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Corea

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VISTA da un satellite, la Corea è una pittoresca penisola dell’Asia nordorientale, immediatamente a ovest del Giappone. A nord confina con la Cina e l’Unione Sovietica. Lungo la costa meridionale e occidentale, il mare è costellato da più di 3.000 isole, 2.600 delle quali sono però disabitate. Quant’è grande la Corea? Più o meno quanto la Gran Bretagna.

Vista più da vicino la Corea si rivela uno dei paesaggi più montuosi del mondo, con solo il 20 per cento circa di terreno agricolo, il cui prodotto principale è il riso. Le pianure si stendono lungo la costa occidentale, nordorientale e meridionale. I monsoni investono il paese, prima in una direzione, poi nell’altra, portando l’inverno freddo e asciutto e l’estate calda e umida.

A prima vista la maggior parte dei coreani rivela caratteristiche fisiche simili a quelle degli altri asiatici: faccia larga, capelli neri lisci, pelle olivastra e occhi scuri. Eppure si distinguono in quanto a cultura, lingua, costumi e cucina, e vantano oltre 4.000 anni di storia. La lingua, che appartiene alla famiglia delle lingue altaiche, oggi è parlata da oltre 60 milioni di persone.

UN PAESE DIVISO

A motivo della posizione strategica della Corea, nazioni più potenti, come la Cina e il Giappone, hanno da tempo esercitato una forte influenza sulla sua popolazione. Per difendersi, il popolo coreano si è isolato divenendo quello che è stato definito un regno solitario. Nel 1910 il Giappone assoggettò la Corea a un governo coloniale durato fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando la penisola venne divisa lungo il 38° parallelo tra le forze armate degli Stati Uniti al sud e quelle sovietiche al nord. Nel 1948, con una risoluzione delle Nazioni Unite, a sud si formò la Repubblica di Corea (Corea del Sud). Nello stesso anno a nord si formò la Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord). Entrambi i governi sostengono di rappresentare l’intera nazione.

Il 25 giugno 1950, con l’invasione del sud da parte del nord, ebbe inizio la guerra di Corea, durata tre anni. Il risultato fu un paese diviso in modo più permanente, separato da una zona smilitarizzata che l’attraversa da est a ovest solo 56 chilometri a nord di Seoul. Il governo della Corea del Nord non lascia spazio alla religione, e quindi impedisce l’attività dei testimoni di Geova.

INTERESSE PER L’ORIENTE

Il primo presidente della Watch Tower Society, Charles Taze Russell, presidente del comitato dei sette dell’IBSA (Associazione Internazionale degli Studenti Biblici), fece un viaggio in Oriente “per vedere le condizioni dei pagani”, riferiva La Torre di Guardia (inglese) del 15 dicembre 1912. “In seguito a questa investigazione è stato deciso che le condizioni del mondo pagano giustificano l’impiego di parte dei fondi della Società per proclamarvi il Vangelo del Regno”, proseguiva il rapporto. “Di conseguenza è stata stampata letteratura da distribuire gratuitamente in sei delle lingue principali”, incluso il coreano.

In armonia con le conclusioni del comitato, il fratello Robert R. Hollister avrebbe rappresentato l’Associazione nell’Oriente, inclusa la Corea. Egli dispose che il libro Il Divin Piano delle Età venisse tradotto in coreano e pubblicato. Fu stampato a Yokohama, in Giappone, per conto dell’IBSA che aveva R. R. Hollister quale suo rappresentante: il libro portava la data del 18 marzo 1914. Anche il fratello W. J. Hollister e sua moglie dedicarono parecchio tempo a seminare semi della verità del Regno in Corea.

IL PRIMO COREANO DEDICATO

La Torre di Guardia (inglese) del 15 agosto 1914 pubblicò un’interessante lettera indirizzata al fratello Russell, che diceva: “In un certo senso sono un estraneo per te; ma solo ventidue mesi fa sono venuto a conoscenza della presente Verità tramite i tuoi scritti. Da qualche tempo desideravo scriverti per dirti quanto io apprezzi la Verità, ma sinora le circostanze non me l’hanno consentito.

“Ti interesserà sapere che sono coreano. Quando i primi missionari approdarono qui (nel 1885) la Corea era un regno solitario. In seguito alcuni coreani si sono identificati con il cristianesimo.

“Per otto anni circa sono andato alla deriva trascinato dalle pericolose correnti di quello che ora comprendo era spiritismo, insegnamento satanico. Ora ringrazio Dio che ha mandato qui il nostro diletto fratello R. R. Hollister con la Lieta Novella e mi ha salvato da quelle correnti che mi conducevano in un luogo sconosciuto.

“Avevo quasi perso i sensi; ci son voluti circa sei mesi perché mi si aprissero gli orecchi e gli occhi dell’intendimento. Da quel momento mi sono consacrato al Signore e continuo a lodarLo”. — Firmato, P. S. Kang.

Chi era P. S. Kang, e come aveva conosciuto la verità?

Durante un congresso dell’IBSA tenuto a San Francisco nel 1915, il fratello R. R. Hollister raccontò ai presenti come aveva conosciuto il signor Kang. “In Corea il Signore mi indirizzò da Kang Pom-shik * cui in un primo momento fu chiesto di fare alcune traduzioni a pagamento”, disse Hollister. “Ben presto cominciò a mostrare un profondo interesse personale per gli articoli che traduceva e, dopo aver trascorso alcuni mesi nel nostro ufficio, ha professato una completa consacrazione [dedicazione] al Signore. Da quel momento è stato molto utile per tradurre, fare l’interprete, dirigere lo studio e occuparsi della filiale coreana. Pregusto fiducioso il piacere di presentarvelo in occasione dell’assemblea generale come delegato della ‘Nazione solitaria’”.

ALTRO AIUTO DALL’ESTERO

Nel 1915 la sorella Fanny L. Mackenzie, una colportrice (predicatrice a tempo pieno) della Gran Bretagna, cominciò a recarsi periodicamente in Corea a proprie spese. Si serviva della carta intestata dell’IBSA per dare testimonianza. In che modo? Stampandovi un messaggio in inglese riguardante il Regno da una parte e dall’altra la traduzione in cinese, lingua compresa da quasi tutti gli orientali.

La lettera offriva in visione il libro Il Divin Piano delle Età. Le registrazioni della filiale indicano che distribuì 281 libri. Oltre a impegnarsi con diligenza nella distribuzione di letteratura, diede l’equivalente di 20.000 lire al fratello Kang per le sue spese personali. Nel 1949, all’età di 91 anni, consegnò queste registrazioni all’attuale coordinatore del Comitato di Filiale, Don Steele, prima che questi venisse in Corea.

LA PRIMA TIPOGRAFIA

Il fratello Kang, segretario responsabile dell’opera in Corea, e i suoi compagni continuavano a diffondere il messaggio, ma la reazione era lenta. Tuttavia nel 1921 organizzarono in tutto il paese “pellegrinaggi” consistenti in adunanze pubbliche, e venne pubblicato e distribuito l’opuscolo Milioni ora viventi non morranno mai nella lingua locale. La Corea si aggiunse all’elenco delle 18 filiali della Società fuori degli Stati Uniti.

Stampare il messaggio in coreano fuori del paese creava molte difficoltà. Perciò nel 1922 il fratello Rutherford inviò al fratello Kang 2.000 dollari per impiantare una piccola tipografia dotata di sette macchine da stampa. Le presse sfornavano letteratura in coreano, cinese e giapponese. Eppure in quegli anni non si vide nessun grande aumento.

SOTTO UNA NUOVA GESTIONE

Nell’autunno del 1926 la Società aprì una filiale in Giappone e nominò Junzo Akashi, nippo-americano, rappresentante per il Giappone, la Cina e la Corea. Nel frattempo il fratello Kang, che era stato responsabile dell’opera in Corea, si era servito della tipografia della Società a proprio uso e consumo, per stampare libri mondani. Ebbe persino l’audacia di vendere la tipografia senza permesso. Nel 1927 il fratello Park Min-joon prese il suo posto.

Il fratello Park, un colportore, era un fratello fedele che fece lunghi viaggi a piedi su e giù per la penisola per tenere adunanze pubbliche e distribuire letteratura. Incontrò particolare opposizione da parte dei missionari protestanti, ma la polizia locale, allora giapponese perché la Corea era sotto la dominazione giapponese, venne spesso in suo aiuto.

Poiché era necessario avere locali più spaziosi, l’ufficio nel 1931 venne trasferito in casa del fratello Park al 147 di Key Dong a Seoul.

Il fratello Park conosceva bene la lingua inglese e tradusse dall’inglese in coreano i libri Riconciliazione e Governo, e altri ancora. La sua conoscenza dell’inglese gli permetteva di corrispondere direttamente con la Società a New York. Ma, a quanto pare, il fratello Park non conosceva abbastanza bene il giapponese come Akashi desiderava, perciò nel 1935 venne sostituito. La responsabilità dell’opera fu affidata al fratello Moon Tae-soon, un insegnante. La diligenza del fratello Moon nel servizio di campo a tempo pieno sarebbe stata messa alla prova in futuro.

L’ATTIVITÀ DEI COLPORTORI

Nel 1930, a 22 anni, il fratello Lee Shi-chong dedicò la propria vita a Geova e intraprese il servizio di colportore. “Non avevo abbastanza coraggio per predicare in città, perciò acquistai una bicicletta e decisi di predicare nelle province”, narra il fratello Lee. “Ammucchiai bagaglio e letteratura sulla bicicletta, e il primo luogo in cui mi recai fu l’ufficio distrettuale della provincia di Gyeonggi. Esitavo a entrare, ma pensai alla missione che avevo come ambasciatore del Regno, termine che avevo sentito usare spesso dal responsabile della filiale. Il risultato fu che distribuii diversi libri fra gli impiegati, fui molto incoraggiato e d’allora in poi non ebbi più timore”.

Il fratello Lee, che attualmente presta servizio come anziano in una congregazione di Seoul, percorse il paese in lungo e in largo, giungendo fino in quella che ora è la Corea del Nord e anche in Manciuria. Ordinava la letteratura all’ufficio di Seoul e se la faceva spedire in anticipo nel successivo villaggio o città in cui sarebbe andato. Visse così per tre anni fino al 1933 quando l’opera di testimonianza fu sottoposta a restrizioni.

Le registrazioni relative al 1931 indicano che i proclamatori del Regno si davano da fare. Raggiunsero 30.920 case, dedicarono 11.853 ore al servizio di campo e distribuirono 2.753 libri, 13.136 opuscoli e 3.940 copie della rivista L’Età d’Oro. Nel 1932 la Corea tenne a Seoul il suo primo congresso, dall’11 al 13 giugno, con 45 presenti. Quello stesso anno si stamparono 50.000 copie dell’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo in coreano da distribuire gratuitamente. Quindi l’opera in Corea cominciava a espandersi.

IRRUZIONI DELLA POLIZIA

Il governo militaristico del Giappone reagì con durezza alla crescente attività del popolo di Geova. Il sorvegliante di filiale del Giappone fece il seguente rapporto, che riguardava sia il Giappone che la Corea:

‘Il 10 maggio 1933 sono partito da Tokyo per un viaggio e il 15 maggio a Mukden [ora Shenyang], in Manciuria, ho ricevuto una lettera per via aerea dalla quale ho appreso che i cinque fratelli che lavoravano nell’ufficio della nostra filiale [a Tokyo] erano stati arrestati e gettati in prigione e che le sorelle facevano andare avanti il lavoro alla filiale. I giornali del 16 e 17 maggio hanno pubblicato articoli quasi a piena pagina sull’arresto dei testimoni di Geova.

‘La polizia ha fatto irruzione negli uffici della Società a Tokyo e a Seoul. Ha sequestrato tutte le nostre pubblicazioni in deposito. Sarete certamente lieti di sapere che i fratelli giapponesi e coreani si sono dimostrati integri e fedeli a Geova e al suo unto Re anche durante le dure prove’.

Si calcolò che fossero 50.000 le pubblicazioni confiscate dalla polizia nell’ufficio della Società a Seoul il 17 giugno 1933. La letteratura venne trasportata fino al fiume Han, che passa per Seoul, con 18 carretti a mano e bruciata pubblicamente, secondo quanto riferì il giornale di Seoul Tong A Ilbo. L’articolo diceva inoltre che il 15 agosto 1933 circa 3.000 pubblicazioni vennero confiscate nelle case dei fratelli presso Pyeongyang, ora nella Corea del Nord, e distrutte. Ma le irruzioni della polizia misero forse a tacere l’opera di testimonianza?

L’OPERA CONTINUA

Il colportore Lee Shi-chong, richiamato a Seoul a motivo degli arresti, ricorda: “I fratelli riacquistarono ben presto coraggio e ripresero a predicare con L’Età d’Oro, l’unica pubblicazione non vietata e, naturalmente, continuammo a tenere le nostre adunanze”.

L’Età d’Oro fu usata nel campo coreano dal 1933 al 1939 ed era registrata come un giornale. Il prezzo era due jeon, poco più di dieci lire. Anche se quasi tutta la letteratura in deposito era stata distrutta, molti fratelli avevano ancora alcuni libri e opuscoli personali, e se li prestavano e se li scambiavano in modo che le persone che mostravano vero interesse potessero ricevere il messaggio.

Le adunanze si tenevano ogni domenica. Il fratello che teneva l’adunanza parlava per un’ora e, se erano presenti dei nuovi, passava in rassegna per loro gli insegnamenti principali. Il conduttore spiegava anche un articolo della Torre di Guardia, dato che gli altri non avevano una copia su cui seguire lo studio. La Torre di Guardia era stampata in forma di opuscolo e in giapponese. Durante l’occupazione giapponese i coreani erano costretti a usare la lingua giapponese e sapevano perciò leggerla, scriverla e parlarla.

Tuttavia a Seoul c’erano pochi fratelli idonei per tenere queste adunanze. Come mai? Perché il sorvegliante di filiale faceva iniziare a tutti quelli che poteva il servizio di colportore e poi li mandava in territori lontani. Il risultato fu che i fratelli esperti erano sparsi in tutta la penisola e non erano in grado di radunarsi insieme. Qualsiasi ulteriore progresso nei metodi di tenere le adunanze doveva ora attendere l’arrivo dei missionari della Watch Tower, per il momento ancora futuro.

UNA FAMIGLIA INFLUENTE FUGGE DA “BABILONIA”

Ora che tutta la letteratura della Watch Tower tranne L’Età d’Oro era vietata, l’opera doveva essere compiuta con molta cautela. I fratelli dovevano essere cauti, prudenti nei loro spostamenti. Per quanto non ci fossero regolari adunanze organizzate, quelli che accettavano la verità si dimostrarono persone decise e coraggiose.

La famiglia Ok ne è un notevole esempio. Erano tutti avventisti del settimo giorno, istruiti e benestanti, e avevano un’ottima reputazione nella comunità. Il padre di Ok Ji-joon era un anziano della chiesa e direttore di una scuola avventista, e sua moglie Kim Bong-nyo * era ispettrice della scuola locale.

“Un giorno, nel 1937”, ci racconta Ok Ji-joon, “trovai per caso una rivista, L’Età d’Oro, nel bidone della spazzatura. Poiché ero molto religioso, mi interessavano gli articoli religiosi che conteneva e li lessi attentamente. Alcuni giorni più tardi due uomini mi fecero visita e mi offrirono altre pubblicazioni del ‘Faro’. [Questo era il termine per “Torre di Guardia” tradotto e usato erroneamente dal sorvegliante della filiale giapponese e quindi usato anche in Corea]. Mi fecero leggere quella che poi appresi essere una cartolina di testimonianza. Fui lieto di prendere tutti i libri che avevano. Poi, leggendoli, scoprii molti punti in contrasto con la mia fede avventista. Scrissi all’indirizzo di Tokyo indicato nelle ultime pagine del libro e per alcuni mesi continuai la discussione dottrinale per posta. La filiale di Tokyo rispondeva alle mie domande, accludendo alcuni numeri della Torre di Guardia con punti particolari sottolineati in rosso.

“La chiesa avventista di Sariweon nella provincia di Hwanghae, ora nella Corea del Nord, ebbe da ridire sul fatto che continuavo a fare domande su questa nuova verità. Il ministro cercò di evitare di rispondere e disse altezzosamente che porre simili domande al ministro, specie a lui che era amico intimo di mio padre, era irrispettoso. Ma io pensavo che i rapporti d’amicizia non dovevano interferire nelle conversazioni bibliche e che lui mi doveva una risposta. Anche il mio fratello minore riconobbe la verità e mi seguì, come fece il mio fratello maggiore. Alla fine smettemmo di andare in chiesa.

“Mio padre era contrario. Quando il mio fratello maggiore ed io chiudemmo la nostra fiorente fabbrica di attrezzi agricoli per avere più tempo da dedicare all’opera di predicazione, s’infuriò e ci cacciò di casa. Comunque, non ci demmo per vinti e continuammo a cercare di persuaderlo con le informazioni che trovavamo nella Torre di Guardia”.

Il fratello maggiore del fratello Ok, Ok Ryei-joon, ci racconta come gli occhi del padre si aprirono alla verità.

“Un giorno il ministro della chiesa avventista ci fece visita e ci disse che il servizio segreto della polizia aveva ingiunto alla chiesa di partecipare all’adorazione degli dèi giapponesi nel tempio scintoista giapponese e di alzare nella chiesa la bandiera giapponese, salutarla e cantare l’inno nazionale prima di ogni funzione religiosa. Il pastore era del parere che gli avventisti dovessero ubbidire altrimenti la chiesa sarebbe stata chiusa e gli avventisti sarebbero scomparsi. Il ministro aveva interpellato al riguardo le autorità ecclesiastiche, e quindi era venuto da noi per comunicarci la risposta. Le autorità dissero che bisognava ubbidire all’ordine della polizia, anche se ciò avrebbe costituito una grossa prova. Nostro padre fu molto deluso da quella decisione”.

Il padre volle conoscere il parere della Watch Tower Society al riguardo. Per saperlo, cominciò a studiare la Bibbia con i figli. Di conseguenza, riconobbe che i testimoni di Geova avevano ragione. L’intera famiglia, padre, madre, quattro figli e due nuore smisero di andare in chiesa.

“Poi, nel 1938, la chiesa avventista mandò a casa nostra un missionario americano, ed egli ci disse che i loro missionari avevano deciso di lasciare la Corea a motivo delle angherie del governo giapponese”, prosegue Ok Ryei-joon. “Disse inoltre che il fatto che la nostra famiglia si fosse ritirata dalla chiesa a motivo del problema del saluto alla bandiera e dell’adorazione nei templi scintoisti era molto lodevole e ci incoraggiò ad avere forte fede in Geova Dio, come tutti i testimoni di Geova in Corea”.

Il 19 novembre 1937, in occasione della visita del sorvegliante di filiale del Giappone, l’intera famiglia si battezzò. Oggi tre di questi fratelli prestano servizio come anziani. A motivo della sua presa di posizione sulla questione della neutralità, il fratello minore, Ok Ung-nyun, morì fedele in una prigione giapponese nel 1939.

AVVERTIMENTO TEMPESTIVO

Nel dicembre 1938, durante la sua ultima visita in Corea, Junzo Akashi s’incontrò con 30 fratelli in casa di Moon Tae-soon a Seoul e li avvertì che presto sarebbero stati arrestati. Quando ciò accadrà, consigliò, non mancate di rispetto alla bandiera nazionale né all’imperatore. Non fate neanche compromessi, disse pure. Esortò tutti a predicare quanto più possibile usando i tre opuscoli disponibili: Protezione, Avvertimento e Affrontate i fatti.

Nel nuovo opuscolo, Affrontate i fatti, Akashi si soffermò su un punto che avrebbe avuto un’influenza negativa sui fratelli coreani. L’opuscolo incoraggiava le giovani coppie ad attendere “pochi anni”, fin dopo Armaghedon, prima di sposarsi. Secondo la sua interpretazione, questo significava solo due o tre anni, anziché un periodo di tempo non meglio definito. Perciò i fratelli coreani credevano che fossero rimasti solo pochi mesi per predicare, poi sarebbero stati arrestati e, mentre erano in prigione, sarebbe venuto Armaghedon.

Qualche settimana dopo i giornali cominciarono ad attaccare l’organizzazione e definirono il fratello Rutherford uno “stupido pacifista”. Quando nel gennaio 1939 il figlio di Junzo Akashi e un altro fratello giapponese rifiutarono di fare il servizio militare, Akashi stesso venne invitato a presentarsi al comando dell’esercito giapponese a Tokyo per spiegare il perché. Seguirono arresti di fratelli: in Giappone il 21 giugno, a Taiwan il 22 giugno e in Corea il 29 giugno. Molti Testimoni scontarono a più riprese periodi di detenzione fino alla fine della seconda guerra mondiale nel 1945.

I PRIMI CHE SERBARONO L’INTEGRITÀ

La sorella Chang Soon-ok, ex cattolica che conobbe la verità leggendo L’Età d’Oro, ci racconta cosa accadde dopo quell’ultimo incontro con Junzo Akashi a Seoul: “Quanti udirono il suo discorso uscirono nel territorio loro assegnato con molti libri. Io andai a predicare a Busan. All’alba del 29 giugno 1939 un agente mi arrestò. Nove di noi sorelle fummo rinchiuse nella stessa cella con criminali comuni. Era calda e sudicia, e puzzava. Rimanemmo in carcere per un anno in attesa del processo.

“In prigione ogni mattina costringevano i prigionieri a adorare l’imperatore. Poiché rifiutammo di farlo, ci ammanettarono con una mano dietro la schiena e l’altra passata sopra la spalla. A volte ci mettevano doppie manette, e a volte due persone venivano incatenate insieme, dorso a dorso. In quel tempo dovevano cambiarci la posizione delle manette ogni volta che dovevamo mangiare. Finalmente, dopo sette mesi, si diedero per vinti e ci tolsero le catene.

“Dopo aver scontato regolarmente la nostra condanna, quattro di noi sorelle ritenute incorreggibili fummo trattenute in un campo di detenzione preventiva a Chungju. Una guardia disse alle sorelle che tutti in quel campo sarebbero stati messi a morte entro pochi giorni. Poi d’un tratto la guerra finì e finalmente il 16 agosto 1945 fummo rimesse in libertà. Tuttora mi commuovo quando penso a tutti quegli anni di prigione”.

Anche la famiglia Ok fu fra gli arrestati. Lee Jung-sang, moglie del fratello maggiore, Ok Ryei-joon, ce ne parla:

“Quando non ero che una bambina in senso spirituale, battezzata da meno di due anni, la polizia di Seoul arrestò mio marito e il suo fratello minore, Ok Ji-joon”, ricorda. “In quel tempo quasi tutti i fratelli e le sorelle della Corea furono arrestati e infine rinchiusi nel carcere di Sodaemun a Seoul. La polizia nuovamente confiscò tutte le pubblicazioni della Società, o almeno lo pensava!

“Dato che eravamo ancora libere, mia cognata, Kim Bong-nyo, e un’altra sorella, Kim Kyung-hui, ed io ci recammo al deposito della Società e prendemmo tutta la letteratura che potevamo portare, poiché avevamo in mente di distribuirne quanta più possibile prima di essere arrestate. Andammo a Pyeongyang al nord, e mentre lavoravamo lì, nel novembre 1939 anche noi fummo arrestate per aver turbato la quiete pubblica e distribuito libri vietati. Fummo detenute nel commissariato di Tongdaemun e poi trasferite nel carcere di Sodaemun dove c’erano altre sorelle. Complessivamente, in quel tempo 38 fratelli e sorelle erano in prigione”.

FEDELI FINO ALLA MORTE

La sorella Park Ock-hi, che a 86 anni è pioniera speciale, e che era anche lei fra quei fedeli che furono imprigionati, ricorda quei giorni difficili:

“Dopo aver passato tutto l’inverno nella provincia di Gyeongsang nella Corea meridionale a predicare la buona notizia, nel febbraio 1939 tornammo a casa a Seoul”, essa dice. “E mio marito, Choi Sung-kyu, venne immediatamente arrestato dalla polizia del commissariato di Tongdaemun a Seoul. La polizia lo accusò di rifiutare di adorare nel tempio scintoista. Durante i 20 giorni trascorsi in carcere, contrasse una febbre tifica, e lo trasferirono in un ospedale. Dopo 40 giorni di ospedale, fu rilasciato, solo per essere incluso fra i fratelli arrestati nel giugno 1939.

“Un cognato di mio marito aveva una posizione sotto il governo giapponese, e mandò un avvocato per farlo rilasciare di prigione. L’avvocato disse a mio marito che l’unico modo in cui poteva disporre che venisse rilasciato era che adorasse nel tempio scintoista. Mio marito ricusò l’offerta seduta stante e gli disse di non venire mai più a trovarlo. Allora mio marito mi scrisse: ‘Chi ha mandato l’avvocato? Sta attenta! Leggi Romani 8:35-39’. Quella lettera incoraggiò molto tutti noi che eravamo fuori, e i nuovi erano decisi a continuare a lodare Geova.

“Poi, nel settembre 1941 fui arrestata di nuovo ma venni trattenuta solo per 15 giorni. Mi dissero che poiché mio marito stava per essere rilasciato di prigione, dovevo portare 500 won (325.000 lire). Mi feci prestare la somma e andai alla prigione. Era una sera buia e fredda. Trovai mio marito disteso per terra, coperto da un lenzuolo bianco, più morto che vivo. L’avevano tenuto in prigione per due anni e mezzo e adesso volevano 500 won per rimetterlo in libertà in quella condizione! Mio marito, che aveva 42 anni, morì otto ore dopo.

“Nel settembre 1942 venni arrestata per la quarta volta e finii nella prigione di Sodaemun a Seoul dove erano detenute altre sorelle. Là dovemmo sopportare un’indescrivibile tortura”.

La secondina si arrabbiava con le sorelle perché non adoravano l’imperatore giapponese. Ciò creava lavoro extra per lei. Prima di ogni pasto doveva spostare le loro manette e le loro catene. Ma chiaramente notò la fedeltà di quelle care sorelle. Oltre 20 anni più tardi cominciò a studiare la Bibbia, ritrovò quelle sorelle a un’assemblea di distretto e nel 1970 si battezzò.

I fratelli venivano interrogati continuamente perché le autorità cercavano il modo di incriminarli. Veniva chiesto loro: “È vero che tutte le nazioni sono sotto l’influenza del Diavolo? È incluso anche il nostro grande Giappone imperiale? Sei una spia americana? Quando verrà Armaghedon?” I fratelli rispondevano all’ultima domanda dicendo: “Dopo che la predicazione sarà stata ultimata”. Allora le autorità li accusavano: “Con la vostra predicazione state in effetti affrettando la venuta di Armaghedon, il che significa che state affrettando la distruzione del nostro Giappone imperiale. Quindi violate la legge che tutela l’ordine pubblico”. Molti fratelli vennero quindi arrestati e gettati in prigione per periodi da due a quattro anni.

Cinque dei 38 imprigionati morirono fedeli mentre erano in prigione, incluso Moon Tae-soon, che si era occupato dell’opera sotto la direttiva del sorvegliante della filiale giapponese.

DELUSIONE DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Junzo Akashi era stato responsabile dell’opera in Corea da quando nel 1926 era stata affidata alla filiale del Giappone. Dopo aver riacquistato la libertà nel 1945, i fratelli contavano sulla sua guida. Ma Akashi, che aveva condotto una vita immorale e sotto pressione aveva rinunciato alla verità, aveva abbandonato l’organizzazione di Dio.

I fratelli coreani erano però turbati, perché avevano creduto alla sua inesatta spiegazione dei “pochi anni” rimasti prima di Armaghedon. Quel gruppetto di fratelli era diviso. Alcuni, forti nella fede, credevano che si doveva continuare a predicare; altri persero il loro zelo.

Per diversi anni, dopo il 1939, non ci fu alcun contatto con l’organizzazione di Geova. I fratelli si sentivano abbandonati. Molti credevano che quello che accadeva loro in Corea avvenisse all’intera organizzazione in tutto il mondo. Non sapevano che la Società era ancora in piena attività, che i fratelli di altri paesi erano rimasti fedeli durante la seconda guerra mondiale e che si cominciava ad aumentare. Senza nessuno che prendesse la direttiva e senza contatti con l’organizzazione, la vera adorazione in Corea rallentò fino a cessare quasi completamente.

“I TESTIMONI DI GEOVA SONO TORNATI IN VITA”

Come si riaprì la porta della vera adorazione? La sorella Park Ock-hi spiega:

“Dopo la liberazione dai giapponesi nel 1945, anche se diverse sorelle insistevano che era tempo di attendere Armaghedon in un ‘luogo segreto’, continuammo a tenere qualche adunanza in casa mia. Non erano adunanze organizzate: il fratello che le conduceva faceva un discorso sulle vecchie pubblicazioni che avevamo. Per alcuni anni questa fu tutta la nostra attività. Fra i presenti c’era mio nipote, Park Chong-il, un ragazzo di 15 anni che in seguito sarebbe diventato membro del Comitato di Filiale in Corea.

“Poi, con nostra sorpresa, un giorno dell’agosto 1948, il fratello Choi Youg-won ci mostrò un articolo del giornale delle forze armate americane, Stars and Stripes. L’articolo affermava che i testimoni di Geova erano molto attivi negli Stati Uniti e altrove. Che gioia! Tutti incoraggiammo il fratello Choi a scrivere alla Società negli Stati Uniti. Egli scrisse, e la Società rispose immediatamente, inviandoci un pacco di letteratura. Riempimmo con gioia le nostre borse con quegli opuscoli e iniziammo immediatamente l’opera di casa in casa a Seoul. Com’era bello! Una donna persino osservò: ‘I testimoni di Geova sono tornati in vita’”.

Il 24 giugno 1949 dodici persone costituirono la prima congregazione dei testimoni di Geova in Corea.

“BENVENUTI, MESSAGGERI DI SPERANZA DELLA WATCH TOWER

Solo in seguito all’arrivo dei primi di una lunga serie di fedeli missionari, complessivamente 52, fu stabilito un solido collegamento con la sede mondiale della Società.

Dopo che la congregazione di Seoul era stata nominata dalla Società, si presero disposizioni per inviare nel paese missionari della Scuola di Galaad. Anche se in un primo momento sarebbero dovuti andare in Giappone, otto diplomati dell’11a classe della Scuola missionaria di Galaad vennero mandati in Corea. Si decise che Don ed Earlene Steele * vi andassero per primi. Dopo aver espletato infinite formalità, ottennero il visto dalla Repubblica di Corea e il 9 agosto 1949 giunsero in Corea.

A motivo delle misure di sicurezza vigenti all’aeroporto Kimpo, c’erano solo due fratelli ad accogliere gli Steele. Su uno steccato vicino alla pista di atterraggio avevano legato uno striscione con su scritto: “Benvenuti, messaggeri di speranza della Watch Tower”. Nessuno dei due parlava inglese, ma i cordiali sorrisi e le amichevoli strette di mano dei due fratelli erano tutto quello di cui gli Steele avevano bisogno.

Dopo che gli Steele si furono sistemati in un alberghetto, una decina di fratelli si radunò con il servitore di congregazione, Choi Young-won, che parlava inglese. Quello fu il primo contatto con qualcuno che rappresentava l’organizzazione dopo dieci anni. Ora i fratelli potevano avere risposta alle loro pressanti domande sull’opera che si doveva ancora compiere. Perciò si dispose di tenere un’adunanza l’indomani sera. Nella prima lettera, inviata alla Società il 12 agosto 1949, il fratello Steele riferiva:

“Con nostro stupore, erano presenti quaranta fratelli e persone di buona volontà. Abbiamo portato loro i saluti dei fratelli degli Stati Uniti, parlato dell’organizzazione di Dio in questo tempo e poi risposto a molte loro domande. I fratelli sotto molti aspetti hanno profondo intendimento e sono certamente ansiosi di fare quello che c’è da fare. Solo due o tre hanno idee errate, essendo amareggiati perché i ‘pochi anni’ fino ad Armaghedon menzionati nell’opuscolo Affrontate i fatti si sono protratti così a lungo”.

Allora Seoul contava 1.500.000 abitanti, il doppio rispetto a prima della seconda guerra mondiale, perciò cercare una casa per i missionari era come cercare il proverbiale ago in un pagliaio. Ma per la fine di agosto era stato acquistato un bell’immobile vicino al centro della città. Era un edificio di mattoni in stile occidentale, ben costruito, già appartenuto al governo giapponese ma ora sotto l’amministrazione del governo coreano. C’erano quattro camere da letto, un grande soggiorno, una sala da pranzo e la cucina. Ora la Società poteva mandare gli altri sei missionari. Questa proprietà non servì solo come casa missionaria e luogo di adunanza per la congregazione coreana, ma a suo tempo sarebbe servita anche come filiale.

INIZIA IL MINISTERO ORGANIZZATO

Con la poca letteratura in deposito e i pochi pacchi che arrivavano per posta, per alcuni mesi i due missionari e i 28 fratelli locali prestavano gli opuscoli agli interessati che trovavano nell’opera di casa in casa e poi tornavano a riprendere la letteratura che offrivano nuovamente ad altri.

Il 1° gennaio 1950 quattro proclamatori che desideravano intraprendere il servizio a tempo pieno furono nominati pionieri. In febbraio i pionieri erano sette, un quarto della congregazione, e gli altri proclamatori facevano in media 33 ore di servizio al mese. Erano entusiasti dell’opera delle visite ulteriori e degli studi biblici, cosa di cui prima non avevano mai sentito parlare.

Alla fine del primo mese intero di attività i missionari tenevano 16 studi biblici. Gli studenti preferivano venire alla casa missionaria invece di studiare nelle loro umili case. Il problema non era iniziare studi ma, piuttosto, trovare persone veramente interessate al messaggio del Regno e non solo desiderose di imparare l’inglese o di fare amicizia con gli stranieri.

Poiché i missionari erano ansiosi di avere letteratura in coreano da usare nel campo, la Società dispose che il libro “Sia Dio riconosciuto verace” venisse tradotto e pubblicato appena possibile. Il fratello Choi era l’unico in grado di tradurre. Ma il suo lavoro secolare lo teneva così occupato che gli era difficile persino tradurre regolarmente La Torre di Guardia per lo studio settimanale. Per alleggerire il suo carico, un professore di inglese e un impiegato di banca, che studiavano con i missionari, furono incaricati di aiutarlo nella traduzione. Strano a dirsi, vista la loro limitata conoscenza della verità e dell’organizzazione, fecero un ottimo lavoro.

LE ADUNANZE ORGANIZZATE STIMOLANO I FRATELLI

Solo dopo l’arrivo dei missionari si cominciò a tenere un organizzato studio Torre di Guardia. Dopo che il fratello Choi aveva tradotto l’articolo di studio, il fratello Park Chong-il copiava a mano l’intero articolo facendone nove copie su velina con la carta carbone. Poiché al primo studio Torre di Guardia il 14 agosto 1949 c’erano 47 presenti, molti dovevano accalcarsi intorno a ogni foglio per partecipare all’adunanza. Poi ci fu la prima adunanza di servizio tenuta in Corea.

Il fratello Shin Wan, che ora aveva ricominciato ad associarsi alla congregazione, gestiva una piccola copisteria che mise a disposizione per l’opera del Regno. Una volta fatta, la traduzione veniva copiata su una matrice di cera, e il materiale veniva riprodotto con un ciclostile a mano, provvedendo abbastanza copie per tutti i presenti alle adunanze. Non era più necessario copiarlo a mano.

ARRIVANO ALTRI MISSIONARI

Tutti nella congregazione attendevano ansiosamente l’arrivo degli altri missionari. Il 12 marzo 1950 Winfield (Scott) e Alice Counts, Grace e Gladys Gregory, Norrine Miller (ora Thompson) e Florence Manso (ora Janczyn) furono accolti nella loro nuova assegnazione con una festa e la tradizionale calorosa ospitalità coreana.

I nuovi missionari non avevano studiato la lingua prima di venire in Corea, ma nel maggio 1950 gli otto missionari avevano già in media 20 studi biblici a testa. Per parlare alla congregazione usavano degli interpreti, ma questi, non conoscendo bene l’inglese, a volte erano poco precisi. Per esempio, quando un missionario incoraggiava i fratelli a uscire in servizio, l’interprete usava l’espressione “servizio militare”.

Dopo che era stata organizzata la prima Scuola di Ministero Teocratico, nella primavera del 1950 si cominciarono a tenere anche adunanze pubbliche. Vi assistevano così tante persone, fino a 162, che si dispose di tenere una serie di discorsi pubblici nell’auditorio della scuola elementare Chae Dong. È degno di nota il fatto che il primo discorso, “Il destino della nostra terra”, fu tenuto pacificamente il 25 giugno 1950, il fatidico giorno in cui ebbe inizio la guerra di Corea.

In seguito il fratello Steele riferì: “Il 25 giugno, mentre terminavo il mio discorso pubblico nell’auditorio di una scuola di Seoul, la polizia ci avvertì che la Corea del Sud era stata attaccata ed era stato imposto il coprifuoco. Fra parentesi, era così aumentato l’interesse per la Teocrazia che a quella che sarebbe stata l’ultima conferenza pubblica c’erano 336 presenti! La sera dopo le difese sudcoreane cedettero e Seoul fu assediata”.

LA GUERRA DI COREA

Entro il luglio 1949 tutte le forze d’occupazione sia degli Stati Uniti che dell’Unione Sovietica erano state ritirate, lasciando solo alcuni uomini in veste di consulenti. La penisola stava per divenire teatro di una delle guerre più sanguinose della storia moderna. Nel giugno 1950, quando iniziarono i combattimenti, l’esercito sudcoreano non contava neanche centomila uomini dotati solo di armi leggere. Le forze nordcoreane invece ne avevano circa 135.000, inclusa una divisione corazzata. Quindi il Nord era in vantaggio sia dal punto di vista della preparazione che dell’equipaggiamento bellico, mentre il Sud era impreparato a respingere l’invasione.

Il 28 giugno la capitale, Seoul, fu occupata dalle forze nordcoreane, che sopraffecero l’esercito sudcoreano. I combattimenti proseguirono con alterne vicende intorno al 38° parallelo finché il 27 luglio 1953 venne firmato l’armistizio.

I MISSIONARI LASCIANO IL PAESE

Due giorni dopo l’inizio della guerra l’emittente delle forze armate americane in Corea annunciò che tutti gli americani avevano l’ordine di lasciare il paese. I missionari si trovarono di fronte a un dilemma. Dovevano rimanere e lavorare con i fedeli fratelli coreani o dovevano andarsene? Gli otto missionari si incontrarono, chiesero la guida di Geova e discussero la difficile situazione. Rimanere significava essere sicuramente catturati e imprigionati. La decisione fu unanime: dovevano partire. I successivi sviluppi dimostrarono che avevano preso la decisione giusta.

Un rapporto inviato in seguito dai missionari diceva: ‘Avevamo solo 30 minuti per prendere l’ultimo convoglio che lasciava la città. Gli effetti personali e gli oggetti della casa sono stati consegnati al servitore della congregazione locale. La città in quel momento era sottoposta a un bombardamento e nella corsa precipitosa verso l’aeroporto Kimpo gli autobus sono stati mitragliati. Giunti in volo in Giappone, tutti e otto attualmente lavoriamo a Kōbe’.

Il sorvegliante di congregazione di Seoul, il fratello Lee Shi-chong, pure scrisse che i pochi stranieri rimasti indietro avevano tutti dovuto affrontare una “marcia della morte”.

Così, davvero troppo presto, gli otto missionari avevano dovuto lasciare improvvisamente la Corea, gli Steele dopo solo poco più di dieci mesi e gli altri sei dopo solo poco più di tre mesi. Ma in quel breve tempo, avevano imparato ad amare teneramente i loro zelanti fratelli coreani. Ancora una volta l’organizzazione coreana sarebbe rimasta senza alcun contatto diretto con la Società. Ora ogni Testimone coreano doveva personalmente impegnarsi nel ministero e mantenere la propria neutralità cristiana.

FEDELI NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ

Con il 43 per cento delle attrezzature industriali smantellate e il 33 per cento delle case abbattute, gran parte della popolazione, inclusi i fratelli, vivevano ora come profughi. Le case erano devastate, i beni personali perduti. Per sopravvivere bisognava essere costantemente all’erta. Parecchi fratelli morirono nei mitragliamenti effettuati da aerei di una parte o dell’altra. Alcuni, inclusi quelli che avevano trovato rifugio nella proprietà della Società, vennero fucilati a sangue freddo dai soldati. Comunque i superstiti non smisero mai di predicare che il Regno era la speranza del mondo. Non smisero mai di seminare i semi della verità.

Nei primi giorni della guerra, quasi tutta la popolazione di Seoul rimase intrappolata in città. I fratelli sapevano che se non fossero fuggiti al sud sarebbero stati costretti ad arruolarsi nell’Esercito Volontario del Popolo. I fratelli Park Chong-il e Ok Ung-suk si nascosero in città fino al 5 luglio e poi attraversarono inosservati il fiume Han nel tentativo di raggiungere una zona “sicura” a sud di Seoul. Mentre fuggivano videro decine di cadaveri, carri armati fuori uso e edifici devastati, ma più si avvicinavano alle linee di combattimento, più era difficile non farsi sorprendere dai soldati nordcoreani.

In seguito allo sbarco effettuato dal generale americano MacArthur a Incheon il 15 settembre 1950, la città di Seoul venne liberata dalla dominazione nordcoreana, finché le sorti della guerra non cambiarono nuovamente. Il 1° ottobre 1950 il fratello Park tornò a Seoul e decise di andare di casa in casa, per vedere quale sarebbe stata la reazione della gente. Riscontrò che c’era molta tensione e paura.

Benché non fosse ancora battezzato, anche Roh Pyung-il ebbe dei problemi poco prima della guerra. Era genero della sorella Kim Chu-ok, che aveva dimostrato la sua fedeltà in prigione durante l’occupazione giapponese. Durante la prima occupazione di Seoul da parte dei nordcoreani, fuggì ai monti per non essere costretto ad arruolarsi nel loro esercito. Tuttavia i soldati individuarono il fuoco che aveva acceso per cucinare, e venne catturato. Condotto al limite della città, fu messo insieme ad altri giovani che erano stati sorpresi durante i rastrellamenti. Uno per volta furono interrogati. Quelli che non rispondevano in modo soddisfacente venivano messi da una parte e fucilati. Roh pensò che l’avrebbero ucciso qualunque cosa avesse detto e quindi decise di dare prima testimonianza.

Gli chiesero perché sfuggiva l’Esercito Volontario del Popolo. “Io posso servire solo il Regno di Dio”, rispose. “Ad Armaghedon entrambe le parti impegnate in questa lotta politica saranno distrutte da Dio, e non desidero essere né da una parte né dall’altra. Non posso violare la legge di Dio per nessuna legge umana contraria alla sua. Non ho paura di morire perché credo nella risurrezione”.

L’interrogante disse che era il primo ad aver detto la verità, ma doveva mettersi da parte comunque. I soldati alzarono i fucili, presero la mira e fecero fuoco, mancandolo di proposito. Roh perse i sensi, solo per rinvenire poco dopo, sorpreso di essere vivo. Le sue prime parole furono: “La verità è davvero potente!”

DI NUOVO PROFUGHI

Dopo due mesi e mezzo di dominazione sudcoreana, il 24 dicembre 1950, il governo della Corea del Sud ordinò a tutti gli abitanti di Seoul, tranne quelli in età di leva, di evacuare un’altra volta la città.

Solo 11 giorni più tardi, i soldati nordcoreani e cinesi rioccuparono la città. Prima che ciò avvenisse, però, i fratelli avevano preso con sé tutto quello che potevano portare a piedi o sui carretti e avevano ricominciato a vivere come profughi. Portarono con sé anche diverse scatole di opuscoli L’Allegrezza per tutto il Popolo rimasti nella casa missionaria. Questi vennero usati per piantare semi di verità durante quel secondo periodo di sfollamento.

I fratelli giovani, naturalmente, non poterono lasciare la città. Anche se la loro neutralità cristiana presentò dei problemi, spesso salvò loro la vita, come constatò ben presto il fratello Park Chong-il. Dopo che l’esercito nordcoreano aveva rioccupato la città, lui e Cho Young-ha, un metodista che insegnava in una scuola superiore e si interessava della verità, vissero tranquillamente in casa di una sorella per tre mesi e mezzo.

Il fratello Park e il suo compagno erano nel loro nascondiglio solo da pochi giorni quando la polizia segreta nordcoreana venne a bussare alla loro porta. La polizia sospettava che fossero spie o soldati dell’esercito sudcoreano. Un investigatore della polizia esaminò le loro mani per vedere se avevano maneggiato armi da fuoco.

“Siamo cristiani e non possiamo prendere parte alla guerra e quindi non potevamo abbandonare la città, perché saremmo stati presi dagli altri”, dissero all’investigatore. La polizia ordinò loro di non uscire di casa e minacciò di tornare l’indomani. Appena la polizia se ne andò, il fratello Park e Cho Young-ha distrussero in gran fretta tutti i nomi, gli indirizzi e le foto di Testimoni in loro possesso e poi decisero che l’indomani avrebbero dato testimonianza alla polizia, pur sapendo che potevano essere arrestati.

L’indomani mattina il poliziotto tornò con un altro investigatore. Il fratello Park diede testimonianza per un’ora e mezzo, praticamente un discorso pubblico. Gli uomini ascoltarono senza interrompere e sembravano interessarsi del messaggio. Poi, dopo avergli fatto qualche domanda, improvvisamente se ne andarono. Due giorni dopo uno di loro tornò con un altro investigatore ancora, e il fratello Park e il suo amico ebbero un’altra opportunità di dare testimonianza. La polizia non tornò più. Essi però erano prudenti e non uscivano di casa. La fede di Cho fu molto rafforzata ed egli accettò prontamente la verità.

Le sorti della guerra pendevano di nuovo nell’altra direzione, e il 31 marzo 1951 le forze dell’ONU superarono nuovamente il 38° parallelo. Seoul era ancora una volta sotto il comando dell’ONU. Park Chong-il era ora libero di uscire di casa. Si accinse ad attraversare la città per controllare la casa missionaria, ma venne fermato dalle forze dell’ONU. I soldati sudcoreani, che facevano parte delle forze dell’ONU, nutrivano dei sospetti su di lui. Questo non meraviglia. Non essendo uscito di casa per più di tre mesi, era pallido e aveva i capelli lunghi. Poiché sapeva un po’ d’inglese, il fratello Park disse ai soldati americani che era un testimone di Geova, che conosceva i missionari americani della Watch Tower e andava a controllare la loro proprietà. I soldati gli credettero e lo lasciarono andare.

L’OPERA AVANZA A GRANDI PASSI NONOSTANTE LO SFOLLAMENTO

I fratelli, ora profughi, si stabilirono per lo più nelle cinque maggiori città: Daejeon, Daegu, Busan, Jeonju e Gunsan. La popolazione di queste città crebbe fino a diventare molte volte più del normale dato che la gente si aggrappava a qualunque riparo — baracca, pendio, grotta — potesse trovare.

La sorella Kim Chi-duk, ora 87enne e tuttora pioniera, fu fra i primi Testimoni giunti a Daegu. Due suoi figli erano stati uccisi durante la guerra. Ora, con altri due figli, cominciò immediatamente a dare testimonianza. In breve aveva distribuito tutta la letteratura che aveva portato con sé e dedicò la seconda settimana a fare visite ulteriori.

Il fratello Lee In-won, anch’egli rifugiatosi a Daegu, insieme alla sorella Kim teneva adunanze con una dozzina di altri. Per le adunanze e il servizio di campo usavano copie ciclostilate di capitoli dei libri “Sia Dio riconosciuto verace” e “Questo significa vita eterna”. La prima congregazione organizzata durante lo sfollamento si trovava qui a Daegu.

Il fratello Ok Ryei-joon e sua moglie, Lee Jung-sang, fuggiti dalla Corea del Nord, si stabilirono a Jeonju. La sorella Lee ci racconta cosa accadde poi:

“Iniziai uno studio biblico con quattro diaconesse della Chiesa Presbiteriana Centrale. Non volevano studiare le pubblicazioni della Società, solo la Bibbia. I loro ecclesiastici ci consideravano spregevoli profughi e cercavano di impedirci di predicare, al punto di aizzare contro di me una turba. Le quattro donne mi aiutarono a sfuggire alla turba. Nonostante gli attacchi degli ecclesiastici contro di me, esse continuarono lo studio biblico. Il risultato fu che alla fine 20 persone lasciarono quella chiesa e accettarono la verità”.

RITORNO DEI MISSIONARI

Per tutta la durata della guerra, era quasi impossibile entrare in Corea. Comunque, dopo molte lungaggini burocratiche, Don Steele riuscì a tornare, da solo, e l’11 novembre sbarcò nel porto di Busan. In quel tempo il quartier generale di MacArthur permetteva che in ogni missione religiosa ci fosse una sola persona, e le donne non erano ammesse. Sarebbe passato un altro anno prima che sua moglie, Earlene, potesse raggiungerlo.

Il 17 novembre 1951 il fratello Steele ottenne dal comando americano il permesso di recarsi a Seoul. Egli narra quello che lui e altri trovarono:

“Quel pomeriggio attraversammo a piedi la città di Seoul per raggiungere la casa missionaria. Di quasi tutti i grandi edifici non rimaneva altro che l’ossatura. In città c’era silenzio come in campagna. Circolavano solo i mezzi militari. Da lontano scorgemmo la casa missionaria. Gli edifici tutto intorno erano crollati, ma la casa missionaria era rimasta in piedi. Era stata però colpita in un angolo da una bomba, che aveva prodotto un buco di più di mezzo metro nella parete di mattoni. Tutte le finestre erano andate in frantumi, l’intonaco dei soffitti era caduto, quasi tutte le porte erano state divelte e l’impianto elettrico asportato”.

La stessa sera circa 35 Testimoni, per lo più sorelle, si radunarono per sentire il discorso di servizio del fratello Steele, e si presero disposizioni per svolgere servizio di campo nei giorni successivi. L’indomani mattina 18 persone si presentarono per la testimonianza in gruppo. Durante la settimana della sua visita 24 proclamatori svolsero servizio di campo. Le intrepide sorelle che erano rimaste a Seoul durante la guerra ora raccoglievano il frutto del loro duro lavoro.

I nuovi proclamatori desideravano battezzarsi: ma dove? Le uniche attrezzature disponibili erano i bagni pubblici ora usati esclusivamente dai soldati dell’ONU. Si presero disposizioni per battezzare i nuovi nei bagni pubblici prima che arrivasse il personale dell’ONU. Quindi, il sabato 29 dicembre 1951, prima delle 8 del mattino, furono battezzate 27 persone, fra cui la sorella dell’ex regina di Corea.

Busan era la capitale provvisoria e il luogo più adatto per servire i fratelli di tutto il paese. Un nuovo ciclostile venne ordinato e ricevuto tramite l’ufficio postale dell’esercito americano. Cosa straordinaria, i fratelli riuscirono a procurarsi una delle prime macchine da scrivere con caratteri coreani. Un altro grande passo avanti per i Testimoni in Corea!

Nel dicembre 1951 e nel gennaio 1952 il fratello Steele poté visitare tutte le località dove c’erano congregazioni o gruppi. Pensate, prima della guerra c’erano solo 61 proclamatori nell’unica congregazione di Seoul. Alla fine dell’anno di servizio 1952, c’era stato un massimo di 192 proclamatori e cinque congregazioni, e questo nonostante la guerra e il fatto che la maggioranza dei fratelli fossero profughi.

In quel tempo la Società incoraggiò anche l’invio di indumenti. Dagli Stati Uniti giunsero due tonnellate di indumenti e scarpe.

FINALMENTE SI STAMPA LA TORRE DI GUARDIA!

Il settembre 1952 fu un mese importante per i Testimoni: si ottenne l’autorizzazione del governo a pubblicare la rivista Torre di Guardia. Dapprima veniva scritta a mano e ciclostilata, ma dal febbraio 1953 venne scritta a macchina. Delle prime edizioni di 16 pagine se ne facevano solo circa 700 copie ciascuna.

La prima rivista stampata fu La Torre di Guardia del 1° gennaio 1954. Inizialmente la tiratura era di 2.000 copie, poi a partire dal numero del gennaio 1955, fu aumentata a 5.000 copie di 20 pagine. Era una rivista mensile stampata da una ditta commerciale di Seoul. Tuttavia nel 1961 diventò quindicinale e dal gennaio 1967 aumentò a 24 pagine.

Per essere una religione legalmente riconosciuta nel paese, era necessario che i Testimoni si costituissero in ente giuridico. Il 30 ottobre 1952 venne quindi costituita con l’autorizzazione del ministero della Pubblica Istruzione la Watch Tower Songso Chaekja Hyuphoi of Korea, con sei direttori e nove soci. Il 25 febbraio 1969, per delibera del governo, questo ente giuridico, tuttora usato, passò sotto le competenze del ministero della Cultura e dell’Informazione. Ora, come ente giuridico, era possibile acquistare la proprietà usata dai missionari prima della guerra.

APERTA LA FILIALE

“Le cose stanno andando così bene in Corea che quasi non sembra vero”, diceva la lettera della Società inviata il 18 ottobre 1952 ai fratelli della Corea. Poi, il 27 luglio 1953, venne firmato uno scomodo armistizio, e fra la Corea del Nord e la Corea del Sud fu stabilita una zona smilitarizzata. Tuttora non è possibile nessuna comunicazione fra le due Coree e neanche fra componenti di una stessa famiglia separati dalla zona smilitarizzata.

Alla fine del mese successivo, Don ed Earlene Steele erano tornati a Busan dopo aver assistito al congresso di New York. Essi furono felici di veder finire l’anno di servizio 1953 con 417 proclamatori e 7 congregazioni in Corea. La Società decise dunque che dal 1° settembre 1953 l’organizzazione in Corea non sarebbe più stata diretta dalla filiale americana, ma che ci sarebbe stata una filiale in Corea. Don Steele sarebbe stato il servitore di filiale; egli è tuttora il coordinatore del Comitato di Filiale.

La filiale della Corea si trasferì nello stesso edificio di Seoul usato dai missionari prima della guerra. Vennero fatte solo le riparazioni più urgenti. Non c’era acqua corrente e spesso mancava la corrente elettrica. I missionari scelsero il primo piano e la congregazione locale teneva le adunanze al piano terra.

AIUTO DA UNA FONTE INASPETTATA

Nel corso degli anni alcuni delle migliaia di militari americani che hanno prestato servizio in Corea non solo hanno mostrato interesse per la verità ma hanno anche fatto progresso spirituale. Una volta tornati negli Stati Uniti e apportati i necessari cambiamenti alla propria vita, sono diventati Testimoni attivi.

Un esempio notevole è quello del sergente Norbert Matz. Egli desiderava avere una buona relazione con Dio. Perciò mentre era di stanza negli Stati Uniti aveva cominciato a studiare la Bibbia con i Testimoni. Fece un rapido progresso, tanto che quando venne trasferito in Corea, fu in grado di tenere studi con alcuni coreani. Inoltre fu di aiuto ai fratelli nella Scuola di Ministero Teocratico. In che modo? Non esisteva un libro di testo per la Scuola di Ministero Teocratico in coreano, perciò li aiutava a capire il materiale della scuola per mezzo di un interprete. Aiutò anche a fare i preparativi per un battesimo collettivo da tenere il 30 giugno 1953, e mise a disposizione alcuni veicoli militari per raggiungere il luogo del battesimo: 52 persone furono immerse. Si prodigò in mille modi finché i missionari non poterono tornare a Seoul. Attualmente il fratello Matz presta servizio come anziano in una congregazione degli Stati Uniti.

Un giovane medico militare coreano, Chun Young-soon, studiò la Bibbia con Norbert Matz. Si battezzò nel 1953 e poco dopo iniziò la carriera del servizio a tempo pieno. Dopo aver frequentato la scuola di Galaad, ha prestato servizio come sorvegliante viaggiante e sorvegliante della casa Betel; attualmente fa parte del Comitato di Filiale. Sempre nel 1953, Park Chong-il dovette affrontare per la seconda volta il problema del servizio militare. Ancora una volta fu un esempio di neutralità cristiana.

IL PRIMO GRANDE CONGRESSO

Nell’autunno del 1953 venne finalmente abrogata la legge marziale e dal 6 all’8 agosto 1954 fu possibile tenere in Corea un’assemblea di distretto, nella scuola elementare Chae Dong. Per la prima volta si radunarono fratelli provenienti da tutto il paese. Si calcolava che ci sarebbero stati 700 presenti, ma il primo giorno ce n’erano 1.043, e all’adunanza pubblica la domenica erano saliti a 1.245. Molti, ricordando i terribili giorni della seconda guerra mondiale, seguiti dagli orrori della guerra di Corea, avevano gli occhi pieni di lacrime di gioia. Pensavano che non avrebbero mai visto il giorno in cui così tante persone si sarebbero schierate dalla parte di Geova.

Notevole a quel congresso fu il primo battesimo in massa. Il marito di una sorella, che era ufficiale dei vigili del fuoco, fece riempire d’acqua la piscina della scuola dopo che i fratelli l’ebbero ripulita dei detriti lasciati dalla guerra. Quel giorno, con gioioso stupore di tutti, gli immersi furono 284, cioè il 23 per cento di tutti i presenti. Era evidente che un grande lavoro attendeva la filiale per aiutare tutti i nuovi a progredire spiritualmente.

ALTRO AIUTO DA GALAAD

Nel marzo 1955 giunse in Corea un altro gruppo di missionari: Milton e Liz Hamilton, Keith ed Evelyn Kennedy, Karl Emerson, Norris Peters, Elaine Scheidt (ora Ness) e Druzilla (Dru) Craig (ora Youngberg). Numerosi fratelli li attendevano all’aeroporto Yoido. Allora l’aeroporto si trovava su un’isola sabbiosa sul fiume Han, isola che oggi è una città dentro la città. Anche se nessuno dei nuovi missionari conosceva la lingua, sorrisi, lacrime di gioia e gesti dicevano tutto. La filiale sembrava davvero un formicaio, poiché serviva sia come ufficio che come casa missionaria.

Un mese dopo l’arrivo dei missionari, nell’aprile 1955 si tenne la prima assemblea di circoscrizione della Corea. Che esperienza emozionante e nuova fu quella per i fratelli! I missionari svolsero persino delle parti del programma, ma parlarono per mezzo di interpreti.

LA CASA MISSIONARIA DI BUSAN

Nell’autunno del 1955 venne aperta una casa missionaria nella città portuale di Busan, circa 320 chilometri in linea d’aria a sud di Seoul. Busan aveva allora circa 1.100.000 abitanti e una sola congregazione di Testimoni. Vi andarono gli Hamilton, Evalyn Myung Hae Park (ora Emerson) e una sorella coreana.

A motivo del gran numero di profughi, gli alloggi in città scarseggiavano, ma si trovò un appartamentino. Era al primo piano e aveva due stanze da letto più una cameretta che serviva come sala da pranzo, e il corridoio che serviva da cucina. Non c’era acqua corrente e la corrente elettrica scarseggiava, il che rendeva faticoso cucinare, fare le pulizie e lavare. Per rendere l’acqua potabile, bisognava bollirla o trattarla con cloro.

“I fratelli non avevano molto in quei giorni, ma erano cordiali, amichevoli e zelanti nel servizio di campo”, dice il fratello Hamilton.

Complessivamente 17 missionari hanno prestato servizio nella città di Busan, e oggi ci sono 51 congregazioni, con una popolazione di 3.500.000 abitanti. I fratelli locali hanno sempre ritenuto un privilegio aver avuto una casa missionaria nella loro città.

UNA VISITA MEMORABILE

Era arrivato il momento tanto atteso: la prima visita ufficiale di un fratello della sede mondiale, dall’epoca del fratello Hollister. Il 27 aprile 1956 il fratello Nathan H. Knorr, allora presidente della Watch Tower Society, atterrò all’aeroporto Yoido, dove c’erano ad aspettarlo 500 dei 1.500 proclamatori. Il fratello Knorr era accompagnato da Don Adams dell’ufficio di Brooklyn e da Lloyd Barry (che ora fa parte del Corpo Direttivo), il quale veniva addestrato a svolgere l’opera di zona in Oriente.

La visita del fratello Knorr, durata sei giorni, fu una pietra miliare nella storia teocratica della Corea. Il primo discorso che pronunciò ai 1.330 fratelli radunati per il congresso nazionale li assicurò che facevano realmente parte dell’organizzazione mondiale di Geova. Durante quel congresso 303 furono battezzati nelle gelide acque del fiume Han. Le prospettive per il futuro erano ottime, a giudicare dalla folla di 3.473 persone che si radunò nello stadio di Seoul per il discorso pubblico “Unificazione di tutto il genere umano sotto il suo Creatore”.

Il fratello Knorr si rese conto che ora l’opera più importante in Corea era aiutare i nuovi a fare progresso spirituale. Egli ne affidò la responsabilità principalmente ai fratelli della filiale e ai missionari. Si rese conto inoltre che alcuni si battezzavano troppo presto, senza avere sufficiente conoscenza delle Scritture. Perciò alcuni erano venuti meno. Quindi diede istruzioni alla filiale affinché si tenessero battesimi solo in occasione delle assemblee di circoscrizioni o dei congressi più grandi. Questo fu di aiuto. Gli interessati ora studiavano e frequentavano le adunanze più a lungo prima del battesimo, cosa che li preparava ad assolvere le loro future responsabilità di Testimoni.

AGEVOLATA L’ISTRUZIONE BIBLICA

L’opera degli studi biblici entrò in una nuova fase nel 1956 con la pubblicazione completa del libro “Sia Dio riconosciuto verace” in coreano. Per i coreani l’istruzione è una delle cose più importanti della vita, com’è attestato dal fatto che l’indice di analfabetismo è attualmente solo dell’8 per cento. La filiale non ha mai dovuto tenere corsi per insegnare a leggere e scrivere. Ciò naturalmente rende più facile insegnare la Bibbia alla gente, e i proclamatori hanno un dono per far questo.

Anche la ripartizione religiosa della popolazione del paese è interessante. Circa il 20 per cento dei 42.000.000 di abitanti della Corea è buddista, un altro 20 per cento professa il cristianesimo, e il resto non ha una convinzione particolare. Comunque lo sciamanismo è ancora molto seguito in tutto il paese e il confucianesimo determina gli atteggiamenti e i valori della maggioranza. I proclamatori sono stati desti a offrire istruzione biblica a tutti quelli che sono religiosamente confusi. I risultati? Sorprendenti!

Nel 1956 vennero nominati 12 pionieri speciali, oltre agli 11 missionari già nel campo. Tuttora questa schiera di pionieri speciali, che ora si aggirano sui 400, continua a produrre frutto eccellente. In passato i maggiori aumenti si erano avuti nelle grandi città. Ma ora grazie ai moderni mezzi di comunicazione e di trasporto, si hanno ottimi risultati anche nei villaggi e nelle città più piccole dove vengono inviati pionieri speciali.

UNA FAMIGLIA DI ZELANTI PROCLAMATORI

Il fratello Park Young-shin, un sorvegliante di circoscrizione, racconta come la sua famiglia accettò la vera adorazione grazie agli sforzi dei pionieri speciali e al libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Tutto iniziò nella città di Suncheon, nella provincia di Jeonra nella Corea del Sud.

“In quel tempo nella città c’erano tre pionieri speciali e, mentre era in casa di vicini, mia madre prese da uno di loro la rivista Torre di Guardia”, egli comincia. “La mia sorella maggiore ed io consigliammo a mia madre di non prendere roba del genere, perché i Testimoni erano eretici ignoranti. Tuttavia mia madre insisté nel dire che sembravano brava gente che usava la Bibbia. In quel momento arrivarono due proclamatrici. Chiesi che differenza c’era fra loro e i protestanti. La spiegazione mi parve ragionevole, presi il libro “Sia Dio riconosciuto verace” e accettai uno studio biblico, non per diventare come loro, ma per accrescere la mia conoscenza biblica.

“Non ci volle molto tempo per capire che mi era stata insegnata una religione falsa. Sentivo un peso sulla coscienza, e finalmente decisi di dimettermi dalla chiesa. Quando lo dissi al pastore, egli rispose: ‘Perché i testimoni di Geova? Se volevi cambiare, potevi unirti a qualche gruppo metodista. Hai scelto la religione sbagliata’.

“Nell’ottobre 1957 mia madre, la mia sorella maggiore ed io ci battezzammo, seguiti poi da mio padre e altri fratelli, in tutto sette figli. Mia madre, che ha 73 anni, è pioniera regolare, mentre la mia sorella maggiore è pioniera speciale dal 1967 e ha aiutato una sessantina di persone fino alla dedicazione e al battesimo. I miei due fratelli maggiori sono sorveglianti viaggianti”.

HA SUONATO L’ARMONICA

Un altro congresso nazionale era fissato per il gennaio 1957, in occasione della prima di numerose visite del fratello Frederick W. Franz, attuale presidente della Società. Non appena scese dall’aereo i fratelli lo accompagnarono immediatamente alla sala in cui si teneva il congresso, dove sorprese i presenti dicendo che gli dispiaceva di averci messo 63 anni per arrivare. Quindi li rallegrò suonando alcuni cantici del Regno con la sua armonica.

Per alcuni giorni dopo il congresso, ovunque il fratello Franz andasse, i fratelli lo seguivano, ansiosi di rivolgergli pressanti domande bibliche. Un giorno era stato preparato un pranzo per l’una. Dopo che tutti ebbero assaporato i gustosi cibi coreani, i fratelli continuarono a bombardare il fratello Franz di domande bibliche fino alle sei di sera. Il fratello Franz non si stancò di rispondere, ma uno dei traduttori sì, e dovette essere sostituito da un altro.

ASSEMBLEA INTERNAZIONALE VOLONTÀ DIVINA DEL 1958

Con l’arrivo di altri due missionari, Bradley Ness e Bill Phillips, che potevano badare alla proprietà di Seoul, gli altri 11 missionari furono in grado di assistere al congresso internazionale a New York. Vi parteciparono anche 14 delegati coreani. Dopo il congresso due fratelli, Park Chong-il, che nel 1956 era diventato il primo traduttore stabile della filiale, e Kim Jang-soo, e due sorelle, Kim Kyung-hi e Lee Hae-young, furono invitati a frequentare la scuola di Galaad.

In Corea il congresso “Volontà Divina” si tenne in ottobre, in uno stadio aperto, dove la domenica i 2.800 presenti sfidarono il freddo clima autunnale; ci furono 153 battezzati.

ESPANSIONE NELLE CIRCOSCRIZIONI

La filiale ha soddisfatto il costante bisogno di sorveglianti viaggianti qualificati in parte affidando l’opera di circoscrizione o di distretto a fratelli addestrati a Galaad. Fra questi c’erano Norris Peters e Karl Emerson, giunti in Corea nel 1955. All’inizio, finché non diventarono padroni della lingua, quando visitavano le congregazioni avevano bisogno di interpreti. Il fratello Chae Soo-wan, sorvegliante del reparto servizio e membro del Comitato di Filiale, quando aveva cominciato a studiare era ufficiale dell’esercito coreano. Nel 1957 venne nominato sorvegliante di circoscrizione e nel 1962 frequentò la scuola di Galaad.

Alla fine dell’anno di servizio 1958, c’erano 2.724 proclamatori in 54 congregazioni e numerosi gruppi isolati che costituivano le cinque circoscrizioni. Con questo aumento nel campo, si dovevano trovare altri fratelli qualificati da affiancare a quelli che già svolgevano servizio viaggiante. Ok Ryei-joon e sua moglie vennero scelti per l’opera di circoscrizione, come pure Milton e Liz Hamilton, la prima coppia di missionari a intraprendere l’opera viaggiante in Corea.

Per gli Hamilton questo significava vivere con la gente del posto e calarsi nel loro modo di vivere, ben diverso dalla vita nella casa missionaria. Essendo forestieri, dovettero imparare a mangiare e dormire sul pavimento, oltre a sedere sul pavimento durante le adunanze nella Sala del Regno. In quel tempo l’acqua corrente scarseggiava e non esistevano impianti idraulici. Ma faceva tutto parte dell’opera missionaria. Attualmente il fratello Hamilton fa parte del Comitato di Filiale ed è sorvegliante della stamperia.

Il fratello Park Ii-kyun iniziò il servizio a tempo pieno nel 1956 e accompagnava uno dei missionari nell’opera di circoscrizione come interprete. Dopo essere stato a Galaad, fu riassegnato alla filiale e ora fa parte del Comitato di Filiale.

Giunti in Corea nel 1966, Jerry e Barbara Tylich furono assegnati a una congregazione di Seoul e in seguito prestarono servizio in una circoscrizione. Nel 1967 si unirono a loro nell’opera di circoscrizione Jim Tylich, Merlin Stoin, e Durant e Rachel Norbom. I Norbom fanno ora parte della famiglia Betel di Kongdo. Rachel ricorda alcune domande che le venivano rivolte durante le visite alle congregazioni.

“Fino all’inizio degli anni settanta, in campagna era una novità vedere una donna occidentale, e bisognava abituarsi a sentirsi rivolgere domande molto personali”, spiega. “‘Quanti anni hai?’ ‘Sei sposata?’ ‘Quanti figli hai?’ e poi: ‘Perché non hai figli?’ In una località si era diffusa la voce che una coppia di americani era venuta a prendere dei bambini da adottare negli Stati Uniti, e perciò diverse donne vennero a offrire i propri figli affinché potessero avere quella che ritenevano una vita più agiata”.

Altri che pure prestano attualmente servizio in alcune delle 43 circoscrizioni della Corea sono Josef Breitfuss (austriaco), Perry e Geline Jumuad (filippini) e John e Susan Wentworth (americani), tutti missionari da 14-17 anni.

SCAMPATO PERICOLO DURANTE I TUMULTI

L’aereo che aveva a bordo il fratello Milton Henschel atterrò all’Aeroporto Internazionale Kimpo il 13 aprile 1960. La sua visita di zona alla filiale coincideva con un congresso di quattro giorni iniziato con 2.385 presenti.

Mentre si svolgeva l’assemblea “Perseguite la Pace”, il governo coreano cercava di mettere un freno ai sanguinosi tumulti a cui partecipavano migliaia di studenti. Scoppiarono tafferugli proprio vicino al luogo del congresso. I presenti al congresso salirono a oltre 4.000 — il massimo per un’adunanza pubblica — gremendo ogni angolo dell’auditorio Samil Dang.

L’indomani sera, lunedì, il fratello Henschel presiedette al matrimonio di una coppia di missionari, Bradley Ness ed Elaine Scheidt. Tuttavia, il percorso dal locale dove erano state celebrate le nozze al ristorante si rivelò pericoloso. Il fratello Henschel e diversi missionari erano usciti dal locale in una strada stretta. D’un tratto si trovarono intrappolati fra migliaia di studenti in tumulto che caricavano da una parte e camionette di poliziotti armati che avanzavano dall’altra. Il fratello Henschel e i suoi compagni attraversarono la strada di corsa ed entrarono nel ristorante pochi attimi prima che le due parti si scontrassero. È sorprendente come scamparono! Nel ristorante, però, regnavano la pace e la tranquillità.

Quando altri cinque diplomati di Galaad furono assegnati alla Corea, il governo coreano negò loro il visto, perché degli oppositori avevano accusato i Testimoni di essere rivoluzionari. Il 6 aprile 1960 Don Steele riuscì ad avere un colloquio con l’ambasciatore degli Stati Uniti, Walter McConaughy.

L’ambasciatore disse al fratello Steele che era il colmo accusare i testimoni di Geova di essere rivoluzionari. Aveva prestato servizio in un paese dell’Europa orientale e sapeva bene come i Testimoni erano stati perseguitati nella Germania Orientale. Ma fece notare che la Corea, essendo una nazione sovrana, ha diritto di concedere il visto a chi vuole. Tuttavia avrebbe cercato di far incontrare il fratello Steele con il ministro degli Esteri. L’incontro doveva avvenire il martedì 19 aprile 1960. Dal momento che il fratello Henschel, uno dei direttori della Società negli Stati Uniti, era ancora in Corea, anche lui avrebbe potuto parlare col ministro.

Le condizioni nel paese peggioravano; il governo non riusciva a domare i tumulti. Arrivò il martedì. I fratelli avrebbero dovuto incontrare il ministro degli Esteri nel centro della città, dove gli scontri erano più violenti. Senza paura e non volendo mancare all’appuntamento, i fratelli si diressero verso il Ministero.

Trovarono l’edificio sprangato, con le serrande metalliche abbassate e sacchetti di sabbia tutto intorno, dato che gli occupanti si erano barricati contro l’attacco degli studenti. Ovviamente quel giorno non ci sarebbe stato nessun colloquio, e i fratelli Henschel e Steele tornarono a casa in gran fretta per strade laterali, schivando i caduti lungo la via.

Alcuni giorni dopo il ministero degli Affari Esteri avvertì la filiale che la “causa” del rifiuto “era stata eliminata” e i visti sarebbero stati concessi. Nel giugno di quell’anno arrivarono Russell e Dottie MacPhee, Delauris Webb (ora Peters), Audrey Wendell (ora Holmes) e Lois Dyke (ora Renter) per iniziare il servizio missionario. Un’altra casa missionaria fu aperta a Gwangju.

RESTRIZIONI TEMPORANEE

Il governo di Syngman Rhee cadde nella primavera del 1960. Alcuni mesi dopo assunse il potere un governo debitamente eletto, che fu però rovesciato da un colpo di stato nel maggio 1961. Ancora una volta la legge marziale fu imposta in tutto il paese. Così, finché le nuove autorità non ebbero la situazione sotto controllo, furono vietati anche i grandi raduni religiosi. Nonostante tutto, però, la presenza alle adunanze di congregazione non subì alcuna diminuzione.

Quando le restrizioni vennero tolte, tutte le organizzazioni religiose dovettero riottenere l’autorizzazione dalle nuove autorità. Questa fu una questione delicata che richiese l’espletamento di molte pratiche. Finalmente, il 25 novembre 1961, la Watch Tower Songso Chaekja Hyuphoi of Korea ricevette nuovamente l’autorizzazione del ministero della Pubblica Istruzione.

ASSEMBLEE “ETERNA BUONA NOTIZIA”

Che gioia quando fu annunciato che nel 1963 la Corea avrebbe ospitato una delle assemblee “Eterna Buona Notizia”! La Corea allora era una nazione in via di sviluppo. Anche se attualmente un milione o più di turisti viene ogni anno in Corea, in quel tempo questo fu uno dei più numerosi gruppi di turisti che avessero mai visitato il paese: più di 400 persone di 19 paesi. Quindi ogni Testimone coreano s’interessava dell’arrivo dei fratelli dall’estero.

Il primo aereo, con 94 congressisti stranieri, arrivò la mattina del 24 agosto 1963, con il fratello e la sorella Knorr a bordo. Il capo dell’ufficio protocollo del ministero degli Affari Esteri era ad accogliere il fratello Knorr e sua moglie, che precedettero gli altri con una macchina privata. Ma ben presto i pullman con gli altri delegati, scortati da uno speciale corpo di polizia, raggiunse e superò la macchina privata.

Il battesimo di 612 persone fu il più numeroso che ci fosse mai stato. L’annuncio che la Svegliatevi! coreana sarebbe ora uscita quindicinalmente rallegrò tutti i presenti, perché da quando aveva cominciato a essere pubblicata l’8 settembre 1959 era stata una rivista mensile. I presenti al discorso pubblico salirono a 8.975, tremila dei quali erano interessati. Va rilevato che quell’anno ci fu un aumento del 12 per cento nel numero dei proclamatori e 9.893 persone assisterono alla Commemorazione.

PRIMO AMPLIAMENTO DELLA FILIALE

Per andare al passo con il notevole aumento di proclamatori si faceva sempre più pressante il bisogno di ampliare i locali della filiale. Dopo tutto, in meno di 15 anni quel pugno di proclamatori che c’erano prima della guerra di Corea, all’inizio dell’anno di servizio 1964 era salito vertiginosamente a più di 5.000. Nell’agosto 1964 si cominciò a costruire un edificio di tre piani annesso a quello già esistente, che avrebbe triplicato lo spazio disponibile della filiale.

La famiglia Betel vi si trasferì il 1° maggio 1965. La nuova Sala del Regno era una novità per la Corea: c’erano le sedie!

LIBRI IN BROSSURA

Il 19 luglio 1966 fu un’altra giornata storica. Da quel giorno in poi tutta la letteratura della Società in coreano sarebbe stata stampata in Corea. La filiale degli Stati Uniti non avrebbe più dovuto inviare quantitativi di libri con la copertina rigida in dono.

I libri venivano stampati in un solo colore su carta da giornale e rilegati in brossura, perché il costo dei libri con copertina rigida non sarebbe stato alla portata del pubblico. Inoltre quasi tutta la letteratura prodotta all’epoca in Corea era in brossura. La prima pubblicazione? ‘Cose nelle quali è impossibile che Dio menta’.

Le prime 50.000 copie del libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, pubblicato in coreano nel gennaio 1969, durarono solo pochi mesi e il libro dovette essere ristampato immediatamente. I fratelli fecero buon uso nel campo di questo economico strumento per lo studio biblico a domicilio. Il numero degli studi biblici crebbe enormemente. Quasi tutti coloro che sono venuti nella verità in quel tempo hanno imparato le fondamentali dottrine bibliche da questa pubblicazione. Finora, soltanto in Corea sono state stampate e distribuite oltre 2.200.000 copie di questo libro! Il numero dei proclamatori è salito da poco più di 8.000 alla fine del 1968 a oltre 30.000 nel 1982, quando è uscito il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca.

Al 22° massimo consecutivo nel numero dei proclamatori, complessivamente 10.610, fece seguito il congresso internazionale “Pace in terra” tenuto nell’ottobre 1969 nel palasport Chang Choon a Seoul. Ai 14.529 presenti il fratello Franz presentò il libro È la Bibbia realmente la Parola di Dio? Per la prima volta una pubblicazione in coreano veniva pubblicata simultaneamente a quella inglese.

UNA QUESTIONE DI COSCIENZA

La Repubblica di Corea ha uno degli eserciti più grandi del mondo. La coscrizione obbligatoria non prevede esenzioni né per il clero né per gli obiettori di coscienza.

Il 22 febbraio 1971 la filiale ricevette una raccomandata dal governo. La lettera accusava i Testimoni di insegnare a non cantare inni patriottici e a non votare alle elezioni politiche, e di incoraggiare deliberatamente il rifiuto del servizio militare. In risposta a queste accuse, la filiale spiegò perché i testimoni di Geova non sono anarchici e la ragione biblica per cui si sottomettono alle autorità superiori. La filiale precisò che i Testimoni non interferiscono in nessuna attività del governo, incluso il voto o il servizio militare.

Le cose peggioravano. Dopo esser stato informato, il fratello Knorr suggerì di contattare l’ambasciata americana. Infatti il 24 maggio 1971 i fratelli Steele e Hamilton parlarono per un’ora col rappresentante della legazione americana, Francis T. Underhill. Dopo una vivace conversazione sull’opera dei testimoni di Geova e la loro posizione riguardo a queste questioni, il signor Underhill disse che avrebbe riferito la cosa al Dipartimento di Stato a Washington. Tuttavia, all’epoca non ci furono ulteriori sviluppi.

Perciò nel corso degli anni, una quantità di fratelli — vecchi e giovani — ha dovuto affrontare con coraggio la sfida. Alcuni non hanno potuto terminare gli studi o trovare lavoro. Altri ancora che hanno vissuto con integrità attendono la risurrezione.

IL PIÙ GRANDE DI TUTTI

Si stava avvicinando il momento di tenere il terzo congresso internazionale a Seoul, nell’estate del 1973. Il congresso “Volontà Divina” è stato il più grande congresso che sia stato tenuto in Corea: più di 29.000 presenti e 2.002 battezzati.

Il fratello Park Ii-kyun, sorvegliante di quel congresso, riferisce quanto segue: “A motivo delle agitazioni all’interno del paese, c’era ancora una certa inquietudine da parte delle autorità. Perciò la polizia inviò 130 agenti in borghese: ogni reparto del congresso era sorvegliato da due di loro, i restanti erano dislocati in tutto lo stadio. La polizia osservò che eravamo più ubbidienti di quelli che hanno un’istruzione universitaria.

“Se durante gli avvenimenti sportivi e altre riunioni all’aria aperta si mette a piovere, scoppia il pandemonio, perché tutti si precipitano verso le uscite. Durante una sessione del congresso, cominciò a piovere forte, e gli agenti si affrettarono ad aprire tutte le uscite, ma con loro stupore, nessuno se ne andò. Invece, tutti aprirono l’ombrello e rimasero tranquillamente seduti ad ascoltare il programma.

“Inoltre il gestore dello stadio mi disse che lo stadio non era mai stato così pulito e, se avesse potuto affittarlo ai testimoni di Geova una volta al mese, sarebbe stato sempre pulito”.

UNA CAUSA DI PREOCCUPAZIONE

Tutto sembrava andare per il meglio nella primavera del 1975. La famiglia Betel si era trasferita nei nuovi spaziosi locali, e Lloyd Barry era venuto dal Giappone per pronunciare il discorso di dedicazione. L’anno di servizio 1975 era terminato con un rapporto di servizio eccezionale, inclusi 8.120 battezzati quell’anno. Così, in soli tre anni c’erano stati 19.600 battezzati. Molto più della metà dei Testimoni coreani erano nella verità da meno di tre anni.

Tuttavia nei primi mesi dell’anno di servizio 1976 ci fu una notevole diminuzione nel numero dei proclamatori e degli studi biblici a domicilio. Questa tendenza sarebbe continuata per più di tre anni, fino a toccare il fondo con una diminuzione del 26 per cento nel numero dei proclamatori, da 32.693 nell’agosto 1975 a 24.285 nel novembre 1978. Scesero anche i presenti alla Commemorazione, da più di 68.000 nel 1975 a 49.545 nel 1978. I fratelli della filiale erano perplessi. Questa tendenza si sarebbe invertita?

Naturalmente né loro né la Società si limitavano a lasciar correre. La lettera della Società del 4 aprile 1977 diceva:

“Speriamo che i fratelli siano accurati nell’insegnare. Evidentemente alcuni insistevano sulla data del 1975, e così non è stato posto un buon fondamento. Il fondamento, naturalmente, dovrebbe essere la fede in Cristo Gesù e nel sacrificio di riscatto, e la dedicazione dovrebbe essere fatta con intendimento”.

Un’osservazione davvero molto obiettiva! Alcuni insegnanti biblici avevano dato troppo risalto a una data. Molti nuovi battezzati avevano accettato la verità lasciandosi trascinare dai sentimenti. Persino alcuni anziani avevano riposto le loro speranze nel 1975. Inoltre, il materialismo si diffondeva nel paese in seguito al rapido sviluppo economico della Corea, e il nazionalismo era in ascesa. L’effetto: apatia tra i fratelli.

LA VIA DEL RITORNO: LUNGA MA SICURA

Più di 24.000 Testimoni, saldi nella fede, non furono scossi da alcuna data. Eppure, ci sarebbero voluti otto lunghi anni per tornare ad avere un nuovo massimo di proclamatori, che fu raggiunto solo nell’agosto 1983.

Ora nessuno accettava la verità spinto da uno slancio emotivo, e quelli che si battezzavano facevano la dedicazione con intendimento. Molti che erano diventati inattivi cominciarono a ritornare, riconoscendo che altrimenti non c’era dove andare. Molti impararono a proprie spese qual è l’unico luogo dove si può trovare la verità.

PRIMA SALA DEI CONGRESSI IN ORIENTE

Verso la metà degli anni settanta sorsero difficoltà per trovare locali idonei in cui tenere le assemblee di circoscrizione e altre assemblee speciali. Come soluzione i fratelli decisero di costruire in proprio una Sala dei Congressi. Il progetto e la costruzione erano semplici ma sufficienti per fare una sala confortevole per tutti i presenti. Perciò la prima Sala dei Congressi dei testimoni di Geova in Oriente venne dedicata nell’aprile 1976 a Busan, qui in Corea. Attualmente la Corea ha sette Sale dei Congressi in grado di accogliere circa il 75 per cento dei proclamatori.

CAMBIAMENTI NELLA PUBBLICAZIONE DELLE RIVISTE

Nuovi decreti governativi costrinsero nel 1980 la filiale ad apportare dei cambiamenti nella pubblicazione delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Infatti se un’organizzazione pubblicava due riviste, soltanto una avrebbe potuto continuare a essere pubblicata. Nel novembre 1980 Svegliatevi! fu uno dei 67 periodici soppressi dal governo. Ogni sforzo fatto dalla filiale coreana per far revocare la sentenza fu vano.

Poi, due mesi dopo, le autorità avvertirono inaspettatamente che era consentita la pubblicazione di un supplemento della Torre di Guardia. Lo spirito santo era all’opera! Il supplemento doveva avere la stessa data della Torre di Guardia, il primo e il quindici. Questa è la procedura che si segue tuttora.

CHIUSE LE PORTE AI MISSIONARI

Non erano più necessari missionari stranieri per lavorare il campo coreano, dato che lo potevano fare adeguatamente i pionieri locali coreani. Ma c’era ancora bisogno di missionari per addestrare e edificare spiritualmente i fratelli. A questo fine, nell’autunno del 1977 la Società intendeva inviare altri cinque missionari in Corea. Con grande sorpresa della filiale, essi non riuscirono a ottenere il visto. I 17 missionari che prestavano servizio nel paese potevano rimanere, ma non sarebbe stato consentito l’arrivo di altri missionari della Watch Tower. Inoltre quelli già presenti, se avessero lasciato il paese non avrebbero avuto il permesso di tornarvi.

Tuttavia, dagli ultimi mesi del 1987, i missionari sono molto grati per la sollecitudine mostrata dalle autorità concedendo loro nel modo consueto il permesso di rientro.

UN PROGETTO GIGANTESCO

Nell’estate del 1979 il Corpo Direttivo diede alla filiale il permesso di cercare un terreno per costruire una nuova filiale. Dopo un anno di ricerche venne trovato un appezzamento di poco più di tre ettari e mezzo di terreno agricolo e boschivo circa 68 chilometri a sud di Seoul, a Kyonggi Do, Ansung Kun, Kongdo Myun. Così la filiale sarebbe sorta in una località libera da inquinamento.

Il nuovo progetto era di proporzioni gigantesche in paragone all’edificio precedente. La filiale ora avrebbe potuto stampare le riviste e in futuro anche libri. L’8 maggio 1982, quando gli edifici ultimati vennero dedicati e i fratelli Franz e Barry della sede mondiale pronunciarono discorsi speciali, c’era grande eccitazione.

Grazie all’aiuto dei fratelli degli Stati Uniti e del Giappone, e anche alla cooperazione di una ditta locale, la filiale aveva la propria tipografia. In brevissimo tempo la tiratura di ciascun numero delle riviste salì a quasi 200.000 copie, e il macchinario era in funzione tutto il giorno.

Nel maggio 1985, tre anni dopo che la filiale si era trasferita a Kongdo, il fratello Albert Schroeder del Corpo Direttivo, che prestava servizio come sorvegliante di zona, ha dedicato una nuova ala. Questa raddoppiava lo spazio disponibile portandolo a quasi 9.300 metri quadri. I proclamatori da 30.000 nel 1982 erano saliti a 39.600 nel 1985. Che aumento!

Dal momento che Seoul non solo è la capitale della Corea del Sud ma è anche il centro degli affari, si è ritenuto necessario vi rimanesse la sede legale dell’ente giuridico. Un nuovo edificio che ospita questo ufficio della filiale, una Sala del Regno e sufficiente spazio per un deposito di letteratura è stato costruito a Seoul e dedicato il 20 dicembre 1986. Vi abitano e vi lavorano quattro membri della famiglia Betel.

ROTATIVA SUPERVELOCE

Quasi 600 anni fa i coreani avevano contribuito al progresso della tecnica di stampa con l’invenzione dei caratteri mobili di metallo. Oggi i Testimoni coreani si avvalgono della tecnica d’avanguardia nel campo dell’editoria per promuovere gli interessi del Regno. Ora che il lavoro di composizione è computerizzato e una nuova rotativa Mitsubishi sforna 500 riviste di 32 pagine a colori al minuto, non hanno più problemi a produrre abbastanza riviste e letteratura. La prima idea di acquistare una rotativa così grande si era avuta nell’estate del 1983 quando il fratello Lloyd Barry in visita di zona aveva constatato che la stamperia era oberata di lavoro.

Allora la stamperia era sfruttata al massimo. Non c’era assolutamente spazio per una macchina da stampa di 130 tonnellate, lunga 25 metri. Questo voleva dire costruire un altro edificio, un ulteriore ampliamento a Kongdo dopo appena quattro anni. Fino a quel momento le riviste coreane uscivano tre mesi dopo l’edizione inglese, quindi valeva la pena di fare tutto quel lavoro con la prospettiva di stampare le riviste simultaneamente a quelle inglesi.

L’importazione di una macchina da stampa del genere ha comportato molti problemi. Prima di poter ottenere il permesso di importazione ci voleva un’autorizzazione governativa, che era quasi impossibile ottenere. Tuttavia, nell’estate del 1985 quella restrizione fu abolita, e i fratelli della filiale ottennero immediatamente la licenza d’importazione. Sei settimane dopo aver ottenuto il permesso, tornò in vigore la legge che richiedeva l’autorizzazione. Lo spirito santo aveva aperto la strada: i fratelli non persero tempo. Infatti attualmente la rotativa è in funzione e può provvedere in abbondanza ai proclamatori letteratura da usare nella testimonianza.

GUARDIAMO AVANTI

I coreani chiamano il loro paese Choson, “paese della calma mattutina”. Anni fa i fratelli coreani si chiedevano come sarebbe stato possibile portare il messaggio del Regno a tutti gli abitanti del paese e quanti di questi Geova avrebbe scelto come sue “pecore”. — Matt. 25:32.

Oggi non è assegnato solo il 7 per cento del territorio, parte che viene percorsa quasi tutta nei mesi estivi dai proclamatori. Nelle città i territori spesso vengono percorsi più di una volta al mese. Poiché ben più di un quarto degli oltre 48.000 proclamatori svolge il servizio di pioniere regolare oltre a quelli che svolgono il servizio di pioniere ausiliario ogni mese, gli abitanti della Corea sanno bene chi sono i testimoni di Geova. Davvero Geova ha scelto le sue “pecore” anche fra i coreani.

Come disse uno scrittore biblico: “La mattina semina il tuo seme e fino alla sera non far riposare la tua mano; poiché non sai dove questo avrà successo, o qui o là, o se tutt’e due saranno ugualmente buoni”. Il seme è stato seminato e la messe è stata buona. Il futuro è luminoso. Solo lo spirito di Geova poteva far avvenire tutto questo qui in Corea. — Eccl. 11:6.

[Note in calce]

^ par. 17 In Corea il cognome viene sempre prima del nome sia nel parlare che nello scrivere.

^ par. 45 Le donne sposate conservano il cognome da ragazza.

^ par. 85 Dopo 36 anni di fedele servizio missionario in Corea, Earlene Steele è morta nel 1985, in seguito a una lunga malattia.

[Riquadro/Immagini a pagina 193]

Il 23 maggio 1987 a Kongdo una nuova ala di tre piani è stata dedicata da Milton G. Henschel del Corpo Direttivo. Nel nuovo edificio della stamperia c’è una nuova rotativa offset a quattro colori di 130 tonnellate. Il fratello Henschel ha parlato a 2.060 persone radunate alla filiale. Questo è il secondo importante ampliamento della filiale dal 1982

[Immagine]

Edificio d’abitazione dedicato nel 1982

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Edificio degli uffici; stamperia (color crema al centro) e, a destra, edificio d’abitazione dedicato nel 1985

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Nuovo edificio, a destra, dedicato nel 1987

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Modellino architettonico del complesso della filiale coreana

[Cartina/Immagini a pagina 136]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

COREA

CINA

U.R.S.S.

Mar Giallo

Pyeongyang

Sariweon

ZONA SMILITARIZZATA

SEOUL

Incheon

F. Han

Ansung-Kongdo

Pyeongtaek

Daejeon

Gunsan

Daegu

Jeonju

Busan

Gwangju

Jeju

Mare del Giappone

GIAPPONE

[Immagine a pagina 143]

Lee Shi-chong, un colportore che all’inizio degli anni trenta percorreva le zone rurali in bicicletta per diffondere il messaggio del Regno

[Immagine a pagina 146]

Ok Ung-doo, Ok Ryei-joon e Ok Ji-joon (da sinistra) affrontarono dure prove durante la seconda guerra mondiale

[Immagine a pagina 153]

Choi Sung-kyu soffrì molto a motivo delle sue convinzioni, fino alla morte avvenuta nel 1941, ma la sua fede fu di grande incoraggiamento per i fratelli

[Immagine a pagina 157]

Missionari e famiglia Betel davanti alla filiale di Seoul. L’ampliamento sulla destra venne dedicato nel 1975

[Immagine a pagina 159]

Earlene e Don Steele, primi missionari della Watch Tower, in Corea dall’agosto 1949

[Immagini a pagina 175]

Fratelli e sorelle danno il benvenuto a Natan H. Knorr dopo che il suo aereo, il 27 aprile 1956, era atterrato all’aeroporto Yoido, in Corea. Lo accompagnavano Don Adams e Lloyd Barry

[Immagine a pagina 178]

Nel gennaio 1957 Frederick W. Franz, ora presidente della Watch Tower Society, risponde al saluto dei congressisti suonando cantici del Regno con l’armonica

[Immagini a pagina 180]

Durand e Rachel Norbom e Liz e Milton Hamilton (da sinistra), due coppie di missionari che sono in Corea rispettivamente da 20 e 33 anni

[Immagine a pagina 181]

Missionari impegnati nell’opera viaggiante. Da sinistra: Susan e John Wentworth, Geline Jumuad, Josef Breitfuss e Perry Jumuad

[Immagini a pagina 183]

Nel 1955 Kim (Phillips) Kyung-hi, Evalyn Park (Emerson) e Liz e Milton Hamilton aprirono una casa missionaria a Busan

Keith ed Evelyn Kennedy, Karl Emerson, Druzilla Craig (Youngberg), Elaine Scheidt (Ness), Norris Peters e Earlene e Don Steele a Seoul nel 1957, sui gradini della filiale e casa missionaria lesionata da una granata

[Immagine a pagina 191]

Questi fratelli del Comitato di Filiale in media hanno prestato servizio a tempo pieno per 37 anni. In prima fila, da sinistra: Chae Soo-wan, Don Steele (coordinatore del Comitato di Filiale) e Chun Young-soon. In seconda fila, da sinistra: Park Ii-kyun, Milton Hamilton e Park Chong-il

[Immagine a pagina 194]

Personale della filiale giapponese e coreana che ha lavorato ed è stato addestrato insieme a Kongdo nel 1986 dopo l’installazione della rotativa a quattro colori nella nuova ala della filiale