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Colombia

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L’oro della Colombia: è il prezioso metallo giallo o la perniciosa droga bianca, la cocaina? Né l’uno né l’altra. La vera ricchezza di questo paese sudamericano si trova in mezzo alla sua gente: sono le migliaia di persone che si stanno facendo un buon nome presso Dio.

SE SENTITE menzionare la Colombia, cosa vi viene in mente? A molti il nome di questo paese sudamericano ricorda il soave caffè colombiano, pregiatissimi smeraldi, bei crisantemi e superbe orchidee, per menzionare solo alcune delle buone cose per le quali questo paese è rinomato. Ma ad altri basta il semplice accenno alla Colombia per richiamare alla mente, purtroppo, fosche immagini del contrabbando della cocaina e delle spietate guerre della droga. Droga e omicidi non sono tipici della vera Colombia né, tanto meno, della stragrande maggioranza dei suoi abitanti.

Venite a visitare di persona la Colombia per scoprire com’è. Sarete sorpresi, e anche lieti, di apprendere che non è così primitiva o pericolosa come forse immaginavate. E siamo certi che comprenderete perché i testimoni di Geova della Colombia sono tanto felici di proclamare la buona notizia del Regno di Dio in questo paese tradizionalmente cattolico.

Corona spagnola, croce cattolica

Uno sguardo alla cartina vi aiuterà a ricordare le caratteristiche geografiche di questa zona. Come vedete, l’istmo di Panamá si unisce alla Colombia nell’angolo nordoccidentale dell’America Meridionale. Questo offre alla Colombia, che ha preso il nome dallo scopritore del Nuovo Mondo, il vantaggio di avere una duplice apertura marittima, verso il Pacifico e verso l’Atlantico.

A seguito dei memorabili viaggi di Cristoforo Colombo, l’intera zona caribica divenne presto oggetto di esplorazione e di conquista. La Spagna concentrò le proprie energie su un’unica impresa: mettere le mani sulle immense ricchezze del Nuovo Mondo, sul suo oro e sul suo argento, cosa che l’avrebbe presto incoraggiata a tentar di dominare il mondo. Pochi negheranno che il XVI secolo fu quello in cui imperò la Spagna.

Ma il XVI secolo fu anche il secolo della Riforma protestante, quando nazioni dell’Europa settentrionale si affrancarono dall’asservimento alla Chiesa Cattolica Romana e al Sacro Romano Impero. Il lavoro di tradurre e divulgare la Bibbia doveva presto prendere piede e le Sacre Scritture sarebbero divenute un libro di famiglia. Non, però, nelle colonie spagnole in America. Qui, man mano che invadevano le coste per impadronirsi di queste terre in nome della corona, i conquistadores piantavano anche la croce cattolica, che sarebbe rimasta il simbolo di un monopolio religioso per i successivi 400 anni.

Di conseguenza, per capire la Colombia e i suoi abitanti dovete conoscere un po’ della sua storia. E per capire i testimoni di Geova in Colombia, dovete anche sapere come la storia secolare si è intessuta con la loro storia teocratica.

Aspetti di maggior interesse

Il grosso della popolazione della Colombia è concentrato su un terzo del paese, la parte occidentale, oltre che nelle ricche vallate fluviali e sui fertili pendii delle tre cordigliere andine che dalla frontiera con l’Ecuador si allungano a mo’ di dita in direzione nord. Il nostro interesse si concentra su sei delle sue città: la capitale, Bogotá, su un altopiano della Cordigliera Orientale; tre porti tropicali — Barranquilla, Santa Marta e Cartagena — sulla costa caribica; la rinomata Medellín, a ovest, col suo clima eternamente primaverile; e la subtropicale Cali, a sud-ovest in direzione dell’Ecuador, che si crogiola tutto l’anno al caldo sole di una perenne estate.

Fino all’avvento dei viaggi con aerei di linea al principio degli anni ’20, il Río Magdalena era la principale via di comunicazione verso l’interno. A metà del fiume, sul lato occidentale, si incontra il vulcano Nevado del Ruiz, incappucciato di neve, che dall’aereo è visibile nelle giornate serene. Nella vallata sottostante sorgeva una volta la prospera città agricola di Armero, prima che in quella fatale notte del novembre 1985 una micidiale valanga di fango, ghiaccio e lava cancellasse dalla carta geografica questa cittadina di 28.000 abitanti. In quella tragedia persero la vita una quarantina di testimoni di Geova e di interessati. *

Arriviamo a Bogotá

Lasciandosi alle spalle l’ampia vallata del Río Magdalena, gli aerei in arrivo scendono planando sulla rigogliosa savana in alto fra i monti, dov’è situata Bogotá, la capitale nonché la più grande città della Colombia, fondata 450 anni fa. I passeggeri attenti seduti sul lato destro dell’aereo potrebbero scorgere per un attimo i tetti rossastri sul luogo della costruzione della nuova filiale Watch Tower proprio a ovest della capitale. È anche probabile che qualcuno degli operai alzi lo sguardo chiedendosi se quell’aereo non porti altri volontari che potrebbero aggiungersi alla squadra internazionale di operai edili per accelerare i lavori. Mentre l’aereo continua la sua lunga planata verso El Dorado, l’aeroporto internazionale di Bogotá, proprio di fronte, all’altra estremità dell’altopiano, ecco i grattacieli della città che si stagliano al sole sullo sfondo dei monti scoscesi della Cordigliera Orientale.

Uscendo dall’aeroporto spesso i viaggiatori si meravigliano dell’aria fresca e frizzante. Poiché ci troviamo a quota 2.600, un soprabito o un maglione non dispiacciono.

Libertà di culto in Colombia

Su una sommità della catena montuosa che domina la capitale troneggia un santuario, quasi a rammentare tacitamente che la Colombia è un paese cattolico; questo paese è dedicato al “Sacro Cuore di Gesù” ed è legato alla Santa Sede da un concordato tuttora in vigore, firmato nel 1887. In origine esso stabiliva che il cattolicesimo era la religione di Stato, e sosteneva la convinzione di Filippo II, re di Spagna, secondo cui non potrebbe esistere unità politica senza unità nella religione.

Fatto rallegrante, dal 1958 in Colombia vige la libertà di culto. I testimoni di Geova sono grati di questa posizione illuminata assunta dal governo.

Dare testimonianza a Bogotá

Vi presentiamo Agustín Primo, membro del Comitato di Filiale della Colombia. Egli conobbe la verità nel 1972 da un Testimone straniero che prestava servizio a Bogotá quando c’era molto bisogno di predicatori del Regno. A sessant’anni e ormai in pensione, Agustín lavora a tempo pieno presso la filiale. Ci spiega che gli attuali ufficio e stabilimento tipografico della filiale sono troppo piccoli per avere adeguatamente cura degli oltre 40.000 proclamatori e delle 600 congregazioni del paese, nonostante questi edifici siano stati dedicati appena dieci anni fa.

Da dove viene l’incremento dei proclamatori? Possiamo averne un’idea dando uno sguardo all’opera di evangelizzazione che si compie in questa città di circa cinque milioni di abitanti che si va estendendo caoticamente.

Dare testimonianza nelle parti più ricche della città è difficile, perché i palazzi e i condomìni, i cui occupanti entrano ed escono generalmente in macchina, sono custoditi. E quando i proclamatori fanno visite nelle case private in questi quartieri, si trovano dinanzi alla sfida di raggiungere i componenti della famiglia solo dopo aver chiesto alle domestiche. Ma è nei quartieri sempre più vasti abitati dal ceto medio che spesso è possibile fare stimolanti conversazioni bibliche.

Nei rioni più modesti, in cui vive la classe lavoratrice, troverete molte persone che sono bene informate sugli avvenimenti mondiali. Perciò è più facile iniziare studi biblici a domicilio con loro, ed essi fanno progresso nella verità abbastanza in fretta.

E, infine, troviamo quella che è la piaga di tante città sovraffollate nei paesi in via di sviluppo: le baraccopoli e gli insediamenti abusivi che sembrano nascere come i funghi su terreni liberi e nudi pendii. Sono l’ultimo approdo del continuo flusso di gente che abbandona le zone rurali per la vita a loro estranea della città. Fra le decine di migliaia di persone che vivono lì molti ascoltano il confortante messaggio recato dai testimoni di Geova, e alcuni lo accettano facendo propria la speranza del Regno.

I primi due proclamatori del Regno della Colombia

“Si è avuta un’ottima crescita dopo l’arrivo dei primi missionari di Galaad a metà del 1945. Ma già da 20 anni c’erano Testimoni attivi in Colombia”, ci dice Euclides González del Reparto servizio della filiale.

Verso il tempo in cui Charles Taze Russell e il suo gruppetto di studenti biblici cominciarono a radunarsi per studiare ad Allegheny, in Pennsylvania (USA), nella regione collinare, circa 300 chilometri a nord di Bogotá, nacque Heliodoro Hernández. Era il 1871. Cinquantun anni dopo nacque Heliodoro Hernández, egli sarebbe diventato il primo Testimone attivo della Colombia.

Da giovane Heliodoro era un avido lettore che aveva lo struggente desiderio di possedere una Bibbia. Ma a quei tempi le Bibbie erano rare. Finalmente, quando aveva 25 anni, ne comprò una tutta per sé, e per il successivo quarto di secolo la lesse appassionatamente.

Nel 1922 ricevette in prestito da un amico diverse copie della rivista Torre di Guardia insieme all’opuscolo Milioni ora viventi non morranno mai. Traboccante di gioia per ciò che aveva letto in queste pubblicazioni, Heliodoro cominciò a parlare della buona notizia con tutti quelli che incontrava. Due anni dopo Heliodoro trovò un orecchio attento nella persona del giovane Juan Bautista Estupiñán, appena tornato dal prestare servizio militare a Bogotá. A quel tempo Heliodoro aveva 53 anni e Juan 25. In seguito Juan sposò la nipote di Heliodoro. Questi due cristiani seminarono i semi della verità del Regno in tutti i villaggi e le città della Colombia nordorientale.

Al riparo dalle sassaiole

Negli anni ’30 la Società inviò a Heliodoro e Juan un grosso fonografo a batterie per aiutarli a diffondere più efficacemente la buona notizia. Trasportando faticosamente quel pesante apparecchio insieme alle loro provviste di letteratura, essi si recavano a piedi nelle città vicine. Immaginate cosa succedeva quando nelle piazze principali di quelle città cattoliche facevano ascoltare argomenti quali “Svelata la Trinità” e “Fine del mondo”. C’è da meravigliarsi se ogni volta che entravano in una città dovevano cercare un luogo chiuso in cui installare il loro apparecchio prima di farlo funzionare? In tal modo l’amplificatore sarebbe stato non solo nascosto alla vista, ma anche al riparo dalle pietre che potevano essere lanciate dagli oppositori.

Heliodoro morì nel 1962 a 91 anni. E il suo compagno di predicazione, Juan Bautista Estupiñán, è morto fedele nel 1976.

Chi avrebbe risposto all’invito?

Nel 1930, dopo 43 anni di regime controllato dalla Chiesa, un cambiamento nel governo aprì la strada a una maggiore libertà religiosa. Diversi gruppi protestanti cominciarono ad estendere le loro attività in Colombia, e i testimoni di Geova fecero altrettanto.

All’assemblea di Washington (USA) tenuta nel 1935, Joseph F. Rutherford, secondo presidente della Watch Tower Society, esortò il popolo del Signore a considerare la possibilità di offrirsi volontari per predicare nel Sudamerica. C’erano già, comunque, due ardite pioniere che predicavano in Colombia: Hilma Sjoberg e Kathe Palm. La sorella Sjoberg, nata in Svezia, era la vedova di un coltivatore di cotone del Texas. Kathe Palm, che aveva conosciuto la verità in Germania, suo paese d’origine, aveva svolto il servizio di pioniere negli Stati Uniti prima di recarsi nel campo sudamericano.

La sorella Palm ricorda: “In novembre del 1934 la sorella Hilma Sjoberg inviò alla sede della Watch Tower Society del denaro per pagare a qualcuno un viaggio via mare dagli Stati Uniti alla Colombia. La Società mi chiese se volevo aiutare la sorella Sjoberg nell’America del Sud. . . . In dicembre arrivai dunque a Buenaventura, in Colombia”. Con solo una cartolina di testimonianza in spagnolo e una limitata conoscenza della lingua, si accinse da sola a predicare in quella cittadina portuale.

Poi in treno superò la Cordigliera Occidentale e scese giù nella fertile valle agricola del Cauca giungendo a Cali. In attesa che Hilma arrivasse via terra dall’Ecuador, diede testimonianza lì a Cali e poi a Palmira sull’altro lato della valle. Quando la sorella Sjoberg arrivò, le due sorelle appena conosciutesi fecero il viaggio che le portò attraverso la Cordigliera Centrale e su fino all’altopiano in cui è situata Bogotá. La sorella Palm dice che lavorarono nella capitale per più di un anno, distribuendo una gran quantità di libri.

“Guanti bianchi” per il territorio commerciale

Durante gli anni 1939, 1941 e 1942, Marian e Kate Goas del Messico, rispettivamente madre e figlia, diedero insieme testimonianza a Bogotá e in diverse altre città — compresa quella di Condoto, centro minerario di estrazione dell’oro — sulla pianura lungo il Pacifico cosparsa di acquitrini e fitte foreste. Visitarono anche le città portuali di Cartagena, Barranquilla e Santa Marta sulla costa caribica. Kathe Palm dice che queste pioniere “vestivano con eleganza e indossavano guanti bianchi quando lavoravano il territorio prevalentemente commerciale”.

La reazione incontrata in ciascuna città lasciava intravedere come sarebbe andata in seguito l’opera del Regno. Per esempio, riguardo alla religiosa Medellín, riferirono che quasi non passava giorno senza che fossero aggredite da frotte di ragazzini di scuola istigati dai preti. Di Barranquilla scrissero: “A Barranquilla ci sono molte persone gentili e ben disposte, e sono convinta che si potrebbero radunare un buon numero di persone e tenere studi con loro se solo ci fosse qui qualche proclamatore che potesse dedicare tutto il suo tempo a quest’opera”.

In precedenza a Barranquilla un Testimone di un altro paese aveva contattato un giovane commerciante di origine palestinese, il cui nome era Farah Morán. Farah aveva una Bibbia e amava leggerla. Un torrido sabato pomeriggio a metà degli anni ’30 uno straniero passò dalla sua merceria per “parlare del governo”. Farah disse chiaro e tondo che non discuteva mai di politica. “Ma qui si tratta del governo di Dio”. Oh, allora era diverso. Farah accettò il libro della Società intitolato Governo.

Si mise immediatamente a leggerlo, e la lettura lo assorbì talmente che per quel giorno chiuse il negozio per continuare a leggere a casa. Alle quattro di mattina era arrivato a metà libro; alle 6 Farah era in piedi; fece il bagno, e via all’albergo in cerca dell’uomo che gli aveva dato il libro. Farah prese altre pubblicazioni dal Testimone. Per afferrare la verità biblica lesse e rilesse quei libri durante i successivi 14 anni.

Così, prima dell’arrivo dei diplomati della Scuola missionaria di Galaad, era stato compiuto in Colombia un mirabile lavoro da pionieri stranieri disposti a sacrificarsi, i quali avevano sopportato difficoltà e opposizione mentre seminavano in tutto il paese il seme del Regno.

Nessuna capanna di paglia in vista

In agosto del 1945, lo stesso mese in cui terminò la seconda guerra mondiale, atterrò al vecchio aeroporto di Bogotá l’aereo che portava i primi tre diplomati di Galaad assegnati alla Colombia. Il loro compito iniziale fu quello di trovare un luogo adatto come casa missionaria, dato che poco dopo sarebbero venuti altri diplomati.

Prima del loro arrivo in Colombia, alcuni di quei missionari avevano sognato un paese con belle spiagge sul Mar delle Antille, palme ondeggianti, pittoresche capanne di paglia e gente amichevole che non aspettava altro che di accettare la verità.

Giunti a Bogotá però, i diplomati ebbero un brusco risveglio trovandosi in una città di mezzo milione di abitanti che stava appena cominciando a emergere da un passato coloniale. La gente del posto vestiva per lo più di nero e grigio; il cielo era spesso nuvoloso e il clima umido; le notti all’altitudine di 2.640 metri erano piuttosto fredde. Sì, erano di nuovo nel servizio di pioniere, ma questa volta alle prese con una nuova lingua e con un territorio difficile da percorrere; non c’era nessuna capanna di paglia in vista e ancora di quella “gente amichevole che non aspettava altro che di accettare la verità” neppure l’ombra.

Ormai nonne, ma sempre missionarie in cuor loro

In genere però i missionari finirono per amare il posto cui erano stati assegnati. “Era divertente camminare sotto la pioggia con l’impermeabile e l’ombrello”, ricorda un ex missionario. “E molte volte c’erano delle giornate splendide, luminose e piene di sole. Fiori a profusione, case in stile coloniale, nuove usanze da imparare, la sfida della lingua: a pensarci bene, eravamo stati mandati a fare i missionari in un luogo meraviglioso!”

I missionari cominciarono a dare testimonianza dapprima nel quartiere intorno a casa loro, abitato da persone del ceto medio, e riscontrarono che gli abitanti erano amichevoli e ospitali, tipici rappresentanti del popolo colombiano. Ma quando i missionari aprivano la Bibbia per spiegare lo scopo della loro visita, ecco che affioravano timori religiosi profondamente radicati, e questo poneva fine alla conversazione. Le prospettive di fare visite ulteriori erano scarse e si aveva difficoltà a trovare studi biblici.

Non sempre era facile adattarsi alla vita di gruppo nella casa missionaria. Diversi missionari se ne andarono perché erano scontenti. Qualcuno in seguito tornò a casa per motivi di salute. Inoltre Satana riuscì a infrangere l’integrità morale di alcuni.

Nonostante tutto ciò, tre di quelle giovani sorelle appartenenti al gruppo originale non hanno mai perso lo spirito missionario: Marian Brown, Jewel Harper e Helen Langford. Anche se poi dovettero interrompere il servizio missionario quando si sposarono, sono rimaste nel luogo a cui erano state assegnate; ora sono tutte e tre nonne, ma sempre missionarie in cuor loro.

“Aveva il suono della verità”

Eppure c’erano a Bogotá persone amichevoli che non aspettavano altro che di venire a conoscenza della verità. Fra queste c’era il 23enne David Guerrero. Apparteneva a una devota famiglia cattolica. Ma all’età di dieci anni, in seguito alla morte del padre, gli sorsero dubbi sulla religione. Quella grave perdita lo convinse che, contrariamente agli insegnamenti cattolici, i morti non sono in vita altrove. Perciò anni dopo, quando lavorava in un piccolo maglificio di proprietà di suo fratello, era predisposto ad ascoltare la verità allorché gli fu portata da due missionarie entrate nel negozio dei Guerrero.

Lasciamo che David continui la storia: “Una mattina mio fratello mi chiamò al banco per parlare con due straniere che avevano difficoltà a spiegare lo scopo della loro visita. Andai, con quel po’ di inglese che sapevo, e trovai con mia sorpresa due ragazze nordamericane ben vestite. Volevano parlarci della Bibbia. ‘Ci vuole un bel coraggio a fare un simile lavoro in un quartiere come questo’, pensai. Ebbene, la visita si concluse e io mi ritrovai con due libri dal titolo interessante: uno era ‘La verità vi farà liberi’ e l’altro Fanciulli. Le ragazze promisero di tornare”.

David cominciò a leggere lunghi brani dei libri a casaccio. “Ciò che leggevo mi piaceva”, disse. “Aveva il suono della verità. E quella gente stava facendo la cosa giusta portando questo messaggio direttamente alle persone”.

Le Testimoni tornarono alcuni giorni dopo con una coppia di missionari che dispose di tenere uno studio biblico, e ben presto David frequentava le adunanze. “E”, narrava David, “prima che me ne rendessi conto divenni un proclamatore del Regno”.

I primi due battesimi

Il primo battesimo ebbe luogo nel 1932 quando un rappresentante della Società in visita battezzò i primi due proclamatori del Regno della Colombia, i fratelli Hernández ed Estupiñán, più due donne, in una piscina di Bogotá. Una delle due donne battezzate era Alejandrina Moreno. Essa morì fedele nel 1950, e il suo funerale fu il primo tenuto dai Testimoni in Colombia.

L’ultima domenica di gennaio del 1946 si tenne il secondo battesimo di Testimoni di cui si abbia notizia in Colombia, alla presenza di 30 persone. Sette dei nuovi proclamatori simboleggiarono la loro dedicazione con il battesimo, e fra questi vi era David Guerrero. L’ambiente subtropicale del luogo in cui si tenne il battesimo, situato 1.200 metri più in basso rispetto alla savana, fu la delizia dei missionari. Il posto era abbellito da tantissimi uccelli e fiori multicolori, piante di caffè e un limpido ruscello di montagna che scorreva in mezzo a bambù e banani: esattamente l’immagine che molti si erano fatti di un luogo in cui essere mandati nei tropici.

In seguito David Guerrero sposò la missionaria Helen Langford. Dopo essere stati negli Stati Uniti per un certo tempo, tornarono in Colombia per fare i pionieri e poi godere i privilegi dell’opera di sorvegliante viaggiante.

Organizzati come filiale: 1° maggio 1946

Un mese dopo quel secondo battesimo ci fu grande entusiasmo allorché si venne a sapere della prossima visita del terzo presidente della Società Nathan H. Knorr e dell’allora vicepresidente Frederick W. Franz, annunciata per i giorni 12-17 aprile 1946. In quella che la cristianità chiama Domenica delle Palme, 87 persone si radunarono nella casa missionaria per ascoltare il discorso del fratello Knorr intitolato “Rallegratevi, o nazioni!”. Due giorni dopo, al Pasto Serale del Signore, furono presenti 29 persone, e il fratello Franz parlò estemporaneamente in spagnolo.

Durante quella visita fu organizzata la filiale della Colombia, che entrò in funzione il 1° maggio 1946. Alcuni mesi dopo cinque missionari furono trasferiti a Barranquilla per aprire una casa missionaria e iniziare a predicare il Regno in quella città costiera.

John Green, il primo sorvegliante della filiale, prestò servizio fino al novembre di quell’anno, quando arrivò Robert Tracy. Green dovette tornare negli Stati Uniti a causa della salute malferma della moglie.

Robert Tracy era un diplomato della 6classe di Galaad. Dopo aver compiuto per alcuni mesi l’opera nella circoscrizione, ricevette addestramento presso la Betel di Brooklyn prima d’essere trasferito in Colombia. Amichevole ed energico, il fratello Tracy avrebbe svolto un ruolo essenziale nello sviluppo dell’organizzazione in Colombia.

La violencia

Il 1946 fu un anno degno di nota anche per un altro motivo. Proprio mentre i Testimoni stavano progredendo bene nell’opera di fare discepoli, ebbe inizio un periodo di sconvolgimenti politici che avrebbe trascinato la Colombia nel totalitarismo riportandola indietro al Medioevo, religiosamente parlando. Questa catena di avvenimenti fece sprofondare la Colombia in uno dei periodi più sanguinosi della sua storia: la violencia.

Dopo le elezioni presidenziali del 1946, il candidato del partito sconfitto, Jorge Eliécer Gaitán, protestò energicamente ed eloquentemente in difesa degli oppressi. Godeva di enorme popolarità. Il 9 aprile 1948, a mezzogiorno, un assassino sparò a questo difensore del popolo uccidendolo. Il furore della cittadinanza per la morte del suo idolo sfociò in una rivolta e in un delirio di uccisioni, saccheggi e distruzione. Folle adirate, in una violenta manifestazione di anticlericalismo, distrussero o danneggiarono quasi tutte le chiese della capitale. Fu demolita perfino la residenza del nunzio apostolico.

Era cominciato in Colombia il periodo dell’infame violencia. Durante il successivo decennio, contrassegnato da uccisioni insensate e sadica brutalità, sarebbe stato sparso il sangue di circa 200.000 colombiani. Rivalità politiche vecchie di secoli riaccesero odii non sopiti e fecero estendere le sparatorie e le devastazioni a colpi di machete in tutte le zone rurali e le regioni montuose. Anche i preti dei villaggi presero partito a favore dell’una o dell’altra parte del conflitto. Con quale risultato? Sempre più spesso si udivano uomini dire: “Sono cattolico. Credo in Dio, ma detesto i preti”.

Le azioni di massa si diressero contro i Testimoni, che venivano molestati dalla polizia dietro istigazione del clero nel tentativo di limitare la loro adorazione. Cercando di evitare di essere arrestati mentre compivano l’opera di predicazione, i fratelli si spostavano di frequente da un territorio all’altro, appostando a volte delle sentinelle per farsi avvertire quando c’erano interferenze in vista. I testimoni di Geova erano politicamente neutrali, ciò nonostante in varie parti del paese molti vennero arrestati e alcuni furono condannati a brevi periodi di detenzione. Non si ha comunque notizia di alcun Testimone che sia stato ucciso, come invece accadde ad alcuni protestanti che presero partito nella controversia.

Stranamente, però, nelle grandi città la vita continuava come prima. Gli stranieri che sostavano nella capitale non si accorgevano neppure che nell’interno del paese infuriava la guerra civile.

Il problema della lingua non costituisce una barriera

All’inizio del 1948, mentre dava testimonianza nei pressi del centro di Bogotá, Robert Tracy giunse a casa della famiglia Rojas. Il padre era un radiotecnico. Lui, la moglie e i quattro figli, vivevano tutti in una stanza, la stessa stanza in cui egli svolgeva il suo lavoro secolare. “Nonostante la mia limitata conoscenza dello spagnolo”, racconta il fratello Tracy, “la famiglia fece progresso e pian piano tutti divennero proclamatori del Regno, e Luis, il figlio maggiore, intraprese l’opera di pioniere speciale, seguito da Gladys e Marlene”.

Gladys sposò un missionario e insieme al marito ha prestato servizio in Bolivia e in Ecuador. In quanto a Luis, ora è uno dei tre sorveglianti di distretto della Colombia.

La filiale è trasferita a Barranquilla

Nel dicembre 1949 arrivarono a Bogotá altri tre diplomati di Galaad, Dewey Fountain e sua moglie Winnie, insieme alla figlia Elizabeth, portando a nove il totale dei missionari nel paese. A quel tempo la maggior parte dei proclamatori del Regno si trovavano sulla costa caribica, a nord, dove l’opera stava cominciando a fiorire.

In considerazione di questo fatto, nel dicembre 1951 la Società trasferì la filiale da Bogotá a Barranquilla. Robert Tracy rimase sorvegliante della filiale fino all’aprile 1952, quando tornò a Bogotá per sposare “Libby” (Elizabeth) Fountain. James Webster, missionario a Barranquilla, prese il posto di Tracy come sorvegliante della filiale, e tale rimase per i successivi 13 anni. Parleremo ancora di questi uomini più avanti.

Proibiti i culti acattolici

Nel 1953 il presidente totalitario aveva preparato per l’adozione una nuova costituzione che incorporava i princìpi di un regime corporativo fascista. I suoi piani furono mandati all’aria quando l’esercito occupò la città e rovesciò il suo governo. Il generale Gustavo Rojas Pinilla divenne il nuovo presidente dittatore. Questo non lasciava presagire nulla di buono per i Testimoni.

Gabriel Piñeros, che ora è anziano in una congregazione di Cali, conosceva personalmente il generale Rojas. Un tempo Gabriel era colonnello dell’Aeronautica Militare colombiana e svolgeva la funzione di pilota del generale. Il fratello Piñeros ricorda che il generale era un uomo cordiale, che voleva porre fine alla violenza e stabilizzare il paese. “Il generale cominciò bene, ma il potere e l’ambizione gli diedero alla testa”, dice il fratello Piñeros. “Pur non essendo un uomo particolarmente religioso, si lasciò influenzare dalla chiesa”.

Desiderando consolidare la propria posizione come presidente, il generale Rojas ricercò l’appoggio della Chiesa Cattolica. Pertanto annunciò che il suo governo sarebbe stato rigidamente cattolico romano. Tre mesi dopo essere salito al potere, proibì tutti i culti acattolici in 18 territori della missione cattolica. Poi, nel giugno 1954, un altro decreto: questo proibiva ovunque le attività religiose non cattoliche in pubblico. Sarebbero state permesse solo le adunanze private in case dei gruppi non cattolici riconosciuti o in edifici religiosi riconosciuti dallo Stato.

Strappata la copertina dalle Bibbie

In maggio del 1953 i componenti della congregazione di Bogotá organizzarono un’escursione, ma non si trattava di una gita di piacere. Scesero al villaggio subtropicale di Tocaima, situato 1.200 metri più in basso rispetto alla loro città di montagna, per tenervi una cerimonia battesimale all’aperto e fare dell’altro. Dopo il battesimo i proclamatori si sparpagliarono nella cittadina per dare testimonianza.

Non passò molto che la polizia arrestò una sorella e la rinchiuse in prigione. Il fratello Tracy e altri cercarono di ottenerne il rilascio, ma anch’essi furono messi dentro. In breve tempo erano otto i Testimoni tratti in arresto. Il sergente di polizia urlò furibondo che essi erano comunisti e che non avevano nessun diritto di predicare in quel villaggio cattolico. Il sindaco fece gettare le pubblicazioni dei Testimoni in una grande vasca piena d’acqua nel patio centrale della stazione di polizia, dopo che i poliziotti ebbero strappato la copertina dai libri e dalle Bibbie. Infine, un’ora più tardi, gli agenti si calmarono e rilasciarono i Testimoni.

Il viaggio di ritorno su per il fianco della montagna, che durò quattro ore, fu un viaggio felice per la congregazione, giacché tutti ‘si rallegravano perché erano stati ritenuti degni di essere disonorati a favore del nome di Gesù’. — Atti 5:41.

La congregazione di Bogotá va avanti da sola

Nel 1954 Bogotá contava oltre 600.000 abitanti ed era una città in rapido sviluppo. Eppure, dopo oltre otto anni di attività missionaria, la congregazione di Bogotá aveva ancora in media solo 30 proclamatori. Visto lo scarso risultato di tanti sforzi, la casa missionaria di Bogotá fu chiusa e i missionari vennero mandati altrove. Ma dove? A Cali, dove la sorella Kathe Palm aveva dato testimonianza 18 anni prima. Ora Cali era una città industriale in espansione, un posto in cui era logico aprire una nuova casa missionaria.

Per aver cura dell’opera del Regno nella congregazione di Bogotá fu nominato sorvegliante di congregazione un fratello locale, Porfirio Caicedo. Era un abile falegname che fabbricava stampi per la fusione dei metalli. Conosciuta la verità nel 1950, mise a buon frutto il suo spirito intraprendente per allevare “nella disciplina e nella norma mentale di Geova” la sua famiglia numerosa che continuava ad aumentare. — Efes. 6:4.

Il secondo figlio di Porfirio, Raúl, cominciò a fare il pioniere non appena ebbe terminato le scuole superiori all’inizio degli anni ’60. Prese seriamente il suo ministero e compì l’opera nella circoscrizione e nel distretto, frequentando poi la Scuola missionaria di Galaad. Tornato in Colombia, ora in qualità di missionario, ricevette il suo ultimo incarico, quello di membro del Comitato della Filiale. Fu un giorno triste per tutti quello in cui Raúl Caicedo morì di cancro nel 1981 all’età di 38 anni. Suo padre, Porfirio, morì due anni dopo.

Porfirio Caicedo e la sua numerosa famiglia continuano fino ad oggi ad avere un’ottima reputazione per il loro fedele servizio. * Tutti e 17 i figli viventi sono Testimoni dedicati e attivi. E dei circa 50 nipoti, 20 sono battezzati e gli altri, più giovani, stanno crescendo nella verità.

Sulla costa tutti conoscono i testimoni di Geova

Ora diamo un’occhiata all’opera del Regno sulla costa caribica. Ricordate cosa riferì la sorella Kate Goas dopo aver predicato a Barranquilla nel lontano 1942? Era convinta che lì ci fossero “molte persone gentili e ben disposte” che avrebbero accettato la verità. Ebbene, quattro anni dopo arrivarono da Bogotá cinque missionari pronti per iniziare a predicare in quella città costiera.

Barranquilla, una località tropicale, ha un fascino tutto suo: il modo di vivere tranquillo, la gente estroversa, quel loro particolare tono di voce. I costeños sono veramente espansivi e molto spesso esuberanti e chiassosi. Vi riuscirebbero subito simpatici.

I cinque missionari che nel 1946 si erano trasferiti da Bogotá a Barranquilla ricevettero altro aiuto nel novembre di quell’anno, quando arrivò dagli Stati Uniti James Webster, un ventottenne alto e magro, ex contadino. “Che brusco cambiamento!”, disse Webster. Aveva frequentato la stessa classe di Galaad di Robert Tracy e, come Tracy, aveva prestato servizio come sorvegliante di circoscrizione prima di venire in Colombia.

Sei mesi dopo, nel maggio 1947, si trasferì da Bogotá Olaf Olson per dare anch’egli man forte al gruppo di missionari. Essendo nordamericano di origine norvegese, parlava lo spagnolo con una simpatica cadenza scandinava. A Barranquilla, allora una città di circa 160.000 abitanti, c’erano solo poche persone locali che si radunavano regolarmente con i sette stranieri. Olson, predisse che un giorno a Barranquilla ci sarebbero stati 500 proclamatori. Allora sembrava impossibile, ma quel traguardo fu raggiunto nel gennaio 1959.

La maggior parte dei nuovi provenivano dalla classe più povera, el pueblo, come la chiamano i colombiani. Durante il periodo della violencia, furono Testimoni del pueblo i primi a recare coraggiosamente la verità in altre città costiere e nell’interno.

“Oggi a Barranquilla ci sono 62 congregazioni, più che in qualsiasi altra città del paese eccetto Bogotá”, dice Rogelio Jones, locale sorvegliante di città e imprenditore edile che dagli anni ’50 ha aiutato la Società a realizzare vari progetti di costruzione. “E la predicazione che viene compiuta lungo la costa è efficace. Quasi tutti in città hanno un parente, un amico o un compagno di lavoro che è testimone di Geova. La regione costiera caribica è forse l’unica parte della Colombia in cui la gente fa coerentemente distinzione fra testimoni di Geova e altri gruppi non cattolici”.

Venditore di biglietti della lotteria, ora pioniere regolare

Gli stranieri che visitano la Colombia fanno presto a notare gli onnipresenti venditori di biglietti della lotteria, un modello di iniziativa e tenacia. José Villadiego, uno di questi ambulanti, ricevette alcune pubblicazioni da un missionario che stava dando testimonianza per le strade, e ciò che lesse gli piacque. Alcuni giorni dopo José incontrò per caso un proclamatore del Regno che stava dando testimonianza di porta in porta. Essendo vecchio del mestiere, con la differenza che offriva un prodotto ben diverso, cominciò ad accompagnare il proclamatore. Dapprima ascoltò come veniva fatta la predicazione. Poi egli stesso interloquiva per sottolineare l’importanza del messaggio.

La successiva domenica mattina José era nella Sala del Regno, pronto per il servizio di campo. (A quel tempo i requisiti per i nuovi proclamatori non erano così ben definiti come oggi.) Dopo non molto, però, José smise la vendita ambulante dei biglietti della lotteria per rendersi idoneo per la dedicazione e il battesimo. Nell’aprile 1949, sei mesi dopo il battesimo, divenne il primo pioniere regolare di Barranquilla. Attualmente José Villadiego è un anziano in una congregazione di Barranquilla ed è tuttora un esempio di iniziativa e di entusiasmo in qualità di pioniere regolare.

‘Fui colpita dalla gentilezza di quell’uomo’

Anche nella classe più abbiente c’erano persone amichevoli che attendevano di conoscere la verità. Ad esempio, nel quartiere di El Prado abitava una vedova sconsolata, Inez Wiese. Nata in Giamaica da genitori inglesi, aveva trascorso la sua infanzia in Colombia. Poi si era sposata e si era trasferita in Germania dove, durante la seconda guerra mondiale, il marito tedesco e due figli adottivi morirono. Dopo la guerra essa tornò in Colombia. Un giorno del 1947 Olaf Olson bussò alla sua porta e le offrì l’abbonamento alla Torre di Guardia. In seguito essa riferì: “Non avevo mai sentito parlare dei testimoni di Geova e sapevo pochissimo della Bibbia. Comunque, decisi di abbonarmi a motivo del suo atteggiamento gentile e premuroso”. Due anni dopo, all’età di 59 anni, Inez intraprese il servizio di pioniere.

Essa offrì generose contribuzioni per l’opera del Regno fra cui un frigorifero e una lavatrice, tanto necessari per la casa missionaria, e una grande giardinetta nuova modello 1953 per la filiale. Nel corso degli anni fu anche una brava insegnante di spagnolo per i nuovi missionari che arrivavano. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1977, Inez diede un ottimo esempio. Il suo senso dell’umorismo e il suo amore per la verità erano uno sprone per i missionari e per i fratelli locali. *

“Le cose cominciavano proprio a muoversi!”

Farah Morán, il merciaio menzionato in precedenza, che da circa 14 anni leggeva i libri scritti dal fratello Rutherford, era convinto di aver trovato la verità. Un giorno del settembre 1949 entrò nel negozio di Farah un missionario che si presentò come ministro, ma quando questi cercò di proseguire con la sua esposizione, Farah lo interruppe dicendo: “Non mi interessa sentir parlare di alcuna religione, tranne quella spiegata dal giudice Rutherford!” Quando gli fu mostrato che si trattava dello stesso messaggio, Farah accettò molto volentieri il libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Quella settimana stessa Farah cominciò a frequentare le adunanze.

Il fratello Webster racconta: “La moglie di Farah e alcuni componenti della famiglia di lei accettarono la verità. Il vecchio compagno di caccia di Farah, César Roca, insieme a sua moglie e alla sua numerosa famiglia, nonché diversi altri amici, accettarono la verità. I fratelli protestanti di Farah, le rispettive famiglie e alcuni loro parenti acquisiti l’accettarono anch’essi. Le cose cominciavano proprio a muoversi!”

A Barranquilla la crescita fu rapida, e presto si formò una seconda congregazione; la casa del fratello Morán fungeva da Sala del Regno, mentre Olaf Olson era il sorvegliante che presiedeva. Alla prima adunanza furono presenti 52 persone. Il fratello Olson addestrò Farah perché potesse sorvegliare il gruppo. Nel settembre 1953 si formò una terza congregazione. Due anni più tardi la quarta.

Il microfono del prete era rimasto acceso

Il fratello Webster narra come fu dato un grande impulso all’opera di evangelizzazione:

“Nel marzo 1953 ricevemmo la giardinetta nuova che la sorella Wiese aveva regalato alla filiale. Cominciammo a dare regolarmente testimonianza in gruppo nei sobborghi intorno alla cittadine e nei paesi vicini. Dopo non molto avevamo dato testimonianza in dieci cittadine del dipartimento di Atlántico dove non si era mai predicato prima. Se il viaggio durava più di un giorno, vi partecipavano solo fratelli. Le spese venivano divise. Trovavamo alloggio per la notte presso famiglie ospitali, e dormivamo su brandine, sul pavimento, oppure nella ‘Teocratica’, come veniva chiamata la giardinetta. Più di una volta i sacerdoti dei villaggi si rivolsero al sindaco e fecero in modo che la polizia interferisse con la nostra opera”.

Una domenica mattina un gruppo organizzato per il servizio era arrivato nella pubblica piazza del paese di Tubará, quando la voce del prete tuonò dagli altoparlanti in cima al campanile: “Cari amici testimoni di Geova, salve! Vi invito a venire da me per parlare, e vedremo chi ha ragione”. Diversi fratelli si diressero subito verso la chiesa, dove il sacerdote chiese loro di mostrargli la differenza fra il cattolicesimo e il protestantesimo.

James Webster cominciò con la storia del cristianesimo del I secolo e descrisse l’apostasia che si era sviluppata nel II e III secolo. Dopo una breve sintesi della storia della Chiesa Cattolica fino alla Riforma protestante del XVI secolo, mise in risalto che sia il cattolicesimo che il protestantesimo hanno gli stessi insegnamenti fondamentali di origine pagana: la Trinità, l’anima immortale e l’inferno di fuoco. Quindi proseguì spiegando cosa insegna in realtà la Bibbia riguardo a Geova Dio, Cristo Gesù, il Regno e una terra paradisiaca.

La discussione andò avanti per 15 minuti proprio accanto al microfono del prete, rimasto acceso. Poiché il forte suono degli altoparlanti della chiesa si poteva sentire in tutto il paese, si calcolò che l’uditorio visibile fosse di 169 persone presenti in piazza, più molti altri che udivano dalla propria casa.

Poi il prete si ricordò del microfono acceso e di punto in bianco disse che aveva un appuntamento per un matrimonio, ponendo così bruscamente fine alla discussione. Mentre i fratelli raggiungevano il resto del gruppo, gli altoparlanti diffondevano a tutto volume il disco di una canzone intitolata “¡Palo con esa gente!” (Prendeteli a bastonate!) Ma nessuno si radunò per aggredire i Testimoni, i quali andarono pacificamente di casa in casa a predicare, con grande costernazione del prete.

Arrestati e ingiunto loro di lasciare la città

Un tempo, quando abitava nella cittadina di Aracataca, un sarto di nome Antonio Carvajalino sosteneva la causa del partito comunista. Poi si trasferì a Barranquilla, dove i fratelli Webster e Olson lo trovarono mentre stavano dando testimonianza. Seguirono animate conversazioni bibliche che si protrassero per diverse visite mentre, da una stanza attigua, le quattro sorelle nubili di Antonio tendevano l’orecchio per non perdere una parola. Infine egli si arrese e riconobbe che il Regno di Dio è l’unica speranza per la gente povera della Colombia e per il resto del mondo. In seguito Antonio si battezzò. Anche le sue quattro sorelle accettarono di cuore la verità e poco dopo intrapresero il servizio di pioniere insieme al loro fratello.

In seguito l’intera famiglia Carvajalino, insieme al nipote Tomás Dangond, fu inviata come gruppo di pionieri speciali nella città di Barrancabermeja, dove si trovano delle raffinerie di petrolio, a monte del Río Magdalena. In questa zona, territorio della missione cattolica, era proibito agli acattolici compiere opera di proselitismo, secondo il decreto del generale e dittatore Gustavo Rojas Pinilla. Gli evangelici del posto si radunavano a porte chiuse nella loro chiesa. Venuti a sapere che ora i testimoni di Geova stavano predicando in città, gli evangelici si precipitarono dal vescovo cattolico con La Torre di Guardia e Svegliatevi! in mano per riferirgli che erano i Testimoni a distribuire quelle riviste, non l’organizzazione evangelica.

Fu ordinato alla polizia di prendere i Testimoni. Prima arrestarono le quattro sorelle, poi alcuni investigatori andarono nel luogo in cui alloggiavano i pionieri e arrestarono i due fratelli, sequestrando le loro borse e la loro scorta di 20 scatoloni di libri. Il pretore ingiunse ai pionieri di pagare una multa e di firmare una dichiarazione secondo cui non avrebbero più predicato nella città. Tutti si rifiutarono di farlo, perciò tutti e sei furono condannati a 90 giorni di carcere.

L’indomani i due fratelli persuasero il sindaco che “era una gran vergogna per la sua amministrazione tenere rinchiuse in condizioni così deplorevoli quattro donne cristiane come se fossero criminali”. Chiesero che le condanne date alle sorelle venissero aggiunte alla propria, di modo che le quattro donne potessero essere liberate. Il sindaco acconsentì, e Antonio e suo nipote Tomás furono condannati a nove mesi di carcere.

Il sorvegliante della filiale, James Webster, si recò in aereo a Barrancabermeja per cercare un avvocato che difendesse i Testimoni. Ma nessuno aveva il coraggio di farlo. Allora riprese l’aereo per Bogotá per presentare di persona il caso al segretario del presidente. Uditi i fatti, il segretario telefonò al sindaco di Barrancabermeja e gli ordinò di rilasciare i fratelli e di restituire loro la letteratura alla condizione che il gruppo lasciasse la città entro 48 ore.

Hanno aiutato più di 300 persone a conoscere la verità

Entro il tempo stabilito, mentre erano sorvegliati dalla polizia, i Carvajalino si recarono in autobus nella vicina Bucaramanga, capoluogo del dipartimento (provincia) di Santander. Nelle campagne circostanti imperversava ancora la violencia, per cui la gente viveva nel timore e diffidava degli stranieri. Nonostante tutto questo, i pionieri predicarono con tatto e si conquistarono la fiducia della gente del posto. Nel giro di un anno fondarono una congregazione di 13 proclamatori. E al discorso pubblico tenuto durante la visita del sorvegliante di circoscrizione ci fu un sorprendente totale di 65 presenti.

Dov’è ora la famiglia Carvajalino? Antonio Carvajalino morì nel 1958 e sua sorella Inés nel 1987. Il nipote Tomás Dangond è un anziano. Lui, la moglie e la figlia prestano servizio come pionieri speciali nel vicino Venezuela. Le sorelle Carvajalino non si sono sposate, per ‘servire il Signore senza distrazione’. (1 Cor. 7:35) Nell’insieme, hanno aiutato più di 300 persone ad acquistare conoscenza della verità. *

Durante quegli anni altri pionieri speciali furono messi in carcere. A Magangué, porto fluviale sul Magdalena, nel 1956 Miguel Manga e sua moglie Leonor furono tenuti 11 giorni in prigione per istigazione del prete del paese. E nell’allora fanatica città di Sahagún (dipartimento di Córdoba), un sindaco male informato arrestò il pioniere speciale Carlos Alvarino e lo condannò a due settimane di lavori forzati.

“È come vivere in un altro mondo”

Paolo scrisse a Timoteo: “Le cose che hai udito da me . . . , queste cose affidale a uomini fedeli, che, a loro volta, siano adeguatamente qualificati per insegnare ad altri”. (2 Tim. 2:2) Due di questi futuri uomini fedeli erano Benjamín Angulo e Armando Gómez.

Benjamín Angulo, un operaio 27enne di Santa Marta, aveva perso la fede nella chiesa e non si interessava di politica. Era solito pensare: ‘Ci sono ingiustizie e sofferenze dappertutto! Come può esistere un Dio?’

Un giorno del 1955 un compagno di lavoro gli parlò di Geova Dio e del suo Regno e gli offrì uno studio biblico settimanale sul libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Benjamín accettò, insistendo che lo studio fosse tenuto tutti i giorni all’ora di pranzo, sei volte la settimana.

Passò un mese. Il Testimone decise che era tempo di invitare alle adunanze il suo nuovo studente. Ma certo che desiderava assistervi! Benjamín fu estasiato da quella prima adunanza, ma anche deluso. Chiese al Testimone perché non gli avesse parlato prima di queste meravigliose adunanze. Aveva perso “un mese intero di preziosa istruzione”.

Nella congregazione di Santa Marta c’erano pochi fratelli e, nonostante fosse molto timido, Benjamín fu subito messo al lavoro e gli furono affidate parti da svolgere nella Scuola di Ministero Teocratico e poi in altre adunanze. Il libro di testo della Scuola di Ministero Teocratico divenne il suo manuale di istruzioni man mano che leggeva e seguiva coscienziosamente tutti i consigli in esso contenuti. Rallegrandosi per aver trovato uno scopo nella vita, Benjamín esclamò: “È come vivere in un altro mondo: la verità, le adunanze, l’amore dei fratelli, i privilegi che ricevo!”

‘Il discepolo diviene come il suo maestro’

Come pioniere speciale, assegnato nel 1958 a Montería sul fiume Sinú, Benjamín trovò ben presto un altro di quei futuri uomini fedeli, il figlio 20enne di una nuova proclamatrice della congregazione, la sorella Gómez. Il nome del giovane era Armando.

Benjamín andò via da Montería per intraprendere l’opera nella circoscrizione, mentre Armando rimase nella sua congregazione di origine. Armando non perdeva d’occhio l’esempio dell’hermano (fratello) Benjamín, più maturo di lui. Non aveva detto Gesù che “basta al discepolo divenire come il suo maestro”? (Matt. 10:25) Anche Armando diventò pioniere speciale e poi sorvegliante di circoscrizione. Ora Armando Gómez presta servizio alla Betel di Bogotá, essendo uno dei cinque membri del Comitato di Filiale della Colombia, insieme a Benjamín Angulo, che oltre 30 anni fa lo portò nel servizio di campo a Montería.

Gente burbera accetta la verità

Da Montería la buona notizia del Regno si diffuse in fretta nelle campagne circostanti e poi fino alle remote regioni di Córdoba. Nel XVI secolo i cercatori d’oro europei avevano setacciato questa regione in cerca di grotte e tombe indiane, dov’erano seppelliti una gran quantità di oggetti d’oro. Quegli avventurieri trovarono ingenti ricchezze, che trasportavano giù fino al mare attraverso il fiume Sinú e poi lungo la costa su fino a Cartagena perché fossero caricate su navi e inviate in Spagna.

In seguito altri spagnoli si trasferirono qui e vi si stabilirono. Córdoba finì per essere conosciuta come una zona di burberi allevatori e contadini, uomini che si facevano giustizia da sé e che appianavano i contrasti col machete e il revolver. È interessante che molti di questi uomini e le loro famiglie accettarono prontamente il messaggio del Regno e cominciarono a parlarne con gli allevatori e i contadini loro vicini. Così, man mano che aumentava il numero dei nuovi interessati, si formavano congregazioni e iniziavano le visite di circoscrizione. Molti sorveglianti viaggianti della Colombia sono stati mandati ‘in rodaggio’ nella circoscrizione di Córdoba, e alcuni di loro scherzando descrivono questa esperienza come un addestramento per sopravvivere alla “grande tribolazione”. — Riv. 7:14.

Ripensando a quei giorni, Benjamín Angulo afferma: “Nella circoscrizione di Córdoba mi è capitato di tutto: viaggiare un giorno intero a dorso d’asino o a cavallo, guadare torrenti infestati dai serpenti, essere minacciato da gruppi di guerriglieri, accessi febbrili; riempirei un libro se cercassi di raccontare tutte quelle esperienze”.

È interessante notare che le regioni isolate di Córdoba sono gli unici territori rurali della Colombia che finora sono stati interamente raggiunti dal messaggio del Regno.

“Sciogliete l’assemblea”

La prima assemblea di distretto della Colombia fu tenuta presso la filiale, nella casa missionaria di Barranquilla, nel dicembre 1952. Vennero fratelli da sei dipartimenti, o province, alcuni dei quali per assistere avevano fatto un viaggio di quattro giorni in battello sul fiume Magdalena. Il massimo dei presenti fu di 452 persone, con 58 battezzati. La sessione finale era appena terminata che già si parlava con entusiasmo dell’assemblea successiva.

Nel 1955, per l’assemblea nazionale “Regno trionfante”, i fratelli firmarono un contratto per una sala da ballo, che veniva usata anche per altri trattenimenti. Ma il sindaco e il governatore si intromisero per far annullare il contratto, e questo per ordine del vescovo cattolico. Con un solo giorno di preavviso, i Testimoni dovettero cambiare programma e anche questa volta tenere l’assemblea presso la filiale.

La prima sessione pomeridiana stava appena cominciando, con 600 presenti, quando comparvero un capitano di polizia e una decina di agenti armati. Entrando infuriato, il capitano ordinò: “Sciogliete l’assemblea!” La mattina dopo, dietro un’istanza presentata al sindaco fu confermato il diritto dei Testimoni di tenere riunioni religiose nella loro proprietà. Il segretario del sindaco presentò le sue scuse per l’interruzione non autorizzata dell’assemblea. La seconda sera i presenti salirono a 700, e il quarto e ultimo giorno quasi 1.000 persone si accalcarono nella proprietà della filiale.

Fine del regime totalitario

Nel maggio 1957 fu rovesciata la dittatura militare in Colombia. Il nuovo regime inghiottì l’ondata di totalitarismo che da verso la fine degli anni ’40 aveva sommerso il paese, garantì legalmente certe libertà fondamentali e introdusse rapidamente una certa pace e stabilità politica. Ora si potevano assegnare alla Colombia altri missionari per aiutare a estendere più celermente l’opera del Regno in tutto il paese.

Grazie a questa nuova libertà religiosa, 1.200 persone emozionate e felici affollarono la Sala del Regno oltre che il patio e il viale d’accesso alla proprietà della filiale a Barranquilla durante la visita fatta nel 1958 dal fratello Milton G. Henschel, di Brooklyn, ora membro del Corpo Direttivo. Il successivo raduno annuale si sarebbe sicuramente tenuto in una sala più grande e più adatta!

“Seccature col vescovo”

I quasi dieci anni di legge marziale e di dittatura che concedeva speciali privilegi alla religione cattolica erano terminati, è vero, ma la chiesa era più decisa che mai a non allentare la stretta mortale in cui teneva il popolo colombiano. Questo divenne evidente al tempo dell’assemblea di distretto “Ministri svegli” del 1959.

Per gli ultimi tre dei quattro giorni previsti per la durata dell’assemblea era stato scelto il Teatro Metro, dotato di aria condizionata, che aveva una capacità di 2.000 persone e che a quel tempo era uno dei luoghi migliori per tenere riunioni a Barranquilla. Era tutto a posto, o almeno così sembrava. I Testimoni avevano in mano un contratto firmato e autenticato dal notaio, una ricevuta della caparra e una dichiarazione scritta del comune attestante che i Testimoni potevano tenere la loro assemblea “ovunque ritenessero opportuno”.

Il lunedì mattina, appena tre giorni prima dell’inizio dell’assemblea, il direttore del Metro telefonò alla filiale e disse tutto agitato che il vescovo cattolico gli stava facendo pressione perché annullasse il contratto. Cosa si poteva fare? Già da diverse parti del paese arrivavano i partecipanti all’assemblea. Facendo una rapida visita al comune si scoprì che anche il sindaco era in uno stato di agitazione. L’ultima cosa che desiderava era “avere seccature col vescovo”. Voleva che annullassimo l’assemblea.

Il martedì mattina i Testimoni tornarono dal sindaco facendogli notare che l’articolo 53 della Costituzione della Colombia chiaramente afferma: “È garantita la libertà a tutte le religioni che non offendono la morale cristiana e che non violano la legge”. Non servì a nulla. Il sindaco era irremovibile.

Il passo successivo fu quello di presentare un’istanza al ministro degli Interni a Bogotá. I funzionari governativi furono comprensivi. “È chiaro che voi siete nel giusto”, dissero per rassicurare i fratelli. Tuttavia i funzionari non avevano intenzione di mettere nulla per iscritto, temendo che questo “avrebbe creato problemi con la chiesa”. Il governatore del dipartimento di Atlántico fu informato della loro decisione. Egli a sua volta parlò col sindaco.

Giovedì mattina l’assemblea iniziò secondo il programma nella proprietà della filiale. Finalmente, al termine della giornata, i fratelli uscirono trionfanti dall’ufficio del sindaco, con l’approvazione scritta in mano. Geova aveva concesso la vittoria! I Testimoni si godettero gli ultimi tre giorni di assemblea nel comodo Teatro Metro, dotato di aria condizionata. Alla fine si raggiunse la cifra record di 2.200 presenti.

Dopo questi avvenimenti, il direttore del teatro era un uomo diverso. L’organizzazione che funzionava senza intoppi, la condotta ordinata dei Testimoni, il tenore dignitoso del programma: tutto questo lo aveva lasciato visibilmente bene impressionato. Disse che sarebbe stato felice di affittare il locale ai Testimoni per la loro successiva assemblea, e così fece.

Dove sono ora?

James Webster servì in qualità di sorvegliante della filiale dall’aprile 1952 finché, nel gennaio 1965, lui e sua moglie Phyllis non tornarono negli Stati Uniti, essendo in attesa di un bambino. Tuttora lungo la costa colombiana i più vecchi conservano bei ricordi del loro hermano Jaime. “Era sempre gentile e amorevole, pronto a prestare orecchio a tutti con comprensione”, rammentano. I Webster sono pionieri speciali in una delle molte congregazioni di lingua spagnola degli Stati Uniti. Il loro figlio, Jaime junior, e sua moglie prestano ora servizio alla Betel di Brooklyn.

L’ex compagno di James, Olaf Olson, ha svolto il servizio in tutte le principali città della Colombia. Egli è il missionario più anziano del paese e ora vive a Neiva, nell’alta valle del Río Magdalena. *

Detto questo, lasciamo l’opera a Barranquilla e passiamo al porto storico di Cartagena sulla costa, più a sud-ovest in direzione del Panamá.

Cartagena de Indias

Dopo 16 minuti di volo da Barranquilla si giunge in vista di Cartagena, col suo ottimo porto naturale e numerose vie navigabili. Al colonizzatore spagnolo Pedro de Heredía va il merito di aver scelto questo luogo per fondarvi Cartagena de Indias nel 1533. Anche un crescente numero di villeggianti scoprono ogni anno Cartagena quando vengono a prendere il sole e a fare i bagni sulle spiagge della penisola di Boca Grande e visitano i luoghi storici della città che parlano del suo passato coloniale.

Dall’alto del Forte San Felipe de Barajas prospiciente la baia, i turisti amanti della storia possono immaginare il porto sottostante pieno di velieri spagnoli, come quelli che formavano le famose flotte di galeoni Tierra Firme, che imbarcavano l’oro del continente e, con i venti favorevoli, facevano vela verso la Spagna portando il loro prezioso carico.

Ma c’era un tempo in cui Cartagena aveva terrore degli stranieri a causa delle scorrerie dei pirati. Navi corsare francesi, inglesi e olandesi depredavano i porti e i galeoni spagnoli. Cartagena fu saccheggiata dal corsaro John Hawkins e poi dal suo temerario nipote, sir Francis Drake; entrambi erano al soldo dell’Inghilterra ed erano protestanti. Il padre di Drake era infatti un predicatore protestante. Nel 1586 Francis Drake catturò e tenne in ostaggio Cartagena, e fu questo uno dei motivi che nel 1588 spinsero Filippo II a lanciare l’Invincibile Armata spagnola contro l’Inghilterra protestante, determinando una svolta nella storia d’Europa e del mondo.

Libero da timori superstiziosi

La storia dell’oro colombiano è incompleta senza un accenno agli schiavi. I negri africani finirono per costituire il grosso della manodopera nelle miniere, e Cartagena “si trasformò nel più importante mercato di schiavi dei Caraibi, e forse dell’intero Nuovo Mondo”. Qui gli africani furono convertiti alla religione dell’uomo bianco, e per rimpiazzare i feticci furono dati loro crocifissi e medaglie. Al posto dell’animismo fu insegnato loro a pregare rivolgendosi a statue e quadri di “santi”. Alle credenze che già avevano per quanto riguardava i morti furono aggiunte altre idee pagane come quelle del purgatorio, dell’inferno e del limbo. L’emancipazione dalla schiavitù giunse per loro nel 1851, ma per essere liberati dalla superstizione e dal timore dei morti avrebbero dovuto attendere un altro secolo.

Gregorio de la Rosa, un cartagenero, è un esempio degno di nota. Nato in una famiglia molto religiosa, nella cui casa c’erano tante immagini e un altare di famiglia, ricorda come l’insegnamento dell’inferno e del purgatorio aveva riempito di incubi la sua infanzia. Anche da grande e una volta sposato il pensiero della morte continuava ad angosciarlo.

Poi la pioniera speciale Leonor Manga iniziò a studiare la Bibbia con Lilia, la moglie di Gregorio. Dapprima egli se ne stava seduto inosservato ad ascoltare nell’altra stanza. Ciò che udì gli piacque e poco dopo prendeva parte allo studio insieme alle loro cinque figlie. Non passò molto che Gregorio divenne esemplare nel servizio del Regno. Poi fu invitato a lavorare alla costruzione della filiale a Facatativá, e attualmente presta servizio come sorvegliante di circoscrizione.

Cartagena prospera

Dopo gli anni ’50 la crescita del numero di Testimoni a Cartagena fu lenta. Ma durante gli anni ’80 la città ha visto un aumento del 100 per cento nel numero dei proclamatori del Regno, anche qui in maggioranza appartenenti al pueblo. Gli oltre 1.000 proclamatori delle 17 congregazioni conducono quasi 3.000 studi biblici al mese.

Dal 1983 al 1987 una casa missionaria situata nella zona di villeggiatura di Boca Grande ospitò missionari provenienti dal Messico, dalla Danimarca, dalla Finlandia, dal Canada e dagli Stati Uniti. I missionari hanno portato il messaggio del Regno a molti, inclusi i commercianti. “È una gioia lavorare nel territorio commerciale di Cartagena”, è stato il commento di un missionario. “Molti commercianti si prendono il tempo di ascoltare e conversare. Alcuni hanno accettato la verità”.

Gli antioqueños, gente fortemente cattolica

Ora dirigiamoci verso l’interno, a Medellín, una città di rinomanza internazionale nel dipartimento di Antioquia, a 45 minuti di aereo da Cartagena. Spagnoli delle Province Basche e delle Asturie colonizzarono questa regione durante la seconda metà del XVI secolo. Oggi i loro discendenti formano una popolazione orgogliosa ed energica, fortemente cattolica, che ha la reputazione d’essere gente scaltra e parsimoniosa ma amichevole, e soprattutto loquace. Oltre un secolo fa i contadini antioqueños si dedicarono alla coltivazione del caffè e contribuirono a fare della Colombia il secondo paese del mondo produttore di caffè dopo il Brasile.

Seconda città della Colombia in ordine di grandezza, Medellín è situata in una valle delimitata a est e a ovest da una serie di colline alte intorno ai 500 metri. I segni del benessere si vedono ovunque: attività commerciale e industriale, una metropolitana sopraelevata di scorrimento veloce prossima a essere terminata (la prima in Colombia), superstrade con svincoli, bei negozi e, nella parte sudorientale, alti e lussuosi edifici d’abitazione. C’è anche la miseria, e i nudi fianchi delle colline sono costellati di quartieri abusivi i cui abitanti sono spesso incuranti del pericolo di frane e smottamenti stagionali.

Eugene Iwanycky è il sorvegliante di città. Nato in Austria, ha conosciuto la verità in Canada e si è trasferito in Colombia nel 1969 insieme alla sua famiglia. Egli riferisce che ora nella città ci sono 33 congregazioni in rapida crescita, ma il numero è più alto se si contano le zone periferiche.

Capitale religiosa

Il mercoledì 1° ottobre 1958 il primo diplomato di Galaad arrivò a Medellín per dare impulso all’opera di evangelizzazione. Benché la dittatura fosse finita e i testimoni di Geova si fossero già stabiliti in altre grandi città del paese, Medellín era diversa. A quel tempo era rinomata come capitale religiosa della Colombia. Ad ogni modo, le coppie di missionari accolsero con entusiasmo il loro trasferimento. Dopo aver trascorso un anno a Barranquilla, dove il clima tropicale era molto caldo, erano felicissimi del clima mite di Medellín e contenti di trovare una città pulita piena di fiori dai colori vivaci, fra cui tante orchidee.

Fra quelle coppie di missionari c’erano Richard e Virginia Brown. Richard, ora coordinatore del Comitato di Filiale della Colombia, descrive le impressioni dei missionari: “Che la città fosse notoriamente religiosa, come ci era stato riferito, fu eloquentemente confermato. Sembrava ci fossero preti e suore vestiti di nero dappertutto: per le strade, nei negozi, sugli autobus. La città era piena di chiese, cappelle e scuole religiose. Con quel po’ di spagnolo che conoscevamo provammo a dare testimonianza informale solo per essere bruscamente respinti con un’occhiataccia.

“Benché nella città fossimo solo quattro missionari, sui giornali cominciarono a comparire avvertimenti circa la nostra attività: ‘Avviso ai cattolici. Un’intensa campagna è stata lanciata dai testimoni di Geova . . . Rifiutate e distruggete qualsiasi pubblicazione del genere vi capiti per le mani’. Eppure fu trovato un certo interesse, e nel giugno 1959 cominciò a funzionare la prima congregazione di Medellín, con 23 proclamatori, fra cui 5 che erano venuti a servire dove c’era più bisogno”.

‘Prendete a sassate i Testimoni’

Nel marzo 1960 arrivò a Medellín dal Canada un nuovo missionario, George Koivisto. Era celibe, biondo e di origine finlandese. Dopo aver seguito per un mese un corso accelerato di spagnolo nella casa missionaria, arrivò per lui il momento di compiere il servizio di campo. George non dimenticherà mai quella prima mattina in cui compì il servizio con le riviste.

“Stavo lavorando insieme a un gruppetto di pionieri e di proclamatori locali”, narra George, “e parlavo e capivo ancora molto poco lo spagnolo. Il proclamatore che era con me non capiva una parola di inglese. Era metà mattina quando una folla urlante di ragazzini di scuola ci prese di mira lanciando pietre e pugni di terra.

“La donna con cui stavamo parlando ci spinse a forza dentro casa sua e chiuse velocemente le persiane, appena in tempo. Cominciarono a piovere sassi e pietre contro la facciata della casa, sulle tegole e giù nel patio.

“Dopo un po’ arrivò una camionetta della polizia. I poliziotti volevano sapere chi aveva istigato quel tumulto. Qualcuno gridò che era stato il maestro; aveva lasciato uscire di scuola 300 bambini molto prima della ricreazione. Un’altra voce gridò: ‘Non è vero! È stato il prete! Ha ordinato attraverso gli altoparlanti di far uscire gli studenti per “prendere a sassate i protestanti”’”.

Dopo quell’incidente le cose cambiarono in tutto il quartiere, e ben presto i Testimoni trovarono persone che manifestarono interesse e iniziarono studi biblici.

Nel 1961 George sposò una pioniera locale, e dopo non molto nacquero due maschietti. I Koivisto rimasero in Colombia altri 18 anni. Nel 1980 George tornò in Canada con la famiglia. I Koivisto — George, Leonilde e i loro due figli — prestano servizio alla Betel canadese dal 1983.

Gli scolari rimangono disorientati

In un’altra occasione, una missionaria stava dando testimonianza da sola a Medellín, quando un gruppo di adolescenti cominciò a urlare dicendo alla padrona di casa che non doveva ascoltare la missionaria. Questo spaventò la donna, per cui la missionaria concluse la conversazione e fece per andarsene silenziosamente, ma i ragazzi la circondarono impedendole di muovere un altro passo.

Le chiesero se aveva pubblicazioni protestanti nella borsa. Lei rispose che aveva la Bibbia e chiese se la Bibbia era un libro protestante. Essi non seppero rispondere, quindi accusarono i Testimoni di non credere alla Madonna. La missionaria tirò fuori con calma la Bibbia e chiese loro di trovare dov’è che parla della Madonna. Nessuno ne fu capace.

Al che la sorella disse: “Io so dove. Volete che ve lo trovi?” Allora aprì la Bibbia in Luca 1:26-38 e fece leggere loro il racconto dell’angelo Gabriele che visitò la vergine Maria. Quindi assicurò loro che i testimoni di Geova credono a ciò che la Bibbia dice. I ragazzi replicarono che era stato detto loro che i testimoni di Geova non credono nella Madonna. Ora erano disorientati e di nuovo non sapevano cosa dire. La sorella rimise la Bibbia nella borsa e tranquillamente se ne andò via, lasciando gli scolari perplessi e pensierosi.

Interrompiamo qui, negli anni ’60, la storia dell’opera a Medellín. La prossima città è quella di Cali, che fu fondata nel 1536, l’anno in cui il traduttore biblico William Tyndale fu arso sul rogo.

Più a sud, a Cali

Per giungere a Cali, 450 chilometri più a sud, percorrendo l’Autostrada Panamericana, si compie un viaggio panoramico della durata di un giorno, su e giù per le montagne e attraverso verdi piantagioni di caffè e una vallata coltivata a canna da zucchero. Oggi troverete testimoni di Geova in tutti i principali paesi e città di questa regione.

Cali è situata ai piedi di una serie di colline e di montagne che si elevano gradatamente fino a raggiungere i 4.000 metri di altezza. Poi, sull’altro versante, i monti scendono giù verso le pianure costiere pacifiche, distanti meno di tre ore di macchina dalla città. Piacevoli brezze soffiano dalla cordigliera mitigando il calore della giornata. Tre croci in cima a un colle e un’enorme statua di Cristo Rey (Cristo Re) su un altro sovrastano la città.

Gente amichevole, che accoglie la verità

Quando Kathe Palm predicò qui nel 1936, Cali era una cittadina. Poi, agli inizi del 1949, il sorvegliante della filiale, Robert Tracy, dopo una breve visita scrisse alla sede mondiale della Società a Brooklyn: “Cali è una delle città più evolute della Colombia”.

Tracy aveva sistemato nella sua borsa per il servizio 15 libri insieme ai nomi di diversi interessati. Trovò gente amichevole e ricettiva, e nel giro di appena due ore aveva distribuito tutte le pubblicazioni. “Qui si dovrebbero mandare missionari il più presto possibile”, scrisse a conclusione del suo rapporto.

Durante la seconda guerra mondiale cominciò a Cali l’industrializzazione, e ben presto sorsero in tutta la zona industrie e aziende straniere, multinazionali e locali. Ora in questa città di circa due milioni di abitanti ci sono 3.657 Testimoni raggruppati in 39 congregazioni.

Trovato un lavoro in mezza giornata

Nel 1954 i Tracy e i Fountain lasciarono Bogotá per aprire la casa missionaria a Cali. Alcuni mesi dopo, a dicembre, arrivarono due nuovi missionari: Jesse e Lynn Cantwell. Jesse, il più giovane di una famiglia di otto pionieri residente negli Stati Uniti, aveva cominciato la sua carriera di evangelizzatore a 12 anni, nel 1934, quando andava ancora a scuola durante gli anni della Grande Depressione.

I Cantwell entrarono in Colombia come turisti, poiché nel 1954 erano ancora in vigore i decreti dittatoriali. Jesse, che aveva un’istruzione limitata e una conoscenza elementare dello spagnolo, si mise in cerca di un lavoro che avrebbe permesso a lui e a sua moglie di ottenere il permesso di soggiorno. Entro mezza giornata fu assunto dall’Università della Valle come insegnante di inglese presso la facoltà di medicina. “Questo poteva avvenire solo con l’aiuto di Geova”, confessò Jesse. Ora che in città c’erano sei missionari, l’opera del Regno a Cali attecchì e cominciò a crescere.

Quando la situazione politica cambiò e cessarono le restrizioni religiose, Cantwell si licenziò dall’università per viaggiare in una delle due circoscrizioni esistenti allora in Colombia. In seguito passò all’opera nel distretto, quindi lavorò per un certo tempo nella filiale a Barranquilla. Nel 1970 i Cantwell furono trasferiti nella Repubblica Dominicana, dove il fratello Cantwell prestò servizio come sorvegliante di filiale. Attualmente Jesse e Lynn Cantwell sono negli Stati Uniti, dove compiono con gioia l’opera nella circoscrizione.

Un sacerdote arrogante . . . e poliziotti comprensivi

In un quartiere benestante di Cali un sacerdote di nome Arango combatteva una guerra implacabile contro i testimoni di Geova. Un giorno la sorella Fountain e una nuova proclamatrice, Ana Valencia, stavano facendo una visita ulteriore, quando piombò in casa il sacerdote Arango che rabbiosamente disse alla signora: “Faccia uscire di qui quegli indiani!” Furibondo, telefonò lui stesso alla polizia. Nel frattempo le sorelle chiesero alla donna di chiamare loro un taxi. Il furgone cellulare e il taxi arrivarono contemporaneamente. Subito la sorella Valencia si avvicinò al cellulare e in tono convincente disse all’autista: “Guardi, signore, il sacerdote ha chiamato il cellulare per sé. Noi abbiamo chiamato il taxi, perciò prendiamo quello”. L’agente fu d’accordo, e le sorelle saltarono nella vettura per farsi portare al posto di polizia, lasciando il cellulare al prete.

Al posto di polizia, il sacerdote adirato inveì: “Queste donne andavano in giro per la mia parrocchia causando scompiglio, corrompendo la gente e insegnando usanze che non sono le nostre”.

“Poiché avete offeso il padre”, disse il magistrato alle sorelle, “vi devo trarre in arresto”. Le sorelle furono tenute in isolamento per circa sei ore, finché i fratelli Fountain e Cantwell non le trovarono e ottennero infine il loro rilascio. Il magistrato porse le sue scuse: “So che la vostra religione è buona, ma se non vi avessi tenute qui, domani avrei perso il posto”.

Non ha mai più messo in dubbio la ragionevolezza del suo trasferimento

L’anno 1957 segnò non solo la fine della dittatura in Colombia, ma anche l’inizio del programma il cui obiettivo era “servire dove c’è più bisogno”. Ci furono due ondate di arrivi in Colombia: la prima tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, poi la seconda — un vero e proprio afflusso di immigrati — dieci anni dopo.

Prendete ad esempio Elbert Moore e Stephania Payne Moore, diplomati della terza classe di Galaad nel 1944, che avevano prestato servizio come missionari rispettivamente nel Paraguay e in Cile. Sposatisi e tornati a vivere negli Stati Uniti, ora con una figlia e un figlio piccolo, furono tra i primi ad accettare l’invito a servire in Colombia, dove c’era più bisogno. Elbert venne da solo a Barranquilla nel gennaio 1958. Lungo il tragitto dall’aeroporto alla città, l’auto attraversò un quartiere povero. Assalito dai dubbi, Elbert si chiese: “Ma che ci sei venuto a fare in un posto del genere?” Circa 15 minuti dopo, essendo stato calorosamente accolto nella filiale da missionari entusiasti, aveva del tutto cambiato idea. “Non ho mai più messo in dubbio la ragionevolezza del mio trasferimento in Colombia”, ha detto.

Il suo problema di ottenere un contratto di lavoro fu risolto il giorno dopo quando venne assunto come insegnante di inglese, quindi mandò a chiamare la sua famiglia. Dopo aver trascorso un anno a Barranquilla sulla costa, i Moore caricarono i loro averi su un vecchio camioncino e partirono per un viaggio di 1.300 chilometri, su strade dissestate e polverose, attraverso pittoreschi altipiani e bassipiani, dove a volte si nascondevano guerriglieri e banditi, per trasferirsi dove il bisogno era anche maggiore: a Cali. Moore fu subito messo al lavoro nella congregazione di Cali e iniziò immediatamente a lavorare anche nella facoltà di lingue dell’Università della Valle, dove rimase finché non andò in pensione 20 anni dopo.

I figli dei Moore, ora entrambi sposati, vivono ancora in Colombia. Il figlio e il genero sono anziani cristiani. Dopo essere andato in pensione, per diversi anni il fratello Moore ha compiuto l’opera nella circoscrizione e nel distretto. Ora svolge il servizio alla Betel, ed è uno dei cinque membri del Comitato della Filiale colombiana, più convinto che mai di aver fatto una cosa saggia trasferendosi in Colombia oltre 30 anni fa. Sua moglie Stephania è morta nel novembre 1988.

Gli “anni d’oro”

Far fagotto e trasferirsi in un paese straniero non è cosa da poco, specialmente se si hanno quattro bambini piccoli e solo 100 dollari messi da parte per il viaggio. Questa era la situazione in cui si trovava la famiglia Zimmerman degli Stati Uniti all’inizio del 1959. Harold e Anne, diplomatisi nel 1952 alla 18a classe di Galaad, avevano trascorso tre anni come missionari in Etiopia. Ora il loro obiettivo era la Colombia, ma non avevano abbastanza denaro. Considerarono attentamente il consiglio dato a un’assemblea di circoscrizione ai futuri pionieri. L’oratore aveva detto: “Non aspettate fino ad avere la macchina e la roulotte e il denaro in banca. Stabilite il giorno, e partite!” Ma come affrontare le spese di viaggio?

La settimana dopo Anne aveva appena fatto la prenotazione per il viaggio aereo di Harold da Los Angeles in Colombia, quando arrivò una busta per posta. Conteneva un assegno di 265 dollari, un rimborso fiscale. Ma non finì tutto con questa inattesa manna dal cielo, perché il giorno dopo diverse famiglie di Testimoni porsero agli Zimmerman un dono di 350 dollari. Ora c’erano fondi sufficienti per realizzare la prima fase del progetto.

Giunto a Cali, Harold ricevette un colpo: sui giornali lesse notizie riguardanti la guerriglia e vide fotografie di corpi mutilati allineati per terra: l’infame violencia. ‘Come mai non ne ho sentito parlare prima?’, si chiese. ‘Mi rendo veramente conto di quello che sto per fare, portare mia moglie e quattro bambini a vivere qui?’

‘Le decisioni giuste’, ricordò a se stesso, ‘si prendono esaminando i princìpi biblici relativi al caso in questione’. Gli vennero in mente gli israeliti che avevano ascoltato le dieci spie timorose tornate dall’esplorare la Terra Promessa. Temevano che ‘le loro mogli e i loro piccoli sarebbero divenuti preda’ e volevano tornare in Egitto. La risposta di Geova fu che essi stessi sarebbero morti durante 40 anni di peregrinazione nel deserto, mentre i loro piccoli sarebbero sopravvissuti ed entrati nella Terra Promessa. (Num. 14:3, 31, 32) Ecco la risposta! Così Harold andò avanti con i suoi piani.

Come riassume Harold 30 anni di vita e di servizio in Colombia? Con le seguenti parole: “Siamo venuti in questo paese per prestare servizio ‘alcuni anni fino ad Armaghedon’. Gli anni sono passati uno dopo l’altro. Certo, molti più di quanti ne avessimo previsti, ma sono stati anni ricchi di privilegi e di benedizioni per tutti in famiglia mentre tenevamo ‘bene in mente la presenza del giorno di Geova’”. — 2 Piet. 3:12.

“Tutti i nostri figli sono sposati e camminano nella verità, e non siamo mai caduti vittime della violenza. Ora mia moglie ed io abitiamo in un piccolo bungalow vicino al cantiere della nuova filiale a Facatativá, dove stiamo vivendo i nostri ‘anni d’oro’ nel servizio alla Betel in qualità di operai volontari”. *

Il Concilio Vaticano II rende più facile ai Testimoni iniziare studi

La Chiesa Cattolica a Roma riconosceva ormai che la sua politica medievale di intolleranza religiosa seguita da secoli non era più sostenibile nel mondo del XX secolo. Si doveva modernizzare se non voleva perdere la sua credibilità. Questo portò al concilio ecumenico Vaticano II (1962-65). Ma questa liberalizzazione non era gradita ad alcuni componenti dell’alto clero della chiesa colombiana. Ora i cattolici ascoltavano la messa in spagnolo anziché in latino. Le immagini cominciarono a sparire dalle chiese. I protestanti godevano ormai della posizione di “fratelli separati”, non essendo più classificati come “nemici della Chiesa”.

Oltre a ciò, i fedeli venivano ora incoraggiati a leggere la Bibbia. Gli scolari cominciavano a comprarla come libro da usare durante le lezioni di religione. In varie case private sorsero gruppi di preghiera per la lettura biblica. Gradualmente il timore della Bibbia prese a scomparire. Non di rado cattolici chiedevano ai Testimoni: “Qual è la differenza fra la vostra Bibbia e la Bibbia cattolica?”, il che permetteva poi di iniziare altri studi biblici a domicilio.

“L’entusiasmo non si è ancora spento”

Nella città portuale di Buenaventura, sul Pacifico, viveva un giovane cattolico di nome Óscar, uno studente all’ultimo anno delle superiori, che si distingueva a scuola e che fra i suoi amici contava il vescovo. La madre di Óscar cominciò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova, perciò anche lui acconsentì a studiare la Bibbia, con l’intenzione di confondere il giovane ministro pioniere che insegnava a sua madre. Gli incontri si trasformarono in accese discussioni su varie dottrine: la Trinità, l’anima, l’inferno e l’infallibilità del papa.

Óscar andò a trovare il vescovo per vedere come difendere la propria fede cattolica nella Trinità. Che delusione quando lì non trovò nessun aiuto! Allora interrogò il sacerdote che gli insegnava religione a scuola. Il sacerdote rispose: “So che la Bibbia non parla della Trinità, Óscar, ma per più di 13 anni sono stato sui libri sino a tarda notte e ora devo raccogliere i frutti di ciò che mi è stato insegnato”. Anche lì, nessun aiuto.

Infine, convinto che i testimoni di Geova hanno la verità, Óscar cominciò a studiare sul serio. Battezzatosi nel giro di sei mesi, abbandonò l’intenzione di prendere la laurea in biologia. I tempi critici in cui viviamo e la cronologia biblica lo convinsero dell’urgenza di fare piuttosto il pioniere. I vecchi compagni di scuola gli dicevano che il suo era solo un fuoco di paglia e che cinque o sei anni dopo, mentre tutti loro avrebbero fatto carriera nelle rispettive professioni, Óscar sarebbe venuto da loro a elemosinare il lavoro.

Óscar fece il pioniere nel centro petrolifero di Barrancabermeja, per quattro anni prestò servizio nell’impegnativa circoscrizione di Córdoba, poi fu trasferito in altre circoscrizioni, compiendo quest’opera per 12 anni complessivamente. Ora membro della famiglia Betel di Bogotá insieme a sua moglie Otilia, Óscar Rivas ripensa a come i suoi vecchi compagni di scuola lo schernivano. “Sono trascorsi ventun anni, e l’entusiasmo non si è ancora spento”, dice. “Anzi, l’ardore che provo per la verità di Geova continua a crescere sempre più”.

Ormai nulla poteva arrestare il progresso

Essendo rispettata la libertà costituzionale di culto, negli anni ’60 sorsero congregazioni in tutte le città principali e anche in comunità più piccole. A sud di Cali i pionieri del posto e i missionari portarono la buona notizia alle fortezze religiose di Popayán e Pasto, non lontano dalla frontiera ecuadoriana, e poi a Tumaco sul litorale pacifico. I Testimoni locali assunsero inoltre un ruolo più attivo nell’organizzazione. Ormai nulla poteva arrestare il progresso teocratico. Entro breve tempo in ogni angolo di questo paese si sarebbe data una gloriosa lode a Geova.

Nella nostra rassegna cronologica dell’opera del Regno in Colombia abbiamo lasciato la congregazione di Bogotá a metà degli anni ’50, quando cercava di andare avanti senza l’aiuto dei missionari. Riprendiamo ora il racconto da lì, per includere questa volta i successivi tre decenni fino a oggi.

Il fratello Knorr promuove l’immigrazione

Dal 1960 in poi l’opera del Regno ha fatto progresso nella capitale, Bogotá. Nuovi diplomati di Galaad vennero ad aprire una casa missionaria nella parte settentrionale della città e poi un’altra nella parte meridionale. Man mano che il numero delle congregazioni aumentava, si trasferivano qui famiglie straniere per dare aiuto. Prima della fine degli anni ’60 un altro importante fattore contribuì alla crescita dell’organizzazione in Colombia.

Nel 1966 la Società organizzò dei tour in tutta l’America Latina in occasione delle assemblee “Figli di libertà di Dio”. L’allora presidente della Società, Nathan H. Knorr, incoraggiò i delegati in visita a riferire agli altri Testimoni nei loro paesi d’origine che l’America Centrale e Meridionale era un campo vasto e soddisfacente per coloro che avevano lo spirito missionario.

La raccomandazione data dal fratello Knorr promosse l’immigrazione di fratelli stranieri in questi paesi latino-americani, affluenza che sarebbe continuata fino a tutti gli anni ’70. In tal modo centinaia di Testimoni si trasferirono in Colombia.

“Entro il 1970 si erano stabiliti a Medellín un gran numero di Testimoni provenienti da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Austria e dalla distante Australia, molti insieme alla propria famiglia”, dice Eugene Iwanycky. “La maggioranza di questi fratelli stranieri si sistemarono in quartieri della città abitati dal ceto medio, e lì cominciarono a visitare a domicilio commercianti e professionisti. Questo produsse ben presto frutto del Regno. Oggi molti anziani locali sono il risultato delle fatiche di questi ‘residenti temporanei’”.

L’attuale coordinatore del Comitato di Filiale, Richard Brown, aggiunge un altro importante particolare circa questi fratelli stranieri che si sono trasferiti nelle varie città della Colombia. Egli dice: “Per menzionare solo la costruzione di Sale del Regno, è grazie all’iniziativa e all’esperienza di questi fratelli stranieri, alcuni dei quali erano architetti, ingegneri e costruttori, che abbiamo luoghi di adunanza spaziosi e attraenti, i quali hanno dato un vero impulso all’opera”.

Trovato uno scopo nella vita

I testimoni di Geova cercano persone disposte a soffermarsi e a riflettere in merito alla religione. In linea di massima la Chiesa Cattolica non ha insegnato ai suoi fedeli a farlo.

Per esempio, a metà degli anni ’60 una ragazza appartenente a una famiglia colombiana sognava di servire Dio e di provare contentezza nella vita come monaca di clausura. Così qualche tempo dopo andò a vivere in un convento della Costa Rica, dove dedicò gran parte del suo tempo a studiare filosofia. Ma anziché sentirsi spiritualmente rafforzata, perse la fede, arrivando perfino a dubitare dell’esistenza di Dio. La vita del convento divenne insignificante, quindi insopportabile. Allora decise di andarsene e tornare in Colombia.

Rientrata nel suo paese d’origine, si recò nella regione di Chocó sulla costa del Pacifico per andare a vivere nel fitto della foresta con una tribù indiana e prestarle assistenza. Un anno in quell’ambiente primitivo la convinse della futilità di quel modo di vivere. Tornata alla civiltà cominciò a investigare un movimento politico rivoluzionario: ma anche qui, un’altra delusione.

Tre volte frustrata, decise di cercar di trovarsi un posticino nella società capitalistica. Ma prima che riuscisse a emigrare negli Stati Uniti fu visitata da un testimone di Geova. Colpita dal messaggio del Regno, e in particolare dalla descrizione del funzionamento dell’organizzazione di Geova, questa ex suora accantonò i suoi progetti di viaggio per cercare di saperne di più. Imparò che Dio ha un valido motivo per permettere le ingiustizie, che la vita ha veramente uno scopo, e che esiste una vera speranza per il futuro. Ora essa presta servizio come ministro a tempo pieno e non solo conduce la vita soddisfacente che aveva tanto cercato, ma offre anche di buon grado ad altri questa stessa prospettiva.

Era temuto dai suoi stessi compagni

In agosto del 1968 papa Paolo VI compì una visita storica alla Colombia, essendo questa la prima volta che un papa visitava l’America Latina. Poi, nell’agosto-settembre 1968, seguì la Seconda Conferenza Episcopale Latino-Americana a Medellín, in Colombia. A questa conferenza i vescovi cattolici dell’America Latina deplorarono la miseria in cui vivono larghi settori della popolazione in questi paesi, imprimendo così una forte spinta alla controversa teologia della liberazione. Udito ciò, un maggior numero di poveri si diedero alla violenza nel tentativo di impadronirsi di una parte maggiore della ricchezza nazionale.

Fra queste persone esacerbate c’era un uomo — che chiameremo Gonzalo — che nel 1971 si era unito a un gruppo di guerriglieri datosi alla macchia sui monti. Egli divenne così crudele da essere temuto perfino dai suoi stessi compagni. Dapprima fu sorpreso di trovare preti e suore nelle file dei guerriglieri. Essi asserivano di “combattere contro le ingiustizie sociali cui non si poteva mettere fine in altro modo se non con la violenza”. Un giorno un sacerdote uscì a combattere e non fece più ritorno. Questo diede il colpo di grazia a quel po’ di fede in Dio che poteva essere rimasta nel cuore di Gonzalo.

Infine Gonzalo fu catturato e condannato a sei anni di prigione. “Questo mi amareggiò ancor di più”, racconta. Prima di unirsi ai guerriglieri era vissuto con una donna di nome Susana. In prigione sentì dire da qualcuno che lei era andata a stare con un altro uomo. Giurò che appena sarebbe uscito l’avrebbe uccisa.

Al suo rilascio invece scoprì che Susana lo stava aspettando ansiosamente. Mentre lui era in prigione, una vicina, una Testimone, aveva cominciato a parlare a Susana delle benedizioni del Regno di Geova, e a Susana queste cose erano piaciute. Ora essa era irremovibile e insisteva che lei e Gonzalo si sposassero.

“Sono troppo vecchio per pensare a sposarmi”, protestò lui. Susana insisté: “Se non acconsenti a sposarmi dovrò separarmi da te, e questa volta per sempre”.

Gonzalo ragionò che era meglio prendere in esame la nuova fede di Susana. Acconsentì ad assistere a un’adunanza nella Sala del Regno, con l’intenzione di dimostrare che questa religione era un’impostura come tutte le altre. E si portò due pistole, perché — disse — “non si sa mai”.

Bene impressionato da ciò che vide e udì, Gonzalo accettò l’offerta di uno studio biblico a domicilio. Infine fece questo commento: “È davvero un miracolo che io sia vivo. Ora servirò Geova”. Lui e Susana si sposarono e divennero proclamatori del Regno. “Ora Gonzalo è mite come un agnello, grazie al potere della verità di Geova”, ha detto il sorvegliante di circoscrizione che ha narrato questa esperienza.

“Perché tutti questi gringos?”

Notate ora l’esperienza di Carlos, uno psicologo. Di famiglia rigidamente cattolica, in cui era tradizione che tra i figli maschi dovesse sempre esserci un dottore e un sacerdote, Carlos era stato scelto per diventare sacerdote.

All’università Carlos era rimasto affascinato dalla scienza e dalla tecnologia. Mise da parte la sua precedente formazione cattolica ritenendola irragionevole, adottò filosofie rivoluzionarie e frequentò riunioni politiche contro l’imperialismo americano.

Passarono gli anni e Carlos ce l’aveva ancora a morte con l’“imperialismo straniero”, quando un Testimone, chimico industriale e marito di una cugina di Carlos, cominciò a ragionare con lui dell’unico rimedio per tutte le ingiustizie del mondo, il Regno di Dio. Carlos afferrò il punto. Sia lui che sua moglie, una pediatra, accettarono lo studio biblico.

Quando un mese dopo entrarono per la prima volta nella Sala del Regno, lì per lì Carlos si sentì quasi gelare vedendo che fra l’uditorio c’erano dei nordamericani. ‘Cosa ci fanno qui tutti questi gringos?’, borbottò fra sé.

Al termine dell’adunanza il sorvegliante che presiedeva, che caso volle era proprio un nordamericano, avvicinò il visitatore barbuto e gli chiese cosa ne pensava dell’adunanza. “Molto bella”, fu la risposta secca di Carlos. “Ma mi dica, perché tutti questi gringos? E come mai tutto questo deve venire dagli Stati Uniti d’America?”

L’anziano spiegò che i Testimoni nordamericani erano in Colombia come evangelizzatori e che la sede mondiale dei testimoni di Geova si trova negli Stati Uniti. Disse inoltre a Carlos che i testimoni di Geova sono politicamente neutrali in tutti i paesi del mondo e che in passato avevano subìto aspra persecuzione negli Stati Uniti, per cui avevano dovuto combattere molte battaglie legali per affermare i propri diritti costituzionali.

Oggi Carlos è un anziano della congregazione locale e, per quanto riguarda il lavoro secolare, esercita la professione di psicologo. Egli non esita a parlare ai suoi pazienti di Dio e della Bibbia, e quando nota che manifestano un sincero desiderio di giustizia fornisce loro qualche informazione contenuta nelle pubblicazioni della Società. In tal modo diversi di loro hanno accettato la verità.

Il professore e la Trinità

Un professore universitario che da cinque anni era battista era divenuto scettico nei confronti di tutte le religioni. Un sabato mattina sua moglie accettò La Torre di Guardia e Svegliatevi! da una coppia di Testimoni venuti alla loro porta. Essa li invitò a tornare per parlare con suo marito, “perché”, disse, “a lui piace esaminare ogni tipo di religione”.

Il professore fu lieto di accettare le conversazioni. Ma prima che si potesse cominciare uno studio metodico, i Testimoni dovettero dedicare molte ore a spiegare le differenze dottrinali fra i testimoni di Geova e i protestanti. Sua sorella, una fondamentalista “nata di nuovo”, gli diede delle pubblicazioni contenenti ogni argomento possibile e immaginabile contro i testimoni di Geova. Ad una ad una queste false accuse dovettero essere confutate con la Bibbia.

Un giorno, venuti a casa sua per il consueto studio biblico settimanale, i Testimoni furono sorpresi di vedere un missionario protestante che li stava aspettando. Durante la discussione che ne seguì, durata un’ora e mezza, il protestante non riuscì a dimostrare la sua dottrina della Trinità. Il professore ragionò: “Com’è sciocco pensare che Satana abbia tentato l’Iddio Onnipotente invitandolo a inchinarsi davanti a lui in cambio di tutti i regni del mondo!”

Da quella sera il professore fece rapido progresso. Non passò molto prima che un altro bel gruppo familiare si aggiungesse alla congregazione locale.

Ritorno a Bogotá

Verso metà degli anni ’70 le attività della filiale a Barranquilla si erano talmente ingrandite che i locali erano diventati insufficienti. Quando cominciò la ricerca di un terreno da acquistare, nessuno immaginava che questo li avrebbe riportati a Bogotá, dove era stata aperta inizialmente la filiale nel 1946, o che la Colombia avrebbe presto avuto una nuova Casa Betel e una tipografia che avrebbe stampato riviste per quattro nazioni limitrofe oltre che per la Colombia.

Fu acquistato un terreno a Bogotá e furono disegnati i progetti per costruire comodi edifici di abitazione per 60 lavoratori della filiale e una tipografia abbastanza spaziosa da contenere due macchine da stampa offset. Questi impianti sarebbero dovuti bastare per diversi anni.

Il fratello Frederick W. Franz, presidente della Società, venne per il programma della dedicazione nel settembre 1979. Nel successivo anno di servizio l’organizzazione cominciò a crescere nuovamente. La nuova filiale era stata costruita al tempo giusto.

Nel 1982 — dopo aver trascorso 36 anni come missionario in Colombia e aver soprinteso alla filiale per 22 anni — Robert Tracy fu trasferito come coordinatore del Comitato di Filiale in un altro paese latino-americano. I Testimoni colombiani ricordano Bob e Libby Tracy con caloroso affetto, e i Tracy a loro volta hanno particolare affetto per i loro cari fratelli della Colombia.

“Impossibile! Non ci provate neppure”

Nel corso degli anni la Colombia aveva ricevuto le riviste della Società da Brooklyn, dapprima con la posta ordinaria e in seguito via mare mediante navi da carico. Poiché il trasporto richiedeva tempo, la Colombia era sempre indietro di alcuni mesi rispetto ad altri paesi per quanto riguardava le date della distribuzione delle riviste e quelle del settimanale studio Torre di Guardia. Come sarebbe stato bello se un giorno avessero potuto stampare le loro riviste proprio qui in Colombia!

Ebbene, ora le stampano. William (Bill) Lensink, sorvegliante della tipografia, ci narrerà come è avvenuto questo. Bill è in Colombia dal 1969, quando da ragazzo si trasferì qui dal Canada insieme alla sua famiglia per servire dove c’era più bisogno.

“Nel giugno 1982 Brooklyn scrisse che nel gennaio 1983 avrebbero mandato in Colombia una macchina da stampa offset”, narra Bill. “Felicissimi, cominciammo a fare i piani. Poi ai primi di novembre venimmo a sapere che il 1° gennaio 1983 il dazio doganale sui macchinari da stampa sarebbe salito al 15 per cento. Brooklyn avrebbe acconsentito ad anticipare l’invio della macchina? E sarebbero riusciti a far questo prima della fine dell’anno? Gli importatori e gli agenti della dogana ci dissero: ‘In meno di due mesi e durante le feste di fine d’anno è impossibile! Non ci provate neppure’.

“‘Ma se è volontà di Geova’, ragionammo noi, ‘possiamo farcela’. In precedenza la filiale della Colombia aveva presentato a Brooklyn un progetto e un preventivo per il trasporto della macchina da stampa con un autocarro fino alla città statunitense di Miami e di lì via aerea con un jumbo jet 747 fino a Bogotá: meno fastidioso, più economico, molto più rapido e un trasporto meno accidentato. Chiedemmo alla Società di prendere una decisione, e il Comitato Editoriale del Corpo Direttivo ci diede l’approvazione!

“I fratelli avrebbero diretto personalmente questa grande impresa. Il 16 novembre presentammo alla Dogana la domanda per il rilascio della licenza d’importazione: per ottenerla ci sarebbe voluto almeno un mese. Questo avrebbe abbreviato le cose di un bel po’. Poi i nostri incaricati tracciarono la prassi da seguire per lo sdoganamento, elaborando piani di emergenza per ciascun passo da compiere. Pensai che sarebbe stato meglio tenere un diario degli avvenimenti”.

Diario degli avvenimenti

“LUNEDÌ 20 DICEMBRE: Notizie da Miami: gli autocarri sono arrivati da New York; gruppi di stampa e altri pezzi della macchina pronti per essere caricati sui jumbo. Ancora nessuna risposta circa la licenza d’importazione.

“MARTEDÌ 21 DICEMBRE: Il betelita José Granados insieme a un agente della dogana si sono recati all’ufficio doganale per chiedere il permesso di nazionalizzare la merce importata direttamente all’aeroporto. Il segretario di direzione non voleva saperne di una simile proposta poco ortodossa. Allora Granados ha preso la parola e ha spiegato lo scopo della nostra società non lucrativa. ‘La Società si occuperà di tutte le operazioni’, ha aggiunto. ‘Il primo carico arriverà da Miami giovedì’. Permesso accordato: autorizzazione scritta a macchina, firmata e timbrata.

“MERCOLEDÌ 22 DICEMBRE: Il betelita Bill Neufeld ed io siamo usciti la mattina presto per andare alla Dogana. ‘E se la licenza non viene concessa?’ Non volevamo neppure pensarci. Arrivati all’ufficio, la segretaria ci ha accolti con un bel sorriso. ‘La Dogana vi ha rilasciato ieri la licenza’, disse. ‘Andate giù a ritirarla’.

“GIOVEDÌ MATTINA 23 DICEMBRE: Di buon’ora la nostra squadra di Testimoni era all’aeroporto El Dorado, con la gru e gli appositi autocarri pronti per l’uso; il grosso 747 è arrivato con il primo dei tre pesanti carichi. Funzionari della dogana, ispettori, dazieri e revisori contabili, tutti ebbero da obiettare. Ma le fotocopie dell’autorizzazione ufficiale hanno vinto qualsiasi resistenza.

“VENERDÌ 24 DICEMBRE: Ricevuto e nazionalizzato il secondo carico. Nessun problema nonostante fosse la vigilia delle feste.

“MERCOLEDÌ 29 DICEMBRE: L’ultimo carico è arrivato come previsto, è stato sdoganato e trasportato alla filiale senza intoppi, giusto in tempo prima che a fine anno le attività governative rallentassero e si fermassero.

“L’‘impossibile’ è stato fatto! Nella Casa Betel l’allegrezza di fine anno non aveva niente a che fare con il Capodanno mondano. Esultavamo perché Geova aveva coronato col successo gli sforzi compiuti per far entrare nella nostra tipografia la macchina da stampa offset entro il 31 dicembre 1982, il termine ultimo!”

Finalmente al passo

“Le nostre prime copie della Torre di Guardia”, continua Bill Lensink, “cominciarono a uscire dalla rotativa tre mesi e mezzo dopo, con l’edizione del 15 aprile 1983. I proclamatori del Regno erano esultanti. Poco dopo La Atalaya e ¡Despertad! erano sui banchi delle riviste nelle Sale del Regno di tutto il paese prima della data di edizione. Non si faceva più confusione circa ‘quale Atalaya studiare questa settimana’. Entro la fine dell’anno la nostra rotativa sfornava 200.000 riviste al mese solo per la Colombia. Nel 1984 cominciammo a stampare per le vicine repubbliche di Venezuela, Panamá, Ecuador e Perú.

“E finalmente a maggio di quell’anno — con la stampa simultanea delle riviste in inglese e spagnolo — eravamo spiritualmente al passo col progresso dell’organizzazione teocratica”.

Il vero “sale della terra”

Durante la seconda visita del papa in Colombia, nel luglio 1986 — questa volta si trattava di Giovanni Paolo II — il capo del cattolicesimo rivolse uno speciale appello ai giovani colombiani, dicendo: “Voi siete il sale della terra! Voi siete la luce del mondo!” Comunque non spiegò in che cosa consisteva questo illuminante messaggio che i giovani cattolici dovevano comunicare a tutta la Colombia, l’America Latina e al resto del mondo.

Non ci sono dubbi però su quale messaggio i giovani testimoni di Geova devono portare, né sul modo in cui devono trasmetterlo al popolo. Addestrati nella Scuola di Ministero Teocratico presso le loro locali Sale del Regno, e servendosi delle introduzioni e delle presentazioni suggerite dal libro Ragioniamo facendo uso delle Scritture, sono diventati esperti nel predicare la buona notizia di casa in casa, rivisitare gli interessati e condurre studi biblici a domicilio. Inoltre sono sempre più numerosi i giovani Testimoni che rispondono all’invito di intraprendere il ministero a tempo pieno in qualità di pionieri, beteliti e volontari per i lavori di costruzione della nuova filiale. Questi, insieme ai loro fratelli e sorelle più anziani di tutto il mondo, sono il vero “sale della terra”, “la luce del mondo”. — Matt. 5:13, 14.

Il trafficante di droga e la Testimone

Verso la fine dello scorso decennio, quando i trafficanti di droga colombiani cominciarono ad accumulare enormi fortune col loro commercio, due case isolate sorgevano a fianco a fianco nella periferia di una cittadina. In una abitava un giovane, un intermediario nel traffico internazionale della droga, nell’altra una famiglia di testimoni di Geova.

Mentre il giovane trafficante di droga gozzovigliava con gli amici durante uno dei suoi numerosi festini, la nostra sorella della porta accanto disse al marito che era preoccupata per il vicino perché nessuno aveva dato testimonianza in quella casa. Il marito le disse che quell’uomo era pericoloso e che pensava sarebbe stato meglio lasciarlo perdere per il momento. La nostra sorella, però, non riusciva a togliersi questo pensiero dalla mente.

Mesi dopo, quando il trafficante di droga era tornato a casa da uno dei suoi viaggi fuori città, la sorella decise che era il momento di fargli visita e dargli testimonianza. Con la borsa del servizio di campo in mano e pregando in cuor suo, bussò alla porta.

“E lei cosa vuole?”, fu il brusco benvenuto che l’uomo le diede.

La sorella non ricorda esattamente cosa disse, ma si trattava di qualcosa circa il Regno e le sue benedizioni. Il giovane ascoltò con attenzione e poi si limitò a dire: “Io credo in Dio”. Rincuorata, la sorella diede una testimonianza accurata. Il giovane reagì in maniera positiva e accettò l’offerta di uno studio biblico.

Felice delle verità bibliche che stava imparando, il vicino cominciò a parlarne ai suoi “colleghi di lavoro”, i quali pensarono che fosse impazzito leggendo la Bibbia. Per cominciare una nuova vita facendo un lavoro rispettabile, si comprò un taxi. Seguirono poi il servizio di campo, la dedicazione e il battesimo.

Un giorno col suo taxi accompagnò al lavoro un amico Testimone. Attraverso la finestra dell’ufficio, gli altri impiegati videro il loro collega scendere dal taxi e accomiatarsi amichevolmente dall’autista. Essi avvertirono il loro collega che stava frequentando una cattiva compagnia. “Quell’uomo è un noto mafioso!”, gli dissero. Il nostro fratello replicò allora con soddisfazione: “Prima era un mafioso. Ora è mio fratello spirituale, un testimone di Geova!”

Notizie rincuoranti da Brooklyn

Quando nel gennaio 1987 il fratello Lyman Swingle del Corpo Direttivo visitò la Colombia, il Comitato della Filiale gli spiegò che la mancanza di Sale del Regno adeguate frenava il progresso spirituale. Fu spiegato che poche congregazioni potevano raccogliere abbastanza denaro per costruire e che molti luoghi di adunanza erano stanze affollate oppure patio coperti situati in zone della città fuori mano. Anche le circoscrizioni trovavano difficile affittare locali adatti per tenervi le assemblee.

Poco dopo la sua visita, giunsero da Brooklyn notizie rincuoranti: Sarebbero stati resi disponibili prestiti in denaro per Sale del Regno e Sale delle Assemblee. Inoltre i locali per le adunanze cristiane dovevano essere ampi e attraenti nonché situati in zone della città che il pubblico non avrebbe esitato a frequentare.

Un flusso di Testimoni locali

Come avrebbero potuto le persone che vivevano in zone isolate udire la buona notizia? Edwin Muller, diplomato della prima classe della succursale della Scuola missionaria di Galaad, tenuta in Messico nel 1980-81, e che ora lavora nel Reparto servizio presso la filiale a Bogotá, spiega:

“Studiammo la carta della Colombia e facemmo un elenco di oltre 100 città di 10.000 abitanti che non erano state raggiunte dalla testimonianza organizzata, la maggior parte delle quali nella regione montuosa andina. Poi, con l’approvazione del Corpo Direttivo, prendemmo disposizioni per inviare 150 proclamatori come pionieri speciali temporanei in 30 di queste città, per tre mesi, a partire da settembre o da ottobre del 1988.

“I risultati furono notevoli: 1.200 nuovi studi biblici; nella maggior parte dei casi i pionieri tennero tutte le regolari adunanze; nuovi proclamatori iniziarono ad andare nel servizio di campo; in una città molti venivano a chiedere studi biblici, ma i sei pionieri, con 20 studi ciascuno, non potevano arrivare a tenerli.

“I nuovi simpatizzanti cominciarono a preoccuparsi di cosa sarebbe accaduto al termine dei 90 giorni. In una città 18 persone firmarono una lettera e la inviarono alla filiale esprimendo gratitudine per il messaggio del Regno che i pionieri avevano portato loro. Ma cosa avrebbero fatto ora che la missione speciale stava per concludersi? ‘Sarebbero stati mandati altri ad aiutare?’ In altre città la gente supplicò i pionieri: ‘Per favore, non lasciateci soli. Vi aiuteremo a trovare lavoro se solo rimarrete qui’”.

Il fratello Muller conclude dicendo: “Ora abbiamo esteso l’invito ad altri che possono prestare servizio dove c’è maggior bisogno. I fratelli scrivono o vengono di persona all’ufficio della filiale per chiedere informazioni circa il trasferimento in territori isolati dove occorre aiuto per predicare la buona notizia. Questa volta non si tratta di un flusso di stranieri che immigrano in Colombia per aiutare a predicare, ma di Testimoni locali che in maniera ammirevole si offrono per colmare il bisogno”.

Non c’è più spazio

Le attività nella Casa Betel e nella tipografia erano cresciute al di là delle aspettative. I componenti della famiglia Betel erano ormai quasi 90, molti più dei 60 membri per cui era stata progettata la casa nel 1975. Già da tempo altri uffici occupavano il posto della Sala del Regno, da cui le diverse congregazioni di Bogotá che vi tenevano le adunanze si erano dovute spostare. Ormai tutto lo spazio della tipografia era occupato dalle operazioni di stampa e di spedizione delle riviste destinate agli oltre 130.000 proclamatori in 5 paesi. Lo spazio per il deposito della letteratura, le spedizioni e la macchina da stampa piana, con cui vengono stampati Il ministero del Regno, moduli e volantini, si riduceva sempre più. Era ovvio che ci voleva più spazio. Cosa si poteva fare?

La sede mondiale della Società a Brooklyn approvò la costruzione di una nuova filiale per la Colombia. Fu acquistato un grande allevamento di polli nella periferia di Facatativá, una cittadina nella savana a ovest della capitale, da cui dista solo tre quarti d’ora di macchina. I primi contatti con le autorità governative incontrarono una reazione favorevole. Un compendio illustrato descriveva il progetto nei particolari, mettendo in risalto la stampa della rivista Svegliatevi! da inviare all’estero. I funzionari furono colpiti dalle fotografie della filiale attuale, oltre che dagli opuscoli che illustravano la filiale tedesca e i Poderi Watchtower negli Stati Uniti con i campi coltivati. Per coronare il tutto, furono presentati articoli di Svegliatevi! sulla tutela dell’ambiente e sull’ecologia.

I lavori presero il via all’inizio del 1987. Numerosi componenti della squadra internazionale di operai edili volontari vennero in aereo a Bogotá e fecero presto ad adattarsi alla vita nella Granja in Faca (Podere di Facatativá). Durante il 1989 ce n’erano circa 75 a lavorare qui. Anche volontari colombiani ingrossarono la famiglia. Gli abitanti della vicina Faca osservavano con curiosità e ammirazione ciò che accadeva man mano che la spaziosa ma decrepita casa di abitazione acquistata dalla Società veniva ristrutturata e abbellita per diventare Las Torres (Le Torri), una comoda dimora per altri 80 lavoratori.

Fra il rumore assordante degli escavatori e il fragore ritmico del battipalo, la costruzione iniziò a prendere forma. Nei fine settimana e nei giorni di vacanza, volontari entusiasti dalle 100 congregazioni della zona di Bogotá venivano a lavorare alla Granja, spalando sabbia e cemento o preparando l’armatura per i pilastri di cemento armato e gli spessi pannelli divisori, che dovevano essere sollevati da gru e posti in opera. Altri volontari hanno lavorato in cucina preparando i pasti di mezzogiorno e della sera per i lavoratori affamati.

Seguendo un programma preparato dalla Società, centinaia di operai edili volontari vengono a proprie spese in Colombia e partecipano ai lavori per due settimane o un mese o due. Un operaio straniero dopo essere tornato a casa scrisse alla filiale: “Ho potuto trascorrere le due settimane più piacevoli della mia vita come operaio nel cantiere di Facatativá, in Colombia. Ho avuto la possibilità di vedere che qualcosa di veramente straordinario ed eccezionale sta avendo luogo lì”.

Anche i visitatori locali, durante i tour della Betel e del cantiere di Faca, sono rimasti colpiti e sorpresi vedendo l’organizzazione e la grande portata dell’opera dei testimoni di Geova in Colombia. Non riescono a concepire che tutta quella gente si offra volontaria e si rechi lì a proprie spese per lavorare. Il dirigente di una società disse che la sua famiglia “doveva proprio vedere tutto ciò”. Il sindaco della città e i componenti della giunta comunale, dopo aver pranzato e aver visitato il cantiere, dissero che avrebbero voluto far ‘venire lì i loro impiegati comunali a imparare come si lavora veramente’.

Non c’è dubbio: la costruzione della nuova filiale a Facatativá fa presagire grandi cose per il futuro dell’opera del Regno in questa parte del mondo.

Altro lavoro da fare

C’è ancora moltissimo da fare nell’opera del Regno in Colombia. Durante la fine degli anni ’60 e negli anni ’70 in città isolate piccole e grandi si è lavorato periodicamente finché sono state formate delle congregazioni. Come abbiamo visto, si sta facendo la stessa cosa con le comunità più piccole e le zone rurali situate sulle colline e nelle vallate della regione montuosa andina.

Inoltre a ovest, lungo il litorale pacifico, all’interno di numerose fitte foreste pluviali, e a est, sulle vaste pianure che si estendono giù fino alla foresta pluviale amazzonica al confine col Brasile, sono disseminati centinaia di villaggi e insediamenti finora mai raggiunti. Rimane poi la sfida delle sempre più numerose “città murate”, i lussuosi edifici d’abitazione, i condomìni e i complessi residenziali recintati. Come verranno mai raggiunte tutte queste persone? Siamo incoraggiati dalla dichiarazione biblica secondo cui “la mano di Geova non è divenuta troppo corta da non poter salvare, né il suo orecchio è divenuto troppo grave da non poter udire”. (Isa. 59:1) Non può esserci dubbio che Geova ha a sua disposizione i mezzi per far conoscere in lungo e in largo il suo nome e il suo Regno in brevissimo tempo. — Luca 19:40.

Quasi sette decenni di evangelizzazione cristiana

Le folle che andarono ad acclamare il vescovo di Roma durante la sua visita nel 1986 lo udirono fare più volte riferimento a “450 anni di evangelizzazione nell’America Latina”. Si riferiva al fatto che la conquista cattolica di questi paesi era considerata da Roma l’adempimento dell’incarico dato da Cristo ai suoi discepoli prima del suo ritorno in cielo. (Matt. 24:14; 28:19, 20) Ma il “vangelo” portato su questi lidi dai missionari spagnoli non ha mai spiegato nulla circa il Regno di Dio o il Regno millenario di Cristo o la vita eterna su una terra paradisiaca.

Questo vero vangelo, o buona notizia, ha raggiunto il territorio colombiano solo durante gli anni ’20, quando lo spirito di Dio spinse due cristiani a iniziare da soli a proclamare “questa buona notizia” nei villaggi della Colombia nordorientale. Successivamente, negli anni ’30, coraggiose donne cristiane — mosse dallo stesso spirito — annunciarono queste verità nelle maggiori città del paese. Dopo ciò arrivarono decine di missionari e altre decine e decine di Testimoni da altri paesi, che hanno dato il loro contributo al progresso dell’opera di fare discepoli.

Nel 1940 c’erano solo i due testimoni di Geova originali che facevano regolarmente rapporto della predicazione del Regno in Colombia: Heliodoro Hernández e Juan Bautista Estupiñán.

Passarono quarant’anni, e nel 1980 c’erano 16.000 discepoli colombiani che proclamavano unitamente la speranza del Regno. Solo nove anni dopo, nel 1989, il numero dei proclamatori del Regno era salito del 150 per cento, a oltre 40.000. Da ogni parte del paese giungono notizie di questo genere: le Sale del Regno traboccano, nuove congregazioni stanno per essere formate, tante persone assistono alla Commemorazione. Dopo quasi sette decenni la vera evangelizzazione cristiana prospera e porta frutto del Regno in ogni parte di questo paese.

Con queste piacevoli osservazioni concludiamo la nostra visita in Colombia, un paese ricco di bellezze e risorse naturali, abitato da un popolo amichevole e ospitale. Un paese, inoltre, in cui già da quasi 70 anni i testimoni di Geova insegnano il vero cristianesimo, edificando un paradiso spirituale ed estendendolo sino ai confini della nazione.

[Note in calce]

^ par. 12 Vedi Svegliatevi! dell’8 maggio 1986, pagine 10-15.

^ par. 91 Per le notizie biografiche intorno alla famiglia di Porfirio Caicedo, vedi La Torre di Guardia del 15 novembre 1976, pagine 680-4.

^ par. 104 Per la sua biografia, vedi La Torre di Guardia del 15 agosto 1970, pagine 485-8.

^ par. 124 Per la loro biografia, vedi La Torre di Guardia del 1° ottobre 1972, pagine 602-7.

^ par. 157 La biografia di James O. Webster è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 1° luglio 1961, pagine 409-13, e quella di Olaf Olson nella Torre di Guardia del 1° luglio 1960, pagine 405-7.

^ par. 216 Per la biografia di Harold L. Zimmerman, vedi La Torre di Guardia del 1° ottobre 1984, pagine 23-7.

[Prospetto a pagina 134]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Colombia

Massimo di proclamatori

50.000

41.956

 

 

 

 

16.044

 

 

7.083

1.640

162

1950 1960 1970 1980 1989

Media di pionieri

6.000

5.884

 

 

 

 

 

 

 

1.014

667

175

16

1950 1960 1970 1980 1989

[Riquadro/Cartina a pagina 66]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Mar delle Antille

PANAMÁ

Oceano Pacifico

VENEZUELA

COLOMBIA

Santa Marta

Barranquilla

Cartagena

Montería

Sinú

Cauca

Magdalena

Bucaramanga

Barrancabermeja

Medellín

Armero

Facatativá

Bogotá

Buenaventura

Palmira

Cali

Neiva

Popayán

Tumaco

Pasto

ECUADOR

PERÚ

BRASILE

Rio delle Amazzoni

[Riquadro]

Capitale: Bogotá

Lingua ufficiale: Spagnolo

Religione principale: Cattolica

Popolazione: 31.677.000

Filiale: Bogotá

[Immagine a pagina 70]

Agustín Primo, membro del Comitato della Filiale

[Immagini a pagina 71]

Dando testimonianza a Bogotá, la capitale della Colombia, e (a sinistra) nella subtropicale Cali

[Immagini a pagina 73]

Heliodoro Hernández e Juan Bautista Estupiñán seminarono i semi della verità del Regno a cominciare da metà degli anni ’20

[Immagini a pagina 82]

Gabriel Piñeros, ex colonnello dell’Aeronautica, ora anziano in una congregazione di Cali

[Immagini a pagina 84]

Porfirio Caicedo, padre di 18 figli dedicati; il figlio Raúl, diplomato di Galaad e membro del Comitato della Filiale fino alla sua morte avvenuta nel 1981

[Immagine a pagina 87]

I missionari Olaf Olson e James Webster

[Immagine a pagina 88]

Rogelio Jones, José Villadiego e Farah Morán, rispettivamente imprenditore edile, ex venditore di biglietti della lotteria, ed ex proprietario di una merceria, sono fra i primi proclamatori tuttora attivi di Barranquilla

[Immagine a pagina 95]

Le sorelle Carvajalino, un gruppo esemplare di pioniere, che hanno aiutato oltre 300 persone a conoscere la verità

[Immagine a pagina 96]

Benjamín Angulo e Armando Gómez, membri del Comitato della Filiale

[Immagini a pagina 101]

Cartagena, un importante porto caribico della storia coloniale spagnola, ode la buona notizia

[Immagine a pagina 102]

Gregorio de la Rosa, qui con la moglie Lilia, si è liberato dei timori superstiziosi

[Immagine a pagina 105]

Richard e Virginia Brown aprirono la prima casa missionaria a Medellín nel 1958. Richard è coordinatore del Comitato della Filiale

[Immagine a pagina 110]

Elbert S. Moore fu tra i primi, insieme alla sua famiglia, ad accogliere l’invito a prestare servizio in Colombia. Ora è membro del Comitato della Filiale

[Immagine a pagina 113]

Harold e Anne Zimmerman, che hanno allevato quattro figli a Cali, sono ora addetti ai lavori di costruzione della nuova filiale a Facatativá

[Immagine a pagina 116]

Óscar Rivas, ora alla Betel, decise di seguire la carriera del servizio a tempo pieno

[Immagine a pagina 123]

Bob e Libby Tracy, che hanno prestato servizio in Colombia rispettivamente 36 e 32 anni, nel 1982 furono trasferiti in un’altra filiale

[Immagini a pagina 124]

Nonostante gli esperti avessero detto: “Impossibile! Non ci provate neppure”, questa rotativa è stata trasportata in Colombia in jumbo jet con un notevole risparmio di tempo e denaro. La Colombia stampa “La Torre di Guardia” e “Svegliatevi!” per cinque paesi latino-americani

[Immagini a pagina 131]

Sala del Regno a Ibagué, costruita con l’aiuto della Watch Tower Society

[Immagini alle pagine 132 e 133]

Costruzione della nuova filiale; montaggio delle strutture in acciaio per l’edificio della nuova tipografia; plastico della nuova filiale