Vai direttamente al contenuto

Vai direttamente all’indice

Alaska

Alaska

Alaska

“GHIACCIAIA DI SEWARD”: così venne chiamata l’Alaska quando nel 1867 gli Stati Uniti l’acquistarono dalla Russia. Il segretario di Stato americano William H. Seward fu colui che negoziò l’acquisto e coloro che vi erano contrari soprannominarono il paese anche “Follia” di Seward. Queste espressioni poco lusinghiere traevano spunto dall’errata convinzione che neve e freddo non abbandonino mai questo remoto angolo della terra e che sia immerso nelle tenebre complete per sei mesi di seguito. Benché sia un paese di estremi contrasti, l’Alaska ha abbastanza attrattive da indurre i suoi abitanti a considerare un paradiso la parte della terra dove vivono.

È vero che neve e ghiaccio sono una parte predominante del paesaggio e che durante l’inverno — lungo sette mesi — le temperature possono abbassarsi fino ai 62°C sotto zero. Ma a Fairbanks la temperatura estiva sale a volte a 38°C. Quando d’estate il sole splende per 20 ore al giorno, le persone del posto sono piene di vigore e di entusiasmo mentre sbrigano i lavori quotidiani. Con una superficie di oltre 1.525.000 chilometri quadrati e quattro fusi orari, l’Alaska è lo stato più vasto degli Stati Uniti, con un’estensione doppia rispetto a quella del Texas. Malgrado sia lo stato più vasto, quasi un quinto del resto della nazione, è quello meno popolato, con appena 425.000 abitanti circa. I numerosi monti e ghiacciai racchiudono nelle loro gelide dita gran parte dell’acqua dolce del mondo e due milioni dei numerosi laghi dell’Alaska hanno superfici di oltre otto ettari. La catena dei monti Sant’Elia vanta il ghiacciaio più grande di questo emisfero, il Malaspina, una calotta di ghiaccio larga 80 chilometri.

Alcuni dicono che questo paese ha “cinque facce”. La tundra, caratteristica per l’assenza di alberi, ricopre l’arcipelago delle Aleutine, dove i venti soffiano in continuazione. La lingua di terra sudorientale è ricoperta da una fitta foresta pluviale ed è famosa per gli enormi abeti (Picea sitchensis) e per l’industria del pesce. L’Alaska centromeridionale, comprendente Anchorage, la valle del Matanuska e la penisola di Kenai, è la parte del paese dov’è stanziata la maggioranza della popolazione e ha un clima mite. Attorno a Palmer nella valle del Matanuska ci sono pascoli lussureggianti e abbonda la produzione di carne di manzo, latte, pollame e alcune verdure. Non è raro vedere cavoli di oltre 30 chili e rape che superano i 14 chili.

Fairbanks, il “cuore d’oro del nord”, registra temperature estreme: le più calde d’estate e alcune delle più fredde d’inverno. Qui comincia la spugnosa tundra artica. Infine, le zone costiere settentrionali e occidentali sono costellate di villaggi eschimesi e indiani; qui d’inverno il freddo è rigido e d’estate la temperatura si alza ben poco.

Le meraviglie di questo paradiso settentrionale sono accresciute da 13 vulcani attivi e dal maestoso McKinley, che coi suoi 6.194 metri di altezza costituisce la cima più alta dell’America Settentrionale. Il paese è ricco di fauna selvatica, minerali, legname e petrolio. È dunque strano che i primi abitanti delle Aleutine lo chiamassero Alyeska, che significa “il grande paese”?

È buffo che questo paese così ricco di risorse naturali, la “Ghiacciaia di Seward”, fosse ceduto dalla Russia nel 1867 per soli 7.200.000 dollari, circa cinque cent per ettaro! I russi avevano cercato di arricchirsi con gli animali da pelliccia. Nel 1897-98 vi affluirono i cercatori d’oro, alla ricerca del prezioso metallo nella pista del Klondike. Successivamente i pescatori percorsero regolarmente i 53.000 chilometri di coste per sfruttare le risorse marine. Ora viene estratto il prezioso oro nero (petrolio) dal sottosuolo. Ma l’Alaska vanta tesori ancor più preziosi di questi.

GIUNGE LA VERA RICCHEZZA

Il risuscitato Gesù Cristo disse ai suoi discepoli che gli sarebbero stati testimoni “fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) Situata nella parte più settentrionale del globo, l’Alaska può senz’altro definirsi una “distante parte della terra”. Ma come non ha ceduto facilmente le sue risorse materiali, così non è stato senza resistenza che ha accettato la ricchezza della buona notizia. C’è voluta la determinazione di vigorosi servitori di Geova, sostenuti dal suo spirito santo, per penetrare questo ambiente ostile e aspro.

I primi semi di verità furono sparsi lungo la costa nel 1910 dal capitano Beams che comandava una baleniera. Poco si sa della sua attività, tranne che dichiarava la verità e lasciava letteratura nei vari porti dove faceva scalo.

Alla fine degli anni ’20 fu compiuto uno sforzo più concertato da Frank Day, un unto Testimone di Seattle (USA). Ogni estate, per oltre 12 anni, percorse il territorio, predicando e distribuendo letteratura. Per mantenersi, vendeva occhiali nei vari villaggi che attraversava, ma metteva sempre la predicazione al primo posto. Poiché compiva l’opera da solo, faceva grande assegnamento sulla guida di Geova.

La sorella Winnie Pearson di Fairbanks, città situata nell’interno, rammentava di essersi trasferita in una casa nel 1930 e di avervi trovato copie degli Studi sulle Scritture, lasciate dal fratello Day. Questo fratello compì una buona opera lungo il percorso da Ketchikan a Nome, un tratto di 1.900 chilometri, impresa non da poco se si considera che dovette percorrere il suo territorio trascinandosi su una gamba artificiale!

Nell’agosto del 1941 il fratello Day scrisse all’ufficio della Società a Brooklyn, raccomandando la formazione di una congregazione ad Anchorage. Suggerì che a prendere la direttiva fosse il fratello Karl Liebau. Dove la domanda chiedeva quanti altri avrebbero dato testimonianza insieme al fratello Liebau, fu scritto “uno”. Quell’“uno” era il fratello O. P. Rees. Pertanto la prima congregazione nella città più grande dell’Alaska era formata di due devoti servitori.

In quei giorni non esisteva una strada che collegasse la città portuale di Seward con Anchorage. Il fratello Liebau decise che si doveva dare testimonianza nei caselli lungo la ferrovia che collegava le due città. E partì a piedi! Dava testimonianza in ciascun casello dove si trovavano uno o due uomini, vi pernottava e poi riprendeva il cammino lungo i binari per raggiungere il successivo. Percorse a piedi l’intera distanza di oltre 160 chilometri, dando testimonianza lungo il cammino. Il fratello Liebau rimase fedele fino alla sua morte avvenuta nel 1969.

Gli sforzi di addentrarsi maggiormente nelle desolate regioni dell’Alaska non furono sempre coronati dall’immediato successo. Winnie Pearson rammentava l’occasione in cui il fratello Day giunse a Fairbanks durante il suo ultimo viaggio in Alaska nel 1942. Caricati su una canoa le provviste, la letteratura e il grande fonografo di legno con la tromba acustica, partì per un estenuante viaggio sullo Yukon. Dopo breve tempo, però, si presentò a casa della sorella Pearson con la letteratura fradicia e il fonografo bagnato. La canoa si era capovolta! Così ebbero fine i suoi viaggi in Alaska.

AIUTO DAL CANADA

In quegli anni diversi fratelli canadesi, sotto la direttiva della filiale della Società di Toronto, si offrirono di dare una mano nel campo alaskano. Servendosi di un peschereccio che la Società aveva procurato a tal fine, cominciarono a predicare la buona notizia nelle città costiere di Juneau, Skagway, Hoonah e Sitka. L’equipaggio formato di quattro persone, tra cui il fratello Frank Franske, decise di spingersi più a nord. Ma il mare grosso li costrinse a ripiegare su Ketchikan, dopo avere lottato per 26 ore contro il tempo inclemente. La delusione per essere dovuti tornare indietro diminuì quando scoprirono che c’era una sorella, Anna Hoguewood, che aveva cominciato il servizio del Regno nel 1911. Questa sorella rimase leale fino alla sua morte avvenuta a Ketchikan nel 1949 all’età di 76 anni.

Questi coraggiosi fratelli svolsero un meraviglioso servizio distribuendo letteratura, per usare le loro parole, “a tonnellate”. Erano attratti dagli abitanti dell’Alaska, che il fratello Franske descrive come “tipi alla buona; pescatori, taglialegna, cacciatori di animali da pelliccia e minatori; tutti ospitali e generosi e dotati del tanto necessario senso dell’umorismo”.

Come i primi cercatori dovevano setacciare tanta ghiaia per trovare le gialle pepite d’oro, così questi primi “cercatori” cristiani dovettero fare molti sforzi per trovare poche persone simili a pecore. Nel 1938 cinque proclamatori facevano rapporto del servizio del Regno in Alaska. La cifra salì a sette nel 1942, ma nel 1943 e nel 1944 scese di nuovo a due o tre. Era stato però piantato molto seme con l’uso di letteratura biblica; ma era ovvio che ci voleva qualcosa di più per l’Alaska.

COME BALSAMO DI GALAAD

Come nei tempi biblici si usava il pregiatissimo balsamo per curare e guarire, così l’organizzazione di Geova mandò otto uomini e donne come doni per provvedere la guarigione spirituale nel territorio alaskano. (Confronta Geremia 46:11). Quella piccola popolazione di circa 100.000 abitanti non fu trascurata, poiché nel 1944 vennero inviati pionieri addestrati a Galaad per promuovere gli interessi del Regno.

Harold e Claudia Hoffman, Ralph Bachman e Chester Sieradski furono mandati a Juneau, la capitale. John Errichetti e Gordon Rogers intrapresero la loro opera a Ketchikan, una delle città insulari che fronteggiano il litorale della lingua di terra protesa verso sud. James E. Odham e Hermon Woodard si sarebbero occupati dei centri più grossi, Anchorage e Fairbanks. Successivamente i fratelli Errichetti e Woodard decisero di lavorare insieme. Questi due, affettuosamente chiamati “i ragazzi” dai fratelli alaskani, avrebbero avuto una parte notevole nella futura espansione in Alaska.

Nel 1945 giunse un altro diplomato di Galaad, Charles Gauntt, che avrebbe prestato servizio a Juneau. Nel 1948 questi sposò la sorella Ada Anderson, altra diplomata di Galaad, e continuarono a servire in Alaska fino all’ottobre del 1954. I due figli dei Gauntt, Charles e Tom, sono ora nel servizio continuo: Charles è in Cile e Tom lavora alla Betel di Brooklyn. Nel 1946 altri quattro missionari si aggiunsero al gruppo che era stato mandato dalla Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead).

UN’ACCOGLIENZA POCO CALOROSA

Quale sarebbe la vostra reazione se foste invitati ad andare a predicare in Alaska? Vi sentireste senz’altro combattuti. Tuttavia otto vigorosi pionieri si offrirono volontari per andare in questa insolita assegnazione. La maggior parte dei missionari che si erano diplomati alla Scuola di Galaad dovevano affrontare il caldo e l’umidità di certe parti dell’America Centrale e Meridionale e dell’Africa. Ma questa assegnazione avrebbe presentato difficoltà di un’altra natura. Andavano verso nord! Non si attendevano una calorosa accoglienza da quel clima ostile. Avrebbero riposto la loro fiducia in Geova per affrontare i rigori della loro nuova assegnazione?

Arrivati ad Anchorage, i due missionari affittarono un appartamento formato di una sola stanza per 35 dollari al mese. Era un ambiente angusto. Il gabinetto era fuori, dietro l’angolo. L’unico impianto idraulico consisteva di un rubinetto con un secchio vicino. Questa era la loro casa missionaria e il centro da cui partire per esplorare il territorio. Da questa base di operazioni avrebbero raggiunto Talkeetna, Palmer e Seward, un territorio lungo circa 320 chilometri, al confine di regioni inesplorate!

A Fairbanks usavano come casa missionaria una piccola baracca su pattini. Essendo i muri isolati ben poco o per niente, non era certo l’alloggio ideale. Sovente, quando i fratelli aprivano l’armadio a muro per prendere un vestito, lo trovavano gelato e attaccato al muro. Non era niente di strano, comunque, dal momento che fuori il termometro segnava 45°C sotto zero!

TESTIMONIANZA “NOTTURNA” DI GIORNO

Che in Alaska fosse freddo i missionari se lo aspettavano. Ma quello che non era del tutto previsto e che fu difficile accettare fu la mancanza di luce solare durante l’inverno. Il fratello Woodard ricorda quel primo anno: “Trascorremmo un lungo inverno ad Anchorage. Avevamo circa tre ore di luce solare, e per molti giorni sarebbe più appropriato dire di ‘buio’”.

A Fairbanks il problema era più grande, poiché lì nel periodo invernale le giornate sono anche più corte. Vedere il sole sorgere quasi a metà mattina e tramontare solo poche ore dopo può avere un effetto deprimente per il nuovo arrivato in Alaska. D’inverno il ghiaccio e la nebbia accrescono le tenebre o l’oscurità che riducono la visibilità sulle strade a soli pochi metri. Queste tetre condizioni invernali provocano spesso un conflitto psicologico. A Fairbanks ci si potrebbe aspettare che verso le 11 di mattina la quotidiana testimonianza di casa in casa fosse cominciata da un pezzo. Ma in dicembre a quell’ora comincia appena a fare giorno. Giacché spesso la gente dorme finché sorge il sole, era normale tirar giù dal letto i padroni di casa. Per predicare la buona notizia, i missionari dovevano compiere di giorno l’attività di testimonianza “notturna”. Per evitare di far alzare la gente dal letto i fratelli decisero di bussare alle case dove c’era la luce accesa. Questo fu di grande aiuto, ma era sorprendente quanti padroni di casa facevano ancora alzare per il semplice fatto che la sera prima questi non avevano spento la luce. I missionari continuarono imperterriti, traendo il miglior partito dalla situazione.

TRASCORREVANO L’INVERNO AL NORD

Ben presto scoprirono che l’inverno era il tempo migliore per contattare la gente. In quegli anni non esistevano lubrificanti e combustibili di buona qualità, quindi d’inverno la gente non usava l’auto, perché in caso contrario si sarebbe congelata l’acqua nel radiatore. Questo andava a vantaggio dei fratelli, perché in questa stagione la maggior parte della gente stava in casa. Una volta sbrigate le faccende principali non c’erano molti posti dove andare, e di solito le persone facevano buona accoglienza a chiunque fosse abbastanza coraggioso da far loro visita. Che impresa a 51°C sotto zero!

Tenendo presente questo fatto, i missionari riscontrarono che la migliore strategia per dare testimonianza era quella di passare l’inverno nel nord e l’estate nel sud, proprio il contrario di ciò che fanno i villeggianti nell’emisfero settentrionale. Ma era l’ideale per divulgare il messaggio del Regno in Alaska. I fratelli potevano condurre più studi biblici con le persone, dato che in quei giorni il lavoro secolare quasi cessava nei mesi invernali. Anche nel territorio estivo, l’Alaska sudorientale, era un’impresa raggiungere i villaggi remoti col battello.

UN PROBLEMA TIPICO DEI CLIMI FREDDI

Un altro problema che si incontra di frequente nei climi rigidi è che i lunghi periodi di oscurità e di estremo freddo possono costringere a rimanere quasi sempre al chiuso. Questo fatto influisce sull’uomo, rendendolo nervoso e irritabile. Ogni piccolo disagio o contrattempo viene ingigantito, e si può avere l’impressione che i muri crollino addosso. Sono state aperte cliniche da medici specializzati nella cura di questa malattia nervosa. I fratelli, però, si adattarono in fretta al loro territorio. I volenterosi servitori di Geova trovarono la medicina migliore per curare questo male: la soddisfacente attività di aiutare altri a conoscere la speranza contenuta nella Parola di Dio. Uscire di casa per rallegrare altri è il migliore rimedio.

UNA SPOSA GIUNGE IN ALASKA

Nel 1947 il fratello James Odham trovò un lavoro secolare in vista delle nozze, poi fece venire ad Anchorage la sua sposa, Stella. Dato che nel loro semplice “nido”, l’ex casa missionaria, non esisteva impianto idraulico, fare il bagno era un problema. Gli Odham decisero di acquistare da una ditta che vendeva per corrispondenza una vasca da bagno portatile rivestita di gomma. L’acqua veniva riscaldata sulla stufa e potevano concedersi il lusso di fare il bagno nella loro casa piccola, ma calda. Ma che ne avrebbero fatto poi di una vasca piena d’acqua? Fuori c’erano 40 gradi sotto zero! Non essendoci tubi di scarico nella casetta, decisero di trascinare fuori la vasca e scaricare lì il contenuto. Li attendeva una sorpresa. Man mano che l’acqua usciva dalla vasca si trasformava in ghiaccio proprio lì sulla soglia! Quella lastra di ghiaccio dove si sarebbe potuto pattinare rimase sulla soglia per il resto dell’inverno e quando venivano visitatori il fratello Odham avvertiva: “Attenzione al bagno di mia moglie!” Certo in quei giorni era utile avere il senso dell’umorismo.

CINQUEMILA MILLIMETRI DI PIOGGIA!

Era senz’altro un problema combattere con la neve e con temperature sotto zero. Ma i nuovi arrivati che erano ansiosi di diffondere la buona notizia nella parte sudorientale dello stato avrebbero senz’altro avuto un’altra sorpresa. Non si erano mai resi conto di quanto poteva essere difficile sopportare la semplice pioggia quando continua a cadere incessantemente, per giorni e giorni.

Nel 1944, prima di arrivare in Alaska, il fratello Errichetti aveva incontrato il fedele fratello Day a Seattle (USA). Con il sorriso di chi la sapeva lunga, l’esperto veterano dell’Alaska diede al fratello Errichetti un impermeabile di gomma con l’avvertimento: “Ne avrai bisogno a Ketchikan!” Il fratello Errichetti capì bene cosa volevano dire quelle parole quando arrivò a Ketchikan. È difficile descrivere la forza di queste tempeste in cui la pioggia, spinta dal vento, sferza orizzontalmente giorno dopo giorno, settimana dopo settimana.

Il fratello Vernor Davis e sua moglie furono assegnati a Ketchikan nel 1946. Quando arrivarono in quel luminoso 13 giugno sorrisero vedendo il sole. Ma dopo non molto un diluvio cancellò quel sorriso. Essi narrano cosa dovevano fare per resistere alla furia degli elementi:

“Un anno, in marzo, non ci fu un periodo di 20 minuti durante il mese in cui non piovesse. Perché non usare l’ombrello? Secondo l’usanza locale, gli uomini non si prendono la briga di usare l’ombrello. Bisognava semplicemente essere a prova d’acqua. Portavamo l’impermeabile, naturalmente, e alla porta dovevamo stare attenti a non inclinare la testa in avanti altrimenti l’acqua che si era raccolta sul cappello si rovesciava nella borsa dei libri. Spesso portavamo la borsa dei libri capovolta. Poi, quando eravamo al riparo dalla pioggia, la rigiravamo”.

Il primo anno che i missionari erano a Ketchikan caddero 5.230 millimetri di pioggia, vale a dire 5 metri! Fu superata la media annua di 3.810 millimetri o 3,8 metri di precipitazioni. Era necessario tornare a casa diverse volte al giorno e indossare abiti asciutti per poter continuare l’opera di predicazione. Se si pensa alla loro perseveranza, dovremmo pensarci due volte prima di rinunciare ad andare nel servizio di campo per poche gocce di pioggia.

UN ALTRO TENTATIVO VIA MARE

Nel corso degli anni i fratelli ebbero l’opportunità di raggiungere gli abitanti di molte comunità isolate della costa svolgendo l’opera di testimonianza per mezzo di imbarcazioni. Questo li portò incontro a pericoli nel mare e richiese costante vigilanza ed esperienza nel cabotaggio.

Nell’autunno del 1948 Ava (Nick) Nickles, un pescatore di Ketchikan che si interessava della verità, si offrì di trasportare i fratelli Errichetti e Woodard dove la speranza del Regno non era ancora giunta. Col suo peschereccio di 13 metri, l’Irene D., toccarono molti porti. In un’occasione, mentre tentavano di attraversare uno specchio d’acqua largo una quarantina di chilometri, il motore si fermò. Soffiava un forte vento e il mare era agitato. Fatta un’indagine, scoprirono che le batterie si erano staccate e il loro acido era finito sulla calotta dello spinterogeno, provocando un cortocircuito. Poi si era rotto lo starter. Il fratello Errichetti rammenta chiaramente quella sera:

“Cominciammo ad andare alla deriva di fianco mentre eravamo sballottati dal mare in tempesta. Non riuscivamo più a reggere il timone. Venne a tutti il mal di mare, mentre l’imbarcazione andava alla deriva ovunque la spingessero il vento e la marea. Cominciammo ad andare alla deriva verso le quattro del pomeriggio e quando il riflettore di un battello della Guardia Costiera ci trovò, ci eravamo allontanati di 26 chilometri! Le nostre preghiere erano ascese a Geova ed egli le aveva esaudite”. Ma questi pericoli nel mare non trattennero i fratelli, che continuarono a dare testimonianza senza sosta.

Oggi il fratello Nickles, ultranovantenne, non si dedica più alla pesca ma non ha smesso di pescare uomini. Continua a dare testimonianza di casa in casa ogni settimana, secondo le sue possibilità, ed è servitore di ministero nella congregazione di Ketchikan.

TROVATI DEI CUORI D’ORO

Si può solo immaginare la gioia che questi primi “cercatori” alle dipendenze di Geova provavano trovando qualcosa di prezioso. Queste persone dal cuore umile erano come tesori d’oro. Quando si schieravano dalla parte del messianico Regno di Geova diventavano davvero preziosi agli occhi di Dio e degli uomini.

Sull’isola di Annette c’è il piccolo villaggio di Metlakatla. Gli unici abitanti sono alcune centinaia di indiani della tribù dei tsimshian. Una di queste donne indiane si chiamava Minnie Booth. Era una cara persona, gentile, affettuosa e dalla voce sommessa. Con l’aiuto di Geova si sottrasse coraggiosamente all’influenza tribale. Per molti anni fu l’unica testimone di Geova del suo villaggio. La sorella Booth non esitava a dichiarare la verità a tutti quelli che incontrava, e un amico della famiglia Booth, Louis Fawcett, accettò la verità, e continua a servire fedelmente ancor oggi. Tuttavia, al momento della sua morte avvenuta nel 1971, nessun familiare della sorella Booth aveva accettato la verità.

Ma Geova continuò a benedire la sua opera anche dopo che era morta, e anni dopo i semi della verità germogliarono nel cuore della nipote, che portò nuovamente la verità ai suoi familiari nel villaggio. Oggi c’è una congregazione di 15-20 gioiosi Testimoni a Metlakatla, e il nucleo del gruppo è costituito da alcuni tsimshian. Risultati di questo genere mostrano come Geova ha benedetto l’attività dei primi fedeli servitori. Immaginate la gioia della sorella Booth quando sarà risuscitata sulla terra, allorché sarà salutata dai suoi discendenti che trassero infine beneficio dalle sue amorevoli fatiche!

PRIMA ASSEMBLEA IN ALASKA

Mentre si facevano i preparativi per la prima assemblea in Alaska nel 1948, Bea Buchanon di Juneau era forse la più emozionata di tutti. Oltre a essere una pietra miliare nell’opera dei missionari, quell’assemblea era anche un giorno speciale per la sorella Buchanon, poiché era stata fra i primi ad accettare la verità a Juneau e attendeva d’essere battezzata in acqua. La sorella Buchanon rammenta: “Fummo battezzati in cinque in un laghetto proprio davanti al ghiacciaio Mendenhall”. Le sarebbe difficile dimenticare che fu immersa in acque gelide, glaciali. In quella felice occasione furono presenti i fratelli Nathan Knorr e Lyman Swingle, e la sorella Rose Hamilton ha rammentato: “Il fratello Knorr si tolse il soprabito e badò ad alcuni bambini mentre le madri venivano battezzate. Non potei fare a meno di pensare come erano diversi i capi religiosi della cristianità che avevo conosciuto”. Il numero complessivo dei presenti fu 63, fra cui alcuni visitatori provenienti da altri stati; i fratelli videro così l’inizio di una nuova èra: quella delle assemblee tenute entro il territorio dell’Alaska.

Prima d’allora chi voleva assistere a un congresso doveva fare i piani per recarsi in uno degli altri 48 stati degli USA o in Canada. Ora avremmo avuto i congressi proprio dietro casa. Ma si dovevano sormontare altri grandi ostacoli a motivo di distanze, terreno accidentato, assenza di strade e remote comunità insulari, e tutto questo richiedeva molto tempo e denaro. Quando una famiglia di quattro persone si recava a un’assemblea in Alaska arrivando in tempo utile, il padre doveva sostenere una spesa di almeno 500 dollari solo per il viaggio. (Oggi la spesa è anche maggiore). D’altronde, se decideva di fare il viaggio via mare o col traghetto, la spesa era molto più bassa, ma il viaggio durava vari giorni di più. Per cui il capofamiglia perdeva altri giorni di lavoro, il che comportava un’ulteriore spesa. La partecipazione dei fratelli alle assemblee dimostra che le apprezzano e che sono disposti a fare sacrifici. Nel corso degli anni il numero di coloro che hanno partecipato alle assemblee è stato di gran lunga superiore al numero dei proclamatori che frequentavano le congregazioni.

IL TERRITORIO DELLO YUKON

Il Territorio dello Yukon, che appartiene al Canada, è ora curato dalla filiale alaskana. Questa vasta regione settentrionale copre una superficie di oltre 518.000 chilometri quadrati, circa un terzo dell’Alaska. La popolazione, meno di 25.000 abitanti, è formata essenzialmente di anglicani e cattolici. La configurazione geografica dello Yukon somiglia a quella dell’interno dell’Alaska, con vette innevate e abbondante fauna selvatica. Il risveglio spirituale in questo paese limitrofo ha proceduto di pari passo con l’attività in Alaska.

Nel 1897-98 tutto il mondo praticamente fu risvegliato dalla scoperta dell’oro lungo il corso del fiume Yukon. In quel tempo, quando la febbre dell’oro nel Klondike giungeva al culmine, decine di migliaia di persone affluirono nel Territorio dello Yukon. Alcuni cercatori d’oro portarono con sé pubblicazioni bibliche della Società. Un avvocato che in quel periodo era andato al nord disse ai fratelli di avere ricevuto letteratura in dono da un brav’uomo, suo amico personale, J. F. Rutherford.

Salvo uno o due casi isolati di testimonianza informale, il territorio rimase praticamente intatto fino al 1951, quando la filiale di Toronto mandò pionieri nello Yukon. Il fratello Allan Crich e il suo compagno Joseph Hawryluk percorsero in lungo e in largo questa vasta regione desolata. Il fratello Crich rammenta i giorni trascorsi in zone isolate quando non aveva altro da mangiare che pesce secco e prugne.

Il fratello Sid Drebitt ripensa al primo anno della congregazione di Whitehorse quando fu battezzato in un laghetto e la temperatura era di 29°C sotto zero. Con un sorriso aggiunge che lui comunque nell’acqua ci stava bene e al calduccio, dato che il laghetto era una sorgente termale vicino a Whitehorse. Quello fu un evento memorabile in quanto il suo battesimo fu il primo nel Territorio dello Yukon. La madre del fratello Drebitt, che era stata assidua alla chiesa, e suo padre, che in precedenza aveva tenuto discorsi per il partito comunista, nonché sua sorella, accettarono tutti la verità e simboleggiarono la loro dedicazione a Geova.

I commenti del fratello Drebitt rivelano alcune delle difficoltà che i fratelli dovevano affrontare: “Mentre svolgevo l’opera per la strada si avvicinavano gruppi in macchina che mi ricoprivano di bestemmie e improperi e mi lanciavano oggetti contro. Alcuni mi minacciavano, dicendo che se non me ne fossi andato mi avrebbero picchiato, ma io rimanevo saldo e fedele sentendomi più forte che mai”.

Che dire degli effetti dell’isolamento? Il fratello Drebitt continua: “In quei giorni il sorvegliante di circoscrizione ci faceva visita solo una volta all’anno. Il servizio di autobus o i trasporti in genere lasciavano molto a desiderare, e il servizio aereo era più che altro per i militari. Quindi dovevamo studiare molto e svolgere l’opera da soli, dato che la congregazione più vicina si trovava a 1.477 chilometri. A volte la posta impiegava mesi ad arrivare”. Per sopportare la solitudine causata dall’isolamento ci voleva una stretta relazione con Geova.

SERVIZIO DOVE C’È PIÙ BISOGNO

L’Alaska stava per ricevere attenzione personale dall’organizzazione di Geova in un altro modo ancora. Sia i pionieri che coloro che non potevano intraprendere il servizio continuo potevano andare a svolgere l’opera dove c’era più bisogno. Nel 1959 diverse famiglie e singoli proclamatori accettarono l’invito di stabilirsi in Alaska. Ora che la via del progresso spirituale era stata tracciata, questi devoti lodatori di Geova avrebbero provveduto la stabilità e il costante addestramento necessari ai fratelli appena battezzati. Diverse di queste famiglie continuano ancor oggi a rafforzare i fratelli e l’Alaska è divenuta la loro casa.

APERTA UNA FILIALE

Al principio degli anni ’60 il ruolo dei missionari in Alaska e nello Yukon cominciò a diminuire di importanza. Erano stati organizzati gruppi di fratelli e sorelle spiritualmente forti. Nel 1961 “lo schiavo fedele e discreto” riconobbe la necessità di unire maggiormente questi gruppi sparsi. Si sarebbe potuto farlo mediante una filiale ad Anchorage. Le disposizioni furono prese in occasione della visita del fratello Milton Henschel e nel settembre del 1961 arrivò Andrew K. Wagner per assumere il nuovo incarico di sorvegliante della filiale. Il Territorio dello Yukon, appartenente al Canada, sarebbe stato curato dalla filiale alaskana, e le assemblee di circoscrizione avrebbero avuto un sapore internazionale poiché si sarebbero riuniti insieme fratelli e sorelle di due paesi. Il fratello Tom Didur, sorvegliante di circoscrizione del Canada, aveva servito per diversi anni tutta l’Alberta settentrionale, la Columbia Britannica, lo Yukon e l’Alaska settentrionale. Sotto la nuova filiale, la sua assegnazione includeva essenzialmente l’Alaska e lo Yukon.

Nel rapporto inviato alla Società il fratello Wagner menzionò gli immediati benefici derivanti dall’istituzione di una filiale in Alaska: “L’aumento di quest’anno [1962] è in gran parte il risultato della migliore opera pastorale resa possibile dal fatto che la filiale locale è in grado di dirigere l’attività più da vicino. È anche evidente una maggiore maturità in molti che si sentivano deboli a causa dell’isolamento”. Un sorvegliante ha osservato: “Fino a quell’epoca ci eravamo sentiti un po’ come degli orfani, data la distanza dalle altre congregazioni e dalla sede centrale”.

Quando il fratello Woodard lasciò l’Alaska nel 1963, rimaneva solo uno dei primi missionari. Nel 1964 il fratello Knorr scrisse al fratello Errichetti e lo invitò ad andare alla Betel di Brooklyn, dove presta ancor oggi servizio. Il fratello Errichetti, uno che ha lavorato strenuamente e fedelmente nella sua assegnazione, ha detto: “L’Alaska è stata la mia assegnazione per 20 anni e mi piaceva moltissimo. Il fratello Woodard e io abbiamo avuto alcuni momenti difficili, ma Geova, il nostro amorevole Dio, ci ha sempre aiutato”. Quanta verità in queste parole! Per tutti gli anni che servirono in Alaska questi due fratelli si rivelarono particolarmente pieni di risorse. Non c’era praticamente nulla che non sapessero su come trarre sostentamento dalla terra, e furono i servitori ideali per quel territorio allora selvaggio e inospitale. Si guadagnarono il rispetto della gente e fecero molto per incoraggiare i fratelli, che ne imitarono lo zelo nell’attività del Regno malgrado le avversità. Con il loro zelante servizio questi due fratelli dimostrarono senz’altro che questi ultimi giorni non sono il tempo per prendersela comoda.

COSTRUZIONE DI SALE DEL REGNO

Che le congregazioni organizzate dai missionari fossero stabilite su una base permanente fu indicato dalle nuove Sale del Regno che sorgevano in ogni parte dell’Alaska. Da un riparo per le capre a Fairbanks, da una baracca a Whitehorse e da una capanna a Kodiak, vennero ricavati luoghi di riunione dall’aspetto invitante. Queste Sale del Regno erano la prova che il popolo di Geova aveva stabilito delle buone basi! I fratelli esperti in edilizia furono particolarmente impegnati in quegli anni in cui si costruirono Sale del Regno. Il fratello R. C. Daily, uno di quelli che arrivarono nel 1959 per servire dove c’era più bisogno, diresse almeno otto di questi lavori di costruzione. In quel periodo venne anche costruita la filiale ad Anchorage, un bell’edificio comprendente un ufficio, camere e una Sala del Regno con 250 posti a sedere. Oggi nel territorio curato dalla filiale alaskana ci sono 13 Sale del Regno.

IL TERREMOTO DELL’ALASKA

In quegli anni i fratelli lavorarono diligentemente per dare alle persone del territorio la prova che viviamo negli ultimi giorni. Spesso i padroni di casa si mostravano scettici e dubbiosi. All’improvviso, le parole di Gesù riguardo a “terremoti in un luogo dopo l’altro” furono comprese chiaramente e in modo molto realistico in questo paese nordico. (Marco 13:8) Il 27 marzo 1964 l’Alaska fu scossa da un terremoto senza precedenti! Secondo alcuni scienziati fu di 8,6 gradi della scala Richter: più forte di qualsiasi scossa registrata prima nell’America del Nord. Provocò uno spostamento di terra maggiore rispetto a qualsiasi altro terremoto di cui si abbia notizia. Anchorage, Seward, Cordova, Valdez e Kodiak andarono in gran parte distrutte, e morirono 115 alaskani. La Sala del Regno di Kodiak fu trascinata in mare, mentre i fratelli riportarono solo danni limitati alle cose. Dopo quell’avvenimento gli abitanti non ebbero molta difficoltà a capire quella parte del segno di Gesù che descrive i terremoti.

CAMBIAMENTO DI PERSONALE

Fu lo stesso anno del terremoto che i fratelli ebbero la triste notizia della morte del fratello Wagner. I suoi modi gentili e paterni furono sostituiti nel 1965 dal vigore e dallo zelo del fratello James A. Miller. I Miller continuarono il servizio a tempo pieno fino al 1969, quando ebbero un figlio. Quindi la Società incaricò il fratello P. Gerald Ronco di occuparsi della filiale, dove serve tuttora come coordinatore del Comitato della Filiale, coadiuvato dagli altri due membri del Comitato, Ralph Ring e Paul Thiessen.

Il fratello e la sorella Ronco hanno svolto un notevole ruolo nell’espansione dell’opera del Regno in Alaska. Ora servono lì da una quindicina d’anni e hanno avuto molti risultati nell’assistere i nuovi. Fra tutti e due hanno aiutato 33 persone a venire nella verità. La loro vita è interamente dedicata a servire Geova e aiutare altri e si interessano vivamente di ognuno. Una rimarchevole qualità manifestata dal fratello Ronco è il fatto di essere sempre disponibile per chiunque abbia un problema. Ha dedicato centinaia di ore ad ascoltare i problemi personali e di congregazione di chiunque lo avvicinasse. Ha una personalità molto affettuosa, allegra e gradevole, per cui chi ha bisogno si sente libero di avvicinarlo.

VIAGGI NELLA CIRCOSCRIZIONE

La regolare assistenza prestata dai sorveglianti viaggianti ha contribuito in notevole misura a edificare i fratelli e provvedere addestramento. Dal 1963 al 1979 il fratello Robert L. Hartman visitò fedelmente le congregazioni dell’Alaska e del Territorio dello Yukon. Il fratello Hartman rammenta: “Quando intrapresi l’opera nella circoscrizione nel febbraio del 1963, in Alaska e nello Yukon c’erano 428 proclamatori raggruppati in 10 congregazioni. Raggiungere con vari mezzi di trasporto le congregazioni e le persone isolate costituiva un’interessante sfida. Ho usato la macchina, gli aviogetti di linea, piccoli aerei da turismo, traghetti e pescherecci per far visita ai nostri cari fratelli e sorelle che avevano bisogno d’essere edificati dal sorvegliante di circoscrizione”.

Egli menziona la sorella Alma Laughlin e il figlio adolescente, gli unici Testimoni di Wrangell, una cittadina abitata da rudi pescatori e taglialegna. Per visitarli bisognava fare un costoso viaggio su un piccolo aereo o trascorrere lunghe ore su una nave traghetto oltre a passare una notte in una vecchia pensione. Il fratello accompagnava la sorella Laughlin e suo figlio nella predicazione di casa in casa, alle visite ulteriori e agli studi biblici, sempre a piedi e spesso sotto la pioggia battente. Ma come le congregazioni più grandi, anche loro due avevano bisogno delle visite. Il fratello rammenta la volta che partì su un piccolo aereo da Sitka, diretto a Wrangell:

“Verso la metà del viaggio — avevamo impervie montagne e isole da ciascun lato e le acque salate dell’Inside Passage sotto di noi — incappammo all’improvviso in una furiosa tempesta. Il pilota fece un brusco dietro front e puntò verso il luogo di partenza, mentre i forti venti e la pioggia sferzavano la coda dell’aereo. Il nostro dietro front fu così repentino che sembravamo i personaggi di un cartone animato inseguiti da un ‘mostro’ sotto forma di tempesta. Ma i piloti alaskani di questi piccoli aerei non si danno facilmente per vinti. Il nostro eseguì un’ampia virata a ovest sorvolando diverse isole, in cerca di un punto dove la tempesta non fosse così violenta.

“Mentre seguivamo questo percorso tortuoso, la tempesta ci costrinse a volare sempre più vicino alla superficie dell’acqua sottostante. Ma il pilota avanzò, volando a una sessantina di metri sopra l’acqua. Quando aprì il finestrino dalla sua parte per vedere a che distanza eravamo dalla costa scoscesa ad appena pochi metri da noi, non potei fare a meno di chiedermi se saremmo arrivati sani e salvi a Wrangell. Dopo non molto, attraverso la foschia, riuscii a malapena a distinguere tre figure in attesa sulla riva accanto a un’auto. La sorella Laughlin aveva noleggiato l’unico taxi per venire a prendermi nel campo di atterraggio. Per il resto della settimana compimmo faticosamente il servizio di campo sotto la pioggia, ma almeno eravamo al sicuro sulla terraferma”.

Il fratello Hartman continua: “In quella cittadina erano abituati a vedere la sorella Laughlin mentre andava a piedi a fare le sue visite nell’opera di insegnamento della Bibbia. Rimase fedele, vivendo in questa città isolata per parecchi anni finché il marito non trasferì la famiglia in un luogo più vicino a una congregazione. È stato un indescrivibile privilegio per me poter servire per oltre 16 anni questi fedeli fratelli e sorelle dell’Alaska. Ho percorso più di 400.000 chilometri, molte volte in mezzo alle tempeste e a temperature di ben 51°C sotto zero, per raggiungere i fratelli della circoscrizione, ma essere partecipi di una fede e di un’integrità come quelle della sorella Laughlin è una delle più grandi benedizioni che si possano ricevere. E quando lasciai l’Alaska nel 1979, che piacere fu vedere che il numero dei proclamatori della buona notizia superava i 1.240 in 23 congregazioni!” Oggi il fratello Hartman continua a servire come sorvegliante viaggiante sotto la filiale degli Stati Uniti.

L’OPERA IN TERRITORI LONTANI

È un piacere dire che l’80 per cento del Territorio dello Yukon e del campo alaskano è percorso regolarmente. Poiché oltre metà della popolazione complessiva che è curata dalla filiale risiede ad Anchorage e a Fairbanks e il resto in un piccolo numero di altre cittadine, le 26 congregazioni ora esistenti dichiarano regolarmente il nome di Geova agli abitanti. L’opera di testimonianza non rallenta né d’estate né d’inverno. Quando la temperatura scende al di sotto dei 45°C sotto zero, la maggioranza dei fratelli scrive lettere o conduce studi biblici e fa visite ulteriori.

I fratelli alaskani non hanno dimenticato il 20 per cento della popolazione che abita in villaggi remoti e fuori mano e vogliono fare in modo che la speranza del Regno sia portata a queste persone. Farlo è molto difficile e costa, dato che non esiste rete stradale per collegare questi villaggi con le principali città. Nel 1970 la filiale divise il territorio non assegnato fra le congregazioni, invitandole a disporre localmente come raggiungere le zone remote. In risposta a tale invito, nel settembre del 1970 due laboriose sorelle vollero fare la loro parte per raggiungere gli abitanti isolati nell’interno dell’Alaska. Una di queste sorelle aveva già fatto la pioniera nel villaggio eschimese di Bethel. Facendo assegnamento sulla limitata conoscenza della lingua eschimese che questa sorella aveva, si imbarcarono su una chiatta che faceva servizio sul fiume Kuskokwim. Durante il viaggio barattarono letteratura con pesce fresco o secco. Dapprima volevano dormire in una tenda all’aperto, ma il freddo le costrinse a cercare riparo in un luogo chiuso.

Mosse da tanto zelo, riuscirono a dare testimonianza in oltre 15 villaggi. A tal fine dovettero risalire il fiume sulla chiatta per un tratto di oltre 800 chilometri. Distribuirono molta letteratura e diedero un’ottima testimonianza durante questo viaggio di oltre 1.600 chilometri.

Nel 1973 una di queste sorelle e suo marito decisero di trascorrere tre settimane fra gli eschimesi per portare a un maggior numero di loro il messaggio del Regno, e partirono muniti di sacco a pelo e tenda. Furono calorosamente accolti da molti abitanti dei villaggi che divisero con loro il pesce secco, il brodo di teste di pesce e il brodo d’anatra. Furono lasciate più di 500 riviste e ottenuti oltre 100 abbonamenti. Questo zelo è esemplare, ma da chi aveva ricevuto questa sorella tanto entusiasmo? La sua famiglia aveva conosciuto la verità tramite i primi missionari.

Un altro mezzo usato per raggiungere i villaggi isolati fu l’aereo. I fratelli sapevano che il tempo migliore per trovare la gente nei villaggi era l’inverno, quando la pesca cessa quasi del tutto. Ciò nondimeno le tempeste invernali rendono pericolosi i voli. Un pilota spiega:

“La zona vicina a Nome e lungo il Mar di Bering è famosa per i forti geli e quel fenomeno ottico detto tempo lattiginoso. Il tempo lattiginoso è un temuto avversario perché può sopraggiungere con poco preavviso, cominciando spesso con un leggero annuvolamento, seguito da neve. Ma ben presto tutto diventa bianco. Il pilota deve sforzare gli occhi, cercando di vedere fra la neve. Può perdere il senso dell’orientamento, non sapendo dov’è l’alto o il basso. Vengono poi le vertigini e ci si può facilmente schiantare contro un monte o per terra. Si perdono più piloti in questa zona che in qualsiasi altra parte dell’Alaska”. Nonostante questi pericoli, in un periodo di due anni i fratelli visitarono più di 200 villaggi in un territorio di circa 844.000 chilometri quadrati.

Per aiutare a pagare le spese degli 11 Testimoni che si recarono con tre aerei nel territorio isolato, i fratelli locali regalarono più di 14.000 dollari! Che spirito generoso a sostegno della predicazione della buona notizia e per cercare di raggiungere tutti coloro che desiderano servire Geova!

Usando un altro metodo per estendere l’opera di fare discepoli in tutta l’Alaska, la filiale dispose di spedire copie omaggio di Svegliatevi! e della Torre di Guardia. In un anno la filiale degli Stati Uniti spedì per conto della filiale dell’Alaska quasi 18.000 riviste ai villaggi. Il messaggio del Regno è stato portato in ogni villaggio, per posta o mediante visite personali.

Al principio del 1983 la filiale alaskana intraprese un’altra estesa testimonianza nei villaggi isolati. Potendo disporre di oltre dieci aerei privati, furono fatti progetti per portare la buona notizia in 63 villaggi. Che eccellente opportunità per gli oltre 23.000 rappresentanti della popolazione eschimese, indiana e aleuta di conoscere la speranza della vita eterna sotto il Regno di Dio! Dato che il territorio alaskano si estende per circa 1.525.000 chilometri quadrati, la maggior parte dei quali non sono raggiungibili per strada, dare testimonianza nelle zone isolate non è impresa da poco. Per esempio, nel maggio del 1983 i fratelli raggiunsero in aereo 17 villaggi, percorrendo oltre 7.720 chilometri!

Nel corso degli anni, però, i fratelli hanno riscontrato che l’opera di fare discepoli era più produttiva quando concentravano la loro attività nelle città, piccole e grandi, densamente popolate. Quelli che ora vengono qui per partecipare all’opera di predicazione non devono più vivere nelle condizioni primitive a cui dovettero adattarsi i primi venuti. Possono svolgere l’opera di testimonianza e avere contemporaneamente le comodità della vita moderna.

UNA “GRANDE FOLLA” DI OGNI NAZIONE, TRIBÙ E POPOLO

È motivo di grande gioia vedere che almeno alcuni fra gli indiani e gli eschimesi nativi hanno accettato la verità. In armonia con Rivelazione 7:9 vengono da ogni nazione, tribù, popolo e lingua, anche nell’Alaska e nello Yukon. I nativi sono persone miti e amanti della pace. Non sono complicati e in genere si accontentano delle cose necessarie. Qui, come in altre parti della terra, le chiese della cristianità hanno fatto migliaia di convertiti, interessati solo ai benefìci materiali che potevano ricevere. Il clero permette a eschimesi e indiani, che hanno abbracciato il cosiddetto cristianesimo, di seguire superstizioni e usanze che non sono in armonia con la Parola di Dio. Per quanto riguarda la maggioranza delle persone fortemente religiose, la dottrina “una volta salvati, salvati per sempre” li ha resi soddisfatti di sé. Un altro gran numero di abitanti sono caduti vittime dell’alcool e della droga e dichiarano di non appartenere a nessuna religione. Ma che piacere è vedere rappresentate fra i nostri fratelli e sorelle le varie tribù e osservare il sincero apprezzamento e zelo che hanno per la verità! Lo spirito di Geova permette loro di liberarsi delle usanze tribali!

Oltre al fatto che i fratelli hanno distribuito molta letteratura, anche l’esempio di vero cristianesimo dato dai testimoni di Geova è stato molto importante per aiutare altri a venire nell’organizzazione di Dio. Rammentiamo l’opera di quei primi pionieri che lasciarono letteratura “a tonnellate”, e comprendiamo che i simbolici “cavalli” di Rivelazione 9:16-19 sono giunti in ogni angolo di questo vasto paese. In un decennio (1973-1983) vi sono stati distribuiti oltre due milioni e mezzo di copie di riviste Torre di Guardia e Svegliatevi!, e sono stati ottenuti oltre 14.000 abbonamenti!

Da che fu aperta la filiale alaskana nel 1961, il numero dei lodatori si è più che quadruplicato e nell’aprile del 1983 è stato raggiunto un massimo di 1.574. Essi sono raggruppati in 26 congregazioni suddivise in due circoscrizioni. I 134 pionieri regolari e ausiliari del febbraio 1983 rappresentavano il 9 per cento del totale dei proclamatori. Con una proporzione di un proclamatore su 292 abitanti, si leva un grande coro di lodi a Geova. Nel 1983 ci furono 4.033 presenti alla Commemorazione!

La gente continua ad andare a nord, in Alaska, per realizzare i sogni di una vita migliore. Quando il “grande paese” non soddisfa le loro aspettative, molti restano delusi. Altri però sono diventati ricchi qui! Hanno scoperto il paradiso spirituale che Geova ha creato in mezzo al suo popolo. In un periodo di dieci anni, 1.017 persone si sono dedicate a Geova nel territorio curato dalla filiale alaskana. Molti sono tornati a sud nei 48 stati degli USA da cui provenivano, felici di rendere familiari e amici partecipi delle ricchezze spirituali che hanno trovate.

Come altri che sono andati verso nord, i servitori di Geova sono in cerca di tesori, ma non dell’oro giallo o nero che si trova nel sottosuolo. Hanno appreso che la vera ricchezza è nella vita delle persone. Il profeta Aggeo mostra che agli occhi di Geova coloro che intraprendono la vera adorazione sono “le cose desiderabili di tutte le nazioni”. I fratelli che abitano in questo remoto angolo della terra ringraziano Geova del privilegio concesso loro di aver cura di questo prezioso tesoro proveniente da tutte le nazioni e pregano affinché dall’Alaska e dallo Yukon molti altri vengano a riempire la Sua casa di gloria. — Agg. 2:7.

[Cartina a pagina 163]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Alaska

Nome

Yukon

Kuskokwim

Bethel

Fairbanks

M. McKinley

Talkeetna

Palmer

Anchorage

Valdez

Cordova

PENISOLA DI KENAI

Seward

GHIACCIAIO MALASPINA

Mti. Sant’Elia

Skagway

GHIACCIAIO MENDENHALL

Hoonah

Juneau

Sitka

Wrangell

Ketchikan

Metlakatla

ANNETTE

KODIAK

Kodiak

MAR DI BERING

ISOLE ALEUTINE

Territorio dello Yukon

Whitehorse

[Immagine a pagina 164]

Il fratello Knorr coi missionari che prestavano servizio in Alaska nel 1948: (da sinistra a destra) Mary Tetzlaff, Abe Tetzlaff, Hermon Woodard, Charles Gauntt, Ralph Bachman, James Odham, John Errichetti, Nathan Knorr, Stella Odham, Ada Gauntt, Lorraine Davis, Vernor Davis, Claudia Hoffman, Harold Hoffman

[Immagine a pagina 166]

Hermon Woodard e John Errichetti a Ketchikan; erano affettuosamente chiamati “i ragazzi”

[Immagine a pagina 173]

Ava (Nick) Nickles, pescatore di Ketchikan ora in pensione, continua a pescare uomini nonostante sia ultranovantenne

[Immagine a pagina 174]

Il primo battesimo in Alaska: ebbe luogo nel 1948 di fronte al ghiacciaio Mendenhall

[Immagine a pagina 179]

Edificio della filiale ad Anchorage, comprendente un ufficio, camere e una Sala del Regno con 250 posti a sedere

[Immagine a pagina 180]

Il primo sorvegliante della filiale dell’Alaska, Andrew K. Wagner, e sua moglie Vera

[Immagine a pagina 182]

Gerald Ronco, attuale coordinatore del Comitato della Filiale, e sua moglie Lucy

[Immagine a pagina 187]

Per oltre 16 anni Robert L. Hartman servì i fratelli alaskani come sorvegliante di circoscrizione, viaggiando in lungo e in largo, su ogni tipo di veicolo, con qualsiasi tempo

[Immagine a pagina 188]

Pronti per andare a predicare in aereo nei territori dell’interno