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Nigeria

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QUESTA nazione fu creata dagli inglesi all’inizio del XX secolo quando raccolsero entro confini comuni una straordinaria varietà di persone che parlavano oltre 250 lingue. Per molti secoli costoro avevano avuto regni, città-stato e sistemi sociali diversi. Ma il 1° ottobre 1960, quando la Nigeria divenne uno stato sovrano politicamente indipendente, allora, secondo i nigeriani, nacque veramente la nazione. Il paese ha sentito profondamente l’influenza di queste tradizioni diverse.

La Nigeria è grande tre volte l’Italia. Questa vasta regione è attraversata dal Niger — il terzo fiume dell’Africa, lungo 4.160 chilometri — e dal Benue. Questi formano una rete fluviale che grosso modo divide il paese in tre parti. Al nord vivono gli haussa, i fulani e molte tribù minori. Al sud, a ovest del Niger ci sono gli yoruba e a est gli ibo, insieme a circa 200 altri gruppi tribali. Le loro culture, tradizioni, lingue e religioni diverse sono un fattore fortemente divisivo. Ma la lingua inglese ha avuto un ruolo importante nell’unificare la nazione, la più popolosa dell’Africa.

UN CAMPO IMPEGNATIVO

I ministri cristiani che vi intraprendono la predicazione della buona notizia del Regno di Dio la trovano un’assegnazione molto impegnativa. La Nigeria si trova appena a nord dell’equatore. Lungo la costa il clima è caldo e umido. Ci sono anche vaste paludi. Per questo il paese è stato devastato da malaria, febbre gialla, lebbra e parassiti intestinali e fa parte di quella zona dell’Africa occidentale chiamata un tempo la “tomba dell’uomo bianco”. La situazione al nord è un po’ diversa e in alcune zone verso il Sahara il paese diventa semidesertico.

La religione predominante è l’islamica, che pare sia stata introdotta verso il 900 E.V. e che ha forte presa al nord. Circa metà della popolazione è musulmana, un terzo è “cristiano” e il resto è rimasto fedele ad antichi culti. Intere comunità, specie al sud, furono “cristianizzate” più o meno come lo era stata l’Europa: con la coercizione o con lusinghe anziché facendo discepoli a livello personale. Quindi non sorprende che credenze e usanze tradizionali di antichi culti abbiano ancora forte influenza sulla vita delle popolazioni.

I ministri cristiani che prestano servizio nel paese devono affrontare il problema del diffuso analfabetismo. A volte capita loro di predicare in villaggi dove nel corso di riti demonici vengono regolarmente offerti sacrifici a divinità feticistiche. Incontrano l’opposizione di società segrete quali l’Odozi Obodo e di organizzazioni juju come l’Ekpo, e spesso s’imbattono in stregoni.

Ma questa è solo una faccia della medaglia. Un cristiano giunto d’oltremare non può non essere colpito dalla facilità con cui la gente — anche alcuni musulmani — parla di religione. Molti nigeriani amano veramente la Bibbia. I giornali di solito dedicano considerevole spazio agli argomenti religiosi. È frequente incontrare nomi e slogan religiosi, che spesso divertono i turisti. Sulle insegne dei negozi si può leggere “Azienda commerciale benedetta” o “Generi alimentari prima Dio”. Autoveicoli possono avere la scritta “Dio è il mio aiuto”, e su un autocarro sfasciato possono comparire le parole “L’uomo propone, Dio dispone”.

PICCOLI INIZI

L’opera di fare discepoli in Nigeria è stata strettamente legata al progresso teocratico in altri paesi dell’Africa occidentale. Varie volte la filiale della Watch Tower Society nell’Africa occidentale, con sede a Lagos, si è occupata di Ghana, Sierra Leone, Benin, Togo, Niger, Camerun e Guinea Equatoriale. Pionieri, pionieri speciali e missionari nigeriani hanno prestato servizio in questi paesi, e anche in Gambia, nella Repubblica Centrafricana e in Liberia. Come ebbe inizio tutto ciò?

Verso la fine del 1921 la buona notizia giunse per la prima volta in Nigeria, quando Claude Brown vi fece una breve visita e predicò un po’, specie nel nord. Il fratello Brown era originario delle Indie Occidentali ma era vissuto a Winnipeg, in Canada. Egli tornò nuovamente in Nigeria nel 1923 e tenne diverse conferenze a Lagos.

A quell’epoca classi di studio biblico venivano tenute da Vincent Samuels, un americano di colore che aveva aperto una sartoria a Lagos in Tinubu Square. Egli prese l’iniziativa di predicare di casa in casa e si serviva del libro L’Arpa di Dio, pubblicato dalla Watch Tower, per tenere uno studio con una quindicina di persone in casa di una certa signora Odunlami.

James Namikpoh, rilegatore e tipografo nella tipografia di stato a Lagos, sentì parlare di quelle classi e cominciò a frequentarle nel 1923. Egli fece un rapido progresso e fu il primo nigeriano a intraprendere l’opera di predicazione, seguito poco dopo dalla signora Odunlami. In seguito, quello stesso anno, Joshua Owenpa vide il libro L’Arpa di Dio sul tavolo di un collega nell’ufficio della stazione ferroviaria di Lagos, se lo fece prestare, lesse tutta la notte e ben presto si unì al gruppo di studio, divenendo il terzo nigeriano attivo nel servizio di Geova.

Quello stesso anno William R. Brown, un giamaicano, giunse nell’Africa occidentale. Proveniva da Trinidad, da dove aveva predicato in tutte le Antille. Poiché aveva dato testimonianza in quasi tutte quelle isole, J. F. Rutherford, presidente della Watch Tower Society, lo invitò a ‘trasferirsi nella Sierra Leone, nell’Africa occidentale, con moglie e figlio’.

Di là nel novembre 1923 si recò in Nigeria e pronunciò la prima conferenza nella Sala Glover. Durante quella breve visita distribuì inoltre centinaia di pubblicazioni della Watch Tower in ditte commerciali e uffici governativi. W. R. Brown tornò a Lagos nel 1926, e tenne conferenze nella Sala Glover sempre gremita. Durante quel viaggio incoraggiò i fratelli Namikpoh e Owenpa a estendere il campo della loro attività di predicazione. Il fratello Owenpa in seguito scrisse:

“Il fratello W. R. Brown mi invitò a iniziare il servizio di colportore [ora pioniere] e io mi dimisi dalle ferrovie . . . il 1° luglio 1927. Quello stesso giorno iniziai l’opera di colportore. Mi diede consigli e incoraggiamento scritturali portando alla mia attenzione Filippesi 1:28 (Weymouth): ‘Non perdetevi d’animo neanche per un momento davanti ai vostri avversari. La vostra intrepidezza sarà per loro una prova certa dell’incombente distruzione, ma per voi sarà una prova certa della vostra salvezza’”.

Così l’americano Vincent Samuels e due nativi delle Indie Occidentali di nome Brown ebbero una parte importante nelle prime fasi dell’opera in Nigeria. C’era stato un buon inizio e l’opera continuò a espandersi.

BROWN “IL NERO” E BROWN “DELLA BIBBIA”

Claude Brown fu soprannominato Brown “il Nero”. William Brown veniva chiamato Brown “della Bibbia” perché, come scrisse lui stesso, “quando pronunciavo conferenze proiettavo su di uno schermo ogni brano delle Scritture che poi spiegavo”. Cominciò a essere chiamato Brown “della Bibbia” in Sierra Leone perché amava dire: “Non lo dice Brown, ma lo dice la Bibbia”.

A proposito dei capi religiosi, William Brown scriveva: “In quel tempo la gente aveva poca stima per quella che chiamavano ‘la religione dei bianchi’. Era appropriato che parlassi del fallimento della religione della cristianità nella Sala Glover. Perciò annunciai la conferenza sui tre giornali principali. Un redattore cattolico sottopose il mio articolo al dott. Moses Da Rocha, il quale scrisse una lettera che fece pubblicare accanto al mio annuncio. Egli invitò il governo della Nigeria a vietare le mie riunioni o almeno a mandare la polizia per salvaguardare la pace. Invitò vari capi religiosi di Lagos a mandare i loro più abili rappresentanti per demolire le mie ‘tesi eretiche’. Furono presenti poliziotti e molti rappresentanti del clero.

“Durante tutta la denuncia della cristianità il pubblico interrompeva per applaudire. Quando iniziò il dibattito, il figlio di un ecclesiastico anglicano fece due domande, a cui venne data risposta, poi tentò di farne una terza, al che io dissi: ‘La prego di accomodarsi e dare ad altri la possibilità di fare domande’. . . . Conclusi la riunione offrendo il libro Liberazione. . . . Vuotarono tutte le scatole . . . e quella sera vennero perfino a casa mia per averne altri . . . 3.900 libri! Li distribuirono dappertutto ai loro vicini”.

LAGOS DIVENTA LA SEDE CENTRALE

Visto che in quel tempo la Nigeria sembrava il campo più fertile di tutta l’Africa occidentale, verso la fine del 1930 William Brown si trasferì a Lagos. Lì venne aperta anche la filiale della Società per l’Africa occidentale che sovrintendeva all’opera in Nigeria, Costa d’Oro (ora Ghana) e Sierra Leone.

Nel 1931 Ibadan e Lagos furono fra le 166 città collegate fra loro durante le ultime sessioni del congresso internazionale di Columbus (Ohio, USA). I Testimoni nigeriani unirono le loro voci gioiose nell’abbracciare il “nuovo nome”, testimoni di Geova. Il Messaggero, notiziario del congresso, riportava queste parole del fratello Brown:

“Una vigorosa testimonianza viene data [nell’Africa occidentale]. Il piccolo gruppo locale percorre oltre 3.200 chilometri lungo la costa in piroscafo e con altri mezzi di trasporto. Percorre anche in treno e in auto oltre 1.100 chilometri nell’interno. In questo vasto paese più di metà della popolazione è analfabeta, ma è sorprendente vedere con quale prontezza quelli che sanno leggere acquistano i libri, per conoscere qualcosa su Dio e sulla Bibbia”.

LETTERATURA NELLE LINGUE LOCALI E GIRI DI CONFERENZE

Dal momento che i libri in inglese erano utili solo per coloro che conoscevano quella lingua, il passo successivo fu di tradurli nelle lingue locali. La versione yoruba dell’Arpa di Dio (Duru Ọlọrun) era già stata pubblicata nel 1930, tradotta dalla sorella Odunlami con l’aiuto di J. P. Ogunfowoke. S. A. Adediji, un ecclesiastico anglicano che aveva cominciato a leggere i libri del fratello Rutherford nel 1929, aveva cominciato anche a tradurre il libro Liberazione. Poi nel 1931 si dimise dalla chiesa, si dedicò alla traduzione del libro Riconciliazione e dell’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo, dopo di che iniziò il servizio di pioniere. Altre pubblicazioni furono tradotte in diverse lingue locali.

Non appena L’Arpa di Dio fu disponibile in lingua yoruba, Ogunfowoke ne portò una certa quantità a Ibadan e Ilesha. Pronunciò conferenze all’aria aperta in due o tre punti di Ilesha, distribuendo moltissimi libri e organizzando un gruppo di studio.

Questi giri di predicazione si dimostrarono un modo efficace per diffondere la verità. W. R. Brown viaggiò molto per pronunciare conferenze bibliche e iniziare l’opera del Regno in nuove località. Egli scriveva: “Dopo un po’ non mi sentivo a mio agio seduto in ufficio. Programmavo il mio tempo in modo da poter uscire . . . per divulgare la buona notizia a voce e per mezzo della pagina stampata. . . .

“Quando giungevo a un villaggio . . . andavo dal capo e lo invitavo alla conferenza che vi avrei tenuta. Non era insolito che il capo mandasse un uomo in giro per il villaggio ad annunciare il discorso con una campanella. I servitori del capo stendevano un grande tappeto per lui e vi mettevano una poltrona. Egli sedeva lì con accanto un uomo che gli reggeva un ombrello aperto e a volte un altro con un grande ventaglio di penne di struzzo per fargli vento. Migliaia erano i presenti”.

LA VERITÀ SI DIFFONDE

Fra coloro che accettarono la verità in quel tempo c’era Alfred Nduaguibe. Egli ascoltò una conferenza del fratello Brown nel 1931 e in seguito iniziò l’opera di predicazione nella regione degli ibo.

Nella regione degli yoruba c’era Joseph Ogunniyi, importante funzionario statale che fungeva anche da ministro della chiesa anglicana locale (Church Missionary Society). Nel febbraio 1931 ricevette la visita di Joshua Owenpa di passaggio a Ile Ife. Ben presto, fino a otto persone si radunavano nel suo salotto e in casa del capo, l’obajio di Ife. Nell’ottobre 1932 Joseph Ogunniyi intraprese il servizio come ausiliario (simile all’attuale pioniere ausiliario) per diffondere le verità che aveva imparate. Lui e altri tre visitarono i principali villaggi, uno al giorno. “Presto diventammo molti”, egli scriveva. Così la verità si diffondeva a ovest — nella regione degli yoruba — e c’erano gruppi di studio a Lagos, Ibadan, Oyo, Ile Ife, Ilesha e Abeokuta.

Giù nella regione medioccidentale c’era Egor Egha, uomo molto energico che cominciò a interessarsi della verità nel luglio 1932 quando si unì a un gruppo di persone che ascoltavano una conferenza. Due giorni dopo si recò al suo paese, Oyede, per informare tutti di ciò che aveva detto l’oratore. Lasciato l’impiego di messo del tribunale di Ughelli, diventò uno zelante predicatore in tutto Oyede e da Isoko fino a Forcados, nonché nella zona di Ughelli.

‘PER NULLA SPAVENTATI DAGLI OPPOSITORI’

Nei loro spostamenti i fratelli Brown, Ogunfowoke, Adediji e Owenpa incontravano ora molta opposizione. Quando il fratello Brown si recò a Ilesha nel 1931, l’aiutante del funzionario locale lo scacciò dalla locanda e gli confiscò tutti i libri. Quando il governatore a Lagos si occupò della cosa a motivo del reclamo presentato dal fratello Brown, il ministro residente diede la colpa ai suoi funzionari, si scusò e restituì i libri. Tuttavia l’opposizione religiosa contro il neocostituito gruppo di studenti biblici aumentò.

Il fratello Ladesuyi dice a questo proposito: “Cattolici, anglicani e altri, che prima non andavano d’accordo, ora si coalizzavano contro di noi. Complottarono persino con capi pagani per far cessare le adunanze di studio biblico che tenevamo nella bottega di un falegname. I libri furono confiscati e noi venimmo arrestati più di una volta. Il fratello Adediji fu arrestato nel 1932 e processato nel tribunale locale, dove fu grandemente umiliato e beffeggiato”.

Più o meno in quel tempo Ogunfowoke fu arrestato a Oyo perché il clero aveva incitato il funzionario locale a fargli causa. Quindi Joshua Owenpa fu arrestato a Ibadan e costretto a lasciare la città entro 24 ore. E ormai a motivo dell’opposizione clericale ai Testimoni era precluso l’uso di sale aperte al pubblico a Lagos. Possiamo capire perché il fratello Brown fosse solito citare Filippesi 1:28 nel consigliare ai nuovi pionieri di non lasciarsi intimidire dagli oppositori. Essi mostrarono coraggio incrollabile costituendo uno zelante settore degli oltre 80 Testimoni che allora predicavano in tutta l’Africa occidentale.

Purtroppo non tutti rimasero leali a Geova e alla sua organizzazione visibile. Uno che svolgeva servizio a tempo pieno cominciò a chiedere denaro ai fratelli e usare in modo disonesto i fondi della Società. Diventò un vero e proprio oppositore e ricorse alla stampa pubblica per diffamare i Testimoni fedeli. Un altro cercava particolare preminenza quando teneva conferenze. Non tollerava l’esigenza della monogamia, si rifiutava di ubbidire alle istruzioni secondo le quali tutti dovevano fare rapporto dell’attività di predicazione e si oppose a coloro che a suo tempo cominciarono giustamente a insegnare che non tutti dovevano prendere gli emblemi alla Cena del Signore. Infine lasciò l’organizzazione del Signore e formò un suo gruppo religioso.

OPERAI VOLENTEROSI BENEDETTI DA GEOVA

Intanto i pionieri fedeli portavano la verità in nuove zone. Nel 1933 Peter Otudoh, che era stato battezzato nell’agosto 1932 e lavorava nella filiale, si offrì di andare a Badagri vicino al confine con il Dahomey (ora Benin). Lui e altri quattro predicarono a Ikoyi e Ipokia, poi a Ijofin e oltre il confine fino a Porto-Novo.

Nel gennaio 1934 la Società mandò Alfred Nduaguibe nella Nigeria orientale a fare il pioniere nella regione degli ibo. Egli viaggiò in piroscafo fino a Port Harcourt, visitò molte città e villaggi lungo la costa, da Abonnema a Calabar, poi penetrò nell’entroterra fino a Enugu, Abakaliki e al nord fino a Kaduna. Tornato a Lagos riferì al fratello Brown quali erano le condizioni del campo. Quella domenica dopo lo studio Torre di Guardia il fratello Brown chiese ai presenti: “Chi desidera andare nella Nigeria orientale per trovare le pecore di Geova nell’opera di predicazione?” Alfred Nduaguibe, Peter Otudoh e altri tre si fecero avanti. Non passò molto che la loro predicazione suscitò l’opposizione dei capi religiosi. Ma i fratelli si rendevano conto che Geova li benediceva. Come disse il fratello Otudoh, “consideravamo i persecutori come mosche attaccate al dorso di un elefante”.

STIMOLANTI CONFERENZE PUBBLICHE E ASSEMBLEE

Forse a quel tempo l’aspetto più notevole dell’attività di predicazione erano le conferenze pubbliche. E quali soggetti venivano scelti! Per esempio, una conferenza annunciata a Ibadan era intitolata: “Non più prebende per il clero, vedi Ezechiele 34:10; non più abiti lunghi per ingannare, vedi Zaccaria 13:4”. Non c’è da meravigliarsi che i fratelli si attirassero l’ira del clero!

Anche le assemblee avevano una parte sempre più importante ed erano sempre più grandi. I fratelli le aspettavano come veri banchetti spirituali. E quali sforzi facevano per essere presenti! Jacob Ajakaiye riferisce che lui e altri due “camminarono per 240 chilometri da Kabba a Ilesha, viaggiarono in camion da Ilesha a Ijebu-Ode, e dovettero tornare a casa nello stesso modo”. Il fratello Egbenoma ricorda di aver percorso a piedi 58 chilometri per recarsi a un’assemblea a Sapele. Il fratello Emeghara ne percorse 113 per recarsi da Aba a un’altra assemblea a Calabar.

Quei lunghi viaggi erano sia faticosi che pericolosi. I fratelli Brown e Otudoh, per esempio, sfuggirono per un pelo a predoni armati di coltelli e machete sulla strada da Benin City ad Agbor. Evitarono il blocco stradale con un deciso colpo di sterzo, accelerando poi al massimo per sfuggire ai banditi che li inseguivano.

UN POTENTE STRUMENTO PER DIVULGARE LA BUONA NOTIZIA

Nuova attrezzatura e un nuovo metodo — l’uso di un’auto munita di altoparlante — vennero introdotti nel gennaio 1936. Lasciamo che ne parli il fratello Brown:

“È un piacere giungere per la prima volta in un villaggio con l’auto munita di altoparlante mentre tutti guardano con stupore. . . . Ci informiamo sempre dov’è il centro del villaggio, e lì entriamo in azione, iniziando con un disco di briosi cantici. Si vede la gente avvicinarsi da ogni parte. A volte gli agricoltori che arano i campi a più di un chilometro dal paese udendo la voce . . . si guardano intorno e guardano in alto per vedere da dove venga la voce di Dio. Non vedendo nessuno, si precipitano verso il villaggio . . . Dopo la conferenza offriamo i libri e gli opuscoli; allora si precipitano. . . . Certi giorni abbiamo distribuito più di 1.400 opuscoli”.

A quel tempo nell’Africa occidentale c’erano 250 proclamatori, inclusi 38 pionieri e 28 ausiliari.

INSOLITI METODI DI PREDICAZIONE

Per divulgare il messaggio del Regno veniva impiegato ogni mezzo possibile: cartelli appesi ad aste, dischi fonografici, l’auto munita di altoparlante e megafoni. Questi, che a volte erano trombe di vecchi grammofoni, vennero adottati in tutto il paese non appena i fratelli notarono il successo dell’auto munita di altoparlante. La reazione, naturalmente, non era sempre la stessa, e neanche la tecnica usata dai fratelli e i luoghi più impensabili che sceglievano come punti strategici da cui farsi udire con i loro megafoni.

Nella zona di Opobo, nella Nigeria sudorientale, Peter Udosen Mkpong si arrampicava su un albero verso le 4 del mattino col suo megafono e cantava un cantico seguito da insegnamento biblico. Otteneva buoni risultati. Viceversa, quando Daniel Uwaekwe e i suoi compagni cercarono di usare i megafoni a Isiekenesi, la popolazione li attaccò con bastoni, machete e altre armi.

PROVA DI LEALTÀ

Nel frattempo la filiale dell’Africa occidentale traeva beneficio dai miglioramenti organizzativi che vennero adottati in tutto il mondo a partire dal 1938. Le compagnie (congregazioni) furono gradatamente riorganizzate secondo il modello teocratico scritturale, e tutte le nomine dei servitori cominciarono a essere fatte direttamente dalla Società. Questo richiedeva maggiore sottomissione personale alle istruzioni organizzative. Richiedeva completa lealtà alle disposizioni teocratiche. Ed è questa lealtà che venne messa alla prova in quel tempo.

Nel 1939 S. A. Adediji, che allora lavorava nella filiale, ricevette un articolo in cui si affermava che il Signore Gesù Cristo non era presente. Era accompagnato da una lettera la quale pretendeva che esso provenisse dalla sede centrale della Società e ordinava di leggerlo nelle congregazioni in una certa data. Il fratello Brown era temporaneamente assente. Adediji sapeva che l’articolo veniva da un apostata canadese di nome Salter. Sapeva che La Torre di Guardia (inglese) del 1° giugno 1937 aveva riferito che Salter era stato disassociato, e che era stato deciso di “distruggere senza leggerla qualsiasi letteratura del genere ricevuta per posta o altrimenti”. Eppure diede istruzioni affinché una copia dell’articolo venisse letta e considerata in un’adunanza in tutte le congregazioni della Nigeria. Questo causò molto danno ad alcune congregazioni. Col tempo la tendenza manifestata da Adediji in quell’occasione lo indusse ad abbandonare l’organizzazione, ed egli tornò a essere un ecclesiastico anglicano.

Al contrario, alcuni fratelli che ricevettero la lettera si rifiutarono di leggerla alla congregazione, riconoscendo che era un falso. La loro prontezza e lealtà contribuì a proteggere il gregge.

Nel 1940 in Nigeria “il piccolo” era diventato mille: c’erano 1.051 attivi lodatori di Geova. (Isa. 60:22) Ma li attendevano gravi difficoltà.

RESTRIZIONI CAUSATE DALLA GUERRA

Lo scoppio della seconda guerra mondiale causò grave tribolazione ai testimoni di Geova in molti paesi. Il 10 maggio 1940 un decreto governativo vietò l’importazione in Nigeria delle pubblicazioni della Watch Tower, sostenendo che trattavano soggetti sediziosi e sgraditi. Ma chi era che li trovava “sgraditi”? Non la gente comune ma il clero, visto che in quelle pubblicazioni veniva smascherata l’impostura delle sue organizzazioni religiose. Quindi si valse della tattica vecchia di secoli di ricorrere alle autorità secolari per contrastare e ostacolare il messaggio del Regno.

Benché il decreto governativo fosse stato emanato il 10 maggio, fu “ritenuto in vigore dal 13 marzo”. Perché? Perché il 14 marzo erano arrivate da New York 15.450 copie del libro Nemici in yoruba. E quello era un libro che il clero temeva in modo particolare.

Quando il fratello Brown ebbe un colloquio col governatore, questi si dimostrò seccato dalla denuncia della chiesa cattolica contenuta nel libro e disse che la chiesa aveva fatto del bene in Nigeria. Questo portò a una conversazione a proposito della quale il fratello Brown riferì:

“Gli dissi che quanti hanno letto la letteratura sono cristiani migliori e più ligi alla legge degli altri e gli feci notare che in tutta la Nigeria funzionari prendono atto della loro buona condotta. Egli mi guardò in faccia aggrottando la fronte e sorridendo e disse: ‘Sa, signor Brown, ci aspettiamo un conflitto, e se i vostri libri vengono letti, molti diventeranno cristiani e non si arruoleranno più. Dopo la guerra i libri saranno rimessi in circolazione’”.

ARRESTI E PETIZIONI

Già nel 1940 funzionari locali e alcune guardie campestri avevano cominciato ad arrestare i fratelli perché distribuivano letteratura. Alcuni furono arrestati a Ilesha, ma vennero prosciolti dal tribunale di primo grado di Ile Ife e l’accusatore fu rimproverato per il suo eccessivo zelo. Quando il fratello Owenpa fu arrestato a Sapele e tutti i suoi libri vennero confiscati, egli consigliò ai fratelli di continuare a predicare con la Bibbia soltanto.

Anche a Lagos la polizia arrestò dei proclamatori che davano testimonianza di casa in casa. Il 31 luglio 1941 vennero confiscati sette carichi di libri e 700 dischi dal deposito della Società. Anche se era inteso che quella letteratura sarebbe stata restituita alla fine dell’emergenza, oltre 250.000 pezzi furono ufficialmente bruciati nel 1943, tra lo stupore generale. Un giornale di Lagos, il Daily Service, disse chiaramente che “la distruzione di questi libri è del tutto ingiustificata”.

I fratelli continuarono a rivolgere petizioni al governo perché il divieto fosse revocato; ma vennero fatte concessioni solo ai singoli, permettendo loro di avere una biblioteca personale. Quindi la Bibbia era ora l’unico libro che i testimoni di Geova potessero usare nel ministero pubblico, e ne fecero buon uso. Inoltre ricorsero ai giornali locali per fare pubblicità alla Teocrazia. Nel West African Pilot c’era una rubrica intitolata “Opinione pubblica”, in cui venivano pubblicati regolarmente articoli del fratello Brown. I fratelli riuscirono anche a stampare localmente migliaia di volantini in inglese e in yoruba di cui fu fatta ampia distribuzione. Tuttavia fu il programma di conferenze pubbliche e studi biblici personali che si dimostrò particolarmente fruttuoso. Si fecero centinaia di nuovi discepoli. Alcuni che accettarono la verità durante la guerra hanno poi prestato servizio nella filiale o come sorveglianti viaggianti. Facciamone la conoscenza.

VENUTI DALLA GUERRA

Asuquo Akpabio aveva 19 anni quando vide per la prima volta i testimoni di Geova pronunciare conferenze all’aperto a Itu, vicino a Calabar, nel 1943. Lui e i suoi amici cercarono di disturbare le adunanze dei Testimoni. Ma non per molto. Dapprima i suoi amici cominciarono a interessarsi di quello che udivano durante le conferenze e iniziarono a studiare con i Testimoni. Poi, non avendo più il loro sostegno, durante una conferenza le sue osservazioni provocatorie furono messe a tacere da qualcuno del pubblico che gridò: “Perché ricalcitri contro i pungoli?” Asuquo se ne andò, ma l’indomani i Testimoni gli fecero visita ed egli cominciò a studiare la Bibbia con loro. Lui e i suoi amici furono battezzati quello stesso anno. Ricordando quegli avvenimenti, egli dice: “Divenuti predicatori incontrammo la stessa opposizione che avevamo fatto noi e subimmo continue percosse da parte di sacerdoti e di laici influenti”.

Samuel Opara fu battezzato nel 1943 a 13 anni. Aveva ricevuto un’educazione religiosa dal cognato di sua madre, che era maestro di scuola e pastore della locale Chiesa Africana benché in quel tempo avesse due mogli. Venuto in contatto coi libri di J. F. Rutherford, questo pastore rimase convinto dal loro accento veritiero e diventò testimone di Geova. Così anche Samuel conobbe la verità e iniziò una carriera di fedele servizio che gli causò molta opposizione da parte di familiari e compaesani.

C’era poi Albert Olugbebi, battezzato nel 1945. Suo padre gli aveva insegnato la verità, ma poi fu espulso dalla congregazione per poligamia. Albert rimase incrollabile e, nonostante la forte opposizione del padre, in seguito rinunciò a una promettente carriera statale per fare il pioniere.

Nel 1946 la guerra era ormai terminata, e i Testimoni della Nigeria si rallegravano di vedere quanto Geova aveva benedetto il suo popolo. Avevano passato sei anni difficili, eppure erano aumentati di numero da 636 nel 1939 a 3.542 nel 1946. Ora sembrava giunto il momento di fare un grosso sforzo per far revocare il divieto governativo riguardante la letteratura della Società.

ACCOLTA LA PETIZIONE

L’Annuario del 1947 (inglese) dice quanto segue: “All’inizio dell’anno siamo stati informati dalla sede centrale che in alcune isole delle Antille una Petizione a favore dei testimoni di Geova firmata da privati cittadini è stata accolta con favore. Abbiamo deciso di presentarne una anche noi, [e di convincere] alcuni . . . parlamentari a parlarne durante una riunione che si doveva tenere il 18 marzo 1946. . . . Avevamo solo due settimane per farlo, ma i fratelli si sono impegnati e sono riusciti ad assicurarsi più di 10.000 firme di persone istruite. . . . Le autorità sono rimaste stupite vedendo i nomi di quasi tutti i cittadini più ragguardevoli . . . [Due mesi dopo] il divieto è stato abrogato, per la gioia dei fratelli e delle persone in generale, che si rallegravano con noi ovunque andavamo. La notizia è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 18 maggio 1946, e l’indomani mattina la stampa locale ne ha dato notizia con grossi titoli”.

I fratelli chiesero immediatamente al governo la restituzione della letteratura confiscata e ricuperarono quella che non era stata distrutta dalla polizia. Poi, in dicembre, furono felici di ricevere i nuovi libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “Preparato per ogni opera buona” durante i congressi “Nazioni liete”, ai quali vi furono complessivamente oltre 5.000 presenti.

ARRIVANO I PRIMI DIPLOMATI DI GALAAD

Un nuovo capitolo dell’opera dei testimoni di Geova nell’Africa occidentale iniziò nel giugno 1947, quando arrivarono i primi diplomati di Galaad in Sierra Leone, Costa d’Oro (ora Ghana) e Nigeria. Fu un’occasione veramente gioiosa quella in cui il fratello Brown, alla testa della famiglia Betel di Lagos, diede il benvenuto ai canadesi Ernest V. Moreton e Harold Masinick e all’inglese Anthony C. Attwood. In seguito altri 51 missionari non nigeriani hanno prestato servizio in questo paese in epoche diverse.

Con l’aiuto dei missionari l’organizzazione della filiale e della casa Betel si uniformò maggiormente a quella della sede centrale di Brooklyn, a New York. Le 201 congregazioni furono suddivise in 11 circoscrizioni, ciascuna servita da un servitore dei fratelli (sorvegliante di circoscrizione). Fra questi c’erano Samuel Ladesuyi, Asuquo Akpabio, Joshua Owenpa e Amos Wosu. Si cominciarono a tenere assemblee di circoscrizione semestrali sotto la direttiva di un sorvegliante di distretto nominato che, a quell’epoca, era un diplomato di Galaad.

Anche l’adunanza di servizio e la Scuola di Ministero Teocratico ora contribuivano ad addestrare i fratelli per essere efficaci insegnanti della Bibbia. Al posto dell’estesa proclamazione compiuta mediante l’auto munita di altoparlante e i discorsi registrati, adesso si dava più enfasi all’attività di predicazione e insegnamento svolta dal singolo ministro.

I MISSIONARI

I fratelli erano ansiosi di incontrare i nuovi missionari, i primi fratelli bianchi in Nigeria. Ben presto fecero la conoscenza del fratello Attwood, che accompagnò il fratello Brown a quattro assemblee di circoscrizione. Anche i non Testimoni erano incuriositi dai nuovi arrivati.

Un episodio narrato da John Charuk — un missionario venuto in seguito — è tipico della reazione degli abitanti dei villaggi: “Quando ci avviammo a piedi verso il mio alloggio [a Umutu] . . . metà del villaggio ci seguiva e alla fine quasi tutti gli abitanti si erano radunati per vedere l’uomo bianco e il suo alloggio: un’umile casa africana. . . .

“Sabato mattina una cinquantina di uomini, donne e bambini mi seguirono da ogni parte per vedere con i propri occhi l’incredibile scena di un bianco che predicava il vangelo nelle loro case per mezzo di un interprete. . . . Domenica, nonostante la pioggia, 21 furono immersi e 794 ascoltarono con la massima attenzione il discorso pubblico. Due settimane dopo seppi che sei abitanti del villaggio avevano bruciato o ‘affogato’ i loro juju [li avevano gettati nel fiume] e ora erano proclamatori del Regno”.

Ci furono reazioni anche a Lagos e in altre grandi città. Il fratello Attwood dice: “Eravamo i primi testimoni di Geova bianchi giunti in Nigeria. . . . È dunque facile immaginare che gli altri bianchi, . . . specie i funzionari statali, erano . . . un po’ preoccupati circa le [nostre attività]. Il fratello Brown aveva dato loro molti grattacapi. La sua intrepida predicazione in tutto il paese non era stata una cosa molto piacevole per loro . . . e ora avere un inglese . . . che svolgeva la stessa attività, era alquanto spiacevole per loro”.

VIENE IL FRATELLO KNORR

Alla fine di quello stesso anno che aveva visto l’arrivo dei primi missionari, il presidente della Società, N. H. Knorr, e il suo segretario M. G. Henschel vennero per la prima volta in Nigeria. Quello fu veramente uno degli avvenimenti più salienti dell’anno. Il fratello Knorr pronunciò una conferenza pubblica a Lagos, ed entrambi assisterono a uno dei due congressi tenuti in occasione della loro visita. Complessivamente 10.000 persone udirono a Ibadan e a Lagos la conferenza del fratello Knorr “Il governante permanente di tutte le nazioni”. Qualche contrattempo durante il viaggio impedì loro di assistere all’altro congresso, tenuto nella regione degli ibo. Ma i fratelli Attwood e Moreton riuscirono ad attraversare il Niger in canoa e, viaggiando in piena notte su un camion, giunsero a Enugu in tempo per l’assemblea.

All’assemblea di Ibadan fu annunciato che il fratello Attwood era stato nominato sorvegliante della filiale. Il fratello Brown aveva prestato fedelmente servizio per 25 anni, ma ora l’accresciuto lavoro nell’ufficio della filiale, oltre all’età e alla poca salute, rendevano auspicabile che spalle più giovani si addossassero il compito. I fratelli Moreton e Masinick, che prima lavoravano nel campo a Lagos, furono pure chiamati alla filiale.

LA POLIGAMIA PONE DEI PROBLEMI

Dal 1934, quando alcuni erano stati contrari a esigere la monogamia fra i testimoni di Geova, la poligamia aveva continuato a porre problemi ai fratelli. Molti che si erano uniti all’organizzazione di Geova avevano ancora diverse mogli. Fra questi primeggiavano alcuni che travisavano il contenuto di 1 Corinti 7:20: “In qualsiasi stato ciascuno fu chiamato, in questo rimanga”.

Tuttavia La Torre di Guardia (inglese) del 15 gennaio 1947, alcuni mesi prima della visita del fratello Knorr in Nigeria, aveva spiegato che la norma scritturale di avere una sola moglie doveva essere osservata in tutto il mondo. Fu inviata una lettera a tutte le congregazioni, per avvertire i poligami che avevano sei mesi di tempo per sistemare la loro situazione coniugale o avrebbero perso ogni privilegio. La maggioranza dei fratelli fu felicissima di questa salda presa di posizione per conformarsi ai princìpi biblici.

Ma centinaia di Testimoni dovettero prendere una decisione: avrebbero rinunciato a un’istituzione vecchia di secoli e generalmente accettata per attenersi alle norme cristiane, che alcuni di loro conoscevano solo da pochi anni o mesi? Potevano resistere allo scherno degli amici e all’immediata opposizione della famiglia? Alcuni espressero apertamente dubbi che i testimoni di Geova potessero avere successo dove le chiese avevano fallito. Molte persone del mondo predissero che se i testimoni di Geova cercavano di abolire la poligamia fra i loro aderenti, questi si sarebbero dileguati.

Ricordando cosa accadde quell’anno allorché a Ibadan e a Lagos il fratello Knorr parlò delle istruzioni della Società relative alla poligamia, il fratello Moreton ha scritto: “Johnson Adejuyigbe, di Akure, aveva tre mogli e dieci figli. Proprio lì nel capannone dell’assemblea, non appena questo era stato sgomberato, chiamò le mogli davanti a sé e disse loro il da farsi, sistemando le sue cose seduta stante”.

Descrivendo la propria reazione al discorso pronunciato dal fratello Attwood a un’assemblea di distretto tenuta a Warri quello stesso anno, Richard Idodia ha detto: “Non aspettai che trascorressero sei mesi prima di congedare le [mogli] in più, trattenendone una sola”.

Alcuni però non erano convinti che queste istruzioni venissero dalla Parola di Dio. Asuquo Akpabio, per esempio, riferisce che il fratello presso cui stava a Ifiayong lo svegliò a mezzanotte, pretendendo che cambiasse l’annuncio relativo alla poligamia. Essendosi egli rifiutato di farlo, il suo ospite lo cacciò via quella notte stessa nonostante piovesse a dirotto. Comunque la poligamia fu in breve eliminata dalle congregazioni, con pochissime perdite numeriche.

LOTTA ALL’ANALFABETISMO

L’analfabetismo era da tempo un grosso problema. Nel 1946 il fratello Brown calcolò che dei 23 milioni di abitanti della Nigeria appena un milione sapeva leggere e scrivere, e al nord solo il 2 per cento della popolazione non era analfabeta.

Benché la percentuale dei testimoni di Geova che sapevano leggere fosse maggiore, molti erano analfabeti. Avevano appreso la verità della Parola di Dio unicamente sentendola predicare. Per svolgere più efficacemente il ministero, dovevano imparare a leggere. Nell’ottobre 1949 ebbero inizio in ogni congregazione corsi per analfabeti, con manuali preparati localmente dalla Società. Questi corsi vengono tenuti tuttora.

CAPANNONI DI BAMBÙ E IDOLI INFRANTI

Nel corso degli anni la crescente partecipazione alle assemblee rese difficile trovare sale abbastanza grandi per le assemblee di distretto. Perciò i fratelli costruirono giganteschi capannoni di bambù, foglie di palma e stuoie di canna intessute sul posto, spesso in radure circondate da rigogliosa vegetazione tropicale. A volte i presenti alle adunanze pubbliche raggiungevano cifre sbalorditive, perché accadeva che tutta la popolazione assistesse alla conferenza. A un’assemblea tenuta a Obiaruku, nella Nigeria medioccidentale, c’erano solo 300 fratelli, mentre i presenti furono 4.626.

A Okpara Waterside nel febbraio 1949 i nuovi interessati presenti all’assemblea di circoscrizione chiesero ai fratelli di venire a casa loro per eliminare gli idoli. L’assemblea aveva praticamente sgominato il racket religioso dei sacerdoti juju del luogo. In un altro villaggio un re indigeno che soleva perseguitare i fratelli fu deposto a motivo della sua corruzione. Quando i fratelli si radunarono per un’assemblea di circoscrizione, i capi permisero loro di usare il palazzo disabitato per tenervi l’assemblea e alloggiare molti dei congressisti.

ARRIVEDERCI, BROWN “DELLA BIBBIA”

Dopo 27 anni di servizio nell’Africa occidentale, il 4 aprile 1950 il fratello Brown e la sua famiglia lasciarono la Nigeria per tornare nelle Indie Occidentali. Questo faceva notizia secondo un parlamentare che era anche redattore del Daily Times. Egli pubblicò un articolo intitolato “‘BROWN DELLA BIBBIA’ DICE ARRIVEDERCI, NON ADDIO”, nel quale scrisse: “Oggi Brown ‘della Bibbia’ è diventato un’istituzione ed è amico di tutti, giovani e vecchi, europei, africani e libanesi, anche di quanti non erano d’accordo con lui e odiavano la sua propaganda religiosa. . . . Lagos sentirà la mancanza della figura familiare di Brown ‘della Bibbia’, e tutti i suoi amici augurano a lui e alla signora Brown buona fortuna nella loro casa nelle Antille”. Dieci anni dopo, in occasione delle celebrazioni per l’indipendenza della Nigeria, il governatore generale, che ben ricordava la buona opera svolta da Brown “della Bibbia”, li invitò a tornare in visita in Nigeria a spese del governo.

Nel 1950, nella loro lettera di commiato al fratello Brown, i fratelli dissero che “‘un uomo è divenuto mille’ non è solo una frase fatta”. Sì, il numero dei proclamatori del Regno in Nigeria era salito a 8.370. Geova benediceva in modo evidente la Sua opera in questo paese.

MISSIONARI ALL’OPERA

I missionari di Galaad proseguirono da dove il fratello Brown aveva lasciato, ed ebbero magnifiche esperienze alle assemblee come sorveglianti di distretto. Viaggiavano in aereo, in macchina, in camion, in canoa, in bicicletta e spesso come Cristo, a piedi. Il loro incarico li portava lontano dalle piste battute in villaggi sperduti nelle foreste pluviali, dove il tempo sembrava essersi fermato da centinaia d’anni e dove imperava il paganesimo juju, con le sue società segrete che avevano potere quasi illimitato.

Dell’arrivo ad Aka Eze per un’assemblea di circoscrizione, John Charuk, che era venuto in Nigeria dal Canada con suo fratello Michael dopo essersi diplomato a Galaad nel 1949, ha raccontato:

“Ho trovato Aka Eze . . . felice di continuare a vivere in condizioni primitive. Tutte le case sono capanne rotonde di fango col tetto conico di paglia. Non esistono pozzi e l’unica acqua da bere è quella di un ruscello poco profondo dove tutti fanno il bagno. . . . I fratelli però hanno costruito le loro capanne ai limiti del villaggio e le tengono molto pulite. Hanno una bella Sala del Regno e intorno vi hanno piantato fiori e arbusti. . . . Dopo la conferenza pubblica, alla quale c’erano 990 presenti, diversi hanno detto: ‘Anche noi dobbiamo diventare testimoni di Geova’”.

DIVINITÀ IMPOTENTI

Man mano che la verità penetrava in zone remote sempre più persone venivano liberate dalla falsa religione e dall’idolatria. Alle società segrete e ad altri adoratori di idoli questo non piaceva, perciò ostacolavano i fratelli. Ma in un modo o nell’altro di solito si trovava il modo di respingere l’opposizione. Per esempio a Itu, dove c’era molta opposizione da parte delle società segrete, un funzionario canadese avvertì tutti i capi del distretto sotto la sua giurisdizione di non combattere contro i testimoni di Geova. Egli disse: “Non sono molti ma sono potenti. Hanno cambiato le leggi del Canada. Nessuno può combatterli e vincere”. Questo impaurì i capi e molti assisterono alla conferenza pubblica dell’assemblea di distretto a cui si erano opposti, portando con sé i propri seguaci.

A un’assemblea di distretto in un’altra parte del paese un uomo imbevuto di demonismo espresse il desiderio di esserne liberato. Temendo di distruggere i suoi idoli, andò dai Testimoni la sera sul tardi, chiedendo che lo facessero loro. Era molto tardi quando un centinaio di fratelli giunse alla casa dell’uomo. Venne appiccato il fuoco alla casa del juju, e innumerevoli idoli e amuleti furono gettati nelle fiamme crepitanti. Per mezzo di sacerdoti e oracoli ispirati da demoni quei juju avevano imposto alla gente inutili rinunce. L’uomo aveva speso tutto il suo denaro per cercare di soddisfare quei feticci. Ora era libero!

ALTRI DIPLOMATI DI GALAAD

Nel 1951 si pensò di dare una testimonianza più organizzata a Ibadan che, con oltre 320.000 abitanti, era la maggiore città della Nigeria. (La popolazione di Lagos a quel tempo superava di poco le 200.000 unità). Perciò in aprile vi fu aperta una casa missionaria per aiutare i proclamatori locali. La famiglia missionaria includeva Charlie Young, arrivato dall’Inghilterra con Wilfred Gooch, e i fratelli Charuk.

Il 1° settembre 1951 il fratello Gooch iniziò a prestare servizio a Lagos come sorvegliante della filiale. In dicembre il fratello Young cominciò a servire nel distretto insieme ai Charuk, poi, quando a questi fu rifiutato un nuovo visto e dovettero quindi andare in Liberia, rimase l’unico sorvegliante di distretto. Dopo di che, per più di un decennio, il fratello Young viaggiò per tutto il paese, abitando nelle case dei proclamatori in villaggi e città, per tenere le assemblee. Tutto questo gli permise di stringere rapporti più intimi con la gente e forse di esercitare sui fratelli un’influenza di natura personale maggiore che qualsiasi altro diplomato di Galaad non nigeriano che abbia prestato servizio nel paese. I fratelli sentirono un gran vuoto quando lui e la moglie Anne tornarono in Inghilterra nell’aprile 1965.

Ma fu rallegrante quando tre nostri fratelli nigeriani (Asuquo Akpabio, Matthew Prighen e Reuben Udoh) frequentarono la 18a classe di Galaad e tornarono con l’incarico di sorveglianti di circoscrizione. Erano i primi dei 17 nigeriani che si sono diplomati alla scuola di Galaad.

REAZIONI DIVERSE TRA I POLIGAMI

Le riviste della Società continuavano a produrre buoni risultati nella vita delle persone sincere. Fra queste c’era un capo che si era abbonato alla Torre di Guardia e riconosceva la verità di ciò che leggeva, ma non sapeva cos’altro fare. In seguito il sorvegliante di circoscrizione lo visitò e studiarono La Torre di Guardia yoruba. Deciso a diventare testimone di Geova, egli mandò via 13 delle sue 14 mogli e si battezzò.

Viceversa in una congregazione stabilita da molto tempo, ma che aveva fatto pochissimo progresso, si scoprirono alcuni poligami che avevano tenuto nascosta la loro condizione. Quando vennero espulsi in armonia con le disposizioni sulla disassociazione contenute nella Torre di Guardia (inglese) del 1° marzo 1952 (ed. italiana del 15 agosto 1952), la benedizione di Geova sui fratelli fu di nuovo manifesta. Il numero dei proclamatori salì in pochi mesi da 130 a oltre 200.

Un anno dopo ci furono inaspettate benedizioni anche nella congregazione di Ebute Metta, a Lagos, quando alcuni che molti anni prima avevano seguito un apostata favorevole alla poligamia riacquistarono la vista spirituale. Albert Olih, membro della famiglia Betel, trattò la cosa perché allora presiedeva la congregazione di Ebute Metta. Ecco la storia:

“Un giorno alcuni appartenenti a [un gruppo di apostati che si facevano chiamare] ‘Organizzazione dei Testimoni di Geova’ vennero da me. Volevano sapere cosa dovevano fare per tornare a far parte dell’organizzazione teocratica. Dissero che non erano più d’accordo con gli altri sulla questione della poligamia. Vennero consigliati di separarsi da loro se erano convinti che Geova usa una sola organizzazione visibile sulla terra. Perciò una domenica sera 100 di loro entrarono nella nostra Sala del Regno e presero posizione per Geova. Era come se una congregazione fosse nata in un sol giorno. Essi fecero i necessari cambiamenti nella loro vita”.

ADUNANZE PUBBLICHE ALLA NIGERIANA

L’opera del Regno continuava a progredire rapidamente, e le conferenze pubbliche pronunciate nei villaggi avevano un ottimo effetto. Il modo in cui venivano organizzate riflette il sapore della vita in questa parte del mondo. Ecco come le descrive un sorvegliante di distretto, dal momento in cui i proclamatori giungono nel villaggio:

“I Testimoni si separano . . . e vanno di casa in casa, tutti tranne [uno con un grande megafono] che cammina al centro della strada per annunciare la conferenza pubblica. . . . [Poi] si radunano in un vasto spiazzo aperto al centro del villaggio sotto un grosso mango. Da una casa vicina viene portato un tavolo, . . . viene provveduta una [lampada a cherosene]. . . . I Testimoni formano un ordinato semicerchio davanti all’oratore e ben presto gli abitanti del villaggio, tre o quattrocento, si accalcano dietro. . . . Ormai è buio e tutto è tranquillo . . . mentre, Bibbia alla mano, l’oratore spiega i vari punti”.

Le adunanze pubbliche assunsero una nuova dimensione quando si cominciarono a usare i film della Società. Villaggi interi assistevano alle proiezioni, così che invece dei pochi proclamatori della congregazione locale si avevano 500 o più presenti. Tutti sedevano sull’erba, all’africana, davanti a un grande schermo rialzato. Alle assemblee di circoscrizione non era raro avere anche 8.000 presenti.

NEL TERRITORIO NON ASSEGNATO

Verso il 1954 le campagne in territorio non assegnato nei mesi di maggio, giugno e luglio erano diventate un normale aspetto dell’opera di predicazione. Benché fosse la stagione delle piogge, era l’epoca in cui i fratelli, quasi tutti agricoltori, potevano dedicare molto tempo all’attività di predicazione. Era anche il tempo in cui si trovavano molte persone a casa.

Durante queste campagne non era insolito trovare “pecore smarrite”, ma un gruppo di fratelli ebbe l’insolita esperienza di trovare un’intera congregazione di “pecore smarrite”. Questo accadde in una zona molto isolata del paludoso delta del Niger, dove questi proclamatori non avevano mai dato testimonianza prima. Trovarono un gruppo di una dozzina di persone che studiavano regolarmente le pubblicazioni della Società e davano testimonianza. Questo gruppo di studio era venuto all’esistenza quando un proclamatore era andato là per ragioni di lavoro. Dopo la sua partenza essi continuarono a studiare e predicavano, anche se nessuno nell’ufficio della Società sapeva dell’esistenza del gruppo finché non fu “scoperto” durante la testimonianza nel territorio non assegnato.

Un altro gruppo venne trovato nella Nigeria settentrionale. I fratelli avevano avuto notizie vaghe di interessati in un villaggio dove tutti gli altri praticavano gli antichi culti tradizionali. Il proclamatore più vicino era un pioniere speciale che stava a 64 chilometri di distanza. Insieme al sorvegliante di circoscrizione, egli fece un viaggio in bicicletta per andare a cercarli. Dopo aver perso la strada, finalmente giunsero a destinazione, quasi esausti. I loro sforzi furono però ricompensati quando trovarono più di 30 persone che studiavano insieme intorno a una Bibbia. L’unico contatto che avevano avuto in precedenza col messaggio del Regno era stato a viva voce.

INGINOCCHIARSI O NON INGINOCCHIARSI?

Per diversi anni i fratelli dei dintorni di Warri avevano avuto molte difficoltà a motivo del miguọ, la consuetudine di inginocchiarsi davanti agli uomini più anziani, invalsa nella regione del delta. Alcuni dei fratelli più anziani della zona avevano stabilito che inchinarsi agli uomini era sbagliato in ogni caso. La filiale diceva che era una cosa da decidere personalmente. Ma alcuni dei fratelli più anziani continuarono a vietare ai più giovani di inginocchiarsi, e arrivarono al punto di disassociare per “idolatria” alcuni che si erano inginocchiati. D’altra parte quelli che si rifiutavano di farlo erano perseguitati dalla popolazione locale perché non osservavano l’usanza, e questo era d’inciampo per molti interessati che lo consideravano solo un modo di mostrare il dovuto rispetto.

Poi uscì La Torre di Guardia (inglese) del 15 maggio 1954 (ed. italiana del 1° marzo 1955) con la risposta alla domanda “Dovremmo noi adorare Gesù?” Questo risolse la questione. Fu spiegata chiaramente la differenza fra inchinarsi in segno di saluto o di rispetto e inchinarsi in segno di adorazione o devozione. La grande maggioranza dei fratelli rimase soddisfatta. Ma una piccola minoranza che per tanto tempo aveva seguito una linea rigida fu troppo orgogliosa per fare marcia indietro e lasciò l’organizzazione.

MIGLIORI DISPOSIZIONI ORGANIZZATIVE

Dopo che il governo gli aveva negato il visto nel 1952, il fratello Henschel riuscì a tornare in Nigeria nel novembre 1955. La sua presenza contribuì a rendere le assemblee “Regno trionfante” di Aba e di Ilesha un’occasione speciale per i quasi 34.000 presenti.

In seguito vennero apportate modifiche alle congregazioni e alle circoscrizioni al fine di prestare maggiore assistenza personale e aiutare i singoli a progredire verso la maturità. Dato che in alcune circoscrizioni circa il 25 per cento dei proclamatori non erano battezzati, venne introdotto un programma di insegnamento per aiutarli a fare progresso fino alla dedicazione e al battesimo. Le congregazioni furono riorganizzate e rafforzate unendo i gruppi piccoli a quelli vicini più forti. Inoltre venne ridotta la grandezza delle circoscrizioni in modo che il sorvegliante di circoscrizione potesse fare tre visite all’anno anziché due, e impartire così un addestramento più regolare ai proclamatori.

Verso quell’epoca ci si rese conto che molte congregazioni avevano fatto della Commemorazione una manifestazione di piazza, celebrandola nel luogo del mercato. Contavano fra i presenti persino i passanti. Questo gonfiava la cifra dei presenti e provocava anche incidenti indecorosi e discussioni con gli oppositori. Le istruzioni contenute nell’Informatore (ora Ministero del Regno) posero fine a questa situazione, col risultato che nel 1956 si ebbero solo 24.330 presenti invece dei 33.027 del 1955, ma l’adunanza fu molto più dignitosa.

Si prestò attenzione anche alla distribuzione delle riviste. I fratelli cominciavano a capirne il valore per divulgare la buona notizia. Nel gennaio 1957 La Torre di Guardia in ibo e yoruba uscì nel nuovo formato e a due colori. I fratelli erano entusiasti. In una congregazione di Lagos la media delle riviste distribuite aumentò da 0,7 per proclamatore in settembre a 7,0 in gennaio. Un fratello uscì nel giorno della rivista e in un mercato ne distribuì 73 in due ore. Un altro disse: “La gente ci corre dietro per la strada per averle”.

Dal momento che la gente letteralmente ‘ci correva dietro’, si dovettero prendere precauzioni riguardo a chi accettare per il battesimo. A partire dal 1° gennaio 1956 si dispose che il sorvegliante di congregazione esaminasse i candidati al battesimo e firmasse una dichiarazione che questi dovevano presentare per poter essere battezzati a un’assemblea. Era richiesto che avessero completato lo studio del libro “Sia Dio riconosciuto verace”, che avessero studiato almeno per sei mesi e che soddisfacessero le fondamentali esigenze cristiane.

MATRIMONIO ONOREVOLE

Ulteriore aiuto si ebbe con gli articoli sul matrimonio contenuti nelle Torre di Guardia di settembre e ottobre del 1956 (ed. italiane di febbraio e marzo del 1957). Furono affrontati problemi come un esorbitante prezzo della sposa, il matrimonio di prova, i rapporti sessuali durante il fidanzamento e i matrimoni non registrati. I matrimoni celebrati secondo usanze tradizionali ora dovevano essere dovutamente registrati. Fu introdotto il modulo “Dichiarazione di matrimonio”, e in seguito il suo uso fu limitato a coloro il cui coniuge non credente rifiutava di far registrare il matrimonio. Tuttavia venne dato grande risalto all’utilità di contrarre il matrimonio come previsto dalla legge vigente in Nigeria anziché unicamente secondo la consuetudine, e a questo fece seguito un’ondata di registrazioni in varie parti del paese.

Un caso degno di nota fu quello di un fratello di 99 anni e di sua moglie di 55. Un giornale riferì: “Per trentaquattro anni un uomo e una donna sono vissuti [insieme] e hanno avuto sette figli. Ieri . . . sono stati dichiarati marito e moglie all’anagrafe di Lagos. Il signor Edo . . . fa parte della setta dei testimoni di Geova ed entrambi vanno a predicare il vangelo”.

Da allora molte Sale del Regno in tutto il paese sono state riconosciute come luoghi in cui si possono celebrare matrimoni. Il governo autorizza alcuni anziani nominati nelle congregazioni a effettuare la registrazione dei matrimoni celebrati in tali sale.

STORICHE ASSEMBLEE DEI SERVITORI DI GEOVA

All’inizio del 1958 ci fu un congresso veramente storico a Benin City. Per la prima volta i fratelli che parlavano lingue diverse avevano capannoni separati sullo stesso terreno. Erano rappresentati nove gruppi linguistici, il totale dei presenti fu di 19.731 e il numero dei battezzati 740. Fra i presenti al discorso pubblico c’era l’oba (re tradizionale) del Benin, Akenzua II, che espresse il suo apprezzamento all’uditorio.

Al termine dell’anno di servizio, la Nigeria fu rappresentata al congresso internazionale “Volontà divina” di New York da 12 delegati, fra i quali due studenti di Galaad diplomatisi il primo giorno del congresso.

Poi all’inizio del 1959 un eccitante invito fu esteso a tutti i Testimoni della Nigeria: “Venite a Ilesha dal 12 al 15 marzo!” Perché? Per l’assemblea nazionale “Volontà divina”, alla quale sarebbe stato presente il fratello Knorr. Nel 1952 il governo non gli aveva concesso il visto. La domenica 27.926 persone di 11 gruppi linguistici lo ascoltarono con la massima attenzione mentre parlava sul tema: “Una terra paradisiaca mediante il Regno di Dio”. I congressisti furono anche felici di ricevere il nuovo libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato, libro particolarmente adatto per l’Africa coi suoi problemi di analfabetismo.

SCUOLE SPECIALI PER SODDISFARE LE NOSTRE NECESSITÀ

Quando nel settembre 1961 ebbe inizio a Lagos la Scuola di Ministero del Regno per addestrare i sorveglianti, questo fu un passo avanti nel prepararli ad assolvere le loro responsabilità con maggior efficacia. Anche i corsi per insegnare a leggere producevano buoni risultati. Il programma era stato snellito, e furono provveduti migliori manuali per l’insegnamento. I fratelli erano stati inoltre incoraggiati ad avvalersi di analoghi programmi governativi, e in tal modo molti stavano imparando a leggere e scrivere.

Nel 1952 un fratello, che quattro anni prima era analfabeta, aveva imparato a leggere così bene che ricevette l’incarico di tenere il corso per insegnare a leggere nella sua congregazione. Ezekiel Ovbiagele era analfabeta quando, nel 1940, fu battezzato. Si iscrisse a questo corso e imparò a leggere e scrivere; diventò pioniere e nel 1953 era idoneo per l’incarico di sorvegliante viaggiante.

Molti che hanno imparato a leggere erano già avanti negli anni e pensavano di non aver più la capacità di imparare. Ma il loro desiderio di leggere le Scritture da sé e di insegnare ad altri risvegliò in loro il desiderio di imparare. Una sorella ultrasessantenne, malata da più di 20 anni, percorreva regolarmente otto chilometri la settimana in canoa per non perdere il corso di lettura. Nel 1952 dimostrò il suo progresso a un’assemblea di circoscrizione alzandosi e leggendo correntemente brani delle Scritture. Che gioia vedere tanto progresso!

Entro il 1961 parecchie migliaia di adulti avevano imparato a leggere grazie a questi corsi. A questo proposito il fratello Gooch disse: “Le Sale del Regno sono usate per tenere corsi di lettura ai quali sono benvenuti tutti gli abitanti del villaggio”. Per illustrare i risultati, parlò della congregazione di Umuochita, dove molti abitanti del villaggio assistevano alle adunanze perché la Sala del Regno era diventata la loro “scuola”. Le cifre indicano che altri 19.238 adulti hanno imparato a leggere e scrivere grazie ai corsi tenuti nelle nostre congregazioni fra il 1962 e il 1984.

IL FRATELLO GOOCH SE NE VA

Nel 1963, dopo aver frequentato un corso speciale di dieci mesi a Brooklyn, Wilfred Gooch fu nominato sorvegliante di filiale della Gran Bretagna, dove fu raggiunto dalla moglie Gwen. Aveva prestato servizio per 12 anni in Nigeria e aveva contribuito molto alla stabilità organizzativa della filiale e delle congregazioni.

Woodworth Mills, che prestava servizio in Nigeria dal 1956, prese il suo posto quale sorvegliante della filiale. Il fratello Mills, originario di Trinidad, e sua moglie Oris avevano fatto i pionieri nell’isola di Aruba prima di andare a Galaad e poi venire in Nigeria.

FEDE INCROLLABILE NONOSTANTE LE AGITAZIONI NELLA NAZIONE

Raggiunta l’indipendenza, i disordini politici ora piagavano il paese e le condizioni economiche peggioravano. Nei mesi di maggio e giugno del 1964 ci furono gravi agitazioni sindacali, con tumulti e scioperi delle poste e del porto. Era solo un assaggio di quello che doveva venire. Ma i testimoni di Geova non si lasciarono coinvolgere e continuarono a svolgere l’opera di annunciare il Regno.

I disordini influivano sulle attività di campo. Ma i 35.039 proclamatori facevano quello che potevano, e c’erano buone prospettive perché l’opera del Regno continuasse a progredire. Fra coloro che promuovevano gli interessi del Regno c’erano molti proclamatori d’età che mostravano fede incrollabile. Confidando in Geova diedero prova di forza oltre il normale. Ad esempio, per assistere all’assemblea “Frutti dello spirito” di Oshogbo nel 1964, un fratello ottantenne percorse 156 chilometri a piedi.

IL JUJU FALLISCE

In quel tempo 1.919 proclamatori impegnati nelle varie forme del servizio di pioniere portavano la verità in nuove zone e organizzavano congregazioni in villaggi remoti. Spesso incontravano opposizione demonica, come accadde nel villaggio di Ago-Ṣaṣa.

Poiché un pioniere non aveva tenuto conto delle ingiunzioni di lasciare il villaggio entro sette giorni, un sacerdote del dio tribale Sango lo maledisse. L’indomani un temporale fuori stagione colpì i dintorni della Sala del Regno dove egli stava studiando privatamente. Un fulmine distrusse un albero vicino e momentaneamente paralizzò il pioniere. Qualche giorno dopo un abitante del villaggio fece quest’osservazione: “Devi avere un farmaco potente. Quando ti ha lasciato, il sacerdote di Sango ha preso cola amara [la noce di un albero tropicale] e un pollo e ha pronunciato una maledizione contro di te davanti a Sango. Sango ha colpito la tua sala ma tu sei sopravvissuto. Oggi quel sacerdote è stato ucciso da un fulmine nella sua stessa casa”.

Ad Ago-Ṣaṣa si teneva solo uno studio di libro di congregazione; ma gli abitanti che avevano udito il sacerdote minacciare il pioniere la considerarono una prova di potenza spirituale. Convinti della supremazia di Geova, molti cominciarono a interessarsi della verità.

INIZIA UNA CRISI

I tumulti del 1964 erano solo un preavviso di quello che doveva venire. Nel 1965 disordini politici, insurrezioni armate, illegalità e violenza tribale s’intensificarono. Il 15 gennaio 1966 questo culminò in un colpo di stato da parte di ufficiali dell’esercito, che pose il paese sotto il rigido controllo di un regime militare.

A causa di quegli avvenimenti era necessario un grande sforzo per compiere la predicazione del Regno; eppure nell’aprile del 1966 per la prima volta furono dedicate al servizio di campo più di un milione di ore, e venne formata l’800a congregazione. È interessante notare che nel 1965, dei 42.000 proclamatori che avevano fatto rapporto di servizio di campo, 4.280 avevano un’età compresa fra i 51 e i 70 anni; 808 erano ultrasettantenni, e molti di questi erano fra i 5.460 nella verità da oltre 15 anni. Essi avevano già dato prova di avere una fede solida.

A metà del 1966 c’erano 1.514 proclamatori e 26 pionieri speciali nelle regioni settentrionali. Questi furono quelli messi ora più duramente alla prova.

Violenti tumulti scoppiarono in maggio e continuarono in modo intermittente fino a ottobre. Adirate perché i loro capi politici e religiosi erano stati assassinati durante il colpo di stato e per la tendenza politica dei leader ibo, e irritate dal successo degli ibo che lavoravano al nord, le tribù settentrionali insorsero contro di loro, facendone oggetto di stragi. Quasi tutti i fratelli erano ibo e dovettero fuggire ai loro villaggi nella parte sudorientale del paese. Malgrado ciò una ventina d’essi, fra cui alcuni servitori e pionieri, furono uccisi. Molti persero tutto. Due Sale del Regno vennero incendiate e altre gravemente danneggiate. Entro la metà di settembre la predicazione della buona notizia al nord era virtualmente paralizzata.

PROTETTI DALLA NEUTRALITÀ

La Società organizzò immediatamente i soccorsi, inviando indumenti e oggetti di uso domestico. Intanto la neutralità di questi fratelli, unita alla predicazione che avevano svolto, fu per molti di loro una protezione.

Quando a Zaria i ribelli entrarono in un villaggio e cominciarono a demolire le costruzioni, il loro capo d’un tratto li fermò e disse: “La gente che abita qui non ha niente a che fare con i nostri problemi politici”. Aveva visto i fratelli e le nostre pubblicazioni nelle case.

A Kano un fratello tornava a casa a piedi con un compagno di lavoro quando improvvisamente furono circondati dalla folla tumultuante. Il fratello venne gettato a terra. Mentre un uomo estraeva il coltello per ucciderlo, un altro gridò: “Fermati! Non toccarlo! Ha predicato a me due giorni fa!” Altri convennero che il fratello non era uno di quelli che cercavano e lo lasciarono andare, ma uccisero il suo compagno non Testimone.

MOMENTI DI CRISI

Nel mezzo della violenza che dilagava in tutto il paese, 67.376 persone assisterono a tre assemblee di distretto “Figli di libertà di Dio” nel novembre 1966. Tuttavia la situazione politica peggiorava rapidamente. Gli ibo venivano attaccati nella regione degli haussa al nord e degli yoruba a ovest. Anche membri della famiglia Betel di lingua ibo erano minacciati dal crescente terrorismo. La regione degli ibo a est era quasi isolata.

Nell’aprile 1967 i fratelli Mills, Akpabio e Olih della filiale si recarono nella Nigeria orientale. Vennero dati incoraggiamento e consigli. Appena in tempo, infatti il mese dopo il paese precipitava nella guerra.

DI FRONTE ALLA GUERRA

Il 30 maggio gli stati orientali proclamarono la secessione dalla Federazione della Nigeria, creando la Repubblica del Biafra. Il già esistente stato di emergenza divenne critico. L’esercito federale venne mobilitato. Fu imposto il blocco economico totale contro il Biafra, e tutti i collegamenti telefonici, telegrafici, postali, aerei e stradali furono interrotti. La tensione esplose in una violenta guerra civile.

Verso la metà di giugno, prima dello scoppio del conflitto su vasta scala, i fratelli Mills e Akpabio fecero un rischioso viaggio di 12 giorni nel Biafra. Si tennero adunanze con i fratelli, che furono aiutati a capire la necessità di mantenere una rigida neutralità cristiana e rimanere vicini all’organizzazione di Geova. Venne organizzato un sistema di recapito postale di mano in mano e furono prese disposizioni per inviare istruzioni e letteratura ad Asaba sulla riva occidentale del Niger. Si sperava che di là potessero essere inviate a est. Ma il 15 agosto la guerra si era estesa alla regione medioccidentale, e la filiale venne tagliata fuori da ogni comunicazione con altri due distretti e 22 circoscrizioni della zona. Questa era un’interruzione molto grave, perché la regione medioccidentale era il canale attraverso il quale cibo spirituale e comunicazioni potevano raggiungere i distretti orientali. Ora questa via era chiusa.

Questa situazione tuttavia fu solo temporanea. Eppure, anche in quel tempo tra i fratelli delle zone colpite lo spirito di pioniere era eccellente. Un fratello che allora era sorvegliante di distretto nella regione medioccidentale ricorda: “Anche quando nel 1967 rimanemmo tagliati fuori dalla filiale a motivo della guerra, i proclamatori erano così ansiosi di fare i pionieri che si dovette formare un comitato speciale per fare nomine provvisorie”.

INTEGRITÀ E INCREMENTO DURANTE LA GUERRA

Poiché nel Biafra infuriava la guerra, i fratelli ibo rimasero completamente tagliati fuori dai 47.452 che assisterono alle assemblee di distretto “Facciamo discepoli” nel dicembre 1967 e nel gennaio 1968. Ma erano attivi nell’opera di predicazione. Dalle notizie che filtravano si apprese che avevano raggiunto un massimo di 11.812 proclamatori in dicembre, e nel marzo successivo 16.302 si radunarono in 217 località per la Commemorazione. In una zona i fratelli riuscirono a procurarsi una sola bottiglia di vino, e ogni congregazione ne ricevette due cucchiaiate per la celebrazione.

Questi cristiani dedicati rimasero completamente neutrali durante il conflitto. Mentre le autorità nigeriane in generale non ne fecero una questione, le autorità del Biafra rifiutarono di riconoscere qualsiasi posizione neutrale. Un comandante di divisione disse: “Coloro che non sono disposti a contribuire alla vittoria di questa guerra di sopravvivenza devono essere pronti a lasciare la repubblica”. I giornali del Biafra pubblicarono commenti ostili nei confronti dei fratelli, e ci fu un’ondata di propaganda che aizzava l’opinione pubblica contro di loro. Il fuoco della persecuzione divenne intenso.

Man mano che i combattimenti si facevano più vicini, i fratelli si ritiravano in gruppi nella foresta. Spostandosi da un luogo all’altro, costruivano delle capanne in cui ogni giorno tenevano adunanze bibliche. I non Testimoni che li osservavano rimanevano esterrefatti notando che non si lasciavano andare al saccheggio quando passavano attraverso proprietà abbandonate, e non mangiavano neanche la cassava che trovavano nelle fattorie abbandonate, benché stessero per morire di fame. Quando i viveri scarseggiarono al punto che molti della popolazione affamata si ridussero a mangiare carne umana, i fratelli non li imitarono. Confidando in Geova, si tennero in vita mangiando lucertole, serpi, cavallette: qualsiasi cosa contenesse proteine o potesse riempire loro lo stomaco senza avvelenarli.

In tutto quel tempo ai fratelli venne data la caccia come ad animali. Molti furono trascinati a viva forza nei depositi dell’esercito e brutalmente picchiati quando rifiutavano di fare il soldato. Un pioniere ricevette 374 colpi. Quando un giovane pioniere affermò che era già soldato di Cristo, ricevette un colpo in testa con l’osservazione: “La tua nomina come soldato di Cristo è decaduta; ora sei un soldato del Biafra”. Egli rispose coraggiosamente: “Geova non mi ha ancora notificato che la mia nomina quale suo soldato sia decaduta, e la mia nomina rimane valida finché non ricevo questa notifica”. Egli subì altri brutali maltrattamenti. Venne persino portato a viva forza al fronte; ma poiché non aveva un numero di matricola, il comandante disse: “Non posso combattere con un soldato non identificato”. Ordinò che fosse riportato all’accampamento per ricevere un numero. Per via il soldato che lo accompagnava gli disse: “Se vuoi ora puoi andartene. Non hai numero e nessuno riuscirà a rintracciarti”. Il fratello lo ringraziò e se ne andò.

Un altro fratello venne chiuso in un bunker sotterraneo ad Atani in riva al Niger e torturato. Un fratello mutilato che aveva l’incarico di portargli da mangiare tornò con la notizia che il fratello, benché non avesse aria sufficiente e fosse madido di sudore, cantava sempre lodi a Geova. Egli incoraggiò gli altri fratelli a essere forti e coraggiosi. Dopo alcuni giorni morì, cantando lodi a Geova.

UN DIO DI ATTI DI SALVEZZA

Esperienze come queste insegnarono ai fratelli che Geova dà ai suoi servitori la forza di perseverare, anche fino alla morte. Ma molti sopravvissero. Alcuni scamparono dopo essere stati sepolti vivi, fucilati, percossi e lasciati per morti, legati e dati alle fiamme. Non c’era da meravigliarsi se ora parlavano di Geova come di un Dio di atti di salvezza. — Sal. 68:20.

Anche le sorelle subirono dure prove. Dei soldati cercarono di violentarne alcune. Ma quando una sorella pregò Geova, finse di avere un attacco epilettico e cadde con la bava alla bocca, i soldati se la diedero a gambe. Il fratello Ekong di Uyo Afaha Nkan venne fucilato quando si rifiutò di lasciare che alcuni soldati violentassero sua figlia, e anche altri vennero uccisi perché non vollero permettere che venisse fatta violenza alla moglie o alle figlie.

L’AIUTO DEI SORVEGLIANTI VIAGGIANTI

I sorveglianti di circoscrizione hanno mostrato coraggio e avuto una parte importante nel rafforzare spiritualmente i fratelli. Uno d’essi, Benjamin Osueke, attualmente presta servizio nella filiale di Lagos con la moglie. Egli ricorda:

“I Testimoni si prendevano cura dei fratelli nel vero senso della parola. Quelli delle regioni più colpite vennero ospitati da quelli delle zone più tranquille. Dal momento che le donne avevano relativamente maggior libertà di movimento degli uomini, le sorelle provvedevano viveri ai fratelli che si nascondevano per sottrarsi all’arruolamento. Con l’aiuto di una pioniera regolare riuscii a visitare diversi gruppi di proclamatori nella foresta. Gli altri sorveglianti di circoscrizione furono altrettanto pronti a localizzare i punti della foresta dove si trovavano i fratelli per poterli visitare e incoraggiare spiritualmente. I fratelli lo apprezzavano e si esponevano a rischi per noi. Isaac Nwagwu, per esempio, mi fece attraversare in canoa il fiume Otamiri con grande rischio per la propria incolumità. Uno dei proclamatori venuti a salutarmi esclamò: ‘Questo è il più bel giorno della mia vita! Non pensavo che sarei vissuto tanto da vedere ancora un sorvegliante di circoscrizione in questa vita. Se morirò in questa guerra, morirò contento’”.

Fra coloro che diedero molto coraggio e forza c’erano sei diplomati di Galaad. I tre sorveglianti di distretto formarono un comitato per organizzare e dirigere l’opera. Si tennero in contatto con i proclamatori, raccolsero e compilarono rapporti del servizio di campo, e organizzarono assemblee di circoscrizione. Ma riuscivano a comunicare con l’esterno?

“PROVVEDIMENTI D’EMERGENZA” DA GEOVA

All’inizio del 1968 le autorità del Biafra affidarono a due impiegati civili importanti posti di responsabilità in Europa e presso la pista d’atterraggio nel Biafra. Non solo i due erano buoni amici, ma erano anche testimoni di Geova. Ora si trovavano alle due estremità dell’unico collegamento tra il Biafra e il mondo esterno. Nel primo inaspettato incontro che ebbero a Port Harcourt nel marzo 1968, essi si resero conto e parlarono delle possibilità che avevano, grazie al loro incarico, di stabilire contatti tra i fratelli e la Società.

Era un compito molto delicato e rischioso, ma i fratelli riconobbero che la cosa doveva essere stata diretta da Geova. Prendendone atto uno di loro in seguito disse che “non era cosa che potesse essere stata disposta da esseri umani”, e non poteva essere accaduta “per pura coincidenza”. Vennero informati gli uffici della Società a Lagos, Londra e Brooklyn, e fu instaurata una linea di comunicazione permanente. Questi stessi canali servirono per far pervenire ai fratelli stremati i soccorsi inviati attraverso il Gabon e il Dahomey (ora Benin).

NOTEVOLE FORZA SPIRITUALE

Le terribili condizioni fisiche dei nostri fratelli nel Biafra erano note al popolo di Geova in tutta la terra. Anche la loro integrità diveniva nota, e questo era fonte di molto incoraggiamento. (Confronta Filippesi 1:14). Migliaia di fratelli presenti nel 1969 all’assemblea internazionale “Pace in terra” tenuta nello Yankee Stadium furono commossi da questa esperienza:

“Un giovane fratello, Christopher Utoh, era fra alcuni giovani presi per il servizio militare. Egli si rifiutò di violare la propria coscienza. Perciò venne picchiato, imprigionato, lasciato senza mangiare e minacciato di morte. Dopo uno snervante mese di tortura fu chiamato davanti al comandante della divisione. Ulteriori minacce non riuscirono a piegarlo. Alla fine l’ufficiale lo rimise in libertà con quest’ordine:

“‘A chi di dovere: Il summenzionato ministro religioso a tempo pieno è stato in questo giorno esonerato da reclutamento/arruolamento. Il suo rilascio è dovuto a motivi di ministero religioso ed è richiesto che tutti gli interessati gli prestino ogni assistenza necessaria e lo aiutino per permettergli di svolgere le sue mansioni di ministro ordinato di Geova Dio’”.

Poveri materialmente, maltrattati e fisicamente esausti, ma forti spiritualmente, i fratelli rimasero fedeli a Geova, uniti alla sua organizzazione visibile e zelanti nel servizio del Regno. Fra loro c’erano zelanti pionieri. Samuel Onyedire, che allora era sorvegliante di circoscrizione, dice questo di loro:

“I massicci bombardamenti aerei, la caccia che veniva data giorno e notte a ragazzi e uomini validi, e le campagne di mobilitazione generale non erano condizioni favorevoli, ma i pionieri sapevano che si doveva predicare la buona notizia, sia in tempi facili che in tempi difficili. Infatti molti rimasero fedeli al loro incarico. In secondo luogo si rendevano conto che il servizio continuo permetteva loro di mantenersi spiritualmente desti ed equilibrati. Questa consapevolezza diede loro l’energia e la forza interiore per andare avanti. In terzo luogo dedicavano al servizio le prime ore della mattina e le ultime ore della sera, dato che le incursioni aeree e i bombardamenti avvenivano di solito dalle 10 del mattino in poi. Inoltre tenevano studi biblici a qualsiasi ora del giorno. . . . Durante le campagne di arruolamento, i pionieri approfittavano delle opportunità di predicare agli abitanti dei villaggi che si nascondevano nella foresta. Furono in grado di confortare quelli che erano scoraggiati, facendo visite ulteriori e anche tenendo studi biblici nel loro ‘territorio mobile’. I vicini erano sconcertati. Non capivano perché uno rischiasse la vita solo per divulgare le proprie convinzioni. Ma i fratelli erano pionieri felici”.

SOSTEGNO DAI CONGRESSI “PACE IN TERRA”

La serie di congressi “Pace in terra” diede modo di sostenere la forza d’animo di quei fratelli messi alle strette ma perseveranti. Tuttora, ripensandoci, sembra un miracolo che due sorveglianti di distretto abbiano potuto assistere nel 1969 al congresso di Londra. Tuttavia, benché il Biafra fosse isolato e fosse virtualmente impossibile lasciare il paese, furono prese disposizioni affinché questi due fratelli fossero presenti. Essi giunsero alla pista di atterraggio di Uli in piena notte e, nonostante il grave rischio, salirono a bordo di uno degli aerei che avevano portato soccorsi nel Biafra, giungendo a Londra via São Tomé e Lisbona. Lì si consultarono con il fratello Knorr e ricevettero consigli e il più caloroso incoraggiamento dal fratello Franz. Si presero disposizioni per inviare viveri, medicinali, letteratura e indumenti ai fratelli che ne avevano estremo bisogno.

Il congresso “Pace in terra” della Nigeria fu tenuto in dicembre a Ilesha, nel bel mezzo della guerra. Benché fosse un congresso nazionale, solo pochi fratelli ibo di Enugu furono fra i 97.201 presenti; ma certo si rallegrarono di trovarsi in mezzo a tanti fratelli, e di poter dare anche loro il benvenuto ai 3.425 nuovi battezzati. A motivo della loro ben nota neutralità, l’esercito federale offrì pieno appoggio ai congressisti. Non solo furono concessi lasciapassare per i veicoli ma furono emanate istruzioni scritte che ordinavano ai soldati di guardia ai posti di blocco di “trattarli bene, aiutarli se necessario”.

SOCCORSI

Soccorsi venivano inviati dai fratelli della Gran Bretagna e dell’Irlanda, per mezzo della Croce Rossa Internazionale e di altre organizzazioni filantropiche che si occupavano di far pervenire per via aerea i soccorsi alle vittime della guerra. Inoltre la sede centrale della Società a New York e la filiale di Londra inviarono donazioni per complessivi 24.000 dollari. Per tutto il periodo della crisi e anche dopo, la filiale di Lagos distribuì circa 36 tonnellate di viveri, indumenti e altro materiale.

Tornato a Lagos da un viaggio durante il quale vennero distribuiti generi di soccorso e cibo spirituale, il fratello Mills riferì le sue esperienze. Il risultato fu che molti membri della famiglia Betel si offrirono di fare viaggi analoghi per incoraggiare i fratelli che si trovavano nei campi profughi delle zone devastate dalla guerra civile. La Società mandò quindi Asuquo Akpabio a Calabar con i soccorsi su un aereo della Croce Rossa. Con un volo del genere Gerald Bogard si recò a Port Harcourt. C’era poi Wendell Jensen, un americano, giunto in Nigeria da Galaad nel 1966 con la moglie Lois. Egli riuscì a raggiungere Port Harcourt portando viveri, medicinali, indumenti e letteratura, ma fu intercettato dai militari e subì un duro interrogatorio. Infine riuscì a portare i soccorsi ai fratelli di Port Harcourt e Aba.

Gösta Andersson, un missionario arrivato da poco, portò i soccorsi più urgenti a Enugu con un volo della Croce Rossa. Dopo ore di cammino per localizzare i fratelli, in mezzo a soldati armati e nervosi, riuscì a portare a destinazione i soccorsi. Una volta, quando si era fermato sul ciglio della strada per fare uno spuntino, un soldato gli era venuto incontro di corsa col fucile puntato. Il fratello Andersson dice: “Spiegai chi ero e mostrai i lasciapassare delle autorità militari. Si ritirò malvolentieri osservandomi con sospetto mentre raccoglievo le mie cose e mi affrettavo ad andarmene cercando di nascondere la paura”. Egli incoraggiò i proclamatori locali e, presa a prestito una bicicletta, raggiunse un villaggio dove i fratelli avevano organizzato un’assemblea di un giorno.

USCITI DA UNA PROVA DURISSIMA

Improvvisamente, il 15 gennaio 1970, la guerra finì con sorpresa di entrambe le parti. Quando i testimoni di Geova uscirono allo scoperto e poterono di nuovo riunirsi liberamente con i loro fratelli, narrarono meravigliose esperienze che indicavano come avevano avuto la protezione angelica e si erano salvati confidando in Geova e invocando il suo nome. (Prov. 18:10) Descrissero i terribili effetti delle incursioni aeree, gli orrori della fame prolungata e dell’orribile kwashiorkor, malattia che secondo le statistiche aveva causato la morte di almeno un milione di persone nel Biafra. Raccontarono come, quali testimoni di Geova, avevano subito crudeli maltrattamenti e persecuzione a motivo delle campagne di reclutamento.

Quasi tutte le Sale del Regno delle zone devastate dalla guerra erano state saccheggiate. Una cinquantina d’esse erano state demolite e altre 50 gravemente danneggiate dalle incursioni aeree e dai combattimenti. Ma i fratelli ne erano usciti integri e rafforzati nella fede. Giustamente un sorvegliante di circoscrizione osservò: “Hanno dimostrato . . . di essere edificati con materiale resistente al fuoco”. Un altro, Samuel Onyedire, che compie fedelmente il servizio a tempo pieno dal 1954, disse: “È piacevole riflettere su come Geova ha sostenuto i suoi servitori nei giorni turbolenti della guerra. Ha rafforzato la nostra fede e ci ha infuso coraggio. Ringraziamo i fratelli in tutto il mondo le cui preghiere per noi sono state esaudite in modo così meraviglioso”.

CAPI RELIGIOSI IMMISCHIATI NELLA GUERRA

Il comportamento del clero della cristianità è stato ben diverso: esattamente come lo descrisse il giornalista Akin Elegbe nel Morning Post del 10 maggio 1971: “Mentre infuriava la crisi, la chiesa, con disappunto di tutti, . . . ha effettivamente gettato olio su un fuoco che ha quasi distrutto . . . la Nigeria”.

Ecclesiastici da entrambe le parti definirono la guerra “guerra di Dio”. Da una parte il comandante militare fu acclamato da un vescovo protestante come il “Messia dell’Africa nera”, e fu esortato da un altro ministro a ‘operare come Mosè, Giosuè’. Un altro ecclesiastico disse che la guerra contro la ribellione aveva “il sostegno della Sacra Bibbia e del Corano”. I capi musulmani diedero il loro consenso, dicendo: “La guerra è necessaria per la pace”. Dall’altra parte, vescovi cattolici e protestanti acclamarono il loro comandante militare come “il nostro Mosè”, e chiesero aiuto per “il nostro esercito e la nostra milizia al fronte non solo con le preghiere, ma anche col pieno sostegno morale e materiale”. Le chiese offrirono somme per gli armamenti e pregarono lo stesso dio, ciascuna per la vittoria della sua parte. Anche in altri paesi capi religiosi si schierarono da una parte o dall’altra, creando grande confusione in campo religioso.

Non c’è da stupirsi se il governatore di uno stato nigeriano ha detto che “la crisi in Nigeria si sarebbe potuta evitare se le chiese e altre organizzazioni cristiane avessero fatto bene la loro parte”. Venne persino presentata al Vaticano una protesta ufficiale contro la Chiesa, che, secondo uno scrittore, “non si era risparmiata nello sforzo di cercare di dividere” la Nigeria.

Il clero stesso pronunciò parole di autocondanna. Per esempio, denunciando il ruolo delle chiese nella guerra, il pastore K. O. Balogun dell’Assemblea Cristiana di Ibadan disse: “Coloro che si definivano messaggeri di Dio sono venuti meno. . . . Noi che ci definiamo ministri di Dio siamo diventati ministri di Satana”.

È comprensibile che molti da entrambe le parti non avessero più fede nel clero. Inoltre i rovesci della guerra e le enormi sofferenze e privazioni patite li obbligarono a riconsiderare il loro atteggiamento nei confronti dei testimoni di Geova. In un tempo di tale afflizione e perplessità, solo i testimoni di Geova li avevano confortati con un messaggio di vera speranza. Solo loro avevano mantenuto una coraggiosa posizione neutrale. Non stupisce che verso la fine della guerra persone sincere cominciassero ad abbracciare la verità in gran numero. Come riferirono in seguito i fratelli: “Persino i soldati ci invitavano a venire a predicare loro. Provavano un senso di ristoro quando udivano il messaggio del Regno di Dio”.

PERSECUTORI DIVENTANO FRATELLI

Un ufficiale dell’esercito che aveva tentato invano di costringere i fratelli a imbracciare le armi — mentre altri religiosi si lasciavano facilmente convincere a farlo — fece visita ai testimoni di Geova dopo la guerra per sapere cosa doveva fare per diventare uno di loro. L’integrità e la neutralità dei fratelli l’avevano convinto. “Ho trovato la vera religione”, disse. Non era che uno dei tanti militari che trassero beneficio osservando la fedeltà del popolo di Geova.

In un campo di reclutamento nel Biafra un giovane fratello rifiutò di partecipare all’addestramento militare nonostante le gravi percosse. Fu portato davanti al plotone d’esecuzione, legato a un palo e informato che avrebbero contato fino a quattro e poi l’avrebbero fucilato. Mentre gridava ogni numero, l’ufficiale faceva una pausa per permettere al fratello di cambiare idea. Egli fu irremovibile. Al quattro, venne fucilato. Ma fra i presenti c’era un giovane soldato che, dall’esempio di fede e integrità di cui era appena stato testimone, fu indotto a esaminare la propria posizione. Era stato allevato come presbiteriano e pensava che tutti adorassero lo stesso Dio. Ora sapeva che i testimoni di Geova erano diversi. Appena finita la guerra, cominciò ad assistere alle adunanze della congregazione locale e diventò testimone di Geova.

Molte persone del genere ora prestano servizio come pionieri. Alcuni sono diventati anche sorveglianti di circoscrizione o hanno prestato servizio alla Betel. Perciò quegli anni di durissime prove non hanno arrestato il progresso dei testimoni di Geova. Anzi, un aumento fenomenale fece salire la media dei proclamatori da 37.392 nel 1965 a 62.641 nel 1970. In quei cinque anni furono battezzati 24.486 nuovi discepoli, in confronto ai 12.230 dei cinque anni precedenti. Sì, Geova aveva davvero benedetto la fedele perseveranza dei suoi Testimoni.

RIORGANIZZAZIONE DOPO LA GUERRA

Appena finita la guerra, la filiale riprese subito la produzione di pubblicazioni in lingua ibo ed efik, che era stata sospesa. I sorveglianti di circoscrizione e di distretto seguirono uno speciale corso di addestramento a Lagos. Finito questo, quanti erano venuti dalla regione degli ibo vi tornarono per aiutare le congregazioni e i gruppi isolati, 304 in tutto, che erano stati riorganizzati.

Intanto si stavano facendo passi per incoraggiare e riabilitare i fratelli delle zone devastate dalla guerra. L’8 marzo il sorvegliante di filiale e altri della Betel iniziarono un giro di nove giorni nella parte orientale del paese, portando con sé 11 tonnellate di letteratura biblica, indumenti e viveri, di cui c’era tanto bisogno. La loro visita fu di grande incoraggiamento spirituale per i fratelli.

PRIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE

Ora che si poteva di nuovo viaggiare senza difficoltà in ogni parte del paese era il momento di radunare tutti i fratelli per una grande assemblea. L’occasione fu l’assemblea internazionale “Uomini di buona volontà” tenuta a Lagos nel dicembre 1970, uno degli avvenimenti più notevoli nella storia dei testimoni di Geova in Nigeria.

Non fu un problema da poco trovare alloggio per 100.000 persone che venivano da ogni parte della Nigeria. Ma i fratelli setacciarono la città e i sobborghi, chiedendo alla gente di ospitare i congressisti per il periodo dell’assemblea. Le Sale del Regno furono trasformate in dormitori. Si riuscì a ottenere l’uso di caseggiati, stabilimenti, scuole e garage vuoti. Quando le folle cominciarono a riversarsi in città, in un modo o nell’altro tutti dormirono da qualche parte.

C’erano delegati di 15 paesi. N. H. Knorr, F. W. Franz, M. G. Henschel e anche Wilfred e Gwen Gooch erano fra questi. L’arrivo dei congressisti stranieri significò prenotare quasi tutte le camere d’albergo della città. Infatti quando l’agente di una grande compagnia aerea internazionale sentì che la ditta mandava alcuni rappresentanti a Lagos, prontamente avvertì: “Non ci sono camere disponibili! Tutti gli alberghi sono occupati dai testimoni di Geova”. “Non può ospitarli in casa sua?”, fu la risposta. “Ci sono già sei testimoni di Geova!”

Per provvedere i locali necessari al congresso fu costruita una città di bambù: 17 padiglioni con posti a sedere, podio, dormitori, mensa e altri reparti. Il programma si svolse simultaneamente in 17 lingue. L’ultimo giorno al discorso pubblico c’erano 121.128 presenti. Davvero straordinario! Il battesimo stesso fu un avvenimento colossale: 3.775 nuovi Testimoni immersi al ritmo di 20 al minuto.

I fratelli e le sorelle ibo erano accolti con affettuosi abbracci e lacrime di gioia. Molti di loro erano stati aiutati a venire al congresso dalle contribuzioni di fratelli di tutta la Nigeria e d’oltremare. Essi piangevano di gioia mentre bevevano le ristoratrici acque di verità e assaporavano l’edificante compagnia che era stata loro negata per più di due anni. Dopo il congresso alcuni delegati stranieri si recarono in pullman nella regione degli ibo per vedere di persona la zona maggiormente devastata dalla guerra civile. Fu una cosa sensazionale vedere in un villaggio dopo l’altro questi visitatori accolti e abbracciati dai fratelli locali. La gente si accalcava nelle strade per osservare: non avevano mai visto una simile dimostrazione di amore e unità fra bianchi e neri.

UNA GRANDE FOLLA DI PROCLAMATORI DEL REGNO

Nei decenni trascorsi da che nel 1921 Claude Brown aveva per la prima volta predicato la buona notizia in Nigeria la verità aveva ricevuto un’accoglienza molto incoraggiante. Dopo 25 anni, nel 1946, c’erano 3.542 proclamatori del Regno. Nel 1971 il loro numero era salito a 75.372. Nel 1976 la media di coloro che partecipavano a quest’opera era di 107.924. Poi ci fu una diminuzione e la media scese a 91.217, man mano che la fede andava incontro a prove che, come un setaccio, rivelavano chi non era edificato con ‘materiali resistenti al fuoco’. (1 Corinti 3:11-13) Nel periodo postbellico alcuni si diedero alle attività materialistiche della vita cittadina, altri a pratiche immorali. Ma la grande maggioranza rimase salda nella fede. E nell’aprile 1985 c’è stato un nuovo massimo di 121.729 proclamatori.

Fra questi c’è un gruppo sempre più numeroso di zelanti pionieri. Il numero dei pionieri regolari e speciali è aumentato da 2.956 nel 1980 a 4.556 nell’aprile 1985. In quegli stessi anni il massimo dei pionieri ausiliari è salito da 2.411 a ben 15.096!

Alcuni pionieri servono fedelmente Geova da prima del 1940. Altri svolgono il ministero a tempo pieno da oltre 30 anni. James Namikpoh, il primo proclamatore nigeriano della buona notizia, è stato attivo nel servizio di Geova per 52 anni e pioniere per 46 anni, fino alla sua morte avvenuta all’età di 84 anni. M. J. Orode, benché avesse perso una gamba, ha fatto il pioniere per 32 anni prima di morire nel 1983. Molti altri di questi fedeli prestano ancora servizio, nel campo o alla filiale.

Nei decenni durante i quali si è verificata in Nigeria questa crescita meravigliosa, sotto la direttiva della filiale nigeriana sono stati coltivati gli interessi del Regno anche nei paesi vicini. Anche se lo spazio non ci permette di riferirne qui i particolari, ognuno di quei paesi ha la sua incoraggiante storia fatta di piccoli inizi, fedeltà nonostante la persecuzione e sinceri sforzi per portare ad altri la buona notizia compiuti da proclamatori pieni di abnegazione. La Sierra Leone e il Ghana hanno ora una filiale propria. In altri paesi vicini i nostri fratelli svolgono il loro ministero nonostante le limitazioni imposte dai governi, e a volte vengono arrestati e maltrattati. Ma i leali servitori di Dio continuano a dimostrare che fare la volontà di Geova è il principale interesse della loro vita, e il loro numero continua a crescere.

CONGRESSI ADEGUATI A UNA CRESCENTE MOLTITUDINE

Invece di tenere un solo grande congresso come si era fatto nel 1970, in seguito sembrò saggio tenerne diversi in varie località. Il numero è cambiato di anno in anno, finché nel 1984 si sono tenuti 45 congressi, con discorsi in 22 lingue e un totale di 287.894 presenti.

Per adeguarsi alle esigenze di questa crescente moltitudine, in molte località sono state erette strutture permanenti in cui tenere le assemblee. Alcune sono grandi tettoie aperte da tutti i lati per consentire una buona ventilazione, sotto le quali si può stare a sedere. Altre sono a forma di anfiteatro. A volte sono dotate di vasche per il battesimo, e anche di grandi dormitori per i congressisti. Il lavoro è stato fatto da fratelli, che hanno realizzato le strutture più adatte in un clima tropicale.

AMPLIATA PIÙ VOLTE LA FILIALE

Nel 1972 la sorveglianza del lavoro alla filiale cominciò a sentire i benefìci delle nuove direttive teocratiche. Nel 1976 il Corpo Direttivo nominò un comitato di fratelli maturi per sovrintendere all’opera del Regno, come si stava facendo in tutti gli altri paesi del mondo. Diversi fratelli hanno avuto incarichi di sorveglianza da che è stata aperta la filiale. Tutti si sono prodigati e sono stati amati dai fratelli. Don Ward, che prestava servizio nel Dahomey (ora Benin), venne inviato in Nigeria per sovrintendere alla costruzione di nuovi locali per la filiale e fu nominato sorvegliante di filiale nel 1972. Egli diventò il primo coordinatore del Comitato della Filiale, ma dovette tornare negli Stati Uniti per ragioni di salute, ed è morto nel 1983, dopo 41 anni di fedele servizio. Attualmente il Comitato della Filiale è composto da Malcolm Vigo e dai fratelli Andersson, Olih, Olugbebi, Prosser e Trost.

La casa Betel, gli uffici e la tipografia sono stati ampliati più volte nel corso degli anni. Nel 1948 si stampava con una piccola platina al pianterreno della casa della sorella Green a Lagos, in Campbell Street. Gli uffici e il deposito della letteratura erano in locali separati, e la famiglia Betel alloggiava in altri tre posti ancora. In seguito abbiamo avuto bellissimi edifici, ma anche questi sono diventati troppo piccoli.

Al momento della stesura di questa relazione, un complesso di edifici completamente nuovo era in corso di costruzione a Igieduma, su un terreno di 55,5 ettari. Alloggi provvisori per gli addetti alla costruzione sono stati eretti nel 1984. Il Corpo Direttivo decise che si sarebbero usati elementi prefabbricati per l’edificio della tipografia, e questi sono stati inviati dagli Stati Uniti. A lavori ultimati, la tipografia misurerà 120 metri per 80. Verranno costruiti anche uno spazioso edificio per gli uffici, quattro edifici residenziali collegati fra loro e altri locali necessari. Ottenere i permessi d’importazione è stato un vero atto di fede. E il fatto che tutto sia arrivato sul posto delle costruzioni in perfetto ordine è stata una prova della benedizione di Geova. Ai fratelli locali si sono affiancati esperti Testimoni stranieri, e hanno lavorato insieme per portare a compimento il progetto.

L’opera del Regno ha fatto molta strada in questo paese. I fratelli hanno superato infuocate prove della loro fede. Sono stati forgiati in una forte organizzazione teocratica. Più di 60 anni fa c’era un solo proclamatore della buona notizia in Nigeria. Quel “piccolo” è diventato non mille soltanto, ma supera ora i 120.000. Tutti costoro si rallegrano di far parte dell’unita organizzazione mondiale che oggi vede realizzarsi la grandiosa promessa di Geova: “Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. — Isa. 60:22.

[Cartina a pagina 170]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

NIGERIA

KANO

ZARIA

KADUNA

Niger

Benue

Okpara

LAGOS

OYO

ILESHA

IBADAN

BENIN CITY

IGIEDUMA

ENUGU

ASABA

SAPELE

WARRI

ABA

FORCADOS

CALABAR

PORT HARCOURT

NIGER

BENIN

GOLFO DI GUINEA

CAMERUN

CIAD

Lago Ciad

[Cartina a pagina 209]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

In Nigeria si parlano più di 250 lingue. Sono qui indicate le zone in cui prevalgono le principali

NIGERIA

Yoruba

Ibo

Efik

[Immagine a pagina 175]

James Namikpoh: il primo Testimone nigeriano; servì in qualità di pioniere fino alla sua morte all’età di 84 anni

[Immagine a pagina 177]

Brown “della Bibbia” e sua moglie prestarono servizio per 27 anni nell’Africa occidentale

[Immagini a pagina 178]

Elmi con su scritte e megafoni erano fra gli strumenti impiegati per divulgare il messaggio del Regno

[Immagine a pagina 186]

Ernest Moreton (che amava vestire alla nigeriana) e Anthony Attwood furono fra i primi missionari inviati in Nigeria

[Immagine a pagina 193]

Asuquo Akpabio, uno dei primi diplomati di Galaad nigeriani, con la moglie Christiane

[Immagini a pagina 199]

Aspetti della vita in Nigeria

[Immagine a pagina 207]

Woodworth e Oris Mills, diplomati di Galaad che prestano servizio in Nigeria da quasi 30 anni

[Immagine a pagina 218]

Congressi alla nigeriana

[Immagine a pagina 218]

Una delle strutture permanenti per i congressi erette dai Testimoni nigeriani

[[Immagine a pagina 223]

Attuale Comitato della Filiale. Davanti (da sinistra): Albert Olugbebi, Malcolm Vigo, Albert Olih. Dietro: Carlos Prosser, Gösta Andersson, Donald Trost

[Immagine a pagina 223]

Gli attuali edifici della filiale sono troppo piccoli, altri sono in costruzione a Igieduma