Vai direttamente al contenuto

Vai direttamente all’indice

Giappone

Giappone

Giappone

LAVORO indefesso e unità di intenti sono qualità che dalla devastazione della seconda guerra mondiale hanno portato il Giappone al suo ruolo odierno di colosso industriale del mondo. Oggi questo paese con 125 milioni di abitanti è famoso tanto per il nome commerciale di macchine fotografiche, automobili ed elettrodomestici quanto per i fiori di ciliegio, le azalee e il monte Fuji dalla cima innevata, alto 3.776 metri.

Comunque dopo la guerra il progresso teocratico è stato ancora più impressionante. Nel 1951 a un’assemblea tenuta a Tokyo assisterono una quarantina di missionari diplomati della Scuola di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead) e circa 200 proclamatori nativi del Giappone. Nathan H. Knorr, allora presidente della Società, disse che pregustava il tempo in cui ci sarebbero stati così tanti proclamatori del Regno giapponesi che sarebbe stato difficile rintracciare fra loro i missionari. Quel giorno non tardò molto! Edificando sul fondamento di Gesù Cristo, in dieci anni i missionari, quali collaboratori di Dio, radunarono i primi 1.000 proclamatori giapponesi. Ma nel 1992 si aggiungevano in media 1.000 nuovi proclamatori ogni mese. (Confronta 1 Corinti 3:9-11). Il numero complessivo dei ministri del Regno di Dio nelle isole che formano il Giappone ha toccato i 220.663, con un nuovo massimo ogni mese per oltre 18 anni. Ciò che è avvenuto è una parte entusiasmante dell’adempimento di Isaia 60:8, 9, che dice: “Chi sono questi che vengono volando proprio come una nube, e come colombe alle loro colombaie? Poiché in me continueranno a sperare le isole stesse”.

L’Annuario del 1974 riportava parte della storia iniziale del Giappone fino al 1972, quando c’erano circa 14.000 proclamatori, di cui oltre 3.000 erano impegnati nel servizio di pioniere in rapida espansione. Questa storia viene ora riveduta e ampliata, includendo altri 25 anni.

I primi semi della verità del Regno

In questo paese per tradizione buddista e scintoista, come furono seminati i semi che produssero una messe spirituale così abbondante? Nel 1911 Charles T. Russell, allora presidente della Watch Tower Society, fece un giro del Giappone per sondare il terreno. Egli riferì che i missionari della cristianità erano alquanto scoraggiati e che la popolazione in generale non mostrava molto sincero interesse per la religione. Riteneva, però, che la gente aveva bisogno del “vangelo del Regno”. Un americano, Robert R. Hollister, fu nominato rappresentante della Società in Oriente. Vennero tradotti volantini e libri, incluso Il Divin Piano delle Età, e milioni di copie furono distribuite, principalmente assumendo persone del luogo. Nel 1926 un americano di origine giapponese, Junzo Akashi, fu mandato in Giappone come rappresentante della Società. All’inizio del 1927 venne aperta una filiale a Kobe, che più tardi quello stesso anno fu trasferita a Tokyo. Nel 1938 il numero dei colportori che distribuivano riviste e libri era salito a 110. Ma in tutto il paese si diffondeva un fanatico nazionalismo religioso, e questo sfociò direttamente nella seconda guerra mondiale. Il 21 giugno 1939, di punto in bianco, 130 membri della Todaisha (che significa “Associazione del Faro”, come si chiamava allora l’organizzazione locale dei testimoni di Geova) furono arrestati e imprigionati, ponendo in effetti fine all’attività organizzata per tutta la durata della guerra.

Purtroppo sotto pressione il sorvegliante di filiale apostatò. Con l’eccezione di pochi leali, come le famiglie Ishii e Miura, la maggior parte degli aderenti alla Todaisha lo seguirono abbandonando il servizio di Geova. Il fallimento di quel gruppo si può attribuire anche al fatto che seguiva un uomo, Junzo Akashi. Pur essendo già sposato, egli adottò la tradizionale usanza giapponese della poligamia. Sua moglie continuò a servire fedelmente come pioniera per 40 anni e più a New York, e alcuni nella parte occidentale di Manhattan la ricordano ancora con affetto come la sorella Ogawachi, il suo nome da ragazza. Quando arrivarono in Giappone dopo la guerra, i missionari di Galaad trovarono un gruppo numeroso della Todaisha a Osaka. Costoro si facevano pagare i battesimi e, peggio ancora, avevano seguito Akashi adottando uno stile di vita molto immorale. Rifiutarono di rinunciare a quel modo di vivere; quindi, per la purezza della congregazione, una trentina di loro dovettero essere disassociati.

Quelli che rimasero fedeli

Prendete invece Jizo e Matsue Ishii, che furono tra i primi colportori giapponesi. Essi predicarono in tutto il paese negli anni dal 1929 al 1939. Nel giugno 1939 furono arrestati e incarcerati a Sendai. Matsue ricorda ancora il primo anno di segregazione cellulare, in una minuscola cella lurida e infestata dalle pulci. Non le era permesso di fare la doccia né il bagno ed era divorata dalle cimici. Dimagrì fino a pesare 30 chili: era solo pelle e ossa e stava per morire. Quando fu trasferita in un’altra prigione, si riprese un po’ e venne rimessa in libertà verso la fine del 1944. Suo marito subì un trattamento simile, e in seguito dimostrò la sua integrità anche rifiutando le trasfusioni di sangue. (Atti 21:25) Egli morì a 71 anni. Matsue, tuttora una Testimone fedele, osserva: “La maggior parte di quelli che prima della guerra eccellevano per capacità e intelligenza lasciarono l’organizzazione di Dio quando furono sottoposti a grande pressione. . . . Quelli che rimasero fedeli non avevano particolari capacità e non erano persone in vista. Di sicuro tutti noi dobbiamo confidare in Geova con tutto il nostro cuore”. — Prov. 3:5.

Un’altra coppia fedele furono Katsuo e Hagino Miura, che iniziarono il servizio di colportore nel 1931. Anche loro furono arrestati nel 1939, a Hiroshima. Rifiutavano di adorare l’imperatore e di sostenere il militarismo del Giappone. Katsuo fu picchiato selvaggiamente, e rimase in carcere finché una bomba atomica distrusse la prigione nell’agosto 1945. Benché avesse solo 38 anni, la sua salute era rovinata. Quando fu rimesso in libertà sembrava un vecchio. Ritornò al nord, a Ishinomori, dove Hagino, liberata in precedenza, allevava il loro figlioletto, Tsutomu.

In che modo Katsuo riprese i contatti con l’organizzazione di Geova? Il principale giornale giapponese, l’Asahi, venne a sapere che cinque signorine, missionarie dei testimoni di Geova, erano venute a Osaka per vivere alla giapponese in una casa giapponese. I cronisti andarono a intervistarle e prepararono uno splendido articolo illustrato che paragonava le cinque sorelle ad angeli che, come fiori di ciliegio, erano discesi dal cielo. L’articolo forniva anche l’indirizzo della casa missionaria. Centinaia di chilometri più a nord Katsuo per caso lesse l’articolo. Immediatamente si mise di nuovo in contatto con l’organizzazione e iniziò il servizio di pioniere. Servì fedelmente fino alla morte nel 1957.

Miyo Idei, che ha 92 anni, serve tuttora a Kobe. Nei 65 anni da che è nella verità ha sopportato molte avversità. La commovente storia della sua vita è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 1° settembre 1991.

“Quelli del ’49”

Le condizioni per predicare erano diventate molto più favorevoli dopo la seconda guerra mondiale. Ma nel 1947 Junzo Akashi comunicò all’ufficio della Società a Brooklyn che non era più d’accordo con gli insegnamenti biblici. Il fratello Knorr scrisse immediatamente alle Hawaii per invitare volontari hawaiani di origine giapponese a frequentare l’11classe della Scuola missionaria di Galaad. Il sorvegliante di filiale delle Hawaii, che era stato segretario di Joseph F. Rutherford nella prima metà degli anni ’20, supplicò: “Ma, fratello Knorr, e gli Haslett?” Perciò l’invito fu esteso anche a Don Haslett e alla moglie Mabel, benché avessero quasi 50 anni. A Galaad, Shinichi Tohara ed Elsie Tanigawa insegnarono il giapponese a più di 20 studenti.

Durante il 1949 “gli hawaiani” — Don e Mabel Haslett, Jerry e Yoshi Toma, Shinichi e Masako Tohara con i loro tre figli ed Elsie Tanigawa — arrivarono nella città di Tokyo semidistrutta dai bombardamenti. Lo stesso anno furono seguiti dal gruppo degli australiani, composto da Adrian Thompson, Percy e Ilma Iszlaub e Lloyd e Melba Barry, che vennero mandati nella città di Kobe devastata dalla guerra. Quei primi missionari in Giappone finirono per essere chiamati “quelli del ’49”. Sei di questi sono “morti sulla breccia”, come si suol dire, e gli altri otto servono ancora a tempo pieno in Giappone e negli Stati Uniti, a Brooklyn. Nel 1949 anche otto proclamatori locali fecero rapporto del tempo dedicato al servizio del Regno.

Crescita a Tokyo

Il gruppo hawaiano fece un notevole progresso a Tokyo. Yoshi Toma ricorda che quell’anno, poco dopo la guerra, percorrevano il territorio “di rifugio in rifugio”. E dice: “La gente era povera e lottava per riprendersi dagli effetti della guerra. I viveri erano razionati e Don Haslett faceva la fila insieme ai vicini per una verza”. Ma la gente alle porte era educata e gentile, e ascoltava con pazienza mentre i missionari si arrabattavano a fare le loro presentazioni in giapponese. I missionari dovettero imparare a togliersi le scarpe entrando in casa. Quindi passavano nella camera accanto. Ma i soffitti erano bassi e Don Haslett, che era alto, si fece molti bernoccoli picchiando la testa. In un anno o due “gli hawaiani” edificarono solide basi a Tokyo, dove ora ci sono 139 congregazioni.

Fra “quelli del ’49”, Don e Mabel Haslett, della classe degli unti, diedero un magnifico esempio nel servizio di campo anche in età avanzata. Quando Don morì nel 1966, i sei fratelli che portarono la bara nella Sala del Regno per il servizio funebre erano tutti giovani ai quali lui aveva insegnato la verità e che all’epoca facevano parte dei 19 membri della famiglia Betel di Tokyo.

Mabel morì otto anni dopo. Quando aveva più di 70 anni contrasse il cancro del colon. Un importante ospedale di Tokyo, a Toranomon, mostrando considerazione acconsentì a operarla senza sangue, a condizione che si ricoverasse due settimane prima. Il primo giorno in ospedale un giovane dottore si avvicinò al suo letto, curioso di sapere perché rifiutava il sangue. Questo portò a belle conversazioni bibliche che continuarono ogni giorno fino all’operazione. Per la gravità del caso, fu operata da un’équipe di quattro medici. Appena riprese coscienza, Mabel esclamò: “Maledetto vecchio Adamo!” Ben detto! Mabel fu sottoposta a terapia intensiva solo per un giorno, mentre altri quattro pazienti che avevano subìto la stessa operazione quel giorno, ma ricevendo trasfusioni di sangue, rimasero nel reparto di terapia intensiva per parecchi giorni. E il giovane dottore? Più tardi disse a Mabel: ‘Lei non lo sapeva, ma in sala operatoria i medici erano cinque. C’ero anche io, per essere assolutamente certo che non le dessero sangue’. Il dott. Tominaga continuò il suo studio biblico a Yokohama. Adesso lui e suo padre, pure medico, e le rispettive mogli sono membri attivi della congregazione. Che meraviglioso risultato ebbe quella degenza in ospedale!

Mabel continuò il servizio missionario rimanendo nella casa missionaria di Tokyo Mita. Quando aveva 78 anni ricomparve il cancro e fu costretta a letto. Ma quando una sera i missionari tornarono a casa e raccontarono le ottime esperienze che avevano durante una campagna con le Notizie del Regno, Mabel insisté che la vestissero e la portassero fuori a distribuirle. Ebbe la forza di visitare solo tre case vicine, le stesse tre dove aveva dato testimonianza per la prima volta appena arrivata in Giappone. Diverse settimane dopo terminò la sua vita terrena e passò al suo incarico celeste. — Confronta Luca 22:28, 29.

Sviluppi a Kobe

Anche a Kobe la crescita fu subito evidente. La prima assemblea veramente teocratica del Giappone si tenne nel terreno della spaziosa casa missionaria di Kobe dal 30 dicembre 1949 al 1° gennaio 1950. Il numero dei presenti salì a 101 all’adunanza pubblica della domenica, tenuta nell’auditorium della scuola di Tarumi (Kobe). Tre si battezzarono nei grandi bagni pubblici di Tarumi.

Adrian Thompson, del gruppo dei missionari di Kobe, fece un notevole progresso con la lingua giapponese e, nel 1951, fu nominato sorvegliante di circoscrizione, il primo in Giappone. In seguito diventò il primo sorvegliante di distretto. Fece molto per porre una solida base per la crescita avvenire. Figlio di una pioniera della Nuova Zelanda fedele da una vita, si era fatto un nome come giocatore di rugby di serie A, ma quando scoppiò la seconda guerra mondiale rinunciò alla brillante carriera sportiva, si battezzò e poi intraprese il servizio a tempo pieno in Australia. Benché sia morto nel 1977, “Tommy” sarà ricordato a lungo per la sua energia senza limiti e l’“insistenza sull’esclusiva devozione” a Geova. — Num. 25:11.

Ci volle tempo perché i missionari si abituassero alla lingua, alla cultura e alle case giapponesi, ma ciò che stava loro a cuore principalmente era portare la verità biblica ad altri. Percy Iszlaub detto “Tigre”, un estroverso australiano del Queensland, ricordava: “Avevamo una quantità di studi biblici. Io ne avevo 36, e Ilma e gli altri circa altrettanti. Gli studenti venivano alla casa missionaria, qualcuno tutti i giorni. Si tenevano studi biblici in ogni stanza della casa, tre o più per sera. Aprivamo la pubblicazione da studiare sia in inglese che in giapponese. Per aiutare gli studenti, sia noi che loro contavamo le righe fin dove si trovava la risposta. Si procedeva lentamente, ma era straordinario come riuscissero a capire solo leggendo i versetti e confrontandoli con le pubblicazioni. E oggi sono nella verità!”

Nei primi tempi i missionari avevano poche pubblicazioni bibliche da usare nella predicazione. Uno scatolone del periodo anteguerra dell’edizione giapponese del libro Luce, secondo volume, era stato scoperto a Kobe, ma la gente diceva: ‘Preferirei iniziare dal primo volume’. Comunque uno dei primissimi giapponesi che accettarono la verità a Kobe si interessò leggendo il secondo volume e maturò, col tempo, fino a diventare sorvegliante di circoscrizione. Presto si cominciò a usare materiale tratto dal libro “Sia Dio riconosciuto verace”. Alcuni che studiavano tradussero per proprio conto alcuni capitoli del libro, che furono ciclostilati e prestati ai missionari perché li usassero ad altri studi biblici. Ma alcune di quelle traduzioni erano discutibili. Ilma Iszlaub rimase scioccata quando scoprì che nelle pagine di una traduzione era stata inserita come nota in calce la frase ‘interpretazioni della signora Ilma Iszlaub’.

Circa dieci anni più tardi, nella città di Fukuoka, Percy ebbe un’esperienza straordinaria. Kimihiro Nakata, un detenuto violento rinchiuso nel braccio della morte che era stato pagato per uccidere due uomini, chiese uno studio biblico, e Percy gli fece lo studio. Quindi Kimihiro abbandonò completamente la sua “vecchia personalità”. Si battezzò in prigione, e Percy lo definì “uno dei più zelanti proclamatori del Regno che abbia conosciuto”. (Efes. 4:22-24) Studiò il braille e trascrisse il libro “Sia Dio riconosciuto verace”, l’opuscolo “Questa buona notizia del regno” e articoli della Torre di Guardia e di Svegliatevi! Queste pubblicazioni vennero distribuite in diverse parti del Giappone, incluse le scuole per i ciechi. Ma la mattina del 10 giugno 1959, una macchina della polizia si fermò davanti alla casa missionaria. Kimihiro aveva chiesto che Percy assistesse alla sua esecuzione quella mattina. Percy acconsentì. Nel cortile dove avvenne l’esecuzione, conversarono brevemente e alla fine cantarono insieme un cantico del Regno. Kimihiro chiese a Percy: “Perché tremi, Percy? Sono io che dovrei essere nervoso”. Prima di venire impiccato, le sue ultime parole furono: “Oggi provo forte fiducia in Geova, nel sacrificio di riscatto e nella speranza della risurrezione. Per un po’ dormirò e se sarà volontà di Geova vi rivedrò tutti in Paradiso”. Kimihiro mandò affettuosi saluti ai fratelli di tutto il mondo. Morì per soddisfare la giustizia — dando vita per vita — non come un incallito criminale senza speranza, bensì come dedicato, battezzato, fedele servitore di Geova. — Confronta Atti 25:11.

Dopo aver lottato contro il cancro per quasi dieci anni, Ilma Iszlaub morì alla Betel di Ebina il 29 gennaio 1988. In seguito, essendo membro della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, Percy assisté diverse volte alle adunanze annuali della Società e qualche anno fa fece un ottimo rapporto sul Giappone; poi, nel 1996, morì anche lui.

Nonostante la barriera della lingua Melba Barry iniziò uno studio biblico il primo giorno di servizio di campo a Kobe, verso la fine del 1949. Due nuove proclamatrici furono il risultato di quello studio, e una di queste, Miyo Takagi, fece la pioniera per decenni. In seguito disse a Melba che era rimasta colpita vedendo due missionarie venire a farle visita attraversando un campo fangoso. Ora, 48 anni dopo, Miyo continua il suo ministero andando di casa in casa con la sedia a rotelle. In meno di tre anni, prima di essere trasferita per svolgere servizio missionario a Tokyo, Melba aveva aiutato circa sette persone ad accettare la verità. Esse hanno perseverato tutti questi anni, e siamo felici che anche loro siano fra i sopravvissuti al grande terremoto di Kobe del 1995.

Altri missionari nel campo

All’inizio del 1950 cinque sorelle dell’11a classe di Galaad che non erano riuscite a ottenere il visto per la Nuova Caledonia, vennero mandate a Kobe. Fra queste c’erano Lois Dyer, che è pioniera già da 67 anni, e Molly Heron. Sono compagne da 49 anni e attualmente servono nella casa missionaria di Tokyo Mita. La biografia di Lois fu pubblicata nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1980.

Molly Heron ricorda: “La casa missionaria di Kobe era spaziosa e vi tenemmo la Commemorazione sei mesi dopo l’arrivo dei primi missionari. Vi assisterono circa 180 persone, che gremirono la sala da pranzo e il corridoio, e alcuni addirittura ascoltarono dalle finestre il discorso tradotto”. Dopo aver sentito a quell’adunanza l’annuncio relativo al servizio di campo, circa 35 persone si presentarono l’indomani (domenica) per prendervi parte. Il fratello Barry riferisce: “Ogni missionario dovette accompagnare di casa in casa tre o quattro nuovi interessati e, poiché i missionari non parlavano ancora correntemente la lingua, le persone alle porte si rivolgevano ai nostri compagni giapponesi e conversavano con loro. Cosa abbiano detto quei nuovi interessati, non l’abbiamo mai saputo”.

Verso la fine del giugno 1950 improvvisamente scoppiò la guerra di Corea. Naturalmente i missionari del Giappone volevano sapere come stavano gli otto missionari della loro classe che servivano in Corea. Non dovettero aspettare a lungo. Il secondo giorno dopo l’inizio della guerra alcuni missionari di Kobe stavano tornando a casa con un treno di pendolari. Nello stesso momento entrò nella stazione un treno proveniente dalla direzione opposta. Quando i due treni ripartirono, i missionari di Kobe videro gli otto missionari della Corea sull’altro marciapiede. Che incontro fu quello! I missionari della Corea erano riusciti a lasciare il paese con l’ultimo aereo che evacuava i civili. Così nella casa di Kobe i missionari salirono da 10 a 18. Il territorio di quella città in gran parte in rovina ricevette una testimonianza più che completa.

Di lì a poco Scott e Alice Counts proseguirono per la casa missionaria di Tokyo, ma in ottobre tutti gli otto missionari della Corea si trasferirono in una nuova casa che fu aperta a Nagoya. Di quel gruppo, solo Don Steele e la moglie Earlene ritornarono in Corea quando le condizioni lo permisero.

Campi maturi per la mietitura

Grace e Gladys Gregory erano fra quelli che aprirono la casa di Nagoya. Trovarono il territorio maturo per la mietitura. Nell’aprile 1951 Grace incontrò il diciottenne Isamu Sugiura, che lavorava in un negozio di pianoforti. Gladys ricorda: “Isamu era stato allevato dalla madre in una setta scintoista, e gli era stato detto che il Giappone era shinshu (terra divina) e che il kamikaze (vento divino) avrebbe protetto il Giappone e l’avrebbe aiutato a vincere la guerra. La sua fede negli dèi giapponesi, però, venne meno quando il Giappone si arrese ed egli sperimentò le terribili condizioni economiche e la scarsità di viveri causate dalla guerra. Suo padre morì di malnutrizione l’anno dopo la fine della guerra. Il giovane Isamu fu sensibile alla speranza di una terra paradisiaca e nell’ottobre 1951 si battezzò a un’assemblea di circoscrizione”.

A quell’assemblea assisterono una cinquantina di missionari, insieme a circa 250 giapponesi. Isamu rimase profondamente colpito dal fatto che i missionari familiarizzassero con i giapponesi senza nessun pregiudizio, per quanto la seconda guerra mondiale fosse finita solo da sei anni. Dopo 45 anni di servizio con tutta l’anima, durante i quali ha frequentato la Scuola di Galaad ed è stato sorvegliante di circoscrizione e di distretto, il fratello Sugiura serve attualmente alla Betel di Ebina come membro del Comitato di Filiale.

Gladys Gregory ricorda di aver visitato una donna che era stata buddista e poi si era rivolta alle chiese della cristianità; ma le aveva lasciate, delusa. Era rimasta sconcertata che i pastori non sapessero spiegare con chiarezza chi è Dio e che non usassero il nome personale di Dio, benché ricorresse quasi 7.000 volte nella sua Bibbia (la Bungotai, antica versione classica). Invece di rispondere alle molte domande che faceva, il suo ministro le aveva detto di “credere e basta”. Lei si fece dare una copia della Torre di Guardia (pubblicata mensilmente in giapponese dal maggio 1951) che Gladys aveva lasciato alla vicina della porta accanto. Colpita da ciò che lesse, si mise a cercare Gladys. A proposito di questa esperienza, Gladys in seguito ha detto: “Le risposte della Bibbia alle sue domande le toccarono il cuore. Venne immediatamente allo studio di libro di congregazione. Là sentì gli annunci di servizio per l’indomani ed espresse il desiderio di parteciparvi anche lei. Cercammo di frenarla dicendole che prima aveva bisogno di studiare un po’. Lei disse: ‘Va bene, studierò, ma voglio andare anche in servizio!’ Così fu, e quel primo mese dedicò più di 50 ore! Nel giro di un anno era battezzata e aveva iniziato il servizio di pioniere, diventando in seguito una pioniera speciale produttiva. A 80 anni è ancora nel servizio di pioniere”.

Geova ha fatto crescere

Le cinque missionarie che furono mandate a Osaka nel 1951 erano soddisfatte che molti venissero direttamente alla casa missionaria per studiare. Ma quelle nuove missionarie avevano difficoltà a distinguere un giapponese dall’altro. La svizzera Lena Winteler dice: “Quando arrivavano, ci presentavamo tutt’e cinque insieme e lasciavamo che individuassero loro con chi studiavano”. Sforzandosi di imitare l’usanza giapponese, le missionarie allineavano le pianelle a disposizione di chi veniva a casa loro, ma non conoscevano la differenza fra pianelle per gli ospiti e pianelle da bagno. Un giorno una studentessa prese da parte Lena e spiegò: “Noi non diamo le pianelle da bagno agli ospiti”. Le missionarie un po’ alla volta impararono.

Di tanto in tanto i missionari di Kobe andavano a Osaka per dare una mano a quelle cinque sorelle nubili. Allora in tutta Osaka c’erano solo alcuni proclamatori. Una volta Lloyd Barry accompagnò alcune missionarie di Osaka a un concerto operistico all’aperto nel grande stadio di baseball di Koshien. Venne fatto il commento: ‘Sarebbe magnifico se un giorno potessimo riempire questo stadio tenendovi un’assemblea!’ Sembrava impossibile.

Invece verso la fine del 1994 il fratello Barry, ora membro del Corpo Direttivo a Brooklyn, fu invitato a pronunciare il discorso di dedicazione della nuova Sala delle Assemblee di Hyogo, usata dalle 52 congregazioni della zona di Kobe. Fu un’adunanza piacevolissima, a cui parteciparono alcuni dei primissimi proclamatori locali. Un’assemblea molto più grande era in programma per l’indomani. E dove si doveva tenere? Proprio lì, nello stadio di baseball di Koshien. I presenti furono più di 40.000, e come erano ordinati! Molti assisterono anche in altre 40 località collegate via cavo in tutto il Giappone. Quindi il totale dei presenti fu di oltre 254.000, addirittura più di coloro che avevano assistito all’immensa assemblea di New York del 1958. In che modo meraviglioso Geova ‘ha fatto crescere’ in Giappone! — 1 Cor. 3:6, 7.

Nei primi mesi del 1951 fu aperta una casa missionaria a Yokohama. Anche questa città si dimostrò un campo molto fertile. Gordon Dearn, che allora era responsabile della casa missionaria, adesso vedovo, continua il servizio a tempo pieno alla Betel di Ebina presso Tokyo. Oggi ci sono 114 congregazioni a Yokohama e la crescita continua mentre i fratelli locali portano avanti l’opera iniziata dai missionari.

Nel 1952 fu aperta una casa missionaria anche nella città di Kyoto. Alcuni missionari di Osaka e Kobe furono trasferiti a Kyoto, dove si unirono allo zelante gruppo di nuovi missionari che erano lì. Nell’aprile 1954 anche Lois Dyer e Molly Heron furono trasferite da Kobe a Kyoto.

A Kyoto ci sono un migliaio di templi, quasi uno a ogni angolo. La città non era stata bombardata durante la guerra, per non danneggiarli. Lois ricorda: “Lì incontrammo Shozo Mima, un grossista di generi alimentari che era a casa in convalescenza dopo una lunga malattia. Pur essendo un buddista zelante, mi disse che voleva conoscere il vero Dio. Fu molto facile iniziare uno studio biblico con lui. Poi studiarono anche la moglie e le figlie, e tutta la famiglia venne nella verità. Il simpatico Shozo diventò una colonna spirituale della congregazione di Kyoto”.

Margrit Winteler dalla Svizzera raggiunse la sorella maggiore Lena a Kyoto, dove dovette abituarsi ai gesti oltre che alla lingua parlata dalla gente del posto. Per esempio, un uomo che si aspettava che fosse la moglie a decidere se accettare le pubblicazioni poteva semplicemente agitare il mignolo per indicare che lei non era a casa. La moglie, d’altra parte, poteva alzare il pollice, che rappresentava il marito, e dire che lui era fuori. Margrit finì per capire che quando la gente di Kyoto continuava semplicemente a osservare le riviste che venivano offerte, voltando con cura una pagina dopo l’altra, in effetti le rifiutava con i gesti e voleva che lei lo capisse senza doverlo dire. Ma non tutte le risposte, sia a parole che a gesti, erano negative. Oggi a Kyoto ci sono 39 fiorenti congregazioni dei testimoni di Geova.

Gli inverni freddi e una nuova lingua

Altre missionarie, fra cui Adeline Nako e la sua compagna Lillian Samson, quando arrivarono in Giappone dalle Hawaii nel 1953 furono mandate nella fredda città settentrionale di Sendai. Di notte la temperatura scendeva a 5 gradi sotto zero. Don e Mabel Haslett vi avevano aperto la nuova casa missionaria l’ottobre precedente e a loro si erano uniti Shinichi e Masako Tohara. Essendo cresciuti ai tropici, per gli hawaiani i freddi inverni di Sendai costituivano una sfida. Finirono per essere chiamati gli “hawaiani surgelati”.

Lillian ricorda: “Per la prima volta nella nostra vita, imparammo a spaccare la legna per cucinare. Solo la cucina era riscaldata, perciò cercavamo di scaldarci il letto con uno yutanpo, scaldaletto di metallo usato in Giappone. Di giorno ci compravamo ishi-yakiimo (patate dolci arrostite sulle pietre), le mettevamo in tasca per scaldarci le mani e poi le mangiavamo per fare uno spuntino”.

Ma non era solo il freddo a presentare dei problemi. Finché i missionari non impararono a leggere i caratteri giapponesi, si crearono situazioni imbarazzanti. Adeline non si è ancora dimenticata del giorno in cui, non sapendo leggere il giapponese, schiacciò il bottone dell’allarme antincendio, pensando che fosse un campanello rosso. La gente si precipitò fuori dagli appartamenti per vedere cosa era successo. Per questo si prese una bella sgridata.

I ricordi di quei missionari includono comunque molto più delle loro esperienze personali fatte nei primi anni in Giappone. Le molte migliaia di fratelli e sorelle giapponesi e gli avvenimenti vissuti insieme hanno tutti un posto nel loro “album di famiglia”. Vi invitiamo a scorrere le pagine di quell’album mentre riandiamo ad altri avvenimenti che hanno contribuito alla crescita della società teocratica in Giappone.

I pionieri speciali aprono nuovi campi

L’attività dei pionieri speciali ha avuto un ruolo importante nella diffusione del messaggio del Regno in zone lontane del paese. Alcuni sono stati addestrati personalmente dai missionari, e il loro zelo per Geova è dello stesso calibro. Parallelamente all’opera dei missionari, i pionieri speciali giapponesi furono mandati in località e città più piccole. Molti dei primi pionieri speciali, benché fossero battezzati solo da poco quando furono nominati, hanno dimostrato devozione e perseveranza eccezionali.

Hisako Wakui fu nominata solo un anno e quattro mesi dopo il battesimo. Lei e la sua compagna, Takako Sato, svolgono insieme il servizio di pioniere speciale dal 1957. Complessivamente, nelle nove località in cui sono state mandate, hanno aiutato oltre 80 persone a diventare Testimoni battezzati.

A proposito dei risultati della benedizione di Geova su uno dei suoi primi studi biblici, Hisako riferisce: “Andava sempre in chiesa, ma disse: ‘Se si tratta di uno studio biblico, posso farlo ogni giorno’. Saputo che il nome di Dio è Geova e che Geova è il Padre di Gesù, smise di andare in chiesa e presto iniziò il servizio di campo”. Il suo zelo non si affievolì quando si trasferì in una zona molto fredda dove non c’era una congregazione. Oggi suo marito e i quattro figli sono tutti nella verità. I tre maschi servono come anziani e la figlia è pioniera speciale.

Quando erano a Tsuru, nella prefettura di Yamanashi, Hisako e Takako riscontrarono che la crescita era molto lenta. Solo quattro o cinque persone assistevano alle adunanze. Il sorvegliante di circoscrizione pensava che forse avrebbero dovuto essere mandate in un territorio più fruttuoso, ma le sorelle non avevano fretta di lasciare Tsuru. Erano fermamente convinte che, dal momento che Geova le aveva mandate a Tsuru, dovevano esserci delle pecore. Perciò il sorvegliante di circoscrizione disse: “Se questo fine settimana 18 persone verranno al discorso pubblico, comunicherò alla Società il vostro desiderio di rimanere qui”. Le pioniere fecero tutto quello che era scritturalmente possibile per far venire gente all’adunanza della domenica. Sorprendentemente ci furono 19 presenti! La settimana dopo erano di nuovo quattro o cinque, ma le pioniere poterono rimanere in quel territorio. Oggi la congregazione di Tsuru ha un bel gruppo di proclamatori e una bella Sala del Regno.

Kazuko Kobayashi è un’altra pioniera speciale che ha servito per 40 anni aprendo nuovi territori. Quando Pauline Green, missionaria a Kyoto, la incontrò per la prima volta, Kazuko stava cercando di scoprire che scopo ha la vita. Pauline le mostrò Ecclesiaste 12:13, e questo soddisfece Kazuko. Essa concluse che la vita missionaria era quella che più si addiceva a un cristiano, perciò ne fece il suo obiettivo. Quando fu nominata pioniera speciale, era battezzata solo da tre anni. Ma presto cominciò a sentire l’amorevole mano protettiva di Geova sul suo servizio speciale, e vide i buoni risultati. Kazuko capì anche la mentalità degli abitanti dei villaggi rurali: il timore di quello che potrebbero pensare gli altri influenza le loro decisioni. Come risolse questo problema? Lei dice: “Mi sforzavo di fare amicizia con loro. Amo la gente, e dovunque andassi cercavo di ricordare che anche Geova la ama. Quindi era facile fare amicizia”.

Nel marzo 1971 la filiale mandò altri nuovi pionieri speciali a predicare in territori isolati. Tipico è il caso di due sorelle appena ventenni, Akemi Idei (ora Ohara), figlia adottiva di Miyo Idei, e Kazuko Yoshioka (ora Tokumori), mandate a Kaga nel Giappone centrale. Fino a quel momento avevano servito sotto le “ali” dei genitori e della congregazione. “Adesso le cose erano diverse”, ricorda Kazuko. “Eravamo le sole ad annunciare la buona notizia nel territorio in cui eravamo state mandate”. Per rompere il ghiaccio con la gente, sospettosa nei confronti degli estranei, si esercitarono a presentarsi nel dialetto locale, esattamente con la stessa intonazione della gente del posto. Fra coloro che accettarono la verità c’erano tre giovani sportivi. Kazuko racconta che quando i tre cominciarono a uscire nel ministero di campo, aveva difficoltà a tenere la loro andatura. Erano stati fondisti e correvano letteralmente da una casa colonica all’altra.

Man mano che i pionieri speciali davano testimonianza con zelo in territori precedentemente non assegnati, il numero delle congregazioni e dei gruppi isolati crebbe, raggiungendo i 1.000 nel gennaio 1976.

Sviluppi a Okinawa

C’era progresso anche nelle Isole di Okinawa. Queste isole, con 1.200.000 abitanti, dopo la seconda guerra mondiale erano passate sotto l’amministrazione degli Stati Uniti. Gli abitanti sono per natura tranquilli, pazienti, cordiali e amichevoli. I fratelli e le sorelle di Okinawa manifestano anche altre ottime qualità, quali la perseveranza e lo zelo per la verità.

Okinawa fu affidata alla filiale del Giappone e Lloyd Barry, allora sorvegliante della filiale di Tokyo, vi andò per la prima volta nel 1953. Fu accolto da quattro fratelli, tutti operai delle Filippine addetti alla ricostruzione, che immediatamente lo condussero in macchina al carcere militare americano, dove erano detenuti tre militari. Questi giovani avevano preso posizione per la verità biblica ma erano alquanto privi di tatto. Andavano agli estremi. Per esempio, tenevano svegli tutti quanti cantando a squarciagola cantici del Regno la sera tardi. Furono aiutati a essere più equilibrati. Tra parentesi, il cappellano della prigione osservò che, secondo lui, il Regno di Cristo era lontano mille anni. Uno di quei giovani in seguito ha servito come membro della famiglia Betel di Brooklyn; tutti e tre sono diventati servitori responsabili nella congregazione cristiana. Durante quella visita si tenne un’adunanza con più di 100 isolani radunati in una baracca.

Yoshi Higa, nativa di Okinawa, assisté a quell’adunanza. A Okinawa c’è l’usanza di deporre i resti umani in una grande caverna il cui ingresso a forma di utero sta a indicare che i morti ritornano al luogo da dove sono venuti. Yoshi aveva trovato rifugio in una caverna del genere durante la terribile battaglia di Okinawa della seconda guerra mondiale. Osservando i resti umani si era convinta che i morti sono veramente morti. Mentre studiava, accettò prontamente quello che dice la Bibbia circa la condizione dei morti e la meravigliosa speranza della risurrezione.

Yoshi diventò la prima proclamatrice e la prima pioniera regolare nativa di Okinawa. La stazione radio locale voleva trasmettere conversazioni bibliche, ma il clero della cristianità era negligente nel provvedere i programmi. Tuttavia si accorsero che Yoshi era più che disposta a colmare la lacuna. Per diversi mesi lesse alla radio articoli della Torre di Guardia.

Ben presto fu possibile tenere un’assemblea di circoscrizione per una dozzina di nuovi proclamatori del posto, e il programma venne svolto in giapponese da Adrian Thompson e Lloyd Barry. L’opera ebbe una rapida espansione e il numero dei proclamatori e dei pionieri crebbe a passi da gigante.

Yoshi Higa intraprese il servizio di pioniere nel maggio 1954. In 43 anni di fedele ministero ha aiutato più di 50 persone a conoscere la verità, e molte delle sue prime “lettere di raccomandazione” vengono dalla locale chiesa protestante di Shuri. (2 Cor. 3:1-3) Continua a svolgere l’opera di pioniere a Ginowan.

Un’altra Testimone piena di entusiasmo è Mitsuko Tomoyori, una vedova che nel 1957 iniziò il servizio di pioniere insieme alla figlia Masako a Shuri, l’antica capitale di Okinawa. A Mitsuko sfavillano ancora gli occhi quando parla dei 40 anni che ha dedicato al servizio di pioniere e alle molte persone che ha aiutato ad abbracciare la verità che conduce alla vita eterna.

Nel 1965 la Società aprì una filiale a Okinawa, con il missionario hawaiano Shinichi Tohara come sorvegliante di filiale. (La sua famiglia era originaria di Okinawa). Questa disposizione rimase in vigore anche dopo che nel 1972 le isole tornarono sotto il governo giapponese. Quando nel febbraio 1976 furono istituiti i Comitati di Filiale, Shinichi Tohara, James Linton (missionario australiano) e Chukichi Une (nativo di Okinawa e diplomato di Galaad) furono nominati per servire nel comitato.

Ci vuole perseveranza

Durante l’anno di servizio 1976, nel tentativo di espandere la predicazione della buona notizia, si mandarono pionieri speciali in altre isole sotto la filiale di Okinawa. In alcune isole i risultati furono buoni. In altre ci vollero molti anni prima di poter superare usanze, superstizioni e forti vincoli familiari. C’è voluta molta perseveranza da parte dei pionieri speciali incaricati di lavorare lì. A motivo della locale diffidenza verso gli estranei, spesso era quasi impossibile trovare alloggio benché ci fossero molte case sfitte. A volte l’unica casa disponibile era dove qualcuno si era suicidato. Ma, a motivo della superstizione locale, una casa del genere non poteva essere usata come luogo di adunanza.

Ad ogni modo, con molta perseveranza, i pionieri cominciarono a vedere i frutti. Nell’isola di Toku-no-Shima una famiglia venne al discorso pubblico durante la visita del sorvegliante di circoscrizione. Il padre si interessava attivamente di combattimenti fra tori, sport molto seguito localmente. (I tori vengono aizzati l’uno contro l’altro per vedere quale è più forte). Possedeva un toro addestrato per le competizioni. Ma il suo interesse per la Bibbia era stato suscitato da una figlia a cui avevano parlato i testimoni di Geova in Giappone. La famiglia accettò uno studio biblico e lui, la moglie, la figlia e tre figli diventarono Testimoni dedicati. Anche due famiglie vicine vennero nella verità. Questo gruppo diventò un centro di grande attività. Adesso su questa isoletta c’è una congregazione di 49 proclamatori e 16 pionieri.

Nell’isola di Ishigaki all’estremo sud i proclamatori rimasero sorpresi che un giovanotto, un pugile famoso, venisse a cercarli per chiedere uno studio biblico. Aveva già studiato a Yokohama, ma aveva avuto timore di affrontare la responsabilità indicata dalla verità biblica. Per evitarla si era rifugiato a Iriomote, un’isola scarsamente popolata dove era sicuro che non ci fossero testimoni di Geova. Non passò molto tempo, però, che vide delle pubblicazioni della Società e rimase interdetto rendendosi conto che i testimoni di Geova avevano predicato anche lì. Concluse che non c’era verso di fuggire d’innanzi a Geova. (Confronta Giona 1:3). Servendosi dell’indirizzo di un proclamatore scritto su una delle pubblicazioni, cercò i Testimoni nella vicina isola di Ishigaki. In poco tempo diventò un Testimone dedicato e un pioniere entusiasta.

Nel settembre 1980, dopo una visita di zona di Milton Henschel, Okinawa ritornò sotto la filiale del Giappone. I fratelli Tohara e Une con le rispettive mogli continuarono il servizio a tempo pieno a Okinawa mentre il fratello e la sorella Linton ripresero l’opera di distretto nelle isole maggiori del Giappone.

I ministri viaggianti hanno un ruolo importante

Grazie al loro spirito di abnegazione, i sorveglianti viaggianti e le loro mogli hanno potuto contribuire in molti modi alla crescita e alla maturità delle congregazioni giapponesi. Questo servizio ha un effetto costruttivo sulle congregazioni. I fratelli si rendono conto che questi sorveglianti e le loro mogli hanno lasciato ‘casa e madre e padre per amore della buona notizia’. — Mar. 10:29.

Nei primi tempi, quando i sorveglianti di circoscrizione visitavano le congregazioni, c’erano pochissimi alloggi che offrissero vera privacy. Ma il fatto che accettavano allegramente qualunque cosa fosse disponibile li rese cari ai fratelli. Keiichi Yoshida ricorda con umorismo la volta che, solo nel 1983, lui e la moglie furono ospitati da un fratello scapolo, la cui famiglia non era nella verità, in una grande fattoria nella parte settentrionale di Honshu. Egli dice: “Fummo accolti calorosamente dalla famiglia che ci mostrò il nostro alloggio: una stanza con un grande altare buddista. Mentre stavamo per coricarci, senza preavviso il nonno, in camicia da notte, aprì la porta scorrevole e, senza dirci una parola, suonò il campanello dell’altare, accese l’incenso, recitò le preghiere e uscì dalla parte opposta della stanza. Altri fecero la stessa cosa. Passammo l’intera settimana con l’ansia di non sapere quando e da che direzione sarebbero venute le visite all’altare. Ma trascorremmo una piacevole settimana con questa famiglia gentile e ospitale”.

I sorveglianti viaggianti, attualmente 209, hanno in media circa 20 anni di servizio a tempo pieno. La maggior parte sono stati pionieri speciali. Grazie a questa esperienza sono in grado di impartire un ottimo addestramento nella testimonianza di porta in porta. Il loro entusiasmo per il servizio di campo ha contribuito molto all’eccellente spirito di pioniere che c’è in Giappone.

Alcuni di questi sorveglianti di circoscrizione hanno contribuito a spronare singoli proclamatori e famiglie a trasferirsi in zone dove c’era maggior bisogno di Testimoni del Regno. Altri hanno prestato particolare attenzione ai coniugi increduli, col risultato che alcuni sono diventati Testimoni battezzati. Anche i giovani sono stati aiutati a prefiggersi mete spirituali grazie allo speciale interessamento mostrato loro dai ministri viaggianti e al loro esempio.

I missionari continuano a fare la loro parte

Dagli anni ’70 i missionari vennero mandati in città più piccole. In queste località la gente tendeva a essere più conservatrice e legata alle tradizioni, perciò l’opera di fare discepoli procedeva più lentamente. Dove c’erano congregazioni, i missionari aiutarono i fratelli locali a fare esperienza lasciando che prendessero la direttiva. Alcune delle città dove servirono erano Akita, Gifu, Kofu, Kawaguchi, Kochi, Nagano, Wakayama e Yamagata.

Con pazienza si sforzarono di aiutare i Testimoni locali ad apprezzare la saggezza di riconoscere la piena portata della verità biblica. (Ebr. 6:1) Masao Fujimaki, sorvegliante che presiede di una congregazione di Kofu, ricorda quando la congregazione studiava il libro Come rendere felice la vita familiare. Un fratello anziano aveva difficoltà a capire il consiglio dato ai mariti di esprimere apertamente affetto alla moglie. Diceva: “Questo naturalmente è impossibile per noi che siamo stati educati prima della guerra”. In privato Richard Bailey, uno dei missionari della congregazione, lo aiutò gentilmente, dicendo: ‘Le verità che studiamo dovrebbero trascendere l’origine nazionale o la generazione; si applicano sempre e sono sempre utili. Se minimizziamo una parte qualsiasi della verità, potremmo sentirci giustificati a rigettarne anche gli aspetti più importanti’. (Luca 16:10) Il fratello afferrò il punto, e in seguito lo si vedeva seduto tutto felice accanto alla moglie: un’esperienza nuova per loro.

I Testimoni locali beneficiarono della compagnia dei missionari anche in altri modi. Una sorella ebbe a dire: “Erano allegri e sapevano servire Dio con gioia. Ho imparato da loro anche l’importanza di attenersi ai princìpi basati sull’amore anziché stabilire regole”. — Deut. 10:12; Atti 13:52.

I missionari aiutarono molti a sentirsi parte di una fratellanza mondiale in maniera più profonda. Kazuko Sato, che prima aveva studiato a Tokyo con Melba Barry, ricorda come fu rafforzata mentre serviva come pioniera in una zona rurale dove c’era molta animosità da parte di elementi religiosi. Sentendosi sola, scrisse ai missionari della sua precedente congregazione: “Predico tutta sola”. In risposta ricevette una lettera con messaggi di diversi missionari, alcuni scritti con gran cura in ideogrammi giapponesi, che dicevano: “Kazuko, non sei sola! Ascolta, e proveniente da oltre il frutteto sentirai il rumore dei passi, i passi dei fratelli zelanti e fedeli di tutto il mondo”. — Confronta Rivelazione 7:9, 10.

Attualmente 41 missionari servono ancora in cinque case missionarie in Giappone: a Yamagata, Iwaki, Toyama e due a Tokyo. Inoltre nove missionari servono come ministri viaggianti e nove alla Betel di Ebina. Questi missionari hanno dato un ottimo esempio di lealtà a Geova e alla sua organizzazione. Con le parole e con le opere hanno aiutato i testimoni di Geova in Giappone ad ‘allargare’ le loro vedute e approfondire la loro comprensione della verità. — 2 Cor. 6:13; Efes. 3:18.

Attività estive in territori non assegnati

Altri hanno pure contribuito alla diffusione della buona notizia in città e località fuori mano. Nel 1971 fu esteso ai pionieri regolari l’invito a lavorare in territori non assegnati durante i mesi estivi. Poi nel 1974 fu introdotta la disposizione dei pionieri speciali temporanei per i tre mesi estivi. Ogni anno 50 pionieri speciali temporanei vennero mandati in 25 zone diverse, e venne distribuita una gran quantità di pubblicazioni.

Nel 1980 in Giappone solo 7.800.000 persone vivevano in territori non assegnati ad alcuna congregazione. Perciò invece di mandare pionieri speciali temporanei, la filiale invitò congregazioni, gruppi di pionieri regolari e famiglie a lavorare nei territori non assegnati durante i mesi estivi. Per i Testimoni giapponesi, che preferiscono fare tutto in compagnia, questa era una prospettiva piacevole.

I risultati furono incoraggianti. Nel 1986 un proclamatore che lavorava in un territorio non assegnato si avvicinò a una casa di montagna a Miwa nella prefettura di Ibaraki e venne accolto da una donna che aveva in mano le pubblicazioni Come rendere felice la vita familiare e Il mio libro di racconti biblici. Aveva preso quei libri in una precedente occasione e li aveva letti molte volte. Aveva cercato invano una Bibbia nelle librerie e perciò fu contenta di sapere che una famiglia cristiana si sarebbe trasferita in paese. Venne iniziato prontamente uno studio biblico e adesso l’intera famiglia è nella verità.

Un po’ alla volta le altre cittadine e località furono assegnate alle congregazioni vicine.

Istruzione specializzata per gli anziani

Con il diffondersi della predicazione della buona notizia, crescevano anche il numero e la grandezza delle congregazioni. Spesso c’era solo un fratello qualificato, forse due, per prendere la direttiva in una congregazione. Pochi di questi fratelli avevano ricevuto sufficiente addestramento in questioni riguardanti la congregazione. Ma dopo l’introduzione della disposizione degli anziani il 1° ottobre 1972, gli anziani appena nominati furono invitati alla filiale a Numazu dove ricevettero due settimane di istruzione specializzata.

Questa scuola fu una vera pietra miliare. Gli istruttori cercarono di aiutare i fratelli a capire l’importanza di mostrare vero amore e di essere equilibrati e ragionevoli nei rapporti con gli altri Testimoni. (2 Cor. 1:24) Inoltre sottolinearono l’importanza di curare la propria famiglia sul piano spirituale. (1 Tim. 3:4; 5:8) Ciò di solito non era ritenuto importante nelle famiglie orientali.

I fratelli erano ansiosi di portare a casa quanto più era possibile di ciò che imparavano. Molti però erano inclini a imparare a memoria come avevano fatto quando andavano a scuola. Takashi Abe, uno degli istruttori, ricorda: “Gli studenti stavano alzati fino a tardi la sera per ricopiare faticosamente gli appunti delle lezioni del giorno. Cercammo di scoraggiarli dal prendere tanti appunti e stabilire regole; piuttosto li esortammo a usare la loro capacità di pensare e ad applicare i princìpi biblici”. — Rom. 12:1; Ebr. 5:14.

Molti fratelli fecero grandi sacrifici per frequentare questa scuola. Alcuni vennero dalla nevosa Hokkaido, 1.300 chilometri a nord; altri dalla subtropicale Okinawa, 1.800 chilometri a sud. Per qualcuno c’era la prospettiva di dover trovare un nuovo impiego secolare una volta tornato a casa. Nel 1977 sessioni di due giorni della scuola furono tenute in varie località in tutto il paese. Questo rese molto più facile ai fratelli assistervi.

Opposizione in famiglia

Diventare cristiani in Giappone non è cosa priva di difficoltà. “Specie nei territori rurali i nuovi incontrano molta opposizione da parte dei parenti che vivono nel vicinato”, spiega Hiroko Eto, che serve come pioniera da 37 anni. “I parenti si sentono in imbarazzo avendo un familiare diverso dalle altre persone del vicinato, e il timore dell’uomo è molto forte”.

La madre di Hiroko, Yuriko Eto, amava la Bibbia ancor prima di incontrare i testimoni di Geova. Ma quando nel 1954 essi la aiutarono ad apprezzare che il proposito di Geova Dio non consisteva solo nel portare in cielo un piccolo gregge di cristiani fedeli, ma anche nel trasformare la terra in un paradiso pieno dei suoi servitori felici, era ansiosa di portare questa buona notizia ad altri. Con pazienza lei e i suoi figli hanno aiutato molti a vincere il timore dell’uomo per avere l’approvazione di Geova.

Nel cercare di aiutare una donna sincera, Hiroko ebbe la seguente esperienza. Una casalinga che aveva iniziato a studiare incontrava opposizione da parte della suocera, con cui lei e il marito vivevano. Non volendo turbare la pace della famiglia, la donna smise di studiare. “Cercavo di incontrarla per strada per incoraggiarla a essere gentile con la suocera”, dice Hiroko, “e a dimostrare con l’esempio i buoni effetti dello studio della Bibbia. Lei faceva con tatto domande al marito su quello che studiava e un po’ alla volta lui cominciò a interessarsi. Dapprima il marito le disse: ‘In una zona rurale come questa è impossibile essere cristiani’. Comunque l’amore per Geova li aiutò a superare molta opposizione”. Adesso loro e il figlio maggiore sono battezzati. Il marito, servitore di ministero, conduce lo studio di libro di congregazione in casa sua, e sua madre ha sorpreso tutti assistendo all’adunanza quando lui ha pronunciato il suo primo discorso pubblico.

Spesso l’opposizione viene dal coniuge. Alcuni mariti si oppongono per gelosia o perché sono cresciuti in ambienti in cui il maschilismo è comune. Quando Keiko Ichimaru, che si era sposata da poco, iniziò a studiare la Bibbia all’inizio degli anni ’70, il marito, Hiroyuki, era molto contrario e le disse di non andare alle adunanze. “Non potevo proprio sopportare l’idea di essere meno importante della religione”, spiegò in seguito Hiroyuki. Keiko amava il marito, perciò gli chiese con tatto di verificare se quello che stava studiando andava bene. Lui decise di studiare la Bibbia per proprio conto, ma non la capiva. Alla fine chiese alla moglie se poteva assistere allo studio. Entrambi diventarono Testimoni battezzati. Poi Hiroyuki diventò pioniere regolare e adesso è un anziano.

Nel 1971, dopo che la proclamazione del Regno era iniziata a Chikugo, Mayuki Sakamoto fu tra i primi che accettarono il messaggio della Bibbia. Il marito, Toyota, si oppose quando la moglie e il figlioletto cominciarono ad assistere alle adunanze in una città vicina. Deciso a fermarla, Toyota intensificò l’opposizione. Continuò a opporsi per 14 anni, anche dopo che lei si era battezzata nel 1973. Una volta, puntandole contro una pistola, gridò: “Se non la pianti ti uccido!” La sua risposta calma disorientò Toyota. Si chiedeva cosa la rendesse così sicura.

Nonostante tutto Mayuki cercò di mostrare amore al marito. Non smise mai di cercare di aiutarlo a conoscere la verità. (1 Piet. 3:1, 2) Un giorno Toyota, seccato che la moglie e il figlio fossero pionieri mentre lui svolgeva un lavoro secolare, si licenziò. Quello fu un passo importante da parte sua perché gli uomini giapponesi in genere considerano il lavoro quasi sacro. Toyota sperava che la moglie e il figlio si dispiacessero per lui. Ma quando andò a casa e disse loro cosa aveva fatto, essi batterono le mani. Questo lo fece riflettere e presto iniziò a studiare. Poi si unì a loro nell’opera di pioniere e adesso serve come anziano cristiano.

All’inizio degli anni ’70 gli uomini che assistevano per la prima volta alle nostre adunanze spesso osservavano che erano presenti solo donne e bambini. Ma in seguito decine di migliaia di uomini hanno fatto un eccellente progresso spirituale. Ora l’organizzazione ha una solida infrastruttura di uomini spiritualmente maturi che si prendono cura di tutte le necessità organizzative. Fra loro ci sono alcuni che negli anni ’70 erano oppositori.

I pionieri vanno a scuola

Grazie all’alta percentuale di ministri pionieri (dal 25 al 30 per cento) in ciascuna congregazione negli anni ’70, molti frequentarono la Scuola del Servizio di Pioniere, che in Giappone iniziò nel gennaio 1978. Questo corso ha contribuito enormemente alla maturità delle congregazioni.

I primi invitati alla scuola furono i pionieri speciali, i missionari e i sorveglianti viaggianti con le rispettive mogli. Shigeru Yoshioka, uno degli istruttori originali, ricorda: “Fu molto utile avere quei pionieri esperti nelle prime classi. Quello che imparammo dai commenti e dalle esperienze di quei ministri maturi potemmo trasmetterlo alle classi successive”.

Nel febbraio 1980 si cominciò a tenere la Scuola del Servizio di Pioniere in ogni circoscrizione. Sorveglianti di circoscrizione e altri fratelli maturi che avevano seguito il corso servirono come istruttori. Per otto anni dopo l’inaugurazione della scuola, si ebbe in media un aumento annuo del 22 per cento nel numero dei pionieri regolari, in paragone con il 12 per cento di aumento dei proclamatori. Ora la maggior parte delle circoscrizioni hanno ogni anno due o più classi di pionieri con 25-30 studenti.

Quasi tutti i pionieri che frequentano questa scuola sono ancora abbastanza nuovi nella verità, ma grazie all’istruzione che ricevono acquistano fiducia e abilità nel ministero e imparano preziose lezioni di vita cristiana. Una pioniera si è espressa in questo modo: “Finora servizio, educazione dei figli, personalità cristiana e conoscenza biblica erano tutti mischiati alla rinfusa nella mia mente. Durante il corso di dieci giorni, però, sono riuscita a metterli tutti al posto giusto”. Fino al settembre 1997 le classi sono state 3.650, per un totale di 87.158 pionieri.

Persone di ogni sorta hanno accettato la verità

Persone degli ambienti più diversi compongono il pittoresco tessuto dell’organizzazione teocratica in Giappone. Toshiaki Niwa è un anziano dalle maniere gentili di una congregazione di Yokohama. Ma alla fine della seconda guerra mondiale si stava addestrando a pilotare un Ohka, aereo-razzo con cui lanciarsi in una missione suicida contro le navi americane. Missioni del genere erano considerate una prova di devozione all’imperatore. Però la guerra finì prima che avesse l’opportunità di morire per la patria. In seguito la moglie studiò la Bibbia con i testimoni di Geova. Quando seppe che durante la guerra i Testimoni avevano mantenuto la più stretta neutralità, anche Toshiaki cominciò a interessarsi. Nel 1977 si unì alla moglie nel portare ad altri il messaggio di pace della Bibbia.

Pure nel mondo dello spettacolo abbiamo trovato persone disposte a cambiare stile di vita per diventare lodatori di Geova. Yoshihiro Nagasaki, insieme a diversi compagni di università, aveva formato un complesso jazz. Chiesero all’uomo che aveva insegnato loro il jazz di dirigere il complesso. Questi, Yoshimasa Kasai, uno dei migliori jazzisti del Giappone, nel frattempo aveva conosciuto il trombonista “Trummy” Young, in visita dalle Hawaii. “Quel giorno stesso iniziarono le lezioni non di musica, ma di verità”, ricorda Yoshihiro, che ora serve nel Comitato di Filiale. “Non eravamo minimamente interessati, ma poiché era così entusiasta e non volevamo perderlo come direttore del complesso, lo ascoltammo”. Accettarono perfino di studiare. Ma per Yoshihiro la svolta decisiva fu quando assisté a un’assemblea di circoscrizione nell’aprile 1966. All’assemblea una studentessa delle superiori che aveva conosciuto tempo prima invitò Yoshihiro ad accompagnarla nel servizio di campo. Lei dava testimonianza con la Bibbia e lui offriva foglietti di invito agli interlocutori. “Per la prima volta la verità cominciò a significare qualcosa per me”, egli ricorda. Dopo aver assistito a quella assemblea partecipò al servizio di campo ogni giorno e fece un rapido progresso. Quattro dei sei componenti del complesso ora sono Testimoni attivi.

Shinji Sato era un sacerdote del famoso santuario di Izumo nella prefettura di Shimane, uno dei più importanti santuari scintoisti del Giappone. Era anche maestro della setta Oyashirokyo di Izumo. Pur essendo stato sacerdote scintoista per quasi 20 anni, era deluso per l’ingiustizia e la mancanza di amore evidenti fra i sacerdoti. Aveva finito per rendersi conto che le divinità scintoiste non offrivano alcuna salvezza, e iniziò a ricercare il vero Dio. Cominciò a leggere la Bibbia, ma aveva ancora molti dubbi.

Fu allora che incontrò per la strada un conoscente e, sapendo che era testimone di Geova, gli fece delle domande che secondo lui avrebbero permesso di identificare la vera religione: “La vostra religione non si occupa di politica? La vostra è un’organizzazione non lucrativa? I vostri insegnamenti vengono da Dio anziché dagli uomini? Quelli della vostra sede centrale mettono in pratica quello che predicano?” Poi chiese: “Se la vostra organizzazione soddisfa queste condizioni, sarebbe così gentile da insegnarmi la Bibbia?” Che sollievo fu per lui quando finalmente si liberò da Babilonia la Grande! (Riv. 18:4) Egli dice: “Adesso, essendo testimone di Geova e insegnando ad altri la via del vero Dio, provo proprio quello che è scritto in Proverbi: ‘La benedizione di Geova, questo è ciò che rende ricchi, ed egli non vi aggiunge nessuna pena’”. — Prov. 10:22.

Artisti e musicisti famosi, uno scrittore di fumetti, un lottatore di sumo e un corridore ciclista hanno tutti lasciato le glorie di un tempo. Professionisti quali medici, un noto calligrafo e avvocati hanno visto la luce della verità e stanno usando le loro capacità per promuovere gli interessi del Regno. Ex malviventi, teppisti, poliziotti e uomini politici stanno pacificamente insieme con i loro fratelli spirituali. (Isa. 11:6-9) Monaci buddisti, sacerdoti scintoisti e la fondatrice di una religione sono usciti da Babilonia la Grande. (Riv. 18:2) Insegnanti, importanti uomini d’affari e artigiani abili in mestieri diversi lavorano insieme per realizzare progetti teocratici. L’organizzazione di Geova è cresciuta e include persone di ogni sorta che sono state aiutate a “rivestire la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. — Efes. 4:24.

Entusiastico spirito di pioniere

Nonostante il territorio sempre più limitato e la crescente apatia religiosa, continua a esserci molto entusiasmo per il servizio di pioniere. In primavera, quando moltissimi pionieri ausiliari si uniscono alle file dei pionieri, il totale dei pionieri sale a più del 50 per cento dei proclamatori. Nel marzo 1997 i pionieri sono stati 108.737.

Una domanda ricorrente è: “Perché ci sono così tanti pionieri in Giappone?” Sembra che ciò sia dovuto a diversi fattori. Le basi per la crescita verificatasi in Giappone dopo la guerra furono poste da missionari zelanti, e gli studenti riconoscenti cercano di imitare i loro insegnanti. (Luca 6:40) Di conseguenza un’eredità di zelo per il ministero venne trasmessa alla successiva generazione di discepoli. Inoltre le case giapponesi sono in genere piuttosto modeste, quindi richiedono poco tempo per le faccende, e, in massima parte, la vita è per tradizione semplice. Questo rende più facile alle donne di casa mettere al primo posto gli interessi spirituali. (Matt. 6:22, 33) Per di più il clima in Giappone è generalmente mite, e nel paese ci sono state condizioni politiche ed economiche favorevoli.

Un altro fattore ancora sembra costituito dal retroterra culturale e dalle caratteristiche nazionali. Nel complesso i giapponesi sono ubbidienti alle direttive, sensibili all’incoraggiamento del gruppo a cui appartengono ed entusiasti del loro lavoro. A questo proposito Shinichi Tohara, un americano di origine giapponese che fu tra i primi missionari a venire in Giappone dopo la guerra, disse: ‘I piloti kamikaze morivano per l’imperatore gettandosi in picchiata con i loro apparecchi contro le navi da guerra nemiche. Se i giapponesi sono così fedeli a dei signori umani, cosa farebbero se conoscessero il vero Signore, Geova?’ Sì, dietro a ogni domanda per il servizio di pioniere c’è il vivo desiderio di piacere a Geova.

Genitori pionieri

Chi sono i pionieri? In maggioranza sorelle, per lo più sposate e con figli. Molte sono pioniere senza il sostegno del marito e dei familiari increduli.

“Quando iniziai il servizio di pioniere la mia figlia minore aveva solo pochi mesi”, dice Mutsuko di Fujisawa, che è pioniera da oltre 20 anni. “Mio marito, che lavorava in banca, di solito arrivava a casa solo dopo che eravamo tornati dalle adunanze serali. Anche se ci voleva un grande sforzo, volevo continuare”. È stata ricompensata quando tutti e tre i figli, dopo aver finito le scuole superiori, si sono uniti a lei nel servizio di pioniere. Dopo molti anni di opposizione e poi di indifferenza, anche il marito cominciò a cambiare. Che gioia è stata per Mutsuko ascoltare nella congregazione il figlio maggiore pronunciare la prima metà di un discorso pubblico, seguito dal marito, che ha pronunciato il resto!

Anche i padri che sono pionieri esercitano un’ottima influenza. Hisataka sapeva che suo padre aveva abbandonato la posizione di insegnante di informatica per poter fare il pioniere. Quando Hisataka andava ancora alle elementari, durante le vacanze estive il padre lo invitava ad accompagnarlo nel suo lavoro: consegnare il latte la mattina presto. “All’alba il cielo a oriente assumeva splendide sfumature arancioni”, ricorda Hisataka, “e papà mi esternava i suoi intimi sentimenti su come è rimunerativo servire Geova con tutta l’anima. Vederlo faticare gioiosamente per Geova mi ha incoraggiato più di quanto avrebbero potuto fare le parole”. Hisataka ora serve come membro della famiglia Betel di Ebina.

Salvato dalla karoshi

“Se muori dalla voglia di lavorare, entra in una ditta giapponese”, qualcuno ha detto per scherzo. Questo perché il tipico padre di famiglia giapponese è estremamente attaccato al lavoro e vi dedica molte ore. Tuttavia più di un padre che un tempo lavorava fino a rischiare la karoshi (morte da superlavoro) ora è dedicato non a una ditta secolare, ma a Geova Dio, e si è unito alla famiglia nel servizio di pioniere.

Nella zona di Kobe, Shunji, che un tempo lavorava per un’importante impresa edile, dice: “Quello che mi spingeva era l’attaccamento alla ditta e il desiderio di successo. Quando lavoravo lontano da casa, nella migliore delle ipotesi tornavo in famiglia solo per un breve fine settimana”. Cosa ha determinato il cambiamento? Egli risponde: “Avevo paura della morte, perché mi preoccupavo di cosa sarebbe accaduto alla mia famiglia se fossi morto. Mi chiedevo perché mia moglie e mio figlio fossero sempre così gioiosi quando si trattava di andare a predicare”. Mentre aiutava la congregazione locale in particolari tecnici riguardanti la costruzione della Sala del Regno, un anziano lo incoraggiò a fare uno studio biblico. Shunji gli diede ascolto, e adesso prova insieme alla sua famiglia la gioia del servizio di pioniere regolare. Ha anche il piacere di servire in un Comitato Regionale di Costruzione.

Un capofamiglia deve avere vera fede e spirito di abnegazione per abbandonare quello che è considerato un impiego sicuro per tutta la vita e poi fare un lavoro part time alquanto instabile in modo da avere il tempo necessario per il ministero di pioniere. Il padre di Mitsunobu della prefettura di Chiba cambiò lavoro. Nella grande ditta in cui lavorava e dove i suoi ex colleghi avevano posizioni manageriali, andava di ufficio in ufficio a raccogliere carta straccia da riciclare. Con vero apprezzamento Mitsunobu dice: “Come sono grato ai miei genitori, che mi hanno insegnato di persona ad apprezzare il tesoro del servizio di pioniere, aiutandomi così a farne la mia carriera!” Chi fa questi cambiamenti nella vita ha la convinzione che i proventi pecuniari sono solo temporanei e che i tesori spirituali hanno un valore molto maggiore. — Matt. 6:19-21.

Riguardarsi per vivere più a lungo!

Alcuni che desiderano fare il massimo nel servizio di Geova hanno dovuto superare anche gravi problemi di salute. “Nella migliore delle ipotesi, vivrà abbastanza da veder crescere suo figlio. Non si strapazzi mai, ma si riguardi per vivere più a lungo”. Così disse il medico che diagnosticò i disturbi cardiaci di Yaeko Ono. Suo figlio allora aveva tre anni. “Come posso vivere il resto della mia vita senza rimpianti?”, si chiedeva mentre tornava a casa dall’ospedale. Prima di arrivare a casa, aveva preso la decisione di diventare pioniera. Quando i parenti lo seppero, erano preoccupati, ma questo non le fece cambiare idea. Essa dice: ‘Iniziai il servizio di pioniere nel settembre 1978. Allora non sapevo di essere incinta. Mia madre si ammalò gravemente e anche la mia salute peggiorò. Ma le parole di Gesù mi diedero coraggio: “Se si ha fede quanto un granello di senape si può spostare una montagna”. (Matt. 17:20) Decisi di fare del mio meglio’.

A distanza di 17 anni Yaeko ha detto: “Sento intorno a me le confortanti braccia di Geova”. A volte i problemi rischiavano di sopraffarla, ma lei ripensava alle numerose benedizioni di Geova, e questo la aiutava a perseverare. Influenzato dal suo zelo, il marito iniziò a studiare. E la gioia di Yaeko è stata piena quando, in risposta alle sue fervide preghiere, si è unito a lei nel servizio di pioniere!

In Giappone i pionieri sono di questo calibro. Se ne potrebbero menzionare molti altri, come il fratello paralizzato dal collo in giù che era una costante fonte di incoraggiamento per altri svolgendo il servizio principalmente per corrispondenza, la sorella che nacque all’inizio del secolo e trascorse gli ultimi 13 anni della sua vita fino al 1994 facendo la pioniera in una zona dove nevicava spesso, e l’anziano cieco che si trasferì in una cittadina per fare il pioniere e aiutare la piccola congregazione locale. Tutti questi, come i fedeli testimoni dell’antichità, benché fossero fisicamente deboli ‘sono stati resi potenti’ da Dio per fare la sua volontà. — Ebr. 11:32-34.

La Traduzione del Nuovo Mondo in giapponese

In tutto il mondo l’uso della Bibbia nel ministero pubblico è qualcosa che distingue i testimoni di Geova. In Giappone i proclamatori desideravano ardentemente avere una Bibbia accurata, facile da leggere, in giapponese moderno. Molti avevano difficoltà con la versione tradizionale. Nonostante le belle espressioni e l’uso coerente del sacro nome di Dio, la sua sintassi antiquata era difficile da capire per chi era andato a scuola dopo la guerra. Perciò nel gennaio 1970 i fratelli della filiale furono felicissimi di ricevere una lettera della sede mondiale che autorizzava la traduzione in giapponese della parte greca della Traduzione del Nuovo Mondo.

Tre anni dopo, all’assemblea internazionale “Vittoria divina” di Osaka, una folla di 31.263 persone applaudì con gioia incontenibile quando Lyman Swingle, del Corpo Direttivo, annunciò la pubblicazione dell’edizione giapponese della Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane. Nei nove anni successivi se ne distribuirono 1.140.000 copie, quasi 75 volte il numero dei proclamatori al momento in cui fu pubblicata. Quella Bibbia fu stampata negli Stati Uniti, ma non era lontano il giorno in cui il lavoro di stampa e rilegatura sarebbe stato fatto nei nostri edifici in Giappone.

Si potevano migliorare i luoghi di adunanza?

Man mano che il numero delle congregazioni continuava a moltiplicarsi in tutto il Giappone, divenne sempre più evidente che c’era estrema necessità di luoghi di adunanza adatti. Prima degli anni ’70 pochissime congregazioni avevano un proprio luogo di adunanza. Infatti solo nove Sale del Regno erano state dedicate negli anni ’60. La maggior parte delle congregazioni si radunava in sale pubbliche prese in affitto o in case private.

Ricordando gli inconvenienti di quelle “adunanze portatili”, una sorella di Hirosaki, Ai Nakamura, dice: “Verso il 1963 affittavamo ogni fine settimana la sala per riunioni culturali della città, e i giorni che la sala era chiusa, la congregazione di circa 15 proclamatori teneva le adunanze in casa mia. Ogni volta che c’era un’adunanza, tutti dovevamo aiutare a trasportare le riviste, la letteratura, il podio portatile per l’oratore, ecc.”. Le sale in affitto spesso avevano un forte odore di tabacco e anche scritte e insegne politiche o religiose. Niente di ciò era in armonia con il contenuto spirituale delle adunanze dei Testimoni.

Molly Heron e Lois Dyer ricordano la sala che affittavano per le adunanze a Kyoto. Era un locale con un tatami, o stuoia, sul pavimento, al secondo piano di un negozio. Da tutt’e due le parti c’erano altri locali. Da una parte si davano lezioni di samisen, strumento a corda giapponese; dall’altra, degli uomini giocavano a go, la dama giapponese. “Con quel baccano, cercavamo di tenere il nostro studio Torre di Guardia. Erano i locali che usavamo in quei giorni”, dice Lois Dyer. Poiché non avevamo luoghi di adunanza stabili come gli altri gruppi religiosi, la gente era incline a pensare che eravamo semplicemente una setta insignificante, di breve durata.

Ma verso la metà degli anni ’70, con il crescente numero di nuove congregazioni, i fratelli erano alla ricerca di edifici da usare come Sale del Regno. Entro il luglio 1974, in tutto il paese, le 646 congregazioni usavano quasi 200 Sale del Regno. Di queste, 134 erano state dedicate durante l’anno di servizio 1974 soltanto.

I nostri fratelli avevano mezzi finanziari limitati, ma la loro ingegnosità non aveva limiti. Per esempio, nell’isola di Kyushu, la congregazione Kitakyushu Wakamatsu costruì una Sala del Regno su un appezzamento di terreno di 130 metri quadrati provveduto da un proclamatore locale. La congregazione si procurò gratuitamente assi e tegole usate provenienti da cinque case in demolizione. Si procurò anche del legno gratis appartenente a un edificio di bagni pubblici non più in uso. Acquistò solo i materiali da costruzione per le parti che sarebbero state visibili una volta che la sala fosse stata ultimata. Da un vicino cinema che aveva chiuso i battenti, si procurò le poltrone gratis, le riverniciò e le installò nella sala. Dopo sei mesi di duro lavoro, i fratelli avevano una bellissima Sala del Regno.

A motivo dei prezzi esorbitanti dei terreni, alcuni Testimoni che avevano una proprietà in zone urbane demolirono la loro casa e la ricostruirono con una Sala del Regno al piano terra e la loro abitazione sopra.

La costruzione della filiale doveva procedere di pari passo

Proprio come gli abiti di un bambino diventano di continuo troppo piccoli, così anche i locali della filiale in Giappone hanno avuto bisogno di ripetuti ampliamenti per far fronte all’aumento del numero dei Testimoni del paese. Nel 1971 erano stati preparati i progetti per costruire uno stabilimento di tre piani e una casa Betel di cinque piani a Numazu, da cui si gode una bella veduta del monte Fuji.

All’inizio gli edifici dello stabilimento venivano usati principalmente per stampare l’edizione giapponese della Torre di Guardia e di Svegliatevi! A proposito, la stampa del numero speciale di Svegliatevi! dell’8 ottobre 1972 con la rotativa Tokyo Kikai appena installata, pesante 40 tonnellate, fu una pietra miliare. Era la prima rivista prodotta dai nostri fratelli nella nostra tipografia di Numazu. Ma i fratelli che lavoravano alle macchine da stampa avevano molto da imparare. A volte si chiedevano se sarebbero mai stati in grado di far funzionare correttamente la macchina da stampa. “In quei giorni”, ha detto uno di loro, “in alcune lettere l’inchiostro era così spesso da risultare quasi in rilievo!” Altri caratteri erano sbiaditi o macchiati. Comunque, via via che i fratelli acquistavano esperienza, la qualità della stampa migliorava costantemente e aumentava il numero delle riviste distribuite nel ministero di campo.

Nel 1973, quando il fratello Knorr parlò durante il programma della dedicazione di quei locali della filiale a Numazu, gli invitati si radunarono nello spazio libero al terzo piano del nuovo stabilimento. Riferendosi all’uso a cui era destinato quel piano, egli disse: “Questo spazio vuoto rappresenta la vostra fede. Riteniamo che questo spazio sarà necessario fra un anno o due. L’organizzazione di Dio avanza, e molto rapidamente”.

Come aveva predetto il fratello Knorr, lo spazio si esaurì presto. Nel 1974 occorrevano altri due edifici, uno come magazzino e uno per alloggiare i lavoratori. “Quello fu il primo lavoro di costruzione che i Testimoni si accinsero a compiere da soli in Giappone”, dice Toshio Honma. “Eravamo piuttosto preoccupati non sapendo se ci sarebbero stati abbastanza lavoratori esperti o no. Dio ci benedisse provvedendo fratelli come Tadazo Fukayama, un capomastro con più di 30 anni di esperienza in un’importante impresa di costruzioni”.

Dopo anni di lavoro che l’avevano tenuto lontano da casa, Tadazo si era appena licenziato per dedicare più tempo alla famiglia. Perciò i suoi sentimenti erano confusi quando gli fu chiesto di considerare la possibilità di venire a Numazu per sovrintendere ai lavori di ampliamento della Betel. Avrebbe dovuto lasciare di nuovo la famiglia? “No!”, fu la risposta della filiale. Erano invitati anche la moglie e i due figli, di 18 e 20 anni.

Per quanto gli edifici costruiti allora fossero relativamente piccoli in paragone con quelli che sarebbero stati costruiti in seguito, i fratelli fecero esperienza e ciò diede loro la fiducia che con l’aiuto di Geova potevano affrontare imprese ancora maggiori.

Fratelli locali assumono maggiori responsabilità

Nell’aprile 1975 Lloyd Barry, che era stato sorvegliante di filiale dal 1952, lasciò il Giappone per servire come membro del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova. Aveva partecipato con zelo all’opera nel periodo in cui l’organizzazione teocratica era cresciuta da 8 proclamatori nel 1949 a oltre 30.000 zelanti proclamatori del Regno. Alla sua partenza la sorveglianza della filiale fu affidata a Toshio Honma, un fratello giapponese che allora era sorvegliante dello stabilimento.

A proposito delle capacità del fratello Honma, il suo assistente nello stabilimento ha detto: “Toshio non era il tipo da stare a guardare e aspettare che qualcuno gli dicesse ogni momento cosa fare. Potevate dargli un lavoro e dirgli: ‘Stiamo andando in questa direzione’. E lui capiva al volo e andava fino in fondo. Era un buon organizzatore e il suo esempio serviva di sprone”.

Un altro cambiamento organizzativo avvenne nel febbraio 1976. All’unisono con tutte le altre filiali del mondo, la sorveglianza della filiale del Giappone fu affidata a un comitato di fratelli anziché a un solo sorvegliante di filiale. I cinque nominati inizialmente furono Toshio Honma, il coordinatore, Masataro Oda, Shigeo Ikehata, Kiichiro Tanaka e James Mantz. Questa nuova disposizione fu accettata prontamente dai fratelli giapponesi, poiché avevano molta familiarità con l’idea di lavorare in gruppo e avere il consenso generale nel prendere decisioni. Uno dei membri del comitato in seguito ha notato: “Con la disposizione del Comitato di Filiale, i fratelli guardano a un gruppo di fratelli maturi quali rappresentanti dell’organizzazione. Questo ha l’effetto di far rivolgere la loro attenzione all’organizzazione di Dio anziché a un singolo individuo”. Quando si deve prendere una decisione importante, questa disposizione provvede un gruppo di uomini spirituali con un bagaglio di esperienza e capacità diverse per valutarla e ricercare la direttiva dello spirito santo e della Parola di Dio.

Nel gennaio 1983 Masataro Oda, che serviva alla Betel dal febbraio 1960, diventò il coordinatore, al posto del fratello Honma, che all’epoca aveva un bambino di due anni a cui provvedere. Altri che in seguito hanno fatto parte del Comitato di Filiale per periodi di tempo diversi sono: Ryosuke Fujimoto, Percy Iszlaub, Isamu Sugiura, Yoshihiro Nagasaki, Makoto Nakajima, Kenji Mimura e Richard Bailey. Attualmente il Comitato di Filiale è composto di sette fratelli. Con l’espansione dell’opera ciascuno di questi fratelli ha umilmente usato i suoi talenti per promuovere gli interessi del Regno di Dio in questa parte del campo mondiale.

Il fratello Oda osserva: “A questo punto, quando guardiamo indietro, possiamo vedere la sapienza divina nella disposizione del comitato. Dal 1976, quando fu adottata questa disposizione, l’opera ha assunto proporzioni tali che nessun uomo avrebbe potuto gestirla da solo. Geova ha dato al Corpo Direttivo la saggezza di delegare la responsabilità a molti fratelli, e in questo modo il buono svolgimento dell’opera non è stato intralciato”.

Fratelli locali organizzano le assemblee

Similmente negli anni ’70 la responsabilità dell’organizzazione delle assemblee cominciò a essere affidata a Testimoni locali. Takashi Abe fu tra i primi sorveglianti di distretto giapponesi a servire come sorvegliante dell’assemblea. Aveva acquistato preziosa esperienza lavorando insieme a missionari quali Percy Iszlaub. Percy era stato il sorvegliante dell’assemblea internazionale “Pace in terra” tenuta nel 1969 nel velodromo Korakuen a Tokyo. Due anni dopo il fratello Abe servì come sorvegliante dell’assemblea in occasione dell’assemblea nazionale tenuta nello stesso impianto sportivo. Grazie all’esperienza fatta all’assemblea del 1969, le cose andarono bene. Ma responsabilità maggiori dovevano ancora venire.

Nel 1973 il fratello Abe fu nominato dalla Società sorvegliante dell’assemblea internazionale “Vittoria divina”, della durata di cinque giorni, che si sarebbe tenuta a Osaka. Si aspettavano sui 30.000 presenti, inclusi 400 delegati stranieri. La sua reazione? Egli ricorda: “Quando ricevetti la lettera di nomina, mi sentii male e dovetti rimanere diversi giorni a letto, senza poter neanche alzarmi a sedere. Non riuscivo a pensare ad altro che alla difficoltà di organizzare tutti i reparti dell’assemblea. Come fui felice quando, alcuni mesi prima dell’assemblea, ricevetti dalla Società un opuscolo sull’organizzazione dell’assemblea! Seguendo le procedure basate sulla Bibbia si risolsero molti problemi”.

Uno dei problemi immediati fu provvedere abbastanza posti a sedere per tutti i congressisti. L’assemblea si doveva tenere nella Festival Plaza dell’Expo ’70 a Osaka, ma non c’erano né sedili né podio. Si chiese alle congregazioni vicine di informarsi della possibilità di prendere in affitto sedie pieghevoli per l’assemblea. Vennero contattati i direttori di tutte le scuole di una città. Anche al presidente della più grande fabbrica di elettrodomestici del Giappone fu chiesto se la sua ditta era disposta a dare in affitto sedie per l’assemblea. Un rappresentante della ditta si incontrò con il sorvegliante dell’assemblea per trattare la cosa. La ditta non aveva sedie pieghevoli extra da affittare, ma era disposta a offrire il denaro per prenderne in affitto 5.000. Ce ne volevano molte altre. La soluzione? Costruire panche con i ponteggi di legno affittati da un’impresa di costruzioni. Le panche furono ultimate pochi giorni prima dell’assemblea, e 31.263 persone ascoltarono il discorso pubblico. Dato che i testimoni di Geova del Giappone e di Okinawa continuavano ad aumentare di numero, fu l’ultima volta che poterono riunirsi tutti in una sola assemblea.

Cinque membri del Corpo Direttivo e anche il sorvegliante dello stabilimento della sede mondiale di Brooklyn assisterono all’assemblea e incoraggiarono i presenti. Altri delegati vennero da Australia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Guatemala, Hawaii, Nigeria, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Stati Uniti, rendendo l’assemblea veramente internazionale.

Dopo quell’assemblea di Osaka, altri fratelli locali cominciarono ad assumere le responsabilità che comporta organizzare le assemblee. Questo permise ai fratelli di partecipare ai preparativi delle assemblee e assolvere nello stesso tempo altre responsabilità. Inoltre i sorveglianti viaggianti ora potevano concentrarsi sul loro incarico anziché dedicare mesi ai preparativi prima di ogni assemblea.

Assemblee internazionali “Fede vittoriosa” del 1978

La quarta assemblea internazionale tenuta in Giappone fu l’assemblea di cinque giorni “Fede vittoriosa” del 1978. Questa volta l’assemblea si svolse in quattro luoghi diversi per poter accogliere tutti. L’assemblea principale tenuta a Osaka ebbe un massimo di 31.785 presenti, inclusi oltre 200 delegati provenienti da Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera e anche da altri paesi dell’Europa, dell’Asia e del Sudamerica. Erano presenti tre membri del Corpo Direttivo che presero parte al programma dell’assemblea.

Nel corso degli anni si era coltivato un ottimo spirito di cooperazione. I fratelli avevano ormai piena fiducia che con l’aiuto di Geova potevano assolvere incarichi teocratici anche più importanti.

Da bocciodromo a Sala delle Assemblee

Divenne evidente che oltre ad avere Sale del Regno i fratelli avevano bisogno di poter contare su locali più grandi per le assemblee. All’inizio degli anni ’70 molti locali pubblici non venivano affittati a gruppi religiosi, e i contratti per le palestre potevano essere annullati all’ultimo momento perché avvenimenti sportivi locali avevano la priorità. Hirofumi Morohashi, che ha servito per molti anni come sorvegliante dell’assemblea nella zona di Tokyo, ricorda un particolare episodio che indusse i fratelli a mettersi alla ricerca di una Sala delle Assemblee propria. Egli dice: “Nel 1974 avevamo dato un anticipo di 200.000 yen [circa 1.200.000 lire] per l’uso di una sala in un luna park di Oyama per un’assemblea di circoscrizione. In seguito il luna park fallì. Ci furono molte difficoltà per cercare di ricuperare l’anticipo e anche trovare un altro locale per l’assemblea”. Poi Percy Iszlaub mostrò loro una foto scattata in Australia di un vecchio stabilimento tessile che era stato trasformato in una bella Sala delle Assemblee. I fratelli di Tokyo pensarono che era tempo che si cercasse di fare qualcosa di simile.

Trovarono un bocciodromo in disuso a Higashi-matsuyama, alla periferia di Tokyo. Il proprietario dell’edificio, non conoscendo i testimoni di Geova, scrisse a una famiglia che lo aveva ospitato negli Stati Uniti per chiedere informazioni al riguardo. Ricevette una risposta molto positiva che gli diceva che i testimoni di Geova erano il gruppo religioso più degno di fiducia degli Stati Uniti. Da quel momento tutto filò liscio e si fece il contratto.

Così, nel dicembre 1976, fu ultimata la prima Sala delle Assemblee del Giappone. Intanto prendeva il via un altro importante progetto di costruzione.

La guida di Geova

Quando nel 1977 vennero dedicati gli edifici ampliati di Numazu, c’erano più di 40.000 proclamatori. Fu consigliato alla filiale di cercare un terreno del 300 per cento più grande della proprietà di Numazu. Venne localizzato un vecchio stabilimento tessile a Ebina, a metà strada fra Numazu e Tokyo, con circa 7 ettari di terreno. Era più grande di quello di Numazu del 1.600 per cento. Ma il Corpo Direttivo avrebbe approvato un’iniziativa del genere in un paese dove i prezzi dei terreni erano incredibilmente alti? Questa proprietà sarebbe costata più del doppio di quello che nel 1867 gli Stati Uniti pagarono alla Russia per acquistare l’Alaska. Per un po’ non arrivò nessuna risposta dalla sede mondiale. “Poi, improvvisamente, il fratello Barry arrivò da New York insieme a Max Larson, sorvegliante dello stabilimento della Società a Brooklyn, per vedere il terreno, e ricevemmo l’approvazione”, dice Toshio Honma. “Ripensando adesso agli aumenti che abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, ringraziamo Geova di averci guidati nell’acquisto di una proprietà così grande”.

Nel gennaio 1979 iniziò la costruzione di uno stabilimento di due piani, un edificio per uffici, tre edifici residenziali con 161 camere, una Sala del Regno e due edifici più piccoli per le officine e i laboratori. Era uno dei più grandi lavori di costruzione intrapresi fino a quel momento dai testimoni di Geova in tutto il mondo.

Molti padri di famiglia esperti di edilizia lasciarono il lavoro che avevano e si trasferirono con la famiglia a Ebina o nelle città vicine per partecipare all’impresa. Uno di questi era Yoshiaki Nishio. Quando ricevette il primo invito a partecipare ai lavori come idraulico, si era appena trasferito in una cittadina dell’isola di Shikoku per servire dove c’era più bisogno. Poiché aveva tre bambini piccoli ed era al momento disoccupato e a corto di fondi, sulle prime declinò l’invito. Ma quando ricevette il terzo invito per espresso, pensò che era Geova che gli diceva di andare. Ne parlò con la moglie, che si offrì di mantenere la famiglia in sua assenza. “Solo quando arrivai alla Betel mi resi conto che eravamo stati invitati tutti e cinque! Era incredibile!”, ricorda Yoshiaki. I tre figli sono cresciuti e sono diventati pionieri, e uno adesso serve come membro della famiglia Betel a Ebina.

“Spessissimo abbiamo visto che Geova ci ha aperto le porte in relazione alla costruzione”, ricorda James Mantz, che presiedeva il comitato di costruzione. “Avevamo davanti quelle che sembravano barriere insormontabili. Nella prefettura di Kanagawa vigevano alcune delle leggi più rigide del paese sul controllo dell’inquinamento. Ci fu detto di non scaricare una goccia d’acqua di scolo nel canale che attraversava la proprietà. Ma Geova ci aprì la strada. La fabbrica che c’era prima usava acqua che attingeva da tre pozzi per raffreddare i macchinari. L’acqua finiva in un canale che serviva per irrigare i campi dei vicini. Quando questi seppero che quella riserva idrica si sarebbe prosciugata, andarono a lamentarsi in municipio: ‘Noi dipendiamo dall’acqua che viene da quella proprietà per i nostri raccolti’. Perciò le autorità cittadine revocarono la decisione e stabilirono una quantità minima di acqua che dovevamo immettere ogni giorno nel canale per rifornire gli agricoltori. In aggiunta all’acqua di scolo depurata che finiva nel canale, dovevamo pompare acqua dai nostri pozzi per soddisfare il fabbisogno degli agricoltori”.

Il 15 maggio 1982, alla presenza di Frederick Franz, allora presidente della Società, gli edifici ultimati vennero dedicati a Geova. Lloyd Barry e la moglie Melba erano pure presenti e parteciparono al programma della dedicazione. Mentre il fratello Barry intervistava 14 suoi compagni diplomati dell’11a classe di Galaad che erano stati mandati in Giappone, i presenti poterono farsi un’idea del suo profondo amore per i fratelli giapponesi.

Progresso in quanto a quantità e qualità

I proclamatori continuavano ad aumentare, e anche la richiesta di pubblicazioni. Ancor prima della dedicazione degli edifici di Ebina, nell’ottobre 1979 la filiale entrò in possesso della sua prima rotativa offset da bobina. Pesava 75 tonnellate, era lunga 20 metri e poteva produrre 300 riviste a colori al minuto. Soddisfaceva le nostre necessità?

“Nel 1981”, ricorda il fratello Mantz, “ricevemmo la visita di zona del fratello Jaracz. Egli notò che facevamo due turni di lavoro con la nostra macchina da stampa e raccomandò che chiedessimo l’autorizzazione a comprarne un’altra. Eravamo esitanti a chiedere una seconda macchina da stampa perché pensavamo che fosse più economico andare avanti con una. Tuttavia nel giro di un mese ricevemmo istruzioni da Brooklyn di ordinare una seconda rotativa offset. All’epoca non capivamo cosa ci aspettava. Ma quando venne consegnata nel maggio dell’anno dopo, si dovette iniziare immediatamente la produzione della Traduzione del Nuovo Mondo completa in giapponese che doveva essere presentata alle assemblee di distretto solo due mesi più tardi. A quelle assemblee si doveva presentare anche il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca. Quindi ancora una volta si poteva vedere che la mano di Geova dirigeva le cose. Non saremmo mai riusciti a produrre le nostre riviste, la Bibbia e il libro, tutti con una sola macchina da stampa”.

Una terza macchina da stampa, una potente Mitsubishi, venne installata nel 1984. Aveva due bobine e quattro elementi per la stampa a colori più un elemento extra per la stampa in nero; era in grado di produrre 1.000 riviste al minuto. In quel tempo era la macchina da stampa più veloce del paese e nell’ambiente dei tipografi commerciali ne parlavano tutti. Ichiki Matsunaga, che aveva ricevuto un addestramento speciale sul funzionamento della macchina, era emozionato di vederla andare alla massima velocità. “Ma”, diceva, “è ancora più emozionante pensare alla tremenda velocità con cui il messaggio stampato verrà distribuito”.

Come si potevano smistare in modo efficiente 60.000 riviste all’ora? Alla fine i fratelli dell’officina meccanica hanno progettato e costruito un sistema trasportatore che prende le riviste dalla macchina da stampa e le fa passare per una pressa idraulica e una taglierina trilaterale, portandole fino al punto di imballaggio. Il fratello che dirige l’intera operazione spiega: “La macchina da stampa viene alimentata ogni 20 minuti con una bobina di carta da mezza tonnellata, e all’altra estremità le riviste vengono messe direttamente nelle scatole già etichettate, pronte per essere spedite”. In cinque minuti la carta passa dalla bobina attraverso la macchina da stampa e la taglierina e finisce nella scatola. Questo sistema di lavorazione a catena riduce il numero dei lavoratori necessari e richiede molto meno spazio.

L’ottima qualità della stampa ottenuta con questi macchinari, insieme ai miglioramenti in quanto a veste tipografica e qualità della carta, rese le riviste molto più attraenti. I proclamatori le offrivano con entusiasmo nel ministero di campo.

“Una schiera di specialisti”

Di pari passo con il passaggio alla stampa offset, la Società cominciò a computerizzare anche le operazioni di prestampa. C’erano Testimoni giapponesi con sufficiente preparazione tecnica che potevano rendersi disponibili per effettuare questo cambiamento? Sì! Yasuo Ishii, uno dei pionieri nel campo dell’informatica in Giappone, era diventato un servitore di Geova dedicato. Inoltre aveva parlato della sua fede con i colleghi. Di conseguenza sei esperti in analisi dei sistemi e programmazione erano diventati Testimoni battezzati. L’intero gruppo accettò l’invito a partecipare al progetto della Società, alcuni come membri della famiglia Betel e altri come pendolari. Ricordando quello che era accaduto, Toshio Honma, allora coordinatore del Comitato di Filiale, ha detto: “Geova aveva a disposizione una schiera di specialisti proprio al momento giusto”.

In quanto al computer da usare, l’ufficio di Brooklyn aveva raccomandato di prendere in leasing un elaboratore centrale dell’IBM modello 4341 non ancora in commercio. La filiale della Società in Giappone era la seconda sorteggiata per ricevere uno di questi elaboratori ultimo tipo. Però il rappresentante dell’IBM in Giappone pensava che sarebbe stato meglio darlo a uno dei loro clienti abituali che aveva le risorse per fare la programmazione. I cinque fratelli e la sorella che lavoravano al nostro progetto prepararono prontamente una descrizione dettagliata delle particolari necessità della Società. Dopo averla esaminata, la ditta incluse prontamente la nostra ordinazione nel primo invio di questo nuovo modello.

Sotto l’abile direttiva di questi esperti, più di 40 giovani fratelli e sorelle volenterosi vennero addestrati nella programmazione. L’obiettivo era costruire un sistema completamente automatizzato per la composizione delle pubblicazioni della Società in giapponese. Il sistema venne chiamato SCRIPT (Sistema di riproduzione dei caratteri con fotocomposizione incorporata). In meno di due anni era pronto per un collaudo. La prima pubblicazione prodotta con questo sistema è stata il libro di 192 pagine “Venga il tuo Regno”.

Nel 1987 le prestazioni dei personal computer commerciali erano state migliorate al punto che potevano soddisfare le necessità particolari della scrittura giapponese. Perciò quando la fotocompositrice collegata con il sistema SCRIPT si guastò, si passò al meno costoso sistema di fotocomposizione della Società. Le caratteristiche speciali che i fratelli avevano escogitato per il sistema SCRIPT, che includevano un “alfabeto” giapponese di circa 8.000 complicati ideogrammi giapponesi, furono incorporate nel sistema MEPS. Diversi programmatori che hanno lavorato al sistema giapponese locale adesso lavorano in altri paesi al sistema editoriale mondiale della Società.

Si apre un nuovo reparto

Per quasi 30 anni la tipografia della Società a Brooklyn aveva fornito al Giappone i libri necessari da distribuire nel campo. Ma quando nel 1978 fu avviata la costruzione del nuovo stabilimento a Ebina, si decise che la filiale giapponese doveva cominciare a produrre i propri libri.

Saputo cosa intendevamo fare, il presidente di una grossa ditta di adesivi (colla) venne da noi. Quando sentì che intendevamo produrre in proprio la colla, si offrì di procurarci le materie prime e l’attrezzatura di cui avremmo avuto bisogno. O, se preferivamo, sarebbe stato lieto di prepararla per noi a prezzo di costo. Perché? Alcuni anni prima aveva assistito a Chicago (USA) a un’esposizione di macchine per la stampa e la legatoria. Là lui e il suo gruppo avevano conosciuto dei fratelli della Betel di Brooklyn, che li avevano invitati a visitare la tipografia della Società a New York. Rimasero molto colpiti da come funzionava il tutto, specie dalla gentilezza e l’operosità dei fratelli. Adesso voleva aiutarci in ogni modo possibile. Risultò che costava meno procurarci la colla da lui che farla noi stessi. Presentati da lui, si poterono inoltre contattare altri fornitori, e questo ci ha procurato notevoli risparmi.

Molti fabbricanti di macchinari hanno collaborato in modo simile. Quando i rappresentanti di una ditta che produceva taglierine e raccoglitrici venne a Ebina per stendere un contratto, rimasero profondamente colpiti da tutto ciò che videro, specie dall’impegno dei volontari. Di conseguenza si offrirono di ridurre il prezzo delle loro macchine di 1.000.000 di yen (17.000.000 di lire).

Chi poteva addestrare i fratelli?

Nello stabilimento non c’era nessuno che si intendesse di rilegatura. Robert Pobuda fu invitato a Brooklyn per sei settimane di addestramento e per ricevere informazioni al fine di addestrare i fratelli in Giappone. Il materiale venne tradotto, e si tenne un corso di legatoria. Questo venne integrato con l’aiuto di professionisti di ditte commerciali che vennero a insegnare ai fratelli l’uso dei materiali per rilegare. Inoltre disponemmo di visitare alcune legatorie commerciali per osservarne il funzionamento.

Una volta, dopo aver visitato una legatoria, i fratelli furono invitati nell’ufficio del presidente. Egli chiese: “Sapete perché vi ho lasciati venire? Normalmente non permettiamo mai che persone di altre legatorie visitino il nostro stabilimento, ma una settimana prima che voi chiedeste il permesso di visitarlo, una Testimone è venuta alla mia porta e mi ha offerto le riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Sono rimasto colpito dai suoi modi e da quello che ho letto nelle riviste”. Accettò altre pubblicazioni, incluso l’abbonamento alla Torre di Guardia e a Svegliatevi!, e si offrì di addestrare per un mese alcuni fratelli nel suo stabilimento.

Da allora, con gli anni, quelli che lavorano nella legatoria continuano ad affinare le loro capacità e ad approfondire la conoscenza. Ditte commerciali hanno persino mandato i loro operai a visitare il nostro stabilimento. Restano sempre colpiti dalla pulizia e dall’attenzione per i dettagli. James Mantz, ex sorvegliante dello stabilimento, ricorda: “Una legatoria commerciale ricevette il permesso di fare delle riprese mentre i suoi dipendenti facevano la visita regolare. Intendevano usare la videocassetta per addestrare il personale del loro stabilimento. Avevano la stessa attrezzatura e facevano un lavoro simile, ma volevano usare come esempio i beteliti a motivo del loro atteggiamento, evidente dai loro volti felici mentre lavoravano, e a motivo del fatto che svolgevano il lavoro con molta efficienza”. Il fratello Mantz ricorda inoltre lo stupore di un dirigente d’azienda che visitò la legatoria della Società. Questi disse: “I giovani giapponesi soffrono di quella che chiamano la sindrome delle tre ‘K’: kiken, kitanai e kitsui”. Queste parole significano pericoloso, sporco e impegnativo. Se un lavoro comporta una di queste cose, alla maggior parte dei giovani non interessa. Ma questo non avviene nello stabilimento di Ebina.

Particolare interesse desta la legatoria delle edizioni di lusso. La legatoria del nostro stabilimento di Ebina è diventata una delle principali fonti di informazioni sulle edizioni di lusso in Giappone. In questa legatoria si producono in quantità Bibbie rilegate in pelle.

La produzione della Traduzione del Nuovo Mondo completa

Il passaggio alla stampa offset, l’installazione della legatoria e lo sviluppo del sistema SCRIPT posero tutti una base per produrre la Traduzione del Nuovo Mondo completa.

Il permesso di procedere alla traduzione della parte delle Scritture Ebraiche della Traduzione del Nuovo Mondo era stato dato nel 1975. Doveva essere un lavoro di équipe e tre traduttori furono incaricati di accingersi all’impresa. Cosa si poteva fare per mantenere un alto livello di uniformità fra loro? I traduttori prepararono e si scambiarono esaurienti e particolareggiati elenchi di parole con la relativa traduzione, insieme a informazioni su nomi propri, animali, piante, minerali, colori, malattie e cose come arnesi, capi di vestiario, cibi e sacrifici. Si dovettero studiare con cura e aggiungere agli elenchi centinaia di gruppi di parole aventi lo stesso significato e frasi importanti. In seguito i fratelli che tradussero la Bibbia in giapponese furono fra quelli invitati a condividere la loro esperienza con i fratelli della sede mondiale che stavano preparando un sistema di supporto per la traduzione della Bibbia. I loro suggerimenti sono fra quelli seguiti attualmente dai traduttori della Bibbia in tutto il mondo.

La Traduzione del Nuovo Mondo completa in giapponese venne sia stampata che rilegata nel nostro stabilimento di Ebina. Nel 1982, per produrre le 136.000 Bibbie da presentare alle 17 assemblee di distretto “Verità del Regno”, il Reparto Grafica, la tipografia e la legatoria lavorarono 24 ore su 24. Alcuni fratelli fecero turni di 12-16 ore. Si sentivano spronati ricordando che compivano il tipo di lavoro che Esdra, ‘esperto copista della legge di Dio’, aveva svolto nell’antichità. Ma mentre Esdra l’aveva fatto a mano, essi per portarlo a termine in giapponese usavano una macchina da stampa offset da bobina ad alta velocità. Come promemoria per imitare quell’esperto copista, affissero le parole di Esdra 7:6 a lato della rotativa.

Quell’anno tutti i fratelli della legatoria assisterono all’ultima assemblea di distretto a Fukushima. Finirono l’ultima Bibbia necessaria solo otto minuti prima del termine dell’ultimo giorno lavorativo prima dell’assemblea. Shigeru Yoshioka, che allora lavorava nella legatoria, ricorda: “Eravamo esausti, ma quando vedemmo le lacrime di gioia sul volto dei fratelli che ricevevano la tanto attesa Traduzione del Nuovo Mondo completa, sentimmo tutti che ne era ben valsa la pena”.

Avendo la traduzione giapponese della Bibbia in forma computerizzata, non era difficile produrre una varietà di edizioni in formato diverso. Da che la Traduzione del Nuovo Mondo in giapponese fu ultimata nel 1982, ne sono state prodotte quasi 3.000.000 di copie in varie edizioni.

Altri edifici per far fronte alla crescita

Come un adolescente che cresce in fretta, l’organizzazione teocratica in Giappone diventò presto troppo grande per gli edifici della filiale. Nel febbraio 1984 venne annunciato un ulteriore ampliamento, che questa volta avrebbe comportato la costruzione di un altro stabilimento di sei piani e di un edificio residenziale di otto piani, entrambi con scantinati. Il nuovo stabilimento doveva avere una superficie utile di almeno 22.500 metri quadrati, il doppio dello stabilimento originale di Ebina. Il nuovo edificio residenziale avrebbe avuto 128 stanze per alloggiare i volontari della Betel.

Il lavoro di costruzione iniziò nel settembre 1984 e terminò nel febbraio 1988. In quel periodo il numero dei proclamatori in Giappone superò i 100.000, ed è continuato ad aumentare. Questi edifici sarebbero serviti alla filiale non solo per soddisfare i crescenti bisogni del campo giapponese, ma anche per aiutare altre nazioni stampando per loro. Il 13 maggio 1989 i nuovi edifici furono dedicati a Geova, Colui che aveva dato l’aumento che rendeva necessari quei locali.

La famiglia viene prima di altri interessi

La stampa nazionale ha a volte puntato i riflettori sui testimoni di Geova. Nel 1986 una campagna d’informazione fece capire fino a che punto i testimoni di Geova si prendono cura dei figli. Un quotidiano titolava: “Alto funzionario delle JNR si licenzia per stare con la famiglia”. (Mainichi Daily News) In Giappone un padre con figli adolescenti si trova di fronte a un dilemma quando viene trasferito, anche se ciò significa una promozione. I trasferimenti avvengono senza tener conto della situazione familiare. Quando i figli vanno alle superiori, spesso i genitori si guardano bene dal pensare di lasciare la propria città con tutta la famiglia. Di solito il padre accetta di trasferirsi e rimanere lontano dalla famiglia. In giapponese questo si chiama tanshinfunin. L’articolo riferiva che Takeshi Tamura, testimone di Geova, era stato nominato direttore generale delle Ferrovie giapponesi [JNR, Japanese National Railways] nel Kyushu. Però aveva deciso di rassegnare le dimissioni anziché accettare questa posizione prestigiosa e stare lontano dalla famiglia. “La carica di direttore generale la può ricoprire chiunque. Ma solo io sono il padre dei miei figli”, furono le parole del fratello Tamura, citate da un giornale.

La gente era esterrefatta. In precedenza la stampa aveva dipinto a fosche tinte i testimoni di Geova, descrivendoli come persone disposte a lasciare morire i figli. Ma ecco qui un uomo che volendo stare con la famiglia aveva il coraggio di rinunciare a una carica per la quale la maggior parte dei funzionari delle Ferrovie avrebbe dato un occhio della testa. Telecronisti andarono di casa in casa. Intervistarono uomini d’affari tanshinfunin che scendevano dal treno per passare il fine settimana con la famiglia. I cronisti chiedevano loro cosa ne pensavano della decisione del fratello Tamura. Una risposta comune era: ‘Ammiro la sua decisione. Vorrei avere il coraggio di fare la stessa cosa’.

Ricordando quello che accadde, il fratello Tamura dice: “Non so come abbia fatto il Mainichi a venirlo a sapere. Di solito, quando trapelano informazioni del genere, le JNR cambiano di proposito il proprio organico, tanto per dimostrare che la notizia non è vera. Questa volta però le cose erano andate proprio come era stato annunciato dai mezzi d’informazione. Sarà stato Geova a guidare le cose. I giapponesi hanno capito dalle notizie che i testimoni di Geova sono persone che si interessano della famiglia”. Oggi il fratello Tamura e la sua famiglia servono tutti come evangelizzatori a tempo pieno. Lui è sorvegliante che presiede nella sua congregazione e il figlio lavora temporaneamente alla Betel.

Progresso a Okinawa

Dopo essere ritornata sotto la filiale del Giappone, Okinawa, dove le antiche tradizioni hanno ancora una forte influenza sulla vita della popolazione, ebbe un ulteriore ottimo progresso. L’età non trattenne la settantenne Kiku Sunagawa dall’intraprendere il servizio di pioniere. Per molti anni era stata schiava della yuta, o medium locale. Ma rimase profondamente colpita quando apprese dalle Scritture che il vero Dio ha un nome e che può leggere il cuore. Distrusse immediatamente tutti gli oggetti in suo possesso che avevano relazione con la yuta. Poi decise di imparare a leggere per poter acquistare una conoscenza più completa della volontà di Dio. Chi le faceva lo studio le diede con pazienza l’aiuto necessario. Nel 1981 si battezzò e l’anno dopo iniziò il servizio di pioniere.

Pur essendo stata analfabeta, fu in grado di insegnare a leggere e scrivere all’anziano marito di una donna che studiava la Bibbia, così che lui e la moglie poterono progredire insieme fino al battesimo. La coppia riconoscente diede alla congregazione di Akamichi un pezzo di terra adatto su cui costruire una bella Sala del Regno. Gli sforzi di Kiku furono ulteriormente benedetti quando anche le sue due sorelle minori si liberarono dall’influenza della yuta per servire il vero Dio, Geova.

Nel 1989 un’anziana coppia di Hamamatsu accettò l’incarico di predicare nell’isoletta di Aguni-Shima, circa 60 chilometri al largo della costa di Okinawa. Vendettero i loro anelli nuziali per raggranellare il denaro necessario per raggiungere quell’isola remota. Ci vollero 20 giorni per visitare le 600 case dell’isola. Un giorno, mentre camminavano lungo una recinzione di pietra sotto il cocente sole estivo, due bambine offrirono loro un sorso d’acqua dalla loro borraccia. Commossi dalla gentilezza delle bambine, i due decisero di far visita ai loro genitori. Quando si presentarono come testimoni di Geova, i genitori li abbracciarono affettuosamente. Non avevano più visto un testimone di Geova da che si erano trasferiti da Okinawa otto mesi prima. Fu disposto di tenere uno studio per corrispondenza, studio che in seguito venne passato a una congregazione di Naha, a Okinawa. I genitori insieme alla figlia maggiore si sono battezzati nel 1993. Stanno aiutando molti a conoscere la verità in quell’isola sperduta.

Nel 1980, quando ritornò sotto la filiale del Giappone, Okinawa e le isole vicine contavano 22 congregazioni con 958 proclamatori. Adesso nella prefettura di Okinawa ci sono 2.600 proclamatori che servono attivamente.

L’aiuto dei Comitati Regionali di Costruzione

Per decenni le congregazioni avevano costruito le loro Sale del Regno con l’esperienza e le risorse che avevano, ma c’erano problemi strutturali, legali e d’altro genere. La maggior parte delle congregazioni non prestava molta attenzione all’armonia dei colori. Volontari inesperti costituivano la maggior parte della manodopera, e ci voleva molto tempo per portare a termine i lavori. I mesi, persino gli anni, necessari per alcune costruzioni nuocevano alla spiritualità della congregazione e specialmente di coloro che erano impegnati nella costruzione. Era tempo di considerare la possibilità di applicare i criteri della costruzione in tempi brevi adottati negli Stati Uniti.

Il primo Comitato Regionale di Costruzione si formò nella zona di Tokyo nel settembre 1990. In seguito se ne formarono altri sette per occuparsi di altre parti del paese. Nel marzo 1991 sorse a Nakaminato, nella prefettura di Ibaraki, la prima Sala del Regno del Giappone costruita con i metodi di costruzione rapida. Benché una violenta bufera di vento avesse causato un temporaneo ritardo il secondo giorno, la sala con 120 posti a sedere fu ultimata in soli quattro giorni.

Da allora gli originali 8 Comitati Regionali di Costruzione del Giappone sono saliti a 11, e aiutano a costruire da 80 a 100 Sale del Regno ogni anno. Fra queste vi sono Sale del Regno doppie e sale con il piano terra adibito a parcheggio a motivo dell’alto costo del terreno. A Okinawa il Comitato Regionale di Costruzione ha dovuto modificare i progetti tenendo conto dei tifoni che spesso colpiscono l’isola.

Il giorno prima che iniziasse la costruzione in tempi brevi della sala per la congregazione Kochinda di Okinawa, il fratello che aveva donato il terreno morì. Il funerale fu fissato per la domenica successiva alle 16, nella Sala del Regno ancora da costruire. Il fratello era molto conosciuto sul posto, perciò il suo funerale fu annunciato dai mezzi d’informazione. Vedendo nel cantiere solo le fondamenta di cemento, la gente chiedeva: “Erigerete davvero un edificio in tempo per il funerale?” Sì, la sala fu ultimata in tempo, e molta gente, inclusi alcuni magistrati e uomini politici, vi andarono per ascoltare il discorso funebre.

Attualmente in tutto il Giappone e Okinawa ci sono 1.796 Sale del Regno, e 511 di queste sono state costruite o ristrutturate con il metodo di costruzione rapida. Queste sale sono un’eloquente testimonianza della presenza dei testimoni di Geova e rendono una degna lode al Dio che essi adorano.

Sale delle Assemblee in tutto il paese

La stessa cosa si può dire delle Sale delle Assemblee, dove si tengono le assemblee di circoscrizione e le assemblee speciali di un giorno. A partire dagli anni ’80 venne costruita una Sala delle Assemblee dopo l’altra: a Kansai, Ebina, Chiba, Tokai, Hyogo, Gumma, Hokkaido e Tochigi. Una nona Sala delle Assemblee, a Kyushu, è stata ultimata nel 1997.

La condotta esemplare di fratelli laboriosi spesso è servita a far cambiare idea a vicini che sulle prime non erano ben disposti. Quando si costruiva la Sala delle Assemblee di Tokai, vicino a Nagoya, un vicino era molto contrario e cercò di organizzare una campagna per fermare i lavori. Ogni giorno veniva a controllare cosa accadeva. Un giorno arrivò con una sega in mano. Quando il fratello responsabile della costruzione gli chiese cosa intendesse fare, disse: “Ho osservato quello che avete fatto sinora. E sembra che la macchia di bambù vi impedisca di procedere. Permettete che oggi presti anch’io servizio volontario”. E si diede da fare.

Nel 1995, quando i fratelli stavano costruendo la Sala delle Assemblee di Hokkaido, l’isola più settentrionale, i fondi erano assai limitati. Perciò furono felici di poter avere 2.000 poltrone gratis. Come fu possibile? Durante la costruzione un fortissimo terremoto colpì Kobe e le città vicine, rendendo molti edifici inagibili. Uno di questi era il Kokusai Kaikan di Kobe, con una bella sala da concerti. Quando si decise di demolire l’edificio, un telegiornale trasmise la scena dei musicisti che davano l’addio alla sala. Vedendo il notiziario, i Testimoni impegnati nelle operazioni di soccorso a Kobe contattarono i responsabili dell’edificio e ottennero il permesso di prelevare le poltrone e inviarle alla Sala delle Assemblee di Hokkaido. Un terzo delle 2.000 poltrone erano nuove di zecca, e le altre sarebbero state utilizzabili dopo essere state ricoperte. La ditta incaricata della demolizione fu felice di essersi sbarazzata delle poltrone.

Dal 1995, con le Sale delle Assemblee di Tochigi e di Hokkaido, i fratelli e le sorelle in grado di servire sotto i comitati regionali per la costruzione di Sale del Regno cominciarono a occuparsi anche della costruzione di Sale delle Assemblee. I fratelli apprezzano moltissimo le loro Sale delle Assemblee e l’opportunità di stare insieme durante le assemblee. In questi bellissimi edifici vedono un’ulteriore prova della ricca benedizione di Geova sui loro sforzi di offrire un degno sacrificio di lode.

Luoghi adatti per le assemblee più grandi

Negli anni ’80 la maggior parte delle grandi assemblee di distretto si tenevano in stadi scoperti. Quindi si dovevano sopportare l’estremo calore e l’umidità estivi e anche i tifoni, che cominciano a colpire il Giappone d’estate più o meno all’epoca delle assemblee.

Dal 18 al 21 agosto 1983 era in programma un’assemblea di distretto per oltre 20.000 persone negli spazi verdi dell’Expo Memorial Park di Osaka. Durante l’allestimento, la domenica 14 agosto i volontari avevano eretto due enormi tende. Ma un tifone con venti che soffiavano a 160 chilometri orari si dirigeva direttamente verso Osaka. I fratelli decisero di smontare le tende per evitare rischi. Shogo Nakagawa, sorvegliante dell’assemblea, dice: “La sede del comitato dell’assemblea sembrava una stazione meteorologica mentre i fratelli osservavano attentamente l’avanzata del tifone.

“Il 16 si pregò tutto il giorno. Per iniziare in tempo l’assemblea, i fratelli dovevano cominciare a erigere le tende alle 5 di mattina del 17 agosto. Il giornale della sera del 16 agosto prevedeva ‘temporali nella zona di Osaka’. Perché potessimo erigere le tende secondo il programma, il tifone doveva spostarsi più rapidamente e girare a destra, e le nuvole a occidente dovevano sparire. È esattamente quello che accadde. Alle 4 del 17 pioveva forte nella parte meridionale di Osaka, ma non intorno al luogo dell’assemblea. Si eressero di nuovo le tende in tempo per l’assemblea, che iniziò alle 13,20 del giovedì 18, proprio come era in programma”.

Un po’ alla volta, però, si resero disponibili sale e stadi coperti con oltre 10.000 posti. Negli anni ’90 i testimoni di Geova cominciarono ad affittare queste sale con l’aria condizionata. Uno dei più grandi di questi raduni si tenne nel 1992 nello stadio coperto di Tokyo. Complessivamente, 39.905 persone assisterono all’assemblea di distretto “Portatori di luce”. Poiché lo stadio si trovava nel centro di Tokyo, l’assemblea fu una buona testimonianza per gli astanti. Un uomo che lavorava vicino allo stadio, parlando con una pioniera che venne alla sua porta, ammise che lui e i suoi colleghi erano stati critici nei confronti dei Testimoni. Ma dopo aver osservato i presenti all’assemblea si scusò e disse: “Adesso che ho cambiato idea, leggerò le riviste insieme a mia moglie”.

Accolti gli sfollati

Negli anni ’80 venne messa alla prova la capacità dei fratelli di far fronte a un’altra necessità. Proprio come i cristiani del I secolo ebbero varie opportunità di mostrare quanto fosse profondo il loro amore assistendo i compagni di fede bisognosi della Giudea, così in anni recenti i testimoni di Geova del Giappone hanno avuto varie opportunità di manifestare queste qualità cristiane in occasione di disastri. (Atti 11:28, 29; Rom. 15:26) Il modo in cui l’hanno fatto è stato un’ulteriore prova dell’adempimento delle parole di Gesù: “Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore fra voi”. — Giov. 13:35.

Il primo esempio di estese operazioni di soccorso si ebbe dopo l’eruzione del Mihara a Oshima, nelle Isole Izu, avvenuta il 21 novembre 1986. Alle 16,17 Jiro Nishimura, un anziano della congregazione dell’isola, sentì una forte esplosione. “Uscii”, ha detto il fratello Nishimura, “e sopra il Mihara vidi una nube a forma di fungo proprio come quella di un’esplosione atomica”. Nel giro di un’ora 80 scosse fecero tremare l’isola. Nella notte oltre 10.000 persone vennero fatte sfollare dall’isola.

In poche ore si nominarono comitati di soccorso nella penisola di Izu e a Tokyo per occuparsi dei Testimoni sfollati. Dopo l’ordine di evacuazione, Yoshio Nakamura insieme ad altri delle congregazioni di Tokyo si precipitarono ai moli alle due di notte per assistere i fratelli della congregazione di Izu Oshima. Uno degli sfollati in seguito disse: “Scesi dalla nave vedemmo un cartello con la scritta ‘Testimoni di Geova’. . . . Allorché mia moglie vide che i fratelli erano venuti a incontrarci al molo le vennero le lacrime agli occhi e diede un sospiro di sollievo”.

Eruzione a Shimabara

Neanche cinque anni dopo, nel giugno 1991, ci fu l’eruzione del Fugen, nella penisola di Shimabara vicino a Nagasaki. Più di 40 persone rimasero uccise. Una Testimone e i suoi figli la cui casa si trovava nel corso di un fiume di cenere e gas surriscaldati scamparono per un pelo. Dei 42 proclamatori che facevano parte della congregazione di Shimabara, 30 furono fatti sfollare. La congregazione non poteva più usare la Sala del Regno, poiché si trovava nella zona di pericolo. Le congregazioni di tutto il paese furono informate delle necessità dei fratelli nella zona colpita, e venne aperto un conto in banca per finanziare i soccorsi. La reazione fu immediata e tale che la banca locale fu sommersa e chiese che i versamenti venissero temporaneamente sospesi per potersi mettere in pari con le registrazioni. In meno di un mese il locale Comitato di Soccorso invitò le congregazioni a non mandare più denaro, dato che ne avevano già ricevuto più del necessario. Oltre che per aiutare chi aveva perso il lavoro e la casa, le offerte inviate servirono a provvedere una bella Sala del Regno nuova per la congregazione di Shimabara e una per la congregazione di Arie appena formata, a cui ora si associava metà degli sfollati.

Le operazioni di soccorso, insieme all’amorevole interessamento espresso nelle oltre 3.000 lettere ricevute, commossero profondamente i Testimoni della zona disastrata. Di conseguenza, nell’aprile dell’anno dopo, i 28 proclamatori della congregazione di Shimabara e i 20 componenti battezzati della congregazione di Arie svolsero tutti il servizio di pioniere ausiliario, in segno della loro gratitudine a Geova.

Assistenza legale necessaria

Satana, naturalmente, non si compiace dell’attività unita dei servitori di Geova. Come in altri paesi, ha cercato di creare ostacoli per impedire il progresso del popolo di Geova. Questo ha reso a volte necessario ricorrere ai tribunali. — Confronta Atti 25:11.

Per risolvere i problemi che richiedevano una consulenza legale, nella prima metà degli anni ’80 venne istituito alla filiale un reparto legale. Nel 1991 un giovane avvocato, insieme alla moglie, si offrì di servire a tempo pieno alla filiale. Dopo essersi consultato con altri fratelli che svolgevano la professione forense, egli preparò molte informazioni utili ai corpi di anziani su questioni come l’affitto o la proprietà di Sale del Regno, il da farsi nei casi di violenza contro il popolo di Geova e i passi saggi da compiere nelle cause di divorzio e di affidamento dei figli. Inoltre sono stati provveduti i consigli necessari alla filiale per far fronte ai cambiamenti delle leggi sull’editoria, l’esportazione di letteratura biblica e cose simili.

Coscienza religiosa in giudizio

Un caso degno di nota finito in tribunale è quello del sedicenne Kunihito Kobayashi, iscritto all’Istituto Tecnico Industriale Municipale di Kobe. (In Giappone gli istituti tecnici offrono un corso quinquennale non obbligatorio che include i tre anni delle superiori). In certe scuole era invalsa la consuetudine di bocciare o espellere gli studenti che non partecipavano alle esercitazioni di arti marziali. Così veniva negato loro il diritto all’istruzione. Nel dicembre 1986, durante la visita di zona di Lloyd Barry alla filiale, fu raccomandato di scegliere un fratello esemplare che avesse questo problema, preferibilmente figlio di un anziano, per ricorrere in tribunale contro la sua espulsione.

Nel 1990 Kunihito Kobayashi e altri quattro studenti si erano rifiutati di partecipare alle esercitazioni di kendo (la scherma giapponese) in armonia con il comando di Isaia 2:4 di ‘fare delle spade vomeri e non imparare più la guerra’. Perciò venne negata loro la promozione alla classe successiva. Kunihito, pur essendo in assoluto il primo della classe per rendimento scolastico, fu successivamente espulso dalla scuola essendo stato bocciato in educazione fisica per due anni consecutivi. Kunihito e gli altri quattro ricorsero contro i provvedimenti presi dalla scuola, sostenendo che erano stati violati i diritti costituzionali alla libertà religiosa e all’istruzione. Dopo diversi appelli il caso di Kunihito raggiunse finalmente la Corte Suprema. L’8 marzo 1996 i giudici della seconda sezione minore della Corte Suprema emisero all’unanimità una sentenza a suo favore, dichiarando che la scuola aveva sbagliato costringendolo a scegliere fra la sua religione e l’istruzione scolastica. Era la prima volta che la corte decideva in merito a un caso in cui la libertà religiosa era contrapposta all’autorità di una scuola di stabilire il suo programma. Il nuovo preside convocò tutti gli studenti, ammise che in questo caso la scuola aveva mancato di buon senso e chiese loro di “riaccogliere calorosamente il signor Kobayashi come loro compagno”. Nell’aprile 1996, quattro anni dopo essere stato espulso, il fratello Kobayashi, che ormai aveva 21 anni, ritornò a scuola.

La sentenza fece notizia in tutto il paese, e i testimoni di Geova si rallegrarono che il nome di Geova e le sue giuste vie fossero state nuovamente portati all’attenzione del pubblico e che fosse stata data una testimonianza favorevole. — Matt. 10:18.

Rispetto per la legge di Dio sul sangue

Anche se è ben noto l’interesse dei testimoni di Geova per la vita dei loro simili, è stato necessario impegnarsi strenuamente per abbattere pregiudizi inveterati riguardanti il loro rispetto per la santità del sangue. (Gen. 9:4; Atti 15:28, 29) Prima degli anni ’80 la filiale aveva un elenco di ospedali e medici che avevano eseguito operazioni senza sangue. Ma non era un elenco di medici disposti a collaborare; alcuni solo malvolentieri avevano eseguito operazioni senza sangue.

Si poteva fare di più per aiutare i Testimoni che avevano bisogno di nominativi di medici disposti a operare senza sangue? Akihiro Uotani, che ebbe una parte diretta nel soddisfare questa necessità, ricorda: “Eravamo frustrati, poiché spesso non sapevamo cosa fare di fronte alle telefonate disperate di chi chiedeva alla Società nominativi di medici disposti a operare senza sangue”. Poi, nei primi mesi del 1989, in Giappone giunse la notizia che negli Stati Uniti si tenevano seminari per i Comitati di assistenza sanitaria. Interessata, la filiale scrisse alla sede mondiale di Brooklyn chiedendo delucidazioni. Quindi in novembre arrivò una lettera del Servizio di Informazione Sanitaria di Brooklyn che informava la filiale che il Comitato Editoriale aveva approvato di tenere in Giappone un seminario per i Comitati di assistenza sanitaria nel marzo 1990. Sarebbe stato uno dei primi tenuti fuori degli Stati Uniti.

Oltre ai 91 membri appena nominati dei Comitati di assistenza sanitaria, sarebbero stati presenti 111 sorveglianti viaggianti, 25 medici testimoni di Geova del Giappone, 44 fratelli della Repubblica di Corea e 3 istruttori di Brooklyn. Il seminario si doveva svolgere in inglese e sarebbe stato tradotto in coreano e giapponese.

“Durante il seminario gli istruttori sottolinearono più volte la necessità di ‘informare i medici’”, ricorda il fratello Uotani. “Alcuni nutrivano seri dubbi che in Giappone i colloqui con i medici e le visite agli ospedali al fine di informare i medici sarebbero stati graditi. Questo soprattutto perché i giapponesi per tradizione accettavano senza obiettare qualsiasi terapia prescritta dai medici, i quali non erano inclini a discutere del loro operato con i profani. Ad ogni modo, dopo il seminario i tre istruttori insieme a membri dei comitati sanitari visitarono gli ospedali della zona di Tokyo con ottimi risultati”.

Informare i mass media e i medici

A motivo delle notizie tendenziose e delle informazioni poco accurate pubblicate dai giornali, si pensava di dover cercare di informare sia i mass media che i medici spiegando la nostra posizione riguardo al sangue. Perciò, a partire dal settembre 1990, dopo la pubblicazione dell’opuscolo Salvare la vita col sangue: In che modo?, la filiale iniziò una campagna per incontrare i giornalisti che scrivevano articoli su argomenti di carattere medico per i giornali nazionali e locali. Fu un vero successo. Alcuni giornalisti, colpiti da quello che fu spiegato loro, si offrirono persino di scrivere un articolo sui medici che operavano senza sangue.

Un altro ottimo risultato di questa campagna fu che giornalisti che scrivevano articoli scientifici per i principali giornali nazionali informarono il comitato sanitario di Osaka che il Comitato Etico del Centro Nazionale per le Malattie Circolatorie stava discutendo come comportarsi con i Testimoni. Fu scritta immediatamente una lettera per avere un colloquio con il direttore del centro. Sia il direttore che il vicepresidente del Comitato Etico assisterono a questo incontro. Il risultato fu che il 22 aprile 1991 venne presa la decisione di rispettare il diritto dei Testimoni di rifiutare le trasfusioni di sangue.

Dopo questo ottimo inizio vennero contattati con risultati simili i comitati etici di altri ospedali. Quando il Comitato Etico degli Ospedali e delle Cliniche di Maternità dell’Area Metropolitana di Tokyo stava preparando una normativa su come comportarsi di fronte al rifiuto delle trasfusioni di sangue per motivi religiosi, un rappresentante del Servizio di Informazione Sanitaria della Betel e membri dei Comitati di assistenza sanitaria di Tokyo furono invitati a partecipare. I 13 membri del comitato raccomandarono che i 16 ospedali gestiti dall’amministrazione metropolitana di Tokyo rispettassero i desideri dei pazienti adulti che volevano essere curati senza sangue anche se i medici ritenevano che il sangue fosse necessario. “Nel caso di un paziente ricoverato in stato di incoscienza ma in possesso di un documento che certifichi il suo desiderio di non essere trasfuso, il medico deve dare la precedenza a tale desiderio”, riferiva il Mainichi Shimbun. Inoltre affermava che “i desideri dei ragazzi che frequentano le scuole medie superiori riguardo alle trasfusioni saranno rispettati come se si trattasse di adulti”.

Anche ospedali che un tempo avevano esposto formalmente cartelli che dicevano “Non si accettano testimoni di Geova”, hanno cambiato idea e sono disposti a curare i Testimoni e a seguire metodiche alternative. Attualmente nell’elenco dei medici disposti a cooperare ci sono oltre 15.000 nominativi. Alcuni medici si sentirebbero trascurati se il comitato sanitario locale non includesse il loro nome. Nell’ottobre 1995 l’Ospedale Shin-Tokyo di Matsudo diede inizio a un programma di terapie alternative alla trasfusione di sangue, che rispetta completamente la posizione dei Testimoni riguardo al sangue. Quindi sono stati fatti eccellenti passi avanti in questa questione di vitale importanza.

Amore e buona organizzazione

Come predisse Gesù Cristo, in questi ultimi giorni grandi terremoti continuano a verificarsi in un luogo dopo l’altro. (Matt. 24:3, 7) Martedì 17 gennaio 1995 fu colpita la zona di Kobe. Questo terremoto di 7,2 gradi della scala Richter fece oltre 5.000 vittime e lasciò altre migliaia di persone senza tetto. Fra i 9.000 Testimoni che vivevano nella zona, persero la vita 13 Testimoni battezzati e 2 proclamatori non battezzati. Hiroshi e Kazu Kaneko, una coppia di pionieri speciali della congregazione di Nishinomiya Centro, venne trovata quella mattina sotto le macerie di un vecchio appartamento. Ci vollero più di quattro ore per tirare fuori il fratello Kaneko, ma la moglie Kazu era morta schiacciata. Poiché Hiroshi era rimasto sotto il peso delle macerie per molto tempo, i suoi reni smisero di funzionare, lasciandolo per molti giorni in una condizione critica. “Ho capito bene quanto siano inutili i beni materiali”, disse Hiroshi. “Viceversa mi sono reso conto dell’importanza di qualità interiori quali la fede e la speranza. Queste qualità ci aiutano a superare le peggiori condizioni in cui ci possiamo trovare”.

Spinti dall’intenso amore per i loro fratelli, i Testimoni intervennero subito per dare una mano. Provvidenzialmente le circoscrizioni intorno a Kobe erano state organizzate in modo da tagliare la città da nord a sud. Poiché il terremoto aveva colpito la zona lungo la costa che si estende da est a ovest, in ciascuna circoscrizione c’erano congregazioni indenni che poterono assistere chi era nel bisogno. Gli anziani di queste congregazioni vicine presero l’iniziativa di organizzare i soccorsi. L’indomani della prima scossa, un convoglio di 16 motociclette portò viveri e acqua alle congregazioni del centro di Kobe.

I sorveglianti di circoscrizione istituirono immediatamente dei centri temporanei di soccorso per occuparsi dei Testimoni della zona colpita. La filiale destinò a deposito dei generi di soccorso sei Sale del Regno che non erano state distrutte. “Nel giro di cinque ore erano piene zeppe”, ricorda Yoshihiro Nagasaki, un membro del Comitato di Filiale che arrivò nella zona colpita sul sellino posteriore della moto di un altro Testimone. “Si dovettero invitare i fratelli a dirottare i generi di soccorso nelle vicine Sale delle Assemblee”. Furono istituiti centri di raccolta dove rappresentanti delle congregazioni locali potevano ritirare le cose di cui avevano bisogno, e in ciascuna congregazione gli anziani avrebbero poi distribuito i generi di soccorso ai fratelli.

La Bibbia incoraggia i cristiani a ‘operare ciò che è bene verso tutti, ma specialmente verso quelli che hanno relazione con noi nella fede’. (Gal. 6:10) I Testimoni furono lieti di dividere con i vicini quello che ricevevano. Due giorni dopo il terremoto di Kobe, quando si accorse che i generi di soccorso per i Testimoni erano sufficienti mentre altri ne avevano estremo bisogno, un anziano inviò prontamente due furgoni di viveri a un locale centro profughi.

Ulteriore aiuto

Si prestò attenzione anche ai bisogni emotivi e spirituali. Si dispose subito di continuare a tenere le adunanze di congregazione. Una congregazione si radunò in un parco il giorno stesso del terremoto. La domenica successiva, quasi tutte le congregazioni della zona tennero il regolare studio Torre di Guardia. Nelle cinque circoscrizioni colpite furono mandati sette sorveglianti di circoscrizione, oltre ai loro sorveglianti di circoscrizione regolari, per provvedere ai bisogni emotivi e spirituali dei terremotati. Essi fecero visite speciali per rafforzare i fratelli e aiutarli a mettere gli interessi del Regno al primo posto nella loro vita nonostante il disastro.

Dieci Sale del Regno erano inutilizzabili. Le case di molti fratelli erano totalmente o parzialmente distrutte. Gli 11 Comitati Regionali di Costruzione del Giappone organizzarono ciascuno una squadra di circa 21 operai per riparare le case danneggiate. Una squadra di soccorso venne a proprie spese dagli Stati Uniti per partecipare ai lavori. Completato il loro lavoro, queste squadre avevano riparato 1.023 case e sgombrato le macerie di 4 case distrutte. Fratelli pieni di abnegazione venuti da ogni parte del paese ricostruirono cinque Sale del Regno e ne ripararono altre quattro.

I familiari increduli venivano trattati con la stessa benignità mostrata ai credenti della stessa famiglia. Una sorella con il marito incredulo e quattro figli perse il secondogenito nel terremoto. La famiglia fu ospitata nella Sala del Regno con altri 70 Testimoni per una settimana. Osservando come i fratelli si interessavano e offrivano aiuto pratico, il marito cominciò ad apprezzare l’organizzazione di Geova. Un giorno visitò il centro dei soccorsi a Suita, dove vide molti fratelli che lavoravano sodo per persone che non conoscevano. Profondamente commosso, non poté trattenere le lacrime. Quel giorno stesso accettò uno studio biblico.

Far fronte ai cambiamenti in modo costruttivo

Con il passare degli anni, la situazione in Giappone è cambiata. A fine marzo del 1992, quarantatré anni dopo l’arrivo del primo gruppo di missionari nel 1949, l’intero territorio assegnato alla filiale del Giappone riceveva regolarmente la buona notizia del Regno. Tuttavia sono cambiati anche l’atteggiamento della gente e le circostanze, e questo ha richiesto flessibilità da parte dei testimoni di Geova.

Rodney Kealoha, un missionario che ha svolto per molti anni l’opera di sorvegliante viaggiante, ha notato: “Venticinque anni fa [negli anni ’70] i giapponesi erano molto cortesi e amichevoli. Quando i Testimoni bussavano, ascoltavano anche se non erano interessati”. La gente dedicava tempo alla lettura e in generale aveva molto rispetto per la moralità e l’ordine sociale. Ma un po’ alla volta si è lasciata distrarre dalla crescente prosperità materiale. Le casalinghe cominciarono a entrare nel mondo del lavoro. Di giorno si trovavano a casa sempre meno persone. Spesso chi era a casa era troppo occupato per fare lunghe conversazioni sulla religione e non intendeva accettare pubblicazioni che pensava di non avere il tempo di leggere.

Si costruivano condomini inaccessibili e case con citofoni. In queste zone i proclamatori dovevano adattarsi a fare le presentazioni al citofono. Impararono a rivisitare chi si era semplicemente mostrato gentile e affabile. Hiroko, una pioniera di Sapporo, fu respinta al citofono da una donna che disse di essere scintoista. Convinta che la donna doveva avere un cuore buono a motivo della sua voce cordiale e dei modi gentili, Hiroko la rivisitò. Un po’ alla volta fecero amicizia per citofono. Dopo dieci mesi di visite del genere, finalmente si sentì dire: “Aspetti un minuto, per favore”, e la donna comparve alla porta e la invitò a entrare in casa. Una conversazione su un problema di famiglia portò rapidamente a uno studio, e poi al battesimo. La nuova sorella, ora pioniera, aveva effettivamente un cuore buono.

Poiché molti raramente sono a casa di giorno, Il ministero del Regno raccomandò una maggiore partecipazione alla testimonianza serale e stradale. I proclamatori risposero immediatamente con entusiasmo. Ben presto, in tutto il Giappone, li si vedeva offrire La Torre di Guardia e Svegliatevi! per le strade, specie vicino alle affollate stazioni ferroviarie.

Un esempio tipico è quello di una sorella che abita vicino a Yokohama. Pur avendo un lavoro a tempo pieno, desiderava essere pioniera ausiliaria. Un anziano suggerì che ogni giorno dalle 6 alle 8, prima di andare al lavoro, desse testimonianza per la strada vicino a una stazione ferroviaria. Dopo aver superato la propria timidezza e gli scherni iniziali di alcuni pendolari, essa sviluppò un itinerario di una quarantina di persone che erano liete di prendere le riviste. Fra queste c’erano pendolari, ferrovieri e negozianti del vicinato. In media distribuiva 235 riviste al mese in un territorio dove i pionieri di solito ne lasciavano una trentina. Menzionando per pochi attimi qualche punto scritturale ogni giorno, riuscì a iniziare sei diversi studi biblici, di cui uno con un poliziotto.

Altri proclamatori hanno messo in pratica i suggerimenti circa la testimonianza per telefono in modo da raggiungere chi abita in condomini inaccessibili. La persistenza e la scelta di un argomento interessante hanno aperto la strada per iniziare molti studi biblici. Quando una sorella al telefono chiese a una donna se aveva mai riflettuto su cosa riservava il futuro a lei e alla sua famiglia, la donna disse che ci aveva pensato. La convinzione che nessuno potesse darle una mano aveva influito sulla sua salute. Di conseguenza si era isolata in casa. Spinta dal sincero interesse espresso dalla Testimone, acconsentì a incontrarla in un supermercato vicino. Quando le venne mostrato il contenuto del libro Vita familiare, accettò prontamente uno studio biblico.

Il risultato dell’energica attività di campo e della maggiore maturità delle congregazioni è una crescita notevole e costante. L’attuale sequenza di massimi consecutivi nel numero dei proclamatori è iniziata nel gennaio 1979 e continua ininterrotta da oltre 18 anni. Durante la seconda metà degli anni ’80 e i primi anni ’90, l’aumento dei proclamatori in Giappone è stato in media di oltre 10.000 all’anno. Nel marzo 1995 c’erano 200.000 proclamatori del Regno nel paese. Nell’agosto 1997 c’erano 220.663 proclamatori associati a 3.785 congregazioni, mentre nell’agosto 1972 i proclamatori erano 14.199 e le congregazioni 320. Un crescente numero di questi, però, non sono proclamatori di lingua giapponese.

Aiuto per i gruppi di lingua straniera

Grazie alla forte economia giapponese, molti lavoratori che parlano altre lingue si sono trasferiti nel paese. Fra questi ci sono anche testimoni di Geova. Il Giappone non è più un paese dove quasi tutti parlano giapponese. Come si potevano aiutare spiritualmente le popolazioni di lingua straniera?

Prima degli anni ’80 la popolazione di lingua straniera era relativamente poco numerosa. Piccoli gruppi isolati o congregazioni si erano formati a Misawa, Tachikawa e Okinawa a beneficio sia delle mogli e dei figli dei militari americani sia di altri interessati.

La più grande era quella delle basi americane di Okinawa. Nel 1968 Karl ed Evalyn Emerson, già missionari in Corea, si trasferirono con il loro bambino per aiutare la popolazione di lingua inglese di Okinawa. In seguito si unirono a loro in questo fertile campo Bill e Mary Ives e Wayne e Penny Frazee rispettivamente della 40a e della 52a classe di Galaad. Wayne, che al volante di una minuscola auto sgangherata di 360 cm3 di cilindrata andava in giro per la vastissima base aerea di Kadena, aveva particolarmente successo con i soldati di leva a motivo della sua precedente carriera militare. Nei 15 anni durante i quali servirono a Okinawa, Wayne e Penny riuscirono a portare circa 100 persone al battesimo. Il loro ministero era così efficace che il comandante di una base chiese che predicassero altrove. Perché? “Mi portate via gli uomini migliori”, si lamentò.

Anche se nella congregazione c’era un continuo andirivieni a motivo dei trasferimenti ad altre basi militari, letteralmente migliaia di persone hanno assistito alle adunanze e centinaia sono state aiutate a schierarsi dalla parte di Geova. La maggior parte ha continuato a servire Geova al ritorno negli Stati Uniti. Alcuni sono diventati anziani e servitori di ministero. Uno di questi, Nick Simonelli, in seguito ha frequentato la 93a classe di Galaad, seguendo le orme di chi aveva studiato con lui. Adesso serve in Ecuador insieme alla moglie.

Il territorio di lingua inglese in Giappone

Verso la fine degli anni ’70, terminata la guerra del Vietnam, i gruppi di lingua inglese del Giappone un po’ alla volta si dispersero. Ma all’inizio degli anni ’80, notando che intorno alla base aeronavale americana di Atsugi, a soli 15 minuti di macchina dalla Betel, c’era un buon numero di persone che parlavano inglese, James Mantz junior invitò i suoi genitori, che allora vivevano in California, a passare in Oriente per dare una mano. (Confronta Atti 16:9). Perciò nel marzo 1981, James Mantz senior e la moglie Ruth, rispettivamente di 62 e 59 anni, si trasferirono a Sagamihara vicino alla base di Atsugi. “Il nostro territorio era dovunque potessimo trovare qualcuno che parlava inglese”, ricorda Ruth. “Mentre svolgeva l’opera stradale, Ruth spesso fermava giovani soldati americani in bicicletta stendendo le mani per mostrare loro le riviste”, ricorda una sorella della famiglia Betel di Ebina. Purtroppo James Mantz morì poco dopo essere arrivato in Giappone, ma Ruth rimase e aiutò diverse persone ad accettare la verità. Nell’ottobre 1985 il piccolo gruppo inglese di Sagamihara diventò congregazione.

Negli anni ’80, via via che l’economia giapponese si rafforzava, il numero degli stranieri aumentò enormemente. Molte migliaia di filippini, sudamericani, africani, cinesi e coreani affluirono nel paese in cerca di lavoro. La Società prese provvedimenti per dare aiuto spirituale a questi lavoratori stranieri. Pionieri giapponesi che parlavano inglese, fra cui molti che servivano alla Betel, vennero incaricati di dare una mano. Un fratello che ha fatto parte della congregazione inglese per molti anni ha detto: “Quando la Società cominciò a prendere la direttiva in questo campo, si ebbe immediatamente l’aumento”. Il 1° settembre 1997 c’erano 18 congregazioni inglesi, che formano una circoscrizione a sé.

Aiuto per i brasiliani

Moltissimi giapponesi i cui genitori o nonni erano emigrati in Brasile tornarono in Giappone per lavorare, ma non capivano né il giapponese né l’inglese. Nel 1986 Kazuyuki e Nanako Kiritani, una coppia di ex missionari che aveva servito in Brasile, si trasferirono a Yokohama, dove c’erano delle sorelle e alcuni studenti biblici che parlavano portoghese. Questo gruppetto cominciò a tenere una volta al mese lo studio Torre di Guardia e la Scuola di Ministero Teocratico abbreviata in portoghese.

Nella primavera del 1991 la Società invitò tre anziani brasiliani, che vivevano a Tokyo, Nagoya e Toyohashi, oltre al fratello Kiritani, per discutere lo sviluppo del campo portoghese. Nell’agosto 1991 cominciarono a funzionare quattro gruppi portoghesi. La filiale aveva reclutato beteliti volenterosi e iniziato un corso di portoghese alla Betel. Essi impararono con entusiasmo la lingua e divennero parte delle fondamenta dei gruppi portoghesi. I gruppi appena formati diventarono presto congregazioni, e nel giro di sei anni c’erano 21 congregazioni portoghesi, che pure formano una circoscrizione a sé.

Si apre il campo spagnolo

Nel settembre 1987 si tenne la prima adunanza in spagnolo per aiutare otto sorelle che fino a quel momento si erano associate al gruppo portoghese. Louis Delgado, un fratello scapolo del Perú, prese la direttiva. All’epoca alcune sorelle facevano un viaggio di sei ore per assistere alle adunanze spagnole, ma ne valeva la pena per l’aiuto spirituale che ricevevano. A motivo della barriera linguistica, alcune che avevano sposato cittadini giapponesi per trovare sicurezza economica avevano difficoltà coniugali e inoltre non riuscivano a esprimere quello che provavano agli anziani delle congregazioni giapponesi.

Per il gruppo spagnolo anche il ministero di campo costituiva una sfida. Per organizzare i territori andarono a ognuna delle 29 stazioni della Yamanote, la linea ferroviaria intorno al centro di Tokyo, per cercare nomi spagnoli sulle porte. Benché fosse stancante e richiedesse molto tempo, questa attività permise loro di avere un territorio ben definito.

Durante il giorno gruppi di sorelle visitavano le zone in cui vivevano molte colombiane. Queste donne lavoravano in bar che di solito erano gestiti dalla yakuza, la mafia giapponese. Quando sembrava che una donna facesse progressi spirituali, la yakuza interveniva e la spostava in un’altra località. Una di queste donne, però, studiando la Bibbia si rese conto che doveva cambiare lavoro se voleva piacere a Geova. Questo significò scappare e nascondersi per sfuggire alla yakuza. Con l’aiuto di chi studiava con lei, alla fine riuscì a tornare al suo paese.

Così, all’inizio degli anni ’90, quando un gran numero di lavoratori accorrevano in Giappone da Perú, Argentina, Paraguay, Bolivia e altri paesi, Geova aveva un piccolo gruppo spagnolo pronto a occuparsi dei loro bisogni spirituali. Nel 1991 fu iniziato un corso di spagnolo per i beteliti disposti a dare una mano. Nel giro di un anno alcuni pronunciavano discorsi pubblici. Nel 1993 si formò la prima congregazione spagnola della zona di Tokyo. Nel 1997 c’erano 13 fiorenti congregazioni spagnole. Queste costituiscono una circoscrizione separata di lingua straniera.

Aiuto per gli asiatici

Stavano arrivando in Giappone anche un notevole numero di cinesi. Fra questi c’erano migliaia di studenti e anche discendenti dei figli di giapponesi che erano stati lasciati in Cina alla fine della seconda guerra mondiale. Secondo le stime, in Giappone c’erano più di 300.000 cinesi, 200.000 dei quali a Tokyo e dintorni. Alzando gli occhi e osservando il campo cinese, i fratelli vedevano che era bianco da mietere, ‘ma gli operai erano pochi’. — Matt. 9:37; Giov. 4:35.

Masayuki Yamamoto e la moglie Masako avevano svolto per otto anni il servizio missionario a Taiwan. Nel 1992 venne insegnato il cinese ad alcuni beteliti disposti a dare una mano alla popolazione di lingua cinese. Masayuki contattò immediatamente quelli che conoscevano un po’ di cinese, e fu formato un gruppo cinese con 28 proclamatori. Perlopiù erano pionieri giapponesi che, pur avendo ancora difficoltà col loro cinese, erano ansiosi di aiutare gli interessati che parlavano quella lingua. Questo zelo da parte dei giapponesi toccò il cuore dei cinesi. Una giovane ricevette il libro Il più grande uomo che sia mai esistito da un fratello che frequentava la sua stessa scuola. Lesse il libro in una settimana. Questo la spinse ad assistere a tutte le adunanze. Rimase sorpresa vedendo tanti giapponesi che studiavano il cinese solo per poter parlare della buona notizia con persone di lingua cinese. Lei e il fratello minore fecero rapidi progressi e in un anno erano battezzati. Lei teneva studi biblici ancor prima di battezzarsi.

Nel maggio 1993 si tenne la prima assemblea di circoscrizione in cinese, con 399 presenti e 8 battezzati. Ben presto c’erano cinque congregazioni di lingua cinese mandarina e anche un gruppo di studio di libro cinese in una congregazione giapponese.

Altri gruppi linguistici

Alla fine degli anni ’80 Penn Pitorest e la moglie Phiksang cominciarono a studiare la Bibbia. Entrambi erano profughi della Cambogia e avevano perso i genitori nel massacro avvenuto nel loro paese. Il progresso fu lento perché non c’era praticamente nessuna pubblicazione di studio in cambogiano. Ma alla fine si battezzarono. Essendo preoccupati per i bisogni spirituali degli altri profughi cambogiani, si sforzavano di tenere studi biblici con loro. Ben presto venne formato un piccolo gruppo cambogiano. Essi ricevettero maggior aiuto nel 1994 quando si cominciò a pubblicare La Torre di Guardia in cambogiano. Successivamente dieci fratelli della Betel cominciarono a studiare la lingua e ad assistere alle adunanze in cambogiano.

In Giappone il gruppo di lingua straniera più numeroso è quello dei coreani, ma quasi tutti capiscono il giapponese, quindi per anni non c’è stata una congregazione solo per loro. A suo tempo, però, fu fatto notare che i coreani che vivono in Giappone avrebbero afferrato la verità più in fretta se avessero studiato nella loro lingua. Perciò nell’aprile 1996 si formò un gruppo coreano vicino alla Betel e, in seguito, un gruppo a Itami, nella prefettura di Hyogo.

Non bisogna dimenticare le congregazioni della lingua dei segni. Molti volenterosi si sono offerti di imparare la lingua giapponese dei segni per aiutare i sordi di tutto il paese. Dal 1982 la Società organizza la traduzione nella lingua dei segni del programma di alcune assemblee di distretto. Sforzi concertati per aiutare i sordi iniziarono tuttavia nel 1992, quando si formarono congregazioni della lingua dei segni nelle città di Fukuoka e Kumamoto. Sono state preparate anche videocassette nella lingua dei segni. Adesso in tutto il Giappone ci sono 11 congregazioni e 9 gruppi più piccoli che aiutano attivamente i sordi.

Così i testimoni di Geova del Giappone hanno fatto un eccellente sforzo per raggiungere i molti gruppi linguistici del paese e aiutarli a trarre beneficio dalla buona notizia nella lingua che capiscono meglio.

Entusiasmo per la nuova scuola

Nel 1993 una nuova entusiasmante opportunità venne offerta agli anziani e ai servitori di ministero non sposati del Giappone: quella di espandere il servizio sia nel loro paese che all’estero. James Hinderer e David Biegler, due fratelli con decenni di esperienza quali sorveglianti viaggianti, furono mandati dagli Stati Uniti per insegnare alla prima classe della Scuola di Addestramento per il Ministero in Giappone. Al corso di questa prima classe, tenuto in inglese, parteciparono anche sette osservatori del Giappone, della Repubblica di Corea e delle Filippine, che venivano preparati per servire quali istruttori nei rispettivi paesi.

Parlando dell’utilità della scuola, uno studente della prima classe disse: “Molti di noi, penso, avevano difficoltà a ragionare per proprio conto e a prendere decisioni applicando pertinenti princìpi biblici. Era più facile seguire delle regole. Ma alla scuola, con due domande usate di frequente, ‘Perché?’ e ‘Come?’, siamo stati addestrati a meditare sulle ragioni implicite nei fatti e nelle risposte”. Ribadendo lo stesso punto, un altro studente ricorda cosa accadde quando uno degli istruttori suggerì che il servitore di ministero che si occupa delle riviste preparasse una presentazione da usare nell’offrire le riviste appena arrivate e ne parlasse con i proclamatori. Una domanda al riguardo fatta da uno studente diede luogo a una chiarificazione di grande effetto circa la differenza tra giustizia e bontà. L’istruttore spiegò: “La giustizia soddisfa le istruzioni scritte, ma la bontà va oltre ciò che è richiesto, per il bene di altri. Dobbiamo essere non solo giusti, ma anche buoni e fare tutto quello che possiamo per il bene dei componenti della congregazione, senza bisogno di un codice scritto”.

In Giappone i fratelli scapoli di solito non hanno fretta di sposarsi. Quelli delle prime 18 classi avevano in media 29 anni di età, erano da 13 anni nella verità e da 8 nel servizio a tempo pieno. Nell’agosto 1997 si erano diplomati più di 790 studenti di 33 classi della Scuola di Addestramento per il Ministero, e altre migliaia aspettavano di frequentarla. Una volta diplomati, alcuni hanno ricevuto l’invito a servire nella circoscrizione o quali pionieri speciali e missionari. — Sal. 110:3.

Quando anziani e servitori di ministero che hanno ricevuto questo ottimo addestramento lavorano con le congregazioni, i benefìci sono immediati. Un anziano, osservando la buona influenza che un diplomato aveva sulla congregazione, ha detto: “La congregazione è diventata molto più animata e vivace. Lo spirito di pioniere è aumentato e tutti nella congregazione apprezzano più profondamente l’importanza di fare le cose secondo la procedura teocratica. L’entusiasmo dei giovani per le cose spirituali è più forte, e molti si sono iscritti alla Scuola di Ministero Teocratico”. Le congregazioni sono state quindi edificate e rafforzate.

Delegati alle assemblee all’estero

Nel corso degli anni i testimoni di Geova del Giappone hanno avuto molte opportunità di ‘allargarsi’ nell’esprimere amore per la fratellanza internazionale. (2 Cor. 6:13) Man mano che i viaggi all’estero diventavano più accessibili, la Società ha invitato la filiale del Giappone a mandare delegati a speciali assemblee internazionali in Europa, Asia, Africa, nelle Americhe, alle Hawaii e in Nuova Zelanda.

Il numero dei delegati che ha risposto all’invito è aumentato nel corso degli anni, e non era insolito trovare fra questi moltissimi pionieri e altri ministri a tempo pieno. Nel 1996, quando si tennero assemblee speciali nella Repubblica Ceca e in Ungheria, fra i 1.320 delegati del Giappone c’erano 1.114 ministri a tempo pieno.

Grazie a quello che hanno visto e udito a queste assemblee speciali, i delegati giapponesi hanno allargato le loro vedute e si sono sentiti maggiormente spinti a servire Geova con tutto il cuore. Shigeo Ikehata, che andò nella Repubblica di Corea, a Hong-Kong, nelle Filippine e a Taiwan per le assemblee internazionali del 1978, spiega: “Sono rimasto profondamente colpito dal vincolo di amore che esisteva tra i fratelli e le sorelle di quei paesi. Vedere in prima persona che i testimoni di Geova sono uniti dalla lingua pura ha influito particolarmente sull’apprezzamento che nutro per i miei privilegi di servizio e sul contenuto delle mie preghiere”.

Visitando paesi in cui i servitori di Geova avevano subìto dura persecuzione e sentendo di persona le loro esperienze, i delegati sono stati spinti a volere imitare la loro fede. Misako Oda assisté alla prima assemblea internazionale nell’ex Unione Sovietica, a San Pietroburgo, nel 1992. Essa ricorda: “Quando il primo giorno dell’assemblea è stato intonato il cantico iniziale, una sorella russa seduta accanto a me ha cominciato a piangere. Alzando gli occhi ho visto molte altre sorelle russe con le lacrime agli occhi che non riuscivano a finire il cantico. Dal profondo del cuore ho ringraziato Geova per la sua immeritata benignità, perché permetteva a me, che non avevo mai provato quel genere di persecuzione, di essere lì con loro e partecipare a quello storico momento di vittoria per Geova e per i fratelli fedeli”.

Una giovane pioniera, Seiko Namba (ora Nakajima), ricorda bene l’assemblea di Buenos Aires del 1990, e dice: “Dai fratelli e dalle sorelle dell’Argentina ho imparato a esprimere amore e apprezzamento e anche l’importanza di mostrare questi sentimenti ad altri. Quando stavamo per partire, una sorella anziana mi abbracciò e mi fece un regalo. Fra le lacrime continuava a ripetere: ‘Hasta luego en el Paraíso’ [Arrivederci nel Paradiso]. Una volta tornata in Giappone ho cercato di mostrare lo stesso amore e la stessa benignità alle persone della mia congregazione e del territorio”. Anche altri delegati giapponesi, pur essendo in genere più timidi e riservati dei loro fratelli latino-americani, stando in loro compagnia sono stati aiutati a essere più espansivi.

Con gli anni la filiale del Giappone ha avuto il privilegio di mandare migliaia di delegati alle assemblee speciali tenute in altri paesi. La partecipazione massiccia quando si manda l’invito alle congregazioni indica il grande entusiasmo e apprezzamento che i fratelli hanno per questa opportunità di stare con la loro famiglia cristiana internazionale.

Sopperire al bisogno mondiale

È un grande privilegio poter aiutare ora in vari modi la fratellanza mondiale. Avendo acquistato preziosa esperienza nel lavoro di stampa, la filiale del Giappone è in grado di aiutare le filiali vicine fornendo le pubblicazioni necessarie. Nello stabilimento di Ebina si producono ogni mese oltre 9.000.000 di copie delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! in 10 lingue.

La filiale del Giappone stampa attualmente libri, Bibbie e opuscoli in 26 lingue, fra cui cinese, laotiano, singalese, tamil (per lo Srī Lanka), thailandese e 11 lingue delle Filippine, tutti in quadricromia. Le velocissime rotative offset permettono di soddisfare prontamente i bisogni del campo. Nel settembre 1993, per esempio, fu mandato in Giappone l’occorrente per stampare un’edizione speciale della Bibbia tagalog lungamente attesa, che includeva la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane. Per la metà di ottobre 70.000 Bibbie in tagalog erano state stampate e spedite, appena in tempo per essere distribuite ai fratelli alle assemblee di distretto in dicembre. Poco dopo seguì la Bibbia in cebuano e in ilocano. Adesso anche l’edizione di lusso della Bibbia in portoghese e in spagnolo viene prodotta nello stabilimento di Ebina.

Dopo che nel 1989 venne istituito alla sede mondiale il Servizio Traduzioni, la filiale del Giappone fu invitata a collaborare assistendo i traduttori di tutta l’Asia e le regioni del Pacifico. Qui vive più di metà della popolazione mondiale, ma nelle decine di lingue parlate da molti non esistono ancora pubblicazioni della Watch Tower. Fratelli giapponesi che sono esperti traduttori e hanno familiarità con i computer hanno avuto il privilegio di andare in India, Pakistan, Srī Lanka, Nepal, Libano, Malaysia, Thailandia, Cambogia, Indonesia, Myanmar, Isole Salomone, Guam e altri paesi, sia per aiutare a trovare, addestrare e organizzare gruppi di traduttori sia per installare i programmi preparati dalla Società ad uso dei traduttori.

Incoraggiamento reciproco

Non vanno trascurati neanche i 76 fratelli e sorelle giapponesi che, a imitazione dei missionari che servono in Giappone, hanno accettato volenterosamente di promuovere gli interessi del Regno in nove paesi stranieri. Fra questi ci sono 13 diplomati della Scuola di Addestramento per il Ministero. I paesi in cui sono stati mandati sono Brasile (7), Cambogia (1), Guam (2), Isole Salomone (5), Malaysia (2), Nigeria (1), Papua Nuova Guinea (11), Paraguay (8) e Taiwan (39). Le lettere che scrivono indicano che hanno imparato a cavarsela nonostante lingue, usanze e cibi nuovi per loro e nonostante le malattie tropicali, e che inoltre sono disposti a servire in zone primitive, a volte senza acqua corrente, gas o elettricità, in contrasto con l’agiatezza del Giappone moderno. Hanno imparato ad amare la popolazione locale e ad accontentarsi. Sono felici di potere promuovere in questo modo gli interessi del Regno.

Quando l’espansione teocratica in Giappone ha reso necessario ampliare di nuovo la filiale, i lavori sono iniziati grazie alla cooperazione internazionale. Il complesso include due edifici residenziali identici di 13 piani e un edificio di 5 piani per i servizi. Nel 1994 Frank Lee, degli Stati Uniti, è stato nominato sorvegliante della costruzione. Steve Givins, un servitore internazionale degli Stati Uniti, fa pure parte del comitato di costruzione. Oltre 49 volontari sono venuti da Australia, Canada, Costa Rica, Finlandia, Francia, Inghilterra, Italia, Lussemburgo, Nuova Zelanda e Stati Uniti per prendere parte al lavoro. Essi hanno rinunciato volentieri a una vita più comoda nel loro paese per mettere la loro esperienza e le loro capacità al servizio dei loro fratelli di altri paesi e per promuovere gli interessi del Regno.

Notevole è stata anche la reazione in massa dei fratelli giapponesi, infatti oltre 4.600 operai, specializzati e non, hanno fatto domanda di partecipare ai lavori. La maggior parte di loro deve fare grossi cambiamenti per venire a lavorare anche per breve tempo. Si tratta di lasciare il lavoro e la famiglia, ma si sentono riccamente ricompensati per i loro sforzi.

Avanti negli anni ma ancora zelanti

La crescita di questa grande folla di lodatori di Geova in Giappone ebbe inizio con l’arrivo dei missionari dell’11classe di Galaad nel 1949 e 1950. Altri si sono uniti a loro, fra cui alcuni della 7classe e altri di classi successive. Cinquantanove di loro svolgono ancora il servizio a tempo pieno in Giappone. Alcuni adesso hanno più di 70 e 80 anni, e sono ancora zelanti nel servizio. Lois Dyer, dopo 64 anni di risoluto servizio a tempo pieno, ha detto: “Prego di continuo con fiducia come fece Davide con parole tanto eloquenti: ‘Quando la mia potenza viene meno, . . . anche fino alla vecchiaia e ai capelli grigi, o Dio, non mi lasciare’”. (Sal. 71:9, 18) Geova non ha abbandonato questi leali che hanno dedicato gran parte della loro vita al fedele servizio del Regno. Una missionaria si è espressa in questo modo: “L’organizzazione di Geova è come una mamma che ci avvolge in una coperta calda e ci tiene stretti”.

Ventuno di questi veterani ora sono nella casa missionaria di Tokyo Mita. L’edificio originale che ospitava la filiale a Tokyo è stato completamente ristrutturato per accogliere questi missionari avanti negli anni. È una famiglia missionaria eccezionale! Hanno in media 74 anni di età e 50 anni nella verità. Otto sono dell’11classe di Galaad. Insieme, questa famiglia missionaria ha dato nel corso degli anni un mucchio di testimonianza, aiutando circa 567 persone a conoscere la verità. Anche se diversi membri della famiglia hanno più di 80 anni e gravi problemi di salute, non se ne stanno affatto in ozio. Nell’anno di servizio 1997 hanno dedicato in media più di 40 ore al mese al servizio di campo e distribuito un totale di 17.291 riviste e centinaia di libri nel loro territorio ben lavorato. Questi veterani sono onorati dai fratelli della congregazione e rispettati dai vicini.

Ruth Ulrich, che ha 87 anni e ne ha dedicati 68 al servizio missionario e di pioniere, dice: “La mia fede è stata rafforzata vedendo tutte queste persone venire nella verità da religioni pagane e diventare veramente nostri fratelli e sorelle”.

Abbiamo così dato una scorsa all’“album di famiglia” che racconta la storia moderna dei testimoni di Geova in Giappone, e incontrato molti di questi zelanti servitori di Geova. Ma questi sono solo alcuni degli oltre 220.000 che proclamano la buona notizia del Regno di Dio in Giappone. I missionari sono profondamente soddisfatti dei successi dei loro figli e nipoti spirituali, della terza e della quarta generazione. E attendono con vivo interesse di vedere che parte Geova affiderà ancora loro, sia durante gli ultimi giorni del presente sistema che nel suo meraviglioso nuovo mondo, ormai molto vicino!

[Immagine a tutta pagina a pagina 66]

[Immagini a pagina 71]

Leali proclamatori giapponesi del periodo anteguerra: (1) Jizo e Matsue Ishii, (2) Miyo Idei, (3) Katsuo e Hagino Miura

[Immagini alle pagine 72 e 73]

Missionari che cominciarono a servire in Giappone nel 1949-50: (1) Don e Mabel Haslett, (2) Lloyd e Melba Barry, (3) Jerry e Yoshi Toma, (4) Elsie Tanigawa, (5, 6) Percy e Ilma Iszlaub, (7) Norrine Thompson (nata Miller), (8) Adrian Thompson, (9) Lois Dyer, (10) Molly Heron, (11) Shinichi e Masako Tohara

[Immagine a pagina 79]

Nathan H. Knorr (a sinistra) parla all’assemblea tenuta nel 1951 nella casa missionaria di Kobe

[Immagine a pagina 81]

Grace (in alto) e Gladys Gregory, dell’11a classe di Galaad

[Immagine a pagina 82]

Margrit Winteler (a destra, 23a classe di Galaad), raggiunse in Giappone sua sorella Lena (15a classe)

[Immagine a pagina 88]

Don Haslett e Lloyd Barry nella casa Betel di Tokyo nel 1953

[Immagine a pagina 89]

Pioniere speciali giapponesi che svolgono il servizio da 40 anni (da sinistra): Takako Sato, Hisako Wakui, Kazuko Kobayashi

[Immagine a pagina 90]

La filiale di Okinawa nel 1979

[Immagine a pagina 95]

Pronti per dare testimonianza d’inverno a Hokkaido

[Immagini a pagina 95]

In alto: Adeline Nako

In basso: Lillian Samson

[Immagine a pagina 99]

Yuriko Eto

[Immagine a pagina 102]

Una felice famiglia di pionieri si accinge a svolgere il servizio di campo

[Immagini a pagina 110]

Filiale di Tokyo, 1949-62

Filiale di Tokyo, 1963-73

Edifici della filiale a Numazu, 1972-82

[Immagine a pagina 115]

Toshio Honma, sorvegliante della filiale a metà degli anni ’70

[Immagine a pagina 116]

Comitato di Filiale nel 1997 (da sinistra): Richard Bailey, Shigeo Ikehata, Isamu Sugiura, Masataro Oda, Makoto Nakajima, Yoshihiro Nagasaki, Kenji Mimura

[Immagine a pagina 124]

James Mantz, un tempo sorvegliante dello stabilimento (qui con la moglie Sarah)

[Immagini a pagina 132]

Sale delle Assemblee: Hyogo, Ebina, Kansai

[Immagine a pagina 139]

Kunihito Kobayashi

[Immagine a pagina 142]

Kobe dopo il terremoto del 1995

[Immagine a pagina 150]

Masayuki e Masako Yamamoto

[Immagini a pagina 156]

Delegati giapponesi ad assemblee all’estero: (1) Kenya, (2) Sudafrica, (3) Russia

[Immagini a pagina 158]

Filiale e casa Betel di Ebina; nel riquadro gli edifici aggiunti nel 1997