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El Salvador

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Era il 24 febbraio 1945. Il luogo: l’aeroporto di Città di Messico. Il missionario era nervosamente aggrappato ai braccioli della poltrona mentre il piccolo aereo ad elica correva lungo la pista. Dall’altra parte del corridoio erano seduti il presidente della Watch Tower Society, Nathan H. Knorr, e il vicepresidente Frederick W. Franz. Knorr suggerì al missionario di tirare un po’ più forte così l’aereo si sarebbe subito staccato da terra. Più tardi, quando l’aereo era ormai in volo, gli disse che non doveva più tirare perché i suoi sforzi erano stati ricompensati.

Quel missionario era Roscoe A. Stone. Accompagnato da sua moglie Hilda, era diretto nel Salvador, un piccolo paese di forma allungata dell’America Centrale. La coppia doveva organizzare l’opera di predicare la buona notizia del Regno alla popolazione, che allora contava un milione e mezzo di abitanti, in un caldo paese tropicale con una superficie di oltre 21.000 chilometri quadrati.

Gli Stone accompagnarono i fratelli Knorr e Franz solo fino in Guatemala. Quattro giorni dopo salirono a bordo di un aereo con cui fecero il resto del viaggio fino nel Salvador. Trovarono un paese di pittoreschi laghi vulcanici, vulcani estinti e attivi, piantagioni di caffè, chilometri e chilometri di spiagge bagnate dal Pacifico non ancora toccate dalla civiltà e mercati all’aperto dove si presentavano ai loro occhi frutti esotici come manghi, papaie, albicocche di S. Domingo e nespole.

PRIME ESPERIENZE

Il sorvegliante della filiale messicana della Watch Tower Society aveva chiesto a due persone interessate della capitale, San Salvador, di incontrare gli Stone all’aeroporto. Fu detto loro di tenere in mano l’edizione spagnola della Torre di Guardia per farsi riconoscere. Ma gli Stone arrivarono tre giorni prima del previsto, per cui all’aeroporto non c’era nessuno a incontrarli. El Salvador era in stato d’assedio e non c’era libertà di stampa. Il presidente Osmín Aguirre era salito al potere con la forza, e si erano avuti scioperi in molti settori del governo.

Dato che l’aeroporto di San Salvador era a una decina di chilometri dalla capitale, gli Stone presero un taxi. Alla periferia della città il conducente si fermò per un controllo e in quell’istante ci fu una forte esplosione. I poliziotti corsero verso la loro vettura puntando i fucili alla testa degli Stone. Il tassista disse eccitato alla polizia di non allarmarsi perché doveva essere scoppiata una gomma.

Superato questo momento critico, il taxi si diresse verso il centro della città, aprendosi un varco tra carri trainati da buoi, bambini e venditori ambulanti. In tutte le strade attorno al Palazzo Nazionale c’erano mitragliatrici puntate. Quando gli Stone presentarono i documenti all’addetto all’immigrazione, lo sentirono brontolare qualcosa su missionari protestanti che andavano nel loro paese cattolico. Ad ogni modo ottennero un permesso di soggiorno di sei mesi.

Gli Stone affittarono una casetta di due stanze con il patio delimitato da mura. Non c’era nulla per cucinare salvo una stufetta a carbone. Acqua ed elettricità erano razionate, e c’erano solo a determinate ore. Gli avvoltoi, numerosi in città, aiutavano a eliminare le immondizie. Stavano appollaiati sopra i muri del patio e osservavano; la loro presenza era a dir poco deprimente.

PRECEDENTI RELIGIOSI

Quando gli Stone arrivarono nel Salvador c’erano alcuni particolari nella storia della religione del loro nuovo paese che non conoscevano. A quell’epoca praticamente tutti gli abitanti si professavano cattolici. Ma i cattolici del Salvador avevano forme di culto diverse da quelle dei cattolici nordamericani. Perché? Perché i salvadoregni praticavano i riti tramandati dagli antenati indios insieme ai riti religiosi della Chiesa Cattolica Romana. Descrivendo la situazione religiosa nell’America Centrale uno storico ha detto:

“Specie nelle città degli Indios le cerimonie della Chiesa apparivano inseparabilmente legate alle vecchie forme pagane di adorazione idolatrica. Si può dire senza timore di sbagliare che in molti centri delle colonie [spagnole] la religione cattolica romana aveva fatto il suo tempo ed era stata privata in gran parte del suo significato europeo con l’adozione di molte pratiche non cristiane”. — “Outline History of Latin America”, Wilgus e d’Eca.

Fatto degno di nota, lo storico Santiago Barbarena dice in un suo libro che quando gli spagnoli arrivarono in America, gli indios avevano già un sommo sacerdote o papa chiamato Papahuaquín. I conquistadores non riuscivano a spiegarsi questa e molte altre somiglianze con la propria religione. Cronisti posteriori evitarono deliberatamente l’uso di questo termine per non confondere il papa indio con il pontefice romano.

Gli Stone si resero subito conto che la gente in generale sapeva poco o nulla della Bibbia. La maggioranza, infatti, non aveva mai visto una Bibbia, tanto meno l’aveva letta. Poiché nessuno glielo aveva mai insegnato, pochi sapevano ciò che Dio richiede dai cristiani. Pertanto, secondo le cifre ufficiali, oltre il 50 per cento di tutte le nascite registrate nel Salvador erano illegittime.

Gli stessi sacerdoti cattolici davano un pessimo esempio in quanto a morale. Rubén Rosales, che anni fa fece parte del governo del Salvador, ha detto in seguito: “So di un sacerdote di Cojutepeque, dove abitavo, che aveva una donna. Era di pubblico dominio. Aveva anche avuto figli da lei. Giustificavo la mia condotta ragionando: ‘Perché noi dovremmo dunque essere diversi dai preti?’” Questo paese aveva davvero bisogno di udire il messaggio del Regno!

INIZIA L’OPERA DI PREDICAZIONE

Tre giorni dopo il loro arrivo, cioè quando avrebbero dovuto atterrare, Roscoe e sua moglie Hilda si recarono all’aeroporto. Vi trovarono un uomo e una donna, l’uno accanto all’altra; l’uomo reggeva in alto una copia della rivista avventista El Centinela e la donna una Torre di Guardia. In seguito gli Stone studiarono la Bibbia con loro. L’uomo non fece progresso, ma nel giro di poche settimane la donna cominciò ad accompagnare Hilda nel servizio di campo. Dopo due giorni, però, chiese a Hilda la paga. Saputo come Geova ricompensa i suoi servitori, smise di studiare e di fare servizio e non si fece più vedere.

Gli Stone erano i primi Testimoni a risiedere nel Salvador, sebbene in precedenza quattro o cinque altri avessero distribuito alcune pubblicazioni della Società. Il 28 marzo, appena un mese dopo il loro arrivo, gli Stone si riunirono con due persone per celebrare la Commemorazione. Quindi il 9 aprile 1945, quando i fratelli Knorr e Franz passarono dal Salvador al ritorno dall’America del Sud, una decina di salvadoregni andarono a incontrarli all’aeroporto. Per la fine del 1945 erano arrivati altri sei missionari: Marion e Cordelia Barger, Gladys Wilson, Marguerite Stover, Ruth Price e Dorothy Thompson.

I PRIMI BATTEZZATI

I diplomati di Galaad si davano molto da fare per portare il messaggio di Geova alla popolazione e molte persone cominciarono ad assistere alle adunanze. Alcuni dei primi diplomati di Galaad hanno la foto di un uomo anziano che viene battezzato. Si chiamava Antonio Molina Choto. Il fratello Stone studiò con Antonio, che a quell’epoca aveva 69 anni. Lo stesso anno, nel 1945, egli simboleggiò la sua dedicazione col battesimo e fu il primo battezzato del Salvador.

Tra i primi salvadoregni che divennero Testimoni ci furono Herminio Ramírez e sua moglie. Gli Stone studiavano con loro ogni tre giorni, e dopo un paio di settimane il fratello Stone invitò Herminio a uscire nel servizio di campo. Insieme percorrevano la città da un capo all’altro, distribuendo letteratura e visitando gli interessati. Il fratello Ramírez, che ora è un anziano, ricorda ancora con grande piacere quei giorni di circa 35 anni fa.

Marguerite Stover trovò Joaquin Sarmiento che insegnava a fare scarpe in un riformatorio per ragazzi. Cominciò quasi subito ad assistere alle adunanze. Sin dalla prima adunanza udì gli annunci per il servizio di campo della domenica successiva. Puntualmente si presentò, pronto a uscire. Dopo d’allora Joaquin e il fratello Stone uscirono spesso in servizio insieme.

APERTA LA FILIALE

Il 30 aprile 1946 arrivarono nel Salvador Raymond e Della Maples, Winona Firth ed Evelyn Hill, che si accinsero a cominciare il servizio in un paese straniero. Quindi, poco più di un anno dopo l’arrivo degli Stone, c’erano 10 diplomati di Galaad che lavoravano nel Salvador; i Barger se n’erano andati per motivi di salute. Questo gruppo di missionari attendeva con impazienza la visita dei fratelli Knorr e Franz, durante la quale, nel maggio del 1946, fu aperta una filiale nel Salvador, con il fratello Roscoe Stone come primo servitore di filiale.

Avvenimento culminante della visita: il discorso del fratello Knorr sul tema “Siate liete, o nazioni”, pronunciato nel patio della casa missionaria alla presenza di 66 persone. Quattro persone furono battezzate. Nel maggio del 1946 c’erano 24 persone che cantavano le lodi di Geova: 14 proclamatori e 10 missionari.

OPERA MISSIONARIA A SANTA ANA

Nel giugno del 1946 arrivarono Leo Mahan e sua moglie Esther, insieme a Mildred Olson ed Evelyn Trabert. Furono assegnati a Santa Ana, la seconda città del Salvador per grandezza, situata nel cuore della zona del caffè, nella parte occidentale del paese. Questa fu la prima città dove i missionari estesero la loro attività fuori di San Salvador. Il primo giorno fu trovata un’abitazione adatta da usare come casa missionaria.

L’analfabetismo era diffuso. Quindi spesso i missionari, in un pessimo spagnolo, dovevano leggere la “cartolina di testimonianza” con il messaggio stampato. Di frequente il risultato era solo uno sguardo perplesso da parte del padrone di casa. Era molto facile lasciare letteratura, ma era difficile condurre studi biblici a causa della scarsa conoscenza della lingua. Le cose migliorarono quando le sorelle Wilson e Stover furono mandate a Santa Ana ad aiutare i nuovi missionari a imparare la lingua. Perseverando nell’opera di predicazione, cominciarono a trovare persone assetate di verità biblica.

Fra queste c’era Leonor Escobar. Fu iniziato con lei uno studio biblico e dopo circa quattro mesi uscì nel servizio di campo. Alcuni anni fa, a 91 anni, conduceva ancora quattro studi biblici ogni settimana e dedicava 30 ore al mese all’opera di predicazione. Ora è quasi centenaria ed è ancora una fedele adoratrice di Geova. Essa ritiene che l’essere stata attiva nel servizio abbia giovato alla sua salute e l’abbia aiutata a sentirsi anche più forte che prima di conoscere la verità.

Rosa Ascencio, una battista, seppe che a Santa Ana i missionari vendevano un libro sulla Bibbia ed espresse il desiderio di comprarlo. Qualche tempo dopo un’amica le condusse Mildred Olson col libro “La verità vi farà liberi”. La settimana dopo Mildred cominciò a studiare con lei. Dopo appena quattro studi fu invitata ad accompagnare Mildred nel servizio di campo. Progredì rapidamente e il 6 giugno 1947 fu battezzata. L’anno dopo Rosa divenne la prima pioniera regolare di Santa Ana.

Il secondo mese di attività di predicazione a Santa Ana alcuni nuovi cominciarono ad assistere alle adunanze tenute dai missionari. Ben presto fu formata una congregazione. Nel gennaio del 1947 Evelyn Hill e la sua compagna Winona Firth furono mandate da San Salvador a Santa Ana per dare una mano. Nello stesso tempo, tre diplomati della sesta classe di Galaad, Walter e Ione Wissman e Mary Taciak, presero il loro posto a San Salvador.

NUOVA CASA MISSIONARIA

Ai primi del 1947 fu acquistata a San Salvador una nuova casa nel Dodicesimo Viale Nord, all’angolo del Parco Centenario, per usarla come filiale e come casa missionaria. Aveva cinque camere da letto che formavano tre lati di un patio, e un muro di tre metri dall’altro lato. Nel patio c’erano manghi, limoni, aranci amari e fichi, oltre ad alcune palme. Era davvero piacevole raccogliere con le proprie mani questi frutti esotici.

Le adunanze di congregazione si tenevano nel corridoio su cui si affacciavano alcune camere da letto. Non di rado chi arrivava in anticipo per l’adunanza apriva le tende delle finestre delle camere da letto per chiacchierare allegramente con una missionaria che stava finendo di truccarsi o di prepararsi. Era difficile abituarsi a questa mancanza di intimità, ma a poco a poco i missionari vi si adattarono.

Fra i servizi c’era una grande rudimentale stufa a legna, con i fianchi di terracotta. Si compravano grandi quantità di legna verde che veniva accatastata e lasciata seccare prima d’essere bruciata. Non mancavano i momenti di eccitazione quando grossi ragni e altri insetti tropicali portati insieme alla legna riuscivano a entrare nelle camere da letto e si rifugiavano in una scarpa o in un indumento. Erano cose che succedevano spesso, ma i danni erano rari e non furono mai gravi.

Cucinare e scaldare l’acqua con questa stufa di fortuna era una faccenda seria. Quando era il suo turno in cucina, la missionaria si alzava verso le cinque di mattina, accendeva il fuoco e per le sette aveva scaldato l’acqua e preparato la colazione. Per il bagno si usava una grande vasca di cemento piena d’acqua. Si prendeva su l’acqua con un mestolo ricavato da una zucca e ci si versava l’acqua addosso.

D’altra parte, le esperienze rallegranti erano all’ordine del giorno e allietavano il cuore dei missionari, facendo passare i disagi in secondo piano. Molti semi di verità seminati a quel tempo portarono frutto sotto forma di proclamatori della buona notizia che dopo tutti questi anni servono ancora Geova fedelmente.

OPPOSIZIONE A SANTA ANA

Evelyn Hill e Winona Firth furono mandate a Santa Ana appena in tempo per partecipare ai preparativi della prima assemblea di circoscrizione che vi fu tenuta dal 21 al 23 marzo 1947. Una folla di 475 persone fu presente al discorso pubblico sul tema “Benedetti i pacifici”. Fu allora che i sacerdoti cattolici cominciarono ad accorgersi della nostra presenza e della nostra opera.

La domenica 30 marzo i sacerdoti organizzarono una dimostrazione contro di noi. Fecero distribuire dei volantini in tutta la città. Uno di essi diceva:

“Amici di Santa Ana! Preghiamo San Michele affinché ci difenda dagli infidi lacci del Diavolo incarnato nella persona dei suoi testimoni che sono nella nostra città di Santa Ana. Gli ‘Atalayas’ [rappresentanti della Watch Tower] vengono cauti nel Salvador per far proseliti nel nostro paese, e questo è più che logico, poiché lo Zio Sam e il Diavolo vanno a braccetto”.

Quella domenica un gruppetto si radunò nella casa missionaria per il settimanale studio Torre di Guardia. All’improvviso dei ragazzi passarono lì davanti, lanciando sassi attraverso la porta aperta. Per poco non colpirono qualche fratello. Poi giunse la processione con i sacerdoti in testa. Molti portavano torce, altri le immagini venerate. La porta della casa missionaria fu chiusa precipitosamente, e per due ore fu tempestata di sassi. Al di sopra delle raffiche di sassi si udiva una cantilena: “Viva la Vergine!”, e “A morte Geova!” Verso le 11 di sera i fratelli poterono tornarsene a casa senza pericolo.

Questo episodio servì a fare pubblicità all’opera di predicazione e incuriosì le persone che vollero conoscere meglio i Testimoni. Ovunque andassero i Testimoni erano annunciati, dato che i sacerdoti avevano comandato ai fedeli di gridare “Atalaya” quando li vedevano. E i figli di coloro che frequentavano le adunanze dei Testimoni erano oggetto di pressioni affinché andassero in chiesa, anche se quei bambini frequentavano le scuole pubbliche.

La perseveranza dei Testimoni produsse una profonda impressione sugli abitanti di Santa Ana. Questi pensavano che se ne sarebbero andati non appena avessero venduto tutta la loro letteratura. Che sorpresa vedere che tornavano a visitare gli interessati per mostrare loro come usare le pubblicazioni che avevano prese! Fra quelli che accettarono la verità c’erano tre ciechi che divennero proclamatori molto attivi.

La domenica 6 aprile era il giorno della Commemorazione, e ci furono 104 presenti alla celebrazione. Alla fine dell’anno di servizio del 1947 c’erano 48 proclamatori del Regno a Santa Ana, un ottimo incremento se si considera che era passato poco più di un anno dall’arrivo dei missionari nel giugno del 1946.

L’OPERA VA AVANTI

Nell’agosto del 1947 Roscoe Stone fu invitato a trasferirsi a San Miguel per iniziarvi l’opera di predicazione. Il fratello Mahan fu spostato da Santa Ana a San Salvador come servitore di filiale. Subito dopo gli Stone tornarono negli Stati Uniti, per cui si sarebbe dovuto aspettare ancora prima di cominciare l’opera a San Miguel.

Ad ogni modo l’opera di predicazione continuava a progredire. Joaquin Sarmiento, per esempio, faceva discorsi pubblici ancor prima d’essere battezzato. La notte prima del suo primo discorso la trascorse in ospedale ad aspettare la nascita di suo figlio, Joaquin junior. Il bambino nacque alle sei di mattina, e Joaquin andò a casa, fece colazione e poi uscì in servizio, facendo visite ulteriori e invitando la gente al suo discorso del pomeriggio. Alle 16, quaranta persone erano presenti per udirlo parlare sul tema “Chi porterà la pace mondiale?” Il bimbo venuto al mondo nel 1947 è ora un anziano e un bravo oratore pubblico di una congregazione di San Salvador.

PARTONO ALCUNI MISSIONARI, NE ARRIVANO ALTRI

Le malattie causavano problemi ai missionari e molti furono costretti a lasciare El Salvador. Alla fine del 1948, dei 17 missionari che l’anno prima avevano fatto servizio nel paese ne erano rimasti cinque. Per colmare il vuoto, Charles Beedle, un diplomato di Galaad che prestava servizio in Guatemala, fu mandato nel Salvador come servitore di filiale.

Il fratello Beedle era un uomo molto occupato. Il giovedì teneva l’adunanza di servizio a San Salvador, e il venerdì si recava a Santa Ana per tenervi l’adunanza di servizio. Per qualche tempo seguì questo programma tutte le settimane. Così, oltre ad essere servitore di filiale, il fratello Beedle era servitore di congregazione sia della congregazione di San Salvador che di quella di Santa Ana, e servitore della casa missionaria di San Salvador.

Nel novembre del 1948 arrivarono Charlotte Bowin e Julia Clogston, che furono assegnate al quartiere di San Jacinto a San Salvador. Queste missionarie furono molto apprezzate dato che avevano lavorato in territori di lingua spagnola nel Texas e a Città di Messico. Nel successivo mese di dicembre scoppiò una rivoluzione. Un attimo prima i negozi erano aperti e tutto si svolgeva come di consueto; l’attimo successivo ogni attività si fermò e parve che tutti corressero da qualche parte. Un colpo di stato pose fine al regime del presidente Castañeda Castro.

PROGRAMMI RADIOFONICI

Nel gennaio del 1949 si cominciò a predicare il Regno per mezzo della radio. Un ingegnere civile mise a disposizione dei Testimoni la sua stazione radio (YSLL) per un’ora ogni domenica sera. Il fratello Beedle inaugurò l’“Ora della Torre di Guardia” con il discorso dal tema “I mansueti erediteranno la terra”. Presentò quindi ai radioascoltatori la “famiglia López”.

Nelle settimane che seguirono gli ascoltatori potevano sintonizzarsi su quella rete e sentire l’immaginaria famiglia López e le conversazioni sul messaggio del Regno che si facevano durante lo studio tenuto a casa loro. Nelle conversazioni bibliche furono usate pubblicazioni come “La verità vi farà liberi”, “Sia Dio riconosciuto verace”, “Questo significa vita eterna”, nonché articoli della Torre di Guardia. Nel corso di queste trasmissioni la famiglia López cominciò ad andare alle adunanze nella locale Sala del Regno. Infine accettarono la verità, furono battezzati e cominciarono anche a partecipare alla predicazione del Regno. La famiglia López suscitò molti commenti tra i radioascoltatori.

TRASFERITA LA FILIALE

Nel marzo del 1949 vennero acquistati nuovi locali per ospitare la casa missionaria e la filiale. Le sorelle Thompson, Wilson, Taciak, Stover, Price, Bowin e Clogston, insieme al fratello Beedle, si trasferirono in questo moderno edificio in cemento armato con cinque camere da letto ubicato all’angolo fra la Via Campos e il Viale Repubblica di Cuba. Le adunanze si tenevano in un patio centrale coperto. Vicino alla nuova casa missionaria abitava Maria Luisa Reyes, che accettò di fare lo studio biblico con una missionaria e in seguito venne nella verità.

In quello stesso mese di marzo fu tenuta a San Salvador un’assemblea di circoscrizione. I primi due giorni le sessioni si tennero nel patio della vecchia casa missionaria vicino al Parco Centenario. Ma la domenica venne utilizzato un bell’edificio scolastico municipale, e il discorso pubblico fu udito da 210 persone, incluse 42 venute da Santa Ana. Il mese successivo 157 persone si riunirono per celebrare la Commemorazione a San Salvador.

PROGRESSO A SANTA ANA

Nel luglio del 1949 i fratelli di Santa Ana furono di nuovo il bersaglio della gerarchia cattolica. La chiesa pubblicò alcuni articoli molto pungenti contro la nostra opera. Ma invece dei fatti, venivano presentate delle menzogne, e gli abitanti di Santa Ana ebbero un’opportunità unica di rendersene conto un mese più tardi. Uno di quegli articoli diceva che solo tre poveri ciechi erano diventati testimoni di Geova. L’articolo terminava con questa sconcertante esortazione ai cattolici laici: “Ricordate che è meglio non imparare mai l’inglese piuttosto che andare all’inferno per avere lasciato la Chiesa”.

Il mese dopo, in agosto, fu tenuta a Santa Ana una seconda assemblea di circoscrizione. Ma oltre ai tre ciechi, molti altri parteciparono alla distribuzione dei volantini e portarono in giro cartelloni che annunciavano il discorso pubblico intitolato “La sola luce”. Una cinquantina di persone vennero all’assemblea da San Salvador. Complessivamente un totale di 188 persone si radunarono la domenica nella locale Sala del Regno per ascoltare il discorso pubblico. I vicini devono aver pensato che era ben strano che tre ciechi avessero tanti amici!

Più avanti, sempre nel 1949, vennero nel Salvador quattro missionari della 10a classe di Galaad, Tillman e Josephine Humphrey insieme a Vivian Uhl e a sua sorella Gloria Bauert. Per il momento furono mandati a lavorare a Santa Ana.

INIZIATA L’OPERA NELL’EST

Verso la fine del 1949 si decise di iniziare l’opera di predicazione a San Miguel. Vi furono mandati i quattro nuovi missionari e fu aperta una nuova casa missionaria.

San Miguel è la terza città della repubblica in ordine di grandezza. Dista una cinquantina di chilometri dal Pacifico e si trova a un’altitudine di 450 metri inferiore a quella della capitale; e gli alberi sotto cui ripararsi sono rari. Il caldo è soffocante per la maggior parte dell’anno. Durante i sei mesi della stagione asciutta i venti trasportano nelle case enormi quantità di polvere e di terra. Tuttavia questi missionari avevano grande forza d’animo e perseverarono malgrado queste condizioni.

Qui la gente è molto religiosa. Durante la “settimana santa” le strade acciottolate erano percorse da lunghe processioni di persone che reggevano ceri e cantavano al seguito delle loro immagini. Prima venivano un’immagine di Maria e una di Giuseppe, poi una statua di Gesù con una grande croce di legno, e successivamente una statua di Gesù dentro una bara di legno e vetro delicatamente intarsiata, con i fori insanguinati dei chiodi nelle mani e nei piedi.

I missionari furono tra i primi anglosassoni residenti a San Miguel. Quando un fratello andava lì a pronunciare un discorso pubblico, il patio della casa missionaria era gremito. Ben presto 30 o 40 persone venivano alle adunanze. La domenica 6 maggio 1951 il fratello Humphrey stava concludendo l’adunanza con preghiera quando una forte scossa di terremoto fece tremare la casa di mattoni. Terminata la preghiera e alzati gli occhi, vide che nel patio erano rimasti solo i missionari. Gli altri erano scappati nella strada com’erano soliti fare.

Il giorno dopo si seppe che le città di Jucuapa, Chinameca, Berlín e Santiago de María avevano riportato gravi danni. A Jucuapa la gente era corsa in chiesa a pregare. Molti rimasero sepolti sotto le macerie, soffocati dalla polvere, quando le spesse pareti di mattoni e terra crollarono. Fu intrapresa una vasta operazione di soccorsi. I senzatetto vennero ospitati negli edifici scolastici di San Miguel e alcuni furono trasferiti a San Salvador.

SI DIFFONDE LA VERITÀ IN UN OSPEDALE

Un uomo che studiava con i Testimoni ebbe un incidente e fu ricoverato all’ospedale Rosales di San Salvador. Cominciò subito a parlare con tutti della verità. Dopo non molto sentì che qualcun altro predicava lo stesso messaggio nel reparto tubercolosi e lo disse alla missionaria, Gladys Wilson. Immaginate che sorpresa quando quest’ultima trovò Luis Salinas e altri cinque interessati. Erano assidui lettori delle pubblicazioni della Società e furono molto contenti di vedere i testimoni di Geova.

Gladys iniziò uno studio nel reparto tubercolosi e vi assistevano una cinquantina di persone! I primi sei fecero uno straordinario progresso e diedero testimonianza agli altri 200 ricoverati del reparto. Alcuni di questi ricoverati morirono. Ma altri furono dimessi e continuarono a fare progresso nella via cristiana altrove.

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE DEL 1950

Fu un piacere per i missionari apprendere che il fratello Knorr aveva autorizzato tutti i missionari, eccetto i quattro arrivati alla fine del 1949, ad assistere all’assemblea internazionale che si sarebbe tenuta nello Yankee Stadium di New York. I fratelli salvadoregni furono felici di occuparsi di tutte le adunanze e degli studi biblici dei missionari durante la loro assenza. E fecero un ottimo lavoro. In seguito per mesi i fratelli cominciavano un’esperienza dicendo: “Quando i missionari erano via e io tenevo i loro studi o svolgevo i loro compiti di servitore . . .” Poi raccontavano come Geova aveva benedetto i loro sforzi. La cooperazione di tutti i fratelli locali in quel periodo fu di sprone per i missionari al loro ritorno.

Durante l’anno di servizio 1950 si raggiunse un nuovo massimo di 250 proclamatori del Regno, fra cui 18 missionari. Con quella di San Miguel, c’erano quattro congregazioni del popolo di Geova nel Salvador.

LE ASSEMBLEE DI CIRCOSCRIZIONE PORTANO FRUTTO

Uno degli obiettivi del nuovo anno di servizio fu quello di rafforzare la congregazione di San Miguel nella parte orientale del paese. Per riuscire in questo intento, la cosa migliore non era forse quella di tenervi un’assemblea? Nel novembre del 1950 fu pertanto tenuta un’assemblea di circoscrizione in questa città dove il caldo è soffocante. Fu una gioia per tutti vedere tredici persone che si battezzavano in acqua rendendo pubblica la loro dedicazione a fare la volontà di Geova.

Era una scena piuttosto insolita: Due missionari che si addentravano nelle acque profonde e fangose del Rio Grande dove i pesci guizzavano via silenziosamente, e, in alto, stormi di pappagalli selvatici che strillavano mentre con calma e buon ordine si svolgeva la cerimonia del battesimo. Che differenza dalla pompa e dal fasto dei battesimi in chiesa!

Nell’aprile del 1951 si tenne un’altra assemblea di circoscrizione, questa volta nella parte occidentale del paese. Il luogo prescelto fu il bel Teatro Nazionale di Santa Ana. Oltre 200 Testimoni affluirono in città, e 1.300 persone gremirono il teatro per udire il discorso pubblico dal tema “Sopravviviamo alla fine di questo mondo”.

SALA DEL REGNO E NUOVI LOCALI

Anche a San Salvador, la capitale, c’era incremento. Infatti i fratelli avevano bisogno di locali più spaziosi per riunirsi. Ma quasi tutte le sale che sarebbero andate bene per la congregazione costavano sulle 120-160 mila lire al mese, spesa che i fratelli non potevano permettersi. In seguito, comunque, fu affittata una spaziosa sala al piano superiore di uno stabile del centro, all’angolo fra la Sesta Strada e il Primo Viale Sud. Quando la congregazione crebbe, furono abbattute le pareti per avere più spazio e accogliere tutti quelli che accettavano il messaggio del Regno. Il 1951 vide un sensibile aumento nel Salvador, poiché fu raggiunto un massimo di 321 proclamatori del Regno in sette congregazioni.

Mentre veniva occupata la nuova Sala del Regno, anche la casa missionaria e la filiale venivano trasferite in un nuovo locale all’angolo fra la Ventitreesima Strada Ovest e il Primo Viale Nord. Questa casa aveva cinque belle camere da letto oltre a uno spazioso ufficio, sala da pranzo, cucina, dispensa e un piccolo soggiorno. C’erano anche tre bagni. Qui i missionari si concessero per la prima volta il lusso di una moderna comodità, la lavatrice. Fu comprata per appena 10.000 lire da una persona con cui i missionari facevano lo studio biblico. Che piacere dormire fra candide lenzuola! E furono anche molto felici di mettere via le piccole assi per lavare.

Si usava ancora una vecchia ghiacciaia di legno. Il missionario o la missionaria che era di turno in cucina doveva alzarsi alle 5 per comprare dal venditore ambulante i venti chili di ghiaccio necessari per la giornata. Ma poi anche la ghiacciaia andò in pensione. Fu sostituita da un frigorifero che i missionari riuscirono a comprare. Nella casa missionaria cominciavano dunque a entrare le comodità moderne.

LA CATTEDRALE PRENDE FUOCO

L’8 agosto 1951 scoppiò un incendio nel Teatro Nazionale di San Salvador. Le fiamme, altissime, avvolsero anche la vecchia cattedrale dall’altra parte della strada. Migliaia di persone trepidanti stettero a guardare mentre cominciava a uscire il fumo dal legno del soffitto, vecchio di ottant’anni. Qualcuno, volendo fare l’eroe, corse sul tetto e vi praticò un buco, e si produsse una corrente d’aria che alimentò il fuoco. In breve tempo la cattedrale ardeva come una fornace.

Nel giro di quaranta minuti l’edificio in stile coloniale, un tempo così riverito, era ridotto in cenere. Molti fedeli piangevano. Alcuni avevano rischiato la vita per salvare la statua di Gesù, mettendola sui gradini del Palazzo Nazionale davanti all’incendio. In armonia col Salmo 115, molti Testimoni citarono il fatto che questa statua non aveva potuto lasciare l’edificio in fiamme da sola, per ribadire l’impotenza delle immagini.

La Chiesa Cattolica chiese denaro al governo per costruire una nuova cattedrale. Tra coloro che si opposero maggiormente alla richiesta della Chiesa ci fu un giovane ingegnere, Baltasar Perla. Fu escluso dal comitato che si occupava della cosa, e la Chiesa la spuntò: il governo concesse infine alla Chiesa un milione di colón (400 milioni di lire). Per di più, la Chiesa invitò la popolazione a partecipare finanziariamente alla ricostruzione e tutti i lavoratori del paese furono invitati a offrire un giorno di paga. Sono passati quasi trent’anni e la cattedrale non è ancora finita; inoltre la Chiesa continua a chiedere aiuti economici per la sua costruzione.

RISOLTO UN PROBLEMA

L’anno di servizio 1952 cominciò con l’assemblea di circoscrizione tenuta a San Salvador; al discorso pubblico tenuto nel Teatro Follies furono presenti 640 persone. Numericamente, l’organizzazione cresceva, ma, nello stesso tempo, c’era qualcosa che non andava. Cos’era?

Nel gennaio del 1952 il fratello T. H. Siebenlist, un rappresentante speciale della Società, visitò El Salvador. Esaminata la situazione, individuò subito il problema. Molte coppie convivevano senza essere legalmente sposate, ed erano accettate come proclamatori del Regno. Questo contristava lo spirito santo.

Pertanto il fratello Siebenlist pronunciò discorsi a San Salvador, Chalchuapa e San Miguel, sottolineando ogni volta che i matrimoni dovevano essere legalizzati. Commentando la situazione, il rapporto del Salvador pubblicato nell’Annuario dei Testimoni di Geova (inglese) del 1953 ammette:

“Era chiaro che non eravamo stati pronti a intervenire! . . . Avevamo avuto troppa paura di perdere i proclamatori, a discapito della qualità dell’organizzazione, ma dal 1° febbraio 1952 tutti coloro che non vivevano conforme alla Bibbia non potevano più essere contati come testimoni di Geova fino a che non avessero regolarizzato la propria posizione. Coloro che si mostrarono sinceri e cambiarono il proprio modo di vivere non furono disassociati ma furono aiutati a risolvere i propri problemi. Certe situazioni erano così complesse che c’era da scervellarsi. Il rapporto di febbraio indicò una diminuzione di cento proclamatori rispetto all’ultimo massimo nel Salvador, ma eravamo decisi ad andare sino in fondo. . . .

“Marzo, aprile e maggio passarono, e ci sentimmo tutti meglio. Nell’intera organizzazione c’era un senso di benessere, di pulizia. Tutti i vecchi ‘parassiti’ se n’erano andati. I bravi proclamatori avevano regolarizzato la propria situazione, e si poteva sentire lo spirito e la benedizione di Geova sull’opera. Lavoravamo coscienziosamente come prima, è vero; ma ora potevamo vedere qualche segno tangibile; potevamo sentire i risultati. . . .

“I proclamatori erano diminuiti di numero, ma il totale delle ore non calò, anzi, aumentò. I proclamatori furono meravigliosi; si rimboccarono le maniche e fecero più visite ulteriori e tennero più studi che mai. Avevamo pensato di avere bisogno di quelli che se n’erano andati, ma non era affatto così. Non ci eravamo resi conto che la cosa importante era la dedicazione a Geova e non a un’opera”.

LEGALIZZATI I MATRIMONI

La nuova disposizione riguardava Rosa Ascencio, la prima pioniera salvadoregna di Santa Ana. Essa viveva consensualmente con un musicista dell’orchestra militare nazionale, Virgilio Montero, anch’egli Testimone battezzato. Cosa avrebbero fatto?

Rosa spiegò: “Sapevamo di fare del male, ma aspettavamo che qualcuno ce lo dicesse”.

Troncarono immediatamente la loro relazione e si accinsero a fare i passi necessari per conformare la propria vita alle Scritture. Ebbe inizio un lungo procedimento che durò quattro anni, dopo di che Virgilio ottenne il divorzio dalla precedente moglie; quindi si procurò le carte necessarie per sposare Rosa. Infine si sposarono legalmente e simboleggiarono la loro dedicazione a Geova con un secondo battesimo in acqua. Virgilio fu benedetto da Geova e successivamente ebbe il privilegio d’essere sorvegliante di una congregazione di San Salvador, e per qualche tempo fece il servitore di circoscrizione. Sono stati entrambi molto amati e apprezzati dai fratelli del Salvador fino al giorno della loro morte.

Nella maggioranza dei casi in cui i proclamatori dovevano regolarizzare la propria situazione per compiere il servizio cristiano, la cosa era più facile a dirsi che a farsi. Molti tuttavia fecero qualsiasi passo necessario per mettere la propria vita in armonia con le Scritture sotto questo aspetto. La campagna dei matrimoni acquistò impulso e gli ufficiali di stato civile erano sorpresi vedendo i missionari accompagnare in municipio una coppia dopo l’altra, insieme ai rispettivi figli, per legalizzare il matrimonio.

In un’occasione il sindaco di San Salvador disse a Mary Taciak: “Li ammaestri e poi me li porti, e io li sposerò”. E questo è ciò che i missionari fecero. Un ragazzino, sentendo il padre parlare di matrimonio, disse: “Ma sposerai la mamma, vero?”

Un giorno, nel servizio di porta in porta a Colonia La Rábida, Mary Taciak incontrò una giovane mamma che accettò lo studio biblico. In seguito sia la donna che il suo compagno, Ramón Argueta, fecero progresso nello studio e assistevano regolarmente alle adunanze. Mary chiese loro se erano sposati e Ramón disse: “No, siamo proprio come Adamo ed Eva, viviamo insieme senza essere sposati”.

Mary ad ogni modo spiegò che Adamo ed Eva erano stati sposati da Geova. Dopo di che anch’essi vollero legalizzare il loro matrimonio. Cominciò allora tutta la trafila per ottenere i loro certificati di nascita e quelli dei quattro figli. Non essendo riusciti a ottenere il certificato di Ramón dovettero andare da un medico legale perché facesse una stima ufficiale della sua età. Vedendo Mary, il medico le chiese che cosa rappresentassero queste persone per lei. “Sono miei fratelli”, disse Mary. L’uomo scosse il capo osservando: “Nella vostra religione c’è vera fratellanza”.

L’Annuario (inglese) del 1953, commentando questi sforzi per aiutare i proclamatori a legalizzare il loro matrimonio, disse: “Siamo diventati famosi per le nostre elevate norme morali. Invece di respingere la gente, questo l’attira. Persone autorevoli del mondo se ne sono accorte e ci elogiano”.

USO DELLA BIBBIA DI PORTA IN PORTA

Durante la sua visita il fratello Siebenlist fece vedere come leggere alle porte alcuni versetti direttamente nella Bibbia, invece di porgere al padrone di casa una cartolina di testimonianza dentro una busta di plastica. I missionari misero in pratica questo consiglio per la prima volta quando egli visitò San Miguel. Molti espressero la loro soddisfazione, dicendo ad esempio: “Sento di avere veramente insegnato qualcosa alla gente anche se non hanno accettato letteratura”. In breve tempo tutti i proclamatori del Salvador impararono a usare questo metodo nel servizio.

ASSEMBLEE DI CIRCOSCRIZIONE: OCCASIONI FELICI

Quando l’organizzazione era piccola, i fratelli attendevano con impazienza le assemblee di circoscrizione della durata di tre giorni. Specie per i missionari erano occasioni per stare insieme. L’assemblea tenuta a San Miguel nel maggio del 1952 fu una di queste occasioni.

Ogni giorno, dopo le sessioni, i 22 missionari affollavano la casa di San Miguel dove dormivano su brandine e amache ovunque c’era un po’ di spazio. Le porte che si affacciavano sul patio erano lasciate aperte per far entrare un po’ d’aria. Prima di andare a letto i missionari, rallegrati dalle attività della giornata, si raccontavano esperienze di servizio, dicevano quali punti del programma gli erano piaciuti, cos’era successo in cucina, e così via. Alle numerose battute seguivano risate di cuore, finché qualcuno, stanco, implorava di far silenzio. Poi, terminata l’assemblea, i missionari andavano a vedere un film tutti insieme, o a mangiare in qualche ristorante. Erano veramente come una sola famiglia.

Che emozione l’ultimo giorno dell’assemblea di San Miguel vedere 800 persone radunate insieme nel Teatro Nazionale per ascoltare il discorso pubblico dal tema “Quale religione sopravvivrà alla crisi mondiale?” Un altro aspetto saliente dell’assemblea fu il battesimo. Tra i quarantuno battezzati c’era Ramón Argueta, che poco tempo prima aveva legalizzato il suo matrimonio. Ramón ricorda ancora che mentre andava verso il luogo del battesimo fumava una sigaretta. Un altro candidato, che pure fumava, gli disse: “Questa è la nostra ultima sigaretta”. E Ramón non fumò mai più.

Un anno dopo fu battezzata anche Julia, la moglie di Ramón. In seguito due dei loro figli hanno compiuto per anni il servizio continuo. Il loro figlio Victor Warren, dopo aver fatto il pioniere speciale e il servitore di circoscrizione, andò a lavorare alla filiale; fu il primo fratello salvadoregno a prestarvi servizio.

La successiva assemblea di circoscrizione si sarebbe dovuta tenere a Santa Ana nel novembre del 1952. Ma il governo salvadoregno annunciò lo stato d’assedio e tutti i diritti civili furono sospesi per sessanta giorni. A quanto si afferma, i comunisti avevano fatto un complotto per impadronirsi del governo. Il direttore del Teatro Nazionale era nelle mani della polizia, e questo voleva dire che i fratelli non avrebbero potuto usare il teatro.

I fratelli non si diedero per vinti. Si misero alacremente alla ricerca di un altro locale per l’assemblea. Tre sale vennero negate una dopo l’altra perché i proprietari avevano paura. Poi, appena una settimana prima dell’assemblea, il governo pose fine allo stato d’assedio e ripristinò tutti i diritti civili. La domenica 700 persone furono presenti per ascoltare il discorso pubblico. Più tardi, lo stesso giorno, 19 persone simboleggiarono la loro dedicazione a servire Geova Dio con il battesimo in acqua.

L’AFFLUSSO DEI NUOVI CONTINUA

Tra coloro che accettarono la verità verso quell’epoca c’era Maura Flores che fu colpita dall’unità che regnava fra i Testimoni, qualcosa che non aveva visto nella sua religione avventista. Cominciò ad assistere regolarmente alle adunanze insieme al figlio di nove anni. Cresciuto, il figlio Mario fece per molti anni il pioniere speciale e in seguito andò a Galaad. Dopo di che compì per anni l’opera di circoscrizione nel Salvador. Ora è in una casa missionaria di San Miguel insieme alla moglie.

Ci fu poi Federico Del Cid, del villaggio di Tejutepeque, che era andato a cercare lavoro a San Salvador. Incontrò Ernesto Portillo e, mentre parlavano della ricostruzione della cattedrale, Federico disse d’essere dispiaciuto che Ernesto avesse lasciato la Chiesa. Ernesto gli diede una copia della rivista Torre di Guardia.

La domenica successiva i due si rividero. Colpito da ciò che aveva letto, Federico chiese a Ernesto di fargli lo studio biblico a domicilio. Quando Federico tornò dalla sua famiglia a Tejutepeque, li convinse tutti a studiare la Bibbia. Dopo breve tempo Federico e cinque suoi familiari furono battezzati. Egli si è guadagnato l’amore e il rispetto dei fratelli, e ora presta servizio come anziano.

Al principio degli anni cinquanta Angel Montalvo, un musicista, mostrò interesse quando un pioniere speciale gli diede testimonianza. Era talmente interessato che per comprare una Bibbia vendette la chitarra, il suo unico mezzo di sostentamento. Fece progresso e nel 1953 fu battezzato. Per alcuni anni Angel fece il pioniere speciale, e ora presta servizio come anziano nella congregazione di Soyapango Oriente.

CAMBIAMENTI FRA I MISSIONARI

In un breve periodo del 1953 sette missionari, per malattia o per altre ragioni, lasciarono il paese. Essi portarono con sé cari ricordi e impressioni indimenticabili. Per Marguerite Stover, arrivata nel 1945, quasi otto anni prima, fu particolarmente difficile dimenticare i cortei funebri, con in testa coloro che trasportavano la bara sulle spalle.

Molte volte il corteo seguiva una piccola bara bianca. Un giorno Marguerite e Mary Taciak andarono a comprare una di queste bare per il bambino di un’amica. Aiutarono a sistemarvi il bambino e più tardi a portarlo al cimitero. Alla fine queste erano divenute esperienze comuni per i missionari.

Nel marzo del 1953 giunse un’altra missionaria, Jane Campbell, e il suo arrivo fu particolarmente gradito per un fratello. Veniva dal Guatemala per sposare il servitore di filiale, Charles Beedle. Jane fu assegnata alla congregazione di San Jacinto.

I missionari cominciarono ben presto a fare i piani per assistere a un’altra assemblea internazionale a New York, e durante la loro assenza i fratelli salvadoregni ebbero di nuovo l’occasione di occuparsi delle attività organizzative. Una missionaria di San Miguel, Ruth Price, ebbe a dire: “Non avevo i soldi per andare all’assemblea. Un giorno ricevetti una lettera dai missionari di San Salvador dove mi dicevano che se riuscivo a trovare un passaggio da Miami a New York, loro mi pagavano il biglietto dell’aereo fino a Miami. Inutile dire che li presi in parola e fui grata a Geova di avere amici così cari tra i missionari”. Pertanto nell’estate del 1953 tutti i missionari assisterono a questa seconda assemblea nello Yankee Stadium.

OPERA IN TERRITORIO NON ASSEGNATO

Nel 1953 i proclamatori di San Salvador cominciarono a lavorare la cittadina di San Juan Talpa, distante una trentina di chilometri dalla capitale. Prendevano l’autobus, facendo l’ultimo tratto a piedi. Erano viaggi molto movimentati.

Una volta, a causa del gran caldo, i fratelli decisero di fare una nuotata in un fiumiciattolo. Sembrava un’ottima idea finché le ragazze furono assalite da aggressive formiche mentre s’infilavano il costume da bagno. Che sollievo tuffarsi in acqua!

In quell’occasione presero dei gamberetti d’acqua dolce e, mentre il gruppo era in servizio, un parente di un fratello di San Juan Talpa preparò i gamberetti. I missionari stettero a guardare mentre gli altri mangiavano i gamberi interi. Con sorpresa di una missionaria, il gambero più grosso fu preparato apposta per lei, con tutta la testa, gli occhi e le antenne. Non le rimase altro da fare che mandar giù questo speciale dono, con tutto il guscio, cosa che non fu poi così difficile.

Queste visite a San Juan Talpa produssero vari studi biblici e diverse persone vennero nella verità: tra queste c’era Raúl Morales, che studiava da maestro elementare. I genitori gli davano molto lavoro da fare per impedirgli di andare alle adunanze. Ma lui sbrigava il lavoro in fretta e ci andava. Alla fine cominciò a uscire in servizio e in seguito divenne pioniere speciale e poi sorvegliante di circoscrizione.

Un altro luogo distante visitato dai fratelli di San Salvador fu Santo Domingo, dove alcune famiglie avevano cacciato via il prete. In seguito il sindaco della cittadina accettò la verità, fu battezzato e servì come sorvegliante che presiedeva. Quezaltepeque, San Sebastián e Los Planes de Renderos, una zona collinosa a sud della capitale, sono alcuni dei luoghi visitati in quei primi anni dove ora ci sono congregazioni. A Los Planes de Renderos il clima è piuttosto fresco, e molti ricchi uomini d’affari di città vi si costruiscono la casa. Ora c’è una bella Sala del Regno e una fiorente congregazione di proclamatori del Regno.

Nel 1953 ben 515 persone assisterono alla Commemorazione nel Salvador, e il numero delle congregazioni salì a 10.

IL MESSAGGIO DEL REGNO CONQUISTA UN GIOVANE

Rodrigo Guevara prendeva regolarmente le riviste Torre di Guardia e Svegliatevi! dalle missionarie all’angolo di una strada di San Salvador. Voleva che suo figlio Jorge si facesse una buona istruzione e approfittava subito di qualsiasi cosa potesse essergli utile. Ordinò anche i libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “La verità vi farà liberi” per il figlio dodicenne. In seguito Rodrigo portò Jorge alla Sala del Regno e lo affidò ai fratelli. Il ragazzo cominciò ad assistere regolarmente alle adunanze e si iscrisse alla Scuola Teocratica.

Il messaggio del Regno conquistò Jorge che l’anno dopo fu battezzato. Nel corso della sua carriera teocratica, Jorge ebbe alcuni momenti difficili. Una sera si offese quando il servitore della scuola, dopo un suo discorso di esercitazione, gli diede dei consigli piuttosto severi. Disperato Jorge gettò la Bibbia a terra e decise di non mettere più piede nella Sala. Tuttavia la settimana dopo risolse di tornarvi e di chiedere perdono al fratello. Appena fu entrato in sala, il servitore della scuola gli corse incontro e gli chiese scusa. Gli stretti contatti con la famiglia teocratica riempirono il vuoto della vita solitaria di Jorge; il padre gli dava denaro per le sue spese e il vitto, ma era sempre occupato. E la madre e altri familiari abitavano lontano.

LA VISITA DEL FRATELLO FRANZ

Nell’autunno del 1953 ci fu una gradita sorpresa, la visita del fratello F. W. Franz. Fu il principale oratore all’Assemblea della Società del Nuovo Mondo tenuta nel Salvador dal 13 al 18 ottobre. I fratelli furono pieni di entusiasmo sentendo da lui i discorsi principali pronunciati alcuni mesi prima alla grande assemblea internazionale tenuta nello Yankee Stadium di New York. Che gioia per tutti sapere che al discorso pubblico sul tema “Dopo Armaghedon, il nuovo mondo di Dio”, pronunciato nel Teatro Nazionale di San Salvador, c’erano stati 1.225 presenti! Il discorso fu trasmesso in diretta da una stazione radio del posto.

IL PRIMO FILM DELLA SOCIETÀ

Un avvenimento importante del 1954 fu la proiezione del film “La Società del Nuovo Mondo all’opera” in ogni angolo della repubblica. Esso aiutò i fratelli ad apprezzare maggiormente l’organizzazione di Geova. Nella città portuale di Acajutla — con circa 3.000 abitanti — fu concesso un teatro gratis, insieme a un’ora di pubblicità attraverso l’altoparlante. Ci furono 400 presenti e molti si sentirono attratti dalla verità. Una famiglia chiese che qualcuno li visitasse perché volevano diventare testimoni di Geova. Adesso ad Acajutla c’è una congregazione piuttosto numerosa. Dopo la proiezione del film in tutte le parti del paese si verificarono molti episodi del genere.

NUOVO EDIFICIO PER LA FILIALE

Nel dicembre del 1954 il fratello Knorr visitò di nuovo El Salvador. Questa volta era in corso la costruzione di un edificio per la filiale all’angolo tra il Terzo Viale Nord e la Via San Carlos. È interessante conoscere alcuni particolari sui fatti che portarono alla costruzione di questo edificio.

Nel 1949 Dorothy Thompson visitò Paulina de Perla, la moglie di un noto ingegnere che si era opposto alla Chiesa Cattolica in merito alla ricostruzione della cattedrale. Mentre Paulina faceva il bagno al suo bambino, Baltasar junior, Dorothy le diede testimonianza. La donna mostrò interesse ma poi si trasferì in un altro quartiere e si persero i contatti.

In seguito Paulina fu ritrovata, questa volta da Charlotte Bowin, e accettò lo studio biblico. Il marito, Baltasar senior, era allora sottosegretario del gabinetto del presidente Oscar Osorio. Baltasar voleva perfezionare il suo inglese, e così pregò la moglie di chiedere a Charlotte se voleva dargli alcune lezioni private d’inglese. Durante queste lezioni, Charlotte gli parlava della Bibbia e della vera religione. Alla fine l’interesse di Baltasar fu tale che chiese a Charlotte di studiare la Bibbia con lui, in spagnolo però.

Il governo del presidente Osorio aveva problemi con la Chiesa Cattolica, così Baltasar suggerì di combattere i cattolici mettendo i protestanti contro di loro. Fu proposto al presidente di aiutare i protestanti ed egli accettò. Ma da dove cominciare? Baltasar invitò Charles Beedle e Charlotte ad andare a parlare con il presidente Osorio. Durante il colloquio col presidente gli diedero una buona testimonianza riguardo al regno di Dio. Egli ebbe un’impressione molto favorevole e fu lieto di aiutare i Testimoni.

Baltasar, pur non avendo ancora accettato completamente la verità, espresse il desiderio di fare il progetto e costruire una filiale per i testimoni di Geova, senza chiedere alcun onorario. Il suo progetto fu inviato alla Watch Tower Society a Brooklyn per l’approvazione.

Pertanto nel dicembre del 1954 il fratello Knorr si recò al cantiere e lì, tra i muri e lo scheletro in ferro del primo piano, pronunciò un breve discorso tradotto in spagnolo dal fratello Beedle. Disse che sperava che l’edificio fosse presto troppo piccolo per poter aver cura di tutta l’opera del Regno nel Salvador. Dato che la casa avrebbe avuto sei camere da letto, sala da pranzo, sala d’attesa, cucina, dispensa, lavanderia, ufficio e magazzino, oltre a una Sala del Regno per 300 persone, e un terrazzo sul quale si sarebbero potute eventualmente costruire altre camere da letto, i suoi commenti sembrarono un po’ fuori luogo agli ascoltatori.

EL SALVADOR CAMBIA FACCIA

Durante la presidenza di Osorio il paese cominciò ad avere uno sviluppo fenomenale. La nuova legislazione sul lavoro prevedeva le indennità di previdenza sociale. Andarono in vigore anche norme sulla paga minima. Venne costruita una nuova autostrada lungo il litorale, che consentiva un facile accesso ai porti, come ad esempio il porto di Acajutla, oltre a offrire ai turisti favolose vedute panoramiche. Furono apportate modifiche alle leggi bancarie che resero più favorevoli le condizioni degli investimenti e incoraggiavano nuove iniziative. Fu così creato un ceto medio più vasto, e molti poterono elevare il proprio tenore di vita.

L’obiettivo del presidente Osorio, quando aveva assunto la carica nel 1950, era quello di eliminare le borgate dove abitavano i poveri, le famiglie numerose stipate in una sola stanza. Questo obiettivo non fu completamente realizzato; comunque l’Istituto per le Case Popolari diede inizio a una sistematica campagna per la costruzione di stabili di tre piani, nonché di abitazioni unifamiliari, che i cittadini a basso reddito potevano prendere in affitto o anche comprare dal governo.

Durante gli anni cinquanta El Salvador cambiò molto rispetto a com’era all’arrivo dei primi missionari. Si vedevano sempre più macchine. I nuovi autobus sostituirono i vecchi “dragoni verdi”, molti dei quali erano semplici piani di autocarri col cassone di legno e sedili improvvisati. Le vetrine dei negozi attiravano lo sguardo dei compratori per la varietà delle merci esposte, e ovunque sorsero nuove fabbriche.

APPREZZAMENTO PER LE COSE SPIRITUALI

Durante la visita del fratello Knorr fu tenuta un’assemblea nella Sala della Federazione dei Lavoratori. Il discorso pubblico sul tema “L’amore di Dio viene in soccorso dell’uomo in difficoltà” fu annunciato in lungo e in largo. La famiglia Morales di San Juan Talpa seppe dell’assemblea, e il giovane Raúl decise di assistervi. Si alzò alle tre del mattino e percorse a piedi 30 chilometri per andare a San Salvador ad assistere all’assemblea; fu uno dei 572 presenti al discorso pubblico. Tornato a casa, era più risoluto che mai a continuare a cercare le cose spirituali.

SPOSTAMENTI DI MISSIONARI

Nel dicembre del 1954 arrivarono due nuove coppie di missionari, Paul e Muriel Coconis e Daniel e Joan Elder. Paul e Muriel furono immediatamente mandati nella casa missionaria di San Miguel. Poco dopo, però, i missionari di San Miguel furono informati che la casa sarebbe stata trasferita a Santiago de María. Lo scopo di questo spostamento era di estendere l’opera di predicazione in altri centri.

I missionari predicarono non solo a Santiago de María ma anche nei villaggi dei dintorni. Prendevano l’autobus alle sei del mattino e tornavano a casa di solito con l’ultimo della sera. La domenica pomeriggio tenevano lo studio Torre di Guardia a Chinameca, e la sera quando tornavano a Santiago de María tenevano un altro studio lì. Un altro giorno della settimana predicavano a Usulután, Berlín e Alegría. In questi luoghi si trovarono molti interessati e in seguito, quando la casa missionaria fu trasferita, furono mandati pionieri speciali in alcune di queste città per curarli.

Al principio del 1955 anche la casa missionaria di Santa Ana fu trasferita a Sonsonate. Così a quell’epoca c’era un forte gruppo di missionari che avevano come base d’operazioni le case missionarie di Ahuachapán, Santiago de María, Sonsonate, e, naturalmente, San Salvador.

UNA FAMIGLIA PATRIARCALE

Nel 1951 un giovane di Santiago Texacuangos, di nome Juan Peña, cominciò a studiare con zelo la Bibbia. Fu battezzato nel 1952, e qualche tempo dopo si mise a fare il pioniere. In seguito fu nominato servitore di congregazione di Santiago Texacuangos. Solo in questa congregazione venti persone con cui Juan aveva studiato furono battezzate. Bastava la sua famiglia per formare una congregazione piuttosto numerosa. Abraham Peña, nonno di Juan, costruì una nuova casa di cemento perché ci fosse una Sala del Regno più adatta.

Non bisogna pensare che la famiglia Peña intraprendesse questa attività sotto l’impulso del momento, per sentimentalismo. Erano sempre stati molto religiosi, e la Chiesa custodiva le immagini nella loro casa. Lugarda, moglie di Abraham, teneva una ventina di immagini su un tavolino, e ogni sera per un’ora le adorava e si prostrava davanti ad esse. Ma quando furono piantati i semi della verità, Abraham radunò la famiglia in un campo di granturco per vedere se i principali responsabili della famiglia erano d’accordo sulla decisione di abbandonare la Chiesa Cattolica. Lo erano, così passarono all’azione.

Abraham comprò una giardinetta nuova di cui i suoi figli si servirono per fare viaggi nelle altre città. Non erano viaggi di piacere; lo scopo era di portare la buona notizia del Regno in questi luoghi. A volte la famiglia si tratteneva due o tre giorni. La sera il fratello Beedle, che di solito li accompagnava in questi viaggi, pronunciava un discorso pubblico. Come risultato a Sonsonate furono trovate molte persone interessate. Quando vi fu stabilita una casa missionaria nel 1955, i missionari poterono curare gli interessati.

VINTA LA PERSECUZIONE; RADUNATE LE PECORE

I missionari avevano appena cominciato l’opera a Sonsonate che i preti italo-americani lanciarono una campagna di odio e di opposizione contro di loro. Il capo del gruppo, nella speranza di sollevare l’opinione pubblica contro i testimoni di Geova, li attaccava violentemente ogni sera nel suo programma radiofonico di un quarto d’ora. Questi sacerdoti si erano fatti molte amicizie per le loro tendenze liberali, ma furono proprio alcuni dei loro migliori amici a dirgli di “lasciare in pace” i Testimoni.

I sacerdoti però non diedero ascolto e arrivarono al punto di scomunicare il padrone della casa missionaria, perché non voleva cacciare i Testimoni da casa sua. Il proprietario, uno degli uomini più in vista di Sonsonate, non era tipo da farsi raggirare con facilità. L’opinione che aveva della Chiesa Cattolica e dei suoi rappresentanti, i preti, era già tutt’altro che buona, ma ora divenne pessima. Neppure sua moglie fu turbata dalla scomunica. Il prestigio di cui i sacerdoti godevano fra la popolazione ricevette un duro colpo, e la persecuzione fu vinta. I missionari continuarono fedelmente a recare alla gente il messaggio della vita, e oggi vi è un’attiva congregazione di testimoni di Geova in questa città.

Anche ad Ahuachapán si trovavano persone interessate. Un giorno fu visto uno studente delle scuole medie inferiori seduto fuori della Sala del Regno che ascoltava l’adunanza. Si chiamava Pedro Guerrero. Era un ragazzo mingherlino che forse non arrivava a quaranta chili. Chiestogli cosa volesse, disse che cercava i Testimoni. D’allora in poi assisté regolarmente alle adunanze e fece lo studio biblico a domicilio con Tillman Humphrey. Nel 1958 fu battezzato ed ha avuto molti privilegi nell’organizzazione, incluso quello di fare il servitore di circoscrizione.

VINTO IL VIZIO DEL FUMO

Alcune persone dalla disposizione mite avevano il vizio del fumo. Fra loro c’era un uomo avanti con gli anni di nome Daniel Zaldaña, che abitava di fronte alla casa missionaria di Ahuachapán. Era un fumatore inveterato, e il fatto di non riuscire a smettere lo preoccupava. Mary Nosal, la missionaria che studiava con lui, gli disse di impegnarsi nello studio biblico, e in seguito avrebbe deciso cosa fare riguardo a quel vizio.

Una sera Daniel andò da Mary per darle una buona notizia. Aveva finalmente smesso di fumare! Fu battezzato nel 1956, e negli scorsi quindici anni ha fatto il pioniere. Che eccellente esempio! Pur essendo di età avanzata e di salute cagionevole, mette gli interessi del Regno al primo posto nella sua vita.

Verso la stessa epoca Mary Nosal trovò due sorelle, Juana ed Herminia Escobar. Oltre a essere profondamente immischiate nello spiritismo, erano anch’esse accanite fumatrici. Una delle due metteva una sigaretta dietro l’orecchio per accenderla non appena finiva quella che stava fumando. E un’intera parete della loro casa era tappezzata di immagini a cui erano molto devote. Col tempo queste due sorelle tirarono giù le immagini, smisero completamente di fumare e diedero un taglio netto allo spiritismo. In seguito, alle assemblee di circoscrizione e di distretto, era una cosa abbastanza frequente vederle lavorare attivamente in cucina o al lavaggio piatti.

DEDICATA LA NUOVA FILIALE

Nel giugno del 1955 fu completato il nuovo edificio della filiale a San Salvador. C’erano volute lunghe ore di strenuo lavoro per costruire questa casa confortevole, con gli uffici e la Sala del Regno. Jane Beedle racconta:

“Abitavamo solo a due o tre isolati da dove veniva costruita la filiale. Mio marito e Baltasar mettevano il catrame sul terrazzo e facevano l’impianto elettrico, e noi portavamo loro da mangiare. Per riuscire a portare a termine l’impresa certi giorni lavorarono 14 ore. Quando facevano le sedie c’era anche Curtis Smedstad, e come lavorarono per fare e saldare le parti in ferro delle sedie! Fecero cinquecento sedie. Noi missionarie lavorammo sodo per pulire l’edificio e cucimmo le tende affinché tutto fosse pronto per la dedicazione”.

Il fratello John Parker venne dal Guatemala per pronunciare il discorso della dedicazione. In quell’occasione Baltasar Perla sorprese tutti dicendo: “È Geova Dio che ha reso possibile la costruzione di questo edificio”. Era la prima volta che ammetteva di credere in Geova come Suprema Autorità. Molti visitarono l’edificio e furono felici di mangiare il gelato offerto a tutti i presenti. Il giorno dopo il fratello Parker pronunciò un discorso pubblico sul tema: “Vinciamo i timori di questa generazione”.

BALTASAR DIVENTA TESTIMONE

Poco dopo che la filiale era stata ultimata, Baltasar Perla si recò negli Stati Uniti dietro invito del governo americano. A New York vide l’annuncio di un corso di dottrina cattolica per corrispondenza. Ecco, pensò, l’occasione di vedere cosa insegnava la Chiesa Cattolica sul Regno, il soggetto biblico che più gli interessava. Spese 200 dollari (circa 200.000 lire) per il corso completo, che includeva due scatole di libri e opuscoli.

Tornò in albergo e per tre giorni fece confronti tra questa letteratura e la Bibbia. Concluse infine che la religione cattolica non era conforme all’insegnamento della Bibbia. Dato che il viaggio di lavoro lo portò in varie parti degli Stati Uniti, dov’era possibile cercò la Sala del Regno.

A Columbus, nell’Ohio, si dedicò a Geova, e in seguito, a un’assemblea a New York, simboleggiò la sua dedicazione con il battesimo in acqua. Non furono particolarmente le informazioni dottrinali ad attirarlo, dice, ma il comportamento cristiano dei Testimoni. Era stato colpito dalla felicità che aveva visto nei loro matrimoni, ad esempio nel matrimonio di Charles e Jane Beedle. Voleva che crescendo i suoi figli avessero questa felicità. Nel 1960, quando il fratello Curtis Smedstad partì da El Salvador, Baltasar divenne servitore di città di San Salvador.

FORMATA LA SECONDA CIRCOSCRIZIONE

Nell’ottobre del 1955 Saúl De León, un giovane pioniere di Santa Ana, fu nominato servitore di circoscrizione al posto di Antolin Castillo Peña, divenuto infedele. Poi nel gennaio del 1956 fu formata una seconda circoscrizione, e il fratello Smedstad divenne nuovamente servitore di circoscrizione.

UN ALTRO FILM DELLA SOCIETÀ

Nel maggio del 1956 si unirono alle file dei missionari Chrissie Wilson e Florence Enevoldsen, che portarono con sé il nuovo film della Società intitolato “La felicità della Società del Nuovo Mondo”. Era giorno pieno, per cui i missionari oscurarono immediatamente il corridoio per vedere il film. Curtis Smedstad, un diplomato della 14a classe di Galaad, aveva la macchina, e portò il film in vari luoghi, facendolo vedere a centinaia di persone che mostrarono di apprezzarlo. Curtis narra un’esperienza che ebbe nella parte settentrionale del paese.

“Per raggiungere una certa città dovevamo attraversare una proprietà privata, e i padroni chiedevano un pedaggio per l’uso della strada. Lasciammo la macchina alla fattoria del proprietario e proseguimmo il viaggio a cavallo. Eravamo d’accordo di pagare al ritorno. Lungo il cammino facemmo vedere il film a grandi moltitudini di persone.

“Nel frattempo la notizia era giunta alla fattoria e al nostro ritorno dovemmo proiettare il film anche lì. Essendo di giorno, radunarono in fretta tutti i lavoratori — saranno stati 75 — e ci stiparono tutti in una stanzetta, chiudendo porte e finestre per fare scuro. Potete immaginare che bagno di sudore! Eppure nessuno se ne andò e furono tutti molto entusiasti. Quando mi accinsi a pagare il pedaggio, il responsabile rifiutò dicendo che avrebbero dovuto pagare me invece. Lasciammo molta letteratura”.

MISSIONARI VECCHI E NUOVI

Molti nuovi missionari continuarono ad avere i problemi che sorgono spesso quando ci si trasferisce in un altro paese. Florence Enevoldsen e Chrissie Wilson erano state assegnate a San Salvador. Florence rammenta:

“Alla nostra prima adunanza le sole parole che capimmo in due ore furono ‘Watch Tower Bible and Tract Society’. Fu Charles Beedle a dirle nei commenti conclusivi. La domenica seguente uscimmo in servizio con un gruppo in cui c’era anche Evelyn Hill. Evelyn fece pazientemente da interprete tra noi e i fratelli locali.

“Quella mattina lavorammo in un caseggiato particolarmente sporco. Chrissie vide alcuni grossi scarafaggi che le fecero molta impressione e questo, insieme ad altre cose, contribuì a farla sentire piuttosto male. Una signora le offrì gentilmente un bicchiere d’acqua con un Alka-Seltzer. Essendo stata avvertita di non bere l’acqua, la rifiutò. La sorella locale che era con lei la bevve per non offendere la signora. I proclamatori ci accompagnarono gentilmente alla casa missionaria. Conoscevamo la strada ma poiché non ci sapevamo esprimere molto bene in spagnolo, non riuscimmo a convincerli”.

Nuovi missionari continuavano ad arrivare, mentre spesso i vecchi se ne andavano, a volte per sposarsi. Charlotte Bowin, che aveva fatto servizio per sette anni nel Salvador, dopo le assemblee europee nel 1955 si fidanzò con Albert Schroeder. Al principio del 1956 intraprese il suo nuovo servizio al Podere del Regno, nello stato di New York. Oggi il fratello Schroeder è membro del Corpo Direttivo, e Charlotte presta ora servizio insieme con lui e il loro figlio Judah Ben, di 23 anni, alla Betel di Brooklyn.

UN ALTRO PROGRAMMA RADIOFONICO

Sempre nel 1956 la stazione radio YSAX cominciò a trasmettere il programma preparato dai testimoni di Geova sul tema “Cose a cui la gente pensa”. Queste trasmissioni continuarono per tre anni finché la Chiesa Cattolica comprò la stazione, e allora furono interrotte. Molti vennero alla conoscenza della verità attraverso questi programmi radiofonici.

PROTESTA INVIATA IN RUSSIA

All’assemblea di circoscrizione tenuta a San Salvador in agosto-settembre del 1956 fu presentata una petizione per protestare contro il maltrattamento dei testimoni di Geova in Russia. Circa 500 voci espressero la loro approvazione per questa petizione indirizzata alle autorità sovietiche. Copie della petizione furono inviate ai giornali del Salvador. Parecchi giornali pubblicarono il testo della petizione, per intero o in parte. Fu anche trasmessa da alcune stazioni radio. I testimoni di Geova del Salvador colsero l’occasione di dimostrare il proprio amore ai fratelli in Russia.

SVENTATA L’OPPOSIZIONE

All’assemblea di circoscrizione tenuta nella cittadina di Armenia nel dicembre del 1956 era in programma il film della Società “La felicità della Società del Nuovo Mondo”. Doveva essere proiettato in una sala abbastanza grande da accogliere tutti coloro che attendevamo. Il prete cattolico di Armenia riuscì comunque a introdursi nel locale e tagliò i fili elettrici. Il fratello Beedle andò a parlare della cosa con la padrona della sala e, in quell’istante, capì che il prete si nascondeva dietro una tenda. Chiese al prete di venire fuori, e questi uscì tutto impacciato.

Era troppo tardi per fare le necessarie riparazioni e proiettare il film nella sala affittata. Allora i fratelli disposero di proiettare il film su una parete intonacata di bianco, proprio nella strada. Così gli spettatori furono molto più numerosi di quanto non sarebbero stati se il film fosse stato proiettato nella sala.

SI INGROSSANO LE FILE DEI PIONIERI SPECIALI

Angel Montalvo, il musicista che aveva venduto la chitarra per comprare la Bibbia, era ora pioniere speciale in questo stesso paese di Armenia. Il suo compagno era Raúl Morales, il giovane che era andato a San Salvador a piedi dal suo villaggio di San Juan Talpa per assistere alla sua prima assemblea. È interessante vedere come fu che divenne pioniere.

Raúl, battezzato nel 1955, non sapeva cosa volesse dire essere pioniere. Quando Charles Beedle, che aveva notato come era attivo nel servizio, gli chiese se era pioniere, Raúl non seppe cosa dire. Charles spiegò che un pioniere dedica circa 100 ore al mese all’opera di predicazione. Allora Raúl rispose: “Se è così, suppongo d’essere un pioniere”.

Entrato ufficialmente nelle file dei pionieri, nel gennaio del 1956 Raúl cominciò a svolgere il servizio a Cojutepeque, la sua prima assegnazione. In seguito, lo stesso anno, andò ad Armenia per lavorare insieme al fratello Montalvo.

IL PRIMO SALVADOREGNO CHE VA A GALAAD

Saúl De León, il giovane sorvegliante di circoscrizione di Santa Ana, fu il primo salvadoregno che frequentò la Scuola di Galaad. I missionari lo avevano aiutato a prepararsi insegnandogli l’inglese. Nel 1957 fu invitato a frequentare la 31a classe e l’anno successivo si diplomò. Nella circoscrizione c’era pertanto un posto vacante. Raúl Morales fu scelto per sostituirlo e cominciò a svolgere questo servizio nel settembre del 1957.

UN GIOVANE DÀ TESTIMONIANZA ALLA SUA FAMIGLIA

Il giovane Jorge Guevara, che aveva scagliato la Bibbia a terra dopo avere ricevuto i consigli del servitore della Scuola Teocratica, stava facendo un eccellente progresso spirituale. A soli sedici anni pronunciò il suo primo discorso pubblico sul soggetto dell’evoluzione. Nel 1957 ottenne il diploma della scuola superiore. Per la cerimonia del conferimento dei diplomi vennero sua madre e suo fratello da El Hormiguero, un villaggio situato 140 chilometri a est di San Salvador.

Jorge nutriva vecchi risentimenti verso la sua famiglia, alla quale dava la colpa della sua solitudine. “Se non fossi stato un Testimone”, dice Jorge, “non avrei mai più rivolto la parola ai miei familiari”. Ad ogni modo diede loro testimonianza. Appartenevano a una setta protestante, ma lo ascoltarono con attenzione. Fu disposto che Saúl De León, il sorvegliante di circoscrizione, facesse loro visita e rimase sbalordito da ciò che trovò.

Cinque persone avevano deciso di diventare testimoni di Geova solo leggendo la letteratura ricevuta da Jorge. Il fratello Saúl De León le battezzò davanti a 75 persone, e questo fu di per sé una buona testimonianza. Da allora, altri familiari di Jorge Guevara hanno accettato la verità e sono stati battezzati e continuano a servire Geova fedelmente.

AVVENIMENTI IMPORTANTI DEL 1957

Nel 1957 fu ultimata una casa missionaria con annessa Sala del Regno a Santa Anita, un quartiere nella parte meridionale di San Salvador. Poco dopo la dedicazione avvenuta in ottobre, giunsero nel Salvador i diplomati di Galaad Frederick e Dorothy Bowers e Kenneth e Virginia Kiesel. I Kiesel furono assegnati alla nuova casa missionaria di Santa Anita insieme a Chrissie Wilson e Florence Enevoldsen. Florence scrive: “Facemmo il trasloco nel bel mezzo delle piogge tropicali. L’acqua entrava in casa da tutte le parti. Continuammo a raccoglierla per parecchi giorni”.

Nel 1957 furono formate due nuove congregazioni, che portarono a 12 il totale delle congregazioni del Salvador. C’erano anche 46 proclamatori in servizio continuo, inclusi i 21 missionari, che lavoravano territori isolati. Durante l’anno le case missionarie di Santiago de María e di Ahuachapán furono chiuse e la cura delle congregazioni fu affidata ai pionieri speciali.

Lo stesso anno si tenne a Sonsonate un’altra bella assemblea di circoscrizione. Il locale prescelto fu il vecchio Municipio. Nel patio dietro di esso c’era una vasca di cemento di tre metri quadrati e profonda settantacinque centimetri. Vi furono battezzate 47 persone.

UN POSTO NUOVO PER L’ASSEMBLEA

Nel febbraio del 1958 Aubrey Bivens, sorvegliante di zona, e M. G. Henschel della Betel di Brooklyn visitarono El Salvador in occasione di un’assemblea. Era un grosso problema trovare un luogo adatto per il raduno. Le assemblee precedenti erano state tenute nella Sala dei Lavoratori di San Salvador, ma ora il locale era troppo piccolo per accogliere tutti quelli che si pensava sarebbero intervenuti. La soluzione del problema non tardò a venire.

Víctor Recinos, un uomo amichevole che abitava a nord della filiale, aveva osservato l’andirivieni dei Testimoni e li ammirava. Un giorno, chiacchierando col fratello Beedle, offrì generosamente il suo terreno per l’assemblea. Aveva un grande appezzamento dove c’era uno scavo che era stato fatto per un’altra costruzione, ed era ombreggiato da parecchi alberi situati al posto giusto.

I fratelli si diedero da fare per portar via gli sterpi e ne venne fuori un bell’anfiteatro. Dato che il discorso era sul tema “Il nuovo cantico per gli uomini di buona volontà”, davanti al palco fu costruito un basso steccato che aveva l’aspetto di un rigo musicale: i pali dello steccato avevano la forma di note musicali. Dipinto di color giallo oro, era molto bello. L’addobbo fu completato con varie grosse piante di poinsezia in fiore.

In fondo alla proprietà c’era una piccola costruzione dove fu sistemata la mensa. La maggior parte dei cibi erano preparati nella filiale e trasportati alla mensa dall’altra parte della strada. Al termine dell’assemblea ciascuno sollevò la sua sedia, se la mise sulla testa e la portò nella Sala del Regno della filiale dall’altra parte della strada. Molti osservarono di non aver mai visto nessuno cooperare così allegramente.

TRAGEDIA DOPO L’ASSEMBLEA

Tra i 61 che simboleggiarono la loro dedicazione con il battesimo in acqua a quest’assemblea c’era un fratello di La Unión che era per metà di discendenza araba. Fu il primo tra la numerosa popolazione araba che divenne Testimone. Il lunedì dopo l’assemblea il fratello Beedle fu informato da un pioniere speciale di La Unión che l’autobus su cui viaggiavano i fratelli aveva avuto un incidente. Tre fratelli erano rimasti uccisi sull’istante, incluso quello appena battezzato.

I fratelli avevano il viso rigato di lacrime quando si riunirono sul luogo dell’incidente per raccogliere notes, libretti dei cantici e altri oggetti fra i rottami. Il fratello Beedle arrivò a La Unión troppo tardi per pronunciare il discorso funebre, poiché erano già tutti al cimitero per la sepoltura. I pionieri speciali di La Unión sentirono profondamente la perdita dei loro preziosi fratelli, frutti delle loro fatiche.

CAMBIAMENTI NELLA SORVEGLIANZA DELLA FILIALE

Per dieci anni, fino alla primavera del 1958, il fratello Beedle aveva diretto quasi interamente da solo l’attività dei testimoni di Geova nel Salvador. Per gran parte di questo tempo aveva svolto il compito di servitore di circoscrizione e di distretto, sorvegliante di congregazione, servitore delle case missionarie e principale fattorino. Aveva soprinteso alla costruzione della filiale e della casa missionaria con annessa Sala del Regno a Santa Anita. Il peso di tutte queste responsabilità influì negativamente sul suo fisico e sulla sua mente, ed ebbe bisogno di un po’ di riposo. Nell’aprile del 1958 fu nominato servitore di filiale il fratello Frederick Bowers. Quel mese 1.295 persone assisterono alla Commemorazione in 13 congregazioni. E ci fu un massimo di 460 proclamatori.

MUORE IL CAPO DI UNA FAMIGLIA TEOCRATICA

Nell’aprile del 1958 morì Abraham Peña senior, a una veneranda età. A quell’epoca sua moglie Lugarda aveva 85 anni. Avevano conosciuto la verità solo cinque anni prima. Poco prima di morire Abraham radunò tutti i suoi figli attorno al letto e li esortò a rimanere fedeli alla loro dedicazione a Geova. Lugarda gli aveva partorito 17 figli, dei quali solo sette erano viventi allora.

In casa Peña si continuarono a tenere le adunanze. Ben 28 componenti di questa famiglia erano stati battezzati fino al 1971, quando Lugarda morì all’età di 97 anni. Rimase fedele, e la verità fu chiara nella sua mente fino al giorno della sua morte.

NASCE LA CONGREGAZIONE DI USULUTÁN

Nel 1958 Carlos Reyes, che militava nella Guardia Nazionale, cominciò a studiare la Bibbia, e le cose che imparava lo spinsero a sposare Rosa, la donna con la quale conviveva. Lasciata la vita militare, venne a trovarsi in una situazione economica molto precaria, ma le sue condizioni spirituali continuarono a migliorare. Quello stesso anno lui e Rosa furono battezzati. L’anno dopo cominciarono a fare i pionieri e furono assegnati a Usulután e per trasferirvisi vendettero i mobili. Fu posta così la base per organizzare una congregazione in quella città, con appena sei proclamatori all’inizio. Adesso a Usulután ci sono più di 90 proclamatori che predicano la buona notizia.

SALVADOREGNI VANNO ALL’ASSEMBLEA DI NEW YORK

Fino al 1958 solo tre o quattro salvadoregni avevano assistito ad assemblee negli Stati Uniti. Ma ora che si avvicinava il tempo dell’Assemblea Internazionale “Volontà Divina” di New York l’entusiasmo cresceva. Ben 53 persone del Salvador poterono fare il viaggio.

Con un volo charter i fratelli giunsero in Florida, dove c’erano ad attenderli Curtis Smedstad e Leticia Rosales, l’ex moglie del colonnello Oscar Osorio. Rammenterete che Oscar era presidente del Salvador quando Baltasar Perla cominciò a studiare coi Testimoni. Baltasar aveva cercato in ogni modo di aiutare Oscar a fare progresso nella verità, ma Oscar non riusciva a resistere alle attrazioni della vita politica. Tuttavia Jane Beedle studiò con Leticia che, allorché andò negli Stati Uniti, fece progresso nella verità e fu battezzata. Era molto felice d’esser lì ad accogliere i suoi connazionali.

Leticia si accomiatò dai fratelli man mano che salivano sull’autobus noleggiato per portarli a New York. Charles Beedle andò con loro per aiutarli a risolvere eventuali problemi durante il viaggio. All’assemblea ebbero la gioia di radunarsi insieme ai fratelli di tutte le parti del mondo, nonché di vedere Saúl De León, che stava frequentando la scuola di Galaad.

Molti fratelli salvadoregni fecero il servizio volontario e alcuni tornarono a casa con una lista di amici di altri paesi con cui iniziarono una corrispondenza. Pedro Aguilar, un pioniere speciale di La Unión, trovò questa corrispondenza così interessante che alla fine si recò negli Stati Uniti per sposare la sorella a cui scriveva. Raúl Morales doveva prendere la stessa decisione, ma disse che temeva di portare una ragazza straniera nel Salvador. Poteva succedere come con le macchine europee, disse; non sempre riesci a trovare i pezzi di ricambio. Decise di continuare il suo servizio nel Salvador dove c’era maggior bisogno di proclamatori del Regno.

Quest’assemblea produsse una grande impressione sui fratelli, che conservarono nella mente e nel cuore un ricordo indelebile dell’amore, dell’armonia e dell’unità che regna nella Società del Nuovo Mondo. Tutti i congressisti di El Salvador tennero una speciale riunione in un albergo di New York e fu in quell’occasione che Jane Beedle annunciò che lei e Charles sarebbero diventati presto genitori. Per cui avrebbero dovuto lasciare la casa missionaria. Erano comunque decisi a rimanere nel Salvador.

DA MISSIONARI A GENITORI

Nell’autunno del 1958 i Beedle si diedero da fare per trovare un alloggio. Un giorno Jane si fermò al mercato per parlare con Paula Martinez, una Testimone che vendeva patate. Jane narra quanto accadde:

“Mi sedetti su uno sgabellino dietro i sacchi di patate. Paula sapeva che aspettavo un bambino per cui le dissi che avremmo lasciato la casa missionaria e che stavamo cercando un alloggio. Il fatto che dovevamo lasciare la casa missionaria la sorprese. Le spiegai che i fratelli inviano denaro alla Società al solo scopo di far compiere l’opera di predicazione. Perciò chi aveva figli e quindi non era in grado di dedicare tutto il suo tempo alla predicazione, non aveva diritto di occupare un posto nella casa missionaria. Fece un largo sorriso e disse: ‘Che organizzazione abbiamo!’ Credo proprio che il fatto che fossimo per così dire, messi alla porta, le facesse apprezzare di più l’organizzazione.

“Avendo una famiglia da mantenere, Charles fu costretto a trovare un lavoro secolare, come la maggioranza dei fratelli. Questa situazione ci avvicinò maggiormente ai fratelli. Il fatto di avere problemi e difficoltà comuni creò fra noi un legame che non esisteva quando eravamo missionari”.

Anche Jessie Smedstad annunciò in quell’epoca che lei e Curtis avrebbero avuto un bambino. Quell’autunno i Beedle trovarono un bell’appartamento. La proprietaria, Leticia Rosales, era ancora negli Stati Uniti. Pure gli Smedstad trovarono casa vicino alla filiale, e il colonnello Osorio, l’ex presidente del Salvador, donò alcuni mobili a ciascuna famiglia affinché potessero cominciare a metter su casa.

Nel gennaio del 1959 furono mandati nel Salvador Ronald e Gladys Ash della 25a classe di Galaad. Vennero trasferiti alla casa missionaria di Santa Tecla, e subito dopo annunciarono di aspettare un bambino. Sarebbero tornati a casa in Canada dopo essere rimasti appena sette mesi nella loro assegnazione?

Fu una decisione difficile da prendere, perché avevano pochissima esperienza sia con la gente che con la lingua. Per quattro mesi Ronald cercò lavoro e infine riuscì a trovare un’occupazione che svolge ancor oggi. Continuano a frequentare la congregazione di Santa Tecla, aiutando i missionari a rafforzare la congregazione locale.

ASSEMBLEE DEL 1959

Nel 1959 erano in programma due assemblee di circoscrizione, una per la circoscrizione servita da Saúl De León da quando era tornato da Galaad, e l’altra per la circoscrizione servita da Raúl Morales. Poi si cominciò a pensare all’assemblea nazionale. L’anno prima era stata tenuta nell’appezzamento di terreno davanti alla filiale. Nel 1959 fu trovato uno splendido posto dove i fratelli non avevano mai cercato. Era il nuovo centro ricreativo di un moderno complesso residenziale in un sobborgo di San Salvador chiamato Montserrat.

L’ex presidente Osorio si mostrò nuovamente generoso con i testimoni di Geova inviando in dono alla mensa un vitello macellato. Al discorso pubblico dell’assemblea pronunciato dal fratello Bowers sul tema “Dio parla di pace a tutte le nazioni” ci furono 748 presenti.

Una giovane pittrice di dipinti murali, Violeta Bonilla de Cevallos, con cui aveva studiato Jane Beedle, offrì la sua collaborazione per addobbare il palco. Violeta aveva eseguito dei lavori famosi su molti monumenti nazionali, oltre a pitture murali nel palazzo presidenziale e in altri edifici governativi. Scelse come modello la figura della Torre di Guardia del 15 aprile 1959, pagina 229, dove si vedono persone di ogni razza che lodano Geova. La pittura murale che eseguì fu pubblicata dai giornali e ripresa dalla televisione, suscitando molti commenti. Violeta fu tra i 61 battezzati di quest’assemblea.

UN CAMBIAMENTO CHE HA RECATO BENEDIZIONI

Celia de Liévano era la segretaria di Baltasar Perla quando questi faceva parte del governo. Per qualche tempo aveva cercato di interessarla allo studio biblico, ma invano. Una missionaria fu invitata a darle lezioni di inglese, e dopo queste lezioni la missionaria le dava testimonianza. In seguito fu iniziato uno studio biblico e Celia cominciò a frequentare le adunanze e a uscire in servizio. Infine, all’assemblea nazionale del 1959, fu battezzata.

Carlos, il marito di Celia, la ostacolò, soprattutto perché credeva nell’evoluzione. La portò perfino da un gesuita affinché la convincesse che la sua nuova religione era sbagliata. Con la conoscenza della Bibbia recentemente acquisita, Celia non solo difese la sua nuova religione ma dimostrò anche che il gesuita era in errore. Nel 1961 anche Carlos Liévano divenne un battezzato testimone di Geova come sua moglie. Da allora essi si impegnano attivamente nel parlare ad altri della verità.

Ai Liévano era sempre stato insegnato che la cosa importante è la carriera, ed erano a buon punto. Quando decisero di diventare testimoni di Geova, gli amici del mondo gli dissero che la loro carriera di professionisti era finita e che non sarebbero riusciti in nulla perché avevano lasciato la Chiesa Cattolica. Ma i Liévano spiegano: “Ripensando al passato, vediamo le innumerevoli benedizioni che abbiamo ricevuto dalla mano di Geova e ne siamo grati”.

ARRIVANO NUOVI MISSIONARI

Il settembre del 1959 fu un mese importante nella vita di quattro ragazze: Winifred Scott, Patricia Hancock e Jean Unwin, inglesi, e Tyra Mills, sudafricana. Queste giovani donne, diplomatesi da poco alla Scuola di Galaad, furono liete di vedere tanti missionari ad attenderle all’aeroporto. Il 5 maggio 1960 El Salvador diede il benvenuto ad altri sei diplomati di Galaad, della 34a classe.

Ai loro occhi si presentava una scena molto diversa da quella che avevano visto i precedenti missionari al loro arrivo. Mentre l’aereo delle TAN Airlines correva lungo l’agevole pista, i nuovi missionari scorsero il piccolo aeroporto, pulito e funzionale. Il viaggio in macchina verso la capitale non era più un’avventura rischiosa; poterono invece fare un comodo viaggio su un’autostrada asfaltata a quattro corsie, godendosi il panorama. Fu così che Samuel e Delores Stago, Leonard e Hilja Shimkus e Paul e Marilyn Walthard fecero conoscenza con El Salvador. Il giorno dopo cominciarono immediatamente il corso della durata di un mese in cui avrebbero studiato la lingua per undici ore al giorno.

I FRUTTI DELL’ATTIVITÀ MISSIONARIA

L’opera dei missionari continuava a portare frutto. Prima di trasferirsi in Costa Rica per sposare Charles Sheldon, Florence Enevoldsen cominciò lo studio con Bessie de Cañas, che aveva un negozietto nell’estremità meridionale di San Salvador. Héctor, il marito di Bessie, la ostacolò sin dall’inizio. Ma quando Florence passò lo studio a Chrissie Wilson, Héctor leggeva le riviste ogni tanto. Lui e Bessie furono presto battezzati, e ora Héctor è anziano in una delle congregazioni che si riuniscono nella Sala del Regno della filiale.

Sempre nel 1960 Chrissie Wilson incontrò Oscar Zeleya López che allora aveva 17 anni. Chrissie, e chiunque l’accompagnasse, sedevano sulle pietre fuori di una piccola capanna dove la famiglia dormiva. Col sole o con la pioggia, Oscar non saltava mai uno studio. Chrissie ricorda ancora le molte domeniche pomeriggio in cui teneva lo studio sotto la pioggia battente, seduta al riparo di un ombrello o di un’incerata. Anche Oscar ora è anziano in una delle congregazioni di San Salvador.

AGITAZIONI POLITICHE

Nel settembre del 1960 gli studenti universitari presero parte a una ribellione contro il governo. Il presidente, il colonnello José María Lemus, fu costretto a lasciare la presidenza e il mese successivo lasciò il paese. Fu formato un nuovo governo detto “La Junta” e composto di sei uomini. Ci furono alcuni scontri nelle strade, e un autobus fu rovesciato per erigere una barricata. Dopo qualche giorno tornò la calma, ma nella capitale rimasero i segni; alcuni malviventi dal grilletto facile erano andati in giro per la città sparando agli orologi di proprietà del comune o di ditte commerciali. Passarono anni prima che fossero riparati o sostituiti.

Tutto questo non ebbe gravi ripercussioni sull’opera di testimonianza; ma si ritenne più opportuno che i missionari stessero a casa a fare le faccende per qualche giorno finché il pericolo della violenza non fosse cessato. In quel periodo Baltasar tentò per l’ultima volta di aiutare il colonnello Oscar Osorio ad accettare la verità. Ma quando Oscar andò a vivere negli Stati Uniti, interruppe lo studio. E non lo riprese mai. Nel 1969 morì senza aver mai fatto molto riguardo alle verità della Bibbia che aveva imparate. Per un altro ex governante del Salvador, però, le cose andarono molto diversamente. È interessante considerare gli sforzi che fece per governare il paese.

IL NUOVO GOVERNO DEL SALVADOR

Rubén Rosales faceva parte della Giunta formata da sei uomini che nell’ottobre del 1960 cominciò a governare El Salvador. Era uno dei militari che avevano avuto una parte preponderante nel rovesciare il regime Lemus. Infatti egli aveva avuto la piena responsabilità di ideare ed eseguire la parte militare del piano. La nuova Giunta pensava di poter fare qualcosa per migliorare le condizioni nel Salvador. Ma questa speranza non si realizzò, come spiegò Rubén:

“Le cose non andarono secondo i nostri piani. Poco dopo che avevamo preso il potere mi telefonò l’arcivescovo. Disse che voleva parlare alla Giunta in privato, e che il colloquio doveva rimanere segreto.

“In sostanza l’arcivescovo ci disse: ‘Il vostro governo è nuovo e io sono in grado di sostenerlo dal pulpito. In cambio, voi potete sostenere noi’.

“Sapevamo cosa voleva dire. Dai documenti disponibili, sapevamo che le istituzioni religiose cattoliche avevano ricevuto aiuti finanziari dal precedente governo. Ovviamente l’arcivescovo desiderava che il nostro nuovo governo continuasse a riservare tali privilegi alla Chiesa.

“Ero cattolico, ma capivo che tale trattamento preferenziale non era giusto; non era costituzionale. Gli altri membri della Giunta furono d’accordo. Quindi tutt’e sei rifiutammo alla Chiesa gli aiuti finanziari. L’arcivescovo fu visibilmente turbato e insinuò che ci saremmo rammaricati della nostra decisione.

“Poco dopo ebbe inizio dai pulpiti delle chiese una campagna. I sacerdoti asserivano che il nostro governo fosse filocastrista e filocomunista. Facemmo registrare questi discorsi per sapere quali accuse ci venivano mosse. Ma pensammo che sopprimere questa campagna poteva fare più male che bene, dato che la Chiesa esercitava forte influenza su molti.

“Il nostro governo sentì subito l’effetto sfavorevole della campagna. Nacquero sospetti sul nostro indirizzo politico. Gli Stati Uniti erano preoccupati e ci negarono il riconoscimento. Ma quali erano i fatti?

“In seguito si vide che le accuse fatte dietro istigazione della Chiesa erano infondate e fummo riconosciuti dagli Stati Uniti. Il New York Times del 1° dicembre 1960 disse:

“‘È una tendenza pericolosa vedere il comunismo e la nuova attrazione del “fidelismo” in ogni iniziativa di cambiamento politico e sociale dell’America Latina. . . .

“‘I tre civili della giunta, nonostante le infondate accuse di “fidelismo”, sono liberali e democratici. . . . I sei uomini si sono impegnati tutti a seguire un programma democratico e meritano ogni opportunità di dimostrare la propria buona volontà’.

“Malgrado fossimo scagionati, la campagna denigratoria indetta dalla Chiesa aveva gravemente pregiudicato la nostra credibilità. E quando l’esercito seppe dell’intenzione della Giunta di tenerlo fuori dalla scena politica, anch’esso cominciò a farle opposizione. L’anno successivo il nostro nuovo governo di sei uomini fu rovesciato e sostituito da un altro governo”.

Rubén Rosales andò negli Stati Uniti e si stabilì a Los Angeles in California. Lì, alcuni anni dopo, conobbe la verità e nell’agosto del 1969 fu battezzato. Tutti i suoi familiari, inclusi alcuni parenti nel Salvador, divennero anch’essi testimoni di Geova. Da molti anni egli è anziano e parla ad altri dell’unica vera speranza di un buon governo e di come sarà stabilito.

CONTRACCOLPI PER L’OPERA DI CIRCOSCRIZIONE

L’attività della circoscrizione ricevette un duro colpo quando il fratello Raúl Morales smise l’opera nella circoscrizione nell’agosto del 1960. Per qualche tempo era stato combattuto fra il desiderio di andare a Galaad e quello di sposarsi. Nel gennaio del 1961 sposò Andrea Lazo, una giovane sorella della congregazione di Santa Anita.

Verso la stessa epoca l’altro sorvegliante di circoscrizione del paese, Saúl De León, commise immoralità con una missionaria sposata. In seguito, però, smisero di praticare la loro condotta errata e tornarono a fare parte della pura organizzazione di Geova. Così, nel giro di qualche mese, entrambe le circoscrizioni persero il loro sorvegliante. Il missionario Foi Bryen, la cui moglie era morta alcuni mesi prima per una rara forma di colite, fu scelto per sostituire Saul De León in una circoscrizione. E Pedro Guerrero, il giovane che anni prima si era seduto fuori della Sala del Regno di Ahuachapán, sostituì Raúl nell’altra circoscrizione.

VISITE DI RAPPRESENTANTI SPECIALI

Al principio del 1961 Aubrey Bivens fece un’opportuna visita come servitore di zona. Poco dopo anche il fratello Knorr visitò di nuovo El Salvador. Gli fu presentato Raúl Morales il quale, insieme a sua moglie, venne nominato pioniere speciale, e furono assegnati a Santa Ana. In occasione di queste visite Samuel Stago ricevette l’incarico di sorvegliante di filiale al posto del fratello Bowers, a partire dal 1° aprile 1961.

MESSI AL PRIMO POSTO GLI INTERESSI DEL REGNO

Alla Commemorazione del 1961 il numero dei presenti salì a 1.878, quasi 300 più dell’anno prima. Quel mese fu anche raggiunto un nuovo massimo di 638 proclamatori del Regno. Questo ottimo progresso fu reso possibile in parte dallo strenuo lavoro di persone come Antonia Contreras, una maestra che dal 1958 aveva predicato attivamente la buona notizia nella città di Juayúa.

Nel 1961 Antonia decise di rinunciare alla carriera e di unirsi alle file dei pionieri. Fu la prima proclamatrice salvadoregna a lasciare una professione per il servizio continuo. Gli sforzi e i sacrifici di Antonia sono stati riccamente benedetti. Dopo una ventina d’anni è ancora pioniera, e molti hanno conosciuto la verità grazie ai suoi diligenti sforzi. Ha fatto lo studio biblico anche a quella che poi è diventata la sua compagna nel servizio di pioniera.

RADUNI INCORAGGIANTI

Nel dicembre del 1961 si tenne l’Assemblea di Distretto “Adoratori Uniti”. Fu nuovamente usata la proprietà del sig. Recinos, di fronte alla filiale. Che entusiasmo suscitò la presenza di 1.200 persone al discorso “Tutte le nazioni si uniranno sotto il regno di Dio” pronunciato dal fratello Stago!

Nel marzo successivo il fratello Knorr fece un’altra visita. Ben 1.130 persone udirono il suo discorso pubblico pronunciato nel palazzo dello sport di San Salvador. Questo bell’edificio moderno può contenere fino a 11.000 persone. È a forma di cupola e non ha colonne verticali per reggere il tetto. I testimoni di Geova del Salvador lo avrebbero usato spesso in seguito.

SCUOLA DI MINISTERO DEL REGNO

Lo stesso anno, il 5 febbraio 1962, era cominciata nella filiale del Salvador la prima classe della Scuola di Ministero del Regno. Sorveglianti di congregazione, sorveglianti di circoscrizione, pionieri speciali e missionari la frequentarono e ricevettero un prezioso insegnamento. Infine tutti i missionari ebbero la possibilità di fare questo corso. Il fratello David Hibshman, sorvegliante di filiale del Guatemala, rimase quattro mesi nel Salvador per istruire le prime tre classi. Quando in marzo venne il fratello Knorr, il secondo gruppo aveva appena cominciato il corso, e incontrarlo fu per gli studenti un’ulteriore gioia.

Si dovettero prendere le opportune disposizioni per lo svolgimento della Scuola e questo era qualcosa di nuovo per tutti, ma ci si misero di buona volontà e tutto andò liscio. Si dovette pensare in anticipo a fornire un alloggio agli studenti. Le congregazioni di San Salvador si offrirono di ospitare i fratelli, e alcuni studenti dormirono sopra la Sala del Regno. Quelli che dormivano nella Sala avevano il compito di andare al mercato e aiutare a preparare la colazione. Per questo dovevano alzarsi molto presto la mattina, ciò che provocò la seguente situazione imbarazzante.

Un fratello che aveva il compito di sbrigare le faccende la mattina di buon’ora, tornato presto dal mercato, si trovò chiuso fuori. Non voleva suonare il campanello per non svegliare il fratello Knorr. Cominciò a tamburellare sui vetri di una camera da letto, chiamando Chrissie Wilson per nome e chiedendole di aprirgli la porta principale. Non sapeva che Chrissie aveva ceduto la sua stanza al fratello Knorr. Questi, svegliato dal rumore sui vetri, disse una parola spagnola che aveva imparata, sperando di scoraggiare il visitatore. Ripeté varie volte “vámonos” (andiamo), pensando che significasse “va via”. Quella mattina a colazione l’unico accenno alla cosa fu il commento del fratello Knorr, che ‘in questa casa succedono cose piuttosto strane’.

I primi pasti preparati per gli studenti furono un vero supplizio per alcuni di loro. Erano abituati a prendere su il cibo con una tortilla (frittella a base di farina di mais) invece che con coltello e forchetta. Ma dopo un po’ si abituarono a usare le posate. Altri non riuscivano ad abituarsi ai cibi preparati dalle missionarie. Tuttavia, nessuno si ammalò o morì di fame, e pochissimi si lamentarono.

Una missionaria invitò gli studenti ad accompagnarla a visitare la capitale. In tal modo coloro che venivano da piccole città poterono vedere i luoghi più interessanti. Altri missionari, aiutati da due o tre studenti, fecero a turno il bucato. Erano tutti occupati nel lavoro e nello studio, e la cooperazione generale fece nascere un meraviglioso spirito di amicizia.

Raúl Morales ebbe una ragione particolare per ricordare la Scuola di Ministero del Regno. Sua moglie, Andrea, cominciò il corso nell’ultimo mese di gravidanza e diede alla luce la loro figlia Dorotea prima della fine del corso. Così la piccola Dorotea ebbe un inizio teocratico. È solo naturale che ora, passati più di 18 anni, serva Geova fedelmente come pioniera speciale.

NUOVI SERVITORI DI CIRCOSCRIZIONE

Nel 1962 il paese ebbe nuovamente bisogno di servitori di circoscrizione. Foi Bryen sposò Marina Vidaurre, una giovane sorella della congregazione di Soyapango. E la famiglia di Pedro Guerrero, che dall’agosto del 1960 serviva l’altra circoscrizione, cresceva così in fretta che sua moglie, América, non ce la faceva più a fare la pioniera speciale e aver cura dei figli. Il fratello Hibshman, che a quell’epoca era insegnante della Scuola di Ministero del Regno, raccomandò due giovani del Guatemala. Erano zelanti, desiderosi di imparare e molto capaci, anche se non avevano esperienza nell’opera della circoscrizione.

Il 31 maggio 1962 Marco Rolando Morales e Juan Mazariegos vennero nel Salvador e abitarono per qualche tempo alla casa missionaria. Ricevettero addestramento per alcune settimane nella circoscrizione e poi continuarono da soli.

PREPARATIVI DELLE ASSEMBLEE DI CIRCOSCRIZIONE

Nell’estate del 1962 i fratelli Morales e Mazariegos dovettero preparare la loro prima assemblea. Fu predisposto di tenerne una a San Miguel, nella parte orientale del paese, e un’altra a Sonsonate, nella parte occidentale. A Sonsonate Juan Mazariegos non riuscì a trovare un locale adatto. Il solo luogo che gli piaceva era una scuola, ma nel Salvador le scuole non erano mai state usate per le assemblee di circoscrizione. Juan si mise all’opera e parlò al direttore della scuola e poi al delegato scolastico di Sonsonate. Gli dissero di chiedere il permesso all’ufficio competente di San Salvador. Il permesso per l’uso della scuola fu concesso e il programma dell’assemblea fu preparato.

Poco prima dell’assemblea, comunque, Juan passò dalla scuola per vedere se tutto era a posto e il direttore gli disse che i Testimoni non avrebbero potuto usarla perché il permesso era stato revocato. Juan si precipitò a San Salvador dove gli comunicarono che la scuola non poteva essere usata a causa dell’opposizione del clero. Così egli si mise a cercare un altro posto adatto, ma inutilmente.

Perciò Juan decise di lottare per ottenere la sala, confidando nell’aiuto di Geova. Telefonò al ministro dell’Istruzione e chiese un colloquio, che gli fu negato perché il ministro era molto occupato. Ma Juan non si arrese; scrisse una bella lettera al ministro, chiese la guida di Geova in preghiera, e, vestito del suo migliore abito, il sabato mattina della settimana prima dell’assemblea andò a casa del ministro. Ottenne un colloquio per il martedì successivo.

In quell’occasione Juan parlò a un collaboratore del ministro che gli disse che il giorno seguente sarebbe stata presa una decisione. Il mercoledì Juan era a Sonsonate a fare i preparativi dell’assemblea, e una missionaria andò al ministero per conoscere la decisione. Come fu felice Juan di ricevere questo telegramma: “Ministero concede permesso di usare scuola”!

Il direttore della scuola diede a Juan le chiavi della scuola e lo invitò a usare tutto quello che gli serviva. Quella domenica un totale di 420 persone udirono il discorso pubblico. Dopo l’assemblea il direttore si meravigliò che la scuola fosse così pulita e chiese ai Testimoni quando vi avrebbero tenuto un’altra assemblea. In seguito il ministero dell’Istruzione scrisse: “Siamo lieti di concedervi gli edifici scolastici perché abbiamo preso atto del vostro ordine e della vostra pulizia”.

ASSEMBLEA “MINISTRI CORAGGIOSI”

Subito dopo quest’assemblea cominciarono i preparativi per l’Assemblea di Distretto “Ministri Coraggiosi”, che si doveva tenere dal 31 agosto al 2 settembre 1962. Fu firmato il contratto per l’uso del Teatro Nazionale di San Salvador, e mediante la radio e la stampa il pubblico fu incoraggiato ad assistervi. Poi, poco prima dell’assemblea, il contratto fu improvvisamente annullato. Fortunatamente si poté disporre di usare nuovamente il palazzo dello sport, che, con il suo ampio spazio per la mensa, il bar e le numerose toilette, è il posto ideale per le assemblee. Al discorso pubblico ci furono 1.545 presenti.

Da questo momento in poi le assemblee di distretto furono organizzate meglio. Baltasar Perla era il sorvegliante dell’assemblea, e anche altri fratelli salvadoregni cominciarono ad assumere responsabilità. I missionari non erano più in grado di fare tutti i lavori necessari per tenere queste assemblee più grandi. Il palazzo dello sport fu lasciato in condizioni così buone che i Testimoni furono invitati a usare i locali negli anni successivi.

CAMBIAMENTI NELL’AMMINISTRAZIONE DELLA FILIALE

Nel 1963 Samuel Stago e Marco Rolando Morales furono invitati a partecipare al corso di Galaad della durata di dieci mesi. In gennaio partirono per New York e Leonard Shimkus subentrò nell’incarico di servitore di filiale. L’incarico divenne permanente a causa di ciò che accadde poi in seguito quell’anno. Si venne a sapere che alcuni anni prima il fratello Stago aveva commesso immoralità. Fu rimosso da servitore di filiale e disassociato.

Delores, la moglie di Samuel, continuò a fare la pioniera speciale a San Salvador, e Samuel la raggiunse lì dove assisté regolarmente a tutte le adunanze. Un anno dopo fu riassociato con gioia di tutti i fratelli. Da allora lui e Delores sono stati davvero di incoraggiamento e di aiuto per l’organizzazione cristiana nel Salvador, e ora Samuel fa parte del comitato della filiale.

Mentre il 1963 volgeva al termine, i fratelli si occuparono nuovamente dei lavori precongressuali. Dal 26 al 29 dicembre si doveva tenere nel palazzo dello sport l’assemblea “Eterna Buona Notizia”. Ci furono 25 battezzati e al discorso pubblico pronunciato da Baltasar Perla ci furono 1.340 presenti.

NUOVO FILM DELLA SOCIETÀ

Nel 1964 fu proiettato nel Salvador il nuovo film della Società intitolato “Proclamazione dell’ ‛eterna buona notizia’ intorno al mondo”. Il film faceva vedere il comune retaggio di tutte le false religioni. Era un film veramente appropriato per El Salvador perché qui la falsa religione ha radici molto profonde. Gli spettatori potevano scorgere facilmente il legame esistente fra l’adorazione praticata dalle chiese della cristianità e l’antica religione babilonica.

Fatto degno di nota, nel Salvador ci sono santuari e chiese per la venerazione di almeno 14 madonne; ad esempio la Madonna del Transito, la Madonna della Candelora, la Madonna di Guadalupe e altre. Naturalmente molti santuari e altari sono dedicati semplicemente alla Vergine Maria.

UN UOMO CI FA PUBBLICITÀ

Julia Clogston stava contattando le stazioni radio per prendere accordi per la pubblicità delle assemblee quando incontrò Rafael Castellanos, amministratore della stazione radio YSU. Fu iniziato uno studio biblico. Al primo studio Rafael porse a Julia una copia del libro Human Destiny di Lecomte du Noüy e disse: “Ecco a che punto sono adesso. Veda cosa può fare con me”.

Era il mese di marzo del 1964. Rafael e sua moglie furono tra i 2.853 presenti alla Commemorazione celebrata in seguito quel mese. In maggio egli offrì alla Società la possibilità di trasmettere con la stazione YSU il programma “Cose a cui la gente pensa”. La stazione cominciò anche a trasmettere annunci direttamente dalle assemblee o da riunioni speciali. Questa coppia e i loro due ragazzi, Roberto e Ricardo, in seguito furono battezzati.

MILTON HENSCHEL, OSPITE DELL’ASSEMBLEA

Nel febbraio del 1965 fu tenuta nel palazzo dello sport l’Assemblea di Distretto “Frutti dello spirito”. A questo punto i fratelli chiamavano il luogo “la nostra Sala del Regno per una volta all’anno”. Milton Henschel della sede di Brooklyn visitava allora El Salvador come sorvegliante di zona e pronunciò il discorso pubblico “‘Pace fra gli uomini di buona volontà’ o Armaghedon — Quale desiderate?” Un totale di 2.416 persone udirono il discorso, oltre mille più del massimo di presenti che c’erano stati alla precedente assemblea di distretto tenuta nel dicembre del 1963.

ACCRESCIUTI PRIVILEGI DI SERVIZIO

Il sorvegliante di circoscrizione Juan Mazariegos fu invitato alla 40a classe di Galaad, e Juan De Dios Peña prese il suo posto nella circoscrizione. Sempre nel 1965 Baltasar Perla junior accrebbe i suoi privilegi di servizio teocratico. Erano passati molti anni da che sua madre Paulina aveva conosciuto la verità. In luglio il giovane Baltasar fu accettato alla Betel di Brooklyn, dove presta ancora servizio fedelmente. Dal dicembre del 1978 anche Hernán Peña, della famiglia Peña di Santiago Texacuangos, presta servizio alla Betel di Brooklyn.

Nel 1965 si ebbe alla Commemorazione un massimo di 2.914 persone e il numero dei proclamatori del Regno salì a 961.

IL TERREMOTO DEL “GIORNO DELLA CROCE”

Ogni anno ai primi di maggio i mercati del Salvador offrono un’eccezionale varietà di frutti che la gente compra per decorare le croci di legno nel giorno della croce, celebrato il 3 maggio da molti cattolici di San Salvador e dintorni. Ma alle quattro di mattina del 3 maggio 1965 accadde qualcosa che cambiò tutti i loro progetti. Il Libro de Oro (Libro d’oro) pubblicato da La Prensa Grafica riferisce:

“Alle 4 di stamattina il più violento terremoto registrato negli ultimi 46 anni ha fatto tremare la capitale e le città di Ilopango, Soyapango, Mejicanos, Villa Delgado, Santo Tomás, San Marcos e altri luoghi delle vicinanze. L’intensità della scossa era di 7,5 gradi; il Comitato di Emergenza Nazionale è in piena attività”.

Centinaia di case di mattoni divennero mucchi di macerie. La scossa creò la sensazione di un treno merci che passava attraverso la casa. Se questa non crollò, bottiglie, ninnoli, vasellame, quadri e lastre di cristallo andarono in frantumi. Ci furono oltre cento morti e centinaia di feriti gravi. Possiamo essere grati che nessun Testimone rimase gravemente ferito. E l’edificio della filiale, salvo alcune crepe nell’intonaco, non riportò gravi danni.

Una coppia di missionari aveva sentito che durante un terremoto ci si deve rifugiare sotto il letto. Ci provarono, ma sembravano due struzzi; ci entrava solo la testa. Dopo i primi tremori, una missionaria corse nella sala da pranzo e tolse tutti i piatti dalla credenza, mettendoli in bell’ordine per terra perché non si rompessero. La prima missionaria che entrò dopo di lei nella sala da pranzo pensò che fosse stato il terremoto ad ammucchiare per bene i piatti sul pavimento, senza romperne nemmeno uno.

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE DEL 1966

Oltre 300 stranieri provenienti da 13 paesi vennero nel Salvador per assistere all’assemblea internazionale “Figli di libertà di Dio” tenuta dal 10 al 14 dicembre. Di nuovo il luogo prescelto per il congresso fu il palazzo dello sport. Come di consueto radio, TV e giornali fecero una buona pubblicità.

Il primo giorno Fred Franz pronunciò il discorso “Predicate la liberazione ai prigionieri” davanti a un uditorio di 1.640 persone. Poiché nel paese c’erano soltanto 995 Testimoni, era chiaro che anche molti estranei apprezzavano l’assemblea. E quando il fratello Franz pronunciò il discorso pubblico intitolato “Il millennio del genere umano sotto il regno di Dio” alla presenza di 4.780 persone, i fratelli furono colmi di gioia. La domenica sera una folla ancor più numerosa — 4.989 persone — si presentò per vedere il commovente dramma sulla perseveranza di Geremia.

Durante il dramma il fratello Franz era seduto sulle gradinate. Non sapendo con chi parlava, un visitatore gli chiese chi era questo Franz a cui era stata fatta tanta pubblicità. L’uomo menzionò alcuni punti su cui non era d’accordo con i testimoni di Geova, e il fratello Franz gli rispose, dicendogli le ragioni bibliche delle nostre credenze. Poi, poco prima della fine della sessione, il fratello Franz si alzò per andare a condurre il cantico finale e la preghiera. Che sorpresa per quest’uomo scoprire che era stato seduto proprio accanto al fratello Franz! In seguito ripeté parecchie volte che solo fra i testimoni di Geova si può trovare una persona che, pur così importante, manifesti tanta umiltà.

Alle assemblee dei testimoni di Geova il pubblico era sempre stato numeroso. A volte il numero dei presenti era il doppio o il triplo di quello dei Testimoni, ma a quest’assemblea il numero dei presenti era quattro volte quello dei Testimoni! Molti visitatori provenienti da altri paesi alloggiavano al moderno Hotel Intercontinental, per cui fu possibile usare la bella piscina dell’albergo per il battesimo.

Vennero organizzate escursioni per dare ai congressisti stranieri la possibilità di vedere alcuni laghi e vulcani del Salvador. Alcuni si rammaricarono di non potersi trattenere per qualche ora a riposare e nuotare nel bel lago Coatepeque, di origine vulcanica. Furono però molto contenti di fotografare questo gioiello, le cui tranquille acque azzurre sono punteggiate da isolotti formati dai depositi di lava. Anche le felci e le piante tropicali che crescono nel paese riempirono i visitatori di meraviglia.

FORMATA LA TERZA CIRCOSCRIZIONE

Durante l’assemblea venne suggerito di formare una terza circoscrizione, dato che nel Salvador c’erano ora 20 congregazioni e un buon numero di gruppi isolati. Nel gennaio del 1967 Marvin Roth, un missionario, fu nominato sorvegliante di circoscrizione. Egli si unì ai fratelli Morales e Mazariegos, che servivano le altre due circoscrizioni. Alla Commemorazione del 1967 ci furono 3.363 presenti, indice delle meravigliose prospettive di aumento.

QUANDO NACQUE GESÙ?

Qualche tempo dopo l’assemblea, la stazione radio YSEB pose una domanda: Quando nacque Gesù? I commenti ricevuti erano numerosi e tutti rimasero sorpresi per la diversità delle opinioni. Quella che alla stazione radio pensavano fosse una semplice domanda con una semplice risposta aveva creato una situazione molto complessa.

Un giorno un rappresentante della stazione radio si recò alla filiale della Società, chiedendo di mandare qualcuno alla radio a fare un breve discorso sul soggetto. L’incarico fu affidato al giovane sorvegliante di circoscrizione Juan Mazariegos. Furono invitati anche l’arcivescovo cattolico, insieme a un sacerdote e a un ministro protestante. Ciascun ecclesiastico parlò per pochi minuti, ma nemmeno l’arcivescovo e il prete riuscirono a mettersi d’accordo sul giorno della nascita di Gesù. Nessuno citò la Bibbia per rispondere.

Quando il fratello Mazariegos prese in mano il microfono, parlò per mezz’ora mostrando con la Bibbia perché Gesù dev’essere nato verso il 1° ottobre dell’anno 2 a.E.V. La stazione radio ricevette molte lettere che chiedevano altre informazioni, e come risultato furono iniziati degli studi biblici. C’era anche la lettera di un sacerdote che il fratello Mazariegos riuscì a rintracciare e visitare.

ALTRO AIUTO APPREZZATO

Facendo un rapporto sull’assemblea internazionale del dicembre 1966, l’edizione di Svegliatevi! del 22 luglio 1967 pubblicò l’articolo intitolato “El Salvador: gemma dei tropici”. L’articolo suscitò in alcuni Testimoni il desiderio di andare a servire dove c’era maggior bisogno di proclamatori del Regno. John Trayer e sua moglie arrivarono quasi contemporaneamente a cinque nuovi missionari della 44a classe di Galaad: Concha Dorantes, Juanita Alarcon, Elizabeth Naviski e Richard e Sandra Bryan.

In ottobre del 1968 John Trayer cominciò a fare il pioniere insieme alla moglie Betty, e nell’aprile del 1969 fu nominato sorvegliante di una congregazione di San Salvador. Alcuni anni fa, parlando dei cambiamenti che aveva dovuto fare, John disse:

“La difficoltà più grande per me era la lingua e per Betty lasciare i figli anche se ora erano grandi. Ci fu qualche problema anche ad abituarsi alle diverse condizioni di vita, e soffrivamo il caldo. Ma abbiamo avuto la gioia di aiutare a organizzare una nuova congregazione, a preparare le assemblee, a costruire Sale del Regno e curarne la manutenzione. Si, siamo felici d’essere venuti qui!”

Nel gennaio del 1968 arrivarono Charles ed Eleanor Taylor, insieme ai figli Barry e Monica. Col tempo questa famiglia fu inviata ad Apopa, un paese a nord della capitale. Il gruppo di 15 proclamatori fu felice d’avere in mezzo a loro i Taylor. Qualche tempo dopo fu stabilita una congregazione e Charles fu nominato sorvegliante di congregazione. Nell’aprile del 1971 si occupò dei preparativi dell’assemblea di circoscrizione ad Apopa. Ecco i commenti di Charles riguardo al loro servizio:

“Spesso una famiglia come la nostra può rendersi utile in un modo che non è possibile ai missionari della Società. Per esempio, in genere i missionari non hanno l’automobile per aiutare i gruppi che hanno estremo bisogno di fratelli maturi. La nostra famiglia può parlare per esperienza e possiamo dire che è riservata una speciale benedizione a coloro che desiderano gettare le loro reti in acque straniere dove il bisogno è più grande”.

Non molto tempo dopo essere arrivati nel Salvador nel 1968, i Taylor ebbero un terzo figlio, che ora sta facendo progresso verso la maturità fisica e spirituale. Monica è felicemente sposata e vive negli Stati Uniti, mentre il resto della famiglia ha servito i fratelli di Apopa fino al 1980 quando, per ragioni economiche, è tornata anch’essa negli Stati Uniti. Ora ad Apopa ci sono due congregazioni, con la Sala del Regno di loro proprietà.

ASSEMBLEA DI DISTRETTO DEL 1967

All’Assemblea di Distretto “Facciamo discepolitenuta in dicembre nel palazzo dello sport, il discorso pubblico fu pronunciato da Baltasar Perla alla presenza di 3.005 persone. I drammi biblici furono annunciati settimane prima dell’assemblea per mezzo di articoli e foto nei giornali e per mezzo della televisione.

I fratelli salvadoregni prendono seriamente i drammi e apprezzano molto il privilegio di prendervi parte. Si esercitano insieme per settimane prima delle assemblee. E cercano in ogni modo di fare costumi corrispondenti a quelli dei tempi biblici. Indubbiamente questi sforzi spiegano in parte il gran numero di presenti alle assemblee di distretto.

NUOVO SERVITORE DI FILIALE

Nel 1968 le autorità preposte all’immigrazione informarono i missionari delle nuove norme. Se dopo cinque anni i missionari desideravano rimanere nel paese dovevano pagare 800 dollari per ottenere il permesso di soggiorno permanente. Altrimenti dovevano lasciare il paese. Il sorvegliante di filiale, Leonard Shimkus, e sua moglie erano nel Salvador da più di cinque anni, per cui furono avvisati che dovevano andarsene. Leonard riuscì a prolungare il suo soggiorno per un altro anno. Dopo di che la Società comunicò loro di andare nel Guatemala dove poterono continuare l’opera missionaria.

Nella primavera del 1968 Marco Rolando Morales fu informato che dal 1° giugno 1968 avrebbe preso il posto del fratello Shimkus come sorvegliante di filiale. E Juan De Dios Peña fu nominato al posto del fratello Morales nell’opera di circoscrizione.

L’ESPANSIONE CONTINUA

I presenti alla Commemorazione nel 1968 salirono a 4.027, un aumento di 664 rispetto all’anno prima. Nell’aprile del 1968, inoltre, fu formata la settima congregazione di San Salvador. Si trovava nel quartiere di Villa Delgado, ora chiamato Ciudad Delgado. La congregazione era formata da 29 proclamatori che si riunivano nella casa di José Montoya. Il nuovo sorvegliante di filiale, il fratello Morales, ricevette l’incarico di sorvegliante di congregazione. Essendo la maggioranza dei fratelli abbastanza nuovi, nei primi tempi il fratello Morales faceva quasi tutte le parti alle adunanze, oltre a occuparsi di letteratura, riviste e territori. A poco a poco altri fratelli assunsero maggiore responsabilità nella congregazione.

Nel 1968 fu intrapresa l’opera di predicazione in molte altre zone. Il fratello e la sorella Stago concentrarono la loro opera nel piccolo centro di San Ramón, situato sulle pendici del vulcano San Salvador. A quell’epoca non c’erano proclamatori del Regno nella zona.

Il fratello Stago fece una visita ulteriore al proprietario del principale negozio di San Ramón, la cui compagna aveva preso letteratura. Quest’uomo, José Chavez, era un tipo particolarmente violento e aveva un sacco di brutti vizi. Ma aveva un po’ di rispetto per la Parola di Dio. Fu stabilito uno studio. Col tempo José si tolse i suoi vizi e li sostituì con buone abitudini, e cominciò ad assistere alle adunanze. Ora sei suoi familiari sono battezzati, e José è anziano in una congregazione di San Ramón.

La sorella Stago iniziò uno studio con Domitila Paz, sua sorella Ana Paz e il compagno di Domitila, Isabel Escobar. Non sapeva che queste donne erano le figlie del fratello Martin Paz, morto nel 1960 dopo aver rifiutato una trasfusione di sangue. Queste donne progredirono rapidamente nella verità. In seguito Ana divenne pioniera e più tardi pioniera speciale. Domitila e Isabel si sposarono legalmente e ora frequentano la congregazione di San Ramón. Anche altri componenti della famiglia vennero presto nella verità. Come sarà felice Martin Paz quando si sveglierà dal riposo della tomba e vedrà tutti quei suoi familiari che servono Geova!

Nel dicembre del 1968 fu di nuovo usato il palazzo dello sport per l’Assemblea di Distretto “Buona Notizia per tutte le Nazioni”, con 4.500 presenti al discorso pubblico e 109 battezzati. Che emozione per i sei nuovi missionari giunti nel paese in novembre!

UN’IMPROVVISA TRAGEDIA

L’edizione inglese della Torre di Guardia del 15 febbraio 1968, annunciando le Assemblee di Distretto “Buona Notizia per tutte le Nazioni”, disse che si preparava qualcosa che “avrà notevole influenza sull’opera che faremo negli anni avvenire”. Charles Beedle era molto ansioso di sapere di cosa si trattava. Dopo essere stato per molti anni servitore di filiale, aveva trovato lavoro nel Salvador, e lui e Jane avevano ora tre figli, Sandra, Charles junior e Susie.

Salutando la prima missionaria che partiva per andare all’assemblea di distretto in California, Charles la pregò di mandargli immediatamente notizie. Cosa che lei fece, ma prima che potesse ricevere la notizia del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna e del programma di studi di sei mesi, Charles giaceva sepolto nel cimitero di San Salvador. La sua morte avvenuta il 7 luglio 1968 fu improvvisa e scosse tutti i fratelli. Morì per un’infezione causata da una lisca di pesce che gli si era conficcata in una mano e per le iniezioni antitetaniche che gli avevano fatto. Qualcuno disse: “Abbiamo perso il nostro ‘tata’ [papà]”.

Il funerale fu tenuto nella Sala del Regno della filiale, alla cui costruzione lo stesso Charles aveva partecipato 13 anni prima. Il fratello Perla pronunciò il discorso funebre, a cui assisterono più di 500 fratelli, sebbene fossero passate meno di 12 ore dalla morte di Charles.

Nei cimiteri del Salvador ci sono molte tombe commemorative di bravi fratelli e sorelle che attendono d’essere risuscitati dopo Armaghedon. Allora sarà un grande privilegio per i superstiti compiere nuovamente l’opera educativa di Geova insieme a loro.

ARRIVANO ALTRI FRATELLI

Dopo le assemblee di distretto del 1968 nelle quali era stato dato l’incoraggiamento a servire dove c’era maggior bisogno di proclamatori del Regno, El Salvador ricevette in breve tempo quasi 400 lettere a questo proposito. I fratelli scrivevano da Europa, America del Nord e da varie isole. Ma dato che solo tecnici altamente specializzati potevano trovare lavoro nel Salvador, la maggioranza di coloro che sarebbero venuti dovevano avere entrate all’estero. Nel 1969 otto famiglie si erano stabilite nel Salvador, inclusi i Trayer e i Taylor arrivati poco prima. Questi fratelli e le loro famiglie hanno aiutato a rafforzare le congregazioni e la loro presenza è stata vivamente apprezzata. Quasi tutti però se ne sono poi dovuti andare.

ANCHE I CIECHI POSSONO VEDERE

Con il libro Verità l’opera progrediva più rapidamente. Gli interessati erano aiutati a prendere una decisione più in fretta. Tra questi c’era un cieco di nome Filadelfo Alvarado, con il quale aveva studiato Sam Stago. Uscì presto in servizio, fu battezzato e cominciò a studiare la Bibbia con i suoi nipoti che assistevano alle adunanze con lui. In seguito svolgeva anche parti nella Scuola Teocratica e nell’adunanza di servizio.

Verso quell’epoca Delores Stago offrì il libro Verità a una signora che le disse: “Mi piacerebbe prendere il libro ma non mi servirebbe. Sono cieca”. Delores si offrì di leggerle il libro e questa signora, Victoria Carias, ne fu lieta. Lo studio biblico progredì e un giorno Victoria disse: “Prima piangevo sempre ed ero triste, ma ora, grazie a Geova, ho una speranza”.

Anche lei cominciò a frequentare la congregazione di Zacamil, insieme all’altro cieco, Filadelfo. Diventarono presto felici proclamatori del Regno che uscivano in servizio, chiacchieravano con gli altri fratelli alle adunanze e si incoraggiavano a vicenda nelle attività cristiane.

LA GUERRA DELLE CENTO ORE

Nel luglio del 1969 El Salvador ebbe problemi con un paese confinante, l’Honduras, apparentemente per una partita di calcio. Nello stesso periodo molti fratelli erano partiti per andare alle assemblee “Pace in terra” negli Stati Uniti. Un folto gruppo andò a quella di New York. Poi i problemi con l’Honduras sfociarono in guerra aperta. Il 14 luglio El Salvador bombardò l’Honduras e quella notte gli aerei onduregni vennero a bombardare El Salvador e restammo senza corrente. Un missionario scrisse:

“Dopo il bombardamento dell’aeroporto non arrivavano più aerei e non si riceveva posta. I fratelli telefonavano continuamente per sapere cosa fare per le adunanze e Juan De Dios Peña dispose di tenerle di pomeriggio. . . . Mettemmo il pesante archivio contro la porta esterna dell’ufficio, e quando si sparse la voce che gli aerei onduregni lanciavano paracadutisti nascondemmo il denaro della filiale”.

C’erano così tante voci in giro che nessuno sapeva più a cosa credere. Il quarto giorno i combattimenti cessarono quando l’OAS (Organizzazione degli Stati Americani) minacciò di boicottare il caffè salvadoregno. Si calcola ci fossero migliaia di morti. E si parla anche di molte atrocità commesse da ambo le parti.

Migliaia di profughi tornarono nel Salvador dall’Honduras, inclusi alcuni fratelli salvadoregni che vivevano nell’Honduras. La maggioranza aveva perso i beni materiali. Fra loro c’era Mario Flores, che dopo essersi diplomato a Galaad aveva compiuto l’opera della circoscrizione nell’Honduras. Subito dopo il suo ritorno sposò una sorella che aveva conosciuto a Galaad e fecero l’opera della circoscrizione nel Salvador.

La guerra fu un’esperienza terribile. Ma non appena i fratelli tornarono dall’assemblea quelli che erano rimasti nel paese si sentirono più sollevati e dedicarono tutta la loro attenzione alle buone notizie portate dai fratelli.

CAMBIAMENTI NELLA FILIALE

Il servitore di filiale Rolando Morales si sposò e nel 1969 fu sostituito da Domenick Piccone. Domenick e sua moglie Elsa erano diplomati della 23a classe di Galaad e avevano fatto servizio in Marocco. Domenick era stato servitore di filiale del Marocco prima d’essere espulso nel maggio del 1969. Non potendo tornare in Marocco dopo l’assemblea di New York, ricevettero una nuova assegnazione, El Salvador, dove arrivarono il 31 ottobre 1969.

Per la prima volta nella filiale del Salvador c’era qualcuno che aveva già esperienza nel lavoro della filiale. Inoltre il fratello Piccone conosceva la lingua e le usanze, perché prima che in Marocco aveva fatto servizio in Spagna e in Portogallo. Una delle prime cose di cui si occupò furono i preparativi dell’Assemblea di Distretto “Pace in terra” che si doveva tenere nel gennaio del 1970. Il luogo prescelto fu di nuovo il palazzo dello sport, dove 3.850 persone udirono il discorso pubblico “Si avvicina la pace di mille anni”.

Solo poche settimane prima, il 16 dicembre 1969, erano cominciati i lavori di ampliamento della filiale. Quindici anni prima, mentre si stava costruendo l’edificio, il fratello Knorr aveva parlato dell’incremento dei proclamatori del Regno che avrebbe reso necessario l’ampliamento. Quel tempo era finalmente venuto.

Furono aggiunte tre stanze sopra, e il piano inferiore fu completamente riverniciato. Inoltre, fu finalmente possibile acquistare l’appezzamento di terra a nord dell’edificio, di 11 metri per 27, che estende la proprietà della filiale sino all’angolo della strada.

ALTRE ASSEMBLEE NEL 1970

In ottobre e novembre del 1970 le tre circoscrizioni formate di 25 congregazioni tennero le loro assemblee a Sonsonate, San Miguel e Soyapango, con un totale di 2.909 presenti. Raúl Morales servì queste assemblee come sorvegliante di distretto, mentre Mario Flores, Juan Mazariegos e Juan De Dios Peña erano i sorveglianti di circoscrizione. Il totale dei battezzati fu 83. A un’assemblea fu presente l’ambasciatore di Chiang Kai-shek nel Salvador che a quel tempo studiava la Bibbia con i Testimoni.

In dicembre fu tenuta nel palazzo dello sport l’ottava assemblea di distretto. Quel mese fecero rapporto 1.785 proclamatori. All’assemblea però i presenti al dramma “L’amore è un perfetto vincolo d’unione” furono 5.322. Era il più alto numero di presenti a un’assemblea tenuta nel Salvador. E il discorso pubblico “Salvata la razza umana mediante il Regno”, pronunciato dal fratello Piccone, fu udito da 4.072 persone. I molti fratelli venuti da altri paesi per servire nel Salvador aiutarono nei lavori dell’assemblea affinché tutti fossero più liberi di godersela.

CRESCITA FENOMENALE

Nel 1971 l’accresciuto numero delle congregazioni e dei gruppi isolati richiese la formazione di una quarta circoscrizione. Durante l’anno ci furono in media ogni mese 1.949 proclamatori, un aumento di oltre 400 rispetto all’anno prima. Questo significava che circa metà dei proclamatori del Salvador erano divenuti Testimoni negli ultimi cinque anni, poiché nel 1966 c’erano solo 995 proclamatori!

Il 9 aprile 1971 alla celebrazione della Commemorazione assisterono 7.924 persone. Pertanto, una media di oltre 230 persone si riunirono insieme a ciascuna delle 34 congregazioni del paese. Fra tutti i presenti, solo due presero gli emblemi indicando di avere la speranza celeste di regnare con Cristo sopra la terra.

NUOVE CONGREGAZIONI

Aumentando i proclamatori si dovettero formare nuove congregazioni, e i fratelli che erano venuti a servire dove il bisogno era maggiore ebbero una parte notevole nell’opera. Fu formata una congregazione a Chalchuapa. Charles Taylor fu nominato sorvegliante di congregazione della nuova congregazione di Apopa, e Joseph Backloupe, ex missionario che aveva fatto servizio in Bolivia, fu nominato sorvegliante di una nuova congregazione di San Salvador. Anche Robert Wolfe, che aveva lasciato il lavoro di disinfestatore a New York per venire nel Salvador con la moglie Edel, fu nominato assistente sorvegliante di congregazione in una congregazione della capitale. Nel marzo del 1971 la congregazione di Santa Ana, ormai troppo grande, fu divisa. Il gruppo di Juayúa era cresciuto abbastanza da diventare congregazione, e ne fu formata un’altra a El Platanar, vicino a San Miguel.

Si curarono anche i gruppi isolati di proclamatori. Nel 1971 John Trayer lasciò la capitale per aiutare il gruppo di Cojutepeque, una città a est di San Salvador. I proclamatori di San Sebastián e Ilobasco furono anch’essi aiutati e, come risultato, vi furono stabilite delle congregazioni. Ora gli abitanti di questi territori sono regolarmente visitati dai testimoni di Geova.

I fratelli che sono venuti qui da altri paesi per fare servizio sono molto amati e apprezzati dai fratelli salvadoregni. Hanno soddisfatto molti bisogni offrendo il loro tempo e i loro mezzi e compiendo una zelante attività nel servizio di campo.

LA FIGLIA DEL PRESIDENTE ACCETTA LA VERITÀ

Nel marzo del 1967 Fidel Sánchez Hernández divenne presidente del Salvador. Non molto tempo dopo la sua figlia adolescente, Marina, cominciò a cercare la verità in merito a Dio. Lasciamo che sia lei stessa a narrare come avvenne:

Ero cresciuta in unatmosfera non religiosa, dove la falsa religione era stata smascherata. Né mia madre né mio padre avevano alcun legame con la Chiesa Cattolica in seguito alle loro precedenti esperienze con la Chiesa.

Avevo 13 anni quando mio padre divenne presidente e ricordo che gli ecclesiastici più eminenti, come vescovi e cardinali, desideravano essere in stretti rapporti con la mia famiglia. Forse per aiutarci spiritualmente? Mia madre disse molto francamente che avrebbe assistito alle funzioni della chiesa solo se avessero avuto a che fare con questioni ufficiali di Stato. Il clero non mostrò mai nessun desiderio di aiutarci spiritualmente. Si facevano vivi solo quando c’era una campagna politica o quando sorgeva un problema nazionale.

“Mi era stato insegnato a diffidare di tutti. Ebbi la prova che avevo motivo di diffidare quando una notte ci fu un attentato per togliere a mio padre la presidenza. Ero l’unica della famiglia in casa con mio padre quando cominciò la sparatoria. Ebbi veramente paura di morire mentre le pallottole volavano attorno a me. Chiesi aiuto a Dio poiché credevo nella sua esistenza. Promisi fedelmente che se ne uscivo viva l’avrei cercato e mi sarei sforzata di trovarlo”.

Marina non poteva chiedere consiglio agli ecclesiastici, poiché aveva visto com’erano immischiati nella politica. E ora facevano da mediatori tra il governo e i ribelli. Ne fu profondamente delusa. A chi poteva rivolgersi per chiedere aiuto? Per breve tempo si unì a varie sette protestanti e ad alcuni ebrei, ma non trovò Dio. Poi Marina e il fidanzato accettarono di studiare con i testimoni di Geova. Oggi sono una coppia cristiana felicemente sposata e sono molto grati di far parte del popolo di Geova e di servire Dio insieme ai loro fratelli e sorelle spirituali in un clima di vera fiducia.

UNA FAMIGLIA APPREZZATA

Nel 1971 Joseph e Nancy Tremblay, con i due figli Jennifer e Tony, lasciarono gli Stati Uniti per venire a servire nel Salvador. Prima di conoscere la verità Joe faceva il coreografo a New York ed era andato in California a trovare i suoi familiari che erano testimoni di Geova. Lì aveva avuto modo di parlare con altri Testimoni e si era reso conto che i suoi familiari non praticavano quello che insegnano i testimoni di Geova. Allora decise di investigare. Scoprì che c’è uno “scopo nella vita”.

La verità toccò il cuore di Joe che telefonò al suo datore di lavoro a New York e si licenziò. Tutte le energie, le idee e il tempo che prima impegnava in attività mondane vennero ora dedicati ad attività spirituali. Lui e la moglie decisero di cercare il modo di tenersi spiritualmente occupati, per proteggersi dallo spirito del mondo. Era per questo che si trovavano nel Salvador.

Molti ricordano che una volta Joe chiese quale dono ricevevano i pionieri speciali. Quando lo seppe, rispose: “Cielo, non basterebbe neppure per le olive che metto nei cocktail”. Non si rendeva conto che i giorni dei cocktail e delle olive stavano per finire. Joe fa il pioniere da nove anni, ha partecipato alla costruzione di Sale del Regno e adempiuto responsabilità alle assemblee e conserva intatto il suo zelo e il suo entusiasmo. A Metapán, la sua attuale assegnazione, ha aiutato recentemente a costruire una nuova Sala del Regno.

ASSOCIAZIONE DEI TESTIMONI DI GEOVA

L’attività di predicare e fare discepoli è stata compiuta dai testimoni di Geova sin dagli inizi, nel 1945, senza riconoscimento legale. Nel 1972 fu costituita nel Salvador l’“Associazione dei Testimoni di Geova”. Questo strumento legale viene impiegato per far conoscere Geova agli abitanti del paese e per aiutarli a divenire veri cristiani.

Per mezzo dell’Associazione, i Testimoni possono acquistare terreno per costruirvi Sale del Regno, nonché sale delle assemblee e case missionarie. Nel corso degli anni sono state costruite molte belle Sale del Regno, inclusa quella di San Marcos. Per costruirla si dovette prima estrarre la pietra da una parete quasi verticale, facendo uso di dinamite; quindi, dopo aver fatto l’armatura in ferro, si alzarono i muri utilizzando quelle pietre. Al presente ci sono 42 Sale del Regno intestate all’Associazione, oltre a una sala delle assemblee e alle case missionarie di Santa Ana e San Miguel.

Fu Alejandro Lacayo, uno dei cinque nuovi missionari arrivati il 5 maggio 1972, a suscitare nella mente dei fratelli l’idea di costruire una nuova casa missionaria e Sala del Regno a San Miguel. Nell’agosto del 1974 la nuova casa, contigua alla Sala del Regno, era pronta per essere occupata. È una casa con tre belle stanze da letto, cucina, soggiorno, patio e uno spazioso ingresso. A San Miguel, dove l’opera è cresciuta più lentamente, ci sono ora quattro congregazioni.

ACCELERATA LA CRESCITA

Abbiamo menzionato varie volte il fatto che nel Salvador le attività dei testimoni di Geova erano divenute ben note. Per cui spesso i presenti alle adunanze e alle assemblee erano tre o quattro volte il numero effettivo dei Testimoni. Al principio e a metà degli anni settanta, molti di coloro che si riunivano insieme ai Testimoni si dedicarono a Geova, cominciarono a proclamare il messaggio del Regno e furono battezzati.

Nel 1973 il numero medio dei proclamatori del Regno salì a 2.854, quasi 1.000 più che due anni prima. Ma ci sarebbero stati altri aumenti eccezionali. Nel 1974 il numero medio dei proclamatori balzò a 4.065 — si ebbe un massimo di 4.535 — e il numero dei battezzati fu 1.509! Ma non ci si fermò qui.

L’anno seguente ci furono altri 1.612 battezzati e il numero medio dei proclamatori crebbe fino a una media di 5.124! Per il secondo anno consecutivo ci fu un aumento di ben oltre 1.000 proclamatori! Poi nel 1976 furono battezzate altre 984 persone. E quell’anno il numero medio di coloro che proclamavano il messaggio del Regno salì a 5.632 ogni mese!

In soli tre anni erano stati battezzati 4.105 nuovi discepoli. E il numero dei Testimoni nel Salvador era quasi raddoppiato, passando da 2.854 a 5.632!

SI FA FRONTE ALL’AUMENTO

Come potete immaginare, questo fenomenale aumento richiese la formazione di nuove congregazioni per aver cura di tutti i nuovi. In un solo anno — dal 1972 al 1973 — il numero delle congregazioni crebbe da 36 a 68. L’anno successivo se ne aggiunsero altre 23, e nel 1976 c’erano 118 congregazioni nel paese. In appena quattro anni il numero delle congregazioni del Salvador fu più che triplicato, passando da 36 a 118! Bisognava aiutare spiritualmente tutti i nuovi.

Crescendo il numero delle congregazioni, si dovettero formare altre circoscrizioni, per cui occorrevano fratelli capaci come sorveglianti di circoscrizione. Samuel Stago e Carlos Reyes, l’ex milite della Guardia Nazionale che molti anni prima aveva aiutato a formare la congregazione di Usulután, furono scelti per l’opera di circoscrizione. A causa del rapido aumento, non sempre i nuovi sorveglianti di circoscrizione erano uomini con una lunga esperienza nella verità.

Per esempio alla fine degli anni sessanta Gladys Romero riuscì a suscitare interesse nel marito Saúl che cominciò a studiare la Bibbia. Quando alla fine egli si convinse di avere trovato la verità, l’accettò con tutto il cuore. Nel 1970 fu battezzato e nel febbraio del 1971 era pioniere regolare. Nel 1975 fu scelto per l’opera di circoscrizione.

Si dovettero formare altre circoscrizioni. Ma chi poteva servire come rappresentante viaggiante della Società? Furono scelti Carlos Villanueva e Roberto Guzman, due giovani pionieri speciali. Compensarono la loro mancanza di esperienza con la fedeltà e lo strenuo lavoro. Oggi nel Salvador ci sono 137 congregazioni e 23 gruppi, suddivisi in otto circoscrizioni.

LE ASSEMBLEE PROMUOVONO LA CRESCITA

Si continuarono a tenere le assemblee di distretto e internazionali nel palazzo dello sport di San Salvador. Questi congressi annuali erano un grande incentivo per i fratelli a proseguire l’opera di predicare il Regno e fare discepoli. All’assemblea “Dominio Divino” del 1972 furono date ulteriori informazioni sulla nuova disposizione del “corpo degli anziani” per amministrare ciascuna congregazione, al posto di un “servitore di congregazione”. Lo scorso anno c’erano 182 anziani nel paese. Dato che questo significava in media poco più di un anziano per congregazione, è evidente che nel Salvador c’è ancora un grande bisogno di fratelli maturi e qualificati.

L’Assemblea Internazionale “Vittoria Divina” tenuta nel dicembre del 1973 nel palazzo dello sport fu la più incoraggiante che si fosse avuta fino a quel momento. Il numero massimo di proclamatori del Regno che avevano fatto rapporto in un mese fino a quel tempo era stato 3.310. Quanti se ne potevano attendere a quest’assemblea? Ben 10.788 persone gremirono il palazzo dello sport! Ma c’era una sorpresa anche più grande: 1.046 persone si presentarono per esprimere pubblicamente col battesimo il fatto che avevano dedicato la propria vita a fare la volontà di Geova. Erano quasi un terzo del numero massimo di proclamatori di quell’anno. La raccolta era grande!

Che dire quindi dell’Assemblea di Distretto “Proposito Divino”? Era in programma per il dicembre del 1974, sempre nel palazzo dello sport. Il locale sarebbe stato abbastanza grande? La celebrazione della Commemorazione in aprile diede un’idea di ciò che ci si poteva aspettare. In quell’occasione furono presenti 15.836 persone, quasi il doppio dei presenti alla Commemorazione della morte di Cristo di tre anni prima. Al discorso pubblico dell’assemblea, sul tema “I piani umani falliscono mentre il Proposito Divino ha successo”, il palazzo dello sport era strapieno, con 12.125 presenti. Era senz’altro evidente che il proposito di Dio aveva successo per quanto riguardava l’opera di fare discepoli nel Salvador.

UN EX UOMO POLITICO FA UN CAMBIAMENTO

Fra gli oltre 1.000 battezzati all’Assemblea “Vittoria Divina” del 1973 ci fu Atilio García Prieto. Circa 18 anni prima aveva fatto parte del governo del presidente Osorio, nello stesso tempo in cui ne faceva parte Baltasar Perla. Quando Baltasar era diventato Testimone, Atilio aveva pensato: “Quell’uomo dev’essere matto”. Ora crede che il matto doveva essere lui.

Dopo essere diventato un attivo servitore di Geova, arrivò a tenere fino a 12 studi biblici. Ora è anziano in una congregazione di San Salvador. Nel 1975 fu premiato come professionista dell’anno nel Salvador. Ricevendo il premio disse che aveva sempre desiderato costruire un mondo migliore. Ma poi, con versetti biblici, mostrò a tutti i presenti, incluso il presidente e il suo governo, che solo il regno di Dio ci sarebbe riuscito.

PROVVEDIMENTO PER LE ASSEMBLEE DI DISTRETTO

Ora che il palazzo dello sport era troppo piccolo, dove si sarebbe potuta tenere l’annuale assemblea di distretto? Dato che il palazzo dello sport era l’ideale per questi congressi, si decise che l’Assemblea di Distretto “Sovranità Divina” del 1975 si sarebbe tenuta in questo stesso posto in due riprese, in settimane diverse. Le congregazioni di San Salvador tennero la loro assemblea una settimana, e quelle fuori della capitale tennero la loro un’altra settimana. Come furono felici i fratelli di sapere che il fratello Knorr sarebbe stato presente con loro a questi congressi!

I presenti non si rendevano conto che questa sarebbe stata l’ultima visita del fratello Knorr. Gradirono molto la sua compagnia, e ascoltarono con grande interesse i suoi ottimi consigli spirituali all’adunanza dei missionari e in altre occasioni durante il suo soggiorno. Morì di cancro meno di due anni dopo, l’8 giugno 1977.

Il fratello Tremblay fu invitato a preparare un palco adatto per l’assemblea. Valendosi della collaborazione dei fratelli della congregazione di Ahuachapán, dove a quel tempo faceva il pioniere speciale, con del cartone e un bel po’ di fantasia creò uno stupendo palazzo bianco come sfondo per il palco. Sopra il palazzo c’erano il trono e la corona del grande Sovrano. Era molto appropriato per rappresentare la posizione di Geova Dio sopra tutto l’universo! Il programma fu seguito attentamente da un uditorio complessivo di 15.025 persone.

Dato che i due raduni avevano avuto un tale successo, nel 1976 i fratelli ne organizzarono tre. L’Assemblea di Distretto “Sacro Servizio” del 1976 si doveva tenere a Santa Ana, San Miguel e San Salvador. In tal modo persone di ogni parte del paese avrebbero potuto più facilmente ricevere l’ottimo cibo spirituale e godere dell’associazione dei fratelli. Il numero complessivo dei presenti fu 13.203. Erano quasi 2.000 meno che alla precedente assemblea, ma era sempre più del doppio dei proclamatori del paese; infatti nel 1976 era stato raggiunto un massimo di 6.010 proclamatori.

AMPLIATA ULTERIORMENTE LA FILIALE

La crescita dell’organizzazione costrinse ad ampliare ulteriormente la filiale. Come abbiamo già detto, nel 1970 era stato acquistato un pezzo di terra davanti alla filiale. Per qualche tempo c’era stato un bel prato verde cosparso di fiori, che valorizzava la filiale. Ma nel 1975, durante la visita di Robert Wallen, rappresentante della sede centrale di Brooklyn, fu considerata la possibilità di usare questo terreno per ampliare i locali della filiale.

Nel 1976 fu fatto e approvato il progetto. Con l’aiuto di fratelli volontari e con la cooperazione di tutti, la costruzione fu portata a termine spendendo metà del previsto. John Trayer e Vicente Valdarrama, un fratello che era andato ad Ahuachapán a servire dove il bisogno era più grande, vi lavorarono a tempo pieno.

Nel 1977 il nuovo edificio era pronto per essere occupato. Che gioia trasferire gli uffici dal piccolo locale ad ambienti spaziosi e ben arieggiati! Le scatole di letteratura uscirono da corridoi, camere da letto e bagni e furono sistemate in bell’ordine nell’ampio deposito. Con ciò anche la casa sembrava nuova.

Nel dicembre del 1977, all’Assemblea di Distretto “Operai Gioiosi”, Milton Henschel del Corpo Direttivo pronunciò il discorso della dedicazione dei nuovi locali. Anche quest’assemblea fu tenuta in due riprese, sempre nel palazzo dello sport di San Salvador. Questa volta il numero complessivo dei presenti fu 13.615. Questa cifra era inferiore al massimo di presenti di due anni prima, ma il numero di coloro che si riunivano assieme ai testimoni di Geova in ogni parte del paese era molto maggiore. Questo fatto fu indicato dal buon numero di presenti alla Commemorazione nel marzo del 1978, vale a dire 21.285.

PROPOSTA LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA SALA DEI CONGRESSI

Nel corso degli anni era stato assai difficile trovare luoghi adatti per le assemblee di circoscrizione. Alcune circoscrizioni erano costrette a tenere anche cinque piccole assemblee in mancanza di luoghi abbastanza grandi per accogliere tutti. Specie durante la stagione delle piogge, quando occorre un posto riparato, era difficile trovare un luogo per l’assemblea. Ora le scuole erano spesso troppo piccole per queste assemblee, e per giunta non erano sempre la soluzione migliore. Il seguente episodio illustra il tipo di problemi che si incontravano.

I fratelli erano radunati per assistere all’assemblea quando la banda militare prese posto davanti al palco e cominciò a suonare l’inno nazionale. Quel sabato mattina gruppi di alunni si riunirono per un programma musicale. Sembra fosse stato uno degli insegnanti, al quale non andava che i Testimoni tenessero l’assemblea nella scuola, a organizzare il programma con la banda militare. Dopo un’ora circa la banda se ne andò e i bambini tornarono lentamente a casa. Allora il programma dell’assemblea fu iniziato appropriatamente con un cantico alla lode di Geova seguito dalla preghiera. Questo è solo un esempio delle difficoltà che hanno dovuto sormontare i fratelli per provvedere questi banchetti spirituali ogni sei mesi.

Che si poteva fare? Essendoci nel Salvador otto circoscrizioni, era ragionevole o possibile costruire una sala dei congressi?

La cosa fu considerata con il fratello Henschel durante la sua visita in occasione dell’Assemblea “Operai Gioiosi”. L’idea fu poi presentata per iscritto al Corpo Direttivo. Si era già cominciato a cercare il terreno a un prezzo ragionevole. In seguito un fratello di San Salvador offrì un appezzamento di terra con approvvigionamento idrico indipendente vicino al lago Ilopango. Era piuttosto grande, e il prezzo era ragionevole. Molti fratelli fecero generose offerte per comprare il terreno e iniziare i lavori.

Quale fu la risposta del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova? Le loro domande erano: I fratelli del Salvador daranno il loro appoggio a una tale impresa? Saranno in grado di restituire il prestito richiesto? La cosa fu presentata ai membri dell’Associazione e poi alle congregazioni per lettera. Le congregazioni risposero con un entusiastico sì! Si decise allora di mettere tutto l’impegno nell’opera e di chiedere la guida di Geova nei lavori.

ORGANIZZATE NUOVE SCUOLE

Dopo l’Assemblea “Operai Gioiosi” del dicembre 1977 si dispose di tenere una nuova Scuola di Ministero del Regno, oltre a una scuola speciale per i pionieri. La Scuola di Ministero del Regno era tenuta nel paese dal 1962. Periodicamente i fratelli che avevano responsabilità nelle congregazioni venivano invitati a frequentarla. Durante il 1978 tutti gli anziani e i servitori di ministero della nazione frequentarono questo corso di 15 ore. Gli insegnanti furono i quattro membri del comitato della filiale e altri due fratelli capaci. Tenendo tre corsi contemporaneamente, in un mese tutti poterono frequentarlo.

Questa scuola era appena finita quando ebbe inizio la scuola per i pionieri. Per la metà di giugno del 1977 tutti i pionieri del Salvador che facevano questo servizio da almeno un anno avevano avuto la possibilità di seguire questo corso speciale di 10 giorni. I pionieri del Salvador furono veramente grati a Geova di questo eccellente provvedimento preso mediante la sua organizzazione.

NEL SALVADOR LE COSE SONO CAMBIATE

Nel corso degli anni El Salvador aveva cominciato a cambiare aspetto e anche le usanze. Anzitutto la popolazione era aumentata da circa un milione e mezzo di persone nel 1945 a circa cinque milioni nel 1980. Specie nella capitale le vecchie case di mattoni furono sostituite con moderne case in cemento dai vivaci colori. Da ogni parte sorsero nuovi complessi residenziali. Il lavoro era più abbondante e anche i salari aumentarono. Molti cominciarono a lasciare le campagne per cercare lavoro in città.

Col tempo San Salvador finì per somigliare, sotto molti aspetti, a una moderna città nordamericana. Negli anni sessanta, l’hamburger era considerato esclusivamente un cibo per stranieri e si trovava solo in alcuni luoghi frequentati dai turisti. Alla fine degli anni settanta, però, tavole calde come “McDonald’s” o “Hardee’s” facevano affari d’oro, servendo hamburger e patate fritte sia ai turisti che alla gente del posto. In varie parti della città sono sorti parchi ricreativi che fanno a gara per attirare clienti un tempo riservati a luoghi turistici come il parco tropicale detto “Los Chorros”, il lago Coatepeque e il lago Ilopango. Ora c’è una funicolare che trasporta i visitatori dall’estremità sudorientale di San Salvador in cima al monte San Jacinto. Lì ci si può divertire al luna park o godere semplicemente la magnifica vista della città. Certo i divertimenti non mancano.

Ma ci vogliono soldi per poterseli permettere, perché i prezzi son saliti alle stelle. Per esempio, la pupusa, un piatto tipico che consiste di una focaccia di granturco con un ripieno di formaggio, carne o fagioli, è aumentata di prezzo almeno quattro o cinque volte rispetto agli anni sessanta. E questo piatto tipico, insieme a banane fritte e caffè, incide ora notevolmente sul bilancio della famiglia media.

Nuove autostrade e superstrade hanno preso il posto delle bidonville che per molti anni hanno ospitato migliaia di poveri. Con la costruzione del nuovo aeroporto “El Salvador”, situato circa 35 chilometri a sud di San Salvador, è stata costruita una nuova autostrada a quattro corsie che rende l’aeroporto facilmente raggiungibile. Al principio degli anni sessanta la macchina era un lusso che solo pochi eletti potevano permettersi, ma alla fine degli anni settanta le automobili brulicavano come formiche e sfrecciavano rombando per le strade della città. Solo nelle strade relativamente tranquille fuori della città l’automobilista riesce a trovare un po’ di quiete.

Anche la situazione religiosa è cambiata. In passato i gruppi protestanti erano sempre in minoranza e il cattolicesimo li costringeva a un posto di secondo piano. Ma in tempi recenti la gente in generale è stata disgustata dall’ingerenza del clero nella politica e molti cercano qualche altra cosa. Così molti hanno abbandonato la Chiesa Cattolica per unirsi ai numerosi gruppi evangelici sorti in anni recenti. Ma in effetti né cattolicesimo né protestantesimo hanno soddisfatto coloro che cercavano sinceramente la verità.

A poco a poco il fanatismo religioso del passato viene sostituito da un’apatia religiosa che ha solo una parvenza di vero cristianesimo. Nel tentativo di arginare questa pericolosa tendenza, il cattolicesimo ha cominciato ad adeguare le sue pratiche religiose con quelle di gruppi settari e in molti luoghi ha smesso di usare le immagini. I cambiamenti, sia religiosi che di altro genere, hanno influito sulla vita della gente. Specie dal 1975 la ricerca dei piaceri e la mancanza di rispetto per le leggi di Dio e dell’uomo hanno fatto le loro vittime.

Che effetto ha avuto tutto ciò sulla congregazione cristiana? È interessante leggere questa osservazione fatta dalla filiale del Salvador:

“Anche coloro che seguivano il vero cristianesimo sono stati contagiati. Alcuni fratelli hanno rinunciato ai privilegi cristiani nella congregazione perché li ostacolavano in altre attività personali. Altri sono andati all’estero per consolidare la propria posizione economica.

“Inoltre è sempre più difficile suscitare nei giovani il desiderio di dedicare la propria vita a servire Geova di continuo. Lavoro secolare e studi fanno mettere il servizio del Regno al secondo posto, e il tempo e le energie che un tempo erano dedicati a servire Geova e il prossimo vengono spesi in molti casi per soddisfare i propri desideri. Questi tempi moderni stanno mietendo vittime fra coloro che evidentemente non avevano la verità nel cuore o che, non essendo stati svegli, hanno perso la fede e la fiducia nelle promesse di Geova”.

Naturalmente, la stragrande maggioranza dei servitori di Dio del Salvador si sono mantenuti spiritualmente forti. Hanno continuato a compiere con zelo l’opera di predicare e fare discepoli e le loro fatiche portano molto frutto.

CAMBIA IL LUOGO DELLE ASSEMBLEE

Durante il 1978 fu raggiunto nel Salvador un massimo di 6.017 proclamatori del Regno. Con tale incremento, il palazzo dello sport si poteva usare solo per le assemblee di circoscrizione. Bisognava trovare un posto più capiente. Ultimamente erano state fatte delle migliorie allo Stadio Nazionale di Flor Blanca, situato solo a qualche isolato dal palazzo dello sport. Così l’Assemblea Internazionale “Fede Vittoriosa” fu tenuta lì dal 27 al 31 dicembre 1978.

Dato che lo stadio è quasi interamente scoperto, il programma fu tenuto di pomeriggio e di sera. Le mattine furono dedicate al servizio di campo e ai programmi per i visitatori. Questo programma includeva anche danze tipiche del luogo. Il numero dei visitatori stranieri era molto inferiore a quello della precedente assemblea internazionale del 1973, tuttavia coloro che il venerdì mattina parteciparono al servizio di campo furono un incentivo per i fratelli locali. Qui molti parlano ancora dell’opportunità che ebbero di uscire in servizio con fratelli e sorelle di altri paesi.

Uno dei principali oratori a questa assemblea internazionale fu Grant Suiter del Corpo Direttivo. Egli non parla spagnolo, ma i fratelli furono ugualmente incoraggiati dalla sua presenza e dalle sue parole tradotte in spagnolo. All’assemblea fu raggiunto un massimo di 11.109 presenti e ci furono in tutto 470 battezzati.

SI RICOMINCIA A CRESCERE

Nei mesi che avevano preceduto l’assemblea “Fede Vittoriosa” del dicembre 1978 il numero dei proclamatori del Regno era diminuito e la cosa preoccupava molti fratelli. Ma l’assemblea internazionale diede l’incoraggiamento di cui c’era bisogno. E nel gennaio del 1979 fu raggiunto nel paese un nuovo massimo di 6.058 proclamatori. E da allora l’aumento è stato costante.

Nel 1979 si tennero complessivamente 22 assemblee di circoscrizione con un totale di 24.794 presenti. E in ottobre il numero dei proclamatori del Regno era salito a 6.528. In novembre i fratelli ricevettero ulteriore incoraggiamento in occasione della visita del sorvegliante di zona, Albert Schroeder del Corpo Direttivo. Le congregazioni furono invitate a un discorso speciale pronunciato dal fratello Schroeder nell’anfiteatro della Fiera Internazionale di San Salvador. C’era un bel fresco quella sera e che sorpresa vedere 7.127 persone sotto il cielo stellato!

ASSEMBLEA DI DISTRETTO “SPERANZA VIVA”

Circa un mese dopo, dal 29 dicembre al 1° gennaio, l’assemblea “Speranza viva” costituì un ulteriore incentivo per i fratelli a rimanere fermi nella loro decisione di servire Geova. L’assemblea fu nuovamente tenuta nello Stadio Flor Blanca di San Salvador. Lo spirito entusiastico manifestato dai fratelli durante l’anno fu evidente all’assemblea. Il massimo dei presenti, 11.939, superò di 830 il numero di coloro che erano intervenuti all’assemblea internazionale l’anno prima.

Anche se nel paese c’era agitazione, dentro lo stadio tutto era tranquillo. Ma ciò che accadde al giovane fratello che faceva la parte del ragazzo senza padre nel dramma della sera è un esempio dei pericoli che c’erano fuori dello stadio. Era andato a fare una breve passeggiata con un altro fratello. Stava tornando allo stadio per indossare il costume per il dramma quando fu avvicinato da un uomo che tirò fuori un coltello e gli chiese tutto ciò che aveva. Il fratello consegnò orologio, denaro e altre cose di valore senza fare alcuna resistenza, ma fu pugnalato alla schiena. Al pronto soccorso dell’assemblea ricevette le prime cure, ma gli dissero di andare subito da un medico. Tuttavia, senza dir nulla agli altri si vestì silenziosamente per il dramma e soffrendo svolse la sua parte davanti all’uditorio, ignaro dell’accaduto.

Mentre i problemi politici dividevano il paese, delitti e violenza erano all’ordine del giorno. Sebbene si temessero problemi maggiori, l’assemblea si concluse felicemente, e i fratelli tornarono alle loro case senza grandi difficoltà.

NUOVA SALA DEI CONGRESSI

Un avvenimento saliente dell’assemblea “Speranza viva” fu l’annuncio che la successiva serie di assemblee di circoscrizione sarebbe stata tenuta principalmente nella nuova sala dei congressi in costruzione vicino al lago Ilopango. Da quando la sala era stata proposta nel 1977, molti fratelli avevano dedicato tempo e lavoro senza compenso per l’attuazione del progetto. Come succede in tutte le imprese di persone imperfette, sono sorti problemi, ma sono stati sormontati.

Intere congregazioni avevano dedicato una domenica ogni tanto ai lavori di costruzione. I fratelli fecero generose donazioni per comprare i materiali e pagare coloro che facevano lavori che i fratelli non erano in grado di svolgere. Anche persone che non sono testimoni di Geova furono disposte a cooperare. L’annuncio che si pensava di usare la sala dei congressi nel giro di qualche mese fu pertanto accolto con fragorosi applausi.

Autobus carichi di fratelli e sorelle dai visi sorridenti arrivarono il 1° marzo 1980 per la prima assemblea di circoscrizione che si sarebbe tenuta nella sala. C’è ancora molto lavoro da fare per finire la costruzione, ma, a giudicare dalla cooperazione che c’è stata finora e dall’evidenza dello spirito di Geova sui lavori, c’è ogni motivo di credere che presto la sala sarà terminata alla lode di Geova.

DISORDINI POLITICI

Nell’ultima parte del 1979, le agitazioni politiche nel Salvador stavano per sfociare in una vera e propria guerra civile, simile al recente conflitto del Nicaragua dove circa 30.000 persone hanno perso la vita. In ottobre il presidente del Salvador, il generale Carlos Humberto Romero, fu privato della carica con la forza. Fu sostituito da una giunta di cinque uomini.

Si sperava vivamente che questo fatto facesse cessare gli episodi di violenza che nel corso dell’anno avevano causato la morte di centinaia di persone. Ci fu invece un’escalation della violenza. Chiese, ambasciate, edifici governativi e d’altro genere furono occupati da gruppi rivoluzionari che presero ostaggi. Spesso persone innocenti, tra cui alcuni nostri fratelli e sorelle, caddero nelle mani di gente senza scrupoli.

Per esempio, una giovane sorella fu presa in ostaggio insieme a un gruppo di soli uomini. Mostrò grande coraggio cogliendo l’occasione per dare testimonianza sia agli uomini che avevano occupato l’edificio dove lavorava che agli altri ostaggi. Dopo alcuni giorni furono rilasciati senza aver subito alcun danno. Gli altri ostaggi menzionarono che le preghiere e la forza spirituale di questa ragazza li avevano aiutati in quei difficili momenti. Che splendido esempio di coraggio diede questa ragazza, degno d’essere imitato!

Assassinii e attentati sono all’ordine del giorno. La paura spinge gli uomini d’affari a lasciare il paese in massa. “Abili dirigenti del settore sia pubblico che privato se ne vanno giornalmente”, ha detto Douglas Bernard, un uomo d’affari americano. “Fanno la fila fuori dell’Ambasciata americana a cominciare dalle 4 del mattino, in attesa del visto. Gli uomini d’affari più organizzati se ne vanno a gruppi, a esplorare nuovi territori in Paraguay, Ecuador o Bolivia. Hanno perso le speranze, per quanto riguarda El Salvador”.

Così le imprese e le fabbriche chiudono, e la gente cerca tutti i modi possibili di cambiare la valuta locale in denaro da trasferire in altri paesi. Intanto il lavoro scarseggia e, nello stesso tempo, i prezzi salgono vertiginosamente. Di conseguenza, c’è un’atmosfera di paura e di violenza.

Ristoranti come i McDonald’s sono stati teatro di violenza. In una di queste tavole calde un gruppo di uomini ha ordinato a tutti di uscire, ha cosparso il locale di benzina e vi ha dato fuoco. Sono state messe bombe nelle banche e nei supermercati, autobus e supermercati sono stati bruciati e persone sono state uccise nel luogo di lavoro, in casa e per le strade.

Forze governative e di polizia sono state impegnate a fondo per impedire che gruppi estremisti avessero il sopravvento. L’uomo comune è alla mercé di coloro che si fanno giustizia da sé. Nel Salvador legge e ordine sono scomparsi. Per esempio, molti non si fermano al semaforo col rosso, perché capita spesso d’essere rapinati mentre si è fermi in macchina in attesa del verde; ancor peggio, ad alcuni è stata portata via la macchina con la forza.

“Dateci i soldi altrimenti vi bruciamo il locale”: così sono spesso minacciati piccoli negozi e imprese. La gente sta prendendo l’abitudine di lasciare a casa orologio, documenti preziosi e quasi tutti i soldi quando deve camminare per strada. Non è raro che sull’autobus un rapinatore tiri fuori un coltello e dica, sotto gli occhi di tutti, di consegnare tutto il denaro che è in vostro possesso.

FRATELLI UCCISI

Per qualche tempo dopo che la giunta era andata al potere nell’ottobre del 1979 sembrò che le condizioni peggiorassero. Due fratelli, Jorge ed Eugenio Vasquez, servitori di ministero della congregazione di San Juan Opico, decisero di andare a raccogliere caffè per guadagnare il denaro per assistere all’Assemblea di Distretto “Speranza viva” che si sarebbe tenuta in dicembre. Lavoravano in quella particolare hacienda da una settimana circa quando notarono che molti operai non sembravano troppo interessati a raccogliere il caffè. Passavano la maggior parte del tempo a parlare di ingiustizie sociali e del bisogno di un cambiamento. I fratelli se ne stettero per conto proprio, badando a raccogliere caffè.

Il lunedì 17 dicembre 1979 molti operai rimasero sorpresi dall’annuncio che non sarebbe stato loro permesso di raccogliere caffè. Quel giorno l’hacienda fu occupata dai contadini appoggiati da un gruppo di guerriglieri. I 1.500 raccoglitori di caffè furono impediti con la forza di lavorare nei campi e costretti a scavare trincee. La mattina dopo giunsero le forze armate coi soldati e i carri armati, e i ribelli furono invitati ad arrendersi. Questi ultimi risposero sparando e le forze armate aprirono il fuoco.

Lo scontro durò due ore e mezzo, riducendo in rovina l’hacienda. Corpi di giovani e di vecchi erano sparsi qua e là come foglie. I nostri due fratelli erano tra le vittime. I sopravvissuti dissero in seguito che si erano rifiutati di impugnare le armi e avevano insistito per mantenersi assolutamente neutrali. Per questo erano stati tacciati di viltà e mandati nella zona dove i combattimenti erano più accaniti.

Mariti, mogli e amici delle vittime non avevano idea di ciò che era accaduto ai loro cari. Cominciò a circolare la voce che erano stati sepolti tutti in una tomba comune. Dieci giorni dopo furono trovati 26 corpi sotto un mucchio di terra. Erano irriconoscibili. Dopo ore di ricerche furono trovati i corpi di Jorge ed Eugenio.

Nella loro tragica situazione le mogli di questi due fratelli, ora senza l’aiuto e la protezione del capofamiglia, divennero vittime di uomini senza scrupoli che volevano impossessarsi dei loro raccolti. Ma la congregazione venne in loro soccorso. Quando ebbe inizio l’assemblea di distretto i fratelli di questa congregazione, incluse le due sorelle vedove, erano tra i presenti.

Nel marzo del 1980 un anziano di una congregazione di San Salvador che lavorava come agronomo in uno zuccherificio non arrivò a casa all’ora solita. Era la sera della Scuola Teocratica e dell’adunanza di servizio e lui faceva sempre uno sforzo speciale per arrivare puntuale il venerdì sera. Ma non tornò a casa quella sera, né le sere della settimana successiva. I familiari e i fratelli cristiani cercarono dappertutto qualche traccia di lui, ma invano. Una settimana dopo fu trovato il suo corpo senza vita insieme a quello di un compagno di lavoro.

Resta un mistero perché il nostro fratello sia stato spietatamente ucciso. Era risaputo che non si immischiava nella politica del paese. Che benedizione avere la sicura speranza della risurrezione, e sapere che Geova promette di ridare la vita a tali fedeli servitori!

LA VIOLENZA NON SI ARRESTA

Nel marzo del 1980 il governo dichiarò lo stato di emergenza e limitò certi diritti. Sembra pertanto che l’occupazione degli edifici pubblici sia finita. Lo stesso può dirsi delle manifestazioni dei gruppi sovversivi, che erano una minaccia per tutti i negozi sul loro percorso di marcia. Lo stato di emergenza però non ha posto fine alla violenza nei cuori, e questo è indicato dagli atti commessi col favore delle tenebre o nascondendosi il volto dietro una maschera.

Il 24 marzo 1980 l’arcivescovo cattolico Oscar Arnulfo Romero y Galdámez fu assassinato mentre celebrava la messa. Questo diede il via a un’altra ondata di violenza e di paura. Quella sera vari edifici della repubblica saltarono in aria. Un fratello, mentre svolgeva l’opera di porta in porta, cadde nelle mani di un gruppo di sovversivi e fu minacciato di morte se non accettava di unirsi al gruppo. Rimase fermo sulle sue posizioni e, dopo essere stato maltrattato, fu infine lasciato andare.

Il 30 marzo migliaia di persone affollarono il parco di fronte alla cattedrale di San Salvador per il funerale dell’arcivescovo cattolico. All’improvviso, mentre lo speciale rappresentante del papa parlava alla folla, alcune automobili presero fuoco e ci furono delle sparatorie, cosa che creò il panico. Nel tentativo di mettersi in salvo i cattolici si calpestarono fra loro. Ci furono morti e feriti, un segno dei gravi problemi politici che travagliano El Salvador, dove il sacrificio di vite umane non significa nulla quando sono in gioco degli obiettivi politici.

IL POPOLO DI GEOVA VA AVANTI

In mezzo a tutti questi disordini il popolo di Geova nel Salvador ha continuato ad avanzare, non permettendo che le agitazioni impedissero di assistere ad assemblee e adunanze di congregazione o di uscire in servizio. Se mai, fanno sforzi anche maggiori per servire Dio. Nel maggio del 1980 un missionario scrisse a un membro della famiglia Betel di Brooklyn:

“Ci stiamo abituando tutti agli spari e alle bombe, e non ci fanno più molto effetto. Quello che dicono i giornali è sempre peggio della realtà. Naturalmente molti fratelli ci telefonano per sapere se le adunanze sono state annullate, ma le teniamo sempre”.

Il giorno dopo il funerale dell’arcivescovo, quando c’erano stati episodi di violenza, il popolo di Geova e i suoi amici assisterono alla Commemorazione in numero senza precedenti. Mentre la gente in generale evitava timorosamente le strade, il lunedì 31 marzo dopo il tramonto 27.319 persone si avventurarono coraggiosamente fuori di casa per andare all’adunanza. Questa cifra superava di oltre 5.000 il precedente massimo di presenti alla celebrazione della Commemorazione nel Salvador!

I fratelli si mostrano veramente zelanti nel recare alle persone afflitte il conforto del solo vero messaggio di speranza, il regno di Dio. Nel gennaio del 1980 fu raggiunto un massimo di 6.655 proclamatori. Fu seguìto da 6.690 in febbraio, 6.721 in marzo e 7.008 in aprile; con gli interessati vengono tenuti mensilmente oltre 8.000 studi biblici. Le prospettive di incremento teocratico sono sempre più luminose, mentre quelle del mondo si offuscano sempre più.

Migliaia di persone hanno avuto una parte nei 36 anni di storia teocratica del Salvador, e in questo tempo molte di loro sono venute e se ne sono andate. Mentre il popolo di Geova continua a servirlo ci saranno senz’altro dei cambiamenti. Riponiamo piena fiducia in Geova che in Romani 8:28 promette di far cooperare tutte le sue opere per il bene di quelli che lo amano. Mediante il profeta Isaia, Geova promise: “Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. — Isa. 60:22.

I due Testimoni che il 24 febbraio 1945 andarono nel Salvador sono veramente diventati migliaia: nel maggio del 1980 ben 7.156 proclamatori del Regno hanno fatto rapporto e la buona notizia è dichiarata in lungo e in largo nel Salvador. Tutti quelli che hanno avuto il privilegio di partecipare a quest’opera sono profondamente grati a Geova, e attendono da lui ulteriori benedizioni negli anni avvenire.

[Cartina a pagina 37]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

El Salvador

GUATEMALA

HONDURAS

OCEANO PACIFICO

Metapán

Texistepeque

Santa Ana

Chalchuapa

San Jacinto

Tejutepeque

Ahuachapán

Quezaltepeque

Ilobasco

Juayua

Armenia

Soyapango

Apopa

Cojutepeque

Sonsonate

SAN SALVADOR

San Sebastián

Santo Domingo

San Ramón

Acajutla

San Marcos

Lago Ilopango

Santiago Texacuangos

San Juan Talpa

Berlín

Santiago de María

San Miguel

Usulután

La Unión

[Immagine a pagina 36]

Resti in pietra portati alla luce nel Salvador; contengono simboli a forma di croce e si dice risalgano al 2.000 a.E.V.

[Immagine a pagina 40]

Antonio Molina Choto, 69 anni; il primo salvadoregno che divenne un Testimone dedicato e battezzato

[Immagine a pagina 44]

Ragno del Salvador. Notare la grandezza in paragone a un regolo e a una mano d’uomo

[Immagine a pagina 47]

Charles Beedle, diplomato di Galaad che per molti anni prese la direttiva nell’opera del Regno nel Salvador

[Immagine a pagina 48]

Julia Clogston (a sinistra) e Charlotte Bowin Schroeder, diplomate di Galaad che furono assegnate a San Salvador; ora servono entrambe alla Betel di Brooklyn

[Immagine a pagina 66]

Baltasar Perla, funzionario governativo che è diventato un Testimone. Suo figlio Baltasar junior presta ora servizio alla Betel di Brooklyn

[Immagine a pagina 71]

Abraham Peña, un anziano capofamiglia con due dei suoi figli. Ha incoraggiato la sua numerosa famiglia a praticare la vera adorazione

[Immagine a pagina 79]

Raúl Morales, che da ragazzo mostrò straordinario apprezzamento per le cose spirituali, e in seguito ebbe molti privilegi di servizio

[Immagine a pagina 83]

Lugarda Peña, sopravvissuta al marito Abraham, è rimasta fedele fino alla sua morte avvenuta all’età di 97 anni

[Immagine a pagina 92]

L’arcivescovo in un colloquio privato con i membri del governo, fra cui era Rubén Rosales (il quinto da destra) ora testimone di Geova

[Immagine a pagina 101]

Palazzo dello Sport di San Salvador, usato spesso dai Testimoni per le loro assemblee

[Immagine a pagina 104]

San Salvador dopo il terremoto: maggio 1965

[Immagine a pagina 115]

Domenick Piccone divenne servitore di filiale nel 1969 o ora è coordinatore della filiale

[Immagine a pagina 127]

Filiale di San Salvador con la costruzione aggiunta sul davanti

[Immagine a pagina 136]

Nuova sala dei congressi costruita vicino al lago Ilopango. La prima assemblea vi si tenne nel marzo del 1980