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Filippine

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Palme da cocco, lussureggiante vegetazione tropicale, candide spiagge, splendidi mari: le Filippine sono soprattutto questo. L’arcipelago, formato da circa 7.100 isole, è stato definito la perla dei mari orientali. A renderlo ancora più attraente è la popolazione spensierata e profondamente sensibile, che ama la danza e il canto. Se doveste visitare questo paese insulare, probabilmente non dimenticherete mai la straordinaria ospitalità dell’amichevole e bella gente che ci vive.

Molti, però, hanno delle Filippine un quadro del tutto diverso, quello di un disastro. Forse vi viene in mente l’eruzione del Pinatubo, con la sua valanga di lava e fango che spazzò via intere città; oppure ricordate la più grave sciagura navale avvenuta in tempo di pace: il naufragio del traghetto Doña Paz, che entrò in collisione con una petroliera causando la morte di migliaia di persone. Difatti il Centro internazionale per l’epidemiologia dei disastri naturali, che ha sede in Belgio, ha catalogato le Filippine come il paese del mondo più soggetto a disastri. Tifoni, inondazioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche sono all’ordine del giorno. Aggiungete la condizione economica relativamente disagiata di molti abitanti e avrete il ritratto di un bel paese con le sue difficoltà.

In tutte le Filippine i testimoni di Geova si impegnano per far conoscere la verità biblica ai 78.000.000 di abitanti. Non è un compito facile. Oltre alla minaccia di disastri naturali, ci sono le difficoltà di raggiungere gli abitanti delle molte isolette e delle zone remote sulle montagne e nella giungla. Comunque l’opera viene svolta. I servitori di Geova hanno dimostrato un notevole spirito di adattamento nelle svariate circostanze che incontrano. Di conseguenza hanno avuto la benedizione di Geova nell’opera di fare discepoli.

Sotto certi aspetti i Testimoni delle Filippine sono come gli israeliti dell’antichità che desideravano ripristinare la vera adorazione a Gerusalemme e furono incoraggiati dalle parole di Neemia: “La gioia di Geova è la vostra fortezza”. (Nee. 8:10) Nonostante le difficoltà, gli israeliti continuarono a promuovere gioiosamente l’adorazione di Geova. Come agli israeliti contemporanei di Neemia, ai testimoni di Geova di tutte le Filippine è stata insegnata la Parola di Dio e anch’essi fanno della gioia di Geova la loro fortezza.

Risplende per la prima volta la luce della verità

Le Filippine sono l’unico paese dell’Asia in prevalenza cattolico. In origine i filippini praticavano le loro religioni indigene, ma gli oltre 300 anni di dominazione spagnola imposero il cattolicesimo. Anche se mezzo secolo di amministrazione americana ha permesso alla popolazione di avere contatti con altre forme di religione, prevale la fede cattolica che è professata dall’80 per cento circa degli abitanti.

Nel 1912 Charles T. Russell, esponente degli Studenti Biblici, come venivano chiamati una volta i testimoni di Geova, arrivò a Manila durante un giro di conferenze intorno al mondo. Il 14 gennaio, nel Teatro dell’Opera di Manila, pronunciò un discorso intitolato “Dove sono i morti?” Ai presenti furono offerte delle pubblicazioni.

Altri semi di verità furono seminati negli anni ’20 quando venne dal Canada il fratello William Tinney, anche lui in rappresentanza degli Studenti Biblici, che organizzò una classe di studio biblico. Per motivi di salute dovette tornare in Canada, ma alcuni filippini interessati continuarono a tenere lo studio. Pubblicazioni inviate per posta contribuirono a tener viva la verità nel cuore della gente. Questa era la situazione fino all’inizio degli anni ’30. Nel 1933 la stazione radio KZRM cominciò a trasmettere il messaggio della verità nelle Filippine.

Quell’anno il fratello Joseph dos Santos partì dalle Hawaii per un giro di predicazione in tutto il mondo. La prima fermata fu nelle Filippine, ma non proseguì mai oltre. Gli fu affidata la responsabilità di dirigervi l’opera di predicazione e aprire una filiale, che cominciò a operare il 1° giugno 1934. Il fratello Dos Santos, insieme alle poche persone del posto che desideravano servire Geova, si diede da fare predicando e distribuendo letteratura. Nonostante l’opposizione, nel 1938 c’erano 121 proclamatori nel paese, 47 dei quali servivano come pionieri.

Anche se gli americani insegnavano l’inglese, i fratelli si resero conto che la gente capiva meglio la Bibbia nella propria lingua. Questo era un problema perché in tutte le Filippine si parlavano quasi 90 lingue e dialetti. Comunque si fecero sforzi per tradurre pubblicazioni in alcune delle lingue principali. Nel 1939 la filiale riferiva: “Attualmente prepariamo dischi [di discorsi biblici] in tagalog, con i quali intendiamo utilizzare maggiormente gli altoparlanti e i fonografi alla gloria del Signore”. Si lavorava anche alla traduzione del libro Ricchezza in tagalog. Due anni più tardi fu ultimata la traduzione di opuscoli in altre quattro lingue principali delle Filippine, così la maggior parte della popolazione del paese aveva la possibilità di capire il messaggio del Regno.

Uno di coloro che accettarono il messaggio della verità in quegli anni fu un insegnante, Florentino Quintos. Aveva sentito parlare per la prima volta dell’opera del popolo di Geova da un uomo che aveva assistito personalmente alla conferenza tenuta nel 1912 a Manila dal fratello Russell. Nel 1936 Florentino accettò da un testimone di Geova 16 libri basati sulla Bibbia con copertine dai colori vivaci. Tuttavia era molto occupato come insegnante, quindi per qualche tempo i libri dai colori dell’arcobaleno rimasero in bella mostra senza essere letti. Poi scoppiò la guerra, ci fu l’invasione giapponese e molte attività normali furono sospese. Adesso sì che Florentino aveva tempo di leggere. Rapidamente finì i libri Ricchezza, Nemici e Salvezza. La sua lettura fu interrotta quando dovette fuggire di fronte ai giapponesi, ma i semi di verità erano stati piantati nel suo cuore.

Crescita rapida nonostante la guerra mondiale

La seconda guerra mondiale presentò nuove sfide ai servitori di Geova in tutto l’arcipelago. All’inizio della guerra c’erano 373 proclamatori nelle Filippine. Per quanto fossero pochi, si sforzarono di promuovere la pura adorazione mostrando straordinario zelo e flessibilità.

Alcuni fratelli di Manila si trasferirono in località minori lontano dalla città e lì continuarono l’opera di predicazione. La guerra rendeva impossibile importare letteratura, ma i fratelli distribuirono le pubblicazioni che erano state depositate in case private prima della guerra. Quando la riserva si esaurì, i fratelli si limitarono a dare i libri in prestito.

Salvador Liwag, un maestro che rinunciò all’insegnamento per diventare un proclamatore della buona notizia a tempo pieno, si trovava a Mindanao quando scoppiò la guerra. Lui e altri fratelli sfollarono nella giungla e sulle montagne, dove continuarono a svolgere le attività teocratiche. Dovevano farlo con estrema cautela, per evitare di essere arruolati dai giapponesi e costretti a lavorare nelle loro guarnigioni. Al tempo stesso i guerriglieri antigiapponesi spesso sospettavano che i fratelli fossero spie giapponesi.

La cosa straordinaria fu che durante l’occupazione giapponese si riuscì a tenere piccole assemblee. Un’assemblea di circoscrizione fu tenuta a Manila e molti vi assisterono. Un’altra fu tenuta a Lingayen. Gli abitanti rimasero sorpresi vedendo forestieri arrivare in camion, ma nessuno interferì e l’assemblea si svolse felicemente.

Geova benedisse tutta questa attività e il numero dei Testimoni si moltiplicò. All’inizio della guerra c’erano solo 373 lodatori di Geova, ma quattro anni dopo erano più di 2.000.

Ricordate il fratello Dos Santos, che era stato incaricato di organizzare l’attività di predicazione del Regno nelle Filippine? Nel gennaio 1942 fu internato in un campo di prigionia giapponese a Manila, ma il suo zelo non si affievolì. “Nel campo parlavo della buona notizia con tutti quelli che potevo”, disse. La vita nel campo era dura e molti morirono di fame. Quando fu imprigionato, il fratello Dos Santos pesava 61 chili, ma quando fu rimesso in libertà ne pesava solo 36.

Nel 1945 gli americani liberarono i prigionieri e si offrirono di rimpatriare il fratello Dos Santos nelle Hawaii, ma egli rifiutò. Perché? Ciò che lo rendeva felice era l’opera del Regno e voleva fare il possibile per vederne il progresso nelle Filippine. Inoltre non era ancora arrivato qualcuno che prendesse il suo posto. “Sarei rimasto finché non fosse venuto!”, disse il fratello Dos Santos. Di lui Hilarion Amores disse: “Era un grande lavoratore e si interessava dei bisogni spirituali dei fratelli”.

Arrivano i missionari

Prima e durante la guerra i fratelli filippini avevano fatto del loro meglio, pur non avendo ricevuto nessun addestramento speciale. Poco dopo la guerra, però, arrivò l’aiuto. Il 14 giugno 1947 arrivarono i diplomati di Galaad Earl Stewart, Victor White e Lorenzo Alpiche. Finalmente qualcuno poteva prendere il posto del fratello Dos Santos, che nel 1949 tornò nelle Hawaii con la moglie e i figli.

Il fratello Stewart fu nominato servitore di filiale. Quasi tutti gli altri missionari che vennero in quegli anni furono mandati nel campo. Victor Amores, che fu mandato a Galaad dalle Filippine, dice a proposito dei risultati ottenuti grazie ai missionari addestrati a Galaad: “Furono di grande aiuto per organizzare l’opera. I fratelli impararono dai diplomati di Galaad. Ci fu progresso. Prima del 1975 raggiungemmo quasi i 77.000 proclamatori, mentre nel 1946 eravamo solo 2.600”. Dopo i primi tre fratelli, arrivarono diversi altri missionari, fra cui i Brown e i Willett, che servirono a Cebu, e gli Anderson, che lavorarono a Davao. Ci furono anche gli Steele, gli Smith e i fratelli Hachtel e Bruun. Neal Callaway arrivò nel 1951. In seguito sposò una sorella locale, Nenita, e servirono praticamente in ogni parte delle Filippine fino alla sua morte nel 1985. Denton Hopkinson e Raymond Leach arrivarono dalla Gran Bretagna nel 1954, e dopo oltre 48 anni continuano a svolgere l’opera nelle Filippine.

I diplomati di Galaad stranieri non furono i soli che contribuirono all’organizzazione e all’espansione dell’opera di predicazione del Regno nelle Filippine. Negli anni ’50 anche dei fratelli filippini furono invitati alla Scuola di Galaad e quasi tutti ritornarono a servire nel loro paese. I primi tre furono Salvador Liwag, Adolfo Dionisio e Macario Baswel. Victor Amores, già menzionato, mise in pratica l’addestramento ricevuto nell’attività di sorvegliante viaggiante e alla Betel. In seguito ebbe figli, ma riprese il servizio a tempo pieno. Continuò a servire come sorvegliante viaggiante e poi come pioniere speciale nella provincia di Laguna, insieme alla moglie Lolita, quasi fino all’età di 80 anni.

Avanti negli anni ’70

Poiché l’opera procedeva a grandi passi, il numero dei proclamatori continuò ad aumentare e nel 1975 si superarono i 77.000. Nell’insieme i servitori di Geova mantennero la loro spiritualità e continuarono a servire lealmente Geova Dio. Molti, però, smisero perché la fine del presente sistema di cose non arrivò nel 1975. Nel 1979 il numero dei proclamatori era sceso sotto i 59.000. Cornelio Cañete, che serviva come sorvegliante di circoscrizione a metà degli anni ’70, disse: “Alcuni si battezzarono in vista del 1975 e rimasero nella verità per qualche anno, ma dopo il 1975 la lasciarono”.

La grande maggioranza, comunque, aveva solo bisogno di incoraggiamento per continuare ad avere il giusto punto di vista sul servizio cristiano. Perciò la filiale dispose di tenere discorsi speciali. Di conseguenza non solo gli attivi furono incoraggiati, ma alcuni inattivi furono aiutati a riprendere a lodare Geova. I fratelli capirono che non servivano Dio pensando a una data, ma per sempre. Da quel momento di temporanea diminuzione, il numero dei proclamatori del Regno è aumentato enormemente. Coloro che non hanno dimenticato, a motivo della delusione, tutta la bontà di Geova, sono stati davvero benedetti.

Si raggiungono zone remote: sui monti

Le migliaia di isole che formano l’arcipelago delle Filippine sono sparse su circa 1.850 chilometri di mare aperto da nord a sud e 1.125 chilometri da est a ovest. Alcune sono disabitate e molte hanno montagne impervie. Raggiungere gli abitanti di queste zone remote è una sfida.

Una di queste zone è la provincia di Kalinga-Apayao. Sulle impervie montagne della Cordigliera Centrale, nella parte settentrionale dell’isola di Luzon, la popolazione è suddivisa in tribù e villaggi, ciascuno con il proprio dialetto e le proprie usanze. Anche se nel XX secolo non c’erano più i cacciatori di teste, l’ostilità fra i villaggi era comune e causava faide e stragi. Geronimo Lastima ha detto: “Nei primi anni era difficile mandare pionieri speciali in quei territori. La popolazione locale inseguiva i fratelli con l’intenzione di ucciderli”.

La soluzione fu mandare le sorelle. Geronimo ha spiegato: “Le donne non venivano inseguite. La tradizione vuole che non si faccia del male alle donne”. Le sorelle riuscirono a insegnare la verità alla gente del posto. In seguito alcuni si battezzarono e diventarono pionieri. Questi, comprendendo la cultura della propria gente riuscivano a dare un’efficace testimonianza. Di conseguenza, su tutte quelle montagne si sono sguinzagliati dei “cacciatori” alla ricerca di quelli che vogliono conoscere la verità. Negli anni ’70 c’erano solo alcuni Testimoni in tutta la provincia di Kalinga-Apayao, adesso ci sono due circoscrizioni.

Similmente, nella vicina regione montagnosa di Ifugao, all’inizio degli anni ’50 non c’era neanche un Testimone. Tre pionieri regolari furono incaricati di predicare a coloro che vivevano fra le secolari terrazze delle risaie. Col tempo alcune persone del luogo cominciarono ad accettare la verità. Oggi nella zona ci sono 18 congregazioni con 315 proclamatori.

Più a nord, sui monti della provincia di Abra, il problema è raggiungere i villaggi dove non ci sono ancora Testimoni. Un sorvegliante di circoscrizione, animato dal vivo desiderio di portare la buona notizia nelle zone più remote, invitò altri 34 fratelli a unirsi a lui per predicare vicino a Tineg. (Atti 1:8) Poiché lì non esistono mezzi pubblici, il gruppo camminò sette giorni sui monti per raggiungere dieci villaggi, circa 250 case in tutto.

Il sorvegliante di circoscrizione riferisce: “Era un’impresa camminare sul crinale con tutte le provviste sulle spalle. Quattro delle sei notti abbiamo dormito all’aperto sui monti o lungo un fiume”. Alcuni dei villaggi non ricevevano testimonianza da molti anni. In uno incontrarono un uomo che disse: “Ventisette anni fa i testimoni di Geova predicarono a mio padre. Lui ci ha detto che i testimoni di Geova hanno la verità”. Complessivamente il gruppo ha distribuito 60 libri, 186 riviste, 50 opuscoli e 287 volantini e ha dimostrato a molti come si tiene uno studio biblico.

Si predica in altre zone remote

Palawan è una grande isola delle Filippine. Lunga e stretta, si estende per 434 chilometri. Lontana dal trambusto delle isole più popolate, nelle sue foreste ospita diverse tribù e molti insediamenti isolati, inclusi quelli degli immigranti. Pronto ad accettare qualsiasi incarico, il missionario Raymond Leach fu mandato lì come sorvegliante di circoscrizione. C’erano pochi Testimoni e lunghe distanze da percorrere. Egli ricorda: “Fui mandato lì dal 1955 al 1958, e c’erano solo 14 proclamatori in tutta Palawan. Mi ci vollero cinque settimane per visitarli”.

Da allora c’è stato molto progresso, anche se è ancora un territorio difficile. Febe Lota, ora sulla quarantina, iniziò come pioniera speciale a Palawan nel 1984. Racconta cosa accadde mentre serviva a Dumaran: “Arrivammo a quella che pensavamo fosse l’ultima casa. Non potevamo immaginare che ce ne fosse un’altra, ma c’era!” Fra le palme vivevano marito e moglie il cui lavoro era curare una piantagione di noci di palme da cocco e, ciò che più conta, si interessavano della Bibbia!

Febe dice: “Se non fosse stato per servire Geova, non sarei mai tornata in quel posto”. Per arrivarci lei e la sua compagna camminavano tutto il giorno attraverso piantagioni di palme da cocco lungo un tratto di spiaggia sabbiosa e sassosa. Con l’alta marea, camminavano nell’acqua fino al ginocchio. A motivo della distanza decisero di andarci una volta al mese e di trattenersi diversi giorni. Questo voleva dire portarsi cibo, libri, riviste e indumenti di ricambio. “Era un vero sacrificio esporsi al calore del sole, alle punture e ai morsi degli insetti. Arrivavamo sudate fradicie”. Comunque i loro sforzi furono ricompensati perché videro la coppia fare rapido progresso nello studio biblico.

La coppia fu costretta a lasciare il lavoro nella piantagione di palme da cocco quando il gestore, battista, scoprì che studiavano con i Testimoni. Febe rimase piacevolmente sorpresa quando in seguito rivide la donna. Non solo era già battezzata ma, dice Febe, “era seduta insieme a noi all’adunanza per i pionieri tenuta all’assemblea di distretto”. Che gioia vedere il frutto eccellente delle proprie fatiche!

Nella grande isola di Mindanao, nelle Filippine meridionali, ci sono molte zone difficili da raggiungere. Nathan Ceballos vi ha prestato servizio come sorvegliante viaggiante insieme alla moglie. Le settimane in cui non visitavano congregazioni, cercavano di predicare in territori isolati e invitavano altri fratelli e sorelle ad accompagnarli. Una volta con 19 motociclette raggiunsero molti villaggi. Le strade erano accidentate e fangose e i Testimoni dovevano attraversare molti fiumi e ruscelli, per lo più senza ponti. La popolazione della zona aveva poco denaro ma, riconoscente per la letteratura portata dai fratelli, regalava loro morbide scope fatte a mano. Figuratevi i fratelli che tornavano a casa con le moto cariche di scope! Nathan dice: “Tutti tornavano a casa stanchi e sporchi ma pieni di gioia, sapendo di aver fatto la volontà di Geova”.

Si usa ogni mezzo per predicare la buona notizia

In anni recenti l’organizzazione di Geova ha incoraggiato i predicatori del Regno ad approfittare di ogni opportunità per dare testimonianza. Questo è stato particolarmente appropriato nelle zone più popolate del paese. Le città più grandi, come Davao, Cebu e Manila, sono molto simili ad altre città di ogni parte del mondo, con una moltitudine di aziende, uffici, condomini e zone residenziali sorvegliatissime. Cosa si è fatto per raggiungere le persone in questi luoghi?

Makati fa parte della circoscrizione in cui fino a poco tempo fa serviva Marlon Navarro. Marlon, giovane diplomato della Scuola di Addestramento per il Ministero, ha lavorato sodo per organizzare la predicazione nella zona finanziaria di Makati, assegnata a tre congregazioni. Fratelli e sorelle, molti dei quali pionieri, sono stati scelti e addestrati per lavorarvi in modo efficace. In questa parte della città si tengono studi biblici nei centri commerciali e nei parchi; alcuni di questi studenti della Bibbia assistono alle adunanze.

Cory Santos e il figlio Jeffrey sono pionieri. Spesso svolgono l’opera stradale la mattina, a volte già alle 6. A quell’ora incontrano chi torna a casa dal turno di notte in fabbrica e hanno persino iniziato studi biblici. Alcuni che erano stati contattati in questo modo hanno fatto progresso e si sono battezzati.

Anche fuori delle città i proclamatori sono stati desti a trovare le opportunità di dare testimonianza. Norma Balmaceda, che è pioniera speciale da oltre 28 anni, si rivolse a una donna che aspettava un passaggio e le chiese: “Dove va?”

La donna rispose: “Nella provincia di Quirino”.

“È di lì?”

“No, ma mio marito ha deciso di trasferirsi lì perché la vita qui a Ifugao è troppo dura”.

Questo offrì a Norma l’opportunità di parlare della buona notizia del governo del Regno, che risolverà i problemi dell’uomo. Ciascuna andò per la sua strada. Anni dopo, a un’assemblea di circoscrizione, una donna avvicinò Norma e si presentò come la persona a cui aveva parlato. Adesso era battezzata e le due figlie e il marito studiavano la Bibbia.

Alla filiale di Quezon City i fratelli sono pronti a cogliere ogni occasione per dare testimonianza. Felix Salango, per esempio, è conosciuto per il suo zelo nel predicare. Spesso svolge il servizio di pioniere ausiliario pur servendo alla Betel. Nel 2000, mentre si costruiva un altro edificio residenziale, Felix pensò agli operai che erano stati assunti per erigere la struttura esterna. Avvicinò il capocantiere e chiese il permesso di parlare con gli operai. Felix dice: “Durante il loro intervallo di mezzogiorno andai al cantiere, dove aveva radunato gli oltre 100 operai. Descrissi l’opera dei testimoni di Geova e spiegai che per sopravvivere alla grande tribolazione bisogna acquistare conoscenza. Avevo con me una scatola di opuscoli e una di libri Conoscenza. Spiegai che se qualcuno desiderava studiare la Parola di Dio, poteva prendere una pubblicazione”. Felix spiegò inoltre come è sostenuta l’opera dei testimoni di Geova in tutto il mondo e lasciò le pubblicazioni e una busta vicino a una palma da cocco. Molti operai presero un libro o un opuscolo e parecchi misero una contribuzione nella busta.

Alcuni, fra cui il capocantiere, accettarono lo studio. Felix dispose di studiare con lui l’opuscolo Cosa richiede Dio da noi? il lunedì, il mercoledì e il venerdì durante l’intervallo di mezzogiorno. Il capocantiere disse a Felix: “Quello che imparo qui, lo spiego a mia moglie e ai miei amici”. Anche altri due tecnici che lavoravano lì vollero uno studio, come pure l’addetto alla sicurezza e un paio di segretarie. Sì, Geova benedice la testimonianza informale.

Arrivano altri missionari

Nel corso degli anni, 69 missionari stranieri addestrati sono andati nelle Filippine per aiutare nell’opera di predicare il Regno, e l’hanno fatto in vari modi. Denton Hopkinson e Raymond Leach, già menzionati, in origine vennero mandati nel campo, prima come missionari e poi come sorveglianti viaggianti. In seguito hanno ricevuto incarichi nella filiale.

Diversi diplomati di Galaad arrivarono negli anni ’70 per aiutare nel lavoro di stampa iniziato da poco. Fra questi c’erano Robert Pevy e la moglie Patricia, che in precedenza avevano servito in Inghilterra e in Irlanda. Robert aiutò a organizzare il reparto scrittori nella filiale delle Filippine. Nel 1981, tutti erano tristi vedendoli partire per andare a servire alla sede mondiale di Brooklyn, a New York.

Dean e Karen Jacek arrivarono dagli Stati Uniti nel 1980 e, dopo un breve periodo di studio della lingua tagalog a Laguna, furono mandati alla filiale. Nel 1983, dopo ulteriore addestramento, insegnarono sia ai fratelli del posto che a quelli delle isole vicine a usare il sistema computerizzato creato dai testimoni di Geova, che si è rivelato indispensabile per produrre letteratura biblica nelle lingue locali.

Hubertus (Bert) e Jeanine Hoefnagels arrivarono dai Paesi Bassi nel 1988. La filiale stava per iniziare un’importante progetto di costruzione. Poiché entrambi avevano già lavorato alla costruzione di filiali e Bert sapeva manovrare i macchinari pesanti, furono incaricati di aiutare nei lavori. Bert usava le macchine e addestrava anche altri. Dice: “All’inizio insegnavo ai fratelli locali a guidare camion, escavatori, bulldozer, ruspe e gru. Alla fine avevamo un gruppo di 20-25 persone che lavoravano con i macchinari pesanti”.

In seguito si unirono a loro altri quattro diplomati di Galaad: i tedeschi Peter e Beate Vehlen e gli americani Gary e Teresa Jeane Melton. I Vehlen avevano pure esperienza nella costruzione di filiali e i Melton avevano servito per cinque anni alla Betel degli Stati Uniti. Tutti diedero un contributo valido ai lavori di costruzione della filiale.

Anni prima, nel 1963, era stata chiusa l’ultima casa missionaria, dato che l’opera poteva essere svolta da pionieri filippini qualificati. Tuttavia nel 1991 il Corpo Direttivo dispose di mandare sei missionari nel campo. L’esperienza di questi missionari, già esperti nel lavoro della filiale, sarebbe stata impiegata utilmente nel campo. Per esempio Jeanine Hoefnagels aveva iniziato il servizio di pioniere speciale a 18 anni. Adesso poteva valersi della sua esperienza e vivace personalità per incoraggiare i fratelli e i nuovi. Menzionando altri benefìci, suo marito, Bert, ha detto: “Avere missionari nel campo aiuta la gente a capire la portata internazionale della nostra opera”. Nel frattempo alcuni missionari hanno continuato ad assolvere incarichi amministrativi e d’altro genere nella filiale.

Le Filippine non hanno solo beneficiato dell’arrivo dei missionari, ma ne hanno pure mandati all’estero.

Missionari all’estero

Mentre arrivavano ancora missionari nelle Filippine, si iniziò a mandare pionieri locali in altri paesi per svolgere l’opera missionaria. C’erano moltissimi ottimi pionieri locali, anche se a livello organizzativo non avevano avuto lo stesso addestramento dei diplomati di Galaad. Dal tempo della seconda guerra mondiale nelle Filippine l’opera di fare discepoli aveva avuto un’espansione molto più rapida che nei paesi vicini. Perciò, dal 1964, pionieri filippini qualificati sono stati invitati a intraprendere il servizio missionario in tutta l’Asia e nelle isole del Pacifico. Sono state mandate alcune coppie, ma soprattutto pionieri non sposati che avevano già un decennio o più di esperienza nel ministero a tempo pieno. A metà del 2002 ne erano stati mandati 149 in 19 paesi, e di questi 74 continuano il servizio all’estero. Mentre aspettano di ricevere i documenti, i futuri missionari rimangono alla filiale, dove ricevono addestramento e acquistano esperienza. Questo li aiuterà una volta arrivati a destinazione. Quale contributo all’opera di predicazione hanno dato questi missionari nel corso degli anni, e quali difficoltà e gioie hanno avuto?

Le prime ad andare all’estero furono Rose Cagungao (ora Engler) e Clara dela Cruz (ora Elauria). Vennero mandate in Thailandia. Circa un anno dopo furono raggiunte da Angelita Gavino. Naturalmente, come per gli altri missionari, imparare la lingua era una grossa difficoltà. In quanto a imparare il thai Angelita dice: “Nelle prime settimane mi sentivo frustrata perché tutto quello che era scritto nel libro mi sembrava uno scarabocchio e alle adunanze non riuscivamo quasi a parlare con nessuno a motivo della barriera linguistica”. Eppure hanno imparato la nuova lingua, e continuano a usarla per aiutare altri.

Dopo quei primi pochi, ci fu un flusso continuo di pionieri volenterosi mandati in diversi paesi. Nel 1972 fu chiesto a Porferio ed Evangeline Jumuad di andare in Corea. Impararono bene la lingua e dopo due anni e mezzo nel campo missionario furono invitati a svolgere l’opera nella circoscrizione.

Salvacion Regala (ora Aye) era una delle nove sorelle filippine che arrivarono a Hong Kong nel 1970 per iniziare l’opera missionaria. La prima impresa fu imparare il cantonese. La lingua cantonese ha nove toni: cambiando tono il significato della parola cambia. Salvacion ricorda la lotta con questi toni: una volta disse alla persona con cui studiava la Bibbia che avevano dovuto lasciare il loro alloggio “a motivo di uno spettro” mentre intendeva dire “a motivo dell’affitto alto”. Alla fine ha imparato la lingua e ha aiutato più di 20 persone a imparare il messaggio di verità della Bibbia. Adesso incontra molti indonesiani che lavorano come collaboratori domestici a Hong Kong, perciò cerca di familiarizzarsi con l’indonesiano.

Rodolfo Asong, un fratello deciso ma affabile, incontrò condizioni completamente diverse quando fu mandato in Papua Nuova Guinea nel 1979. Si mise con impegno a imparare la lingua e ci riuscì così bene che poco dopo essere arrivato nel paese fu utilizzato come sorvegliante viaggiante. Però visitare le congregazioni in Papua Nuova Guinea era molto diverso. Egli dice: “Ho imparato a pagaiare una piccola canoa monoposto stando in piedi come fanno i nativi”.

A proposito delle assemblee, Rodolfo racconta: “A motivo delle distanze e della mancanza di mezzi di trasporto a prezzi modici, tenevamo molte assemblee piccole. Quella che si tenne nel villaggio di Larimea fu la più piccola a cui abbia assistito. I presenti furono dieci in tutto”. Un’altra volta fu nominato sorvegliante dell’assemblea tenuta nel villaggio di Agi. “Ricevetti anche l’incarico di presidente dell’assemblea, di occuparmi dell’acustica e del servizio ristoro, di dirigere il dramma e di fare la parte del re Davide”. Ce la mise davvero tutta in quel paese e in seguito svolse il servizio missionario nelle Isole Salomone.

Nel 1982 Arturo Villasin, un fratello adattabile di Luzon, fu mandato nelle Isole Salomone. Vi prestò servizio come sorvegliante di circoscrizione e riscontrò che lì le condizioni erano molto diverse. Molte isole si potevano raggiungere più facilmente con un piccolo aereo. Raccontava: “Una volta il nostro aereo si è schiantato al suolo, ma siamo sopravvissuti tutti. Un’altra volta abbiamo mancato per un pelo il fianco della montagna a motivo della scarsa visibilità”. In quanto a visitare certe congregazioni, diceva: “Viaggiavamo a piedi nella foresta pluviale, arrampicandoci su ripide colline fangose per visitare congregazioni che si trovavano fra selvaggi che adorano gli antenati”. A motivo di problemi di salute Arturo è morto improvvisamente nel 2001, ma sarà ricordato a lungo come un missionario fedele.

Le esperienze come queste, di fratelli e sorelle delle Filippine mandati come missionari in Asia e nel Pacifico, sono molte. Nonostante le difficoltà questi servitori di Geova volenterosi e altruisti hanno dato un importante contributo all’opera di predicazione in questi paesi.

La gioia di aiutare altri a fare di Geova la loro fortezza

La gioia deriva dalla benedizione di Geova. (Prov. 10:22) Adelieda Caletena, che fu mandata a Taiwan nel 1974, dice: “Sono davvero molto felice e grata a Geova che benedice la nostra opera qui e mi ha dato la possibilità di prendervi parte”.

Paul e Marina Tabunigao, che attualmente servono nelle Isole Marshall, dicono: “Abbiamo aiutato 72 persone a servire Geova. Come siamo felici che molti di loro ora servano come anziani, servitori di ministero, pionieri speciali, pionieri regolari e solerti proclamatori di congregazione!”

Lydia Pamplona, che serve in Papua Nuova Guinea dal 1980, ha aiutato 84 persone a giungere alla dedicazione e al battesimo. Recentemente ha riferito che tiene studi biblici con 16 persone, la maggior parte delle quali assiste già alle adunanze. Le sue osservazioni esprimono senz’altro i sentimenti di molti missionari: “Ringrazio Geova per il ministero che mi ha affidato. Possa continuare a benedire il nostro ministero, alla sua gloria”.

Le filiali apprezzano i missionari filippini che sono stati mandati nel loro territorio. La filiale della Thailandia ha scritto: “I missionari delle Filippine stanno facendo un buon lavoro. Sono esempi di fedeltà per i molti anni trascorsi in Thailandia. Continuano la loro opera nonostante l’età avanzata. Amano la Thailandia e la sua popolazione; qui si sentono a casa. Vi ringraziamo moltissimo per averci mandato questi ottimi missionari”.

La Scuola di Ministero del Regno contribuisce a preparare gli anziani

Più o meno da quando ha iniziato a mandare pionieri in altri paesi, l’organizzazione di Geova ha provveduto addestramento per il crescente numero di fratelli che assolvono responsabilità nelle congregazioni locali. La Scuola di Ministero del Regno è stata uno dei mezzi principali per impartire questo addestramento.

I primi corsi, della durata di un mese, iniziarono nel 1961. Jack Redford, che aveva insegnato a Galaad e in seguito avrebbe servito come missionario in Vietnam, fu incaricato di tenere questo corso nelle Filippine. Il primo corso fu tenuto in inglese alla filiale.

L’inglese va bene per alcuni, ma bisogna sempre tener conto delle altre lingue e dialetti comuni nelle Filippine. Molti anziani avrebbero tratto maggior beneficio da un corso tenuto nella loro lingua. Perciò, dalla metà degli anni ’60, il corso si è tenuto in diverse lingue. Cornelio Cañete ricorda di aver avuto l’incarico di insegnare nelle Visayan e a Mindanao. Sorride dicendo: “Tenevo il corso in tre lingue: cebuano, hiligaynon e samar-leyte”.

Col passare degli anni il corso è stato modificato, incluso il modo in cui è programmato. Recentemente è stato tenuto nel fine settimana: un giorno e mezzo per gli anziani e un giorno per i servitori di ministero. Ma c’è ancora il problema di tenerlo in otto lingue. Gli anziani della filiale che conoscono queste lingue vengono mandati a tenere una scuola per i sorveglianti viaggianti. Questi, a loro volta, tengono i corsi veri e propri per gli anziani di congregazione e i servitori di ministero. Nell’ultimo hanno beneficiato di questo addestramento 13.000 anziani e 8.000 servitori di ministero.

Aiuto per i pionieri

In seguito anche i pionieri cominciarono a ricevere ulteriore addestramento. Nel 1978 si tennero i primi corsi della Scuola del Servizio di Pioniere. Furono iscritti tutti coloro che svolgevano il servizio di pioniere, inclusi i pionieri speciali. Da allora i corsi si sono tenuti ogni anno, eccetto il 1979 e il 1981.

I pionieri hanno tratto enorme beneficio dalla scuola, anche se per frequentarla hanno avuto dei problemi. Alcuni hanno fatto sacrifici a livello economico, altri hanno superato difficoltà nel viaggio.

Coloro che frequentavano il corso tenuto nella città di Santiago dovettero affrontare una situazione imprevista. Il sorvegliante di circoscrizione, Rodolfo de Vera, ha raccontato: “Il 19 ottobre 1989 Santiago (Isabela) fu colpita senza preavviso da un tifone estremamente violento con venti anche di 205 chilometri orari. Quella mattina, all’inizio delle lezioni nella Sala del Regno, c’erano solo dei piovaschi e un po’ di vento, perciò andammo avanti. I venti però rinforzarono e la costruzione cominciò a traballare. Presto il tetto fu spazzato via. Volevamo andarcene, ma ci accorgemmo che era più pericoloso fuori a motivo dei molti oggetti che volavano”. Anche se la costruzione andò in pezzi, tutti rimasero incolumi e attribuirono la loro salvezza non solo a Geova ma anche a Svegliatevi! che consiglia, in situazioni del genere, di cercare protezione sotto un tavolo o una scrivania. Il fratello De Vera ha detto: “Ci riparammo sotto i tavoli. Passato il tifone, eravamo coperti di rami caduti e di lamine di metallo del tetto, ma tutti quelli che erano rimasti nell’edificio sotto i tavoli erano sani e salvi”.

Ogni anno la scuola si tiene in sette lingue. Fino all’anno di servizio 2002 abbiamo avuto 2.787 classi, con un totale di 46.650 pionieri che hanno completato il corso. Che ottimo provvedimento è stato questo per aiutare i pionieri a migliorare le proprie capacità e a riporre piena fiducia in Geova continuando a ‘risplendere come illuminatori nel mondo’! — Filip. 2:15.

Primi tentativi di stampa offset

Tutto il lavoro nel campo e nelle congregazioni sarebbe molto più difficile senza le ottime pubblicazioni bibliche che abbiamo. Per molti anni Brooklyn stampò per il campo filippino. Tuttavia all’inizio degli anni ’70 fu costruito uno stabilimento proprio sul terreno della filiale a Quezon City. Furono installate macchine da stampa simili a quelle che c’erano a Brooklyn. Questo permise alla filiale di produrre tutte le riviste sul posto.

Entro quel decennio fu evidente che l’industria tipografica stava abbandonando il procedimento di stampa a caldo a favore della stampa offset. Le istruzioni della sede mondiale indicavano che anche noi avremmo fatto un po’ per volta questo cambiamento.

Nel 1980 la filiale acquistò l’attrezzatura in commercio per la fotocomposizione. La filiale del Sudafrica si era procurata attrezzatura dello stesso tipo e condivise con le Filippine l’esperienza fatta. Il sistema computerizzato per la composizione era collegato con una piccola macchina da stampa offset da foglio acquistata più o meno nello stesso periodo.

Su piccola scala questa attrezzatura permise ai fratelli di imparare le tecniche della stampa offset. David Namoca, che aveva già notevole esperienza di linotipia e di stampa tipografica, imparò a usare l’attrezzatura per la fotocomposizione. Altri fratelli impararono a preparare le lastre da stampa offset e a usare la macchina da stampa appena acquistata. Così alla fine del 1980 la filiale utilizzava già il sistema di stampa offset per alcune edizioni del Ministero del Regno e delle riviste nelle lingue che richiedevano una tiratura limitata.

Insieme alla stampa offset fu introdotto anche il computer per agevolare il lavoro di traduzione e di prestampa. Un po’ alla volta i fratelli acquistarono pratica e sicurezza. Col tempo, avvalendosi di questi strumenti, riuscirono a migliorare sia la quantità che la qualità della stampa. Infatti erano così ansiosi di fare progresso che nel 1982 stamparono le Notizie del Regno n. 31, una pubblicazione a quattro colori, usando la macchina da stampa offset monocolore. Fecero passare sei volte la carta nella macchina: quattro volte per il lato a colori e due per l’altro. Fu un’impresa e forse la qualità lasciava un po’ a desiderare, ma furono tutti felici di vedere le Notizie del Regno a quattro colori prodotte con la nostra attrezzatura.

Quell’espediente servì a dare il via, ma come si sarebbe passati completamente alla fotocomposizione computerizzata e alla stampa offset? L’organizzazione di Geova stava progettando qualcosa, e la filiale delle Filippine ne avrebbe presto beneficiato.

L’organizzazione di Geova provvede il MEPS

Il Corpo Direttivo autorizzò la produzione di un sistema di fotocomposizione computerizzato che avrebbe soddisfatto la speciale necessità di pubblicare la buona notizia in decine di lingue. Il Sistema Multilingue per la Fotocomposizione Elettronica (MEPS) fu preparato a Brooklyn. Con l’attrezzatura in commercio utilizzata per un po’ dalla filiale si era introdotto l’uso dei computer e della stampa offset su piccola scala. Il MEPS avrebbe ora consentito alla filiale delle Filippine di procedere in questa direzione, insieme ad altre filiali in tutto il mondo.

Due coppie delle Filippine furono invitate a Wallkill (New York). Ai fratelli fu insegnato ad occuparsi della manutenzione dei computer MEPS e dell’applicazione dei programmi MEPS al lavoro di prestampa. Un’altra coppia, Florizel Nuico e la moglie, rimase a Brooklyn, dove il fratello Nuico imparò a far funzionare le macchine da stampa offset MAN. Era proprio quello di cui aveva bisogno la filiale delle Filippine per completare il passaggio al lavoro di prestampa computerizzato e alla stampa offset.

Nel 1983 arrivò nelle Filippine una macchina da stampa offset MAN. Venne installata con l’aiuto di Lionel Dingle della filiale australiana. Il fratello Nuico cominciò a insegnare ai fratelli locali ciò che aveva imparato a Brooklyn. Alla fine del 1983 uscivano da questa rotativa le prime riviste. Il sistema, tuttavia, non era ancora perfettamente a punto, perciò per qualche tempo si produssero le riviste unendo il metodo a caldo con la stampa offset.

Di lì a poco, però, il sistema sarebbe stato completo. Il primo computer MEPS arrivò alla fine del 1983 e i due fratelli che erano stati addestrati a Wallkill cominciarono a insegnare ad altri il funzionamento dell’apparecchiatura e il lavoro di manutenzione. In breve tempo la produzione era avviata. Decine di beteliti impararono a usare il sistema per tradurre e inserire il testo, per la composizione e fotocomposizione, e anche a riparare i computer. Nelle Filippine l’addestramento è reso difficile dal numero delle lingue. La Torre di Guardia viene preparata in sette lingue, oltre che in inglese. Il MEPS era all’altezza del compito.

La qualità delle pubblicazioni prodotte migliorò notevolmente. Cesar Castellano, che lavora nello stabilimento, dice a proposito di coloro che svolgevano il lavoro di stampa: “Quasi tutti i fratelli erano agricoltori. Alcuni non avevano nessuna preparazione tecnica. È impressionante vedere quante cose Geova, mediante il suo spirito, rende i fratelli capaci di fare, incluso il lavoro di stampa”. I fratelli impararono e i proclamatori nel campo ricevettero pubblicazioni sempre più attraenti. Ma ci fu un beneficio più importante, quello spirituale, che fu conseguito grazie ai progressi tecnologici dei metodi di stampa.

Cibo spirituale in contemporanea

Quando le riviste si stampavano a Brooklyn, ci volevano sei mesi o più perché il testo inglese venisse stampato nelle lingue delle Filippine. Anche se le riviste erano tradotte nelle Filippine, mandare avanti e indietro manoscritti e bozze e infine spedire le riviste stampate richiedeva troppo tempo. Quando negli anni ’70 la stampa delle riviste fu trasferita nelle Filippine si risparmiò tempo, ma il contenuto delle riviste era ancora indietro di sei mesi rispetto all’edizione inglese. Molti fratelli filippini pensavano che sarebbe stato magnifico avere le riviste nelle lingue locali contemporaneamente a quelle in inglese. Per anni questo fu solo un sogno.

Comunque con l’introduzione del MEPS e dei metodi di produzione modificati, quello che un tempo era un sogno diventò realtà. Il Corpo Direttivo si rese conto che studiare lo stesso materiale contemporaneamente avrebbe avuto un potente effetto unificatore su tutto il popolo di Geova. Questo obiettivo fu raggiunto, e dal gennaio 1986 La Torre di Guardia fu disponibile contemporaneamente in inglese e in quattro lingue locali: cebuano, hiligaynon, ilocano e tagalog. Presto seguirono altre lingue. Poi, che sorpresa alle assemblee del 1988 ricevere il libro Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino! in inglese e in tre lingue locali! I fratelli erano felici non solo di avere letteratura di migliore qualità da offrire agli interessati, ma di poter beneficiare dello stesso programma di alimentazione spirituale contemporaneamente alla maggioranza dei loro fratelli in tutto il mondo.

Questi miglioramenti nella stampa delle nostre pubblicazioni avvennero in un periodo in cui la situazione in alcune parti del paese era turbolenta. Le pubblicazioni sottolineavano di continuo che tutti dovevano fare di Geova la loro fortezza.

Scontri fra militari e ribelli

Negli anni ’80 in molte zone del paese si intensificarono le azioni di gruppi ribelli. Alcuni erano legati al movimento comunista. Gli scontri fra truppe governative e forze sovversive si fecero più frequenti. Questi conflitti misero spesso alla prova la fiducia in Geova dei fratelli.

In una zona in cui c’era una congregazione di 62 proclamatori, i fratelli svegliandosi una mattina constatarono che i ribelli e i militari si schieravano in ordine di battaglia. Le loro case erano proprio nel mezzo. Un anziano andò a parlare con le forze ribelli e un altro con le truppe governative. Chiesero loro di non combattere lì a motivo del numero di civili che sarebbero stati coinvolti, ma la loro richiesta fu ignorata. Non potendo fuggire, i fratelli si radunarono nella Sala del Regno. Un anziano pronunciò a nome di tutti una lunga preghiera con voce abbastanza forte da essere udita dalle truppe governative all’esterno. Quando i fratelli alzarono la testa, scoprirono che i due schieramenti se n’erano andati: non ci fu nessuna battaglia. Tutti erano convinti che Geova li aveva protetti.

Dionisio Carpentero è stato sorvegliante viaggiante per più di 16 anni, accompagnato dalla moglie. Ricorda ancora cosa accadde il primo anno che erano nella circoscrizione nella provincia di Negros Oriental, nelle Filippine centro-meridionali: “Visitavamo la congregazione di Linantuyan. Eravamo contenti perché il mercoledì 40 proclamatori si erano uniti a noi nel servizio di campo. Ma non ci eravamo accorti che i ribelli osservavano tutti i nostri movimenti. Il loro nascondiglio si trovava vicino alla Sala del Regno. Alle 16,00 quattro di loro andarono dove eravamo alloggiati per informarsi sul nostro conto. Un anziano spiegò che ero un sorvegliante di circoscrizione e ogni sei mesi visitavo la congregazione”.

A quanto pare gli uomini non credettero alla spiegazione, anzi sospettarono che Dionisio fosse un militare e ordinarono all’anziano di portarlo fuori per ucciderlo. Quando l’anziano rispose che prima avrebbero dovuto uccidere lui, se ne andarono.

Dionisio prosegue: “I cani abbaiarono tutta la notte, segnalando la presenza dei ribelli. Quella notte pregammo Geova più volte, chiedendo la sua guida. Quindi, benché fosse la stagione asciutta, si mise a piovere a dirotto e gli uomini che aspettavano per ammazzarci se ne andarono”.

La domenica dopo l’adunanza Dionisio informò la congregazione che lui e sua moglie sarebbero partiti alla volta della successiva congregazione. Per far questo, però, dovevano passare davanti al nascondiglio dei ribelli. “Uno degli uomini guardava dalla finestra”, dice Dionisio. “Gli dicemmo perfino che ce ne andavamo. Comunque alle 20,00 i ribelli andarono alla Sala del Regno a cercarci. L’anziano disse loro che eravamo già partiti e che eravamo passati proprio davanti al loro nascondiglio. Stranamente non ci avevano visti. Questa esperienza ci insegnò a confidare in Geova e ad avere coraggio nei momenti difficili”. Dionisio continua con gioia il suo servizio insieme alla moglie.

Questi conflitti a volte rendono difficile dare testimonianza. Essere in luoghi simili nel momento sbagliato potrebbe significare trovarsi in mezzo alla sparatoria. In alcuni casi, però, una fazione o l’altra ha avvertito i fratelli dell’inizio degli scontri. Quando ciò accade, i fratelli scelgono un luogo più pacifico per dare testimonianza finché il combattimento non sia finito. Ad ogni modo l’opera di testimonianza del Regno va avanti e i fratelli hanno imparato a confidare in Geova.

Prove di neutralità

Gesù disse dei suoi seguaci: “Non fanno parte del mondo come io non faccio parte del mondo”. (Giov. 17:14) Come nelle altre nazioni, i testimoni di Geova delle Filippine si sono tenuti fuori dalla politica e dai conflitti militari. Non hanno ‘preso la spada’, anzi hanno deposto le armi e hanno seguito le vie della pace come insegna Geova. (Matt. 26:52; Isa. 2:4) Questa posizione neutrale è ben nota in tutte le Filippine, e ogni fazione riconosce che i testimoni di Geova non costituiscono un pericolo. Tuttavia in alcune occasioni i servitori di Geova hanno dovuto dimostrare chiaramente qual è la loro posizione. Questo li ha protetti.

Wilfredo Arellano, essendo sorvegliante viaggiante, ha una vasta esperienza dei territori più diversi, alcuni pacifici e altri no. Nel 1988 visitava una congregazione delle Filippine centro-meridionali, dove i sovversivi avevano fatto pressione sui fratelli perché si unissero a loro nella ribellione contro il governo. I fratelli avevano rifiutato con fermezza.

Wilfredo spiega cosa accadde: “Durante la visita le truppe governative si davano da fare nel territorio della congregazione. Volevano organizzare un gruppo di miliziani formato dagli abitanti del posto per combattere i sovversivi. Durante un incontro con i rappresentanti del governo i fratelli ebbero l’opportunità di spiegare perché non volevano unirsi né ai sovversivi né a un gruppo di miliziani governativi. Anche se alcuni abitanti erano contro di noi, i rappresentanti del governo rispettarono la nostra posizione”.

Wilfredo racconta cosa accadde poi: “Dopo l’incontro, un fratello, tornando al podere si imbatté in un gruppo di uomini armati fino ai denti e con due prigionieri bendati. Gli chiesero se aveva assistito all’incontro con i rappresentanti del governo ed egli rispose di sì. I soldati volevano sapere se era entrato nella milizia e lui, che non l’aveva fatto, spiegò la sua posizione neutrale. Perciò lo lasciarono proseguire sulla via di casa. Pochi minuti dopo sentì due spari e capì che i due prigionieri bendati erano stati fucilati”.

Negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80 nelle Filippine tutti i cittadini erano obbligati per legge a votare. I trasgressori venivano arrestati. Questo diede al popolo di Geova l’opportunità di mostrargli la propria lealtà. Come i loro fratelli cristiani in tutto il mondo, nelle Filippine i servitori di Geova hanno mantenuto la loro posizione di neutralità, continuando a ‘non far parte del mondo’. — Giov. 17:16.

Nel 1986, dopo un cambiamento di governo, la costituzione fu modificata e l’obbligo di votare fu revocato. Questo rese le cose più facili per i fratelli. Tuttavia molti, specie quelli in età scolare, dovettero affrontare altre prove.

‘Non imparano più la guerra’

Irene Garcia è cresciuta nella provincia di Pampanga, nella parte centrale dell’isola di Luzon. Ciò che dovette affrontare costituisce ancora una prova per molti giovani. Alle superiori è previsto l’addestramento militare. Tuttavia studenti testimoni di Geova hanno deciso personalmente di non poter seguire un programma in cui si insegna a fare la guerra. Irene prima di tutto pregò per avere l’aiuto di Geova. Poi, pensando ai tre fedeli giovani ebrei dell’epoca del profeta Daniele, andò in persona dal comandante responsabile del programma di addestramento e chiese di essere esonerata. (Dan., cap. 3) Pur non comprendendo pienamente la sua posizione, egli la ringraziò per la spiegazione che gli aveva dato, ma la avvertì che non partecipando avrebbe ricevuto un voto basso. Irene rispose: “Va bene. Farò del mio meglio nelle altre materie”. Ricevette altro lavoro da fare invece dell’addestramento militare. “Il risultato”, ha detto, “è stato che altri figli di Testimoni non hanno difficoltà a chiedere l’esonero, e io mi sono diplomata ugualmente fra i primi dieci”.

Non tutti i comandanti responsabili dell’addestramento militare hanno concesso l’esonero. Alcuni hanno creato difficoltà agli studenti che dovevano diplomarsi. Comunque, attenendosi ai princìpi di Geova migliaia di giovani hanno imparato un’importante lezione: Geova benedice e protegge chi si schiera con fermezza a favore del Suo Regno e rimane neutrale negli affari di questo mondo. — Prov. 29:25.

Aumenta il numero delle assemblee

Occupiamoci ora dei raduni spirituali del popolo di Geova, che sono sempre occasioni gioiose. Poiché prima della seconda guerra mondiale c’erano pochi Testimoni nel paese, fin dopo la guerra non ci furono grandi assemblee. Nondimeno si fecero sforzi per incoraggiare i fratelli in tal senso. Infatti l’Annuario del 1941 (inglese) parlava di un’assemblea tenuta a Manila nel marzo 1940.

Ricorderete che Joseph dos Santos era stato imprigionato dai giapponesi. Finalmente venne rimesso in libertà dagli americani all’inizio del 1945. Egli si interessava vivamente del benessere spirituale dei fratelli, molti dei quali erano nuovi nell’organizzazione. Si presero disposizioni per aiutarli a insegnare con efficacia le verità scritturali mediante studi biblici a domicilio. Un modo per far questo fu l’assemblea nazionale tenuta a Lingayen (Pangasinan) verso la fine del 1945. Ci furono circa 4.000 presenti, segno del grande interesse che c’era in quel tempo. Che occasione gioiosa fu quella, visto che la guerra era appena finita!

Da quel momento in poi il numero dei presenti alle assemblee aumentò costantemente come quello dei proclamatori. Circa 17 anni dopo quei 4.000 erano diventati 39.652. Poi le assemblee furono tenute non in una sola località, ma in sette. Dopo altri 15 anni, nel 1977, i presenti alle assemblee di distretto erano più di 100.000. All’epoca si tenevano 20 assemblee in tutto il paese. Otto anni più tardi i presenti erano oltre 200.000 e nel 1997 assisterono alle assemblee di distretto più di 300.000 persone. Nel 2002 è stato possibile programmare 63 assemblee, il maggior numero mai raggiunto. Viaggiare da un’isola all’altra può essere difficile e a volte costoso. Tenere le assemblee in più località accorcia le distanze, rendendo più facile per i fratelli assistervi. Di conseguenza un maggior numero trae beneficio da questi banchetti spirituali.

Geova benedice gli sforzi per essere presenti

Non è stato facile assistere alle assemblee. Nel 1947, nella parte settentrionale del paese, dei fratelli discesero il fiume Abra su due zattere per assistere all’assemblea di circoscrizione a Vigan, sulla costa. Alla foce del fiume, smontarono le zattere e vendettero il legname per pagare il biglietto della corriera che li avrebbe riportati a casa sui monti dopo l’assemblea. Portarono con sé grossi sacchi di riso, fascine di legna, stuoie per dormire e molti bambini. Nel corso dell’assemblea i loro visi diventarono sempre più sorridenti, e con il riso, la legna da ardere, un fornello all’antica e una stuoia per dormire, soddisfacevano tutti i loro bisogni materiali.

Nel 1983 un gruppo della congregazione di Caburan nella provincia di Davao del Sur, nelle Filippine meridionali, camminò per tre giorni su terreno montagnoso per raggiungere l’attracco di una motobarca. Poi viaggiò in barca un altro giorno fino alla città dell’assemblea. Per loro la gioiosa compagnia di altri all’assemblea di distretto “Unità del Regno” valeva ampiamente lo sforzo e la spesa fatti.

Nel 1989 una famiglia con due bambini di due e quattro anni percorse una settantina di chilometri a piedi dal villaggio di El Nido nella provincia di Palawan per assistere a un’assemblea di circoscrizione. Impiegarono due giorni per attraversare la giungla in cui c’erano pochi sentieri tracciati. Mentre camminavano dovevano staccarsi di dosso le sanguisughe. A peggiorare le cose, piovve ininterrottamente per tutti e due i giorni. C’erano molti ruscelli e fiumi da attraversare, ma niente ponti. Nonostante le difficoltà la famiglia arrivò sana e salva. Che gioia fu trovarsi con i fratelli!

In altre zone a causa delle strettezze finanziarie le famiglie fanno fatica a raggranellare abbastanza denaro per assistere alle assemblee. Nel 1984 Ramon Rodriguez, che vive con la famiglia nell’isola di Polillo, al largo della costa orientale di Luzon, ebbe questo problema. Ramon fa il pescatore. Mancava una settimana soltanto all’assemblea, ma la sua famiglia di sette persone aveva abbastanza denaro perché ce ne andasse solo una. Pregarono Geova al riguardo, dopo di che lui e il figlio dodicenne andarono a pescare. Remarono finché giunsero al largo e calarono le reti, ma senza risultati. Dopo un po’ il figlio insisté di tornare più vicino a casa e provare di nuovo. Arrivati lì provarono ancora una volta. Ramon dice: “Non ce l’aspettavamo, ma quando tirammo su le reti piene di pesci, ce n’erano tanti da riempire la barca”. Avevano pescato più di 500 chili di pesce! Dalla vendita ricavarono più di quanto fosse necessario perché tutta la famiglia Rodriguez assistesse all’assemblea.

La sera dopo altri fratelli che volevano andare all’assemblea calarono le reti nello stesso punto e pescarono altri 100 chili di pesce. Ramon aggiunge: “Pescatori non Testimoni che calarono le reti nello stesso momento rimasero di stucco perché non presero neanche un pesce e osservarono: ‘Il loro Dio li ha benedetti perché vogliono andare all’assemblea’”. In diverse circostanze famiglie di Testimoni filippini hanno imparato che mettere le cose spirituali al primo posto e agire in armonia con le proprie preghiere reca sia gioia che la benedizione di Geova.

Assemblee rimarchevoli

In tutto il mondo il popolo di Geova ricorda con piacere le assemblee, e i fratelli delle Filippine non fanno eccezione. Anche se il programma di tutte le assemblee è apprezzato, alcune assumono un significato speciale e lasciano un segno più profondo nel cuore e nella mente. A volte si tratta di assemblee internazionali o magari di assemblee in cui i missionari tornano al loro paese di origine e raccontano le loro esperienze.

Come si è già detto ci sono parecchi fratelli e sorelle delle Filippine che servono come missionari in altri paesi asiatici e isole del mare. In diverse occasioni Testimoni di tutto il mondo hanno fatto contribuzioni per aiutare i missionari a tornare al loro paese per assistere alle assemblee. Anche i missionari filippini hanno beneficiato di questo amorevole provvedimento. Nel 1983, 1988, 1993 e 1998 decine di loro furono aiutati a tornare nelle Filippine per godersi l’assemblea insieme a familiari ed amici. Rapporti del 1988 indicano che 54 missionari che servivano in 12 paesi erano tornati nelle Filippine per le assemblee. All’epoca quei 54 avevano in media 24 anni di servizio a tempo pieno. Tutti apprezzarono veramente le loro espressioni e le esperienze che raccontarono durante il programma.

Altre assemblee si ricordano a motivo di avvenimenti concomitanti e della determinazione dei fratelli di andare avanti nonostante le difficoltà. Per esempio nel 1986, immediatamente prima dell’assemblea di distretto “Pace divina”, un tifone investì la città di Surigao nell’isola di Mindanao con venti che raggiunsero la velocità di 150 chilometri orari. Il tetto dello stadio riportò gravi danni. L’erogazione di energia elettrica fu sospesa in tutta la città e venne ripristinata solo dopo l’assemblea. Bisognava fare sei chilometri per andare a prendere l’acqua. Questo non impedì ai Testimoni di radunarsi insieme. I fratelli salvarono quello che rimaneva del podio e lo montarono in una palestra vicina allo stadio. Affittarono un generatore per far funzionare diverse luci, l’impianto acustico e un frigorifero per la mensa. Si aspettavano 5.000 presenti, ma un massimo di 9.932 persone si godettero l’assemblea. Non erano certo cristiani all’acqua di rose.

Le assemblee internazionali sono state particolarmente memorabili. Il Corpo Direttivo aveva disposto che si tenesse un’assemblea internazionale a Manila sia nel 1991 che nel 1993. La città rimase molto colpita dai delegati. Che meraviglioso scambio di incoraggiamento fu per i fratelli e le sorelle delle Filippine, la maggioranza dei quali non ha la possibilità di recarsi in altri paesi. (Rom. 1:12) I delegati stranieri furono colpiti dalla calda e amichevole ospitalità mostrata loro dai fratelli filippini. Una coppia di americani scrisse: “Un grazie speciale per la cordiale accoglienza. Ci avete accolti tutti a braccia aperte e ci avete abbracciati con tanto amore!”

Nel 1993 furono usati tre stadi di Manila, che venivano collegati via cavo ogni volta che un discorso era pronunciato da un membro del Corpo Direttivo. Come era entusiasta l’uditorio quando fu presentata La Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane in tagalog! Una sorellina disse: “Ero piena di gioia. Non vedevo l’ora di ricevere la Traduzione del Nuovo Mondo in tagalog. Che sorpresa averla fra le mani!”

Nel 1998 la situazione si capovolse. Per la prima volta dal 1958 le Filippine furono invitate a mandare delegati in altri paesi. Pertanto 107 andarono a un’assemblea sulla costa occidentale degli Stati Uniti. In settembre altri 35 ebbero il privilegio di assistere a un’assemblea internazionale in Corea. Quelle assemblee ebbero veramente un ruolo importante nell’istruire e unificare il popolo di Geova e nell’aiutare tutti a fare di Geova la propria fortezza.

Prendiamo ora in considerazione l’opera nel campo. Come è stata svolta in un paese in cui si parlano così tante lingue?

La buona notizia in molte lingue

Come si è già menzionato, è più facile imparare la verità nella propria lingua nativa. Questo rappresenta una sfida nelle Filippine a motivo delle molte lingue che vi si parlano. Comunque i testimoni di Geova hanno cercato di venire incontro ai bisogni delle persone dando testimonianza nella loro lingua e preparando letteratura biblica in diverse lingue.

Di solito possono dare testimonianza a un certo gruppo linguistico coloro che conoscono già quella lingua. Nei casi in cui pochi Testimoni conoscono la lingua, proclamatori e pionieri zelanti hanno cercato di impararla. In tal modo hanno imitato l’apostolo Paolo che divenne “ogni cosa a persone di ogni sorta”. — 1 Cor. 9:22.

Anche se le Filippine sono la quarta nazione più popolosa del mondo in cui l’inglese è una lingua ufficiale, questa non è la lingua nativa della maggior parte della popolazione. Non tutti leggono bene l’inglese, per cui occorrono pubblicazioni in diverse lingue locali. Nel corso degli anni i testimoni di Geova hanno tradotto pubblicazioni bibliche in almeno 17 di queste lingue. In alcune, come il tausug, lingua delle popolazioni islamiche del sud, o l’ibanag, parlato da un piccolo gruppo etnico vicino alla parte più settentrionale del paese, sono stati tradotti solo uno o due opuscoli. La maggioranza della gente capisce e se la cava bene con una delle sette lingue principali, in cui è tradotta e stampata La Torre di Guardia. Quindi il programma spirituale nelle Sale del Regno e alle assemblee viene presentato principalmente in queste lingue.

In anni recenti il governo ha incoraggiato l’uso della lingua ufficiale, il pilipino, che è essenzialmente il tagalog. Nell’arco di una generazione gli effetti sono stati notevoli. C’è stato un ottimo aumento nell’uso del pilipino parlato e stampato, mentre non c’è stato nessun cambiamento o c’è stata una diminuzione nell’uso delle altre lingue. Questo ha avuto ripercussioni sulla tiratura della Torre di Guardia. Nel 1980 la tiratura dell’edizione tagalog era di 29.667 copie per ogni numero. Nel 2000 la tiratura era quadruplicata, raggiungendo le 125.100 copie per numero. Durante lo stesso periodo c’è stato un cambiamento minimo in inglese e solo un aumento modesto nelle altre lingue delle Filippine.

La famiglia Betel sostiene l’opera nel campo

Circa 380 ministri a tempo pieno prestano servizio alla filiale dei testimoni di Geova a Quezon City, parte dell’hinterland di Metro Manila. Sessantanove di loro si occupano della traduzione delle pubblicazioni e della correzione delle bozze nelle lingue locali. Parte di questo gruppo ha ultimato di recente la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Ebraiche in tre lingue: cebuano, ilocano e tagalog. Da quando erano state pubblicate le Scritture Greche nel 1993, i fratelli non vedevano l’ora di avere la Traduzione del Nuovo Mondo completa. Che emozione ricevere l’edizione in tagalog all’assemblea di distretto alla fine del 2000! Le edizioni in cebuano e in ilocano seguirono poco dopo. Adesso centinaia di migliaia di persone nel campo possono beneficiare di questa traduzione delle Sacre Scritture chiara, accurata e coerente.

I componenti della famiglia Betel delle Filippine vengono da ambienti diversi e parlano 28 lingue e dialetti. Perciò molti sono qualificati per tradurre le pubblicazioni bibliche. Comunque tradurre è solo parte del lavoro svolto alla Betel.

I volontari della Betel svolgono diversi lavori a sostegno dell’importantissima opera di predicazione. Alcuni fratelli stampano le riviste e altre pubblicazioni. Volontari inoltre le consegnano in varie località dell’isola di Luzon. Molti svolgono mansioni di supporto nella stessa casa Betel, come provvedere alla manutenzione delle attrezzature, cucinare e fare le pulizie. Altri lavorano nel Reparto Servizio, dove ricevono e inviano corrispondenza in molte lingue per aiutare le congregazioni, i sorveglianti viaggianti e coloro che servono a tempo pieno nel campo. Pensate quanta corrispondenza c’è con le circa 3.500 congregazioni di tutto l’arcipelago!

Da quando fu aperta la filiale nel 1934 fino alla metà degli anni ’70, il lavoro era coordinato da un servitore, o sorvegliante, di filiale. Dopo che Joseph dos Santos era tornato nelle Hawaii, un missionario canadese, Earl Stewart, ricoprì questo incarico per 13 anni circa. Quindi altri due fratelli servirono come tali per brevi periodi. Poi, nel 1966, fu nominato sorvegliante di filiale Denton Hopkinson, che era arrivato nel 1954. Egli svolse un ottimo servizio per una decina di anni finché l’organizzazione di Geova ritenne opportuno adottare una nuova disposizione per la sorveglianza delle filiali in tutto il mondo.

Secondo le istruzioni date alle filiali in tutto il mondo, nel febbraio 1976 la sorveglianza fu affidata non più a un solo uomo ma a un Comitato di Filiale. Questo gruppo di uomini qualificati, che agisce seguendo le istruzioni del Corpo Direttivo, doveva prendere le decisioni relative all’opera nel campo e alla filiale. In origine cinque fratelli facevano parte del Comitato di Filiale delle Filippine. Poi, dato che in gran parte erano missionari stranieri, si ritenne saggio aumentare il numero dei fratelli filippini, quindi per qualche tempo il comitato era formato da sette fratelli.

I vantaggi di questa disposizione furono ben presto evidenti. Denton Hopkinson, attualmente coordinatore del Comitato di Filiale, osserva: “Pensando al passato, si capisce che fu una decisione saggia e tempestiva. Con la quantità di lavoro e le dimensioni dell’organizzazione, una sola persona non avrebbe potuto occuparsi di tutto. Ora il peso della responsabilità è distribuito più equamente”.

Proverbi 15:22 dice: “Nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita”. Consultandosi con gli altri si attinge da un pozzo di sapienza. Il Comitato di Filiale delle Filippine segue questo principio. Da che il fratello Hopkinson era stato nominato sorvegliante di filiale, il personale della Betel è decuplicato, come pure il lavoro. Attualmente il Comitato di Filiale è composto da cinque servitori di Geova di vecchia data, che hanno dedicato in media oltre 50 anni al servizio a tempo pieno. La loro esperienza è stata senz’altro utile via via che l’opera in tutte le isole è andata avanti con vigore sotto la vigile mano di Geova. Il Comitato di Filiale e tutta la famiglia Betel considerano un grande privilegio sostenere quest’opera.

Si parla della verità con “ogni sorta di uomini”

L’opera di predicazione è davvero in armonia con la volontà di Dio che “ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all’accurata conoscenza della verità”. (1 Tim. 2:4) Quale “sorta” di persone sono state aiutate da proclamatori zelanti in tutte le Filippine?

Marlon era il tipo di persona che si mette sempre nei guai. Nel suo villaggio era conosciuto per i suoi molti vizi: fumava, si ubriacava, si drogava e frequentava cattive compagnie. Quando vennero i Testimoni, sua madre si interessò del messaggio del Regno. I pionieri percorrevano strade polverose e fangose per studiare con lei. All’inizio Marlon non mostrò alcun interesse per lo studio, pur assistendovi di tanto in tanto. Eppure i fratelli che tenevano lo studio con sua madre si interessarono di lui. Col tempo non solo cominciò a studiare ma si tagliò i capelli lunghi fino alla vita e assisté alla sua prima adunanza nella Sala del Regno. Il suo progresso fu rapido e la gente si meravigliava dei grandi cambiamenti che aveva fatto nel suo stile di vita. Marlon ora serve come ministro pioniere a tempo pieno, portando la verità ad altri. Cosa lo spinse ad accettare la verità? Egli ha spiegato che la perseveranza dei pionieri che venivano a studiare con la madre l’aveva convinto che avevano la verità.

Forse alcuni non sembrano il tipo di persone disposte ad accettare la verità. Tuttavia i proclamatori della buona notizia non le giudicano affrettatamente, ma danno loro la possibilità di udire. Nella piccola isola di Marinduque una pioniera speciale diede testimonianza in un caseggiato. Alla fine, chiese se ci abitava qualcun altro. Il padrone di casa rispose che un uomo abitava di sopra, aggiungendo: “Non si disturbi ad andarci; è violento e si arrabbia facilmente”. La pioniera, tuttavia, pensò che bisognava dargli la possibilità di udire il messaggio del Regno. Arrivata alla porta, la pioniera riscontrò che era come se l’uomo la stesse aspettando. Sorridendo gli offrì uno studio biblico gratuito a domicilio, e con sua sorpresa l’uomo, Carlos, sembrò felice dell’offerta. Fu iniziato uno studio con lui e la moglie.

Durante la seconda visita Carlos rivelò alla pioniera che lui e la moglie avevano gravi problemi e avevano perfino tentato il suicidio. Quando la pioniera aveva fatto la prima visita al piano di sotto si era messo a origliare con l’orecchio a terra e aveva sentito il padrone di casa scoraggiarla dal salire. Sentito questo, aveva pregato che la pioniera ignorasse il consiglio e salisse ugualmente perché forse quella era la risposta alla loro ricerca di pace mentale. Con lo studio della Bibbia trovarono la pace mentale. I due si battezzarono insieme e ora la moglie di Carlos è pioniera regolare.

Un altro uomo, di nome Victor, aveva avuto contatti sia con i buddisti che con i cattolici e cominciò a chiedersi perché nel mondo ci sono tante religioni. Cominciò a ricercare la verità per conto suo. Dopo aver preso in esame l’Islam, l’induismo, lo scintoismo, il confucianesimo, la teoria dell’evoluzione e altre filosofie, riscontrò che nessuno di questi lo soddisfaceva. Con la sua ricerca scoprì che solo la Bibbia conteneva profezie accurate, per cui concentrò la ricerca sulla Bibbia. Esaminando le Scritture, lui e la sua ragazza, Maribel, conclusero da soli che la Trinità, l’inferno di fuoco e il purgatorio sono dottrine false. Eppure sembrava che mancasse qualcosa.

Qualche tempo dopo che lui e Maribel si erano sposati, Victor parlò con un Testimone e apprese che è necessario usare il nome di Dio. Dopo essersene accertato consultando la sua Bibbia, cominciò immediatamente a usare il nome di Geova nel pregare. Ben presto assisteva alle adunanze nella Sala del Regno e faceva un rapido progresso spirituale. Sia lui che Maribel si battezzarono nel maggio 1989 e ora Victor serve come sorvegliante viaggiante rafforzando le congregazioni.

I pionieri hanno aiutato persone in circostanze di ogni sorta. In un villaggio Primitiva Lacasandile, pioniera speciale nella parte meridionale di Luzon, iniziò uno studio biblico con una coppia che aveva due bambini. Erano poveri. Una volta, arrivando a casa loro per lo studio biblico, rimase scioccata trovando il bambino più grande che piangeva appeso in un sacco. Primitiva dice: “La madre brandiva un coltello e stava per ucciderlo. La fermai e le chiesi perché mai stava per fare una cosa simile. La madre spiegò che era colpa della miseria”. Primitiva diede loro consigli biblici sul problema, e così la vita del bambino fu salva. Continuarono lo studio biblico e iniziarono ad assistere alle adunanze, anche se per andarci dovevano percorrere otto chilometri a piedi. Fecero progresso e si battezzarono e adesso il marito è anziano nella congregazione. Primitiva dice: “Il bambino che stava per essere ucciso ora è pioniere regolare. Veramente l’opera che Geova ha affidato ai suoi servitori salva delle vite ora e lo farà nel futuro”.

Servizio dove c’è maggior bisogno

Ci sono ancora molte zone con pochi proclamatori del Regno. Proclamatori e pionieri si sono offerti di andare in quelle località. Due pionieri regolari, Pascual e Maria Tatoy, si offrirono di predicare insieme al pioniere speciale Angelito Balboa nell’isola di Coron, nella parte occidentale delle Filippine. Per mantenersi, Pascual andava a pescare con un altro fratello e Maria faceva e vendeva dolcetti di riso.

Quando li visitò, il sorvegliante di circoscrizione accennò che c’era bisogno in un’altra isola, Culion. Era una colonia di lebbrosi e c’erano quattro proclamatori soltanto. Egli invitò i Tatoy ad andarvi. Pascual e Maria accettarono e Geova ha benedetto i loro sforzi, visto che ora a Culion ci sono due congregazioni.

A metà degli anni ’70 moltissima “gente delle barche” fuggì dal Vietnam. Molti finirono nelle Filippine, dove per circa 20 anni rimasero in funzione i campi profughi. Un campo grande si trovava nell’isola di Palawan. Alcuni fratelli filippini si offrirono di portare la verità a quella gente. Un fratello che parlava vietnamita venne dagli Stati Uniti per dare una mano. Alcuni accettarono la verità nel campo. Altri avevano conosciuto il nome di Geova e i suoi Testimoni prima di trasferirsi altrove.

In molte zone remote delle Filippine ci sono pionieri speciali. Quando vanno a predicare in luoghi lontani portano con sé altri proclamatori e pionieri. Norma Balmaceda parla dell’opera nella provincia montuosa di Ifugao e dice: “Di solito partiamo il lunedì, con le borse piene di letteratura, abiti e cibo sufficienti fino al sabato mattina. Nel pomeriggio ritorniamo per le adunanze della nostra congregazione”.

Alcune congregazioni programmano spedizioni per predicare, specie quando il tempo è buono. A volte dedicano alcuni giorni o una settimana per andare nelle zone rurali. Nicanor Evangelista, che adesso serve alla Betel, ricorda che lo faceva, e dice: “Secondo l’usanza, nelle zone rurali alcuni interessati dicono: ‘Rimanete a dormire qui con noi. Potete anche cucinare’. A volte i pionieri studiavano la Bibbia con gli interessati fino a tarda sera perché rimanevano lì a dormire”.

Gli aeta imparano la verità

Sforzandosi di dare testimonianza a ogni sorta di persone, i servitori di Geova hanno preso contatti con gli aeta, o negritos, come vengono pure chiamati. Gli aeta sono ritenuti gli abitanti originari delle Filippine. Sono relativamente pochi e non è sempre facile contattarli. Questo perché molti di loro fanno vita nomade nelle foreste sui monti, cacciando o raccogliendo frutta e verdura selvatica. Somigliano ai pigmei dell’Africa, essendo alti meno di un metro e mezzo, di pelle scura e con i capelli crespi. Alcuni si sono inseriti nella società, altri hanno eretto dimore più permanenti nei pressi di zone popolate. Molti che un tempo vivevano sui monti intorno al Pinatubo dovettero rifugiarsi altrove al tempo della grande eruzione.

Un altro gruppo di aeta vive nell’isola di Panay, nelle Filippine centrali. Lodibico Eno e la sua famiglia sono aeta di quella zona. Per mettere in pratica i princìpi biblici Lodibico ha dovuto fare molti cambiamenti: “Prima”, dice, “avevo molti vizi: masticavo betel, fumavo, bevevo e giocavo d’azzardo. Ero anche molto violento. La nostra vita familiare era un disastro. Se non avessi perso quei vizi, forse sarei già morto. Adesso il mio corpo è puro. I miei denti, che erano diventati rossicci, ora sono bianchi. Sono anziano nella congregazione. Geova Dio mi ha benedetto in tutti questi modi”. Come questa famiglia aeta, anche persone provenienti da piccole tribù hanno gustato la libertà che deriva dal seguire la via di Geova. — Giov. 8:32.

Libertà per chi non è libero

Un’altra categoria di persone che è stata aiutata sono i detenuti. Dagli anni ’50 i testimoni di Geova hanno fatto uno sforzo speciale per visitare chi è in prigione. Molti sono stati aiutati a seguire la via della verità.

Da giovane Sofronio Haincadto aveva partecipato a un’insurrezione contro il governo, era stato arrestato e condannato a sei anni di prigione. Mentre era nella prigione New Bilibid di Luzon, notò un detenuto che non assisteva alle funzioni religiose a cui erano ammessi i carcerati. Seppe che l’uomo era diventato testimone di Geova. Questo portò a conversazioni quasi quotidiane sulla Bibbia. Sofronio dice: “Mi convinsi che quello per cui avevo combattuto in precedenza non poteva cambiare davvero la società e renderla migliore”. Apprese che solo il Regno di Dio può portare gli auspicati cambiamenti. Con l’aiuto dei fratelli di una congregazione vicina, Sofronio fece progresso spirituale e fu battezzato in un pozzo della prigione usato per innaffiare le piante.

Dopo avere scontato la pena, Sofronio continuò a fare progresso diventando pioniere regolare e, in seguito, pioniere speciale. Mentre prestava servizio a tempo pieno aiutò una quindicina di persone a seguire la via della verità. Dopo essersi sposato, ebbe sei figli. Tre di loro attualmente svolgono servizio a tempo pieno, uno come sorvegliante di circoscrizione. Nel 1995 due suoi figli frequentarono la Scuola di Addestramento per il Ministero. La verità ha recato vera libertà a Sofronio, alla sua famiglia e agli altri che ha aiutato.

Alcuni pionieri speciali hanno predicato ai detenuti della colonia penale di Iwahig nell’isola di Palawan, e hanno avuto il permesso di costruire una piccola Sala del Regno proprio sul posto. Un detenuto che era stato condannato per incendio doloso, furto e diversi omicidi cominciò a studiare. Fu aiutato a mettere in pratica quello che imparava dal libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca e cambiò radicalmente la sua vita.

Quando, dopo più di 23 anni di detenzione, fu avvertito che stava per essere rimesso in libertà, espresse il desiderio di riunirsi ai suoi familiari. La sua famiglia, però, si vergognava e aveva talmente paura di lui che gli scrisse pregandolo di non ritornare. Non si rendevano conto degli enormi cambiamenti che la Parola di Dio aveva portato nella sua vita. Che sorpresa quando quel calmo e pacifico cristiano tornò al suo paese!

La più grande prigione femminile nazionale si trova a Mandaluyong (Metro Manila). Per molti anni i testimoni di Geova avevano potuto accedere al complesso solo limitatamente. Tuttavia le cose cambiarono quando una donna che stava già studiando la Bibbia venne trasferita in questa prigione. La direzione aveva stabilito che si unisse a uno degli altri gruppi religiosi, ma lei insisté che non poteva, spiegando che voleva adorare solo con i testimoni di Geova. La direzione acconsentì che i testimoni di Geova visitassero la prigione settimanalmente. Da allora diverse donne si sono battezzate e una congregazione vicina tiene regolarmente lo studio Torre di Guardia e altre adunanze a beneficio delle detenute interessate.

Il messaggio della verità ha portato una straordinaria libertà ad alcuni che sono dietro le sbarre. Anch’essi sono preziosi per Geova, e il suo popolo è felice di avere una parte nell’aiutarli.

Servitori di vecchia data perseverano

Un proverbio biblico dice: “I capelli grigi sono una corona di bellezza quando si trovano nella via della giustizia”. (Prov. 16:31) Sì, com’è bello vedere coloro che per molti anni hanno fatto della gioia di Geova la loro fortezza!

Prima della seconda guerra mondiale l’organizzazione teocratica nelle Filippine era piccola. Pochissimi hanno esperienze di servizio che risalgono a così tanto tempo fa. Quindi è molto incoraggiante fare la conoscenza di Leodegario Barlaan, che è nel servizio a tempo pieno dal 1938. Durante la guerra lui e i suoi compagni furono maltrattati dai giapponesi, ma continuarono a predicare. Dopo la guerra rimase nel servizio a tempo pieno insieme alla moglie, Natividad, e poi furono invitati a svolgere l’opera di sorveglianti viaggianti. In seguito servirono come pionieri speciali infermi nella provincia di Pangasinan. Natividad è morta nel 2000, ma Leodegario continua a predicare. Tutti sono incoraggiati dalla sua determinazione di fare quello che ha sempre fatto: predicare.

L’attività di testimonianza aumentò rapidamente dopo la seconda guerra mondiale. Molti che conobbero la verità allora sono ancora attivi. Per esempio, durante la guerra Pacifico Pantas leggeva le pubblicazioni bibliche dei suoi vicini che erano Testimoni. Egli dice: “Cominciai ad assistere alle adunanze. Poi feci domanda per intraprendere il servizio di pioniere generale [ora regolare], ma non ero ancora battezzato. Mi invitarono a battezzarmi e lo feci”. Era il 1946. Pacifico svolse il servizio di pioniere in diverse parti del paese. Ebbe anche altri privilegi. Dice: “Fui invitato alla 16classe di Galaad e potei partecipare all’assemblea internazionale del 1950 a New York. Una volta diplomato servii come sorvegliante di circoscrizione nel Minnesota e nel Dakota del Nord (USA), poi tornai nelle Filippine per servire come sorvegliante di distretto in tutto il paese a sud del fiume Pasig, da Manila giù giù fino a Mindanao”.

Negli anni successivi il fratello Pantas ebbe diversi incarichi alla Betel e come sorvegliante viaggiante. Poi nel 1963 si sposò ed ebbe dei figli. Perciò lui e sua moglie dovettero occuparsi della famiglia. Continuarono a servire Geova come famiglia, e tutti e tre i figli sono diventati lodatori di Geova e anziani di congregazione. Uno è diplomato della Scuola di Addestramento per il Ministero e un altro serve alla Betel. Anche nella vecchiaia il fratello Pantas esercita una buona influenza sulla congregazione.

Luoghi decorosi per l’adorazione di Geova

Solo di recente il popolo di Geova nelle Filippine ha avuto le proprie Sale del Regno come luoghi di adorazione. Per molti anni la maggior parte dei fratelli si radunava in case private. È vero che anche nel I secolo i cristiani usavano delle case per le adunanze. (Rom. 16:5) Nei tempi moderni, tuttavia, man mano che le congregazioni crescevano, si è sentita la necessità di luoghi che potessero accogliere comodamente più persone.

David Ledbetter ha detto: “Era difficile per molti a motivo della mancanza di risorse finanziarie. Persino a Manila, una metropoli, avevamo solo una Sala del Regno costruita su terreno di proprietà della congregazione. In ogni altro luogo dove c’era una Sala del Regno, la congregazione possedeva il locale, ma non aveva diritti di proprietà sul terreno”. I salari dei fratelli erano così bassi che le congregazioni non potevano permettersi di acquistare anche il terreno.

Perciò i fratelli si arrangiavano come potevano ed erano pronti a condividere quello che avevano. Per esempio, Denton Hopkinson ricorda Santos Capistrano, un fratello di Manila il quale mise a disposizione il piano rialzato della sua casa, che servì come Sala del Regno per circa 40 anni. Il fratello Hopkinson dice: “Dopo la morte della moglie del fratello Capistrano, i suoi figli vivevano al pianterreno. La Sala del Regno era di sopra, e lui aveva solo un po’ di spazio per la sua stanza, con la cucina da un lato. La Sala del Regno occupava la maggior parte del piano rialzato. Pensereste che fosse scomodo, ma lui era felice che le cose stessero così. Quello era lo spirito dei fratelli”.

Alla fine fu possibile costruire Sale del Regno su terreno di proprietà delle congregazioni. Il valore del peso filippino aumentò e verso gli anni ’80 ci fu un modesto aumento dei salari, che rese possibile prendere denaro in prestito. Di conseguenza alcune congregazioni riuscirono a ottenere mutui.

Ma a fare la differenza fu un’amorevole disposizione introdotta dal Corpo Direttivo. Negli Stati Uniti e in Canada venne annunciata l’istituzione di un Fondo per le Sale del Regno, e non molto tempo dopo le Filippine beneficiarono del denaro che era stato offerto proprio per costruire Sale del Regno. Questa disposizione segue il principio che “ci sia un’uguaglianza” e rende possibile ottenere prestiti. (2 Corinti 8:14, 15) La cosa decollò lentamente ma, sentendo che la disposizione funzionava altrove, i fratelli si sentirono sempre più incoraggiati a cercare di avere la propria Sala del Regno.

Che differenza! Riguardo ai prestiti per le Sale del Regno, la filiale riferisce: “Complessivamente ci sono stati oltre 1.200 progetti di Sale del Regno. Questo certo ha lasciato il segno in tutto il paese”. Dapprima gran parte dei fondi proveniva da altri paesi, ma alla fine i fratelli locali furono in grado di finanziarsi da sé. A questo proposito la filiale precisa: “Ormai da parecchi anni il finanziamento di tutti i progetti di Sale del Regno proviene da restituzione di prestiti e contribuzioni dei fratelli delle Filippine. Questo indica l’utilità di contribuire a un fondo comune anche in zone economicamente depresse”.

Molte congregazioni adesso hanno una Sala del Regno. Ci sono circa 3.500 congregazioni nel paese, e alcune non hanno ancora un proprio luogo di adunanza. Tuttavia circa 500 di queste hanno meno di 15 proclamatori e non possono ottenere prestiti per la costruzione di Sale del Regno. Perciò recentemente, per facilitare le cose, è stata incoraggiata la fusione di più congregazioni.

Modifiche al programma delle adunanze

Alcune congregazioni, sia che abbiano la propria Sala del Regno o no, si trovano in zone fuori mano. I fratelli devono camminare per due, tre, quattro ore o più su terreno accidentato per arrivare al luogo di adunanza. Perciò in certe zone non è pratico riunirsi più di una volta alla settimana nel luogo di raduno. Di conseguenza molte di queste congregazioni tenevano tutte le adunanze, tranne lo studio di libro, lo stesso giorno. I fratelli arrivavano preparati per partecipare a quattro adunanze portando con sé il cibo per uno spuntino. In tal modo dovevano percorrere la lunga distanza fino al luogo di adunanza una sola volta alla settimana, mentre le altre attività, come il ministero di campo, venivano svolte sul posto gli altri giorni.

Negli anni ’80 questa consuetudine cominciò a diffondersi nelle congregazioni che non erano così fuori mano e persino nelle aree urbane. Forse le difficoltà economiche spinsero alcuni a escogitare modi per risparmiare. Meno giorni di adunanza comportavano meno spostamenti e meno spese. Altri fratelli si preoccupavano troppo dei propri interessi, e forse nei giorni liberi si dedicavano ad attività personali, come farsi un’istruzione o svolgere un lavoro secolare.

Sempre più congregazioni cominciarono a tenere quattro adunanze lo stesso giorno, e alcune persino tutte e cinque. Così facendo però le congregazioni delle Filippine si discostavano sempre più dal modo di fare della maggior parte del popolo di Geova in tutto il mondo, che tiene le adunanze in tre giorni della settimana. I fratelli avevano perso alquanto l’equilibrio sotto questo aspetto. Nel 1991, durante la visita del sorvegliante di zona, il problema fu portato alla sua attenzione. Venne consultato il Corpo Direttivo. La risposta fu: “Non riteniamo che questa sia una buona abitudine, se non in situazioni particolarmente gravi”. L’informazione fu comunicata ai fratelli, prima nelle città e poi nelle zone rurali.

Fu spiegato che oltre a seguire la norma adottata in tutto il mondo, le congregazioni avrebbero tratto maggior beneficio spirituale tenendo le adunanze in giorni diversi, invece di cercare di considerare tutto il materiale in tre ore e mezzo o quattro. Per i bambini e per i nuovi un programma del genere creava difficoltà. Gli anziani avrebbero pronunciato discorsi di migliore qualità preparandosi per una o due adunanze invece che per molte.

Come reagirono le congregazioni a questo consiglio? La grande maggioranza positivamente e prese subito provvedimenti per tenere adunanze infrasettimanali. Adesso, fatta eccezione per quelle più isolate, quasi tutte le congregazioni hanno ogni settimana un programma spirituale più equilibrato.

Sale delle Assemblee

Per molti anni le circoscrizioni avevano usato aule, palestre, campi sportivi o altri impianti pubblici per tenere le assemblee. Nonostante gli eventuali inconvenienti, i fratelli apprezzavano queste occasioni per riunirsi gioiosamente.

Come per le Sale del Regno, non era facile avere Sale delle Assemblee. Anche qui si presentavano difficoltà economiche. Nondimeno molte circoscrizioni erano ansiose di avere i propri luoghi di adunanza. Perciò sono state erette diverse Sale delle Assemblee modeste, che in genere vengono usate solo da una o due circoscrizioni, non da parecchie circoscrizioni come in molti altri paesi. In tanti casi il terreno è stato donato o acquistato a un prezzo ragionevole, specie nelle zone rurali. Quindi i fratelli hanno messo insieme le loro contribuzioni e costruito una struttura semplice, di solito una tettoia per fare ombra all’uditorio, un pavimento di cemento, un podio rialzato e dei sedili.

Nell’area di Metro Manila neanche questo era possibile soprattutto a causa dei prezzi esorbitanti del terreno e anche per il costo di erigere una struttura idonea in città. Per questo le congregazioni della zona istituirono un fondo, ma il denaro raccolto non bastava neanche per l’acquisto del terreno. Durante gli anni ’70 e ’80, e gran parte degli anni ’90, si continuarono a tenere le assemblee in scuole, impianti sportivi e simili.

Nel frattempo il numero delle congregazioni e delle circoscrizioni della zona continuava ad aumentare, rendendo pressante il bisogno di una Sala delle Assemblee. Iniziò la ricerca di un terreno adatto. Si inviarono lettere alle congregazioni per informarle del privilegio di sostenere finanziariamente il progetto. Nel 1992 si trovarono circa sei ettari di terreno vicino al distretto di Lagro, all’estremità settentrionale di Metro Manila.

Le congregazioni locali sostennero il progetto mandando contribuzioni e lavoratori volontari. Servitori internazionali vennero da diversi paesi per dare una mano. Uno di loro, il neozelandese Ross Pratt, riferisce: “Nel marzo 1997 ricevemmo il benestare di Brooklyn per iniziare. Fu un grosso lavoro di sterramento: per preparare l’area per gli edifici furono rimossi 29.000 metri cubi di terra. C’erano da 50 a 60 lavoratori permanenti. La Sala delle Assemblee fu ultimata nel novembre 1998”. Quindi ci fu la dedicazione. Essendo stata progettata per accogliere fino a 12.000 persone, viene usata anche per le assemblee di distretto. È aperta ai lati, in modo da far passare le brezze tropicali mentre si svolge il programma. Attualmente 16 circoscrizioni di Metro Manila e dintorni si riuniscono regolarmente in questa sala per godere i programmi spirituali.

Altre proprietà della filiale

Poiché il numero delle congregazioni e delle circoscrizioni si moltiplicava, il lavoro della filiale aumentava. Nel 1980 c’erano circa 60.000 proclamatori. Meno di un decennio dopo le Filippine sarebbero state tra i paesi con più di 100.000 proclamatori. Nello stesso periodo i membri della famiglia Betel aumentarono da 102 a 150. Comunque già all’inizio degli anni ’80 lo spazio della filiale era insufficiente. Ci volevano altri locali.

Il Corpo Direttivo diede istruzioni perché si cercassero altre proprietà. Felix Fajardo spiega cosa accadde: “Andammo di casa in casa per scoprire se c’era qualche proprietà in vendita vicino alla Betel. I proprietari filippini e cinesi dissero che non intendevano vendere. Uno disse senza mezzi termini: ‘I cinesi non vendono. Noi compriamo. Non vendiamo mai’”. Perciò all’epoca sembrò che non ci fosse niente da fare vicino alla filiale originale.

La ricerca fu estesa altrove. Se necessario la filiale sarebbe stata trasferita fuori città. Si trovarono diversi siti nelle province vicine. Il Corpo Direttivo era particolarmente interessato a un vasto appezzamento vicino a San Pedro (Laguna) offerto da un fratello a un prezzo ragionevole, e ne approvò l’acquisto. Si progettava di costruirvi gli uffici, una casa Betel e uno stabilimento. Ma col passare del tempo sembrò che questo trasferimento non fosse volontà di Geova. Non c’erano linee telefoniche, la strada era in cattivo stato e la zona poco sicura. Era chiaro che quella proprietà non era il posto migliore per una filiale. Perciò fu trasformata in un podere per provvedere alle necessità della famiglia Betel. Questo però non risolse il problema di avere più spazio per la filiale.

Un improvviso cambiamento di circostanze sembrò indicare qual era la volontà di Geova. Felix prosegue: “Tutto a un tratto il proprietario più vicino a noi disse: ‘Intendiamo vendere la proprietà: 1.000 metri quadrati. Vorremmo venderla a voi’. Perciò il Corpo Direttivo ci disse di comprarla. Pensammo che fosse sufficiente, ma quando presentammo i progetti alla sede mondiale ci dissero: ‘Dovreste cercare un altro terreno. Ve ne occorre uno un po’ più grande’.

“Subito dopo un medico e un avvocato vennero a dirci: ‘Vorremmo vendervi la nostra proprietà’. Erano altri 1.000 metri quadrati. Poi anche una donna che possedeva circa un ettaro nelle vicinanze decise di vendere a un prezzo molto ragionevole. Ormai pensavamo di avere terreno a sufficienza, ma la sede mondiale disse: ‘Trovatene dell’altro’”.

Poi arrivò un aiuto inaspettato. Il medico e l’avvocato che ci avevano venduto la loro proprietà andarono dagli altri vicini e li convinsero a vendere la loro terra. A uno a uno offrirono la loro proprietà alla filiale. Dopo aver acquistato quasi tutte le proprietà vicine, si fece un’altra proposta alla sede mondiale. La risposta fu di nuovo: “Ve ne occorre di più”. I fratelli pensavano: ‘Adesso cosa possiamo fare? Abbiamo esaurito tutte le possibilità nelle vicinanze’.

Più o meno in quel periodo arrivò una telefonata a proposito della proprietà di quell’uomo d’affari che in precedenza aveva detto: “I cinesi non vendono”. Ora la proprietà era in vendita! Felix spiega: “Io e il fratello Leach appurammo che non interessava a nessun altro, perciò l’acquistammo a un prezzo molto conveniente. Sembra proprio che ci fosse la mano di Geova”. Si aggiunse un altro ettaro di terreno e, finalmente, la sede mondiale disse: “Ne avete abbastanza per cominciare a progettare la costruzione”.

Man mano che il tempo passava e le condizioni cambiavano, fu evidente che il podere a San Pedro non era più necessario. Gran parte dei viveri per la famiglia Betel si potevano acquistare all’ingrosso a prezzi inferiori al costo per produrli al podere. Perciò si decise di venderlo. Entro il 1991 era nelle mani di un nuovo proprietario. I proventi della vendita servirono a sostenere parte dei costi dei nuovi edifici della filiale.

Il nuovo complesso della filiale

Il terreno di proprietà della filiale era oltre il triplo del lotto originale di un ettaro acquistato nel 1947. Con l’aiuto dell’Ufficio Progetti di Zona presso la filiale giapponese dei testimoni di Geova si preparò il progetto e il lavoro di sistemazione del terreno iniziò a metà del 1988. Bisognava abbattere alcuni vecchi edifici di legno. I nuovi avrebbero incluso un edificio residenziale di 11 piani e un grande stabilimento di 2 piani. Sul posto sarebbe sorta una Sala del Regno.

Oltre ai diplomati di Galaad incaricati di dare una mano, quasi 300 fratelli e sorelle provenienti da cinque paesi vennero per aiutare nella costruzione. Alcuni vennero per un lungo periodo di tempo come servitori internazionali, altri temporaneamente come volontari internazionali. Gli abitanti della zona erano stupefatti vedendo che persone di altri paesi venivano a dare una mano. Rimasero ancora più sorpresi quando seppero che la maggioranza di loro erano venuti a proprie spese. Fratelli e sorelle locali contribuirono a creare un’atmosfera di unità internazionale.

La direttiva di Geova fu evidente man mano che la costruzione procedeva, come lo era stata per l’acquisto del terreno. Per esempio, nelle Filippine solo una ditta trattava il tipo di copertura che occorreva per il tetto degli edifici. Tuttavia l’ordinazione della filiale era la 301a nella lista di attesa della ditta. I fratelli presero un appuntamento per parlare direttamente con il vicepresidente e gli spiegarono la natura volontaria della nostra opera. Il consiglio di amministrazione della ditta si riunì, diede il benestare alla richiesta dei fratelli e spostò la loro ordinazione al primo posto nella lista di produzione. Poco dopo che il materiale era stato consegnato, gli operai di quella ditta si misero in sciopero.

I numerosi fratelli che parteciparono ai lavori di costruzione della filiale manifestarono un ottimo spirito. Circa 600 volontari venivano ogni settimana dalle congregazioni vicine per dare una mano. Difatti circa un terzo del lavoro fu compiuto da questi volontari.

Furono osservate elevate norme per l’edilizia. Dal momento che le isole delle Filippine si trovano in una zona sismica, i fratelli che prepararono il progetto si assicurarono che l’edificio di 11 piani potesse resistere a forti scosse. Come erano diversi questi edifici di ottima qualità dalle costruzioni precedenti, una delle quali era stata eretta negli anni ’20! Le più vecchie furono abbattute per far posto alle nuove.

Finalmente, il 13 aprile 1991 si svolse il programma della dedicazione della filiale. Al discorso della dedicazione pronunciato da John Barr del Corpo Direttivo assisterono 1.718 persone. Furono invitati i fratelli e le sorelle che servivano Geova da oltre 40 anni, i quali si goderono il programma insieme a ospiti provenienti da dieci paesi. L’indomani, grazie a un collegamento via cavo, 78.501 persone assisterono a un programma spiritualmente edificante in sei località dell’arcipelago.

Filippini all’estero come servitori internazionali

Durante la costruzione della filiale servitori internazionali di altri paesi insegnarono il mestiere ai fratelli filippini. Hubertus Hoefnagels, che addestrò altri, osserva: “Molti fratelli locali sono pieni di zelo, e sono stati capaci di mettere in pratica quello che imparavano”. Di conseguenza, quando terminarono i lavori nelle Filippine, alcuni fratelli che erano stati addestrati poterono andare all’estero come servitori internazionali per dare una mano nella costruzione di filiali in altri paesi, specie nel Sud-Est asiatico.

Uno di questi è Joel Moral, della provincia di Quezon. Inizialmente era arrivato al cantiere della filiale a Manila con l’idea di offrirsi di lavorare per una settimana. Il suo aiuto, però, era necessario, e gli fu chiesto di rimanere. Benché non avesse una grande esperienza nell’edilizia, il lavoro alla costruzione della filiale gli permise di imparare dai servitori internazionali stranieri e di qualificarsi rapidamente.

Ancor prima che finissero i lavori nelle Filippine, fu necessario dare una mano per costruire una nuova filiale in Thailandia. Joel dice: “Non me l’aspettavo, ma fui invitato ad andare in Thailandia. L’esperienza nel campo dell’edilizia fatta nelle Filippine fu molto utile in vista del lavoro internazionale”. Rimase per più di un anno ad aiutare nella costruzione in Thailandia.

Joshua e Sara Espiritu si conobbero mentre lavoravano entrambi alla costruzione della filiale nelle Filippine. Si sposarono poco dopo la dedicazione della filiale e si prefissero di diventare servitori internazionali. Alcuni mesi dopo furono invitati a partecipare a lavori di costruzione in altri paesi. Da allora hanno servito in cinque paesi: tre in Asia e due in Africa. Joshua dice dell’esperienza fatta quando era ancora nelle Filippine: “Mentre lavoravamo con i fratelli di altri paesi imparavamo il mestiere. Adesso potevamo condividere con altri la conoscenza che avevamo”. Quando venivano mandati in altri paesi dicevano ai fratelli del posto: “Noi non rimarremo sempre qui. Un domani continuerete voi il lavoro”. In quanto al suo obiettivo quando va in altri paesi, Joshua spiega: “Non andiamo lì solo per lavorare, ma in realtà cerchiamo di insegnare ai fratelli”.

Naturalmente per andare in altri paesi bisogna essere flessibili. Jerry Ayura, che venne mandato in diversi posti, fra cui Thailandia, Samoa Occidentali e Zimbabwe, spiega: “Ho imparato che Geova si serve di persone di ogni tipo. Le amiamo perché Geova le ama”. Come sono felici questi fratelli filippini di avere una parte nell’opera di Geova su scala internazionale!

I disordini non fermano l’opera

Per fare della gioia di Geova la propria fortezza bisogna rimanergli leali, anche nei momenti difficili. Nelle Filippine i servitori di Geova hanno avuto molte opportunità di dimostrarlo.

La legge marziale fu abrogata il 17 gennaio 1981, ma i disordini continuarono negli anni ’80. Nel febbraio 1986 cambiò il governo. Tuttavia il passaggio dei poteri fu relativamente pacifico e persino le congregazioni che si trovavano dove ebbe luogo la rivoluzione continuarono senza interruzione a tenere le adunanze e a predicare. Passando vicino ai rivoluzionari, i proclamatori notarono sacerdoti e monache che si mescolavano alla folla incitandola all’azione.

Il nuovo governo effettuò immediatamente alcuni cambiamenti, ma i disordini non cessarono. Nei primi tre anni dopo la sua ascesa al potere ci furono diversi tentativi di colpo di stato, alcuni sanguinosi. Una volta, durante la costruzione della filiale, gli operai locali e stranieri rimasero sorpresi vedendo oltre la città dei militari disertori che bombardavano il loro stesso accampamento. Gli scontri duravano relativamente poco, ma si rese necessario incoraggiare alcune congregazioni a radunarsi in Sale del Regno situate in luoghi più sicuri.

In alcune zone di Mindanao gli scontri fra le truppe governative e le forze dell’opposizione sono continuati per molti anni. Nell’opera di ministero i fratelli dovevano agire con prudenza e confidare in Geova. Renato Dungog, diplomato della Scuola di Addestramento per il Ministero e ora sorvegliante di circoscrizione, serviva in una zona in cui ci sono stati molti scontri. Una volta, mentre aspettava una barca, un soldato gli chiese: “Dove vai?”

Renato spiegò: “Sono un ministro viaggiante dei testimoni di Geova. Due volte l’anno visito i fratelli per rafforzarli e per predicare insieme a loro”.

Il soldato rispose: “Dio deve essere con te, altrimenti saresti stato ucciso”. Perciò, nonostante le agitazioni, i fratelli continuano la loro opera confidando in Geova, e sono rispettati per questo.

Si torna in tribunale per la questione del saluto alla bandiera

I ragazzi hanno dovuto dar prova di lealtà a Dio. L’11 giugno 1955 il presidente Ramon Magsaysay approvò il disegno di legge n. 1265 che esigeva che tutti gli alunni delle scuole pubbliche e private facessero il saluto alla bandiera delle Filippine. I figli dei testimoni di Geova si comportarono secondo coscienza, come fanno i giovani Testimoni in tutto il mondo. (Eso. 20:4, 5) Pur rispettando l’emblema nazionale, non possono in coscienza partecipare a quello che considerano un atto di devozione religiosa rivolto a un oggetto. Quando a Masbate i figli della famiglia Gerona furono espulsi da scuola per non avere salutato la bandiera, ne risultò il caso che nel 1959 fu presentato alla Corte Suprema delle Filippine. La corte, però, non riconobbe la posizione assunta per motivi religiosi dai testimoni di Geova. Sostenne che la bandiera “non è un’immagine” e che “non ha assolutamente nessun significato religioso”. Quindi la corte si assunse il diritto di stabilire per legge quello che è religioso e quello che non lo è.

Naturalmente questo non cambiò le convinzioni dei Testimoni, che rimasero fedeli ai princìpi scritturali. La decisione della corte creò qualche difficoltà, ma non così grave come ci si poteva aspettare.

Il saluto alla bandiera non fu un problema finché la decisione della corte non fu incorporata nella costituzione del 1987. Dopo di che, nel 1990, nella zona di Cebu diversi figli di testimoni di Geova furono espulsi da scuola. Un direttore didattico fu inflessibile nel far rispettare la sentenza e le espulsioni si moltiplicarono.

I mezzi d’informazione ne parlarono. Allora un comitato per la difesa dei diritti umani si interessò dei ragazzi a cui era negato il diritto di farsi un’istruzione. Sembrava che rispetto al 1959 l’atteggiamento fosse cambiato. Era arrivato il momento stabilito da Geova per dibattere di nuovo la questione apertamente? Ernesto Morales, in quel tempo anziano a Cebu, osservò: “Direttori di giornali, giornalisti, educatori e altri ci sollecitavano a portare la cosa in tribunale”. Vennero consultati il Reparto Legale della filiale e quello della sede mondiale e si decise di fare causa.

Il Tribunale Regionale, e poi la Corte d’Appello, pronunciarono però sentenze sfavorevoli, perché non volevano opporsi alla sentenza emessa nel 1959 dalla Corte Suprema nel caso Gerona. L’unico modo per risolvere il problema sarebbe stato ripresentare la cosa alla Corte Suprema. Questa sarebbe stata disposta a prenderla in esame? La risposta fu affermativa. Felino Ganal, un avvocato testimone di Geova, si assunse il compito di presentare il caso alla più alta corte. Nel giro di qualche giorno la Corte Suprema ingiunse che tutti i ragazzi espulsi da scuola venissero riammessi, in attesa che si arrivasse a un verdetto.

Entrambe le parti depositarono delle memorie. Dopo attento esame, la Corte Suprema annullò la sentenza del 1959 e sostenne il diritto dei figli dei testimoni di Geova di astenersi dal salutare la bandiera, recitare il giuramento di fedeltà e cantare l’inno nazionale. La corte spiegò l’importante decisione: “L’idea che qualcuno possa essere costretto a salutare la bandiera, . . . pena... l’espulsione dalla scuola, è estranea alla coscienza dell’attuale generazione di filippini, la quale sin dall’infanzia ha fatto sua la Dichiarazione dei diritti del cittadino che tutela il diritto alla libertà di parola nonché il diritto di professare liberamente la propria religione e di esercitarne il culto”. La corte stabilì inoltre che l’espulsione dei testimoni di Geova dalle scuole avrebbe violato “il loro diritto . . . , sancito dalla costituzione del 1987, all’istruzione gratuita”. Il quotidiano Manila Chronicle dichiarò: “La Corte Suprema corregge 35 anni di ingiustizie ai danni dei testimoni di Geova”.

La parte avversa presentò una proposta di riesame, ma il 29 dicembre 1995 la Corte Suprema la respinse. Quindi la sentenza è valida. Che vittoria per il popolo di Geova!

L’opera continua nonostante le calamità

Come si è detto all’inizio, le Filippine sono spesso soggette a calamità. Ricordiamone alcune che hanno colpito i fratelli.

Terremoti: Dal momento che si trovano nel punto di collisione di due importanti placche tettoniche, le isole sono soggette a terremoti. Secondo una fonte autorevole ogni giorno si verificano almeno cinque terremoti, con molte altre scosse minori impercettibili agli esseri umani. La maggior parte dei terremoti non turba la vita, ma ogni tanto scosse particolarmente forti causano devastazioni.

Alle 16,26 del 16 luglio 1990 uno di questi terremoti con forti scosse di assestamento si verificò vicino a Cabanatuan, città situata nella parte centrale dell’isola di Luzon. Ne risentì pesantemente anche la provincia di Benguet. Alcune scuole e alberghi crollarono facendo delle vittime.

In quel momento Julio Tabios, il sorvegliante di distretto della zona, era in viaggio con la moglie, diretto a un’assemblea di circoscrizione in una zona montuosa del Benguet. Un fratello che andava con il camion a vendere verdura a Baguio diede loro un passaggio. Dopo aver percorso tortuose strade di montagna, arrivarono a una strettoia dove dovettero lasciar passare un veicolo che veniva dalla direzione opposta. Proprio in quel momento, dalla montagna cominciarono a cadere dei massi. Si resero conto che c’era un forte terremoto. Julio dice: “Il fratello riuscì a far arretrare il camion fino a uno slargo, dopo di che un grosso masso cadde con un tonfo proprio nel punto in cui ci trovavamo prima. Come eravamo grati di essere salvi! Qualche attimo dopo ci fu una seconda scossa e vedemmo un enorme masso vicino a noi tremare come se stesse ballando”. Franarono interi pendii dei monti.

La frana aveva bloccato la strada. L’unico modo per raggiungere il luogo dell’assemblea, o qualsiasi altro luogo, era viaggiare a piedi sui monti. Al calare della notte trovarono alloggio in casa di una persona gentile. L’indomani scalarono una montagna per arrivare a destinazione. Per via contattarono diversi fratelli che si aiutavano a vicenda per far fronte agli effetti del terremoto. Finalmente, dopo aver percorso pericolosi sentieri di montagna, arrivarono a Naguey, dove si doveva tenere l’assemblea. Julio racconta: “Quante lacrime di gioia versarono i fratelli, che non speravano più che arrivassimo! Anche se eravamo molto stanchi, fummo ristorati vedendo i fratelli e le sorelle salutarci felici”. Nonostante il terremoto, molti avevano fatto lo sforzo di essere lì, mostrando grande apprezzamento per le cose spirituali.

Forse ricorderete che all’epoca erano in costruzione i nuovi edifici della filiale. Anche se l’edificio residenziale non era ancora finito, il terremoto del 1990 lo sottopose alla prima prova di resistenza. Il movimento ondulatorio fece venire il mal di mare ad alcuni beteliti, ma l’edificio resistette proprio come era stato progettato e superò indenne le forti scosse.

Alluvioni: A causa del clima umido tropicale, la maggior parte del paese riceve abbondanti precipitazioni. Certe zone sono particolarmente soggette alle alluvioni. Leonardo Gameng, che ha svolto servizio a tempo pieno per oltre 46 anni, ricorda: “Dovemmo percorrere tre chilometri a piedi con il fango fino alle ginocchia”. Juliana Angelo è stata pioniera speciale in territori della provincia di Pampanga che sono soggetti a inondazioni. “Per portare il messaggio del Regno agli interessati”, dice, “usavamo piccole barche a remi. Il fratello che rema deve avere la vista buona per evitare gli alberi dove si annidano serpenti pronti a lasciarsi cadere nella barca”. Corazon Gallardo, pioniera speciale dal 1960, trascorse molti anni nella provincia di Pampanga. A volte non c’erano barche, e ricorda di aver dovuto camminare nell’acqua che le arrivava quasi alle spalle. Nonostante simili difficoltà, conserva un ottimo spirito. Ha imparato a sapersi adattare e a confidare in Geova, certa che non dimenticherà mai i suoi leali.

Da che i lahar del Pinatubo hanno riempito molte zone pianeggianti, nella provincia di Pampanga le alluvioni sono più gravi perché adesso l’acqua si riversa altrove. Generoso Canlas, un sorvegliante di circoscrizione della zona, dice che a motivo dell’acqua spesso è stato necessario portare gli stivali o andare scalzi nel servizio di campo. Comunque, nonostante gli inconvenienti, i fratelli vanno avanti.

Dove le alluvioni sono particolarmente gravi e intere comunità vengono colpite, i testimoni di Geova si aiutano fra loro e aiutano anche altri. Quando accadde questo a Davao del Norte, nelle Filippine meridionali, le autorità cittadine apprezzarono tanto l’aiuto che approvarono una risoluzione per esprimere la loro gratitudine.

Eruzioni vulcaniche: Nelle Filippine ci sono molti vulcani, ma quello che attirò l’attenzione mondiale fu il Pinatubo. Nel giugno 1991 ci fu un’eruzione con una spettacolare nube a forma di fungo. Si passò letteralmente dal giorno alla notte. Alcuni pensarono che fosse l’inizio di Armaghedon. La cenere ricadde a ovest fino alla Cambogia. In poco tempo il Pinatubo eruttò 6.650 milioni di metri cubi di materiale piroclastico. Il peso della cenere fece crollare tetti e persino interi edifici. Gran parte del materiale eruttato si trasformò in lahar, immense colate di melma che spazzarono via alcune case e ne seppellirono altre. Sia la cenere che i lahar arrecarono gravi danni e distrussero Sale del Regno e case di fratelli. Julius Aguilar, che allora era pioniere regolare a Tarlac, dice: “La nostra casa rimase completamente sepolta sotto la cenere”. La famiglia fu costretta a trasferirsi.

Pedro Oandasan, che era sorvegliante di circoscrizione nella zona, riferisce: “I fratelli non trascurarono mai il servizio e l’adorazione di Geova. C’era sempre oltre il 100 per cento di presenze. Inoltre il lahar non soffocò l’amore dei fratelli per l’opera di predicazione. Continuammo a predicare agli sfollati e persino nelle zone devastate”.

Disastri del genere offrono occasioni per dimostrare amore cristiano. Durante e dopo l’eruzione del Pinatubo, i fratelli si aiutarono l’un l’altro nell’evacuazione. La filiale inviò prontamente un camion carico di riso che, dopo essere stato scaricato, servì per evacuare i fratelli dalle cittadine colpite. Appena i fratelli di Manila furono informati della necessità, immediatamente mandarono fondi e indumenti. A Betis, nella provincia di Pampanga, fratelli giovani si organizzarono per aiutare le vittime. Fra coloro che soccorsero c’era una interessata il cui marito era contrario alla verità. Quando quei giovani fratelli aiutarono a ricostruire la loro casa, il marito rimase così colpito che adesso è un Testimone.

Tifoni: Di tutte le perturbazioni atmosferiche del paese, quelle che causano più danni sono i tifoni, o cicloni tropicali. In media, circa 20 tifoni colpiscono l’arcipelago ogni anno. I tifoni variano per intensità, ma sono caratterizzati da forti venti e abbondanti precipitazioni. Spesso sono abbastanza violenti da distruggere edifici. Inoltre distruggono i raccolti, privando gli agricoltori dei mezzi di sussistenza.

Più volte case e raccolti di Testimoni hanno subìto danni. È straordinario come i fratelli generalmente non si perdono d’animo e vanno avanti. In alcune parti del paese i tifoni sono così frequenti da essere quasi una cosa normale. In modo lodevole i fratelli hanno imparato a tirare avanti, e affrontano i problemi della vita uno alla volta. (Matt. 6:34) Certo, quando quelli delle zone vicine sentono che alcuni sono nel bisogno, inviano spontaneamente viveri o denaro per aiutarli. Qualche volta, dopo tifoni eccezionalmente violenti, i sorveglianti viaggianti contattano la filiale, che organizza prontamente i soccorsi.

Consegna della letteratura biblica

Poiché le Filippine sono una nazione formata da molte isole, è sempre stato un problema far pervenire alle congregazioni la letteratura in tempo utile e in buone condizioni. Per molti anni si ricorreva al sistema postale. Spesso, però, La Torre di Guardia e Il ministero del Regno non arrivavano in tempo per studiarli alle adunanze.

Jehu Amolo, che lavora nel Reparto Spedizioni della filiale, ricorda cosa sollecitò il cambiamento, e spiega: “A parte il problema del ritardo nelle consegne, nel 1997 le tariffe postali aumentarono”. Visto che ogni due settimane si spedivano circa 360.000 riviste, si trattava di una grossa somma di denaro.

Venne presentata al Corpo Direttivo la proposta che la letteratura venisse consegnata dai fratelli della filiale. Dopo attento studio la proposta fu approvata. Nell’isola di Luzon i camion partono direttamente dalla filiale. Ma poiché altre zone sono separate dal mare, la filiale si serve di un corriere affidabile per inviare riviste e letteratura in determinati punti in tutto l’arcipelago. Da questi depositi dei camionisti le trasportano fino ai luoghi di consegna. Quando i camionisti sono lontani dal loro punto di partenza, i fratelli sono felici di ospitarli in casa loro affinché possano riposarsi prima di continuare il viaggio.

A parte il vantaggio economico, i fratelli sono entusiasti di avere le pubblicazioni necessarie in tempo e in ottime condizioni. Un altro beneficio è che si sentono più vicini all’organizzazione grazie ai contatti regolari con fratelli della filiale. Molti sono incoraggiati anche solo vedendo passare il camion su cui spicca la scritta Watch Tower.

Questa disposizione in certo qual modo ha dato un’ulteriore testimonianza. Per esempio, una volta mentre si faceva una consegna nella regione dei bicol, nella parte meridionale di Luzon, ci fu un’alluvione. I veicoli venivano bloccati dall’acqua alta sulla strada. Perciò un camion di letteratura si fermò davanti alla casa di un fratello. Quando i componenti della famiglia lo videro, dissero ai camionisti: “Entrate, mangiate qualcosa e rimanete qui finché l’acqua non sia calata”.

I camionisti che non erano Testimoni non sapevano dove andare a mangiare o dormire. Quando videro cosa succedeva, chiesero ai camionisti della Betel: “In che rapporti siete con questa gente?”

I fratelli risposero: “Sono nostri fratelli spirituali”.

Gli altri camionisti replicarono: “Ecco come sono i Testimoni! Anche se si sono appena conosciuti, si fidano l’uno dell’altro”.

Oltre i confini

Ora osserviamo brevemente i molti filippini che vivono all’estero. All’epoca della massima espansione dell’impero britannico, si diceva che “il sole non tramontava mai” sui suoi domini. Adesso qualcuno dice: “Il sole non tramonta mai sui filippini”. Le Filippine sono una piccola nazione, ma in ogni parte del mondo ci sono filippini. Per motivi di lavoro o di altro genere, centinaia di migliaia di filippini sono andati in altri paesi. In che modo questo ha permesso ad alcuni di conoscere la verità della Bibbia? E coloro che erano già Testimoni, come hanno aiutato altri?

Ricardo Malicsi lavorava negli aeroporti come consulente nel campo della sicurezza. Poiché il suo lavoro lo portava in molti paesi, lui e la moglie approfittavano delle circostanze per diffondere la buona notizia in paesi in cui c’erano pochissimi proclamatori. Infatti in alcuni di questi paesi l’opera di predicazione era soggetta a restrizioni. Mentre si trovavano in posti come Bangladesh, Iran, Tanzania e Uganda, furono felici di aiutare diverse persone a conoscere Geova. In alcuni casi furono di valido aiuto per stabilire congregazioni. Alcuni altri paesi in cui lavorarono e predicarono sono Laos, Myanmar e Somalia. Fecero questo per 28 anni, finché Ricardo andò in pensione. Come sono felici di aver dato questo ottimo contributo alla divulgazione della buona notizia in campi così lontani!

Altri non erano Testimoni quando lasciarono le Filippine per lavorare all’estero, ma lì trovarono la verità. Una cattolica, Rowena, andò dapprima a lavorare nel Medio Oriente. Lì cominciò a leggere la Bibbia. In seguito trovò lavoro a Hong Kong, dove migliaia di filippini lavorano come collaboratori domestici. Essa dice: “Ogni sera pregavo Dio di farmi incontrare le persone giuste che mi indirizzassero al Regno di Dio”. Quella preghiera fu esaudita quando due missionari, John e Carlina Porter, contattarono Rowena e la aiutarono a studiare la Bibbia. Rowena scrisse alla filiale delle Filippine per raccontare la sua esperienza e anche per chiedere che qualcuno visitasse suo marito, rimasto nelle Filippine, per spiegargli il messaggio della Bibbia.

Gli emigrati filippini costituiscono grosse comunità in diversi altri paesi. All’inizio del secolo scorso nelle piantagioni delle Hawaii scarseggiava la manodopera e furono molti filippini a fornirla. Alcuni dei primi che accettarono la verità nelle Hawaii erano immigranti filippini. Oggi nelle Hawaii ci sono dieci congregazioni ilocane e una tagalog.

Migliaia di filippini vivono negli Stati Uniti. Fra loro ci sono molti Testimoni. La prima congregazione filippina fu formata a Stockton (California) nel 1976. La filiale degli Stati Uniti riferisce: “Nel campo filippino c’è un ottimo progresso, e il 3 settembre 1996 si formò la prima circoscrizione filippina”. Nell’anno di servizio 2002 c’erano 37 congregazioni filippine con circa 2.500 proclamatori che dipendevano dalla filiale degli Stati Uniti. Inoltre ci sono congregazioni o gruppi tagalog in Alaska, Australia, Austria, Canada, Germania, Guam, Italia e Saipan.

Anche se si trovano in altri paesi, questi filippini ricevono il cibo spirituale grazie all’impegno dei fratelli che si trovano nelle Filippine, dato che tutto il lavoro di traduzione delle pubblicazioni nelle loro lingue viene svolto alla filiale di Manila. Inoltre in alcuni paesi, fra cui Guam, Hawaii e Stati Uniti, anche il programma delle assemblee è presentato in ilocano o in tagalog. Tutto il materiale tradotto per queste assemblee, inclusa la registrazione dei drammi, viene dalle Filippine.

Si raggiungono altri gruppi linguistici

In tutte le isole le popolazioni che parlano lingue locali hanno, in massima parte, ricevuto una buona testimonianza. In anni recenti, però, si è cercato di raggiungere chi in precedenza non aveva ricevuto una completa testimonianza. — Rom. 15:20, 21.

Per molti anni nelle Filippine ci sono state poche congregazioni di lingua inglese. Anche se quasi tutti i filippini conoscono un po’ l’inglese, la maggioranza non lo parla bene. Eppure in alcune località c’era necessità di tenere adunanze in inglese. Alla fine degli anni ’60 i fratelli notarono questo problema vicino alla base aerea americana nella provincia di Pampanga. Sorelle sposate con militari di stanza lì non parlavano una lingua locale. I fratelli aiutarono a organizzare adunanze in inglese, che per molti anni furono di grande aiuto a chi si trovava in quella zona.

Un problema simile sorse a Metro Manila. Una sorella americana visse lì dalla fine degli anni ’70 all’inizio degli anni ’80. Pacifico Pantas, anziano della congregazione tagalog a cui lei si associava, dice: “Mi dispiaceva per lei perché assisteva regolarmente alle adunanze, ma capiva ben poco”. Presto in quella congregazione arrivarono anche altri americani. Fu suggerito di tenere il discorso pubblico e lo studio Torre di Guardia in inglese. Si fece questo e il fratello Pantas prese l’iniziativa. In seguito si aggiunsero altre adunanze e altri furono invitati a dare una mano. David e Josie Ledbetter, che servivano alla filiale, accettarono l’invito. Le cose sono procedute bene nel corso degli anni e da quell’unico gruppetto si è arrivati a due congregazioni inglesi.

Le congregazioni inglesi hanno aiutato molti, tra cui Monica, che aveva cominciato a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova in California. I suoi genitori, cattolici convinti, erano estremamente contrari. Decisero di mandare Monica nelle Filippine, in un ambiente cattolico. La madre la accompagnò a Manila e la lasciò senza passaporto a casa della nonna cattolica. Anche se avesse trovato una congregazione, non avrebbe potuto continuare lo studio poiché, essendo cresciuta negli Stati Uniti, non conosceva il tagalog. Tuttavia la sorella che studiava con lei in California chiamò Josie Ledbetter per assicurarsi che qualcuno si mettesse in contatto con Monica. Josie le disse che c’era una congregazione inglese. Era proprio quello di cui Monica aveva bisogno! Josie dice: “Durante i sei mesi di ‘esilio’ nelle Filippine, Monica si battezzò. Due settimane dopo il battesimo la madre le restituì il passaporto e le disse di tornare a casa. Ormai Monica era una Testimone”. Come era grata che ci fosse una congregazione inglese!

C’è stato anche un altro vantaggio. I fratelli hanno raggiunto zone in cui non avevano mai lavorato. A Metro Manila ci sono quartieri abitati dai ricchi e molti di loro parlano inglese. Quindi l’inglese è stato utile per aprire la porta di questi territori.

Si è cercato di curare anche il territorio cinese. A metà degli anni ’70 si formò un gruppo per lo studio di libro in lingua cinese, che si teneva in un negozio di calzature gestito da Cristina Go. Il gruppo, però, era molto piccolo e aveva bisogno di aiuto.

Elizabeth Leach, che venne nelle Filippine quando sposò il missionario Raymond Leach, aveva servito a Hong Kong per 16 anni. La sua conoscenza del cantonese e l’esperienza fatta nell’aiutare dei cinesi a conoscere la verità furono molto utili. Più o meno in quel periodo Esther Atanacio (ora So) fu una delle due pioniere speciali mandate in quel territorio. Esther ricorda: “Quando iniziammo a predicare nella zona, la gente non sapeva chi fossero i testimoni di Geova”. Comunque, un po’ alla volta la comunità cinese di Manila fece la conoscenza del nome e del popolo di Geova.

Le pioniere conoscevano il cantonese, ma dovettero imparare un altro dialetto, dato che il principale dialetto cinese parlato a Manila è quello del Fukien. Ching Cheung Chua, un giovane da poco nella verità che si era unito al gruppo, conosceva questo dialetto e servì come interprete alle prime adunanze.

Il gruppo fece gradualmente progresso e nell’agosto 1984 si formò una piccola congregazione. Ci sono ancora molte difficoltà, ma coloro che danno una mano sono felici di predicare in questo territorio che in passato non aveva ricevuto completa testimonianza.

Persino i sordi “odono”

Col tempo fu evidente che Geova desiderava si prestasse attenzione a un altro territorio e a un’altra lingua ancora: quella dei sordi. Fino ai primi anni ’90 nelle Filippine non c’era praticamente nessuna disposizione per aiutare i sordi a conoscere Geova. Pochissimi di loro si associavano alle congregazioni, tranne alcune eccezioni. Per esempio, Manuel Runio, la cui madre era una Testimone, fu aiutato a conoscere la verità biblica da una sorella che studiò assiduamente con lui per iscritto. Nel 1976 si battezzò. Nell’isola di Cebu le gemelle Lorna e Luz, che erano sorde, appresero il messaggio della Bibbia da uno zio cieco. Come poté un pioniere cieco insegnare a delle sorde? Si servì di illustrazioni facendosi aiutare da un cugino. Questi inoltre traduceva le sue parole in segni che le gemelle potevano capire, dato che non avevano studiato formalmente la lingua dei segni. Entrambe si battezzarono nel 1985. Si trattò comunque di pochi casi sporadici.

Diversi avvenimenti concorsero all’apertura di questo territorio. Verso la metà del 1993 i missionari Dean e Karen Jacek erano alla Betel di Brooklyn per un addestramento, e i fratelli che lavoravano al Servizio Traduzioni chiesero cosa si facesse nelle Filippine per aiutare i sordi. Intanto una sorellina si era iscritta a un corso di lingua dei segni per comunicare con un’amica sorda figlia di Testimoni. Inoltre Liza Presnillo e le pioniere sue compagne incontravano dei sordi nel territorio di Navotas (Metro Manila), ma non riuscivano a comunicare con loro. Le pioniere stavano pensando di studiare la lingua dei segni per portare il messaggio del Regno ai sordi.

La filiale seppe che una pioniera regolare di Manila, Ana Liza Acebedo, lavorava in una scuola per i sordi ed era una dei pochi Testimoni delle Filippine che avesse una buona conoscenza della lingua dei segni. Le fu chiesto se sarebbe stata disposta a insegnarla ad alcuni beteliti.

La sua risposta fu sì! Spesso si era chiesta come si sarebbe potuto dare testimonianza a tutti i sordi. Fu iniziato un corso a cui parteciparono beteliti e pionieri regolari locali. Le sorelle di Navotas si erano già iscritte a un corso di lingua dei segni e continuarono con quello.

Le cose procedettero quindi molto rapidamente. Nel giro di sei mesi in tre congregazioni di Metro Manila si traduceva nella lingua dei segni. Nel 1994 si dispose di farlo per la prima volta alle assemblee. Uno dei primi obiettivi fu aiutare i ragazzi sordi figli di Testimoni. Diversi furono fra i primi sordi che si battezzarono. Manuel Runio, che per anni aveva assistito fedelmente alle adunanze senza la traduzione nella lingua dei segni, fu felice di beneficiare di queste nuove disposizioni.

Presto da altre parti del paese fu chiesto aiuto. Liza Presnillo e un’altra sorella sua compagna furono mandate a Olongapo per lavorare nel territorio dei sordi come pioniere speciali temporanee, e aiutarono molti. A metà del 2002 c’erano dei gruppi in 20 comuni fuori Manila. Una pietra miliare nell’aprile 1999 fu la formazione della congregazione nella lingua dei segni di Metro Manila, la prima del paese. Joel Acebes, uno dei beteliti che aveva seguito il primo corso di lingua dei segni e che ora è un anziano di questa congregazione, dice: “Siamo felici di essere stati impiegati da Geova in questa opera così importante”. Sì, anche i sordi “odono” il messaggio del Regno. È davvero rallegrante vedere il progresso in questo territorio che non era stato lavorato.

Occorrono locali più grandi

Con i nuovi territori che si iniziarono a lavorare negli anni ’90 e quelli vecchi che venivano percorsi ancor più sistematicamente, si è avuto un aumento costante nel numero dei proclamatori e dei nuovi che si associavano alle congregazioni. Occorrevano sempre più riviste, e più libri e opuscoli che mai sono stati tradotti nelle lingue delle Filippine. Di conseguenza c’è stato un significativo aumento nel personale della filiale per stampare, tradurre, correggere le bozze e provvedere altri servizi necessari per i fratelli e per le congregazioni. Poco dopo che fu ultimato nel 1991, l’edificio residenziale era pieno. Era stato progettato per 250 persone, ma nel 1999 i membri della famiglia Betel erano 350.

Sul terreno della filiale c’era ancora spazio, perciò il Corpo Direttivo approvò la costruzione di un altro edificio residenziale, molto simile a quello ultimato nel 1991. I lavori iniziarono nel 1999 e furono completati alla fine del 2001. Così il numero delle stanze è quasi raddoppiato. C’è anche più spazio adibito a uffici, di cui c’era estremo bisogno per soddisfare le necessità dell’opera in espansione. Le altre strutture includono una lavanderia più grande, un’aula per la Scuola di Addestramento per il Ministero e locali più adatti per la biblioteca. Esperti volontari locali e servitori internazionali si unirono temporaneamente alla famiglia Betel per portare a termine i lavori. Dopo aver ultimato il nuovo edificio, questi volontari rimasero per ristrutturare l’edificio del 1991. Simili progetti richiedono molto lavoro, ma l’obiettivo è uno solo: provvedere i locali necessari per sostenere la divulgazione delle vivificanti verità bibliche.

La Scuola di Addestramento per il Ministero soddisfa un bisogno

Quando nel 1987 fu istituita negli Stati Uniti la Scuola di Addestramento per il Ministero, nelle Filippine molti fratelli cominciarono a pensare: ‘Per noi sarà mai possibile ricevere questo addestramento?’ La risposta arrivò nel 1993, quando fu annunciato che l’anno seguente la scuola sarebbe stata aperta nelle Filippine. Avrebbe provveduto ulteriore addestramento a fratelli qualificati che, essendo anziani o servitori di ministero, avevano una certa esperienza organizzativa. Centinaia di fratelli inoltrarono la domanda di iscrizione.

Due sorveglianti viaggianti e un missionario furono addestrati per insegnare. La prima classe iniziò il corso nel gennaio 1994. Coloro che hanno ricevuto questo addestramento sono diventati più qualificati per servire i fratelli nelle congregazioni. A proposito di un diplomato che si associa con loro, una congregazione ha scritto: “Da quando ha frequentato la scuola il modo in cui tratta le parti alle adunanze è cambiato notevolmente”.

Molti studenti hanno fatto sacrifici economici per beneficiare di questo addestramento spirituale. Ronald Moleño è un perito chimico. Ricevette l’invito alla scuola, ma al tempo stesso una ditta gli offrì un lavoro che gli avrebbe fruttato un cospicuo stipendio, alloggio, assicurazione e altri benefìci. Ronald soppesò le due possibilità e scelse quella spirituale. Ha frequentato la 18classe, si è diplomato e ha continuato il servizio di pioniere. Recentemente è stato invitato a intraprendere il servizio missionario in Papua Nuova Guinea.

Wilson Tepait dopo aver frequentato la prima classe dovette prendere una decisione. Aveva un buon lavoro come insegnante, ma adesso era stato invitato a intraprendere il servizio di pioniere speciale dove c’era maggior bisogno. Egli dice: “Mi piaceva insegnare, ma sapevo pure che gli interessi del Regno dovevano essere la prima cosa nella mia vita”. Accettò l’incarico di pioniere speciale e constatò che Geova benediceva il suo servizio in quel campo. Adesso è sorvegliante di distretto nelle Filippine meridionali.

Quasi tutti gli studenti che frequentano la scuola vengono dalle Filippine. Tuttavia il Corpo Direttivo dispose che ne venissero da altre nazioni asiatiche. Fra i paesi che hanno inviato studenti vi sono Cambogia, Hong Kong, Indonesia, Malaysia, Nepal, Srī Lanka e Thailandia. Alcuni studenti vengono da paesi dove l’opera dei testimoni di Geova è soggetta a restrizioni. Per loro studiare insieme è stata un’esperienza molto edificante. Uno degli istruttori, Anibal Zamora, dice: “Gli studenti che vengono da paesi in cui ci sono restrizioni spiegano come hanno confidato in Geova in ogni situazione. Questo rafforza gli studenti delle Filippine”. A loro volta gli studenti di altri paesi osservano come fratelli filippini di umile origine hanno servito Geova in circostanze avverse.

Nidhu David, uno studente dello Srī Lanka, ha detto: “Saranno sempre ricordi preziosi per me. Sono stati due mesi di addestramento da Geova Dio. Davvero fantastico!”

La scuola si tiene proprio alla filiale. Gli studenti non solo traggono profitto dal programma scolastico, ma imparano anche vedendo in prima persona come è organizzato il lavoro alla filiale. Essendo a contatto con fratelli e sorelle della Betel dalla mentalità spirituale hanno ottimi esempi di fede da imitare. Inoltre i fratelli di paesi con meno proclamatori o dove ci sono restrizioni possono osservare l’organizzazione su vasta scala.

Finora ci sono state 35 classi con 922 diplomati. Dei diplomati filippini, 75 servono attualmente come sorveglianti viaggianti e molti altri come sorveglianti di circoscrizione alternativi nelle 193 circoscrizioni di tutte le isole. Sei lavorano alla Betel e dieci sono missionari in Papua Nuova Guinea e in Micronesia. Centinaia servono come pionieri regolari nel loro territorio o dove c’è maggior bisogno. In soli otto anni da che la scuola è stata inaugurata, più di 65.000 persone si sono battezzate nel paese. C’è un ottimo spirito di pioniere e, in generale, l’aumento nelle congregazioni è evidente. Non si può fare a meno di pensare che questi fratelli hanno messo in pratica quello che hanno imparato alla scuola, contribuendo all’ottimo progresso.

Progresso

In tutte queste isole avvengono cose meravigliose. Fratelli zelanti di quasi 3.500 congregazioni si danno da fare per annunciare la buona notizia del miglior governo che si possa immaginare, il Regno di Dio.

I rapporti recenti sono molto incoraggianti. Negli ultimi sette mesi dell’anno di servizio 2002 ogni mese si è raggiunto un nuovo massimo di proclamatori. Nel mese di agosto 142.124 proclamatori portavano ad altri il messaggio del Regno. Il nome e il proposito di Geova vengono fatti conoscere alla popolazione di numerose isole. I servitori di Geova stanno facendo qualcosa di simile a quanto predetto in Isaia 24:15: ‘Glorificano il nome di Geova nelle isole del mare’.

Fra questi zelanti proclamatori ci sono migliaia di pionieri regolari. Nel 1950 c’erano solo 307 pionieri, ma nell’aprile 2002 erano 21.793. A questi aggiungete i 386 pionieri speciali e i 15.458 che fecero i pionieri ausiliari in quel mese, e avrete un totale di 37.637, cioè il 27 per cento di tutti i proclamatori. Molti altri hanno dimostrato di volersi unire alle file dei servitori di Dio a tempo pieno. Nell’anno di servizio 2002 sono state approvate 5.638 domande di pioniere regolare.

Tutto questo sta portando ottimo frutto. Migliaia di persone continuano a reagire in modo positivo. Nel marzo 2002 i presenti alla Commemorazione sono stati 430.010. Ogni mese si tengono quasi 100.000 studi biblici. Durante l’anno di servizio 2002 si sono battezzati 6.892 nuovi discepoli. Nel 1948 c’era solo 1 Testimone su 5.359 abitanti. Oggi ce n’è 1 su 549. Finché Geova lo concede, ci sono ottime possibilità che altre migliaia di persone si uniscano ai lodatori di Geova in queste isole del mare.

Decisi a continuare

Durante la visita di C. T. Russell nel 1912, alcuni semi di verità furono piantati in suolo filippino. Lentamente ma sicuramente i semi germogliarono e crebbero. Portarono ottimo frutto, man mano che alcuni accettavano la verità ‘in tempo favorevole e in tempo difficoltoso’. (2 Tim. 4:2) Particolarmente dalla seconda guerra mondiale in poi la crescita è accelerata e oggi ci sono decine di migliaia di lodatori di Geova. Come tali, sono gioiosi di onorare il nome di Dio insieme ai circa sei milioni che formano la congregazione mondiale del suo popolo.

Come hanno dimostrato queste pagine, l’opera non è sempre stata facile. Nonostante la bellezza di questa terra, raggiungere gli abitanti di una moltitudine di isole ha messo alla prova la tempra dei proclamatori del Regno. Alcuni affrontano mari burrascosi per raggiungere punti isolati del paese. Molti attraversano la fitta boscaglia sulla cima dei monti per trovare le persone simili a pecore. Anche se le isole delle Filippine sono state colpite da un numero sproporzionato di calamità — terremoti, alluvioni, tifoni ed eruzioni vulcaniche — l’opera dei leali testimoni di Geova non si è fermata.

Essi assomigliano agli israeliti che erano in un paese rinnovato per ristabilire la vera adorazione. Le probabilità erano contro di loro, ma la gioia di Geova era la loro fortezza. Oggi pure i testimoni di Geova hanno dimostrato resistenza e fiducia in Dio. Sanno che Geova è con loro e credono in ciò che dice Salmo 121:7: “Geova stesso ti custodirà da ogni calamità. Egli custodirà la tua anima”. Con il sostegno di Geova, sono impazienti di aiutare quante più persone è possibile prima che questo sistema di cose finisca. Poi non vedono l’ora di insegnare a milioni di risuscitati in tutta la terra, incluse queste 7.100 isole. Allora la bellezza paradisiaca di questo paese splenderà, alla lode del Creatore.

Nel frattempo i testimoni di Geova sono decisi ad andare avanti con la piena fiducia che Geova benedirà la loro opera. Si sforzano di vivere in armonia con le parole del profeta di Dio: “Attribuiscano a Geova gloria, e nelle isole dichiarino pure la sua lode”. — Isaia 42:12.

[Testo in evidenza a pagina 232]

“Dio deve essere con te, altrimenti saresti stato ucciso”

[Riquadro a pagina 153]

Seminati i primi semi di verità

Charles T. Russell e il suo gruppo visitarono le Filippine nel 1912. Anche se era la prima visita di rappresentanti ufficiali della sede mondiale di Brooklyn, le registrazioni indicano che nelle Filippine c’erano già due Studenti Biblici che aiutavano altri a conoscere la verità della Bibbia. Louise Bell, degli Stati Uniti, scriveva:

“Io e mio marito andammo nelle Filippine nel 1908 e lavoravamo come insegnanti. Eravamo gli unici americani nella cittadina di Sibalom. Ordinammo da Brooklyn quintali di volantini, che furono spediti da New York a San Francisco, poi attraverso il Pacifico fino a Manila e di là a Sibalom con le imbarcazioni che facevano servizio fra le isole.

“Distribuivamo i volantini e parlavamo alla gente del posto quando ne avevamo il tempo e l’opportunità. Non tenevamo nessuna registrazione delle ore né della letteratura distribuita. La popolazione era cattolica, ma molti ci ascoltavano volentieri. Eravamo insegnanti e avevamo qualche nozione di medicina, ma soprattutto eravamo messaggeri della buona notizia.

“Viaggiavamo a piedi o a cavallo per strade dissestate. A volte dormivamo per terra su stuoie di bambù e mangiavamo pesce e riso da una ciotola comune.

“Quando il pastore Russell venne a Manila nel 1912, gli mandammo un telegramma”.

La sorella Bell assisté alla conferenza tenuta dal fratello Russell nel Teatro dell’Opera di Manila sul soggetto “Dove sono i morti?”

[Riquadro a pagina 156]

Panoramica delle Filippine

Il paese: Le circa 7.100 isole hanno una superficie di poco più di 300.000 chilometri quadrati e si estendono per circa 1.850 chilometri da nord a sud e per 1.125 da est a ovest. Variano enormemente per dimensioni: la maggiore è poco più grande del Portogallo mentre la più piccola è così piccola che con l’alta marea scompare.

La popolazione: Prevalentemente è di discendenza malese, anche se alcuni hanno origini cinesi, ispaniche o americane.

La lingua: Delle numerose lingue delle Filippine, le più parlate sono il bicol, il cebuano, l’hiligaynon, l’ilocano, il pangasinan, il samar-leyte e il tagalog. Le lingue ufficiali sono l’inglese e il pilipino, che deriva principalmente dal tagalog.

Le risorse economiche: Nelle città la vita è varia, nelle campagne molti sono agricoltori o pescatori. Tra le colture più diffuse ci sono: riso, canna da zucchero, banane, noci di cocco e ananas.

L’alimentazione: Il riso viene servito normalmente a ogni pasto. Pesce e frutti di mare sono molto comuni, insieme a verdura e frutta tropicale.

Il clima: È tropicale, con temperature piuttosto costanti in tutte le isole. Le piogge in genere sono abbondanti.

[Riquadro/Immagine alle pagine 161 e 162]

Intervista con Hilarion Amores

Nato: 1920

Battezzato: 1943

Profilo: Conobbe la verità durante l’occupazione giapponese nella seconda guerra mondiale, quando nel paese c’erano pochi Testimoni.

Mi sono battezzato durante la guerra, quando era ancora possibile predicare di casa in casa. Tuttavia dovevamo essere prudenti perché la gente guardava con sospetto quello che facevamo. Alla fine si dovette scappare in campagna, ma nel 1945 tornammo a Manila.

In quel tempo avevo il privilegio di tradurre in tagalog La Torre di Guardia. Questo significava lavorare anche fino alle due di mattina. Il materiale tradotto veniva ciclostilato e inviato ai gruppi di Testimoni. Ci voleva spirito di sacrificio, ma eravamo molto felici perché i fratelli ricevevano il cibo spirituale.

Da che sono nella verità ho visto che Geova è misericordioso. Si prende veramente cura del suo popolo, sia spiritualmente che materialmente. Ricordo i generi di soccorso inviati nelle Filippine dopo la guerra. Quanti fratelli ricevettero pantaloni, scarpe e altri capi di abbigliamento. Molti pionieri che ne beneficiarono erano così riconoscenti che si impegnarono ancora di più nel servizio a tempo pieno. Geova ha davvero cura del suo popolo, provvedendo tutto quello che è necessario.

[Riquadro/Immagine alle pagine 173 e 174]

Un caro missionario

Neal Callaway

Nato: 1926

Battezzato: 1941

Profilo: Nato in una famiglia di Testimoni, aveva iniziato il servizio a tempo pieno appena finite le superiori. Frequentò la 12classe di Galaad; fu mandato nelle Filippine dove servì come sorvegliante viaggiante.

Neal Callaway era un missionario zelante, molto amato dai fratelli. Coscienzioso nell’opera del Regno e al tempo stesso di temperamento allegro, servì in ogni parte del paese. Qui parla del suo incarico di sorvegliante viaggiante.

“Qualche volta camminavamo per due ore sulle colline per raggiungere il territorio, cantando cantici del Regno. Con un gruppo di 15-20 proclamatori, che cantavano camminando in fila indiana lungo i sentieri, mi rallegravo di tutto cuore di aver accettato di svolgere servizio all’estero.

“Portare la Parola di Dio alle casupole nelle zone rurali, vedere quelle persone umili sedute per terra che ascoltavano ogni parola che si diceva, e poi vederle alla Sala del Regno alla visita successiva: questo mi induceva a impegnarmi ancora di più per parlare del Regno di Dio”.

Neal sposò una sorella di Mindoro, Nenita, e con lei servì fedelmente finché morì nel 1985. I fratelli filippini ne parlano ancora con affetto. Uno ha detto: “Il fratello Callaway era un uomo buono che andava d’accordo con i fratelli. In qualunque situazione sapeva adattarsi”. *

[Nota in calce]

^ par. 342 La biografia del fratello Callaway è stata pubblicata nella “Torre di Guardia” (inglese) del 1° agosto 1971.

[Riquadro/Immagine a pagina 177]

Intervista con Inelda Salvador

Nata: 1931

Battezzata: 1949

Profilo: Mandata in Thailandia come missionaria nel marzo 1967.

Quando seppi che sarei stata mandata in Thailandia provai sentimenti contrastanti. Ero felice, un po’ preoccupata e mi facevo un sacco di domande.

Arrivai il 30 marzo 1967. La lingua mi sembrava strana. È una lingua tonale, con toni bassi, alti, profondi, ascendenti e acuti. È stato difficile impararla, ma sono stata aiutata amorevolmente sia dai fratelli locali che da quelli stranieri.

Dal 1967 al 1987 rimasi a Sukhumwit. Poi fui invitata a trasferirmi in una nuova congregazione. Sembrava difficile perché avrei dovuto lasciare fratelli e sorelle con cui avevo lavorato per 20 anni. Quando andai a Thon Buri la pensavo così. Ma tutto dipende da come si prende la cosa. Dopo 12 anni a Thon Buri, nel 1999 ritornai a Sukhumwit. Altri missionari dissero che sarebbe stato come tornare a casa, ma per me qualsiasi congregazione in cui vengo mandata può essere la mia casa.

[Riquadro/Immagine a pagina 178]

Ricordi di quando imparavamo la lingua

Benito ed Elizabeth Gundayao

Profilo: Benito e sua moglie Elizabeth avevano servito nella circoscrizione nelle Filippine. Nel 1980 furono mandati come missionari a Hong Kong, dove hanno aiutato 53 persone a conoscere la verità.

Imparare il cantonese fu un’impresa per quelli di noi che non conoscevano affatto il cinese. Ci vollero davvero sinceri sforzi, perseveranza e umiltà.

Una volta volevo dire: “Vado al mercato”. In cantonese venne fuori: “Vado al concime di gallina”. Nel servizio di campo mia moglie disse allegramente alla padrona di casa: “Oh, la conosco”. Si riferiva a una sorella che conoscevano entrambe. Ma le sue parole significavano: “Oh, me la mangio”. Che shock per la padrona di casa! Le esperienze che abbiamo avuto nel campo cinese ci sono molto care.

[Riquadro/Immagine alle pagine 181 e 182]

Intervista con Lydia Pamplona

Nata: 1944

Battezzata: 1954

Profilo: Dopo aver fatto esperienza come pioniera speciale nelle Filippine, nel 1980 fu invitata a servire in Papua Nuova Guinea. Ha aiutato più di 84 persone a conoscere la verità.

Quando ricevetti l’invito ero emozionata perché da tempo desideravo servire dove c’era maggior bisogno. Ero anche preoccupata perché avrei lasciato per la prima volta la famiglia. Non sapevo molto di Papua Nuova Guinea e quel poco che avevo sentito dire mi rendeva nervosa. La mamma mi incoraggiò dicendo: “Geova Dio avrà cura di noi ovunque faremo la sua volontà”. Scrissi che accettavo l’invito.

Quando arrivai, i fratelli furono molto gentili e la gente amichevole. Distribuivo molti libri e riviste ogni mese, più di quanti ne avessi mai distribuiti nelle Filippine. Ma la lingua e le usanze erano molto diverse. Pensavo: ‘Servirò qui per qualche anno e poi tornerò a casa e farò di nuovo la pioniera con la mamma’.

Ebbene, dopo aver imparato due delle lingue principali e aver adottato alcune usanze locali, capivo meglio la gente. Sono qui da oltre 20 anni, e ho avuto il privilegio di insegnare la verità a parecchi. Ad alcuni ho insegnato anche a leggere e scrivere affinché potessero studiare come si deve e fare propria la verità. Grazie a questo e ad altre benedizioni adesso sento che Papua Nuova Guinea è la mia casa. Se è volontà di Geova, sarò felice di rendermi utile nel suo servizio finché dirà che l’opera è compiuta o sino alla fine dei miei giorni.

[Riquadro/Immagine alle pagine 191 e 192]

Intervista con Filemon Damaso

Nato: 1932

Battezzato: 1951

Profilo: Iniziò il ministero a tempo pieno nel 1953. In seguito si sposò e servì nella circoscrizione. Da quando i figli sono cresciuti svolge il servizio a tempo pieno come pioniere speciale insieme alla moglie. Ha servito in varie località delle Visayan e di Mindanao.

Le gravi privazioni resero difficile il servizio a tempo pieno negli anni ’60. I viveri scarseggiavano a motivo dell’invasione di ratti che distruggevano il raccolto del mais e del riso. Non potevamo più andare a predicare nelle città perché avevamo abiti e scarpe consumati.

Perciò di solito andavamo scalzi per i campi, sui monti e nei barrio, o villaggi isolati. Dovetti quasi rinunciare a svolgere una parte all’assemblea di circoscrizione perché non avevo abiti adatti. Però il sorvegliante di distretto, il fratello Bernardino, mi prestò gentilmente la sua camicia e pronunciai il discorso. Molti naturalmente stavano ancora peggio di noi sul piano materiale. Ma eravamo determinati a perseverare, e Geova ci benedisse.

Nel 1982 affrontammo delle prove in relazione alla neutralità. A Mindanao dilagava la ribellione contro il governo. Poiché tenevo studi biblici con dei cosiddetti ufficiali ribelli, i soldati governativi mi accusarono di essere un “agitatore” di sinistra. Tuttavia un funzionario del governo spiegò che quello che insegniamo si basa interamente sulla Bibbia e non è di natura politica.

Al tempo stesso non ero visto di buon occhio dai ribelli perché quando andavo a predicare davo prima testimonianza al “capitano del barrio” e al comandante del distaccamento militare. Ma non ci toccarono perché un ufficiale dei ribelli con cui studiavo ci difese.

Per decenni Geova ci ha aiutato a superare privazioni e prove. Gli siamo grati per la sua misericordia e protezione. — Prov. 18:10; 29:25.

[Riquadro/Immagine alle pagine 217 e 218]

Intervista con Pacifico Pantas

Nato: 1926

Battezzato: 1946

Profilo: Diplomato alla 16classe di Galaad nel 1951. Attualmente serve come anziano a Quezon City.

Durante la seconda guerra mondiale, nella provincia di Laguna, i nostri vicini erano testimoni di Geova e mi dissero che potevo leggere qualsiasi libro della loro biblioteca. Si trattava dei libri Creazione, Rivendicazione, Riconciliazione, Religione, Nemici, Fanciulli, e altri ancora. Quando i giapponesi incendiarono la nostra cittadina, fummo separati dai Testimoni, ma li ritrovai più di un anno dopo a Manila. Cominciai ad assistere alle adunanze e dopo essermi battezzato mi unii a un gruppo di pionieri. Dovevamo predicare in tutta la provincia di Tayabas, chiamata poi Quezon. Predicavamo di città in città e dormivamo negli autobus vuoti, in casa degli interessati e simili.

Quando raggiungemmo Mauban, un gruppo di guerriglieri saccheggiò la cittadina. Dormivamo al secondo piano del municipio. Fummo svegliati dal trambusto. Sembrava che gli agenti al piano di sotto fossero caduti in una trappola. Sentimmo che gettavano le armi a terra.

I guerriglieri si precipitarono di sopra. Uno ci puntò in faccia una torcia elettrica e disse: “Chi siete?” Fingevamo di dormire. Ripeté la domanda e aggiunse: “Siete spie della polizia filippina?”

“Nossignore!”, rispondemmo.

Egli disse: “Ma indossate abiti color cachi”.

Spiegammo che i vestiti ci erano stati regalati e che avevamo ricevuto le scarpe in dono dai nostri fratelli dell’America.

Il comandante disse: “OK, io prenderò le scarpe”. Perciò mi tolsi le scarpe. Volle anche i pantaloni. Ben presto eravamo tutti in mutande. Meno male che avevamo conservato degli indumenti nelle vicinanze. In realtà non ci dispiaceva che ce li avessero presi, altrimenti tutta la cittadina avrebbe pensato che eravamo spie dei guerriglieri.

Ci comprammo degli zoccoli, tornammo a Manila e poi proseguimmo per le isole Visayan per continuare a predicare.

Il fratello Pantas svolse il ministero a tempo pieno e si impegnò come servitore dei fratelli (attualmente chiamato sorvegliante di circoscrizione) prima di frequentare la Scuola di Galaad. Tornato nelle Filippine, servì come sorvegliante di distretto e alla filiale, prima di mettere su famiglia.

[Prospetto/Grafico alle pagine 168 e 169]

FILIPPINE — DATE NOTEVOLI

1908: Due Studenti Biblici degli Stati Uniti cominciano a dare testimonianza nella cittadina di Sibalom.

1910

1912: Charles T. Russell pronuncia un discorso nel Teatro dell’Opera di Manila.

1934: Stabilita la filiale. Pubblicato l’opuscolo Fuggite al Regno in tagalog.

1940

1947: Arrivano i primi diplomati di Galaad.

1961: Inizia la Scuola di Ministero del Regno.

1964: Pionieri filippini sono invitati per la prima volta a svolgere servizio missionario nei paesi vicini.

1970

1978: Inizia la Scuola del Servizio di Pioniere.

1991: Nuovi edifici della filiale vengono ultimati e dedicati. Eruzione del Pinatubo.

1993: Pubblicata in tagalog la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane.

2000

2000: Pubblicata in tagalog la Traduzione del Nuovo Mondo completa.

2002: Nelle Filippine ci sono 142.124 proclamatori.

[Grafico]

(Vedi l’edizione stampata)

Totale dei proclamatori

Totale dei pionieri

150.000

100.000

50.000

1940 1970 2000

[Prospetto a pagina 199]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Aumento dei presenti alle assemblee (1948-1999)

350.000

300.000

250.000

200.000

150.000

100.000

50.000

0

1948 1954 1960 1966 1972 1978 1984 1990 1996 1999

[Cartine a pagina 157]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

FILIPPINE

LUZON

Vigan

Baguio

Lingayen

Cabanatuan

M. Pinatubo

Olongapo

Quezon City

MANILA

MINDORO

ISOLE VISAYAN

Masbate

CEBU

MINDANAO

Surigao

Davao

PALAWAN

El Nido

[Immagine a tutta pagina a pagina 150]

[Immagine a pagina 154]

Charles T. Russell e William Hall durante la visita nelle Filippine nel 1912

[Immagine a pagina 159]

Joseph dos Santos, qui con la moglie Rosario nel 1948, continuò a essere uno zelante proclamatore del Regno nonostante tre anni di crudele prigionia durante la seconda guerra mondiale

[Immagine a pagina 163]

I primi fratelli mandati alla Scuola di Galaad dalle Filippine: Adolfo Dionisio, Salvador Liwag e Macario Baswel

[Immagine a pagina 164]

Si va a predicare sui monti

[Immagine a pagina 183]

Migliaia di pionieri hanno tratto beneficio dalla Scuola dei Pionieri

[Immagine a pagina 186]

Nel 1980 fu introdotta la fotocomposizione computerizzata

[Immagine a pagina 189]

La buona notizia è disponibile in molte lingue delle Filippine

[Immagine a pagina 199]

Assemblea internazionale “Insegnamento divino” del 1993

[Immagine a pagina 199]

Battesimo all’assemblea di distretto “Lodatori gioiosi” del 1995

[Immagine a pagina 200]

Missionari filippini che tornarono in occasione di un’assemblea

[Immagine a pagina 202]

La “Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane” in tagalog presentata alle assemblee nel 1993

[Immagine a pagina 204]

Traducono la Bibbia con l’aiuto dei computer

[Immagine a pagina 205]

Un pioniere felice di avere la “Traduzione del Nuovo mondo” completa nella sua lingua

[Immagine a pagina 207]

Comitato di Filiale, da sinistra: (seduti) Denton Hopkinson, Felix Salango; (in piedi) Felix Fajardo, David Ledbetter e Raymond Leach

[Immagine a pagina 211]

Molti profughi vietnamiti conobbero la verità nelle Filippine

[Immagine a pagina 215]

Natividad e Leodegario Barlaan hanno dedicato oltre 60 anni ciascuno al servizio a tempo pieno

[Immagini alle pagine 222 e 223]

Sale del Regno costruite in anni recenti

[Immagini a pagina 224]

Sala delle Assemblee di Metro Manila (sopra) e altre Sale delle Assemblee fuori Manila

[Immagine a pagina 228]

A sinistra: John Barr pronuncia il discorso durante il programma della dedicazione della filiale nel 1991

[Immagine a pagina 228]

Sotto: Gli edifici della filiale nel 1991

[Immagine a pagina 235]

Vittoria per i testimoni di Geova riconosciuta dai giornali

[Immagini a pagina 236]

Terremoti, vulcani attivi e alluvioni causano problemi, ma gli zelanti proclamatori continuano a predicare

[Immagine a pagina 246]

Zelanti pionieri hanno imparato la lingua dei segni per aiutare i sordi a beneficiare del programma spirituale

[Immagine a pagina 246]

Studenti e istruttori della prima classe della Scuola del Servizio di Pioniere nella lingua dei segni del paese, all’inizio del 2002

[Immagine a pagina 251]

La 27a classe della Scuola di Addestramento per il Ministero nelle Filippine