Vai direttamente al contenuto

Vai direttamente all’indice

Come si sviluppò la dottrina della Trinità?

Come si sviluppò la dottrina della Trinità?

Come si sviluppò la dottrina della Trinità?

A QUESTO punto potreste chiedere: ‘Se la Trinità non è un insegnamento biblico, com’è che divenne una dottrina della cristianità?’ Molti pensano che fosse formulata al concilio di Nicea, nel 325 E.V.

Questo però non è del tutto esatto. Il concilio di Nicea affermò in effetti che Cristo era della stessa sostanza di Dio, cosa che pose le basi per la successiva teologia trinitaria. Ma non stabilì la Trinità, poiché in quel concilio non si fece menzione dello spirito santo come terza persona di un Dio trino.

Il ruolo di Costantino a Nicea

PER vari secoli l’idea che Gesù fosse Dio, idea in fase di elaborazione, aveva incontrato molta opposizione per ragioni bibliche. Nel tentativo di risolvere la disputa, l’imperatore romano Costantino convocò tutti i vescovi a Nicea. Solo una parte però, circa 300, partecipò effettivamente alle sessioni del concilio.

Costantino non era cristiano. Si pensa si sia convertito in un secondo tempo, ma non fu battezzato se non in punto di morte. Riguardo a lui è detto: “Costantino, come suo padre, adorava il Sole invitto; . . . la sua conversione non va interpretata come un’esperienza interiore di grazia . . . Fu una questione militare. La sua comprensione della dottrina cristiana non fu mai molto chiara, ma egli era sicuro che la vittoria in battaglia dipendeva dal favore del Dio dei cristiani”. — Henry Chadwick, The Early Church, Harmondsworth 1967, pp. 122, 124.

Che ruolo ebbe al concilio di Nicea questo imperatore non battezzato? L’Encyclopædia Britannica spiega: “Costantino stesso presiedette, guidando attivamente le discussioni, e propose personalmente . . . la formula cruciale che esprimeva la relazione fra Cristo e Dio nel simbolo formulato dal concilio, ‘consustanziale col Padre’ . . . Intimoriti dall’imperatore, i vescovi, con due sole eccezioni, firmarono il simbolo, molti fondamentalmente contro la loro volontà”. — Chicago 1971, vol. 6, p. 386.

Il ruolo di Costantino fu dunque determinante. Dopo due mesi di accaniti dibattiti religiosi, quest’uomo politico pagano intervenne decidendo a favore dei sostenitori della divinità di Gesù. Ma perché? Non certo a motivo di alcuna convinzione biblica. “Basilarmente Costantino non aveva la minima idea delle questioni sollevate dalla teologia greca”, dice A Short History of Christian Doctrine (cit., p. 51). Ciò che capiva bene era che le divisioni religiose costituivano una minaccia per l’impero, che egli voleva invece consolidare.

A Nicea comunque nessuno dei vescovi si fece promotore di una Trinità. Essi decisero solo sulla natura di Gesù, non sul ruolo dello spirito santo. Se la Trinità fosse stata una chiara verità biblica, non sarebbe stato quello il momento di ribadirla?

Ulteriori sviluppi

DOPO Nicea, il dibattito sull’argomento si protrasse per decenni. Quelli che credevano che Gesù non era uguale a Dio tornarono addirittura in auge per un certo tempo. Ma poi l’imperatore Teodosio si schierò contro di loro. Egli confermò la validità del Simbolo Niceno nel suo impero e nel 381 E.V. convocò il concilio di Costantinopoli per rendere più chiara la formula.

Questo concilio accettò di mettere lo spirito santo sullo stesso piano di Dio e Cristo. Per la prima volta cominciò a delinearsi la Trinità della cristianità.

Tuttavia anche dopo il concilio di Costantinopoli la Trinità non divenne una dottrina estesamente accettata. Molti vi si opposero, attirando su di sé un’intensa persecuzione. Solo in secoli successivi la Trinità fu formulata in maniera ben definita. L’Encyclopedia Americana afferma: “Il pieno sviluppo del trinitarismo si ebbe in Occidente, con la Scolastica medievale, quando si tentò una spiegazione in termini filosofici e psicologici”. — Op. cit., vol. 27, p. 117.

Il Simbolo Atanasiano

LA TRINITÀ fu definita in maniera più completa nel Simbolo Atanasiano. Atanasio era un ecclesiastico che sostenne Costantino a Nicea. Il simbolo che reca il suo nome recita: “Noi adoriamo un solo Dio nella Trinità . . . Dio è il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo, eppure non sono tre dèi, ma un solo Dio”. — Alfred Läpple, Documenti della fede cattolica, trad. Benedettine di Rosano, Assisi 1972, pp. 80, 81.

Gli studiosi ritengono comunque che questo simbolo non sia opera di Atanasio. “Il simbolo fu sconosciuto alla Chiesa Orientale fino al XII secolo. A partire dal XVII secolo gli studiosi hanno generalmente convenuto che il Simbolo Atanasiano non fu scritto da Atanasio (morto nel 373), ma fu probabilmente composto nella Francia meridionale durante il V secolo. . . . L’influenza del simbolo sembra si sia sentita per lo più nel sud della Francia e in Spagna nel VI e VII secolo. Era in uso nella liturgia della chiesa in Germania nel IX secolo e qualche tempo dopo a Roma”. — The New Encyclopædia Britannica, cit., vol. 1, pp. 664, 665.

Passarono quindi dei secoli dal tempo di Cristo prima che la Trinità venisse estesamente accettata nella cristianità. E in tutto ciò, cosa guidò le decisioni? La Parola di Dio o considerazioni di carattere clericale e politico? E. W. Hopkins risponde: “La definizione ortodossa finale della trinità fu in gran parte una questione di politica ecclesiastica”. — Origin and Evolution of Religion, cit., p. 339.

Predetta l’apostasia

LA POCO edificante storia della Trinità rientra nell’ambito degli avvenimenti predetti da Gesù e dagli apostoli. Essi avvertirono che dopo di loro ci sarebbe stata un’apostasia, una deviazione, un allontanamento dalla vera adorazione fino al ritorno di Cristo, quando la vera adorazione sarebbe stata ristabilita prima del giorno in cui Dio avrebbe distrutto questo sistema di cose.

Riguardo a quel “giorno”, l’apostolo Paolo disse: “Esso non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità”. (2 Tessalonicesi 2:3, 7) In seguito egli predisse: “So che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé”. (Atti 20:29, 30, CEI) Anche altri discepoli di Gesù scrissero riguardo a questa apostasia e alla sua ‘illegale’ classe clericale. — Vedi, ad esempio, 2 Pietro 2:1; 1 Giovanni 4:1-3; Giuda 3, 4.

Paolo scrisse pure: “Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole”. — 2 Timoteo 4:3, 4, CEI.

Gesù stesso spiegò cosa avrebbe provocato questo allontanamento dalla vera adorazione. Disse che egli aveva seminato del buon seme, ma che il nemico, Satana, avrebbe seminato nel campo le zizzanie. Così, insieme ai primi steli del grano, sarebbero apparse anche le zizzanie. C’era quindi da aspettarsi una deviazione dal puro cristianesimo fino al tempo della mietitura, quando Cristo avrebbe messo le cose a posto. (Matteo 13:24-43) L’Encyclopedia Americana (1956, vol. 27, p. 294L) dichiara: “Il trinitarismo del IV secolo non rispecchiava accuratamente il primitivo insegnamento cristiano circa la natura di Dio; al contrario, rappresentava una deviazione da tale insegnamento”. Come ebbe dunque origine questa deviazione? — 1 Timoteo 1:6.

Influenze

IN TUTTO il mondo antico, fin dal tempo di Babilonia, era comune l’adorazione pagana di triadi, cioè di gruppi di tre divinità. Questa influenza si fece sentire anche in Egitto, Grecia e Roma nei secoli prima di Cristo, come pure al tempo di Cristo e dopo. E dopo la morte degli apostoli queste credenze pagane cominciarono a infiltrarsi nel cristianesimo.

Lo storico Will Durant osserva: “Il cristianesimo non distrusse il paganesimo: lo adottò. . . . Dall’Egitto venne l’idea di una divina Trinità”. (Storia della civiltà — Cesare e Cristo, trad. di A. Mattioli, Milano 1957, p. 753) E Siegfried Morenz, dopo aver fatto rilevare che la trinità rivestiva grande interesse per i teologi egiziani, afferma: “Così tre dei vengono sintetizzati in un unico ente, considerato come singolo. Con un’immagine si potrebbe affermare che i fili della corrente industriale egiziana sono stati tesi lungo i binari della teologia cristiana”. — Gli Egizi, trad. di G. Pulit ed E. Filippi, Milano 1983, pp. 330, 331.

Così, ad Alessandria d’Egitto, ecclesiastici della fine del III secolo e dell’inizio del IV, come Atanasio, risentirono di questo influsso quando formularono i concetti che portarono alla Trinità. La loro stessa influenza si estese, tanto che Morenz considera la “teologia alessandrina l’intermediario che il patrimonio egiziano ha preparato per il cristianesimo”. — Op. cit., p. 332.

Nella prefazione a un’opera di Edward Gibbon si legge: “Se il paganesimo fu sconfitto dal cristianesimo, è altrettanto vero che il cristianesimo fu corrotto dal paganesimo. Il puro deismo dei primi cristiani . . . fu cambiato, dalla Chiesa di Roma, nell’incomprensibile dogma della trinità. Molte credenze pagane, inventate dagli egiziani e idealizzate da Platone, furono ritenute degne di fede e conservate”. — History of Christianity, New York 1891, p. xvi.

Si legge inoltre che secondo molti la Trinità “è una dottrina corrotta presa a prestito dalle religioni pagane e innestata sulla fede cristiana” (A Dictionary of Religious Knowledge, cit., p. 944), e che “le origini [della Trinità] sono interamente pagane”. — The Paganism in Our Christianity, cit., p. 197.

Per questo motivo James Hastings scrisse: “Nella religione indiana, ad esempio, incontriamo il gruppo trinitario composto da Brahmā, Shiva e Viṣṇu; nella religione egiziana troviamo il gruppo trinitario formato da Osiride, Iside e Horus . . . E il concetto di un Dio trino non si riscontra solo nelle religioni storiche. In particolare richiama alla mente il concetto neoplatonico di Realtà suprema o ultima”, che viene “rappresentata come triade”. (Encyclopædia of Religion and Ethics, cit., vol. XII, p. 458) Ma cosa c’entra con la Trinità il filosofo greco Platone?

Platonismo

PLATONE visse, si pensa, dal 428 al 347 avanti Cristo. Benché non insegnasse la Trinità nella sua forma attuale, le sue filosofie spianarono la strada a questa dottrina. In seguito sorsero movimenti filosofici che includevano concetti triadici e che risentivano dell’influenza delle idee platoniche di Dio e natura.

Riguardo all’influenza esercitata da Platone, un’opera francese dice: “La trinità platonica, di per sé solo una ristrutturazione di trinità precedenti che risalivano a popoli più antichi, sembra essere la razionale e filosofica trinità di attributi che diede origine alle tre ipostasi o persone divine che le chiese cristiane hanno insegnato. . . . Questa concezione della trinità divina che il filosofo greco aveva . . . si può rintracciare in tutte le antiche religioni [pagane]”. — Nouveau Dictionnaire Universel, di M. Lachâtre, Parigi 1865-1870, vol. 2, p. 1467.

A proposito dell’influenza di questa filosofia greca un’enciclopedia delle religioni dice: “Le dottrine del Logos e della Trinità ricevettero la loro forma dai Padri greci, i quali . . . risentirono molto — direttamente o indirettamente — dell’influenza della filosofia platonica . . . Non si può negare che nella Chiesa si siano insinuati errori e alterazioni provenienti da questa fonte”. — The New Schaff-Herzog Encyclopedia of Religious Knowledge, di S. Macauley Jackson, Grand Rapids 1957, vol. IX, p. 91.

In un’opera si legge: “La dottrina della Trinità si andò formando gradualmente e relativamente tardi; . . . trasse origine da una fonte del tutto estranea alle Scritture Ebraiche e Cristiane; . . . si sviluppò e fu innestata sul cristianesimo per mano dei Padri platonisti”. — Alvan Lamson, The Church of the First Three Centuries, Boston 1860, p. 34.

Per la fine del III secolo E.V., il “cristianesimo” e le filosofie neoplatoniche divennero inseparabilmente uniti. Come spiega Adolf Harnack, la dottrina della chiesa divenne “fermamente radicata nel terreno dell’ellenismo [il pensiero pagano greco]. Divenne così un mistero per la stragrande maggioranza dei cristiani”. — Dogmengeschichte, Tubinga 1905, p. 158.

La chiesa asserì che le nuove dottrine si basavano sulla Bibbia. Ma Harnack aggiunge: “In realtà essa legittimò al suo interno la speculazione greca, i concetti e le usanze superstiziose dei culti misterici pagani”. — Ibid.

In merito alla Trinità, Andrews Norton scrisse: “Possiamo ripercorrere la storia di questa dottrina e individuarne l’origine non nella rivelazione cristiana, ma nella filosofia platonica . . . La Trinità non è una dottrina di Cristo e degli Apostoli, ma un’invenzione dei neoplatonici”. — A Statement of Reasons, Boston 1872, pp. 94, 104.

Così, nel IV secolo E.V., l’apostasia predetta da Gesù e dagli apostoli giunse a completa fioritura. L’elaborazione della Trinità non ne è che una prova. Le chiese apostate cominciarono ad accettare altre idee pagane, come l’inferno di fuoco, l’immortalità dell’anima e l’idolatria. Spiritualmente parlando, la cristianità era entrata nei predetti secoli bui, dominata da una classe clericale sempre più forte, “l’uomo dell’illegalità”. — 2 Tessalonicesi 2:3, 7.

Perché i profeti di Dio non la insegnarono?

PERCHÉ per migliaia d’anni nessun profeta di Dio insegnò la Trinità al Suo popolo? Non avrebbe almeno Gesù dovuto usare le sue capacità di grande Insegnante per far capire chiaramente la Trinità ai suoi seguaci? Avrebbe Dio ispirato le centinaia di pagine della Sacra Scrittura senza includere l’insegnamento della Trinità se questa fosse stata la “dottrina centrale” della fede?

I cristiani dovrebbero forse credere che secoli dopo Cristo e dopo aver ispirato la stesura della Bibbia, Dio avrebbe sostenuto la formulazione di una dottrina sconosciuta per migliaia d’anni ai suoi servitori, una dottrina che viene definita ‘mistero imperscrutabile’, che va “oltre la comprensione della ragione umana”, di cui si ammette l’origine pagana e che fu “in gran parte una questione di politica ecclesiastica”?

La testimonianza della storia è chiara: l’insegnamento della Trinità costituisce una deviazione dalla verità, un insegnamento apostata.

[Testo in evidenza a pagina 8]

‘Il trinitarismo del IV secolo rappresentava una deviazione dal primitivo insegnamento cristiano’. — The Encyclopedia Americana

[Riquadro a pagina 9]

“La triade dei Grandi Dèi”

Molti secoli prima di Cristo, nell’antica Babilonia e in Assiria esistevano triadi, o trinità, di dèi. Riguardo a una di queste triadi dell’area mesopotamica un’enciclopedia dice: “L’universo era diviso in tre regioni, ciascuna sotto il controllo di un dio. Ad Anu apparteneva il cielo. Enlil dominava la terra. Ea divenne il sovrano delle acque. Insieme costituivano la triade dei Grandi Dèi”. — “Larousse Encyclopedia of Mythology”.

[Riquadro a pagina 12]

La trinità indù

Riguardo a una trinità indù che esisteva secoli prima di Cristo, un libro sull’induismo dice: “Shiva è uno degli dèi della Trinità. È considerato il dio distruttore. Le altre due divinità sono Brahma, il dio creatore, e Vishnu, il dio preservatore . . . Per indicare che queste tre figure non sono che Uno, le tre divinità vengono riunite in un’unica rappresentazione”. — A. Parthasarathy, “The Symbolism of Hindu Gods and Rituals”, Bombay.

[Immagine a pagina 8]

“Costantino non aveva la minima idea delle questioni sollevate dalla teologia greca”. — A Short History of Christian Doctrine

[Immagini a pagina 10]

1. Egitto. Triade di Horus, Osiride e Iside, II millennio a.E.V.

2. Babilonia. Triade di Ishtar, Sin e Shamash, II millennio a.E.V.

3. Palmira. Triade del dio-luna, del Signore dei Cieli e del dio-sole, ca. I secolo E.V.

4. India. Trimurti indù, ca. VII secolo E.V.

5. Cambogia. Divinità trina buddista, ca. XII secolo E.V.

6. Norvegia. Trinità (Padre, Figlio e spirito santo), ca. XIII secolo E.V.

7. Francia. Trinità, ca. XIV secolo E.V.

8. Italia. Trinità, ca. XV secolo E.V.

9. Germania. Trinità, ca. XIX secolo E.V.

10. Germania. Trinità, XX secolo E.V.