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Repubblica del Congo (Brazzaville)

Repubblica del Congo (Brazzaville)

Repubblica del Congo (Brazzaville)

“La verità vi farà liberi”: dal pacco aperto risaltavano le lettere dorate impresse sulla copertina viola del libro. Etienne era perplesso. Non c’era dubbio che il pacco fosse indirizzato a lui: c’era il suo nome, Etienne Nkounkou, capo disegnatore tecnico di un dipartimento governativo a Bangui, nell’Africa Equatoriale Francese. Tuttavia Etienne non aveva ordinato il libro e il mittente, la Watch Tower della Svizzera, gli era sconosciuto. Ancora non si rendeva conto che la verità biblica spiegata in quel libro avrebbe cambiato la sua vita. Quella verità avrebbe liberato anche altre migliaia di africani dalla falsa religione, dai pregiudizi tribali e dall’analfabetismo. Avrebbe impedito a molti di farsi travolgere di lì a poco dall’euforia politica e li avrebbe protetti dalla delusione che ne sarebbe seguita. Avrebbe dato fiducia e speranza durante avvenimenti drammatici. Inoltre avrebbe spinto persone timorate di Dio a rischiare la vita per aiutare altri. Il racconto di questi avvenimenti vi commuoverà e vi incoraggerà. Comunque, prima di scoprire cosa fece Etienne, consideriamo alcune informazioni generali riguardanti il paese africano in cui nacque.

Un decennio prima del 1492, quando Cristoforo Colombo fece il suo famoso viaggio nelle Americhe, i navigatori portoghesi capitanati da Diogo Cão arrivarono nell’Africa centrale, alla foce del fiume Congo. Essi non sapevano che la loro nave stava solcando acque che avevano percorso migliaia di chilometri prima di raggiungere l’oceano.

Vennero così a contatto con la popolazione locale, gli abitanti del prospero regno del Congo. Da allora, per diversi secoli, i portoghesi e altri mercanti europei acquistarono avorio e schiavi dagli africani che vivevano lungo la costa. Fu solo verso la fine del 1800 che gli europei si avventurarono nell’interno del paese. Uno degli esploratori più importanti di questo territorio fu Pietro Savorgnan di Brazzà, ufficiale della marina francese. Nel 1880 Brazzà stipulò un trattato con un re locale, mettendo la regione a nord del fiume Congo sotto la protezione francese. Successivamente quel territorio diventò l’Africa Equatoriale Francese con Brazzaville come capitale.

Oggi Brazzaville è la capitale e il centro più grande della Repubblica del Congo. La città sorge sulle rive del Congo. A valle, il fiume scorre impetuoso su massi e sporgenze per buona parte dei 400 chilometri che lo separano dal mare, dove Cão ormeggiò la nave nel suo viaggio di esplorazione. Da Brazzaville, guardando oltre il fiume, si scorge all’orizzonte Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. Dal momento che entrambi i paesi portano il nome del fiume, è comune chiamarli Congo (Brazzaville) e Congo (Kinshasa).

Le rapide e le cascate a valle di Brazzaville rendono impossibile la navigazione del fiume fino all’Atlantico. Tuttavia una linea ferroviaria collega Brazzaville alla città costiera di Pointe-Noire. La maggioranza degli abitanti del Congo vive in queste due città e nei loro dintorni. Benché più a nord ci siano alcune città costiere e altri centri, in gran parte questo paese caldo e coperto di foreste è scarsamente popolato.

La verità comincia a rendere liberi

Ritorniamo ora alla storia di Etienne. Era il 1947 quando ricevette il libro. Quello stesso giorno lesse i primi capitoli e ne considerò il contenuto con un vicino di casa. Tutti e due capirono che era la verità e la domenica seguente decisero di invitare alcuni amici per leggere insieme il libro e controllare i passi biblici. Gli amici furono contenti di ciò che impararono e decisero di riunirsi nuovamente la domenica successiva. Alla seconda adunanza era presente Augustin Bayonne, che faceva il doganiere. Come Etienne, era originario di Brazzaville e diventò anche lui zelante nel diffondere la verità che rende davvero liberi.

La settimana dopo Etienne ricevette due lettere. Una era di un conoscente del Camerun che, sapendo del suo interesse per la religione, aveva dato il suo nome all’ufficio della Watch Tower Society della Svizzera. La seconda lettera proveniva dalla Svizzera: gli comunicava la spedizione del libro e lo incoraggiava a leggerlo e a parlarne con la famiglia e gli amici. Gli veniva anche indicato un indirizzo in Francia al quale poteva rivolgersi per avere maggiori informazioni. Ora Etienne sapeva perché aveva ricevuto il libro. Presto cominciò a intrattenere un regolare scambio epistolare con la filiale dei testimoni di Geova in Francia.

Dopo pochi anni sia Etienne che Augustin erano tornati a Brazzaville. Prima di rientrare, comunque, Etienne aveva scritto a Timothée Miemounoua, un suo conoscente di Brazzaville il quale era preside di una scuola professionale. La lettera iniziava dicendo: “Desidero informarti che la via che abbiamo seguito finora non è la via della verità. I testimoni di Geova hanno la verità”. Etienne proseguiva spiegando ciò che aveva imparato. Inoltre allegava il libro “La verità vi farà liberi”. Timothée accettò il messaggio biblico, così come avevano fatto Etienne e Augustin. Essi furono i primi tre congolesi ad accettare la verità biblica e ciascuno di loro continuò ad aiutare molti altri a fare la stessa cosa.

Timothée invitò alcuni studenti che alloggiavano presso la scuola professionale ad assistere alle trattazioni bibliche che si tenevano di sera. Inoltre richiese per posta altre pubblicazioni bibliche. Il gruppo cominciò a tenere adunanze e a fare del proprio meglio per predicare. Alcuni studenti come Noé Mikouiza e Simon Mampouya col tempo ricevettero privilegi come sorveglianti nell’organizzazione di Geova.

Nel 1950 Eric Cooke, un missionario che viveva nella Rhodesia del Sud (oggi Zimbabwe), si recò a Bangui e a Brazzaville per incoraggiare i piccoli gruppi di interessati. Il problema, però, era che il fratello Cooke non parlava il francese. Etienne ricorda: “Usando il suo piccolo dizionario inglese-francese, questo fratello umile e comprensivo fece del suo meglio per spiegarci l’opera di predicazione del Regno e l’organizzazione teocratica. A volte dovevamo davvero indovinare cosa cercava di dirci”.

Imposte delle restrizioni

La visita del fratello Cooke era stata tempestiva, perché il 24 luglio 1950 l’alto commissario delle autorità coloniali impose delle restrizioni sull’importazione e sulla distribuzione delle pubblicazioni dei testimoni di Geova. L’anno dopo i proclamatori dell’Africa Equatoriale Francese distribuirono solo sei pubblicazioni sebbene avessero tenuto 468 adunanze pubbliche. L’Annuario dei testimoni di Geova del 1952 esprimeva comprensione e solidarietà ai fratelli. Esso dichiarava: “Immaginate, se potete, di vivere in un vasto territorio dove ci sono solo 37 proclamatori del messaggio del Regno sparsi in tutto il paese. Forse non avete mai conosciuto altri testimoni attivi, salvo i pochi che vivono nella vostra città. Tutto ciò che sapete della verità e dei metodi da usare per dare testimonianza è quanto avete letto nelle pubblicazioni e nelle poche lettere che la Società ha potuto inviarvi. Questa è la situazione che stanno affrontando i fratelli che vivono nei paesi africani sotto la giurisdizione francese”.

In seguito Jacques Michel venne dalla Francia per incoraggiare il gruppo e impartire ulteriore addestramento. Noé Mikouiza, uno degli studenti della scuola professionale, ricorda una domanda che gli fecero. Chiesero: “È proibito bere vino?” Gli occhi di tutti erano fissi sul fratello Michel mentre apriva la Bibbia al Salmo 104:15. Dopo aver letto il versetto, Jacques spiegò che il vino è un dono di Dio, anche se i cristiani non dovrebbero abusarne.

Dopo il battesimo, i nuovi fratelli di Brazzaville diedero con zelo testimonianza ad altri. Nei fine settimana attraversavano regolarmente il fiume in battello per predicare a Kinshasa. Nel 1952 si battezzarono i primi congolesi della riva meridionale del fiume. I fratelli di Brazzaville fecero molto per aiutare i fratelli di Kinshasa in quei primi anni. In seguito i ruoli si sarebbero invertiti.

Nel dicembre 1954 i fratelli organizzarono un’assemblea a Brazzaville. Ci furono 650 presenti e 70 battezzati. La verità stava liberando sempre più persone dalla falsa religione. Naturalmente i capi religiosi della cristianità non erano contenti della cosa e si diedero da fare affinché le autorità governative si mettessero contro i testimoni di Geova. La polizia pensava che Timothée Miemounoua fosse il capo dei Testimoni e perciò lo convocava di frequente. Fu minacciato e picchiato, ma questo non lo scoraggiò, né spaventò il resto dei servitori di Geova a Brazzaville. L’interesse per la verità biblica continuò a diffondersi.

Le autorità ricorsero allora ad altre misure. Timothée Miemounoua e Aaron Diamonika, uno degli ex studenti della scuola professionale che avevano accettato la verità, furono entrambi assunti dal governo. Nel 1955 vennero trasferiti in città distanti nell’interno del paese. Timothée fu mandato a Djambala e Aaron a Impfondo. Il tentativo di fermare l’attività di predicazione fallì miseramente. I fratelli di Brazzaville continuarono con zelo la loro attività mentre Timothée e Aaron iniziarono a predicare in nuovi territori e formarono congregazioni nelle città dove risiedevano. I fratelli erano zelanti, ma desideravano ardentemente ricevere aiuto dall’estero. Questo aiuto arrivò presto.

Nel marzo 1956 arrivarono dalla Francia i primi quattro missionari: Jean e Ida Seignobos e Claude e Simone Dupont. Nel gennaio 1957 a Brazzaville fu aperta una filiale che avrebbe curato l’opera di testimonianza nell’Africa Equatoriale Francese. Il fratello Seignobos fu nominato servitore di filiale. Di lì a poco fu colpito da una tragedia: sua moglie, Ida, morì in un incidente automobilistico mentre visitavano le congregazioni in quella che oggi è la Repubblica Centrafricana. Jean continuò a prestare servizio nel luogo in cui era stato mandato.

Predicazione nelle zone interne

A quel tempo Augustin Bayonne era diventato sorvegliante di circoscrizione. Visitava i villaggi nelle foreste e gli accampamenti di pigmei nella parte settentrionale e in quella occidentale del paese. Dato che era spesso in cammino e percorreva lunghe distanze, divenne noto nella zona come “il camminatore”. Ogni tanto Jean Seignobos accompagnava il fratello Bayonne. Jean era sorpreso che la gente all’interno della foresta equatoriale sapesse del loro arrivo. Erano stati i tamburi a trasmettere il messaggio: “‘Il camminatore’ sta arrivando con un uomo bianco”.

Queste spedizioni diedero ottimi risultati. In precedenza le persone credevano che i testimoni di Geova esistessero solo nel Congo (Brazzaville). La presenza del fratello Seignobos e degli altri missionari, nonché la proiezione del film La Società del Nuovo Mondo all’opera, dimostrò il contrario.

La verità biblica continuò a penetrare nei villaggi delle zone più interne, liberando le persone da spiritismo e contrasti tribali. Molti fratelli in queste zone erano analfabeti. Dal momento che non avevano orologi, determinavano che era ora di andare alle adunanze dalla posizione del sole. Per calcolare il tempo dedicato al ministero di campo usavano bastoncini. Ogni volta che davano testimonianza a qualcuno mettevano un bastoncino in un fazzoletto. Quattro bastoncini significavano un’ora. In tal modo riuscivano a compilare il rapporto del servizio di campo alla fine di ciascun mese. In realtà, i fratelli predicavano molto di più del tempo di cui facevano rapporto, poiché la verità era l’argomento principale di cui parlavano con gli altri.

Sviluppi in campo giuridico e cambiamenti politici

Ricorderete che nel 1950 erano state imposte restrizioni sull’importazione delle pubblicazioni dei testimoni di Geova. Come abbiamo visto, ciò non aveva fermato l’opera di fare discepoli. Costernato, il clero della cristianità espresse le proprie rimostranze alle autorità amministrative, accusando falsamente i testimoni di Geova di essere comunisti. Di conseguenza, nel 1956, un giovedì, dieci fratelli vennero arrestati alle cinque del mattino. La notizia dell’arresto si diffuse rapidamente e gli oppositori religiosi gongolarono. Il processo si svolse lo stesso giorno in un’aula giudiziaria gremita di fratelli venuti ad assistere al dibattimento.

Noé Mikouiza racconta: “Nel corso del processo provammo che non eravamo comunisti ma cristiani, servitori di Dio, che compiono ciò che è scritto in Matteo 24:14. Il nostro avvocato, il quale aveva letto le nostre pubblicazioni, disse alla corte che se tutti fossero come i testimoni di Geova, non ci sarebbero trasgressori. Quello stesso pomeriggio fu emessa la sentenza: ‘Non colpevoli’. Felici, corremmo tutti a casa a cambiarci perché quella sera c’era l’adunanza. La notizia dell’arresto si era sparsa in città e volevamo far sapere a tutti che eravamo liberi. All’adunanza cantammo i cantici del Regno a squarciagola. Udendoci molti rimasero scioccati: pensavano che fossimo in carcere”.

Il 15 agosto 1960 la Repubblica del Congo ottenne l’indipendenza. La violenza politica divampò. Mentre il clero della cristianità era direttamente coinvolto negli avvenimenti, i testimoni di Geova proseguirono l’attività di predicazione. Nel 1960 un totale di 3.716 persone assisterono ad un’assemblea di circoscrizione a Brazzaville. Anche nella parte settentrionale del paese le persone accorrevano alle congregazioni. Per esempio, in una regione dove vivevano 70 proclamatori, quasi mille persone assistevano alle adunanze.

Nel dicembre 1961 i Testimoni ottennero il riconoscimento di un ente giuridico chiamato Les Témoins de Jéhovah. Il riconoscimento giuridico portò dei vantaggi, ma i fratelli sapevano che non sarebbe stato saggio fare completo affidamento su di essi. Il fratello Seignobos narra ciò che accadde non molto tempo dopo: “Un giorno fui convocato da un’alta carica dell’ufficio di sicurezza, il quale trovava da ridire sulla nostra neutralità cristiana. Minacciò di espellermi dal paese. Temetti che attuasse la sua minaccia dato che aveva l’autorità di farlo. Il giorno dopo, comunque, ebbe un attacco cardiaco e morì”.

La vita dei missionari negli anni ’60

Nel febbraio 1963 arrivarono da Haiti Fred Lukuc e Max Danyleyko. Dopo il matrimonio, Fred servì come sorvegliante di circoscrizione. All’inizio, quando visitava le congregazioni, faceva fatica a distinguere i componenti delle varie famiglie. Fred ricorda: “Non sapevo chi erano le mogli degli anziani e non riuscivo a capire chi erano i loro figli. I fratelli avevano mantenuto l’usanza africana secondo cui le mogli conservano il loro cognome dopo sposate e ai figli viene dato il cognome di un parente o di un amico di famiglia.

“In occasione di una visita, la prima sera i fratelli nella Sala del Regno erano silenziosi e timidi con noi. Quando l’adunanza ebbe inizio, notammo qualcosa di insolito. I fratelli e i ragazzi più grandi erano seduti da un lato della sala mentre i bambini e le sorelle sedevano dall’altro lato. All’inizio il lato dei fratelli era pieno, mentre le sorelle sedute dall’altra parte erano poche. Durante l’adunanza arrivarono altre sorelle con i loro bambini e con le Bibbie e i libri portati con grazia sulla testa.

“Andai sul podio per salutare la congregazione e presentare me e mia moglie. Dopo aver dato un caloroso benvenuto, feci una pausa, guardai verso il lato dell’uditorio dov’erano seduti gli uomini e dissi: ‘Fratelli, ora avete una decina di minuti per trovare vostra moglie e i vostri figli. Da ora in poi sarebbe bene che vi sedeste insieme, come fanno i servitori di Geova in tutto il mondo’. I fratelli furono felici di farlo”.

Anche gli spostamenti con i mezzi pubblici presentavano delle difficoltà. La moglie del fratello Lukuc, Leah, ricorda: “Il nostro bagaglio consisteva di brandine da campo, una zanzariera, un secchio per l’acqua, filtri portatili per l’acqua, vestiti, libri, riviste e film biblici. Proiettare i film significava portarsi dietro cavi elettrici, lampadine, bobine cinematografiche, copioni, un piccolo generatore e una tanica di benzina. Portavamo tutte queste cose con camion di gente del posto. Per sedere nella cabina del conducente dovevamo arrivare alle 2 di notte dove sostava il camion. Altrimenti ci toccava stare nel retro, al sole, in compagnia di animali, bagagli e molti altri passeggeri.

“Una volta, dopo aver camminato per ore sotto il sole, arrivammo a casa e scoprimmo che le formiche legionarie avevano invaso la piccola capanna di fango dove alloggiavamo. Si erano arrampicate su un secchio d’acqua, avevano costruito un ponte con i loro corpi per arrivare a un piccolo barattolo di margarina e lo avevano completamente svuotato. Quella sera a cena mangiammo pane tostato e mezza scatoletta di sardine ciascuno. Anche se eravamo stanchi e un po’ dispiaciuti, andammo a letto lasciando i fratelli fuori che cantavano a bassa voce cantici del Regno davanti al fuoco. Che bello addormentarsi così!”

Missionari fedeli e anziani locali

Dal 1956 al 1977 oltre 20 missionari servirono nel Congo (Brazzaville). Non ebbero sempre vita facile, ma ciascuno di loro diede un prezioso contributo all’opera di predicazione del Regno. Per esempio tutti coloro che prestarono servizio come servitori di filiale erano anche missionari. Nel 1962, quando il fratello Seignobos tornò in Francia, Larry Holmes fu nominato per soprintendere all’opera di predicazione. Dopo che nel 1965 Larry e sua moglie, Audrey, interruppero il servizio missionario, il fratello Lukuc diventò servitore di filiale.

Anche molti fratelli locali diedero un eccellente esempio nel prendere la direttiva. Quando nel 1976 fu introdotta la disposizione del Comitato di Filiale, il Corpo Direttivo nominò tre fratelli: Jack Johansson e Palle Bjerre, due missionari, e Marcellin Ngolo, un fratello locale.

Augustin Bayonne, “il camminatore”, frequentò la 37classe di Galaad nel 1962. Dopo essersi diplomato andò nella Repubblica Centrafricana, dove quasi 15 anni prima aveva letto il libro “La verità vi farà liberi”. A suo tempo Augustin si sposò, ebbe dei figli e tornò a Brazzaville, dove mise a disposizione la sua casa per tenere le adunanze cristiane. In seguito donò parte del suo terreno dove poi fu costruita una Sala del Regno.

Sia Augustin Bayonne che Timothée Miemounoua sono ormai deceduti. Prima della sua morte, Timothée scrisse alcune delle sue esperienze. Concluse il racconto citando Ebrei 10:39: “Noi non siamo di quelli che tornano indietro alla distruzione, ma di quelli che hanno fede per conservare in vita l’anima”. Etienne Nkounkou, uno dei primi tre ad accettare la verità nel Congo, ha ora quasi novant’anni. Che eccellenti esempi di fedele servizio si sono dimostrati questi fratelli!

Un tempo di prove

Nell’agosto 1970 la Repubblica del Congo adottò una forma di governo comunista. Ricorderete che negli anni precedenti le autorità molestavano i fratelli accusandoli di essere comunisti. Ora che i comunisti erano andati al potere, le nuove autorità trovavano da ridire sui fratelli perché non erano comunisti!

Per qualche tempo il nuovo governo non ostacolò l’opera dei testimoni di Geova. Le adunanze e le assemblee si tenevano liberamente e fu permesso a nuovi missionari di entrare nel paese. A suo tempo, però, i fratelli cominciarono a sentire gli effetti del regime comunista. Prima alcuni funzionari accusarono i missionari di essere spie. Poi, il 3 gennaio 1977, l’opera dei testimoni di Geova fu messa ufficialmente al bando. I missionari vennero espulsi uno dopo l’altro fino a che rimasero solo Jack e Linda Johansson. Parlando di quel periodo, Jack dice: “Quei pochi mesi, da soli nella filiale, furono probabilmente il periodo del nostro servizio missionario che più mise alla prova la nostra fede e più la rafforzò. Eravamo sospettati di essere agenti della CIA. Avversari del governo, inclusi capi religiosi, venivano arrestati e uccisi. Perciò sapevamo di essere in grave pericolo. Tuttavia vedevamo che la mano protettiva di Geova era su di noi e questo fatto rafforzò la nostra fede”.

Noé Mikouiza si appellò al primo ministro per chiedere che a Jack e a Linda fosse concesso di rimanere nel paese. La richiesta fu respinta e dovettero andare via. La proprietà della filiale e le Sale del Regno vennero confiscate e la filiale venne chiusa. Per un po’ di tempo la filiale della Francia si occupò della sorveglianza dell’opera di predicazione, ma in seguito questa responsabilità fu delegata alla filiale di Kinshasa.

Sebbene la loro attività fosse limitata in diversi modi, i fratelli non subirono una persecuzione violenta come in altri paesi. Tuttavia, alcuni diventarono timorosi e ciò fu contagioso. Anche se si tenevano ancora regolarmente le adunanze, il ministero di casa in casa fu praticamente interrotto. Per questo la filiale di Kinshasa mandò anziani dall’altra parte del fiume per incoraggiare e rafforzare i fratelli.

Uno di questi anziani era André Kitula. Nel giugno 1981 iniziò a visitare le 12 congregazioni di Brazzaville in qualità di sorvegliante di circoscrizione. Quando visitò la prima congregazione della città, il martedì i fratelli assisterono alla Scuola di Ministero Teocratico e all’adunanza di servizio. Il mercoledì mattina, comunque, nessun proclamatore venne all’adunanza per il servizio di campo. André andò a predicare da solo, e un padrone di casa esclamò: “I testimoni di Geova erano quelli che ci confortavano, ma ora sono scomparsi!”

Quella mattina, continuando a predicare, André incontrò un fratello, il quale disse: “Abbiamo tutti perso l’abitudine di predicare di casa in casa”. Questo fratello parlò poi dell’attività di André ad altri proclamatori. Nel pomeriggio diverse sorelle vennero all’adunanza per il servizio di campo. Ben presto l’opera di casa in casa fu ripresa in tutta Brazzaville. Nei tre anni in cui André e sua moglie, Clémentine, servirono lì nessun fratello fu arrestato. I fratelli che abitavano fuori della capitale vennero a sapere quello che stava avvenendo e conclusero che se i fratelli di Brazzaville non avevano paura di andare di porta in porta, non dovevano averne neanche loro.

David Nawej, che allora lavorava nella filiale di Kinshasa, spiega perché la filiale fu particolarmente felice di inviare aiuto dall’altra parte del fiume. Dice: “Erano stati i fratelli di Brazzaville a portare la verità a Kinshasa. In seguito, quando lì il sistema comunista fece rallentare l’attività, i Testimoni da questa parte del fiume andarono in loro aiuto. Fu confermata la saggezza di Ecclesiaste 4:9, 10: ‘Due sono meglio di uno, perché hanno una buona ricompensa per il loro duro lavoro. Poiché se uno di loro cade, l’altro può rialzare il suo compagno’. Nel nostro caso i fratelli dicevano: ‘Due Congo sono meglio di uno’”.

Si va avanti in mezzo a cambiamenti politici

Il 1991 portò tumulti e cambiamenti sulla scena politica. Il Congo (Brazzaville) passò da un sistema a partito unico a un sistema pluripartitico. Per le strade c’era euforia, ma i fratelli ricordavano le parole di avvertimento del Salmo 146:3, che dichiara: “Non confidate nei nobili, né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene alcuna salvezza”. Non sarebbe passato molto prima che venisse dimostrata la veracità di questa dichiarazione.

Nondimeno i mutamenti politici portarono dei benefìci ai servitori di Geova. Il 12 novembre 1991 il ministro degli Interni emanò un decreto in base al quale l’attività dei testimoni di Geova non era più vietata. Le Sale del Regno che erano state confiscate vennero restituite, ma non l’ex edificio della filiale che ancora oggi è occupato dalla Guardia Presidenziale. Nell’agosto 1992 vennero organizzate assemblee di distretto a Brazzaville e a Pointe-Noire, le prime dopo 15 anni. Quell’anno il numero degli studi biblici aumentò a 5.675, quasi quattro volte il numero dei proclamatori!

Nel frattempo il riconoscimento giuridico spianò la strada all’arrivo di nuovi missionari. Ci furono nomine di pionieri speciali, i quali furono mandati nel nord, dove la maggioranza di coloro che frequentavano le adunanze non sapevano leggere e scrivere. Nelle congregazioni di città molti avevano imparato a leggere e scrivere. Era ora tempo di intensificare gli sforzi per promuovere l’alfabetizzazione in tutto il paese.

Le elezioni del 1993 provocarono un nuovo cambiamento di governo. Il diffuso malcontento del partito di opposizione portò alla dichiarazione dello stato di emergenza, che durò diverse settimane. Scontri armati, scioperi, coprifuoco, blocchi stradali e saccheggi erano all’ordine del giorno. Le persone erano scioccate e deluse. I problemi economici persistevano. L’euforia del 1991 si era esaurita.

Insieme alle agitazioni politiche cominciarono anche i problemi etnici. A causa delle lotte tribali alcuni fratelli si trasferirono in località più sicure. Di conseguenza, alcune congregazioni dovettero essere sciolte. In quel periodo i fratelli diedero ripetutamente prova che la verità li aveva liberati dall’odio etnico. Durante i disordini i fratelli si aiutarono e si protessero a vicenda, indipendentemente dalle origini tribali. Molte persone iniziavano a rendersi conto che solo Geova poteva dare vera sicurezza.

La filiale di Kinshasa provvide guida e incoraggiamento. Alla fine del 1996 le condizioni nel paese erano di nuovo pacifiche e il numero dei proclamatori era arrivato a 3.935. Cinque missionari prestavano servizio in una casa missionaria a Brazzaville. Con l’arrivo di altre due coppie, nell’aprile 1997 venne aperta una nuova casa missionaria a Pointe-Noire.

Lungo la sponda settentrionale del fiume, nel Congo (Brazzaville), la vita era pacifica e la predicazione del Regno andava avanti bene. Nel frattempo nel vicino Congo (Kinshasa) imperversavano i combattimenti. Quando si avvicinarono a Kinshasa, i missionari che vi si trovavano dovettero andarsene. Per la fine di maggio, i missionari di Kinshasa servivano con zelo insieme ai loro compagni di Brazzaville e Pointe-Noire. Nessuno poteva prevedere gli avvenimenti drammatici che sarebbero seguiti solo alcune settimane più tardi.

Scoppia la guerra civile

Improvvisamente, il 5 giugno 1997, scoppiò la guerra a Brazzaville. Il conflitto era tra le forze leali al presidente in carica e quelle che sostenevano il suo predecessore. L’artiglieria pesante bombardò e rase al suolo la città e i sobborghi. Ci furono migliaia di morti e i cadaveri erano ovunque. Regnava la confusione. Era difficile definire le linee di battaglia. La stabilità di cui aveva goduto Brazzaville andò distrutta. Il traghetto per Kinshasa fu interrotto. Molti fuggirono nella foresta mentre altri vogarono con le loro canoe verso piccole isole lungo il fiume. Altri ancora cercarono di attraversare il fiume Congo per andare a Kinshasa. Sebbene ci fossero combattimenti anche vicino a Kinshasa, erano di minore intensità rispetto alla violenza di Brazzaville.

La guerra causò problemi ai fratelli come a chiunque altro, ma che differenza per i servitori di Dio avere la verità nella mente e nel cuore! Essi avevano piena fiducia nelle parole di Salmo 46:1, 2: “Dio è per noi rifugio e forza, un aiuto che si può trovare prontamente durante le angustie. Perciò non temeremo, benché la terra subisca un cambiamento e benché i monti vacillino nel cuore del vasto mare”.

Molti fratelli riuscirono a raggiungere Kinshasa, dove il Comitato di Filiale dispose che fossero loro provveduti cibo, alloggio e cure mediche. Le famiglie di Kinshasa furono felici di mostrare amore e ospitalità ai loro compagni di fede venuti da Brazzaville.

Per aiutare coloro che avevano difficoltà a fuggire, alcuni fratelli rimasero a Brazzaville. Jean Théodore Otheni e sua moglie, Jeanne, una pioniera regolare, furono fra questi. In agosto una granata colpì la loro casa, ferendo gravemente Jeanne. Jean si affrettò a portarla a Kinshasa ma era troppo tardi. Jean ricorda: “Jeanne mostrò sino alla fine di amare profondamente il ministero. Mi diede il suo blocchetto con gli indirizzi e disse: ‘Devi visitare tutte le persone con cui studio la Bibbia perché sono molto importanti per me’. L’abbracciai e quando guardai di nuovo il suo viso capii che era morta”. Come molti altri, Jean ha continuato a servire Geova con zelo, con piena fiducia nella promessa della risurrezione.

Dato che il traghetto tra le due capitali era interrotto, quelli che avevano piccole imbarcazioni a motore offrirono i loro servizi a coloro che volevano fuggire da Brazzaville. Fratelli coraggiosi di Brazzaville, come Louis-Noël Motoula, Jean-Marie Lubaki e Symphorien Bakeba, si offrirono volontari per cercare i fratelli dispersi e aiutare quelli che erano ancora a Brazzaville. Ciò significava sfidare con una piccola imbarcazione le forti correnti del possente Congo alla ricerca di isolette e approdi. Significava entrare a Brazzaville nella zona dei combattimenti, dove le atrocità continuavano. Significava rischiare la vita per i fratelli.

Symphorien, che era molto esperto nell’attraversare il fiume, fece molti viaggi durante la guerra civile. A volte compiva la traversata per aiutare quelli che erano rimasti a Brazzaville. Una volta, per esempio, passò il fiume per portare dieci sacchi di riso ad alcuni fratelli di Brazzaville che vivevano in una zona relativamente sicura. Naturalmente il viaggio fu un’impresa, ma portare il riso a destinazione senza che fosse saccheggiato fu un’impresa ancora più grande. Tra le persone che fecero la traversata con lui c’era un uomo dall’aspetto distinto il quale chiese a Symphorien dove andasse con quel riso. Symphorien spiegò cosa stava facendo e colse l’opportunità per parlare della speranza biblica. Quando la barca attraccò l’uomo si presentò: era un alto funzionario. Chiamò un paio di soldati e ordinò loro di fare la guardia al riso finché Symphorien non avesse trovato un’automobile per trasportare il suo carico ai fratelli.

Di solito Symphorien attraversava il fiume per aiutare i fratelli a fuggire da Brazzaville. Ci fu una traversata che non dimenticherà mai. Egli ricorda: “Le correnti del Congo sono molto forti, ma la maggior parte di quelli che hanno un’imbarcazione sanno come navigare senza correre il pericolo di essere trascinati verso le infide rapide. Partimmo da Brazzaville con sette fratelli e altre cinque persone a bordo. Proprio nel bel mezzo del fiume l’imbarcazione esaurì il carburante. Riuscimmo a manovrarla fino a un’isoletta dove potemmo ormeggiare. Con nostro sollievo, passò una piccola imbarcazione e il capitano promise che sarebbe andato a Kinshasa ad acquistare carburante per noi. Aspettammo con ansia per una lunga ora e mezza finché ritornò con il carburante”.

Ben presto la filiale di Kinshasa si prendeva cura di circa 1.000 fratelli e sorelle con le rispettive famiglie e degli interessati. Nell’ottobre 1997 le ostilità cessarono e i profughi cominciarono a tornare a Brazzaville.

Tutti i missionari che servivano a Brazzaville e a Pointe-Noire erano stati trasferiti a causa della guerra. Alcuni erano ritornati nei loro paesi, in Gran Bretagna e in Germania, mentre altri erano andati nel Benin e nella Costa d’Avorio (Côte-d’Ivoire). Ma quando si ristabilì una relativa calma, alcuni missionari ritornarono dove erano prima nel Congo (Brazzaville). Inoltre tre coppie e un fratello celibe dovevano arrivare dalla Francia nel dicembre del 1998. Eddy e Pamela May, missionari esperti che prestavano servizio alla filiale di Kinshasa, furono trasferiti a Brazzaville dove venne aperta una nuova casa missionaria.

Di nuovo la guerra civile

L’anno dopo scoppiò un’altra guerra civile a Brazzaville. Di nuovo ci furono migliaia di morti, compresi alcuni Testimoni. La maggioranza dei missionari che erano appena arrivati furono mandati in case missionarie nel vicino Camerun. Benché girasse voce che la guerra sarebbe arrivata a Pointe-Noire, sulla costa, tre missionari riuscirono a rimanere lì. Infine, nel maggio 1999, la guerra civile finì.

Dato che molti Testimoni avevano dovuto fuggire, il numero delle congregazioni nel paese diminuì da 108 a 89. A Brazzaville ci sono ora 1.903 proclamatori e 23 congregazioni. Pointe-Noire ha 1.949 proclamatori e 24 congregazioni. Durante le due guerre civili, i testimoni di Geova di altri paesi provvidero aiuto materiale per i loro fratelli e sorelle spirituali. Come sempre, questi aiuti furono di beneficio anche per coloro che non erano testimoni di Geova.

Nonostante guerra, carestia, malattie e molte altre difficoltà, i Testimoni del Congo (Brazzaville) hanno continuato individualmente a dedicare in media ogni mese 16,2 ore al servizio di campo. Nell’aprile 1999, quando stava per finire la seconda guerra civile, il 21 per cento dei proclamatori erano impegnati in qualche forma di servizio a tempo pieno.

Felici di conoscere la verità

Le guerre hanno devastato e messo in ginocchio il paese. A Brazzaville la ricostruzione è in atto ma c’è ancora molto da fare. Tra i più importanti lavori di costruzione ci sono quelli delle Sale del Regno, dove le persone apprendono la verità biblica. Nel febbraio 2002 sono state dedicate quattro Sale del Regno, due a Pointe-Noire e due a Brazzaville.

Nel corso di uno dei programmi di dedicazione a Brazzaville, un fratello di età avanzata ha narrato ciò che era accaduto 15 anni prima durante il bando. I fratelli avevano organizzato un’assemblea di un giorno il 1° gennaio su un terreno libero. Pensavano di riuscire a tenerla senza interruzioni, dato che la gente avrebbe festeggiato il Capodanno. Tuttavia, dopo il programma del mattino era arrivata la polizia e aveva interrotto l’assemblea. Il fratello disse: “Andammo via dal luogo dell’assemblea con le lacrime agli occhi. Oggi siamo di nuovo qui, nello stesso posto, con le lacrime agli occhi. Ma questa volta versiamo lacrime di gioia perché stiamo dedicando la nuova Sala del Regno”. Sì, quella bella Sala del Regno era stata costruita proprio su quel terreno!

Sono passati più di 50 anni da quando il libro “La verità vi farà liberi” aiutò Etienne Nkounkou, Augustin Bayonne e Timothée Miemounoua a conoscere la verità. In questo tempo migliaia di persone nel Congo (Brazzaville) hanno seguito il loro esempio di fede e molti altri continuano a farlo. Ci sono ottime prospettive per il futuro. Vengono tenuti oltre 15.000 studi biblici, tre volte e mezzo il numero dei proclamatori! I presenti alla Commemorazione sono aumentati, e nel 2003 sono stati 21.987. Alla fine dell’anno di servizio 2003, 4.536 proclamatori, compresi 15 missionari, stavano lavorando con zelo per aiutare altri ancora a conoscere la verità che li renderà liberi. — Giov. 8:31, 32.

[Testo in evidenza a pagina 143]

Erano stati i tamburi a trasmettere il messaggio: “‘Il camminatore’ sta arrivando con un uomo bianco”

[Testo in evidenza a pagina 144]

Dal momento che non avevano orologi, i fratelli determinavano che era ora di andare alle adunanze dalla posizione del sole

[Testo in evidenza a pagina 151]

“Andammo a letto lasciando i fratelli fuori che cantavano a bassa voce cantici del Regno davanti al fuoco. Che bello addormentarsi così!”

[Riquadro a pagina 140]

Panoramica del Congo (Brazzaville)

Il paese: La Repubblica del Congo è annidata fra Gabon, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo e Angola, tramite l’exclave di Cabinda. È più grande della Finlandia o dell’Italia. La pianura costiera si estende per circa 60 chilometri nell’entroterra, lasciando poi il posto ad altipiani che raggiungono un’altezza di oltre 800 metri. Il resto del paese è coperto di fitte foreste e attraversato da grandi fiumi.

La popolazione: La popolazione, di oltre tre milioni di persone, è composta da molte tribù. Nelle aree forestali vivono i pigmei.

La lingua: Anche se la lingua ufficiale è il francese, il lingala è molto diffuso nelle zone settentrionali. Il monokutuba è parlato nella regione meridionale.

Le risorse economiche: Il necessario è fornito dall’agricoltura di sussistenza e dalla pesca d’acqua dolce e salata. La fauna abbonda nelle foreste ed è facile preda di cacciatori esperti.

L’alimentazione: Manioca e riso sono i cibi più consumati ai pasti. Vengono serviti con pesce o pollo conditi con salse piccanti. Tra i molti tipi di frutta ci sono manghi, ananas, papaie, arance e avocado.

Il clima: Il Congo ha un clima tropicale, caldo e umido tutto l’anno. Si distinguono due stagioni: quella delle piogge che va da marzo a giugno e quella asciutta da giugno a ottobre.

[Prospetto/Grafico alle pagine 148 e 149]

CONGO (BRAZZAVILLE) — DATE NOTEVOLI

1940

1947: Il libro “La verità vi farà liberi” accende l’interesse.

1950: Il missionario Eric Cooke visita Brazzaville. Le autorità limitano la diffusione della letteratura pubblicata dai testimoni di Geova.

1956: In marzo arrivano i primi missionari dalla Francia.

1957: In gennaio viene aperta la filiale.

1960

1961: Il 9 dicembre viene concesso il riconoscimento giuridico anche se ancora per un anno la distribuzione di letteratura non è autorizzata.

1977: I testimoni di Geova vengono messi al bando. Confiscato l’edificio della filiale ed espulsi i missionari.

1980

1981: André Kitula aiuta a ravvivare l’opera di predicazione a Brazzaville.

1991: Il ministro degli Interni revoca il bando. Per la prima volta dopo 15 anni vengono organizzate assemblee di distretto.

1993: Le agitazioni sociali e politiche portano allo stato di emergenza.

1997: Il 5 giugno scoppia la guerra civile. I missionari vengono evacuati. La filiale di Kinshasa provvede cibo, alloggio e cure mediche a 1.000 rifugiati.

1999: Scoppia un’altra guerra civile. I missionari vengono nuovamente evacuati.

2000

2002: In febbraio vengono dedicate le prime quattro nuove Sale del Regno.

2003: 4.536 proclamatori fanno rapporto nel Congo (Brazzaville).

[Grafico]

(Vedi l’edizione stampata)

Totale dei proclamatori

Totale dei pionieri

5.000

2.500

1940 1960 1980 2000

[Cartine a pagina 141]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

REPUBBLICA CENTRAFRICANA

CAMERUN

GUINEA EQUATORIALE

GABON

REPUBBLICA DEL CONGO

Impfondo

Djambala

BRAZZAVILLE

Pointe-Noire

Fiume Congo

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

KINSHASA

ANGOLA

[Immagine a tutta pagina a pagina 134]

[Immagini a pagina 138]

I componenti di uno dei primi gruppi di studio biblico nel 1949; da sinistra a destra: Jean-Seth Mountsamboté, Timothée e Odile Miemounoua, e Noé Mikouiza

[Immagine a pagina 139]

Etienne Nkounkou

[Immagine a pagina 142]

Jean Seignobos viaggiò nell’interno del Congo, traghettando fiumi per visitare le congregazioni

[Immagine a pagina 147]

Fred e Leah Lukuc (al centro) con la congregazione che si riuniva a casa di Augustin Bayonne

[Immagine a pagina 150]

Battesimo nell’Oceano Atlantico a Pointe-Noire

[Immagine a pagina 152]

Augustin Bayonne, “il camminatore”, frequentò la 37classe di Galaad nel 1962

[Immagine a pagina 153]

Questo edificio ospitò la filiale dal 1967 al 1977

[Immagine a pagina 155]

Noé Mikouiza

[Immagini a pagina 158]

Louis-Noël Motoula, Jean-Marie Lubaki e Symphorien Bakeba