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Martinica

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IN MOLTE parti della terra il nome Martinica richiama alla mente un’immagine di sole, spiagge bianche e mare azzurro. Forse fa pensare a cose dolci che allietano la vita come la canna da zucchero e le banane, anche al rum. Il quadro potrebbe includere indigeni dalla pelle scura o nera e dal sorriso amichevole, che in segno di benvenuto offrono ai visitatori canestri di frutta esotica. Ad altri la Martinica ricorda l’eruzione della Montagne Pelée avvenuta nel 1902 e la completa distruzione di Saint-Pierre, che allora era la capitale economica e culturale del paese.

Questa isola, in senso relativo, è solo un insignificante granello di polvere. È lunga appena 80 chilometri e larga 35. Eppure ha avuto un ruolo sproporzionatamente grande negli affari internazionali. Qui, fra il XVII e il XIX secolo, gli imperi coloniali combatterono senza pietà per la supremazia nelle Americhe e nelle Antille. Santo Domingo (Haiti), Guadalupa, Martinica e altre isole delle Indie Occidentali cambiavano padrone a seconda dell’esito delle battaglie.

Per molti decenni la Martinica, pur essendo solo un’isola minuscola, fu il centro della tratta degli schiavi nell’area caribica. Non si può parlare della popolazione della Martinica senza menzionare le catene della schiavitù che incisero profondamente sul suo passato e che spiegano molte cose circa le condizioni attuali della gente.

Parliamo di un popolo che, essendo stato schiavo per tanto tempo, è orgoglioso di essere libero. È un popolo caratterizzato da strani paradossi. È geloso della propria emancipazione e vuol farlo sapere. Allo stesso tempo si conforma alla cultura francese, che fu imposta dalla colonizzazione: cultura i cui valori e il cui patrimonio sono sotto moltissimi aspetti apprezzati dalla maggioranza. La popolazione rivendica come propria una religione — il cattolicesimo — che le fu imposta da padroni dispotici. Inoltre le è stato insegnato ad adorare un Dio che conosce ben poco. Le viene presentato come un Dio favorevole alla schiavitù perché si sostiene che abbia maledetto la razza nera. Si dice che amore e giustizia siano suoi attributi, ma queste qualità sembrano essere stranamente nascoste. È una religione che si basa essenzialmente su riti e tradizioni in cui credenze precise e analisi teologiche hanno ben poca importanza. (Si noti che in modo analogo la vicina isola di Barbados sostiene di essere anglicana perché fu colonizzata dalla Gran Bretagna).

Ora che questo secolo volge al termine, la maggioranza della popolazione della Martinica, benché ami considerarsi libera, soffre sotto le catene della schiavitù a due padroni esigenti. Da una parte è aggravata da un sistema religioso di riti e tradizioni che non soddisfa la vera fame spirituale. Dall’altra si affanna invano per appagare le infinite brame destate dall’opprimente influenza del modo di vivere materialistico della civiltà occidentale. — Eccl. 5:10.

Il messaggio di una libertà inestimabile

Su quest’isola tropicale nello scorso mezzo secolo è stato annunciato con crescente intensità un messaggio di libertà. È la libertà a cui si riferiva Gesù Cristo quando disse: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giov. 8:32) È libertà dalla schiavitù alla falsità, libertà dall’asservimento a un sistema economico che sfrutta la gente senza pietà, e libertà dal peccato e dalla morte.

I semi di questa verità si cominciarono a seminare nel 1946, quando Georges Moustache venne dalla Guadalupa e trascorse due settimane a Fort-de-France e a Saint-Pierre dando testimonianza. Tre anni dopo, il 9 agosto 1949, sbarcarono sull’isola quattro missionari (una coppia e due giovani sorelle), diplomati della Scuola di Galaad. Erano David e Celia Homer, Mary Lolos e Frances Bailey. Venivano dagli Stati Uniti e parlavano francese, anche se non benissimo. Comunque in un anno e mezzo riuscirono a distribuire 631 libri e più di 200 opuscoli che spiegavano la Bibbia, e iniziarono 32 studi biblici con singole persone e famiglie. Ma il clero cattolico, all’epoca ancora molto influente e per niente disposto a far mettere in dubbio la sua autorità, nel gennaio 1951 usò l’influenza di cui godeva per far espellere dall’isola i missionari. Per più di tre anni la predicazione della buona notizia nella Martinica cessò completamente.

Si ricomincia

Il 10 luglio 1954 arrivarono da Marsiglia, in Francia, Xavier e Sara Noll. Erano entrambi ministri a tempo pieno, e Xavier era stato sorvegliante di congregazione a Marsiglia.

Essi ricordano ancora l’arrivo in questa isola, che sembrava loro in capo al mondo, a 7.000 chilometri dal loro paese. Non hanno dimenticato il primo impatto con il caldo e l’umidità, e non hanno dimenticato neppure la giovialità, l’ospitalità e i modi gentili della gente.

Sin dal primo giorno impararono a vivere con pochissime comodità. Dopo aver alloggiato per qualche giorno presso un uomo che era ben disposto verso i testimoni di Geova, trovarono una casa di legno nuova, il che significa semplicemente che era una struttura con pareti e pavimento di legno. Il tetto era di lamiera ondulata. Non c’era soffitto e non c’erano servizi igienici. All’imbrunire era compito del fratello Noll vuotare il secchio “sanitario” in un burrone. La prima volta che si avviò col secchio in mano era il 14 luglio, festa nazionale francese. Doveva attraversare una piazza, piazza Stalingrado, in cui fervevano le attività connesse con la festa. Mentre la attraversava, col suo secchio esposto agli sguardi divertiti dei gruppi di persone uscite per rilassarsi e respirare un po’ di aria fresca, la gente si sbellicava dal ridere. Che scena! Non avevano mai visto un uomo bianco svolgere una mansione del genere!

Un’accoglienza sorprendente

Quel giorno il fratello Noll aveva riordinato per ore i libri e gli opuscoli lasciati dai missionari quando erano stati espulsi. Molti erano stati danneggiati dagli insetti, ma un quantitativo sufficiente era in condizione di poter essere usato dai Noll nella testimonianza pubblica quando iniziarono l’indomani mattina.

Ecco alcuni ricordi del fratello Noll di quel primo giorno di servizio: “Uscendo per la prima volta nell’opera di predicazione, mia moglie ed io eravamo ansiosi di contattare la gente del posto, fare conoscenza e sapere che accoglienza avremmo ricevuto. La realtà superò ogni aspettativa. Iniziammo la testimonianza al centro della città, che allora aveva 60.000 abitanti. Quella mattina mia moglie ed io ci incontrammo due volte mentre tornavamo a casa per rifornire le nostre borse dei libri ‘La verità vi farà liberi’ e ‘Il Regno è vicino’ come pure di opuscoli quali ‘Il principe della pace’”.

Alle porte la gente spesso diceva: “Prenderò questo libro per ricordo che siete stati qui”, oppure: “Se parla di Dio lo prendo”. Nelle prime due settimane vennero distribuiti quasi 200 libri e centinaia di opuscoli. Era facile iniziare conversazioni perché la gente era curiosa ed era ben disposta verso gli stranieri. Come era incoraggiante essere accolti con tale ospitalità!

Il fratello e la sorella Noll si chiedevano se sarebbero riusciti a studiare con tante persone! Ma impararono presto che bisognava distinguere fra chi mostrava abituale ospitalità e chi provava un vero desiderio di conoscere e mettere in pratica la verità proveniente da Dio. Alcuni volevano imparare. Il fratello Noll ricorda: “La persona che venne a prenderci al nostro arrivo nella Martinica ci presentò alcuni operai e apprendisti della sua falegnameria. Iniziammo uno studio la sera stessa e altri due durante la prima settimana”.

Uno di quegli studi si teneva con una giovane coppia, Paul e Nicole Jacquelin. Studiavano tre volte la settimana e facevano un buon progresso. Presto iniziarono ad andare di casa in casa insieme ai Noll. Con questi nuovi proclamatori l’opera di predicazione cominciava ad assumere un colore locale.

“To-to-to”

Arrivando a una casa, si doveva gridare: “To-to-to, c’è qualcuno?” Dall’interno, molto spesso, una voce rispondeva: “Cosa c’è?” Dopo che il proclamatore aveva gridato di nuovo per presentarsi, il padrone di casa rispondeva: “Entri e si accomodi”. Seguivano conversazioni interessanti.

Quasi sempre le persone erano disposte a conversare. In quei giorni lo stress era sconosciuto nella Martinica. Era raro che qualcuno dicesse quello che oggi sentiamo in continuazione: “Non ho tempo”. Ma spesso la conclusione era: “Capisco tutto quello che dice, ma non intendo lasciare la religione dei miei genitori e dei miei nonni”. Anche quando sembrava esserci un certo interesse e i proclamatori chiedevano: “Possiamo rivederci presto?”, molte volte la risposta era: “Se Dio vuole”.

In generale la gente mostrava molto rispetto per la Bibbia. Ma pochissimi ne avevano una. Il clero cattolico aveva fatto di tutto per impedire alla popolazione di avere qualsiasi contatto con la Bibbia. Tuttavia alcuni erano riusciti a procurarsi la traduzione protestante francese di Louis Segond. Alcuni l’avevano acquistata da venditori ambulanti, altri da vicini che erano avventisti del settimo giorno, e altri ancora, più raramente, dagli evangelici.

Il clero si allarma

Cinque mesi dopo che i testimoni di Geova avevano ripreso la loro attività di predicazione a Fort-de-France, un giornale cattolico pubblicò un articolo intitolato: “Chi sono i testimoni di Geova?” Iniziava con un dialogo fra un sacerdote e un parrocchiano: “Conosce Geova, Padre?” “Guarda un po’! Parli ebraico adesso?” E poi seguiva una litania di calunnie contro i testimoni di Geova e di malevole falsità sui loro insegnamenti. In un opuscolo della chiesa c’era persino una caricatura della sorella Noll.

Qualche tempo dopo, benché nell’isola ci fosse solo un pugno di Testimoni, un sacerdote, ovviamente afflitto dallo zelo di quei predicatori del Regno, dichiarò: “Migliaia di brave persone sono in procinto di diventare testimoni di Geova perché non conoscono bene la propria religione”. Proprio come aveva illustrato Gesù Cristo nella parabola del ricco e di Lazzaro: la gente comune desiderava ardentemente le briciole spirituali che cadevano dalla tavola del clero opulento. — Vedi Luca 16:19-31.

La visita di Notre-Dame du Grand Retour

Alcuni anni prima, nel 1948, la fede di molti cattolici era stata scossa. L’episcopato aveva organizzato una beffa colossale. Una statua di Maria fu fatta arrivare dalla Francia con grande solennità. Venne portata in giro per tutta la Martinica e fu esaltata dalla popolazione in misura ancora oggi ineguagliata. L’immagine della “Vergine” era collocata in una piccola barca montata su ruote, che veniva portata per le strade. Lungo il percorso la gente riempiva la barca di denaro e gioielli per la “Madonna”. All’epoca nella Martinica sia ricchi che poveri portavano solo gioielli d’oro. Di conseguenza quello che venne raccolto rappresentava una bella somma.

Molti ricordano ancora bene cosa accadde. Marthe Laurent, che adesso è testimone di Geova, ricorda l’arrivo della “Madonna”: “Era un sabato sera ai primi di marzo del 1948, nel piazzale intorno alla Savana, il parco sul lungomare di Fort-de-France. La piazza era piena di gente quando tutto a un tratto si vide apparire sul mare una piccola luce, all’estremità di La Pointe des Nègres. L’immensa folla era al massimo dell’eccitazione: la ‘Vergine’ arrivava in barca!” Pierrette Hantoni andò più volte a deporre offerte. Lei e il marito decorarono la casa con fiori e appesero uno striscione con la scritta Chez Nous Soyez Reine (Sii la regina della nostra casa). In un’atmosfera del genere la gente si lasciava trasportare dall’entusiasmo ed era molto generosa, pensando che la “Vergine” avrebbe fatto miracoli. Per esempio, c’era un uomo che aveva una figlia miopatica. Camminando sulle ginocchia seguì la piccola barca montata su ruote, con la speranza che la “Vergine” avrebbe sanato sua figlia.

Poi fu riferito che la statua era ritornata in Francia, ma era falso. Si scoprì in seguito che l’immagine era stata nascosta in un magazzino. Secondo una voce locale, un aereo scomparso in mare qualche tempo dopo trasportava il denaro e gli altri beni raccolti, insieme agli organizzatori della beffa. A giudizio dei più, erano stati puniti da Dio. Ancora oggi, quando si parla di quell’avvenimento, i testimoni di Geova hanno la possibilità di spiegare quello che dice la Bibbia dell’idolatria. — Eso. 20:4, 5; Sal. 115:4-8; 1 Giov. 5:21.

Matrimonio, non semplice convivenza

Alcune consuetudini africane sopravvissero alla schiavitù ed erano ammesse dalla Chiesa Cattolica a patto che i partecipanti seguissero anche i riti cattolici. In quell’atmosfera la convivenza di due persone non sposate fra loro era all’ordine del giorno. Mentre la sorella Noll svolgeva il ministero, la gente le chiedeva: “Ha figli?” Alla sua risposta negativa, la gente chiedeva: “E suo marito?” Non era insolito trovare uomini che avevano figli da donne diverse dalla moglie legittima. Coloro che volevano diventare veri cristiani dovevano abbandonare simili pratiche non scritturali. — Ebr. 13:4.

La prima che dovette affrontare questo problema nella Martinica fu una donna che aveva avuto sei figli da tre uomini diversi e che quando cominciò a studiare la Bibbia viveva col padre del più piccolo. Marguerite Lislet si rese subito conto degli enormi cambiamenti che doveva fare se voleva avere il favore di Geova. (1 Cor. 6:9-11) Chiese al suo convivente di andarsene e, nonostante i problemi di salute, affrontò con coraggio difficoltà finanziarie per aver cura dei sei figli. Si battezzò nel 1956. In seguito diventò la prima pioniera speciale della Martinica.

Anche Jeanne Maximin, che aveva avuto figli dal suo convivente, voleva battezzarsi. Lui le aveva promesso molte volte che prima della prossima assemblea avrebbe legalizzato la loro unione, ma non manteneva mai la promessa. Finalmente, nel 1959, quando si avvicinava un’altra assemblea, lei approfittò della sua assenza per andarsene da casa. Al ritorno, che sorpresa fu per lui vedere che se ne era andata e che mancava gran parte del mobilio! I vicini non esitarono a dirgli dove era. Egli insisté che ritornasse a casa e promise che si sarebbero sposati entro due settimane, giusto il tempo di fare le carte necessarie. La sua risposta fu chiara: “Ritornerò il giorno che ci sposeremo, ma non prima”. Le carte necessarie furono fatte e nel giro di dieci giorni erano sposati legalmente. Molte nostre sorelle hanno avuto esperienze simili.

I testimoni di Geova si sono fatti la reputazione di praticare una religione in cui il matrimonio è considerato un’istituzione divina. Una donna, ufficiale di stato civile della cittadina di Le Vauclin, rimase sorpresa vedendo che in poco tempo Jacques e Pierrette Nelson, pionieri speciali locali, erano stati testimoni alle nozze di due coppie che convivevano da molti anni senza il beneficio del matrimonio. Aveva già il libro Come rendere felice la vita familiare, ma ora promise di rileggerlo perché la sua situazione era simile a quella di coloro che aveva appena uniti in matrimonio. Prima di concludere la conversazione, disse in tono rilassato ai due testimoni: “Jamais deux sans trois” (“Non c’è due senza tre”). In questo caso il detto si avverò, perché non molto tempo dopo i pionieri erano di nuovo davanti a lei in qualità di testimoni di un’altra coppia con cui avevano studiato.

Liberati dall’alcool

La Martinica è famosa per il rum. Questa bevanda alcolica distillata dalla canna da zucchero si trova dovunque nell’isola. A molti piace, ma può essere molto nociva se se ne abusa. Negli anni ’50 si poteva entrare in un bar e per 50 centesimi (circa 100 lire) bere un bicchiere di rum pieno fino all’orlo. Una bottiglia di rum, una bottiglia di melassa e alcune fettine del locale limone verde venivano messe davanti all’avventore, che poteva servirsi a piacere.

La verità biblica era in grado di aiutare persone che regolarmente alzavano troppo il gomito? Sì, certo! (1 Piet. 4:3) La prima fu una donna che era solita bere al punto che era estremamente sgradevole sedere davanti a lei e parlarle. Per di più viveva con un uomo con cui non era sposata e che era schiavo dell’alcool quanto lei. In pochi mesi, grazie a quello che imparò in uno studio biblico a domicilio, smise di bere e lasciò il suo convivente. Tutti quelli che la conoscevano notarono i cambiamenti. La sua salute ne trasse giovamento. La sua vita professionale migliorò e fu assunta in pianta stabile come impiegata statale. Quando ricevette gli arretrati, li usò per assistere all’assemblea internazionale “Vittoria divina” tenuta a New York dai testimoni di Geova nel 1958. Tuttora, pur avendo 90 anni, Elisa Lafine partecipa regolarmente alla predicazione della buona notizia del Regno. Ed è un esempio di eccellente condotta cristiana. La Parola di Dio può davvero liberare dalla schiavitù all’alcool.

Frutti dal centro del paese

Su una carta geografica l’isola della Martinica sembra avvolgersi intorno alla baia di Fort-de-France. Indubbiamente il centro del territorio si trova qui. Lungo il lato settentrionale della baia ci sono tre agglomerati urbani attaccati l’uno all’altro: Fort-de-France, Schoelcher e Le Lamentin. Quasi metà della popolazione della Martinica vive in questa zona. Tranne l’agricoltura, la maggior parte delle attività dell’isola si concentra qui. In questa zona si svolse inizialmente la predicazione della buona notizia e, con poche eccezioni, i primi proclamatori vennero da qui.

Già nel 1955 il fratello e la sorella Noll iniziarono a spostarsi dalla capitale per diffondere il messaggio del Regno. Dedicavano l’intera giornata alla predicazione e tornavano a casa la sera. Una settimana, il venerdì, andavano a Le Lamentin. La settimana dopo era la volta della cittadina di Le François, presso la costa orientale. A poco a poco alcuni accettarono la verità. Tra i primi a Le Lamentin ci furono Jeanne Marie-Annaïs, Suzanne Guiteaud, Liliane Néral e Paulette Jean-Louis. A Le François c’erano le famiglie Godard e Cadasse e Pierre Loiseau. Qualche tempo dopo dei pionieri speciali furono mandati a Le Lamentin. Fra questi c’erano Valentin Carel e Nicolas Rénel. (Il fratello Carel poi diventò membro del Comitato di Filiale). Adesso in queste località e nelle vicinanze a sud ci sono sette congregazioni.

Certuni parvero iniziare bene, ma poi lasciarono la via stretta. Furono sopraffatti dalle ansietà della vita, dal materialismo e dall’immoralità. Molti altri ricevettero la parola del Regno in cuori che si dimostrarono terreno buono, che avrebbe prodotto frutto per molti anni. (Matt. 13:18-23) La grande maggioranza di coloro che abbracciarono la vera adorazione nei primi tempi serve ancora Geova lealmente. Fra questi ci sono fratelli della Martinica che si sono battezzati più di 30 anni fa: Léon e Christian Bellay, Jules Nubul, Germain Bertholo, Vincent Muller, Roger Rosamond, Albert Nelson, Vincent Zébo e Philippe Dordonne. Tutti hanno mostrato grande amore per Geova dedicando gli anni della gioventù al suo servizio. Non sono più giovani, ma tutti continuano a servire come anziani nelle congregazioni. Altri sono morti: fra questi Toussaint Lada, che i più attempati ricordano per il temperamento calmo e il sorriso cordiale. Molti altri si potrebbero aggiungere all’elenco dei veterani che erano o che sono tuttora un ottimo esempio di fede e zelo. La generazione più giovane sta seguendo le loro orme, e per i più anziani ciò è fonte di grande gioia.

Donne annunciano lealmente la buona notizia

In quei primi tempi diverse sorelle che insegnavano nelle scuole pubbliche facevano un ottimo lavoro anche come insegnanti della Parola di Dio. Tra loro c’era Stella Nelzy. Fu la prima del gruppo a battezzarsi e continuò a essere zelante nel ministero anche quando assisteva la madre anziana, che morì all’età di 102 anni. C’erano anche Andrée Zozor, che era direttrice di una scuola e difendeva efficacemente la verità della Parola di Dio, e la sorella Victor Fousse (ora Lasimant), che rimase salda nonostante la forte opposizione della famiglia. Il suo ottimo esempio ha avuto una buona influenza sui suoi figli. Infatti uno dei maschi serve come anziano da molti anni, e la figlia, Marlène, è missionaria nel Mali.

Altre hanno terminato la corsa cristiana a motivo dell’età o in seguito a una malattia. Questo avvenne a Léonide Popincourt, che era andata in pensione prima del tempo e fece la pioniera per 16 anni. La sorella Popincourt morì nel 1990, ma la figlia serve come missionaria nella Guiana Francese. Anche Emma Ursulet diede un ottimo esempio in quanto a difendere la verità della Bibbia e si sforzò in modo particolare di aiutare i suoi figli a camminare nelle vie di Geova. Tre figlie hanno intrapreso il servizio di pioniere, e il figlio Henri serve come membro del Comitato di Filiale nella Martinica.

Sara Noll, che è venuta nella Martinica 43 anni fa come pioniera speciale, a 82 anni di età è ancora zelante nel servizio a tempo pieno. Per quanto il territorio sia lavorato spesso, continua ad avere notevole successo nella distribuzione della Torre di Guardia e di Svegliatevi! Mettendo in pratica i suggerimenti della Società circa la testimonianza negli uffici, è riuscita ad avere accesso a quasi tutti gli uffici governativi. Ha un itinerario delle riviste che include il municipio, la centrale di polizia, il Ministero dei Lavori Pubblici e molti altri. Alcuni mesi ha distribuito ben 500 riviste. Negli anni trascorsi nella Martinica ha distribuito oltre 111.000 riviste.

L’acqua scala le montagne

La Martinica ha molte montagne. Si dice che un ammiraglio inglese che voleva dare un’idea dell’aspetto del paese al re Giorgio II abbia preso un foglio di carta, l’abbia accartocciato e gettato sul tavolo. “Sire”, disse, “questa è la Martinica”. Un proverbio creolo dice: “D’lo pa ka monté morne” (“L’acqua non può scalare le montagne”). Ma nella Martinica c’è acqua che effettivamente sale sui monti. L’antica città di Fort-de-France si trova al livello del mare, ma anche ai piedi di molte colline. L’acqua della verità biblica è salita su quelle colline. — Riv. 22:17.

Nel 1956, benché nell’isola ci fossero solo sette proclamatori e tre pionieri, vennero dati 5.000 libri, oltre 9.000 riviste e molti opuscoli. Gran parte di quelle pubblicazioni furono distribuite alle stazioni delle corriere ai passeggeri in arrivo o in partenza per ogni parte dell’isola. Il fratello e la sorella Noll andavano a offrire le riviste anche al mercato del pesce e a quello della verdura, e predicavano nei numerosi bar che si trovavano vicino ai mercati. In questo modo molti che abitavano sulle colline e oltre tornavano a casa con preziose pubblicazioni bibliche nella borsa.

‘Non abbandonare la comune adunanza’

Solo alcune settimane dopo il loro arrivo nella Martinica, il fratello e la sorella Noll cominciarono a incoraggiare quelli che studiavano ad assistere alle adunanze. (Ebr. 10:23-25) Perciò alcuni di loro si radunavano nel soggiorno di una semplice casa di legno a Morne Pichevin, a Fort-de-France. Nella stanza c’era posto solo per una decina di persone. Via via che i Noll svolgevano il ministero, la gente chiedeva spesso se c’era un luogo di adunanza dove potessero venire. I missionari desideravano ardentemente qualcosa di più adatto.

Poi un albergatore di Fort-de-France, che ricordava ancora i primi missionari dei Testimoni (che avevano alloggiato nella sua locanda per un po’), offrì in uso la sala da pranzo del suo ristorante la domenica pomeriggio, dato che quel giorno il ristorante era chiuso. Si trovava in via Schoelcher, nome dell’uomo politico francese che aveva preparato il decreto del 27 aprile 1848 che definiva le condizioni per l’abolizione della schiavitù. La cattedrale si trovava nella stessa via. Adesso che avevano un luogo di adunanza migliore, i Testimoni pensavano che sarebbero venute decine di persone. Per qualche tempo però c’erano solo da 5 a 10 presenti, in una sala che ne poteva contenere più di 100. Quando invitavano altri, di solito la risposta era: “Verrò, se Dio vuole”. Ma era davvero raro che qualcuno pensasse sul serio a qual è secondo la Bibbia la volontà di Dio al riguardo.

Comunque la signora Marceau, una maestra in pensione, prima assisteva alle funzioni nella cattedrale e poi veniva regolarmente ad ascoltare il messaggio biblico. Alice Lassus, che faceva le pulizie nella cattedrale, pure assisteva a queste adunanze. Entrambe diventarono leali testimoni di Geova. Ma i Testimoni avevano proprio bisogno di un luogo di adunanza più adatto alle dimensioni del gruppo.

Dopo qualche mese spostarono le adunanze nella Villa Ma Fleur de Mai (villa Mio fiore di maggio) a Clairière, a Fort-de-France, che allora serviva da casa missionaria. Stella Nelzy, che cominciava ad assistere alle adunanze, rimase stupita da un’osservazione che vi sentì fare una volta. In seguito ricordava: “A un’adunanza il presidente disse: ‘Questa è la casa più importante di tutta la Martinica!’” Ma aggiungeva: “Poco dopo capii che aveva ragione. La casa aveva un aspetto modesto ed era ammobiliata con panche fatte di assi da imballaggio usate, ricoperte di cartone. Però in quella casa si imparavano a conoscere il meraviglioso proposito, la volontà e l’incomparabile personalità di Geova Dio e di suo Figlio, Gesù Cristo. Sì, era davvero la casa più importante!”

Nel 1960 il numero dei proclamatori era salito a 47. Di nuovo era necessario trovare un altro luogo di adunanza con spazio sufficiente. Adrienne Rudier ci offrì due stanze al pianoterra della sua casa di Bellevue. Due anni dopo ci propose di abbattere la parete che restava per allargare il nostro luogo di adunanza e lei si sarebbe trasferita al piano di sopra. In soli due anni il numero dei proclamatori era raddoppiato. Adesso erano 94, e si tenevano 177 studi biblici a domicilio. Dato che alcuni proclamatori abitavano dall’altra parte di Fort-de-France, sembrò saggio formare un secondo gruppo. Questo si radunava in casa di Inoër Puisy a Sainte Thérèse, piccola borgata nella parte meridionale di Fort-de-France.

L’espansione continuava. Nel 1964 avevamo una media di 157 proclamatori. Per accogliere quelli che assistevano alle adunanze, venne acquistata una casa nel quartiere Bellevue di Fort-de-France che fu trasformata in Sala del Regno. Cinque anni dopo si costruì una nuova Sala del Regno in un’altra zona della città. Cesaire ed Elvire Quasima avevano gentilmente messo a disposizione il tetto a terrazza in cemento della loro casa, e su questo si costruì la Sala del Regno.

Quando le assemblee erano piccole

La prima assemblea fu quella del 1955. Fu tenuta in casa del fratello e della sorella Noll. Per incoraggiare i 5 Testimoni della Martinica, 27 vennero dalla Guadalupa. In totale i presenti non furono neanche 40. Ma il programma dell’assemblea provvide cibo spirituale in abbondanza. Che gioia fu stare insieme in un’atmosfera spirituale e fraterna!

In quei giorni era difficile iniziare le adunanze in orario. Quando c’erano ritardatari, a volte si creavano situazioni comiche. A un’assemblea, nel 1956, fu fatta una dimostrazione in cui un prete, nel tipico abbigliamento, andava a casa di qualcuno per scoraggiarlo dal leggere le pubblicazioni dei testimoni di Geova. Per fare la parte del prete, un fratello che all’epoca aveva la barba indossò una tonaca. Un interessato che arrivò in ritardo non si rese conto che era solo una dimostrazione. Dopo l’adunanza disse con un certo calore: ‘Non sono d’accordo con quello che ha fatto il prete. I testimoni di Geova non vanno in duomo a dare fastidio, e il prete non dovrebbe venire a dare fastidio qui!’

Messaggio di libertà per la costa nord-orientale

Col tempo fu necessario prestare maggiore attenzione alle parti dell’isola lontane dalla capitale. La costa occidentale della Martinica è bagnata dal Mar delle Antille, e la costa orientale dall’Oceano Atlantico. Di conseguenza la costa orientale si trova sotto l’influenza diretta degli alisei, che causano forti piogge e grande umidità. Sulle colline e gli altipiani ben irrigati della regione cresce di tutto: canna da zucchero, verdure, banane e altra frutta. I grossi centri, che per la maggior parte si trovano lungo la costa, vivono anche di pesca.

Questa inoltre è una zona la cui storia parla della tratta degli schiavi e della loro emancipazione. Nella cittadina di Le Lorrain i nomi di certi luoghi richiamano alla mente quell’epoca, per esempio Fond-Gens-Libre (Valle dei Liberi) e Fond-Massacre (Valle del Massacro). Nonostante l’abolizione della schiavitù, quando i testimoni di Geova portarono il messaggio del Regno di Dio in questa zona, trovarono che la gente aveva ancora bisogno di essere liberata. Aveva bisogno della libertà dalla falsa religione e dalle superstizioni che è possibile solo abbracciando la verità biblica.

Immagini frantumate e gettate in strada

Il 1° novembre 1954 i missionari fecero la prima escursione a Basse-Pointe, sulla costa settentrionale, a 50 chilometri da Fort-de-France. La strada che portava a questo centro dedito alla pesca e all’agricoltura era ripidissima. Era in cattivo stato, specie dopo la stagione delle piogge, e in certi punti i missionari dovettero scendere dai ciclomotori e spingerli.

Speravano di fare una visita alla direttrice di una scuola cittadina. In precedenza era stata in contatto con i testimoni di Geova in Francia e si era abbonata a Svegliatevi!, ma ora l’abbonamento era scaduto. La visita si dimostrò molto proficua. La signora spiegò che, pur essendo stata catechista, dopo che il sacerdote aveva parlato con poco rispetto dell’istituzione del matrimonio, aveva smesso di andare in chiesa. Mostrò interesse per ciò che la Bibbia dice dell’anima e della vita eterna in un paradiso terrestre. Poco dopo tornò in Francia e là si dedicò a Geova e si battezzò.

Nella Martinica era considerata una persona importante ed era conosciuta come cattolica devota. Immaginate dunque la confusione quando, una volta tornata nella Martinica, frantumò tutti gli idoli che aveva, grandi e piccoli, e li gettò davanti a casa perché venissero portati via dalla nettezza urbana. (Confronta Deuteronomio 9:16, 21). Il prete era furibondo, perciò preparò e pronunciò prediche infuocate per condannare il comportamento di questa ex cattolica. Di conseguenza tutti parlavano di quella che chiamavano la religione della signora Cressan. Da 42 anni ormai, come testimone di Geova, Gabrielle Cressan, che ha 88 anni, si impegna per soddisfare il suo più fervido desiderio: “Che io possa lodare Geova ogni istante della mia vita”.

Un’altra cattolica, una vicina che aveva sentito il prete parlare in maniera così virulenta contro la sorella Cressan, decise di chiederle di cosa si trattava. Era Léonie Ducteil, madre di 11 figli e moglie di un postino locale. Convinta che quello che imparava dalla sorella Cressan era senz’altro la verità, cominciò a studiare la Bibbia con i figli. Negli anni che seguirono lei e nove suoi figli diventarono Testimoni dedicati e battezzati. Alcuni anni dopo una figlia, Edgard, sposò Gérard Trivini, che poi diventò membro del Comitato di Filiale.

Dieci anni prima che Léonie Ducteil conoscesse la verità con l’aiuto della sorella Cressan, una vicina, Georgette Josèphe, aveva sentito il nome Geova in un inno, cantato durante una cerimonia nella chiesa avventista. Il nome aveva attirato la sua attenzione e adesso una vicina, la signora Ducteil, le diceva che una signora le aveva appena spiegato la Parola di Geova. Volle subito saperne di più. Lei, gli otto figli e in seguito il marito diventarono tutti testimoni di Geova.

Quelle poche famiglie formarono il nucleo dei veri adoratori nella parte settentrionale del versante atlantico. Da Basse-Pointe, negli anni successivi, i semi della verità vennero seminati in tutte le cittadine grandi e piccole sulla costa atlantica. Questi crebbero e fiorirono a Le Lorrain, Marigot, Sainte-Marie, La Trinité e Le Robert, come pure ad Ajoupa-Bouillon, Vert Pré e Gros-Morne all’interno dell’isola.

Zelanti pionieri contribuirono a diffondere la verità lungo la costa orientale. Nel 1965 una vedova, Osman Léandre, si trasferì a Sainte-Marie e mise a disposizione la sua casa per tenervi le adunanze. Arcade Bellevue e Maryse Mansuéla, pioniere speciali della Guadalupa, arrivarono a Le Robert nel dicembre 1967 e perseverarono nonostante l’opposizione del sacerdote cattolico locale. Nel 1970 Aline Adélaïde e Jacqueline Popincourt cominciarono a dare testimonianza a Le Lorrain, dove Aline usando le Scritture poté aiutare una donna che aveva praticato la stregoneria a liberarsi dal potere dei demoni. Tre anni dopo si unirono a loro altre tre pioniere: Michèle e Jeanne Ursulet e Josette Mérine. Queste pioniere di Le Lorrain avevano lasciato l’insegnamento scolastico per svolgere un’opera educativa ben più importante: insegnare la verità che conduce alla vita eterna.

Perché il prete voleva il libro Verità?

Jeanne Ursulet racconta: “Nel 1974 la Società ci inviò la lettera di un uomo che viveva a Le Lorrain. Egli mostrava vivo desiderio di ricevere le pubblicazioni dei testimoni di Geova e in particolare il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna, che aveva visto in casa di qualcuno. L’indomani mattina ci accingemmo a cercare l’uomo. Il suo nome non ci era familiare e dovemmo chiedere chi fosse a un postino. Come rimanemmo sorprese scoprendo che era stato il parroco a inviare la lettera alla Società!

“Chiedendoci che specie di accoglienza avremmo ricevuto, andammo in canonica. L’uomo si presentò e ci disse con freddezza che non desiderava parlare con noi, che gli interessavano solo le pubblicazioni. Eravamo perplesse. Qualche tempo dopo la visita, però, la gente del vicinato spesso ci diceva che il prete aveva spiegato certe cose come le spiegavamo noi. Perciò concludemmo che senza dubbio usava le nostre pubblicazioni per preparare le prediche”.

Cercano Dio a tastoni e realmente lo trovano

Nel 1967 altri quattro pionieri speciali — Octave Thélise, sua moglie Alvina, ed Elie e Lucette Régalade — diedero inizio a quella che diventò la congregazione di La Trinité. Il giorno dopo il suo arrivo, Elie Régalade andò a predicare. Dove cominciò? Tralasciando case a sinistra e a destra, salì diritto alla porta di una certa signora Moutoussamy e bussò. Non l’aveva mai vista prima e nessuno gli aveva dato il suo indirizzo. Ma lasciamo raccontare a lei la storia:

“Sin da bambina ero attaccatissima alla religione cattolica. Per molti anni ho lavorato in un centro assistenziale gestito dai preti. Ma ero delusa dall’ipocrisia che vedevo. Giorno per giorno il mio attaccamento alla chiesa diminuiva. Quando arrivò il momento di iscrivere al catechismo i miei due figli maggiori, ero confusa a motivo dell’insistenza dei parenti cattolici, dell’opposizione di mio marito comunista e dell’influenza della mia sorella avventista. Non sapevo cosa fare. Passai buona parte della notte a pregare Dio che mi aiutasse a trovare una soluzione. L’indomani mattina il fratello Régalade bussò alla mia porta, presentandosi come testimone di Geova. Era venuto direttamente a casa mia. Ero la prima persona con cui parlava a La Trinité”.

Otto mesi più tardi Lisette Moutoussamy si battezzò insieme al marito ex comunista. Oggi, più di 30 anni dopo, continuano a servire Geova con l’intera famiglia. Tre figli servono come anziani. Veramente chi cerca ansiosamente, come a tastoni, il vero Dio, lo troverà, proprio come dice la Bibbia. — Atti 17:26, 27.

Il territorio si è dimostrato fertile e si sono formate congregazioni. Una a La Trinité, e da quella altre sei: due a Le Robert, una a Sainte-Marie, una a Gros-Morne, una a Vert Pré e un’altra a La Trinité. Tutte continuano a crescere, recando onore a Geova.

Il clero passa all’offensiva

Dovunque nella Martinica il clero era infuriato per la perdita della propria autorità su una popolazione che aveva tenuto nell’ignoranza. Nel 1956, a Basse-Pointe, un parroco sfogò il suo furore su due ragazzine che incontrò mentre facevano visita ai parenti di un defunto. Sapendo che le ragazze studiavano la Bibbia con i testimoni di Geova, le accusò di apostasia e minacciò che sarebbero finite all’inferno perché non andavano più a Messa. Quando una delle ragazze rispose con molta fermezza, la prese a ceffoni e, furibondo, saltò sulla sua jeep e se ne andò.

A Le Robert, nel 1967, dopo l’arrivo di due pioniere, il prete proibì ai parrocchiani di aprire loro la porta. Un giorno, fuori di sé dalla rabbia, quasi le investì con la sua automobile. Nei bollettini parrocchiali gli avvertimenti aspri e furiosi si moltiplicavano, e dal pulpito i sacerdoti lanciavano pungenti anatemi contro coloro che descrivevano come ‘agenti di Satana venuti a turbare la pace dei cattolici’.

Le altre denominazioni religiose si unirono all’attacco. Le religioni evangeliche in particolare ci accusavano falsamente di non credere in Gesù Cristo. Gli avventisti ci denunciavano perché non rispettavamo il sabato, mentre la maggior parte di loro lo rispettava solo a parole. Per un po’ i fratelli si lasciarono trascinare in discussioni interminabili con i pastori di quelle religioni. Spesso le discussioni finivano a notte inoltrata e non approdavano a nulla. Poco per volta, con l’aiuto dello schiavo fedele e discreto, imparammo a usare il nostro tempo per cercare e trovare le persone simili a pecore che provano vero piacere nell’ascoltare la voce del Pastore eccellente.

Tuttavia quelle discussioni aprirono gli occhi ad alcuni. Questo avvenne nel caso di Jules Nubul a Fort-de-France. Notò che il pastore faceva solo finta di citare la Bibbia — ma in realtà inventava i brani — nel tentativo di sostenere l’insegnamento secondo cui i cristiani devono osservare il sabato. (Confronta Romani 10:4; Colossesi 2:13-16). Adesso il fratello Nubul è un anziano dei testimoni di Geova. Gertrude Buval di La Trinité, che era avventista del settimo giorno, vide la disonestà del pastore durante una discussione con Octave Thélise, che serviva lì come pioniere speciale insieme alla moglie Alvina. Dopo anni, nonostante l’età avanzata e la poca salute, la sorella Buval rimane lealmente fedele all’organizzazione di Geova.

Ai piedi del vulcano, avrebbero ascoltato?

Nella parte nord-occidentale dell’isola, le cittadine di Saint-Pierre, Le Prêcheur, Le Carbet e Le Morne Rouge sono tutte situate proprio intorno alla Montagne Pelée, che nel 1902 divenne tristemente famosa per la distruzione di Saint-Pierre e dei suoi 30.000 abitanti.

A proposito dell’eruzione dell’8 maggio di quell’anno, la gente ricorda principalmente che gli abitanti di Saint-Pierre ignorarono gli avvertimenti e rifiutarono di fuggire. Per un mese il vulcano aveva eruttato fumo, cenere e lapilli. Saint-Pierre era ricoperta di cenere. Venticinque persone erano state uccise da una colata di fango. La gente aveva paura, ma lo stesso non fuggì, in parte a motivo della mentalità fatalistica, in parte perché i capi della popolazione, incluso il clero, esortavano a rimanere. Questi stessi fattori influenzano la reazione di molti all’avvertimento dell’imminente tremendo giorno di Geova. — Gioe. 2:31, 32.

Molti abitanti della Martinica sono fatalisti e, di fronte alle difficoltà, alzano le spalle e dicono: “È volontà di Dio”. Spesso cerchiamo di aiutarli a ragionare su questo parlando di quanto accadde al tempo dell’eruzione della Montagne Pelée. “Se avvenimenti del genere sono ‘volontà di Dio’”, chiediamo loro, “perché l’unico superstite di quella catastrofe fu un carcerato segregato in una cella nel sotterraneo della prigione, mentre tutti i ‘bravi cristiani’ e le chiese con i loro ‘santi’ andarono distrutti?”

All’inizio degli anni ’60 i proclamatori di Fort-de-France cominciarono a recarsi abbastanza regolarmente nei centri vicini al vulcano per portarvi il messaggio del Regno. Ma la paura esercitava una forte influenza sugli abitanti, che si chiedevano: “Cosa dirà la gente?” Per paura di essere malvisto dai vicini, nessuno voleva essere considerato testimone di Geova. Nel 1962 la famiglia Charpentier venne dalla Francia a stabilirsi a Le Morne Rouge, proprio a nord-est di Saint-Pierre. La moglie, Madeleine, era pioniera speciale. Per molti anni lei e il marito, René, seminarono i semi della verità del Regno nella zona.

L’influenza della chiesa, però, è ancora forte nella parte settentrionale dell’isola. Ci sono vaste piantagioni appartenenti a ricchi proprietari terrieri, discendenti dei primi coloni, che vanno a braccetto con il clero cattolico. In tutta la Martinica il numero di questi bianchi locali che hanno accettato la verità si può contare sulla punta delle dita.

Liberati dal timore dell’uomo

Gli abitanti in generale non volevano essere presi per testimoni di Geova, ma a metà degli anni ’60 un uomo e sua moglie, Yoland e Bernadette Hortance, cominciarono a sentirsi profondamente motivati dall’amore per Geova e per la sua Parola. Quali prove di fede affrontarono? Essi raccontano: “Poiché fummo i primi ad accettare la ‘nuova religione’, ci ritrovammo emarginati dalla società. Attraversammo un periodo difficile. Nel giro di un anno perdemmo due figli a causa di incidenti, cosa che indusse la gente a dire che Dio ci puniva perché avevamo abbandonato la religione cattolica. Ma quello che avevamo già imparato riguardo a Geova ci aiutò a rimanere saldi”.

Dopo tutto questo il datore di lavoro di Yoland, un béké (bianco locale), influenzato da un prete minacciò di licenziarlo se non ritornava in chiesa. Yoland però non cedette e, dato che il nostro fratello era un operaio coscienzioso, il suo datore di lavoro non attuò la minaccia. Benché entrambi abbiano superato altri momenti difficili, il fratello e la sorella Hortance continuano a servire lealmente Geova.

Nel 1968 la famiglia Palvair si trasferì da Fort-de-France a Le Morne Rouge. Un po’ alla volta altri abbracciarono la vera adorazione. Oggi a Le Morne Rouge c’è una congregazione di 60 proclamatori.

Ulteriore aiuto in prossimità del vulcano

A partire dal 1972 due pioniere speciali, Anne-Marie Birba e Arlette Girondin, si impegnarono con coraggio per aiutare la popolazione di Saint-Pierre, Le Carbet e Le Prêcheur. Anche se portavano un messaggio di pace, a volte la gente le prendeva a sassate e le colpiva con la scopa. Nella zona molte donne che accettarono la verità subirono dura opposizione da parte del marito, ma grazie alla buona condotta della moglie poco per volta i mariti diventarono generalmente più tolleranti. — 1 Piet. 3:1, 2.

Un anziano Testimone, Jules Martinon, fu un esempio di perseveranza, servendo a Saint-Pierre per oltre 20 anni. Negli anni ’60 e ’70 in questa zona le adunanze si tenevano in locali appena decenti. Tuttavia fratelli devoti come John Chavigny e, in seguito, le famiglie Lemoine e Papaya, contribuirono a formare un’ottima congregazione a Saint-Pierre. Una bella Sala del Regno in grado di accogliere 200 persone è la prova che i testimoni di Geova sono saldamente stabiliti ai piedi del vulcano.

Una notte sul mango

Il messaggio del Regno aveva raggiunto Le Lamentin già nel 1955, ma coloro che cercavano di adorare Geova Dio continuarono a incontrare dure prove. Questo non sempre era dovuto al clero. Gli uomini della Martinica in generale sono orgogliosi della loro virilità, e molti sono assai dispotici con la moglie. Quando una donna voleva adorare Geova, spesso doveva affrontare la violenza del marito.

Una sorella di Le Lamentin racconta: “Quando il messaggio del Regno fu portato a casa mia nel 1972, era la risposta a tutto quello che avevo desiderato ardentemente. Ma mio marito mi proibì di studiare. Nondimeno continuai a farlo di nascosto. Quando lo scoprì, mi bruciò la Bibbia e il libro che studiavo e mi picchiò. Decise che ci saremmo trasferiti, sperando che questo avrebbe posto fine al mio interesse per la Bibbia.

“Quando cominciai ad assistere alle adunanze, mi chiudeva fuori. Spesso dovevo dormire sotto il portico. Poi distrusse tutto quello che poteva servirmi di riparo, persino il pollaio. Mi picchiava sovente, e molte volte rimasi senza mangiare. Una volta mi inseguì nel mezzo della notte con un coltellaccio! Per mettermi in salvo dovetti correre per la boscaglia e arrampicarmi su un mango il più in fretta possibile. Me la cavai solo perché la sua torcia elettrica smise di funzionare. Mi cercò per ore, passando vicino all’albero su cui mi ero nascosta e dove me ne stavo accoccolata pregando. Passai tutta la notte sul mango”. Comunque nel 1977 si battezzò. In seguito anche la figlia si schierò dalla parte di Geova.

Libertà da superstizione e quimbois

Man mano che studiano con i testimoni di Geova e mettono in pratica quello che imparano, le persone trovano la libertà in vari modi. Molte credenze e usanze della Martinica derivano da riti e superstizioni portati dall’Africa e poi piantati nell’accogliente terreno del cattolicesimo. Quelli che diventarono testimoni di Geova anni fa ricordano ancora le superstizioni da cui si liberarono.

Ricordano che il Venerdì Santo, prima di fare qualsiasi altra cosa, si doveva baciare la croce. Quel giorno era severamente vietato usare chiodi o martelli, in ricordo di Cristo. Era pure vietato scavare il terreno con una pala o una zappa altrimenti, come era stato loro insegnato, la “terra sanguinerà”. Si pensava che l’indomani, sabato mattina, lo scampanio delle campane della chiesa cattolica costituisse una benedizione per tutti. Per beneficiarne, dopo i rintocchi delle campane bisognava immergersi nell’acqua, fiume o mare che fosse. Si bagnavano i bambini malati, scuotendo quelli affetti da rachitismo, per assicurarsi che anche loro ne beneficiassero.

Altri ricordano “il ballo funebre” a cui era abituale partecipare quando moriva qualcuno. Era una veglia molto rumorosa, durante la quale si suonavano tamburi, si ballava e si cantava, e anche si raccontavano leggende creole. La gente credeva che questo avrebbe impedito all’anima del defunto di rimanere e di aggirarsi per la casa.

Anche se di rado leggevano la Bibbia, molti la consideravano qualcosa di sacro. La tenevano in casa, aperta a un salmo particolare, con un paio di forbici sopra. Questo, si pensava, avrebbe protetto la casa dagli spiriti maligni.

Non hanno dimenticato neanche le pozioni preparate dagli stregoni. Quinbois è una parola creola che secondo alcuni deriva dall’espressione francese “Tiens, bois!” (“Prendi, bevi!”) Questa è un’allusione al fatto che gli stregoni spesso danno da bere ai clienti pozioni magiche. Per quanto le pozioni abbiano ben pochi poteri magici, molti stregoni si arricchiscono somministrandole. Abbracciare la vera adorazione ha significato libertà da tutte queste superstizioni.

Si presta attenzione al sud dell’isola

Intorno all’estremità meridionale dell’isola ci sono le cittadine costiere di Le Marin, Sainte-Anne e Le Vauclin, e un po’ più all’interno c’è Rivière-Pilote. Queste località hanno indotto i visitatori a considerare la Martinica un’isola dalle spiagge candide e dal mare azzurro ricco di corallo. Sono zone che abbondano anche di lodatori di Geova.

La prima cittadina che ricevette una testimonianza fu Rivière-Pilote. Come mai? La dottoressa Maguy Prudent aveva appena finito gli studi di medicina in Francia. Prima del suo ritorno nella Martinica i testimoni di Geova le avevano parlato dell’amorevole proposito di Dio per l’umanità. Perciò, quando arrivò nella Martinica, si mise in contatto con i Testimoni, e Sara Noll le fece lo studio biblico. Nel 1959 si battezzò. A motivo della sua professione, la sorella Prudent aveva contatti con moltissime persone, anche nelle cittadine circostanti, e parlava loro delle verità che aveva imparato dalla Parola di Dio.

Inoltre proclamatori di Fort-de-France venivano nella zona per dare testimonianza. In quei giorni pochissimi Testimoni avevano l’automobile, perciò affittavano un “bidone” (un pulmino), così chiamato perché la forma ricordava quella di un fusto di petrolio. Stavano fuori tutta la giornata, dando prima testimonianza agli abitanti della cittadina e andando poi da quelli che abitavano sui ripidi pendii delle colline. L’attività del giorno terminava con lo studio Torre di Guardia all’ombra di un mango.

In seguito in questo territorio vennero mandati dei pionieri speciali. Fra loro c’era la settantenne Marie Démas, venuta dalla Francia. Il suo coraggio e il suo umorismo diedero ai più giovani un ottimo esempio da seguire. Nel 1963 Séphora Martinon e Georgette Charles, pioniere speciali, vennero ad aiutare i pochi proclamatori. Ma solo negli anni ’70 i pionieri speciali delle vicine cittadine di Le Vauclin, Le Marin e Sainte-Anne cominciarono a raccogliere i frutti del loro duro lavoro, e questo dopo anni dedicati a seminare e coltivare. Fra quei pionieri c’erano Stéphanie Victor e Monique ed Eugénie Coutinard a Le Vauclin. Degno di nota è il coraggio mostrato da Eugénie, che rimase fisicamente disabile dopo aver subìto estesi interventi chirurgici. Camminava con le stampelle e parlava con grande difficoltà, eppure continuò a servire come pioniera regolare.

Nel 1966 due pioniere speciali — Anne-Marie Birba e Arlette Girondin — furono mandate a Rivière-Pilote, e nel giro di due anni si formò una congregazione. Nel 1970 altre due pioniere speciali — Hélène Pérasie e Thérèse Padra — furono mandate a Le Marin. Fino al 1975 i pochi fratelli e sorelle di questa zona dovevano andare fino a Rivière-Pilote per le adunanze. Geova benedisse l’opera e in seguito si formarono congregazioni a Le Marin nel 1979, Le Vauclin nel 1984, Sainte-Luce nel 1993 e Sainte-Anne nel 1997. Adesso in tutte queste cittadine i fratelli si radunano in belle Sale del Regno, e fiorenti congregazioni si occupano dei bisogni spirituali degli abitanti della zona.

Locali per assemblee più grandi

Presto si rese necessario avere un luogo più adatto per le assemblee di circoscrizione e di distretto. I locali grandi allora disponibili erano sale da ballo chiamate paillotes (capanne di paglia) perché erano circondate da rami di palma da cocco intrecciati. I veterani ricordano le sale da ballo di Kerlys e di Serge Rouch, dove si tennero per molti anni le assemblee di distretto. Ma col tempo questo genere di sale non era più adeguato.

I nostri fratelli costruirono una struttura mobile di acciaio, e con questa fu possibile tenere assemblee ai quattro angoli dell’isola. Ogni cittadina ha il suo campo di calcio. Quindi per anni, in occasione delle assemblee di circoscrizione, erigevamo la nostra Sala delle Assemblee mobile nei vari campi da gioco dell’isola. Che eccellente testimonianza veniva data! E come era incoraggiante per i Testimoni delle cittadine in cui si tenevano le assemblee!

Per le assemblee di distretto si usava la struttura coperta dello stadio Louis Achille a Fort-de-France. Ricordiamo ancora l’assemblea internazionale “Fede vittoriosa” del 1978, quando avemmo l’onore di avere come oratore principale John C. Booth, membro del Corpo Direttivo. In uno dei suoi discorsi il fratello Booth dichiarò: “Non abbiamo nessunissima ragione di perdere la fede nell’organizzazione di Geova”, e aggiunse: “La nostra fede incrollabile sarà premiata quando trionferemo vittoriosi. Geova non deluderà mai i suoi servitori leali”. I 2.886 presenti furono molto incoraggiati dal programma.

I drammi biblici attirano l’attenzione

Il primo dramma, inscenato nel 1966, fece un’impressione durevole. Non esistevano riproduttori a cassette per trasmettere la registrazione del dramma. I partecipanti dovettero imparare e recitare le parti a memoria. Quel dramma, su Geremia, durò quasi due ore! Si dovettero sincronizzare i movimenti dei diversi personaggi con i molti microfoni sui rispettivi sostegni. Oltre a ciò, poiché all’epoca i Testimoni della Martinica erano pochi, alcuni dovettero svolgere più parti, cambiando costume fra una scena e l’altra secondo il personaggio da rappresentare. Che lavoro! Ma il pubblico era entusiasta.

Poi c’erano gli effetti sonori. Dietro il palco un fratello colpiva una lamiera ondulata per imitare il tuono. Da sopra il palco, mentre le luci nella sala erano spente, un altro fratello usava il flash di una macchina fotografica per simulare i lampi. Su un’isola le notizie si diffondono rapidamente. Quando il pubblico seppe dei drammi che preparavamo, la stazione televisiva mandò dei rappresentanti a filmare le prove. Trasmettendole fecero un’ottima pubblicità alle assemblee.

Si abbatte ma anche si edifica

Senza dubbio nella Martinica la verità della Parola di Geova abbatté molte roccheforti della falsità e della superstizione. Come il profeta Geremia, gli unti servitori di Geova Dio vengono mandati “per sradicare e per abbattere e per distruggere e per demolire”, e anche “per edificare e per piantare”. (Ger. 1:10) Infatti, oltre a smascherare ciò che la Parola di Dio condanna, i testimoni di Geova usano la sua Parola per aiutare gli umili “a rivestire la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà”. — Efes. 4:24.

Man mano che cresceva il numero di coloro che apprezzavano la Parola di Dio, fu necessario edificare anche sotto un altro aspetto. Nella Martinica il numero dei testimoni di Geova aumentava: da 1.000 nel 1975 era salito a 1.500 nel 1984 e poi a 2.000 nel 1986. I presenti alle adunanze di congregazione spesso erano due volte il numero dei proclamatori, e molti di più alla Commemorazione annuale. Per fare spazio a quelli che assistevano alle adunanze erano necessarie altre Sale del Regno. Ne sono state costruite 20, e ciascuna ha da 250 a 300 posti a sedere. Ci volevano locali adatti anche per la filiale.

Un passo importante

Dopo anni di diligente ricerca i fratelli trovarono un terreno su una collina da cui si domina il centro di Fort-de-France e si gode una splendida veduta della baia. Per la Martinica iniziava un’esperienza straordinaria.

Tra i fratelli locali il numero degli operai qualificati che potevano essere disponibili a tempo pieno era molto limitato. Perciò il Corpo Direttivo autorizzò l’impiego di Testimoni qualificati di altri paesi. Il primo ad arrivare, nel febbraio 1982, fu un architetto francese, Robert Weinzaepflen. Pochi giorni dopo Sylvain Théberge venne dal Canada per sovrintendere al cantiere. La squadra fu completata qualche settimana dopo con l’arrivo di circa altri 20 fratelli e sorelle del Canada e di alcuni volontari della Martinica. I fratelli locali diedero il loro sostegno non solo con il lavoro devoto, ma anche con generose contribuzioni, secondo la possibilità di ciascuno, e alcuni offrirono persino i propri gioielli d’oro. Che eccellente testimonianza fu data grazie allo zelo, all’unità e all’amore mostrati in relazione a questa impresa!

Tutti gli sforzi che si fecero in quel tempo per costruire ridussero forse la predicazione pubblica della buona notizia nella Martinica? Al contrario, ci fu un notevole aumento. Nel marzo 1982 c’erano 1.267 proclamatori attivi nel ministero di campo, 19 dei quali erano pionieri regolari e altri 190 erano pionieri ausiliari. Verso la fine della costruzione, nel 1984, il numero dei proclamatori era salito a 1.635, con 491 pionieri ausiliari in aprile. Era evidente che Geova benediceva i nostri sforzi.

Ma il progresso non si è fermato. Durante il programma della dedicazione, il 22 agosto 1984, John Barr, membro del Corpo Direttivo, parlò sul soggetto “Progresso con l’organizzazione di Geova”. Definì i nuovi uffici della filiale e la casa Betel di quattro piani “un magnifico strumento per far fronte all’aumento e servire meglio le pecore di Geova”. Fra il pubblico internazionale che assisté al programma c’erano i quattro missionari che erano stati espulsi quasi 34 anni prima e che si rallegravano all’evidente prova delle benedizioni di Geova sui suoi servitori in questa isoletta delle Antille.

L’aiuto prezioso di uomini spirituali

Naturalmente l’assistenza provveduta non riguardava solo le costruzioni. Fu offerta anche amorevole sorveglianza. Per molti anni, fino al 1977, la sorveglianza dell’opera di predicazione nella Martinica era stata affidata alla filiale della Guadalupa. In quel tempo i sorveglianti viaggianti, pastori spirituali, venivano mandati da quell’isola vicina. I più anziani ricordano Pierre Jahnke e Nicolas Brisart. Poi, a partire dal 1963, Armand Faustini visitò regolarmente le congregazioni.

Dopo di loro altri sorveglianti viaggianti, dai modi e dalla personalità più disparati, contribuirono all’edificazione spirituale delle congregazioni. Xavier Noll svolse questo servizio per molti anni. C’era anche Jean-Pierre Wiecek con la moglie Jeanine. David Moreau, con la moglie Marylène, pure visitava le congregazioni sia qui che nella Guiana Francese, che all’epoca era sotto la filiale della Martinica. Quando venne aperta una filiale nella Guiana Francese, fu nominato coordinatore del Comitato di Filiale il fratello Moreau, che era stato addestrato alla filiale della Martinica. Claude Lavigne e la moglie Rose Marie servivano come missionari a Kourou nella Guiana Francese quando lui fu incaricato di svolgere l’opera di circoscrizione nella Martinica, e adesso servono come missionari in Guinea. Anche altri hanno servito per periodi più brevi nella circoscrizione, ma tutti sono ricordati con affetto per il loro duro lavoro e il loro spirito leale. Per quelli sposati, le mogli sono state compagne preziose essendo buoni esempi per le sorelle nelle congregazioni. Attualmente Alain Castelneau e Moïse Bellay, con le rispettive mogli, visitano le congregazioni delle due circoscrizioni, congregazioni che in media hanno sui cinque anziani e sette servitori di ministero.

Anche se la Martinica è solo un’isoletta, i membri del Corpo Direttivo hanno provveduto amorevole sorveglianza ai servitori di Geova locali. Sono venuti Ewart C. Chitty, Daniel Sydlik, Karl Klein, William K. Jackson, Lloyd Barry e Milton Henschel, oltre ad altri sorveglianti di zona. I 12 fratelli e sorelle che vivono e lavorano alla Betel, come pure gli altri testimoni di Geova della Martinica, apprezzano molto queste visite.

‘Geova vede gli umili’

Il salmista Davide scrisse: “Geova è alto, eppure vede l’umile”. (Sal. 138:6) E il discepolo Giacomo aggiunse che Dio “dà immeritata benignità agli umili”. (Giac. 4:6) Se ne trova ampia prova fra coloro che Geova ha attirato a sé nella Martinica.

Christian Bellay e la moglie Laurette, che allora vivevano a Fort-de-France, hanno avuto una dimostrazione di questa immeritata benignità. Erano confusi dalla presenza di varie religioni nella Martinica. Quale aveva l’approvazione di Dio? Quando lesse Rivelazione 22:18, 19, Christian Bellay pensò che aveva trovato la chiave per rispondere a questa domanda. Quale religione non aggiunge né toglie niente alla Parola di Dio? Dopo avere esaminato i fatti, si convinse che è quella dei testimoni di Geova. Si rese pure conto che doveva applicare la stessa regola nella propria vita: non togliere né aggiungere niente alla Parola di Dio, mettendola da parte o rigettandola. Fino a quel momento lui e Laurette convivevano senza essere sposati, ma nel 1956 legalizzarono la loro unione. Il discorso nuziale fu il primo nella Martinica pronunciato da un Testimone. L’anno dopo si battezzarono nel fiume Madame a Fort-de-France. Suo fratello Léon, suo padre e sua madre e anche Alexandre, fratello di Laurette, accettarono tutti la verità. Moïse Bellay, uno dei figli di Christian e Laurette, attualmente serve come sorvegliante di circoscrizione. Che grande dimostrazione dell’immeritata benignità di Geova ha avuto questa famiglia!

Semplici azioni gentili verso i servitori di Geova possono dar luogo a benedizioni per chi è di cuore buono. (Matt. 10:42) Questo è accaduto a Ernest Lassus che aveva una gioielleria a Fort-de-France. Prendeva regolarmente la rivista Svegliatevi! non perché gli interessasse personalmente, ma più per gentilezza. Un giorno il Testimone che gli portava le riviste spiegò che solo Gesù Cristo, il Principe della Pace, sarà in grado di far prevalere la giustizia sulla terra. Era quello che voleva Ernest Lassus. Accettò che il Testimone venisse a casa sua. Venne iniziato uno studio biblico. “Adesso”, egli dice, “ho tutto quello che potevo desiderare. La maggior parte dei miei figli sono nella verità; una figlia svolge il servizio di pioniere, un figlio che è pioniere è anche anziano, e un altro figlio è membro della famiglia Betel della Martinica”.

Decisi a servire Geova

È incoraggiante vedere i più giovani che si rivolgono a Geova e dimostrano di apprezzare la sua amorevole guida. Molti di questi erano sbandati per mancanza di una guida valida nel mondo. Ma la Parola di Dio li sta aiutando a sapere qual è il vero scopo della vita. (Eccl. 12:13) Man mano che imparano a conoscere il contenuto della Bibbia, cominciano a capire la vera utilità di prestare ascolto al consiglio riportato in Isaia 30:21, cioè: “I tuoi propri orecchi udranno dietro a te una parola dire: ‘Questa è la via. Camminate in essa’”.

Una di questi, una ragazzina di dieci anni di nome Claudia, fece molte domande alla Testimone che visitava la sua famiglia. A motivo della malattia del padre, lo studio con la madre diventò irregolare, ma la ragazzina continuò a studiare e a mettere in pratica i consigli biblici che aveva imparato. Bruciò il catechismo e il messale e distrusse le immagini religiose che aveva. Dopo la morte del padre, rifiutò di indossare abiti neri da lutto e diede testimonianza a quelli che volevano pregare per l’anima di suo padre. Mostrando uno spirito simile a quello della ragazzina israelita che era schiava della moglie di Naaman, incoraggiò la madre ad assistere alle adunanze di congregazione. (2 Re 5:2-4) Alla Sala del Regno si iscrisse alla Scuola di Ministero Teocratico. Ben presto partecipava al servizio di campo e nel 1985, a 12 anni, si battezzò insieme alla madre. La madre riconobbe francamente che la figlia aveva contribuito molto al suo progresso spirituale.

Alcuni ragazzi colgono intrepidamente le opportunità di dare testimonianza a scuola. A Le François un’insegnante di francese assegnò agli allievi il compito di fare ricerche sulle varie religioni della Martinica. Roselaine, che allora aveva 18 anni, e un’altra studentessa ebbero l’opportunità di dare una buona testimonianza usando il libro L’uomo alla ricerca di Dio. Distribuirono una ventina di libri fra gli studenti e l’insegnante.

Anche se gli argomenti trattati a scuola sono considerati molto controversi, giovani Testimoni qui nella Martinica non hanno avuto timore di spiegare gli elevati princìpi della Parola di Geova. Mary-Suzon Monginy racconta la sua esperienza: “Un giorno, mentre trattavamo i problemi legati alla sovrappopolazione, l’insegnante menzionò i metodi moderni di controllo delle nascite. Fu sollevata la questione dell’aborto e immediatamente diede origine a un’accesa disputa. Chiesi all’insegnante il permesso di presentare del materiale l’indomani per esporre il mio punto di vista sull’argomento. Egli accettò, e per quasi due ore ne parlammo con tutta la classe”. Il materiale, incluso il “Diario di una bambina mai nata”, era tratto dalla rivista Svegliatevi!, edizione francese del 22 agosto 1980. Il risultato fu un migliore atteggiamento verso i testimoni di Geova da parte dell’intera classe.

La Martinica ha una popolazione giovane. I giovani in generale vengono risucchiati inesorabilmente nel vuoto di un sistema economico che dà un’irragionevole importanza ai beni materiali. Ma i giovani Testimoni hanno imparato ad apprezzare i valori spirituali. Nella Martinica è incoraggiante vedere le Sale del Regno piene di ragazzi che desiderano conoscere Geova e le sue vie.

Liberati dalla schiavitù alla droga

Come avviene in altri paesi in cui il materialismo ha soppresso i valori spirituali, molti giovani della Martinica si sono rovinati la salute e hanno sciupato la propria vita facendo uso di crack e di altre droghe che causano assuefazione. Il vero cristianesimo, però, ne ha liberati alcuni da queste pratiche rovinose. Paul-Henri e Daniel di Fort-de-France facevano parte di una comunità di rastafariani, dove si faceva libero uso di marijuana. I rastafariani davano la propria spiegazione di ciò che dice l’Apocalisse circa le ‘foglie per la guarigione delle nazioni’. Ma non cercavano neanche di spiegare tutto il resto di quel libro biblico. Però Paul-Henri e Daniel volevano capirlo, e i testimoni di Geova si offrirono di aiutarli.

Essi dicono: “Esitavamo ad assistere alle adunanze dei testimoni di Geova, temendo un’accoglienza poco amichevole a motivo del nostro aspetto fisico, che era piuttosto ripugnante”. Quando ci andarono, rimasero sorpresi per la gentilezza, la cordialità e la modestia di quelli che conobbero alla Sala del Regno. La settimana successiva si tagliarono i capelli e cominciarono a vestirsi in modo più presentabile. In breve tempo smisero pure di fumare. Presto anche loro portavano la buona notizia ad altri.

Paul-Henri aggiunge: “Un giorno, mentre davo testimonianza per strada, un ispettore di polizia con cui avevo avuto dei problemi perché facevo uso di droga gridò per lo stupore: ‘Ma questo è Grosdésormaux!’ Tirai fuori dalla mia borsa non la droga, ma la mia Bibbia e le riviste, che accettò con gioia, congratulandosi con me e incoraggiandomi a continuare. È quello che feci. Nel 1984 mi battezzai e nel 1985 entrai nelle file dei pionieri regolari. Oggi, sposato e capofamiglia, servo come anziano nella congregazione locale. Anche il mio amico Daniel ha fatto un progresso simile nella verità”.

Non solo i giovani, ma anche gli adulti cercano la soluzione dei problemi della vita. Per aiutare tutte le persone desiderose di imparare, tra l’aprile e il maggio 1995 la filiale mise a disposizione 250.000 copie da distribuire delle Notizie del Regno dal titolo “Perché la vita è così piena di problemi?” Poiché l’isola aveva solo 330.000 abitanti, voleva dire che ogni adulto, e anche molti ragazzi, avrebbero potuto beneficiare di quell’importante messaggio, che aprì la strada a molte fruttuose conversazioni.

Un sorvegliante di circoscrizione riferì che una donna di campagna, dopo avere letto il volantino, cercò di telefonare alla filiale della Società. Nella fretta sbagliò il numero, ma quel numero andava bene lo stesso. Il telefono squillò in una Sala del Regno di Fort-de-France. In quel momento i proclamatori si preparavano a uscire in servizio con il sorvegliante di circoscrizione. La donna chiese: “Per favore, mandatemi un testimone di Geova appena possibile. Voglio studiare la Bibbia”. L’indomani cominciò a ricevere l’aiuto che desiderava.

Finalmente una Sala delle Assemblee nostra

Trovare locali per le assemblee più grandi stava diventando un problema serio. Il numero dei presenti continuava a crescere. Inoltre il locale dello stadio che usavamo per le assemblee non era più adatto. Cosa si poteva fare?

All’epoca un anziano della congregazione di Rivière-Salée stava cercando un terreno su cui costruire una Sala del Regno. Con sua sorpresa gli venne offerto un lotto di circa 6 ettari, molto più del necessario per una Sala del Regno! Provvidenzialmente si trovava nella parte centrale dell’isola. Sulla proprietà c’era un vecchio capannone di acciaio che, pur essendo rovinato, poteva servire temporaneamente per tenervi le assemblee. Nel 1985 vi tenemmo la prima assemblea di distretto. I presenti furono 4.653, cioè 600 più dell’anno prima.

I lavori per un nuovo edificio iniziarono nel 1992. Alcuni fratelli e sorelle vennero dall’Italia a proprie spese per dare una mano nella costruzione. I Testimoni locali offrirono generosamente tempo e denaro. La costruzione è già stata ultimata. Questa bella Sala delle Assemblee può accogliere 5.000 persone. È, infatti, il più grande auditorium della Martinica.

Non dobbiamo più rimandare le nostre assemblee — spesso all’ultimo momento — per qualche partita di calcio di ricupero. Inoltre è finito anche il duro lavoro di montare, smontare, trasportare e riporre le strutture mobili di acciaio. La nostra Sala delle Assemblee, circondata da fiori, palme reali e alberi di Poinciana regia, rende onore a Geova.

Un’organizzazione che loda Geova

Geova ha fatto sì che nell’ultimo mezzo secolo la vera adorazione mettesse radice e fiorisse nella Martinica. Tramite la sua organizzazione ha addestrato coloro a cui sarebbe stata affidata la sorveglianza. Xavier Noll, insieme alla moglie, frequentò la 31a classe della Scuola missionaria di Galaad. Poi, nel 1964, ricevette ulteriore addestramento in un corso di Galaad di dieci mesi. Questo addestramento risultò molto utile quando nel febbraio 1977 il Corpo Direttivo decise di aprire una filiale della Società nella Martinica.

I primi membri del Comitato di Filiale erano Xavier Noll, il coordinatore, Valentin Carel e Gérard Trivini. In seguito fu nominato Armand Faustini, che aveva servito per molti anni come sorvegliante viaggiante. Dopo che il fratello Trivini era morto e il fratello Carel si era trasferito in Francia, nel settembre 1989 Henri Ursulet venne nominato terzo membro del Comitato di Filiale. Nato nel 1954, l’anno in cui Xavier e Sara Noll erano arrivati dalla Francia per intraprendere il ministero nella Martinica, sin dall’infanzia Henri aveva beneficiato dell’esempio di fede di sua madre, come era avvenuto a Timoteo, compagno dell’apostolo Paolo. — 2 Tim. 1:5.

Nel 1975 c’erano 1.000 proclamatori e un totale di 15 congregazioni nell’isola. Durante il 1997 è stato raggiunto un massimo di oltre 4.000 proclamatori. Tutti questi servono in 46 congregazioni. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto una media annuale del 7 per cento di aumento.

Nella Martinica c’è già 1 Testimone su 90 abitanti. Si tengono migliaia di studi biblici con gli interessati. L’opera di Geova è nota in tutta l’isola. Anche i suoi Testimoni sono conosciuti molto bene. Per gli altri è sempre più difficile dire male di loro perché c’è sempre qualcuno nelle vicinanze per rimproverare i calunniatori. La testimonianza svolta per le strade, nelle piazze, nei mercati e nei parcheggi degli ospedali e dei grandi centri commerciali porta all’attenzione della gente il messaggio del Regno. E quando chi è a casa sente qualcuno gridare “To-to-to, il y a du monde?” (“Salve, c’è qualcuno?”) sa immediatamente che i testimoni di Geova sono venuti a parlare del Regno di Dio.

In alcune parti dell’isola non è raro che adesso i territori vengano percorsi ogni settimana. Quando svolgono il servizio di campo forse i proclamatori hanno come territorio solo 10 o 15 famiglie. In queste zone danno testimonianza a persone che hanno già sentito il messaggio molte volte. Questo richiede che i proclamatori varino le introduzioni e gli argomenti di cui parlano con gli interlocutori. Devono usare con efficacia tutti i mezzi messi a disposizione dalla classe dello schiavo fedele e discreto e seguirne i suggerimenti. Fino a poco tempo fa la testimonianza stradale veniva svolta limitatamente nei territori francesi, ma adesso sta diventando un aspetto interessante e produttivo del ministero.

“Si bon Dié lé”

“Si bon Dié lé” (“Se Dio vuole”) è il comune intercalare degli abitanti della Martinica. La volontà di Dio, naturalmente, è espressa in modo chiaro nella Bibbia. Salmo 97:1 dichiara: “Geova stesso è divenuto re! Gioisca la terra. Si rallegrino le molte isole”. Salmo 148:13 aggiunge: “Lodino il nome di Geova”. E tramite il profeta Isaia, Geova fa il toccante invito: “Oh se tu realmente prestassi attenzione ai miei comandamenti . . . la tua pace diverrebbe proprio come un fiume”. (Isa. 48:18) Nella sua bontà, Dio vuole che “ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”. (1 Tim. 2:4) È inoltre volontà di Dio liberare la creazione, spezzarne le catene e trasformare tutta la terra in un paradiso abitato da esseri umani di ogni razza e colore, uniti nell’adorazione del loro Creatore. (Rom. 8:19-21) Agli abitanti della Martinica è tuttora offerta l’opportunità di beneficiare di questo amorevole provvedimento.

La Martinica, come la maggior parte del pianeta, è cambiata enormemente negli ultimi dieci anni. Droga, materialismo e degrado morale hanno trasformato quello che era un idilliaco paradiso. La Parola di Dio aveva predetto i cambiamenti nel comportamento umano che hanno causato queste condizioni. (2 Tim. 3:1-5) Ma simili condizioni non sono la volontà di Dio. Anzi Geova continua a separare dagli altri le persone che descrive come “cose desiderabili” e a prepararle per la vita essendo parte della fratellanza mondiale del suo popolo che abiterà il Paradiso. (Agg. 2:7) Queste non sono persone indifferenti che non fanno niente perché credono che se è volontà di Dio accadrà comunque. Piuttosto sono persone che esaminano con attenzione le Scritture per scoprire qual è la volontà di Dio e poi, spinte dall’amore, fanno con zelo le cose che gli sono gradite. — Atti 17:11; Tito 2:13, 14.

[Cartina a pagina 192]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Nelle località indicate ci sono in tutto 46 congregazioni

BASSE-POINTE

LE LORRAIN

AJOUPA-BOUILLON

MARIGOT

LE MORNE ROUGE

SAINT-PIERRE

SAINTE-MARIE

LA TRINITÉ (2)

GROS-MORNE

VERT PRÉ

CASE-PILOTE

LE ROBERT (2)

SAINT-JOSEPH (2)

SCHOELCHER (2)

LE LAMENTIN (3)

FORT-DE-FRANCE (14)

LE FRANÇOIS (2)

DUCOS

LE SAINT-ESPRIT

LES TROIS-ÎLETS

LE VAUCLIN

RIVIÈRE-SALÉE

RIVIÈRE-PILOTE

SAINTE-LUCE

LE MARIN

SAINTE-ANNEN

[Immagine a tutta pagina a pagina 162]

[Immagine a pagina 167]

Xavier e Sara Noll l’anno in cui arrivarono nella Martinica

[Immagini a pagina 175]

Leali servitori di Geova da molto tempo: (1) Léon Bellay, (2) Jules Nubul, (3) Germain Bertholo, (4) Philippe Dordonne, (5) Roger Rosamond, (6) Christian Bellay, (7) Albert Nelson, (8) Vincent Zébo, (9) Vincent Muller

[Immagini a pagina 177]

Donne che hanno dato un ottimo esempio come insegnanti della Parola di Dio: (1) Stella Nelzy, (2) Victor Fousse (ora Lasimant), (3) Léonide Popincourt, (4) Andrée Zozor, (5) Emma Ursulet

[Immagine a pagina 183]

La prima Sala del Regno di proprietà (a Fort-de-France)

[Immagine a pagina 186]

La famiglia Moutoussamy, che fa parte al completo della congregazione cristiana

[Immagine a pagina 191]

La Montagne Pelée, con Saint-Pierre sul mare

[Immagine a pagina 199]

La famiglia Betel della Martinica

[Immagini a pagina 207]

Finalmente una Sala delle Assemblee, a Rivière-Salée