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Prove e vagliatura all’interno

Prove e vagliatura all’interno

Capitolo 28

Prove e vagliatura all’interno

CON lo sviluppo e la crescita dell’odierna organizzazione dei testimoni di Geova si sono venute a creare diverse situazioni che hanno messo a dura prova la fede dei singoli. Come trebbiando e ventilando il grano lo si separa dalla pula, così queste situazioni sono servite a identificare i veri cristiani. (Confronta Luca 3:17). Coloro che facevano parte dell’organizzazione hanno dovuto manifestare cosa avevano nel cuore. Prestavano servizio solo per vantaggio personale? Erano semplicemente seguaci di qualche essere umano imperfetto? Oppure erano umili, ansiosi di conoscere e fare la volontà di Geova Dio, completi nella loro devozione a lui? — Confronta 2 Cronache 16:9.

Anche i seguaci di Gesù Cristo del I secolo ebbero simili prove di fede. Gesù disse loro che se fossero stati fedeli sarebbero stati con lui nel suo Regno. (Matt. 5:3, 10; 7:21; 18:3; 19:28) Ma non disse loro quando avrebbero ricevuto questo premio. Di fronte all’apatia generale, perfino all’ostilità, con cui era accolta la loro predicazione, avrebbero continuato lealmente a mettere al primo posto nella loro vita gli interessi di quel Regno? Non tutti lo fecero. — 2 Tim. 4:10.

Il modo in cui lo stesso Gesù insegnava costituì una prova per alcuni. I farisei inciamparono quando rigettò recisamente le loro tradizioni. (Matt. 15:1-14) Persino alcuni che si professavano suoi discepoli ritenevano offensivo il suo modo di insegnare. In un’occasione, mentre stava parlando dell’importanza di avere fede nel valore della sua carne e del suo sangue offerti in sacrificio, molti discepoli si scandalizzarono del linguaggio figurato che usava. Senza aspettare ulteriori spiegazioni, “se ne tornarono alle cose lasciate dietro e non camminavano più con lui”. — Giov. 6:48-66.

Ma non tutti si allontanarono. Simon Pietro disse: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio”. (Giov. 6:67-69) Avevano visto e sentito abbastanza da essere convinti che Gesù era colui mediante il quale Dio rendeva manifesta la verità riguardante lui e il suo proposito. (Giov. 1:14; 14:6) Comunque ci furono altre prove di fede.

Dopo la sua morte e risurrezione, Gesù diede agli apostoli e ad altri l’incarico di pastori della congregazione. Erano uomini imperfetti e a volte le loro imperfezioni furono una prova per coloro con cui avevano a che fare. (Confronta Atti 15:36-41; Galati 2:11-14). D’altra parte c’erano alcuni che provavano eccessiva ammirazione per qualche cristiano preminente e dicevano: “Io appartengo a Paolo”, mentre altri dicevano: ‘Io appartengo ad Apollo’. (1 Cor. 3:4) Dovevano tutti badare di non perdere di vista cosa significava essere seguaci di Gesù Cristo.

L’apostolo Paolo predisse altri problemi gravi, spiegando che persino all’interno della congregazione cristiana ‘sarebbero sorti uomini che avrebbero detto cose storte per trarsi dietro i discepoli’. (Atti 20:29, 30) E l’apostolo Pietro avvertì che falsi insegnanti fra i servitori di Dio avrebbero cercato di sfruttare altri con “parole finte”. (2 Piet. 2:1-3) Era ovvio che li attendevano angosciose prove di fede e lealtà.

Perciò le prove e la vagliatura che fanno parte della storia moderna dei testimoni di Geova non sono state una sorpresa. Ma per molti è stata una sorpresa chi ha inciampato e perché.

Apprezzavano veramente il riscatto?

All’inizio degli anni ’70 del secolo scorso il fratello Russell e i suoi compagni cominciarono a conoscere e ad apprezzare di più il proposito di Dio. Per loro fu un periodo di ristoro spirituale. Ma poi, nel 1878, dovettero affrontare un’importante prova di fede e di lealtà alla Parola di Dio. Era in discussione il valore sacrificale della carne e del sangue di Gesù: lo stesso insegnamento su cui avevano inciampato molti discepoli di Gesù del I secolo.

Solo due anni prima, nel 1876, C. T. Russell aveva stretto rapporti di lavoro con N. H. Barbour di Rochester (New York). I loro gruppi di studio si erano uniti. Russell aveva provveduto i fondi per riprendere la pubblicazione della rivista di Barbour Herald of the Morning, con Barbour direttore e lui stesso vicedirettore. Avevano pubblicato insieme anche un libro intitolato Three Worlds, and the Harvest of This World.

Poi scoppiò la bomba! Nell’Herald of the Morning dell’agosto 1878 Barbour pubblicò un articolo in cui, ignorando passi biblici quali 1 Pietro 3:18 e Isaia 53:5, 6, e anche Ebrei 9:22, dichiarava che l’idea stessa che Cristo fosse morto per espiare i nostri peccati era ripugnante. In seguito Russell spiegò: “Con nostra dolorosa sorpresa, il signor Barbour . . . scrisse un articolo per l’Herald negando la dottrina dell’espiazione: negando che la morte di Cristo era il prezzo di riscatto di Adamo e della sua razza, dicendo che la morte di Cristo non era una soluzione della pena per i peccati dell’uomo come l’azione di conficcare uno spillo nel corpo di una farfalla e di farla soffrire e morire non sarebbe considerata da un genitore terreno una giusta soluzione per la mancanza di suo figlio”. a

Era un punto cruciale. Il fratello Russell avrebbe sostenuto lealmente quello che diceva in modo chiaro la Bibbia circa il provvedimento di Dio per la salvezza del genere umano? O sarebbe caduto preda della filosofia umana? Benché all’epoca avesse solo 26 anni e Barbour fosse molto più anziano di lui, Russell con coraggio scrisse un articolo proprio per il numero successivo dell’Herald in cui difendeva in modo fermo il valore espiatorio del sangue di Cristo, che definiva “uno dei più importanti insegnamenti della Parola di Dio”.

Poi invitò J. H. Paton, l’altro vicedirettore dell’Herald, a scrivere un articolo a sostegno della fede nel sangue di Cristo quale base per l’espiazione del peccato. Paton scrisse l’articolo, che fu pubblicato nel numero di dicembre. Dopo ripetuti vani tentativi di ragionare sull’argomento con Barbour in base alle Scritture, Russell troncò ogni rapporto con lui e smise di sostenere la sua rivista. Nel luglio 1879 Russell cominciò a pubblicare una nuova rivista — Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence — che sin dall’inizio sostenne in modo particolare il riscatto. Ma questo non era tutto.

Due anni dopo anche Paton, che allora serviva come rappresentante viaggiante della Watch Tower, cominciò ad allontanarsi e in seguito pubblicò un libro (il suo secondo, intitolato Day Dawn), in cui scartava la credenza nella caduta di Adamo nel peccato e quindi la necessità di un redentore. Sosteneva che il Signore stesso era un uomo imperfetto che con la sua vita non aveva fatto altro che indicare ad altri come crocifiggere le proprie tendenze peccaminose. Nel 1881 un altro collaboratore, A. D. Jones, cominciò a stampare una pubblicazione (Zion’s Day Star) simile alla Torre di Guardia, ma con l’idea di spiegare gli aspetti più semplici del proposito di Dio. All’inizio sembrò che tutto andasse bene. Ma entro l’anno anche la rivista di Jones aveva rinnegato il sacrificio espiatorio di Cristo e l’anno dopo aveva rigettato tutto il resto della Bibbia. Cosa era accaduto a questi uomini? Avevano lasciato che le teorie personali e il fascino di popolari filosofie umane li allontanassero dalla Parola di Dio. (Confronta Colossesi 2:8). Il periodico di A. D. Jones sopravvisse ancora per poco, poi scomparve. J. H. Paton decise di pubblicare una rivista in cui esponeva a modo suo il vangelo, ma la tiratura era assai limitata.

Il fratello Russell era molto preoccupato per l’effetto che tutto questo aveva sui lettori della Torre di Guardia. Si rendeva conto che metteva alla prova la fede di ciascuno di loro. Sapeva bene che alcuni pensavano che le critiche da lui mosse agli insegnamenti non scritturali fossero motivate da spirito di rivalità. Ma il fratello Russell non cercava seguaci. Riguardo a ciò che stava avvenendo, scrisse: “A quanto pare l’obiettivo di queste prove e di questa vagliatura è scegliere quelli che non hanno nel cuore desideri egoistici, che in modo pieno e incondizionato sono consacrati al Signore, che sono ansiosi che sia fatta la volontà del Signore e che hanno così grande fiducia nella sua sapienza, nella sua via, nella sua Parola che rifiutano di farsi allontanare dalla Parola del Signore sia dalle sofisticherie altrui che dai propri piani e dalle proprie idee”.

Dio si serviva di un canale visibile?

Naturalmente ci sono molte organizzazioni religiose, e un buon numero di insegnanti usa in certa misura la Bibbia. Dio si serviva in modo particolare di Charles Taze Russell? In tal caso, quando il fratello Russell morì, Dio smise di avere un canale visibile? Queste diventarono questioni scottanti, che causarono ulteriori prove e vagliatura.

Non ci si poteva certo aspettare che Dio si servisse di C. T. Russell se questi non si fosse attenuto lealmente alla Sua Parola. (Ger. 23:28; 2 Tim. 3:16, 17) Dio non si sarebbe servito di un uomo che per timore si fosse trattenuto dal predicare quello che vedeva chiaramente scritto nelle Scritture. (Ezec. 2:6-8) Dio non si sarebbe servito neanche di una persona che avesse sfruttato la conoscenza delle Scritture per glorificarsi. (Giov. 5:44) Cosa indicano dunque i fatti?

Oggi ripensando all’opera che compì, alle cose che insegnò, alla ragione per cui le insegnò e al risultato, i testimoni di Geova non hanno alcun dubbio che Charles Taze Russell fu certamente impiegato da Dio in un modo speciale e in un tempo particolare.

Questa opinione non si basa unicamente sulla ferma presa di posizione del fratello Russell riguardo al riscatto. Tiene conto anche del fatto che egli rigettò intrepidamente ogni credo che contenesse certi insegnamenti fondamentali della cristianità, perché erano in contrasto con le Scritture ispirate. Questi insegnamenti includevano la dottrina della Trinità (che affondava le sue radici nell’antica Babilonia e fu adottata dai cosiddetti cristiani solo molto tempo dopo che la stesura della Bibbia era stata completata), come pure la credenza che l’anima umana sia in se stessa immortale (adottata da uomini confusi dalla filosofia di Platone e disposti ad accettare idee come quella del tormento eterno dell’anima nel fuoco dell’inferno). Anche molti studiosi della cristianità sanno che simili dottrine non sono insegnate nella Bibbia, b ma questo in genere i loro predicatori non lo dicono dal pulpito. Invece il fratello Russell iniziò un’intensa campagna per far conoscere quello che la Bibbia diceva effettivamente a chiunque fosse disposto ad ascoltare.

Pure degno di nota è ciò che il fratello Russell fece a proposito di altre importantissime verità apprese dalla Parola di Dio. Capì che Cristo sarebbe tornato come gloriosa persona spirituale, invisibile agli occhi umani. Già nel 1876 aveva riconosciuto che l’anno 1914 avrebbe segnato la fine dei tempi dei Gentili. (Luca 21:24, KJ) Altri biblisti si erano resi conto di alcune di queste cose e le avevano sostenute. Ma il fratello Russell impiegò tutte le sue risorse per divulgarle in tutto il mondo in una misura fino ad allora mai raggiunta da alcun altro singolo individuo o gruppo.

Esortò altri a confrontare attentamente i suoi scritti con l’ispirata Parola di Dio per convincersi che quello che imparavano era in piena armonia con essa. A uno che gli aveva scritto una lettera per chiedergli informazioni, il fratello Russell rispose: “Se era appropriato per i primi cristiani stabilire la validità di ciò che ricevevano dagli apostoli, che erano e affermavano di essere ispirati, quanto più è importante che lei sia ben convinto che questi insegnamenti si attengono strettamente alle loro principali istruzioni e a quelle del nostro Signore; poiché il loro autore non pretende di essere ispirato, ma solo guidato dal Signore, come uno impiegato da lui per cibare il suo gregge”.

Il fratello Russell non pretendeva di avere né poteri soprannaturali né rivelazioni divine. Non si attribuiva il merito di ciò che insegnava. Era un eminente studioso della Bibbia. Ma spiegava che il suo notevole intendimento delle Scritture era dovuto ‘al semplice fatto che era giunto il tempo stabilito da Dio’, e diceva: “Se io non parlassi, e non si trovasse nessun altro agente, le pietre stesse griderebbero”. Dichiarava di essere semplicemente simile a un indice puntato su quanto viene affermato nella Parola di Dio.

Charles Taze Russell non voleva la gloria dagli uomini. Nel 1896, per correggere il pensiero di chiunque fosse incline ad attribuirgli eccessivo onore, scrisse: “Poiché sono stato in certa misura, per grazia di Dio, usato nel ministero del vangelo, potrebbe non essere fuori luogo dire qui quello che spesso ho detto in privato, e in precedenza su queste colonne, cioè che per quanto apprezzi l’amore, la simpatia, la fiducia e l’amicizia dei conservi e dell’intera famiglia della fede, non voglio ossequi né riverenza per me o per i miei scritti; e non desidero neanche essere chiamato reverendo o rabbi. E non desidero neppure che qualcuno sia chiamato con il mio nome”.

Anche poco prima di morire non era dell’idea che non ci fosse più niente da imparare, che non ci fosse più nessun’opera da compiere. Aveva parlato spesso di preparare un settimo volume degli Studi sulle Scritture. Interrogato in merito quando stava per morire, disse a Menta Sturgeon, suo compagno di viaggio: “Qualcun altro può scriverlo”. Nel suo testamento espresse il desiderio che La Torre di Guardia continuasse a essere pubblicata sotto la direzione di un comitato di uomini pienamente devoti al Signore. Affermò che per servire come tali dovevano essere uomini “assolutamente leali alle dottrine delle Scritture — specie alla dottrina del riscatto — poiché non si può avere l’approvazione di Dio né la salvezza per la vita eterna se non mediante la fede in Cristo e l’ubbidienza alla Sua Parola e allo spirito di questa”.

Il fratello Russell si rendeva conto che c’era ancora molto lavoro da fare per predicare la buona notizia. Nel 1915, durante un’intervista a Vancouver in Canada, gli fu chiesto quando i seguaci di Cristo unti con lo spirito allora in vita potevano aspettarsi di ricevere la ricompensa celeste. Egli rispose: “Non lo so, ma c’è una grande opera da compiere. E ci vorranno migliaia di fratelli e un sacco di soldi per farla. Non so da dove verranno, il Signore conosce la sua opera”. Poi, nel 1916, poco prima di iniziare il giro di conferenze durante il quale morì, chiamò nel suo ufficio un collaboratore, A. H. Macmillan. In quell’occasione disse: “Io non sono più in grado di continuare l’opera, eppure c’è una grande opera da compiere”. Per tre ore descrisse al fratello Macmillan l’estesa opera di predicazione che prevedeva, in base alle Scritture. Alle obiezioni del fratello Macmillan, rispose: “Questa non è l’opera di un uomo”.

Il cambiamento nella direzione costituisce una prova

Molti collaboratori del fratello Russell erano convinti che il Signore aveva ogni cosa sotto controllo. Al funerale del fratello Russell, W. E. Van Amburgh dichiarò: “Dio ha impiegato molti servitori nel passato e ne impiegherà senza dubbio molti nel futuro. Noi non ci siamo consacrati a un uomo, o all’opera di un uomo, ma a compiere la volontà di Dio, come Egli ce la rivelerà per mezzo della Sua Parola e della Sua provvidenziale direttiva. Dio è sempre al timone”. Il fratello Van Amburgh non si scostò mai da questa convinzione fino alla morte.

Triste a dirsi, però, alcuni che professavano di ammirare Russell manifestarono un altro spirito. Di conseguenza le mutate circostanze che seguirono alla morte di Russell portarono prove e vagliatura. Gruppi di apostati si staccarono non solo negli Stati Uniti, ma anche a Belfast in Irlanda, a Copenaghen in Danimarca, a Vancouver e Victoria (Columbia Britannica) in Canada e in altri luoghi. A Helsinki, in Finlandia, alcuni erano dell’idea che dopo la morte di Russell non c’era più un canale che impartiva ulteriore luce spirituale. Sollecitati da certi uomini preminenti, 164 lasciarono l’organizzazione. Avevano la benedizione di Dio? Per un po’ pubblicarono una rivista e tennero adunanze per proprio conto. Ma col tempo il gruppo si divise, languì e scomparve; e molti tornarono con gioia alle adunanze degli Studenti Biblici. Comunque non tutti tornarono.

La morte del fratello Russell, insieme ai successivi sviluppi, fu una prova anche per R. E. B. Nicholson, il segretario della filiale dell’Australia, e lo indusse a rivelare cosa aveva nel cuore. Dopo la morte di Russell, Nicholson scrisse: “Per oltre un quarto di secolo l’ho amato non solo per la sua opera, ma anche per il suo bel carattere, mi sono rallegrato delle verità che ha pubblicato come ‘cibo a suo tempo’ e dei suoi consigli, ammirando la natura amorevole, gentile, amichevole a cui si univano così mirabilmente fermezza e forte determinazione di fare e osare qualunque cosa per compiere quella che secondo lui era la divina volontà o la rivelazione della Sua Parola. . . . Quando ci si rende conto che questo valido sostegno è venuto a mancare si prova un senso di solitudine”.

Joseph F. Rutherford, il nuovo presidente della Watch Tower Society, non era il tipo di uomo che secondo Nicholson doveva avere la posizione di sorveglianza che era stata del fratello Russell. Nicholson cominciò a criticare apertamente il modo brusco con cui il nuovo materiale di studio biblico denunciava la falsa religione. Poco dopo lasciò l’organizzazione e portò con sé gran parte della proprietà della Società (che aveva intestato a proprio nome) e quelli di Melbourne che, a loro volta, erano stati i suoi ammiratori. Perché accadde ciò? Evidentemente Nicholson era diventato seguace di un uomo; perciò, scomparso quell’uomo, la sincerità e lo zelo con cui aveva servito il Signore si raffreddarono. Nessuno di coloro che si allontanarono in quel tempo ebbe successo. Invece è degno di nota che Jane Nicholson, benché di costituzione fragile, non seguì il marito nella defezione. Era devota prima di tutto a Geova Dio, e continuò a servirlo a tempo pieno finché morì nel 1951.

Molti compresero che quello che stava avvenendo negli anni che seguirono la morte del fratello Russell adempiva la volontà di Dio. A questo proposito un servitore di Geova del Canada scrisse al fratello Rutherford:

“Caro fratello, non fraintendere quello che scrivo. Il tuo temperamento e quello del nostro caro fratello Russell sono diversi come il giorno e la notte. Molti, ahimè, moltissimi, amavano il fratello Russell a motivo della sua personalità, del suo temperamento, ecc.; e pochissimi alzavano il dito contro di lui. Molti accettarono la verità solo perché lo diceva il fratello Russell. Quindi molti cominciarono a venerare l’uomo . . . Certo ricordi la volta in cui a un’assemblea il fratello Russell fece un discorso molto franco su questa debolezza di molti fratelli benintenzionati, basandolo su Giovanni e l’angelo. (Rivelazione 22:8, 9) Tutti sappiamo cosa accadde quando morì.

“Ma tu, fratello Rutherford, hai un temperamento che non si può paragonare a quello del fratello Russell. Anche il tuo aspetto è diverso. Non è colpa tua. L’hai avuto in dono alla nascita, e non potevi rifiutarlo. . . . Da quando sei stato messo a capo della SOCIETÀ, sei stato oggetto di critiche ingiuste e di calunnie della peggior specie, e tutto questo da parte dei fratelli. Ma nonostante tutto sei rimasto leale e devoto al nostro caro Signore e all’incarico ricevuto da lui come si legge in Isaia 61:1-3. Il Signore sapeva quello che faceva quando ti ha messo a capo? Certamente. In passato tutti eravamo inclini a venerare la creatura più del Creatore. Il Signore lo sapeva. Perciò ha messo una persona con un temperamento diverso a capo, o dovrei dire a dirigere l’opera, l’opera di mietitura. Tu non desideri che alcuno ti veneri. Lo so, ma desideri davvero che tutti quelli che hanno la stessa fede preziosa godano la luce che ora risplende sul sentiero dei giusti, come il Signore ritiene opportuno che risplenda. Ed è il Signore che lo vuole”.

Chiarita l’identità del “servitore fedele e saggio”

Molti che furono vagliati in quel tempo si aggrappavano all’idea che un singolo individuo, Charles Taze Russell, fosse il “servitore fedele e saggio” predetto da Gesù in Matteo 24:45-47 (KJ), servitore che avrebbe dato il cibo spirituale alla famiglia della fede. In particolare dopo la sua morte, La Torre di Guardia stessa per alcuni anni espresse questa idea. Dato il ruolo di primo piano avuto dal fratello Russell, gli Studenti Biblici dell’epoca pensavano che le cose stessero così. Egli non lanciò personalmente l’idea, ma riconobbe l’apparente ragionevolezza degli argomenti dei suoi fautori. c Tuttavia sottolineò pure che chiunque il Signore impiegasse in questo ruolo doveva essere non solo umile, ma anche zelante nel rendere gloria al Signore, e che se qualcuno di coloro che erano stati scelti dal Signore fosse venuto meno, un altro avrebbe preso il suo posto.

Ad ogni modo, man mano che dopo la morte del fratello Russell la luce della verità risplendeva sempre più chiara e man mano che la predicazione predetta da Gesù si estendeva maggiormente, fu evidente che il “servitore fedele e saggio” (KJ), o “schiavo fedele e discreto” (NM), non era uscito di scena alla morte del fratello Russell. Nel 1881 lo stesso Russell aveva espresso il parere che il “servitore” fosse costituito dall’intero corpo dei fedeli cristiani unti con lo spirito. Lo vedeva come un servitore collettivo, una classe di persone unite nel fare la volontà di Dio. (Confronta Isaia 43:10). Questo intendimento venne riaffermato dagli Studenti Biblici nel 1927. Oggi i testimoni di Geova riconoscono che La Torre di Guardia e altre pubblicazioni simili sono impiegate dallo schiavo fedele e discreto per dispensare cibo spirituale. Non sostengono che questa classe dello schiavo sia infallibile, ma la considerano l’unico canale che il Signore usa negli ultimi giorni di questo sistema di cose.

Quando prevale l’orgoglio

A volte però alcuni che avevano posizioni di responsabilità arrivarono a considerarsi il canale della luce spirituale, al punto di opporsi ai provvedimenti dell’organizzazione. Altri semplicemente cedettero al desiderio di esercitare maggiore influenza. Cercarono di indurre altri a seguirli, o, come disse l’apostolo Paolo, cercarono di “trarsi dietro i discepoli”. (Atti 20:29, 30) Questo naturalmente mise alla prova i motivi e la stabilità spirituale di quelli che cercavano di adescare. Ecco alcuni esempi:

Agli Studenti Biblici di Allegheny (Pennsylvania) furono inviate lettere speciali che li invitavano a un’adunanza per il 5 aprile 1894. Il fratello e la sorella Russell non furono invitati e non vi parteciparono, ma i presenti erano una quarantina. La lettera, firmata da E. Bryan, S. D. Rogers, J. B. Adamson e O. von Zech, diceva che all’adunanza sarebbero state trattate cose che riguardavano il loro “massimo bene”. Si rivelò un perfido tentativo da parte dei cospiratori per avvelenare la mente altrui divulgando quello che secondo loro non andava nella gestione del fratello Russell (per quanto i fatti dimostrassero il contrario), sostenendo che il fratello Russell aveva troppa autorità (che essi volevano per sé) e lamentandosi perché preferiva servirsi della pagina stampata e delle adunanze delle classi bibliche per diffondere il vangelo anziché limitarsi a fare discorsi (in cui essi potevano più facilmente esporre idee personali). La congregazione rimase molto turbata dall’accaduto, e molti inciamparono. Ma quelli che si allontanarono non diventarono per questo persone più spirituali o più zelanti nell’opera del Signore.

Più di 20 anni dopo il fratello Russell, prima di morire, espresse l’intenzione di mandare in Gran Bretagna Paul S. L. Johnson, un oratore molto capace, per rafforzare gli Studenti Biblici. Rispettando il desiderio del fratello Russell, nel novembre 1916 la Società inviò Johnson in Gran Bretagna. Ma una volta lì Johnson mandò via due funzionari della Società. Si considerava un personaggio importante, perciò nei discorsi e nella corrispondenza affermava che quello che stava facendo era stato prefigurato nelle Scritture da Esdra, Neemia e Mardocheo. Pretendeva di essere l’economo (o l’incaricato) menzionato da Gesù nella parabola di Matteo 20:8. Tentò di impadronirsi dei fondi della Società e, per raggiungere il suo scopo, deferì una causa all’Alta Corte di Londra.

Falliti i suoi tentativi, ritornò a New York, dove cercò l’appoggio di alcuni che facevano parte del consiglio direttivo della Società. Quelli che si lasciarono persuadere tentarono di conseguire il loro obiettivo cercando di far adottare una risoluzione per abrogare lo statuto della Società che autorizzava il presidente ad amministrarla. Volevano l’autorità di prendere tutte le decisioni. Il fratello Rutherford adì le vie legali per tutelare gli interessi della Società, e quelli che cercavano di nuocere all’opera furono invitati a lasciare la Betel. All’adunanza annuale dei membri della Società che si tenne all’inizio dell’anno dopo, quando vennero eletti i direttori e i funzionari per l’anno successivo, gli agitatori furono respinti a grande maggioranza. Forse qualcuno di loro pensava di essere nel giusto, ma la maggior parte dei loro fratelli spirituali dimostrarono di non essere dello stesso parere. Avrebbero accettato la riprensione?

In seguito P. S. L. Johnson si fece vedere alle adunanze degli Studenti Biblici, facendo credere di essere d’accordo con le loro credenze e la loro attività. Ma dopo essersi guadagnato la fiducia di alcuni, spargeva i semi del dubbio. Se qualcuno suggeriva di rompere con la Società, ipocritamente scoraggiava la cosa, finché la lealtà del gruppo non era stata completamente minata. Per corrispondenza e anche recandosi di persona sul posto, cercò di influenzare i fratelli non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Giamaica, Europa e Australia. Ci riuscì?

Poteva sembrare di sì dato che la maggioranza di una congregazione votò per tagliare i ponti con la Società. Ma era come un ramo tagliato dall’albero: verde per un po’, poi secco e senza vita. Quando nel 1918 gli oppositori tennero un’assemblea, affiorarono disaccordi e ci fu una spaccatura. Seguì ulteriore disgregazione. Per un po’ funzionarono alcune piccole sette con un capo guardato con ammirazione. Nessuna di queste si impegnò nell’opera di dare pubblica testimonianza riguardo al Regno di Dio in tutta la terra abitata, l’opera che Gesù aveva affidato ai suoi seguaci.

Quando accaddero queste cose, i fratelli si ricordarono delle parole riportate in 1 Pietro 4:12: “Diletti, non siate perplessi per l’incendio che c’è fra voi, che vi accade per una prova, come se vi avvenisse una cosa strana”.

Quelli menzionati sopra non furono i soli che permisero all’orgoglio di minare la loro fede. Altri fecero la stessa cosa, fra cui Alexandre Freytag, responsabile dell’ufficio della Società a Ginevra, in Svizzera. Egli amava attirare l’attenzione su di sé, aggiungeva le proprie idee nel tradurre in francese le pubblicazioni della Società, e usò perfino l’attrezzatura della Società per pubblicare roba sua. In Canada ci fu W. F. Salter, uno dei responsabili della filiale della Società, che cominciò a non essere d’accordo con le pubblicazioni della Società, fece sapere che si aspettava di essere il prossimo presidente della Watch Tower Society e, dopo che fu allontanato, si servì disonestamente della carta intestata della Società per ordinare alle congregazioni del Canada e di altri paesi di studiare materiale scritto da lui. In Nigeria ci fu, fra gli altri, G. M. Ukoli, che dapprima mostrò zelo per la verità, ma poi cominciò a considerarla un mezzo per ottenere un guadagno materiale e la preminenza. Poi, quando i suoi tentativi furono vanificati, si diede a criticare i fratelli fedeli sui giornali. E ci furono altri.

Anche in anni recenti alcuni che occupavano posizioni di grande responsabilità hanno mostrato uno spirito simile.

Naturalmente erano liberi di credere quello che volevano. Ma chiunque sostiene in pubblico o in privato idee che si discostano da ciò che compare nelle pubblicazioni di un’organizzazione e che lo fa pur affermando di rappresentare tale organizzazione, causa divisione. Come si comportarono i testimoni di Geova in queste situazioni?

Non lanciarono una campagna persecutoria contro di loro (mentre i disertori spesso insultavano i loro ex fratelli spirituali), né cercarono di nuocere loro fisicamente (come fece la Chiesa Cattolica con l’Inquisizione). Piuttosto seguirono l’ispirato consiglio dell’apostolo Paolo, che scrisse: “Ora vi esorto, fratelli, a tenere d’occhio quelli che causano divisioni e occasioni d’inciampo contro l’insegnamento che avete imparato, ed evitateli. Poiché gli uomini di quella sorta non sono schiavi del nostro Signore Cristo . . . Con discorso blando e parlar complimentoso seducono i cuori dei semplici”. — Rom. 16:17, 18.

Osservando quello che avveniva, anche altri ebbero l’opportunità di manifestare ciò che avevano nel cuore.

Punti dottrinali da chiarire

I testimoni di Geova ammettono francamente che nel corso degli anni il loro intendimento del proposito di Dio ha subìto molti aggiustamenti. La conoscenza del proposito di Dio è progressiva, quindi devono esserci dei cambiamenti. Il proposito di Dio non cambia, ma la luce che egli dà di continuo ai suoi servitori richiede che essi modifichino il loro punto di vista.

Bibbia alla mano, i Testimoni fanno notare che la stessa cosa avvenne anche ai fedeli servitori di Dio del passato. Abraamo aveva un’intima relazione con Geova; ma quando partì da Ur quell’uomo di fede non sapeva in quale paese Dio lo stesse conducendo, e per molti anni non fu affatto sicuro di come Dio avrebbe adempiuto la promessa di fare di lui una grande nazione. (Gen. 12:1-3; 15:3; 17:15-21; Ebr. 11:8) Dio rivelò molte verità ai profeti, ma c’erano altre cose che essi allora non comprendevano. (Dan. 12:8, 9; 1 Piet. 1:10-12) Anche Gesù rivelò molte cose agli apostoli, ma sino alla fine della sua vita terrena disse loro che avrebbero dovuto imparare tante altre cose. (Giov. 16:12) Alcune di queste, come il proposito di Dio di introdurre i gentili nella congregazione, non furono comprese finché gli apostoli non videro ciò che stava effettivamente accadendo in adempimento della profezia. — Atti 11:1-18.

Come ci si poteva aspettare, quando i cambiamenti hanno richiesto che si accantonassero idee radicate, per alcuni è stata una prova. Inoltre non tutti gli aggiustamenti dottrinali sono avvenuti semplicemente, in una volta sola. A motivo dell’imperfezione, a volte c’è la tendenza ad andare a un estremo o all’altro prima di riconoscere la posizione corretta. Ciò può richiedere tempo. Perciò alcuni che sono inclini a essere critici hanno inciampato in questo. Facciamo un esempio:

Già nel 1880 le pubblicazioni della Watch Tower avevano trattato vari particolari relativi al patto abraamico, al patto della Legge e al nuovo patto. La cristianità aveva dimenticato la promessa di Dio che per mezzo del seme di Abraamo tutte le famiglie della terra si sarebbero certamente benedette. (Gen. 22:18) Ma il fratello Russell desiderava moltissimo capire come Dio l’avrebbe adempiuta. Pensava di aver visto nella descrizione che la Bibbia fa del giorno di espiazione ebraico indicazioni del modo in cui questo avrebbe potuto adempiersi in relazione al nuovo patto. Nel 1907, quando si parlò di nuovo degli stessi patti, dando particolare rilievo al ruolo dei coeredi di Cristo nel recare all’umanità le benedizioni predette nel patto abraamico, alcuni Studenti Biblici furono molto contrariati.

All’epoca certi ostacoli impedivano di avere un chiaro intendimento della questione. Gli Studenti Biblici non comprendevano ancora in modo corretto quale posizione occupasse allora l’Israele naturale in relazione al proposito di Dio. Questo ostacolo non fu eliminato finché non divenne più che evidente che agli ebrei come popolo non interessava essere usati da Dio nell’adempimento della sua parola profetica. Un altro ostacolo era l’incapacità degli Studenti Biblici di identificare in modo corretto la “grande folla” di Rivelazione 7:9, 10. Questa identità non divenne chiara finché la grande folla non cominciò in effetti a manifestarsi adempiendo la profezia. Neanche quelli che criticavano aspramente il fratello Russell capivano queste cose.

Alcuni che si professavano fratelli cristiani accusarono falsamente La Torre di Guardia di negare che Gesù fosse il Mediatore fra Dio e gli uomini, di ripudiare il riscatto e di negare la necessità e la realtà dell’espiazione. Questo non era affatto vero. Ma alcuni che lo dicevano erano personaggi di primo piano e indussero altri a seguirli. Può darsi che avessero ragione su alcuni particolari che insegnavano in relazione al nuovo patto, ma il Signore benedisse quello che facevano? Per un po’ alcuni gruppi tennero delle adunanze, ma poi scomparvero.

Invece gli Studenti Biblici continuarono a predicare la buona notizia, come Gesù aveva comandato ai discepoli. Al tempo stesso continuarono a studiare la Parola di Dio e a osservare gli sviluppi che ne mettevano in luce il significato. Finalmente, negli anni ’30, furono eliminati i principali ostacoli che impedivano di avere un chiaro intendimento dei patti, e nella Torre di Guardia e in altre pubblicazioni comparvero affermazioni corrette al riguardo. d Che gioia per quanti avevano atteso con pazienza!

Le loro previsioni erano corrette?

In certi periodi le speranze e le previsioni degli Studenti Biblici sono state messe in ridicolo dai critici. Eppure tutte quelle speranze e previsioni si basavano sul vivo desiderio di vedere l’adempimento delle infallibili promesse di Dio ben note a quei cristiani zelanti.

Dallo studio delle Scritture ispirate sapevano che Geova aveva promesso benedizioni a tutte le nazioni della terra mediante il seme di Abraamo. (Gen. 12:1-3; 22:15-18) Vedevano nella Parola di Dio la promessa che il Figlio dell’uomo avrebbe regnato come Re celeste su tutta la terra, che un piccolo gregge di fedeli sarebbe stato preso dalla terra e sarebbe stato con lui nel suo Regno, e che questi avrebbero regnato per mille anni. (Dan. 7:13, 14; Luca 12:32; Riv. 5:9, 10; 14:1-5; 20:6) Conoscevano la promessa di Gesù che sarebbe ritornato e avrebbe portato con sé quelli per i quali aveva preparato un posto in cielo. (Giov. 14:1-3) Erano al corrente della promessa che il Messia avrebbe inoltre scelto alcuni dei suoi antenati fedeli perché fossero principi in tutta la terra. (Sal. 45:16) Riconoscevano che le Scritture avevano predetto la fine del vecchio sistema di cose malvagio e capivano che ciò aveva attinenza con la guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente ad Armaghedon. (Matt. 24:3; Riv. 16:14, 16) Erano rimasti profondamente colpiti dai passi biblici che indicavano che la terra era stata creata per essere abitata per sempre, che i suoi abitanti dovevano avere vera pace e che tutti coloro che avrebbero avuto fede nel perfetto sacrificio umano di Gesù sarebbero vissuti per l’eternità in Paradiso. — Isa. 2:4; 45:18; Luca 23:42, 43; Giov. 3:16.

Era solo naturale che si chiedessero quando e come queste cose si sarebbero verificate. Le Scritture ispirate fornivano qualche indicazione?

Basandosi sulla cronologia biblica compilata per la prima volta dall’inglese Christopher Bowen, pensavano che 6.000 anni di storia umana fossero terminati nel 1873 e che quindi si trovavano nel settimo periodo di mille anni della storia umana ed erano certo vicini all’aurora del Millennio predetto. La serie di volumi intitolati L’Aurora del Millennio (e chiamati poi Studi sulle Scritture), scritti da C. T. Russell, richiamavano l’attenzione su ciò che questo comportava secondo l’intendimento delle Scritture che avevano gli Studenti Biblici.

Un’altra cosa che sembrava una possibile indicazione temporale era la disposizione, presa da Dio per l’antico Israele, di un Giubileo, un anno di liberazione, ogni 50º anno. Questo ricorreva dopo una serie di sette periodi di sette anni, ciascuno dei quali terminava con un anno sabatico. Durante l’anno del Giubileo gli schiavi ebrei venivano rimessi in libertà e le proprietà terriere ereditarie che erano state vendute venivano restituite. (Lev. 25:8-10) I calcoli basati su questo ciclo di anni portarono alla conclusione che forse un più grande Giubileo per tutta la terra era iniziato nell’autunno del 1874, che a quanto pare quell’anno il Signore era tornato ed era invisibilmente presente, e che erano giunti i “tempi della restaurazione di tutte le cose”. — Atti 3:19-21.

Inoltre in base alla premessa che gli avvenimenti verificatisi nel I secolo potevano trovare dei paralleli in successivi avvenimenti simili, conclusero che se il battesimo e l’unzione di Gesù nell’autunno del 29 E.V. corrispondevano all’inizio di una presenza invisibile nel 1874, il suo ingresso in Gerusalemme nella primavera del 33 E.V. doveva indicare che avrebbe assunto il potere come Re celeste nella primavera del 1878. e Pensavano pure che in quel tempo avrebbero ricevuto la ricompensa celeste. Quando questo non accadde, conclusero che, poiché gli unti seguaci di Gesù dovevano regnare con lui, la risurrezione alla vita spirituale di quelli che si erano già addormentati nella morte fosse iniziata allora. Il fatto che Dio avesse mostrato speciale favore all’Israele naturale fino al 36 E.V. poteva indicare, si pensava, che la speciale opportunità di divenire parte dell’Israele spirituale sarebbe terminata nel 1881. f

Nel discorso “Milioni ora viventi non morranno mai”, pronunciato da J. F. Rutherford il 21 marzo 1920 in un teatro di New York, l’Hippodrome, fu richiamata l’attenzione sul 1925. In base a che cosa era ritenuto un anno significativo? In un opuscolo pubblicato nello stesso anno, 1920, veniva fatto rilevare che, calcolando 70 Giubilei completi da quella che era ritenuta la data dell’entrata di Israele nella Terra Promessa (invece di iniziare dall’ultimo Giubileo tipico prima dell’esilio in Babilonia e poi contando sino all’inizio dell’anno del Giubileo alla fine del 50º ciclo), questo poteva indicare il 1925. Basandosi su quanto era detto lì, molti speravano che forse i rimanenti del piccolo gregge avrebbero ricevuto la ricompensa celeste nel 1925. Quell’anno fu collegato anche con previsioni per la risurrezione dei fedeli servitori di Dio precristiani che avrebbero servito sulla terra quali principi in rappresentanza del Regno celeste. Se ciò fosse avvenuto veramente, voleva dire che l’umanità era entrata in un’era in cui la morte avrebbe finito di dominare, e milioni di persone allora in vita sulla terra potevano sperare di non morire mai. Che felice prospettiva! Benché fosse sbagliata, ne parlarono con zelo ad altri.

Poi, negli anni dal 1935 al 1944, un riesame del quadro generale della cronologia biblica rivelò che la traduzione inesatta di Atti 13:19, 20 nella King James Version, g unita a certi altri fattori, aveva causato un errore di oltre un secolo nella cronologia. h Così si fece strada l’idea — a volte indicata come una possibilità, a volte con maggior sicurezza — che poiché il settimo millennio della storia umana sarebbe iniziato nel 1975, gli avvenimenti legati all’inizio del Regno millenario di Cristo avrebbero potuto cominciare a verificarsi allora.

Le convinzioni dei testimoni di Geova riguardo a questi aspetti si dimostrarono corrette? Certo essi non erano in errore nel credere che Dio avrebbe fatto senz’altro quello che aveva promesso. Ma alcuni dei loro calcoli cronologici e le previsioni relative furono causa di gravi delusioni.

Dopo il 1925 il numero dei presenti in alcune congregazioni della Francia e della Svizzera diminuì enormemente. Di nuovo nel 1975 ci fu delusione quando le previsioni relative all’inizio del Millennio non si concretizzarono. Di conseguenza alcuni lasciarono l’organizzazione. Altri furono disassociati perché cercavano di minare la fede dei compagni. Senza dubbio la delusione relativa alla data ebbe il suo peso, ma in certi casi i motivi erano più profondi. Alcuni individui sostenevano pure che non fosse necessario partecipare al ministero di casa in casa. Altri non si accontentarono di andarsene; cominciarono a opporsi con violenza all’organizzazione di cui avevano fatto parte e ricorsero alla stampa e alla televisione per diffondere le loro idee. Ad ogni modo i disertori furono relativamente pochi.

Anche se queste prove causarono una vagliatura e alcuni volarono via come la pula quando il grano viene ventilato, altri rimasero saldi. Perché? A proposito della propria esperienza e di quella di altri nel 1925, Jules Feller spiegò: “Quelli che avevano riposto la loro fiducia in Geova si mantennero saldi e continuarono l’attività di predicazione”. Riconobbero che era stato fatto un errore, ma che la Parola di Dio non era assolutamente venuta meno e quindi non c’era ragione di perdere la speranza né di rallentare nell’opera di indicare alla gente che il Regno di Dio è l’unica speranza dell’uomo.

Alcune previsioni non si erano avverate, ma questo non significava che la cronologia biblica non avesse alcun valore. La profezia messa per iscritto da Daniele riguardo alla comparsa del Messia 69 settimane di anni dopo l’“emanazione della parola di restaurare e riedificare Gerusalemme” si adempì esattamente nel 29 E.V. i (Dan. 9:24-27) Anche il 1914 era un anno indicato dalla profezia biblica.

1914: previsioni e realtà

Nel 1876 C. T. Russell scrisse il primo di molti articoli in cui indicava che nel 1914 sarebbero finiti i tempi dei Gentili menzionati da Gesù Cristo. (Luca 21:24, KJ) Nel secondo volume dell’Aurora del Millennio, pubblicato in inglese nel 1889, il fratello Russell presentò in maniera approfondita dei particolari che avrebbero permesso ai lettori di capire la ragione scritturale di ciò che veniva detto e di controllarla personalmente. Per quasi quattro decenni, fino al 1914, gli Studenti Biblici distribuirono milioni di copie di pubblicazioni che richiamavano l’attenzione sulla fine dei tempi dei Gentili. Qualche altra pubblicazione religiosa prese nota della cronologia biblica che additava il 1914, ma quale altro gruppo oltre gli Studenti Biblici vi fece sempre più pubblicità a livello internazionale e visse in maniera da dimostrare che credeva che i tempi dei Gentili sarebbero finiti quell’anno?

Man mano che si avvicinava il 1914 l’attesa cresceva. Cosa sarebbe accaduto? Nel Bible Students Monthly (vol. VI, n. 1, pubblicato all’inizio del 1914) il fratello Russell scrisse: “Se abbiamo la cronologia e la data corretta, i tempi dei Gentili finiranno quest’anno: 1914. E allora? Non lo sappiamo con sicurezza. Prevediamo che il governo attivo del Messia inizierà all’incirca nello stesso momento in cui finirà il tempo concesso al potere dei Gentili. La nostra previsione, vera o falsa, è che ci saranno portentose manifestazioni dei giudizi di Dio contro ogni ingiustizia, e che questo significherà la fine di molte istituzioni attuali, se non di tutte”. Sottolineò che non si aspettava la “fine del mondo” nel 1914 e che la terra sarebbe rimasta per sempre, ma che l’ordine di cose governato da Satana doveva scomparire.

La Torre di Guardia inglese del 15 ottobre 1913 aveva dichiarato: “Secondo i migliori calcoli cronologici di cui siamo capaci, è approssimativamente il tempo, sia nell’ottobre 1914 o più avanti. Senza voler essere dogmatici, attendiamo certi avvenimenti: (1) La fine dei tempi dei Gentili — della supremazia dei Gentili nel mondo — e (2) l’insediamento del Regno del Messia nel mondo”.

Come sarebbe avvenuto questo? Agli Studenti Biblici sembrava ragionevole che includesse la glorificazione di quelli ancora sulla terra che erano stati scelti da Dio per partecipare al Regno celeste con Cristo. Ma come si sentirono quando questo non si verificò nel 1914? La Torre di Guardia inglese del 15 aprile 1916 diceva: “Crediamo che le date si siano rivelate davvero corrette. Crediamo che i tempi dei Gentili siano finiti”. Ma aggiungeva candidamente: “Il Signore non disse che tutta la Chiesa sarebbe stata glorificata entro il 1914. L’abbiamo solo dedotto e, evidentemente, ci siamo sbagliati”.

In questo erano alquanto simili agli apostoli di Gesù. Gli apostoli conoscevano le profezie relative al Regno di Dio e pensavano di crederci. Ma in varie occasioni fecero delle previsioni sbagliate sul come e sul quando si sarebbero adempiute. Per questo alcuni rimasero delusi. — Luca 19:11; 24:19-24; Atti 1:6.

Quando l’ottobre 1914 passò senza l’atteso mutamento alla vita celeste, il fratello Russell sapeva che ci sarebbero stati seri ripensamenti. Nella Torre di Guardia inglese del 1º novembre 1914 scrisse: “Ricordiamoci che siamo in un periodo di prova. Gli apostoli ne ebbero uno simile nell’intervallo fra la morte del nostro Signore e la Pentecoste. Dopo la risurrezione il nostro Signore apparve alcune volte ai discepoli, e poi non lo videro per molti giorni. Allora si scoraggiarono e dissero: ‘Non serve aspettare’; ‘io vado a pescare’, disse uno. Altri due dissero: ‘Verremo con te’. Stavano per riprendere il mestiere di pescatori e abbandonare l’opera di pescare uomini. Quello fu un tempo di prova per i discepoli. Ce n’è uno anche ora. Se c’è qualche ragione che potrebbe indurre qualcuno a lasciare il Signore e la Sua Verità e a cessare di fare sacrifici per la Causa del Signore, allora non è soltanto l’amore di Dio nel cuore che ha stimolato l’interesse per il Signore, ma qualcos’altro; probabilmente la speranza che il tempo fosse breve, che la consacrazione fosse solo per un certo tempo”.

Per alcuni a quanto pare fu proprio così. I loro pensieri e i loro desideri si erano fissati principalmente sulla prospettiva di essere mutati alla vita celeste. Quando questo non avvenne al tempo previsto, chiusero la mente al significato delle cose straordinarie che invece accaddero nel 1914. Persero di vista tutte le preziose verità che avevano imparato dalla Parola di Dio e cominciarono a mettere in ridicolo coloro che li avevano aiutati a conoscerle.

Umilmente gli Studenti Biblici esaminarono di nuovo le Scritture, per lasciare che la Parola di Dio riordinasse le loro idee. La convinzione che i tempi dei Gentili erano finiti nel 1914 non cambiò. Un po’ alla volta compresero meglio come aveva avuto inizio il Regno messianico: era stato stabilito in cielo quando Geova aveva conferito autorità a suo Figlio, Gesù Cristo; e per questo non si doveva attendere che i coeredi di Gesù fossero risuscitati alla vita celeste, ma sarebbero stati glorificati con lui in seguito. Inoltre capirono che perché il Regno potesse estendere la sua influenza non era necessario che prima risuscitassero i fedeli profeti dell’antichità, ma che il Re avrebbe impiegato cristiani leali ora viventi quali suoi rappresentanti per offrire a persone di tutte le nazioni l’opportunità di vivere per sempre come sudditi terreni del Regno.

Man mano che questo grandioso quadro si apriva dinanzi ai loro occhi, ci furono ulteriori prove e vagliatura. Ma coloro che amavano veramente Geova ed erano lieti di servirlo furono molto grati dei privilegi di servizio che venivano loro offerti. — Riv. 3:7, 8.

Uno di questi fu A. H. Macmillan, che in seguito scrisse: “Anche se le nostre previsioni circa l’essere portati in cielo non si avverarono nel 1914, quell’anno vedemmo la fine dei tempi dei Gentili . . . Non eravamo particolarmente turbati che non tutto si fosse svolto come ci eravamo aspettati, perché eravamo così occupati con il Fotodramma e con i problemi creati dalla guerra”. Egli continuò a servire Geova e durante la sua vita fu felice di vedere il numero dei proclamatori del Regno salire a ben più di un milione.

Ripensando alle esperienze avute durante i 66 anni di servizio con l’organizzazione, disse: “Ho visto molte tribolazioni abbattersi sull’organizzazione e prove di fede per coloro che ne facevano parte. Con l’aiuto dello spirito di Dio è sopravvissuta e ha continuato a prosperare”. A proposito dell’intendimento modificatosi col tempo, aggiunse: “Le verità fondamentali apprese dalle Scritture sono rimaste le stesse. Perciò ho imparato che dovremmo ammettere i nostri errori e continuare a esaminare la Parola di Dio per essere illuminati. Anche se di tanto in tanto abbiamo dovuto apportare aggiustamenti al nostro punto di vista, questo non cambia il misericordioso provvedimento del riscatto e la promessa di Dio della vita eterna”.

Durante la sua vita il fratello Macmillan vide che la prontezza a dare testimonianza e l’apprezzamento per l’organizzazione teocratica costituivano una prova di fede e rivelavano quello che ciascuno aveva veramente nel cuore. In che modo?

Il servizio di campo e l’organizzazione

Sin dal primo numero, e poi con sempre maggior vigore, la Zion’s Watch Tower esortò ogni vero cristiano a parlare della verità ad altri. I lettori della rivista furono spesso incoraggiati ad apprezzare il privilegio e la responsabilità che avevano di proclamare la buona notizia. Molti lo facevano in modo limitato, ma relativamente pochi erano in prima linea nell’opera e andavano di casa in casa per dare a tutti l’opportunità di udire il messaggio del Regno.

Tuttavia a partire dal 1919 il problema della partecipazione al servizio di campo divenne più sentito. Quell’anno, in un discorso pronunciato a Cedar Point (Ohio), il fratello Rutherford gli diede il massimo risalto. In ogni congregazione che aveva richiesto di essere organizzata per il servizio la Società nominò un direttore del servizio che si occupasse dell’opera. Egli doveva prendere personalmente la direttiva e vedere che la congregazione avesse tutto il necessario.

Nel 1922 La Torre di Guardia inglese pubblicò un articolo intitolato “Servizio essenziale”, che indicava l’estremo bisogno che la gente aveva di udire la buona notizia del Regno, richiamava l’attenzione sul comando profetico di Gesù riportato in Matteo 24:14 e diceva agli anziani delle congregazioni: “Nessuno pensi che essendo un anziano della classe tutto il suo servizio debba consistere nel predicare a viva voce. Se ha l’opportunità di andare fra la gente e offrire il messaggio stampato, questo è un grande privilegio e significa predicare il vangelo, spesso con maggior efficacia che in qualsiasi altro modo”. Quindi l’articolo chiedeva: “Può chiunque sia veramente consacrato al Signore giustificare la propria pigrizia in questo tempo?”

Alcuni si tirarono indietro. Facevano ogni sorta di obiezioni. Non ritenevano appropriato “vendere libri”, benché l’opera non venisse fatta a scopo di lucro e benché tramite le stesse pubblicazioni anche loro avessero conosciuto la verità relativa al Regno di Dio. Quando, a partire dal 1926, fu incoraggiata la testimonianza di casa in casa con i libri la domenica, alcuni erano contrari, per quanto la domenica fosse il giorno che molti dedicavano abitualmente all’adorazione. Il problema fondamentale era che consideravano indecoroso predicare di casa in casa. Eppure la Bibbia dice chiaramente che Gesù mandò i discepoli a predicare a casa della gente e che l’apostolo Paolo predicò “pubblicamente e di casa in casa”. — Atti 20:20; Matt. 10:5-14.

Man mano che veniva data maggiore importanza al servizio di campo, coloro che non erano spinti dal cuore a imitare Gesù e gli apostoli nel dare testimonianza un po’ alla volta si ritirarono. La congregazione di Skive, in Danimarca, insieme ad alcune altre, quasi si dimezzò. Di un centinaio di persone circa che facevano parte della congregazione di Dublino, in Irlanda, ne rimasero solo quattro. Ci furono simili prove e vagliatura negli Stati Uniti, in Canada, in Norvegia e in altri paesi. Ne risultò una purificazione delle congregazioni.

Quelli che desideravano veramente essere imitatori del Figlio di Dio accettarono l’incoraggiamento scritturale. Ma anche se erano volenterosi non fu facile iniziare ad andare di casa in casa. Per alcuni fu molto difficile. Comunque le disposizioni per la testimonianza in gruppo e le speciali assemblee di servizio li incoraggiarono. Due sorelle dello Jütland settentrionale, in Danimarca, ricordarono a lungo il loro primo giorno di servizio di campo. Si radunarono con il gruppo, ascoltarono le istruzioni, si avviarono verso il territorio, ma poi scoppiarono in lacrime. Due fratelli videro tutto e le invitarono a predicare con loro. Le sorelle ritrovarono ben presto il loro buon umore. Dopo essersi fatti un’idea del servizio di campo, quasi tutti erano gioiosi ed entusiasti di continuare.

Poi, nel 1932, nella Torre di Guardia inglese comparve un articolo in due parti intitolato “L’Organizzazione di Geova” (gennaio e febbraio 1933 in italiano). Questo spiegava che l’incarico elettivo di anziano di congregazione non era scritturale. Le congregazioni erano esortate ad affidare posizioni di responsabilità solo a uomini attivi nel servizio di campo, uomini all’altezza della responsabilità che il nome Testimoni di Geova comportava. Essi avrebbero operato come comitato di servizio. Uno di loro, designato dalla congregazione, veniva nominato dalla Società direttore del servizio. A Belfast, in Irlanda, questo vagliò altri che desideravano avere la preminenza più che servire umilmente.

All’inizio degli anni ’30 quasi tutti coloro che in Germania cercavano di scoraggiare il servizio di campo si erano allontanati dalle congregazioni. Alcuni altri si ritirarono per paura quando nel 1933 l’opera fu vietata in molti stati tedeschi. Ma migliaia superarono queste prove di fede e furono disposti a predicare nonostante il pericolo.

In tutta la terra la proclamazione del Regno si intensificò. Il servizio di campo diventò una parte importante della vita di tutti i testimoni di Geova. La congregazione di Oslo, in Norvegia, per esempio, il fine settimana affittava degli autobus per trasportare i proclamatori nelle città vicine. Si radunavano la mattina presto, arrivavano sul territorio verso le nove o le dieci, lavoravano sodo nel servizio di campo per sette o otto ore e poi si ritrovavano sull’autobus per il viaggio di ritorno. Altri si recavano nelle zone rurali in bicicletta con le borse piene di libri e altre scatole di riserva. I testimoni di Geova erano felici, zelanti e uniti nel fare la volontà di Dio.

Nel 1938, quando si prestò di nuovo attenzione alla nomina degli uomini responsabili nelle congregazioni, j l’eliminazione di tutte le elezioni locali dei servitori fu accolta generalmente di buon grado. Le congregazioni adottarono con gioia risoluzioni che mostravano apprezzamento per l’organizzazione teocratica e in cui chiedevano alla “Società” (che per loro significava l’unto rimanente, o schiavo fedele e discreto) di organizzare la congregazione per il servizio e di nominare tutti i servitori. Poi il visibile Corpo Direttivo procedette a fare le nomine necessarie e a organizzare le congregazioni per un’attività unita e produttiva. A questo punto solo pochi gruppi si tirarono indietro e si allontanarono dall’organizzazione.

Dedicata unicamente alla diffusione del messaggio del Regno

Per continuare ad avere il favore di Geova l’organizzazione deve dedicarsi esclusivamente all’opera che la sua Parola comanda per i nostri giorni: la predicazione della buona notizia del Regno di Dio. (Matt. 24:14) Tuttavia ci sono stati casi in cui alcuni che avevano lavorato duramente cooperando con l’organizzazione cercarono di servirsene anche per promuovere programmi che tendevano a indirizzare i loro compagni ad altre attività. Quando furono ripresi, fu una prova per loro, specie se ritenevano di avere avuto nobili motivi.

Ciò avvenne in Finlandia nel 1915, quando alcuni fratelli fondarono una cooperativa chiamata Ararat e si servirono delle colonne dell’edizione finlandese della Torre di Guardia per invitare i lettori a sostenere questa attività commerciale. Colui che aveva dato inizio a questa attività in Finlandia si dimostrò umile quando il fratello Russell gli fece notare che lui e suoi soci si erano lasciati “distogliere dall’importante opera del Vangelo”. Invece l’orgoglio impedì a un altro fratello, che per più di un decennio era stato attivo nel servizio di Geova in Norvegia, di accettare lo stesso consiglio.

Negli anni ’30 sorse un problema simile negli Stati Uniti. Alcune congregazioni pubblicavano un proprio foglio mensile di istruzioni per il servizio, che includeva promemoria tratti dal Bulletin della Società e anche esperienze e disposizioni locali per il servizio. Uno di questi, pubblicato a Baltimora (Maryland) sosteneva con entusiasmo l’attività di predicazione, ma era usato anche per promuovere certe imprese commerciali. All’inizio il fratello Rutherford diede un tacito consenso ad alcune di queste. Ma quando ci si rese conto cosa poteva derivare dalla partecipazione a simili imprese, La Torre di Guardia dichiarò che la Società non le approvava. Fu una dura prova per Anton Koerber, poiché in questo modo aveva pensato di aiutare i fratelli. In seguito però usò di nuovo appieno le sue capacità per promuovere l’opera di predicazione svolta dai testimoni di Geova.

Un problema analogo ci fu in Australia a partire dal 1938, e soprattutto mentre la Società era al bando (dal gennaio 1941 al giugno 1943). Per far fronte a quelli che sembravano bisogni validi, la filiale della Società si impegnò direttamente in diverse attività commerciali. Questo fu un grave errore. Avevano delle segherie, più di 20 “poderi del Regno”, un’officina meccanica, un panificio e altre imprese. Due tipografie commerciali fornirono la copertura per continuare a stampare le pubblicazioni della Società durante il bando. Ma alcune attività commerciali indussero i fratelli a violare la neutralità cristiana, con il pretesto di provvedere i fondi e mantenere i pionieri durante il bando. La coscienza di alcuni però era profondamente turbata. Anche se la maggioranza rimase fedele all’organizzazione, ci fu una stasi generale nell’opera di proclamare il Regno. Cosa tratteneva la benedizione di Geova?

Il bando fu tolto nel giugno 1943. Allora i fratelli della filiale si resero conto che dovevano liquidare queste imprese e dedicarsi interamente all’opera ben più importante di predicare il Regno. Nel giro di tre anni questo fu fatto, e la famiglia Betel venne ridimensionata. Ma era necessario mettere le cose in chiaro e così ristabilire la completa fiducia nell’organizzazione.

Nel 1947 il presidente della Società, Nathan H. Knorr, e il suo segretario, M. G. Henschel, si recarono in Australia proprio per occuparsi della situazione. Nel riferire la cosa La Torre di Guardia del 1º dicembre 1947 disse a proposito delle attività commerciali che venivano svolte: “Non era in causa il lavoro secolare d’ogni giorno che i fratelli svolgevano per procurarsi il fabbisogno, ma era il fatto che la filiale della Società aveva acquistato varie specie d’industrie ed aveva richiesto dei proclamatori, particolarmente dei pionieri, da tutte le parti del paese per lavorare in queste industrie piuttosto che predicare l’evangelo”. Tutto questo aveva portato persino a un coinvolgimento indiretto nello sforzo bellico. Alle assemblee tenute nella capitale di ciascuno stato il fratello Knorr parlò con franchezza ai fratelli della situazione. A ogni assemblea venne adottata una risoluzione in cui i fratelli australiani riconoscevano il loro errore e chiedevano a Geova perdono e misericordia tramite Gesù Cristo. Quindi fu necessario essere vigilanti e si superarono prove affinché l’organizzazione potesse continuare a dedicarsi unicamente alla diffusione del messaggio del Regno di Dio.

Quando ripensano alla loro storia moderna, i testimoni di Geova vedono la dimostrazione che Geova ha davvero purificato il suo popolo. (Mal. 3:1-3) Un po’ alla volta tendenze, convinzioni e pratiche sbagliate sono state eliminate, e chiunque ha voluto attenervisi ha fatto la stessa fine. Quelli che rimangono non sono persone disposte a rinunciare alla verità della Bibbia a favore di filosofie umane. Non sono seguaci di uomini, ma sono devoti servitori di Geova Dio. Sono lieti di seguire la direttiva dell’organizzazione perché hanno la chiara prova che è l’organizzazione di Geova. Si rallegrano della crescente luce di verità. (Prov. 4:18) Personalmente considerano un grande privilegio essere attivi testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio.

[Note in calce]

a Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence, edizione straordinaria, 25 aprile 1894, pp. 102-4.

b A proposito della Trinità, vedi J. L. McKenzie, S.J., Dizionario Biblico, Cittadella Editrice, Assisi, 1973, p. 1009; New Catholic Encyclopedia, vol. XIV, 1967, p. 299; The New International Dictionary of New Testament Theology, vol. 2, 1976, p. 84. A proposito dell’anima, vedi New Catholic Encyclopedia, vol. XIII, 1967, pp. 449-50, 452, 454; The New Westminster Dictionary of the Bible, a cura di H. S. Gehman, 1970, p. 901; The Interpreter’s Bible, vol. I, 1952, p. 230; Peake’s Commentary on the Bible, a cura di M. Black e H. H. Rowley, 1962, p. 416.

c Secondo il fratello Russell, la moglie, che poi lo lasciò, fu la prima ad applicare a lui Matteo 24:45-47. Vedi La Torre di Guardia inglese del 15 luglio 1906, p. 215; 1º marzo 1896, p. 47 e 15 giugno 1896, pp. 139-40.

d Rivendicazione, vol. II, pp. 233-4, 242-3; La Torre di Guardia, ottobre 1934, pp. 149-60; novembre 1934, pp. 163-6; aprile 1936, pp. 61-4 (per la spiegazione completa, vedi La Torre di Guardia inglese del 1º agosto 1935, pp. 227-37).

e Che il 1878 fosse un anno importante sembrava avvalorato dal riferimento a Geremia 16:18 (‘il doppio di Giacobbe’, KJ) insieme a calcoli indicanti che dalla morte di Giacobbe fino al 33 E.V., quando l’Israele naturale fu rigettato, erano trascorsi, si credeva, 1.845 anni, e che il doppio, o duplicato, di questo sarebbe andato dal 33 E.V. fino al 1878.

f Facendo altri paralleli si affermò che la desolazione di Gerusalemme nel 70 E.V. (37 anni dopo che Gesù era stato acclamato re dai discepoli al suo ingresso in Gerusalemme) poteva indicare il 1915 (37 anni dopo il 1878) come il culmine dell’anarchia che secondo loro Dio avrebbe permesso per porre fine alle esistenti istituzioni del mondo. Questa data compariva nelle ristampe degli Studi sulle Scritture. (Vedi il vol. II in inglese, pp. 99-101, 171, 221, 232, 246-7; confronta la ristampa del 1914 con le edizioni precedenti, come quella del 1902 dell’Aurora del Millennio). Sembrava loro che questo ben si accordasse con quanto era stato pubblicato a proposito del 1914, l’anno che avrebbe segnato la fine dei tempi dei Gentili.

g Confronta la lezione dell’Emphasised Bible, tradotta da J. B. Rotherham; vedi anche la nota in calce ad Atti 13:20 nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti.

h Vedi “La verità vi farà liberi”, cap. XI; “Il Regno è vicino”, pp. 169-75; anche The Golden Age, 27 marzo 1935, pp. 391, 412. Da queste tavole cronologiche bibliche corrette si capiva che l’uso che si era fatto delle date 1873 e 1878, e anche di date derivate da queste sulla base di paralleli con avvenimenti del I secolo, era fondato su malintesi.

j Vedi il capitolo 15 “Sviluppo della struttura organizzativa”.

[Testo in evidenza a pagina 619]

Le prove e la vagliatura non sono state una sorpresa

[Testo in evidenza a pagina 621]

“Rifiutano di farsi allontanare dalla Parola del Signore”

[Testo in evidenza a pagina 623]

“Non voglio ossequi né riverenza per me o per i miei scritti”

[Testo in evidenza a pagina 624]

“Dio è sempre al timone”

[Testo in evidenza a pagina 626]

Il “servitore fedele e saggio” non era uscito di scena alla morte del fratello Russell

[Testo in evidenza a pagina 627]

Un perfido tentativo per avvelenare la mente altrui

[Testo in evidenza a pagina 628]

Alcuni permisero che l’orgoglio minasse la loro fede

[Testo in evidenza a pagina 629]

‘Tenete d’occhio quelli che causano divisioni ed evitateli’

[Testo in evidenza a pagina 630]

Alcuni accusarono falsamente “La Torre di Guardia” di ripudiare il riscatto

[Testo in evidenza a pagina 635]

“L’abbiamo solo dedotto e, evidentemente, ci siamo sbagliati”

[Testo in evidenza a pagina 636]

Coloro che amavano veramente Geova furono grati dei privilegi di servizio che venivano loro offerti

[Testo in evidenza a pagina 638]

“Può chiunque sia veramente consacrato al Signore giustificare la propria pigrizia in questo tempo?”

[Testo in evidenza a pagina 641]

Un po’ alla volta tendenze, convinzioni e pratiche sbagliate sono state eliminate

[Riquadro/Immagine a pagina 622]

W. E. Van Amburgh

Nel 1916 W. E. Van Amburgh dichiarò: “Questa grande opera mondiale non è l’opera di una sola persona. . . . È l’opera di Dio”. Anche se vide altri allontanarsi, rimase sempre di questa convinzione finché morì nel 1947, a 83 anni.

[Riquadro/Immagine a pagina 633]

Jules Feller

Quando era giovane, Jules Feller vide dure prove di fede. Alcune congregazioni della Svizzera si ridussero alla metà o meno. Ma in seguito scrisse: “Quelli che avevano riposto la loro fiducia in Geova si mantennero saldi e continuarono l’attività di predicazione”. Il fratello Feller decise di fare la stessa cosa, e nel 1992 serviva da 68 anni alla Betel.

[Riquadro/Immagine a pagina 634]

C. J. Woodworth

A uno che smise di servire Geova perché gli unti seguaci di Gesù Cristo non erano andati in cielo nel 1914, C. J. Woodworth scrisse quanto segue:

“Vent’anni fa tu ed io credevamo nel battesimo dei neonati; nel diritto divino del clero di somministrare questo battesimo; che il battesimo fosse necessario per sfuggire al tormento eterno; che Dio è amore; che Dio creò e continua a creare miliardi di esseri a Sua somiglianza che trascorreranno le innumerevoli epoche dell’eternità nei soffocanti fumi di zolfo ardente, invocando invano una goccia d’acqua per alleviare i loro tormenti . . .

“Credevamo che dopo la morte, l’uomo sia vivo; credevamo che Gesù Cristo non fosse mai morto; che non poteva morire; che nessun riscatto fu mai pagato né lo sarà mai; che Geova Dio e Suo Figlio Cristo Gesù fossero un’unica e la stessa persona; che Cristo fosse Padre di Se stesso; che Gesù fosse Figlio di Se stesso; che lo Spirito Santo sia una persona; che uno più uno, più uno, sia uguale a uno; che quando Gesù crocifisso disse: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato’, stesse semplicemente parlando a Se stesso; . . . che i regni attuali siano parte del Regno di Cristo; che il Diavolo sia molto lontano in un Inferno non ben localizzato, anziché dominare sui regni di questa terra . . .

“Lodo Dio per il giorno che portò la presente Verità alla mia porta. Fu così salutare, così ristoratrice per la mente e il cuore, che lasciai immediatamente le frottole e gli sproloqui del passato e fui usato da Dio per aprire anche i tuoi occhi accecati. Ci siamo rallegrati insieme nella Verità, operando fianco a fianco per quindici anni. Il Signore ti ha grandemente onorato quale portavoce; non ho mai conosciuto nessuno capace di far sembrare così ridicole le assurdità di Babilonia. Nella tua lettera chiedi: ‘E poi?’ Ah, ora viene il triste! Poi tu hai permesso che il tuo cuore si inasprisse contro colui le cui amorevoli fatiche e la cui benedizione dal Cielo recarono la Verità a entrambi i nostri cuori. Te ne sei andato, e hai portato con te diverse pecore. . . .

“Probabilmente ti sembro ridicolo perché il 1º ottobre 1914 non sono andato in cielo, ma tu non mi sembri ridicolo, oh no!

“Ora che dieci delle maggiori nazioni della terra si dibattono negli spasimi della morte, mi sembra un momento particolarmente inopportuno per cercare di mettere in ridicolo l’uomo, il solo uomo, che per quarant’anni ha insegnato che i tempi dei Gentili sarebbero finiti nel 1914”.

La fede del fratello Woodworth non fu scossa quando gli avvenimenti del 1914 non furono quelli attesi. Si rese semplicemente conto che c’era ancora molto da imparare. A motivo della sua fiducia nel proposito di Dio, tra il 1918 e il 1919 trascorse nove mesi in prigione. In seguito servì come redattore delle riviste “The Golden Age” e “Consolation”. Rimase saldo nella fede e leale all’organizzazione di Geova finché morì nel 1951, a 81 anni.

[Riquadro/Immagine a pagina 637]

A. H. Macmillan

“Ho capito la saggezza di aspettare con pazienza che Geova ci dia più chiaro intendimento delle cose scritturali invece di turbarsi per una nuova idea. A volte le nostre previsioni per una certa data erano più di quanto le Scritture giustificassero. Il fatto che quelle previsioni non si siano avverate non ha cambiato i propositi di Dio”.

[Immagini a pagina 620]

Un’importante prova di fede riguardò il riconoscimento del valore espiatorio del sacrificio di Gesù

[Immagini a pagina 625]

Alcuni ammiratori di Russell riscontrarono che la loro reazione al temperamento di Rutherford rivelava chi stavano realmente servendo

[Immagini a pagina 639]

Quando si diede maggior importanza al servizio di campo, molti si ritirarono, altri mostrarono ancor più zelo

“La Torre di Guardia” 15 agosto 1922

“La Torre di Guardia” 1º aprile 1928

“La Torre di Guardia” 15 giugno 1927

[Immagini a pagina 640]

Quando l’organizzazione teocratica assunse un ruolo di primo piano, quelli che cercavano la preminenza furono vagliati