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Thailandia

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Rapporto dell’Annuario 1991

FRANK DEWAR, un neozelandese, aveva avuto molte disavventure. Era infatti uno dei sette che a metà degli anni ’30 percorrevano il Pacifico meridionale sulla Lightbearer, un’imbarcazione lunga 16 metri. Durante i precedenti sei anni aveva viaggiato per tutta la Nuova Zelanda e attraversato i mari diretto in Australia, Tahiti e Rarotonga nelle Isole Cook, animato da un ardente zelo missionario. Aveva un messaggio da predicare, il messaggio del Regno di Dio, e lo predicò, instancabilmente! Non contento di evangelizzare nel Pacifico meridionale, aveva puntato gli occhi sulla gelida Siberia. Ma cosa stava facendo questo giovane 27enne nel luglio 1936 — un mese caldo e umido del periodo delle piogge monsoniche — nella strana città di Bangkok, dove non conosceva anima viva e non parlava la lingua?

La filiale australiana della Watch Tower Society aveva chiesto a lui e ai suoi compagni, altri sei pionieri o predicatori a tempo pieno, di scegliere un paese nell’Estremo Oriente come territorio in cui dare testimonianza. Frank aveva scelto il Siam, ora chiamato Thailandia, pensando che fosse il punto più vicino all’Unione Sovietica.

Fu così che la Lightbearer, con sette coraggiosi pionieri a bordo, salpò dall’Australia diretta a Singapore. Dopo aver predicato per un certo tempo a Singapore e a Kuala Lumpur, nella Malesia (ora parte della Malaysia), Frank fece i bagagli, acquistò un biglietto e, con in tasca gli ultimi cinque dollari, salì sul treno diretto a Bangkok, dove arrivò il 22 luglio 1936.

Il viaggio in treno fino a Bangkok fu lungo e spossante; in quegli angusti scompartimenti l’aria era umida e soffocante e si sudava molto, ma Geova Dio stava sicuramente tenendo d’occhio il giovane Frank, poiché era in serbo per lui un’opera grandiosa. Comunque Frank non era il primo a portare la buona notizia in Siam. Il primo era stato Claude Goodman.

La buona notizia del Regno di Dio era giunta dapprima in Thailandia nel 1931, quando Claude Goodman dall’Inghilterra si era recato a Bangkok, la capitale. Goodman aveva intrapreso il servizio di pioniere in India nel 1929. Dopo aver predicato a Ceylon (ora Srī Lanka), in Birmania (ora Myanmar) e in Malesia, dovette attendere a Penang una nave diretta a Calcutta, in India. Riscattando questo tempo opportuno, prese il treno per Bangkok e lì predicò di casa in casa per circa una settimana, lasciando nelle mani degli interessati grandi quantità di pubblicazioni bibliche in inglese. Claude non immaginava affatto quanto sarebbe stato difficile coltivare l’interesse fra i thailandesi. Chi sono i thailandesi, e com’è il loro paese?

La “terra dei sorrisi”

Sapete qualcosa della “terra dei sorrisi”? Forse avete un gatto siamese, oppure avete sentito parlare dei fratelli siamesi. Queste designazioni hanno a che fare con il Regno di Thailandia, un paese esotico del Sud-Est asiatico.

Confinante con il Myanmar a ovest, il Laos a nord e a nord-est, la Cambogia (Kampuchéa) a est e la Malaysia a sud, la Thailandia ha pressappoco l’estensione della Francia, con 56 milioni di abitanti. Vi prevalgono condizioni climatiche tropicali durante tutto l’anno. Grandi estensioni di terreno fertile, specie nelle pianure centrali, insieme a condizioni ideali per la coltivazione del riso, fanno di questo paese un’immensa risaia. Gli oltre 2.600 chilometri di acque costiere del Golfo del Siam e del Mare delle Andamane, una sezione dell’Oceano Indiano, pullulano di vita marina.

L’India e soprattutto la Cina hanno lasciato qui la loro impronta. Mediante i suoi mercanti l’India disseminò per tutta la “terra dei sorrisi” la fede indù e quella buddista; dalla Cina, invece, oltre un migliaio di anni fa cominciò a migrare verso sud la popolazione thai. Sono quindi numerosi i thailandesi che possono far risalire le proprie origini a coloro che migrarono dalla Cina meridionale.

Dal 1939 il nome ufficiale del paese è Thailandia, e questo nome indica l’amore che il suo popolo ha per la libertà. Perché? Perché “Thailandia” significa “Terra dei Liberi”; mentre, infatti, nei secoli passati la maggior parte dei suoi vicini furono colonizzati, la Thailandia riuscì a conservare la sua indipendenza politica. Un altro genere di libertà, comunque, rimase sconosciuto a lungo in questo paese, finché non arrivarono Goodman e poi Dewar. Vediamo come tale libertà si estese in mezzo a una popolazione non cristiana che vive in questa “distante parte della terra”. — Atti 1:8.

Un luogo remoto religiosamente parlando

Sin da quando emerse come nazione nel XIII secolo, la Thailandia è stata un paese buddista. Circa il 95 per cento della popolazione è buddista, il 4 per cento musulmano e meno dell’1 per cento si professa cristiano. Il buddismo thailandese, che è quello della scuola Theravada, o Hinayana, è molto tollerante. Data la convinzione comune che tutte le religioni sono buone, la gente spesso pratica il buddismo e il confucianesimo allo stesso tempo. L’animismo è ancora profondamente radicato. E il brahmanesimo si è sovrapposto a numerose pratiche buddiste.

Nel buddismo è accettata la credenza che le conseguenze delle azioni passate, o karma, determinino la propria condizione attuale nella vita. Dato che in pratica la filosofia buddista non si pone il problema dell’esistenza di un essere sovrumano, non c’è nessuna consapevolezza della responsabilità nei confronti di qualcuno più alto. I buddisti contano su se stessi per ottenere conoscenza e illuminazione. Il “Signore Budda”, come i thailandesi lo chiamano con rispetto, non insegnò intorno a Dio né, d’altra parte, negò la sua esistenza.

Considerato l’ambiente religioso, la Thailandia è veramente un luogo remoto per quanto riguarda la verità biblica. I missionari della cristianità cominciarono ad arrivare in Thailandia nei secoli XVI e XVII. Pur avendo cercato di far conoscere la Bibbia agli abitanti, non li aiutarono a ‘conoscere la verità che rende liberi’. (Giov. 8:32) Per conoscerla, i thailandesi dovevano attendere fin dopo l’inizio del XX secolo, fino all’arrivo di uomini come Frank Dewar.

Il messaggio della libertà giunge in Thailandia

I 1.500 chilometri in treno da Kuala Lumpur a Bangkok parvero interminabili al fratello Dewar. Rimase seduto in posizione eretta per 36 estenuanti ore in una carrozza affollatissima di terza classe. “Ero piuttosto traballante dopo aver subìto un incidente a Kuala Lumpur alcuni mesi prima”, narrava. “Ma Geova, mediante i suoi angeli, ebbe cura di me”.

Sullo stesso treno viaggiava un giovane thailandese amichevole, figlio di un ex ambasciatore della Thailandia presso la corte britannica (Corte di San Giacomo). Venuto a sapere lo scopo per cui Frank Dewar veniva in Thailandia e che tutto il suo capitale ammontava più o meno a cinque dollari, per un po’ si prese cura di lui. In tal modo Frank arrivò sano e salvo nel nuovo paese.

Frank si mise immediatamente al lavoro diffondendo il messaggio biblico della libertà spirituale, e per il resto di quel primo anno predicò in lungo e in largo nei settori commerciali e residenziali della città, concentrandosi sulla popolazione di lingua inglese e cinese. Non era ancora disponibile nessuna pubblicazione biblica in thai.

Arrivano altri pionieri stranieri

Più tardi, durante un viaggio in Malesia, Frank incontrò un pioniere tedesco alto e gioviale, Willy Unglaube, di Königsberg nella Prussia orientale, che allora faceva parte della Germania. Da pioniere zelante e avventuroso qual era, Willy aveva già predicato in diversi paesi, tra cui Francia, Algeria e Spagna, oltre che in Corsica. A un’assemblea a Lucerna (Svizzera) nel 1936, Joseph F. Rutherford, allora presidente della Watch Tower Society, indicò a Willy e al suo compagno Kurt Gruber che, in considerazione del fatto che in Spagna infuriava la guerra civile, sarebbe stato meglio per loro predicare altrove. Diedero una scorsa all’Annuario per vedere dove c’era bisogno di pionieri e scelsero Singapore, Malesia e Thailandia. Perciò, al suo ritorno in Thailandia ai primi del 1937, Frank Dewar era accompagnato da Willy Unglaube. Kurt Gruber, invece, rimase in Malesia.

A questi due attivissimi pionieri in Thailandia si unì nel 1938 John Edward (Ted) Sewell, un giovane pioniere australiano. Ted era piuttosto nuovo nella verità, essendo battezzato da soli due anni. Ma a un’assemblea a Sydney nel 1938, quando il fratello Rutherford rivolse ai fratelli l’invito a servire nei paesi dell’Estremo Oriente, Ted non esitò a prendere una decisione. Come molti pionieri in quei primi tempi, disse senza indugio: “Eccomi! Manda me”. — Isa. 6:8.

Nel settembre 1939, mentre Kurt Gruber predicava a Penang (Malesia), un amichevole ufficiale di polizia gli disse che la Gran Bretagna aveva dichiarato guerra alla Germania e che tutte le persone di nazionalità tedesca che si trovavano nei territori britannici sarebbero state internate sino alla fine della guerra. Consigliò al fratello Gruber di lasciare immediatamente la Malesia. Kurt saltò in macchina, corse al luogo in cui abitava a prendere tutti i suoi effetti personali e, con l’aiuto di quell’ufficiale, superò tutti i controlli senza problemi. Riuscì a prendere una giunca cinese per fare la traversata fino a Bangkok, con la sua auto nascosta sotto un grande mucchio di noci di cocco. Quale gioia fu avere ora quattro pionieri nell’esteso campo della Thailandia!

Servizio di pioniere e cimici

Predicare la buona notizia non era affatto facile. In genere i thailandesi sono molto gentili e ospitali; ma a quel tempo, quando il turismo non si era ancora sviluppato, pochissimi avevano contatto diretto con gli stranieri, e quindi non erano inclini ad essere espansivi con loro. La barriera linguistica aggravava il problema, poiché i pionieri parlavano pochissimo il thai. Le pubblicazioni che offrivano erano anch’esse straniere, oltre che per il contenuto anche per la lingua.

In più bisognava sormontare gli ostacoli dovuti all’ambiente religioso e alla mentalità della gente. Essendo soddisfatti della loro tollerante religione di comodo, di solito i thailandesi non cercano qualcosa di meglio, né sentono il bisogno di un Messia che rechi loro liberazione.

Le condizioni locali richiedevano inoltre che i pionieri si accontentassero di poco in senso materiale e che tirassero avanti con meno comodità di un tempo. Dovendosi sostenere da soli, questi pionieri in continuo spostamento non potevano permettersi lo stesso tipo di alloggio di altri stranieri, che erano lì per affari. Giunto in una nuova città, il pioniere andava a stare in qualche albergo a buon mercato che, nella maggioranza dei casi, era gestito da cinesi. Frank Dewar ricorda:

“Alla stazione ferroviaria o al capolinea degli autobus o dei battelli, affittavo un risciò per me e un altro per i miei numerosi scatoloni di libri. Per forse 25 satang (circa 15 lire) mi portavano in un alberghetto, dove mi presentavo al portiere e portavo dentro le mie cose. Il portiere mi dava una piccola lampada a cherosene e chiedeva a un fattorino di accompagnarmi. Il ragazzo mi mostrava la camera, mi porgeva un asciugamano e mi diceva dov’erano il bagno e la toilette. Quando il ragazzo se n’era andato, versavo sul letto il contenuto della lampada a cherosene per scoraggiare le miriadi di cimici, riempivo nuovamente la lampada, facevo un bagno, mangiavo, leggevo un po’ e infine me ne andavo sotto la zanzariera, dove mi addormentavo madido di sudore in quella minuscola stanzetta poco arieggiata”.

Anche viaggiare a quei tempi era qualcosa di particolare. Descrivendo un viaggio in treno da Bangkok alla città settentrionale di Chiang Mai, un pioniere disse: “Dovemmo rimanere in piedi tutta la notte sulla piattaforma [della carrozza] perché non era rimasto neppure un centimetro di spazio libero per sedersi; non solo, ma i corridoi [del treno] erano pieni di borse e ceste, alcune contenenti anatre e polli, e anche su quelle la gente stava accovacciata. Mentre il treno proseguiva verso nord, ad ogni stazione ci gettavano acqua addosso, poiché era il tempo della festa dell’acqua, che ai siamesi piace moltissimo. Durante la stagione asciutta nelle zone rurali si viaggia in autobus; scoprimmo che anche gli autobus erano sempre pieni zeppi di persone e bestiame. Oppure capitava che si doveva scendere tutti mentre veniva caricato del riso, dopo di che dovevamo arrampicarci su e accomodarci alla meglio”.

Esaudite le preghiere di avere un traduttore

Durante quei primissimi anni fu sparso molto seme della verità del Regno nel campo thailandese, sia nella capitale che nelle province. Nei circa quattro mesi che predicò nelle città del Nord, il fratello Dewar riuscì a distribuire 2.491 libri e opuscoli. Durante l’anno di servizio 1939 i tre pionieri che c’erano allora distribuirono un totale di 4.067 libri e 14.592 opuscoli e fecero 113 abbonamenti. Tutta questa letteratura, però, era in inglese, cinese o giapponese. Non era ancora disponibile nessuna pubblicazione nella lingua locale, tranne l’opuscolo Protezione, che era stato tradotto in thai da uno studente in cambio di una serie di libri in inglese.

I pionieri comprendevano che c’era disperato bisogno di un traduttore, che fosse un dedicato servitore di Geova e che avesse l’ardente desiderio di mettere a disposizione del popolo thailandese le preziose verità riguardo a Geova e al suo Regno. Il fratello Unglaube scrisse al fratello Rutherford specificando che non avevano alcun traduttore. Il fratello Rutherford rispose: “Io non sono in Thailandia; voi siete lì. Abbiate fede in Geova e lavorate con diligenza, e troverete un traduttore”. I pionieri avevano fede e perseverarono. Geova non li deluse.

Nel dicembre 1939 Kurt Gruber e Willy Unglaube fecero un viaggio e si recarono a nord, a Chiang Mai, dove trovarono il traduttore per cui avevano pregato. Si trattava di Chomchai Inthaphan, allora direttrice di una scuola femminile presbiteriana. Avendo studiato all’Università di Manila nelle Filippine, conosceva bene il thai e l’inglese. Poiché amava profondamente Dio ed era desiderosa di servirlo, comprese subito che ciò che i due pionieri predicavano era la verità.

Nonostante l’opposizione da parte dei missionari presbiteriani e le proposte lusinghiere da parte della scuola, Chomchai rassegnò le dimissioni e notificò alla chiesa il proprio distacco. * Mentre lavorava ancora nella scuola, dove rimase sino alla fine dell’anno scolastico, iniziò a tradurre il libro Salvezza. In seguito, quando fu stabilita una filiale a Bangkok, Chomchai fu tra i primi che divennero membri della famiglia Betel. Per molti anni Chomchai fece tutto il lavoro di traduzione. Poiché amava i felini, portò con sé alla Betel il suo gatto siamese. Pur soffrendo di diverse malattie debilitanti durante gli ultimi dieci anni della sua vita, continuò fedelmente a compiere il suo devoto servizio finché morì nel 1981, all’età di 73 anni.

Primi proclamatori locali

A quanto pare, prima di giungere a Chiang Mai nel dicembre 1939, i fratelli Gruber e Unglaube predicarono nelle città settentrionali di Phrae e Nan. A Phrae un’infermiera ricevette gli opuscoli Casa e felicità e Protezione e li diede alla sua amica Buakhieo Nantha, che faceva l’infermiera a Nan, e le disse che i due stranieri stavano per venire a Nan. Buakhieo era cresciuta in una famiglia buddista, ma era diventata presbiteriana due anni prima, dopo aver studiato in un collegio presbiteriano e aver fatto tirocinio presso un ospedale di Chiang Mai gestito dalla chiesa. Lesse gli opuscoli con grande interesse, così, quando i due pionieri giunsero a Nan, lei era pronta per studiare la Bibbia.

Quando fu mandata a Chiang Mai per ricevere ulteriore addestramento, Buakhieo incontrò nuovamente Kurt e Willy, i quali a quel tempo tenevano regolari adunanze con un gruppo di interessati. Chomchai aveva presentato i pionieri al direttore del seminario presbiteriano, Kham-ai Chaiwan. Dopo aver ragionato sugli argomenti della Trinità, dell’inferno e dell’anima, questi comprese che i testimoni di Geova insegnavano la verità che da tempo stava cercando. Provando compassione per Kurt e Willy, li invitò a lasciare l’albergo e a trasferirsi a casa sua. Fece un ottimo progresso nella verità, così che quando il suo datore di lavoro gli fece pressione perché transigesse sui princìpi biblici, fu irremovibile, anche se questo significò perdere il lavoro e poi la pensione.

Dopo quattro anni di duro lavoro, gli sforzi dei quattro pionieri stranieri cominciavano a portare frutto. Nel 1940 Buakhieo Nantha, Chomchai Inthaphan, Kaeomalun, sorella carnale di Chomchai, e Kham-ai Chaiwan e sua moglie Buakhieo, furono battezzati divenendo i primi testimoni di Geova locali della Thailandia.

Di parente in parente

Come i primi seguaci di Gesù erano ansiosi di dire ai propri parenti che avevano trovato il Messia, così questi nuovi discepoli non esitarono a predicare la buona notizia ai propri familiari e amici. (Confronta Giovanni 1:41). Il fratello Kham-ai aveva un parente, Kham Raksat, che era anziano della chiesa della cittadina di San Kamphaeng, poco distante da Chiang Mai; anzi, egli aveva costruito quella chiesa. Kham, come Kham-ai, era un uomo sincero che cercava la verità. Invitò Kurt, Chomchai e sua sorella Kaeomalun a venire nella sua chiesa a predicare e a spiegare la Bibbia. Irritati, i missionari presbiteriani fecero cacciar via i Testimoni da alcuni insegnanti. Questo comportamento non cristiano rese però Kham più determinato che mai a continuare a studiare la Bibbia con i Testimoni. Alcuni anni dopo a San Kamphaeng si formò una congregazione. Kham divenne il sorvegliante che presiedeva e con orgoglio affisse alla propria casa l’insegna “Sala del Regno dei Testimoni di Geova”. In anni più recenti molti componenti delle famiglie Chaiwan e Raksat hanno accettato la verità.

Fu dopo lunghe e approfondite discussioni con la loro madre che Chomchai e Kaeomalun riuscirono a persuaderla della verità. Come tutti gli altri primi Testimoni della Thailandia, essa era stata una cristiana nominale, molto attiva nella chiesa locale di Ban Paen, circa 30 chilometri a sud di Chiang Mai. Il fatto che avesse lasciato la chiesa causò molto subbuglio nel paesino. Ma la sua risolutezza e il suo coraggio diedero buoni risultati quando diverse persone del posto accettarono la verità, e col tempo lì si formò una congregazione.

Dalla madre di Chomchai la verità si estese alla famiglia del cugino di Chomchai nel distretto di Chom Thong, nella provincia di Chiang Mai, dove in seguito si formò un altro gruppo di Testimoni.

Pertanto i primi che accolsero favorevolmente la predicazione della buona notizia in Thailandia, specie nella parte settentrionale del paese, dove in varie città e villaggi esistevano gruppi protestanti, erano persone che avevano ricevuto un’educazione cristiana nominale. Ci sarebbe voluto ancora del tempo prima che il primo buddista abbracciasse la verità biblica.

L’opera continua nonostante la seconda guerra mondiale

Poiché la Thailandia rimase neutrale durante la prima parte della seconda guerra mondiale, i pionieri stranieri e i proclamatori locali furono in grado di proseguire senza impedimenti la loro opera di predicazione. Mentre Kurt Gruber e Willy Unglaube stavano vivendo quelle emozionanti esperienze nelle province settentrionali, Ted Sewell era rimasto nella capitale, dove una famiglia di interessati proveniente dallo Srī Lanka si unì a lui nell’opera di testimonianza. Quando nel 1941 la sorella Chomchai si trasferì a Bangkok, questa famiglia la accolse benevolmente in casa propria. Pian piano altri, soprattutto cinesi, mostrarono interesse e fu organizzata una congregazione.

Edith Mungsin, ora ultraottantenne, ricorda ancora il suo primo incontro con la congregazione di Bangkok: “Venni a contatto con la Bibbia in una scuola protestante. Quando durante la prima guerra mondiale morì nostro padre, che era inglese, le mie tre sorelle ed io fummo mandate in un collegio protestante a Chiang Mai, dove ci venivano impartite anche lezioni bibliche. Così dall’infanzia imparai qualcosa della storia di Gesù Cristo, e nel mio cuore mise radice un profondo amore e rispetto per lui. Tuttavia, diverse domande che avevo riguardo alla Bibbia rimasero senza risposta, poiché ero troppo timida per farle a qualcuno, e noi alunni avevamo timore degli insegnanti. In seguito vissi per un periodo a Singapore e tornai in Thailandia nel 1941. In occasione di un viaggio a Chiang Mai feci anche visita a Kham-ai Chaiwan, che ricordavo essere uno dei capi della locale comunità presbiteriana. Poiché quel giorno avevo fretta di prendere il treno per Bangkok, lui riuscì appena a darmi testimonianza, ma mi diede lo stesso tre opuscoli e mi esortò a leggerli.

“Sul treno mi affrettai a tirar fuori gli opuscoli e li lessi da cima a fondo. Provai entusiasmo per le spiegazioni delle dottrine bibliche e allo stesso tempo stupore, perché queste informazioni erano molto diverse da ciò che mi era stato insegnato a scuola. Volendo scoprire qual era la verità, mi misi in cerca dei testimoni di Geova a Bangkok. Quando trovai il loro luogo di adunanza, stavano appunto tenendo uno studio biblico. Così mi sedetti in mezzo a loro. Conoscevo bene una dei dodici radunati lì: Chomchai, che aveva insegnato nella scuola da me frequentata; fummo felicissime di rivederci.

“Avendo accresciuto la mia conoscenza e il mio intendimento della Bibbia, smisi di andare in chiesa. Mi tolsi anche la croce che portavo al collo. Due anziani della chiesa vennero a trovarmi a casa e cercarono di farmi tornare in chiesa, dicendomi: ‘Non credere a quei falsi testimoni!’ Io dissi loro: ‘Fatemi studiare la Bibbia affinché io prima mi accerti. Se i testimoni di Geova sono nel torto, tornerò nella vostra chiesa’. Non vennero più a trovarmi”.

L’invasione giapponese causa difficoltà

La seconda guerra mondiale continuava a infuriare mentre il Giappone estendeva il suo potere nelle regioni dell’Asia e del Pacifico, tanto che alla fine la Thailandia subì le conseguenze della guerra. George Powell, un australiano che si era occupato del deposito di letteratura della Società a Singapore prima che lì l’opera venisse proscritta e che poi si era trasferito in Thailandia, ricorda la mattina del dicembre 1941 in cui la sorella Chomchai venne di corsa giù dalle scale gridando: “Ci siamo!” Sì, la radio aveva appena fatto l’annuncio che era iniziata l’occupazione giapponese della Thailandia. Benché le forze militari giapponesi non interferissero molto nella vita quotidiana della popolazione locale, le condizioni economiche andarono peggiorando. (Il famigerato ponte sul fiume Kwai [Khwae Noi] e la “ferrovia della morte” furono costruiti da prigionieri di guerra stranieri). E l’occupazione da parte di una potenza straniera che era alleata della Germania nazista avrebbe senz’altro influito sull’opera di predicazione dei Testimoni.

Nel 1941, dopo aver prestato servizio nelle Indie Orientali Olandesi (l’attuale Indonesia), due pionieri tedeschi, Hans Thomas e Wolfhelm Fuchs, erano stati trasferiti in Thailandia, allora ancora neutrale. Dopo l’inizio dell’invasione giapponese, però, tutti i pionieri stranieri incontrarono ostacoli nella loro opera di predicazione, o perché erano cittadini di paesi con cui il Giappone o la sua alleata Germania erano in guerra, o perché erano cittadini dell’alleata del Giappone che era molto ostile ai testimoni di Geova. Nello stesso Giappone i Testimoni erano già stati messi al bando da alcuni anni.

Non molti giorni dopo l’invasione, le autorità giapponesi fecero arrestare George Powell e Ted Sewell dalla polizia thailandese e li fecero mettere in un campo di prigionia a Bangkok per i restanti tre anni e otto mesi della guerra. Nel 1942 i tedeschi Kurt Gruber, Hans Thomas e Wolfhelm Fuchs furono arrestati e fu confiscata la letteratura che era nel deposito. Willy Unglaube sfuggì all’arresto, poiché a quel tempo si trovava nel nord del paese. Nonostante fosse ricercato dalle autorità giapponesi, evitò la cattura per tutto il periodo della guerra.

I proclamatori locali, generalmente, rimasero indenni. Ciò nonostante, quando predicavano di casa in casa, specie a Bangkok, venivano seguiti da poliziotti giapponesi in borghese. Spesso, dopo che un proclamatore usciva da una casa, questi uomini entravano e interrogavano il padrone di casa, a volte persino minacciandolo.

Un episodio ebbe come protagoniste le sorelle Chomchai e Buakhieo e si verificò mentre stavano predicando nella città settentrionale di Nan. La polizia perquisì le loro borse e portò le sorelle al posto di polizia. Fu arrestato anche un anziano della chiesa locale, Duangkaeo Jarityonphan, col quale esse avevano fatto diverse conversazioni. Chomchai e Buakhieo furono trattenute dalla polizia per giorni prima che il caso fosse risolto. Sembra che un sacerdote cattolico romano, a cui non piaceva la loro testimonianza, le avesse falsamente accusate di appartenere alla quinta colonna. Fra parentesi, Duangkaeo, l’anziano della chiesa, alla fine accettò la verità.

Isolati, ma forniti del necessario

Dopo il loro arresto, i tre pionieri tedeschi furono trattenuti dai militari giapponesi. Per tre giorni e tre notti subirono ininterrottamente interrogatori e crudeli maltrattamenti. Gli ufficiali dissero loro di firmare una dichiarazione in giapponese che però non volevano tradurre. Quando i fratelli si rifiutarono di farlo, un ufficiale gridò adirato: “Non ce ne importa di quello che dite del Regno dei cieli, ma in quanto alla terra, sono i giapponesi che la governeranno!”

Hans Thomas narra: “Poiché non eravamo nazisti, l’ambasciata tedesca non fece assolutamente nulla per noi. Anzi, ci fu detto: ‘Sapete cosa vi avrebbero fatto in Germania!’ Infine, dopo essere stati tenuti nella prigione militare per settimane e settimane, presentammo alle autorità thailandesi una petizione perché facessero qualcosa a nostro favore. Dopo tutto, eravamo immigrati legalmente in Thailandia per svolgere la nostra opera missionaria col permesso del governo. E poiché non avevamo fatto nulla contro il governo thailandese, non vedevamo nessuna ragione per cui le autorità militari giapponesi dovessero tenerci in prigione. Dato che la Thailandia era conosciuta come un paese di gente libera e non era soggetta alla legge giapponese, ma aveva semplicemente concluso un trattato di amicizia col Giappone, chiedemmo di essere consegnati alle autorità thailandesi. La nostra petizione venne finalmente accolta”.

I pionieri furono portati agli uffici del CID (Dipartimento Centrale di Investigazione) a Bangkok e trattenuti lì. I fratelli locali potevano visitarli e portare loro ogni giorno le cose necessarie per vivere. Mentre erano al CID, giunse un rapporto sul caso delle sorelle che erano state arrestate a Nan. L’ufficiale incaricato stava lavorando anche al caso dei fratelli tedeschi. Quando lesse il rapporto proveniente da Nan, disse: “Oh, Chomchai! Torre di Guardia! Conosco questa gente. Non è pericolosa”. Fu trasmesso a Nan l’ordine di rilasciare le Testimoni e chiudere il caso. Non molto tempo dopo, anche Kurt, Hans e Wolfhelm furono lasciati liberi. Detto per inciso, questo ufficiale era stato in precedenza in casa dei fratelli a Bangkok per studiare la Bibbia.

Ai pionieri tedeschi fu provveduto il necessario anche sotto un altro aspetto. Essendo isolati e non potendo comunicare con l’organizzazione di Geova all’estero, erano per così dire lasciati a se stessi. Nel contempo dovevano essere molto cauti per evitare di farsi prendere dalle autorità giapponesi. Alcuni mesi prima dell’invasione giapponese, i pionieri avevano tenuto uno studio biblico col direttore di una ditta svizzera di import-export. Quest’uomo amichevole venne ora in aiuto dei pionieri, assumendoli come piazzisti di articoli di cancelleria e pagandoli a provvigione. Questo genere di lavoro faceva per loro, perché riuscivano non solo a soddisfare le proprie necessità quotidiane, ma anche a risparmiare abbastanza denaro per stampare localmente opuscoli con cui reintegrare la loro scorta di letteratura che andava assottigliandosi. E quando sembrava che nel territorio le cose si mettessero male, potevano sempre tirare fuori dal fondo dei loro borsoni alcuni articoli di cancelleria.

Neppure i due pionieri australiani nel campo di prigionia furono “abbandonati”. (2 Cor. 4:9) George Powell dice: “I nostri fedeli fratelli tedeschi e sorelle thailandesi non ci piantarono mai in asso durante quei giorni pieni di incertezza. Gradivamo moltissimo la frutta che ci portavano, ma lo scambio di incoraggiamento che avevamo con loro era qualcosa che ci dava molto più ristoro, poiché così la nostra vita era più sopportabile e ricca di speranza”.

Cosa fecero i fratelli quando l’occupazione giapponese impedì loro di ricevere il cibo spirituale? Continuarono a tenere regolari adunanze, compreso il loro settimanale studio Torre di Guardia. Quando non furono più disponibili nuovi numeri, cominciarono a usare quelli vecchi, in ordine inverso. “La Torre di Guardia del novembre 1941, contenente l’articolo ‘Sta per cessare il dominio demonico’, fu l’ultima che ricevemmo”, rammenta il fratello Thomas. “Da quel numero in poi studiammo andando a ritroso annata per annata, sperando che un giorno la guerra sarebbe finita e che saremmo stati in grado di metterci in contatto con la Società. Passarono più di quattro lunghi anni. Stavamo studiando le riviste Torre di Guardia del 1936 quando cominciarono ad arrivare i nuovi numeri”.

Rafforzati per l’attività del periodo postbellico

Il 24 novembre 1945, quasi quattro anni dopo che le comunicazioni erano state interrotte, giunse un cablogramma dall’ufficio del presidente della Società a Brooklyn (USA), con cui si informavano i fratelli che la mondiale opera di testimonianza aveva ora raggiunto proporzioni più grandi che mai. Dopo la resa del Giappone in agosto e il successivo rilascio dei fratelli Powell e Sewell, furono prese disposizioni per trasferire il deposito in un luogo più adatto e inoltre abbastanza ampio da tenervi le adunanze. Con l’aiuto di alcuni funzionari thailandesi fu presa in affitto una casa con giardino in Soi Decho, una traversa di Silom Road.

Prima e durante la guerra i pionieri avevano laboriosamente seminato i semi della verità, e così ora c’era un nucleo di interessati. Fu quindi molto opportuno che durante il 1946 i fratelli ricevessero una fornitura di letteratura che includeva Aiuto teocratico per i proclamatori del Regno, l’Annuario e Istruzioni organizzative. I pionieri divorarono queste preziose pubblicazioni per “mettersi in pari” e trasmettere inoltre queste nuove informazioni agli interessati che frequentavano attivamente la congregazione. Diversi nuovi avevano cominciato a proclamare, ma dovevano ancora imparare a conoscere più a fondo l’organizzazione teocratica.

I pionieri si diedero diligentemente da fare per diffondere la buona notizia servendosi delle nuove pubblicazioni ricevute. In tal modo, durante l’anno di servizio 1946, il gruppo di 14 proclamatori e pionieri distribuì 14.183 libri e opuscoli e iniziò 47 studi biblici. Che impresa per questa piccola schiera!

Fu raggiunta una pietra miliare con la pubblicazione della Torre di Guardia in siamese (thai), a cominciare dal numero del 1° gennaio 1947. Era un’edizione mensile di 200 copie ciclostilate. I fratelli thailandesi traboccavano di gioia ora che ricevevano regolarmente solido cibo spirituale nella loro lingua. Non era più necessario un interprete allo studio Torre di Guardia.

La prima visita del presidente

In aprile del 1947 l’allora presidente della Watch Tower Society, Nathan H. Knorr, accompagnato dal suo segretario, Milton G. Henschel, fece la sua prima visita in Thailandia. Questo evento fu contrassegnato dalla primissima assemblea tenuta in Thailandia. Il discorso pubblico, intitolato “L’allegrezza per tutto il popolo”, fu pronunciato dinanzi a un uditorio di 275 persone radunate nell’aula magna dell’Università Chulalongkorn di Bangkok.

La stampa locale fece una buona pubblicità al discorso. Tuttavia due giornali accusarono il fratello Knorr di aver diffamato nella sua conferenza la religione buddista. Questa faccenda delicata indusse i funzionari del CID a fare un’immediata investigazione, dalla quale risultò che non erano stati fatti né affermazioni né commenti offensivi. I direttori di entrambi i giornali si scusarono pubblicamente per avere male informato i cittadini di Bangkok e per l’ingiustizia commessa ai danni di N. H. Knorr e della Watch Tower Society. Diversi altri giornali pubblicarono la risposta della Società alla critica, e così fu data alla verità una testimonianza maggiore di quella data dalla conferenza in sé.

Si apre la filiale

Durante la visita del fratello Knorr furono prese disposizioni per organizzare meglio l’opera. Con gioia dei fratelli e delle sorelle del deposito di Bangkok, il fratello Knorr annunciò che George Powell, dopo aver frequentato l’8a classe della Scuola missionaria di Galaad quell’anno, sarebbe tornato in Thailandia come sorvegliante di filiale. Fu così che il 1° settembre 1947 si aprì la filiale in Thailandia.

Poco tempo dopo, Kurt Gruber fu nominato sorvegliante di circoscrizione perché visitasse le quattro congregazioni nel Nord e quella di Bangkok. Queste visite aiutarono i fratelli a capire meglio le disposizioni e i metodi teocratici, compresa l’importanza di fare rapporto del tempo dedicato alla predicazione. Di conseguenza il numero totale dei proclamatori nell’anno di servizio 1948 balzò da 31 a 65.

Ulteriore impulso all’opera fu dato nell’aprile 1948 dalla prima assemblea di circoscrizione, tenuta a Chiang Mai. Immaginate la sorpresa e la gioia dei fratelli a quell’assemblea quando per la prima volta assisterono alla Scuola di Ministero Teocratico! Molti di loro venivano da villaggi rurali e avevano ricevuto poca istruzione scolastica, ma da quel momento in poi avrebbero potuto beneficiare dell’istruzione e dell’addestramento teocratici provveduti dall’organizzazione di Geova per il suo popolo in ogni dove.

Il programma di adunanze pubbliche, iniziato tre anni prima in molti paesi, fu quindi introdotto in Thailandia. Specialmente a Bangkok le conferenze pubbliche venivano pubblicizzate mediante volantini e auto dotate di impianto acustico. La gente assisteva a queste adunanze nella locale Sala del Regno e in scuole pubbliche. Una volta un discorso pubblico fu tenuto presso l’Associazione Buddista di Bangkok. Fu uno spettacolo insolito vedere 125 monaci buddisti nel loro abito color zafferano seduti ordinatamente in file ad ascoltare con attenzione una conferenza sull’autenticità della Bibbia. Al termine d’essa fecero diverse domande. L’Annuario del 1949 commentava così questa occasione: “Molti di questi sacerdoti sono bene istruiti e, a differenza dei sacerdoti della gerarchia cattolica, sono tolleranti, gentili e beneducati”.

I missionari di Galaad aprono un nuovo capitolo

Allo scopo di rafforzare l’organizzazione locale, la Società invitò i fratelli Gruber e Thomas a frequentare la 15a classe della Scuola di Galaad. La cerimonia del conferimento dei diplomi ebbe luogo il 30 luglio 1950 all’assemblea internazionale Incremento della Teocrazia nello Yankee Stadium di New York. Al loro rientro si unirono ad altri cinque missionari di Galaad (a parte George Powell) che erano arrivati nel frattempo: Alfred Laakso della 7classe e Joseph E. Babinski, Donald Burkhart, Gerald (Jerry) Ross e Darrow Stallard, tutti della 12a classe.

Durante il 1951 e il 1952 arrivarono altri diplomati di Galaad. Fra loro c’erano Guy Moffatt dell’Inghilterra e Neil Crockett della Nuova Zelanda (entrambi assegnati dapprima alla Malaysia), Esko e Anja Pajasalmi ed Elon ed Helvi Harteva della Finlandia ed Eva Hiebert e Marguerite Rood del Canada. Alla fine dell’anno di servizio 1952 i missionari addestrati a Galaad attivi in Thailandia erano in tutto una ventina.

Essendoci tanti missionari pronti per offrire la loro assistenza nell’opera, furono aperte case missionarie in diverse parti del paese, tra cui Chiang Mai, Nan e Lampang nel Nord, Nakhon Ratchasima nella Thailandia centrale e Nakhon Si Thammarat e Songkhla nel Sud. (Più di recente altri missionari sono stati assegnati per un certo periodo di tempo a Khon Kaen, Ubon Ratchathani, Udon Thani e Nakhon Sawan). Queste case missionarie divennero fortezze teocratiche per i fratelli, centri da cui potevano trarre il tanto necessario sostegno e incoraggiamento spirituale.

La sfida di imparare una nuova lingua

Un requisito fondamentale per essere buoni missionari è la capacità di comunicare con la gente nella loro propria lingua: un’impresa davvero ardua per molti missionari in Thailandia. Il problema, per quanto riguarda il thai, non è che la grammatica sia complessa e difficile. Anzi, la grammatica è semplice, poiché non ci si deve preoccupare di articoli, suffissi, generi, coniugazioni, declinazioni o plurali, in quanto ne è priva.

A differenza degli ideogrammi della scrittura cinese, il thai ha un alfabeto fonetico che consiste di 44 segni consonantici e 32 segni vocalici che si combinano formando suoni sillabici. Ma ciò che rende questa lingua così diversa da quelle occidentali è la presenza dei toni, che sono simili a quelli cinesi. Nel thai ce ne sono cinque. A seconda della variazione di tono, una parola o una sillaba può quindi avere significati diversi, a volte perfino opposti. Ad esempio, “khao” pronunciato con un tono cadente significa “riso”; con un tono discendente, significa “notizia”. Se alla stessa parola si dà un’inflessione ascendente, significa “bianco”, mentre pronunciata con un tono piano diventa “puzzo”. Così un nuovo missionario potrebbe dire di portare “buon riso”, “buon bianco” o “buon puzzo”, anziché la “buona notizia”.

Per diventare padroni di queste particolarità (compresi certi suoni vocalici che sono completamente diversi da quelli della maggioranza delle lingue occidentali) ci vogliono pratica, pazienza e perseveranza. E, come avviene con altre lingue, il nuovo arrivato tende a fare errori che possono suscitare anche una certa ilarità. Spiegando la differenza tra i testimoni di Geova e le religioni della cristianità, una missionaria voleva dire al padrone di casa che non usiamo la croce. In effetti però disse che non usiamo “pantaloni”. “Neppure gli uomini?”, chiese meravigliato il padrone di casa. “Nessuno!”, rispose la sorella con fermezza.

Quasi tutti i primi pionieri stranieri e i primi missionari di Galaad impararono la lingua da soli. In seguito la Società diede inizio a un nuovo metodo per aiutare i missionari a imparare la lingua parlata nel posto cui vengono assegnati. Non era cosa da poco dedicare 11 faticose ore al giorno allo studio della lingua il primo mese, e 5 ore al giorno il secondo mese. I missionari sono stati comunque molto grati di questa disposizione, perché li ha aiutati a rendere più efficace la loro opera di predicazione e insegnamento.

Meno vistosi dei farang

Un aspetto culminante della seconda visita del fratello Knorr nell’aprile 1951 fu l’introduzione dell’opera di pioniere speciale. Furono nominati capaci fratelli e sorelle locali per assistere alcune congregazioni nell’opera di predicazione e per aprire nuovi territori. Non dovendo barcamenarsi con la lingua locale ed essendo meno vistosi dei farang o stranieri, di pelle chiara, i pionieri nativi hanno avuto una parte importante nel diffondere il messaggio e nell’aiutare i nuovi. Attualmente vi sono circa 70 pionieri speciali (oltre il 6 per cento del totale dei proclamatori).

Le sorelle Buakhieo Nantha e Somsri Phanthuphrayun (ora Darawan), le prime a essere nominate pioniere speciali, furono assegnate alla città meridionale di Nakhon Si Thammarat. Il fratello Sa-ngat Mungsin, un altro pioniere speciale, fu mandato a Chiang Rai, la provincia più settentrionale al confine con il Myanmar. I pionieri che erano stati lì prima di loro avevano distribuito molte pubblicazioni, e questi pionieri speciali erano ora ansiosi di proseguire il lavoro e iniziare studi biblici.

Le due pioniere speciali a Nakhon Si Thammarat conobbero Kruamat, una giovane buddista proprietaria di una sartoria. Poiché non aveva nessuna intenzione di cambiare religione, furono necessarie parecchie visite e un’amorevole opera di persuasione perché sottraesse un po’ di tempo al suo lavoro di cucito per trattare alcuni paragrafi del libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Una volta destato il suo interesse, comunque, divenne una profonda studiosa della Bibbia e, nonostante l’opposizione da parte dei familiari e degli amici, cominciò a frequentare i Testimoni e a proclamare la buona notizia. Poco dopo il suo battesimo divenne pioniera. In seguito la sorella Kruamat sposò il missionario Neil Crockett, e per alcuni anni svolsero l’opera nella circoscrizione. Attualmente essa è pioniera speciale in una congregazione di Bangkok dove Neil serve come anziano.

Dà il suo aiuto nonostante le minacce di morte

Mentre predicava nella città di Mae Sai al confine col Myanmar, il fratello Sa-ngat ebbe un’esperienza che dimostra come le persone mansuete che hanno fame di verità e giustizia vengono trovate, nonostante l’isolamento o l’opposizione. Nell’ottobre 1951 incontrò una giovane, Karun Chuthiangtrong, la cui famiglia, buddista, praticava il culto degli antenati secondo la tradizione cinese. Parlando del suo passato, Karun narra:

“Quando ero adolescente chiedevo spesso alla nonna come siamo venuti all’esistenza e cosa ci accade alla morte, ma i miti e le leggende che lei mi raccontava per rispondere alle mie domande non mi soddisfacevano. Nel 1945, quando avevo 19 anni, un parente che abitava a Chiang Mai inviò alla mia famiglia un Nuovo Testamento in thai. Cominciai a leggerlo e notai che parlava di Dio come del Creatore e della speranza della vita eterna. Ricordo che fra le pubblicazioni che il nostro parente ci mandò c’erano due opuscoli della Watchtower Society. A quel tempo, comunque, credevo esistesse solo un tipo di religione cristiana.

“Nel 1946 mi battezzai nella Chiesa Presbiteriana. Desiderosa di parlare ad altri del messaggio della salvezza, volevo diventare una predicatrice. Più volte feci domanda di iscrizione a scuole che addestravano ministri, sia in Thailandia che nel vicino Myanmar, ma senza esito alcuno”.

Quando il fratello Sa-ngat le fece visita e fu in grado di rispondere alle sue domande in modo chiaro e ragionevole, Karun prese il libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Non tardò a riconoscere nella buona notizia il suono della verità. Ma neppure l’opposizione tardò a sorgere. “Spesso”, prosegue Karun, “mentre noi parlavamo della Bibbia, la nostra casa veniva presa a sassate, oppure alcuni venivano e facevano un gran baccano fuori per disturbarci. Un giorno un anziano della chiesa venne con un poliziotto, che tra l’altro era il suo fratello più giovane, e cercò di intimidirmi minacciando di arrestarmi se non smettevo di frequentare i testimoni di Geova. Il fratello Sa-ngat riceveva continue minacce di morte da parte di un gruppo chiamato Mano Nera. Perciò la Società ritenne opportuno trasferirlo a Songkhla nel sud della Thailandia”. Non molto tempo dopo, una sera del 1953, il fratello Sa-ngat fu ucciso a colpi di arma da fuoco; il caso non fu mai risolto.

Nel frattempo Karun cominciò a proclamare la buona notizia. Ormai completamente sola e distante 320 chilometri dalla congregazione più vicina, continuò a predicare con coraggio, venendo rafforzata dalle visite del sorvegliante di circoscrizione e dalle pubblicazioni che la filiale le inviava regolarmente. Dopo essersi battezzata nel novembre 1952, la sorella Karun ha svolto l’opera a tempo pieno per oltre 20 anni e, nonostante le avversità, predica ancora fedelmente il messaggio della vera libertà.

“Uno strano nome per un uomo di Dio”

I primi pionieri ebbero un ruolo essenziale nel consolidare l’opera in Thailandia. Benché pochi di numero, predicavano instancabilmente nel loro esteso territorio. Ci volevano anni prima che potessero vedere i risultati sotto forma di nuovi discepoli. Ma perseverarono. Avevano “messo mano all’aratro”, e proseguirono senza sosta. — Luca 9:62.

Quasi tutti alla fine sono partiti dalla Thailandia per servire in altri campi. Animati da indomito zelo e dall’amore per Geova e per il prossimo, hanno perseverato nell’opera a tempo pieno, alcuni fino alla morte, altri fino al presente. Dopo essere stato pioniere per oltre 50 anni, Willy Unglaube disse: “Ripensando al passato, sembra sia trascorso solo poco tempo. Quello di essere messaggeri di Geova è il compito più meraviglioso che si possa avere sulla terra. Naturalmente bisogna aver fede, molta fede, per superare tutti gli ostacoli. Ma penso sempre a Proverbi 18:10. Sì, se non avessi intrapreso il servizio di pioniere non avrei avuto modo di gustare come Geova ha cura dei suoi servitori se si affidano a lui. Riflettendo sulla profezia di Isaia 2:2, so che c’è ancora molto lavoro da fare, e desidero continuare a partecipare a quest’opera finché Geova dirà basta”. Il fratello Unglaube stava ancora servendo come pioniere in Germania quando terminò il suo corso di vita terrena diversi anni fa. Una volta un uomo nel territorio osservò che “Unglaube” (che in tedesco significa “incredulità”) era davvero “uno strano nome per un uomo di Dio”.

E che dire di Frank Dewar, il primo che venne a predicare la buona notizia in Thailandia? Fu trasferito in vari paesi del continente asiatico, tra cui Birmania, Cina e India. Nel 1966 tornò in Thailandia, dove lui e sua moglie Lily, una birmana, servono ancora come pionieri speciali nella città settentrionale di Chiang Rai. Suo figlio Donald è stato sorvegliante di circoscrizione nel Myanmar ed ora è assegnato alla Betel di Yangon (Rangoon).

Messi alla prova i missionari

Quale “Terra dei Liberi”, la Thailandia ha sempre concesso libertà religiosa ai suoi cittadini. E i buddisti thailandesi sono per natura tolleranti. Non c’è mai stata quindi nessuna ostilità da parte del governo né aperta persecuzione. Ci sarebbe da aspettarsi che questa libertà di predicare la buona notizia apertamente e senza impedimenti facilitasse e accelerasse l’opera.

In effetti durante gli anni ’50 il numero dei proclamatori aumentò costantemente. Molti missionari stranieri, però, incontrarono un particolare tipo di prova che alcuni di loro non riuscirono a superare. Kaarle Harteva, fratello minore di Elon Harteva, diplomato della 20a classe di Galaad e missionario in quel periodo, spiega: “La cordialità della gente, pur rendendo le cose piacevoli, dopo un po’ riusciva gravosa a molti missionari. La cordialità faceva e fa ancora parte della cultura e spesso costituisce un sottile muro di resistenza che è difficile sormontare. Per questo motivo le conversazioni serie e profonde erano poche e rade”.

Inoltre, a motivo del loro retaggio buddista, con i nuovi ci voleva molta pazienza per aiutarli a capire appieno le verità bibliche e a mettere la propria vita in armonia con le norme di Geova. “Il nostro modo di vivere in accordo col nuovo mondo era assai diverso”, prosegue il fratello Harteva, “e per di più, la cultura della gente era assai diversa, essendo radicata in una religione molto permissiva. Molte sorelle anziane a quei tempi avevano l’abitudine di masticare il bolo di betel, che macchia i denti facendoli diventare neri come l’ebano. Altre sorelle fumavano, perfino mentre andavano di casa in casa, i loro sigari lunghi 25 centimetri, fatti in casa con foglie secche di banano. Le si poteva riconoscere da lontano nel villaggio dai loro ‘segnali di fumo’. Inoltre ricordo ancora fratelli che fumavano alle assemblee di circoscrizione”. Naturalmente a suo tempo essi abbandonarono queste abitudini non scritturali.

Parecchi missionari furono messi alla prova in quanto alla perseveranza e alla dedizione all’opera quando si resero conto che ci sarebbe voluto molto tempo prima che fossero riusciti a parlare la lingua abbastanza bene da poter insegnare e pronunciare discorsi. E poi, quando l’incremento rallentò e gli anni passavano senza che facessero neppure un discepolo, alcuni si scoraggiarono.

Altri missionari, invece, hanno fatto del luogo cui sono stati assegnati la propria casa. Dopo 20, 30 o più anni, assolvono ancora i propri doveri come missionari e danno un ottimo esempio.

Alcuni missionari sposati in seguito misero su famiglia e per questo motivo non sono più annoverati tra i missionari. Lodevolmente un certo numero di quelle coppie hanno deciso di rimanere in Thailandia, dove c’è tanto bisogno di ministri maturi.

Un film della Società fa aprire gli occhi

Con una proporzione di 1 proclamatore su circa 100.000 abitanti, negli anni ’50 i testimoni di Geova erano poco conosciuti nel paese. Il film La Società del Nuovo Mondo all’opera si rivelò quindi di grande aiuto per illuminare la gente riguardo all’opera dei testimoni di Geova. I Testimoni stessi ne trassero grande beneficio, poiché questo film rivelò loro la portata mondiale dell’organizzazione di Geova, spronandoli così a sentirsi più vicini ad essa. In precedenza pochi di loro riuscivano a visualizzare quanto fosse ampia ed estesa l’organizzazione visibile di Dio e con quanta efficienza funzionasse.

Esko Pajasalmi proiettò il film nella parte settentrionale della Thailandia e a Bangkok. In che modo era solito pubblicizzare il film? “Di buon mattino piazzavamo lo schermo nel campo sportivo del villaggio, dove tutti gli abitanti potevano facilmente vederlo”, narrava. “Poi ci recavamo nella scuola, dove bastava entrare in ogni classe e fare un breve annuncio agli studenti e agli insegnanti. In tal modo la notizia si diffondeva in tutto il villaggio. Dopo il tramonto i venditori ambulanti con le loro specialità locali — arachidi e banane fritte, lesse e arrosto, e altre squisitezze — arrivavano a uno a uno nel campo sportivo. Piazzavano le loro bancarelle e le illuminavano con piccole lanterne a cherosene ricavate da barattoli del latte vuoti. Dopo un po’, da tutte le direzioni convergevano verso di noi quelli che sembravano sciami di lucciole. Erano invece i componenti del nostro uditorio che portavano con sé minuscole lanterne a cherosene. Venivano a centinaia, e spesso a migliaia, a vedere il nostro film”.

Questo film fu proiettato spesso in luoghi insoliti. Un preminente erudito buddista della Thailandia settentrionale, Khun Maha Phon, aveva studiato per un certo tempo la Bibbia con Esko, e desiderava che monaci e laici buddisti vedessero in che consisteva la Società del Nuovo Mondo. “Perciò più volte alle nostre proiezioni furono presenti molti monaci in abito giallo”, rammenta il fratello Pajasalmi. “Talvolta proiettavamo il film proprio dentro il wat [tempio]. Io mi sedevo di fronte a un’immagine del Budda che poteva essere alta 6-8 metri e azionavo il proiettore, con lo schermo steso attraverso la porta principale, mentre la gente guardava il film seduta per terra. Era strano predicare intorno a Geova e al suo Regno in un tempio buddista”.

Una delle lodi più belle tributate in pubblico ai testimoni di Geova a Chiang Mai venne da questo stesso erudito buddista, Khun Maha Phon. Il fratello Pajasalmi ricorda: “Ci invitò a tenere una conferenza e a proiettare il film nell’auditorio dell’Associazione Buddista, dove ci presentò così: ‘Vi chiederete perché io, un buddista, abbia invitato questi testimoni di Geova a proiettare il loro film e a parlare in questo auditorio. Ho studiato per parecchi mesi con uno di loro e posso dire che sono diversi da tutte le altre religioni cristiane che abbiamo visto qui. Sono molto attivi nel predicare e mettono in pratica ciò che predicano. Fanno perfino ciascuno il suo lavoro assegnato nelle loro case missionarie. Se qualcuno di voi, dopo aver visto il film, trova gradevole il messaggio che i testimoni di Geova predicano, ne sarò felicissimo’”. Così, mentre gli altri cosiddetti cristiani si davano da fare per attaccare i testimoni di Geova, i cosiddetti pagani buddisti dimostravano una mentalità molto più aperta.

Kaarle Harteva proiettò lo stesso film concentrandosi nelle principali città della parte nordorientale del paese. “È incredibile come ci riuscivamo a volte”, faceva notare. “In un’occasione il nostro generatore si guastò nel bel mezzo della proiezione. Sperando che degli oltre mille presenti non tutti se ne andassero, noleggiai un triciclo e corsi in città in cerca di un altro generatore. Con mia sorpresa, quando tornai c’erano più persone che attendevano di vedere il film di quante ne avessi lasciate. Dopo la proiezione il mio compagno ed io non riuscimmo a distribuire i volantini dandone uno a ciascuno in quell’enorme folla. Allora gettammo i volantini in aria. Non ne cadde a terra neppure uno”.

La cifra record dei presenti — oltre 4.200 — fu raggiunta a Kalasin, dove la proiezione avvenne all’aperto dinanzi al municipio. Altre migliaia di persone videro il film quando fu proiettato ogni giorno della settimana per tutta la durata della fiera tenuta nel parco di Lumpini a Bangkok in occasione dell’Anniversario della Costituzione.

‘Parlammo fin dopo mezzanotte’

Nel 1952 Elon Harteva e sua moglie Helvi facevano parte del primo gruppo di missionari assegnati a Nakhon Ratchasima, la maggiore città della Thailandia centrale. Adoperando Nakhon Ratchasima come base, Elon visitava altre cittadine in quella regione semiarida del paese. A Khon Kaen conobbe il signor Seng Buawichai, un predicatore locale dell’Alleanza Missionaria Cristiana.

Il signor Seng, che nutriva già qualche dubbio circa la dottrina della Trinità, fu felice di trattare questo argomento. “Continuammo a parlare fin dopo mezzanotte”, rammentava Elon Harteva. “E alle quattro del mattino il signor Seng mi svegliò e riprese a farmi domande. A quel tempo quasi nessuna casa aveva ancora l’elettricità. Accovacciati sul pavimento, leggemmo la Bibbia alla luce fioca delle lampade a cherosene.

“Quando tornai a visitarlo, il signor Seng aveva invitato diversi altri cristiani nominali e aveva disposto che tenessi un discorso pubblico in casa sua. Alcuni dei presenti venivano da villaggi isolati. Per visitare uno di questi interessati dovetti percorrere a piedi 11 chilometri attraverso campi di riso e boscaglia. Giunto nel villaggio, che sorpresa fu per me trovare una piccola sala [capanna] costruita su pali che aveva proprio la forma di una piccola torre di guardia. Quell’uomo non solo aveva una Bibbia, ma anche alcune riviste Torre di Guardia, che usava per spiegare la Bibbia a chi passava di là diretto ad altri villaggi e si fermava a riposare un po’ nella capanna”.

Il signor Seng e un altro uomo di questo villaggio in seguito si battezzarono.

Si penetra in Indocina

Dopo la terza visita del fratello Knorr in Thailandia, nell’aprile 1956, si compirono sforzi per inviare missionari nei paesi dell’ex Indocina Francese, cioè Vietnam, Cambogia e Laos, alla cui sorveglianza avrebbe provveduto la filiale thailandese. La buona notizia aveva raggiunto la prima volta questa regione della penisola indocinese nel 1936, quando nella città di Saigon (ora chiamata Ho Chi Minh) arrivarono due pionieri dell’Australia. Uno di loro, Frank Rice, compì coraggiosamente l’opera finché nel 1943 fu arrestato dai soldati della macchina bellica giapponese e in seguito dovette lasciare il paese. Durante il 1953 e il 1954 fu fatto qualcosa nell’opera di predicazione da un interessato, che inviava il suo rapporto alla filiale in Francia.

Dopo che alla fine del 1955 il Vietnam del Sud era divenuto una repubblica, il fratello Knorr chiese al fratello Babinski, allora sorvegliante di filiale in Thailandia, di contattare le autorità di Saigon per ottenere il permesso di far entrare nel paese missionari della Watch Tower. Il 27 giugno 1957 arrivarono a Saigon i primi cinque diplomati di Galaad e la casa missionaria fu posta sotto la giurisdizione della filiale thailandese.

La guerra non ferma l’opera nel Vietnam

I missionari riscontrarono che predicare di casa in casa a Saigon era molto piacevole. In genere la gente li accoglieva cordialmente e si lasciavano molte pubblicazioni. Durante il primo anno di servizio completo furono fatti circa 1.200 abbonamenti alla Torre di Guardia e a Svegliatevi! Tuttavia l’opera di fare discepoli progrediva piuttosto lentamente.

Dapprima la predicazione si svolgeva in francese, e tutte le adunanze venivano condotte in francese. Questa era la lingua della classe “colta”. Come al tempo di Gesù, non molti appartenenti a questa classe erano disposti a diventare discepoli. Perciò la Società incoraggiò i missionari a imparare e a usare la lingua locale, il vietnamita. Questo richiese parecchi anni di duro lavoro. Ma una volta che i missionari ebbero imparato a parlare correntemente la lingua locale e il popolo comune ‘li udiva parlare nella loro propria lingua’, molti si interessarono. — Atti 2:6.

Gli opuscoli “Questa buona notizia del regno”, “Ecco, faccio ogni cosa nuova” e Viviamo con la speranza di un giusto nuovo mondo furono tradotti in vietnamita e ampiamente usati nell’opera degli studi biblici. Nel 1966 agli 8 missionari si erano uniti 11 proclamatori, 3 dei quali battezzati.

Ma che dire della spaventosa guerra che infuriò nel Vietnam per tanti anni? “Anziché preoccuparci troppo di ciò che potrebbe accadere a Saigon, continuiamo attivamente a predicare la buona notizia alle moltitudini di persone che affluiscono in città e che hanno estremo bisogno del messaggio di speranza”, disse un missionario che a quel tempo era a Saigon. Sì, i missionari e i fratelli locali applicarono il principio di Ecclesiaste 11:4: “Chi guarda il vento non seminerà; e chi guarda le nubi non mieterà”. Piuttosto, continuarono a ‘mandare il loro pane sulla superficie delle acque’, e ‘nel corso di molti giorni lo ritrovarono’. (Eccl. 11:1) Durante il 1974 un totale di 113 proclamatori nelle tre congregazioni di Saigon svolgeva il servizio intrepidamente, seppur con cautela.

Spesso erano evidenti la guida e la protezione angelica, come avvenne nel 1968, poco prima che iniziassero gli aspri combattimenti durante l’offensiva del Tet da parte dei vietcong. I missionari si erano trasferiti da una comoda casa nella zona residenziale a una casa modesta nel quartiere cinese al centro di Saigon. La zona in cui abitavano in precedenza fu presto occupata dai vietcong. Robert Savage, uno dei missionari, scrisse: “Le forze vietcong hanno compiuto un massiccio attacco in tutta Saigon. La situazione è abbastanza difficile, ma non ancora critica per noi. I fratelli sono meravigliosi. A rischio della vita si avventurano nei vicoletti per venire a trovarci e ad aiutarci”.

Dopo l’offensiva del Tet i missionari e i fratelli locali continuarono a lavorare. Nel 1970 fu pubblicato in vietnamita il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, grazie al quale furono iniziati molti nuovi studi biblici. La pubblicazione della Torre di Guardia in vietnamita nel 1971 diede un altro grande impulso all’opera. Entro il primo anno di pubblicazione furono fatti oltre mille abbonamenti all’edizione vietnamita. Nel 1973 nel Vietnam si aprì una filiale, che diresse l’opera sul posto finché nel 1975 cambiò il governo.

La Cambogia riceve testimonianza

Tornando da Saigon nel giugno 1956, il fratello Babinski si fermò a Phnom Penh, la capitale della Cambogia. Come aveva fatto a Saigon, contattò alcuni uffici governativi per chiedere il permesso di inviare missionari nel paese. In precedenza, verso la fine degli anni ’30, i pionieri di Saigon avevano dato un po’ di testimonianza a Phnom Penh. Ma dopo una settimana la polizia aveva detto loro che non era consentita nessuna opera religiosa in quel reame buddista, se non dietro speciale autorizzazione del re. Il re tuttavia non concesse il permesso.

Il fratello Babinski andò a trovare il ministro degli Interni del regio governo di Cambogia. Questo funzionario, che all’apparenza mostrava molto interesse, disse al fratello Babinski che non vedeva nessun motivo per cui i testimoni di Geova non potessero svolgere le loro attività nel suo paese. Ma dopo diversi mesi di attesa, la Società fu informata che il governo non aveva ancora deciso se concedere i visti richiesti. Perciò, nell’aprile 1958, il fratello Babinski chiese l’onore di avere un colloquio con il principe Norodom Sihanouk. Anche se il fratello Babinski riuscì solo a parlare col segretario privato del principe e a lasciare alcune pubblicazioni bibliche per il principe, il permesso di predicare fu concesso e, nel dicembre 1958, i primi quattro missionari entrarono finalmente in Cambogia, felici di iniziare la loro opera di evangelizzazione a Phnom Penh.

Molti tra la vasta popolazione cinese a Phnom Penh parlavano un po’ d’inglese oltre che il cinese; e un buon numero di residenti vietnamiti parlava sia francese che vietnamita. La maggioranza della gente comune, però, parlava solo cambogiano. Inutile dirlo, la lingua costituiva un problema. Dapprima le adunanze si tenevano in inglese e vi assistevano diversi cinesi. Poi furono organizzate adunanze in francese, e vi assistevano alcuni vietnamiti. I missionari cercarono di imparare il cambogiano, e fu pubblicato qualcosa in cambogiano per poter raggiungere la gente locale col messaggio del Regno. Ma ci fu un certo avvicendamento di missionari e nessuno di loro rimase abbastanza a lungo da poter parlare correntemente la lingua. Alcuni cambogiani studiarono e iniziarono ad associarsi ai missionari, così che in un certo anno si ebbe un massimo di 13 proclamatori nel servizio di campo. Ma a quanto pare la verità non era penetrata abbastanza nei loro cuori, poiché la maggioranza d’essi tornarono indietro.

A causa dei cambiamenti nello schieramento politico del governo, all’inizio del 1965 fu evidente che gli occidentali non erano più graditi in Cambogia. La domanda per ottenere il visto per Panayotis Kokkinidis, diplomatosi a Galaad nel 1964, fu respinta. (In seguito egli fu di nuovo assegnato a Saigon). George e Carolyn Crawford, gli ultimi due missionari rimasti, furono informati che i loro visti non sarebbero stati rinnovati al loro scadere il 27 maggio 1965. Da notare che quattro anni prima era stata inviata ai missionari una lettera ufficiale, la quale stabiliva che dovevano smettere di predicare in pubblico. Ma questa lettera non giunse mai a destinazione, né la copia d’essa fu mai ricevuta dalla polizia.

Così i Crawford dovettero lasciare la Cambogia. Rimase solo un Testimone vietnamita, il fratello Long. Comunque, verso la fine del 1965, al fratello Long si unì un cambogiano avanti negli anni che si era battezzato durante una delle regolari visite del sorvegliante di circoscrizione. Questo fratello morì fedele due anni dopo. Il fratello Long, che andò avanti sebbene fosse l’unico testimone di Geova del paese, si trasferì in Francia prima che il governo cambogiano cambiasse nel 1975.

I metodi teocratici si dimostrano efficaci nel Laos

Il terzo paese dell’ex Indocina Francese che è sotto la filiale thailandese è il Laos. Etnicamente e culturalmente molto affini ai thailandesi, gli abitanti di questo regno buddista a nord-est della Thailandia udirono la buona notizia la prima volta nel 1958. A dicembre giunsero due missionari nella capitale, Vientiane. Altri quattro seguirono nel marzo 1959. Alla fine del 1960 furono inviati nel Laos sei nuovi diplomati di Galaad, e fu aperta una seconda casa missionaria a Savannakhet.

Quando questi nuovi missionari arrivati nel 1960 si furono sistemati, quelli precedenti avevano tutti lasciato il paese per una ragione o per l’altra. Alcuni comunque, a quanto sembrava, volevano seguire le proprie idee anziché i metodi collaudati della Società. Nel gennaio 1965 il sorvegliante di circoscrizione riferì che il gruppo teneva solo un’adunanza la settimana della durata di un’ora. Perciò si faceva poco progresso.

Fu quindi al tempo giusto che i Crawford furono trasferiti a Vientiane dopo aver dovuto lasciare la Cambogia nel maggio 1965. George Crawford ricordava: “Dopo appena pochi giorni a Vientiane notammo che c’era un atteggiamento strano per quanto riguardava le adunanze e il modo in cui si dovrebbero tenere. Alcuni del gruppo seguivano uomini, ed era evidente che ci frequentavano solo per scopi materiali. Facemmo uno sforzo per instillare un punto di vista corretto e per aiutarli a riconoscere il valore dell’organizzazione di Geova e la necessità di lavorare in stretta collaborazione con la filiale di Bangkok. Con l’assistenza del fratello Timothy Bortz, le adunanze tornarono a essere condotte in conformità al metodo e al programma indicati dalla Società. Si cominciò a usare la lingua laotiana. Quelli che seguivano gli uomini pian piano si ritirarono nonostante gli intensi sforzi per edificarli spiritualmente”.

Quando per motivi di salute il fratello e la sorella Bortz dovettero lasciare il servizio missionario nel Laos, i Crawford rimasero gli unici missionari. “Ci sembrava di combattere una battaglia persa quando cercavamo di vincere l’atteggiamento errato che regnava nel gruppo e di ricominciare daccapo”, proseguiva il fratello Crawford. “Ma ben presto arrivarono quattro nuovi missionari: John e Kathleen Galisheff dal Canada e Margaret Roberts e Sylvia Stratford dall’Inghilterra. Questi erano esperti, avendo svolto il servizio di pioniere speciale nel Quebec e in Irlanda. In seguito nel 1967, al nostro gruppo si aggiunsero Terance Olsen, che veniva dal Canada, e Brian Marks, dall’Inghilterra. Questo ulteriore aiuto fu decisivo per vincere gli atteggiamenti errati. Quindi molti nuovi interessati vennero raggiunti e aiutati a progredire nella verità”.

Fra questi c’era una laotiana, Siphanh Lao. Dopo avere studiato la Bibbia nel Laos, aveva fatto un viaggio in Canada e negli Stati Uniti, dove le era stato offerto un lavoro ben retribuito, ma discutibile. Essa narra: “Non permisi a Satana di farmi tornare nel mondo accettando un lavoro ben retribuito . . . che mi avrebbe fatto violare la neutralità quale cristiana”. Decise piuttosto di tornare nel Laos e di battezzarsi. Infatti Siphanh fu la prima buddista laotiana di Vientiane a diventare testimone di Geova. Prima di allora molti nel territorio dicevano: “Nella vostra religione non c’è nessun laotiano”. Ora era diverso. Il fratello minore di Siphanh, Bunhoeng, accettò la verità, fece rapido progresso e nel 1972 divenne pioniere speciale.

La sorella Crawford commenta: “Ricordo quando nel 1965 e nel 1966 eravamo solo sei alle adunanze. Alla nostra prima assemblea di circoscrizione, per il programma del sabato sera arrivammo a nove presenti, e quasi tutti finirono sul podio per la dimostrazione. All’assemblea di circoscrizione del 1971, invece, avemmo 75 presenti, e alla Commemorazione del 1974 assisterono 99 persone”.

Quando alla fine del 1975 nel Laos subentrò un nuovo governo, c’erano due belle congregazioni che funzionavano teocraticamente, una a Vientiane e un’altra a Savannakhet. Si era pure predicato un po’ nella città di Paksé, più a sud. Tutti i missionari dovettero lasciare il Laos. Tuttavia i Crawford e i Galisheff hanno proseguito il loro leale servizio in Thailandia.

Il fratello Franz viene in Thailandia

Torniamo ora all’opera in Thailandia. Frederick W. Franz, allora vicepresidente della Società, fece la sua prima visita in Thailandia nel gennaio 1957. Fu un grande avvenimento per i fratelli locali, che non lo conoscevano, benché avessero sentito parlare molto di lui. Fu organizzata un’assemblea di tre giorni a Bangkok in coincidenza con la sua visita.

Durante l’adunanza speciale con i missionari, fu richiamata l’attenzione sulla necessità di avere una pubblicazione adatta per la popolazione non cristiana. Il libro “Sia Dio riconosciuto verace” era stato pubblicato in thai nel lontano 1949 e se ne faceva ampio uso nell’opera degli studi biblici. Esso però era più che altro diretto a confutare gli insegnamenti errati della cristianità, poco noti alla maggioranza dei buddisti. Sarebbe stato quindi utile avere un libro che in maniera semplice spiegasse i veri insegnamenti biblici a coloro che avevano un limitato bagaglio di nozioni scritturali.

Sul momento il fratello Franz non disse molto. Ma allorché nel 1958 fu pubblicato il libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato, come furono grati i fratelli di questo opportuno provvedimento dell’organizzazione di Geova! Quando nel 1961 fu disponibile in thai, se ne distribuirono nel campo oltre 50.000 copie. Essendo piacevolmente illustrato e di formato grande, il libro veniva accettato dalle persone nonostante la contribuzione fosse quasi pari alla paga giornaliera di un lavoratore.

Stampata la buona notizia in thai

Sebbene l’edizione thai dei libri e delle riviste sia di relativamente poche copie, i fratelli in Thailandia sono sempre stati forniti a tempo debito di cibo spirituale nella loro propria lingua. In thai sono stati pubblicati quasi tutti i principali libri della Società. Nel 1952, quando la tiratura della Torre di Guardia raggiunse le 500 copie, si cominciò a far stampare la rivista da una ditta commerciale di Bangkok. (Dal 1° gennaio 1947 veniva ciclostilata dai fratelli). Poi, a partire dal numero del 1° ottobre 1971, La Torre di Guardia divenne una rivista bimensile. E dal 1978 Svegliatevi! si pubblica mensilmente. In tal modo ai fratelli è offerta una dieta spirituale più varia e, per di più, Svegliatevi! esercita maggiore attrattiva sui lettori buddisti.

Sia che si stampino poche migliaia o diversi milioni di copie di un libro o di una rivista, il lavoro di traduzione, composizione, correzione delle bozze e grafica richiede più o meno lo stesso quantitativo di tempo per qualsiasi lingua. C’è quindi un’enorme mole di lavoro alla filiale, dove 16 membri effettivi della famiglia Betel e diversi lavoratori ausiliari della filiale servono attualmente i bisogni dei loro fratelli e degli interessati di tutto il paese.

Pionieri locali addestrati a Galaad

Tra i 103 studenti della 31a classe di Galaad, la cui cerimonia per la consegna dei diplomi si svolse nel 1958 alla memorabile assemblea internazionale “Volontà divina” nello Yankee Stadium di New York, c’erano due pionieri della Thailandia: il fratello Bantoeng Chantraboon e la sorella Buakhieo Nantha. Il fratello Bantoeng era stato nominato sorvegliante di circoscrizione nel 1956, ed è tuttora pioniere speciale nel nord della Thailandia. La sorella Buakhieo era una delle prime due pioniere speciali della Thailandia. Continuò a compiere zelantemente tale servizio fino alla sua morte nel 1986. La sorella Somsri Darawan, compagna pioniera speciale di Buakhieo, si era diplomata nel 1953 con la 20a classe di Galaad. Da molti anni collabora a tempo pieno al lavoro di traduzione nella filiale.

Numerosi altri predicatori locali a tempo pieno sono stati addestrati alla Scuola missionaria di Galaad e sono tornati nel loro paese d’origine per promuovervi gli interessi del Regno. L’ultimo gruppo, rientrato nel 1979, comprendeva Asawin Urairat, ora membro del Comitato di Filiale, e sua moglie Chiwan, nonché Sakda Darawan (figlio di Somsri), attualmente sorvegliante di circoscrizione alternativo, e la sorella Srisuphap Vesgosit, missionaria presso la casa missionaria di Thon Buri.

Trasferimento e nuova sorveglianza della filiale

Dalla fine della seconda guerra mondiale la Società aveva affittato come sede della filiale e della casa missionaria una casa con giardino al 122 di Soi Decho, un posto familiare a molti abitanti di Bangkok. Quando nel 1957 il proprietario volle aumentare l’affitto in maniera esorbitante, il fratello Knorr pensò che era tempo di acquistare un terreno su cui costruire un edificio per la filiale. Nel 1959 ne fu trovato uno adatto al 69/1 di Soi Phasuk, Sukhumwit Road, in una bella zona residenziale poco distante dal centro commerciale della città.

In ottobre del 1961 il costruttore edile poté iniziare i lavori. Terminato sei mesi dopo, l’edificio a due piani includeva un’ampia Sala del Regno e sei stanze da letto. I lavoratori della Betel, tre a quel tempo, insieme a sei missionari, furono felici di trasferirsi dalla sede temporanea in Soi Lang Suan alla nuova e confortevole abitazione.

Poco prima che si iniziasse a costruire nel 1961, aveva avuto luogo un cambiamento nella sorveglianza della filiale. Joseph Babinski, che nel 1950 aveva assunto quelle mansioni al posto di George Powell, dovette lasciare il servizio missionario a causa di responsabilità familiari. Il 1° settembre 1961 Paul Engler fu nominato sorvegliante della filiale. Nato in Germania, il fratello Engler era venuto in Thailandia dopo essersi diplomato con la 20a classe di Galaad. Prima di trasferirsi alla Betel nel 1959 aveva svolto per quasi sei anni il servizio missionario nella città settentrionale di Chiang Mai. Tutti e tre i sorveglianti della filiale — i fratelli Powell, Babinski ed Engler — hanno impartito una preziosa direttiva per quanto riguarda l’opera del Regno in Thailandia.

Tempo di vagliatura

Nel periodo compreso tra il 1945 e il 1960 il numero dei proclamatori era salito di continuo, di oltre il 20 per cento in alcuni anni. Poi, all’improvviso, le cifre calarono. L’anno di servizio 1961 terminò con una diminuzione dell’1 per cento. Nei successivi tre anni la diminuzione divenne via via più elevata, rispettivamente del 4, del 5 e del 12 per cento, prima di retrocedere al 3 per cento nel 1965 e all’1 per cento nel 1966. A questo punto il numero dei proclamatori era sceso a 265 da un massimo di 382 nel 1960. Cos’era accaduto?

Dando uno sguardo retrospettivo agli avvenimenti, sembra che la Scuola di Ministero del Regno tenuta nel 1961 avesse dato inizio a un tempo di vagliatura. Darrow Stallard, che da molti anni era sorvegliante di circoscrizione, diresse una classe della scuola a Chiang Mai e un’altra a Bangkok. Durante il corso si ripassarono i requisiti per essere proclamatori del Regno. I sorveglianti di congregazione che frequentarono il corso, insieme ad alcuni pionieri speciali e missionari, furono aiutati a comprendere che il modo di vivere di coloro che partecipano all’opera compiuta dai testimoni di Geova dev’essere in armonia con i comandi scritturali. A volte non si era tenuto conto di questo fatto. Alcuni nuovi interessati avevano iniziato a svolgere il servizio di campo prima che fossero qualificati scritturalmente. Altri si erano battezzati ancor prima di aver regolarizzato la propria situazione matrimoniale.

Quando i consigli ricevuti alla scuola furono messi in pratica, risultò che molti proclamatori non erano qualificati per predicare. Alcuni addirittura non vollero fare i cambiamenti necessari. Durante il 1962, quindi, furono disassociate in tutto 9 persone, e durante i successivi quattro anni se ne dovettero disassociare altre 25: cifre straordinariamente alte per la Thailandia. Questo fu un periodo scoraggiante per i più deboli, alcuni dei quali divennero inattivi. Comunque nel 1963 accadde qualcosa che risollevò i fedeli.

L’assemblea più grande che si fosse mai tenuta

La gioia fu grande quando si udì l’annuncio che Bangkok sarebbe stata inclusa nella serie di assemblee “Eterna buona notizia” da tenere intorno al mondo nel 1963. Ora ai fratelli della Thailandia sarebbe stato possibile gustare di persona, in una loro stessa assemblea, il carattere internazionale dell’organizzazione di Geova. Preparare l’assemblea e disporre quanto era necessario per accogliere quasi 600 delegati stranieri fu un compito arduo, poiché i visitatori superavano numericamente i proclamatori del paese nella proporzione di 2 a 1. Con 961 presenti al discorso pubblico dal tema “Dio sarà re di tutta la terra”, questa fu la più grande assemblea che i testimoni di Geova avessero mai tenuto in Thailandia.

Di rado in precedenza un così grande gruppo di turisti aveva visitato quel paese. Niente di strano se stampa, radio e televisione fecero estesa pubblicità all’avvenimento! Ci fu un servizio televisivo sull’arrivo del fratello Knorr. Sei radiostazioni trasmisero programmi registrati di 15 minuti. Almeno dieci giornali parlarono dell’assemblea e del movimento di viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Uno di essi titolava: “Il più grande ponte aereo dallo sbarco dei soldati americani”.

Aiuto dalle Filippine

Visitando la Thailandia come sorvegliante di zona nel dicembre 1963, Denton Hopkinson, della filiale filippina a Manila, si accorse che occorrevano predicatori esperti per stimolare i fratelli locali nel ministero di campo. A quel tempo la Scuola di Galaad metteva in risalto l’addestramento di sorveglianti, e quasi tutti i missionari che avevano lasciato la Thailandia non erano stati rimpiazzati. Pertanto il fratello Hopkinson raccomandò che dalle Filippine si inviassero pionieri speciali in Thailandia per dare una mano nell’opera. “Ma”, disse al sorvegliante della filiale, “possiamo mandarvi solo sorelle. Tutti i fratelli servono a noi”. Più tardi fu inviato anche qualche fratello filippino.

La raccomandazione fu approvata dalla Società e, verso la metà del 1964, arrivarono le prime due sorelle: Rosaura (Rose) Cagungao e Clara dela Cruz. Come pioniere speciali, fu dato loro il compito di lavorare il vastissimo territorio della provincia di Thon Buri, sull’altra riva del Menam (Chao Phraya) di fronte a Bangkok. Un anno dopo la Società le annoverò tra i missionari, benché non avessero studiato a Galaad. Ne seguirono eventi felici, in quanto la sorella Cagungao sposò il sorvegliante della filiale, Paul Engler, e la sorella dela Cruz divenne la moglie di Diego Elauria, un altro missionario filippino in Thailandia.

Tutto sommato, i missionari delle Filippine si confondevano bene con l’ambiente del Sud-Est asiatico, poiché somigliavano molto alla gente locale ed erano in grado di coltivare il territorio in maniera meno appariscente dei missionari europei o americani. Perciò nel corso degli anni furono inviati altri missionari dalle Filippine non solo in Thailandia, ma anche nel Vietnam del Sud, nel Laos e in altri paesi asiatici. Attualmente in Thailandia ci sono dieci missionari filippini.

Problemi connessi col saluto alla bandiera

L’opera stava appena riprendendo slancio, quando in ottobre del 1966 sorse il problema del saluto alla bandiera. In precedenza, nel novembre 1965, il figlio di un proclamatore isolato si era rifiutato per motivi di coscienza di partecipare alla cerimonia in onore della bandiera. Avendo suo padre spiegato la cosa in una maniera piuttosto brusca, il capo del distretto e il funzionario scolastico locale fecero un rapporto al ministero della Pubblica Istruzione, accludendo una copia del libro “Sia Dio riconosciuto verace”. In risposta a una lettera espresso pervenuta alla filiale il 31 ottobre 1966, il sorvegliante della filiale, Paul Engler, e il suo assistente, Guy Moffatt, si recarono al dipartimento dei Culti presso il ministero della Pubblica Istruzione.

I fratelli spiegarono al direttore generale del dipartimento che i testimoni di Geova rispettano la bandiera di qualunque paese in cui vivono e che mostrano questo rispetto con l’ubbidienza alle leggi del paese, ma che chiedono di essere dispensati dal compiere un atto di adorazione verso un’immagine. Tale adorazione è contraria alla legge del nostro Dio, Geova. (Matt. 4:10) Il funzionario comunque insisté che la nazione veniva prima della religione e sostenne che il saluto alla bandiera non aveva niente a che fare con l’adorazione religiosa.

Cinque mesi più tardi, il fratello Engler fu convocato dal CID (Dipartimento Centrale di Investigazione) per essere interrogato. Il caso era stato trasmesso al ministero degli Interni. Per otto ore, nel corso di tre giorni, il fratello Engler spiegò nei particolari al capo della polizia investigativa la nostra posizione religiosa per quel che riguarda la questione del saluto alla bandiera. Spiegò anche che molti paesi sono tolleranti nei confronti dei testimoni di Geova nel caso si presenti la stessa questione.

Dopo aver ascoltato con attenzione il ragionamento del fratello Engler, il capo della polizia decise che bastava che i figli di testimoni di Geova in Thailandia stessero in piedi in silenzio mentre gli altri studenti partecipavano alla cerimonia del saluto alla bandiera. Quindi sottopose un rapporto all’esame delle autorità superiori.

Quale sarebbe stata la decisione? Fino ad allora i funzionari governativi erano sempre stati equanimi e gentili nei confronti dei testimoni di Geova. Furono innalzate molte preghiere “riguardo a ogni sorta di uomini, riguardo a re e a tutti quelli che sono altolocati” affinché il popolo di Dio potesse continuare a “condurre una vita calma e quieta”, senza impedimenti. (1 Tim. 2:1, 2) Circa un anno più tardi la risposta fu palesata in maniera indiretta.

Solo un giorno o due dopo la fine del colloquio del fratello Engler con il CID, arrivarono cinque nuovi missionari dalle Filippine. Le loro domande di immigrazione sarebbero dovute essere approvate dal CID. Per un anno intero non si ebbe nessuna risposta. Poi, in aprile del 1968, i missionari vennero informati che le loro domande erano state accolte. Questa era anche un’indicazione di ciò che le autorità avevano deciso sulla questione del saluto alla bandiera. Ma non si è avuta nessuna risposta ufficiale.

Due pubblicazioni vengono vietate

In una provincia settentrionale un proclamatore notò un avviso affisso a un edificio pubblico. Era un’ordinanza del commissario di pubblica sicurezza con la quale le edizioni thai di “Sia Dio riconosciuto verace” e “Questa buona notizia del regno” venivano vietate nel regno di Thailandia. Che brutta sorpresa! L’ordinanza era stata emanata il 29 marzo 1968, ma non era stata notificata alla Società. Ormai, comunque, il libro “Sia Dio riconosciuto verace” era già esaurito. Durante i 16 anni in cui era stato usato, ne erano state distribuite oltre 13.000 copie. Perché mai l’opuscolo “Buona notizia” era stato vietato? Cosa poteva essere stato considerato offensivo? Inoltre, data la sua semplicità e chiarezza, i fratelli usavano volentieri questo opuscolo per iniziare studi biblici.

Il funzionario che venne contattato si profuse in mille scuse quando indicò che il brano in questione era il seguente: “È dunque errato che l’uomo cerchi di fare un’immagine di Dio per adorare”. Spiegò che siccome ai buddisti piace fare immagini del Budda, qualcuno si sarebbe potuto sentire offeso da questa dichiarazione. Quando il fratello Engler gli disse che l’opuscolo non stava parlando affatto del Budda, ma di Geova Dio, il Creatore, il funzionario replicò: “Allora dovreste dire così”. Non avrebbe trovato nulla da ridire se si fosse sostituita l’espressione “di Dio” con “del Creatore”. “Ma”, aggiunse, “dovrete cambiare anche il titolo dell’opuscolo, perché ora questo titolo è proibito”.

Perciò da allora in poi il titolo dell’opuscolo “Buona notizia” in thai è stato Questa buona notizia dev’essere predicata.

Territorio fruttuoso nei campi profughi

In seguito ai cambiamenti di governo avvenuti nel 1975 nel Vietnam del Sud, in Cambogia e nel Laos, affluirono in Thailandia tanti profughi, compresi molti fratelli laotiani che avevano ritenuto necessario lasciare il loro paese. Nel Centro Profughi Laotiani situato presso Nong Khai sulle rive del fiume Mekong, operò per un certo tempo una congregazione che faceva rapporto di 20 e più proclamatori. I fratelli impiegarono bene il loro tempo dando testimonianza agli altri profughi, molti dei quali non avevano mai udito parlare della buona notizia nel loro paese d’origine. Un buon numero di interessati iniziò a proclamare, e diversi si battezzarono mentre erano nel campo.

Un’anziana donna laotiana, che era buddista, fu invitata da un missionario della cristianità a frequentare la chiesa del campo. Questa donna era una masticatrice di betel e aveva cercato inutilmente di togliersi il vizio. Menzionò il suo problema al missionario, che rispose: “Non ti preoccupare. Si può masticare betel o fumare ed essere ugualmente cristiani. Basta che ti porti la sputacchiera in chiesa”. Giacché si rendeva conto che masticare betel era moralmente errato, questa donna pensò fra sé: “Se permettono di masticare betel e di fumare, magari permettono anche di dire bugie e di rubare”. Per questo motivo non andò nella loro chiesa. Non molto tempo dopo questo episodio, una nostra sorella la contattò nel servizio di campo. Quasi subito l’anziana donna chiese: “È permesso masticare betel in questa religione?” Quando la risposta fu no, comprese che i Testimoni sono diversi e iniziò a studiare la Bibbia.

Parlò a una sua amica 65enne di ciò che stava imparando. Quest’altra donna, anch’essa un’accanita masticatrice di betel, non sapeva leggere. Così la nostra sorella e la donna anziana le insegnarono a leggere e a scrivere. Entrambe queste interessate cominciarono a frequentare regolarmente le adunanze. Avevano però molta difficoltà a vincere il vizio di masticare betel. Solo quando studiarono il capitolo sull’uso di droghe nel libro Vera pace e sicurezza trovarono finalmente la forza di smettere. Allorché il sorvegliante di circoscrizione fece visita alla congregazione nel campo, gli dissero come si sentivano pulite ora che i loro denti non erano più neri, e con orgoglio fecero sfoggio di un bel sorriso. Entrambe furono battezzate nel campo.

Dato che i tre fratelli che servivano questa congregazione, uno come anziano e gli altri come servitori di ministero, non potevano lasciare il campo per frequentare la Scuola di Ministero del Regno, la scuola venne nel campo. Il sorvegliante di circoscrizione fece loro visita e tenne l’intero corso solo per loro.

Alla fine tutti i fratelli che erano nel campo vennero sistemati in altri paesi. In alcuni luoghi sono sorti gruppi e congregazioni di lingua laotiana grazie ai componenti di questo risoluto gruppetto di Testimoni profughi.

La questione del sangue mette alla prova l’integrità

I testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue per motivi religiosi basati sulla Bibbia. (Atti 15:28, 29) Poiché quella di far uso di sangue per scopi terapeutici è ancora una pratica molto diffusa e dato che in Thailandia l’opinione del medico è generalmente accettata dal paziente senza alcuna obiezione, molti fratelli hanno sostenuto difficili prove di integrità.

Ad esempio, Araya Tanchakun, una pioniera speciale che era incinta, improvvisamente cominciò ad avere un’emorragia. Portata d’urgenza all’ospedale, le fu diagnosticata la placenta previa, una condizione patologica in cui la placenta si inserisce sul segmento inferiore dell’utero e blocca il canale del parto. Le fu somministrata una soluzione salina, ma i medici le dissero che si sarebbe dovuto somministrare sangue in caso di altre emorragie.

Essa spiegò la sua posizione ad ogni medico di turno. Uno di loro, che diceva di aver conosciuto i testimoni di Geova negli Stati Uniti, propose di somministrare sangue di nascosto, ‘senza dirlo all’organizzazione’. La sorella Araya mise in chiaro che la sua decisione era una faccenda fra lei e Geova, non fra lei e gli uomini. Un altro medico citò il caso dei monaci buddisti, ai quali normalmente non è permesso essere toccati da una donna. Se però sono ricoverati in ospedale, possono essere accuditi da infermiere. “Non ci sono eccezioni del genere nella vostra religione?”, chiese. Sentendo che in quanto alle trasfusioni di sangue la risposta era no, si rammaricò per il fatto che in Thailandia i medici non potevano ottenere un’ordinanza del tribunale per somministrare sangue. Non le diede molta speranza, specie per il fatto che il parto era prossimo. Quando alcuni giorni dopo essa lasciò l’ospedale, il personale ospedaliero disse chiaro e tondo che l’avrebbero riammessa solo se avesse acconsentito ad accettare sangue. Ma la sua prova non era finita.

Phonthipa Teeraphinyo, una sorella di un’altra congregazione, mise Araya in contatto con un medico che una volta l’aveva aiutata in relazione al problema del sangue. Circa una settimana più tardi ebbe inizio per Araya il travaglio del parto e ricominciò l’emorragia. Vedendo quanto si era indebolita, questo medico del secondo ospedale si preoccupò e cambiò idea. Disse ad Araya e a suo marito che in quelle condizioni darle anche solo un anestetico sarebbe stato fatale per lei. Tuttavia essi rimasero saldi. Il marito chiese al medico di procedere senza sangue e gli disse che lo avrebbe ringraziato per i suoi sforzi anche se sua moglie fosse morta. Il medico, notando pure che c’erano una trentina di Testimoni in ansiosa attesa all’ospedale, ne fu colpito e acconsentì a praticare il taglio cesareo senza far uso di sangue.

Tutti furono felici e sollevati quando Araya diede alla luce una femminuccia sana, il suo ottavo bambino, e lei stessa stava bene. Sapendo che sia lei che il marito erano da molti anni predicatori a tempo pieno, e colpito da questa dimostrazione di fede, il medico rifiutò perfino di accettare l’onorario.

‘Se muoio non piangete’

Alcune settimane dopo che Araya era stata dimessa dall’ospedale, Phonthipa, la sorella che l’aveva presentata al medico soccorrevole, andò a trovare questo medico per ringraziarlo di aver rispettato la nostra convinzione religiosa e aver eseguito l’operazione senza sangue. Il medico notò che Seri, il bambino di nove anni di Phonthipa, era molto pallido. Un successivo esame del sangue rivelò che era affetto da leucemia. L’unica terapia conosciuta per questo male, a detta del medico, era quella trasfusionale.

Quale fu la reazione di Seri? “Anche se dovessi morire oggi o domani, non intendo accettare sangue, neppure una goccia”, disse al medico. Egli non solo conosceva la legge di Dio sul sangue, ma era anche pronto a rispettarla in qualsiasi circostanza. Quando sentì per caso vari medici asserire che la credenza di sua madre sul sangue era irragionevole, Seri la difese dicendo: “Non dite male di mia madre! Voi medici la incolpate solo perché non avete studiato la Parola di Dio”.

Circa sei settimane dopo che gli era stato diagnosticato il male, Seri fu ammesso in ospedale. Rifiutò con fermezza il sangue nonostante i medici gli facessero pressione cercando di persuaderlo. Continuò a indebolirsi, e per alleviare il dolore gli veniva somministrata morfina. Durante la sua durissima prova, comunque, Seri manifestò notevole fede. Non smise mai di parlare della speranza di vivere nel futuro Paradiso terrestre. Una volta disse a sua madre: “Mamma, se dovessi morire di’ a papà di non piangere, e neppure tu, mamma, devi piangere, ma sii allegra perché siamo stati in grado di superare la prova di Satana”. Seri morì fedele, dando un buon esempio agli altri giovani in quanto a mantenere l’integrità nella prova. — Prov. 22:6.

Giovani difendono la verità

In Thailandia la prontezza con cui molti giovani accettano la verità e diventano proclamatori è in netto contrasto con l’indifferenza di quasi tutte le persone anziane, che sono fortemente attaccate alle tradizioni. Quelli che appartengono alla generazione più giovane sono di mente più aperta, e questo ha reso più facile ad alcuni di loro iniziare a studiare la Bibbia e diventare testimoni di Geova. Molti devono impegnare una lotta per la verità, perché i loro genitori e altri parenti si oppongono. Di solito questa perseveranza li rende più forti spiritualmente.

Con la loro ottima condotta e con la loro rigorosa presa di posizione a favore della vera adorazione, molti giovani proclamatori danno una buona testimonianza a scuola. Una volta l’anno, nel giorno della festa di wai khru, tutte le scuole organizzano un programma speciale, accompagnato da cerimonie religiose, nel corso del quale gli studenti rendono omaggio ai loro insegnanti. In una scuola tre giovani fratelli spiegarono in anticipo al preside perché non potevano partecipare al programma e chiesero di esserne esonerati. Furono ugualmente obbligati ad essere presenti, ma fu data loro l’opportunità di manifestare il proprio rispetto per gli insegnanti senza partecipare al rito religioso.

Il giorno di wai khru, al termine della cerimonia i tre furono convocati. Circa 70-80 insegnanti stavano seduti sul podio di fronte a più di mille studenti. Nel corso di un breve discorso i nostri fratelli fecero notare che i testimoni di Geova fanno una netta distinzione tra il portare il dovuto rispetto agli insegnanti e l’adorazione. Possono e devono mostrare rispetto ovunque e in ogni tempo, anche fuori dell’edificio scolastico. La loro adorazione, però, è resa esclusivamente al Creatore, Geova Dio. Ciò che udirono piacque agli insegnanti e agli altri studenti. Quando i fratelli ebbero finito di parlare, nella sala echeggiò un fragoroso applauso.

Sforzi per ottenere il riconoscimento ufficiale

Fino all’inizio degli anni ’70 a quasi tutti i missionari assegnati alla Thailandia fu concessa la residenza permanente. Anche sotto altri aspetti le autorità erano di mente aperta e concilianti. Eppure, quando i fratelli cercarono di ottenere il riconoscimento legale della Società così da “stabilire legalmente la buona notizia”, i funzionari risposero che non ce n’era bisogno. (Filip. 1:7) Il direttore generale del dipartimento dei Culti, in una lettera del 1974, asserì: “Giacché questa associazione ha come principale obiettivo quello di predicare e insegnare la religione cristiana, non è necessario formare un’associazione. Potete continuare a svolgere le attività secondo codesto intento; pertanto, astenetevi per ora dal formare un’associazione”.

Un anno dopo, quando due nuovi missionari chiesero il rilascio di un visto come immigranti, l’Ufficio Immigrazione richiese una lettera del dipartimento dei Culti attestante che i richiedenti erano missionari. Comunque il dipartimento dei Culti si rifiutò di emanare questa lettera sulla base del fatto che la Watch Tower Society non era riconosciuta dal dipartimento. La risposta a un’altra richiesta di riconoscimento legale fu identica alla precedente.

Dato che i missionari erano sprovvisti della lettera del dipartimento dei Culti, fu concesso loro soltanto il visto turistico, il che rendeva necessari frequenti viaggi fuori del paese, a intervalli di 90 giorni. Il sottosegretario della Pubblica Istruzione si rivelò di grande aiuto quando gli fu riferita questa strana situazione. Nel 1980 inviò una lettera al capo dell’Ufficio Immigrazione che diceva: “Il ministero della Pubblica Istruzione ha preso in esame la questione e ha deciso che, poiché in Thailandia vige una politica di libertà religiosa, . . . è appropriato concedere ai missionari un prolungamento del soggiorno fino a un anno”.

I missionari ricevettero una seconda proroga di un anno grazie all’aiuto del successivo sottosegretario, il quale raccomandò che i testimoni di Geova formassero un’associazione vincolata dalla legge locale. Fu così che nel 1982 fu costituita e legalmente riconosciuta l’Associazione per la Promozione dello Studio della Bibbia, avente come membri del comitato un certo numero di fratelli locali esperti.

Questa associazione, un’istituzione a carattere culturale, può essere titolare di beni, comprese Sale del Regno. Finora comunque il dipartimento dei Culti non ha voluto riconoscere l’associazione come organizzazione religiosa. Tale riconoscimento consentirebbe di far entrare nuovi missionari nel paese. La ragione di questo rifiuto? Di norma, quando si tratta di questioni pertinenti alla religione cristiana, il dipartimento consulta i capi delle organizzazioni della cristianità già riconosciute in Thailandia. Quando fu convocata una riunione per discutere la domanda presentata dai testimoni di Geova, i rappresentanti di quelle organizzazioni (rispettivamente Cattolica Romana, Chiesa di Cristo in Thailandia, Alleanza Missionaria Cristiana, Battista e Avventista del Settimo Giorno) furono unanimi nel dire che ‘non potevano approvare i cristiani testimoni di Geova’ perché le dottrine e le attività dei testimoni di Geova non concordano con le loro. Questo intoppo permane.

Un’assemblea speciale sprona all’attività

L’assemblea “Manteniamo l’integrità!” tenuta nel 1985 a Bangkok fu speciale in quanto, dopo quella tenuta intorno al mondo nel 1963, fu la prima assemblea di carattere veramente internazionale. Furono circa 400 i delegati stranieri di 18 paesi venuti in Thailandia. Il fratello Lyman A. Swingle rappresentò il Corpo Direttivo.

Un aspetto importante fu il servizio di campo il venerdì pomeriggio, quando praticamente tutti i visitatori, per lo più pionieri, vi parteciparono insieme ai loro fratelli e sorelle thailandesi e in numero quasi superiore al loro. Questo, insieme all’opportuno programma dell’assemblea, colpì molto i fratelli e li spronò a incrementare l’attività in tutto il paese.

Durante i mesi successivi all’assemblea furono raggiunti nuovi massimi di proclamatori. La cifra di 157 pionieri ausiliari raggiunta nell’aprile 1986 rappresentò un aumento dell’80 per cento rispetto al massimo precedente. Una congregazione di 91 proclamatori ebbe 48 pionieri ausiliari, fra cui 6 dei 7 anziani. Quel mese gli altri 43 proclamatori dedicarono al servizio in media 20,9 ore.

“Il piccolo” diventa mille

L’attività del Regno in Thailandia ebbe inizio, su base regolare, nel 1936, quando Frank Dewar arrivò a Bangkok quale unico e solo pioniere. Finché non si battezzarono i primi proclamatori locali, ci vollero quattro anni di duro lavoro da parte sua e degli altri pionieri stranieri unitisi a lui. Fino al 1960, quando si raggiunse il numero di 382 proclamatori, la crescita fu costante, con un incremento pressoché annuo di oltre il 10 per cento. Durante gli anni ’60 si ebbero progressive diminuzioni, tanto che alla fine del decennio il numero dei proclamatori era tornato al livello del 1960. Seguirono poi alcuni anni con aumenti anche del 20 per cento, prima che il ritmo di accrescimento annuo si stabilizzasse sul 3-5 per cento.

Da anni il sogno dei fratelli era quello di superare i 1.000 proclamatori. Esso divenne realtà nell’aprile 1988, quando un totale di 1.021 proclamatori fecero rapporto. L’anno di servizio 1990 si è concluso con un aumento del 6 per cento e un massimo assoluto di 1.148 proclamatori. I 1.169 studi biblici condotti mensilmente e i 2.692 presenti alla Commemorazione nel 1990 rappresentano un buon potenziale di ulteriore crescita. Come ha promesso, Geova sta ‘affrettando’ le cose. — Isa. 60:22.

L’opera della circoscrizione ha avuto un ruolo importante nel rafforzare i fratelli delle 34 congregazioni e dei gruppi isolati sparsi ovunque nel paese. In parte la filiale ha soddisfatto il bisogno di sorveglianti viaggianti qualificati assegnando all’opera di circoscrizione e di distretto fratelli addestrati a Galaad. Ma fratelli locali giovani ed energici, come Phisek Thongsuk, svolgono già da diversi anni questo servizio e sono di grande aiuto ai fratelli. Emilio Batul, in precedenza sorvegliante di circoscrizione nelle Filippine per circa 10 anni, da 22 anni compie l’opera di sorvegliante viaggiante in Thailandia.

Ci si prepara per l’espansione

Quando nel lontano 1962 la filiale fu trasferita nella proprietà della Società al 69/1 di Soi Phasuk, Sukhumwit Road, lo spazio e le attrezzature erano più che sufficienti. Da allora il personale della Betel è aumentato da 3 componenti a 16. Nel 1985 si prese in affitto una bella villa attigua da usare come abitazione, così da avere più spazio per gli uffici nell’edificio della filiale. Ma anche questo spazio in più si dimostrò ben presto insufficiente. Dopo accurata ricerca i fratelli trovarono e acquistarono un appezzamento di terreno in una nuova zona suburbana di Bangkok. La costruzione dei nuovi edifici, che saranno cinque volte più grandi di quelli attuali, è iniziata nel febbraio 1990.

Come è avvenuto in tutte le altre filiali della Società, dal 1976 la Thailandia ha un Comitato di Filiale. All’inizio il comitato era composto da Paul Engler come coordinatore, Elon Harteva e Guy Moffatt. Elon Harteva nel frattempo è tornato in Finlandia. Il fratello Moffatt morì nel 1981 dopo 45 anni di servizio a tempo pieno, 30 dei quali trascorsi in Thailandia come missionario e nel servizio alla Betel. Avendo assolto anche le mansioni di sorvegliante di circoscrizione e di distretto, era ben conosciuto dai fratelli in tutto il paese, ed era amato e rispettato perché si adoperava per i fratelli e aveva zelo per la pura adorazione. Nel 1980 Asawin Urairat, appena tornato dalla Scuola di Galaad, divenne il primo membro locale del comitato della filiale. L’attuale comitato comprende anche Ernst Fischer, diplomatosi a Galaad nel 1972, e Kaarle Harteva.

Guardiamo avanti con fiducia

Nonostante la Thailandia sia immersa da secoli nelle tradizioni, la vera adorazione di Geova Dio ha reso liberi molti dalla schiavitù alla religione babilonica. I primi a divenire testimoni dell’Iddio di verità in quel paese erano in precedenza cristiani nominali. Ora invece sono per la maggior parte persone di estrazione buddista. All’assemblea di distretto “Speranza viva” nel 1980, ad esempio, 26 dei 36 battezzati erano ex buddisti. Solo uno prima era cattolico, e nove avevano genitori nella verità. Grazie alla buona notizia del Regno di Dio molti, compresi ex buddisti, hanno la possibilità di pervenire a un genere di libertà che nessun uomo né governo umano, neppure della “Terra dei Liberi”, potrebbe mai dare: la libertà dall’imperfezione, dalle malattie e dalla morte. — Confronta Giovanni 8:32.

I testimoni di Geova continueranno a predicare ovunque questa buona notizia. È vero, c’è ancora molto lavoro da fare in Thailandia. Oltre metà delle 73 province sono ancora territorio non assegnato. Ma siamo fiduciosi che l’opera sarà compiuta nella misura voluta da Geova. E sarà portata a termine. Fino ad allora continueremo a ‘dire fra le nazioni che “Geova stesso è divenuto re”’ e a sforzarci di aiutare quante più persone è possibile a divenire veramente libere. — Sal. 96:10.

[Nota in calce]

^ par. 35 In Thailandia si usa rivolgersi alle persone chiamandole per nome.

[Prospetto a pagina 252]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Thailandia 1.500

1950 89

1960 382

1970 380

1980 735

1990 1,148

Massimo di proclamatori

300

1950 14

1960 41

1970 69

1980 114

1990 195

Media di pionieri

[Riquadro/Cartina a pagina 186]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

MYANMAR (Birmania)

Mare delle Andamane

THAILANDIA

Chiang Rai

Chiang Mai

Nan

Lampang

Nong Khai

Udon Thani

Khon Kaen

Nakhon Ratchasima

Bangkok

Nakhon Si Thammarat

Songkhla

Golfo del Siam

MALAYSIA

LAOS

Vientiane

Savannakhet

CAMBOGIA (Kampuchéa)

Phnom Penh

VIETNAM

[Riquadro]

THAILANDIA

Capitale: Bangkok

Lingua ufficiale: Thai

Religione principale: Buddismo (Theravada)

Popolazione: 55.888.393

Filiale: Bangkok

[Immagini a pagina 188]

Frank Dewar percorse il Pacifico meridionale sulla “Lightbearer”, un’imbarcazione lunga 16 metri. Giunse a Bangkok nel luglio 1936

[Immagini a pagina 191]

La Thailandia presenta aspetti contrastanti, da questo bel paesaggio costiero a sud, nel golfo di Phangnga circondato da grotte, al complesso del tempio del Budda di Smeraldo a Bangkok, dove si trova questa statua gigante con tre teste sovrapposte

[Immagini a pagina 193]

Willy Unglaube, in alto, e Kurt Gruber predicarono nella parte settentrionale del paese alla fine degli anni ’30

[Immagine a pagina 197]

Chomchai Inthaphan divenne traduttrice nel 1941 e servì alla Betel dal 1947 fino alla sua morte avvenuta nel 1981

[Immagine a pagina 199]

Buakhieo Nantha, che fu tra i primi Testimoni thailandesi, frequentò la 31a classe della Scuola di Galaad

[Immagine a pagina 202]

George Powell, primo sorvegliante della filiale, e sua moglie Dona

[Immagine a pagina 207]

Primo ufficio della filiale in Thailandia, aperto a Bangkok il 1° settembre 1947 al 122 di Soi Decho

[Immagine a pagina 209]

Pronti per dare testimonianza con le riviste alla prima assemblea di circoscrizione a Chiang Mai, in aprile del 1948. Hans Thomas, nella fila posteriore a destra, fu pioniere in Thailandia dal 1941 al 1954

[Immagine a pagina 210]

Missionari della 12a classe di Galaad. Joseph E. (Bob) Babinski, Gerald (Jerry) Ross, Darrow Stallard, Donald Burkhart

[Immagine a pagina 214]

Karun Chuthiangtrong. Come fu soddisfatta la sua sete di verità?

[Immagine a pagina 220]

Seng Buawichai nutriva dubbi circa la dottrina della Trinità

[Immagine a pagina 224]

George e Carolyn Crawford, missionari dal 1963, hanno svolto il servizio in Cambogia, Laos e Thailandia

[Immagine a pagina 227]

Suyi Chinesia, una dei primi proclamatori del Laos; Bunhoeng Lao, fratello di Siphanh; e Siphanh Lao, la prima buddista laotiana di Vientiane che è divenuta Testimone

[Immagine a pagina 229]

1956: Missionari che vanno a predicare in barca nei molti klong (canali) di Bangkok

[Immagine a pagina 230]

Bantoeng Chantraboon, diplomatosi con la 31a classe di Galaad nel 1958, ha svolto il servizio di sorvegliante di circoscrizione

[Immagine a pagina 231]

Somsri Darawan, una dei primi pionieri speciali thailandesi, si diplomò a Galaad nel 1953

[Immagine a pagina 232]

La vecchia filiale era familiare non solo a questi missionari, ma anche agli abitanti di Bangkok

[Immagine a pagina 233]

Filiale a Bangkok, al 69/1 di Soi Phasuk, Sukhumwit Road. Si prevede di completare la nuova Betel nel 1991

[Immagine a pagina 235]

All’assemblea “Eterna buona notizia” tenuta nel 1963 a Bangkok nel parco di Lumpini, i delegati stranieri intervenuti erano il doppio dei proclamatori del paese

[Immagini a pagina 237]

Rosaura Engler (Cagungao) e Clara Elauria (dela Cruz), le prime due filippine inviate come missionarie in Thailandia. Come mai dei filippini furono assegnati alla Thailandia?

[Immagine a pagina 238]

Guy Moffatt compì 30 anni di servizio in Thailandia come missionario e poi alla Betel

[Immagine a pagina 241]

Testimoni laotiani mentre si recano a predicare in un campo profughi. C’erano 20.000 profughi da visitare

[Immagine a pagina 249]

Lyman Swingle, del Corpo Direttivo, col traduttore Paul Engler all’assemblea di Bangkok nel 1985

[Immagine a pagina 251]

Tutti insieme i membri del Comitato della Filiale hanno alle spalle 99 anni di servizio a tempo pieno. Da sinistra a destra, Paul Engler, Asawin Urairat, Ernst Fischer e Kaarle Harteva