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Hawaii

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Rapporto dell’Annuario 1991

IL 12 luglio 1776 la nave Resolution salpava da Plymouth, in Inghilterra, alla ricerca del leggendario Passaggio di Nord-Ovest, una via marittima breve tra l’Europa e l’Asia. L’uomo al timone, alto e di bell’aspetto, figlio di un bracciante agricolo scozzese, aveva lo sguardo vivo e penetrante dell’esploratore: era il capitano James Cook.

Benché non lo sapesse, questo suo terzo viaggio intorno al mondo doveva essere per lui anche l’ultimo. Dopo essere tornato in Nuova Zelanda, navigò in direzione nord-est verso le Tonga e poi Tahiti. Lasciata Tahiti, Cook si spinse dove pochi esploratori si erano avventurati, nelle acque del Pacifico settentrionale. Lì fece una grande scoperta: un gruppo di isole che denominò Isole Sandwich, in onore di un suo amico che era lord dell’Ammiragliato.

Quando nel 1778 Cook e il suo equipaggio sbarcarono in quelle isole — i primi europei a porvi piede — furono sorpresi essendo accolti con tutti gli onori dai nativi che appartenevano a un’aristocrazia di polinesiani assai progredita. Un anno più tardi, però, Cook fu ucciso durante un alterco con i nativi. Oggi quella serie di isole vulcaniche è diventata il crocevia del Pacifico. Si tratta delle Isole Hawaii.

Situato al margine settentrionale dei tropici, questo bellissimo arcipelago composto di 132 isole, isolotti e banchi, si stende in allineamento per oltre 2.500 chilometri al centro del Pacifico in direzione sud-est nord-ovest. Le sue sette principali isole abitate sono Niihau, Kauai, Oahu, Molokai, Lanai, Maui e Hawaii (o Isola Grande).

L’incantevole bellezza di queste isole, con le loro cascate spumeggianti e le cime vulcaniche incappucciate di neve, è stata più volte decantata da musicisti, poeti, pittori e produttori cinematografici. Nella mente di milioni di persone il nome Hawaii evoca immagini di palme da cocco ondeggianti al dolce vento tropicale e di placide onde che lambiscono spiagge immacolate: stupendi scenari che ci rammentano l’anelito, comune a tutti gli uomini, verso la bellezza del paradiso! Tuttavia la vera bellezza delle Hawaii consiste in altre “cose desiderabili”, cioè i mansueti e pacifici adoratori di Geova che abitano un paradiso spirituale. (Agg. 2:7) Ecco la loro storia.

Macabri riti del passato

La religione pagana, avente un sacerdozio che incuteva timore e monarchi deificati, regnava suprema tra i primi abitanti polinesiani. Se una persona infrangeva un tabù religioso, di solito veniva punita con la morte. Ma, fatto interessante, vi erano città di rifugio che offrivano asilo. Per secoli l’adorazione di molte divinità e la pratica di offrire sacrifici umani fecero della religione l’aspetto preponderante della vita nelle Hawaii.

Fu in questo ambiente che durante gli anni ’20 del secolo scorso giunsero i missionari protestanti provenienti dalla costa orientale degli Stati Uniti. Sconcertati dal modo di vivere e dai riti religiosi dei nativi, quei primi missionari introdussero nelle isole grandi cambiamenti, uno dei quali consisté nel mettere per iscritto l’armoniosa lingua hawaiana. Ben presto vennero stampati la Bibbia e altri libri. Inoltre si cominciarono a compiere sforzi per occidentalizzare la popolazione. In breve tempo il protestantesimo divenne de facto la religione delle isole, avendo preso il posto dell’antico sacerdozio pagano. Nel 1827 arrivarono nelle Hawaii i primi missionari cattolici. In seguito immigranti cinesi e giapponesi portarono con sé le loro originarie credenze asiatiche. Così, per la fine del XIX secolo, la vita religiosa delle popolazioni hawaiane abbracciava protestantesimo, cattolicesimo, buddismo, taoismo e scintoismo.

Grado elevato di cooperazione etnica

In quel periodo numerose nazionalità si innestarono sulla comunità etnica hawaiana e ne alterarono la cultura. Gli antichi abitanti delle Hawaii erano polinesiani, gente alta e robusta con ossatura forte, pelle color ambra, grandi occhi scuri e folti capelli castano scuro o neri. Dopo lo sbarco del capitano James Cook alla fine del XVIII secolo, arrivarono in ondate successive, in cerca di migliori condizioni di vita, immigrati provenienti da Cina, Giappone, Okinawa, Corea, Filippine, isole portoghesi di Madeira e delle Azzorre, Puerto Rico, Spagna, Scandinavia e Germania, generalmente operai ingaggiati per lavorare nelle estese piantagioni di canna da zucchero. La composizione etnica è divenuta ancor più varia nel nostro secolo per il crescente flusso immigratorio di abitanti delle Samoa e di altre isole del Pacifico; dopo il 1930, però, la maggioranza degli immigrati è venuta dagli Stati Uniti continentali.

La fusione avvenuta nel corso degli anni in questo pittoresco crogiolo di razze che sono le Hawaii è stata perfettamente armoniosa. Quasi il 40 per cento di tutti i nuovi matrimoni sono interrazziali, e ciò dà luogo a una popolazione mista cosmopolita che lascia sorpresi e affascinati tanti turisti. Eppure, nonostante le loro svariate origini, gli abitanti delle Hawaii sono in genere persone bonarie e amichevoli. A ciò si aggiungano l’ambiente tropicale e il clima salubre, che fanno delle Hawaii un luogo incantevole in cui trascorrere le vacanze. È fra queste persone attraenti e simpatiche che i testimoni di Geova avrebbero raccolto molto frutto in questo tempo della fine.

Visita del presidente

Un giorno del 1912, col mare mosso, il piroscafo Shinyo Maru entrò sbuffando nel porto di Honolulu e attraccò. A bordo c’era il primo presidente della Watch Tower Society, Charles T. Russell, che stava compiendo un giro intorno al mondo.

Dopo aver visitato alcune scuole (le Kamehameha Schools e il Mid-Pacific Institute), scrisse le sue osservazioni che vennero riportate sulla Torre di Guardia (edizione inglese) del 15 aprile 1912: “Ci siamo informati circa l’istruzione cristiana e ci è stato detto che il tentativo di impartirla inimicherebbe gli alunni e causerebbe quindi lo scompiglio nelle scuole. . . . Siamo dell’opinione che il lavoro compiuto nelle Hawaii è buono se visto sotto il profilo umanitario, ma è un completo fallimento per quanto riguarda la cristianizzazione. Da quel che siamo riusciti a capire, non è mai stato insegnato ad avere fede nel sangue riscattatore di Gesù, né nella sua risurrezione, né nel suo regno avvenire”.

Seminati i primi semi

Nel 1915 Walter Bundy, un pellegrino (come veniva chiamato allora il ministro viaggiante), chiese a Ellis Wilburn Fox di accompagnare lui e sua moglie in un viaggio a Honolulu, offrendosi di pagargli il biglietto. Il fratello Fox, lasciato il suo lavoro di capo operatore in un cinema di Vancouver (Columbia Britannica, Canada), accettò l’invito. Fu così che il fratello Bundy e sua moglie, insieme al fratello Fox, saliti a bordo del piroscafo che li avrebbe portati da Vancouver a Honolulu, si avventurarono nell’impresa di seminare i primi semi di verità tra i socievoli e amichevoli hawaiani. Il loro bagaglio includeva una piccola macchina da stampa azionata a mano, destinata alla produzione di foglietti d’invito con cui annunciare i discorsi pubblici che questi due fratelli avevano intenzione di pronunciare. Il fratello Fox pensava di rimanere a Honolulu solo alcune settimane e poi tornare al suo lavoro ben retribuito a Vancouver. Non aveva la più pallida idea che quelle poche settimane sarebbero diventate sette anni.

La prima domenica di febbraio del 1915, in una stanza d’albergo a Honolulu, all’incrocio tra Fort Street e Beretania Street, fu tenuta la prima adunanza degli Studenti Biblici (come erano chiamati allora i testimoni di Geova), con cinque persone presenti: i Bundy, Ellis Fox e un interessato intervenuto insieme a sua moglie.

Sulla nave, un giorno o due prima di arrivare a Honolulu, i tre avevano concordato che chi di loro fosse riuscito a trovare lavoro per primo avrebbe provveduto ai bisogni degli altri due. Il fratello Bundy, un pianista, trovò immediatamente lavoro in un negozio di strumenti musicali.

Descrivendo quei primi giorni, Ellis narrava: “Ci preparavamo per tenere una conferenza pubblica ogni domenica. Walter scriveva l’annuncio per il discorso della domenica successiva, mentre il mio lavoro consisteva nel fare la composizione tipografica, stampare i foglietti d’invito e cercare di percorrere quanto più territorio della città di Honolulu mi fosse possibile ogni settimana. Quel fratello sembrava avere una riserva inesauribile di discorsi pubblici”.

Walter, intuendo che Ellis nutriva dei timori circa il parlare in pubblico, lo portava con sé ai giardini pubblici, dove lo aiutava a esercitarsi per migliorare la grammatica e il modo di esprimersi. In seguito Ellis disse di lui: “Con molta pazienza cercò di trasmettermi un po’ di se stesso”.

Lavoro insieme al primo gruppo

Questo addestramento fu necessario e di valore inestimabile, poiché alla fine del 1915 il fratello Russell fece tornare il fratello Walter Bundy negli Stati Uniti continentali per assolvere un altro incarico. Ellis Fox rimase a Honolulu come il solo e unico anziano del gruppetto di nuovi interessati. Fu allora che si rese conto che non sarebbe tornato di lì a poco al suo lavoro ben rimunerato in Canada. Ma era entusiasta della verità e aveva il giusto atteggiamento mentale in quanto a rimanere a Honolulu e a mettere gli interessi del Regno al di sopra di quelli di natura materiale.

Ellis inoltre si dimostrò modesto e umile nell’assolvere le sue responsabilità di allora. Lo studio (dell’opuscolo Tabernacle Shadows *) era difficile. Riconoscendo di avere un’esperienza limitata, egli prendeva dinanzi a tutti carta e matita e annunciava che se il gruppo non fosse stato in grado di rispondere a qualche domanda, si sarebbero presi appunti e, durante la settimana successiva, ciascuno avrebbe potuto fare ricerche su quella domanda. Ma come c’era da aspettarsi, la maggior parte delle ricerche veniva lasciata al fratello Fox, il quale doveva lavorare sodo per trovare le risposte giuste.

Testimonianza come tassista

Un gessetto e un taxi: una strana combinazione con cui trasmettere il messaggio del Regno, ma non per Ellis Fox. Mentre lavorava come tassista, il fratello Fox dava testimonianza ad altri autisti. Usando un gesso per scrivere sul marciapiede, illustrava le promesse di Geova e spiegava la cronologia biblica, ad esempio la durata dei tempi dei Gentili; questo dava adito a molte domande, e ne nascevano animate discussioni.

Un altro tassista, di nome James Harrub, entusiasta di queste verità bibliche, chiese dell’altro da leggere. Dopo aver divorato il libro “Nuova creazione” e altri libri della serie Studi sulle Scritture, si convinse che il messaggio in essi contenuto era al di là di ogni dubbio la verità dell’ispirata Parola di Dio.

Nel 1918 Ellis conduceva regolarmente uno studio biblico con James e sua moglie Dora. Ciò che destò il primo interesse in Dora, che era di religione episcopale, fu un ritaglio di giornale che Ellis aveva dato a suo marito. Conteneva la descrizione del dibattito tra un certo “reverendo” Troy e il secondo presidente della Watch Tower Society, Joseph F. Rutherford, durante il quale il fratello Rutherford aveva magistralmente smascherato l’infondatezza delle dottrine non scritturali della Trinità, dell’inferno di fuoco e dell’immortalità dell’anima. Spinta da questa notiziola ghiotta, Dora iniziò i suoi oltre 50 anni di serio studio e di pratica delle Scritture.

Battezzati i primi discepoli

Quando James Harrub espresse il desiderio di battezzarsi, il fratello Fox ottenne il permesso di usare una vecchia chiesa abbandonata che aveva il battistero sotto una botola. Comunque la vasca di metallo perdeva acqua come un colabrodo. Dopo aver fatto del loro meglio per tappare i buchi col saldatore, scoprirono che la vasca avrebbe mantenuto il livello dell’acqua desiderato solo se si fosse tenuto il rubinetto aperto al massimo. Il fratello Fox raccontava: “Avevo terminato di pronunciare il discorso del battesimo ed ero in piedi nell’acqua in attesa che James uscisse dallo spogliatoio, quando accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Quella cara piccola Dora Harrub dallo sguardo penetrante venne giù così da potermi parlare all’orecchio senza che altri la sentissero e bisbigliando chiese: ‘Ellis, posso battezzarmi anch’io?’ ‘Ma certo che puoi! Va di là e cambiati’. Che emozione fu quella per suo marito e per me!” Così i primi due discepoli cristiani delle Hawaii furono battezzati il 19 novembre 1919.

Il gruppo di Studenti Biblici trasferì il proprio luogo di adunanza dall’Hotel Leonard, dove Ellis abitava, alla casa degli Harrub in Spreckles Street a Honolulu. Nove persone partecipavano regolarmente il mercoledì alle adunanze di “preghiera, lode e testimonianza” e la domenica allo studio Torre di Guardia.

Da massone a Testimone

Durante la prima guerra mondiale il fratello Fox lavorò come direttore di un negozio del posto. Una domenica mattina, a casa sua a Honolulu, ricevette una telefonata da David Solomon. Il sig. Solomon era gestore di un’autorimessa presso una locale postazione militare; gli occorreva della merce e chiedeva se Ellis poteva aprire il negozio per eseguire l’ordinazione; Ellis acconsentì.

Il fratello Fox rammenta: “Mentre mi accompagnava in macchina al negozio, osservò che dovevo essere un massone per essere così servizievole. Sentendo che ero un ministro degli Studenti Biblici locali, chiese: ‘Pronuncia mai qualche discorso fuori della sua chiesa?’ Io risposi: ‘Sì, se mi invitano’. Allora mi informò che lui era il maestro della loggia massonica di Fort Schofield e mi invitò a parlare lì. Naturalmente non gli dissi che non avevo mai pronunciato un discorso pubblico. Mi preparai e mi servii di un prospetto simile a quello che si trova all’inizio del Volume I degli Studi sulle Scritture. Preparare e pronunciare quel primo discorso pubblico fu per me una buona occasione per mettere in pratica parte di ciò che avevo imparato da Walter Bundy”.

Da allora in poi David Solomon si riunì regolarmente col gruppetto di Studenti Biblici. Nonostante l’accanita opposizione, in seguito troncò ogni legame con la massoneria e fu battezzato dal fratello Fox.

Invertiti i ruoli alla scuola domenicale

Sempre innovatore e pieno di iniziativa, il fratello Fox non perdeva mai le opportunità di diffondere la verità. Ad esempio, con grande intrepidezza ardiva entrare in chiese e scuole domenicali. Durante le funzioni suscitava domande dottrinali, creando così l’occasione, proprio dentro la chiesa, per dare testimonianza ai fedeli presenti.

Una domenica entrò in una chiesa in cui, in assenza del ministro in carica, un certo sig. Elder stava tenendo una lezione su Matteo capitolo 24. Allora il fratello Fox cominciò a porre domande e a fare commenti scritturali riguardo al soggetto che si stava trattando. Il sig. Elder fu così colpito che, alla presenza di tutti, chiese al fratello Fox se voleva per favore scambiare il posto con lui. La lezione della scuola domenicale si trasformò in un’interessante discussione, finché non tornò il ministro, il quale, inutile dirlo, pose immediatamente fine a quello scambio di ruoli. A sua volta il sig. Elder lasciò la chiesa e mise a disposizione del gruppo degli Studenti Biblici il suo negozio situato nel centro della città, affinché una sera la settimana vi tenessero uno studio biblico.

A causa di determinate circostanze, nel 1922 il fratello Fox dovette lasciare le Isole Hawaii e trasferirsi in California. Dopo aver affidato l’opera a James Harrub e agli altri, partì fiducioso che l’opera di predicazione era stata stabilita su un fondamento solido, anche se di piccole proporzioni.

Dall’Italia alle Hawaii

Nel 1923 la Società inviò dall’Italia O. E. Rosselli in un giro intorno al mondo allo scopo di incoraggiare l’uso del libro L’Arpa di Dio, che serviva ad aiutare i principianti nello studio della Bibbia. Una tappa del suo viaggio furono le Hawaii. Il fratello Rosselli era un uomo pieno di vitalità e di entusiasmo per la verità, e visitò con il libro Arpa ogni isola principale, fra cui quella di Niihau, di proprietà privata e solitamente non accessibile.

Il fratello Rosselli rafforzò inoltre il piccolo gruppo di fratelli hawaiani raccontando loro le sue incoraggianti esperienze di viaggio. Fra quelli ai quali diede testimonianza ci fu Amy Ing, che stava lavorando nel negozio di suo padre a Honolulu. Egli le lasciò una serie degli Studi sulle Scritture, di cui essa avrebbe fatto tesoro durante gli anni avvenire. Amy sposò Harry Lu, e insieme divennero coraggiosi sostenitori della verità del Regno.

Era un buddista

Kameichi Hanaoka e Albert Kinoshita erano fra coloro che frequentavano le adunanze di studio biblico tenute in casa degli Harrub. I piccoli semi di verità seminati nel loro cuore germogliarono e crebbero come querce, facendo di loro persone dalla fede robusta. Questi due fratelli di lingua giapponese parteciparono alla formazione del primo gruppo di studio di lingua giapponese, organizzato nel 1924. Entrambi perseverarono nel servizio del Regno per il resto della loro vita. Il fratello Hanaoka aiutò a iniziare l’opera in Giappone dopo la seconda guerra mondiale e lì, al termine di 20 anni di servizio a tempo pieno, morì nel 1971.

James Nako, di discendenza okinawana, era, come il resto della sua famiglia, un buddista convinto. Un giorno, mentre leggiucchiava in una libreria di Honolulu, una Bibbia attrasse la sua attenzione ed egli cominciò a leggerla, ma senza comprendere molto. Questo comunque bastò per spingerlo a lasciare il buddismo e a unirsi alla chiesa congregazionalista di Makiki.

James narrava: “Lessi che al Nuuanu YMCA di Honolulu si sarebbe tenuta una conferenza in giapponese dal tema ‘Milioni ora viventi non morranno mai’. Era qualcosa di così diverso da ciò che avevo udito fino ad allora che decisi di assistervi. L’annuncio incoraggiava il pubblico a portare con sé la Bibbia, e così feci. Fui molto colpito dall’oratore, che rispondeva con la Bibbia a tutte le domande che gli venivano poste. Compilai un foglietto dicendo che desideravo studiare la Bibbia”. Fu così indirizzato allo studio di gruppo al quale partecipavano 12 persone, ossia tutti gli Studenti Biblici che nel 1926 si radunavano insieme. James Nako fece rapido progresso e si battezzò nel luglio 1927.

Descrivendo come si svolgeva la testimonianza a Honolulu nel 1927, il fratello Nako narrava: “Possedevo una vecchia e malandata Ford modello T, che si doveva mettere in moto a mano con una manovella, e riempivo il bagagliaio con una bella scorta di riviste L’Età d’Oro e La Torre di Guardia in giapponese. Queste venivano tradotte in Giappone dall’inglese al giapponese e ci venivano inviate al solo costo delle spese di spedizione. Le distribuivamo gratis, chiedendo alle persone se desideravano studiare la Bibbia. Ricordo che il fratello Hanaoka ed io ricevevamo circa un migliaio di riviste al mese per la distribuzione”.

I “monelli”

Il fatto che lavorasse come cuoco la domenica impediva a James di partecipare al servizio di campo, per cui egli decise di aprire un negozio in proprio. In tal modo, però, finì per non avere più tempo libero, col risultato che divenne spiritualmente inattivo.

Ciò nonostante si preoccupava moltissimo del benessere spirituale della sua famiglia. Per questo motivo chiese a un fratello, James Watson, di studiare la Bibbia con i suoi familiari, cosa che il fratello Watson fece fedelmente e con pazienza.

“Quando era ora di studiare”, ricordava il fratello Nako, “i miei due monelli, Richard e Tommy, scavalcavano la finestra della camera da letto e andavano a nascondersi fuori. La mia figlia maggiore, Adeline, ed io perlustravamo la zona e finivamo di solito per trovarli in fondo alla strada in un parco”. Ancor oggi Adeline svolge il servizio nel campo missionario in Giappone, e lo stesso fanno i due “monelli” e le rispettive mogli.

Il loro padre tornò mai ad essere attivo nella testimonianza del Regno? Sì, e fu spesso pioniere ausiliario fino alla sua morte nel 1972. La vedova, Alice, partecipa spesso al servizio di pioniere ausiliario a Honolulu.

Ma torniamo indietro nel tempo, a quando i Nako incontrarono opposizione in famiglia da parte dei parenti buddisti per il fatto che il loro modo di vivere cristiano si discostava in modo così radicale da ciò che veniva tradizionalmente accettato fra gli okinawani adoratori degli antenati. I parenti non riuscivano a capire perché i Nako non partecipassero all’atto in apparenza insignificante di bruciare incenso ai funerali e ad altre cerimonie in onore dei defunti. I parenti chiedevano: “Come mai la pensate così?” e, prima che nel 1935 fosse costruita la Sala del Regno a Honolulu, prendevano in giro i Nako chiedendo: “Dov’è la vostra chiesa?” Comunque James Nako e sua moglie hanno avuto una parte molto importante nell’aiutare diversi loro parenti di tre generazioni ad accettare la verità.

“Un fuoco ardente nelle mie ossa”

Joseph Dos Santos, un uomo di origine portoghese, era stato allevato nelle Hawaii da genitori cattolici romani. Giovanissimo, a soli 12 anni, aveva già perso la fede nella chiesa. Dopo aver frequentato il Berkeley Chiropractic College in California, nel 1927 si trasferì a Inglewood, pure in California. Poiché cercava sinceramente la verità biblica, trascorreva il suo tempo libero ascoltando programmi religiosi alla radio e visitando chiese diverse, ma riscontrava che queste lo lasciavano con un senso di vuoto e di totale insoddisfazione.

Questa sensazione sparì quando, nel 1929, la sua affittacamere gli prestò una copia dell’Età d’Oro che trattava dell’Inquisizione cattolica. Ecco le sue parole: “Ciò che lessi in quella rivista cominciò a cambiare completamente la mia visione della vita. Cominciò a colmare il vuoto. Uno Studente Biblico locale seppe del mio interesse e mi procurò altre pubblicazioni. Presto non ebbi più dubbi: avevo trovato la verità”.

Quello stesso anno tornò nelle Hawaii per esercitare la chiropratica e continuò a divorare le verità scritturali spiegate nelle pubblicazioni della Società. “Come nel caso di Geremia, la verità biblica era come un fuoco ardente nelle mie ossa”, rammentava. “E non potevo stare zitto”. (Ger. 20:9) Nonostante fosse solo e non avesse nessun contatto con altri Studenti Biblici locali, cominciò di sua propria iniziativa a far visita ai vicini nel distretto di Aiea sull’isola di Oahu. Con zelo organizzò uno studio di gruppo con alcuni lavoratori immigrati delle Filippine, e nel 1931 il numero dei presenti allo studio era già salito a 22. Poiché non esistevano pubblicazioni nel loro dialetto, il fratello Dos Santos leggeva i versetti nella sua Bibbia inglese e poi li faceva leggere agli studenti nella loro Bibbia filippina.

Questa vigorosa testimonianza non sfuggì all’attenzione del clero. Non passò molto che il sacerdote cattolico di Aiea mise in circolazione la voce che il fratello Dos Santos era pupule (che in hawaiano significa “pazzo”). Fu così che nella zona il fratello divenne noto come Pupule Joe.

Un giorno, mentre faceva visita a un amico, rimase a bocca aperta vedendo il libro Profezia. Fino a quel momento aveva creduto in tutta sincerità di essere l’unico nelle Hawaii a possedere libri degli Studenti Biblici. Emozionato, chiese al suo amico come aveva ottenuto quel libro. Che sorpresa e che gioia fu per lui apprendere che nelle isole c’erano James Watson e altri cinque attivi Studenti Biblici!

Presa un’importante decisione

“Ero giunto a una svolta della mia vita”, narrava il fratello Dos Santos. “Compresi che dovevo prendere una decisione ben precisa: o continuare a esercitare la mia professione di chiropratico, che poteva dare temporaneo sollievo a coloro che soffrivano fisicamente, o dedicarmi all’opera di fare discepoli, che recherà infine benefìci eterni al genere umano”. Confidando nelle parole di Gesù riguardo al piacevole giogo dell’essere discepoli, presentò la cosa a Geova in preghiera. (Matt. 11:29, 30) Non vedeva l’ora di dire a David Solomon (sorvegliante del deposito della Società a Honolulu) che aveva deciso di dedicarsi all’opera di predicazione e che desiderava predicare nelle isole esterne delle Hawaii, lasciando così agli altri sei Studenti Biblici il compito di percorrere Honolulu. Benché nessuno avesse portato la buona notizia fuori dell’isola di Oahu, il fratello Solomon era convinto della determinazione di questo giovane e costruì quindi un camper perché lo usasse nell’opera di colportore. Fu così che ebbe inizio nel 1929 la carriera di Joseph Dos Santos come predicatore a tempo pieno. In seguito fece questo commento: “Per tre anni e mezzo sono andato da un capo all’altro delle Hawaii col mio furgone Dodge 1927, piantando i semi della verità, e non ho mai forato una gomma!”

Dato che il territorio era vasto e lui era solo a lavorarlo, si concentrò sulla diffusione del messaggio più che altro mediante la distribuzione di letteratura. Descrivendo come si svolgeva, scrisse: “Il ritmo dell’opera del Regno a quel tempo richiedeva che gli Studenti Biblici usassero grandi borse per libri o valigette per trasportare le munizioni spirituali. Le persone erano gentili e non ricevevo né insulti né porte sbattute in faccia. Era una pacchia! La gente era felice di vederci e dava senza esitare la contribuzione di un dollaro per quattro libri, quanti ne offrivamo di solito. Allora ero giovane e pieno di vigore e riuscivo a camminare per chilometri e chilometri su per sentieri di montagna e ad arrampicarmi sui monti con due valigie piene di letteratura, ed ebbi tante esperienze meravigliose. In certi luoghi le strade erano così accidentate che non potevo percorrerle né col furgone né a piedi, specie nel distretto di Kohala nell’Isola Grande. Talvolta procedevo letteralmente carponi per raggiungere le abitazioni. Lasciai persino un considerevole quantitativo di provviste spirituali per i lebbrosi nel lebbrosario di Molokai”.

Seguiva un programma molto rigido e predicava sei giorni la settimana, con una media di 230 ore di servizio al mese. Nei tre anni e mezzo che trascorse lavorando da solo in tutte le Isole Hawaii distribuì 46.000 libri, opuscoli e riviste.

Tornato a Honolulu nel 1933, il fratello Dos Santos avvertì il fratello Solomon che la sua mossa successiva sarebbe stata quella di fare un giro del mondo con la buona notizia. Le cose comunque andarono diversamente, poiché il suo viaggio terminò nelle Filippine, dove trascorse quasi 17 anni. Durante quel periodo sopportò un’intensa persecuzione, compresi tre anni di prigionia in condizioni disumane inflittigli dalle forze d’occupazione giapponesi durante la seconda guerra mondiale.

Nel 1949 il fratello Dos Santos tornò con la famiglia nelle Hawaii, dove lui e sua moglie continuarono a compiere il servizio di pioniere finché nel 1983 egli terminò il suo corso di vita terrena all’età di 88 anni. La sua determinazione e il suo ardente zelo missionario ebbero un effetto considerevole sull’opera del Regno sia nelle Hawaii che nelle Filippine.

Una filiale e la prima “Sala del Regno” del mondo

Dopo otto anni di servizio alla Betel di Brooklyn, nella primavera del 1934 Don e Mabel Haslett furono assegnati a Honolulu per aiutare il gruppetto di fratelli attivi ad assolvere l’incarico di predicare. In men che non si dica fu aperta una nuova filiale della Watch Tower Society, il fratello Haslett fu nominato suo sorvegliante. L’anno seguente il presidente della Società (Watch Tower), J. F. Rutherford, visitò le isole e approvò l’acquisto a Honolulu di un immobile all’angolo tra Pensacola Street e Kinau Street per ospitarvi la nuova filiale. Egli tenne anche la Commemorazione, per la quale si radunarono in una casa affittata in Young Street, che veniva usata per le adunanze. Furono presenti in tutto 25 persone.

Notando che vi erano grandi possibilità di crescita nelle isole, il fratello Rutherford dispose anche che i fratelli locali costruissero una sala per le adunanze annessa all’edificio della nuova filiale. James Harrub gli si avvicinò e gli chiese: “Come pensi di chiamare questo luogo quando sarà finito?” La risposta del fratello Rutherford fu: “Che ne dici, non dovremmo chiamarlo ‘Sala del Regno’, dal momento che è questo ciò che facciamo, predicare la buona notizia del Regno?” Così, nel 1935, fu coniata l’espressione con cui si sarebbero designate le decine di migliaia di luoghi di adunanza dei testimoni di Geova in ogni parte del mondo. Quella piccola casa per l’adorazione al numero 1228 di Pensacola Street, che da allora è stata ampliata e rinnovata tre volte, ha l’onore di distinguersi come la prima a essere stata denominata Sala del Regno.

“La mia salute migliorò”

Fu nel gennaio 1933 che James e Dora Harrub realizzarono infine il loro sogno a lungo vagheggiato di intraprendere il servizio di pioniere. Il primo anno rimasero a Honolulu, in attesa che fosse fabbricata la roulotte che sarebbe diventata la loro casa su ruote. Quando questa fu pronta si trasferirono a Maui, e percorsero tutta l’isola in sei mesi lasciando pubblicazioni e servendosi del fonografo per far ascoltare conferenze bibliche alla gente. Poi fu la volta dell’Isola Grande di Hawaii, dove trascorsero un intero anno percorrendo il territorio, ma con pochissimi risultati.

Trasferitisi nel 1936 sull’isola di Kauai, si stabilirono sul versante orientale dell’isola presso Kapaa. James amava tanto le persone del posto che scrisse alla Società chiedendo il permesso di rimanere a Kauai e di esservi assegnati permanentemente. Il permesso fu accordato.

Quando iniziarono a fare i pionieri, sia James che Dora avevano una salute malferma. Dora rammentava: “Col servizio di pioniere la mia salute migliorò, perciò smisi di preoccuparmene”. Con l’aiuto di Geova spesero il resto della loro vita nel servizio a tempo pieno, e fu una vita ricolma di benedizioni. Con il loro spirito di abnegazione e la loro incrollabile fede questi due coniugi si guadagnarono il profondo rispetto e l’amore degli abitanti di Kauai, dove molti li ricordano ancora con affetto. Dopo la morte di James nel 1954, Dora vendette la casa e, come ci si poteva aspettare da lei, usò quel denaro per finanziare la costruzione di una Sala del Regno a Kapaa sull’isola di Kauai. Portò a termine il suo servizio terreno come pioniera regolare nell’agosto 1984, all’età di 94 anni. Sia lei che il marito avevano la meravigliosa speranza di ricevere la loro ricompensa nei cieli.

Un’auto dotata di impianto acustico diffonde il messaggio

Nel frattempo, nel 1935, alcuni fratelli dell’Australia aiutarono gli Haslett ad acquistare un’automobile, una Plymouth, che fu equipaggiata per essere usata come auto dotata di impianto acustico. Un altoparlante montato sul tetto dell’automobile trasmetteva una conferenza pubblica in inglese o in giapponese, ilocano o tagalog, mentre l’auto percorreva le strade. Nel corso di quell’anno oltre 17.000 persone udirono il nome di Geova grazie a questo impianto. A ciascuna conferenza facevano seguito visite di casa in casa nei dintorni e la diffusione del messaggio in forma stampata.

Questo metodo di predicazione giunse proprio in tempo, poiché gli oppositori, messi in allarme dalla visita del fratello Rutherford a Honolulu nel 1935, avevano costretto la locale stazione radio a cessare di trasmettere le conferenze del fratello Rutherford. Sembra comunque che furono raggiunte più persone mediante l’auto con impianto acustico che in precedenza attraverso la radio.

Un pioniere si trasferisce nelle Hawaii

Eddie Medalio arrivò a Honolulu nel 1936 per rafforzare il gruppetto di proclamatori. Dopo il suo battesimo nel 1932 a Los Angeles, in California, aveva scritto alla sede centrale della Società a Brooklyn parlando del suo desiderio di andare a sue spese nelle Filippine per predicare a tempo pieno tra i suoi connazionali a Manila. La Società gli consigliò invece di recarsi nelle Hawaii e fare il pioniere insieme agli Haslett, in modo da raggiungere i molti filippini che vivevano lì.

Come reduce della prima guerra mondiale, Eddie aveva ricevuto un premio di congedo dalla Marina, che usò per pagarsi il biglietto della nave fino a Honolulu. Don e Mabel erano felicissimi di ricevere aiuto! Accolsero Eddie calorosamente e lo ospitarono alla filiale. In seguito egli sposò Eulalie, e come coppia furono assegnati a Hilo, dove Eddie fu nominato sorvegliante di quella piccola congregazione. Aprendo la strada come pionieri, i Medalio percorrevano il territorio di molte cittadine isolate e comunità etniche di lavoratori nelle piantagioni di canna da zucchero, i cosiddetti camp.

Il motto di Eddie quale pioniere era: “Confida in Geova con tutto il tuo cuore”. (Prov. 3:5) Ogni giorno ripeteva spesso queste parole a se stesso e ad altri, e non mancava mai di includerle quando ammoniva i giovani che andavano da lui a chiedergli consiglio. Tutto il suo modo di vivere rispecchiava queste parole ispirate. Aveva uno zelo instancabile, grande gioia di vivere e adorava Geova con entusiasmo. Inoltre Eddie era molto benvoluto per il suo buonumore e il suo spirito ottimistico, che conservava indipendentemente dai problemi che incontrava. Era inconfondibile per la sua risata facile e rumorosa, che contagiava tutti. Molti giovani apprezzavano il profondo e sincero interesse che aveva per loro e lo chiamavano con affetto Nonno.

Il fratello Medalio ha compiuto il servizio di pioniere regolare fino alla sua morte, avvenuta il 3 gennaio 1990 in seguito a una polmonite e ad altre complicazioni. Aveva 93 anni e per 58 anni aveva servito Geova con tutta l’anima. Sino alla fine ebbe la mente lucida e rimase lealmente devoto a Geova. Sull’ultimo rapporto del servizio di campo che consegnò appena due giorni prima di morire, scrisse: “Il mio spirito è volenteroso, ma la mia carne si indebolisce. Continuo a pregare Geova di aiutarmi”.

I fratelli delle Hawaii sono stati oggetto di molte benedizioni stando a stretto contatto con questi unti fratelli di Cristo, molti dei quali hanno speso le proprie energie vitali nell’opera del Regno in cui Geova li ha impiegati come pionieri. Di loro, dopo un’intera vita dedicata a questo servizio, si è potuto ben dire: “Felici i morti che da ora in poi muoiono unitamente al Signore. Sì, dice lo spirito, si riposino dalle loro fatiche, poiché le cose che fecero vanno direttamente con loro”. — Riv. 14:13.

Nasce la seconda congregazione

Degno di nota, nel 1939, fu il fatto che il numero dei proclamatori crebbe a 30, in paragone con i 18 dell’anno prima. Fu formata una seconda congregazione, a Hilo.

L’opera di testimonianza si intensificò, e si tennero marce di informazione in cui i proclamatori portavano due cartelloni, uno appeso al petto e l’altro alle spalle, che pubblicizzavano le conferenze registrate che si tenevano a Hilo e a Honolulu. Il programma di alimentazione spirituale del popolo di Geova includeva anche l’ascolto, nella Sala del Regno di Honolulu e sulle isole più esterne, di discorsi del fratello Rutherford trasmessi su onde corte. Essendoci nelle isole così poche persone schierate dalla parte di Geova, era molto incoraggiante sentir divulgare il messaggio della verità in così vaste proporzioni.

L’attacco di Pearl Harbor

“Stipati in una giardinetta, diversi di noi eravamo diretti a Pearl City, poco più in là di Pearl Harbor, per una giornata di testimonianza”, narrava Mabel Haslett parlando del 7 dicembre 1941. “Sulla Pearl Harbor Road fummo rimandati indietro dalla polizia e da ondeggianti nuvole di fumo. La guerra!” Le forze armate giapponesi avevano sferrato il loro devastante attacco aereo su Pearl Harbor, annientando la flotta americana che era lì all’ancora. Mabel proseguiva: “Alcuni giorni dopo il 7 dicembre, qualcuno bussò alla porta. Quattro uomini armati di pistola prelevarono Don e lo portarono al quartier generale per un interrogatorio. Era in vigore la legge marziale. Mentre uno dopo l’altro gli ufficiali lo bombardavano di domande, Don rispondeva con le Scritture. Uno di loro disse adirato: ‘Lasci stare la Bibbia!’ Ma Don replicò: ‘Non posso, è la mia difesa’. Infine il comandante si alzò, apparentemente soddisfatto, e un bel po’ dopo l’ora dell’‘oscuramento’ riportarono Don a casa. . . . Anche se di tanto in tanto venivamo molestati, l’opera andò avanti”.

La seconda guerra mondiale portò con sé il razionamento del carburante, oscuramenti serali, coprifuoco e difficoltà nelle spedizioni. Nonostante questi problemi, il gruppetto di proclamatori e pionieri sparsi in tutte le isole continuò imperterrito l’opera di predicazione. Infatti nel 1942 la coppia di pionieri James e Dora Harrub scrisse alla filiale: “Prima di Pearl Harbor molti accettavano le pubblicazioni, ma la maggioranza non voleva credere che problemi seri di alcun genere avrebbero mai toccato le Hawaii. Ora tutto è cambiato, e spesso ci vengono fatte domande circa l’immediato futuro, ecc. Quando vien detto loro che le pubblicazioni WATCH TOWER rispondono a tutte le loro domande, sono lieti di accettarle”.

Molokai e un carico di 20 chili

Fu poco dopo aver conosciuto la verità a Honolulu e dopo il bombardamento di Pearl Harbor che Harold Gale ricevette il suo primo incarico di pioniere. Egli narra: “Fui assegnato all’isola di Molokai, dove non ero mai stato prima. Tutto solo con un’unica valigia, non sapevo neppure dove avrei dormito la prima notte. Ma con l’aiuto di Geova riuscii a trovare alloggio in casa di uno degli hawaiani più preminenti dell’isola. In seguito egli dispose che per soli 7 dollari al mese prendessi in affitto una grande casa, situata su circa mezzo ettaro di terreno in cui crescevano 16 palme da cocco. Si trovava proprio di fronte alla spiaggia, circa 8 chilometri a sud della cittadina portuale di Kaunakakai”.

Non possedendo nessun mezzo di trasporto, Gale percorreva fino a 30 chilometri al giorno trasportando a fatica un carico di 20 chili che comprendeva una valigia piena di libri, opuscoli e riviste in sei lingue e un fonografo con 11 dischi in altrettante lingue. Varie volte i filippini gli chiesero di vendere loro i dischi e addirittura il fonografo. In seguito un fratello di Oahu mandò a Gale una bicicletta, e con questa egli era in grado di percorrere circa 60 chilometri al giorno. Un fratello cinese di nome Norman Chock si unì a lui nell’opera di pioniere e portò con sé la sua berlina Willys. Nonostante il razionamento della benzina in tempo di guerra — se ne potevano acquistare solo 10 galloni (38 litri) al mese — viaggiarono instancabilmente da una parte all’altra dell’isola. Nel giro di tre mesi conducevano 18 studi biblici.

Sul versante settentrionale dell’isola si trova, isolato, il lebbrosario di Kalaupapa, accessibile solo via mare o via aerea oppure scendendo giù per un dirupo di 600 metri. Il fratello Gale rammenta: “Trasportando due valigie piene di libri, mi avventurai per il ripido sentiero e lasciai 65 copie del libro Fanciulli al sig. Anderson, che era il responsabile e che promise di distribuirle ai lebbrosi che io non potevo contattare di persona”.

Sull’Isola Grande di Hawaii

Tra coloro che accettarono la verità durante quei turbolenti anni bellici vi furono Shinichi e Masako Tohara. Il fratello Tohara aveva ricevuto alcune pubblicazioni la prima volta nel 1935, e nel 1938 vide i Testimoni sfilare per le strade di Hilo portando cartelloni come uomini sandwich. In seguito Ralph Garoutte iniziò a studiare con lui e, dopo un solo mese di studio, Shinichi cominciò a dare testimonianza ai suoi amici durante l’ora del pranzo sul posto di lavoro, la fabbrica di sakè (vino di riso) di Hilo.

Ricordando la prima volta che provò a dare testimonianza di casa in casa, narra: “Una mattina di marzo del 1942 presi una borsa e la riempii ben bene di letteratura. Ero deciso a uscire a dare testimonianza insieme a mio figlio Loy. Mi recai alla prima casa e battei all’uscio, ma il mio cuore batteva più forte. Non ricordo cosa dissi esattamente quella volta. Ma non ebbi il coraggio di continuare fino all’abitazione successiva, così tornai a casa”. Dopo che ebbe ricevuto assistenza da Testimoni più esperti, i suoi timori presto svanirono. Il mese seguente prese una settimana di permesso dal lavoro e si unì ai pionieri che svolgevano l’opera nelle distanti Waimea e Kohala. Che gioia provò! Il 19 aprile 1942 lui e sua moglie furono battezzati nelle placide acque del Pacifico a Hilo Bay.

Avendo qualcuno ricordato loro la parabola di Gesù del commerciante viaggiatore che vendette prontamente le cose che aveva per acquistare la perla di alto valore, i Tohara, appena un mese dopo il battesimo, vendettero le loro masserizie e si misero a costruire una roulotte. A giugno ricevettero il loro primo incarico di pionieri a Pahala, un distretto rurale nella zona vulcanica dell’Isola Grande di Hawaii. Dopo aver compiuto l’opera in quella zona remota vennero trasferiti nel distretto di Kona, dove percorsero numerosi sentieri di montagna per dare testimonianza agli umili coltivatori di caffè.

“Cesare dice che non possiamo costruire”

La Sala del Regno di Honolulu cominciava ad essere strapiena e i presenti non facevano che aumentare. Era evidente che occorreva un luogo di adunanza più grande, perciò la cosa logica da fare sembrava quella di aggiungere una nuova ala a questo edificio, il primo al mondo ad essere stato chiamato “Sala del Regno”. Ma nel 1943 i materiali da costruzione scarseggiavano e nelle Hawaii vigeva la legge marziale. Fu per questo motivo che il governo militare disse di no a questi lavori di ampliamento.

Mabel Haslett rammentava: “Tornata a casa un giorno trovai Don seduto, tutto serio, con una lettera in mano. Era un’autorizzazione del fratello Knorr, il nuovo presidente della Società, a costruire una nuova Sala del Regno sul terreno situato dietro l’edificio della filiale. Don disse: ‘Cesare dice che non possiamo costruire. L’organizzazione di Geova dice: “Costruite”. E noi costruiremo’”.

Col potere dello spirito di Geova, i fratelli superarono gli ostacoli e lavorarono giorno e notte trasportando sabbia dalle spiagge e pietre dai monti. Furono acquistate vecchie rotaie di acciaio a un prezzo minimo presso le Ferrovie di Oahu, e fu usato legname di scarto per fare i lavori di carpenteria.

Anche le sorelle si diedero instancabilmente da fare, raschiando via la ruggine dalle rotaie e pitturandole. Un amico di Harry Lu prestò un saldatore a benzina e, nonostante il razionamento, ci fu sempre abbastanza carburante per saldare i binari di acciaio così da trasformarli in travi.

Uno dei volontari, Harold Gale, narrava: “Chiedemmo a un appaltatore quanto sarebbe costato questo lavoro di costruzione se dato in appalto e quanto tempo ci sarebbe voluto per realizzarlo. Asserì che il prezzo sarebbe stato di circa 17.000 dollari e il tempo necessario un anno e mezzo. Quando l’edificio fu completato, calcolammo che il costo effettivo era stato di circa 700 dollari, ivi inclusi i pasti per 65 fratelli; e i fratelli avevano impiegato tre mesi per portarlo a termine!”

Arrivano le prime missionarie

I fratelli emersero dalla seconda guerra mondiale in una condizione spiritualmente prospera. Nel 1946 ci fu un massimo di 129 proclamatori, più del doppio di quelli che c’erano al tempo dell’attacco di Pearl Harbor cinque anni prima. Durante l’anno furono immersi 38 nuovi discepoli.

Molto determinante nel periodo del dopoguerra fu la visita di Nathan H. Knorr e Milton G. Henschel, della sede mondiale della Società a New York. Durante questa visita fu consigliato di inviare nelle Hawaii missionari addestrati alla Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead) per accelerare l’opera.

Al loro arrivo il 27 settembre 1947, Martha Hess e Ruth Ulrich, diplomate della settima classe di Galaad, ricevettero al molo il tradizionale benvenuto hawaiano, con la cadenzata musica hawaiana suonata dalla Royal Hawaiian Band e le danzatrici di hula. I fratelli e le sorelle erano così euforici per l’arrivo delle missionarie che le sommersero di lei, le tradizionali collane di fiori.

Il lavoro coscienzioso e devoto compiuto da queste due missionarie sarebbe stato molto gradito agli hawaiani, a differenza di quello dei missionari della cristianità, che li aveva lasciati con la bocca amara. Martha ricorda di aver sentito un comico del posto dire con tristezza: “I primi missionari sono venuti qui nelle isole, ci hanno dato una Bibbia e ci hanno detto di alzare gli occhi al cielo verso il grande Dio, e mentre guardavamo su ci hanno portato via tutta la terra”.

Al tempo dell’arrivo delle due diplomate di Galaad i 129 proclamatori delle Hawaii erano suddivisi in tre congregazioni a Oahu (Honolulu, Maili e Waimea) e due nell’Isola Grande di Hawaii (Hilo e Kona), nonché in gruppi più piccoli a Kauai, Maui e Molokai.

Per dieci anni e mezzo le due missionarie lavorarono con diligenza nelle Hawaii, aiutando molti a incamminarsi sulla via della vita. Fu il loro ottimo esempio e il loro entusiasmo per il ministero a far nascere in molti giovani lo spirito del pioniere. Nel 1957 Martha e Ruth furono trasferite in Giappone, dove fino ad oggi continuano a svolgere insieme l’opera missionaria.

Nel 1947, quando sorse un’emergenza in Giappone, il fratello Knorr chiese per lettera: “Chi tra i fratelli hawaiani sarebbe disposto ad andare in Giappone?” I nippo-hawaiani Jerry e Yoshi Toma, Shinichi e Masako Tohara ed Elsie Tanigawa si offrirono volontari. Scrivendo al fratello Knorr, Don chiese: “E gli Haslett?” Così furono inclusi anche loro. Quei sette divennero poi nove, giacché le due giovani figlie dei Tohara, che li avevano accompagnati alla Scuola di Galaad e poi in Giappone, divennero anch’esse missionarie una volta raggiunta l’età adulta. Tutti questi svolgono ancora l’opera missionaria in Giappone, tranne gli Haslett, che, quali cristiani unti, hanno terminato il loro corso di vita terrena.

Vero spirito pionieristico

Ora che l’opera era bene organizzata a Oahu, si poteva prestare attenzione ai territori intatti nelle isole vicine. I tempi erano maturi perché alcuni volenterosi e zelanti si recassero come pionieri in quelle zone isolate portandovi la buona notizia. Tuttavia essere pionieri negli anni ’50 significava spesso lavorare in circostanze abbastanza difficili.

John Ikehara si trasferì a Kona sull’Isola Grande di Hawaii il 1° aprile 1955 per aiutare il gruppetto locale. Non riuscendo a trovare un lavoro fisso part-time, tirava avanti più che altro con la frutta e la verdura che cresceva nel giardino della Sala del Regno. Descrivendo lo studio che faceva con un filippino abitante in una piantagione di caffè, narrava: “Gli occhi mi bruciavano per il fumo della lampada a cherosene. Lui rispondeva in inglese e leggeva i paragrafi in ilocano”. In effetti John non vedeva l’ora di andare a fare questo studio biblico per più di una ragione. Infatti, spiegava, “ogni settimana prima di iniziare lo studio il mio studente insisteva che prima mangiassimo qualcosa”. Quel pasto era grandemente apprezzato da John, perché integrava con le proteine la sua alimentazione vegetariana.

Esperienze come questa a Kona costituirono per lui un ottimo addestramento per quando in seguito fu mandato come missionario in Giappone, dove prestò servizio fino alla sua morte. Lungi dall’esprimere lamentele, John una volta scrisse: “Ringrazio Geova per le numerose benedizioni che ha elargite a me e a migliaia di altri. Sono molto grato alla Società per essere stata così soccorrevole e paziente con me”.

Nell’autunno del 1954 Keith Stebbins, allora sorvegliante della filiale, avvicinò Nathaniel Miller, un missionario del Giappone che si trovava nelle Hawaii a motivo della salute di sua moglie, e gli chiese se accettava l’incarico di pioniere speciale a Kekaha, nell’isola di Kauai.

Pur non possedendo un’automobile, che sarebbe stata necessaria in quella zona rurale, Nat Miller e sua moglie Allene acconsentirono a partire immediatamente. Poiché a motivo della sua salute Allene non poteva raggiungere la quota delle ore stabilita per i pionieri speciali, dovevano tirare avanti col sussidio che Nat riceveva come pioniere speciale, 30 dollari al mese.

Il problema del trasporto fu risolto quando Harry Lu donò ai Miller una Dodge 1933. Poiché i cuscinetti facevano rumore, l’auto non poteva andare a più di 40 chilometri all’ora, ma non rimasero mai in panne. Talvolta, però, ci volevano 30 minuti o giù di lì per farla partire.

Avendo poco denaro per comprare la benzina, concentrarono la loro attività nelle immediate vicinanze della Sala del Regno nelle cittadine di Kekaha e Waimea. Circa un anno più tardi, dopo che Allene ebbe iniziato a servire come pioniera speciale, cominciarono a predicare ad Hanapepe, Port Allen e Koloa. Portavano con sé pranzo e cena al sacco, e davano testimonianza tutto il giorno; conducevano studi a Koloa fino alle 10 di sera. Ben presto la congregazione di Kekaha raddoppiò e fu formata una nuova congregazione nella vicina cittadina di Koloa.

Ospitati centinaia di delegati

Fu molto emozionante per i fratelli delle Hawaii apprendere che avrebbero ospitato centinaia di delegati che nel 1963 avrebbero partecipato a un viaggio intorno al mondo organizzato dalla Società in occasione delle assemblee “Eterna buona notizia”. Il programma si sarebbe svolto nel Waikiki Shell, un anfiteatro adiacente alle spiagge della rinomata Waikiki Beach.

La calorosa compagnia di così tanti fratelli in visita fu assai piacevole. Oltre 6.000 persone furono presenti al discorso principale, pronunciato dal fratello Knorr e teletrasmesso in diretta a tutte le isole dell’arcipelago. La comunità non poté fare a meno di notare che i testimoni di Geova sono veramente un popolo internazionale. A loro volta i delegati furono felicissimi di tenere l’assemblea nello Shell, un luogo delizioso al riparo del famoso Diamond Head e dove i venti alisei, spirando dolcemente, carezzavano l’uditorio.

Il nuovo sorvegliante della filiale

Nel 1964, al termine di un corso di addestramento presso la Scuola di Galaad designato appositamente per i sorveglianti di filiale, Keith Stebbins fu trasferito insieme a sua moglie nella Repubblica Dominicana. Durante gli 11 anni di servizio trascorsi nelle Hawaii aveva visto come Geova aveva benedetto l’opera concedendo una crescita straordinaria. Il numero dei proclamatori si era più che raddoppiato, da 770 a 2.064. Le congregazioni si erano triplicate, salendo da 12 a 37. Grazie all’ottima capacità organizzativa del fratello Stebbins, l’organizzazione locale era stata resa solida ed era stato posto il fondamento per ulteriori aumenti nel futuro.

All’assemblea di distretto “Frutti dello spirito” tenuta a Hilo nel 1964, il fratello Knorr annunciò la nomina di Robert K. Kawasaki senior a sorvegliante di filiale. Il fratello Kawasaki, nato e cresciuto nelle Hawaii, serviva allora come sorvegliante di distretto dopo aver preso nel 1961 il diploma della Scuola di Galaad.

Qualcosa non va

Durante il 1965 i fratelli dell’ufficio della filiale furono perplessi e preoccupati quando i rapporti inerenti al servizio di campo svolto nei primi tre mesi dell’anno di servizio rivelarono, uno dopo l’altro, una diminuzione del numero dei proclamatori che facevano rapporto. Questo era del tutto insolito, poiché le Hawaii avevano sempre visto un aumento costante.

Dietro consiglio del fratello Knorr fu tenuta un’adunanza speciale con sorveglianti di circoscrizione e di distretto scelti. Dopo nove ore di fitta discussione e dopo aver presentato la cosa in preghiera a Dio, emersero distintamente due cause delle diminuzioni: il materialismo e una spiritualità indebolita.

A quel tempo le Hawaii erano in pieno boom economico dovuto al turismo. L’edilizia prosperava come mai prima. Di conseguenza c’era un aumento vertiginoso del costo della vita. Qualche fratello era tentato di avere due lavori. Alcune mogli svolgevano un lavoro secolare a tempo pieno e molti giovani preferivano il lavoro secolare all’opera di pioniere. Perfino certi fratelli che avevano responsabilità nelle congregazioni pensavano troppo a far soldi.

Ancor più seria, però, e molto estesa era la scarsa spiritualità esistente tra i fratelli e le sorelle. Molti mancavano di leggere la Bibbia ogni giorno e non prendevano in esame il quotidiano brano scritturale. I genitori non studiavano con i loro figli.

Fu molto appropriato quindi il consiglio che il fratello Knorr diede dalla sede centrale: “È necessario che impartiamo tutta l’esortazione spirituale possibile per rafforzare la SPIRITUALITÀ delle congregazioni. Se si è spiritualmente forti si è regolari nell’attività di campo. Anche l’opera nel campo rafforza la spiritualità. Comunque, una persona non può essere forte nel campo se non si alimenta di cose spirituali”.

Si dà risalto alla cura quotidiana della spiritualità

Alla luce di queste opportune istruzioni, fu deciso che attraverso i sorveglianti viaggianti si desse molto risalto al soggetto della cura quotidiana della spiritualità. A livello di congregazione sarebbero stati coscienziosamente raccomandati la lettura giornaliera della Bibbia, il regolare studio familiare e l’esame del quotidiano brano scritturale. Fu lanciata con successo una campagna di distribuzione dell’Annuario (che allora conteneva le scritture del giorno) affinché ogni proclamatore e ogni studente biblico ne possedesse una copia.

Furono anche fatti i piani per tenere l’annuale assemblea di distretto in ciascuna delle maggiori isole dell’arcipelago hawaiano. In tal modo i fratelli di tutto lo stato avrebbero facilmente raggiunto il luogo dell’assemblea, senza dover affrontare la considerevole spesa del trasporto aereo fino a Honolulu.

Seguendo queste diverse strade per dare impulso alla spiritualità nella vita privata dei fratelli, si cominciarono a vedere ottimi risultati. Nel 1966 ci fu un aumento del 4 per cento nel numero dei proclamatori e dal 1967 al 1969 ci fu ogni anno un aumento del 10 per cento. Non ci sono dubbi: quando si seguono prontamente le istruzioni dell’organizzazione di Geova, Geova non manca di dare la sua benedizione!

L’accresciuta spiritualità stimola lo zelo cristiano. Questo divenne sempre più evidente tra i giovani. Molti cominciarono ad aspirare a ulteriori privilegi di servizio. Nell’anno di servizio 1968 dieci solerti pionieri ricevettero l’invito a frequentare la Scuola di Galaad alla Betel di Brooklyn e furono assegnati come missionari alla Micronesia.

Intensificata l’opera nella Micronesia

Poco prima che il fratello Knorr facesse la sua visita di zona nell’aprile 1968, un’importante compagnia aerea annunciò nell’Honolulu Star Bulletin l’apertura di un servizio di aerei tra le Hawaii, la Micronesia e Guam. Poiché il distretto delle Isole Marshall (all’estremità orientale della Micronesia) era stato di recente assegnato alla filiale delle Hawaii, i fratelli dell’ufficio mostrarono entusiasti l’articolo di giornale al fratello Knorr. Il fratello Kawasaki narra: “Gli vedevo brillare gli occhi mentre intravedeva le possibilità che questa nuova linea aerea avrebbe offerto di intensificare l’opera nei sette distretti della Micronesia, inclusa Guam”. Dopo aver riflettuto un attimo in silenzio, rivolgendosi al fratello Kawasaki disse: “Il fratello [Nathaniel] Miller potrebbe servire queste isole come sorvegliante di circoscrizione, e potresti andarci anche tu, a turno”.

La Micronesia comprende 2.000 isole, 97 delle quali abitate, sparse su 7.800.000 chilometri quadrati di oceano a ovest delle Hawaii. Ciascun gruppo di isole ha la propria lingua, anche se bisogna ricordare che il Giappone occupò gran parte di questo territorio dopo che, nel primo dopoguerra, gli era stato affidato in mandato dalla Lega delle Nazioni. Quindi, per circa 25 anni, il giapponese fu insegnato nelle scuole, così che molti nel territorio avevano imparato a parlare correntemente quella lingua. Poiché aveva studiato giapponese mentre era missionario in Giappone, il fratello Miller era la persona adatta per visitare queste isole.

Fu proprio in seguito a questi avvenimenti che Guam e il resto dei territori della Micronesia vennero assegnati alla sorveglianza della filiale delle Hawaii il 1° gennaio 1969. Data la sua vicinanza con queste isole, si pensava che la filiale delle Hawaii sarebbe stata in grado di rendere un servizio migliore e di tenersi in più stretto contatto con quei pochi proclamatori di quell’estrema frontiera spirituale. Mentre il fratello Miller serviva quelle isole come sorvegliante di circoscrizione, il fratello Kawasaki senior visitava una volta l’anno le nove case missionarie. Anche dopo che alcuni missionari furono incaricati di servire come sorveglianti di circoscrizione, i due fratelli fecero visite annuali alle case missionarie e servirono come sorveglianti di distretto a Guam e in tutta la Micronesia. Si aprì così, nella storia della filiale delle Hawaii, un capitolo molto movimentato e ricco di soddisfazioni spirituali.

Si parte per territori intatti

Si decise anche di inviare pionieri delle Hawaii nelle case missionarie della Micronesia. Il fratello Knorr riteneva che la maggior parte d’essi si sarebbero adattati prontamente al modo di vivere delle isole e inseriti bene nella popolazione locale. Questa fu una decisione importante, poiché avrebbe offerto a molti giovani zelanti delle Hawaii l’opportunità, unica nella loro vita, di aprire in effetti l’opera del Regno come missionari in territori praticamente intatti.

Anche se la prospettiva di servire come missionari nella Micronesia era entusiasmante, in realtà non sarebbe stato affatto facile. Gran parte dei combattimenti tra il Giappone e gli Alleati durante la seconda guerra mondiale erano avvenuti proprio su queste isole. Posti come Kwajalein, Isole Truk, Saipan, Guam e Peleliu erano stati teatro di orrende battaglie. L’intero distretto era disastrato e la ripresa era lenta. C’erano pochissime strade asfaltate e le altre erano o sentieri polverosi o acquitrini fangosi, a seconda del tempo. L’erogazione della corrente elettrica era saltuaria o inesistente. L’assenza della rete fognante e dell’acqua potabile creava spesso problemi sanitari dovuti ai parassiti intestinali. C’era poi il soffocante clima tropicale caldo e umido, molto meno sopportabile che nelle Hawaii.

Fu tra simili condizioni che i missionari, per la maggior parte pionieri delle Hawaii, posero le basi dell’opera. Dovevano guadare torrenti, fare viaggi in barca e attraversare a piedi fitte foreste per raggiungere le abitazioni della gente. Pioggia e fango rendevano inutili le scarpe, per cui quasi tutti i missionari cominciarono a portare ciabatte di gomma quando andavano in predicazione.

I micronesiani si rivelarono amichevoli e mansueti. Il loro profondo rispetto per la Bibbia rendeva estremamente piacevole predicare loro.

Qualsiasi timore iniziale dovuto all’incertezza se Geova avrebbe o no benedetto questa disposizione di assegnare la Micronesia alla filiale delle Hawaii fu dissipato dal rapporto del servizio di campo dell’agosto 1970: Guam aveva avuto un aumento dei proclamatori pari all’88,6 per cento, le Isole Marshall un aumento del 25 per cento, Ponape un aumento dell’82,4 per cento e Saipan un aumento del 114,3 per cento. Inoltre i missionari stavano aprendo con successo l’opera nelle Isole Palau, Yap e Truk.

I giovani si fanno un buon nome

Durante gli anni ’60 e ’70 si diffuse tra i giovani delle Hawaii un vigoroso spirito pionieristico. Nel 1971 si calcolò che, una volta preso il diploma delle superiori, il 95 per cento dei giovani intraprendevano il servizio a tempo pieno. Molti di questi si avventurarono in seguito come missionari nella Micronesia e furono di valido aiuto nell’intensificare la proclamazione del messaggio del Regno in quelle isole distanti. Decine di fratelli giovani e forti hanno avuto il privilegio di prestare servizio alla Betel di Brooklyn e nei Poderi Watchtower.

Ad accendere questo zelo per il servizio a tempo pieno c’era un gruppo compatto di sorveglianti viaggianti, il cui entusiasmo era contagioso. Diversi anziani di congregazione erano molto attivi e davano quindi un ottimo esempio in quanto al ministero; inoltre erano sempre ottimisti nel prospettare ai giovani il servizio a tempo pieno come una carriera che è possibile intraprendere. I genitori e le congregazioni in generale davano un grande sostegno ai pionieri. Non c’è da meravigliarsi che molti giovani crescessero bene spiritualmente.

Il tifone Pamela: un bene dal male

Il 13 maggio 1976 il supertifone Pamela si abbatté su Guam. I suoi venti scatenati che soffiavano a 230 chilometri all’ora ne fecero uno dei peggiori tifoni che abbiano mai colpito l’isola. L’80 per cento degli edifici dell’isola riportò danni, almeno metà d’essi irreparabili. La Sala del Regno e l’adiacente casa missionaria furono completamente rase al suolo. I missionari e i proclamatori furono grati che nessuno di loro avesse perso la vita.

La necessità di ricostruire nella scia del disastro indusse i fratelli della filiale delle Hawaii a riconsiderare attentamente il modo in cui veniva amministrata l’opera a Guam e nella Micronesia. Esaminata la cosa dopo averne fatto oggetto di preghiera, compresero che una filiale a Guam avrebbe permesso una più attenta sorveglianza dell’opera nella Micronesia. Furono così sottoposti al Corpo Direttivo le raccomandazioni e i progetti per la costruzione di una nuova filiale, e questi furono approvati. La nuova filiale avrebbe sorvegliato l’opera di predicazione del Regno a Guam e in tutti i gruppi insulari della Micronesia. Fu progettato un moderno edificio con sei camere da letto, un ufficio, una spaziosa Sala del Regno con 400 posti e locali per una limitata attività tipografica. Questa impresa si rivelò colossale e non venne portata a termine così in fretta come si pensava in origine.

Costruzione dell’edificio della filiale a Guam nel clima caldo e umido

Fu acquistato un bell’appezzamento di terreno situato in un posto conveniente e centrale, e a gennaio del 1978 si cominciò a costruire. Dalle Hawaii e dagli Stati Uniti continentali vennero molti Testimoni: c’erano carpentieri, idraulici, pittori, architetti, elettricisti e un ingegnere civile. Molti appartenenti a questa squadra di volontari possedevano splendide capacità in campo edilizio. Il lavoro cominciò bene.

Comunque, lo stress dovuto al faticoso lavoro di costruzione nel logorante clima tropicale caldo e umido di Guam e al fatto di dover vivere in uno spazio alquanto ristretto cominciò a fare qualche vittima. Spesso per esigenze di lavoro si trascuravano le adunanze e il servizio di campo per lunghi periodi di tempo.

I fratelli della filiale delle Hawaii consigliarono che, per alleviare lo stress, si prestassero più cura e attenzione alla spiritualità dei lavoratori. Ciò servì a migliorare lo spirito generale. Fa veramente onore a quei volontari, fratelli e sorelle, il fatto che compirono notevoli sacrifici per proseguire nel lavoro: faticando insieme, spesso sotto il sole cocente, manifestarono vera prontezza nel compiere grandi sforzi di tutto cuore. Geova Dio benedisse la loro fedeltà e perseveranza permettendo loro di portare felicemente a termine un bell’edificio per la nuova filiale, con un giardino stupendo, situato in un ambiente rurale di tipo tropicale. Il 20 aprile 1980 il fratello Milton Henschel, del Corpo Direttivo, durante la sua visita di zona a Guam dedicò il nuovo edificio alla pura adorazione di Geova.

Il 1° maggio 1980 la filiale di Guam entrò in funzione, provvedendo abile direttiva alle isole della Micronesia e a quella di Guam. Nathaniel Miller, membro del Comitato di Filiale delle Hawaii, che aveva viaggiato in lungo e in largo in questi gruppi insulari mentre erano sotto la sorveglianza delle Hawaii, fu nominato coordinatore del comitato della nuova filiale di Guam. Hideo Sumida e Arthur White, anch’essi ex membri del Comitato di Filiale delle Hawaii, furono trasferiti dalle Hawaii per completare il Comitato di Filiale a Guam.

Per 11 anni la filiale delle Hawaii aveva servito le isole della Micronesia e Guam. Che privilegio è stato lavorare con i laboriosi missionari e proclamatori locali, che hanno letteralmente aperto la strada all’opera del Regno in queste isole sparse e remote, e hanno piantato e innaffiato i semi della verità nel cuore di quegli umili isolani!

Secondo flusso immigratorio

Durante gli anni ’80 Geova benedisse le Hawaii dando una crescita regolare e continua. Nell’ottobre 1983, per la prima volta nella storia delle Hawaii, il numero dei proclamatori superò i 5.000, con un massimo di 5.019 che fecero rapporto del servizio di campo associati a 60 congregazioni.

Negli ultimi anni le Hawaii hanno ricevuto una seconda ondata di immigranti provenienti da altre nazioni insulari del Pacifico, attratti dalla loro relativa prosperità materiale. Naturalmente questi hanno portato con sé ciascuno la propria cultura e la propria lingua nativa. Fra loro c’erano molte persone mansuete, e per accoglierle si son dovute organizzare altre congregazioni di lingua straniera. In rapida successione, vennero formate congregazioni giapponesi, coreane, samoane, spagnole e ilocane. I fratelli di queste congregazioni sono bene organizzati e molto diligenti nell’assolvere le loro responsabilità cristiane.

Spazio ristretto nella filiale

L’aumento nelle file dei proclamatori significava per la filiale una maggiore richiesta di letteratura e un crescente numero di congregazioni da curare. Il piccolo locale che faceva da autorimessa e da deposito, annesso all’ufficio, era strapieno. Anche l’ufficio stava diventando affollato man mano che si richiedeva più personale per sbrigare la crescente mole di corrispondenza.

L’ufficio di Pensacola Street, che per quasi 50 anni aveva servito gli interessi del popolo di Geova nelle Hawaii, era ormai troppo piccolo. Essendo situato in una zona densamente popolata al centro di Honolulu, era decisamente impossibile ampliarsi sul posto. Fu iniziata quindi la ricerca di un luogo adatto per una nuova filiale più ampia.

Nel 1985 un agente immobiliare locale inviò alla filiale un volantino che pubblicizzava la vendita di un terreno esteso poco meno di mezzo ettaro su cui sorgeva un edificio di 2.300 metri quadrati, un ex supermercato. Il posto era ideale, proprio vicino all’aeroporto e al centro di Honolulu. Benché qualcun altro avesse già preso accordi verbali per l’acquisto dell’immobile, i fratelli del comitato della filiale, col consenso del Corpo Direttivo, si misero in contatto con l’agente per fare la loro offerta. Con loro sorpresa, il primo probabile acquirente sospese le trattative. Come ulteriore chiara prova che la mano di Geova era sulla faccenda, il proprietario dell’immobile simpatizzava per i testimoni di Geova. Nel giro di pochi mesi l’affare fu concluso e, nel novembre 1985, l’atto fu consegnato alla Società.

Trasformare un ex supermercato in ufficio della filiale, deposito, Casa Betel e due Sale del Regno non fu cosa facile. I fratelli delle Hawaii non avevano mai compiuto lavori di costruzione di quella portata. Fu nominato un comitato di costruzione, furono disegnati i progetti e organizzati diversi reparti edili. Si nutriva completa fiducia nella prontezza dei fratelli locali a fornire la necessaria manodopera, specializzata e non, per portare a termine l’impresa. Ma, naturalmente, si riconosceva che ciò da cui dipendeva la buona riuscita era meglio espresso dal salmista in Salmo 127:1: “A meno che Geova stesso non edifichi la casa, non serve a nulla che vi abbiano lavorato duramente i suoi edificatori”.

“È come costruire il tempio di Salomone!”

Per informare tutti dei progetti relativi alla costruzione della filiale, all’inizio di febbraio del 1987 si tennero speciali adunanze in sette località dello stato. Oltre 5.000 furono i presenti radunati nel Waikiki Shell. I fratelli del comitato di costruzione spiegarono cosa era già stato fatto e descrissero a grandi linee il programma dei lavori, che secondo i piani dovevano iniziare il 1° marzo 1987.

E si cominciò a lavorare sul serio. Letteralmente migliaia di fratelli e sorelle di Oahu e di altre isole disposero le proprie cose per parteciparvi. Alcuni si recarono sul posto nei fine settimana, altri per periodi più lunghi. Molti Testimoni di Oahu aprirono benevolmente la propria casa ai lavoratori provenienti dalle isole vicine. Nel periodo di lavoro più intenso si presentarono circa 150 volontari nei giorni feriali e dai 250 ai 300 nei fine settimana.

Pur dovendo fare lunghe ore di lavoro estenuante, tutti manifestavano uno spirito volenteroso e felice. Veniva data importanza alla spiritualità. Si prendeva quotidianamente in esame la scrittura del giorno, ogni settimana si studiava La Torre di Guardia e regolarmente venivano pronunciati discorsi biblici alla presenza dell’intera squadra di lavoratori.

Grazie alla cooperazione dei vari fornitori e di decine di operai solerti, il lavoro si avviava senza intoppi verso la conclusione. Un lavoratore volontario fece questo commento: “È come costruire il tempio di Salomone!” Be’, c’era una bella differenza tra il tempio di Salomone e il nuovo edificio della filiale. Il tempio era stato in parte ricoperto d’oro e nell’edificarlo, essendo la sua struttura “prefabbricata”, si era fatto poco rumore. L’edificio della filiale veniva costruito con cemento, legno, acciaio . . . e tanto rumore. Una cosa però era simile: lo stesso spirito che animava gli operai del tempio ai giorni di Salomone animava i fratelli e le sorelle delle Hawaii. Da quello che era un supermercato vuoto che andava in rovina sorse così un bellissimo edificio della filiale: Quasi un miracolo!

Nonostante l’attività connessa con la costruzione della filiale assorbisse tanto tempo ed energie, nel 1986 si raggiunsero cinque massimi dei proclamatori. Alla fine di quell’anno di servizio vennero formate due nuove congregazioni. Nel 1987 ci furono tre massimi dei proclamatori e furono formate altre tre congregazioni. Nel luglio 1987 l’edificio fu portato a termine, e il mese dopo vi furono trasferite le attività della filiale.

La pioggia non smorza l’entusiasmo

Quel mattino presto del 3 aprile 1988 stava piovendo a Honolulu, ma questo non smorzò l’entusiasmo di nessuna delle 5.870 persone radunate nel Neal Blaisdell Center per seguire il programma della dedicazione della filiale. Altri 2.838 fratelli, radunati a Maui, Kauai e nell’Isola Grande di Hawaii, erano collegati via cavo per seguire il programma di un giorno trasmesso da Honolulu. Il coordinatore del comitato della filiale passò in rassegna la storia e il progresso dell’opera del Regno nelle Hawaii. I proclamatori che da oltre 38 anni predicavano nelle isole, accomodati nelle prime file, convennero di tutto cuore con l’oratore quando disse che Geova aveva versato ricche benedizioni sul Suo popolo nelle Hawaii.

Una proiezione di diapositive della durata di 30 minuti, tenuta simultaneamente in ciascun luogo di assemblea, documentò la trasformazione dell’ex supermercato in una nuova filiale. Ciascuno dei quattro membri del Corpo Direttivo intervenuti per l’occasione parlò a turno al vasto uditorio. Nella sua stimolante esposizione Daniel Sydlik mostrò che la giustizia di Geova è immutabile e stabile come i monti. (Sal. 36:6) Lyman Swingle incoraggiò l’uditorio a “considerare le molte cose di cui essere grati”, in armonia con Salmo 144:15b. Lloyd Barry fece un confronto tra l’allegrezza che accompagnava la celebrazione della festa delle capanne e i tempi attuali in cui i veri adoratori stanno celebrando in modo simile la grande raccolta compiuta da Geova. (Lev. 23:40) Nel suo discorso della dedicazione Milton Henschel dichiarò: “Il nostro Dio è un Dio che ha un proposito, e nelle sue relazioni manifesta supremazia. La dedicazione di questo nuovo edificio della filiale fa parte del proposito di Geova. Vogliamo riconoscere pubblicamente che esso verrà usato in armonia con la volontà di Geova”.

Mentre questo meraviglioso giorno di adorazione volgeva al termine e le folle erano unite insieme nel cantico e nella preghiera finali, i sentimenti di tutti erano simili a quelli degli israeliti che, dopo la dedicazione del tempio di Salomone, tornarono alle proprie case “rallegrandosi e sentendosi gioiosi di cuore per tutta la bontà che Geova aveva usato”. (1 Re 8:66) Fu un evento spirituale della massima importanza, una vera e propria pietra miliare nei 70 anni di storia del popolo di Geova nelle Hawaii.

Come si prevedeva, la costruzione del nuovo edificio della filiale indusse molti fratelli a riflettere seriamente su come rendere più presentabili le loro vecchie Sale del Regno o sulla possibilità di costruirne delle nuove per le congregazioni che stavano crescendo. Nel maggio 1986 sorse a Kekaha, nell’isola di Kauai, la prima Sala del Regno delle Hawaii edificata col sistema di costruzione rapida. Da allora in tutto lo stato si sono costruite sei nuove Sale del Regno, e due sono state interamente rinnovate. Anche l’ex edificio della filiale e la Sala del Regno di Pensacola Street sono stati restaurati, e sono in progetto altre sei Sale del Regno.

Un buon esempio per tutti

Le assemblee di distretto del 1988, dal tema “Giustizia divina”, furono particolarmente emozionanti per il fatto che 63 missionari erano tornati nelle Hawaii a far visita ai familiari. Il cuore di tutti nell’uditorio palpitava e gli occhi erano pieni di lacrime di gioia quando, all’assemblea di Honolulu, tutti questi missionari salirono sul podio durante il discorso del sabato dal tema: “Cosa richiede l’efficace attività missionaria”. I fratelli e le sorelle nell’uditorio non seppero contenersi e, spinti dalla gratitudine, al termine del programma applaudirono a lungo e fragorosamente.

Questo evento servì bene a ricordare che tanti delle Hawaii si sono impegnati per aspirare a maggiori privilegi di servizio! Dalla fine della seconda guerra mondiale sono stati 164 i missionari inviati dalle Hawaii in Giappone, Taiwan, Okinawa, Corea, Samoa e paesi del Sudamerica e dell’Africa, ma soprattutto nelle isole della Micronesia. Attualmente 77 sono ancora nel posto assegnato in qualità di missionari, sorveglianti viaggianti e pionieri speciali o regolari.

Altri, specie i fratelli giovani e robusti, si sono prefissi il servizio alla Betel. Il primo fu invitato a servire alla Betel di Brooklyn all’inizio degli anni ’60. Da allora 127 fratelli hanno fatto proprio questo privilegio di servizio a tempo pieno. Attualmente 25 svolgono il servizio alla Betel di Brooklyn e nei Poderi Watchtower e 13 sono membri della famiglia Betel delle Hawaii.

L’eccezionale interesse per il servizio a tempo pieno, specie tra i giovani, si può attribuire all’esempio dato dai primi zelanti missionari e, in seguito, da energici anziani e sorveglianti viaggianti. Anche i genitori rimasti a casa nelle Hawaii hanno sostenuto i loro figli che servono oltremare come missionari o beteliti, essendo così di grande incoraggiamento per loro. Ciò ha permesso a molti di loro di rimanere fedeli al proprio incarico anziché farsi abbattere da una struggente nostalgia e dallo scoraggiamento. Ottengono in tal modo i benefìci a lungo termine di cui gode chi si attiene fermamente ai propri privilegi di servizio.

Attuale situazione dell’opera

Nell’agosto 1990 è stato raggiunto il massimo assoluto di 6.194 proclamatori. Di conseguenza ora nelle Hawaii si ha l’ottima proporzione di un proclamatore del Regno ogni 180 abitanti (cifra basata sul censimento del 1989). I territori delle 72 congregazioni sono percorsi di frequente, in tutto lo stato in media una volta ogni quattro o sei settimane. Inoltre, in agosto, 608 proclamatori hanno fatto rapporto come pionieri regolari, un massimo assoluto. Siamo felici di notare che molti di questi sono adolescenti o poco più che ventenni.

Il fatto che la popolazione, etnicamente mista, sia così varia fa spesso del servizio di campo un’esperienza davvero affascinante. Ad esempio non è insolito incontrare, e tutti nella stessa strada, padroni di casa caucasici, giapponesi, cinesi, filippini e hawaiani, che possono essere di fede cattolica, protestante, buddista o mormone! Nonostante l’apatia per il messaggio del Regno sembri aumentare, persone mansuete continuano ad affluire al monte di Geova, com’è evidente dai 15.245 presenti alla Commemorazione nell’aprile 1990.

Come avviene in altre parti del mondo, il popolo di Geova nelle Hawaii non è immune dai problemi e dagli attacchi del nostro principale Avversario, il Diavolo. Anche se i posti di lavoro non mancano grazie al turismo e agli investimenti di capitali esteri, chi risiede nelle Hawaii deve far fronte al costo della vita, che è insolitamente alto. Resistendo a queste pressioni economiche, che spesso costringono marito e moglie ad avere entrambi un lavoro secolare per sbarcare il lunario, i servitori di Dio lottano così da conservare una sana mente spirituale. In certi quartieri l’abuso di droga dilaga e sta purtroppo mietendo le sue vittime, perciò i giovani devono stare attenti a non cadere in questa trappola. Inoltre l’eterna primavera fa delle Hawaii un luogo che favorisce i passatempi e i divertimenti, per cui lo svago e la ricerca dei piaceri costituiscono una grossa distrazione. Inutile dirlo, ciò richiede costante vigilanza per evitare di cedere alle insidiose tentazioni di Satana.

Gli hawaiani, tuttavia, come del resto molte altre popolazioni insulari, sono famosi per il loro modo di fare tranquillo, cordiale e ospitale. Ciò può essere dovuto alla riuscita fusione delle svariate popolazioni e culture o al bel tempo e al cielo sempre sereno. E in particolare tra gli adoratori di Geova, grazie al fatto che coltivano il frutto dello spirito, queste attraenti qualità sono ancor più accentuate.

I testimoni di Geova delle Hawaii continuano ad essere attivi e zelanti, imperniando la loro vita sulle attività spirituali. E durante tutta la storia moderna delle Hawaii hanno dimostrato di sostenere lealmente e di tutto cuore l’organizzazione di Geova.

Non c’è dubbio che nelle Isole Hawaii si può trovare gran parte della bellezza che caratterizza un paradiso tropicale. Ma la vera, squisita bellezza delle Hawaii sta soprattutto nel paradiso spirituale che regna tra i 6.000 leali schiavi di Geova, che hanno a cuore il suo servizio e vi provano diletto. Essi Gli sono profondamente grati per aver fatto sì che ‘il monte della casa di Geova venisse fermamente stabilito’ anche in queste distanti isole esotiche delle Hawaii. — Isa. 2:2.

[Nota in calce]

^ par. 25 Tradotto in italiano nel 1899 col titolo Ombre tabernacolari dei migliori sacrifizi.

[Prospetto a pagina 115]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Hawaii 8.000

1950 320

1960 1.589

1970 3.340

1980 4.494

1990 6.194

Massimo di proclamatori

1.000

1950 30

1960 80

1970 447

1980 591

1990 938

Media di pionieri

[Riquadro/Cartina a pagina 66]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

ISOLE HAWAII

HAWAII

Hilo

Kailua-Kona

Pahala

LANAI

MAUI

MOLOKAI

Kalaupapa

Kaunakakai

OAHU

Aiea

Pearl Harbor

Honolulu

KAUAI

Kekaha

Kapaa

Hanapepe

Koloa

NIIHAU

Oceano Pacifico

[Riquadro]

ISOLE HAWAII

Capitale: Honolulu

Lingua ufficiale: Inglese

Religione principale: Fedi diverse

Popolazione: 1.112.100

Filiale: Honolulu

[Immagine a pagina 71]

Spiagge immacolate e insenature tranquille abbelliscono le Isole Hawaii

[Immagine a pagina 72]

Nel 1915 Ellis Fox, insieme ai Bundy, diede inizio all’opera di predicazione

[Immagine a pagina 73]

Dora Harrub e suo marito James furono i primi ad essere battezzati, nel 1919

[Immagine a pagina 79]

Joseph Dos Santos intraprese l’opera di pioniere nel 1929. Perché gli fu appioppato il nomignolo di “Pupule Joe”?

[Immagine a pagina 83]

Don e Mabel Haslett. Nel 1934 Don divenne il primo sorvegliante della filiale delle Hawaii

[Immagine a pagina 84]

Il primo luogo di adunanza denominato Sala del Regno fu quello costruito nel 1935 a Honolulu, in Pensacola Street

[Immagine a pagina 85]

Auto dotate di impianto acustico diffondevano messaggi biblici. Questa fu inviata da Honolulu alle isole esterne nel 1937

[Immagine a pagina 88]

Auto dotate di impianto acustico percorrevano le strade annunciando discorsi biblici e trasmettendo conferenze registrate

[Immagine a pagina 94]

Don Haslett, Nathan Knorr, Mabel Haslett e Milton Henschel. Fu quando Knorr visitò Honolulu nel 1947 che si pensò di inviare missionari nelle Hawaii

[Immagine a pagina 95]

Le prime due missionarie al loro arrivo a Honolulu il 27 settembre 1947. Martha Hess, in prima fila, è la quarta da sinistra, e Ruth Ulrich, nella fila posteriore, è la seconda da sinistra. Ora svolgono entrambe l’opera in Giappone

[Immagini a pagina 96]

Il Waikiki Shell, dove nel 1963 si tenne l’assemblea “Eterna buona notizia”. Molti furono battezzati nelle acque di Waikiki Beach

[Immagine a pagina 101]

Nathaniel e Allene Miller giunsero nelle Hawaii nel 1954 e vi prestarono servizio finché furono trasferiti a Guam nel 1980 *

[Nota in calce]

^ par. 260 Allene Miller è morta fedele nel novembre 1989.

[Immagine a pagina 105]

Edificio della filiale e Sala del Regno a Guam, dedicati il 20 aprile 1980. Guam soprintende all’opera di predicazione nelle 2.000 isole della Micronesia

[Immagine a pagina 107]

La filiale e la Sala del Regno situate in Pensacola Street hanno servito gli interessi del Regno per quasi 50 anni, fino all’agosto 1987

[Immagini a pagina 108]

Ex supermercato trasformato in ufficio della filiale, deposito, Casa Betel e due Sale del Regno; la dedicazione è avvenuta il 3 aprile 1988

[Immagine a pagina 109]

I membri del Comitato di Filiale e le rispettive mogli. Da sinistra a destra, Robert e Hatsuko Kawasaki, Frans ed Endeline van Vliet e Gary e Carol Wong