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Le mutazioni: una base per l’evoluzione?

Le mutazioni: una base per l’evoluzione?

Capitolo 8

Le mutazioni: una base per l’evoluzione?

1, 2. Qual è uno dei presunti meccanismi basilari dell’evoluzione?

C’È UN’ALTRA difficoltà che la teoria dell’evoluzione deve sormontare. In che modo l’evoluzione sarebbe avvenuta? Qual è un meccanismo fondamentale che si ritiene abbia permesso a una forma di vita di evolversi in un’altra? Gli evoluzionisti chiamano in causa vari cambiamenti all’interno del nucleo della cellula. E fra questi i più importanti sono i cambiamenti “accidentali” detti mutazioni. Si pensa che responsabili di queste mutazioni siano in particolare i geni e i cromosomi delle cellule sessuali, dal momento che le relative modificazioni possono essere trasmesse alla progenie.

2 “Le mutazioni . . . sono la base dell’evoluzione”, dice la World Book Encyclopedia.1 Anche il paleontologo Steven Stanley chiama le mutazioni “la materia prima” dell’evoluzione.2 E il genetista Peo Koller disse che le mutazioni “sono necessarie per il processo evolutivo”.3

3. Che tipo di mutazioni richiederebbe l’evoluzione?

3 Ma ai fini dell’evoluzione non va bene una qualsiasi mutazione. Robert Jastrow sottolinea la necessità di “un lento accumulo di mutazioni vantaggiose”.4 E Carl Sagan aggiunge: “Le mutazioni — improvvisi cambiamenti nell’eredità — si riproducono fedelmente. Esse provvedono la materia prima dell’evoluzione. L’ambiente seleziona quelle poche mutazioni che favoriscono la sopravvivenza, col risultato di una serie di lente trasformazioni di una forma di vita nell’altra, l’origine di nuove specie”.5

4. Quale difficoltà sorge se si asserisce che le mutazioni possano determinare rapidi cambiamenti evolutivi?

4 C’è anche chi sostiene che le mutazioni possano contribuire a spiegare i rapidi cambiamenti postulati dalla teoria dell’“equilibrio punteggiato”. Scrivendo su Science Digest, John Gliedman ha detto: “I revisionisti dell’evoluzione credono che le mutazioni a livello di importanti geni regolatori possano essere proprio i martelli perforatori genetici necessari alla loro teoria ‘quantistica’ dell’evoluzione per salti”. Ma lo zoologo britannico Colin Patterson ha osservato: “La speculazione ha campo libero. Non sappiamo nulla di questi geni regolatori principali”.6 Ma a parte queste speculazioni, in genere si ritiene che le mutazioni responsabili della presunta evoluzione siano piccoli cambiamenti accidentali che si accumulano in un lungo periodo di tempo.

5. Cosa provoca le mutazioni?

5 Cosa provoca le mutazioni? Si pensa che la maggior parte d’esse si verifichi nel normale processo di riproduzione della cellula. Ma esperimenti hanno mostrato che possono anche essere provocate da agenti esterni come radiazioni e sostanze chimiche. Con che frequenza si verificano? Il materiale genetico della cellula si riproduce con notevole fedeltà. Relativamente parlando, in proporzione al numero di cellule che si dividono in un vivente, le mutazioni non sono molto frequenti. Come osserva l’Encyclopedia Americana, la riproduzione “delle catene di DNA che formano un gene è straordinariamente accurata. Gli errori di trascrizione o copiatura sono incidenti rari”.7

Utili o dannose?

6, 7. In che misura le mutazioni sono dannose anziché benefiche?

6 Se uno dei meccanismi dell’evoluzione è rappresentato dalle mutazioni vantaggiose, in che percentuale esse sono tali? Su questo punto fra gli evoluzionisti c’è accordo totale. Per esempio, Carl Sagan afferma: “La maggior parte di esse risulta dannosa o letale”.8 Peo Koller dice: “La maggioranza delle mutazioni sono deleterie per l’individuo portatore del gene mutante. Gli esperimenti hanno rivelato che, per ogni mutazione utile o vantaggiosa, ce ne sono molte migliaia dannose”.9

7 Perciò, escludendo le mutazioni “neutre”, il numero di quelle dannose supera di migliaia di volte quello delle mutazioni presumibilmente benefiche. “È normale che sia così quando in una qualsiasi struttura altamente organizzata si verificano modificazioni accidentali”, dice l’Encyclopædia Britannica.10 Per questo alle mutazioni sono attribuite centinaia di malattie di origine genetica.11

8. Quali risultati concreti confermano ciò che dice un’enciclopedia?

8 Data la natura dannosa delle mutazioni, l’Encyclopedia Americana riconosce: “Il fatto che la maggioranza delle mutazioni sia dannosa per l’organismo sembra difficile da conciliare con l’idea che le mutazioni forniscano la materia prima dell’evoluzione. In effetti i mutanti raffigurati nei testi di biologia sono una raccolta di malformazioni e mostruosità, e, più che un processo costruttivo, la mutazione sembra essere un processo distruttivo”.12 Ogni volta che insetti mutanti sono stati messi a competere con quelli normali, il risultato è stato sempre lo stesso. G. Ledyard Stebbins osservò: “Dopo un numero più o meno grande di generazioni i mutanti vengono eliminati”.13 Non erano in grado di competere perché non costituivano un miglioramento, ma forme degenerate e svantaggiate.

9, 10. Perché l’ipotesi che le mutazioni determinino l’evoluzione è infondata?

9 Nel suo libro The Wellsprings of Life (Le sorgenti della vita), lo scrittore scientifico Isaac Asimov ammette: “La maggioranza delle mutazioni sono peggiorative”. Ma poi afferma: “A lungo andare, non c’è dubbio, le mutazioni permettono all’evoluzione di progredire e svilupparsi”.14 Ma è così? Un qualsiasi processo che provocasse danni più di 999 volte su 1.000 sarebbe ritenuto benefico? Volendo costruire una casa, vi rivolgereste a un costruttore che, per ogni lavoro fatto bene, ne facesse migliaia di altri male? Se un automobilista prendesse migliaia di decisioni sbagliate per ogni decisione giusta, andreste in macchina con lui? Se un chirurgo commettesse migliaia di errori per ogni intervento riuscito, vi fareste operare da lui?

10 Una volta il genetista Dobzhansky disse: “È difficile che un incidente, un cambiamento casuale, in un meccanismo delicato lo migliori. È improbabile che infilando una bacchetta nel meccanismo di un orologio o in un apparecchio radio lo si faccia funzionare meglio”.15 Perciò chiedetevi: È ragionevole credere che tutte le cellule, gli organi, gli arti e i processi straordinariamente complessi che esistono nei viventi siano stati costruiti da un meccanismo demolitore?

Le mutazioni producono qualcosa di nuovo?

11-13. Le mutazioni producono mai qualcosa di nuovo?

11 Se anche tutte le mutazioni fossero vantaggiose, potrebbero produrre qualcosa di nuovo? No. Una mutazione può solo determinare la variazione di una caratteristica già esistente. Produce varietà, ma mai qualcosa di nuovo.

12 La World Book Encyclopedia fa l’esempio di ciò che potrebbe avvenire grazie a una mutazione favorevole: “Una pianta in una zona arida potrebbe avere un gene mutante che le fa sviluppare radici più estese e più forti. La pianta avrebbe maggiori probabilità di sopravvivere rispetto ad altre piante della sua specie, perché le sue radici potrebbero assorbire più acqua”.16 Ma sarebbe forse comparso qualcosa di nuovo? No, la pianta è sempre la stessa. Non si sta evolvendo in qualcos’altro.

13 Le mutazioni possono cambiare il colore o la struttura dei capelli di una persona. Ma i capelli rimangono sempre capelli. Non si trasformeranno mai in penne. Le mutazioni possono cambiare la conformazione di una mano, producendo dita anormali. A volte può anche svilupparsi una mano con sei dita o con qualche altra malformazione. Ma è sempre una mano. Non diventa mai qualcos’altro. Nulla di nuovo sta venendo all’esistenza, né mai potrà.

Esperimenti con la drosofila

14, 15. Cos’hanno rivelato decenni di esperimenti con la drosofila?

14 Per quanto riguarda le mutazioni, pochi esperimenti possono uguagliare quelli estesamente condotti sul comune moscerino della frutta, la Drosophila melanogaster. Sin dai primi del Novecento gli scienziati hanno esposto milioni di questi insetti ai raggi X. Ciò ha intensificato la frequenza delle mutazioni di oltre un centinaio di volte rispetto al normale.

15 Dopo tutti questi decenni, quali sono stati i risultati degli esperimenti? Dobzhansky ne menzionò uno: “I ben definiti mutanti della Drosophila, oggetto di gran parte delle ricerche classiche in campo genetico, sono, quasi senza eccezioni, inferiori per vitalità, fecondità e longevità all’insetto normale libero”.17 Un altro risultato è stato che le mutazioni non hanno mai prodotto alcunché di nuovo. Le drosofile presentavano malformazioni alle ali, alle zampe, al corpo e d’altro genere, ma restavano sempre drosofile. E, accoppiando fra loro gli insetti mutanti, si è riscontrato che, dopo un certo numero di generazioni, ricominciavano a nascere drosofile normali. Allo stato naturale, queste drosofile normali avrebbero infine avuto la meglio sui mutanti più deboli, sopravvivendo e perpetuando la drosofila nella sua forma originaria.

16. In che modo il codice ereditario contribuisce alla preservazione degli organismi?

16 Il codice ereditario, il DNA, ha la straordinaria capacità di riparare i propri danni genetici. Questo contribuisce alla preservazione del tipo di organismo che vi è codificato. Un articolo della rivista Le Scienze parla di come “la vita di ogni organismo e la sua continuità di generazione in generazione” siano garantite da “enzimi che, ininterrottamente, riparano le lesioni genetiche”. Nell’articolo si afferma: “In particolare, un danno significativo alle molecole di DNA può indurre una risposta di emergenza in cui vengono sintetizzate maggiori quantità degli enzimi di riparazione”.18

17. Perché Goldschmidt fu deluso dagli esperimenti sulle mutazioni?

17 Nel libro Darwin Retried, l’autore narra quanto segue a proposito del defunto e stimato genetista Richard Goldschmidt: “Dopo aver osservato per molti anni le mutazioni della drosofila, Goldschmidt cadde nella disperazione. I cambiamenti, con suo disappunto, erano così irrimediabilmente piccoli che, anche se in uno stesso esemplare si fossero verificate mille mutazioni, non ci sarebbe ugualmente stata nessuna nuova specie”.19

La Biston betularia

18, 19. Cosa si asserisce riguardo alla Biston betularia, e perché?

18 Nei testi evoluzionistici la Biston betularia (una farfalla conosciuta anche come “geometra delle betulle”) dell’Inghilterra è spesso citata come un moderno esempio di evoluzione in atto. La International Wildlife Encyclopedia dice: “Questo è il più sensazionale cambiamento evolutivo che l’uomo abbia mai potuto osservare”.20 Jastrow, nel suo libro Red Giants and White Dwarfs, dopo aver ricordato il tormento di Darwin per non aver potuto dimostrare nemmeno un caso di evoluzione delle specie, aggiunge: “Se l’avesse saputo, aveva a portata di mano un esempio che gli avrebbe fornito la prova che cercava. Si trattava di un caso straordinariamente raro”.21 Il caso in questione era naturalmente quello della farfalla suddetta.

19 Che cosa è successo alla Biston betularia? All’inizio la varietà più chiara di questa farfalla era più diffusa di quella scura. La varietà chiara si confondeva meglio col colore chiaro del tronco degli alberi ed era quindi più protetta dall’insidia degli uccelli. Ma in seguito, dopo anni e anni di inquinamento industriale, il tronco degli alberi si fece più scuro. Ora il colore chiaro delle farfalle era diventato un pericolo, perché gli uccelli le individuavano più rapidamente e le mangiavano. Di conseguenza la varietà più scura della Biston betularia, ritenuta un mutante, sopravvisse più agevolmente perché gli uccelli avevano difficoltà a individuarla sugli alberi anneriti dalla fuliggine. La varietà più scura divenne presto quella dominante.

20. In che modo un periodico medico inglese ha fatto notare che la Biston betularia non si stava evolvendo?

20 Ma la Biston betularia si stava forse evolvendo in qualche altro tipo di insetto? No, era sempre la stessa farfalla, semplicemente di colore diverso. Pertanto il periodico medico inglese On Call ha criticato il ricorso a questo esempio come presunta prova dell’evoluzione, dicendo: “Questa è un’ottima dimostrazione del ruolo del mimetismo, ma, dal momento che si inizia e si finisce con farfalle senza assistere alla formazione di alcuna nuova specie, è piuttosto irrilevante come prova dell’evoluzione”.22

21. Cosa si può dire circa la presunta capacità dei germi di sviluppare una resistenza agli antibiotici?

21 L’errata asserzione che la Biston betularia si stia evolvendo è comune a vari altri casi. Per esempio, dato che alcuni germi si sono rivelati resistenti agli antibiotici, c’è chi parla di evoluzione in atto. Ma i germi più resistenti sono sempre i medesimi germi: non si stanno evolvendo in qualcos’altro. E si riconosce pure che il cambiamento potrebbe essere stato determinato non da mutazioni, ma dal fatto che alcuni germi erano immuni fin dall’inizio. Quando gli altri sono stati uccisi dai farmaci, quelli immuni si sono moltiplicati acquistando il predominio. Il libro Evoluzione dallo spazio dice: “Dubitiamo però che in questi casi possa trovarsi qualcosa di più della selezione di geni già esistenti”.23

22. Il fatto che alcuni insetti risultino immuni agli insetticidi significa che si stiano evolvendo?

22 Lo stesso processo può essersi verificato anche nel caso di certi insetti risultati immuni a determinati insetticidi. Questi veleni o uccidevano gli insetti con cui venivano in contatto o risultavano inefficaci contro di loro. Gli insetti morti non potevano ovviamente sviluppare alcuna resistenza al veleno. La sopravvivenza degli altri poteva significare che erano immuni già dall’inizio. Questa immunità è un fattore genetico presente in certi insetti ma non in altri. In ogni caso, gli insetti rimanevano della stessa specie. Non si evolvevano in qualcos’altro.

“Secondo la loro specie”

23. Quale norma di Genesi è stata confermata anche dalle mutazioni?

23 Ancora una volta le mutazioni confermano quanto formulato nel primo capitolo di Genesi: I viventi si riproducono solo “secondo la loro specie”. La ragione è che il codice genetico impedisce alla pianta o all’animale di discostarsi troppo dalla media. Può esserci un’ampia varietà (come si vede, ad esempio, fra gli uomini, fra i gatti o fra i cani), ma non fino al punto che un organismo vivente possa trasformarsi in un altro. Ciò è confermato da tutti gli esperimenti condotti sulle mutazioni. Viene anche confermata la legge della biogenesi, secondo cui la vita deriva solo da altra vita preesistente e l’organismo genitore e la sua progenie sono della stessa “specie”.

24. In che modo esperimenti di riproduzione controllata hanno confermato che i viventi si riproducono solo “secondo la loro specie”?

24 Ciò è confermato anche dagli esperimenti di riproduzione controllata. Mediante incroci, gli scienziati hanno cercato di produrre continue variazioni in diversi animali e piante. Volevano vedere se col tempo potevano produrre nuove forme di vita. Qual è stato il risultato? Il periodico On Call riferisce: “Gli esperti nel campo della riproduzione controllata riscontrano di solito che dopo alcune generazioni si raggiunge un optimum oltre il quale sono impossibili ulteriori miglioramenti, e che non si è formata nessuna nuova specie . . . Anziché sostenere l’evoluzione, quindi, le tecniche di riproduzione controllata sembrerebbero smentirla”.24

25, 26. Cosa dicono alcune pubblicazioni scientifiche circa i limiti riproduttivi dei viventi?

25 Più o meno la stessa cosa fa notare la rivista Science: “Le specie hanno in effetti la capacità di subire lievi modificazioni nelle loro caratteristiche fisiche e d’altro genere, ma questa capacità è limitata, e a lungo andare si riflette in una oscillazione intorno a valori medi”.25 Pertanto ciò che i viventi ereditano non è la possibilità di continuare a cambiare, ma, piuttosto, (1) stabilità e (2) un campo di variabilità limitato.

26 Il libro Molecules to Living Cells (Dalle molecole alle cellule viventi) quindi afferma: “Le cellule di una carota o del fegato di un topo mantengono stabilmente la rispettiva identità tessutale e organica dopo innumerevoli cicli di riproduzione”.26 E Symbiosis in Cell Evolution (Simbiosi nell’evoluzione della cellula) dice: “Tutta la vita . . . si riproduce con incredibile fedeltà”.27 Anche Scientific American osserva: “I viventi differiscono enormemente per forma, ma questa è straordinariamente costante entro qualsiasi data linea di discendenza: i maiali rimangono maiali e le querce rimangono querce una generazione dopo l’altra”.28 E uno scrittore scientifico ha osservato: “I rosai portano sempre rose, mai camelie. E le capre danno alla luce capretti, mai agnelli”. Le mutazioni, conclude, “non possono spiegare l’evoluzione nel suo insieme, cioè perché esistano pesci, rettili, uccelli e mammiferi”.29

27. Che errore commise Darwin nell’interpretare i risultati delle sue osservazioni sui fringuelli delle Galápagos?

27 La variabilità nell’ambito della specie permette di spiegare qualcosa che contribuì a formare l’ipotesi evoluzionistica nella mente di Darwin. Quando si trovava nelle Galápagos, Darwin osservò dei fringuelli. Questi uccelli discendevano da quelli del continente sudamericano, da dove a quanto pare erano migrati. Ma presentavano curiose differenze, ad esempio nella forma del becco. Darwin lo interpretò come un caso di evoluzione in corso. Ma in effetti non era altro che uno dei tanti esempi di varietà nell’ambito di una specie, consentito dalla struttura genetica individuale. I fringuelli erano ancora fringuelli. Non si stavano trasformando in qualcos’altro, né l’avrebbero mai fatto.

28. Perché si può quindi dire che i fatti scientifici sono in piena armonia con la norma menzionata in Genesi: “secondo la loro specie”?

28 Ciò che dice Genesi è pertanto in piena armonia con i fatti scientifici. Quando si piantano dei semi, essi producono solo “secondo la loro specie”, così che si può piantare un giardino certi della fidatezza di questa legge. Quando una gatta partorisce, i piccoli sono sempre gattini. Quando gli esseri umani divengono genitori, i figli sono sempre creature umane. Ci sono variazioni di colore, dimensioni e forma, ma sempre nei limiti della specie. Personalmente avete mai visto qualcosa di diverso? Nemmeno ad altri è capitato di vederlo.

Non sono una base per l’evoluzione

29. Cosa disse delle mutazioni un biologo francese?

29 La conclusione è chiara. Indipendentemente dalla loro quantità, i cambiamenti genetici accidentali non possono trasformare una specie vivente in un’altra. Il biologo francese Jean Rostand una volta disse: “No, non riesco proprio a convincermi che questi ‘scivoloni’ genetici siano stati in grado, anche con l’aiuto della selezione naturale, anche col vantaggio degli immensi periodi di tempo a disposizione dell’evoluzione, di produrre il mondo intero, con la sua profusione di forme strutturali e i suoi perfezionamenti, i suoi straordinari ‘adattamenti’”.30

30. Che commento fece un genetista riguardo alle mutazioni?

30 In modo analogo, il genetista C. H. Waddington disse a proposito delle capacità attribuite alle mutazioni: “Questa è in realtà la teoria secondo cui, partendo con quattordici righe qualsiasi in inglese coerente e cambiando una lettera alla volta — conservando solo quelle parti che hanno ancora un senso — si finirà per comporre uno dei sonetti di Shakespeare. . . . mi sembra una logica folle, e penso che dovremmo poter fare di meglio”.31

31. Come è stata definita da uno scienziato l’ipotesi che le mutazioni siano la materia prima dell’evoluzione?

31 La verità, come dichiara il prof. John Moore, è questa: “Se rigorosamente esaminata e analizzata, qualsiasi asserzione dogmatica . . . secondo cui le mutazioni genetiche siano la materia prima di un qualunque processo evolutivo che implichi la selezione naturale è l’espressione di un mito”.32

[Domande per lo studio]

[Testo in evidenza a pagina 99]

“Le mutazioni . . . sono la base dell’evoluzione”

[Testo in evidenza a pagina 100]

Le mutazioni sono paragonate a “incidenti” nel meccanismo genetico. Ma gli incidenti sono dannosi, non benefici

[Testo in evidenza a pagina 101]

“Più che un processo costruttivo, la mutazione sembra essere un processo distruttivo”

[Testo in evidenza a pagina 105]

‘Anche se in uno stesso esemplare si verificassero mille mutazioni, non ci sarebbe ugualmente nessuna nuova specie’

[Testo in evidenza a pagina 107]

“È piuttosto irrilevante come prova dell’evoluzione”

[Testo in evidenza a pagina 107]

Le mutazioni confermano che i viventi si riproducono solo “secondo la loro specie”

[Testo in evidenza a pagina 108]

“Anziché sostenere l’evoluzione, . . . le tecniche di riproduzione controllata sembrerebbero smentirla”

[Testo in evidenza a pagina 109]

“I maiali rimangono maiali e le querce rimangono querce una generazione dopo l’altra”

[Testo in evidenza a pagina 110]

Le mutazioni “non possono spiegare l’evoluzione nel suo insieme”

[Testo in evidenza a pagina 110]

“Mi sembra una logica folle, e penso che dovremmo poter fare di meglio”

[Riquadro/Immagine alle pagine 112 e 113]

Quale corrisponde ai fatti?

Dopo aver letto i capitoli precedenti, è opportuno chiedersi: Quale delle due — evoluzione o creazione — corrisponde ai fatti? Le colonne sottostanti riportano lo schema evolutivo, quello creativo e i fatti come risultano nella realtà.

Schema evolutivo Schema creativo Realtà dei fatti

La vita è nata per La vita deriva solo (1) La vita

caso dalla materia da vita precedente; deriva solo da

inanimata per creata in origine vita precedente;

evoluzione chimica da un Creatore (2) la formazione

(generazione intelligente accidentale del

spontanea) complesso codice

genetico è

impossibile

I fossili I fossili I fossili

dovrebbero mostrare: dovrebbero mostrare: mostrano:

(1) l’origine (1) l’improvvisa (1) l’improvvisa

graduale comparsa di comparsa di

di forme di forme complesse; numerose forme

vita semplici; (2) un netto divario di vita complesse;

(2) forme di fra le specie (2) ogni nuova

transizione principali; nessun specie distinta

anello di dalle precedenti;

congiunzione nessun anello

di congiunzione

Graduale comparsa Nessuna comparsa Nessuna comparsa

di nuove specie; graduale di nuove graduale di nuove

abbozzi di specie; assenza di specie, pur

ossa e organi ossa o organi esistendo molte

incompleti incompleti: ogni varietà; assenza

in vari stadi parte completamente di ossa o organi

di transizione formata incompleti

Mutazioni: risultato Mutazioni: dannose Le piccole

finale vantaggioso; per le forme di mutazioni

determinano nuove vita complesse; sono dannose,

caratteristiche non producono nulla le grandi sono

di nuovo letali; non

producono mai

nulla di nuovo

Origine graduale Civiltà: La civiltà

della civiltà da contemporanea appare con l’uomo;

inizi rozzi e all’uomo; eventuali

primitivi complessa fin cavernicoli erano

dall’inizio contemporanei alla

civiltà

Evoluzione del Linguaggio: Il linguaggio è

linguaggio da contemporaneo contemporaneo

semplici suoni all’uomo; lingue all’uomo; lingue

animaleschi alle antiche complesse antiche più

complesse lingue e complete complesse di

moderne quelle moderne

Comparsa dell’uomo Comparsa dell’uomo Gli scritti più

milioni di anni fa circa 6.000 anni fa antichi risalgono

solo a circa 5.000

anni fa

...La conclusione logica

Mettendo evoluzione e creazione a confronto con la realtà, non è evidente quale delle due corrisponde ai fatti e quale si scontra con essi? Sia le testimonianze del mondo vivente che quelle della documentazione fossile relativa a forme di vita esistite molto tempo fa portano alla stessa conclusione: la vita è stata creata; non si è evoluta.

La vita non ha quindi avuto origine in qualche ignoto “brodo” primordiale. Gli uomini non derivano da antenati scimmieschi. Le numerose forme di vita furono invece create come famiglie distinte. Ciascuna poteva moltiplicarsi dando vita a una grande varietà in seno alla propria “specie”, ma non poteva varcare il confine che separa una specie dall’altra. Questo confine, come si vede chiaramente fra i viventi, è garantito dalla sterilità. E la separazione fra le specie è assicurata dal caratteristico codice genetico di ciascuna.

Ma, oltre alla corrispondenza fra la realtà e le previsioni in base allo schema creativo, ci sono molte altre testimonianze dell’esistenza di un Creatore. Si pensi allo straordinario progetto e alla complessità delle cose che si trovano sulla terra e nel resto dell’universo. Anche queste attestano l’esistenza di un’Intelligenza suprema. Nei capitoli successivi prenderemo in esame alcune di queste meraviglie, dal maestoso universo alle complesse strutture del mondo microscopico.

[Immagini a pagina 102]

Vi rivolgereste a un costruttore che, per ogni lavoro fatto bene, ne facesse migliaia di altri male?

Se un automobilista prendesse migliaia di decisioni sbagliate per ogni decisione giusta, andreste in macchina con lui?

Se un chirurgo commettesse migliaia di errori per ogni intervento riuscito, vi fareste operare da lui?

[Immagine a pagina 103]

Dobzhansky: “È improbabile che infilando una bacchetta . . . in un apparecchio radio lo si faccia funzionare meglio”

[Immagini a pagina 104]

Gli esperimenti con le drosofile hanno prodotto molti mutanti deformi, ma le drosofile sono rimaste sempre drosofile

Drosofile mutanti

Drosofila normale

[Immagine a pagina 106]

Il cambiamento di colore della Biston betularia non è un esempio di evoluzione, ma semplice varietà in seno a una stessa specie

[Immagine a pagina 108]

La famiglia dei cani comprende molte varietà, ma i cani rimangono sempre cani

[Immagine a pagina 109]

Nella famiglia umana c’è un’ampia varietà, ma gli essere umani possono riprodursi solo “secondo la loro specie”

[Immagine a pagina 111]

I fringuelli che Darwin osservò nelle Galápagos rimangono sempre fringuelli; ciò che osservò era quindi un esempio di varietà, non di evoluzione