa d’Avorio. Ma come la pensava Coulibaly? Egli rispose: “Io rappresento il popolo di questo paese. Noi siamo il popolo, e a noi i testimoni di Geova piacciono, quindi vogliamo che restino in questo paese”.

POSTO UN BUON FONDAMENTO

Dopo l’intervento di Coulibaly i fratelli poterono continuare l’opera affidata loro da Dio in una certa tranquillità. Nel 1953 fu raggiunto un massimo di 17 proclamatori del Regno. In marzo 85 persone assisterono alla Commemorazione.

Il fratello Paterson raccomandò alla Società: “Possiamo stabilire una congregazione perché ora alcuni proclamatori sono in grado di fare i servitori”. Il 1° aprile 1954 fu formata a Treichville, un sobborgo di Abidjan, la prima congregazione.

I fratelli affittarono un camioncino per andare a predicare nelle zone distanti, e durante il viaggio cantavano cantici del Regno. La mattina predicavano, poi facevano uno spuntino e quindi tenevano un discorso pubblico in un’aula scolastica o nel cortile di una persona interessata. Dopo di che si ammucchiavano nel camioncino per il ritorno, stanchi sì, ma felici, e sempre cantando! Nel 1954 una media di 19 proclamatori fecero servizio di campo ogni mese.

DUE COLONNE DELLA CHIESA DIVENTANO TESTIMONI

Uno degli avvenimenti salienti del 1955 fu che due colonne della chiesa locale accettarono la verità. Fatto degno di nota, uno di essi, Samuel Denoo, era l’amico di Robert Markin nel cui ufficio quest’ultimo aveva notato il libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Ed era stato Samuel a indirizzare Robert dal fratello Paterson. Come risultato Robert era divenuto il primo discepolo della Costa d’Avorio.

Samuel Denoo era un membro del comitato esecutivo della locale Chiesa Metodista. Samuel e il presidente del gruppo di studio biblico, Emmanuel Kwaku Glago, invitarono il fratello Paterson a parlare in chiesa ai fedeli. Il discorso ricevette una buona accoglienza e furono iniziati studi biblici con molti del gruppo, tra cui Samuel Denoo ed Emmanuel Glago.

Queste due colonne della chiesa locale fecero subito progresso nella verità, ma non senza opposizione. Furono invitati dai pastori della Chiesa Metodista a spiegare perché avevano abbandonato la loro chiesa per unirsi ai testimoni di Geova. Samuel Denoo spiegò:

“Voi sapete benissimo che avevo più di una moglie. Eppure mi avete nominato consigliere della chiesa e membro del comitato esecutivo. I testimoni di Geova non mi avrebbero battezzato se non avessi messo la mia vita in armonia con le Scritture. Con l’aiuto dei testimoni di Geova ho conosciuto chi è Geova e come adorarlo”.

Emmanuel Glago sottolineò le differenze sostanziali tra la Chiesa Metodista e i testimoni di Geova. “Nella vostra chiesa il laico adora e ubbidisce al clero anziché a Dio”, disse. “I testimoni di Geova, che non hanno distinzioni fra clero e laici, adorano e ubbidiscono a Geova Dio predicando e insegnando la buona notizia del Regno come Suoi servitori”.

Un ecclesiastico rispose che se volevano avrebbero potuto tornare nella chiesa e predicare lì. Ma Emmanuel rispose: “Cosa predicherò? Sempre le stesse cose? immortalità dell’anima umana? inferno di fuoco dopo la morte? il ‘mistero’ della trinità, ecc.? No. Dagli insegnamenti dei testimoni di Geova ho capito che queste dottrine della Chiesa sono false e prese dal paganesimo”.

La discussione durò più di due ore, ma i pastori se ne andarono senza aver riguadagnato i loro fedeli. Subito dopo Samuel Denoo offrì la propria casa come Sala del Regno. In seguito quella divenne la casa di quasi tutti i missionari assegnati alla Costa d’Avorio.

1955: ASSEMBLEA NELLA COSTA D’ORO

L’avvenimento più importante del 1955 fu senz’altro l’assemblea tenuta ad Accra, nella Costa d’Oro, dal 17 al 20 novembre. Dalla Costa d’Avorio vi andarono venticinque persone, che fecero il viaggio con un camioncino e una barca. Alla frontiera il fratello Paterson scese dalla barca e disse alle guardie di frontiera che erano cittadini del “Nuovo Mondo” in viaggio per andare a un congresso di “concittadini” ad Accra. La barca poté passare senza che i fratelli fossero molestati.

Finalmente il gruppo arrivò ad Accra. Che spettacolo si presentò ai loro occhi nel luogo dell’assemblea! Prima d’allora avevano visto al massimo 100 persone a un’adunanza cristiana. Ma alla prima sessione dell’assemblea c’erano 7.000 presenti, e al discorso pubblico ce ne furono 14.331. I coniugi Shooter, che avevano iniziato l’opera nella Costa d’Avorio, rimasero ora nella Costa d’Oro. Gli altri fratelli della Costa d’Avorio invece tornarono nel loro paese con rinnovato vigore per continuare l’opera di predicazione.

INIZIATA L’ATTIVITÀ A BOUAKÉ

Fino al 1955 la testimonianza era stata data solo ad Abidjan e nelle zone limitrofe. Alcuni avevano predicato ai parenti in altri luoghi, però nessuno visitava regolarmente queste persone. Ma dopo l’assemblea di Accra, Robert Markin fu mandato dai suoi datori di lavoro a Bouaké, la seconda città della Costa d’Avorio per grandezza.

In principio Robert si preoccupava di come se la sarebbe cavata da solo, lontano dai fratelli. Ma il fratello Paterson gli disse: “Quando arrivi lì, non prendere una casa piccola, prendine una grande. Così potrai tenere le adunanze con tutti gli interessati che verranno”.

Al suo arrivo a Bouaké, Robert seppe che il nipote gli aveva già trovato un alloggio, una piccola casa. Ma ubbidendo alle istruzioni del fratello Paterson, Robert la rifiutò e ne trovò un’altra abbastanza grande per ospitarvi la futura congregazione. Nell’opera di predicazione incontrò molto presto una famiglia di musulmani. Venti di loro cominciarono a partecipare alle conversazioni. In breve tempo parecchi in città si interessarono. Nel 1956, nell’intero paese, ci fu una media di 53 proclamatori del Regno.

VISITE DEI SORVEGLIANTI VIAGGIANTI

Nell’ottobre del 1957 ebbero inizio le visite di un sorvegliante di circoscrizione. William T. Darko della Costa d’Oro (quell’anno il nome venne cambiato in Ghana) servì la congregazione di Abidjan e il gruppetto di proclamatori isolati di Bouaké. A quell’epoca c’erano proclamatori isolati anche a Daloa, Dimbokro, Grand-Bassam e Koumassi, un distante sobborgo di Abidjan. Nel dicembre del 1957 fu nominato sorvegliante di circoscrizione il fratello Paterson. L’anno successivo il gruppo di Bouaké fece rapporto di 16 proclamatori.

UN PIONIERE SPECIALE VA A BOUAKÉ

Daniel Keboh, un pioniere speciale nigeriano abitante nel Ghana, venne a far servizio a Bouaké nel settembre del 1958. Giunse dopo un viaggio di due giorni in camion, coperto di polvere rossa, stanco, ma felice di avere trovato i fratelli. Il giorno seguente, accompagnato da un fratello locale, si recò al commissariato per denunciare la sua presenza in città.

La polizia confiscò subito la letteratura di Daniel e trattenne i due per qualche ora. I fratelli furono sottoposti a un lungo interrogatorio sulle loro attività e, tre mesi dopo, furono citati in giudizio. Il giudice inflisse a ciascuno una multa di 2.500 franchi.

I poliziotti africani di grado inferiore, però, furono comprensivi e suggerirono ai fratelli di non pagare la multa. Dissero che se li avessero mandati a riscuotere la multa avrebbero detto di non essere riusciti a trovare i fratelli. Questo fatto ben illustra l’atteggiamento delle autorità nei riguardi dei testimoni di Geova a quell’epoca. Nonostante l’accaduto, Daniel non si perse d’animo e cominciò a dare testimonianza a Bouaké.

GLI STRANIERI SONO COSTRETTI AD ANDARSENE

Nel 1958 c’erano pochissimi oriundi della Costa d’Avorio che avevano accettato la verità. La maggioranza dei fratelli erano originari del Togo e del Dahomey (ora chiamato Benin), per cui la nostra religione era spesso definita dahomeyana. Un fratello disse che lo scambiavano spesso per un dahomeyano semplicemente perché era un Testimone.

Quell’anno sorsero problemi in merito agli stranieri abitanti nella Costa d’Avorio. Ci furono tumulti, e molte difficoltà. La situazione peggiorò fino al punto che il governo non poté più garantire l’incolumità dei cittadini togolesi o dahomeyani abitanti nella Costa d’Avorio, che furono invitati a tornare nei rispettivi paesi.

Nessuno tra i fratelli rimase ucciso nei tumulti, ma la loro vita, come quella di altri stranieri, era in pericolo. In osservanza al decreto governativo, anche molti fratelli lasciarono il paese. Per cui la Costa d’Avorio perse circa 25 proclamatori del Regno, il frutto di due anni di fatiche. Dato che molti di questi fratelli prendevano la direttiva nella congregazione, la perdita fu molto sentita.

Ora sorgeva la domanda: I fratelli locali ce l’avrebbero fatta da soli? La risposta, naturalmente, fu sì. Il fratello Paterson cominciò immediatamente ad addestrarli affinché assumessero responsabilità nella congregazione di Abidjan e fossero in grado di occuparsi delle varie attività nei periodi in cui visitava i proclamatori isolati. L’attività di predicazione continuò e, col tempo, proclamatori nuovi sostituirono quelli che in seguito ai disordini se ne erano andati. Tuttavia, in seguito alla loro partenza la media dei proclamatori scese da 60 nel 1958 a 46 nel 1959.

CONTRIBUÌ ALL’ESPANSIONE DELL’OPERA

Verso quell’epoca Blaise Bley, che lavorava all’aeroporto di Abidjan, ricevette una copia della Torre di Guardia in francese. Quello che lesse gli piacque e scrisse chiedendo altre informazioni. Il suo indirizzo fu trasmesso al fratello Paterson che lo visitò. Fu iniziato uno studio biblico e nel marzo del 1959 Blaise fu tra i venti congressisti che andarono a Kumasi, nel Ghana, all’assemblea “Volontà Divina”. Che emozione essere tra i 13.754 presenti che ricevettero consigli e incoraggiamento dalla Parola di Dio!

Blaise abitava a Port-Bouët, un sobborgo di Abidjan distante una decina di chilometri dal luogo dove si tenevano le adunanze, per cui gli era difficile assistervi tre volte la settimana. Così il fratello Bley riunì altri interessati abitanti nella sua zona e organizzò adunanze regolari lì. Così fu formato il nucleo della congregazione di Port-Bouët.

Nel giugno del 1959 fu tenuta nella Costa d’Avorio la prima assemblea di circoscrizione con 62 presenti. Sei mesi dopo si tenne un’altra assemblea ad Abidjan. In quell’occasione 153 persone ebbero il piacere di vedere per la prima volta il film della Società sulle assemblee “Volontà Divina”.

PROGRESSO COSTANTE

Daniel Keboh, il pioniere speciale di Bouaké, fu trasferito a Gagnoa, una città nella parte occidentale del paese. Lì fu raggiunto da un altro pioniere speciale del Ghana, Abraham Amponsah. Dopo non molto sorse un piccolo gruppo. I fratelli furono visitati dal sorvegliante di distretto del Ghana, Ernest Funk, che fece vedere un film della Società a una folla di parecchie centinaia di persone. Un capo musulmano di Gagnoa prestò gentilmente il suo impianto acustico per la proiezione e mandò perfino uno dei suoi uomini come operatore.

Si stava dando testimonianza anche nei sobborghi sparsi di Abidjan. Oltre al gruppo che si riuniva a Port-Bouët, se ne formò un altro a Koumassi, un quartiere di Abidjan. La testimonianza fu estesa anche a Grand-Bassam, una città sul litorale distante una quarantina di chilometri da Abidjan. Oggi vi è una fiorente congregazione di una trentina di proclamatori.

Questi diversi gruppi furono aiutati da pionieri speciali venuti dal Ghana: George Kwakye, assegnato a Koumassi, e Jacob Hackman a Grand-Bassam. David Adu-Manuh fu nominato sorvegliante di circoscrizione al posto del fratello Paterson, dato che i Paterson furono riassegnati al Ghana. L’anno di servizio 1961 finì con un eccellente massimo di 121 proclamatori del Regno.

UN VIAGGIO MOVIMENTATO

Il 1962 cominciò bene: un gruppo di congressisti della Costa d’Avorio partì per andare all’assemblea di distretto ad Accra, nel Ghana. Il gruppo costeggiò il litorale, attraversò la laguna alla frontiera, dopo di che si valse del servizio di camion adibiti al trasporto passeggeri. Con questo tipo di trasporto si corrono sempre dei rischi perché i conducenti hanno un’idea un po’ fatalistica del loro lavoro. “Se è volontà di Dio che ci arriviamo, nulla potrà fermarci”, dicono, e guidano di conseguenza! Gli incidenti, quindi, sono frequenti, e purtroppo il viaggio dei fratelli non fu un’eccezione.

Erano già nel Ghana, vicino a Takoradi, quando il camion uscì di strada e si rovesciò. Un fratello che dormiva profondamente fu scagliato fuori dal camion e finì in mezzo alle canne. Dopo alcuni minuti di ansiose ricerche lo trovarono lì, illeso! Nessun fratello si fece molto male, ma parecchi altri passeggeri riportarono gravi ferite. I congressisti si fecero medicare le leggere ferite in ospedale, passarono la notte presso i fratelli del posto e il giorno dopo continuarono il viaggio per l’assemblea, assaporandola fino in fondo!

PROBLEMI A BOUAKÉ

A un’assemblea di circoscrizione tenuta a Bouaké nel 1962 si verificò uno spiacevole incidente che per diversi anni ebbe effetti negativi sulla predicazione del Regno. La prima sera ci furono 182 presenti. Successivamente, nel corso dell’assemblea, arrivò un disassociato che causò scompiglio. Mentre veniva trattenuto con la forza, cadde a terra di colpo e sembrò fosse preso da un attacco epilettico. In quell’istante giunse la polizia, di cui era stato chiesto l’intervento. Provvidero a farlo portare in ospedale, dove morì.

È il caso di menzionare il fatto che qui la gente spesso non accetta la morte come una cosa dovuta semplicemente a cause naturali. Anche la morte di vecchiaia può essere attribuita a stregoneria o avvelenamento. Nel caso in questione, era noto che l’uomo era malato e che il medico lo aveva avvisato di non eccitarsi o di non arrabbiarsi, ma per i suoi parenti questi fatti non ebbero nessuna importanza. Erano fermamente convinti che fosse stato assassinato, anche se all’ospedale avevano detto che era morto per un attacco cardiaco.

A causa delle accuse, nove fratelli finirono in carcere. Cinque furono rilasciati alcuni giorni dopo, ma gli altri quattro furono formalmente accusati di omicidio. Dopo quattro mesi di carcere, altri tre furono rilasciati; le autopsie avevano dimostrato in modo definitivo la loro innocenza. L’ultimo fratello fu trattenuto ancora un po’ per la sua stessa incolumità, fu detto, dato che i parenti del morto volevano far vendetta.

In prigione i fratelli diedero un’intrepida testimonianza. I locali avventisti del settimo giorno smisero di far visite alla prigione quando si trovarono a dover rispondere alle domande dei fratelli davanti a tutti i detenuti. I fratelli ebbero il permesso di pronunciare discorsi pubblici nella prigione, a cui assisterono fino a 30 persone. Furono pure tenute altre adunanze regolari, e due detenuti cominciarono a schierarsi dalla parte della verità.

Alla fine i fratelli furono completamente prosciolti dalle accuse, ma l’incidente ebbe vaste ripercussioni. Il gruppo di Gagnoa, formato essenzialmente dei parenti del morto, dopo breve tempo cessò di esistere. E anche la congregazione di Bouaké fu sciolta; infatti, per parecchio tempo in seguito era assai pericoloso per i fratelli farsi vedere in città.

ARRIVANO ALTRI AIUTI

Nel settembre del 1962 arrivarono nella Costa d’Avorio il fratello e la sorella Simmons, missionari espulsi da Haiti. Il mese successivo fu tenuta ad Abidjan un’assemblea con un massimo di 108 presenti; la minore affluenza era un riflesso dei recenti problemi. Era presente il servitore di filiale del Ghana, Herbert Jennings. Egli riteneva che un maggior numero di missionari avrebbero esercitato un’influenza stabilizzatrice nel paese. Pertanto il fratello e la sorella Enevoldsen della 37a classe di Galaad furono assegnati alla Costa d’Avorio, e arrivarono ad Abidjan nel gennaio del 1963. Alcuni mesi dopo fu mandato dal Ghana un pioniere speciale, Cosmas Klévor.

Al suo arrivo il fratello Klévor fu accolto con molto sospetto, e si domandò meravigliato perché. Ma poi i visi dei fratelli si illuminarono quando Cosmas menzionò i nomi dei fratelli missionari che era venuto a trovare. Essi spiegarono che pochi minuti prima avevano parlato con un impostore, un uomo che pretendeva d’essere un Testimone di un paese straniero. I fratelli temevano che anche Cosmas stesse tentando di ingannarli!

L’ALLOGGIO DEI MISSIONARI

Nel gennaio del 1964 i missionari si trasferirono dal loro appartamento alla casa di Samuel Denoo. Nella sua grande casa situata sulla via principale di Treichville c’era già la Sala del Regno. Col tempo fino a 15 missionari alloggiarono lì. Questo posto aveva netti vantaggi rispetto al precedente alloggio, anche se presentava degli inconvenienti.

Uno svantaggio non trascurabile era il fatto che la casa si trovava a un incrocio, vicino al semaforo, e il rumore del traffico era piuttosto fastidioso. Inoltre, nell’edificio accanto abitavano un uomo e le sue quattro mogli, e quasi tutte le mattine i missionari erano svegliati all’alba dalle grida della moglie più giovane che era picchiata da quella più vecchia. Negli anni successivi, quando l’edificio fu demolito e ne sorse uno nuovo al suo posto, tutti diedero un sospiro di sollievo. Ma poi si scoprì che nel nuovo edificio c’era un locale notturno, e spesso le grida che ne provenivano erano ancor più insopportabili!

ASSEMBLEE NEL 1964

L’anno cominciò bene con un’assemblea di circoscrizione tenuta ad Abidjan, nel quartiere di Koumassi (dove nel 1964 fu formata la seconda congregazione di Abidjan), a cui assisterono 152 persone. George Kwakye pronunciò un discorso in programma sull’importanza del coraggio. Stava citando le parole di Gesù, di non temere quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima, quando apparve un serpente sul palco. Allarmato dai gesti di spavento dei fratelli in prima fila, George fuggì in fondo alla sala. Quando altri fratelli ebbero tolto di mezzo il serpente, George ricomparve, piuttosto imbarazzato, per riprendere il discorso nel punto dove l’aveva interrotto!

Subito dopo, in marzo, fu tenuta un’assemblea di distretto nel Centro Culturale di Treichville, ad Abidjan. Qualcuno si lamentò che era in corso un convegno illegale e la polizia venne a sciogliere l’assemblea. Vari fratelli che avevano partecipato al programma furono portati al commissariato, dove fu detto loro che non potevano tenere assemblee pubbliche dato che l’opera dei testimoni di Geova non era riconosciuta nella Costa d’Avorio. Ad ogni modo, l’assemblea continuò senza intoppi nella Sala del Regno di Treichville. Durante il 1964 si ebbe un massimo di 143 proclamatori, il più alto raggiunto fino a quel momento nel paese.

PASSI PER OTTENERE IL RICONOSCIMENTO LEGALE

I fratelli decisero di indagare per vedere se c’era la possibilità di ottenere il riconoscimento legale delle attività della Watch Tower Society. Essendo ora la Costa d’Avorio un paese africano indipendente, si pensava che ci fossero più probabilità di successo. Pertanto il 14 settembre 1964 fu inviata al presidente della Costa d’Avorio una lettera del presidente della Watch Tower Society in cui si chiedeva il riconoscimento legale dell’opera.

Nel frattempo l’opera di predicazione continuò. Infatti, nel maggio del 1965 fu tenuta un’altra assemblea di circoscrizione, questa volta a Grand-Bassam, e al discorso pubblico assisterono ben 200 persone. Ma il 3 giugno 1965 fu emesso un comunicato per annunciare che il governo aveva rifiutato ai testimoni di Geova il permesso di svolgere le loro attività nella Costa d’Avorio.

Questo cambiò qualcosa? Non molto, almeno non in principio. Neanche prima di questo decreto l’opera dei testimoni di Geova era riconosciuta nella Costa d’Avorio. Tuttavia i missionari non erano stati invitati a lasciare il paese, né le adunanze erano state vietate. A Treichville, per esempio, le adunanze erano tenute nella Sala del Regno chiaramente contrassegnata da una grande tabella. Dopo il decreto l’unica differenza fu che i fratelli chiudevano le finestre durante le adunanze, malgrado il clima tropicale.

Con gran sorpresa, quattro nuovi missionari ottennero il visto per entrare nella Costa d’Avorio. E questo malgrado il fatto che avessero chiaramente indicato d’essere missionari di una Società praticamente al bando! Il 4 novembre 1965 arrivarono pertanto i diplomati di Galaad Joseph e Marcia Crawford e Joseph e Lillie Hines. Non sapevano che c’erano delle limitazioni sulla nostra opera, non essendone stati informati. Così, pieni di entusiasmo, cominciarono il servizio e il primo mese uno di loro lasciò più di 300 riviste.

ARRESTI E MOLESTIE

Poco dopo, però, sorsero vere difficoltà. Il 1° gennaio 1966 Daniel Kobolh fu messo in prigione a Koumassi. Abitava nel cortile sotto la casa missionaria di Koumassi. Quando i nuovi missionari abitanti lì si resero conto che la porta di Daniel era rimasta chiusa per due notti di fila, cominciarono a indagare. Immaginate la loro costernazione scoprendo che era stato messo in prigione per avere predicato una religione vietata!

I missionari si precipitarono a casa e tirarono giù la tabella della Sala del Regno, che era sotto la casa missionaria. Prepararono anche le valige in previsione di una loro espulsione dal paese. Alla fine, però, si resero conto che la situazione non era così grave. Ad ogni modo, da quel momento in poi furono più cauti nella predicazione.

Alcuni mesi dopo, il 5 giugno, la polizia prese ulteriori misure. Andò alla Sala del Regno a Koumassi e arrestò il sorvegliante della congregazione, George Kwakye, insieme ad altri due fratelli. Portarono via la tabella delle informazioni, la scrittura dell’anno, letteratura e altre cose. Il giorno dopo, quando due fratelli, Samuel Attiou ed Ernest Nomel, si recarono a far visita ai fratelli in carcere, anch’essi furono subito arrestati.

Avendo visto il nome di Robert Lasme sulla tabella delle informazioni, la polizia andò a casa sua per arrestarlo. In quel momento era in corso un’adunanza di congregazione. La sorella Lasme, che era di guardia alla porta, vide avvicinarsi i poliziotti e diede il segnale. Tutti i fratelli tranne tre sgusciarono fuori. Questi tre corsero in camera da letto e si infilarono sotto le coperte. Due poliziotti diedero un’occhiata di sfuggita, ma non videro nessuno. Allora andarono a guardare nel retro della casa e intanto i tre fratelli scapparono!

Sei fratelli di Koumassi, comunque, erano in prigione, e i missionari non potevano andare a visitarli. Una sorella, comunque, ebbe il permesso di portare loro cibo e riuscì a fargli avere due Bibbie di nascosto. Ogni sera i fratelli tenevano un’adunanza e cantavano cantici del Regno. Gli altri detenuti, alcuni dei quali assistevano a queste adunanze, dicevano: “Dio è con noi in questa sezione della prigione”. Gli piaceva molto sentir cantare i fratelli.

Quando infine i fratelli furono processati, il pubblico ministero disse che nella Costa d’Avorio non era proibito né conoscere né insegnare la Bibbia, ma che era proibito propagare le idee dei testimoni di Geova. Non disse in che cosa consisteva la differenza. I fratelli ricevettero una condanna con la condizionale e furono multati per un totale di 350.000 franchi. Si appellarono e una corte superiore annullò le multe. I fratelli tornarono a Koumassi e continuarono a predicare e a tenere adunanze come prima.

Questo però non fu il solo incidente del genere. Anche Lawrence Lambert fu arrestato. Fu malmenato dalla polizia, che lo sottopose a un lungo interrogatorio. Volevano sapere i nomi di tutti i fratelli della zona per arrestare anche loro. Ma il fratello Lambert rispose: “Il prete conosce tutti i nomi di quelli che vanno a messa nella sua chiesa?” E non riuscirono a strappargli nessun nome.

Un altro episodio riflette il generale atteggiamento dei funzionari nei riguardi dei testimoni di Geova a quell’epoca. Un nigeriano, non un Testimone, fu messo in prigione perché aveva scritto con la vernice il nome “Geova” sul suo furgone. E fu rilasciato solo quando ebbe convinto le autorità che non era un Testimone.

TENTATIVI DI FAR TOGLIERE IL BANDO

Era chiaro che l’opera non poteva progredire finché c’era il bando. Si tentò ogni mezzo per farlo togliere. I missionari Joseph Hines e Joseph Crawford ebbero colloqui con il ministro dell’Interno, Nanlo Bamba, e col suo segretario francese Christian Blaud. Anche funzionari dell’ambasciata americana perorarono la causa della Società, dato che era stata negata la registrazione a un’organizzazione americana.

La Watch Tower Society, nell’aprile del 1967, preparò anche un documento di tredici pagine che spiegava la nostra posizione neutrale. Esso indicava chiaramente che non scoraggiavamo alcuno dall’adempiere i propri doveri civili, ma che piuttosto davamo risalto alle responsabilità dei cittadini di ubbidire alle autorità. Si ottennero anche copie di documenti ufficiali comprovanti che la nostra opera è legalmente riconosciuta in altri paesi dell’Africa occidentale. Questi documenti, insieme a una lettera datata 18 maggio 1967, furono consegnati al presidente Félix Houphouët-Boigny. In seguito fu riferito che il presidente lesse la lettera, ne approvò il contenuto e la mandò al ministro dell’Interno.

Quasi immediatamente quattro fratelli fecero un’altra visita al ministro dell’Interno, Nanlo Bamba. Dato che la nostra società era stata spesso definita “straniera”, questa volta furono mandati quattro fratelli della Costa d’Avorio. La prima cosa che il ministro chiese loro fu di quale tribù era ciascuno di essi. Appreso che appartenevano tutti a tribù della Costa d’Avorio, fu soddisfatto e permise che il colloquio continuasse. Quindi menzionò il punto del servizio militare e disse che i testimoni di Geova non combattevano per il loro paese. Gli fu spiegata la nostra posizione di neutralità cristiana e gli furono date alcune pubblicazioni della Società. Il sig. Bamba non prese nessuna decisione, perché disse che si dovevano consultare altri funzionari.

COME FU APPRESA LA DECISIONE

Due settimane dopo, ai primi di giugno del 1967, un Testimone e una persona interessata svolgevano l’attività di predicazione di casa in casa. Quando il Testimone se ne andò, l’interessato continuò a predicare perché gli piaceva tanto. Con sua grande sorpresa, un padrone di casa disse: “Ai testimoni di Geova era proibito svolgere la loro opera nella Costa d’Avorio, ma ora hanno ricevuto l’autorizzazione di predicare”. L’uomo disse d’essere uno dei funzionari che si erano occupati della faccenda e che la decisione era stata presa due settimane prima!

Il nuovo proclamatore corse alla casa missionaria a dare la buona notizia. Il giorno dopo si recarono nell’ufficio di questo funzionario governativo che diede loro una copia dell’ordinanza ufficiale. Essa mostrava che i testimoni di Geova avevano veramente ricevuto il riconoscimento legale e il permesso di continuare la loro opera per un anno, dopo di che potevano chiedere il rinnovo del permesso di anno in anno.

“Il riconoscimento legale dell’opera di testimonianza diede a tutti la sensazione di essersi tolti un grosso peso dalle spalle”, osservò un missionario. “Siamo molto felici di avere superato questo periodo critico nella storia dell’opera del popolo di Geova nella Costa d’Avorio”.

Udita la notizia che il bando era stato tolto, i fratelli espressero la loro gioia nel modo tradizionale. Dopo un’adunanza si ritrovarono insieme e cantarono e cantarono finché furono troppo stanchi per continuare.

ECCEZIONALE ESEMPIO DI PERSEVERANZA

Nel 1967 la missionaria Lillie Hines cominciò a studiare con una ragazza baulé di sedici anni di nome Pauline. Il padre lavorava per il governo, ed esigeva che la ragazza si comportasse come voleva lui. Avrebbe avuto tutto ciò che si può desiderare, e l’avrebbe mandata a studiare in collegi di lusso.

In seguito il padre insisté perché smettesse di studiare la Bibbia. Fu portata davanti a un consiglio tribale, ma questo non la scoraggiò. Fu poi impiegata la stregoneria: le fu dato un bell’anello d’oro che, a sua insaputa, era stato benedetto da uno stregone. Cominciò ad avere forti mal di testa, ma ricordando che erano cominciati dopo che aveva messo l’anello, se ne sbarazzò e a poco a poco il mal di testa cessò. Né le percosse né le minacce riuscirono a farle smettere di studiare.

Furono assunti degli uomini per impedirle di andare alle adunanze. Ma la ragazza li eludeva. Un giorno si travestì da vecchia, passò davanti agli uomini e andò a un’assemblea. Lì si tolse il travestimento e seguì il programma. Dopo di che si travestì nuovamente da vecchia e andò a casa, passando davanti agli uomini di guardia.

Un’altra volta se la svignò scavalcando lo steccato sul retro della casa, prese il treno per Bouaké, fu battezzata all’assemblea, prese un altro treno per tornare ad Abidjan e arrivò a scuola prima che qualcuno s’accorgesse della sua assenza. In seguito il padre seppe che era stata a Bouaké e le chiese con chi c’era andata. “Con le sorelle”, fu la risposta. Pensando, naturalmente, che si riferisse alle suore della scuola, disse: “Va bene”.

Quando il padre scoprì che era stata battezzata dai testimoni di Geova, si infuriò. Le fece le valige, l’affidò a un importante uomo politico e la mandò a terminare gli studi a Parigi, in Francia. Sperava che il fascino delle attrattive mondane le facesse dimenticare la sua nuova religione.

Pauline trovò che vivere a Parigi era entusiasmante, ma questo non raffreddò il suo zelo per Geova. In una rivista Svegliatevi! trovò l’indirizzo della filiale e cominciò ad assistere regolarmente alle adunanze. In seguito frequentò una congregazione più vicina al luogo dove abitava nei sobborghi. A scuola iniziò studi biblici con vari compagni di classe, di cui almeno sette ora sono battezzati!

Pauline tornò poi nella Costa d’Avorio e ora presta servizio con suo marito in una congregazione di Abidjan. Non si rammarica di avere rinunciato alla ricchezza materiale per il Regno. Non si rammarica di avere perso il favore del padre, anche se spera che un giorno egli cambi idea. Il suo principale desiderio è di servire Geova completamente e di collaborare col marito nell’educare i loro figli nella via di Geova.

PRIMA ASSEMBLEA DOPO IL BANDO

Nel settembre del 1967 i fratelli erano pronti per tenere l’assemblea di circoscrizione: la prima dal maggio del 1965. Neppure il fatto di dover cambiare il luogo dell’assemblea all’ultimo minuto, o il fatto che il nuovo locale era sprovvisto di luci per cui dovettero spostare il programma al pomeriggio, raffreddò l’entusiasmo dei fratelli. Era la migliore assemblea tenuta fino a quel momento, ed era la prima volta che si riunivano in assoluta libertà. Malgrado gli ostacoli, 416 persone furono presenti al discorso pubblico. Che meraviglioso aumento rispetto ai 200 dell’assemblea di due anni prima!

MOLTI ALTRI MISSIONARI

A quest’assemblea si seppe che erano stati assegnati altri missionari alla Costa d’Avorio. Sette arrivarono per la fine dell’anno, portando il totale a 11. In quell’occasione fu stabilita una nuova casa missionaria ad Adjamé, un sobborgo di Abidjan.

Poi, nel novembre del 1967, Don Adams della sede centrale di Brooklyn fece una visita come sorvegliante di zona, e raccomandò di mandare altri missionari. In marzo e aprile del 1968 ne arrivarono altri nove. Dopo un corso lampo di francese di tre settimane, quattro furono assegnati a Bouaké per aprirvi una nuova casa missionaria. Nell’ottobre del 1968 arrivarono altri nove missionari.

Come se la cavava il missionario straniero che veniva a lavorare in questo paese? Heidelind Pohl racconta:

“Quando scesi dall’aereo mi sembrò di entrare in una sauna. Giunta alla casa missionaria di Treichville, mi meravigliai vedendo le persiane ma non i vetri; ma dopo tutto non erano necessari in questo clima. Anzi, era così caldo che spesso di notte mi alzavo dal letto e mi sdraiavo su una stuoia sopra il pavimento di cemento per rinfrescarmi un po’.

“La gente del territorio era molto gentile. In principio parlavo pochissimo il francese, ma erano tutti molto pazienti. A volte ci chiedevano cosa avevamo nella borsa di testimonianza e tiravano fuori il libro che volevano. Non era difficile iniziare studi biblici. Ne ho avuti fino a 20 o più.

“Visitai un uomo che prese il libro ‘Verità’ e cominciò a venire alle adunanze. Scrisse alla fidanzata nel Benin e le parlò della sua nuova fede. Lei non lo gradì affatto, e gli disse che poteva dimenticarla se continuava a seguire questa religione. Gli feci la prima visita in ottobre. Alla fine di dicembre uscì in servizio, dopo che aveva purificato la sua vita. Nel marzo successivo fu battezzato e ora presta servizio come anziano in una congregazione di Abidjan. La fidanzata gli scrisse poi chiedendogli perdono. Durante le vacanze dispose che una sorella studiasse con lei. Un anno dopo si sposarono”.

ESPANSIONE A BOUAKÉ

Da che nel 1962 c’erano stati problemi a Bouaké, quando la congregazione era stata sciolta, c’erano solo tre o quattro proclamatori del Regno in quella città. Cosa sarebbe accaduto quando i missionari vi avessero cominciato la loro attività? In soli due anni il numero dei proclamatori salì a 50, con una media di 80 presenti a tutte le adunanze. In quel periodo Otto Hauck, un missionario, aiutò 12 persone fino al punto del battesimo. Fra loro c’era Santé Poté, direttore di una scuola superiore.

Santé è un uomo di elevati principi, che non volle ascoltare i suoi amici cattolici che lo esortavano a prendere altre mogli. Subito lui e la moglie e quattro figli furono battezzati. Sebbene continui il suo lavoro in una scuola, fa il pioniere regolare, e ogni tanto la moglie fa la pioniera con lui.

VINTA LA SUPERSTIZIONE RELIGIOSA

A parte la città di Abidjan, dove abitano persone di molte tribù, quasi tutte le città del paese sono abitate prevalentemente da persone di una o due tribù principali. Gli abitanti di Bouaké sono per la maggior parte della tribù baulé, sebbene vi si trovino anche molti musulmani delle regioni settentrionali. I baulé sono una popolazione della foresta, imparentati con gli ashanti del Ghana. Credono in genere nelle religioni indigene, animiste, e hanno molta fede nei feticci.

In quasi tutti i piccoli villaggi vicino a Bouaké c’è un grande feticcio, di solito una rappresentazione scolpita di qualche spirito o animale. Il feticcio può essere una maschera scolpita in un pezzo di legno che rappresenta un antenato del villaggio. Si crede che lo spirito che abita nella scultura ne esca di notte per camminare nel villaggio e proteggerlo da ogni male. Credono pure che il feticcio uccida quelli che gli sono infedeli, e per placarlo devono fare continui sacrifici. I sacrifici consistono di uova o riso, o anche di una pecora o di qualche bottiglia di liquore. E di solito è il sacerdote feticista a occuparsene!

Ad Abidjan, la missionaria Marcia Crawford studiò con una coppia baulé di un villaggio vicino a Bouaké. Allo studio assisté anche il fratello maggiore della donna, che però criticava tutto quello che veniva insegnato. Ad ogni modo la donna mostrò grande interesse e così Marcia si dispiacque quando la coppia tornò a Bouaké. Per fortuna verso quell’epoca i missionari aprirono una casa a Bouaké, e lo studio fu continuato. Col tempo anche il marito fece progresso nella verità, e infine bruciò tutti i suoi oggetti feticisti.

Due giorni dopo il marito ricevette una comunicazione urgente dal padre che lo invitava ad andare nel suo villaggio. Il padre spaventato gli disse che il sacerdote feticista aveva guardato nella zucca sacra e aveva visto le anime di tutti quelli del villaggio tranne quella del figlio. “Quest’uomo non è più uno di noi”, aveva annunciato il sacerdote. “La sua anima ci ha lasciato, per cui è debole e non è più protetto contro alcun feticcio”.

Il figlio disse al padre che questa era la migliore notizia che potesse ricevere. Significava che non era più incluso fra quelli che praticavano il demonismo. Inoltre, disse al padre, ora aveva la più grande protezione che ci sia contro il feticcio. Da quel momento non si è mai volto indietro, e il feticcio non ha potuto fargli alcun male.

Dovette comunque superare molti problemi. Aveva avuto cinque figli da varie donne, più i sei avuti dalla moglie. Riunì tutti questi figli sotto un unico tetto e insegnò loro i principi biblici, e infine divennero una famiglia unita.

Nel frattempo, Marcia Crawford aveva incontrato nuovamente ad Abidjan il fratello della moglie, quello che aveva mostrato uno spirito tanto critico quando aveva assistito allo studio. Con sorpresa della missionaria egli chiese una copia di Svegliatevi! Aveva cambiato idea? Sì! Il grande cambiamento che c’era stato nella famiglia di sua sorella grazie al potere sanatore della verità gli aveva fatto tanta impressione che cominciò a studiare regolarmente. Tutt’e tre, marito, moglie e fratello, furono battezzati insieme all’assemblea “Pace in terra” del 1969.

ECCELLENTE PROGRESSO NEL 1968

Il 1968 cominciò bene con la formazione di una quinta congregazione ad Abidjan. Poi in febbraio i fratelli tennero la loro prima assemblea di distretto dal tempo del bando, e al discorso pubblico ci furono 486 presenti. In marzo fu tenuta a Treichville la nuova Scuola di Ministero del Regno per gli anziani. Fu tenuta dal fratello Crawford che allora era servitore di circoscrizione. Il corso fu molto utile per migliorare le congregazioni sul piano organizzativo.

In aprile 577 persone assisterono alla Commemorazione, la bella cifra di 175 in più rispetto all’anno prima. E il numero medio dei proclamatori salì da 180 nel 1967 a 220 nel 1968. La maggioranza di questi proclamatori del Regno era associata alle sei congregazioni del paese.

IL LIBRO “VERITÀ” AFFRETTA LA RACCOLTA

Nell’ottobre del 1968 si tenne l’assemblea di distretto “Buona Notizia per tutte le Nazioni” che diede veramente impulso all’opera di raccolta. Ben 646 furono i presenti, e 21 i battezzati. Ma l’avvenimento più importante fu la pubblicazione in francese del nuovo libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. Questo libro rivoluzionò l’attività degli studi biblici e fu un meraviglioso mezzo per aiutare le persone a venire rapidamente alla conoscenza della verità. Nel paese c’era una media di soli 220 proclamatori, ma gli studi biblici salirono a 950 in sei mesi. Le prime 5.000 copie del libro inviate dalla Società furono distribuite in poche settimane.

Tutti i missionari furono sorpresi per la facilità con cui distribuivano il nuovo libro e iniziavano studi. Non di rado la gente li fermava per strada per chiedere una copia di “quel libro blu”. La gente veniva alla casa missionaria e alle Sale del Regno a chiederne una copia e supplicare che qualcuno studiasse con loro. Alcuni, quando un Testimone era alla loro porta, sbirciavano perfino nella sua borsa e, se vedevano il libro Verità, ne chiedevano immediatamente una copia.

RAFFORZATI I PROCLAMATORI ISOLATI

Nel 1968 Cosmas Klévor ricevette l’incarico di fare un giro per visitare persone interessate e fratelli isolati in ogni angolo del paese. Non era sempre facile rintracciarli, perché nella Costa d’Avorio gli indirizzi postali non sono uguali agli indirizzi delle case. E spesso le strade delle città sono senza nome.

La prima città che visitò fu Dimbokro. Cosmas spiegò al fratello e agli interessati del posto come tenere le adunanze. Ne furono entusiasti e decisero di tenere la Scuola Teocratica e l’adunanza di servizio tutte le settimane. In questa città ora c’è una congregazione di 24 proclamatori.

Di lì Cosmas proseguì il viaggio per Guiglo e Duékoué. Del fratello di Duékoué sapeva solo che lavorava in un’impresa di legname. Cosmas andò dal vicecommissario distrettuale della zona e gli chiese se conosceva un testimone di Geova che lavorava in un’impresa di legname del posto. Lo conosceva e accompagnò Cosmas in macchina dal fratello, che si trovava a una bella distanza dalla città.

Il fratello era il responsabile dell’officina dell’azienda e aveva dato testimonianza a tutti i compagni di lavoro. Egli dispose che quella sera Cosmas pronunciasse un discorso per questi uomini. Uno di loro fece un ottimo progresso nella verità.

Alcuni mesi dopo questo giro il fratello Klévor ne fece un altro. Ad Abengourou, una città nella parte orientale del paese, una bambina di otto anni andò da Cosmas e gli disse che sapeva che i Testimoni hanno la verità. Com’era giunta a quella conclusione? In precedenza i suoi genitori l’avevano mandata a studiare a Grand-Bassam, dove abitava presso una Testimone, che l’aveva portata alle adunanze e le aveva insegnato la verità. Quando i genitori erano venuti a saperlo non l’avevano gradito, così l’avevano mandata a scuola ad Abengourou. Non appena la bambina aveva sentito che in città c’era un Testimone, era andata a cercarlo di casa in casa. Cosmas la mise in contatto con una persona interessata della città perché l’aiutasse a progredire.

Continuando il viaggio il fratello Klévor giunse a Daloa. Lì scoprì che il libro Verità era distribuito non solo dal proclamatore isolato della zona, ma anche da una persona del mondo, che lo faceva pagare quasi un dollaro la copia! Cosmas mise in contatto quelli che avevano preso libri dalla persona del mondo con il Testimone di quella città e suggerì loro di studiare il libro, cosa che l’altro uomo non aveva fatto.

MISSIONARI ASSEGNATI AD ALTRE CITTÀ

Era evidente che c’era bisogno di proclamatori qualificati per assistere gli interessati in questi luoghi. Non c’erano case missionarie nel paese tranne che ad Abidjan e Bouaké. Nel giugno del 1970 fu aperta una casa missionaria a Daloa, e alcuni mesi dopo ne fu aperta un’altra nella città di Abengourou.

Verso la stessa epoca fu aperta un’altra casa missionaria nell’estremo occidente, nella pittoresca città di Man. “Com’erano diversi i dintorni”, osservò Shirley Mitchell, che fu spostata lì da Abidjan. “Arrivai di notte su un grosso autocarro con i miei effetti personali. Che bella sorpresa la mattina vedere i monti tutt’intorno! Non erano molto alti, ma la vista era gradevole e riposante”. Shirley descrisse poi come fu accolto il messaggio del Regno dagli abitanti di Man:

“Molti non parlavano francese e non sapevano leggere. Ma erano ansiosi di sentire cosa avevamo da dire. Quando arrivavamo a casa loro, andavano subito in cerca di qualcuno che ci facesse da interprete. A volte parlavamo a gruppi di dieci o più persone.

“Spesso la gente veniva perfino a casa nostra per chiederci di studiare la Bibbia con loro. Ricordo un uomo che venne mentre preparavo da mangiare per la famiglia della casa missionaria. Un suo parente conosceva i Testimoni e quello che gli aveva detto il parente aveva destato il suo interesse. Ma non sapeva leggere. Così gli dissi che avrei studiato con lui e lo avrei aiutato a imparare a leggere, ma che doveva venire regolarmente alle adunanze. Acconsentì. Imparò a leggere e scrivere e ora è un servitore di ministero nella congregazione.

Linda Berry è un’altra missionaria che cominciò a lavorare a Man nel 1971. Incontrò un veterinario indiano che si chiamava Rabinadrath Louis. Lui e la moglie cominciarono subito a venire alle adunanze. Rabinadrath, però, aveva un grosso problema da risolvere: il fumo! L’assemblea di circoscrizione si stava avvicinando, e fece molti sforzi per smettere prima dell’assemblea. Ogni volta che sentiva il desiderio di fumare mangiava noccioline americane. Ma ne mangiò così tante che stette male e non poté andare all’assemblea. Ma alla fine, con l’aiuto di Geova, riuscì a togliersi il vizio del fumo. Sia lui che la moglie fanno progresso nella verità e ora fanno parte della congregazione di Man.

Il sorvegliante di circoscrizione Joseph Appiah, durante il viaggio da Daloa a Man, dove doveva visitare la nuova congregazione, ebbe un’interessante esperienza. Egli narra:

“Il conducente dell’autobus rifiutò a mia moglie e a me gli ultimi due posti. Questo perché il proprietario dell’autobus aveva due parenti che dovevano andare nella stessa direzione. Quando arrivarono alla stazione degli autobus i nostri posti furono dati a loro. Ad ogni modo, dopo avere percorso un ottantina di chilometri, l’autobus ebbe un grave incidente. Si scontrò con un grosso camion e i due parenti del proprietario dell’autobus morirono sul colpo. Molti altri passeggeri rimasero feriti. In seguito, allorché giungemmo sul luogo dell’incidente, ci dissero che il nostro Dio è molto potente. Questo ci diede una magnifica occasione di dar loro testimonianza”.

ASSEMBLEA DI CIRCOSCRIZIONE A BOUAKÉ

Nel marzo del 1969 fu organizzata un’assemblea di circoscrizione a Bouaké. Il sindaco offrì il municipio gratis ai fratelli. Ma alcuni giorni prima dell’assemblea la radio annunciò che un partito politico vi avrebbe tenuto delle riunioni nei giorni in cui era in programma l’assemblea. Il sindaco parlò ai capi del partito, ma questi non sembrarono disposti a cooperare. Ad ogni modo il sindaco disse ai fratelli di procedere e di entrare nel locale. E questo è ciò che fecero, anche se con un po’ di nervosismo, perché alcuni membri del partito erano appostati vicino alla sala per vedere cosa succedeva. L’ultima cosa che i fratelli desideravano era che sorgessero problemi, comera accaduto nel 1962!

Ad ogni modo, l’assemblea cominciò senza intoppi. Tutto si svolse pacificamente e i presenti al discorso pubblico furono 343. Il giornale nazionale fece una buona pubblicità all’assemblea e pubblicò un articolo contenente buona parte del numero speciale di Svegliatevi! sul soggetto “Perché Dio permette la malvagità?” Fu data una sorprendente testimonianza e in seguito, quando si pensava a Bouaké, tutti ricordavano la bella assemblea anziché i problemi del passato.

ASSEMBLEE “PACE IN TERRA”

Nei mesi successivi i missionari partirono per assistere alle assemblee “Pace in terra” nei rispettivi paesi. Al loro ritorno aiutarono a organizzare la più bella assemblea che si fosse tenuta nella Costa d’Avorio fino a quel momento. Non solo ci fu un buon numero di 929 presenti, e un eccezionale numero di 78 battezzati, ma anche il programma fu accolto con straordinario entusiasmo. I drammi particolarmente furono seguiti con grande interesse.

AVVENIMENTI IMPORTANTI DEL 1970

Nel 1970 ci fu un’ottima espansione teocratica nella Costa d’Avorio. In marzo 1.234 persone assisterono alla Commemorazione, più del doppio dei presenti di appena due anni prima. Durante l’anno il numero delle congregazioni crebbe a 10, e, in media, 389 proclamatori fecero rapporto di servizio di campo ogni mese. Degno di nota fu il numero di 132 battezzati durante l’anno, circa un terzo di tutti i proclamatori del paese!

Nell’agosto del 1970 fu tenuta a Grand-Bassam un’eccezionale assemblea di circoscrizione. La domenica mattina quasi 400 persone si riunirono per la scrittura e il commento e quasi tutti parteciparono all’opera di testimonianza. Questa è una cittadina piuttosto piccola, per cui quasi a ogni angolo sembrava ci fossero gruppi di Testimoni. Al discorso pubblico “Legge e ordine: quando e come?” assisterono niente meno che 801 persone. Quello fu un soggetto particolarmente appropriato se si considera il fatto che il giornale locale aveva definito sediziosi i testimoni di Geova.

La polizia di Abidjan aveva dato il permesso di tenere l’assemblea; ma evidentemente non aveva informato il capo della polizia di Grand-Bassam, che andò dai fratelli per sapere di che assemblea si trattava. Dopo di che fu soddisfatto, commentando che se tutti avessero rispettato la legge come i testimoni di Geova la polizia non avrebbe faticato tanto per far osservare la legge e mantenere l’ordine.

Il principale avvenimento del 1970, però, fu l’Assemblea di Distretto “Uomini di buona volontà” tenuta ad Abidjan in dicembre. Per la prima volta furono presenti congressisti di paesi lontani come gli Stati Uniti. Vennero coi viaggi organizzati dalla Società. Tra i visitatori c’era F. W. Franz, allora vicepresidente della Watch Tower Society. I fratelli locali furono specialmente felici di parlare con qualcuno del Corpo Direttivo, dato che la stragrande maggioranza di loro era nella verità da poco tempo e non aveva mai conosciuto qualcuno che avesse la vera speranza cristiana della vita celeste. Nella Costa d’Avorio non c’è mai stato nessuno che abbia partecipato agli emblemi della Commemorazione per simboleggiare tale speranza.

Prima dell’assemblea si dovevano tenere le elezioni nel paese, per cui la pubblicità dell’assemblea dovette essere limitata. Inoltre, avendo le autorità deciso di fare delle riparazioni nel Centro Culturale dove si sarebbe dovuto tenere il congresso, all’ultimo minuto si dovette cambiare locale e l’assemblea fu tenuta nel Circolo della Boxe. Ma nonostante queste difficoltà, 1.003 furono i presenti al discorso pubblico! La rete televisiva nazionale trasmise parti del dramma biblico e qualche stralcio dell’assemblea.

APERTA LA FILIALE

Il mese successivo, il gennaio del 1971, Nathan H. Knorr, presidente della Watch Tower Society, visitò Abidjan. Fu annunciata un’adunanza per i fratelli della capitale, ma quando si riseppe vennero fratelli da ogni parte del paese. Complessivamente 761 persone udirono il discorso e videro le diapositive, e ne furono molto incoraggiati spiritualmente.

Il fratello Knorr espresse il desiderio di aprire una filiale nella Costa d’Avorio. Riteneva che i fratelli avrebbero potuto apprezzare di più l’organizzazione di Geova, e, come risultato, il progresso spirituale sarebbe stato più grande. Samuel Gilman, ex sorvegliante di filiale nella Repubblica del Madagascar che l’anno prima era venuto nella Costa d’Avorio, ricevette istruzioni in merito. Il 1° settembre 1971 la filiale della Costa d’Avorio iniziò le attività, curando la predicazione nella Costa d’Avorio e anche l’opera nell’Alto Volta.

INIZIATA L’OPERA IN ALTRE ZONE

Quando nel 1972 la società per cui lavorava il fratello Agodio Api lo assegnò alla città portuale di San Pedro, in quella città ci fu per la prima volta un Testimone. Il fratello Api trovò molti interessati, e scrisse chiedendo di mandare pionieri speciali per aver cura dei bisogni spirituali di questa gente. Infine Samuel e Thelma Gilman vi si recarono e dopo una giornata di viaggio, su strade accidentate e non asfaltate, verso le sei di sera arrivarono. Erano stanchi, coperti di polvere rossa, ma felici di incontrare il fratello.

Poco dopo il loro arrivo, il fratello Gilman fu informato che entro venti minuti avrebbe dovuto pronunciare un discorso agli interessati di quella città. Si lavò in fretta, si cambiò d’abito ed ebbe il privilegio di impartire incoraggiamento a 39 persone che Agodio aveva invitato per questa speciale occasione. Furono subito mandati pionieri speciali in questa zona, e ora lì c’è una congregazione di 30 proclamatori e tre pionieri.

I Gilman ricevettero una calorosa ospitalità in casa di un insegnante, che preparò loro uno speciale piatto tipico della zona, a base di carne di ippopotamo. Il fratello Gilman confessò che quella non era ‘la sua carne preferita!’ Il padrone di casa disse loro: “Peccato che non foste qui la settimana scorsa; avreste potuto assaggiare la carne di elefante”.

Il modo in cui cominciò l’opera nella zona di San Pedro è un esempio tipico di ciò che avvenne in altre zone. I fratelli scrivevano alla filiale dicendo di avere trovato persone interessate al messaggio del Regno. Quindi il sorvegliante di circoscrizione veniva mandato a lavorare quel territorio per una settimana. Dietro sua raccomandazione quando c’erano pionieri speciali disponibili venivano mandati lì per curare gli interessati, e infine venivano stabilite congregazioni nella zona.

Ryall Shipley, un missionario, visitò le città settentrionali di Ferkéssédougou e Korhogo. Egli riferì che quel campo sembrava maturo per la raccolta spirituale. In seguito vi furono assegnati dei pionieri speciali, e in entrambe le città vi sono ora congregazioni di Testimoni.

PREDICAZIONE A GAGNOA

Nel settembre del 1971 furono mandati a Gagnoa quattro missionari, per cui il numero totale dei proclamatori fu portato a cinque. Una missionaria, Waltraud Bischof, narra:

“Il primo giorno che ero a Gagnoa lasciai due riviste a un uomo di un’altra città. Quando venne di nuovo a Gagnoa, prese altre riviste. Subito due pionieri speciali furono mandati nella sua città, e con il loro aiuto accettò rapidamente la verità. Le adunanze erano tenute in casa sua e ben presto invitò i pionieri a stare con lui. Con tali stretti contatti con i servitori di Geova, fece ottimo progresso”.

A volte c’è la chiara indicazione che gli angeli guidano dalle persone simili a pecore. Per esempio la sorella Bischof fu avvicinata da un giovane che aveva sentito parlare dei testimoni di Geova dal proprio fratello abitante ad Abidjan. Voleva saperne di più e così fu preso appuntamento per incontrare questo giovane in un certo posto il giorno dopo.

Comunque, il giorno seguente quel giovane arrivò presto, aspettò un quarto d’ora e poi andò via per recarsi a scuola. Quando giunse la sorella Bischof non vide nessuno. Successivamente cominciò a pensare a Rivelazione 14:6 e al fatto che l’“angelo” che vola in mezzo al cielo dirige la nostra opera. Pregò Geova di aiutarla a trovare questo giovane, e dopo non molto, camminando per una strada, lo vide. Anche lui l’aveva cercata. C’era una bancarella di protestanti dove vendevano Bibbie, e aveva chiesto se sapevano indicargli dov’erano i testimoni di Geova. Gli avevano detto di non poterlo aiutare. Era tornato indietro per la stessa strada guardandosi attorno e si erano incontrati.

Fu iniziato uno studio biblico con il libro Verità. Boniface Triffo Kohi era uno studente umile e si sforzava di mettere in pratica le cose nuove che imparava. Ad esempio, una volta chiese se era bene tenere un libro che spiegava il significato dei sogni. Lessero Deuteronomio 18:9-13. Boniface comprese subito che era meglio disfarsi del libro, e così fece. I suoi familiari furono molto sorpresi, dato che il libro era costato circa quattro dollari, un bel po’ di soldi per uno studente. Egli fece poi un eccellente progresso, e ora è un pioniere speciale. Al presente c’è una fiorente congregazione di trenta proclamatori a Gagnoa.

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE “VITTORIA DIVINA”

Nel dicembre del 1973 si tenne l’Assemblea Internazionale “Vittoria Divina” che fu un vero sprone per il popolo di Geova nella Costa d’Avorio. I fratelli ebbero di nuovo la gioia d’essere serviti da un membro del Corpo Direttivo, William Jackson questa volta.

Il luogo prescelto per l’assemblea fu di nuovo il Circolo della Boxe di Abidjan. Al discorso pubblico ci furono 2.080 presenti, più del doppio di quelli che avevano assistito tre anni prima all’assemblea a cui aveva partecipato F. W. Franz. E fu particolarmente emozionante vedere 103 persone presentarsi per il battesimo, più di quelle che erano state battezzate nell’intero paese sino alla fine del 1964!

OPPOSIZIONE CLERICALE

Nel corso degli anni i fratelli della Costa d’Avorio hanno spesso ricevuto opposizione da parte dei capi religiosi. Joseph Appiah, attuale sorvegliante di circoscrizione, ha spiegato come in un caso quell’opposizione ebbe l’effetto contrario:

“Stavamo visitando Tiegba, un’isoletta a un centinaio di chilometri da Abidjan, e i sacerdoti cattolici tentarono di intralciare la nostra opera. Fu detto a tutti gli abitanti del villaggio di non ascoltarci perché i testimoni di Geova sono falsi profeti. Ma cosa accadde? Quasi tutto il villaggio venne a vedere le diapositive della Società, circa 600 persone! Dalle diapositive videro quanta gente è stata sviata dalla falsa religione. Dopo il discorso il prete ordinò ai ragazzi di prenderci a sassate. Tuttavia un vecchio si alzò in piedi e disse ai ragazzi: “In questo villaggio siamo stati sviati per quarant’anni. Queste diapositive mi hanno mostrato qualcosa di nuovo. E riuscì a fermarli”.

In un altro caso il clero cercò di impedire un’assemblea di circoscrizione. Il fratello Appiah spiega quanto accadde:

“Nell’aprile del 1974 la Società organizzò un’assemblea di circoscrizione ad Agboville, distante una novantina di chilometri da Abidjan. Avevo già ottenuto il permesso dal commissario di polizia quando i preti cattolici tentarono di convincerlo a ritirarci il permesso. Dovevamo tenere l’assemblea nel Centro Culturale. Una settimana prima dell’assemblea, il commissario ci chiamò per dirci che non potevamo usare quella sala. Ad ogni modo gli chiedemmo di autorizzarci a tenere il convegno in città se possibile, ed egli acconsentì.

“Disponemmo immediatamente di tenere l’assemblea nel cortile di un fratello del posto. Il problema era come trovare un posto per il battesimo, dato che non c’era nessun fiume nei paraggi. Vari alberghi ci negarono l’uso della loro piscina. Ma Geova non ci abbandonò. Un vecchio signore francese che aveva una piscina ci diede il permesso di usarla. Era un fervente cattolico, ma era amichevole con noi. Avevamo appena finito di battezzare l’ultimo del 29 candidati quando sopraggiunse il sacerdote per dire al francese di non concederci l’uso della sua piscina. Era in ritardo di qualche minuto! Al discorso pubblico ci furono 454 presenti”.

RAPIDA ESPANSIONE

Nella prima metà degli anni settanta fu incoraggiante vedere l’opera di predicazione estesa in ogni angolo del paese. Nel 1970 c’erano solo dieci congregazioni nella Costa d’Avorio, e una media di 389 proclamatori che annunciavano il messaggio del Regno. Cinque anni dopo c’erano 34 congregazioni, e una media di 949 proclamatori del Regno che predicavano ogni mese.

Questa espansione si ebbe in gran parte nei piccoli paesi e città fuori della capitale dov’erano stati mandati molti missionari. Questi fecero un buon lavoro, aiutando a stabilire nuove congregazioni, ma poi in tali luoghi sembrò che l’attività si fermasse. Perché?

Un problema era quello della lingua. Sebbene il francese sia la lingua ufficiale — e quasi tutti i missionari lo hanno imparato — ciascuna regione ha anche la sua lingua tribale. Per aiutare gli abitanti di queste zone a progredire spiritualmente era necessario avere persone che conoscessero la lingua locale, nonché le usanze e la mentalità della popolazione locale.

Per tale motivo negli anni successivi furono mandati pionieri speciali in queste città dell’interno, tra cui Man, Abengourou e Gagnoa, al posto dei missionari. Questi ultimi avrebbero potuto sfruttare meglio il loro tempo e le loro capacità ad Abidjan, rafforzando le nuove congregazioni e lavorando in mezzo al milione e più di abitanti della capitale.

ESPANSIONE AD ABIDJAN

Le case missionarie dell’interno furono chiuse e ne vennero aperte altre ad Abidjan. Al piano superiore della casa di Gabriel Diané a Williamsville, un sobborgo della capitale, c’era posto per otto missionari. Alcuni di questi lavoravano per rafforzare la nuova congregazione di Williamsville, mentre altri furono assegnati al vicino sobborgo di Adjamé. Quella congregazione si era divisa di recente e ne erano state formate due.

Vari missionari vennero nella Costa d’Avorio da altri paesi africani dove l’opera era stata messa al bando. Per esempio, Stephen e Barbara Hardy arrivarono dall’Uganda nel maggio del 1973. Dopo avere prestato servizio per un po’ nelle città dell’interno, vennero ad Abidjan dove furono assegnati alla congregazione di Port-Bouët. Sin dalla prima adunanza vari interessati li pregarono di studiare con loro. Questi nuovi fecero progresso, e la congregazione crebbe rapidamente da 28 a oltre 50 proclamatori.

NUOVO EDIFICIO DELLA FILIALE

Nel gennaio del 1972 venne di nuovo il fratello Knorr, accompagnato questa volta dal servitore dello stabilimento tipografico di Brooklyn, Max Larson. Il fratello Knorr osservò: “Speriamo di costruirvi una piccola filiale un giorno”. Ma solo nel settembre del 1978 fu acquistato un appezzamento di terra a Deux Plateaux, un sobborgo della città. Lì, nel giugno del 1980, cominciò la costruzione di questa nuova filiale.

C’è molto bisogno di questo edificio. Al presente non c’è spazio sufficiente per il deposito della letteratura. La nuova filiale risolverà non solo questo problema, ma avrà spazio anche per gli uffici, la Sala del Regno e per alloggiare una dozzina di persone. Sarà un centro più adatto per dirigere l’attività del Regno nella Costa d’Avorio.

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE “FEDE VITTORIOSA”

L’avvenimento più importante del 1978 fu l’Assemblea Internazionale “Fede Vittoriosa” tenuta in dicembre nello Stadio Camproux di Abidjan. I preparativi cominciarono al principio dell’anno. Si doveva anche pensare ai fratelli che sarebbero venuti all’assemblea da altri paesi africani, come pure al folto gruppo di fratelli che sarebbero venuti dagli Stati Uniti con i viaggi organizzati dalla Società. Fu presente Lyman Swingle del Corpo Direttivo, e di nuovo William Jackson.

Il venerdì dell’assemblea centinaia di fratelli entusiasti si riversarono nei sobborghi di Abidjan per proclamare la loro fede vittoriosa e distribuire il nuovo opuscolo I Testimoni di Geova nel ventesimo secolo. Il fratello e la sorella Swingle e il fratello Jackson fecero servizio insieme ad alcuni missionari. Vuotarono subito i sacchetti di plastica perché le persone interessate erano ansiose di prendere la letteratura. Anche la sorella Grace De Cecca, che è membro della famiglia Betel di Brooklyn da 64 anni, partecipò al servizio di campo, cavandosela egregiamente nonostante la sua bell’età di 89 anni! Che testimonianza ricevette Abidjan!

Quella sera, dopo le sessioni, fu preparata una cena speciale per i missionari e i fratelli della sede centrale. I commensali furono 64. Fra loro c’era Florence Paterson, venuta dal Ghana. Lei e il marito erano stati i primi missionari giunti nella Costa d’Avorio nel 1951. Ecco i suoi commenti: “Ricordo che anni fa era difficile convincere la gente del posto che tra i testimoni di Geova c’erano anche dei bianchi. Ma ora guardate tutti questi missionari provenienti da ogni parte del mondo!”

Il 17 dicembre, al culmine dell’assemblea, che meraviglia vedere nello stadio 2.728 presenti venuti da 19 paesi!

Geova ha benedetto l’opera in questo paese, dando proclamatori, missionari e pionieri speciali volenterosi. Ora il frutto delle loro fatiche è meravigliosamente evidente. Nel gennaio del 1980 si ebbe un massimo di 1.322 proclamatori. Si tengono oltre 1.600 studi biblici a domicilio, per cui ci sono buone prospettive di ulteriori grandi aumenti nel numero dei predicatori del Regno. I fratelli della Costa d’Avorio hanno espresso la loro decisione di perseverare nel servizio del Regno, portando molto frutto come discepoli di Cristo Gesù.

[Cartina a pagina 145]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Costa d’Avorio

MALI

ALTO VOLTA

GUINEA

GHANA

LIBERIA

OCEANO ATLANTICO

Ferkéssédougou

Korhogo

Man

Bouaké

Daloa

Abengourou

Guiglo

Dimbokro

Gagnoa

Agboville

San Pedro

ABIDJAN

Port-Bouët

Grand-Bassam

[Immagine a pagina 151]

Gabriel e Florence Paterson, i primi diplomati di Galaad nella Costa d’Avorio

[Immagine a pagina 155]

Robert Markin (a sinistra) e Samuel Denoo furono tra i primi testimoni di Geova nella Costa d’Avorio

[Immagine a pagina 160]

Blaise Bley, che lavorava all’aeroporto di Abidjan, ricevette una “Torre di Guardia” in francese. Ciò che lesse gli piacque e divenne infine un credente battezzato

[Immagine a pagina 168]

Daniel Keboh, che aveva fatto il pioniere in diversi luoghi, fu uno di quelli che vennero messi in prigione per avere predicato a Koumassi, un sobborgo di Abidjan

[Immagine a pagina 173]

Pauline Brou ha rinunciato alla ricchezza e ha perso il favore del padre per servire Geova in modo completo