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Polonia

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Polonia

UN PAESE di pianure ben irrigate e di città in rapido sviluppo. Un paese che confina con la Comunità di Stati Indipendenti a est, con la Slovacchia e la Repubblica Ceca a sud, con la Germania a ovest e con il Mar Baltico a nord-ovest. Ha oltre 38 milioni di abitanti. Questa è la Polonia.

Ma in chi ama la musica la Polonia evoca altri pensieri. Compositori come Fryderyk Chopin e pianisti come Ignacy Jan Paderewski e Arthur Rubinstein erano polacchi. Per quanto riguarda gli scienziati, la Polonia ha dato i natali a Nicola Copernico, che formulò la teoria secondo cui la terra gira attorno al sole e, nello stesso tempo, gira sul suo asse una volta al giorno. Anche madame Curie (Maria Skłodowska-Curie), che collaborò alla scoperta del radio, era nata in Polonia, a Varsavia.

Tuttavia la Polonia ha avuto una storia travagliata. Pur essendo un tempo un impero che si estendeva attraverso l’Europa dal Mar Baltico giù fino al Mar Nero, per un centinaio d’anni scomparve praticamente dalla carta geografica. Esistita per breve tempo come repubblica dopo la prima guerra mondiale, fu poi di nuovo smembrata e durante la seconda guerra mondiale venne a trovarsi sotto il dominio straniero. I polacchi stavano giusto togliendo di mezzo le macerie della guerra quando, come altri paesi dell’Europa centrale e orientale, rimasero isolati dal resto del mondo a causa di una “cortina di ferro”. Negli ultimi anni, tuttavia, questa barriera è crollata.

Nel 1985 i testimoni di Geova in varie parti del mondo cominciarono ad avere notizia di grandi assemblee internazionali tenute dai loro fratelli cristiani in Polonia. In seguito si rallegrarono apprendendo che nel 1991 i Testimoni in Polonia erano stati più di 100.000 e che i presenti alla commemorazione del Pasto Serale del Signore erano stati due volte tanto. Ma come si era avuto questo risultato? Dopo tutto dal 1950, quando i Testimoni in Polonia erano solo 18.116, la loro attività vi era stata vietata.

Nel rispondere a questa domanda ci vengono in mente le parole del profeta Isaia: “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà successo . . . Questo è il possedimento ereditario dei servitori di Geova”. — Isa. 54:17.

Introdotta la Bibbia in Polonia

La Polonia è considerata un paese “cristiano” dal 966 E.V., anno in cui il principe Mieszko I fu battezzato secondo il rito della Chiesa Cattolica. Ci furono anche battesimi collettivi dei suoi sudditi, il che, naturalmente, non significa che divenissero all’improvviso buoni cristiani. In effetti continuarono a osservare tradizioni e superstizioni slave pagane per centinaia di anni. E alcuni le osservano ancora.

Dopo che erano diventati cattolici la Bibbia rimase per secoli inaccessibile ai polacchi, perfino al clero. Lo Psałterz floriański (Salterio di Florianski) del XIV secolo e la Biblia królowej Zofii (Bibbia della regina Sofia) della fine del XV secolo sono le più antiche traduzioni polacche giunte sino a noi. Ma fu fatto un unico manoscritto per ciascuna Bibbia che solo pochi eletti potevano consultare. Nel XVI secolo, tuttavia, in molti paesi europei, tra cui la Polonia, le idee religiose subirono drastici cambiamenti. Il dogma cattolico fu contestato. Le Sacre Scritture erano considerate sempre più l’unico criterio di valutazione. Per cui con maggiore frequenza i traduttori rendevano la Bibbia accessibile nelle lingue volgari dando così al pubblico in generale la possibilità di leggerla.

Il “Nuovo Testamento” in polacco apparso nel 1574 conteneva in parecchi passi il nome del Creatore, Jehowa (Geova). Fu pubblicato da Szymon Budny, che faceva parte di un gruppetto di persone desiderose di seguire la Parola di Dio e che si definivano semplicemente cristiani o fratelli. In seguito adottarono il nome di Fratelli Polacchi. Ciò che appresero li spinse a rigettare il dogma della Trinità.

Tuttavia nel 1658 il Sejm, o parlamento polacco, decretò che entro tre anni — periodo in seguito ridotto a due anni — i Fratelli Polacchi dovevano farsi cattolici o lasciare il paese, pena la morte. Come si giunse a questo?

Nel paese aveva avuto luogo un cambiamento radicale. Per anni la Polonia si era distinta per la sua tolleranza religiosa. Le vittime della persecuzione religiosa in altre nazioni vi avevano cercato rifugio. Il giuramento prestato dai re polacchi dal 1573 in poi includeva fra l’altro questa garanzia: “Prometto e giuro solennemente sull’Onnipotente Dio che . . . salvaguarderò e manterrò la pace e l’ordine fra quelli che hanno idee religiose diverse, e non permetterò in alcun modo . . . che qualcuno sia influenzato od oppresso a motivo della sua religione”. In effetti Giovanni II Casimiro (della dinastia dei Vasa), che regnava nel periodo in cui i Fratelli Polacchi furono messi al bando, aveva fatto questo giuramento. Ma la sua formazione come sacerdote gesuita, prima di diventare re, aveva sicuramente influito sul suo atteggiamento nei confronti della libertà religiosa.

I gesuiti avevano cominciato a operare in Polonia nel 1564, circa 84 anni prima che Giovanni Casimiro salisse al trono, e avevano esercitato abilmente la loro influenza sulla corte. Nello stesso tempo cercavano di ottenere il controllo delle scuole e plasmare così il modo di pensare del popolino. A poco a poco la libertà religiosa non fu più garantita. A quelli che studiavano nelle scuole dei gesuiti veniva inculcato uno spirito di intolleranza religiosa evidente nei violenti attacchi contro i seguaci di altre fedi, contro le loro case e i loro luoghi di culto. La Bibbia finì per diventare un libro proibito. Durante questo periodo la Polonia perse gran parte del suo territorio. Le nazioni circonvicine occuparono prima una parte del paese poi un’altra finché, nel 1795, la Polonia come nazione indipendente scomparve dalla carta geografica d’Europa.

Tuttavia la libertà religiosa è stata ancora una volta stabilita per legge in Polonia. La legge non vieta più ai cattolici di cambiare religione, come avveniva in base alla Costituzione polacca del 1791. Nel 1993 la Costituzione dichiarava: “La Repubblica Polacca garantirà ai suoi cittadini libertà di coscienza e di religione”. Cresce il numero dei polacchi che si avvalgono di questa libertà e che cercano una guida nella Bibbia. La Chiesa Cattolica è stata costretta ad abbandonare la sua politica di tenere la scritta Parola di Dio fuori della portata della gente. Dalla fine della seconda guerra mondiale sono state pubblicate varie buone traduzioni della Bibbia in polacco, e i testimoni di Geova se ne servono con profitto. Quando i Testimoni parlano ad altri della buona notizia del Regno di Dio, molti, come quelle persone di mente nobile a cui si fa riferimento nella Bibbia in Atti 17:11, sono ansiosi di vedere ‘se queste cose stanno così’.

La luce della verità giunge agli emigranti

Quando la Polonia veniva a trovarsi sotto il dominio di altri paesi, le condizioni erano talvolta piuttosto difficili per la popolazione. Molti polacchi, volenti o nolenti, si trasferirono all’estero, alcuni negli Stati Uniti. La religione dei loro genitori, quella che era stata loro inculcata a casa e in chiesa, era il cattolicesimo. Un considerevole numero d’essi cercò di conservare un’identità nazionale praticando questa fede. Di qui l’idea diffusa che i polacchi siano automaticamente cattolici.

Tuttavia, una volta usciti dall’ambiente tradizionale, alcuni cominciarono a cambiare modo di pensare. Per citare un esempio, in una lettera scritta alla Watch Tower Society nel 1891, C. Antoszewski (che allora abitava a Chicago) spiegò che sebbene fosse cresciuto nel settore russo della Polonia divisa e sebbene fosse stato allevato da genitori cattolici, cercava la verità. Quando venne in possesso di alcune pubblicazioni della Società (Watch Tower), si convinse di avere trovato quello che cercava. Quasi tutte le sere traduceva brani dei libri per un altro polacco anch’egli assetato di verità spirituale. Come consigliò Gesù, essi non ‘nascosero questa luce spirituale sotto un cesto’. Insieme cominciarono a visitare altre famiglie polacche per parlare loro della buona notizia. — Matt. 5:3, 14-16.

Alcuni immigrati polacchi non si limitarono ad accettare le preziose verità bibliche ma furono pronti anche a trasmetterle a parenti e amici rimasti nel Vecchio Continente. Alcuni tornarono nel paese d’origine per proclamare la notizia della presenza di Cristo. In un articolo intitolato “Progresso dell’opera all’estero”, la Zion’s Watch Tower (Torre di Guardia di Sion) del 15 giugno 1895 scriveva: “Il fratello Oleszynski, un polacco dal cuore buono e sincero che ha accettato la verità circa tre anni fa, è tornato nel suo paese nativo per cercare i consacrati e predicare loro il meraviglioso vangelo del riscatto, della restituzione e della superna chiamata”.

Dapprima si dovette usare la letteratura disponibile in inglese e tedesco. Ma nel 1909 l’opera di far conoscere la verità biblica ad altri polacchi fu notevolmente agevolata quando la Società pubblicò volantini in polacco da distribuire gratuitamente. Quell’anno fu pubblicato in polacco anche un condensato degli Studi sulle Scritture. E nel 1915 La Torre di Guardia in polacco veniva stampata regolarmente ogni mese.

I semi della verità cominciano a germogliare

Nell’autunno del 1905 la gestione di una fabbrica di merletti di Varsavia fu assunta da un nuovo direttore proveniente dalla Svizzera, un certo Bente, uno Studente Biblico. Pur dovendo comunicare con i dipendenti attraverso l’interprete, si conquistò la loro fiducia e la sua casa divenne un luogo di incontro per coloro che volevano saperne di più sulla vera fratellanza cristiana. Ben presto facevano conversazioni regolari, esaminando gli avvenimenti di attualità alla luce della Parola di Dio e con l’aiuto di letteratura biblica.

In questo periodo ci furono proteste e agitazioni in Russia e il territorio polacco sotto il controllo dei russi non ne fu esente. Tuttavia un editto dello zar russo del 1906 concesse a tutte le confessioni religiose il diritto di impegnarsi in attività religiose pacifiche.

Comunque la luce della verità biblica penetrava a stento le tenebre e passò largamente inosservata salvo che ai parenti stretti e ai conoscenti di coloro che già si interessavano della Bibbia. Nondimeno la luce filtrò al di fuori di Varsavia e in altre città si formarono piccoli gruppi i quali vennero visitati varie volte dal fratello H. Herkendell dell’ufficio della Società a Barmen-Elberfeld (Germania), che riforniva i gruppi di letteratura.

Un nuovo incentivo

In maggio del 1910 Charles Taze Russell, il primo presidente della Watch Tower Society, fece una breve visita a Varsavia. Che gioia per le circa 20 persone che andarono a sentirlo! Tre di loro furono così entusiaste che fecero domanda per compiere l’opera di colportore, come si chiamava allora il servizio di pioniere. Riuscirono a distribuire molta letteratura e trovarono persone desiderose di apprendere in merito alla prossima fine dei “tempi dei Gentili”. (Luca 21:24, King James Version) Nel 1913 alcuni di coloro che mostravano interesse per la Parola di Dio formarono un gruppo a Łódź e in altre località.

A Varsavia, comunque, cominciarono a sorgere problemi in relazione alle adunanze pubbliche. La polizia russa cominciava a sospettare di tutto quello che poteva far pensare a preparativi per un’insurrezione. Ma un ufficiale militare che da poco si interessava della verità intervenne in favore degli Studenti Biblici, così che fu emesso un editto con cui venivano riconosciuti giuridicamente. Dopo la prima guerra mondiale la Polonia riacquistò l’indipendenza e, grazie a quell’editto emesso nel 1913 dal generale che era governatore di Varsavia, i fratelli poterono svolgere legalmente le loro attività.

Per qualche tempo gli Studenti Biblici operarono normalmente. Alcuni che hanno lottato a lungo per la verità ricordano ancora di aver sentito i loro genitori parlare di fratelli attivi nella congregazione di Varsavia prima del 1914. Fra loro c’erano i fratelli Kącki, Kokosiński, Barcikowski, Rudaś e Kremer. Il fratello Dojczman e la sorella Maron erano attivi in altre parti.

Quando nel 1914 scoppiò la guerra le condizioni difficili — specie nelle città — indussero le famiglie di Varsavia e i gruppi di Łódź a sparpagliarsi. Nondimeno l’attività degli Studenti Biblici non si arrestò. Un gruppetto teneva ancora le adunanze in un appartamento di Varsavia. Col tempo questo gruppo trovò altre persone che desideravano conoscere la spiegazione biblica degli avvenimenti mondiali. Per esempio Bolesław Uchman si battezzò nel 1916 e per oltre mezzo secolo fu una colonna della congregazione di Varsavia. Nel 1918 fino a 50 persone assistevano ai discorsi pubblici. Alla fine della guerra fratelli americani di origine polacca vennero a dare una mano e l’opera acquistò slancio.

Fiorenti congregazioni polacche negli Stati Uniti

Dei vari gruppi di Studenti Biblici di lingua straniera che operavano a quell’epoca negli Stati Uniti, quelli di origine polacca erano tra i più numerosi e attivi.

Sebbene gli Studenti Biblici degli Stati Uniti fossero oggetto di aspra persecuzione, specie nel 1918-19, il gruppo polacco mostrò spirito di iniziativa, servendo Geova in modo organizzato. All’inizio del 1919 costituirono un ente giuridico soprattutto per aver cura dei bisogni delle congregazioni di lingua polacca. Lo registrarono a Detroit (Michigan, USA). Il suo nome polacco, Strażnica—Towarzystwo Biblijne i Broszur, significa “Società Torre di Guardia di Bibbie e Opuscoli”. Non fu creato per competere con la società madre, la Watch Tower Bible and Tract Society. L’ufficio di Detroit era considerato semplicemente la filiale polacca della Società. Esso doveva dispensare alle congregazioni il cibo spirituale dell’organizzazione e incoraggiare ad essere fedeli in un momento difficile, oltre che ad aiutare a divulgare la verità biblica in Polonia.

Già nel 1920 questo ente dispose che dieci rappresentanti viaggianti, detti pellegrini, visitassero le congregazioni polacche. Ai 622 discorsi pubblici da essi pronunciati assisterono 211.692 persone. I colportori polacchi erano 36. La Torre di Guardia in polacco usciva regolarmente due volte al mese. Le congregazioni potevano rifornirsi di opuscoli nonché di volumi degli Studi sulle Scritture in polacco. Nel 1921 uscì un nuovo libretto dei cantici intitolato Inni dell’aurora del Millennio. La traduzione dell’opuscolo Milioni or viventi non morranno mai fu accolta con entusiasmo, e nel giro di un anno ne vennero distribuite 45.545 copie. Fu inoltre pubblicato il settimo volume degli Studi, e qualche tempo dopo il libro L’Arpa di Dio.

I fratelli polacchi non volevano agire in maniera indipendente dai loro fratelli di lingua inglese. Pertanto nel gennaio 1921 i direttori dell’ente giuridico di Detroit scelsero come loro presidente J. F. Rutherford, allora presidente della società madre. Successivamente, in luglio, nel corso dell’adunanza generale dell’ente, si decise di effettuare una fusione con l’ente giuridico della Società della Pennsylvania. Da allora in poi fu ancor più evidente che l’ufficio di Detroit serviva come filiale della Watch Tower Society. Nel maggio 1922 questa filiale fu trasferita a Brooklyn, che dall’ottobre 1919 era stato di nuovo il centro dell’attività della Società. Da quel momento in poi La Torre di Guardia e altri libri e opuscoli in polacco furono pubblicati a Brooklyn.

A motivo dello zelo dei fratelli polacchi e del rispetto che mostravano per la Sua organizzazione, Geova benedisse i loro sforzi. Per esempio nel 1921, negli Stati Uniti, la Commemorazione della morte di Cristo fu celebrata in polacco in 65 luoghi, con un numero complessivo di 2.942 presenti. L’anno dopo la Commemorazione fu celebrata da 73 congregazioni e gruppi polacchi. E nel 1923, nella congregazione polacca di Chicago vi assisterono 675 persone, ciò che la mise al quarto posto nel mondo per numero di presenti; solo a New York (906), Londra (1.029) e Los Angeles (850) i presenti in altre lingue furono di più.

Gli effetti si sentirono anche in Polonia. Un numero senza precedenti di fratelli polacchi cominciarono a visitare i parenti rimasti nel Vecchio Continente per spiegare loro le verità bibliche e a volte si trattenevano anche per formare congregazioni. Le cose furono agevolate nel 1921 quando la Polonia adottò una costituzione democratica. Benché alla Chiesa Cattolica venisse accordata una posizione privilegiata, la libertà di coscienza e di religione fu garantita a tutti.

Il numero delle pubblicazioni della Watch Tower inviate in Polonia continuava a crescere. Per facilitare l’opera nel paese, nel 1919 fu annunciata l’intenzione di aprire una filiale a Varsavia. L’ufficio cominciò a operare nel 1921.

Falsi fratelli cercarono di sovvertire la fede

Durante la prima guerra mondiale i fratelli del settore polacco della Russia erano stati tagliati fuori dal mondo esterno, perdendo ogni contatto. Solo nel 1919, per esempio, oltre due anni dopo, la congregazione di Varsavia ebbe notizia della morte del fratello Russell, e anche allora solo attraverso canali privati. Giunsero anche voci inquietanti su divisioni tra i fratelli in America, e queste voci causarono difficoltà, specie quando un rappresentante di un gruppo di opposizione degli Stati Uniti venne a Varsavia per influenzare il gruppo locale. Trascinandosi dietro la maggioranza dei fratelli, gli oppositori ottennero il controllo dell’ente giuridico che veniva impiegato a quel tempo dai fratelli in Polonia. Questo provocò fra l’altro la perdita del locale usato dalla congregazione di Varsavia per le adunanze.

È comunque un piacere dire che dall’America anche i fratelli polacchi rimasti leali disposero di inviare una delegazione in Polonia. La formavano W. Kołomyjski, un pellegrino od oratore viaggiante che era presidente dell’ente giuridico della Società nel Michigan, e C. Kasprzykowski. Arrivati in Polonia nel 1920, furono accolti con gioia dai fratelli di Varsavia.

Avendo perso il luogo dove tenevano regolarmente le adunanze, i fratelli rimasti affittarono dei cinema per gli studi di congregazione e i discorsi pubblici. Si faceva pubblicità ai discorsi pubblici della domenica mediante annunci sui giornali e mediante foglietti d’invito distribuiti per le strade. Malgrado i problemi che i fratelli avevano affrontato, c’erano luminose prospettive di progresso.

Lo stesso anno Satana inflisse un altro colpo. Scoppiò la guerra tra la Russia sovietica e la Polonia, provocando un’inflazione di proporzioni sconosciute fino a quel momento. La cosa intralciò notevolmente l’opera. Sempre in quel periodo critico il fratello Kołomyjski prese il tifo. Guarito, tornò negli Stati Uniti dove continuò a servire come pellegrino.

Dietro richiesta dei fratelli di Varsavia, la Società fece rimanere in Polonia il fratello Kasprzykowski come suo rappresentante. Questo fratello mostrò grande spirito di iniziativa, ottenendo ad esempio il riconoscimento giuridico dell’Associazione degli Studenti Biblici Gruppo II. Questo Gruppo II era formato di fratelli fedeli alla Società e sostituì il precedente ente giuridico, che era in mano all’opposizione. Avendo di nuovo il riconoscimento giuridico, gli Studenti Biblici poterono organizzare discorsi pubblici su scala più vasta. Nel 1921, ad alcuni di questi discorsi assisterono fino a 700 persone. I fratelli trovarono anche un nuovo locale da usare come sala che, dopo essere stata ristrutturata, disponeva di 400 posti a sedere.

Alla prima assemblea generale (30 ottobre—2 novembre 1921) ci furono 500 presenti venuti da varie parti della Polonia e i battezzati furono 14. L’anno dopo i presenti alla Commemorazione celebrata in 32 località del paese furono ben 657! Lo stesso anno si tennero varie assemblee in occasione delle quali 108 persone si presentarono per l’immersione in acqua. L’opera procedeva di buon passo.

Stava calunniando il papa?

Nel 1920 Jan Kusina tornò dagli Stati Uniti a Cracovia, una grande città nel territorio che era stato dell’Austria-Ungheria. Benché fosse da poco nella verità, riuscì subito a destare l’interesse di alcune persone sincere e formò un gruppetto. Ma fu arrestato e accusato di avere calunniato il papa. In effetti, però, aveva solo parlato ad altri delle verità bibliche. In tribunale si difese con la Bibbia. Il giudice, un uomo imparziale, lo prosciolse dall’accusa.

Verso la stessa epoca, Józef Krett, un fratello pellegrino venuto dagli Stati Uniti a visitare Varsavia e Cracovia, riferì che agli alunni veniva insegnato a modificare la preghiera del catechismo in modo da dire: “O Signore, preservaci dalla morte improvvisa, dalla fame, dal fuoco, dalla guerra e dal flagello dell’eresia americana”.

I teologi cercano di screditare gli Studenti Biblici

Un altro rimpatriato, il fratello Winiarz, un uomo ricco ma animato da spirito di sacrificio, comprò una casa a Cracovia da usare come luogo di adunanza. Nel 1922 si tenne in quella casa un dibattito fra tre fratelli e tre teologi cattolici.

L’anno prima Franciszek Puchała era tornato dall’America e aveva pubblicato a sue spese un volantino contenente un elenco di 13 dottrine della chiesa. Offriva 10.000 marchi polacchi per ogni dottrina che qualcuno fosse riuscito a dimostrare che era basata sulle Sacre Scritture. Vi erano incluse immortalità dell’anima, inferno di fuoco, purgatorio, sacrificio della Messa, celibato del clero, confessione auricolare, uso del rosario, ecc. “Fu come infilare un bastone in un formicaio”, scrisse in seguito il fratello Puchała.

Attraverso i giornali cattolici il clero chiese una pubblica ritrattazione di quanto era scritto sul volantino. Altrimenti Franciszek Puchała sarebbe stato perseguito legalmente per calunnia ai danni della chiesa. Per nulla intimorito egli chiese un pubblico dibattito.

Dopo avere consultato la Curia romana, il clero accettò il dibattito, ma solo a porte chiuse, ‘a motivo della natura sacra degli argomenti da trattare’, per citare le parole degli ecclesiastici. Il fratello Puchała accettò. Essi erano così sicuri di vincere che disposero fosse presente un avvocato il quale avrebbe dovuto intraprendere un procedimento legale contro i fratelli non appena questi avessero perso il dibattito. Il giornale della chiesa dichiarò con arroganza: “Vedremo chi ha ragione: la Chiesa Cattolica, che esiste da secoli, o questo misero pugno di sviati che non riescono neppure a leggere correttamente le Sacre Scritture”.

Il famoso teologo gesuita Jan Rostworowski guidava la delegazione cattolica ed era accompagnato da altri due sacerdoti. Gli Studenti Biblici erano rappresentati da Franciszek Puchała e da altri due fratelli. Erano presenti anche stenografi, e varie persone che dovevano fare da testimoni. I gesuiti arrivarono con due grandi valigie piene di libri. I fratelli avevano solo la Bibbia e dizionari di greco ed ebraico.

Gli ecclesiastici chiesero di trattare prima il punto 13 del volantino (immortalità dell’anima). Dopo circa due ore i teologi si accomiatarono con la scusa di non avere più tempo. Pur non ammettendo mai pubblicamente la sconfitta, nell’articolo di un giornale confessarono: “Dobbiamo ammettere che gli Studenti Biblici . . . non sono del tutto ignoranti”.

L’intero dibattito fu pubblicato nell’opuscolo intitolato Bitwa na niebie (La battaglia nei cieli), che ebbe una tiratura iniziale di 10.000 copie e fu ristampato varie volte. La comunità di Cracovia, religiosa per tradizione, e la zona circostante furono costrette a drizzare le orecchie. Il risultato? Nel 1923 ci furono 69 presenti alla Commemorazione celebrata a Cracovia.

Il clero, naturalmente, non perdonò mai al fratello Puchała di avere indebolito in pubblico l’autorità della Chiesa Cattolica. Fece di tutto per rendergli la vita difficile. Fu mandato un poliziotto a prendere appunti alle adunanze tenute in casa sua, e finì varie volte in tribunale. In più di un’occasione furono assunti dei killers per attentare alla sua vita, ma Geova lo protesse.

Durante una predica nel villaggio di Wawrzeńczyce, un sacerdote incitò la popolazione ad assalire con bastoni il fratello Puchała quando sarebbe venuto a pronunciare un discorso. Un gruppo di donne eccessivamente zelanti erano ansiose di ubbidire al prete e fecero la posta al fratello Puchała dalla mattina presto al tardo pomeriggio. Al suo arrivo, egli si rivolse loro con calma, dicendo: “Chi è senza peccato mi colpisca per prima col suo bastone”. Infine le donne se ne andarono. Tornate a casa, però, esse furono picchiate dai rispettivi mariti proprio con i bastoni che avevano preso per il fratello Puchała. Come mai? I mariti erano arrabbiati perché avevano dovuto aspettare tanto per cenare!

Una negoziante parla della verità a un insegnante

Nel 1919 la proprietaria di un grande negozio di calzature di Łódź, centro dell’industria tessile, andò a Danzica per sottoporsi a cure mediche. Lì questa donna d’affari, la signora Mandowa, sentì parlare per la prima volta della verità delle Sacre Scritture e l’accettò di cuore. Se ne tornò a casa con una pila di libri della Società e parlò con entusiasmo ad amici e conoscenti di quello che leggeva. I suoi argomenti colpirono profondamente un giovane insegnante che fu esortato da un amico ad assistere alle adunanze insieme a lei.

Nel 1920 questo insegnante, Wilhelm Scheider, si fece trasferire da una zona rurale a Łódź per stare più vicino al piccolo gruppo di interessati del posto. La signora Mandowa fece parte in seguito di un gruppo di Studenti Biblici che era sostenuto da fratelli che ogni tanto venivano in treno da Danzica, distante quasi 400 chilometri. Anche Scheider, dopo avere studiato le pubblicazioni della Società con la Bibbia, si convinse di avere trovato la verità. Malgrado prove e tribolazioni imperniò fedelmente la sua vita su di essa sino alla fine della sua vita terrena avvenuta nel 1971.

Intrepida testimonianza pubblica a Łódź

Dapprima l’opera di testimonianza pubblica svolta dal gruppo di Łódź fu piuttosto limitata. Ma dopo la morte della sorella Mandowa avvenuta nel 1922, i problemi sorti in relazione al suo funerale segnarono una svolta. Il clero rifiutò il permesso di seppellirla nel cimitero. La cosa destò molto scalpore e ne parlarono i giornali. Dopo un braccio di ferro durato tre giorni in cui dovette intervenire anche la polizia si ottenne un pezzetto di terra in un piccolo cimitero musulmano. Circa mille persone presero parte al funerale, curiose di sapere cosa credevano veramente gli Studenti Biblici. Il discorso scritturale, pronunciato da un fratello di Danzica, fu la prima testimonianza pubblica data a Łódź.

Da quel momento in poi furono organizzati più di frequente discorsi pubblici che venivano annunciati tramite i giornali. Per queste adunanze venivano affittati cinematografi. Dapprima furono sufficienti, ma ben presto anche il cinema più grande di questa città con mezzo milione di abitanti divenne troppo piccolo. Intanto i gruppi piccoli si riunivano in case private per studiare la Bibbia e letteratura biblica. Dato che molti abitanti di Łódź erano di origine tedesca ed ebrea, i discorsi pubblici e le adunanze più piccole si tenevano sia in polacco che in tedesco.

Centinaia se non migliaia di coloro che assisterono a questi discorsi pubblici a Łódź furono “solo uditori”, per citare le parole del discepolo Giacomo, ma non “operatori della parola”. (Giac. 1:22) Nondimeno i presenti alla Commemorazione erano saliti da 25 nel 1922 a 92 nel 1924. E nel 1924, dopo avere ristrutturato una fabbrica abbandonata nel centro cittadino, i fratelli di Łódź ebbero una bella sala da usare per la loro prima assemblea, a cui assisterono circa 200 persone.

A quell’epoca i fratelli erano impegnati soprattutto in una nuova attività, quella di invitare la gente a vedere il “Fotodramma della Creazione”, un film che si era cominciato a proiettare in Polonia al principio degli anni ’20. Il programma completo consisteva di quattro parti di due ore ciascuna. Gli spettatori erano così numerosi che, benché fossero state riservate le sale più grandi, i fratelli dovettero ripetere la proiezione più volte.

Le adunanze pubbliche favoriscono la crescita a Poznań

Nel 1910, all’età di 18 anni, Teofil Szmidt aveva lasciato la sua casa vicino a Radomsko ed era andato a cercare lavoro in Germania. Lì, nel 1914, sentì parlare degli Studenti Biblici e andò a vedere il “Fotodramma della Creazione”. Ottenne informazioni soddisfacenti su due soggetti che lo interessavano da parecchio tempo: il ritorno di Cristo e la fine del mondo.

Successivamente, dopo essersi nuovamente trasferito nella parte della Polonia che era sotto il controllo della Prussia, contattò un gruppo di Poznań che leggeva i libri scritti da C. T. Russell. Pur non essendo ancora battezzato, cominciò a dirigere gli studi che si tenevano lì e continuò a fare progresso. Nel 1918, durante una visita del fratello Kujat di Berlino, Teofil Szmidt si battezzò e divenne anche servitore della prima congregazione di Poznań. Nei pochi anni che seguirono si impegnò con zelo a organizzare adunanze pubbliche. Quando nel 1922 lasciò Poznań, la congregazione era cresciuta ed era formata da una ventina di persone.

Allora il fratello Kącki si trasferì da Varsavia a Poznań per prendersi cura della congregazione locale. Aveva conosciuto la verità prima del 1914, quando, come scultore di talento, era in procinto di andare a Parigi per frequentare l’università. Si dedicò invece completamente al servizio di Geova. A proprie spese affittò sale a Poznań e pronunciò incoraggianti discorsi biblici. Come risultato, nel 1924 i presenti alla celebrazione della Commemorazione a Poznań erano saliti a 91. Lo stesso anno ce ne furono 281 a Varsavia, e 625 vi assisterono in 13 altre città e piccoli centri polacchi, contando solo i gruppi che ebbero almeno 20 presenti. La crescita futura pareva assicurata. Ma la loro fede stava per essere messa a dura prova.

1925: un anno di divisioni

Dopo la prima guerra mondiale il fratello Kasprzykowski aveva prestato un prezioso servizio a favore dei fratelli, ma in seguito l’orgoglio fu la sua pietra d’inciampo. Uno dei primi segni di orgoglio fu il fatto che si irritava quando veniva consigliato; in seguito fece vera e propria opposizione a quelli che erano stati i suoi fratelli. Allorché La Torre di Guardia cominciò a dare risalto sempre più chiaramente alla responsabilità che ognuno aveva di predicare la buona notizia, egli trovò orecchi bendisposti fra coloro che non volevano far altro che ascoltare.

Per un po’ la congregazione di Varsavia continuò a tenere le adunanze facendo finta d’essere unita, ma c’erano nette divisioni. La situazione giunse a un punto critico all’epoca della Commemorazione del 1925. Su circa 300 fratelli solo 30 sostennero fedelmente la Società.

Ben presto altre congregazioni furono travolte. A Łódź su circa 150 persone solo 3 fratelli e 6 sorelle rimasero leali e continuarono a riunirsi per studiare la Parola di Dio con l’aiuto delle pubblicazioni della Società. Partecipavano anche al servizio di campo, facendo buon uso della rivista L’Età d’Oro (ora Svegliatevi!), che si cominciò a pubblicare in polacco nel 1925.

Vedendo la spiritualità e lo zelo di questo gruppetto di Łódź, molti che erano indecisi o confusi tornarono in seno all’organizzazione. Quell’estate la congregazione di Łódź si distinse nel seguire le istruzioni della Società di organizzare gruppi “missionari” per dare testimonianza in territori lontani. Alcuni luoghi dove disposero di tenere discorsi pubblici erano distanti fino a 150 chilometri.

Nondimeno i problemi non erano finiti. Nel paese c’erano alcuni che servivano Dio spinti soprattutto dalla convinzione che avrebbero ricevuto la ricompensa celeste al più tardi nel 1925. Passato quell’anno molti di loro si indebolirono spiritualmente o si allontanarono. In quel periodo vari gruppi di opposizione cercarono attivamente di ottenere il controllo delle congregazioni o per lo meno di indebolirle. Tre di questi gruppi di opposizione esistono ancor oggi. Nondimeno, col passare degli anni si vide chiaramente chi aveva la benedizione di Dio e ‘predicava la buona notizia del Regno di Dio’, come indicato nelle Scritture. — Matt. 24:14.

Dopo questi periodi di crisi l’opera compiuta sotto la guida dello “schiavo fedele e discreto” dovette ricominciare quasi da capo. Ci furono altri ostacoli, ma ci furono anche dei risultati positivi. — Matt. 24:45-47.

L’opera acquista maggiore stabilità

Da quel che si poteva vedere, a Varsavia la situazione non si sarebbe normalizzata in fretta. Fu mandato in Polonia il fratello Wnorowski, ma dopo circa un anno, stanco di quella situazione, se ne tornò in America. L’ufficio di Varsavia fu allora affidato al fratello Szwed; dopo un anno però egli fu sostituito dal fratello Wacław Narodowicz che era un ottimo oratore ma non amava il lavoro d’ufficio e che, dopo un anno, preferì tornare nel campo.

Durante questo difficile periodo i fratelli leali alla Società non avevano nessun ente giuridico attraverso cui organizzare conferenze pubbliche, e tanto meno assemblee. L’ente giuridico originale era in mano agli oppositori e ora perfino l’Associazione degli Studenti Biblici Gruppo II era sotto il controllo degli apostati: Kasprzykowski e seguaci. Le autorità si rifiutarono di prendere in considerazione l’idea di un terzo gruppo, per cui la situazione giunse a un punto morto.

Geova comunque ascoltò le preghiere dei suoi servitori leali e provvide una soluzione. Całka, un uomo modesto che aveva conosciuto la verità prima della prima guerra mondiale, era stato registrato a Varsavia come membro dell’ente originale degli Studenti Biblici. A un certo punto aveva fatto un passo falso, spiritualmente parlando, ma in questo momento critico prese l’iniziativa di ricominciare a frequentare la congregazione. Acconsentì anche a cedere al fratello Wilhelm Scheider i suoi pieni poteri. Questo fu di grande aiuto ai fratelli “nel difendere e stabilire legalmente la buona notizia”. — Filip. 1:7.

Nel 1927 la Società inviò in Polonia un fratello simpatico e capace che negli Stati Uniti e in Francia aveva visitato le congregazioni come pellegrino. Questo fratello, Ludwik Kuźma, incoraggiò molti a compiere una zelante attività. Ma quando fu tempo di tornare in America si era ormai reso conto che c’era bisogno di contatti più stretti con la sede centrale della Società. Perciò il fratello Rutherford decise di fare certi cambiamenti di carattere organizzativo.

Dato che il fratello Narodowicz aveva lasciato l’ufficio di Varsavia, l’ufficio della Società in Germania mandò in Polonia Paul Balzereit per trovare qualcuno che, in collaborazione con l’ufficio della Germania, si prendesse cura dei servitori di Geova in Polonia. A quell’epoca la congregazione di Łódź stava dando un ottimo esempio nel ministero di campo, per cui il fratello Balzereit chiese a Wilhelm Scheider, di Łódź, se era disposto ad accettare questo incarico. Ma il fratello Scheider propose umilmente Edward Rüdiger, che a quel tempo era uno dei traduttori della rivista L’Età d’Oro, e il fratello Rüdiger assolse questa responsabilità per quasi un anno.

Quando furono imposte delle restrizioni sui viaggi, i fratelli tedeschi non poterono più aiutare quelli polacchi, per cui le attività teocratiche in Polonia furono messe sotto la sorveglianza generale dell’Ufficio centrale europeo della Società che aveva sede a Berna, in Svizzera. Fu di lì che nel 1928 Martin Harbeck si recò in Polonia, ancora una volta per trovare una persona qualificata a cui affidare il compito di sorvegliare le attività nel campo polacco. L’incarico fu nuovamente offerto al fratello Scheider che questa volta lo accettò.

Si poteva notare una crescita costante. Nel 1927 c’erano stati 1.101 presenti alla Commemorazione, ma di questi solo 76 avevano fatto rapporto di aver partecipato in qualche misura alla predicazione della buona notizia. Alla fine del 1928 risultò che c’erano 24 congregazioni organizzate per il servizio e che 256 proclamatori avevano fatto rapporto regolarmente. Nel 1929 il numero delle congregazioni organizzate per predicare il messaggio del Regno arrivò a 40, e nel 1930 a 55.

Ogni tanto, in base alle istruzioni della Società, queste congregazioni organizzavano settimane di accresciuta attività. Nel 1929, per la prima volta, alcuni colportori furono trasferiti nelle parti sud-orientali della Polonia per far conoscere le verità del Regno agli ucraini della zona. L’Annuario del 1930 diceva: “Sempre più fratelli riconoscono di essere chiamati non per sedersi con il Signore nella vigna, ma per lavorare con lui”.

Tempo di vagliatura

Intanto il locale preso in affitto come ufficio a Varsavia era diventato troppo piccolo. Si cercò qualcos’altro in questa città ma non si trovò nulla; era tutto troppo caro. Si decise pertanto di trasferire l’ufficio a Łódź.

L’ufficio fu temporaneamente sistemato nel luogo di adunanza della congregazione. Infine, nel 1932, venne trovato un locale adatto al numero 24 di Via Rzgowska. Le congregazioni furono informate di quanto ci sarebbe voluto per acquistarlo, ma i fratelli, che in precedenza si erano mostrati tanto disposti a fare sacrifici, non offrirono il denaro necessario. Il proprietario acconsentì ad aspettare, anche se aveva altri acquirenti. Ancora una volta i fratelli furono informati della situazione. Di nuovo, nulla di fatto. Perché?

Prima che i fratelli scoprissero come stavano le cose, Geova fece in modo che l’aiuto venisse da un’altra fonte. Tre giorni prima della data fissata per il pagamento, la sorella Scheider riuscì ad avere in prestito la somma necessaria dalla sua sorellastra, una donna piuttosto ricca che però non era mai stata favorevole alla verità.

Comunque, ben presto fu chiaro perché le congregazioni avevano esitato a offrire il denaro per l’acquisto di un locale a Łódź. Wacław Narodowicz, che serviva come pellegrino, aveva percorso la Polonia in lungo e in largo sostenendo che l’ufficio doveva rimanere a Varsavia e che la direzione doveva essere affidata di nuovo a lui. Chiese con insistenza denaro per acquistare un locale da adibire a ufficio a Varsavia, dicendo di dare il denaro a lui. Narodowicz non riuscì nel suo intento, ma molti fratelli rimasero turbati. In seguito diventò un apostata.

Fu un periodo di vagliatura per le “anime instabili” che seguivano gli uomini invece di rimanere strettamente unite a Geova e alla sua organizzazione. (2 Piet. 2:14, 15) In questo ebbe una parte notevole l’attività relativa all’adozione del nome testimoni di Geova. Non tutti volevano dare testimonianza. Ma quelli che rimasero con l’organizzazione diedero prova di quanto fosse sincero il loro amore per Geova. Questo fu importante, perché gli anni ’30 — e quelli successivi — furono gli anni in cui i testimoni di Geova in Polonia dovettero lottare per sopravvivere. Fu un tempo in cui venne ripetutamente dimostrata la veracità delle parole di Isaia 54:17: sì, molte ‘armi vennero formate’ contro i servitori di Geova, ma nessuna di esse riuscì a sopprimere la vera adorazione.

Attacchi e contrattacchi

Il clero cattolico ricorse con sempre maggior frequenza alla calunnia contro i servitori di Geova, specie attraverso la stampa. Invitò pure la popolazione a consegnare eventuali pubblicazioni distribuite dagli Studenti Biblici per bruciarle in pubblico. Un caso del genere che ricevette molta pubblicità si verificò a Chojnice. Attraverso stampati l’ufficio del pubblico ministero di quella zona accusò di bestemmia il fratello Śmieszko, un pioniere del posto. Il processo fu celebrato nel 1933 alla presenza di una folla numerosa. Fu chiamato a deporre un sacerdote cattolico di nome Janke. Era laureato in filosofia e insegnava religione in una scuola superiore del posto. Il fratello Scheider rappresentava la Società. L’immortalità dell’anima, il tormento eterno e il purgatorio furono alcuni degli argomenti trattati. Dopo di che il signor Janke, ammettendo la sconfitta, avvicinò il fratello Scheider, gli strinse la mano e disse che non si sarebbe mai più lasciato coinvolgere in una causa del genere.

Anche un giornale di Cracovia, Ilustrowany Kurier Codzienny (Corriere quotidiano illustrato), attaccò i Testimoni, accusandoli falsamente d’essere comunisti travestiti che cantavano inni bolscevichi, che erano addestrati nell’Unione Sovietica e che venivano pagati da quest’ultima. In questo caso i fratelli portarono in tribunale i responsabili del giornale e il direttore fu punito.

Mieczysław Skrudlik, un gesuita, pubblicò a sue spese opuscoli che calunniavano i Testimoni. Ma quando fu citato in tribunale, si diede malato. Tre volte chiese il rinvio della causa. Nel frattempo continuò a trasferirsi e non si riuscì più a rintracciarlo.

Gli attacchi degli ecclesiastici, però, non erano tutti verbali. Con l’appoggio dei loro scagnozzi ricorsero anche alla violenza, in più occasioni. Gli oppositori assalivano i Testimoni mentre erano impegnati nel ministero di casa in casa prendendoli a pugni e a calci, usando bastoni e pietre, distruggendo la letteratura biblica e lasciandoli a terra sanguinanti o privi di sensi. I Testimoni diretti verso territori lontani venivano individuati durante il viaggio, picchiati e tuffati in acqua; le loro biciclette e motociclette erano fracassate; la loro letteratura veniva confiscata e distrutta.

Bolesław Zawadzki, pioniere per molti anni, scrisse nella sua biografia che una volta, mentre si teneva un’adunanza a casa dei suoi genitori a Kielce, una turba inferocita di 2.000 persone urlanti circondò la casa e cominciò a lanciare sassi. Usarono carriole per trasportare altri sassi. Solo quando la mezzanotte era passata da un pezzo il “gioco” finì. Allorché si raccolsero i sassi che erano entrati dal tetto si riempirono sei carretti! Nel tentativo di arginare questa ondata di persecuzione, a volte i fratelli riuscivano a far punire gli esecutori materiali dei reati. Molto di rado riuscivano ad assicurare alla giustizia i veri responsabili, gli ecclesiastici.

Benedetta l’opera ben organizzata

Specie dalla fine degli anni ’20 in poi le congregazioni ricevettero maggiore aiuto in relazione al ministero di campo. Alle congregazioni furono assegnati territori precisi per compiervi il servizio di campo. I direttori regionali del servizio, mandati a visitare ciascuna congregazione, non solo pronunciavano discorsi ma addestravano anche i fratelli nel ministero di campo. Questa disposizione fu utile ed edificante. Molti fra i più anziani ricordano ancora Ludwik Kinicki, uno di questi fratelli zelanti e mossi da spirito di sacrificio.

Anche i pionieri — da 30 a 50 a quell’epoca — manifestarono spirito di sacrificio. Erano lieti di predicare perfino in territori lontani in cui non c’erano congregazioni e facevano molti chilometri a piedi perché solo pochi avevano la bicicletta. Potevano tenere parte delle contribuzioni che ricevevano per la letteratura e in certi casi avevano pochissime entrate extra. D’inverno dormivano spesso sul fieno o sulla paglia in un granaio, con il cappotto per coperta.

La gente che incontravano, anche se di buon cuore, spesso aveva poca conoscenza della Bibbia o della storia. Stefan Milewski ricorda che durante una conversazione con alcuni abitanti di un villaggio menzionò che Gesù era ebreo di nascita. Ne furono indignati e mancò poco che lo picchiassero. Arrabbiati gridarono: “Il Signore Gesù era polacco e cattolico!”

Tuttavia i Testimoni continuarono con zelo a cercare le persone simili a pecore. Nel 1932 dedicarono 103.323 ore al ministero, distribuirono 177.505 libri e opuscoli, 2.101 Bibbie e 87.455 copie dell’Età d’Oro. Un giornale di Varsavia fu spinto a fare questo commento: “Gli Studenti Biblici in Polonia non possono essere più di 600.000, ma a quanto pare nessun’altra religione suscita tanto fermento fra il pubblico quanto il loro esiguo numero”. In effetti a quell’epoca i Testimoni attivi erano solo 600 circa! Ma agli occhi di alcuni, il piccolo era veramente diventato mille. — Confronta Isaia 60:22.

La lotta si fa più intensa

Il clero cattolico continuò a fare pressione sulle autorità perché fermassero i Testimoni. Le accuse mosse contro di loro erano sempre le stesse: diffusione di propaganda comunista, raccolta di fondi non autorizzata, turbamento del giorno di riposo e oltraggio alla chiesa e ai suoi insegnamenti. Nel 1933 furono denunciati circa 100 casi in cui la polizia aveva fermato i proclamatori. Ci furono anche 41 casi nei quali folle di fanatici inferociti avevano inflitto violente percosse. Due anni dopo i casi in cui i Testimoni erano stati denunciati alla polizia dal clero furono 3.000. Quando le accuse basate su un’ordinanza non ebbero nessun risultato, il clero ricorse a un’altra ordinanza e poi a un’altra e poi a un’altra ancora. Ma prima che le cause arrivassero in tribunale, la maggioranza delle accuse vennero ritirate perché considerate prive di fondamento; in altri casi ci fu un verdetto di assoluzione.

I fratelli non potevano permettersi l’avvocato tutte le volte che venivano arrestati. Ma l’ufficio della Società diede loro consigli legali. Inviò loro centinaia di documenti con informazioni su appelli, decisioni favorevoli e cause che costituivano degli utili precedenti. Seguendo le istruzioni ricevute, in tribunale i fratelli davano risalto alla predicazione della buona notizia del Regno di Dio invece di soffermarsi su dettagli tecnici. Per alcune cause più serie, comunque, ci furono avvocati che si misero a disposizione per difendere i fratelli.

Per combattere le accuse di vendita ambulante, la Società preparò delle cartoline in cui si diceva che il latore era autorizzato a predicare in base alla libertà di coscienza e di religione. Per i figli dei Testimoni che frequentavano le scuole pubbliche e che spesso non erano promossi perché si rifiutavano di assistere alle lezioni obbligatorie di religione, la Società emise speciali attestati. Essi confermavano che il ragazzo aveva seguito un corso di religione nella propria comunità religiosa e aveva ricevuto determinati voti. Perciò in molte congregazioni si tennero “scuole domenicali” per parecchi anni. Dopo grandi sforzi da parte dei fratelli, il Ministero dell’Istruzione e delle Confessioni Religiose emise un decreto che obbligava le autorità scolastiche ad accettare questi attestati. Una volta riportati i voti nei registri scolastici, il bambino poteva essere promosso.

Alcuni pubblici funzionari capirono chiaramente che dietro le accuse mosse contro i testimoni di Geova c’era l’intolleranza religiosa. Pertanto il procuratore di stato della corte d’appello di Toruń, in una causa in cui era coinvolto un Testimone, respinse l’accusa di oltraggio, chiese l’assoluzione e dichiarò che i testimoni di Geova assumevano lo stesso atteggiamento dei primi cristiani. In un’altra causa, il procuratore di stato della corte d’appello di Poznań si rifiutò di perseguire un Testimone accusato di avere detto che il clero faceva parte dell’“organizzazione di Satana”. (Confronta Giovanni 8:44). Fece persino riferimento alla corte pontificia di Alessandro VI, da cui, com’era risaputo, si era diffuso uno spirito molto immorale. Poi fece un contrasto fra questo e l’ottima condotta dei Testimoni e lo zelo con cui servivano Geova.

Cercano di fermare la letteratura

Più e più volte il clero tentò di impedire l’arrivo della letteratura che i testimoni di Geova usavano nella loro attività. Quando era possibile gli ecclesiastici manovravano i funzionari governativi per indurli a fare quello che volevano loro. Per esempio, nel 1930 persuasero il ministro dell’Interno a revocare il nostro diritto di ricevere e distribuire per posta la rivista L’Età d’Oro, che smascherava intrepidamente l’ipocrisia religiosa. Ma solo poche settimane dopo il ministro fu costretto a dare le dimissioni e il suo successore permise ancora una volta che L’Età d’Oro venisse importata e distribuita per posta.

Gli oppositori dei Testimoni riuscirono infine a bloccare ogni importazione dell’Età d’Oro dalla Svizzera. Così nel 1933 i fratelli cominciarono a stamparla a Łódź. Ogni volta che il clero faceva pressione su un tipografo perché non lavorasse più per i fratelli, essi trovavano qualcun altro che era lieto di farlo. Questo accadde ripetutamente, finché, dopo molte confische ordinate dalla censura, la rivista stessa fu vietata. Dopo essersi appellati contro questa decisione, i fratelli continuarono a pubblicare L’Età d’Oro fino a quando il divieto non fu confermato e Augustyn Raczek, il direttore della rivista, non fu condannato a un anno di prigione.

Gli oppositori poterono pensare di aver conseguito il loro obiettivo. I fratelli, tuttavia, non si arresero. L’ultimo numero dell’Età d’Oro portava la data del 1° settembre 1936. Il 1° ottobre dello stesso anno essa fu sostituita da una nuova rivista stampata a Varsavia. Chiamata Nowy Dzień (Giorno Nuovo), continuò a pubblicare articoli che smascheravano la corruzione e l’ipocrisia religiosa e che difendevano la verità biblica. Fu stampata a Varsavia fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Nel frattempo, nel 1937, il ministro dell’Interno vietò La Torre di Guardia, che veniva usata dai testimoni di Geova nelle loro adunanze di congregazione insieme alla Bibbia. Non c’era nulla di sovversivo nella Torre di Guardia, ma il clero cattolico non voleva che venisse distribuita in quello che considerava suo esclusivo dominio. I nostri fratelli, però, decisi a “ubbidire a Dio come governante anziché agli uomini”, cominciarono a riprodurla in forma ciclostilata. — Atti 5:29.

A quell’epoca il vescovo Jasiński di Łódź, appoggiato dall’Azione Cattolica, * aprì un “Ufficio contro le minoranze religiose”. Questa organizzazione, a sua volta, introdusse i suoi elementi nei più alti uffici governativi. Uno degli obiettivi era quello di confiscare la letteratura della Società. Malgrado il rischio d’essere scoperti i Testimoni pubblicarono senza indugio due nuovi opuscoli. Le autorità imposero sanzioni penali. Ma chi c’era dietro questo provvedimento? Anziché le leggi secolari, spesso erano le leggi canoniche della Chiesa Cattolica che venivano usate per portare avanti le accuse, il che dimostrava in modo inequivocabile che l’intera campagna era effettuata sotto la guida della gerarchia cattolica.

Nel 1937 l’Azione Cattolica si rese responsabile in 75 casi di violenze contro i Testimoni; in 2 di questi vennero uccisi dei fratelli. Di 263 cause, 99 si conclusero con l’assoluzione e 71 con la condanna. Le altre furono rinviate. In 129 casi fu confiscata letteratura, ma i fratelli lottarono e in 99 casi riuscirono a farsela restituire. Il rapporto dell’Annuario del 1938 osservava: “Che agli uomini piaccia o no, tutti i servitori del Signore in questo paese sono decisi a continuare l’opera di testimonianza, ricordando . . . che ‘dobbiamo ubbidire a Dio anziché all’uomo’”.

Questi erano senz’altro i sentimenti dei proclamatori delle 121 congregazioni organizzate per il servizio. In media facevano rapporto ogni mese circa 800 proclamatori, e nel mese della Commemorazione ce ne furono 1.040! Ma gli oppositori erano decisi a infliggere un colpo mortale. Senza dubbio essi pensarono di esserci riusciti quando il 22 marzo 1938 le autorità misero i sigilli alle porte dell’ufficio di Łódź. Le pubblicazioni non potevano più essere spedite per posta o attraverso corriere; sia il mittente che il destinatario erano passibili di pena. I Testimoni volevano appellarsi a una corte superiore, ma un alto funzionario bendisposto disse loro in via confidenziale che sarebbe stato inutile. Lo “spirito dei tempi” era cambiato, disse, e anche se i Testimoni avessero vinto la causa, il ministro dell’Interno avrebbe fatto in modo che le loro attività fossero sottoposte a pesanti restrizioni in tutto il paese. Così si decise di non portare avanti la questione in tribunale ma di confidare in Geova e di procedere usando altri sistemi.

Combinazione, quando erano stati messi i sigilli al nostro ufficio la polizia aveva tralasciato un’uscita di sicurezza nel deposito della letteratura. Così giorno per giorno i beteliti portarono via la letteratura biblica, in effetti tonnellate di letteratura, e la distribuirono alle congregazioni. Oltre alla letteratura in polacco c’erano anche pubblicazioni in ucraino, russo, tedesco e yiddish.

I fratelli nel campo collaborarono con tutto il cuore mettendo da parte grandi quantità di letteratura in vista dei tempi difficili a cui andavano incontro. Per esempio Józef Włodarczyk della zona di Lublino accettò 12.000 opuscoli, molti libri, 500 Bibbie, 500 copie del “Nuovo Testamento”, 500 libretti dei cantici e 250 dischi, che nascose con cura. Altri fratelli fecero la stessa cosa e questo si dimostrò molto utile durante la guerra, quando non venne più consegnata letteratura.

Il bando imposto nel 1938 diede ai fratelli più di un anno di tempo per prepararsi a compiere l’opera clandestina durante i difficili anni della seconda guerra mondiale. Essi divisero il paese in zone, ciascuna con un certo numero di congregazioni. Ogni zona era sotto la sorveglianza dei fratelli locali più zelanti e aveva la responsabilità di ciclostilare letteratura, specie La Torre di Guardia, per le congregazioni che ne facevano parte. Questo fu il solo “cibo fresco” ricevuto dalle congregazioni. Grazie a questo sistema organizzativo fu possibile superare le difficoltà incontrate in seguito negli anni caotici della guerra.

Scoppia la guerra!

Il 1° settembre 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale. L’ultimo rapporto inviato dalla Polonia indicava che c’erano 1.039 proclamatori. Come se la sarebbero passata?

Durante l’occupazione la Polonia fu divisa in tre regioni. Il settore occidentale fu annesso al Reich tedesco. La parte mediana, incluse le città di Varsavia, Cracovia, Lublino e in seguito Leopoli, venne chiamata governatorato generale e venne amministrata dai tedeschi. La parte orientale fu annessa all’Unione Sovietica. Le condizioni variavano da una regione all’altra.

Nel settore occidentale la Gestapo arrestava chiunque fosse conosciuto come testimone di Geova. Il sistema totalitario nazista trattava crudelmente chiunque non si sottometteva completamente ad esso. I Testimoni, che sostenevano il Regno di Dio, erano considerati nemici. Se qualcuno veniva trovato in possesso anche di un solo numero della Torre di Guardia o compariva in una fotografia insieme a un Testimone questa era considerata una prova che era un criminale. Venivano impiegati mezzi brutali per costringere i Testimoni a rivelare i nomi e gli indirizzi dei loro fratelli e delle loro sorelle spirituali. Chi rifiutava di tradire i suoi fratelli o di firmare una dichiarazione con cui rinnegava la sua fede era mandato in un campo di concentramento. Pochissimi fecero compromesso. Perfino i persecutori si meravigliavano della lealtà di questi servitori di Geova.

A Łódź la Gestapo arrestò il fratello Scheider e molti altri e li mise nei campi. Sessantanove fratelli e sorelle di Poznań furono mandati nei campi tedeschi; 22 furono uccisi. Nonostante ciò, quelli che conobbero la verità a Poznań durante la guerra furono così tanti che in seguito fu formata una forte congregazione il cui zelo si estese nei territori vicini. Questo zelo contribuì anche a riedificare l’organizzazione nella Polonia occidentale.

Naturalmente i fratelli soffrirono anche in molte altre città e piccoli centri. Per esempio, a Wisła, un luogo di villeggiatura in montagna che a quell’epoca aveva circa 6.000 abitanti, 51 fratelli e sorelle furono presi e messi nei campi di concentramento. Solo 13 ne uscirono vivi.

Geova non abbandonò il suo popolo

È evidente che il Creatore protesse il suo popolo in questo tempo di aspra persecuzione. La vittoria, per loro, non dipendeva dal sopravvivere ma dall’essere fedeli, fino alla morte se necessario. (Riv. 2:10) Un fratello narra che fu percosso ininterrottamente per ore, specie sulla schiena e nella regione lombare. Ma sopportò nonostante i tentativi di costringerlo a denunciare altri fratelli e a rivelare questioni organizzative. I maltrattamenti si ripeterono il giorno dopo, solo che questa volta furono peggiori. Il terzo giorno il suo corpo gonfio e malconcio reagì ai colpi con dolori lancinanti. Il fratello pregò Geova di dargli sollievo, anche con la morte. All’improvviso l’agente della Gestapo che lo stava fustigando si mise a bestemmiare, lasciò cadere la frusta e se ne andò. Cos’era accaduto?

Parecchi giorni dopo il fratello vide quest’uomo nel corridoio con una mano fasciata. Altri detenuti dissero al fratello che l’agente si era rotto l’indice, ovviamente mentre lo fustigava.

I Testimoni che riuscirono a evitare l’arresto non si lasciarono disperdere. Si riunivano in piccoli gruppi per studiare la Bibbia e La Torre di Guardia. Le riviste che ricevevano di solito provenivano da fratelli della Germania; quindi essi le ciclostilavano o le copiavano a mano. Fritz Otto prese parte attiva all’opera clandestina a Łódź per tutto il periodo dell’occupazione, mantenendo i contatti con Poznań, Bydgoszcz e Danzica. Sebbene la linea di comunicazione fosse ogni tanto tagliata dagli avversari, i contatti non rimasero mai interrotti per molto tempo.

Nel governatorato generale

Nella parte centrale e meridionale della Polonia la situazione era diversa. Lì le autorità non ricercavano e non perseguitavano i testimoni di Geova altrettanto intensamente; perciò, pur prendendo sempre misure precauzionali, i fratelli lavoravano con vigore. Preparavano le matrici per La Torre di Guardia a Varsavia, poi i responsabili di ciascuna zona la ciclostilavano, servendosi dei rudimentali duplicatori allora disponibili. Erano usati vari metodi per introdurre clandestinamente le copie originali della letteratura. A volte perfino soldati tedeschi la cui famiglia era nella verità facevano inconsapevolmente da corrieri quando tornavano sul fronte orientale dopo essere stati a casa in licenza.

Ci furono anche molte esperienze dolorose. Nel dicembre 1942 la polizia tedesca di Varsavia sorprese Stefan Milewski e Jan Gontkiewicz mentre stavano ciclostilando. Furono subito mandati al campo di concentramento di Majdanek e poi a Buchenwald. I loro compiti furono allora assolti da Ludwik Kinicki, che sorvegliava l’attività dei testimoni di Geova in tutta la zona del governatorato generale. Due anni dopo, nel 1944, fu arrestato anche lui, e verso la fine dell’anno morì nel campo di concentramento di Gusen, in Austria. Il nemico aveva forse vinto? Niente affatto! Tutti questi fratelli erano rimasti incrollabilmente leali a Geova. E in quanto ai loro oppositori, avevano avuto l’opportunità di dimostrare dinanzi al Giudice celeste il loro atteggiamento verso il dominio di Dio. — Giob. 31:14; Rom. 14:12.

Durante questo periodo di terrore, la gente si spaventava facilmente. Tutti sospettavano di tutti. Per evitare inutili problemi, i fratelli stavano molto attenti quando invitavano qualcuno alle adunanze o quando lo presentavano ad altri interessati. Ma i Testimoni erano zelanti, Geova li benedisse e nuovi gruppi spuntarono come funghi.

Ogni tanto si presentavano impreviste opportunità di dare testimonianza. Verso la fine dell’autunno del 1940 morì un interessato di Wojkowice Komorne, nel voivodato di Katowice. In precedenza quest’uomo aveva espresso il desiderio che il suo funerale fosse tenuto dai testimoni di Geova, così un fratello si preparò per dire alcune parole di conforto a casa del defunto. Ma una folla considerevole si radunò al cimitero. Vedendola, il fratello non poté trattenersi; per oltre un’ora parlò della speranza per i morti che le Scritture offrono. Da quel momento in poi i Testimoni fecero sempre i funerali di domenica così che il maggior numero possibile di persone potesse udire il messaggio della Bibbia.

La predicazione nelle città si faceva di solito in maniera informale, ma nelle campagne, specie nei dintorni di Lublino, i proclamatori ripresero l’opera di casa in casa anche prima della fine della guerra. Per non attirare troppo l’attenzione, attaccavano discorso chiedendo ad esempio se c’era la possibilità di comprare qualcosa. Spesso la risposta offriva lo spunto per parlare di argomenti spirituali.

Alcune congregazioni si organizzarono per dare testimonianza in villaggi remoti, dove scoprirono che le vicende della guerra avevano fatto cambiare atteggiamento agli abitanti. Molti, giovani compresi, erano ora ansiosi di ascoltare. La letteratura che era ancora in mano ai fratelli fu usata con profitto e vennero formate nuove congregazioni.

Naturalmente Satana tentò di fermare questa espansione della pura adorazione. Un modo in cui lo fece fu tramite gruppi di partigiani. Alcuni, aizzati da preti cattolici, si misero a combattere non solo contro le forze tedesche d’occupazione ma anche contro i Testimoni, la cui fede fu così sottoposta a una nuova prova. Facevano irruzione nelle case dei fratelli di notte. Uomini, donne e bambini erano picchiati e veniva loro ordinato di farsi il segno della croce, baciare la croce e appendere immagini “sacre” alle pareti. I partigiani saccheggiavano e distruggevano. Alcune famiglie subirono ripetuti attacchi del genere. Diversi fratelli furono costretti a nascondersi per salvarsi la vita.

Un “nuovo programma” nel settore sovietico

Nel settembre 1939 un’estesa regione della Polonia orientale era stata annessa all’Unione Sovietica. Per questo circa metà dei proclamatori, tra cui testimoni di Geova polacchi e ucraini e un esiguo numero di russi e di ebrei, era rimasta tagliata fuori dal resto dell’organizzazione. Benché fossero zelanti, la loro spiritualità era minacciata dalla mancanza di cibo spirituale fresco. Cercarono di stabilire i contatti con l’organizzazione attraverso la Slovacchia, ma la cosa si rivelò assai difficile.

Fu così che alcune congregazioni parteciparono a un “nuovo programma”. Inizialmente l’obiettivo era quello di aiutare i fratelli ad adattarsi alla nuova situazione. Esso ribadiva la necessità di rimanere separati dal mondo e di vivere negli “splendori della santità”. (Sal. 110:3) Questo “nuovo programma” fu messo in atto a partire da Leopoli via Lublino fino a Varsavia. Tuttavia, invece d’essere solo consigliati su come applicare attentamente ciò che dice la Parola di Dio, i fratelli vennero ben presto esortati a impegnarsi in attività che erano semplicemente l’idea di un individuo.

Sotto questa influenza, per esempio, un gruppo di proclamatori confusi piombò sul quartier generale tedesco di Białystok occupata, tolse la svastica dal tetto e mise al suo posto una bandiera bianca. Furono arrestati e giustiziati lo stesso giorno. Questi episodi sono un penoso ricordo di ciò che può accadere quando un individuo fa troppo assegnamento su di sé, andando oltre ciò che è scritto nella Bibbia e oltre l’esempio dato da Cristo e dagli apostoli, e non cercando la guida dello “schiavo fedele e discreto”. — Matt. 24:45.

Un’ultima prova prima dell’era postbellica

Poco prima della fine della guerra si presentò ai fratelli una nuova sfida. Il fronte orientale si avvicinava sempre più e ai cittadini veniva ordinato di scavare trincee anticarro. Essendo neutrali, i cristiani testimoni di Geova non si sentivano in coscienza di fare questo lavoro e si rifiutarono di farlo anche sotto minaccia di morte. Decine di essi, alcuni nuovi nella verità, furono fucilati, e questo in pubblico. Tuttavia la cosa servì anche di testimonianza perché altri si resero conto che i testimoni di Geova avevano una fede così forte che preferivano morire piuttosto che abbandonare il loro Dio.

Gli anni dell’occupazione finirono. I testimoni di Geova in Polonia avevano felicemente superato dure prove. Ora, in numero anche maggiore che prima della guerra, si accinsero ad assolvere i loro compiti.

Avanti nell’opera del Signore

Nella primavera del 1945 i testimoni di Geova sopravvissuti ai campi di concentramento tornarono a casa, pronti a compiere l’opera di proclamare pubblicamente il Regno di Dio. Fra loro c’era Wilhelm Scheider.

Col tempo egli dispose di usare nuovamente la proprietà situata al numero 24 di Via Rzgowska a Łódź. Purtroppo si poteva ricevere letteratura nuova solo quando qualcuno riusciva a portarla personalmente dall’estero, perché il sistema postale non funzionava ancora. Ma quando la letteratura arrivava, veniva tradotta al più presto possibile, e le matrici erano inviate in ciascuna zona. Subito altri volontari offrivano la loro collaborazione. E Geova toccò il cuore di altri che furono spinti a sostenere l’opera con contribuzioni materiali.

Il contrasto fra i servitori di Geova e il resto della popolazione era evidente. (Giov. 13:35) La maggioranza degli ucraini, tra cui centinaia di nostri fratelli, fu trasferita a est, entro i nuovi confini sovietici. Ma prima che questo avvenisse ci furono numerose esplosioni di odio tra i polacchi e gli ucraini abitanti nella parte orientale e meridionale del governatorato generale. I Testimoni polacchi e ucraini, però, erano in pace fra loro. In un’occasione un fratello polacco che stava tornando a casa da un’adunanza camminava insieme a tre sorelle ucraine quando incontrarono dei partigiani ucraini. I partigiani cercarono di afferrare il fratello, con l’intenzione di sparargli, ma le sorelle si opposero, intervenendo materialmente in suo favore. La lotta continuò per un paio d’ore. Infine i partigiani si calmarono, non senza avere prima strappato i vestiti al fratello e averli bruciati. Con la sola biancheria intima addosso, corse a piedi scalzi nella neve per un paio di chilometri fino alla casa di un fratello ucraino.

Tolte le restrizioni imposte durante la guerra, i Testimoni si impegnarono con entusiasmo nel servizio di campo. Il primo rapporto del dopoguerra indicò che c’erano 2.500 proclamatori. Nel 1939 ce n’erano stati solo 1.039. Circa metà di essi, però, abitava ora nelle zone annesse all’Unione Sovietica. Così durante sei anni di guerra e occupazione, nel resto del paese c’era stato in effetti un aumento del 400 per cento! Come si rivelarono accurate le parole ispirate del profeta Daniele: “In quanto al popolo che conosce il suo Dio, prevarrà e agirà con efficacia. E in quanto a quelli che hanno perspicacia fra il popolo, impartiranno intendimento a molti”. — Dan. 11:32, 33.

In alcuni luoghi l’interesse per il messaggio del Regno era cresciuto in modo evidente. Riguardo a Poznań, Jan Wąsikowski scrive: “Che gioia e che incoraggiamento fu per i fratelli tornati nel 1945 dai campi di concentramento vedere che un piccolo gruppo di Testimoni era cresciuto fino a raggiungere il totale di circa 600 proclamatori! Dall’unica congregazione attiva nella città ne furono formate tre”.

Gli sviluppi più straordinari, comunque, si ebbero nella parte orientale del paese. Le condizioni di vita erano molto difficili. Un sorvegliante di circoscrizione narra che dopo il suo arrivo nel 1947 vide non solo case bruciate ma anche interi villaggi distrutti. I fratelli abitavano in rifugi sotterranei e cantine. Nondimeno la congregazione cresceva a un ritmo sorprendente. Nel 1945 e nel 1946 la congregazione di Teresin crebbe spesso di 15-20 nuovi proclamatori al mese, e un mese perfino di 42! Nel 1947 aveva già 240 proclamatori. La congregazione di Alojzów ne aveva 190.

Saziata la loro fame spirituale

Pur possedendo pochi beni materiali, i fratelli pensavano di avere bisogno soprattutto di Bibbie e pubblicazioni bibliche. Chi aveva una copia personale delle Scritture Greche Cristiane era fortunato. Alcuni proclamatori avevano solo uno dei quattro Vangeli da usare nel servizio di campo. Ma ben presto giunsero gli aiuti.

Nel 1946 la Società invitò i Testimoni di Stati Uniti, Canada, Svizzera e Svezia a donare vestiario per i compagni di fede dei paesi dilaniati dalla guerra. Essi colsero l’occasione per inviare non solo vestiario ma anche scatole di Bibbie! Poco dopo arrivarono migliaia di copie del libro “La verità vi farà liberi”, oltre a 250.000 copie dell’opuscolo La religione miete la tempesta. Immaginate la gratitudine dei fratelli!

Nella Polonia del dopoguerra la gente aveva un gran desiderio di conoscere la Parola di Dio. Nel 1946 oltre 6.000 proclamatori del Regno erano pronti a fare la loro parte per saziare questa fame. La filiale cercava meglio che poteva di provvedere letteratura, ma siccome non disponeva di impianti tipografici centrali, La Torre di Guardia come pure opuscoli e altri stampati continuavano a essere prodotti nelle varie zone in cui era stato diviso il paese. Anche se le attrezzature erano limitate, i fratelli furono subito ben riforniti dell’essenziale cibo spirituale.

Nuovi campi di attività

Alcuni Testimoni — sia singoli individui che famiglie intere — decisero di trasferirsi in una zona che era stata abitata per anni da tedeschi ma che dopo la guerra era diventata parte della Polonia occidentale. Anche molti polacchi che erano vissuti nella parte orientale della Polonia anteguerra, annessa ora all’Unione Sovietica, si trasferirono in questa regione occidentale. Molti di coloro che erano andati ad abitare in questi nuovi territori accettarono la verità.

Uno degli zelanti Testimoni che servivano in questa zona era Stanisław Kocieniewski, divenuto in seguito sorvegliante viaggiante. Durante la guerra fu rinchiuso in un campo di lavoro tedesco e quando ne uscì era completamente privo di forze. Ma dopo essersi ripreso, era impaziente di rimettersi al lavoro. Si trasferì con la famiglia a Jelenia Góra, e fu la prima famiglia di Testimoni a stabilirvisi. In seguito altri si unirono ad essa e ben presto fu formata una congregazione. Al presente ci sono nove congregazioni in questa città.

Analogamente, Jan Pieniewski e sua moglie si trasferirono a Gorzów Wielkopolski per prestarvi servizio. Il fratello Pieniewski ricorda: “Nel febbraio 1946 intraprendemmo il ministero di casa in casa cominciando dai vicini. Visitammo le prime tre case insieme, dopo di che predicammo separatamente. Mia moglie chiese: ‘Riusciremo mai a percorrere l’intera città?’ . . . Incontrammo un uomo che era disposto a darci una mucca in cambio di una sola copia della Bibbia! Gli portammo la Bibbia ma, naturalmente, non accettammo la mucca”.

Dopo la guerra non tutti i Testimoni di origine tedesca che abitavano in Polonia decisero di tornare in Germania. Per alcuni di loro fu una bella impresa imparare il polacco. Ma la Società li aiutò a compiere il ministero di campo preparando dei volantini che presentavano il messaggio del Regno sia in polacco che in tedesco. D’altra parte, quando una sorella polacca e la sua famiglia tornarono dalla Francia e si stabilirono vicino a Wałbrzych, furono loro a sentirsi come degli stranieri, poiché nella zona abitava moltissima gente di lingua tedesca. Ma prendendo l’iniziativa di dare testimonianza, la sorella stabilì subito il contatto con i fratelli tedeschi. “Che gioia”, disse. “Andavamo con loro nel ministero di casa in casa, visitando regolarmente gli interessati e tenendo studi biblici”.

Visto che nella loro zona c’era bisogno di predicatori della buona notizia, molti proclamatori cominciarono a fare i pionieri. Zofia Kuśmierz scrive: “Non c’erano Testimoni nella zona, così intrapresi il servizio a tempo pieno. Trascorrevo cinque giorni la settimana nel territorio . . . La gente mostrava vivo interesse. Certi anni riuscii ad aiutare 20 persone ad accettare la verità”.

Il territorio era vasto. Non c’era ancora nessun mezzo di trasporto. Ma Jan Skiba rammenta: “Raggiungevamo molti piccoli centri a piedi, percorrendo da 30 a 40 chilometri nella sola andata. Uscivamo di casa alle cinque di mattina, lavoravamo fino al tramonto e spesso tornavamo a tarda notte. A volte invece dormivamo da qualche parte sulla paglia”. Raggiungevano luoghi dove nessuno aveva mai predicato la buona notizia. Entro un anno circa dalla fine della guerra, i Testimoni predicavano in ogni parte del paese. Nel marzo 1946 la Polonia fece rapporto di 6.783 proclamatori del Regno!

Provvedimenti che favorirono l’aumento

Durante la seconda guerra mondiale i fratelli della Polonia non ebbero nessun contatto diretto con la sede centrale dei Testimoni di Geova. Perfino la filiale svizzera, a cui era stata affidata la sorveglianza di molti paesi europei, aveva ricevuto solo informazioni limitate dai Testimoni abitanti nei territori occupati dai tedeschi. È pertanto comprensibile che i Testimoni polacchi sapessero poco dei cambiamenti organizzativi effettuati in altre parti del mondo.

Tuttavia, malgrado gli ostacoli sorti nel dopoguerra, non appena l’ufficio di Łódź riuscì ad avere le informazioni necessarie, i cambiamenti furono effettuati con rapidità. Prima di allora si era data maggiore importanza alla distribuzione di letteratura. Ma l’Informatore (ora Il ministero del Regno) polacco del maggio 1946 spiegò come fare visite ulteriori efficaci, come studiare le pubblicazioni bibliche con gli interessati e come fare rapporto correttamente. Furono fatti cambiamenti anche nelle adunanze di congregazione. Venne introdotto un Corso di Ministero Teocratico, ora chiamato Scuola di Ministero Teocratico. Venne spiegata la disposizione delle visite dei servitori dei fratelli (ora chiamati sorveglianti di circoscrizione).

Grazie a questi cambiamenti organizzativi l’attività crebbe. E com’era avvenuto nel I secolo così è avvenuto nel nostro tempo: quando seguivano le istruzioni del corpo direttivo, “le congregazioni erano rese ferme nella fede e aumentavano di numero di giorno in giorno”. — Atti 16:5.

Le nostre prime Sale del Regno

Entro breve tempo dalla fine della guerra, i fratelli cominciarono a cercare locali adatti che una volta ristrutturati potessero essere utilizzati come Sale del Regno. A Poznań si usava già dalla fine del 1945 una sala con 60 posti a sedere. Era difficile trovare materiale da costruzione, ma i fratelli si ingegnarono. Venne riciclato perfino il legno delle casse usate dalla Società per le spedizioni.

Quando era necessario si affittavano sale di circoli, cinematografi o altri locali pubblici. Se non se ne trovavano, le adunanze venivano tenute in appartamenti o case private.

I fratelli amavano la musica ed erano felici di usare questa dote per lodare Geova. Nei primi anni del dopoguerra, alcuni di loro organizzarono cori e orchestre di dilettanti. Quando essi eseguivano dei brani prima delle conferenze pubbliche, a volte interi villaggi venivano a sentire i discorsi.

Assemblee: in via ufficiale e ufficiosa

Le prime due assemblee del dopoguerra in Polonia furono indimenticabili. Una fu tenuta nel giugno 1946 nel villaggio di Borówek, vicino a Lublino. Vi assisterono circa 1.500 persone. Quell’assemblea di due giorni, tenuta in via ufficiosa, fu organizzata dai fratelli in base alla conoscenza che avevano. Come si era dovuto fare negli anni passati, certi fratelli pronunciarono discorsi su argomenti di loro scelta. Altri narrarono esperienze. Che gioia fu per i presenti vedere 260 persone simboleggiare con il battesimo in acqua la loro dedicazione a fare la volontà di Geova!

Lo stesso anno, in settembre, fu tenuta a Katowice un’assemblea nazionale organizzata dalla Società. I presenti furono 5.300. Questo programma fu particolarmente adatto per incoraggiare i fratelli a compiere con zelo un’attività unificata e a svolgere il loro servizio a Geova in un modo che gli fosse gradito.

Arrivano missionari addestrati a Galaad

Il 19 marzo 1947 Stefan Behunick e Paweł Muhaluk, due diplomati della Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead), sbarcarono a Gdynia dalla Jutlandia. Entrambi parlavano discretamente il polacco e si misero subito al lavoro per adempiere l’incarico speciale loro affidato.

Uno dei loro compiti più importanti fu quello di organizzare l’opera di circoscrizione e di distretto. A tal fine dovevano addestrare sorveglianti viaggianti, fratelli che visitassero regolarmente le congregazioni, che compissero l’opera di predicazione insieme ai Testimoni locali e pronunciassero discorsi utili e incoraggianti. Venne iniziata l’opera di distretto e si presero disposizioni per tenere assemblee regolari in ogni circoscrizione. Nei pochi anni che seguirono si tennero in tutto il paese decine di queste assemblee. In alcuni casi era possibile utilizzare sale pubbliche, ma quando non se ne trovavano si tenevano le assemblee nella proprietà di qualche Testimone.

Il primo distretto abbracciava tutto il paese. Il suo sorvegliante, Edward Kwiatosz, servì fedelmente Geova nella filiale della Polonia sino alla fine della sua vita terrena avvenuta nel 1992.

Fu attuato un programma per preparare i fratelli a soddisfare varie necessità, e nel 1947 i pionieri furono invitati a Łódź per seguire corsi speciali. Uno dei partecipanti scrisse in seguito: “Le due settimane trascorse alla filiale furono indimenticabili. Ogni giorno ricevevo quello di cui avevo più bisogno”. Quattro di quel gruppo furono invitati a servire le congregazioni come sorveglianti viaggianti.

I missionari non davano solo consigli su questioni organizzative ma si impegnavano anche attivamente nel campo insieme ai fratelli. Nei limiti del possibile visitavano le circoscrizioni e prestavano aiuto in modi pratici. Sorveglianti e proclamatori facevano tesoro del loro aiuto e molti lo ricordano ancora oggi.

Irruzione nell’ufficio di Łódź

Mentre l’organizzazione cresceva i Testimoni si sforzavano di aiutare le persone a trarre beneficio dalla Bibbia. Ma l’opposizione nei confronti della loro attività non cessò neppure ora che vivevano sotto un regime socialista.

Nel febbraio 1946 fu fatta un’irruzione nell’ufficio di Łódź e tutti i fratelli che ci lavoravano furono arrestati. Vi rimasero solo alcune sorelle. L’edificio veniva sorvegliato 24 ore su 24 dagli agenti dell’UB o Urząd Bezpieczeństwa (Ufficio dei Servizi di Sicurezza). Ma una sorella riuscì a inviare un telegramma alla filiale della Svizzera. Attraverso l’ufficio svizzero venne presentato un appello all’ambasciata polacca a Berna. All’epoca le autorità ci tenevano ad essere benviste in altri paesi, per cui nel giro di una settimana i fratelli di Łódź furono rilasciati.

Intanto l’UB (Ufficio dei Servizi di Sicurezza) tentava di indurre i fratelli a collaborare per tenere sotto sorveglianza il clero cattolico, come se fosse il “nemico comune”. Non concepiva proprio il principio della neutralità cristiana!

È interessante notare che quando l’anno successivo i Testimoni tennero un’assemblea nazionale a Cracovia, 7.000 delegati misero un distintivo di forma simile al triangolo viola che era servito a identificare i testimoni di Geova nei campi di concentramento. Non avevano dimenticato né volevano che gli altri dimenticassero quanto erano stati duramente perseguitati sotto il regime nazista.

Il mondo non era degno di loro”

Nel 1946 cominciarono a giungere alla filiale notizie sugli spietati atti di brutalità di cui i testimoni di Geova erano oggetto in varie parti del paese. Particolarmente crudeli furono i reparti irregolari delle Narodowe Siły Zbrojne (Forze Armate Nazionali). La loro attività era diretta non solo contro il governo comunista ma, in seguito all’influenza del clero cattolico, anche contro i testimoni di Geova. Quello che esigevano somigliava sorprendentemente a ciò che Satana voleva da Gesù Cristo. Satana gli suggerì: ‘Fammi solo un atto di adorazione’. (Matt. 4:9, 10) Questi reparti irregolari cattolici chiedevano: ‘Fa solo un atto di adorazione per mostrare che sei cattolico’.

Il 1° marzo, ad esempio, la quindicenne Henryka Żur, che abitava vicino a Chełm, accompagnò un fratello della sua congregazione a visitare alcuni interessati in un villaggio dei dintorni. Sarebbe stata la sua ultima visita ulteriore. Caddero entrambi nelle mani di membri delle Narodowe Siły Zbrojne che passavano la notte nel villaggio. Il fratello fu picchiato duramente ma ebbe salva la vita. La sorella fu orribilmente torturata per ore. “Tu puoi pensare quello che vuoi”, suggerì uno dei suoi torturatori, “fa solo il segno della croce. Altrimenti ti aspetta una pallottola!” Infine, senza avere infranto la sua integrità, la giovane sorella fu trascinata in un bosco lì vicino dove le spararono.

Meno di tre settimane dopo, la sera del 18 marzo, una folla inferocita di 30 persone irruppe nella casa di Jan Ziemcow, nella Polonia orientale. Dapprima costoro tentarono di costringere la famiglia ad andare a confessarsi dal prete cattolico del posto e farsi rilasciare da lui una dichiarazione comprovante che si erano confessati. Quando furono presentate le verità bibliche, si infuriarono. Il fratello Ziemcow fu bastonato crudelmente e gli fu ordinato ripetutamente di baciare un crocifisso. Nel tentativo di costringerlo a rinnegare la Bibbia e a tornare alla Chiesa Cattolica, lo picchiarono sino a fargli perdere coscienza. Poi, dopo averlo fatto tornare in sé con acqua fredda, lo ammazzarono letteralmente di botte. Commesso questo omicidio, si misero tranquillamente a sedere e cenarono dopo di che picchiarono gli altri componenti della famiglia sino a far perdere loro i sensi.

Il 12 giugno ci fu un altro assassinio. Aleksander Kulesza, della zona di Podlasie, era andato ad assistere il fratello Kadziela e la sua famiglia, che la notte prima erano stati assaliti. Gli si presentò uno spettacolo agghiacciante. Fece fatica persino a riconoscere le vittime! Dopo aver prestato loro le cure necessarie, il fratello Kulesza e la sua famiglia fecero ritorno a casa, non immaginando d’essere già stati scelti come prossime vittime.

Quella sera una turba circondò la loro casa e, aizzati dal parroco, li malmenò per sei ore. La folla era così decisa a costringere il fratello Kulesza a tornare in seno alla Chiesa Cattolica che lo ammazzarono di botte. Suo figlio Jerzy, che in quell’occasione fu percosso con violenza, due anni dopo intraprese il ministero a tempo pieno e continua ancor oggi questo servizio.

Nel 1947, da un esame degli atti perpetrati contro i testimoni di Geova in Polonia al fine di convertirli al cattolicesimo emerse che 4.000 persone erano state oggetto di maltrattamenti, e che 60 di esse erano state uccise. Le Narodowe Siły Zbrojne avevano compiuto circa 800 aggressioni contro testimoni di Geova nelle loro case. Di questi testimoni di Geova moderni si può dire veracemente, come si poté dire dei testimoni di Geova dell’antichità, che “il mondo non era degno di loro”. — Ebr. 11:38.

“Un settembre che ricorda il ‘Medioevo’”

Gli ecclesiastici cattolici avevano inculcato nei loro greggi una fanatica intolleranza verso tutto ciò che non era in armonia con la religione cattolica. Poiché rappresentavano la religione prevalente in Polonia, spesso approfittavano ingiustamente di ragazzi delle scuole nonché di adulti, servendosene per compiere atti di violenza collettiva.

Quando nel 1948 i testimoni di Geova tennero un’assemblea di distretto a Lublino, il clero infiammò i suoi greggi asserendo che i Testimoni erano venuti da ogni parte della Polonia per distruggere i santuari cattolici della zona. I fedeli furono invitati a difendere le loro chiese e la loro città. Una folla di fanatici religiosi li assalì. In quell’occasione poliziotti armati, assegnati al servizio d’ordine all’assemblea, spinsero i più facinorosi sulle auto e li trasportarono fino a 30 chilometri fuori città prima di liberarli lontano dalle strade percorse dai mezzi di trasporto.

La situazione fu alquanto diversa il 5 settembre 1948, mentre i Testimoni assistevano a un’assemblea di circoscrizione a Piotrków Trybunalski, una città distante circa 120 chilometri da Varsavia. Erano presenti i fratelli Behunick e Muhaluk, i missionari. Verso le cinque del pomeriggio si era radunata nelle vicinanze una folla numerosa e minacciosa: attendeva che finisse il programma per mettere le mani sui “vescovi”, come chiamavano i missionari. Allorché i Testimoni lasciarono la sala, una folla formata da varie centinaia di persone cominciò a percuotere alcuni, tra cui i missionari, fino a far perdere loro i sensi. I feriti furono portati all’Ospedale della Santissima Trinità, dove vennero medicati. Ma il personale dell’ospedale, influenzato dalle suore, non permise loro di restare all’ospedale.

Inizialmente la stampa non fece parola dell’incidente. Ma poco dopo che erano stati forniti all’Ambasciata Americana a Varsavia i particolari dell’accaduto, le agenzie di stampa negli Stati Uniti riferirono quell’attacco della folla.

Non erano passate neppure tre settimane quasi come nel secondo atto di ‘un settembre che ricordava il “Medioevo”’, per citare le parole di una rivista, quando nella stessa regione accadde qualcos’altro che scosse l’opinione pubblica. Un gruppo di studenti universitari rispose all’invito rivolto dal Ministero dei Beni Culturali di catalogare gli elementi architettonici, le sculture e i quadri che si trovavano nelle vicinanze di Piotrków Trybunalski. Il ministero ottenne il permesso delle autorità ecclesiastiche e gli studenti si misero al lavoro in una chiesa del posto.

Ma a Kamieńsk, una città vicina, per un eccesso di zelo la perpetua del parroco piombò in chiesa e cominciò a insultare gli studenti. Affermò che non erano affatto studenti ma testimoni di Geova, i quali, disse, vanno in giro a spaccare crocifissi, profanare chiese e sconsacrare tombe. Sebbene nessuno di questi studenti fosse un testimone di Geova, il sacerdote ordinò loro di lasciare immediatamente la chiesa. Le voci si diffusero in un baleno in tutti i villaggi vicini. Le spiegazioni non valsero a nulla. Una folla impazzita, armata di bastoni, forconi e pietre, picchiò brutalmente i giovani, mandandone sei all’ospedale.

Questa volta le autorità reagirono prontamente. I fomentatori, incluso il parroco e la sua domestica, furono arrestati e condannati a scontare una lunga pena detentiva. Questo episodio servì almeno a frenare gli sforzi del clero di usare la violenza della folla contro i Testimoni.

Molestati dalle autorità

Ancora una volta, però, stava avvenendo un cambiamento drammatico nella situazione politica in Polonia. Quelli che stavano andando al potere cercarono di asservire la religione allo Stato.

Come si è detto, nel febbraio 1946 un funzionario dell’ufficio provinciale dei Servizi di Sicurezza di Łódź aveva cercato di assicurarsi l’aiuto dei Testimoni per spiare la Chiesa Cattolica, ma i Testimoni si erano rifiutati. Quando un agente della polizia segreta tornò alla filiale quattro mesi dopo, insisté di nuovo perché i fratelli collaborassero, promettendo che i testimoni di Geova avrebbero avuto le sale migliori per le adunanze se facevano quello che voleva la polizia ma avvertendo che, in caso contrario, ci sarebbero state gravi conseguenze. “Nessuno può fermarci”, disse con tono minaccioso mentre se ne andava.

Successivamente il permesso di tenere certe assemblee fu revocato; in altri casi la polizia tentò di disperdere quelli che venivano per assistervi. Nel maggio 1949, durante un’assemblea di circoscrizione tenuta vicino a Chełm, la polizia ordinò di interrompere il programma. I fratelli incaricati proseguirono e così furono arrestati. I Testimoni si radunarono di nuovo l’ultimo giorno e il discorso del battesimo fu pronunciato da un fratello che aveva preso il posto di uno che era stato arrestato. Quel pomeriggio circa mille persone vennero al discorso pubblico. La polizia arrestò un oratore dopo l’altro. Non appena uno veniva portato via, un altro prendeva il suo posto. Prima che finisse la giornata, si erano alternati 27 oratori!

Espulsi i missionari

Il 24 luglio 1949, due anni e quattro mesi dopo il loro arrivo in Polonia, Stefan Behunick e Paweł Muhaluk furono costretti a lasciare il paese. Nei suoi appunti su quegli anni di servizio il fratello Behunick scrisse: “Ora, nel 1949, il lavoro nella filiale è già organizzato meglio. C’è maggiore cooperazione fra le congregazioni. Abbiamo già tre distretti e in giugno abbiamo avuto 13.699 proclamatori, il doppio di quelli che c’erano al nostro arrivo nel 1947. Ci sono 710 congregazioni attive, e nella filiale lavorano 45 persone. La nostra attività è tollerata e la predicazione di casa in casa continua”.

In effetti l’attività dei Testimoni era stata tollerata più a lungo del previsto. Un anno prima, nel 1948, il ministro della Giustizia aveva parlato sul soggetto “Libertà religiosa nell’Unione Sovietica”. Durante il suo discorso, pronunciato nell’aula della corte distrettuale di Łódź, aveva dichiarato che le minoranze religiose nell’Unione Sovietica si erano sciolte unilateralmente e volontariamente e si erano unite alla chiesa riconosciuta ufficialmente dallo Stato. I testimoni di Geova interpretarono questo ‘scioglimento volontario’ delle minoranze religiose nell’Unione Sovietica come un segno che presto in Polonia sarebbe avvenuto qualcosa di simile. Cominciarono pertanto a prepararsi per l’opera clandestina.

Nello stesso tempo, in armonia con una nuova legge sulle associazioni, i Testimoni presentarono alle autorità uno statuto che descriveva l’attività della Società. Chiesero di registrarlo legalmente in conformità alla nuova legislazione.

Intanto sempre più persone affluivano nell’organizzazione. Si ebbero dieci massimi consecutivi nel numero dei proclamatori, e nel marzo 1950 fecero rapporto 18.116 proclamatori raggruppati in 864 congregazioni. Quell’anno alla Commemorazione della morte di Cristo assisterono 28.918 persone, una chiara prova che in Polonia c’erano ancora molti che potevano diventare adoratori di Geova!

Neanche pensare di cedere alla paura

Poi, la notte del 21 aprile 1950 un folto gruppo di agenti dell’UB fece irruzione nella filiale di Łódź entrando da una finestra. Essi sostennero che quelli che lavoravano alla Betel erano spie degli Stati Uniti e che “cercavano di rovesciare con la forza il governo della Repubblica Popolare di Polonia”. Gli agenti dell’UB perquisirono a fondo i locali per trovare le prove. Naturalmente non trovarono nulla, ma i documenti relativi all’attività religiosa dei Testimoni furono confiscati. Il giorno dopo vennero arrestati i direttori della Società.

Quelli che erano rimasti alla filiale decisero di stampare più riviste che potevano e di distribuirle alle congregazioni. Usarono tutte le scorte di carta, circa 20 tonnellate, e spedirono la letteratura. Poi nascosero il ciclostile e altre attrezzature, come pure gli schedari. Per continuare l’opera alla filiale in queste circostanze ci voleva un gran coraggio. In quel periodo presunti interessati scrissero lettere chiedendo ai fratelli di incontrarsi con loro in certi punti della città. Il vero obiettivo, però, era semplicemente quello di indurre i fratelli a uscire in strada, dove alcuni della Betel furono effettivamente sequestrati. Dopo d’allora gli altri uscivano dalla filiale solo in gruppo.

La sera del 21 giugno ci fu una nuova irruzione nella Betel. Stavolta furono arrestati quasi tutti. I fratelli furono caricati su un camion scoperto che attraversò Łódź. Gli agenti dicevano con scherno che era come fare una gita in un giorno di festa. “Allora”, propose un fratello, “cantiamo”. E all’improvviso, incuranti delle proteste degli agenti, questi coraggiosi servitori di Geova si misero a cantare: “Chi è fedel, chi è leal, al timor giammai cederà”.

Quella stessa notte le case di centinaia di Testimoni del paese furono perquisite e molti fratelli furono arrestati. I nemici del Regno di Dio volevano smembrare l’organizzazione e mettere a tacere i testimoni di Geova.

Solo dopo che tutto questo era avvenuto il Ministero degli Affari Religiosi annunciò ai mezzi di informazione, il 2 luglio 1950, di avere respinto la domanda per la registrazione dell’Associazione dei Testimoni di Geova in Polonia. Con questo annuncio fu dichiarato arbitrariamente che ora l’organizzazione era sciolta e che i suoi beni sarebbero stati espropriati dallo Stato.

Le camere della tortura dell’UB

Per molti Testimoni questa ondata di arresti e di indagini fu l’inizio di un lungo periodo di torture e sofferenze. Gli investigatori cercarono di costringerli a confessare reati di cui non erano colpevoli, specie quello di collaborare con servizi segreti stranieri. Furono compiuti anche tentativi di persuadere i fratelli a diventare informatori dell’UB. Secondo statistiche non pubblicate dell’UB, il 90 per cento dei “membri della setta”, come li chiama questa fonte, furono oggetto di un trattamento repressivo. Come risultato, il numero di coloro che poterono fare rapporto di servizio di campo scese temporaneamente della metà.

Wilhelm Scheider fu interrogato ininterrottamente per otto giorni e otto notti. Picchiandolo in modo disumano, gli investigatori cercarono di costringerlo a dichiararsi colpevole delle accuse che avevano inventato. Quando perdeva i sensi lo facevano tornare in sé rovesciandogli addosso dell’acqua fredda. Non gli diedero né da mangiare né da bere e lo costrinsero a stare in ginocchio per 72 ore di seguito. Successivamente venne trasferito da Łódź a Varsavia e poi fu gettato nudo in un’angusta cella sotterranea dove non poteva stare né seduto, né sdraiato, né in piedi e dove rimase 24 giorni. In un ulteriore tentativo di farlo cedere, l’UB arrestò e maltrattò sua moglie e sua figlia. Ma nulla poté infrangere la sua integrità.

Lo stesso trattamento fu inflitto ad Harald Abt, il segretario della filiale. Fu interrogato per sei giorni di seguito, mentre veniva contemporaneamente picchiato sulla testa e preso a pugni nello stomaco. “Anche se hai trascorso cinque anni in un campo perché eri contro il nazismo, noi riusciremo ugualmente a dimostrare che sei stato un agente della Gestapo”, gli fu detto.

Edward Kwiatosz fu picchiato brutalmente e lo lasciarono tre giorni senza mangiare. Gli uomini spietati che conducevano l’interrogatorio minacciarono di impiccarlo. Non lo fecero dormire per due settimane. Fu picchiato sui talloni con manganelli. Gli ruppero le costole e il naso, il cranio gli si infossò e gli fu perforato un timpano. Fu maltrattato per ben 32 giorni. Ma le intimidazioni non lo indussero ad accusare falsamente i suoi fratelli per trarre egli stesso sollievo. — Confronta Giobbe 2:4.

Altri fratelli subirono maltrattamenti analoghi. Alcuni di questi, mentre venivano interrogati dai loro torturatori, furono fatti sedere su uno sgabello che al centro aveva un chiodo sporgente. Lo chiamavano il “trattamento romano”. Essi subirono tutto questo solo perché erano testimoni di Geova, perché si rifiutavano di firmare dichiarazioni che erano piene di menzogne e di testimoniare il falso contro i loro fratelli cristiani.

Nel 1950 alcuni fratelli furono messi in prigione a Zawiercie per essersi rifiutati di firmare l’Appello di Stoccolma, un documento politico. Il primo ad arrivarvi fu Władysław Drabek di Poręba. Venne rinchiuso in una buia cella sotterranea con l’acqua che gli arrivava al ginocchio. Riusciva a riposare un po’ stando seduto con le ginocchia piegate sopra delle assi in un angolo. Due giorni dopo la cella era piena di fratelli. Si erano tutti rifiutati di firmare l’Appello. Ogni tanto le guardie davano ai detenuti dei secchi in cui urinare e defecare. Se non lo usavano quando glielo davano, non veniva concessa loro una seconda opportunità. È chiaro che dopo qualche giorno l’acqua emanava un tremendo fetore.

Non basterebbe una vita per riferire ogni tipo di maltrattamento di cui i testimoni di Geova furono oggetto dopo gli arresti in massa del 1950. L’integrità dei servitori di Dio fu duramente messa alla prova e non c’è da meravigliarsi se come conseguenza di quel trattamento disumano alcuni morirono.

Fedeli sino alla morte

Il fratello J. Szlauer aveva solo 20 anni quando nell’agosto 1950 fu convocato presso la sede dell’UB a Cieszyn per essere interrogato. Egli rifiutò risolutamente di denunciare i compagni di fede. Deluso, l’agente che gli faceva le domande gli sparò due volte nel corso dell’interrogatorio e dopo un’ora questo giovane servitore di Geova morì. Ma prima di morire riuscì a dire al medico: “L’agente dell’UB mi ha sparato perché sono rimasto fedele a Geova”.

Altri Testimoni soffrirono per anni prima che la morte infine li liberasse. Un sorvegliante viaggiante, Alojzy Prostak di Cracovia, fu arrestato nel maggio 1952 a Stettino. Dopo essere rimasto in stato d’arresto per due anni a Varsavia e a Łódź, era così malconcio e privo di forze che dovette essere ricoverato in ospedale. Dietro suggerimento di un avvocato, nel 1954 la moglie riuscì a farlo dimettere, ma egli morì una settimana dopo. Circa 2.000 persone assisterono al suo funerale. Il fratello che pronunciò coraggiosamente il discorso funebre al cimitero colse l’occasione per protestare contro i sistemi sadici impiegati dagli agenti dell’UB quando interrogavano i Testimoni. Da quel momento in poi fu costretto anche lui a nascondersi per sfuggire all’arresto.

Nel 1956 i rapporti rivelarono che in tutta la Polonia ben 16 fratelli erano morti a causa delle torture inflitte dall’UB o perché era stata loro rifiutata l’assistenza medica. (In seguito si seppe di altri casi). Le spoglie di questi fratelli erano di solito inviate ai parenti in bare chiuse, che non era permesso aprire. In altri casi, i familiari non seppero della morte di un loro caro se non dopo molti mesi.

Processo a porte chiuse

Coloro che sopravvissero a questo trattamento disumano descrissero i tentativi compiuti per costringerli a testimoniare contro i direttori della Società. Sotto tortura due fratelli cedettero e si lasciarono costringere a dichiarare il falso. Ma l’UB fabbricò anche delle “prove”.

Sulla base di queste fu inscenato a Varsavia un processo a porte chiuse che durò dal 16 al 22 marzo 1951. Malgrado il pericolo che correvano, altri testimoni di Geova si riunirono in gran numero davanti al tribunale, sperando con la loro presenza di incoraggiare i fratelli a perseverare fedelmente.

Servendosi di ambulanze, che furono portate fino al cortile interno, le autorità cercarono di far arrivare gli imputati in aula senza che fossero visti. Tuttavia quando i detenuti uscirono dalle ambulanze, figli di fratelli che erano riusciti ad arrivare vicino al muro del cortile gridarono parole di incoraggiamento per ricordare agli imputati che non erano soli.

Sette fratelli sedettero sul banco degli imputati: quattro membri del consiglio direttivo dell’ente giuridico della Società in Polonia e altri tre fratelli che per varie ragioni erano considerati importanti per l’organizzazione. Il pubblico ministero chiese la pena capitale per Wilhelm Scheider. La Corte lo condannò all’ergastolo. Gli altri tre membri del consiglio direttivo furono condannati a 15 anni ciascuno, mentre il resto dei fratelli ricevette condanne più leggere. Furono rinchiusi tutti in un carcere di massima sicurezza.

E poi?

Interessandosi amorevolmente di tutte le congregazioni, due servitori di distretto che erano riusciti a evitare l’arresto, insieme a parecchi altri fratelli esperti, cominciarono a fare progetti per provvedere cibo spirituale ai fratelli. Escogitarono un sistema di comunicazione dimostratosi efficace per quasi 40 anni. Furono nominati sorveglianti di circoscrizione per compiere l’opera svolta in precedenza da quelli messi in prigione e per la fine del 1952, nonostante le continue molestie, il numero di coloro che predicavano ad altri il Regno di Dio era salito a 19.991!

Questo non era ciò che si aspettava la polizia segreta che si era proposta di eliminare i testimoni di Geova dalla Polonia nel giro di due anni. Irritata per il fallimento ideò quello che a suo avviso doveva essere il colpo finale, che avrebbe messo i Testimoni fuori combattimento. Seguì un’altra ondata di arresti. Quattro fratelli del comitato che soprintendeva all’opera nel paese e altri zelanti fratelli e sorelle furono arrestati. Ci si stava preparando per tenere un processo da burla a Łódź.

Nei mesi che precedettero il processo uno dei fratelli morì, parecchi ebbero un esaurimento nervoso e un altro, Zygfryd Adach, fu rimesso in libertà perché in prigione aveva contratto una grave malattia. Il 10 marzo 1955, dopo oltre due anni di preparativi, ebbe inizio il processo che durò cinque giorni. Il processo si concluse con le sentenze più dure dal tempo del processo di Varsavia. Tre fratelli del comitato che soprintendeva all’opera nel paese, Jan Lorek, Tadeusz Chodara e Władysław Szklarzewicz, furono condannati a 12 anni di prigione ciascuno.

Questo spaventò forse gli altri Testimoni facendoli tacere?

I giovani dimostrano fede e coraggio

I giovani Testimoni che andavano a scuola rimasero fedeli anche se a scuola erano bombardati da idee ateistiche e chi resisteva veniva schernito. Il programma scolastico includeva spesso temi politici e la partecipazione a marce o dimostrazioni era obbligatoria. In alcune scuole c’erano corsi militari. Chi per motivi di coscienza si rifiutava di partecipare di solito veniva espulso.

Ma invece di scoraggiarsi, molti di questi giovani Testimoni intrapresero il servizio di pioniere, apportando così un notevole contributo alla diffusione del messaggio del Regno. Nel 1954, con la debita cautela, si tennero con i pionieri varie adunanze speciali della durata di parecchi giorni. Vennero date loro alcune informazioni dei discorsi pronunciati a New York durante l’Assemblea internazionale della Società del Nuovo Mondo del 1953. Come ne furono ristorati spiritualmente! Questo servì a rammentare che facevano parte dell’amorevole fratellanza mondiale del popolo di Geova e ne furono molto rafforzati.

E cosa stavano facendo i fratelli che erano in prigione?

Prigioni: un campo in cui evangelizzare

Władysław Przybysz, messo in prigione per la prima volta dal 1952 al 1956 e scarcerato la quarta volta nel 1969, ricorda: “Chi veniva condannato al carcere si considerava assegnato a un territorio inaccessibile ad altri”. Grazie alla predicazione compiuta dietro le sbarre delle prigioni molti detenuti sentirono parlare di Geova e dei suoi meravigliosi propositi. I fratelli in prigione organizzavano anche piccoli gruppi e disponevano di tenere brevi adunanze ogni giorno. Perfino dietro le sbarre “il numero dei discepoli si moltiplicava”. — Atti 6:7.

Grazie al comportamento esemplare dei Testimoni, ci fu un cambiamento graduale anche nell’atteggiamento di alcuni del personale carcerario. Romuald Stawski ricorda che in una prigione il menu venne cambiato per cui i Testimoni non furono più messi alla prova con cibo contenente sangue. Un giorno furono portati nella cella due grandi recipienti di cibo, uno pieno di sanguinacci, l’altro contenente minestra vegetale. “Questa [minestra] è solo per i Testimoni”, precisò la guardia.

Si spalancano le porte delle prigioni

Nel 1956, tuttavia, l’atteggiamento ufficiale nei confronti dei testimoni di Geova cominciò a cambiare. In primavera un sorvegliante di distretto di Cracovia fu scarcerato e gli fu detto che le autorità erano pronte a trattare con i Testimoni. La cosa venne valutata e fu scelta una delegazione ufficiale formata da tre fratelli per parlare con il Ministero degli Affari Religiosi.

I tre fratelli ribadirono che erano interessati solo ad avere informazioni, poiché gli unici autorizzati a trattare erano i direttori della Società che si trovavano in prigione. Ma il Ministero degli Affari Religiosi non si mostrò disposto a trattare con dei condannati. Anche un secondo colloquio si concluse senza apparenti risultati quando i tre fratelli ribadirono che per quel che riguardava i Testimoni, i direttori in prigione erano innocenti.

Ben presto, però, molti fratelli e sorelle, alcuni dei quali erano in prigione dal 1950, vennero rimessi in libertà. Tra questi c’erano tre membri del consiglio direttivo e i fratelli del comitato che soprintendeva all’opera nel paese e che erano stati condannati più tardi. Infine, nell’agosto 1956, fu liberato anche Wilhelm Scheider. Cos’era accaduto?

Non si trattava solo di cambiamenti politici. I due fratelli menzionati in precedenza che avevano testimoniato il falso ritrattarono la loro testimonianza, e in base a ciò le accuse contro i direttori furono formalmente ritirate. Ma c’era dell’altro. Le autorità vedevano che i testimoni di Geova crescevano di numero, e rapidamente. Entro tre anni il numero dei proclamatori del Regno era salito a 37.411, un aumento dell’87 per cento! In seguito, nel 1972, un agente ben informato dei Servizi di Sicurezza ammise: “Ci rendiamo conto che gli annunci sui processi a carico dei testimoni di Geova e sulla loro propaganda non hanno indebolito l’organizzazione ma, anzi, hanno avuto l’effetto contrario”. La lealtà a Geova aveva fatto ottenere la vittoria.

Accresciuta l’attività malgrado gli intoppi legali

Una volta rimessi in libertà i fratelli si occuparono subito dei bisogni spirituali delle congregazioni e della predicazione pubblica della buona notizia. Fu provveduto ai fratelli Il ministero del Regno, che dava ottimi consigli su come predicare e fare discepoli. Nonostante le difficoltà, le congregazioni venivano visitate regolarmente dai sorveglianti viaggianti e compivano l’attività teocratica con zelo.

La Costituzione polacca garantiva ufficialmente la libertà di praticare la propria religione, e i testimoni di Geova accettarono questa garanzia. Predicare di casa in casa faceva parte della loro adorazione, così vi si impegnarono. Tuttavia la polizia arrestava i fratelli mentre svolgevano il servizio di campo “perché facevano parte di” ciò che essa definiva “un’associazione la cui esistenza, struttura e finalità sono avvolte nel mistero e tenute nascoste allo Stato”. Stava per cominciare una nuova fase nella battaglia legale per la libertà religiosa.

I fratelli ripeterono pazientemente qual era la loro posizione sia in tribunale che nelle lettere scritte alle autorità da loro o dai loro avvocati. Infine, nel maggio 1963, sette giudici della Corte Suprema decretarono: “Sciogliere l’associazione religiosa significa logicamente vietare ogni forma di attività organizzativa ma non influisce sul culto individuale o privato, che non è punibile”. Per i fratelli, questo voleva dire che la predicazione individuale di casa in casa non era da considerarsi illegale.

Ora i Testimoni avanzarono con anche maggior vigore nell’opera di mietitura spirituale. (Matt. 9:37) Il numero dei proclamatori attivi crebbe rapidamente, specie nelle grandi città. Nelle aree scarsamente popolate, invece, la situazione non era altrettanto favorevole. Così i fratelli della Polonia meridionale cominciarono a organizzare gruppi di pionieri ausiliari da mandare in territori dove il bisogno era più grande. In seguito questi vennero chiamati centri di pionieri. Ogni gruppo, consistente di solito in una decina di persone circa, alloggiava in case coloniche di proprietà di fratelli, oppure, spesse volte, in tende.

Questa attività ricevette sempre più slancio poiché almeno una volta all’anno molti proclamatori facevano i pionieri ausiliari recandosi nei centri di pionieri. Gli studi biblici che venivano iniziati erano quindi passati ai proclamatori della congregazione più vicina. Anche oggi si usa a volte questo metodo. È chiaro che ha avuto la benedizione di Geova.

Progresso nel provvedere cibo spirituale

Come un Padre amorevole Geova provvede al suo popolo anche il cibo spirituale, perfino quando esso attraversa momenti di avversità. Malgrado la persecuzione, la letteratura giungeva alle congregazioni con una certa regolarità.

All’inizio, per la duplicazione di letteratura biblica, furono disponibili solo apparecchi manuali molto primitivi. Un fratello rammenta: “La qualità della stampa era scadente e le copie che si potevano fare erano poche. Ci voleva una grande quantità di carta per ciclostilare. Doveva essere portata nel luogo dove si faceva il lavoro e poi le riviste finite dovevano essere distribuite, e tutto ciò, naturalmente, si doveva fare col favore delle tenebre. Se la polizia scopriva uno di questi posti, il padrone di casa e chi faceva il lavoro venivano condannati a parecchi anni di prigione”.

Ma non bastava essere capaci di duplicare la letteratura. Era necessario aumentare la quantità di ciò che veniva stampato e migliorare la qualità della stampa. Così alla fine degli anni ’50 si ottenne una offset Rotaprint, una piccola macchina da stampa; in seguito se ne ottennero altre. Un uomo bendisposto che gestiva una piccola tipografia a Cracovia mostrò ai fratelli come usare la macchina e come preparare le lastre di alluminio. Queste lastre erano molto più resistenti e si potevano fare più copie in meno tempo.

In seguito un fratello divenne esperto nella produzione di lastre con il processo fotochimico, cosa che aveva addirittura imparato all’Accademia Polacca delle Scienze. Poi i fratelli stessi si misero a fabbricare le attrezzature necessarie. E ci riuscirono molto bene. Ora la grandezza dei caratteri si poteva ridurre fotograficamente, il che permetteva di riprodurre una maggior quantità di testo sulla stessa quantità di carta tanto difficile da trovare. Oltre alle riviste si cominciarono a stampare libri, il primo dei quali fu Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato, pubblicato in Polonia nel 1960.

Ci furono molti problemi. Ad esempio, ora occorreva più energia elettrica. Per non destare sospetti, i fratelli disposero di scavalcare il contatore. Ma per motivi di coscienza facevano versamenti anonimi alla società elettrica. In un’occasione la polizia segreta scoprì vicino a Danzica uno dei “panifici” dei Testimoni, come venivano chiamate le tipografie. Quelli che ci lavoravano furono portati in tribunale e accusati, fra l’altro, di avere rubato corrente elettrica. Ma una volta che i fratelli ebbero dimostrato di avere effettuato dei pagamenti anonimi per la corrente usata, questa accusa fu ritirata. Venne data un’eccellente testimonianza.

Secondo le statistiche della polizia segreta, fra il 1956 e il 1969 vennero scoperti e resi inattivi 34 centri di produzione e distribuzione di letteratura dei Testimoni. Uno dei poliziotti di Bydgoszcz si vantò dicendo: “Il Servizio Segreto è organizzato così bene che può localizzare una tipografia clandestina dei testimoni di Geova nel giro di sei mesi”.

Questa era una bella esagerazione. Nondimeno ogni volta che veniva confiscata una Rotaprint era una perdita non indifferente. Queste macchine complesse non venivano fabbricate ovunque in Polonia, e a causa dei controlli governativi era molto difficile comprarle. Perciò gran parte di quelle che abbiamo avuto — una cinquantina — erano state fabbricate dai fratelli, con il sostegno di Geova.

Era possibile indebolire l’organizzazione dall’interno?

Fallito l’attacco diretto, le autorità tentarono di distruggere l’unità dei Testimoni dall’interno. I nemici cominciarono a pubblicare una Torre di Guardia falsificata contenente informazioni che calunniavano i leali servitori di Geova. Un non meglio identificato “comitato di dodici” — servendosi di indirizzi presi dagli archivi dei Servizi di Sicurezza mise in circolazione lettere in cui fratelli in vista venivano violentemente attaccati. Ma le pecore conoscevano la voce del loro Pastore e potevano distinguere tra vero e falso. — Giov. 10:27.

Alla fine degli anni ’50 fu evidente che il disgelo del 1956 stava per finire. Sembrava appropriato dichiarare la buona notizia nelle maggiori proporzioni possibili mentre si poteva ancora fare. Ci furono rimarchevoli aumenti, ma fra alcuni si sviluppò un malsano spirito di competizione. Di conseguenza molti proclamatori nuovi non soddisfacevano le norme bibliche. Per essere considerato proclamatore un interessato doveva solo fare cenno di sì quando gli veniva chiesto se aveva parlato a qualcuno della speranza del Regno, come fanno i testimoni di Geova. Perciò fu coniato lo slogan: “Oggi interessato, domani proclamatore”. Molti non assistevano neppure alle adunanze. Perciò nel marzo 1959 fecero rapporto 84.061 proclamatori, ma il numero dei presenti alla Commemorazione fu inferiore. Una situazione del genere poteva facilmente indebolire la forza spirituale dell’organizzazione. — 1 Cor. 3:5-7.

Furono apportate le debite correzioni. Lentamente il numero dei proclamatori scese, stabilizzandosi infine sui 50.000 circa. Ci vollero quasi 29 anni — fino al gennaio 1988 — prima che si ottenesse un nuovo massimo di proclamatori. Ma questa volta erano veri proclamatori, niente meno che 84.559!

Azioni legali coordinate

Dati i numerosi processi affrontati dai Testimoni, i fratelli presero provvedimenti per coordinare la loro difesa legale. C’erano alcuni avvocati coraggiosi e di talento che erano disposti ad assumerne il patrocinio. Vennero presentati argomenti validi sotto il profilo legale, ma si diede enfasi alle credenze e agli insegnamenti dei Testimoni basati sulla Parola di Dio. Perciò ogni processo fu una testimonianza sia per i giudici che per il pubblico. Romuald Stawski, che si è occupato dei problemi legali dei testimoni di Geova, ricorda che un mese ci furono 30 processi, non inclusi quelli riguardanti la neutralità cristiana. I presenti ai processi dei Testimoni crebbero fino a raggiungere la cifra di circa 30.000 persone all’anno. — Matt. 10:18.

A volte i funzionari governativi esprimevano apertamente il loro odio per i Testimoni. Ad esempio, durante il processo celebrato a Poznań a carico di sei sorveglianti viaggianti, una sorella affermò che il pubblico ministero le aveva detto che se Hitler fosse stato ancora vivo, ‘avrebbe sistemato in fretta la questione dei testimoni di Geova’. Questo pubblico ministero aggiunse in seguito che sarebbe stato disposto a sparare personalmente a centinaia di Testimoni.

Ma per quale motivo? L’attività religiosa dei testimoni di Geova non costituiva assolutamente una minaccia per le autorità. Questo fu chiaramente dimostrato a un altro processo tenuto a Poznań, quando un avvocato della difesa rammentò che nel 1956 una folla aveva preso d’assalto un penitenziario, liberando tutti i detenuti, inclusi tre Testimoni che stavano scontando lunghe condanne. Ma — si leggeva nella minuta del tribunale militare della guarnigione — i tre Testimoni “si erano immediatamente e spontaneamente consegnati alla Milizia popolare”.

Altre “armi” ma nessun effettivo risultato

Le autorità continuarono a cercare qualche “arma” che facesse loro conseguire l’obiettivo di controllare l’organizzazione dei servitori di Geova. Nel 1961 forse pensarono di averla trovata. Promettendo maggiore libertà di movimento, indussero 15 fratelli spiritualmente deboli a fare domanda per ottenere il riconoscimento giuridico di una confessione che agisse in maniera indipendente dall’associazione internazionale dei testimoni di Geova. Ma i fratelli in generale non la sostennero. Due anni dopo la domanda per il riconoscimento fu respinta.

Così gli oppositori ricorsero a un altro stratagemma. Cercarono alcune persone “influenti” che si potessero ricattare. Di nuovo sembrò che riuscissero nell’intento. Trovarono un fratello che occupava una posizione di notevole responsabilità il quale stava violando le norme morali cristiane. I fratelli incaricati di verificare le accuse mosse contro questo sorvegliante furono improvvisamente arrestati. Egli distrusse i documenti che lo incriminavano. Poi altri fratelli cominciarono a ricevere lettere da presunti amici che screditavano certi fratelli rispettati e cercavano di scagionare il colpevole o viceversa. Ovviamente la cosa provocò confusione tra i fratelli, proprio quello che le autorità volevano.

Ma Geova sapeva quello che stava succedendo. (Ebr. 4:13) A suo tempo vennero presentate prove incontestabili per mostrare cosa era effettivamente accaduto, e l’uomo immorale che era diventato una pedina nelle mani degli oppositori fu disassociato. La trappola fallì. Così un’altra arma usata contro i servitori di Geova non ebbe nessun effettivo risultato. — Sal. 124:7.

Nel 1972 gli oppositori pensarono di aver trovato una nuova arma. Un agente dei servizi di sicurezza aveva raccolto per anni materiale diffamatorio contro i Testimoni. Ora se ne servì per scrivere la sua tesi di laurea in lettere. Intitolata “Contenuto e forma della propaganda usata dalla setta dei testimoni di Geova nella Repubblica Popolare di Polonia”, doveva servire in seguito da manuale per la magistratura nella sua lotta contro i Testimoni.

Prima però che venisse conferita la laurea, la tesi doveva essere discussa in pubblico. Si trattava normalmente di una semplice formalità. Ma non appena i fratelli seppero quando e dove si doveva discutere, menzionarono la cosa in preghiera. Malgrado avessero poco tempo per prepararsi, decisero di cogliere questa occasione per difendere il nome di Geova e il suo popolo.

Pertanto il 31 maggio 1972, quando Henryk Skibiński presentò la sua tesi velenosa all’Università di Toruń, i testimoni di Geova erano nell’uditorio. Skibiński affermò che i testimoni di Geova erano nemici dello Stato e dei suoi alleati, che erano spie di una superpotenza ostile e che erano contrari, fra l’altro, alla scienza, alle trasfusioni di sangue e all’evoluzione. Ma si sentì obbligato a menzionare che erano conosciuti come cittadini scrupolosi e onesti. Dopo di lui parlarono il professore che doveva conferire la laurea e gli altri membri della commissione. Quindi fu chiesto ai presenti di esprimersi.

Il fratello Jan Waldemar Rynkiewicz di Bydgoszcz colse l’occasione per parlare a lungo, confutando in maniera esauriente l’accusa che i testimoni di Geova fossero ostili allo Stato e che fossero spie. Evidenziò le incoerenze della tesi di Skibiński e il fatto che aveva presentato i suoi argomenti in modo parziale. (Ad esempio aveva completamente tralasciato di dire che i tribunali avevano messo da parte l’accusa di spionaggio e avevano scagionato molti Testimoni). Inoltre il fratello Rynkiewicz richiamò l’attenzione in particolare sul contributo dato dai Testimoni alla chirurgia che non fa uso di sangue, un altro punto omesso da Skibiński. La commissione esaminatrice accettò i documenti presentati dal fratello Rynkiewicz. Quindi i fratelli Zygmunt Sawicki e Józef Rajchel, pure in mezzo all’uditorio, presentarono coraggiosamente il punto di vista biblico sull’ingerenza del cristiano nella politica e nei conflitti del mondo. Tutti i presenti ascoltarono con viva attenzione. Nel suo tentativo di confutazione, Skibiński perse il controllo e il presidente fu costretto a interromperlo. La laurea in lettere non gli fu conferita, con grande dispiacere dei parenti e degli amici di Skibiński che se ne rimasero lì impalati con i fiori in mano senza nessuno con cui congratularsi.

Così, esattamente 50 anni dopo che i Testimoni avevano avuto il famoso dibattito con i gesuiti a Cracovia, anche un altro gruppo di Testimoni aveva combattuto una battaglia vittoriosa: stavolta con un avversario ateo ma altrettanto accanito. Da quel momento in poi le autorità non cercarono più con lo stesso entusiasmo di giustificare la loro persecuzione dei Testimoni. E anche il modo in cui i testimoni di Geova venivano trattati dai funzionari cominciò a cambiare.

Assemblee nei boschi

Alla fine degli anni ’60, oltre a tenere le regolari adunanze di congregazione in case private, d’estate i Testimoni della zona di Śląsk Cieszyński cominciarono a riunirsi in gruppi più grandi nei boschi. Poco dopo furono prese disposizioni per preparare un programma dell’assemblea unificato, e questi raduni, detti assemblee nei boschi, si tennero in tutto il paese.

Dapprima le autorità perseguirono a termini di legge gli organizzatori e i partecipanti. Ma i Testimoni facevano veramente qualcosa di male? Si limitavano a parlare della Parola di Dio. Col passar del tempo le autorità si abituarono a queste assemblee del popolo di Geova, assemblee che divennero sempre più grandi. In principio vi assistevano solo alcune decine di fratelli, ma durante gli anni ’70 ce n’erano di solito centinaia.

Verso la fine degli anni ’70 il programma cominciò a includere un dramma biblico e, spesso, si prendevano disposizioni per il battesimo. Si cominciarono a usare microfoni, altoparlanti e registratori. In alcuni luoghi queste assemblee assunsero un carattere più normale, essendo tenute in luoghi specifici preparati in anticipo.

Visite di membri del Corpo Direttivo

Alla fine del novembre 1977 Frederick Franz, Theodore Jaracz e Daniel Sydlik, della sede internazionale dei testimoni di Geova, ricevettero il permesso di visitare la Polonia. Era la prima visita ufficiale di membri del Corpo Direttivo. Essi parlarono in varie città a sorveglianti, pionieri e ad alcuni che erano Testimoni da molto tempo, narrando del progresso teocratico in altri paesi e rispondendo a numerose domande. In seguito a questa visita le congregazioni incrementarono l’attività del Regno.

L’anno dopo si recarono in Polonia Milton Henschel e Theodore Jaracz. Questa volta essi fecero una visita di cortesia al Ministero degli Affari Religiosi. Negli anni che seguirono il Corpo Direttivo fu in grado di prestare più attenzione all’opera in Polonia e stabilì legami più stretti con i sorveglianti in tutto il paese. Essendo maggiormente a contatto con questa gradita direttiva e influenza teocratica, i fratelli responsabili in Polonia potevano ora mettere in atto disposizioni e prendere provvedimenti per l’organizzazione locale simili a quelli che recano beneficio al popolo di Dio in molti altri paesi. Nello stesso tempo si notò un sensibile cambiamento allorché i rappresentanti del governo cominciarono a mostrare un atteggiamento più tollerante verso di noi e le nostre attività.

Ospiti degli austriaci

Alla fine degli anni ’70 alcuni fratelli furono in grado di assistere ad assemblee di distretto fuori della Polonia, prima a Lilla, in Francia, e poi in Danimarca. Quindi nell’estate del 1980 accadde qualcosa di insolito.

Sebbene l’organizzazione dei testimoni di Geova fosse ancora al bando, circa 2.000 Testimoni ricevettero ufficialmente il permesso di assistere all’assemblea di distretto “Amore divino” a Vienna. I fratelli austriaci li accolsero in maniera ospitale. Nella grande tenda allestita per le sessioni in polacco tutti seguirono il programma con vivo apprezzamento.

Per la conclusione dell’assemblea i vari gruppi linguistici si riunirono tutti nel vicino stadio. Unitamente — ciascun gruppo nella propria lingua — cantarono il cantico “Ti ringraziamo, Geova”. Anche dopo avere partecipato insieme alla preghiera conclusiva, nessuno voleva andarsene. Gli amorevoli padroni di casa austriaci avevano dato ospitalità non solo a fratelli della Polonia ma anche dell’Ungheria, della Iugoslavia e di altri paesi. Ora, fra gli applausi prolungati, i loro occhi si riempirono di lacrime di gioia. Erano veri cristiani che si rallegravano dell’unità che aveva rimosso le barriere così tipiche del vecchio mondo morente!

All’assemblea “Lealtà al Regno” tenuta in Austria l’anno seguente assisterono più di 5.000 Testimoni polacchi. Questa volta i fratelli austriaci si riunirono in una tenda e fecero usare lo stadio agli ospiti. Inoltre fu data agli ospiti polacchi la possibilità di aiutare a organizzare l’assemblea; così poterono farsi una preziosa esperienza che in seguito sarebbe stata loro utile quando avrebbero preparato grandi assemblee in Polonia.

Un decennio di storiche assemblee in patria

Lo stesso anno in cui quei 5.000 Testimoni polacchi tennero sessioni dell’assemblea in uno stadio in Austria, le autorità di Danzica permisero ai Testimoni di tenere un’assemblea nella Sala Olivia. Il 5 luglio 1981 furono presenti 5.751 persone. Quell’anno anche ai Testimoni della zona di Cracovia fu concesso l’uso di un palazzetto dello sport. A Skawina, si tennero due assemblee di distretto “Lealtà al Regno”.

Le cose stavano promettendo davvero bene. Ma purtroppo il 13 dicembre 1981 fu proclamata in Polonia la legge marziale! Poliziotti armati e pattuglie militari furono piazzati in ogni angolo del paese. Tutte le vetture di passaggio venivano controllate. Le adunanze pubbliche vennero vietate. Cosa avrebbe significato questo per noi?

Nelle primissime settimane fu evidente che i Testimoni, conosciuti per la loro neutralità cristiana, avrebbero potuto riunirsi senza difficoltà in case private. Malgrado le restrizioni imposte sui viaggi, i sorveglianti di circoscrizione riuscivano ancora a visitare le congregazioni. La letteratura, pur essendo ancora pubblicata di nascosto, continuava a giungere ai fratelli.

Ma l’estate del 1982 si avvicinava in fretta. Che fare per le assemblee di distretto? Le frontiere erano chiuse, così nessuno avrebbe potuto recarsi in un altro paese. La rigida applicazione della legge marziale escludeva qualsiasi possibilità di assemblee nei boschi. E allora? I fratelli contattarono i proprietari di palazzi dello sport, chiedendo se era possibile affittare questi locali per tenervi assemblee. Il permesso fu accordato! La notizia fu accolta con entusiasmo e in tutto il paese si tennero più di 80 banchetti spirituali.

Nel 1983 si tennero meno assemblee ma di proporzioni più grandi, soprattutto in locali presi in affitto. Per la prima volta i Testimoni di paesi dell’Europa occidentale ricevettero il permesso di assistervi. I presenti furono complessivamente 114.166 e i battezzati 2.388.

I testimoni di Geova avrebbero potuto tenere assemblee internazionali di grandi proporzioni in Polonia? Nell’estate del 1984 i fratelli chiesero alle autorità il permesso di affittare quattro grandi stadi per tenervi assemblee del genere nel 1985. I mesi passavano senza che venisse data alcuna risposta. Sino alla metà di febbraio del 1985 non si sapeva ancora se il permesso sarebbe stato accordato. Alla fine si ricevette l’autorizzazione! Non c’era tempo da perdere. I fratelli si misero alacremente al lavoro per definire tutti i particolari relativi alle quattro assemblee di tre giorni che si sarebbero tenute a Chorzów, Varsavia, Breslavia e Poznań. Vi assisterono oltre 94.000 persone, inclusi centinaia di ospiti provenienti dall’estero. Come si rallegrarono vedendo 3.140 nuovi servitori di Geova fare il battesimo! Il programma, compresi i discorsi pronunciati da quattro membri del Corpo Direttivo, fu seguito con viva attenzione e profondo apprezzamento.

In seguito la televisione polacca produsse due documentari sulla vita e sull’attività dei testimoni di Geova in Polonia. In questi programmi venivano anche presentate scene delle assemblee. Intitolati “Buona notizia in merito al Regno” e “Manteniamo l’integrità!”, entrambi i programmi furono trasmessi dalla rete nazionale.

L’ordine teocratico è rispettato scrupolosamente

Non bisogna concludere, però, che le fonti ufficiali avessero smesso completamente di esercitare pressione. Anche se a livello di congregazione i Testimoni non venivano ostacolati mentre predicavano di casa in casa, i fratelli che occupavano posizioni di responsabilità avevano un pesante carico da portare. Si deve ricordare che l’organizzazione dei testimoni di Geova non aveva ancora il riconoscimento giuridico; ufficialmente il bando non era mai stato tolto. Le assemblee dovevano essere organizzate da fratelli prescelti che ottenevano il permesso per tenerle come privati. Furono fatti tentativi per censurare parti del programma dell’assemblea. Ma questi fratelli erano decisi a non fare nulla senza l’approvazione del Corpo Direttivo.

Nel 1984 sorse un problema inerente ai sorveglianti viaggianti. Un decreto della legge marziale ancora in vigore richiedeva che tutti gli uomini fra i 20 e i 45 anni facessero un lavoro secolare. In base a questa legge i sorveglianti viaggianti furono convocati presso gli uffici governativi provinciali che si occupavano degli affari religiosi. Lì furono presentati ai fratelli dei certificati già pronti contenenti la loro assegnazione di territorio. In apparenza questa sembrava una legalizzazione della loro opera, ma i certificati dovevano essere rinnovati periodicamente, e qualsiasi cambiamento di territorio o di incarico doveva essere comunicato. I fratelli respinsero fermamente questa disposizione. Il loro incarico come pastori del gregge era di natura teocratica, non soggetto ad essere approvato o regolato dalle autorità secolari.

Cibo spirituale in abbondanza

Oggi i testimoni di Geova in Polonia hanno della bella letteratura da usare nello studio personale o nel ministero pubblico. Ma non è stato facile arrivare a questo. Per anni le loro attrezzature per la stampa venivano confiscate ogni volta che venivano trovate. Poi le autorità cercarono di ottenere almeno un controllo semiufficiale su ciò che veniva prodotto dai fratelli nei loro “panifici”, o tipografie.

Tuttavia i fratelli fecero una proposta: che venisse accordato loro il permesso di importare dall’estero i libri, gli opuscoli e le riviste. Come altre pubblicazioni religiose esse non sarebbero state, secondo la legge, soggette alla censura. Dapprima questa sembrò una meta irraggiungibile, nonostante i fratelli dessero risalto al valore educativo della loro letteratura basata sulla Bibbia. Ma infine la loro tenacia fu premiata.

Nel 1984 fu accordato il permesso di importare dagli Stati Uniti fino a 60.000 copie del Mio libro di racconti biblici. Successivamente i fratelli ricevettero l’autorizzazione per ricevere un numero anche maggiore di opuscoli “Ecco, faccio ogni cosa nuova” e Il nome divino che durerà per sempre. Per poter importare il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca ci volle più tempo, ma immaginate quale gioia provarono ricevendone 250.000 copie! Da allora in poi, nella maggioranza dei casi, libri e opuscoli sono stati provveduti, di solito con meno difficoltà, dalla filiale tedesca della Società a Selters/Taunus. Nel 1989 si aggiunse il libro Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?, un soggetto appropriato anche se controverso nei paesi atei.

A metà del 1988, quasi un anno prima che la Watch Tower Society divenisse l’ente legale che rappresentava i testimoni di Geova in Polonia — cominciarono ad arrivare regolarmente l’edizione a colori quindicinale della Torre di Guardia e quella mensile di Svegliatevi! Al presente ne arrivano centinaia di migliaia di copie, e il numero aumenta di continuo. In tutto il paese le persone sono abituate a vedere i testimoni di Geova che offrono loro La Torre di Guardia e Svegliatevi! in polacco per le strade e nelle stazioni ferroviarie, come pure nelle case. Dal 1° aprile 1989 La Torre di Guardia in polacco è pubblicata simultaneamente all’edizione inglese, come avviene per decine di altre lingue.

Questa enorme quantità di letteratura, di ottima qualità sia nella forma che nel contenuto, ha contribuito a diffondere la buona notizia del Regno di Dio in misura senza precedenti. Il numero degli studi biblici tenuti con le persone di cuore retto si è moltiplicato superando la cifra di 80.000 così che sempre più persone sono aiutate a incamminarsi sulla via che conduce alla vita eterna. Gesù Cristo ha chiaramente spalancato una porta in questo paese. — Confronta Rivelazione 3:7, 8.

Ricompaiono le Sale del Regno

Nei difficili anni del bando, naturalmente, non c’erano state Sale del Regno. Ma al principio degli anni ’80 ricomparvero. Non erano ufficiali e venivano allestite in edifici di proprietà di Testimoni. Nel 1986 si tenne un seminario con i rappresentanti delle congregazioni che avevano già costruito una sala o la stavano costruendo. Furono discussi in modo particolareggiato aspetti tecnici e legali.

Nel maggio 1993 i fratelli avevano 644 Sale del Regno di loro proprietà. Altre 257 erano in affitto e 130 in costruzione.

Finalmente il riconoscimento giuridico!

Nel 1949 la domanda presentata dai testimoni di Geova per ottenere il riconoscimento giuridico era stata respinta dalle autorità governative. Negli anni successivi i fratelli tentarono ripetutamente di ottenere il riconoscimento giuridico per rappresentare meglio gli interessi dei testimoni di Geova in Polonia. Spesso non ricevevano neppure una risposta.

Poi nel 1985, per facilitare l’importazione di letteratura, venne registrata con autorizzazione del tribunale una società chiamata Strażnica—Wydawnictwo Wyznania Świadków Jehowy w Polsce (Watchtower — Casa Editrice della Religione dei Testimoni di Geova in Polonia). Fu un passo importante verso la legalizzazione della nostra attività editoriale.

Nel 1987 fu presentato al Ministero degli Affari Religiosi un nuovo statuto. Era stato preparato con cura sotto la guida del Corpo Direttivo. Seguirono due anni di corrispondenza e di discussioni. Tra i membri della delegazione che parlava con i funzionari c’erano due fratelli che nel 1949 avevano firmato la prima domanda per il riconoscimento. Immaginate la loro gioia quando 40 anni dopo, il 12 maggio 1989, il direttore del Ministero degli Affari Religiosi approvò lo statuto della Strażnica—Towarzystwo Biblijne i Traktatowe, Zarejestrowany Związek Wyznania Świadków Jehowy w Polsce (Watchtower Bible and Tract Society, Associazione Religiosa Riconosciuta dei Testimoni di Geova in Polonia)! Tutti i mezzi di informazione riportarono la notizia e in ogni parte del mondo i testimoni di Geova se ne rallegrarono.

Il consiglio direttivo originale dell’Associazione era formato da Harald Abt, Zygfryd Adach, Stanisław Kardyga, Edward Kwiatosz, Franciszek Mielczarek, Antoni Tomaszewski e Adam Wojtyniak. Tuttavia negli anni successivi all’approvazione dello statuto due di questi fratelli, Harald Abt * ed Edward Kwiatosz, erano morti, dopo aver servito Geova fedelmente sino alla morte. Furono sostituiti da Wiesław Jaśko e Jan Klaudiusz Skowron.

Ottenere il riconoscimento giuridico dalle autorità secolari era importante qui in Polonia, ma, naturalmente, è secondario rispetto all’essere riconosciuti e approvati da Geova Dio, la cui sovranità sarà presto rivendicata davanti a tutta la creazione. — Riv. 4:11.

In proporzioni più grandi che mai

Poco dopo avere ottenuto il riconoscimento giuridico, nell’estate del 1989 si tennero a Varsavia, Chorzów (vicino a Katowice) e Poznań le assemblee internazionali “Santa devozione”. Delegati di quasi ogni continente ebbero la gioia d’essere presenti, incluse migliaia di persone provenienti dai paesi dell’Europa orientale, oltre a cinque membri del Corpo Direttivo. A Chorzów, Poznań e Varsavia il programma per i delegati stranieri fu tradotto simultaneamente in molte lingue. Il numero complessivo dei presenti — 166.000 — e dei battezzati — 6.093 — fu motivo di grande gioia.

Poi dal 9 al 12 agosto 1990 lo stadio Dziesięciolecia di Varsavia fu teatro di un altro evento storico. Il più grande stadio della capitale della Polonia era gremito. I delegati dell’Unione Sovietica sedevano da un lato e i loro fratelli polacchi, i padroni di casa, dall’altro. Fu un’esperienza indimenticabile vedere ciascun gruppo che ascoltava il programma nella propria lingua.

Solo pochi giorni prima il successo dell’assemblea era stato messo in pericolo. Le autorità sovietiche avevano annunciato limitazioni sui viaggi per i propri cittadini che si recavano in Polonia. Le agenzie di viaggio sovietiche avvertirono i Testimoni che al confine sarebbero stati rimandati indietro. Ma confidando in Geova i fratelli continuarono a fare i preparativi per l’assemblea. Appena in tempo, la data in cui sarebbero andate in vigore le limitazioni sui viaggi fu posticipata a dopo l’assemblea. Immediatamente più di 17.000 Testimoni sovietici si riversarono oltre il confine. Il ricco e prelibato programma spirituale a cui assisterono li compensò largamente dei sacrifici che avevano fatto per essere presenti.

Questa non fu affatto la fine. L’anno dopo, il 1991, si tennero altre assemblee, questa volta in un numero maggiore di città. Di nuovo fu evidente la benedizione di Geova. Sei giorni prima che iniziasse l’assemblea a Chorzów, sulla torre dello stadio venne appeso un grande cartellone che annunciava l’imminente concerto in programma nello stadio di un famoso gruppo rock. Vi erano raffigurati immagini e simboli satanici. Il Comitato dell’assemblea protestò varie volte, chiedendo che fosse tolto, ma invano. Fu rivolta una sentita preghiera a Geova. Durante la notte un’improvvisa raffica di vento mandò in pezzi il cartellone, e così il problema fu risolto!

Lo stesso anno oltre 22.000 delegati polacchi erano fra i congressisti presenti alle assemblee di Budapest, in Ungheria, di Leopoli, in Ucraina, e di Praga, in quella che è ora la Repubblica Ceca. Come furono felici di queste opportunità di godere la compagnia di altri componenti della fratellanza mondiale!

Cosa si poteva fare per avere in Polonia un centro adeguato dal quale provvedere sorveglianza alle congregazioni e dirigere la loro predicazione della buona notizia?

Una filiale per la Polonia

Dopo la chiusura dell’ufficio di Łódź nel 1950, per quasi 40 anni i reparti che si trovano generalmente in una filiale non erano sotto un unico tetto ma in vari luoghi. Una volta riconosciuta l’Associazione Religiosa dei Testimoni di Geova, le cose poterono cambiare. Come ufficio temporaneo da cui dirigere l’opera fu scelta una casa situata al numero 17 di Via Prosta a Marki, vicino a Varsavia. Poi si cominciò a cercare un luogo in cui costruire una filiale permanente.

Nell’ottobre 1989 venne acquistata una proprietà adatta, che comprendeva un motel abbandonato, nella cittadina di Nadarzyn, una ventina di chilometri a sud-ovest di Varsavia. L’Ufficio Progetti di Zona che la Società ha in Europa fece i disegni e i lavori cominciarono subito. A volte nel cantiere lavoravano fino a 600 volontari. Così nell’arco sorprendentemente breve di un anno e otto mesi, fu portato a termine un complesso dove la famiglia Betel poteva abitare e lavorare. Il 28 novembre 1992 i nuovi locali furono dedicati ufficialmente.

Chi osservava rimase sbalordito dall’efficienza dei fratelli e dal modo in cui lavoravano. Un articolo pubblicato dal giornale Gazeta Stołeczna (Giornale Metropolitano) e intitolato “Nella via di Dio” faceva questo commento: “I lavori procedono a pieno ritmo; nessuno se ne sta in giro con le mani in mano. Tutti portano il casco di protezione mentre lavorano. Il giorno precedente a quello in cui si deve fare la gettata per i pavimenti, i carpentieri lavorano tutto il tempo necessario per finire le armature esterne. È impensabile che i volontari che verranno a lavorare il giorno dopo debbano perdere tempo. . . . Il principale obiettivo dei Testimoni è quello di portare la buona notizia a tutti quelli che la desiderano. I costruttori della Casa Betel non dimenticano la loro missione. Dopo il lavoro alcuni prendono la Bibbia e qualche numero della Torre di Guardia e vanno a predicare la Parola di Dio di casa in casa. Hanno regolari conversazioni bibliche con molte persone a Nadarzyn e nelle vicinanze”.

I fratelli della Polonia sono grati a Geova di essere riusciti a portare a termine questi lavori. Hanno fiducia che la nuova filiale faciliterà l’attività teocratica in Polonia. Desiderano anche esprimere la loro gratitudine alla fratellanza mondiale che con le preghiere e con le azioni li ha aiutati, in tanti modi diversi, a perseverare per vedere questi giorni.

Decisi a continuare a perseverare

Gli sforzi degli oppositori, religiosi e non, di eliminare i testimoni di Geova sono falliti. Oggi i Testimoni sono per grandezza il terzo gruppo religioso della Polonia! Gran parte della popolazione che non è testimone di Geova ha parenti o conoscenti che lo sono. Negli ultimi anni i mezzi di informazione hanno detto e scritto molto sui Testimoni, di solito in modo obiettivo e spesso persino favorevole. A questo hanno contribuito soprattutto le grandi assemblee. Ma i fratelli sono diventati anche più esperti nel provvedere informazioni utili ai mass media.

Nello stesso modo, all’inizio del 1991, furono formati Comitati di assistenza sanitaria. Membri di questi comitati hanno avuto utili scambi di idee con il personale medico di molte grandi città polacche. Come risultato negli ambienti medici l’atteggiamento nei confronti dei testimoni di Geova e della loro posizione riguardo alle trasfusioni di sangue è cambiato in senso positivo. In merito all’ospedale di Skwierzyna, il giornale Ziemia Gorzowska riferiva: “Il personale medico si è abituato ai loro princìpi; nessuno è più trasfuso con la forza”.

Alcuni anni fa centinaia di testimoni di Geova erano in prigione a causa della loro neutralità cristiana. Ora, tuttavia, come predicatori battezzati, ministri ordinati di Dio, i testimoni di Geova in Polonia sono esenti dal servizio militare. L’esenzione è concessa loro dal governo sulla base di un certificato rilasciato dalla Società a quelli che sono idonei. Mentre al presente nessun Testimone va in prigione a causa della neutralità, essi non hanno dimenticato quei detenuti conosciuti in passato che hanno mostrato sincero interesse per la Parola di Dio. Continuano a visitarli, aiutandoli a conformare la loro vita alla Sua volontà.

Che gioia vedere che nel 1993 in Polonia c’è stato un massimo di 113.551 proclamatori! Queste decine di migliaia di Testimoni hanno innumerevoli ragioni per essere grati a Geova! Hanno visto tramandare la verità di generazione in generazione così che oggi alcune famiglie polacche possono andar fiere del fatto che la quinta generazione sta difendendo la causa della verità! Hanno gustato personalmente l’amorevole benignità di una fratellanza cristiana internazionale strettamente unita! Sono stati testimoni di come Geova è stato accanto a loro in momenti molto difficili, dando loro la forza necessaria per rimanere dalla parte del celeste Regno di Dio retto da Gesù Cristo! Raffinati dalle innumerevoli prove e persecuzioni, la loro fede si è rafforzata e la loro fiducia nel Creatore si è approfondita. — Giac. 1:2-4.

Perciò non è con uno spirito di orgogliosa vanteria ma con umile gratitudine per l’amorevole cura di Geova che attestano la veracità della promessa divina: “Qualsiasi arma formata contro di te non avrà successo”. — Isa. 54:17.

[Note in calce]

^ par. 112 L’Azione Cattolica è costituita da gruppi di laici cattolici i quali, sotto la guida o il mandato di un vescovo, sono organizzati per realizzare gli obiettivi religiosi, sociali e politici della Chiesa Cattolica.

^ par. 314 Per la biografia del fratello e della sorella Abt, vedi La Torre di Guardia del 15 ottobre 1980.

[Prospetto a pagina 252]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Proclamatori

125.000

100.000

75.000

50.000

25.000

0

1981 1983 1985 1987 1989 1993

Ore (milioni)

20

16

12

8

4

0

1981 1983 1985 1987 1989 1993

[Cartina a pagina 170]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Danzica

Chojnice

Gorzów Wielkopolski

Bydgoszcz

Białystok

Nadarzyn

Poznań

Varsavia

Łódź

Breslavia

Lublino

Kielce

Katowice

Cracovia

[Immagini a pagina 183]

Qui a Cracovia Franciszek Puchała offrì una considerevole ricompensa a chi fosse riuscito a dimostrare che certi insegnamenti fondamentali della chiesa erano basati sulla Bibbia

[Immagini a pagina 191]

Wilhelm e Amelia Scheider subito dopo avere iniziato il servizio alla Betel in Polonia

[Immagini a pagina 193]

Jan Śmieszko, processato per bestemmia in questo tribunale di Chojnice; il sacerdote che depose contro di lui ammise la sconfitta

[Immagine a pagina 197]

Un gruppo di Testimoni della Polonia meridionale pronti per l’attività, nel 1933

[Immagine a pagina 199]

Quando la rivista “Złoty Wiek” (L’Età d’Oro) fu vietata, i fratelli cambiarono il nome in “Nowy Dzień” (Giorno Nuovo)

[Immagini a pagina 202]

Alcuni di quelli che diedero prova della loro fede nelle prigioni e nei campi di concentramento: (1) Paulina Woelfle, 5 anni. (2) Jan Otre̗bski, 4 anni. (3) Harald ed Elsa Abt; lui, 14 anni, lei, 7. (4) Franz Schipp, 3 anni

[Immagini a pagina 207]

Nel 1940 Jan Sadowski (com’era allora e com’è oggi) colse l’opportunità di dare un’esauriente testimonianza a una folla numerosa in questo cimitero

[Immagine a pagina 215]

Nel 1946, nel dopoguerra, ben 5.300 entusiastici Testimoni polacchi si riunirono a Katowice per un’assemblea

[Immagini a pagina 216]

La filiale di Łódź nel 1948, e la famiglia Betel che vi serviva

[Immagine a pagina 217]

Henryka Żur, tre anni prima che venisse martirizzata per non aver voluto fare il segno della croce

[Immagine a pagina 223]

Paweł Muhaluk (a sinistra) e Stefan Behunick, missionari espulsi dalla Polonia

[Immagini a pagina 227]

Nel 1951, in questo tribunale di Varsavia, furono inflitte ai testimoni di Geova pesanti condanne. Da destra a sinistra in primo piano: Wilhelm Scheider, Edward Kwiatosz, Harald Abt, Wladyslaw Sukiennik e una guardia

[Immagini a pagina 235]

Macchine da stampa costruite e usate dai Testimoni per stampare letteratura biblica quando erano al bando, e un gruppo di sorelle che per molti anni rischiarono la vita e la libertà per stampare e consegnare la letteratura

[Immagini a pagina 238]

Qui all’Università di Toruń, Jan W. Rynkiewicz insieme ad altri due confutò pubblicamente le accuse ingiuriose mosse contro i Testimoni

[Immagine a pagina 240]

Un’“assemblea nel bosco” nel 1981

[Immagine a pagina 251]

Comitato di Filiale della Polonia nel 1992