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Guadalupa

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IMMAGINATE di essere nelle Antille, su un’isoletta a sud della Guadalupa. Vi trovate in una cittadina con appena 6.000 abitanti dove non accade mai niente di interessante. Ma oggi, da un’imbarcazione adibita al trasporto regolare di passeggeri e merci, vengono scaricate sulla banchina tonnellate di tubi di ferro e lamiere di alluminio. In una giornata questo materiale viene trasportato alla periferia della città e montato. È sorta una Sala delle Assemblee che può accogliere quasi mille persone. Non sono necessari cartelli per fare pubblicità all’avvenimento. Tutti sanno che solo un gruppo potrebbe organizzare qui un’assemblea del genere.

Poi, una settimana più tardi, altre tre imbarcazioni attraccano insieme. L’intera città osserva un migliaio di persone — uomini, donne e bambini — dirigersi dalla banchina verso il luogo dell’assemblea. Portano valigie, brandine e taniche d’acqua. Sono testimoni di Geova, venuti in città non solo per assistere all’assemblea, ma anche per parlare della verità biblica agli abitanti. Nel corso degli anni ogni abitante della Guadalupa e delle isole circostanti li ha incontrati spesso.

In che modo la verità biblica giunse per la prima volta in queste isole? Che genere di persone vivono qui? Che tipo di isole abitano?

Un miscuglio di culture

Karukera (isola dalle belle acque) — come la chiamavano i caribi — era il nome della Guadalupa molto prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo nel 1493. Senza dubbio gli indigeni avevano in mente la frescura delle numerose cascate della Guadalupa e la bellezza del mare circostante. Ma parleremo più avanti di un altro tipo di acqua che oggi scorre abbondante in Guadalupa. Ciò che produce è ancora più bello.

La Guadalupa si compone in realtà di due isole e di alcune dipendenze minori (Marie-Galante, Les Saintes, La Désirade, Îles de la Petite-Terre, Saint-Barthélemy e parte di Saint-Martin). Su una carta geografica le due isole principali sembrano una farfalla con le ali spiegate. A ovest c’è Basse-Terre con le sue montagne vulcaniche; a est c’è Grande-Terre, un tavolato costellato di collinette. La loro bellezza è accresciuta dalle spiagge lambite dal mare turchese, dalla campagna verdeggiante e dalle foreste tropicali ricche di cascate.

Gente di diverse razze è sbarcata in Guadalupa. I primi abitanti erano gli arawak; poi arrivarono i caribi e in un secondo tempo i colonizzatori europei. Solo più di 140 anni dopo il viaggio di Colombo, finanziato dalla Spagna, degli europei si stabilirono in Guadalupa; questi colonizzatori erano francesi, non spagnoli. Essi un po’ alla volta eliminarono i caribi, costruirono zuccherifici e importarono schiavi come manodopera.

Politicamente la Guadalupa è un Dipartimento d’Oltremare della Repubblica Francese, e molti francesi sono venuti ad abitare qui in decenni recenti. Ma le isole principali sono in gran parte abitate da neri i cui antenati furono strappati dalle coste africane dai mercanti di schiavi. Circa il 10 per cento della popolazione, però, discende da lavoratori fatti venire in Guadalupa dall’India dopo l’abolizione della schiavitù avvenuta nel 1848. Le isole di Les Saintes e Saint-Barthélemy, due delle sei dipendenze, sono abitate in prevalenza da blancs-pays (bianchi locali), i cui antenati bretoni e normanni furono fra i primi colonizzatori. Ci sono anche alcune famiglie libanesi e siriane che gestiscono aziende commerciali.

La maggioranza della popolazione è considerata cattolica. Tuttavia gli indiani, pur essendo integrati nella comunità cattolica, conservano usanze indù. Qua e là nella campagna si vedono i loro pali sacri con bandiere dai colori sgargianti. Le credenze di molti sono ancora piene di antiche superstizioni tenute vive dai quimboiseurs (stregoni).

Comunque la gente di solito ha rispetto per la Bibbia. Crede che è la Parola di Dio. Per pregare molti recitano brani dei Salmi. Infatti la Bibbia, a volte accanto a una candela accesa, viene spesso lasciata aperta a un salmo che si pensa rechi protezione e benedizione alla casa.

Il miscuglio di varie culture — africana, europea e asiatica — ha dato origine a un modo di vivere caratterizzato da gentilezza e cordialità. Queste buone qualità rendono piacevole conversare con molti degli abitanti che ascoltano volentieri il messaggio del Regno.

Umili inizi

La storia dei testimoni di Geova in Guadalupa è un buon esempio di quello che lo spirito di Geova può fare quando persone sincere e di cuore umile accettano l’invito divino a prendere “l’acqua della vita gratuitamente”. (Riv. 22:17) La Guadalupa era stata visitata dai Testimoni già nel 1936. Ma nel 1938, sulle banchine del porto di Pointe-à-Pitre, si cominciò a dare testimonianza in modo abbastanza regolare.

L’elettrificazione dell’isola era appena iniziata e per le strade si vedeva solo qualche automobile. Nel porto il traffico era intenso. Vi erano ancorate imbarcazioni di ogni tipo. C’era un andirivieni di commercianti e di loro dipendenti, e c’erano gli scaricatori che portavano sacchi voluminosi, casse pesanti e barili enormi. Durante l’intervallo di mezzogiorno, un uomo aveva l’abitudine di sedersi su un gradino all’ombra, circondato da lavoratori. Parlava della Bibbia. Quell’uomo, sulla quarantina, era Cyril Winston. Era sposato ed era nativo della Dominica, un’isola a sud della Guadalupa. Alto, con gli occhi chiari e di bella presenza, parlava tranquillamente in creolo. Era un predicatore a tempo pieno, o pioniere, che inoltre lavorava sodo per mantenere la famiglia.

Condé Bonchamp fu uno dei primi che ascoltarono con attenzione Cyril Winston. “Lavoravamo insieme come scaricatori nel porto”, disse. “A mezzogiorno diversi altri lavoratori ed io sedevamo intorno a Cyril, poiché ci piaceva sentire spiegare la Bibbia. In poco tempo egli radunò un gruppetto della Dominica che lavorava con noi, e organizzò delle adunanze. C’erano cinque presenti”.

Per tenere le adunanze il fratello Winston affittò una stanza nella case di René Sahaï e sua moglie. Nelle Antille la case è una struttura di assi inchiodate su tronchi squadrati, col tetto di lamiera ondulata. All’interno le stanze sono separate da divisori, aperti in alto per far circolare l’aria. Attraverso le pareti divisorie si sentono bene le voci, perciò, nei giorni di adunanza, la signora Sahaï ascoltava i discorsi. Così lei e il marito cominciarono a interessarsi della verità biblica.

Noéma Missoudan (ora Apourou) ricorda il primo contatto con il gruppo: “Ero turbata perché mio marito aveva cominciato a tornare a casa tardi certi giorni. Temevo che potesse interessarsi di un’altra donna. Una sera lo seguii. Era il 25 dicembre 1939. Si introdusse in una case alla periferia di Pointe-à-Pitre. Qualche minuto dopo entrai in quella casa. Che sorpresa trovarmi in mezzo a un gruppo di una decina di persone! Mi sedetti e ascoltai”. Così Noéma cominciò ad assistere alle adunanze. Poiché non c’era luce elettrica, ognuno doveva portare con sé una candela.

Difficoltà in tempo di guerra

Dopo che la Germania aveva invaso la Polonia, il 3 settembre 1939 la Francia dichiarò guerra alla Germania. Le Antille Francesi ne risentirono, perché ben presto il commercio con la Francia praticamente cessò. Nel 1940 la Guadalupa venne a trovarsi sotto l’autorità del governo di Vichy, che collaborava con i nazisti. Le comunicazioni con gli Stati Uniti si interruppero. La Guadalupa non poteva più esportare rum e banane, e neanche importare generi alimentari e altri prodotti. Un quantitativo di pubblicazioni bibliche spedite da New York venne persino bruciato sulle banchine del porto di Pointe-à-Pitre.

Comunque, nel 1940, il gruppetto che si radunava per lo studio biblico alla periferia di Pointe-à-Pitre cominciò a funzionare come gruppo isolato dei testimoni di Geova, sotto la direttiva della Società (Watch Tower). Era il primo gruppo della Guadalupa.

Zelanti e liberi dal timore dell’uomo

Alcuni che assistevano alle adunanze di quel gruppo ben presto fecero propria la verità. Infatti, nel settembre 1940, il fratello Winston battezzò sette persone nel fiume La Lézarde, vicino a Petit-Bourg. Ma perché in un fiume quando c’erano tante spiagge facilmente accessibili? I fratelli pensavano che fosse più appropriato. Gesù stesso non si battezzò forse nel Giordano? Naturalmente, tutto ciò che occorre in realtà è acqua sufficiente per l’immersione. *

Quei primi discepoli della Guadalupa erano sinceri e zelanti, e assolutamente liberi dal timore dell’uomo. Ricordando i primi tempi, il fratello Bonchamp disse: “La domenica uscivamo per compiere l’opera di predicazione. Non avevamo ricevuto nessun addestramento e avevamo ben poca conoscenza; ognuno parlava nel modo che gli sembrava migliore. Convinto che fosse mio dovere convertire quante più persone possibile, mi misi davanti alla chiesa cattolica di Pointe-à-Pitre proprio alla fine della Messa e gridai: ‘Popolo di Pointe-à-Pitre, ascolta la Parola di Geova . . .’ Avevo letto che così predicavano i profeti dell’antichità. Dopo che ebbi parlato per un po’, si radunò una folla. Alcuni ascoltavano mentre altri si misero a fare rumore. La gendarmeria era vicina, e mia moglie ed io fummo arrestati. Passammo la notte nel posto di polizia”. Ma questo non li scoraggiò dal continuare il servizio.

Olga Laaland, un giovanotto di 20 anni, fu un altro che non si tirò indietro quando conobbe la verità. La seconda domenica che si radunava con il gruppetto di Testimoni, si unì a loro nell’opera di testimonianza. Fece progressi e diventò un fratello molto zelante, senza timore dell’uomo. Poiché era dotato di una voce stentorea, non poteva passare inosservato.

Tuttavia le prove di fedeltà che quei fratelli affrontarono non riguardavano solo la testimonianza pubblica.

Prova di umiltà durante l’isolamento

I fratelli disponevano di poco materiale per lo studio biblico. La maggioranza delle 30 persone che costituivano il gruppo isolato di Testimoni locali non aveva ancora raggiunto la maturità spirituale. Le restrizioni dovute alla guerra impedivano ogni ulteriore contatto con la sede mondiale della Società. Per di più, proprio in quel tempo, Cyril Winston si ammalò e ritornò nella Dominica, dove tre mesi più tardi morì. I fratelli lo amavano, però permisero che ora sorgessero fra loro gravi difficoltà. Volevano servire Geova, ma vedevano l’organizzazione soprattutto da un punto di vista umano. Il fratello Sahaï, nella cui casa si tenevano le adunanze, riteneva di esserne il responsabile. Altri non erano d’accordo. Il conflitto giunse al culmine quando, il 29 novembre 1942, la grande maggioranza capeggiata dal fratello Missoudan decise di ritirarsi e radunarsi altrove. Il fratello Sahaï continuò a tenere le adunanze in casa sua. Le divergenze fra i due gruppi non erano dottrinali ma di carattere personale.

Nonostante la spaccatura, entrambi i gruppi partecipavano alla predicazione, e la gente ascoltava. Da entrambe le parti c’erano sorelle e fratelli sinceri. Ma quando non si seguono i princìpi biblici, ci si trova in circostanze che non si addicono ai cristiani. La Bibbia dice: “Ora vi esorto, fratelli, . . . a non avere fra voi divisioni”. ‘Cercate di osservare premurosamente l’unità dello spirito nell’unificante vincolo della pace’. — 1 Cor. 1:10; Efes. 4:1-3.

Durante quel periodo cruciale il fratello Sahaï riuscì a rimettersi in contatto con la sede mondiale della Società. La Società apprezzò questo suo sforzo e anche la tenacia con cui durante la guerra aveva cercato di far arrivare letteratura biblica nell’isola. Il 16 febbraio 1944 fu inviata in Guadalupa una lettera con cui il fratello Sahaï veniva nominato servitore della compagnia (sorvegliante che presiede). Allora aveva 30 anni. Benché di umile condizione e di costituzione fragile, era un uomo molto schietto e risoluto.

Dopo aver nominato il fratello Sahaï perché servisse la congregazione, la Società scrisse all’altro gruppo: “Voi, fratelli, che siete separati . . . , dovreste d’ora in poi unirvi e cooperare con lui per promuovere gli interessi del regno. Come Cristo non è diviso . . . così il corpo di Cristo sulla terra deve essere unito . . . Crediamo che la vostra devozione al Signore e al regno indurrà tutti voi a mettere da parte qualsiasi opinione personale possiate avere al riguardo, ad aspettare che il Signore renda qualsiasi giudizio ritenga necessario eseguire su chiunque sbaglia, e a continuare a servire il Signore”. Ma i tentativi di riconciliazione erano goffi. Non tutti erano d’accordo che il fratello Sahaï avesse i requisiti necessari per assolvere il suo incarico. Anche se molti desideravano che il gruppo fosse unito, era difficile per loro mettere da parte le opinioni personali. Poiché i fratelli mancavano di maturità, il disaccordo continuò fino al 1948.

Nel 1944 la congregazione riconosciuta dalla Società fece rapporto di solo nove proclamatori.

Adunanze veramente pubbliche

Per diffondere il messaggio di verità della Bibbia, nelle dolci sere tropicali i Testimoni pronunciavano discorsi direttamente nelle strade. L’oratore parlava abbastanza forte da essere sentito non solo dall’immediato uditorio ma anche dai passanti di cui attirava l’attenzione. Il fratello Laaland, con la sua voce possente, aveva spesso questo privilegio di servizio. La scena che ricorda è questa: “Dopo il tramonto ci radunavamo insieme in cerchio sotto un albero o a un crocicchio. Nel mezzo del gruppo c’era l’oratore; altri illuminavano la scena con torce. Il programma iniziava con un cantico e la preghiera. Il discorso stesso poteva durare 30 minuti o un’ora, secondo quello che l’oratore aveva preparato. I soggetti non erano molto vari, dato che l’obiettivo principale era abbattere la falsa religione”.

Grazie a queste adunanze, alcuni furono aiutati a conoscere la verità. Ma non tutti apprezzavano i discorsi. A volte, con il favore delle tenebre, la gente lanciava pietre contro il gruppo. Comunque i fratelli non se ne andavano finché l’adunanza non era terminata. Ragionavano: “Se in tempo di guerra i soldati sono pronti ad affrontare i fucili, perché noi non dovremmo essere pronti a ricevere delle sassate per amore della buona notizia?” (2 Tim. 2:3) Alcuni proclamatori furono persino feriti alla testa. Una sera, mentre una sorella illuminava con una grossa lampada a olio l’oratore, una pietra lanciata contro la lampada fallì il bersaglio e colpì alla testa un ascoltatore. Quando poi l’uomo morì all’ospedale, il colpevole fu portato in tribunale e punito severamente.

Un fratello riceve un po’ di addestramento

Nel 1945 il fratello Laaland decise di andare nella Guiana Francese dove viveva sua madre. Non c’era nessuna congregazione vicino a Saint-Laurent du Maroni, dove si stabilì, ma questo non gli impedì di dare testimonianza.

In seguito l’Annuario riferì: “In gennaio due fratelli sono andati nella Guiana Francese. Mentre parlavano con la gente a Saint-Laurent è stato detto loro: ‘Più su lungo il fiume c’è un uomo che parla proprio come voi’. I fratelli hanno noleggiato una macchina per cercarlo e, proprio come era stato riferito, hanno trovato un uomo che era venuto dalla Guadalupa e che pronunciava discorsi pubblici. Egli non aveva letteratura, ma non smetteva di parlare del Regno. Il suo peggior nemico era il prete, che si dava da fare ad avvertire la gente di non stare a sentire quello che diceva quel ‘matto’”.

Quando i fratelli ritornarono a Paramaribo, nel Suriname, dove c’era una filiale della Società, il fratello Laaland andò con loro. Là conobbe dei pionieri che lo incoraggiarono a intraprendere il servizio a tempo pieno. Imparò a coltivare l’interesse e a tenere studi biblici a domicilio. Mentre era a Paramaribo apprese molte cose anche riguardo all’organizzazione teocratica e al suo funzionamento, e scoprì che aveva molto da imparare! Tre mesi dopo ricevette l’incarico di servire come pioniere speciale e fu rimandato a Saint-Laurent.

Si coltiva l’unità dello spirito

Nel frattempo la Società si rendeva conto della pericolosità della situazione esistente in Guadalupa, dove due gruppi si sforzavano di servire Geova ma non erano uniti fra loro. Nel 1947 Joshua Steelman, sorvegliante di circoscrizione di lingua inglese, fu mandato da un’isola vicina a visitare la congregazione di Pointe-à-Pitre. Il fratello Steelman venne accolto con gran gioia e durante la settimana della sua visita 26 proclamatori — evidentemente di entrambi i gruppi — parteciparono insieme a lui al servizio di campo. Ma non parlava francese e, come spiegò nel suo rapporto, i fratelli non erano in grado di leggere e tradurre le istruzioni ricevute in inglese. C’era assoluta mancanza di organizzazione. I fratelli studiavano uno dei libri della Società tre volte la settimana, ma non avevano La Torre di Guardia. Ciò nonostante, fece notare il fratello Steelman, c’era forte desiderio di partecipare al servizio di campo. Tuttavia la sua esortazione tesa a riunificare i due gruppi non ebbe risultati immediati.

Poi nel 1948, dietro richiesta della Società, il fratello Laaland ritornò in Guadalupa. Appena arrivato, si diede da fare per riunire i due gruppi. Alcuni fratelli desideravano così ardentemente la riconciliazione che si alzarono alle 4 del mattino e salirono su una collina a pregare affinché Geova benedicesse gli sforzi per raggiungere l’unità. Quell’anno, verso marzo, l’unità fu ristabilita, dopo oltre cinque anni di divisione. La media dei proclamatori salì da 13 nel 1947 a 28 nel 1948, con un massimo di 46. Come dice Salmo 133:1, “ecco, come è buono e come è piacevole che i fratelli dimorino insieme in unità!”

Non tutti però erano soddisfatti della riunificazione. Qualcuno disse chiaro e tondo che non ne voleva sapere. Alcuni fondarono una setta chiamata “Le Messager de Sion” e poi prepararono volantini che distribuirono davanti al luogo di adunanza dei loro ex fratelli cristiani. Uno dei capi acquistò una motocicletta per poter seguire i Testimoni e intralciare la loro attività mentre svolgevano il servizio di campo. Comunque, durante una di queste spedizioni, si scontrò con un carro trainato da buoi carico di canne da zucchero, e morì all’ospedale. Poi non si sentì più parlare del gruppo.

Ma per coltivare l’unità dello spirito non bastava radunarsi insieme e compiere insieme il servizio di campo. (Efes. 4:1-3) All’epoca le sorelle del posto non potevano portare gioielli, tagliarsi i capelli o assistere alle adunanze senza avere il capo coperto. Questo perché non si erano capiti certi consigli delle Scritture. C’era bisogno di ulteriore aiuto per essere in piena armonia con l’associazione mondiale del popolo di Geova. Qualche aiuto arrivò più avanti nel 1948, quando la Società mandò in Guadalupa due missionari diplomati della Scuola di Galaad.

I primi due missionari

Le autorità francesi concessero a Kenneth Chant e Walter Evans, entrambi canadesi, il permesso di soggiorno per un anno in Guadalupa. Con la loro presenza l’attività della congregazione aumentò. Ma questo suscitò anche opposizione, istigata evidentemente dal clero. All’inizio del 1949 i due missionari ricevettero l’ingiunzione ufficiale di lasciare immediatamente l’isola.

Eppure la loro breve permanenza aveva rafforzato spiritualmente i proclamatori. I fratelli locali capirono meglio i princìpi biblici e cominciarono a fare progressi adeguandosi alle stesse disposizioni organizzative seguite dai testimoni di Geova in tutto il mondo.

Una congregazione a Desbonnes

Un po’ alla volta i semi della verità cominciarono a germogliare fuori di Pointe-à-Pitre, la città più grande della Guadalupa. Il fondamento della seconda congregazione fu posto nel 1941 mentre Duverval Nestor era ricoverato all’ospedale di Pointe-à-Pitre. Lì sentì parlare per la prima volta della verità e la accettò. Dopo il suo ritorno a casa i fratelli continuarono a visitarlo e a rafforzarlo. Un predicatore avventista cercò di dissuaderlo e arrivò a dire: “Pensavo che la tua casa sarebbe stata un bel tempio per il Signore”. Ebbene, quando nel 1948 venne organizzata la seconda congregazione, proprio la casa del fratello Nestor fu usata come Sala del Regno. Si trovava a Desbonnes, centro annidato ai piedi di una montagna, distante 26 chilometri da Pointe-à-Pitre.

Oggi a Desbonnes c’è una fiorente congregazione di oltre 100 proclamatori, che si raduna in una bella Sala del Regno, costruita nel 1989.

Zelante testimonianza a mezzogiorno

A Port-Louis, una ventina di chilometri a nord di Pointe-à-Pitre, Georges Moustache ebbe il privilegio di piantare altri semi della verità del Regno dopo che nel 1943 gli era stata portata la buona notizia. Ricordando quei primi tempi, disse: “Allo zuccherificio di Beauport, ogni giorno durante l’intervallo di mezzogiorno, pronunciavo un discorso estemporaneo nella carpenteria in cui lavoravo. Un anziano seminarista che mi infastidiva un giorno mi lanciò la sfida: ‘Se adori il vero Dio, ecco qui il crogiolo del fabbro acceso; prova a camminare sul fuoco!’ La mia voce rimbombò in tutta l’officina quando replicai: ‘Va via, Satana, poiché è scritto: “Non devi mettere alla prova il Signore, Dio tuo!”’” — Vedi Matteo 4:5-7.

La domenica il fratello Moustache era solito percorrere a piedi molti chilometri per dare ulteriore testimonianza ai compagni di lavoro che desideravano saperne di più. Spesso svolgeva il servizio dalle 8 del mattino alle 7 di sera, a volte senza mangiare. Un capo del gruppetto di avventisti di Port-Louis era fra le persone visitate ogni settimana dal fratello Moustache, e ben presto diventò un Testimone. Anche altri accettarono la verità, fra cui Daniel Boncœur, che continua tuttora il suo fedele servizio, e Alfred Cléon, che ha servito fedelmente come anziano fino alla morte, avvenuta nell’agosto 1993.

Le acque della verità scorrono a Basse-Terre

Negli anni ’40 le acque della verità cominciarono a scorrere, dapprima scarse poi abbondanti, a Basse-Terre, capitale amministrativa della Guadalupa. Mentre si trovava a Pointe-à-Pitre un falegname, Eugène Alexer, sentì Cyril Winston spiegare le verità bibliche. Nel 1948 la famiglia Alexer si schierò dalla parte della vera adorazione. In casa loro a Basse-Terre si tenevano adunanze regolari. Un anno dopo un giovane di nome Verneil Andrémont si unì a loro. Ogni domenica il fratello Missoudan o il fratello Moustache — e in seguito il fratello Laaland — percorrevano in corriera i 60 chilometri da Pointe-à-Pitre a Basse-Terre per aiutare questi interessati. I loro sforzi furono ricompensati. Ora, dopo circa 45 anni, nella zona ci sono otto fiorenti congregazioni: tre a Basse-Terre, una a Gourbeyre, due a Baillif e due a Saint-Claude.

Allo stesso tempo si formò un gruppetto a Le Moule, sulla costa orientale della Grande-Terre, dopo che un fratello di Pointe-à-Pitre era andato lì a dare testimonianza. La famiglia Ruscade fu tra le prime che accettarono la verità in quella zona, e le adunanze si tenevano in casa loro. Anasthase Touchard, il primo del gruppo che diventò Testimone, in seguito si rivelò un anziano molto devoto, e servì come tale fino alla sua morte, nel 1986. Ora nella zona ci sono cinque congregazioni, con oltre cento proclamatori ciascuna.

Un prete attira degli ascoltatori

Una domenica del 1953, dopo che una ventina di proclamatori aveva dedicato la mattinata a dare testimonianza a Lamentin, nella parte nord-orientale della Basse-Terre, venne tenuto un discorso pubblico nella piazza, che naturalmente si trovava davanti alla chiesa. Dopo il cantico iniziale, cominciò il discorso biblico. Infuriato, il prete sbatté le grosse porte della chiesa, sperando di coprire la voce dell’oratore. A causa del botto violento, però, una statua si staccò dalla facciata e andò in frantumi davanti alla chiesa. Doppiamente infuriato, il prete cominciò a suonare tutte le campane. Accorse molta gente. Alcuni erano indignati per il comportamento del prete. Era impossibile continuare il discorso in piazza, ma il proprietario di un negozio invitò l’oratore a pronunciare il discorso davanti a casa sua. Si fece così, e ci fu un buon numero di presenti.

Oggi nella zona ci sono tre fiorenti congregazioni con oltre cento proclamatori ciascuna. Ed è qui che abbiamo costruito la nostra spaziosa Sala delle Assemblee.

Dei ragazzi seguirono l’esempio del clero e cercarono di interrompere i nostri discorsi pubblici. Mentre veniva pronunciato un discorso in campagna, vicino a Sainte-Rose, un gruppo di boy-scout cattolici circondò l’oratore e i pochi Testimoni presenti. Alcuni cominciarono a suonare i fischietti e altri a battere il fondo di grosse padelle di ferro per coprire la voce dell’oratore. Léonard Clément non cercò di gridare più forte; invece proseguì limitandosi a mimare il discorso, facendo gesti e muovendo le labbra. In poco tempo i boy-scout si stufarono e se ne andarono. Allora il nostro fratello continuò il discorso. Anche in questa zona un po’ alla volta si coltivò l’interesse, e ora ci sono tre congregazioni.

La fine di un’epoca

Quelle adunanze all’aperto sono ormai cosa del passato in Guadalupa. Nel 1953, essendo scoppiati tumulti durante alcune adunate politiche, le autorità vietarono tutte le riunioni pubbliche all’aperto e anche l’uso di altoparlanti in luoghi aperti. Da allora in poi i fratelli dovettero trovare altri posti in cui tenere le adunanze.

Ad ogni modo, dal 1938 al 1953, i discorsi pubblici all’aperto contribuirono a dare una poderosa testimonianza pubblica. I proclamatori erano coraggiosi e zelanti nel sostenere quest’attività. Quasi tutti andavano alle adunanze a piedi; alcuni in due su una bicicletta. Quando avevano qualche soldo messo da parte, noleggiavano una corriera per una giornata. In quei tempi su cento proclamatori solo uno possedeva un’automobile, una vecchia Ford.

Il 1954: un anno memorabile!

All’inizio del 1954 il fratello Knorr, allora presidente della Società, e il suo segretario, Milton Henschel, tornando dal Sudamerica fecero scalo all’aeroporto di Pointe-à-Pitre. Era molto presto la mattina, ma i fratelli locali erano lì a incontrarli. Il fratello Knorr li assicurò che appena possibile sarebbero stati mandati altri missionari ad aiutarli.

Non molto tempo dopo la sua promessa fu mantenuta. Il 17 marzo 1954 due passeggeri scesero da un aereo atterrato all’aeroporto di Pointe-à-Pitre. Ma non c’era nessuno ad aspettarli perché il volo aveva un notevole ritardo. I gendarmi però si offrirono di accompagnare i due al lavasecco del fratello Laaland. I viaggiatori, fratelli diplomati di recente alla Scuola di Galaad, venivano dalla Francia. Erano Pierre Jahnke, un fratello alto, e Paul Touveron.

Qualche giorno dopo arrivò anche il fratello Henschel. Intanto la Faith, un’imbarcazione della Società usata dai missionari, era nel porto e l’equipaggio era affaccendato nei preparativi di un’assemblea che si doveva tenere in una scuola locale a partire dal 26 marzo.

Quando iniziò il programma l’atmosfera era gioiosa, anche se i fratelli erano un po’ tesi, preoccupati che tutto si svolgesse nel migliore dei modi. Dopo alcuni discorsi e dimostrazioni venne appeso uno schermo improvvisato. Quindi i presenti videro per la prima volta il film della Società La Società del Nuovo Mondo all’opera. Davanti agli occhi avevano chiare prove che rafforzarono la loro convinzione che questa è l’organizzazione di Dio. Tutti rimasero profondamente commossi vedendo come l’organizzazione opera in pace e unità. Inoltre le sorelle notarono che in altri paesi le loro sorelle cristiane portavano gioielli, anche se con moderazione. I presenti all’assemblea furono pure incoraggiati sapendo che in mezzo a loro c’erano due missionari, fratelli mandati dall’organizzazione e il cui esempio nel servizio di Geova avrebbe rafforzato la congregazione. Quella sera ci fu grande eccitazione, troppo grande per il sorvegliante che presiedeva la congregazione di Pointe-à-Pitre, Clotaire Missoudan. Egli tornò a casa e quella notte morì nel sonno, senza che la moglie se ne accorgesse fino alla mattina.

Il secondo giorno dell’assemblea il fratello Henschel annunciò l’apertura di una filiale della Società in Guadalupa. Doveva curare la predicazione della buona notizia nella Guadalupa e nella Martinica. Pierre Jahnke fu nominato servitore di filiale. Venne così provveduta la direttiva organizzativa più rigorosa di cui c’era tanto bisogno in quelle isole.

Dopo l’assemblea i due missionari si misero al lavoro. Affittarono una casetta di legno per stabilirvi la filiale. In seguito la Società comprò un modesto padiglione nel parco di Raizet, dove l’ufficio rimase fino al dicembre 1966. Oltre a occuparsi del lavoro della filiale, il fratello Jahnke partecipava al servizio di campo a Pointe-à-Pitre, stando quanto più tempo possibile con i fratelli. Nel frattempo il fratello Touveron visitava le congregazioni e i proclamatori isolati come sorvegliante di circoscrizione finché, dopo un anno circa, ritenne necessario tornare in Francia.

Aiuto da una casa missionaria galleggiante

L’apprezzamento per l’organizzazione di Geova fu accresciuto dalle visite periodiche dei missionari che navigavano di isola in isola. Per un decennio la Società ebbe nelle Antille delle imbarcazioni che servivano da case missionarie galleggianti. Prima c’era una goletta lunga 18 metri, la Sibia, sostituita poi da un’imbarcazione più grande, la Light. Fu usata anche un’imbarcazione a due eliche lunga 22 metri chiamata Faith. Benché i missionari a bordo parlassero inglese (e la maggioranza dei proclamatori della Guadalupa no), le loro visite erano molto apprezzate. I proclamatori locali ricordano ancora lo zelo di quei missionari che uscivano insieme a loro, dedicando intere giornate al servizio di campo.

Dal 26 luglio al 7 agosto 1956, durante l’ultima visita a bordo della Light, i missionari predicarono sulle isole Marie-Galante e La Désirade. A Marie-Galante proiettarono il film La Società del Nuovo Mondo all’opera. Uno dei presenti disse: “Se mi aveste dato diecimila franchi, non avreste potuto rallegrarmi il cuore come stasera!”

Pionieri mandati dalla Francia

In Guadalupa e nelle sue dipendenze c’era un ottimo progresso. Affinché l’opera continuasse a espandersi, la Società mandò altri due pionieri dalla Francia. Nicolas e Liliane Brisart arrivarono nel dicembre 1955. Il fratello Brisart ha un carattere dinamico e gioviale. Al loro arrivo furono incaricati di predicare nei sobborghi densamente popolati di Pointe-à-Pitre.

In quel territorio molti vivono in case di legno che poggiano ciascuna su quattro lastroni di pietra per tenere il pavimento alzato di mezzo metro dal suolo. Le case sono tutte vicinissime tra loro. Un giorno, mentre faceva visite nella zona, il fratello Brisart ebbe un incidente che ancora lo fa sorridere. Egli ricorda: “Accompagnavo mia moglie a uno studio biblico che teneva con un’anziana signora, ma la sua casa di legno sembrava più vecchia di lei! Invitato a entrare, mi diressi verso il centro della piccola stanza quando, tutto a un tratto, il pavimento cedette e io sprofondai! Mi profusi in scuse, ma la povera signora era molto più imbarazzata”.

Il fratello Brisart e sua moglie lavorarono quel territorio per otto mesi circa, quindi iniziarono l’opera nella circoscrizione. Nel 1958 furono invitati a frequentare la 32classe della Scuola di Galaad e poi furono rimandati in Guadalupa. Quando nel 1960 il fratello Jahnke si sposò e mise su famiglia, il fratello Brisart diventò servitore di filiale. Egli serve tuttora come coordinatore del Comitato di Filiale, e il fratello Jahnke, che è rimasto in Guadalupa, fa parte anche lui del comitato.

L’opposizione presenta una prova di fede

Poiché l’opposizione religiosa a volte è stata davvero virulenta, molti di coloro che hanno accettato la verità esposta nella Bibbia hanno dovuto prendere posizione in circostanze molto difficili. Flora Pemba fu una di questi. Aveva iniziato a studiare la Bibbia insieme al marito. Ma quando alcuni vicini cominciarono a fare pressioni su di loro, il marito, che aveva una piccola drogheria, smise di studiare per paura di perdere i clienti. La moglie tuttavia perseverò e fece un buon progresso spirituale. L’atmosfera in casa divenne tesa. L’uomo arrivò a minacciare di morte la moglie. Dopo aver scoperto che il marito teneva un grosso coltello sotto il cuscino, lei scappò via, fuggendo per 16 chilometri attraverso la foresta tropicale e le piantagioni di banani, e trovò rifugio presso una famiglia di Testimoni. Mentre si nascondeva lontano dal marito decise di battezzarsi, dicendo: “Se devo morire per la mia fede, voglio essere inclusa fra i servitori di Geova!” Perciò una mattina del 1957, prima del levar del sole, fu battezzata in mare.

Nonostante i tentativi di riconciliazione, perse la sua famiglia carnale. Ma secondo la promessa di Gesù in Matteo 19:29, trovò una grande famiglia spirituale. Questa fedele sorella intraprese il servizio a tempo pieno, e dopo più di 30 anni è ancora pioniera a Lamentin!

Un’assemblea indimenticabile

Nel 1958 a New York, all’assemblea internazionale “Volontà divina”, erano presenti delegati di 123 paesi e isole. Fra loro c’erano 19 Testimoni della Guadalupa. Quello che videro e sentirono accrebbe il loro apprezzamento per l’ordinamento teocratico. Uno di questi delegati, Verneil Andrémont, disse: “Quell’assemblea fu una rivelazione per me. Capii come si dovevano fare le cose”. Il sorvegliante di filiale, esprimendo i sentimenti generali dell’intero gruppo, scrisse: “Tenevamo gli occhi ben aperti per imprimere nella mente tutto quello che riuscivamo a vedere, e così anche gli orecchi per poter capire! Non ci colpirono tanto l’enorme estensione del paese, che stupisce quando si viene da una piccola isola delle Antille, né i giganteschi grattacieli o la straordinaria mole di traffico stradale, quanto l’avere davanti agli occhi la sorprendente vista di grandi folle, sì, tutti i fratelli e le sorelle venuti dai quattro angoli della terra, che adoravano in pace e unità il solo vero Dio. Due enormi stadi pieni!”

Quell’assemblea influì sulla vita dei nostri fratelli anche in quelle che a qualcuno potrebbero sembrare piccole cose. Per esempio, Léonel Nestor, un fratello di 78 anni la cui casa pure serviva come Sala del Regno, sentì la necessità di tinteggiarla affinché rappresentasse meglio l’organizzazione di Geova. Di conseguenza quella Sala del Regno fu la prima casa tinteggiata del villaggio.

Piccoli inizi ad Anse-Bertrand

Fino al 1958 non molti di coloro che abitavano nella zona di Anse-Bertrand, all’estremità nord della Grande-Terre, avevano avuto l’opportunità di udire il messaggio del Regno. Ma quell’anno Marc Edroux mostrò una Bibbia a Donat Tacita, un amico che faceva il fornaio, e disse: “Questo libro è la Parola di Dio!” Entrambi erano cattolici praticanti. In seguito, quando un venditore ambulante offrì una Bibbia a Donat, questi se la comprò e cominciò a leggerla. Non sapeva leggere bene il francese, ma si servì di un dizionario. Inoltre invitò il suo amico Marc Edroux a venire a casa sua, e i due, insieme alla moglie di Donat, ogni mercoledì e sabato leggevano e si sforzavano di commentare la Bibbia.

Desideroso di capirne di più, Donat cercò l’uomo che gli aveva venduto la Bibbia, ma invano. Un vicino però disse che aveva un cugino, Georges Moustache, che era testimone di Geova e sarebbe stato felice di aiutarlo. In base a ciò che apprese dal vicino sui testimoni di Geova, Donat si mise persino a visitare qualcuno per dargli testimonianza, poiché non voleva che la sua fede fosse morta. — Giac. 2:26.

Circa sei mesi dopo, quando seppe dal vicino che i testimoni di Geova avrebbero tenuto un’assemblea nei pressi di Pointe-à-Pitre, Donat, sua moglie e Marc Edroux decisero di assistervi e di battezzarsi. Fino a quel momento non avevano mai incontrato un testimone di Geova. Al loro arrivo i Testimoni li accolsero cordialmente. I tre spiegarono il loro desiderio di servire Geova e di battezzarsi. I fratelli gentilmente fecero loro alcune domande e poi spiegarono che, prima del battesimo, avevano bisogno di uno studio biblico a domicilio. I tre rimasero colpiti dalla calorosa atmosfera fraterna dell’assemblea. Tornarono ad Anse-Bertrand molto rafforzati e determinati. Il loro progresso nello studio biblico fu rapido, e circa sei mesi dopo si battezzarono.

Parlarono con zelo della verità biblica ad altri, ma incontrarono intensa opposizione. Quando il fratello Brisart li visitò come sorvegliante di circoscrizione, il prete cattolico del luogo fece tutto il possibile per impedirgli di rimanere. Il fratello Donat aveva affittato una stanza in cui potessero stare il sorvegliante di circoscrizione e sua moglie. Ma dopo il primo giorno di servizio di campo durante la visita, il prete intervenne e chiese che fosse restituita la chiave. Non riuscendo nel suo intento, andò dal padrone di casa e minacciò di scomunicare sua madre se non si faceva restituire la chiave. Sentendo ciò, la povera donna svenne! L’indomani il prete ritornò alla carica tramite un avvocato, ma senza successo, perché la cosa era illegale. Durante quella visita del sorvegliante di circoscrizione si trovarono diverse pecore e si iniziarono studi biblici. Alcuni mesi dopo, all’inizio del 1960, vi si tenne l’assemblea di circoscrizione, per dare ulteriore testimonianza. Al momento del battesimo, più di 500 abitanti del luogo andarono alla spiaggia a osservare. Quel giorno nessuno andò di casa in casa. Tutti i Testimoni erano giù alla spiaggia, circondati da persone ansiose di saperne di più intorno ai testimoni di Geova e al messaggio che predicano.

Da allora ad Anse-Bertrand sono state formate due congregazioni. Donat Tacita ha servito come pioniere speciale per 22 anni ed è un anziano di Anse-Bertrand.

Cercando un ladro si trova una pecora

Un giorno, all’inizio degli anni ’60, un gendarme si presentò alla casa missionaria di Le Raizet. Stava indagando su un furto che era stato compiuto nelle vicinanze. Il fratello Brisart e sua moglie erano a casa e approfittarono per dargli testimonianza. Dopo aver ascoltato, l’agente chiese: ‘Come faccio a procurarmi una Bibbia? Avete un indirizzo a cui posso scrivere? Le cose di cui parlate sono molto importanti e mi fanno riflettere!’ Ricevette immediatamente una Bibbia, insieme ad altre pubblicazioni. Una settimana dopo scrisse una lettera con molte domande. Ben presto studiava due volte la settimana.

Il fratello Brisart, narrando l’accaduto, diceva: “Anche se il gendarme non trovò il ladro, noi, per immeritata benignità di Geova, abbiamo trovato una pecora!” Ora quell’ex gendarme è anziano in una congregazione di Pointe-à-Pitre.

Un posto per le assemblee

Man mano che l’organizzazione cresceva in Guadalupa c’era un problema che si doveva risolvere. Dove trovare i locali in cui tenere le assemblee? Per più di dieci anni avevamo usato una scuola privata a Pointe-à-Pitre e dei padiglioni a Les Abymes e a Capesterre. Ma questi locali erano diventati troppo piccoli per noi. Dovevamo cercare qualcos’altro.

Vicino al lavasecco del fratello Laaland c’era un terreno inutilizzato. Il proprietario ce lo mise gentilmente a disposizione gratis per l’assemblea di circoscrizione che si doveva tenere alla fine di dicembre del 1964. In pochi giorni erigemmo una struttura in legno con pali conficcati nel terreno e tenuti insieme da assi. Sulle assi stendemmo della tela cerata come copertura del tetto. I lati erano tutti aperti, così era facile accedere ai posti a sedere. La gioia e la diligenza con cui i fratelli locali lavorarono furono molto incoraggianti per i Testimoni venuti ad aiutare. E che benedizione avere quasi 700 presenti: un nuovo massimo! Era ovvio che per le future assemblee avevamo bisogno di locali nostri.

I fratelli progettarono una struttura singolare, usando tubi di ferro per l’intelaiatura e lamiera di alluminio per la copertura. Poteva contenere 700 posti a sedere. E l’intera “Sala delle Assemblee” era portatile! A quel tempo in Guadalupa c’erano circa 450 proclamatori, perciò pensavamo che ci fosse tutto lo spazio necessario.

La struttura fu usata per la prima volta nel gennaio 1966 per un’assemblea tenuta nelle vicinanze di Basse-Terre. Quando arrivò il momento dell’adunanza pubblica, una folla entusiastica di 907 persone si radunò per ascoltare nella Sala delle Assemblee e tutto intorno. Era già troppo piccola! Negli anni che seguirono dovette essere ampliata più volte.

Le assemblee di circoscrizione sovente si tenevano in novembre, un mese piovoso. A causa del cattivo tempo spesso c’era molto fango, e imparammo che era saggio venire muniti di stivaloni! Di solito si preferiva tenere l’assemblea il fine settimana in cui c’era la luna piena, così i fratelli potevano tornare a casa la sera con l’aiuto di quella luce naturale. Al chiaro di luna era più facile anche iniziare lo smontaggio subito dopo l’ultima sessione dell’assemblea.

La possibilità di spostare la sala e così tenere le assemblee in ogni parte del territorio ebbe un ottimo effetto sulla predicazione della buona notizia in Guadalupa. Inoltre montando e smontando la sala tre volte l’anno i fratelli ebbero l’opportunità di imparare a lavorare insieme e di coltivare lo spirito di abnegazione. Senza dubbio Geova benedisse quella disposizione!

Un modo di vivere diverso

Quando nel 1963 Armand e Marguerite Faustini si trasferirono dalla Francia in Guadalupa per svolgere il ministero, trovarono che qui la vita era un po’ diversa. Dapprima erano sorpresi quando i padroni di casa, senza venire alla porta, si limitavano a gridare: “Accomodatevi”. La gente era di condizione umile e aveva poco denaro, ma spesso era lieta di dare frutta e verdura in cambio di pubblicazioni bibliche. Perciò, quando svolgevano il ministero di campo, a volte ai Faustini capitava di portare non solo pubblicazioni ma anche banane, mango, patate dolci e uova.

Furono incaricati di svolgere l’opera di circoscrizione, e il fratello Faustini ricorda: “I fratelli ci accoglievano con molta cordialità, ma in quanto a puntualità, c’era molto progresso da fare. In campagna quasi nessuno aveva l’orologio e perciò stabiliva che ora era guardando il sole. Di conseguenza a volte le adunanze iniziavano anche con un’ora di ritardo. Con il cambiare delle stagioni avevamo delle sorprese!”

Aiuto per Marie-Galante

Lo stesso anno che i Faustini arrivarono in Guadalupa, l’isola di Marie-Galante, circa 40 chilometri a sud di Pointe-à-Pitre, ricevette una testimonianza speciale. Il fratello Faustini insieme a un gruppo di 16 pionieri ausiliari vi trascorse un mese intero dando testimonianza ai 14.000 abitanti dell’isola. Durante il mese fu proiettato diverse volte il film La Società del Nuovo Mondo all’opera. Poi, alcuni anni dopo, dei pionieri speciali furono incaricati di dare testimonianza sull’isola e due di loro, Frédéric Ferdinand e Léo Jacquelin, vi misero su famiglia.

Per dare una mano ai pionieri speciali che si trovavano a Marie-Galante, nell’aprile 1969 decidemmo di trasportare la nostra Sala delle Assemblee sull’isola e di tenervi l’assemblea. Il sorvegliante di circoscrizione, il fratello Faustini, riferì: “È stata un’assemblea unica. Immaginate lo stupore della popolazione di Grand-Bourg, una cittadina di 6.000 abitanti, mentre assisteva all’‘invasione’ di un migliaio di Testimoni scesi da tre imbarcazioni, ciascuno con una tanica di 20 litri d’acqua in mano! In quel periodo di siccità l’acqua scarseggiava e gli abitanti dell’isola erano grati che i visitatori portassero con sé un po’ d’acqua, risparmiando così quella delle cisterne. Era la prima volta che assistevano a una scena del genere: una fila interminabile di persone che dal porto attraversava la città per arrivare fino al luogo dell’assemblea. Gli abitanti di tutta l’isola ricevettero le visite dei Testimoni, in certi casi più volte nella stessa mattinata. In pochi giorni ebbero modo di conoscere e apprezzare l’organizzazione di Dio”. Ora a Marie-Galante ci sono tre congregazioni.

Dopo dieci anni circa il fratello e la sorella Faustini dovettero tornare in Francia. In seguito furono in grado di ritornare nelle Antille, e ora il fratello Faustini è membro del Comitato di Filiale della Martinica.

Le acque della verità raggiungono La Désirade e Les Saintes

Dopo l’ultima visita dell’imbarcazione della Società, la Light, nel 1956, era stata data ben poca testimonianza a La Désirade, un’altra delle dipendenze della Guadalupa. Ma nel 1967 la Società vi mandò i pionieri speciali Médard e Turenna Jean-Louis. L’isola, lunga 11 chilometri e larga 2 e mezzo, era in gran parte arida e priva di acqua corrente, ma ci vivevano 1.560 persone e si doveva offrire loro l’opportunità di udire il messaggio del Regno. Dal 1969 al 1972 altri due pionieri speciali servirono lì. Un altro pioniere speciale, Jacques Mérinon, nonostante le condizioni difficili, perseverò dal 1975 al 1988.

Dopo molti anni fu stabilita una piccola congregazione. Nel 1987 Henri Tallet, un medico, e la sua famiglia servivano lì. Con l’aiuto di molti fratelli, specialmente quelli di Le Moule e Saint-François, egli organizzò la costruzione di una Sala del Regno.

Due anni dopo La Désirade fu devastata dall’uragano Hugo. Un fratello osservò: “La Sala del Regno era gravemente danneggiata. Ma l’amore dei fratelli è venuto in nostro aiuto, e ben presto abbiamo ricevuto il necessario per riparare la sala e le case dei fratelli rimaste danneggiate. Siamo stati i primi sull’isola a iniziare le riparazioni, senza tralasciare l’opera di predicazione, e la gente del territorio se n’è accorta. Da allora quando predichiamo riceviamo un’accoglienza migliore”.

A 13 chilometri dalla Basse-Terre ci sono Les Saintes, isole con 3.000 abitanti. Nel settembre 1970 vi furono mandati due pionieri speciali, Amick Angerville e Jean Jabés. Ci volle molta pazienza, ma finalmente nel 1980 fu stabilita una piccola congregazione, e ora ci sono 18 proclamatori.

Saint-Martin ode la buona notizia

Anche la parte settentrionale di Saint-Martin, circa 250 chilometri a nord-ovest di Pointe-à-Pitre, è una dipendenza della Guadalupa. L’isola è metà francese e metà olandese, ma in genere si parla inglese. Comunque, indipendentemente dalla lingua che parlano, tutti hanno bisogno di udire la buona notizia.

All’inizio degli anni ’40 Georges Manuel, nativo di Saint-Martin, conobbe la verità mentre si trovava in Guadalupa. Nel 1949 un’imbarcazione della Società, la Sibia, gettò l’ancora per la prima volta al largo di Saint-Martin, e l’equipaggio sbarcò per parlare della Bibbia alla popolazione. In seguito Georges Dormoy e Léonce Boirard, capitano del porto, si battezzarono. Nel 1953 c’erano sei proclamatori sull’isola.

Charles Gumbs, pur non essendo molto religioso, fu tra coloro che accettarono delle pubblicazioni. Ma quando lesse La Torre di Guardia si convinse di aver trovato la vera religione. Parlò con suo fratello Jean e sua sorella Carmen di ciò che aveva imparato. Dopo avere studiato per un po’ Carmen Gumbs e sua figlia Léone Hodge si presentarono una mattina alle 7 alla casa missionaria e chiesero di essere battezzate. Convintosi che sapevano quello che facevano, il fratello che era venuto alla porta chiamò un altro fratello, e il servizio battesimale si svolse prima di colazione!

Esse capivano veramente cosa significa dedicarsi a Geova. L’anno dopo, 1959, Léone iniziò il servizio a tempo pieno, seguita poco dopo dalla madre. Oggi, a distanza di 35 anni, queste due fedeli sorelle cristiane sono ancora pioniere speciali.

Una congregazione a Saint-Martin

Col tempo un buon numero di haitiani cominciò a trasferirsi a Saint-Martin per motivi di lavoro. Alcuni accettarono la verità, e nel 1973 venne formata una congregazione di lingua francese. Due pionieri speciali, Jonadab e Jacqueline Laaland, aiutarono a edificarla finché partirono per la Scuola di Galaad.

Poi, nel 1975, ci fu un avvenimento determinante per l’opera del Regno a Saint-Martin. Il 13 e il 14 febbraio fu tenuta l’assemblea nello stadio di calcio di Marigot. Parti della nostra Sala delle Assemblee portatile vi erano state trasportate via mare per provvedere una copertura. Quell’assemblea fece profonda impressione a molti isolani. Li aiutò a riconoscere che i pochi Testimoni dell’isola facevano parte di una grande organizzazione.

In pochi anni, grazie allo sviluppo del turismo, la popolazione di Saint-Martin è cresciuta da 8.000 a 28.000 abitanti. Nella zona residenziale di Marigot è stata costruita una bella Sala del Regno con 250 posti a sedere, e ora sull’isola ci sono due congregazioni di lingua francese.

Opposizione a Saint-Barthélemy

Saint-Barthélemy, 210 chilometri a nord-ovest della Guadalupa, è un’altra delle sue dipendenze. Un tempo l’isola era ricca perché era il centro delle attività dei bucanieri. Oggi è un luogo per vacanze di lusso. Gli abitanti, 5.000 circa, discendono da marinai bretoni e normanni, e anche da coloni svedesi. È gente simpatica; lavorano sodo e sono cattolici devoti. Qualcuno di loro avrebbe accettato il messaggio del Regno?

Nel settembre 1975 Jean e Françoise Cambou, una giovane coppia francese di pionieri speciali, si trasferì sull’isola per dare questa opportunità agli abitanti. Nonostante la forte opposizione del clero, nei tre anni che rimasero sull’isola piantarono in abbondanza i semi della verità. Anni dopo il fratello di Jean, Pierre, e sua moglie Michèle trascorsero due anni a Saint-Barthélemy come pionieri speciali. La loro opera fu fruttuosa. Fu stabilito un piccolo gruppo di studio e di servizio, che poi venne edificato da quattro dinamiche pioniere speciali: Patricia Barbillon (ora Modetin, pioniera speciale insieme al marito nella Repubblica Dominicana), Jéranie Bénin (ora Lima, membro della famiglia Betel della Guadalupa insieme al marito), Angeline Garcia (ora Coucy, incaricata di lavorare il territorio di lingua spagnola della Guadalupa) e Josy Lincertin. Ora in quella congregazione fanno rapporto 18 proclamatori.

Neutralità cristiana

In tutte le nazioni i testimoni di Geova sono neutrali. Poiché non partecipano ai conflitti del mondo, non si addestrano a fare la guerra. Nessun uomo dice loro cosa fare; essi ubbidiscono alla Parola di Dio. (Isa. 2:2-4; Matt. 26:52; Giov. 17:16) Per attenersi a questa Parola i singoli Testimoni devono affrontare prove di fedeltà.

Quando si battezzò verso la metà degli anni ’60 un giovane della Guadalupa sapeva che presto sarebbe andato incontro a una prova del genere. Per rafforzare la sua fede, iniziò immediatamente il servizio di pioniere ausiliario. Allorché fu chiamato per il servizio militare, spiegò alle autorità la sua posizione come cristiano. Il risultato? Fu rinchiuso in prigione, da solo in una cella. Venne minacciato: “Se non cambi parere, rimarrai in prigione almeno per due anni. Inoltre rimarrai solo in cella per tutto il tempo, quindi pensaci bene: da solo per due anni!” Ma il nostro fratello rispose: “Questo è quello che pensate voi, ma io non sarò affatto solo come voi dite! Geova Dio sarà con me e mi rafforzerà con il suo spirito”. Sorpresi della sua risposta, smisero di dargli fastidio. Rimasero colpiti dalla sua fermezza, dalla sua calma e dalla sua buona condotta, e perciò cominciarono a mostrargli rispetto. Si resero conto che niente poteva cambiare la sua decisione di rimanere fedele al “suo Geova”, come dicevano loro.

Passarono i mesi, e arrivò il momento dell’assemblea di distretto del 1966, dal tema “Figli di libertà di Dio”. Che sorpresa quando quel fratello venne rimesso in libertà e assisté all’assemblea dal primo giorno! Durante una delle sessioni raccontò la sua esperienza. Non sapeva che era presente un ufficiale in abiti civili. Dopo la sessione l’ufficiale avvicinò il fratello e si congratulò calorosamente con lui per la fermezza con cui si era attenuto alle sue convinzioni. Poi, rivolgendosi a un altro fratello presente, l’ufficiale disse: “Tutto quello che ha detto il vostro fratello è esatto; tutto si è svolto come ci ha raccontato. Io mi sono occupato del caso. Questo è un uomo di valore, degno di rispetto, fedele al suo Dio, fermo nella sua decisione. Sa quello che vuole, e quando dice no, è no, e niente può fargli cambiare idea”. Poi aggiunse: “Sapete cosa mi ha detto mia moglie? Mi ha detto: ‘Non pensate che l’avete liberato di vostra spontanea volontà. No, è il suo Dio, Geova, che l’ha liberato perché assistesse alla sua assemblea. Il suo Dio, Geova, è più forte del nostro dio!’” L’ufficiale era visibilmente commosso e concluse dicendo: “Vi ammiro, e se in passato avessi avuto l’opportunità di conoscere ciò che voi conoscete di Dio, certo oggi non sarei quello che sono”.

Nuove sfide

Con lo sviluppo del turismo e del commercio, dopo il 1970 la Guadalupa è diventata più fiorente. Nel territorio sono avvenuti dei cambiamenti. Molti si sono trasferiti da altre isole, specialmente dalla Dominica e da Haiti. Nel gennaio 1987 fu necessario formare una congregazione di lingua inglese a Pointe-à-Pitre. Inoltre la gente sembra avere sempre più fretta. Ora nel nostro ministero di porta in porta bisogna usare introduzioni efficaci e dirette per farci ascoltare.

Anche nell’organizzazione teocratica ci sono stati cambiamenti importanti. Nel 1972, in armonia con quello che avveniva in tutto il mondo fra i testimoni di Geova, un corpo di anziani, invece di un singolo sorvegliante, cominciò a soprintendere a ciascuna congregazione. In precedenza si usava dire “la congregazione del fratello Tal dei Tali”. I sorveglianti di congregazione godevano del rispetto di tutti e avevano molta autorità. Comunque questi fratelli accettarono di buon grado i cambiamenti che portarono le disposizioni organizzative in più piena armonia con le Scritture. Dopo il cambiamento il fratello Brisart dichiarò: “Siamo commossi dall’ottimo spirito manifestato dai nostri fratelli. Senza dubbio è stata una prova di umiltà per ciascuno di loro. Siamo orgogliosi di vedere che tutti l’hanno superata brillantemente”.

La Scuola di Ministero del Regno ha pure contribuito a migliorare la condizione spirituale delle congregazioni. La prima classe tenuta nel 1961 in Guadalupa fu frequentata da 19 anziani. Ma 30 anni dopo, quando gli anziani di tutto l’arcipelago si radunarono per ricevere istruzione, erano 300. In media ogni congregazione ora ha cinque anziani che si occupano dei suoi bisogni spirituali.

Questi pastori spirituali hanno dimostrato di interessarsi amorevolmente del gregge non solo in condizioni relativamente normali, ma anche in momenti critici.

Rispetto per la legge di Dio sul sangue

Dato che parte del personale medico non mostra abbastanza rispetto per i diritti dei pazienti, i testimoni di Geova si sono trovati in situazioni difficili nel loro sforzo di ubbidire al comando di Geova di astenersi dal sangue. (Atti 15:28, 29) Gli anziani desideravano offrire maggiore aiuto ai Testimoni che si trovavano in simili frangenti. Perciò, all’inizio del 1987, il Comitato di Filiale ne parlò con due Testimoni che sono anche medici. Era chiaro che ci volevano migliori contatti con il personale medico. Un comitato venne incaricato di occuparsene. Questo si incontrò con gli anestesisti dell’ospedale, e ciò fu molto utile.

Come i testimoni di Geova quasi in ogni parte del mondo, ora i fratelli della Guadalupa hanno dei Comitati di assistenza sanitaria. Diciassette fratelli sono stati ben addestrati per svolgere questo servizio ai seminari tenuti dalla Società.

Un vulcano minaccioso

Altre difficoltà sono state dovute a disastri naturali. Nel 1976 La Soufrière, un vulcano rimasto a lungo inattivo, si risvegliò. All’inizio dell’anno piccole scosse diventarono sempre più frequenti. Verso le 9 della mattina dell’8 luglio si aprì uno squarcio nel fianco della montagna, dal quale si sprigionò una grossa nube di gas e vapore. Cenere vulcanica cominciò a cadere su Basse-Terre e sui villaggi vicini. La gente e il paese furono ricoperti di polvere grigia. Il 15 agosto, per l’intensificarsi dell’attività vulcanica, le autorità ordinarono la completa e immediata evacuazione di 72.000 persone. Solo cinque mesi dopo poterono ritornare alle loro case.

Sette congregazioni furono evacuate. Fu provveduto aiuto immediato affinché i nostri fratelli avessero un alloggio in quei momenti difficili. Proclamatori abituati a radunarsi e a lavorare insieme ora erano dispersi qua e là. Per dare il necessario aiuto spirituale, si tenne un’adunanza speciale con gli anziani e i servitori di ministero. Furono tutti esortati a cercare e trovare i proclamatori delle rispettive congregazioni e a tenersi in stretto contatto con loro. Si presero speciali disposizioni per impedire al gregge di disperdersi. I proclamatori avrebbero assistito alle adunanze di congregazione nella zona in cui erano alloggiati, ma si dispose anche che assistessero allo studio di libro di congregazione tenuto specialmente per loro e presieduto da un anziano o un servitore di ministero della congregazione di origine. Questa si dimostrò una vera benedizione. Neanche una pecora andò smarrita!

Una notte di terrore

Tredici anni dopo ci fu un altro disastro. Il sabato 16 settembre 1989 l’uragano Hugo si abbatté inesorabile sulla Guadalupa. Non era la prima volta che l’isola veniva investita da un uragano. Nel 1966 l’uragano Ines aveva strappato il tetto a quasi tutte le case di legno, e per un mese mancò la corrente elettrica. Ma quello che accadde nel 1989 fu molto più terribile. Per ore l’isola fu investita da raffiche di vento, alcune delle quali raggiunsero la velocità di 260 chilometri orari. Sembrava che la notte non sarebbe finita mai. Quando finalmente sorse l’alba, la vista era terrificante. Le strade piene di detriti sembravano un campo di battaglia. Circa 30.000 persone erano rimaste senza tetto. Fra i Testimoni, 117 avevano perso la casa e quella di altri 300 era gravemente danneggiata. Otto Sale del Regno erano state parzialmente distrutte e altre 14 danneggiate.

In seguito al disastro provocato dall’uragano Ines nel 1966, i testimoni di Geova di Puerto Rico, Martinica, Guiana Francese e Saint Croix avevano portato soccorsi. Ma quando l’uragano Hugo devastò la Guadalupa nel 1989, il Corpo Direttivo mise subito a disposizione i fondi per i soccorsi. Quindi i fratelli della Martinica, della Francia e di altri paesi provvidero prontamente viveri, indumenti e i materiali necessari per la ricostruzione. Alcuni vennero in persona a offrire aiuto. I fratelli e le sorelle della Guadalupa furono profondamente commossi da queste manifestazioni di amore. Non hanno dimenticato quello che è stato fatto per loro.

Anche altri avvenimenti hanno rafforzato i vincoli della fratellanza internazionale.

La prima assemblea internazionale

Nel 1978 i proclamatori della Guadalupa ebbero il grande privilegio di ospitare un’assemblea internazionale. Ci fu un massimo di 6.274 presenti, e questo quando c’erano solo 2.600 proclamatori locali. Che gioia accogliere i delegati di Belgio, Canada, Svizzera, Stati Uniti e altri paesi! Quando il direttore di un albergo locale propose ai fratelli responsabili degli alloggi di alzare del 10 per cento le tariffe degli alberghi e di tenere questa somma per sé, i fratelli rifiutarono, spiegando che sarebbe stato disonesto. Il direttore si vergognò di aver fatto la proposta e disse: “Voi testimoni di Geova siete davvero diversi. Ho fatto questa proposta perché l’avevo già fatta ad altri gruppi religiosi ed era stata accettata. . . . Ma, davvero voi siete diversi!”

Il successo dell’assemblea rese più evidente l’urgente bisogno di trovare un posto fisso per tenere le assemblee.

Una nuova Sala delle Assemblee

La nostra Sala delle Assemblee portatile era stata ingrandita diverse volte. Era diventata un insieme di strutture del peso di quasi 30 tonnellate, con posti a sedere per circa 5.000 persone. Era un’impresa immane trasportarla, montarla e smontarla per ogni assemblea. Ma era chiaro che Geova era conscio dei nostri bisogni.

Con le generose contribuzioni di tutte le congregazioni di queste isole, fu acquistato un terreno di quasi cinque ettari in una bella posizione. L’anno dopo, 1980, lo usammo per la prima volta, ancora con la nostra Sala delle Assemblee portatile. In quella occasione, all’assemblea di distretto “Amore divino”, fu raggiunto il nuovo massimo di 7.040 presenti. Ma questa volta non fu necessario smontare ogni cosa dopo l’ultima sessione. Che sollievo!

Per diversi anni si andò avanti così. Poi ci rendemmo conto che era arrivato il momento di costruire qualcosa di più permanente. Fratelli qualificati si misero al lavoro, e fu progettata una sala spaziosa, aperta ai lati per la ventilazione naturale. La nuova Sala delle Assemblee sarebbe stata semicircolare, con 4.000 posti a sedere. Ottenuto il permesso di costruire, i lavori iniziarono nel 1987. In luglio, sei mesi dopo che era iniziata la costruzione, due terzi dei lavori erano ultimati, e quell’anno si poté usare la nuova sala per due assemblee di distretto. Da allora in poi, niente più fango e stivaloni!

Cambiamenti nella filiale

Nel frattempo avvenivano dei cambiamenti nella filiale. Nel febbraio 1976, in tutto il mondo, la sorveglianza delle filiali della Società cambiò. Anziché avere un solo sorvegliante in ogni filiale, si presero disposizioni affinché un comitato di tre o più fratelli assumesse questa responsabilità, sotto la supervisione del Corpo Direttivo. In Guadalupa la sorveglianza fu affidata a Nicolas Brisart, Pierre Jahnke e Jean-Pierre Wiecek. Quando il fratello Wiecek, che era missionario, dovette ritornare in Francia, il suo posto fu preso da Flavien Bénin. Poi Paul Angerville e, in seguito, Jean Cambou, sorvegliante di circoscrizione, furono invitati a far parte del Comitato di Filiale.

Anche la Guadalupa ha beneficiato dei progressi tecnologici fatti alla sede mondiale e in varie filiali. Si cominciò a ricevere La Torre di Guardia per lo studio allo stesso tempo dei fratelli di altri paesi. Il ministero del Regno in francese veniva stampato contemporaneamente a quello in inglese. Così, in vari modi, ci sentivamo più uniti al resto dell’organizzazione. Anche se ci troviamo in diverse isole in mezzo al mare, non ci sentiamo isolati. Serviamo “all’unisono” con i nostri fratelli cristiani. — Isa. 52:8.

Sede adatta per una filiale in espansione

Nel 1966 la Società aveva acquistato come sede per la filiale una casa al 46 di Morne Udol, vicino a Pointe-à-Pitre. In seguito questa fu ampliata costruendo un altro edificio adiacente, in cui furono sistemati gli uffici, il deposito della letteratura e anche una Sala del Regno. Ma visto l’aumento dei lodatori di Geova in Guadalupa, occorreva qualcosa di più grande. Perciò, alla fine del 1988, il Corpo Direttivo approvò la costruzione di una filiale e casa Betel completamente nuove.

Ad ogni modo trovare un terreno adatto su un’isola piccola come la Guadalupa è una sfida. Ma Geova, il Proprietario della terra, può provvedere quello che è necessario, e lo ha fatto. Riuscimmo a procurarci un appezzamento di un ettaro a Sainte-Anne su una collina prospiciente il mare. I disegni preliminari, e anche i progetti, furono forniti dall’ufficio della Società a New York che si occupa delle costruzioni. Michel Conuau, un architetto francese, diede un aiuto prezioso. L’approvazione arrivò a tempo di record, grazie al sindaco di Sainte-Anne, al consiglio comunale e alla commissione edilizia.

Il lavoro di costruzione cominciò nel settembre 1990. Volontari di 14 paesi misero a disposizione la loro conoscenza ed esperienza e diedero una mano. In due anni non solo il lavoro di costruzione era stato ultimato ma si erano creati forti vincoli d’amicizia fra i Testimoni della Guadalupa e i volontari di altri paesi con cui avevano lavorato a fianco a fianco. Nel 1954, quando Milton Henschel era stato qui e aveva annunciato l’apertura della filiale della Guadalupa, c’erano 128 proclamatori. Era presente anche il 29 e il 30 agosto 1992 — quando facevano rapporto 6.839 proclamatori — per dedicare a Geova Dio i nostri begli edifici della filiale. Amichevolmente i nostri vicini l’hanno soprannominato “il piccolo villaggio dei testimoni di Geova”.

La sfida del territorio

Il territorio limitato della Guadalupa costituisce una sfida che ogni proclamatore deve accettare. In media abbiamo solo 12 famiglie per proclamatore. Come affrontiamo questa situazione? È essenziale la preparazione. Una pioniera spiega: “Faccio in modo che la gente si abitui a vedermi. Trovo ancora nuovi studi lavorando a fondo il territorio. Penso al mio territorio in termini di singoli individui”. Il sorvegliante del servizio di una delle congregazioni di Pointe-à-Pitre, dove c’è un proclamatore ogni 28 abitanti, dice: “La gente è disposta ad ascoltare solo se abbiamo qualcosa di interessante da dire”. Anche se ogni tanto un proclamatore chiede: “Dove andiamo a predicare?”, il sempre crescente numero di studi biblici (attualmente più di 8.500) ci incoraggia a continuare ad annunciare la buona notizia.

L’uso diretto della Bibbia è importante perché il nostro ministero sia efficace. In generale la popolazione della Guadalupa rispetta la Bibbia quale scritta Parola di Dio, e rimane colpita quando mostriamo come spiega gli avvenimenti attuali. Anche l’efficace uso di illustrazioni incoraggia la gente a riflettere. In particolare le nostre sorelle e i nostri fratelli anziani sono pieni di fantasia in questo campo. Ai loro tempi il modo di vivere qui favoriva la contemplazione della natura. Perciò possono illustrare il messaggio del Regno facendo riferimento, come Gesù, alle cose della natura che li circondano. — Matt. 6:25-32.

Più bella che mai

Mediante il suo spirito Geova ha fatto grandi cose in Guadalupa. Ha trovato persone umili che, come la malleabile argilla del vasaio, non hanno rifiutato di farsi modellare secondo la sua volontà. In questo giorno in cui sta ‘scrollando’ tutte le nazioni con i suoi messaggi di giudizio, Geova sta anche radunando “le cose desiderabili” nel cortile terreno del suo grande tempio spirituale. (Agg. 2:7) Nel 1968, trent’anni dopo l’arrivo di Cyril Winston in Guadalupa, si fece per la prima volta rapporto di 1.000 proclamatori. Nel 1974 quel numero era raddoppiato. Il massimo di 3.000 fu raggiunto nel 1982. Sette anni dopo i 3.000 erano diventati 6.000. Oggi oltre 7.250 proclamatori si radunano in 86 congregazioni. Anche se la proporzione è di un proclamatore su 53 abitanti, siamo sempre determinati a darci da fare nel predicare e insegnare, confidando nella benedizione di Geova. L’“isola dalle belle acque” è diventata, in senso spirituale, più bella che mai. Certamente molte altre persone risponderanno ancora all’invito “Vieni!” E riceveranno “l’acqua della vita gratuitamente”. — Riv. 22:17.

[Nota in calce]

^ par. 23 Confronta Atti 2:41, dove si parla del battesimo di circa 3.000 persone, evidentemente non nel Giordano — cosa che avrebbe richiesto che i battezzandi percorressero circa 30 chilometri a piedi per andare e altrettanti per tornare — ma in piscine di Gerusalemme o dei dintorni.

[Cartina a pagina 116]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

GUADALUPA

GRANDE-TERRE

Pointe-à-Pitre

BASSE-TERRE

[Cartina a pagina 151]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

GUADALUPA

Saint-Martin

Saint-Barthélemy

La Désirade

Îles de la Petite-Terre

Les Saintes

Marie-Galante

[Immagine a pagina 120]

Condé Bonchamp, uno dei primi abitanti della Guadalupa che ascoltarono con piacere la buona notizia

[Immagine a pagina 123]

Il marito di Noéma Missoudan (ora Apourou) tornava a casa tardi; lei lo seguì... a un’adunanza degli Studenti Biblici!

[Immagine a pagina 124]

René Sahaï battezza nuovi Testimoni nel 1945

[Immagine a pagina 125]

Olga Laaland a un’assemblea in Francia, mentre parla dell’opera in Guadalupa

[Immagine a pagina 130]

Duverval Nestor sentì parlare per la prima volta della verità e quindi la accettò mentre era all’ospedale

[Immagine a pagina 131]

Georges Moustache ogni giorno nell’intervallo dava testimonianza sul posto di lavoro

[Immagine a pagina 133]

La congregazione di Basse-Terre alla fine degli anni ’50

[Immagine a pagina 136]

Corriera carica di proclamatori che vanno a dare testimonianza in campagna

[Immagine a pagina 138]

I missionari a bordo della “Light” partecipavano con zelo all’opera di testimonianza

[Immagine a pagina 139]

Nicolas e Liliane Brisart furono i primi mandati in Guadalupa dalla Francia, nel 1955

[Immagine a pagina 141]

Flora Pemba, che di fronte all’intensa opposizione si schierò dalla parte di Geova

[Immagine a pagina 142]

Da sinistra a destra: Mickaëlla e Donat Tacita, con Marc Edroux, nel 1994

[Immagine a pagina 143]

Verneil Andrémont, uno dei 19 delegati della Guadalupa all’assemblea internazionale del 1958

[Immagine alle pagine 146 e 147]

La Sala delle Assemblee portatile della Guadalupa

[Immagine a pagina 150]

Armand e Marguerite Faustini, che servirono per 10 anni in Guadalupa; ora nella Martinica

[Immagini a pagina 158]

Ultracentenarie: servono Geova da più di 30 anni ciascuna

Laurentia Jean-Louis

Catherine Gumbs

[Immagini a pagina 161]

Sala delle Assemblee a Lamentin

[Immagini a pagina 162]

Filiale e famiglia Betel della Guadalupa

[Immagine a pagina 167]

Comitato di Filiale (da sinistra a destra): Paul Angerville, Nicolas Brisart, Pierre Jahnke, Jean Cambou