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Un antico racconto della creazione: Ci si può credere?

Un antico racconto della creazione: Ci si può credere?

Capitolo sei

Un antico racconto della creazione: Ci si può credere?

“CHI può dire da dove tutto è venuto, e come avvenne la creazione?” Questa domanda si trova nel poema “L’inno della creazione”. Composto in sanscrito più di 3.000 anni fa, esso fa parte del Rigveda, un libro sacro indù. Il poeta dubitava che persino i molti dèi indù potessero sapere “come avvenne la creazione” perché “gli dèi stessi sono posteriori alla creazione”. — Il corsivo è nostro.

Testi babilonesi ed egizi propongono miti analoghi relativi alla nascita dei loro dèi in un universo preesistente. Un punto essenziale, comunque, è che questi miti non spiegavano da dove era venuto tale universo. Riscontrerete invece che esiste un racconto della creazione che è diverso. Questo particolare documento, la Bibbia, inizia con le parole: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. — Genesi 1:1.

Mosè scrisse questa affermazione semplice ed estremamente significativa circa 3.500 anni fa. Essa si incentra su un Creatore, Dio, che trascende l’universo materiale perché egli stesso l’ha creato e quindi esisteva prima di esso. Questo stesso libro insegna che “Dio è uno Spirito”, il che significa che esiste in una forma che i nostri occhi non possono vedere. (Giovanni 4:24) Forse oggi è più facile afferrare un concetto del genere, dal momento che gli scienziati hanno descritto potenti stelle a neutroni e buchi neri: oggetti cosmici invisibili la cui presenza si può rilevare solo grazie agli effetti che producono.

Fatto significativo, la Bibbia dichiara: “Ci sono corpi celesti, e corpi terrestri; ma la gloria dei corpi celesti è di una sorta, e quella dei corpi terrestri è di una sorta diversa”. (1 Corinti 15:40, 44) Qui non si sta parlando della materia cosmica invisibile che è oggetto degli studi degli astronomi. I “corpi celesti” qui menzionati sono corpi di esseri spirituali intelligenti. Forse vi chiedete: ‘Chi altri, oltre al Creatore, possiede un corpo spirituale?’

Creature celesti invisibili

Secondo il racconto biblico, il reame visibile non è stato la prima opera creativa. Questo antico racconto della creazione riferisce che il primo atto creativo consisté nel portare all’esistenza un’altra persona spirituale, il Figlio primogenito. Egli fu “il primogenito di tutta la creazione”, “il principio della creazione di Dio”. (Colossesi 1:15; Rivelazione [Apocalisse] 3:14) Questo primo essere creato era straordinario.

Fu l’unica creazione prodotta direttamente da Dio, ed era dotato di grande sapienza. Infatti in seguito uno scrittore, un re famoso egli stesso per la sua sapienza, definì questo Figlio “un artefice”, che venne impiegato in tutte le successive opere creative. (Proverbi 8:22, 30; vedi anche Ebrei 1:1, 2). Di lui l’insegnante del I secolo di nome Paolo scrisse: “Per mezzo di lui tutte le altre cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili”. — Colossesi 1:16; confronta Giovanni 1:1-3.

Quali sono le cose invisibili nei cieli che il Creatore portò all’esistenza mediante suo Figlio? Anche se gli astronomi parlano di miliardi di stelle e di invisibili buchi neri, qui la Bibbia si riferisce a centinaia di milioni di creature spirituali, dotate di un corpo spirituale. Qualcuno potrebbe chiedersi: ‘A che scopo creare tali esseri invisibili e intelligenti?’

Proprio come studiando l’universo si può trovare la risposta ad alcune domande circa la sua Causa, così studiando la Bibbia si possono trovare informazioni importanti circa il suo Autore. Ad esempio, la Bibbia ci dice che egli è il “felice Dio”, le cui intenzioni e azioni riflettono amore. (1 Timoteo 1:11; 1 Giovanni 4:8) Possiamo quindi concludere, per logica, che Dio decise di circondarsi di altre persone spirituali intelligenti che fossero anch’esse in grado di godere la vita. Ciascuna di esse avrebbe compiuto un lavoro soddisfacente per il bene reciproco e avrebbe contribuito ad adempiere il proposito del Creatore.

Non c’è nulla che faccia pensare che queste creature spirituali dovessero ubbidire a Dio come degli automi. Al contrario, Dio le dotò di intelligenza e di libero arbitrio. La Bibbia indica che Dio incoraggia la libertà di pensiero e la libertà di azione, certo che queste non rappresentano una minaccia permanente per la pace e l’armonia dell’universo. Paolo, usando il nome personale del Creatore come ricorre nella Bibbia ebraica, scrisse: “Ora Geova è lo Spirito; e dov’è lo spirito di Geova, lì c’è libertà”. — 2 Corinti 3:17.

Cose visibili nei cieli

Quali sono le cose visibili che Dio creò mediante il suo Figlio primogenito? Ad esempio, il sole e tutti gli altri miliardi di stelle e le altre forme di materia che compongono l’universo. La Bibbia ci dà qualche indicazione su come Dio produsse tutte queste cose dal nulla? Vediamolo esaminando la Bibbia alla luce della scienza moderna.

Nel XVIII secolo lo scienziato Antoine-Laurent Lavoisier, studiando il peso delle sostanze, notò che dopo una reazione chimica il peso dei prodotti era pari alla somma dei pesi delle sostanze di partenza. Ad esempio, se si brucia della carta in presenza di ossigeno, la cenere e i gas che ne risultano pesano esattamente quanto la carta e l’ossigeno da cui si è partiti. Lavoisier formulò una legge: la ‘conservazione della massa, ovvero della materia’. Nel 1910 l’Encyclopædia Britannica spiegava: “La materia non si può né creare né distruggere”. Questo sembrava ragionevole, almeno allora.

Ma l’esplosione di una bomba atomica sopra la città giapponese di Hiroshima, nel 1945, dimostrò pubblicamente che la legge di Lavoisier non aveva una validità assoluta. In un caso del genere una massa supercritica di uranio esplode dando luogo a diversi tipi di materia, la cui massa totale è però inferiore a quella dell’uranio iniziale. A cosa è dovuta questa diminuzione? Al fatto che parte della massa dell’uranio si converte in un possente lampo di energia.

Un altro problema per la legge di conservazione della materia enunciata da Lavoisier sorse nel 1952 con la detonazione di un ordigno termonucleare (bomba all’idrogeno). In quell’esplosione atomi di idrogeno si combinarono formando elio. La massa dell’elio risultante, però, era inferiore a quella dell’idrogeno iniziale. Una parte della massa dell’idrogeno si era convertita in energia esplosiva, determinando un’esplosione molto più devastante di quella della bomba sganciata sopra Hiroshima.

Come hanno dimostrato queste esplosioni, una piccola quantità di materia equivale a un’enorme quantità di energia. Questo legame tra materia ed energia spiega la potenza del sole, dal quale dipende la nostra stessa vita. Qual è questo legame? Ebbene, una quarantina d’anni prima, nel 1905, Einstein aveva previsto una relazione tra materia ed energia. Molti conoscono la sua equazione E=mc2. * Una volta che Einstein ebbe formulato questa relazione, altri scienziati poterono spiegare in che modo il sole ha continuato a splendere per miliardi di anni. All’interno del sole avvengono continue reazioni termonucleari: ogni secondo il sole converte circa 564 milioni di tonnellate di idrogeno in 560 milioni di tonnellate di elio. Questo significa che circa 4 milioni di tonnellate di materia vengono convertite in energia solare, una minima parte della quale raggiunge la terra e sostiene la vita.

Fatto significativo, anche il processo inverso è possibile. “L’energia si trasforma in materia quando particelle subatomiche collidono ad alta velocità creando nuove particelle, più pesanti”, spiega un’enciclopedia. (The World Book Encyclopedia) Gli scienziati ottengono questi risultati su piccola scala usando apparecchiature enormi dette acceleratori di particelle, in cui particelle subatomiche vengono fatte collidere a velocità fantastiche, creando materia. “Stiamo ripetendo uno dei miracoli dell’universo: trasformare l’energia in materia”, spiega Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica.

‘D’accordo’, potrebbe dire qualcuno, ‘ma che c’entra questo con il racconto della creazione che si legge nella Bibbia?’ Ebbene, la Bibbia, pur non essendo un libro di testo scientifico, si è dimostrata aggiornata e in armonia con i fatti scientifici. Dall’inizio alla fine, essa addita Colui che ha creato tutta la materia dell’universo, lo Scienziato per eccellenza. (Neemia 9:6; Atti 4:24; Rivelazione 4:11) E mostra chiaramente la relazione che esiste tra energia e materia.

Ad esempio, la Bibbia rivolge questo invito ai suoi lettori: “Alzate gli occhi in alto e vedete. Chi ha creato queste cose? Colui che ne fa uscire l’esercito perfino a numero, che tutte chiama perfino per nome. A motivo dell’abbondanza di energia dinamica, essendo egli anche vigoroso in potenza, non ne manca nessuna”. (Isaia 40:26) Sì, qui la Bibbia dice che una fonte di enorme energia dinamica — il Creatore — ha portato all’esistenza l’universo materiale. Questo è del tutto in armonia con la tecnologia moderna. Già questo è un motivo sufficiente per nutrire profondo rispetto per il racconto biblico della creazione.

Dopo aver creato cose invisibili e cose visibili nei cieli, il Creatore e il suo Figlio primogenito rivolsero l’attenzione alla terra. Da dove è venuta la terra? Dio potrebbe aver prodotto direttamente i vari elementi chimici che compongono il nostro pianeta trasformando un’immensa quantità di energia dinamica in materia, cosa che oggi i fisici riconoscono possibile. Oppure, come credono molti scienziati, la terra potrebbe essere stata formata a partire da materia espulsa nell’esplosione di una supernova. E non si può nemmeno escludere che possa essere stata impiegata una combinazione di metodi, questi che abbiamo appena menzionato e altri ancora che gli scienziati non hanno ancora scoperto. Qualunque sia stato il procedimento impiegato, il Creatore è la Fonte dinamica degli elementi che compongono il nostro pianeta, compresi tutti i minerali di cui abbiamo bisogno per mantenerci in vita.

Potete capire che fondare la terra implicava molto più che provvedere tutti gli elementi nelle giuste proporzioni. Anche le dimensioni della terra, la sua velocità di rotazione e la sua distanza dal sole, come pure l’inclinazione del suo asse di rotazione e la forma quasi circolare della sua orbita dovevano essere regolate con precisione, ed essere proprio quelle che sono. È chiaro che il Creatore mise in moto i cicli naturali che rendono il nostro pianeta adatto a sostenere una grande varietà di forme di vita. Abbiamo ogni ragione per rimanere stupiti da tutto questo. Ma immaginate la reazione dei figli spirituali celesti mentre assistevano alla creazione della terra e della vita su di essa! Un libro biblico dice che “gridarono gioiosamente insieme” ed “emettevano urla di applauso”. — Giobbe 38:4, 7.

Capire il capitolo 1 di Genesi

Il primo capitolo della Bibbia ci dà qualche ragguaglio su alcuni passi essenziali che Dio fece per preparare la terra per l’uomo. Questo capitolo non provvede tutti i dettagli; quando lo leggiamo non dobbiamo scoraggiarci se omette particolari che gli antichi lettori non avrebbero comunque potuto comprendere. Ad esempio, scrivendo questo capitolo Mosè non menzionò la funzione delle alghe microscopiche o dei batteri. Queste forme di vita divennero visibili agli uomini solo dopo l’invenzione del microscopio, nel XVI secolo. Né Mosè menzionò specificamente i dinosauri, la cui esistenza venne dedotta dai fossili nel XIX secolo. Al contrario, Mosè fu ispirato a usare parole comprensibili ai suoi contemporanei, ma nello stesso tempo accurate in tutto ciò che dicevano circa la creazione della terra.

Leggendo il capitolo 1 di Genesi, dal versetto 3 in poi, noterete che è suddiviso in sei “giorni” creativi. Alcuni sostengono che questi furono giorni letterali di 24 ore, e che quindi l’intero universo e la vita sulla terra furono creati in meno di una settimana! Tuttavia, potete scoprire facilmente che la Bibbia non insegna questo. Il libro di Genesi fu scritto in ebraico. In questa lingua il termine “giorno” indica un periodo di tempo. Può trattarsi di un periodo molto lungo come pure di un giorno letterale di 24 ore. Nello stesso libro di Genesi si parla collettivamente di tutti e sei i “giorni” come di un unico lungo periodo: il ‘giorno in cui Geova fece terra e cielo’. (Genesi 2:4; confronta 2 Pietro 3:8). In realtà la Bibbia rivela che i “giorni” o periodi creativi abbracciano migliaia d’anni.

Lo si capisce da ciò che la Bibbia dice del settimo “giorno”. La narrazione relativa a ciascuno dei primi sei “giorni” termina con le parole “e si faceva sera e si faceva mattina, un primo giorno”, e così via. Eppure non troverete questo commento dopo la narrazione del settimo “giorno”. Anzi, nel I secolo E.V., dopo circa 4.000 anni di storia, la Bibbia indicava che il settimo “giorno” di riposo era ancora in corso. (Ebrei 4:4-6) Perciò il settimo “giorno” è un periodo che abbraccia migliaia di anni, e possiamo logicamente trarre la stessa conclusione per quanto riguarda i primi sei “giorni”.

Il primo e il quarto “giorno”

A quanto pare, prima dell’inizio dei sei “giorni” o periodi di speciali opere creative la terra era già in orbita attorno al sole ed era un globo coperto d’acqua. “C’erano tenebre sulla superficie delle acque dell’abisso”. (Genesi 1:2) In quello stadio primitivo doveva esserci qualcosa — forse una miscela di vapore acqueo, altri gas e polvere vulcanica — che impediva alla luce del sole di raggiungere la superficie della terra. La Bibbia descrive così il primo periodo creativo: “Dio diceva: ‘Ci sia luce’; e la luce venne gradualmente all’esistenza”, ovvero raggiunse la superficie della terra. — Genesi 1:3, traduzione di James W. Watts.

L’espressione “venne gradualmente” riflette accuratamente la forma del verbo ebraico impiegato, la quale indica un’azione progressiva che richiede del tempo per essere completata. Chi sa leggere l’ebraico può trovare questa forma verbale una quarantina di volte in Genesi capitolo 1: questa è una delle chiavi per capire il capitolo. Ciò che Dio iniziava nella sera simbolica di un periodo creativo diveniva progressivamente chiaro, o evidente, dopo la mattina di tale “giorno”. * Inoltre, non è detto che quanto veniva iniziato in un periodo dovesse essere già portato a termine quando iniziava il periodo successivo. Per fare un esempio, la luce cominciò a comparire gradualmente il primo “giorno”, ma fu solo nel quarto periodo creativo che si poterono distinguere il sole, la luna e le stelle. — Genesi 1:14-19.

Il secondo e il terzo “giorno”

Prima di far comparire la terraferma nel terzo “giorno” creativo, il Creatore sollevò parte delle acque. Di conseguenza, la terra fu circondata da una coltre di vapore acqueo. * L’antico racconto non specifica quali processi furono usati per far questo, né c’è bisogno che lo faccia. La Bibbia richiama invece l’attenzione sulla distesa esistente fra le acque di sopra e quelle superficiali. La chiama “cielo”. Tuttora si usa questo termine per indicare l’atmosfera in cui volano uccelli e aeroplani. A suo tempo Dio riempì questi cieli atmosferici di una miscela di gas essenziali per la vita.

Durante i “giorni” creativi le acque superficiali si ritirarono, lasciando emergere la terraferma. Sembra che, forse impiegando forze geologiche che stanno ancora muovendo le zolle tettoniche della terra, Dio abbia sollevato alcune dorsali oceaniche per formare i continenti. In questo modo si sarebbero prodotte le terre emerse e profonde valli sottomarine, che ora gli oceanografi hanno cartografato e stanno studiando con attenzione. (Confronta Salmo 104:8, 9). Una volta formatosi l’asciutto, ebbe luogo un altro sviluppo meraviglioso. Leggiamo: “Dio proseguì, dicendo: ‘La terra faccia germogliare erba, vegetazione che faccia seme, alberi fruttiferi che portino frutto secondo le loro specie, il cui seme sia in esso, sopra la terra’. E così si fece”. — Genesi 1:11.

Come abbiamo visto nel capitolo precedente (“Cosa c’è dietro a tutto questo?”), la fotosintesi è essenziale per le piante. Una cellula di una pianta verde contiene molti organuli chiamati cloroplasti, che ricavano energia dalla luce solare. “Queste fabbriche microscopiche”, spiega un libro, “producono zuccheri e amidi . . . Nessun essere umano ha mai progettato una fabbrica più efficiente di un cloroplasto, o i cui prodotti siano più richiesti”. — Planet Earth.

In effetti, la vita animale che sarebbe venuta in seguito sarebbe dipesa dai cloroplasti per la propria sopravvivenza. Inoltre, se non fosse per le piante verdi l’atmosfera terrestre sarebbe troppo ricca di anidride carbonica, e noi moriremmo per il caldo e per la mancanza di ossigeno. Certi studiosi spiegano la comparsa degli organismi che dipendono dalla fotosintesi in maniera sorprendente. Ad esempio, dicono che quando il nutrimento degli organismi acquatici unicellulari cominciò a scarseggiare, “alcune cellule all’avanguardia finirono per trovare una soluzione. Inventarono la fotosintesi”. Ma è possibile una cosa del genere? La fotosintesi è talmente complessa che gli scienziati stanno ancora tentando di svelarne i segreti. Pensate che organismi fotosintetici capaci di riprodursi siano sorti spontaneamente e in maniera inesplicabile? O trovate più ragionevole credere che esistono come risultato di una creazione intelligente e intenzionale, come riferisce Genesi?

Non è detto che la comparsa di nuove varietà di vita vegetale sia cessata nel terzo “giorno” creativo. Potrebbe essere continuata addirittura fino al sesto “giorno”, quando il Creatore “piantò un giardino in Eden” e “fece crescere dal suolo ogni albero desiderabile alla vista e buono come cibo”. (Genesi 2:8, 9) E come abbiamo menzionato, nel quarto “giorno” l’atmosfera dovette schiarirsi, permettendo a una maggiore quantità di luce proveniente dal sole e da altri corpi celesti di raggiungere la terra.

Il quinto e il sesto “giorno”

Nel corso del quinto “giorno” creativo il Creatore riempì i mari e i cieli atmosferici di una nuova forma di vita, distinta dalla vegetazione: “anime viventi”. Fatto interessante, i biologi parlano, fra le altre cose, di regno vegetale e regno animale, che poi suddividono in ulteriori classificazioni. Il termine ebraico tradotto “anima” significa “uno che respira”. La Bibbia dice anche che le “anime viventi” hanno sangue. Possiamo quindi concludere che nel quinto periodo creativo cominciarono ad apparire creature dotate di un apparato respiratorio e di un apparato circolatorio: gli abitatori dei mari e dei cieli. — Genesi 1:20; 9:3, 4.

Il sesto “giorno” Dio prestò maggiore attenzione alla terra asciutta. Creò animali ‘domestici’ e animali ‘selvaggi’ (una specificazione, questa, significativa al tempo in cui Mosè mise per iscritto questo racconto). (Genesi 1:24) Fu perciò in questo sesto periodo creativo che furono formati i mammiferi terrestri. Ma che dire degli esseri umani?

Questa antica narrazione ci dice che alla fine il Creatore decise di produrre sulla terra una forma di vita davvero straordinaria. Al suo celeste Figlio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e tengano sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e gli animali domestici e tutta la terra e ogni animale che si muove sopra la terra”. (Genesi 1:26) L’uomo avrebbe quindi rispecchiato l’immagine spirituale del proprio Fattore, manifestando le Sue stesse qualità. E sarebbe stato capace di assimilare un’enorme mole di conoscenza. Questo gli avrebbe permesso di agire con un grado di intelligenza superiore a quello di qualsiasi animale. Inoltre, a differenza degli animali, l’uomo fu creato con la capacità di agire secondo il proprio libero arbitrio, non essendo guidato principalmente dall’istinto.

Negli ultimi anni gli scienziati hanno studiato a fondo il patrimonio genetico dell’uomo. Confrontando le caratteristiche genetiche di persone di varie parti del mondo, hanno trovato chiare prove del fatto che tutti gli esseri umani provengono da un antenato comune, da cui è derivato il DNA di tutte le persone che siano mai esistite, noi compresi. Nel 1988 la rivista Newsweek pubblicò queste scoperte in un articolo intitolato “Alla ricerca di Adamo ed Eva”. Quegli studi si basavano su un tipo di DNA mitocondriale, materiale genetico che è trasmesso solamente dalla madre. Nel 1995 i risultati di ricerche condotte sul DNA maschile additarono la stessa conclusione: “c’è stato un antico ‘Adamo’ il cui materiale genetico relativo al cromosoma [Y] è comune a ogni uomo attualmente in vita”, per citare le parole della rivista Time. Che siano accurate in ogni particolare o no, queste scoperte illustrano come il racconto storico che troviamo in Genesi è assolutamente degno di fede, dato che il suo Autore era presente all’epoca dei fatti.

Che momento culminante fu quando Dio unì alcuni elementi della terra per formare il suo primo figlio umano, a cui diede nome Adamo! (Luca 3:38) La narrazione storica ci dice che il Creatore della terra e della vita su di essa mise l’uomo che aveva fatto in un giardino “perché lo coltivasse e ne avesse cura”. (Genesi 2:15) Può darsi che in quel tempo il Creatore stesse ancora producendo nuove specie animali. La Bibbia dice: “Dio formava dal suolo ogni bestia selvaggia del campo e ogni creatura volatile dei cieli, e le conduceva all’uomo per vedere come avrebbe chiamato ciascuna; e in qualunque modo l’uomo la chiamasse — ciascun’anima vivente — quello era il suo nome”. (Genesi 2:19) La Bibbia non dice nulla che faccia pensare che il primo uomo, Adamo, fosse semplicemente una figura mitica. Al contrario, Adamo era una persona reale, un essere umano in grado di pensare e di provare sentimenti, che poteva provare gioia lavorando nella sua dimora paradisiaca. Ogni giorno che passava, Adamo imparava qualcosa di più circa le opere del suo Creatore e circa il Creatore stesso, come le sue qualità e la sua personalità.

Poi, dopo un periodo di tempo non specificato, Dio creò la prima donna perché fosse la moglie di Adamo. Inoltre, Dio rese la loro vita più significativa dando loro questo incarico soddisfacente: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”. (Genesi 1:27, 28) Niente può cambiare questo dichiarato proposito del Creatore, ovvero che l’intera terra venga trasformata in un paradiso pieno di esseri umani felici in pace fra loro e con gli animali.

L’universo materiale, che comprende il nostro pianeta e la vita su di esso, attesta chiaramente la sapienza di Dio. È ovvio quindi che Dio poteva prevedere la possibilità che, con il tempo, alcuni esseri umani decidessero di agire in modo indipendente o ribelle, nonostante egli fosse il Creatore e il Datore della vita. Tale ribellione avrebbe potuto interferire con la grandiosa opera di estendere il paradiso a tutta la terra. La narrazione dice che Dio pose davanti ad Adamo ed Eva una semplice prova che avrebbe ricordato loro il bisogno di essere ubbidienti. Se avessero disubbidito, disse Dio, avrebbero perso la vita che egli aveva dato loro. Da parte del Creatore era una dimostrazione di premura mettere in guardia i nostri primogenitori contro una condotta errata che avrebbe guastato la felicità dell’intera razza umana. — Genesi 2:16, 17.

Entro la fine del sesto “giorno” il Creatore aveva compiuto tutto ciò che era necessario per adempiere il suo proposito. Poteva giustamente dire che tutto ciò che aveva fatto era “molto buono”. (Genesi 1:31) A questo punto la Bibbia introduce un altro importante periodo di tempo dicendo che Dio “si riposava il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatto”. (Genesi 2:2) Dal momento che il Creatore “non si stanca né si affatica”, perché qui viene detto che si riposava? (Isaia 40:28) Questo indica che cessò di compiere opere di creazione fisica; inoltre, Dio si riposa essendo consapevole che nulla, nemmeno la ribellione in cielo o sulla terra, può impedire al suo grandioso proposito di adempiersi. Con fiducia, Dio pronunciò una benedizione sul settimo “giorno” creativo. Le creature intelligenti leali a Dio, che si tratti di esseri umani o di creature spirituali invisibili, possono quindi essere certe che alla fine del settimo “giorno” pace e felicità regneranno in tutto l’universo.

Si può credere al racconto di Genesi?

Ma si può davvero riporre fede in questo racconto della creazione e nelle prospettive che offre? Come abbiamo notato, le moderne ricerche in campo genetico stanno confermando ciò che la Bibbia diceva da molto tempo. Inoltre, alcuni scienziati hanno riflettuto sull’ordine in cui sono descritti gli avvenimenti in Genesi. Ad esempio, il noto geologo Wallace Pratt fece questo commento: “Se come geologo fossi chiamato a spiegare in breve i nostri moderni concetti sull’origine della terra e sullo sviluppo della vita su di essa a un popolo di semplici pastori, come le tribù alle quali era rivolto il Libro della Genesi, difficilmente potrei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte delle espressioni contenute nel primo capitolo della Genesi”. Pratt fece pure notare che l’ordine in cui Genesi colloca l’origine degli oceani e l’emergere dell’asciutto, come pure la comparsa della vita nei mari, degli uccelli e dei mammiferi, corrisponde essenzialmente alla successione delle principali ere geologiche.

Riflettete: Come avrebbe potuto Mosè, migliaia di anni fa, esporre i fatti nell’ordine esatto se la sua fonte di informazioni non fosse stata lo stesso Creatore e Progettista?

“Per fede”, dice la Bibbia, “comprendiamo che l’universo fu formato mediante la parola di Dio, così che il visibile è venuto dall’invisibile”. (Ebrei 11:3, The New English Bible) Molti non sono disposti ad accettare questo fatto, e preferiscono credere al caso o a qualche meccanismo cieco che avrebbe dato origine all’universo e alla vita. * Come abbiamo visto, però, ci sono molteplici ragioni per credere che l’universo e la vita sulla terra — compresa la nostra — derivino da una Causa Prima intelligente, un Creatore: Dio.

La Bibbia riconosce francamente che “la fede non è posseduta da tutti”. (2 Tessalonicesi 3:2) Tuttavia fede non significa credulità. La fede si basa su qualcosa di concreto. Nel prossimo capitolo prenderemo in esame ulteriori motivi validi e convincenti per cui si può riporre fiducia nella Bibbia e nel grande Creatore, che si interessa di noi come individui.

[Note in calce]

^ par. 18 L’energia è uguale alla massa moltiplicata per la velocità della luce al quadrato.

^ par. 30 Per gli ebrei i giorni cominciavano la sera e duravano fino al tramonto seguente.

^ par. 32 Il Creatore potrebbe avere impiegato processi naturali per sollevare queste acque e tenerle sospese. Queste acque caddero ai giorni di Noè. (Genesi 1:6-8; 2 Pietro 2:5; 3:5, 6) Tale avvenimento storico lasciò una traccia indelebile nei sopravvissuti umani e nei loro discendenti, come confermano gli antropologi. Ne troviamo un riflesso nei racconti del diluvio tramandati da popoli di ogni parte della terra.

^ par. 49 Per un’ulteriore analisi della storia delle forme di vita sulla terra, vedi Come ha avuto origine la vita? Per evoluzione o per creazione?, edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

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Dischi di polvere, come questo nella galassia NGC 4261, dimostrano l’esistenza di potenti buchi neri, di per sé invisibili. La Bibbia riferisce che, in un altro reame, esistono creature potenti ma invisibili

[Immagine a pagina 89]

Gli esperimenti hanno confermato la teoria scientifica secondo cui la massa si può convertire in energia e l’energia in massa

[Immagine a pagina 94]

Le opere creative dei primi tre “giorni” resero possibile la vita vegetale con la sua straordinaria varietà

[Immagini a pagina 99]

La Bibbia descrive in termini semplici ma accurati la progressiva comparsa delle forme di vita sulla terra

[Immagine a pagina 101]

“Come geologo . . . difficilmente potrei fare di meglio che seguire piuttosto da vicino gran parte delle espressioni contenute nel primo capitolo della Genesi”. — Wallace Pratt