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Paesi Bassi

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POCHE nazioni devono essere costantemente all’erta per impedire che il mare sommerga gran parte della loro terra. Ma i Paesi Bassi, proprio perché tali, devono esserlo. A ovest e a nord, oltre le dune naturali e le dighe costruite dall’uomo, c’è il Mare del Nord che più di una volta ha coperto vaste zone di quella che ora è la terra più fertile.

Un’altra caratteristica di questo paese è suggerita dal nome Olanda. A motivo dei boschi che un tempo lo coprivano, la parte del paese oltre le dune a ovest si chiamava Houtland (Paese di Boschi), quindi Holland o Olanda. Pur essendo una delle nazioni più densamente popolate del mondo, nella parte centrale e orientale i boschi sono ancora piuttosto estesi e nelle regioni occidentali e settentrionali ci sono molti laghi. L’acqua davvero abbonda, perciò quando si parla di Olanda si pensa sempre a dighe, mulini a vento e zoccoli.

Per secoli i Paesi Bassi hanno avuto un’importante flotta commerciale. Durante il XVII secolo gli olandesi divennero la principale potenza navale e commerciale del mondo. Avevano colonie in ogni parte del globo. Per mare venivano trasportate le ricchezze delle loro colonie, che poi raggiungevano per vie fluviali il cuore dell’Europa. Nel XVIII secolo, in seguito a una guerra, gli olandesi dovettero cedere agli inglesi il dominio dei mari. Tuttavia, verso la fine del secolo successivo, venne offerta loro una nuova opportunità.

RISVEGLIO SPIRITUALE

Nel 1891 Charles Taze Russell compì un viaggio in Europa per vedere cosa si poteva fare al fine di ‘favorirvi la divulgazione della Verità’. Si recò a Rotterdam, ad Amsterdam e all’Aia. La prospettiva che si offriva agli olandesi non era qualche nuova impresa commerciale. Era l’opportunità di conoscere i propositi del Creatore del cielo e della terra e il privilegio di essere suoi testimoni. Ma dove trovare operai per lavorare questa parte del campo?

In quegli anni un giovane luterano, Heinrich Brinkhoff, si trasferì ad Haarlem, nei Paesi Bassi, per svolgervi opera missionaria. Era zelante ma non aveva accurata conoscenza. In breve si unì ai Battisti del Settimo Giorno, ma cercava sempre. Cominciò anche a leggere letteratura biblica pubblicata dalla Watch Tower Society e dalla International Bible Students Association. Il suo interesse crebbe al punto che i battisti non lo volevano più. Era ansioso di parlare ad altri di ciò che imparava. Perciò tradusse e poi distribuì personalmente il primo volume degli Studi sulle Scritture, il libriccino Cibo per i cristiani riflessivi e alcuni volantini, tutti pubblicati dalla Watch Tower Society. Col tempo quei semi di verità cominciarono a crescere.

Ben presto si unirono a lui l’anziana sorella Kropff a Rotterdam e il giovane Frits Peters ad Amsterdam. Quindi Ruurd Hallema cominciò a distribuire alcune di queste pubblicazioni durante una visita ai genitori nella provincia della Frisia. Fu così che J. Andringa prese un libro. Ciò che leggeva era musica per i suoi orecchi. Era già in disaccordo con la sua chiesa, e ora quando il ministro, durante le funzioni domenicali, pregò per la vittoria degli eserciti alleati nella guerra mondiale allora in corso, Andringa ruppe con la chiesa e intraprese il servizio del vero Dio per tutta la vita.

Durante gli anni di guerra un piccolo gruppo di Studenti Biblici si formò a Rotterdam e un altro ad Amsterdam. Nel 1918 presero persino l’iniziativa di pubblicare tre numeri della Torre di Guardia in olandese, ma l’interesse manifestato in quel tempo era evidentemente molto limitato.

UNA MIGLIORE ORGANIZZAZIONE FAVORISCE LA CRESCITA

Nel 1920 J. F. Rutherford, allora presidente della Società, venne in Europa e aprì in Svizzera un ufficio della Società per l’Europa centrale, che si occupava anche dei Paesi Bassi. Il fratello Rutherford chiese ad Adriaan Block, che aveva un fiorente gabinetto dentistico a Mulhouse, in Francia, di tornare in Olanda per assumere la sorveglianza delle congregazioni locali. Egli fece questo nel 1921. L’anno dopo si presero disposizioni per aprire una filiale ad Amsterdam. Nei Paesi Bassi c’era stata qualche difficoltà fra i fratelli, ma, con migliori disposizioni organizzative, il progresso fu evidente. La loro energia fu rivolta alla predicazione della buona notizia del Regno, e il messaggio venne diffuso in tutto il paese come mai nel passato.

L’opera del Regno ricevette ulteriore impulso quando il fratello Rutherford si recò personalmente ad Amsterdam nel 1923. Nella grande sala della Borsa dei Diamanti egli pronunciò l’elettrizzante discorso “Milioni ora viventi non morranno mai”. Con la cooperazione di Willem Vogt, pioniere della radio olandese, il discorso venne trasmesso in diretta dalla Borsa dei Diamanti così che poté essere udito in tutto il paese. Era la prima volta che avveniva una cosa del genere nei Paesi Bassi.

In quell’occasione nell’uditorio c’era il diciannovenne Arnold Werner. Egli si sforzava sinceramente di imparare a conoscere meglio Dio assistendo alle lezioni di catechismo della Chiesa Riformata, ma non otteneva risposte soddisfacenti alle sue domande. Nello stesso tempo Tom, suo fratello maggiore, riceveva risposte direttamente dalla Bibbia essendo in contatto con gli Studenti Biblici Internazionali, come venivano chiamati allora i testimoni di Geova. Per Arnold quel discorso alla Borsa dei Diamanti segnò una svolta importante nella vita.

OPERAI A TEMPO PIENO NEL CAMPO

L’anno dopo Tom Werner e Otto Lehmann cominciarono a dedicare tutto il loro tempo alla distribuzione di letteratura biblica. Il fratello Block inoltre veniva spesso dalla filiale per pronunciare discorsi che furono molto stimolanti per i gruppi di studio. Quell’anno, durante un’assemblea di un giorno tenuta in aprile, Arnold Werner era fra coloro che si presentarono per il battesimo.

Essendo un giovane sportivo, Arnold aveva acquistato una bella barca a vela. Ma poco dopo la propria immersione vendette la barca e usò gran parte del ricavato per recarsi nelle città lungo la rete ferroviaria a distribuire una risoluzione intitolata “Sfida ai governanti del mondo”. Quella risoluzione invitava tutti a riconoscere e accettare il Regno di Dio, e smascherava l’infedeltà della cristianità nel sostenerne un sostituto: la Lega delle Nazioni. Arnold distribuì personalmente decine di migliaia di copie di quella risoluzione.

In seguito Arnold si unì a suo fratello Tom e, durante i loro spostamenti da una parte all’altra del paese, vivevano in una casa mobile ricavata da un vecchio camioncino Ford. Insieme distribuirono la penetrante denuncia della cristianità esposta nella risoluzione “Accusa”. Senza timore si recarono nelle zone dove fino ad allora la Chiesa Cattolica Romana aveva regnato sovrana. Nella cittadina di Helmond un gruppo di donne si radunò in mezzo alla strada gridando in maniera isterica: “La nostra Santa Chiesa è stata accusata!” Ma i fratelli continuarono con calma la loro opera.

Poco dopo vennero avvicinati da un sacerdote che disse: “Quello che dice questo opuscolo non è la verità. Dovete smettere immediatamente la distribuzione”. Ma i due fratelli risposero: “Signore, siamo convinti che il contenuto di questa risoluzione si basi su ciò che insegna la Bibbia al riguardo. Riteniamo sia nostro dovere render note queste verità al popolo. Tuttavia, smetteremo immediatamente la distribuzione se lei ci mostra dalla Bibbia che ciò che dice questa risoluzione non è vero”. “Bene”, rispose, molto sollevato. “Venite da me in parrocchia questo pomeriggio verso le due”. Allora erano circa le 11. “OK”, dissero i fratelli e continuarono la loro opera.

Quando il religioso vide che continuavano la distribuzione ordinò tutto eccitato: “Sì, ma dovete smettere immediatamente”. Al che i fratelli risposero: “Signore, fino a questo momento siamo ancora convinti che quanto dice questa risoluzione è la verità, e finché non sarà provato il contrario, continueremo a fare il nostro dovere”. Allora il sacerdote disse: “Oh, in tal caso venite subito con me!” Naturalmente non poté confutare alcuna affermazione della risoluzione, perciò i fratelli continuarono la loro opera finché non ebbero percorso l’intera città.

VAGLIATI DALLE PROVE DI LEALTÀ

Geova ha permesso ai suoi servitori di capire i suoi propositi in maniera progressiva. Come si legge in Proverbi 4:18: “Il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”. Il proposito di Geova non muta, ma l’intendimento dei suoi servitori circa il come e quando si avvererà può dover essere modificato man mano che la luce diventa più chiara. Cambiamenti del genere possono costituire dure prove di lealtà. Questo avvenne nel 1925. In quel tempo alcuni si staccarono dalla congregazione. Inizialmente formarono un gruppo poco omogeneo, poi ognuno se ne andò per la sua strada. Altri giunsero al punto di dire: “Se ciò che aspettiamo non si verifica nel 1925, getterò la mia Bibbia nel fuoco”. È ovvio che avevano perso di vista le vere contese, erano stanchi di servire Dio, e si preoccupavano più di ricevere subito la ricompensa che di aiutare altri a ricevere i benefìci degli amorevoli provvedimenti di Dio.

La domanda cruciale a cui dovevano rispondere i fratelli dei Paesi Bassi, come i servitori di Geova in tutta la terra, era: Chi onorerà Geova? Per dimostrare la propria lealtà a Geova e alla sua organizzazione visibile era indispensabile rispondere a questa domanda in modo personale e positivo.

Nel 1927 Arnold Werner fu nominato sorvegliante della filiale, al posto di Adriaan Block. Un cambiamento del genere può costituire una prova. Tuttavia per alcuni anni il fratello Block diede il suo leale appoggio all’uomo che l’aveva sostituito. Ma poi la sua lealtà venne meno. Di conseguenza la congregazione da lui presieduta si disgregò, e molti che ne avevano fatto parte, durante la seconda guerra mondiale divennero oppositori del popolo di Geova.

OPERAI VOLENTEROSI RISPONDONO ALL’INVITO

All’inizio del 1927 fu annunciato che occorrevano altri proclamatori della buona notizia a tempo pieno, colportori, come venivano chiamati allora. In breve nei Paesi Bassi ce n’erano otto. E come aumentò la distribuzione di letteratura biblica! Quell’anno raddoppiò, e nel 1928 raddoppiò di nuovo. Veniva piantato molto seme della verità del Regno.

Alcuni di quegli zelanti operai giunsero dalla Francia. A un congresso tenuto in quel paese venne detto ai fratelli di lingua polacca che c’era bisogno di volontari per portare la buona notizia ai minatori polacchi nella parte meridionale dei Paesi Bassi. Verso la fine del 1927 André Kowalski e il suo compagno fecero fagotto e si trasferirono nel Limburgo. Non solo trovarono molti interessati, ma André trovò anche un’ottima moglie, una zelante pioniera venuta ad aiutarli.

Questa regione era stata per molto tempo completamente schiava della Chiesa Cattolica Romana. Perciò, man mano che cresceva l’interesse, cresceva anche l’opposizione. Quasi ogni giorno veniva ingiunto ai fratelli di cessare la loro attività, e spesso venivano portati al posto di polizia e trattenuti per ore. Una domenica mattina, mentre facevano visite in un villaggio, la popolazione informò il clero. La polizia, guidata dal borgomastro, circondò i fratelli, li arrestò e li portò in Municipio. Naturalmente i fratelli non avevano violato la legge, per cui vennero presto rilasciati. Nel frattempo si era radunata una gran folla di curiosi per vedere cosa sarebbe successo. Quando uscirono dall’edificio, i fratelli gridarono alla folla: “Signori e signore, siamo ancora qui”. Quindi offrirono loro pubblicazioni bibliche e in breve distribuirono tutte quelle che avevano.

PRESA DI POSIZIONE PER LA VERITÀ

In quei giorni raramente si facevano visite ulteriori e studi biblici a domicilio. Quindi chi abbracciava la vera adorazione doveva prendere l’iniziativa ed essere un vero cercatore di verità. Ulrich Kress, un minatore, lo era. Nella primavera del 1930, dopo una breve conversazione nella sala d’aspetto di un medico, August Lach invitò Ulrich a casa sua. Ulrich ci andò, e dopo aver letto una copia della rivista L’Età d’Oro (ora Svegliatevi!), tornò l’indomani sera, con una quantità di domande. Era sorpreso delle risposte che riceveva dalla Bibbia. Prima di andarsene Ulrich chiese: “Cosa fa domenica?” August rispose: “Domenica non ho tempo. La mattina vado di casa in casa a distribuire L’Età d’Oro e nel pomeriggio assisto a un’adunanza biblica”. Ulrich volle andare con lui.

Le istruzioni che ricevette la domenica mattina furono più o meno queste: ‘Ecco delle riviste e degli opuscoli; il prezzo è tanto. Tu lavora il lato sinistro della strada e io andrò a destra. Se arrivi in fondo prima di me, torna indietro dalla mia parte. Se alla porta non c’è campanello, bussa’. Era tutto.

Dopo aver lavorato per un paio d’ore il gruppo s’incontrò a un incrocio per scambiarsi le esperienze. Tutti sembravano entusiasti. Uno raccontò di essere stato picchiato con un manico di scopa. Ulrich non riusciva a capire come esperienze del genere potevano renderli felici. Ma la loro gioia gli infuse coraggio. — Matt. 5:10-12.

In quei giorni le assemblee erano molto piccole in paragone con quelle di oggi. All’Aia nel 1929 i presenti furono settanta. Durante la visita del fratello Rutherford nel 1933, ci furono solo 165 presenti. Ma ogni assemblea era attesa con ansia dai fratelli.

ALLOGGI PER I PIONIERI

All’inizio degli anni trenta l’ufficio per l’Europa centrale invitò giovani uomini e donne di tutta l’Europa a mettere alla prova la propria fede trasferendosi in paesi dove c’era maggior bisogno. I Paesi Bassi erano un osso duro, religiosamente parlando. Ma gli olandesi avevano fama di ospitalità nei confronti di rifugiati e di stranieri, perciò pionieri di nazioni vicine intrapresero il servizio nei Paesi Bassi. Molti venivano dalla Germania. Alcuni olandesi si unirono a loro nel servizio a tempo pieno. Alcuni avevano lasciato case confortevoli e un lavoro ben pagato. Qualcuno era proprio nuovo nel servizio di Geova. Il tedesco Max Henning non era ancora battezzato quando rispose all’invito. Ma erano tutti pronti a lavorare sodo come pionieri.

Per aiutare questi lavoratori a tempo pieno, la filiale affittò dei locali per alloggiare i pionieri. Sei pionieri alloggiavano insieme a Tilburg, nove ad Amsterdam. In seguito case per pionieri furono aperte a Eindhoven, Heemstede e Leersum. Era inteso che ciascun pioniere versasse nel fondo comune tutto il ricavato dalla distribuzione di letteratura. Tutti collaboravano per tenere la casa in ordine. Un fratello riparava le scarpe, un altro tagliava i capelli, ecc. Se alla fine del mese, dopo aver pagato tutte le spese di casa, avanzava del denaro, questo veniva diviso fra i pionieri. Di solito, non più di qualche spicciolo.

Verso la fine del 1931, un’imbarcazione affittata dalla Società venne impiegata per promuovere l’opera di predicazione. Si chiamava Almina ed era ormeggiata lungo il canale della città di Zwolle. Questa casa mobile poteva ospitare comodamente i pionieri che lavoravano nelle città e villaggi lungo i corsi d’acqua. Ma c’era un problema: i pionieri avevano esperienza di navigazione quanto di volare sulla luna. Perciò quando Ferdinand Holtorf rivelò che aveva fatto il marinaio, venne prontamente assegnato all’Almina e spedito a Zwolle.

L’Almina era una buona imbarcazione, ma aveva i suoi difetti. Non aveva motore e neanche vela. Come si poteva muovere? ‘C’è un fratello robusto a bordo?’ Il problema era risolto. Egli sarebbe stato il “cavallo”, e l’avrebbe tirata con una fune mentre camminava lungo la riva del canale. Così partirono! Il gruppo che abitava nella barca compì un ottimo lavoro dando testimonianza a nordest nell’entroterra. Emmen fu una delle cittadine in cui predicarono. Nessuno in quel tempo poteva immaginare che circa 50 anni più tardi quella cittadina avrebbe ospitato una moderna filiale e una tipografia della Watch Tower Society!

IL RAPIDO PROGRESSO PROVOCA L’INTERVENTO DELLE AUTORITÀ

Come l’opera di predicazione cresceva d’intensità, così aumentava in certe zone l’opposizione del clero. Questo si verificò nei dintorni di Tilburg. Quando si lavorava in una località per due giorni di seguito, i proclamatori venivano scacciati da turbe che lanciavano sassi e brandivano forche. Per poter sostenere le spese e rimanere nella zona a dare una testimonianza completa, spesso era necessario che i pionieri si trasferissero in una zona più amichevole in un’altra parte del paese, dove per un mese circa potevano distribuire molta letteratura prima di continuare la loro opera nei dintorni di Tilburg.

Così intensa era la pressione esercitata sui pionieri di Tilburg che nella loro casa venne interrotta l’erogazione di luce, acqua e gas. Ci furono persino dei tentativi di incendiare la casa. E tutti coloro che erano venuti da paesi stranieri per predicare furono minacciati di deportazione, se l’opera dei Testimoni fosse continuata in quella parte del paese. Infatti una sera il fratello Sonnenschein senior non tornò a casa come al solito. Quando si ricorse alla polizia di Tilburg, fu risposto che i Testimoni causavano inquietudine fra la popolazione e che probabilmente la persona che cercavano era stata espulsa dal paese. Proprio così: le autorità locali avevano deciso di consegnare il nostro fratello alle autorità naziste in Germania, ed egli fu inviato in campo di concentramento. Le stesse misure furono prese contro i fratelli Lange, Gädeke e Backes. Alla fine la casa di Tilburg fu abbandonata, e i pionieri vennero trasferiti.

Nel paese ci fu una decisa reazione da parte di giuristi e della stampa. L’Het Volk del 10 aprile 1934 citò l’opinione di diversi giuristi. Un avvocato disse: “L’assoluta mancanza di diritti riconosciuti agli stranieri . . . scredita nelle altre nazioni l’onorata tradizione olandese del diritto d’asilo”. In Parlamento il ministro della Giustizia fu invitato a usare la sua influenza per revocare alle locali autorità di polizia la facoltà di deportare.

In quell’epoca si ricorse anche alla legge che regolava la chiusura dei negozi per vietare ai testimoni di Geova di offrire, dietro contribuzione, letteratura biblica in luoghi pubblici la domenica. Un appello al Ministero delle Finanze non valse a nulla. Nonostante gli attacchi, il messaggio del Regno continuava a essere divulgato.

‘MANDA IL TUO PANE SULLE ACQUE’

Nell’estate del 1934 dei pionieri lasciarono quattro opuscoli a una donna nei pressi di Rotterdam. Più tardi, tornando a casa dopo aver giocato al pallone, suo figlio Jan li trovò sul tavolo. Benché i genitori fossero molto devoti, Jan stava perdendo interesse per la religione. Aveva persino cominciato a occuparsi a tempo perso di comunismo. Ma quando lesse gli opuscoli, capì che contenevano la verità. I pionieri non tornarono. In quei giorni un principio applicato all’opera di predicazione era: “Manda il tuo pane sulla superficie delle acque, poiché nel corso di molti giorni lo ritroverai”. (Eccl. 11:1) Il messaggio del Regno veniva diffuso generosamente, anche se i risultati non erano immediati. Ma Jan non attese “molti giorni” per mettere in pratica quello che aveva imparato. Parlava a tutti quelli che erano disposti ad ascoltare. La sua fidanzata cominciò a predicare con lui, e servono tuttora Geova insieme.

Su al nord, nella Groninga, Ferdinand Holtorf fu avvertito dalla filiale di mettersi in contatto con un uomo che abitava in una zona rurale e che aveva ordinato una gran quantità di opuscoli da distribuire. Dopo un’accurata ricerca venne localizzato Tjeerd de Bruijn. Si scoprì che un anno prima aveva preso tre opuscoli dalla moglie di Ferdinand, ma poi si era trasferito. Voleva far conoscere ad altri le meravigliose verità che aveva apprese. Tjeerd svolgeva un lavoro faticoso su una diga, inoltre doveva farsi due ore di bicicletta per andare al lavoro e altre due ore la sera per tornare a casa. Una volta a casa doveva occuparsi dell’orto. Ma l’apprezzamento per la verità lo spinse a unirsi a Ferdinand nell’opera di predicazione dopo tutto questo, a volte fino a mezzanotte.

Specie nelle zone rurali in cui la Chiesa Calvinista Riformata aveva avuto una forte presa, i pionieri dovevano prestare particolare attenzione al proprio abbigliamento per poter dare testimonianza in modo efficace. La gente riteneva segno di grande virtù vestire di nero, e pensava che il corpo dovesse essere coperto il più possibile. Le pioniere tedesche erano abituate a vestirsi in un modo che non piaceva a persone del genere. Spesso venivano respinte sdegnosamente con osservazioni come: ‘Voi con quelle calze e quei vestiti chiari, e con quei capelli corti, venite a parlarci di Dio?’ Ma i pionieri notarono che Jopie de Jong, un pioniere locale che un tempo faceva parte della Chiesa Calvinista Riformata e che li capiva, aveva molto successo. Eh già, ma lui quando era in servizio di campo indossava pantaloni a righe e un distinto cappello duro! Perciò cominciarono a vestirsi in maniera più confacente ai gusti del pubblico.

LE DIFFICOLTÀ NON INTRALCIANO L’OPERA

I pionieri non si risparmiavano. Nei periodi di testimonianza speciale non era insolito che dedicassero anche 100 ore la settimana al ministero di campo. A primavera inoltrata e fino all’inizio dell’autunno, cominciavano a dare testimonianza nelle zone rurali alle 7 e facevano colazione per via. Invece di interrompere il servizio a mezzogiorno, mangiavano un boccone mentre andavano da una casa all’altra. Infine, alle 21, tornavano a casa dopo 14 ore di predicazione. Non era insolito che distribuissero 400, e persino più di 800, opuscoli in una settimana.

Verso la metà degli anni trenta la situazione economica del paese peggiorò. C’era molta disoccupazione, ed era più difficile che la gente contribuisse per la letteratura.

Anche gli avvenimenti in Germania avevano il loro effetto, dapprima indiretto. Quando Arthur Winkler e sua moglie Käthe varcarono il confine della Germania per fare i pionieri nei Paesi Bassi, portarono notizie degli orrori dei campi di concentramento. Questo indusse i fratelli olandesi a pensare seriamente alla possibilità che un giorno anch’essi avrebbero potuto subire prove del genere.

Le autorità olandesi stavano molto attente a non offendere Adolf Hitler. Nell’ottobre 1934, quando i Testimoni di 50 paesi inviarono telegrammi di protesta in Germania per il trattamento disumano riservato da Hitler ai testimoni di Geova, nei Paesi Bassi molti impiegati postali rifiutarono di accettare quei telegrammi. Comunque la gente continuava ad accettare la verità, e alcuni divennero vere colonne spirituali.

INTREPIDA TESTIMONIANZA COL FONOGRAFO

Ben presto fu introdotto un nuovo strumento da usare nell’opera di predicazione: il fonografo. Tutti i proclamatori erano ansiosi di usarlo. Kasper Keim, un pioniere tedesco che nel 1938 predicava a Enschede, fu felice di avere un “Aaronne” che parlasse per lui, perché era “lento di bocca e lento di lingua” quando cercava di parlare olandese. (Confronta Esodo 4:10, 14-16). Chiese consiglio alla sorella Albrecht su come introdurre il suo “Aaronne”, ed essa suggerì: ‘Quando sei alla porta, chiedi a chi viene ad aprire: “Signora o Signore, ha cinque minuti?” Se dicono di sì, metti il disco’. L’indomani mattina Kasper suonò fiducioso il primo campanello. Quando comparve una signora, disse risolutamente: “Signora, ha cinque minuti!” A una porta dopo l’altra padroni di casa sbalorditi rimanevano lì e ascoltavano.

Nonostante la difficile situazione economica, i proclamatori volevano avere un fonografo da usare. Nella parte settentrionale del paese, Tjeerd de Bruijn vendette la sua capra per comprare un fonografo. Poi aspettava alla porta della chiesa e presentava un altro sermone ai parrocchiani che uscivano.

A Soest, la sorella J. de Bree portava il fonografo fino a un incrocio dove passava molta gente, lo sistemava e metteva i dischi, spesso davanti a una trentina di persone. Quando i pionieri di Deventer davano testimonianza nei porti lungo il fiume IJssel, facevano uno spuntino dove si radunava della gente. Mentre mangiavano mettevano i dischi in modo che altri potessero sentire. A volte anche 25 persone ascoltavano e facevano domande. Veniva impiegato anche una specie di camper appositamente costruito, con un altoparlante ritrattile. Così l’attività di predicazione procedeva con crescente intensità.

CRESCENTE PRESSIONE SUI PIONIERI TEDESCHI

Con l’aumento della persecuzione in Germania, un sempre maggior numero di Testimoni sconfinava nei Paesi Bassi. I fratelli olandesi si offrirono di ospitarli, ma badavano bene di non parlarne con gli estranei.

Alcuni funzionari però erano filonazisti. Infatti nell’ottobre del 1937, poco dopo che Karl Kemena aveva varcato il confine, venne arrestato a Ootmarsum su richiesta del borgomastro. Karl rimase per tre mesi in carcere ad Almelo, finché intervennero funzionari più amichevoli. Ma usò bene il tempo per studiare la lingua olandese e così quando venne rimesso in libertà poté partecipare all’opera di predicazione. L’anno successivo venne arrestato in un’altra località, ma dopo qualche mese di prigione, fu rilasciato.

Il paese aveva paura della guerra. Il 15 marzo 1938 il primo ministro, dottor H. Colijn, ne parlò alla radio: “Concluderò con l’implorazione che l’Iddio Onnipotente protegga la nostra parte del mondo e quindi anche la nostra patria da un nuovo Armaghedon”. In quell’epoca i fratelli distribuivano l’opuscolo Armaghedon, che spiegava ciò che dice la Bibbia al riguardo. In alcune zone i pionieri non riuscivano a soddisfare la richiesta.

Ma la Gestapo cercava di mettere le mani sui Testimoni tedeschi che si trovavano nei Paesi Bassi. Venne fatto infiltrare fra i fratelli un agente di nome Hilgers. Il suo atteggiamento però rivelò ben presto che non era un Testimone, e non riuscì a fare molto danno.

Tuttavia dell’altro bolliva in pentola. Il 23 luglio il borgomastro di Leersum avvertì la filiale della Società: “Ai sensi della lettera inviatami dal ministro degli Interni, in qualità di capo della polizia di Amsterdam è mio dovere informarvi che voi e tutti gli altri appartenenti alla Watch Tower Society dovrete in futuro astenervi da qualsiasi colportaggio, altrimenti gli stranieri saranno deportati”. Risultò che questo si applicava a tutti coloro che “non erano di nazionalità olandese”, e non solo a Leersum ma in tutto il paese. Il risultato però fu solo una temporanea indecisione fra i pionieri tedeschi. Privati del privilegio di predicare di casa in casa, si concentrarono sulle visite ulteriori, e così la maledizione si trasformò in una benedizione.

LE ADUNANZE ALLORA ERANO MOLTO DIVERSE

Le adunanze di congregazione hanno sempre rafforzato il popolo di Geova. Ma a volte c’erano consuetudini che indicavano il bisogno di migliore organizzazione e di ulteriore crescita spirituale. Per esempio, qualche volta durante lo studio Torre di Guardia veniva servito il caffè. E non sempre l’aria era pura, incontaminata dal fumo di tabacco.

A proposito della prima Commemorazione a cui assisté, Cornelis Dortland ricorda che c’era una tavola imbandita con 50 piattini, ciascuno col suo pezzo di pane, e 50 bicchieri colmi di vino. Egli dice: “Con pazienza e con fede, dal tempo di quella prima Commemorazione, ho visto come Geova ha ammaestrato il suo popolo. Ho visto molti che si sono lasciati purificare e disciplinare da lui, e altri che si ritenevano troppo importanti scomparire”.

Pure interessante è l’equilibrato commento di Ferdinand Holtorf, che ora ha 54 anni di servizio teocratico alle spalle: “Ogni volta che noi più anziani ci troviamo insieme e parliamo delle esperienze di un tempo, siamo assai commossi dal modo meraviglioso in cui Geova ha guidato il suo popolo, preparandolo alle maggiori benedizioni avvenire. Siamo orgogliosi che nonostante i nostri errori e le nostre mancanze, Geova si sia servito di noi per attuare il suo proposito e ci abbia permesso di avere meravigliose esperienze. Le possiamo riferire ad altri per incoraggiarli ad affrontare le molto peggiori prove infocate avvenire”.

L’ORDINE TEOCRATICO RAFFORZA L’ORGANIZZAZIONE

All’inizio dell’anno di servizio 1939 i fratelli dei Paesi Bassi, come quelli di molti altri paesi, studiarono gli articoli della Torre di Guardia sull’organizzazione teocratica. Questo studio li aiutò a riconoscere più chiaramente la loro relazione con Geova Dio e Gesù Cristo. Spiegava come la disposizione teocratica doveva influire sull’attività delle congregazioni. Ammetteva che in alcune congregazioni c’erano stati conflitti e polemiche, ma sottolineava che l’adempimento di Isaia 60:17 “deve significare che viene il momento in cui c’è pace nell’organizzazione del Signore in tutta la terra”. Quelli che la pensavano altrimenti, che si preoccupavano del proprio nome più che di onorare il nome di Dio, si resero ben presto manifesti.

A Eindhoven la congregazione venne sciolta. Nel Limburgo meridionale il gruppo di 17 proclamatori si ridusse a 10, ma i rimasti furono leali. Diny Langenberg, che faceva parte della congregazione di Deventer, ricorda che localmente avevano votato per Willy Martens come sorvegliante della loro congregazione. La Società però li avvertì che sarebbe stato nominato Albert van Duren. Saggiamente il fratello Martens consigliò: “Quello che fa la Società è giusto; noi ubbidiremo e sosterremo pienamente il fratello van Duren”. Far questo fu una benedizione per il gruppo.

Il ritorno all’ordine teocratico unì i fratelli. Fino al 1939 i pionieri avevano fatto la parte del leone nell’opera di predicazione. Ma ora che il numero dei proclamatori di congregazione aumentava, questi ultimi svolgevano circa metà dell’opera. Imparando a cooperare con le disposizioni teocratiche i fratelli furono rafforzati per gli anni turbolenti che li attendevano.

SI ADDENSANO NUBI MINACCIOSE

Quando nel 1938 Hitler annetté l’Austria, alcuni erano inclini a pensare che quella fosse la principale aspirazione della sua vita e che ora sarebbe stato soddisfatto. Ma egli non si fermò lì. Il 15 marzo 1939 le truppe di Hitler entrarono a Praga, in Cecoslovacchia. Consci che la Gestapo presto sarebbe stata alla loro porta, i fratelli di Praga smantellarono immediatamente la loro attrezzatura tipografica. Quando il 30 marzo arrivò la Gestapo, tutta l’attrezzatura aveva lasciato il paese. Alla fine tre macchine tipografiche giunsero nei Paesi Bassi.

Le comunicazioni con la tipografia svizzera erano sempre più difficili, perciò l’arrivo di macchine tipografiche era stato veramente tempestivo. Si dispose di installare subito una tipografia in un locale preso in affitto nella città di Haarlem. I fratelli erano ansiosi di dare al messaggio del Regno la più ampia diffusione possibile.

In quell’epoca furono introdotte le marce di informazione. I proclamatori sfilavano con cartelli sul petto e sul dorso, e altri tenuti alti al di sopra della testa, su cui comparivano penetranti domande, come: “Fascismo o libertà: Cosa scegliete?” Ai passanti veniva offerto l’opuscolo Fascismo o libertà. Altri proclamatori misero insegne luminose alle finestre delle proprie case, con slogan come: “Il Regno di Dio governa: è prossima la fine del mondo?” e “Cosa scegliete: teocrazia o dittatura?”

La paura della guerra rendeva tutti nervosi. Le autorità si preoccupavano di non offendere Hitler. Ma quando i suoi eserciti entrarono in Polonia e quando Francia e Inghilterra furono trascinate nella guerra, la gente cominciò ad ascoltare i testimoni di Geova. Il messaggio del libro Nemici e dell’opuscolo Fascismo o libertà, che venivano allora distribuiti, era incisivo. Di conseguenza la letteratura veniva confiscata, e coloro che la distribuivano venivano arrestati. Spesso l’accusa era che avevano ‘insultato uno “statista amico”’, cioè Hitler, che incuteva grande timore a molti che ricoprivano cariche importanti.

L’AZIONE CATTOLICA OTTIENE L’EFFETTO CONTRARIO

L’Azione Cattolica approfittò di quel periodo di nervosismo generale per cercare di assestare un duro colpo ai testimoni di Geova. La distribuzione degli opuscoli Affrontate i fatti e Rimedio, con la loro poderosa denuncia della gerarchia cattolica, suscitò l’ira del clero. Arnold Werner, il servitore di filiale, fu invitato a presentarsi in tribunale ad Haarlem per rispondere all’accusa di aver insultato un settore della popolazione olandese. Le accuse contenevano un impressionante elenco di citazioni degli opuscoli che si asseriva fossero di natura criminale. Speciale rilievo venne dato ai brani che accusavano la gerarchia cattolica di spillare denaro alla gente asserendo di liberare i morti da un luogo dove non sono, dal purgatorio, la cui esistenza, si affermava, la Chiesa non poteva provare.

Al processo, il 5 ottobre 1939, l’Azione Cattolica mise in lizza il suo campione, “padre” Henri de Greeve. Egli doveva presentarsi in tribunale come principale testimone a favore della gerarchia. Dal banco dei testimoni dichiarò di essere lì come rappresentante del sacerdozio cattolico olandese e che tutti i sacerdoti e altri religiosi erano molto offesi dal contenuto dell’opuscolo Rimedio. E aggiunse in tono lamentoso: “Quello che mi addolora di più è che un estraneo potrebbe farsi l’idea che noi sacerdoti non siamo altro che una cricca di furfanti e truffatori”. Il pubblico ministero chiese che Werner fosse condannato a una multa di 300 fiorini o a tre settimane di prigione.

Quindi fu la volta di Arnold Werner. Usando una traduzione cattolica della Bibbia, dimostrò che quanto diceva l’opuscolo a proposito degli insegnamenti cattolici era d’accordo con la stessa Bibbia cattolica. Quando poi affermò che i testimoni di Geova erano amici dei cattolici sinceri, de Greeve sibilava di rabbia. L’avvocato della Società chiese a de Greeve se faceva parte della gerarchia cattolica. Egli rispose negativamente. Quando gli fu chiesto se poteva provare le dottrine dell’inferno di fuoco e del purgatorio, rispose: “Io non posso provarle; mi limito a credere”. Dal momento che l’opuscolo diceva che spillano denaro per cose che non possono provare, l’accusa contro il nostro fratello venne ritirata. De Greeve si precipitò fuori del palazzo di giustizia infuriato, sconfitto. Per i fratelli fu un giorno di vittoria e di gioia.

LIBERATI DALLA SCHIAVITÙ

Nonostante la crescente pressione, la predicazione del Regno continuava, e la gente veniva liberata dalla schiavitù spirituale. Henk Toonstra militava nel corpo sanitario quando ricevette alcuni opuscoli della Società da suo cognato. Rendendosi conto di ciò che insegna la Bibbia, trovava difficile continuare a fare la vita del soldato. Inviò alcune pubblicazioni a suo fratello maggiore, Oeds, dicendo: “So che sei di mente aperta e conosci bene la Bibbia. Non cominciare dunque a ridere con commiserazione, ma leggi questi opuscoli con attenzione e specialmente in modo critico”. Oeds fece proprio così. Poi li fece leggere alla moglie. Entrambi ringraziarono con fervore Dio della verità appena trovata.

Nel frattempo all’Aia c’era un giovane che era continuamente in contatto con gli spiriti. Era in grado di leggere una lettera dentro la busta chiusa, e di fare molte altre cose. Gli veniva sempre sussurrato all’orecchio quello che doveva dire e quello che doveva fare. Quando apprese che si trattava di voci di demoni, sembrò che le sue difficoltà aumentassero. Doveva prendere una decisione. Per la prima volta nella sua vita pregò Geova ad alta voce, chiedendo perdono per aver servito i demoni e promettendo di fare la volontà di Geova. Il fratello van de Eijkhoff ricorda: “Avevo preso la mia decisione, e da quel momento le voci sparirono. Tutto era calmo e pacifico e io ero di nuovo me stesso”. Ma la tensione sulla scena internazionale era al punto di rottura.

SCOPPIA LA GUERRA

Nel gennaio 1940 La Torre di Guardia olandese conteneva un articolo di studio sulla neutralità cristiana. Era proprio quello che ci voleva!

Anche se la guerra appariva imminente, la gente pareva averci fatto il callo. Il 9 maggio sembrava solo un altro giorno di primavera, e tutti se ne andavano per i fatti loro come al solito. Ma alle 20,45 a mezzo telex il Quartier Generale mise in stato d’allarme tutte le unità militari. Alle 3,55 del 10 maggio si combatteva lungo tutto il confine orientale. Ma l’esercito olandese aveva poche possibilità di resistere alle forze tedesche, e in quattro giorni venne eliminata l’ultima sacca di resistenza. Iniziò un’èra di oppressiva occupazione e per i nostri fratelli, un tempo di intensa persecuzione.

IRRUZIONE NELLA BETEL E IN UNA CASA DI PIONIERI

Nelle prime ore del 10 maggio, mentre iniziava la guerra, l’esercito ordinò l’arresto di tutti i tedeschi residenti nei Paesi Bassi. Quella sera soldati olandesi entrarono nella Betel di Heemstede con le baionette spianate. Rimasero stupiti dalla calma e cordialità dei fratelli e delle sorelle, che li invitarono a prendere una tazza di caffè con loro. Comunque i fratelli tedeschi presenti vennero arrestati. All’inizio dell’anno Arnold Werner era stato sollevato dall’incarico di servitore di filiale per ragioni di famiglia, ed era stato nominato Arthur Winkler. Ora sia il fratello Winkler che Fritz Hartstang furono portati via, anche se per un periodo di tempo relativamente breve.

L’indomani mattina quelli che erano rimasti nell’ufficio presero delle precauzioni. Nomi e indirizzi, e altre informazioni che il nemico avrebbe potuto usare per ostacolare l’opera del Regno, vennero riposti in un nascondiglio scelto con cura. Venne inviata quanta più letteratura possibile alle congregazioni che si potevano ancora raggiungere. Per tenere la contabilità si usavano numeri al posto dei nomi.

Quella stessa mattina un drappello di militari fece irruzione nella casa dei pionieri a Leersum. Benché nella casa non ci fossero più tedeschi ma solo pionieri olandesi, furono tutti caricati su un camion dell’esercito e portati via per essere interrogati. Dopo che quella sera il borgomastro ebbe cortesemente identificato i pionieri, questi furono riportati a casa, con gran dispiacere dei vicini che si erano rallegrati di vederli portare via.

PROTETTO IL CIBO SPIRITUALE

Poco prima che scoppiasse la guerra, 100.000 opuscoli, insieme a un’edizione della rivista Consolazione (succeduta all’Età d’Oro), giunsero alla stazione merci di Rotterdam. Quando il 14 maggio la città venne bombardata, la stazione merci rimase sventrata. Ma, spenti gli incendi, l’intero carico era rimasto intatto fra le macerie. Più tardi il corriere caricò tutto su un camion e si diresse verso la filiale della Società. Al suo arrivo chiese, visibilmente pallido e scosso: “Cosa contengono queste scatole? La stazione merci di Rotterdam è stata incendiata, ma ciò nonostante queste si sono salvate tutte! Per di più, arrivo adesso da Rotterdam senza essere stato fermato una sola volta dalle pattuglie militari. Eppure davanti e dietro di me, per tutto il viaggio, ogni auto, veicolo e pedone veniva fermato. Ma io sono passato come se niente fosse”. La conclusione dei fratelli era semplice: “È un messaggio che la gente deve ricevere”. Il camionista ne accettò volentieri alcune copie. Poi, il più rapidamente possibile, il resto del carico fu suddiviso fra le congregazioni.

Un altro carico preso nel turbine della guerra venne depositato in un cassone a Papendrecht, sull’Alblasserwaard circondato dalle acque. Ogni via d’uscita richiedeva di passare un ponte o prendere un traghetto, che erano tutti sorvegliati dalle SS. Paul Jansen e un paio di fratelli andarono a prendere la letteratura. Caricarono le scatole su un carretto che avevano noleggiato. Mentre legavano la tela incerata il cuore di Paul batteva terribilmente. Paura? Certo erano spaventati. Ma la fede era più grande della paura. Man mano che si avvicinavano al traghetto diventavano sempre meno loquaci. Finalmente il carretto venne spinto sul traghetto. Erano tutti consapevoli che l’unico modo per passare era confidare pienamente in Geova. Ognuno pregò Geova in silenzio ma con fervore. In breve la letteratura era al sicuro nelle mani delle congregazioni. Quella fu una nuova lezione per i fratelli, sulla fede e la fiducia in Geova, una lezione sul potere della preghiera, una lezione di coraggio cristiano. Simili prove della cura di Geova, oltre al cibo spirituale contenuto nella Torre di Guardia che continuava a giungere regolarmente, rafforzavano veramente la fede.

ADUNANZE E PREDICAZIONE IN TEMPO DI GUERRA

La guerra arrestò ogni sorta di attività quotidiane. In un primo momento ci fu un po’ di confusione fra i Testimoni. Ma una delle prime cose riorganizzate furono le adunanze di congregazione. I fratelli avevano bisogno di cibo spirituale regolarmente. Non era però saggio radunarsi in gruppi numerosi, perciò le congregazioni furono suddivise in gruppi di non più di dieci persone che si radunavano in case private. E il luogo di adunanza veniva cambiato spesso per sviare il nemico. Quindi, con un po’ d’incoraggiamento, l’opera di predicazione riprese.

I fratelli predicavano con coraggio. Le case dei pionieri, sia sulla terraferma che nelle imbarcazioni della Società, continuarono a funzionare. Nell’estate del 1940 il messaggio del Regno fu portato in tutto il paese e venne distribuita molta letteratura. In un tempo in cui intere popolazioni dovevano abbandonare le proprie case per effetto della guerra, com’era appropriato distribuire il rincorante messaggio contenuto nell’opuscolo Rifugiati!

Prese le precauzioni iniziali, la filiale continuò a funzionare. I fratelli che erano stati internati all’inizio della guerra furono ben presto rilasciati. Le forze d’occupazione avevano ancora troppi problemi per interferire. Ma questo non durò per molto tempo.

IL CERCHIO SI STRINGE

Il 29 maggio 1940, Seyss-Inquart, commissario del Reich, mise fuori legge l’organizzazione dei testimoni di Geova. Tuttavia solo un breve comunicato al riguardo apparve sui giornali. Per un po’ non si fece nulla per far osservare il decreto. Comunque i locali della Società sarebbero sicuramente stati perquisiti.

I fratelli sollecitarono Arthur Winkler a nascondersi per non cadere nelle mani della Gestapo prima del necessario. Prudentemente nei mesi successivi egli cambiò continuamente alloggio, spesso poco prima dell’arrivo degli agenti nazisti.

Prima della fine di giugno tre agenti della Gestapo vennero alla filiale. Quando Helen Hartstang scese le scale alle 9, vide che parlavano con Arnold Werner, che allora lavorava come traduttore. “Buon giorno, signori”, disse, e, cercando di comportarsi nel modo più naturale, attraversò la cucina per raggiungere il garage. Quindi inforcò la bicicletta e fece più di quattro chilometri di corsa per raggiungere la tipografia e avvertire i fratelli tedeschi che vi lavoravano.

Nel frattempo gli agenti perquisirono l’ufficio. Chiesero anche dov’era R. A. Winkler. Ma era chiaro che non c’era niente di quello che cercavano. Il fratello Werner li sentì borbottare: “Siamo arrivati troppo tardi!” Dopo un po’ andarono alla tipografia. Ma i fratelli tedeschi non c’erano più. Si stava stampando la rivista Consolazione di ottobre, ma gli agenti della Gestapo se ne andarono senza chiudere l’impianto. Tuttavia tre giorni dopo erano di nuovo nell’ufficio della Società.

Questa volta vi rimasero tre giorni; rispondevano al telefono e aprivano la porta a tutti i visitatori. Ogni volta che i fratelli nascosti telefonavano all’ufficio, capivano che non c’era via libera. I visitatori avvertivano il pericolo dall’odore di tabacco, e prontamente si scusavano dopo aver chiesto di qualcuno che sapevano non era lì. Infine, il 6 luglio vennero chiusi sia l’ufficio che la tipografia. L’attrezzatura tipografica venuta dalla Cecoslovacchia non era stata usata neanche un anno, ma era stata ben impiegata per provvedere una buona provvista di letteratura.

TEMPESTIVE ISTRUZIONI PER I FRATELLI NEL CAMPO

Al fine di rafforzare i fratelli per quello che poteva accadere, La Torre di Guardia olandese del giugno 1940 pubblicò un articolo sulla persecuzione dei testimoni di Geova in Germania, le torture usate e le condanne a morte emesse. Il 15 giugno, prima che venisse chiusa la filiale, una circolare a tutti i proclamatori aveva trattato la prudenza con cui aveva agito Gesù in varie circostanze, raccomandando di non distribuire più di casa in casa il libro Nemici e l’opuscolo Avvertimento, pur continuando a usare liberamente altre pubblicazioni.

Dieci giorni dopo era stata inviata un’altra lettera, questa volta a tutti i servitori di circoscrizione e di congregazione. Annunciava le precauzioni da usare con i futuri numeri dell’Informatore (ora Ministero del Regno) per ridurre al minimo il pericolo che potessero cadere nelle mani del nemico. D’allora in poi alla fine di ogni adunanza nella quale fossero stati usati si dovevano raccogliere tutti. Quando ogni argomento di quel numero era stato studiato, il servitore di congregazione doveva metterne una copia nel suo archivio e distruggere le altre.

Per far fronte al bisogno spirituale dei fratelli, si impiegarono tipografie commerciali. I fratelli non rimasero a bocca asciutta. Henk Toonstra ricorda: “Ripensiamo ancora a quei giorni con profonda commozione. Come ci rallegravamo che La Torre di Guardia uscisse sempre in tempo, anche se in una nuova veste! Come gustavamo profondamente le spiegazioni delle profezie e la loro applicazione al nostro tempo!”

NELLA CLANDESTINITÀ

Nell’estate del 1940 furono prese altre misure per rafforzare l’organizzazione. In agosto una lettera alle congregazioni spiegava che la corrispondenza non si doveva più inviare per posta alla filiale. I servitori di congregazione l’avrebbero fatta pervenire ai fratelli responsabili.

Da quel momento i proclamatori conoscevano solo l’identità del servitore che conduceva lo studio del loro piccolo gruppo. Ignoravano l’indirizzo degli altri servitori della congregazione, che conoscevano solo per soprannome. Furono inventati ogni sorta di nomignoli: “Bep il lungo”, “Koos il bruno”, “Gerrit il biondo”, “Remie” e “Truus il vecchio”.

Si continuavano a iniziare studi con gli interessati. Ma, per proteggersi dall’infiltrazione di spie, nessuno poteva portare un interessato a uno studio di congregazione senza l’approvazione del servitore di congregazione. Nei mesi che seguirono più volte questa disposizione si dimostrò saggia. Era indispensabile che i fratelli assistessero solo al proprio studio e non cercassero neanche di sapere dove si radunava un altro gruppo. Nessuno doveva rivelare l’indirizzo del proprio studio, neanche all’amico più fidato. Chi infrangeva questa regola poteva perdere il privilegio di assistere alle adunanze.

Quando i proclamatori svolgevano servizio di campo, prendevano accurati appunti di tutti coloro che mostravano ostilità nei confronti dell’opera dei testimoni di Geova. Questi nomi e indirizzi erano uniti alle cartoline dei territori, e venivano prese speciali precauzioni nel visitare persone del genere in futuro, o non venivano visitate affatto.

Anziché esserci un rallentamento dell’opera, lo spirito di Geova sui suoi servitori produsse un notevole aumento. Nell’anno di servizio terminato nell’agosto 1940 fecero rapporto 501 proclamatori: un aumento del 58 per cento! La distribuzione di letteratura aumentò quasi del 100 per cento, e le ore dedicate al ministero di campo salirono del 77 per cento. La linea di condotta tenuta dai Testimoni recava veramente onore al nome di Geova.

Nel settembre 1940 si ritenne necessario istituire un servizio di corriere per recapitare la letteratura e la corrispondenza in tutto il paese. Wilhelmina Bakker, battezzata solo tre mesi prima, fu fra i primi a svolgere quest’opera. (Ora sposata con Max Henning, è ancora pioniera). Il primo incarico che ebbe fu di portare una valigia di letteratura all’equipaggio del Lichtdrager (imbarcazione in cui abitavano pionieri) nella città di Sneek. Ma al suo arrivo in città scoprì che l’equipaggio era stato costretto a fuggire, e l’imbarcazione non era più lì. Era troppo tardi per tornare ad Amsterdam quella sera, e nella città non c’erano Testimoni, perciò dovette pernottare in un albergo. “Vedo ancora il viso stupefatto del portiere che gentilmente mi portò la valigia in camera, dato che pesava come il piombo”, ha detto di recente Wilhelmina.

ONDATA DI ARRESTI E INTERROGATORI

In settembre ebbe inizio un’ondata di arresti. Il 12 settembre 1940 Arnold Werner venne arrestato da due agenti delle SS e trasferito direttamente nella prigione di Scheveningen. Gli diedero carta e matita e gli dissero di ‘scrivere tutto quello che sapeva sull’attività dei testimoni di Geova, delle congregazioni nei Paesi Bassi, dei loro dirigenti e specialmente dei depositi di letteratura’. E aggiunsero: ‘Poi potrai andare a casa’. Il fratello Werner non rivelò nulla che potesse nuocere all’opera del popolo di Geova, e non fu mandato a casa.

Qualche giorno dopo Herman Tollenaar fu arrestato dalla Gestapo mentre andava a incassare l’ultima rata della casa per pionieri di Leersum, che era stata venduta. Diversi pionieri che vi abitavano erano stati anch’essi arrestati. In ottobre un sorvegliante di circoscrizione, Eliza de Vries, venne fermato mentre serviva una congregazione della Frisia. Nella provincia di Groninga, Evert Dost, che dormiva come un sasso, si svegliò una mattina con due agenti della Gestapo accanto al letto. Gli dissero di vestirsi e di andare con loro. In breve tutti quelli che erano in prigione al nord furono caricati su un camion e trasferiti nella prigione di Scheveningen, dove c’erano diversi altri fratelli.

Quindi iniziarono gli interrogatori, che a volte si protraevano per ore, ma senza altri maltrattamenti fisici. Sembrava che cercassero solo di raccogliere informazioni per poter far crollare l’organizzazione. Ben presto però ricorsero ad altre tattiche.

TRATTAMENTO PIÙ BRUTALE

Il 18 ottobre la casa di Steve Heiwegen nella cittadina di Harskamp fu perquisita da agenti della Gestapo. Steve era un assiduo lavoratore che aveva cura degli interessi del Regno e della sua giovane famiglia. Quella notte tornarono, lo arrestarono e lo trasferirono ad Arnhem. Fu trattato più brutalmente di quelli di Scheveningen. Lo minacciarono: “Se non ci dici dov’è Winkler, porteremo qui tua moglie e i tuoi figli e li faremo a pezzi sotto i tuoi occhi, poi ti ammazzeremo di botte. Lurido Studente Biblico, dove sono gli altri? Se non ce lo dici, ti fucileremo”. Queste minacce erano accompagnate da percosse. Lo misero a sedere su una cassa da morto e lo lasciarono lì un giorno e una notte senza dargli nulla da mangiare o da bere. Lo costrinsero anche a compiere centinaia di flessioni sulle ginocchia.

Poiché ciò non produsse l’effetto desiderato, venne fatto entrare un uomo dall’aspetto molto gentile. Sembrava sul punto di piangere per la compassione quando disse: “Parla. Questi tedeschi sono capaci di tutto. A che serve. Ne abbiamo avuti altri come te qui. Ci hanno detto tutto quello che sapevano, e ora sono tornati dalle loro famiglie, dalla moglie e dai figli. Vieni con me. Conosco bene i tedeschi; dirò una buona parola per te”. Steve non rispose. “Allora diventò così furioso”, ricorda Steve, “che d’un tratto mi mollò un ceffone in faccia, mi prese ripetutamente a calci, estrasse un revolver dalla tasca della giacca e cominciò a bestemmiare come un matto in tedesco. Mi diede dieci secondi, mi premette la pistola alla tempia e disse che se non parlavo prima che avesse contato fino a dieci avrebbe premuto il grilletto. Cominciò a contare molto lentamente: uno, due, tre, quattro, . . . cinque, . . . sei, . . . s e t t e, . . . o t t o, . . . n o v e . . . Fece una pausa (dandomi appena il tempo di pronunciare una preghiera), mi diede un pugno e poi mi scaraventò in una piccola cella oscura”. Steve rimase sconvolto da questa esperienza, ma per il momento non accadde nient’altro.

Intanto i fratelli che erano ancora liberi capirono che dovevano essere più cauti. Il nemico sapeva che i Testimoni erano desiderosi e ansiosi di aiutare chiunque a conoscere gli insegnamenti della Bibbia, anche a rischio della propria sicurezza personale. Alcuni oppositori finsero interesse nel tentativo di infiltrarsi nell’organizzazione. Ci voleva discernimento per identificare quelli che realmente volevano conoscere la verità. Le disposizioni che erano già state prese per impedire l’infiltrazione di spie nei gruppi di studio della congregazione si dimostrarono una vera salvaguardia.

UN PO’ DI SOLLIEVO PER ALCUNI

In dicembre non ci furono nuovi arresti, e quasi tutti i Testimoni che erano stati arrestati furono rilasciati. Quasi tutti furono pronti a riprendere il ministero pubblico. Ma per Arnold Werner ci volle un po’ più tempo prima di tornare a partecipare regolarmente alle adunanze e all’attività della congregazione.

Nella prigione di Scheveningen, quando gli altri furono rimessi in libertà, rimase solo Carl Hultman. E Herman Tollenaar venne inviato nel campo di concentramento di Oranienburg, in Germania, di dove non uscì vivo.

IL MOSTRO NAZISTA SI SVEGLIA

Il gennaio 1941 fu un mese molto freddo, e sembrava che il mostro nazista fosse caduto in profondo letargo. Ma in febbraio, appena il clima divenne più mite, il mostro si svegliò e cominciò a menare colpi per afferrare la preda. I fratelli si davano da fare nel servizio di campo, ma di solito non era lì che venivano arrestati. I nazisti avevano nomi e indirizzi, evidentemente in seguito a qualche tradimento.

Il 10 febbraio Wim Laros era a casa a Delft con la sua bambina di quattro anni mentre la moglie era in servizio. Lei non fu arrestata, lui sì. Quando venne portato via dalla polizia, lasciò la bambina ai vicini. Giunto nella prigione dell’Aia, Wim apprese che almeno altri dieci della zona erano stati arrestati.

Quasi nello stesso momento, 250 chilometri più a nord-est, nel villaggio di Dronrijp la Gestapo fece irruzione nel locale dove era nascosta la letteratura e la confiscò tutta. Gosse Wulder per un pelo evitò di essere preso e si diresse a est verso Groninga. Per strada incontrò Klaas de Vries, il servitore di congregazione di Groninga, che viaggiava in bicicletta con un carico di letteratura. Insieme si recarono a casa di Tjeerd de Bruijn che, appresero, era stato appena arrestato. Poco dopo il loro arrivo, un agente della polizia locale era alla porta posteriore, e i due fratelli furono pure arrestati. Quella sera, quando la Gestapo era in procinto di rilasciarli, l’agente che li aveva arrestati, per far piacere ai nazisti, disse forte: “Questo testimone di Geova è Klaas de Vries, del battello Lichtdrager, quello che cercate da tanto tempo”. Allora l’agente della Gestapo diventò un vero demonio.

Fu chiamato il comandante della Gestapo, Könings, e iniziò l’interrogatorio. Ma con l’aiuto di Geova Klaas non rivelò nulla. Infine fu messo a pane e acqua in cella di rigore per 12 giorni. Dopo di che ripresero gli interrogatori. Puntando un revolver contro di lui e minacciandolo di morte, gli diedero due minuti per rivelare dove si trovassero Arthur Winkler, la tipografia e il Lichtdrager, oltre ad altre informazioni vitali. Klaas disse soltanto: “Da me non saprete nient’altro. Ho firmato tutto quello che avevo da dire e se volete saperne di più dovrete provare con qualcun altro, perché io non tradirò”. Tre volte fu minacciato con il revolver, ma il suo “No!” rimase “No!” Finalmente la Gestapo si diede per vinta, e Klaas fu portato nella prigione di Leeuwarden, dove incontrò di nuovo Gosse Wulder.

Anche gli abbonati alle riviste della Società venivano fermati per essere interrogati. Molte volte venivano interrogati sia il marito che la moglie.

La tattica del nemico era di negare ogni cibo spirituale, se possibile. Perciò ai Testimoni in prigione non era concesso di avere neanche una copia della Bibbia. Le uniche pubblicazioni consentite erano quelle approvate dalle autorità carcerarie. Quindi i fratelli dovevano nutrirsi di quello che riuscivano a ricordare dal precedente studio personale e di congregazione. In quelle difficili circostanze era ben evidente l’importanza di buone abitudini di studio. Ma quello che i fratelli subivano era solo l’inizio.

SCALZO NELLA NEVE

La Gestapo combatteva una guerra ad oltranza contro l’organizzazione dei testimoni di Geova. Era a caccia dei fratelli che prendevano la direttiva. Al nord, Eliza de Vries, un sorvegliante di circoscrizione che era già stato in prigione una volta, venne arrestato di nuovo. All’Aia il nemico era sulle tracce di Erwin Klose e un giorno, in febbraio, giunse molto vicino.

Egli narra: “Quella sera prima di coricarmi avevo disposto gli abiti in modo di potermi vestire in due minuti in caso di emergenza. Parlavo ogni sera ai bambini, preparandoli per ogni evenienza. Ora era giunto il momento. La Gestapo aveva stabilito di intervenire contro tutti i fratelli conosciuti. Alle cinque del mattino si sentì bussare alla porta con forza, in modo persistente. La sorella venne in camera mia ad avvertirmi. L’allenamento fatto si dimostrò utilissimo. Presi uno dei bambini, quello di nove anni, e lo misi nel mio letto ‘caldo’. Non ebbi il tempo di vestirmi. Afferrai la borsa, ci ficcai dentro tutti gli abiti, mi infilai il cappello e il soprabito, e saltai nella neve dalla finestra sul retro. Non ebbi il tempo di mettermi le scarpe. Geova aveva impedito loro di pensare a mettere una guardia nel cortile. Corsi a casa di una famiglia con cui avevo studiato: erano circa le 5,30 del mattino e d’inverno era buio. Quando bussai alla porta, il marito si affacciò, non disse una parola, scese da basso e mi fece entrare in casa. Tutti e tre in quella famiglia col tempo diventarono Testimoni”.

AIUTO DI DIO PER SOPPORTARE CRUDELI TORTURE

Con la risoluta intenzione di spremere informazioni dai fratelli, la Gestapo spesso ricorreva a crudeli torture. Per esempio, al comando della Gestapo di Groninga, Cor de Vreede fu sottoposto a spietata brutalità per volere del comandante Könings. Cor era deciso a non dire nulla che potesse nuocere all’organizzazione. “Mi picchiarono, mi presero a calci con i loro stivali, nello stomaco, alle gambe, alle ginocchia”, ricorda. “Principalmente era Könings a farlo. Sosteneva che conoscevo quelli che cercava ma mi rifiutavo di parlare. Geova mi diede forza. Non sentivo alcun dolore; solo avevo degli orribili bernoccoli sulla testa e molti lividi sulle gambe”. Finalmente si diedero per vinti. Cor e altri tre fratelli arrestati nello stesso tempo furono detenuti nella prigione di Assen.

Gli arresti ora avvenivano con maggiore frequenza. Dal 18 al 21 marzo ce ne furono moltissimi. Ventidue degli arrestati furono poi inviati in campi di concentramento o trascorsero lunghi periodi in altri luoghi di detenzione. Alcuni non ne uscirono vivi.

LA PREDICAZIONE CONTINUA NONOSTANTE IL PERICOLO

Di fronte all’opposizione più intensa, i Testimoni presero precauzioni ancora più rigide. Durante le feste nazionalsocialiste, e in altre occasioni in cui i nazisti esponevano la bandiera, i proclamatori prendevano nota dell’indirizzo di tutti costoro e li aggiungevano all’elenco delle persone ostili. Prendevano nota anche del numero di targa delle auto della Gestapo e della polizia, e i proclamatori non visitavano le case davanti alle quali erano parcheggiate.

Nonostante queste precauzioni, spesso i fratelli si trovavano davanti un padrone di casa che era solo felice di tradire un Testimone. Quando se ne accorgeva in tempo, il proclamatore trovava una scusa, come: ‘Cerco il signor Bartels. Ero certo che abitasse da queste parti. Ho un messaggio urgente per lui’. Oppure il proclamatore poteva avere con sé delle riviste mondane e offrire l’abbonamento per quelle. Spesso funzionava. Inoltre, nel fare visite in caseggiati di parecchi piani, i proclamatori iniziavano dall’ultimo piano. Così, se incontravano qualcuno veramente contrario, non era facile che questi potesse impedire loro di andarsene.

Quando si trovavano interessati, si prendeva nota dell’indirizzo, ma usando un sistema cifrato noto solo al gruppo di studio. Per esempio, un gruppo aggiungeva 11 a ogni numero civico; in tal modo il 43 diventava 54.

Per proteggere gli altri che facevano parte del gruppo, chi fumava non poteva assistere alle adunanze, ma si poteva tenere uno studio con lui, al quale potevano assistere anche altri fumatori. Si ragionava che a chi non era fedele nell’osservare i principi biblici indicanti che non è cristiano fumare non si potevano confidare informazioni da cui dipendeva la vita di altri.

I fratelli avevano escogitato un vocabolario speciale con cui comunicare senza allarmare il nemico. La Società veniva chiamata “Madre”. Un opuscolo era “latte”; La Torre di Guardia, “pane integrale”; una risoluzione incisiva, “pane di segale”. Quando una donna voleva informare il marito in campo di concentramento che il figlio era stato battezzato ed era attivo nel servizio di campo, scriveva: “Gianni ha ricevuto il diploma di nuoto e ora fa parte del club di escursionisti”. Queste precauzioni venivano prese per evitare inutili arresti e poter svolgere il ministero con le minori difficoltà possibili.

SATANA ATTACCA IN MODI IMPREVISTI

I fratelli si aspettavano arresti e interrogatori. Ma la loro integrità fu provata anche in altri modi. “Una volta arrestato, non c’è più niente che tu possa fare al riguardo”, dice Jan ter Schegget, che ebbe questa esperienza. “A parte la situazione alimentare, gli interrogatori e ogni tanto le percosse e la tortura, tutto è abbastanza sopportabile. Ma quando sei rimesso in libertà, allora viene la grande prova di riprendere a servire Geova e continuare a farlo. Per molti questa è stata la cosa più difficile. In prigione erano rimasti fedeli, ma poi . . . ? Satana questo lo sa”.

Infatti quando Steve Heiwegen fu scarcerato, lo aspettavano altre prove. Aveva resistito alle minacce e agli attacchi della Gestapo, ma gli ci vollero molta fede e coraggio per riprendere il ministero di campo, specie quando riscontrò che altri erano intimoriti. Egli vinse questa battaglia. Ma c’era dell’altro ancora.

Un giorno gli fece visita un fratello, di cui era amico da tempo e che Steve rispettava molto. Mentre parlava il fratello era teso e nervoso. Steve non poteva credere ai suoi orecchi! Mal interpretando le pubblicazioni della Società, l’uomo sosteneva che l’opera di predicazione era terminata e che la Società non aveva più ragione di esistere e poteva benissimo essere sciolta. Calunniava i fratelli dell’ufficio della Società e diceva che coloro che incitavano i fratelli a predicare li stavano sviando, mentre loro stessi stavano ben lontani dalla zona pericolosa. Visto che Steve non prendeva per buona questa calunnia, mandò da lui una ex pioniera. Questa, usando astuzia femminile e molta adulazione, fece del suo meglio per infrangere la fede e la lealtà di Steve. Ma anche questo fallì.

Un altro colpo fu quando il servitore di congregazione diventò infedele, commise immoralità, fu implicato in furti e imbrogli e cominciò a infastidire i fedeli. Gli angeli fecero sì che venisse rimosso. Più o meno nello stesso tempo un sorvegliante di circoscrizione si mostrò sleale. Sotto la pressione della Gestapo, tradì gran parte della sua piccola circoscrizione. Così il Diavolo sferrò un attacco dopo l’altro contro il popolo del Signore. Com’era importante che i fratelli avessero una forte relazione personale con Geova, apprezzassero la sua organizzazione visibile e non permettessero che il comportamento sbagliato e l’atteggiamento sprezzante degli sleali li allontanassero dalla verità!

CANTICI DALLA PRIGIONE

L’allarmante grido, “Wim, la polizia!”, svegliò Willem Kettelarij. Mentre la polizia perquisiva le stanze del piano di sotto, Willem si vestì, afferrò due scatole di libri, se la svignò dalla finestra e si diresse a casa di un altro fratello. In quel raid, 17 furono arrestati in tutta la città e rinchiusi nella prigione locale. Quando le acque si calmarono, Willem prese a nolo un ciclofurgone e si accinse a trasferire la letteratura dalla casa di una famiglia di Testimoni in un luogo più sicuro.

Per via passò proprio accanto alla prigione in cui erano rinchiusi i 17 Testimoni. Mentre si avvicinava, sentì cantare, cantare con vero fervore. Allora riconobbe la melodia. Gli vennero i brividi. I 17 fratelli e sorelle detenuti cantavano gioiosamente cantici del Regno, come per esortarlo a continuare a lottare senza cedere! Quei cantici fanno ancora scorrere lacrime di gioia sul viso di Willem, quando pensa a quel movimentato sabato di 45 anni fa.

LA LORO COSCIENZA NON SI FECE SENTIRE

Quasi tutti gli arresti di Testimoni nei Paesi Bassi furono compiuti non dalla Gestapo, ma dalla polizia olandese. Quando la persecuzione s’intensificò, la Società stampò un volantino che spiegava l’opera dei testimoni di Geova alla luce della Bibbia. Questo venne inviato a tutti i commissariati della polizia olandese. Ma in generale, la loro coscienza non reagì. Il cuore non li spinse a fare del bene ai fratelli di Cristo unti dallo spirito e ai loro compagni. (Matt. 25:42-45) In seguito un’opera storica disse a proposito del trattamento riservato ai testimoni di Geova in quel periodo: “È incomprensibile che agenti olandesi abbiano più volte arrestato questa gente e l’abbiano consegnata ai tedeschi come bestie da portare al macello”. Che ne è stato di loro?

Per esempio, il martedì 8 luglio, la stazione ferroviaria di Utrecht fu teatro di una scena agghiacciante. Da ogni parte del paese arrivavano gruppetti di fratelli. Di prima mattina furono portati alla stazione su camion aperti. Quarantaquattro Testimoni, insieme ad altri prigionieri, furono caricati su un vagone ferroviario e spediti a Sachsenhausen, il campo di concentramento nazista vicino a Berlino.

Eppure, mentre il treno sferragliava nella sua corsa verso est, un gruppetto si era radunato in una tenda sulla spiaggia di Scheveningen. Senza dare nell’occhio, considerarono il soggetto del battesimo cristiano e poi, fingendo di giocare a palla, si trasferirono nell’acqua dove ebbe luogo l’immersione. Nonostante la ferocia degli attacchi nemici, quell’anno il numero dei proclamatori aumentò del 27 per cento.

LA FORZA CHE PERMISE DI RESISTERE

All’inizio dell’anno di servizio 1942 la filiale si trovava ad Amsterdam, dove anche si stampava. Il servitore di filiale, il fratello Winkler, finora era riuscito a eludere la Gestapo, ma i tedeschi avevano battuto selvaggiamente i fratelli, decisi a catturarlo. Il 21 ottobre agenti della Gestapo fecero un normale controllo della tipografia Eikelenboom nella parte vecchia di Amsterdam mentre era in stampa La Torre di Guardia. Lì devono aver appreso dov’era il deposito della letteratura. Qualche attimo dopo piombarono nell’edificio di cui si servivano i fratelli e vi trovarono il fratello Winkler.

Ballavano di gioia ed esultavano: “Ha! Ha! Abbiamo preso Winkler”. Con lui c’erano Alois Stuhlmiller e Wilhelmina Bakker che faceva servizio di corriere. Furono arrestati tutti e venne confiscata ogni cosa.

Per più di una settimana agenti della Gestapo cercarono di convincere il fratello Winkler a cooperare rivelando informazioni. Gli dissero che era inutile combattere per una causa persa. Gli assicurarono che nessuno avrebbe saputo da chi era stato tradito e nessuno sarebbe stato picchiato, ma avrebbe ricevuto un severo ammonimento a cambiar vita e servire la causa del Führer. Gli promisero che avrebbe potuto migliorare il destino della sua vita. Ma il 1° novembre, quando fu introdotto per essere interrogato di nuovo, il fratello Winkler disse chiaro e tondo che non intendeva cooperare. Allora uno di loro tirò le tende e accese la radio al massimo volume. Poi cominciarono le percosse spietate.

Il fratello Winkler fu battuto finché perse i sensi. Quando tornò in sé, gli dissero sghignazzando: “Non ci aspettavamo che fossi così irragionevole. Uno che si è dimostrato un buon organizzatore e una persona intelligente, un così buon combattente per una causa persa, dovrebbe avere più buon senso. Abbiamo bisogno di gente come te. Pensa come potresti migliorare la sorte della tua vita. Dicci dov’è tua moglie, e ti diamo la parola d’onore che non sarà picchiata. Se sei furbo e fai come ti diciamo puoi cambiare la tua prigione con una villa e la tua condizione di vergogna e disonore con onore, denaro e prestigio”. Il fratello Winkler non rispose. Allora cominciò il secondo round.

Il primo fu l’Obersturmführer Barbie, poi quando lui si stancò prese il suo posto l’Oberscharmführer Engelsman. Alla fine il fratello Winkler perse nuovamente i sensi. Questo continuò dalle 13 fino a mezzanotte. Il richiamare alla mente le promesse di Geova di aiutare i suoi servitori diede al fratello Winkler la forza di resistere. All’una di notte venne consegnato al carceriere. Con i denti rotti, la mascella inferiore slogata e picchiato a sangue, fu condotto in una cella buia. ‘Sai perché ti porto qui?’, chiese il carceriere. ‘Perché non sono riusciti a cavare niente da te. Pensano che questo trattamento ti piegherà. Ma io ti farò avere un po’ di luce e qualcosa di caldo da mangiare’. Il fratello Winkler ringraziò Geova per la vittoria.

Passarono giorni. Pian piano il fratello Winkler si riprese, ma era esausto. Mentre pensava ai prossimi interrogatori che dovevano aver luogo il 10 novembre, si chiedeva cosa sarebbe accaduto e ricercò la guida di Geova in preghiera.

“In quel momento provai un gran bisogno di cibo spirituale”, ricordava in seguito il fratello Winkler. “Un paio di giorni dopo lo stesso carceriere amichevole si avvicinò e mi chiese se poteva fare qualche cosa per me”. Evidentemente il fratello Winkler si fidava abbastanza di lui, perché gli chiese di procurargli una Bibbia dalla sorella Winkler. “Va bene”, rispose il carceriere, “scrivi un biglietto. Ti porterò una matita e un po’ di carta”.

“Il 10 novembre 1941 è un giorno che non dimenticherò mai”, prosegue il fratello Winkler. “La porta della cella si spalancò e qualcuno lanciò dentro una Bibbia tascabile; prima che mi rendessi conto di quanto accadeva, la porta si richiuse sbattendo. Che gioia! La Gestapo non mi consentiva di leggere niente, e ora, per immeritata benignità di Geova, avevo una Bibbia. Quale gioia assaporare ogni giorno le piacevoli parole di verità della Sua Parola! Anche se dovevo leggere di nascosto, mi sentivo più forte spiritualmente”.

Alla fine venne inviato nel campo di concentramento di Vught, e poi a Sachsenhausen. Là fu colpito da una malattia dopo l’altra. Normalmente sarebbe finito in camera a gas e in forno crematorio, come altri. Ma grazie all’amorevole cura di un medico svedese, Arthur Winkler sopravvisse per vedere la marcia verso la libertà.

“LA GIOIA DI GEOVA È LA VOSTRA FORTEZZA”

La vita nei campi di concentramento era un’esperienza terribile. Eppure c’erano momenti di gioia che quanti subivano la persecuzione non avrebbero voluto perdere per niente al mondo. C’era la gioia di resistere durante gli interrogatori, di rimanere fedeli a Geova e non rivelare nulla che potesse nuocere ai fratelli. (Matt. 10:22; Luca 6:22, 23) C’era la gioia di vedere qualcuno col triangolo viola (che identificava i testimoni di Geova nei campi) fare un sorriso o un cenno di saluto. C’erano i preziosi momenti in cui si scambiava qualche pensiero tratto dalla Parola di Dio, in armonia con Ebrei 10:24, 25.

Quando giunsero nei campi, i fratelli olandesi trovarono una comunità di fratelli tedeschi che erano lì già da otto anni. Che gioia poter riferire il contenuto di pubblicazioni studiate di recente! Più uno aveva studiato, più poteva dare. Più poteva dare, più era felice. Più era felice, meglio poteva resistere alla vita nel campo. In Neemia 8:10 si legge infatti: “La gioia di Geova è la vostra fortezza”.

PREDICAZIONE NONOSTANTE LA PRIGIONIA

Quando erano in prigione o in campo di concentramento, i testimoni di Geova vi predicavano il Regno di Dio. Piet van der Molen, che ora fa parte della congregazione Hengelo, ne è una prova vivente. Quando venne arrestato e spedito nel campo di concentramento di Amersfoort non era un Testimone. Nel campo notò triangoli di determinati colori sull’uniforme dei prigionieri. Il triangolo nero indicava i borsaneristi, rosso i prigionieri politici. Piet si trovò accanto qualcuno con un triangolo viola. Volle sapere chi fosse e perché si trovasse nel campo. Quando seppe che l’uomo era un testimone di Geova e che era detenuto perché predicava il messaggio della Bibbia di casa in casa, rimase sbalordito. Ascoltò il Testimone che gli spiegava le sue convinzioni. In breve anche Piet era un Testimone.

Il fratello van de Eijkhoff fu interrogato dalla Gestapo, maltrattato brutalmente, poi gettato in una cella con altri quattro detenuti. Egli approfittò dell’opportunità di dar loro testimonianza per una settimana. Poi un giorno sentì una sfilza di imprecazioni. Era l’ufficiale della Gestapo Engelsman. La porta della cella si spalancò, ed Engelsman urlò alle guardie: “Come avete potuto essere così stupidi da mettere questo cocciuto testimone di Geova con gente comune? Farà diventare Testimoni anche loro”. Perciò i quattro furono trasferiti in un’altra cella.

I nomi dei quattro detenuti erano però ancora sulla porta della cella. Perciò a mezzogiorno quattro piatti di cibo in più furono introdotti nell’apposita apertura. C’erano quattro panini, quattro pezzi di burro, quattro pezzi di formaggio e quattro bustine di zucchero. Questo continuò per un paio di giorni. Quando il fratello van de Eijkhoff venne fatto salire su un treno per essere trasferito in un campo di concentramento, aveva una buona scorta di cibo da condividere con alcuni fratelli stupefatti. Essi poterono vedere che Geova provvede misericordiosamente per chi è in pressante necessità. Certo, sia in prigione che fuori, era evidente che lo spirito di Dio era all’opera.

L’arresto di Arthur Winkler non fermò l’opera del Regno nei Paesi Bassi. La responsabilità ricadde sulle spalle di Willem Reijntjes. Egli aveva accettato la verità nel 1939 e ora aveva appena 28 anni. Ma lo spirito di Geova lo rafforzò. Anche se gran parte delle scorte di carta della Società erano state confiscate e centinaia di tipografie erano state chiuse dai nazisti, il Signore fece in modo che la Società avesse sempre la carta necessaria, e ci furono sempre tipografi disposti a fare il lavoro della Società.

Alla fine dell’anno di servizio 1942 c’era stato un aumento del 51 per cento nel numero dei proclamatori, e in quello stesso anno 763 furono immersi per simboleggiare la propria dedicazione. Perfino il nazista Engelsman una volta ammise: “Più perseguitate i Testimoni più aumentano”. Quelli che entravano a far parte dell’organizzazione erano più numerosi di quelli che i nazisti riuscivano ad arrestare e spedire nei campi. La benedizione di Geova era sul suo popolo. L’opera che svolgevano non era degli uomini ma di Dio. — Confronta Atti 5:38, 39.

SI FA STRADA L’APOSTASIA

Ora nel campo olandese, oltre alla brutalità nazista, si faceva sentire la pressione dell’apostasia. Nel 1942 il servitore di congregazione dell’Aia aveva convocato i conduttori di studio e aveva cercato di persuaderli ad accettare le sue idee apostate.

Gli apostati dell’Aia, soprannominati dai fratelli fedeli “Nuova luce” (perché uno degli apostati asseriva che ricevevano la luce direttamente dal cielo), si davano da fare per corrompere la fede di altri. Paragonavano l’incoraggiamento della Società a predicare — il che poteva provocare l’invio in campo di concentramento — all’offerta dei figli a Molec. Citavano Isaia 26:20 sostenendo che fosse giunto il momento di smettere di predicare e starsene al sicuro. Il loro argomento principale era che l’opera di testimonianza era terminata.

Alcuni si lasciarono influenzare. Qualcuno non era stato in grado di resistere ai maltrattamenti nei campi di concentramento e aveva ottenuto il rilascio rinunciando alla propria fede. (Paragona Ebrei 11:35). Inoltre quelli che avevano ambizioni personali che non erano riusciti a realizzare in seno all’organizzazione caddero facile preda del pensiero apostata. All’inizio della guerra la congregazione di Gouda era la più grande del paese. Molti fedeli furono arrestati. Ma nel 1943 la maggioranza dei rimasti aveva subito l’influenza degli apostati.

Nonostante gli arresti, le detenzioni, le deportazioni in campi di concentramento, e la morte per mano del nemico, il numero dei proclamatori del Regno crebbe in due anni del 115 per cento, raggiungendo nel 1943 il nuovo massimo di 1.379. Chiaramente l’opera non era terminata. Geova benediceva i suoi servitori facendoli aumentare anche nelle circostanze più avverse.

UN GRUPPO PARTICOLARE DURAMENTE PROVATO

I proclamatori del Regno di origine ebraica furono duramente provati sia a motivo della loro fede sia per il fatto che erano ebrei. Dichiarando di essere ebreo, e usando discernimento per sapere quando far notare che era un Testimone, uno di questi proclamatori fu più volte liberato da situazioni che avrebbero potuto provocare il suo arresto e forse la morte.

Una sera Rachel Sacksioni stava tornando a casa con un fratello che l’aveva fatta sedere sul portapacchi posteriore della bicicletta, quando la polizia olandese li fermò perché il fanalino posteriore non funzionava. Rendendosi conto che Rachel era ebrea, gli agenti dissero: “Presto, continuate a pedalare”. Alcuni agenti locali erano disposti ad aiutare in questo modo.

Per Rachel, l’opera di testimonianza di solito richiedeva di camminare nell’oscurità, a volte ore e ore, per non farsi scoprire. Non poteva prendere il tram, perché le spie erano continuamente in cerca di ebrei. Infine, il 10 maggio 1944, fu arrestata mentre svolgeva servizio di campo. Dapprima venne rinchiusa nel campo di concentramento olandese di Westerbork. Due giorni dopo doveva partire per Auschwitz. Era già stata caricata su uno dei carri bestiame quando venne gridato il suo nome. Senza spiegazioni la sua destinazione fu cambiata e fu mandata a Bergen-Belsen. Di là fu trasferita a Beendorff, poi a Malmö in Svezia, e in seguito tornò nei Paesi Bassi, grata di essere viva.

Quando riprese la testimonianza pubblica dopo la guerra, le sue prove non erano finite. A volte si imbatteva in persone che avevano fatto parte del movimento nazionalsocialista, che le dicevano apertamente di aver sostenuto Hitler. Essa riconosce: “Dovetti fare un terribile sforzo per rimanere amichevole con loro. Gente come loro aveva causato a me e a molti altri tanta sofferenza. [Due figli di Rachel erano morti mentre lei era in campo di concentramento]. Ora dovevo parlare loro del Regno di Dio e della speranza che offriva anche a loro. Dovevo pensare spesso alle parole di Deuteronomio 32:35 e ricordare a me stessa che Geova vede il cuore. E Geova premia per questo; io l’ho provato”. Iniziò uno studio biblico con una madre e tre figlie, mentre il marito della donna era in carcere come nazista. Mentre si recava a casa loro sentiva i vicini dire: “Guarda quell’ebrea che fa visita a dei nazionalsocialisti”. Col tempo la madre e tutte e tre le figlie dedicarono la propria vita a Geova.

SCARSEGGIANO I VIVERI

Torniamo all’inverno 1943-44, che fu molto freddo, specie il mese di gennaio. Cominciavano veramente a scarseggiare i viveri. Molti cercavano di integrare le magre razioni acquistando viveri nelle campagne. Verso la fine dell’anno la gente mangiava persino bulbi di tulipano e semi di spinaci.

Anche i nostri fratelli sentivano i morsi della fame. Avevano bisogno di nutrimento per andare avanti nel servizio di campo. I pionieri e i servitori di circoscrizione che operavano in clandestinità incontravano particolari problemi, perché non potevano ottenere le carte annonarie nel modo consueto. C’erano poi i malati e le sorelle che non avevano nessuna entrata perché i mariti erano in campo di concentramento. Molti fratelli e sorelle offrirono i loro gioielli perché fossero venduti per acquistare cibo per i fratelli bisognosi. Quando era possibile avere un po’ di riso, veniva riservato per quelli affetti da dissenteria. Inoltre si presero misure speciali per portare cibo dalla campagna ai fratelli nelle città.

Tuttavia, gran parte della zona agricola si trovava a est e a nord dell’IJssel, fiume attraversato solo da tre ponti. Le province settentrionali, Frisia e Groninga, si potevano raggiungere solo percorrendo la diga. Ma tutti questi punti di attraversamento erano ben sorvegliati da soldati delle SS. Il CCD (Servizio Centrale di Controllo) era presente ovunque per arrestare il flusso di derrate alimentari verso le città. Comunque i fratelli si aiutavano amorevolmente.

Durante una spedizione per trasportare generi alimentari necessari, Gerrit Böhmermann e altri fratelli erano diretti ad Amsterdam. Mentre attraversavano la città di Alkmaar coi loro ciclofurgoni carichi coperti da tela incerata, d’un tratto nella piazza del mercato si trovarono di fronte un posto di blocco. “L’unica era confidare interamente in Geova”, dice Gerrit. Essendo in testa al gruppo, pedalò risoluto verso un agente e, senza rallentare gran che, chiese ad alta voce: “Wo ist Amsterdam?” (Dov’è Amsterdam?) L’agente si fece da parte e indicando davanti a sé: “Gerade aus!” (Diritto!) “Danke schön!” (Grazie!) fu la risposta di Gerrit mentre passava di gran carriera sotto gli occhi della folla esterrefatta.

“Come hai fatto?”, chiese un fratello mentre se ne andavano in gran fretta. “Se Geova è con noi, chi sarà contro di noi?”, disse un altro. “Non fiatate!”, esortarono gli altri, non volendo mettere inutilmente alla prova Geova. Una volta a casa gli spaventi del viaggio furono dimenticati vedendo i visi felici dei fratelli, e il loro zelo nel servizio di Geova.

Una volta alcuni fratelli, pronti a rischiare la libertà per aiutare altri, riuscirono a portare ad Amsterdam un battello carico di patate, quasi 120 quintali. Il fratello de Haan ormeggiò l’imbarcazione di fronte alla chiesa di S. Nicola. Lì le patate furono suddivise in sacchetti da 15 chili e poi trasportate su carretti a mano attraverso una delle zone più affollate della città fino a un deposito temporaneo, per essere quindi portate a casa dei fratelli. Intanto il sorvegliante di città andava avanti e indietro in bicicletta per avvertire se c’era pericolo. Quando venivano fermati dalla polizia, i fratelli dicevano da dove venivano le patate. Colpiti dalla loro franchezza, gli agenti non interferivano, ma semplicemente ne chiedevano un sacchetto ciascuno per la propria famiglia. In quei giorni difficili molti presero posizione per la verità.

FECE PROPRIA LA VERITÀ NONOSTANTE LE AVVERSITÀ

Il diciassettenne Marinus de Boer era ansioso di recarsi ogni giorno alla falegnameria dove lavorava, non tanto per il lavoro, ma perché gli piaceva stare col suo amico Maarten Schroot. Maarten aveva parlato a Marinus della verità, aveva disposto che avesse uno studio biblico, andasse alle adunanze e anche partecipasse al servizio di campo. Ma c’era ancora tanto da imparare, e ogni giorno conversavano su come applicare i princìpi biblici nelle varie situazioni in cui poteva trovarsi un cristiano in quei tempi difficili.

Poi un giorno, nel 1944, Maarten non venne a lavorare. Appena fu sera Marinus si informò e seppe che era stato arrestato la notte prima. Tornato a casa, fu sorpreso di trovarvi due estranei: un ex fratello diventato traditore e un agente della Gestapo che lo arrestò.

Marinus trascorse i primi giorni di prigione insieme ai fratelli, poi per sei settimane si trovò in mezzo ai peggiori criminali. In quelle circostanze imparò cosa significa confidare pienamente in Geova quando si è soli. Dopo essere stato interrogato dalla Gestapo fu ricacciato insieme ai fratelli. Aveva bisogno di incoraggiamento e aiuto, ma invece lo attendeva una sorpresa.

Egli ricorda: “Che delusione! Appena entrato, mi bersagliarono di domande per sapere se avevo fatto nomi o cose del genere. Qualcuno venne a dirmi che non era necessario che rimanessi fedele dato che non ero un Testimone battezzato. Al che altri mi dissero che, battezzato o no, dovevo assolutamente essere fedele. Dopo tutto questo non sapevo più cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato. Stanco e avvilito, mi sedetti in un angolo a pensare. Di lì a poco un fratello si sedette accanto a me, mi mise il braccio sulle spalle e chiese: ‘Vuoi che leggiamo la Bibbia?’ Con voce carezzevole, lesse un versetto qui e un altro là. Era un sermone proprio dalla Bibbia, e ne fui felice. Quando vide che mi sentivo meglio, se ne andò amichevolmente come era venuto”. Con questo aiuto amorevole e con lo studio della Parola di Dio — nonostante l’ambiente sgradevole, l’immaturità di alcuni Testimoni e la slealtà di pochi che un tempo erano fratelli — Marinus alla fine fece la sua dedicazione e fu battezzato in campo di concentramento. Oggi è un sorvegliante viaggiante. Appropriatamente era il sorvegliante del congresso “Manteniamo l’integrità!” tenuto a Utrecht nell’agosto 1985, con oltre 40.000 presenti.

DISPERATI TENTATIVI DI UN NEMICO SCONFITTO

Le forze d’occupazione naziste sentivano che la loro sconfitta era vicina e la persecuzione divenne più violenta. Infatti quando Jan van der Berg, un pioniere di 20 anni, rifiutò di lavorare a una costruzione militare, il comandante lo avvertì che se non cambiava idea sarebbe stato fucilato entro cinque minuti. Jan fu costretto a scavarsi la fossa e a stare in piedi lì davanti mezzo nudo. Dopo altre minacce, accompagnate dal rumore di effettivi spari, fu picchiato. In seguito, tuttavia, Jan disse: “Sentivo appena i colpi, ma non provavo alcun dolore”. Poi fu costretto a compiere ogni sorta di esercizi ginnici.

Nell’ottobre e novembre del 1944 il Diavolo fece del suo meglio per impaurire i fratelli. L’11 ottobre tre Testimoni vennero arrestati nella zona orientale del paese. Quando rifiutarono di svolgere un lavoro che avrebbe violato la loro coscienza cristiana, furono immediatamente condannati a morte. I tre furono portati nel giardino della casa del borgomastro, dove la Gestapo aveva il suo quartier generale, furono abbattuti con una raffica di mitra e poi seppelliti sul posto.

Il 10 novembre Bernard Polman fu arrestato nella cittadina di Zelhem. Quando rifiutò di svolgere lavoro militarizzato, venne brutalmente percosso. Le sue due sorelle carnali andate a trovarlo in prigione furono impressionate da ciò che videro e gli chiesero se potevano fare qualcosa per lui. Egli le esortò a tornare a casa e iniziare a studiare la Bibbia. Dopo averlo sottoposto a ulteriore brutalità, le SS lo crivellarono di proiettili. Poi, ritenendo il suo cadavere indegno di un cimitero, lo seppellirono alla base di una diga presso la cittadina di Babberich.

LA FAME FA MOLTE VITTIME

L’inverno 1944-45 fu un tempo di carestia. Decine di migliaia di persone morirono, a volte per la strada. La borsa nera controllava gran parte dei viveri rimasti e i prezzi si centuplicarono. Il pane costava 210 volte il prezzo normale; le patate, 70 volte. Migliaia di persone, già indebolite dalla fame, erano in cerca di viveri. Questa ricerca veniva compiuta dalle donne perché i nazisti erano costantemente a caccia di uomini da impiegare nei lavori forzati e per loro era pericoloso uscire. Alcuni agricoltori riferirono di aver avuto fino a 250 visite in un giorno da parte di persone alla disperata ricerca di viveri.

I nostri fratelli facevano il possibile per continuare a predicare e non essere distolti né dalla lotta per sopravvivere né dal pensiero della liberazione da parte degli eserciti alleati. Pur dovendo pensare a se stessi e alla propria famiglia, sapevano che era indispensabile mettere gli interessi del Regno al primo posto. Le disposizioni prese dai nostri fratelli per provvedere viveri per i Testimoni che vivevano nelle grandi città contribuirono molto ad alleviare le loro sofferenze in quel tempo.

LIBERAZIONE DAI CAMPI

Nella primavera del 1945 gli eserciti alleati conversero in Germania da est e da ovest. L’11 aprile si spalancarono i cancelli di Buchenwald. Il 19 aprile, insieme a migliaia di altri prigionieri, 213 fratelli e 17 sorelle furono evacuati dai nazisti da Sachsenhausen nel tentativo di sottrarli ai russi. Benché moltissimi prigionieri siano morti o siano stati uccisi per strada, Geova protesse mirabilmente i suoi servitori. A motivo dell’onestà dei Testimoni, una guardia delle SS affidò loro un carretto su cui aveva caricato il bottino. Con questo mezzo quelli molto malati, fra cui il fratello Winkler, furono aiutati a uscirne vivi. Il 28 aprile fu evacuato Ravensbrück, dove si trovavano alcuni Testimoni olandesi. Il 29 aprile si aprirono anche i cancelli di Dachau.

Ben presto, con ogni mezzo di trasporto, i fratelli dei Paesi Bassi cominciarono ad uno ad uno a tornare a casa. Alcuni molto malati furono trattenuti per qualche tempo in sanatori in Svizzera e in Svezia. Altri, a motivo del diffondersi di malattie contagiose, vennero internati in campi nei Paesi Bassi, vicino al confine con la Germania. Quando si seppe che alcuni Testimoni erano fra gli ex prigionieri ospitati temporaneamente in un edificio a Eindhoven, i fratelli locali si radunarono all’esterno per salutarli cantando cantici del Regno.

Quando Marinus de Boer stava per arrivare a casa sua a Rotterdam, il cuore gli batteva sempre più. Dal giorno del suo arresto non aveva più avuto notizie della madre e delle sorelle e si chiedeva: ‘Saranno ancora vive? Cosa penseranno del fatto che sono stato arrestato per la mia fede? Quale sarà la loro reazione quando cercherò di parlare loro della verità?’ Quando era quasi arrivato, un vicino lo vide e corse più che poteva per dirlo alla madre di Marinus. Senza fiato gridò: “È ancora vivo!” Allorché Marinus, magro ed esausto, si fu avvicinato, sua madre finalmente capì perché il vicino fosse tanto eccitato. E quale gioia ebbe Marinus nell’apprendere che la madre e le sorelle avevano abbracciato la verità poco dopo che lui era andato in prigione! Scene commoventi come questa accadevano in molte case in quei giorni.

RICOSTRUZIONE NEL PERIODO POSTBELLICO

Durante l’occupazione tedesca i fratelli che erano in contatto con l’ufficio della Società avevano inviato per mezzo di corrieri 76 lettere per aiutare e incoraggiare i compagni di fede. Ora, appena finita la guerra, una copia ciclostilata dell’Informatore (ora Ministero del Regno) fu inviata a tutte le congregazioni. Le parole iniziali erano: “La scrittura per l’anno 1945 è un comando: ‘Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni’”. I fratelli risposero in modo meraviglioso alle istruzioni per un’attività coordinata. Il numero dei battezzati in quel mese fu quasi pari al 10 per cento di tutti i proclamatori del paese.

Una delle prime cose da fare fu di amalgamare i piccoli gruppi di studio in congregazioni con adunanze a cui potessero assistere gruppi più numerosi. Benché il numero delle congregazioni fosse aumentato solo di 3 durante gli anni di guerra, il totale dei proclamatori era passato da 500 nell’estate del 1940 a un nuovo massimo di 3.125 nell’agosto del 1945.

Alcuni avevano pensato che Armaghedon fosse dietro l’angolo, ma ora sentirono che c’era molto lavoro da fare. Sentirono parlare della Scuola di Galaad per l’addestramento di missionari e dei grandi congressi che erano stati tenuti in altri paesi. Furono rafforzati dai molti esempi di integrità nei campi di concentramento. Appresero del notevolissimo aumento di proclamatori del Regno negli stessi Paesi Bassi. Poi ricevettero l’elettrizzante notizia che la Società aveva disposto di tenere un congresso nazionale di un giorno il 5 agosto ad Amsterdam. Anche se avevano solo una vaga idea di cosa sarebbe stato, i fratelli di ogni parte del paese erano decisi a essere presenti.

IL PRIMO CONGRESSO DOPO LA GUERRA

Era evidente che circa 2.000 proclamatori sarebbero giunti ad Amsterdam la sera prima e avrebbero avuto bisogno di alloggio. Gli alberghi erano fuori discussione. Tutti dovevano essere ospitati in casa dei fratelli. In tutta la città, si vedevano Testimoni che portavano a casa balle di fieno da stendere per terra. Per una breve permanenza poteva andar bene.

Ma il viaggio fino ad Amsterdam non sarebbe stato tanto facile. In molte regioni non c’erano treni né servizio di autobus. Molti non possedevano neanche una bicicletta, e non pochi anche se l’avessero avuta erano ancora troppo deboli per usarla. Dalla regione settentrionale della Frisia i fratelli viaggiarono su un camion che era stato usato per trasportare i bidoni di latte dalle fattorie al caseificio. Da Apeldoorn alcuni partirono in bicicletta e terminarono il viaggio in battello. I fratelli di Zutphen trovarono un uomo disposto a riempire di panche il suo furgone per traslochi e dar loro un passaggio. I Testimoni di Harskamp viaggiarono su un camion che normalmente trasportava bovini. Dal lontano Limburgo molti vennero facendo l’autostop.

È molto difficile descrivere i sentimenti di coloro che assisterono a quel congresso. Essi ridevano e piangevano. Cantavano e ringraziavano Geova per la sua bontà. Alcuni trovarono persone care ritenute morte. Altri che avevano sperato di trovare i loro cari cercarono invano. Fu un giorno indimenticabile! Quella sera 4.000 persone ascoltarono con la massima attenzione il discorso pubblico.

Era ormai evidente che molti non sarebbero tornati vivi dai campi di concentramento. Complessivamente erano stati arrestati e imprigionati 426 Testimoni, senza contare quelli rimessi in libertà nel giro di una settimana o meno. Di quei 426, ben 117 morirono in seguito ai maltrattamenti. Ricordate che all’epoca dell’invasione nazista nei Paesi Bassi c’erano solo circa 500 Testimoni. Quindi quasi tutti subirono personalmente la persecuzione.

GLI AGENTI DI SATANA SFERRANO UN ALTRO ATTACCO

L’attacco sferrato da Satana per mezzo dei nazisti aveva avuto l’effetto opposto. Benché fosse stato brutale, gran parte dei fratelli erano rimasti leali. Inoltre i Testimoni erano sestuplicati, e un largo strato della popolazione ora li rispettava per la loro coraggiosa presa di posizione. Ma Satana aveva un altro squadrone pronto all’attacco.

A partire dal mese stesso del congresso, un numero incredibile di articoli che mettevano in falsa luce e calunniavano i testimoni di Geova apparve in quasi tutti i giornali di tendenza religiosa del paese. Come si poteva prevedere, anche molte persone ben intenzionate e sincere si lasciarono influenzare da quella campagna diffamatoria.

Il 10 novembre “padre” Henri de Greeve era di nuovo in prima linea per combattere contro i Testimoni. Irritato dal fatto che le autorità avevano concesso ai Testimoni la carta per stampare, egli disse alla radio: “Posso assicurare i signori e le signore della Torre di Guardia che siamo decisi a opporci e che non tollereremo questo antagonismo bigotto. E se questa maldicenza non cessa, allora cercheremo di muovere tutte le nostre associazioni giovanili cattoliche, gli studenti cattolici, l’Azione Cattolica, le leghe di agricoltori cattolici, le associazioni dei ceti medi, le associazioni operaie . . . per bombardare il governo di petizioni, mozioni e riunioni di protesta finché sia stata tappata la bocca di questi agitatori bigotti e sia stata negata la carta usata per diffamare”. Questo scatenò l’Azione Cattolica contro i Testimoni. Ma i cattolici non furono i soli.

Il clero protestante fu ben lieto di unire la propria voce. Oltre a servirsi della stampa religiosa, i ministri protestanti lanciarono nelle chiese e nei circoli religiosi di tutto il paese una campagna di conferenze sui testimoni di Geova. In un primo momento i Testimoni assistevano a queste riunioni e alla fine ponevano domande. Spesso ciò provocava un dibattito. Ma i metodi impiegati dal clero in quelle occasioni dimostravano che non volevano che la gente udisse la verità. Rendendosi conto che il Diavolo cercava di sviarli mediante discussioni insulse con persone che non avevano amore per la giustizia, i Testimoni capirono che era meglio usare il tempo nel ministero di campo per trovare e aiutare coloro che realmente volevano ascoltare.

L’AMOREVOLE CURA DELLA SEDE CENTRALE ACCELERA L’OPERA

Alla fine dell’autunno 1945 N. H. Knorr, allora presidente della Watch Tower Society, e il suo segretario M. G. Henschel vennero in Europa per riattivare l’opera. Per raggiungere Amsterdam in treno da Bruxelles dovettero fare un lungo giro. Il 4 dicembre fu tenuta un’adunanza con i fratelli della filiale, i sorveglianti di circoscrizione e i fratelli delle congregazioni di Amsterdam. Si discussero molti problemi e si trovarono le soluzioni.

In seguito a quell’adunanza fu introdotto un nuovo aspetto nell’attività delle congregazioni: i discorsi pubblici. Allora non c’erano molti fratelli in grado di pronunciare discorsi pubblici, ma era un inizio, e da quel momento in poi i fratelli lavorarono sodo per divenire qualificati.

Inoltre nell’inverno e nella primavera seguente si ricevettero generi di soccorso. Dalla Danimarca giunsero 137 pacchi di viveri, per soddisfare i bisogni più urgenti. Indumenti per 34 tonnellate furono inviati in dono dai fratelli di paesi più fortunati. Queste espressioni di amorevole interessamento furono molto apprezzate dai Testimoni olandesi. Nella distribuzione furono presi in considerazione in primo luogo i bisogni dei pionieri, affinché potessero continuare a impegnarsi principalmente nell’opera di predicazione.

In quel periodo la filiale venne trasferita due volte, e alla fine si trovarono dei locali adatti al n. 1 di Koningslaan, ad Amsterdam. Finalmente la famiglia Betel poteva vivere e lavorare nello stesso posto.

PIETRE MILIARI DEL PROGRESSO TEOCRATICO

La famiglia Betel si era appena sistemata nei nuovi locali, quando si aprì un nuovo capitolo della storia teocratica dei Paesi Bassi. Il primo studente olandese venne mandato alla Scuola missionaria di Galaad. Da quel momento in poi diplomati di Galaad provenienti dai Paesi Bassi sono stati inviati in Indonesia, Irian Occidentale (Nuova Guinea occidentale), Iran, Belgio, Lussemburgo, Islanda, Turchia, Antille Olandesi, Cile, Ecuador, Suriname, Kenya e Sudafrica. Altri, senza essere stati a Galaad, andarono in Irlanda.

Il primo anno di servizio completo dopo la guerra vide un aumento del 64 per cento nella media dei proclamatori del Regno e i pionieri erano più che raddoppiati, da 50 a 101. Quell’anno per la prima volta un edificio fu adibito a Sala del Regno.

Quindi l’anno di servizio 1947 iniziò bene con un bellissimo congresso di due giorni all’Aia, che ebbe fra gli avvenimenti principali l’immersione di 525 fratelli e sorelle. Quell’anno fu istituita nelle congregazioni la Scuola di Ministero Teocratico, e si presero disposizioni affinché sorveglianti di circoscrizione visitassero le congregazioni per incoraggiare e provvedere ulteriore addestramento nel ministero di campo.

IL PERICOLO DEL MATERIALISMO

Già durante il primo congresso postbellico, il 5 agosto 1945, il fratello Winkler aveva dato un grave avvertimento. Aveva detto che, ora che godevano maggiore libertà, correvano un nuovo pericolo. Il laccio del materialismo e la tentazione di lasciarsi prendere dalle responsabilità della vita di ogni giorno potevano assorbirli interamente. La conseguenza sarebbe stata una riduzione del loro servizio a Dio.

Solo tre anni dopo nel rapporto annuale dei Paesi Bassi venne inclusa la seguente osservazione: “Sembra che alcuni fratelli abbiano tratto conclusioni errate dai commenti fatti dall’articolo della Torre di Guardia ‘Amore dell’uomo per l’uomo’ a proposito dell’‘obolo della vedova’ (parr. 35-37). Ci sono indicazioni che alcuni si cullano erroneamente nell’idea che le poche ore dedicate ogni mese al servizio siano come l’obolo della vedova, e che ciò sia perfettamente corretto e nessuno abbia diritto di far loro notare che le loro mani si sono impigrite (un tempo facevano di più nel servizio del Signore). Essi dimenticano che l’obolo della vedova rappresentava tutto quello che poteva dare”. Certamente la prosperità postbellica offriva opportunità materiali, e alcuni fratelli non tennero conto del fatto che anche il materialismo può essere un laccio usato da Satana per allontanare i servitori di Geova dal servizio del Regno.

PROBLEMI DI NATURA LEGALE

Nel 1949 alcuni comuni posero ostacoli di natura legale davanti a coloro che portavano la buona notizia di qualcosa di migliore. Fu redatto un verbale contro un fratello che portava un cartello e distribuiva volantini, affermando che far ciò costituiva una violazione delle ordinanze municipali. Due mesi dopo una sorella che svolgeva il ministero di casa in casa fu accusata di vendere letteratura la domenica. Quale fu il risultato?

La corte d’appello sostenne la decisione del tribunale inferiore vietando la distribuzione di materiale propagandistico per le strade perché contraria all’ordine pubblico e alla sicurezza del traffico. Ma naturalmente nessuna legge vietava di parlare alla gente per strada. Il secondo caso risultò a nostro favore. La corte dichiarò che l’imputata si era limitata a divulgare le proprie convinzioni religiose.

Non appena i casi riguardanti la predicazione pubblica diminuirono, il reparto legale della filiale si sforzò di ottenere il riconoscimento legale dei testimoni di Geova quali ministri. La legge prevedeva l’esenzione dal servizio militare per i ministri religiosi e per coloro che studiavano per diventare ministri. Ma l’ostacolo era che il nome dell’organizzazione religiosa doveva essere incluso nell’elenco dei culti ammessi dal ministero della Difesa, e i testimoni di Geova non erano inclusi in quell’elenco. Dopo diversi tentativi inutili per dimostrare che tutti i proclamatori sono ministri, il fratello Knorr giustamente fece notare ai fratelli che, a motivo della legge esistente, non avevano nessun appiglio legale su cui far leva. Non dovevano perdere di vista il vero problema: la neutralità cristiana. Infine, dopo molti anni, il ministero della Difesa e quello della Giustizia adottarono misure provvisorie secondo le quali i testimoni di Geova attivi, battezzati potevano ottenere un “rinvio” del servizio previa presentazione di una lettera firmata dagli anziani locali.

NUOVI STRUMENTI PER IL MINISTERO

L’organizzazione di Geova ha continuato a provvedere generosamente all’edificazione spirituale delle congregazioni mediante una grande varietà di pubblicazioni per lo studio in congregazione e per il ministero di campo. La rivista Svegliatevi! ha cominciato a essere pubblicata in olandese col numero dell’8 dicembre 1951. Il suo uso nel campo ha incentivato anche la distribuzione della Torre di Guardia. Fino a quel momento la tiratura massima della Torre di Guardia in olandese era stata di 19.200 copie. Attualmente si stampano in media 186.450 copie della Torre di Guardia e 171.100 di Svegliatevi!

Nel 1954 il campo olandese ricevette il libro “Sia Dio riconosciuto verace”, su cui per molti anni si basarono gli studi biblici a domicilio. In seguito ci furono ottime pubblicazioni come “Sia fatta la tua volontà in terra”, che conteneva un approfondito studio delle profezie di Daniele. Altre pubblicazioni hanno provveduto interessanti studi sui libri biblici di Ezechiele, Aggeo, Zaccaria, Rivelazione, e su buona parte di Isaia. Queste pubblicazioni hanno contribuito molto al progresso spirituale dei fratelli.

TEMPO DI GRANDE GIOIA

Prima del congresso di Amsterdam del 1961 il sorvegliante di filiale e il suo assistente furono invitati a partecipare al congresso di Londra e a una speciale adunanza per i sorveglianti delle filiali europee. Uno dei principali soggetti considerati fu il lavoro riguardante la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture che si pensava di pubblicare in altre lingue oltre l’inglese, fra cui l’olandese. Che notizia entusiasmante! Quale ottimo effetto avrebbe avuto sul campo olandese la distribuzione di una traduzione così accurata, in lingua moderna!

In breve una traduttrice olandese era in viaggio per Brooklyn, dove insieme ad altri traduttori — di lingua tedesca, francese, spagnola, portoghese e italiana — studiò e collaborò col Comitato di traduzione della Bibbia del Nuovo Mondo. Nel 1963, al congresso internazionale, furono presentate le Scritture Greche Cristiane in olandese. E sei anni dopo, a Norimberga, fu fatto il rallegrante annuncio che l’intera Traduzione del Nuovo Mondo in olandese sarebbe uscita entro qualche settimana. Infatti arrivò nei Paesi Bassi nel settembre 1969. Che gioia!

AVVICENDAMENTI NELLA FILIALE

A motivo dei maltrattamenti subiti dal fratello Winkler quando era nelle mani della Gestapo e nei campi di concentramento, sarebbe stato molto difficile per lui continuare a sobbarcarsi la responsabilità di sorvegliare l’opera del Regno nei Paesi Bassi. Il fratello Knorr se ne rese conto, e perciò fu disposto che Henri F. Zinser, diplomato della scuola di Galaad nel 1946, fosse il sorvegliante della filiale. Egli rimase tale per un periodo di tempo relativamente breve poi, nell’agosto 1947, fu sostituito dal primo diplomato olandese di Galaad. Tuttavia, triste a dirsi, non continuò a camminare con l’organizzazione di Geova.

La nomina di Paul Kushnir alla sorveglianza della filiale nel settembre 1950 ebbe come risultato una migliore organizzazione e più stretti contatti fra l’ufficio e quanti lavoravano sodo nel campo. Per 15 anni egli continuò ad assolvere bene il suo incarico, finché le responsabilità familiari resero necessario che lasciasse la Betel. Dopo di che Robert Engelkamp fu sorvegliante della filiale fino al 1976. In quell’epoca, qui come nelle altre filiali in tutto il mondo, fu disposto che la responsabilità della sorveglianza venisse assolta da un comitato di fratelli maturi. Attualmente nei Paesi Bassi sei fratelli costituiscono il Comitato della Filiale, e Paul Kushnir presta servizio come coordinatore.

RAFFORZATA L’ORGANIZZAZIONE

Geova ha rafforzato in molti modi la sua organizzazione visibile. Per unificare l’opera si presero disposizioni affinché i sorveglianti delle filiali si radunassero a New York in occasione del congresso internazionale tenutovi nel 1953. Si prestò speciale attenzione al ministero di campo, alla predicazione del messaggio del Regno in tutta la terra prima che venga la fine. Vennero apportati cambiamenti al programma dei sorveglianti di circoscrizione per prestare maggior attenzione all’opera nel campo, invece di dedicare tanto tempo per cercare di appianare difficoltà fra persone che non intendevano veramente mettere al primo posto gli interessi del Regno. Poi in molte altre occasioni, si sono tenute altre adunanze del genere coi sorveglianti di filiale di ogni parte del mondo, e la scuola di Galaad ha provveduto loro speciale addestramento. È sempre stata sottolineata l’importanza di predicare la buona notizia e provvedere al benessere spirituale dei fratelli.

A partire dal 1954 sono stati proiettati nel campo olandese i film della Società, che hanno aiutato i fratelli ad avere un’idea più chiara dell’organizzazione e della portata della sua fruttuosa attività in ogni parte della terra. Ottimi libri, da “La tua Parola è una lampada al mio piede” fino a Organizzati per compiere il nostro ministero, hanno trattato soggetti organizzativi e hanno permesso a ciascuno di cooperare più pienamente con l’organizzazione, comprendendo come viene svolta l’opera e quali opportunità hanno i singoli di parteciparvi.

Ci sono state anche nuove pubblicazioni da usare in congregazione nella Scuola di Ministero Teocratico, quali “Preparato per ogni opera buona”, Qualificati per essere ministri, “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile” e il Manuale per la Scuola di Ministero Teocratico. Come sono state preziose nell’aiutare ogni proclamatore del Regno a conoscere meglio la Bibbia e a essere in grado di spiegarne ad altri gli insegnamenti, sia a livello personale nel ministero di campo che dal podio nel caso dei fratelli!

Si è prestata particolare attenzione all’addestramento degli anziani, sia di quelli che servono nelle congregazioni che dei sorveglianti viaggianti. Ripetutamente sono stati radunati per corsi di aggiornamento e per il corso della Scuola di Ministero del Regno, onde analizzare i consigli scritturali relativi al loro incarico e ricevere consigli pratici dal Corpo Direttivo.

CONSIGLI PER RENDERE PIÙ FRUTTUOSA LA NOSTRA OPERA

Quando nel 1965 Wilfred Gooch dell’ufficio di Londra visitò i Paesi Bassi come sorvegliante di zona, parlò francamente di alcuni aspetti dell’opera a cui si doveva prestare attenzione. Nei precedenti cinque anni circa 2.000 battezzati avevano abbandonato le file dei proclamatori del Regno. Egli esortò i fratelli dell’ufficio a non essere vaghi quando avrebbero trattato la cosa con i fratelli nel campo, ma ad accertarsi che capissero qual era il problema e cosa fare per aiutare quelle persone. Sottolineò pure l’importanza del “servizio di pioniere temporaneo” (ora pioniere ausiliario), e la reazione dei fratelli fu eccellente. L’aprile seguente ci fu un aumento del 66 per cento, con un nuovo massimo di 1.130 proclamatori che provarono la gioia di questa accresciuta attività.

All’assemblea di distretto del 1968 fu presentato un nuovo strumento da usare nel campo: il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. I fratelli erano entusiasti. Ma ad alcuni sembrò che il nuovo metodo di studio fosse troppo radicale. Trovavano difficile abituarsi all’idea di troncare uno studio dopo sei mesi se non era veramente fruttuoso. Comunque, seguendo le istruzioni della Società si ebbero rallegranti risultati.

Ogni anno ci furono aumenti nel numero di lodatori di Geova. Quando si raggiunse per la prima volta il numero di 15.000 proclamatori, il fratello Winkler si mise a piangere e disse: “Come sono grato a Geova di essere ancora in vita per vedere 15.000 proclamatori in questo paese! Più di 30 anni fa noi pionieri tedeschi sedevamo lungo la strada e piangevamo per lo scoraggiamento, perché nessuno voleva ascoltare la nostra predicazione. Ma Geova ci ha dato la forza di andare avanti e ora posso piangere di gioia”. Nel 1976 il numero dei proclamatori aveva raggiunto il massimo di 29.723. Negli anni successivi alcuni si stancarono e smisero di servire Geova, ma la grande maggioranza non ha abbandonato il prezioso privilegio di essere attivi testimoni di Geova, il legittimo Sovrano dell’universo.

SERVITORI FEDELI RICEVONO LA RICOMPENSA

Nel 1931 Fritz Hartstang era venuto nei Paesi Bassi come pioniere. In seguito, quale membro della famiglia Betel, era responsabile del reparto servizio della filiale. Ma nel 1962 subì una grave operazione allo stomaco; il cancro, lentamente lo consumò finché il 5 aprile 1964 morì. Gli ultimi mesi furono molto penosi per lui perché dovette rinunciare una dopo l’altra alle responsabilità che gli avevano procurato tanta gioia. Ma certamente aveva avuto la benedizione di Geova, e le Scritture assicurano a quanti hanno la speranza celeste e muoiono fedeli in questo tempo che “le cose che fecero vanno direttamente con loro”. (Riv. 14:13) Sua moglie Helen, che ha passato gli ottanta, presta tuttora servizio alla Betel, un ottimo esempio di perseveranza.

I più anziani della famiglia Betel ricordano anche Mathilde Stuhlmiller. Essa soffrì per molti anni a motivo dei gravi disturbi che aveva, ma non perse il suo ottimismo, accarezzando la prospettiva di servire eternamente Geova su una terra paradisiaca. Quasi fino alla morte avvenuta nel 1969, continuò a lavorare aiutando, anche quando era costretta a letto, il reparto traduzione.

Arthur Winkler sarà sempre ricordato come un fratello che non si è risparmiato nell’opera del Signore. (1 Cor. 15:58) Nonostante le dure esperienze avute nei campi di concentramento, continuò a servire ancora per molti anni. Ma poi contrasse una grave malattia che lo fece soffrire molto. Il fratello Knorr gli fece visita in quel periodo e lo confortò ricordandogli che la sua ricompensa celeste era probabilmente vicina e così si sarebbe realizzato quello a cui Arthur aveva aspirato per molti anni. Egli chiuse gli occhi il 22 giugno 1972, e la sua fedele moglie, Käthe, che si era distinta per la sua spiritualità e lo zelo nel ministero di campo, ricevette la ricompensa celeste nell’aprile 1982.

Incoraggiati da questi ottimi esempi, è ora privilegio dei più giovani, molti dei quali fanno parte delle “altre pecore” del Signore, compiere l’opera del Regno sino alla fine di questo vecchio sistema. — Giov. 10:16.

AMPLIATA LA FILIALE PER FAR FRONTE AI CRESCENTI BISOGNI

Dal 1946 in poi la filiale di Amsterdam si trovava al n. 1 di Koningslaan. Ma nel 1960 quei locali non erano più sufficienti, nonostante le modifiche apportate. Perciò venne eretto un bell’edificio ad Amsterdam per far fronte a ulteriore crescita. Nel 1964 fu inaugurata la casa Betel, e nel 1967 vi fu installata una piccola tipografia. Ulteriori lavori di ampliamento vennero fatti nel 1972 e nel 1977.

Alla dedicazione di questa nuova ala Lloyd Barry, del Corpo Direttivo, menzionò che erano già ben avviati i piani per estendere l’attività tipografica nei Paesi Bassi. Si doveva installare una grande rotativa per stampare localmente La Torre di Guardia e Svegliatevi! onde alleviare il lavoro della tipografia inglese. Questo richiedeva però locali più grandi.

Nel 1978 iniziò la ricerca di un terreno adatto, ma nel 1980 non si era trovato ancora nulla, perciò venne inoltrata una domanda direttamente all’Assessorato all’urbanistica. Durante il colloquio un funzionario ascoltò attentamente ciò che avevano in mente i Testimoni, poi disse: “I testimoni di Geova hanno svolto un’opera straordinaria nel nostro paese durante la seconda guerra mondiale, e questo purtroppo molto spesso viene dimenticato. Farò in modo che il vostro centro possa sorgere in una delle tre province settentrionali dei Paesi Bassi”. Nel giro di due giorni venne segnalato un bellissimo appezzamento a Emmen.

La dedicazione degli edifici ultimati avvenne nell’ottobre 1983. Nella tipografia è stata installata una rotativa M.A.N. trasformata in offset che stampa 17.000 riviste l’ora. Al piano di sopra c’è un moderno impianto di fotocomposizione elettronica progettato da fratelli della sede centrale. Con questa attrezzatura siamo meglio in grado di produrre letteratura per tutti i Testimoni dei Paesi Bassi, della parte fiamminga del Belgio e del Suriname. Come siamo grati a Geova e alla sua organizzazione che tutto questo sia divenuto realtà!

UNA NETTA DISTINZIONE

Finora si è fatta molta strada. Ottant’anni fa i primi olandesi accettarono la verità. Essi s’impegnarono coraggiosamente nell’opera del Signore nonostante l’indifferenza, l’opposizione e gli ostacoli apparentemente insormontabili. Ci sono stati tempi di prove scottanti, feroce persecuzione, tradimento da parte di falsi fratelli e apatia causata dal materialismo. Molti sono entrati a far parte dell’organizzazione di Geova in questi anni. Alcuni sono stati rimossi perché non si sono conformati alle norme cristiane. Molti hanno lasciato perché incapaci di perseverare nella corsa cristiana e attirati dal mondo, persino alcuni che avevano superato la terribile persecuzione nazista. Questi 80 anni sono stati lunghi, ma è evidente la netta distinzione “fra chi serve Dio e chi non lo ha servito”. — Mal. 3:18.

[Cartina a pagina 106]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

PAESI BASSI

GRONINGA

LEEUWARDEN

GRONINGA

ASSEN

FRISIA

SNEEK

WESTERBORK

EMMEN

ZWOLLE

IJssel

ALKMAAR

HAARLEM

AMSTERDAM

HEEMSTEDE

AMERSFOORT

OOTMARSUM

ALMELO

DEVENTER

ENSCHEDE

L’AIA

UTRECHT

HARSKAMP

ZUTPHEN

DELFT

GOUDA

ZELHEM

ROTTERDAM

ARNHEM

PAPENDRECHT

VUGHT

TILBURG

HELMOND

EINDHOVEN

LIMBURGO

REP. FED. DI GERMANIA

BELGIO

[Immagine a pagina 112]

Zelanti pionieri davanti alla loro casa a Leersum

[Immagine a pagina 128]

Fritz e Helen Hartstang, venuti dalla Germania per prestare servizio come pionieri

[Immagine a pagina 135]

Il battello “Lichtdrager” che provvide un domicilio mobile ai pionieri

[Immagine a pagina 143]

Arthur e Käthe Winkler non si sono mai risparmiati nel servizio di Geova

[Immagine a pagina 167]

Edifici della filiale costruiti di recente a Emmen