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L’accurata conoscenza della verità aumenta

L’accurata conoscenza della verità aumenta

Capitolo 10

L’accurata conoscenza della verità aumenta

I TESTIMONI DI GEOVA non si propongono di introdurre nuove dottrine, una nuova forma di adorazione, una nuova religione. Al contrario, la loro storia moderna rispecchia un coscienzioso sforzo di insegnare ciò che dice la Bibbia, l’ispirata Parola di Dio. Essi indicano che la Bibbia è la base di tutte le loro credenze e del loro modo di vivere. Anziché formulare credenze che rispecchino le tendenze permissive del mondo odierno, hanno cercato di conformarsi sempre più agli insegnamenti biblici e alle pratiche del cristianesimo del I secolo.

All’inizio degli anni ’70 del secolo scorso Charles Taze Russell e i suoi compagni intrapresero un serio studio della Bibbia. Divenne loro evidente che la cristianità si era allontanata enormemente dagli insegnamenti e dalle pratiche del cristianesimo primitivo. Il fratello Russell non sosteneva di essere stato il primo a rendersene conto, e riconosceva apertamente di essere debitore ad altri dell’aiuto che gli avevano dato nei primi anni di studio delle Scritture. Parlava con apprezzamento del buon lavoro svolto da vari movimenti della Riforma per far risplendere più luminosa la luce della verità. Menzionava uomini più anziani di lui come Jonas Wendell, George W. Stetson, George Storrs e Nelson Barbour, ognuno dei quali aveva contribuito in vari modi a fargli capire la Parola di Dio. a

Egli affermò inoltre: “Varie dottrine che propugniamo e che sembrano così nuove e recenti e diverse esistevano in qualche forma molto tempo fa: per esempio, elezione, grazia, restituzione, giustificazione, santificazione, glorificazione, risurrezione”. Spesso avveniva però che un gruppo religioso si distinguesse per un più chiaro intendimento di una verità biblica, un altro gruppo, per un’altra verità. Non di rado l’ulteriore progresso era ostacolato dal fatto che erano legati a dottrine e credi che incorporavano credenze sviluppatesi nell’antica Babilonia e in Egitto o prese a prestito dai filosofi greci.

Ma quale gruppo, con l’aiuto dello spirito di Dio, avrebbe ricominciato un po’ alla volta ad attenersi interamente al “modello di sane parole” caro ai cristiani del I secolo? (2 Tim. 1:13) Di chi si sarebbe potuto ben dire che il loro cammino era “come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”? (Prov. 4:18) Chi avrebbe realmente compiuto l’opera comandata da Gesù: “Mi sarete testimoni . . . fino alla più distante parte della terra”? Chi non si sarebbe limitato a fare discepoli, ma avrebbe anche ‘insegnato loro ad osservare tutte le cose’ che Gesù aveva comandato? (Atti 1:8; Matt. 28:19, 20) Era davvero vicino il tempo in cui il Signore avrebbe fatto una netta distinzione fra i veri cristiani che aveva paragonato al grano e quelli finti che aveva definito zizzanie? (In effetti le zizzanie, o loglio, sono molto simili al grano finché non sono mature). b (Matt. 13:24-30, 36-43) Chi avrebbe dimostrato di essere “lo schiavo fedele e discreto” a cui il Signore, Gesù Cristo, al tempo della sua presenza col potere del Regno, avrebbe affidato ulteriori responsabilità in relazione all’opera predetta per il termine di questo sistema di cose? — Matt. 24:3, 45-47.

La luce risplende

Gesù ordinò ai discepoli di condividere con altri la luce della divina verità che avevano ricevuto da lui. “Voi siete la luce del mondo”, egli disse. “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini”. (Matt. 5:14-16; Atti 13:47) Charles Taze Russell e i suoi compagni riconobbero di avere l’obbligo di far questo.

Credevano forse di sapere tutto, di avere la piena luce della verità? A questa domanda il fratello Russell rispose in modo esplicito: “Certamente no; né l’avremo fino al ‘giorno perfetto’”. (Prov. 4:18, KJ) Spesso definivano le loro convinzioni scritturali la “presente verità”, non pensando che la verità stessa cambi, ma piuttosto che l’intendimento è progressivo.

Quei sinceri studenti della Bibbia non rifuggivano dall’idea che esista una verità in materia di religione. Riconoscevano Geova quale “Dio di verità” e la Bibbia come la sua Parola di verità. (Sal. 31:5; Gios. 21:45; Giov. 17:17) Capivano che c’erano ancora molte cose che non sapevano, ma non si trattenevano dall’affermare con convinzione quello che avevano imparato dalla Bibbia. E quando le pratiche e le dottrine religiose tradizionali erano in contrasto con quanto avevano trovato chiaramente esposto nell’ispirata Parola di Dio, allora, a imitazione di Gesù Cristo, smascheravano la falsità, anche se ciò attirava su di loro l’odio e gli scherni del clero. — Matt. 15:3-9.

Per raggiungere e nutrire spiritualmente altri, nel luglio 1879 C. T. Russell cominciò a pubblicare la rivista Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence.

La Bibbia: davvero la Parola di Dio

Charles Taze Russell aveva fiducia nella Bibbia non perché accettava un’opinione tradizionale che all’epoca era popolare. Al contrario, a quel tempo ciò che molti propugnavano era la critica letteraria. I suoi fautori mettevano in dubbio l’attendibilità del testo biblico.

Da ragazzo Russell si era unito alla Chiesa Congregazionalista e aveva partecipato alle sue attività, ma l’assurdità dei dogmi tradizionali l’aveva reso scettico. Scoprì che quello che gli era stato insegnato non poteva essere sostenuto in maniera soddisfacente con la Bibbia. Perciò scartò i dogmi della chiesa e, con essi, la Bibbia. Poi esaminò alcune importanti religioni orientali, ma anch’esse si rivelarono deludenti. Quindi cominciò a chiedersi se per caso la Bibbia non venisse travisata dalle dottrine della cristianità. Incoraggiato da quello che udì una sera a una riunione di avventisti, iniziò uno studio sistematico delle Scritture. Ciò che vide schiudersi davanti a sé era davvero l’ispirata Parola di Dio.

Finì per essere profondamente colpito dall’armonia della Bibbia, con se stessa e con la personalità di Colui che viene indicato come il suo Autore divino. Per aiutare altri a trarne beneficio, in seguito scrisse il libro Il Divin Piano delle Età, pubblicato nel 1886, in cui trattò estesamente il soggetto “La Bibbia: rivelazione divina veduta alla luce della ragione”. Verso la fine del capitolo affermò esplicitamente: “La profondità, la potenza, la sapienza e l’estensione della testimonianza della Bibbia ci fanno convinti che, non l’uomo, ma l’Iddio onnipotente è l’autore dei suoi piani e delle sue rivelazioni”.

La fiducia nell’intera Bibbia, la Parola di Dio, è ancora una pietra angolare delle credenze degli odierni testimoni di Geova. In tutto il mondo essi hanno a disposizione pubblicazioni per lo studio che permettono a ognuno di loro di esaminare le prove della sua ispirazione. Questo soggetto viene trattato spesso, sotto vari aspetti, nelle loro riviste. Nel 1969 pubblicarono il libro È la Bibbia realmente la Parola di Dio? Vent’anni dopo, il libro La Bibbia: Parola di Dio o dell’uomo? prese nuovamente in esame l’argomento dell’autenticità della Bibbia, presentò ulteriori prove e giunse alla stessa conclusione: La Bibbia è senz’altro l’ispirata Parola di Dio. Un altro dei loro libri, stampato per la prima volta nel 1963 e aggiornato nel 1990 (1971, 1991 in italiano) è “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile”. Altri particolari si trovano nell’enciclopedia biblica Perspicacia nello studio delle Scritture, pubblicata nel 1988 (1990 in italiano).

Studiando questo materiale personalmente e con la congregazione hanno acquisito la certezza che, sebbene siano stati impiegati circa 40 esseri umani nel corso di 16 secoli per mettere per iscritto i 66 libri della Bibbia, Dio stesso mediante il suo spirito ne diresse attivamente la stesura. L’apostolo Paolo scrisse: “Tutta la Scrittura è ispirata da Dio”. (2 Tim. 3:16; 2 Piet. 1:20, 21) Questa convinzione è un fattore determinante nella vita dei testimoni di Geova. A questo proposito un giornale inglese ha scritto: “Dietro ogni cosa che un Testimone fa c’è una ragione scritturale. Infatti uno dei loro princìpi fondamentali è il riconoscimento della veracità della Bibbia”.

Conoscenza del vero Dio

Mentre studiavano le Scritture, il fratello Russell e i suoi compagni non ci misero molto a capire che il Dio descritto nella Bibbia non è il dio della cristianità. Questo era importante perché, come disse Gesù Cristo, le prospettive di vita eterna dipendono dal conoscere il solo vero Dio e colui che ha mandato, il principale Agente della salvezza. (Giov. 17:3; Ebr. 2:10) C. T. Russell e il gruppo che studiava la Bibbia insieme a lui capirono che la giustizia di Dio è in perfetto equilibrio con la sapienza, l’amore e la potenza, e che questi attributi sono evidenti in tutte le sue opere. Basandosi sulla conoscenza che avevano allora del proposito di Dio, prepararono uno studio che spiegava perché è stato permesso il male e lo inclusero in una delle loro primissime e più ampiamente diffuse pubblicazioni, il libro di 162 pagine Food for Thinking Christians (Cibo per i cristiani riflessivi), pubblicato per la prima volta come edizione speciale della Zion’s Watch Tower del settembre 1881.

Lo studio della Parola di Dio li aiutò a capire che il Creatore ha un nome e che permette agli esseri umani di conoscerlo e di godere di una stretta relazione con lui. (1 Cron. 28:9; Isa. 55:6; Giac. 4:8) La Torre di Guardia inglese dell’ottobre-novembre 1881 fece notare: “GEOVA è il nome attribuito a nessun altro che all’Essere Supremo, nostro Padre, colui che Gesù chiamò Padre e Dio”. — Sal. 83:18; Giov. 20:17.

L’anno dopo, alla domanda “Asserite che la Bibbia non insegna che ci sono tre persone in un solo Dio?” fu data la risposta: “Sì: Al contrario ci dice che c’è un solo Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo da cui sono tutte le cose (o che creò tutte le cose). Crediamo quindi in un solo Dio e Padre, e anche in un solo Signore Gesù Cristo . . . Ma sono due e non un solo essere. Sono uno solo nel senso che sono in armonia. Crediamo anche in uno spirito di Dio . . . Ma non è una persona più di quanto non lo siano lo spirito dei demoni e lo spirito del Mondo e lo spirito dell’Anticristo”. — Zion’s Watch Tower del giugno 1882; Giov. 17:20-22.

Crescente apprezzamento per il nome di Dio

Un po’ alla volta gli Studenti Biblici compresero meglio quanta importanza le Scritture ispirate attribuiscano al nome proprio di Dio. Quel nome era stato oscurato nelle versioni inglesi della Bibbia, sia nella cattolica Douay che nella protestante King James, come poi avvenne nella maggioranza delle traduzioni in altre lingue nel XX secolo. Ma svariate traduzioni della Bibbia e anche opere di consultazione attestavano che il nome Geova compare migliaia di volte nel testo originale: molto più spesso di qualsiasi altro nome, e più spesso di quanto non compaiano complessivamente i titoli Dio e Signore. Essendo “un popolo per il suo nome”, il loro stesso apprezzamento per il nome divino crebbe. (Atti 15:14) Nella Torre di Guardia inglese del 1º gennaio 1926 presentarono quella che consideravano una questione che ciascuno deve affrontare, cioè “Chi onorerà Geova?”

Attribuire importanza al nome di Dio non era semplicemente una questione di carattere religioso. Come veniva spiegato nel libro Profezia (pubblicato nel 1929), il supremo dilemma che si pone davanti a tutta la creazione intelligente riguarda il nome e la parola di Geova Dio. I testimoni di Geova sottolineano che la Bibbia indica che tutti devono conoscere e ritenere sacro il nome di Dio. (Matt. 6:9; Ezec. 39:7) Si deve togliere tutto il disonore di cui è stato coperto non solo da coloro che hanno sfidato apertamente Geova, ma anche da coloro che l’hanno messo in falsa luce con le loro dottrine e le loro azioni. (Ezec. 38:23; Rom. 2:24) Sulla base delle Scritture i Testimoni riconoscono che il bene di tutto l’universo e dei suoi abitanti dipende dalla santificazione del nome di Geova.

Si rendono conto che, prima che Geova intervenga per distruggere i malvagi, è loro dovere e privilegio far conoscere ad altri la verità su di lui. I testimoni di Geova hanno fatto questo in tutta la terra. Hanno assolto con tanto zelo questa responsabilità che, in ogni nazione, chiunque usa liberamente il nome Geova viene immediatamente preso per un testimone di Geova.

Smascherata la Trinità

In quanto testimoni di Geova, C. T. Russell e i suoi compagni sentivano profondamente la responsabilità di smascherare gli insegnamenti che mettevano in falsa luce Dio, per aiutare coloro che amavano la verità a capire che quegli insegnamenti non erano basati sulla Bibbia. Non furono i primi a riconoscere che la Trinità non è scritturale, c ma capirono che se volevano essere fedeli servitori di Dio avevano la responsabilità di far conoscere la verità al riguardo. Con coraggio, a beneficio di tutti gli amanti della verità, svelarono le origini pagane di questa dottrina principale della cristianità.

La Torre di Guardia inglese del giugno 1882 affermava: “Molti filosofi pagani, riscontrando che sarebbe stata una buona politica unirsi alle file della religione in ascesa [una forma di cristianesimo apostata approvata dagli imperatori romani nel IV secolo E.V.], si accinsero a spianarle la strada cercando di scoprire le analogie fra cristianesimo e paganesimo, e così fondere i due. Ci riuscirono fin troppo bene. . . . Poiché la vecchia teologia riconosceva un certo numero di dèi principali, con molti semidei d’ambo i sessi, i pago-cristiani (se ci è consentito di coniare un termine) si accinsero a ricostituire l’elenco per la nuova teologia. A questo punto, perciò, fu inventata la dottrina dei tre Dei: Dio il Padre, Dio il Figlio e Dio lo Spirito Santo”.

Alcuni ecclesiastici cercavano di dare un sapore biblico al loro insegnamento citando passi come 1 Giovanni 5:7, ma il fratello Russell dimostrò, prove alla mano, che gli studiosi sapevano benissimo che parte di quel versetto era un’interpolazione, un’aggiunta spuria fatta da uno scriba per convalidare un insegnamento che non si trova nelle Scritture. Altri fautori della Trinità ricorrevano a Giovanni 1:1, ma La Torre di Guardia analizzò questo passo biblico basandosi sia sul contenuto che sul contesto per dimostrare che non sosteneva affatto la credenza nella Trinità. In armonia con questo, nel numero del luglio 1883, La Torre di Guardia inglese diceva: “Più Bibbia e meno litanie avrebbero reso il soggetto più chiaro a tutti. La dottrina della trinità è assolutamente contraria alle Scritture”.

Il fratello Russell denunciò apertamente la stoltezza di professare di credere nella Bibbia e al contempo insegnare una dottrina come quella della Trinità, che è in contrasto con ciò che dice la Bibbia. Perciò scrisse: “In quale guazzabuglio di contraddizioni e confusione vengono a trovarsi coloro che dicono che Gesù e il Padre sono un solo Dio! Questo significherebbe che il nostro Signore Gesù si comportava da ipocrita quando era sulla terra e pretendeva solo di rivolgersi a Dio in preghiera, quando Lui in persona era lo stesso Dio. . . . Inoltre il Padre è sempre stato immortale, quindi non poteva morire. Come, dunque, poté morire Gesù? Gli Apostoli sono tutti falsi testimoni nell’annunciare la morte e risurrezione di Gesù se Egli non morì. Le Scritture affermano, però, che Egli morì realmente”. d

Quindi, sin dall’inizio della loro storia moderna, i testimoni di Geova hanno respinto con fermezza il dogma trinitario della cristianità e hanno sostenuto l’insegnamento ragionevole e rincuorante della Bibbia stessa. e Il lavoro che hanno compiuto per pubblicare queste verità e offrire ovunque l’opportunità di udirle ha assunto proporzioni mai raggiunte da nessun altro singolo individuo o gruppo, in passato o al presente.

Qual è la condizione dei morti?

Quale futuro attende chi non accetta il provvedimento di Dio per la salvezza? Questo turbava profondamente C. T. Russell sin da quando era giovane. Da ragazzo credeva a ciò che dicevano gli ecclesiastici riguardo al fuoco dell’inferno, pensando che predicassero la Parola di Dio. Soleva uscire di notte per scrivere con il gesso passi biblici in luoghi ben visibili affinché gli operai che passavano potessero essere avvertiti e salvati dal terribile destino del tormento eterno.

In seguito, dopo che ebbe compreso da sé ciò che la Bibbia insegna realmente, disse queste parole che furono citate da uno dei suoi compagni: “Se la Bibbia insegna effettivamente che la tortura eterna è il fato di tutti tranne i santi, lo si dovrebbe predicare, sì, gridare a gran voce dai tetti, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora; se non insegna questo, il fatto deve essere reso noto, e la macchia infamante che disonora il santo nome di Dio cancellata”.

Quando iniziò a studiare la Bibbia, C. T. Russell capì chiaramente che l’inferno non è un luogo di tormento per le anime dopo la morte. Molto probabilmente fu aiutato in questo da George Storrs, direttore della rivista Bible Examiner, che il fratello Russell menzionò con molta riconoscenza nei suoi scritti e che aveva scritto molto su ciò che aveva compreso dalla Bibbia circa la condizione dei morti.

Ma che dire dell’anima? Gli Studenti Biblici sostenevano la credenza che sia la parte spirituale dell’uomo, qualcosa che continua a vivere dopo la morte del corpo? Tutt’altro. Nel 1903 La Torre di Guardia inglese dichiarò: “Dobbiamo notare bene che la lezione non è che l’uomo ha un’anima, ma che l’uomo è un’anima, o essere. Prendiamo un esempio dalla natura: l’aria che respiriamo è composta di ossigeno e azoto, nessuno dei quali è l’atmosfera, o aria; ma quando i due si uniscono, nelle debite proporzioni chimiche, il risultato è l’atmosfera. Lo stesso avviene per l’anima. Dio ci parla da questo punto di vista, considerando che ognuno di noi è un’anima. Non si rivolge né al nostro corpo né al nostro alito di vita, ma si rivolge a noi come esseri intelligenti, o anime. Nel pronunciare la sentenza per la violazione della sua legge, non si rivolse al corpo di Adamo in particolare, ma all’uomo, all’anima, all’essere intelligente: ‘Tu’! ‘Nel giorno che tu ne mangerai, per certo tu morrai’. ‘L’anima che avrà peccato, quella morrà’. — Gen. 2:17; Ezec. 18:20”. Questo era in armonia con quanto affermato nella Torre di Guardia inglese già nell’aprile 1881. f

Come si sviluppò dunque la credenza nell’immortalità innata dell’anima umana? Chi ne fu l’autore? Dopo avere esaminato con cura sia la Bibbia che la storia della religione, il fratello Russell scrisse nella Torre di Guardia inglese del 15 aprile 1894: “Evidentemente non venne dalla Bibbia . . . La Bibbia dice chiaramente che l’uomo è mortale, che può morire. . . . Scorrendo le pagine della storia, troviamo che la dottrina dell’immortalità umana, pur non essendo insegnata dagli ispirati testimoni di Dio, è l’essenza stessa di tutte le religioni pagane. . . . Non è vero, dunque, che Socrate e Platone furono i primi a insegnare questa dottrina: ebbe un insegnante che li precedette entrambi, e ancora più capace. . . . La prima menzione di questo falso insegnamento si trova nella più antica storia nota all’uomo: la Bibbia. L’insegnante mendace fu Satana”. g

Spento il fuoco dell’inferno

Spinto dall’ardente desiderio di cancellare dal nome di Dio la macchia infamante derivata dall’insegnamento di un inferno infuocato di tormento eterno, il fratello Russell scrisse un volantino sul soggetto: “Le Scritture insegnano che il tormento eterno è il salario del peccato?” (The Old Theology, 1889) In esso diceva:

“La teoria del tormento eterno ha origine pagana, ma per i pagani non era la dottrina spietata che diventò in seguito, quando un po’ alla volta cominciò ad attirare il cristianesimo nominale che si fuse con le filosofie pagane nel II secolo. Fu la grande apostasia ad aggiungere alla filosofia pagana gli orribili particolari oggi così universalmente creduti, a dipingerli sui muri delle chiese, come è avvenuto in Europa, a includerli nel loro credo e negli inni, e a pervertire a tal punto la Parola di Dio da offrire un apparente sostegno divino alla bestemmia che disonora Dio. La credulità del giorno d’oggi, dunque, non la riceve in eredità dal Signore o dagli apostoli o dai profeti, ma dallo spirito di compromesso che ha sacrificato verità e ragione e ha vergognosamente pervertito le dottrine del cristianesimo, in una sacrilega ambizione e lotta per il potere, la ricchezza e la preponderanza numerica. Il tormento eterno come pena per il peccato era sconosciuto ai patriarchi dell’antichità, era sconosciuto ai profeti ebrei ed era sconosciuto al Signore e agli apostoli, ma è stata la dottrina principale del cristianesimo nominale sin dalla grande apostasia: il flagello con cui i creduloni, gli ignoranti e i superstiziosi del mondo sono stati asserviti alla tirannia. Al tormento eterno sono stati condannati tutti coloro che hanno opposto resistenza o hanno disdegnato l’autorità della chiesa di Roma, che ha cominciato a infliggerlo durante la vita presente finché ne ha avuto il potere”.

Il fratello Russell era ben consapevole che la maggioranza delle persone sensate non credeva veramente nella dottrina dell’inferno di fuoco. Ma, come fece notare nel 1896 nell’opuscolo What Say the Scriptures About Hell? (Cosa dicono le Scritture circa l’inferno?), “poiché pensano che la Bibbia lo insegni, ogni passo avanti verso la vera comprensione e l’amore fraterno . . . nella maggior parte dei casi è un passo che le allontana dalla Parola di Dio, che accusano falsamente di insegnare ciò”.

Per riavvicinare le persone riflessive alla Parola di Dio, in quell’opuscolo presentò tutti i versetti della King James in cui compariva la parola inferno, affinché i lettori potessero vedere da sé cosa dicevano, e poi dichiarò: “Grazie a Dio non troviamo nessun luogo di tormento eterno come ogni credo e raccolta di inni, e molti pulpiti, erroneamente insegnano. Invece abbiamo trovato un ‘inferno’, sceol, hades, a cui tutta la razza umana fu condannata a motivo del peccato di Adamo e da cui tutti sono redenti mediante la morte di nostro Signore; e questo ‘inferno’ è la tomba, la condizione di morte. E troviamo un altro ‘inferno’ (geenna — la seconda morte — distruzione completa) portato alla nostra attenzione come condanna irrevocabile di tutti coloro che, dopo essere stati redenti e avere acquistato la piena conoscenza della verità, e piena capacità di ubbidire, sceglieranno la morte scegliendo un modo di vivere in opposizione a Dio e alla giustizia. E il nostro cuore dice: Amen. Veraci e giuste sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non ti venererà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu sei completamente santo. E tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, perché i tuoi giudizi sono manifesti”. — Riv. 15:3, 4.

Quello che egli insegnava irritava e imbarazzava il clero della cristianità. Nel 1903 fu sfidato a partecipare a un dibattito pubblico. La condizione dei morti fu uno dei temi trattati nella risultante serie di dibattiti fra C. T. Russell e E. L. Eaton, esponente di un’unione non ufficiale di ministri protestanti della Pennsylvania occidentale.

Durante quei dibattiti il fratello Russell sostenne con fermezza la tesi che “la morte è morte, e che i nostri cari, quando ci lasciano, sono realmente morti, che non sono vivi né con gli angeli né con i demoni in un luogo di disperazione”. A sostegno di questo, citò passi biblici come Ecclesiaste 9:5, 10; Romani 5:12; 6:23; e Genesi 2:17. Inoltre disse: “Le Scritture sono in piena armonia con quella che voi ed io e ogni persona ragionevole, sana di mente, al mondo ammetterà che sia la ragionevole e rispettabile personalità del nostro Dio. Cosa viene detto del nostro Padre celeste? Che è giusto, che è sapiente, che è amorevole, che è potente. Tutti i cristiani riconosceranno questi attributi della personalità divina. Stando così le cose, possiamo immaginare, da qualche significato del termine, che Dio sia giusto e al tempo stesso punisca una creatura di Sua propria mano per tutta l’eternità, non importa per quale peccato? Non intendo fare un’apologia del peccato; io stesso non vivo nel peccato, e non predico mai il peccato. . . . Ma vi dico che tutte queste persone qui attorno che secondo il nostro fratello [Eaton] parlano in modo irriverente e blasfemo di Dio e del santo nome di Gesù Cristo sono tutte persone a cui è stata insegnata la dottrina del tormento eterno. E a tutti gli assassini, i ladri e i malfattori nei penitenziari, a tutti è stata insegnata questa dottrina. . . . Queste sono dottrine dannose; hanno nuociuto al mondo per tutto questo tempo; non fanno assolutamente parte dell’insegnamento del Signore, e il nostro caro fratello non si è ancora strofinato gli occhi per liberarli dal fumo del Medioevo”.

È stato riferito che dopo il dibattito un ecclesiastico che vi aveva assistito si avvicinò a Russell e disse: “Sono lieto di vedere che lei ha diretto il getto dell’acqua sull’inferno spegnendone il fuoco”.

Per fare ancor più ampia pubblicità alla verità sulla condizione dei morti, il fratello Russell, dal 1905 al 1907, partecipò a una lunga serie di assemblee di un giorno, durante le quali pronunciò il discorso pubblico “All’inferno e ritorno! Chi c’è? Speranza che molti ritornino”. Il titolo incuriosiva, e attirò notevole attenzione. Il pubblico gremì le sale in città sia grandi che piccole degli Stati Uniti e del Canada per ascoltare il discorso.

Fra coloro che rimasero profondamente colpiti da ciò che dice la Bibbia della condizione dei morti c’era uno studente universitario di Cincinnati (Ohio), che si preparava a diventare ministro presbiteriano. Nel 1913 ricevette dal fratello carnale l’opuscolo Where Are the Dead?, scritto da John Edgar, uno Studente Biblico scozzese che era anche medico. Lo studente che ricevette quell’opuscolo era Frederick Franz. Dopo averlo letto con attenzione, affermò deciso: “Questa è la verità”. Senza esitazione diede un nuovo indirizzo alla sua vita e iniziò il ministero a tempo pieno come evangelizzatore colportore. Nel 1920 cominciò a lavorare alla sede centrale della Watch Tower Society. Molti anni dopo diventò membro del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova e, poi, presidente della Watch Tower Society.

Il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo

Nel 1872, studiando le Scritture, il fratello Russell e i suoi compagni cominciarono a considerare in modo diverso il soggetto della restaurazione, dal punto di vista del riscatto pagato da Gesù Cristo. (Atti 3:21) Egli fu elettrizzato quando vide in Ebrei 2:9 che ‘Gesù per grazia di Dio aveva gustato la morte per ogni uomo’. Questo non lo indusse a credere nella salvezza universale, perché sapeva che le Scritture dicono pure che bisogna esercitare fede in Gesù Cristo per essere salvati. (Atti 4:12; 16:31) Ma cominciò a intuire — non tutto in una volta però — quale meravigliosa opportunità offriva al genere umano il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. Dava la possibilità di avere quello che Adamo aveva perduto, la prospettiva della vita eterna nella perfezione umana. Il fratello Russell non rimase indifferente alla cosa: comprese il profondo significato del riscatto e lo sostenne con vigore, anche quando stretti compagni lasciarono che il loro pensiero venisse corrotto da idee filosofiche.

Verso la metà del 1878 il fratello Russell era da circa un anno e mezzo uno dei direttori del periodico Herald of the Morning, di cui N. H. Barbour era il direttore principale. Ma quando Barbour, nel numero dell’agosto 1878, sminuì l’insegnamento scritturale del riscatto, Russell rispose con una vigorosa difesa di questa fondamentale verità biblica.

Sotto il titolo “L’espiazione” Barbour aveva illustrato come la pensava riguardo a quell’insegnamento: “Quando Giacomo morde sua sorella, io dico al mio ragazzo, o a uno dei servitori, prendi una farfalla, trafiggila con uno spillo e inchiodala al muro, e io perdonerò Giacomo. Questo illustra la dottrina della sostituzione”. Pur professando di credere nel riscatto, Barbour riteneva l’idea che Cristo con la sua morte avesse pagato la pena del peccato per la progenie di Adamo “non scritturale e ripugnante secondo ogni nostra idea di giustizia”. h

Proprio nel numero successivo dell’Herald of the Morning (settembre 1878) il fratello Russell espresse forti riserve su quello che Barbour aveva scritto. Russell analizzò ciò che le Scritture dicono veramente e la loro coerenza con “la perfezione della giustizia [di Dio], e infine la sua grande misericordia e amore”, espressi con il provvedimento del riscatto. (1 Cor. 15:3; 2 Cor. 5:18, 19; 1 Piet. 2:24; 3:18; 1 Giov. 2:2) Entro la primavera seguente, dopo ripetuti tentativi per aiutare Barbour a vedere le cose da un punto di vista scritturale, smise di sostenere l’Herald; e dal numero del giugno 1879 il suo nome non compariva più fra i direttori della pubblicazione. La sua presa di posizione chiara, priva di compromessi, in relazione a questo basilare insegnamento biblico ebbe effetti di vasta portata.

Nel corso di tutta la loro storia moderna i testimoni di Geova hanno coerentemente sostenuto l’insegnamento scritturale del riscatto. Il primo numero della Zion’s Watch Tower (luglio 1879) sottolineava che “il merito presso Dio dipende . . . dal perfetto sacrificio di Cristo”. Nel 1919, a un’assemblea indetta dalla International Bible Students Association a Cedar Point (Ohio), sul programma stampato spiccavano le parole “Benvenuti, voi tutti credenti nel grande sacrificio di riscatto!” La seconda pagina della Torre di Guardia continua a dare risalto al riscatto, dicendo a proposito dello scopo della rivista: “Incoraggia a riporre fede nel Re costituito da Dio e già regnante, Gesù Cristo, il quale, versando il proprio sangue, ha aperto all’umanità la via per ottenere la vita eterna”.

Progressivi, non legati a un credo

Al chiaro intendimento della Parola di Dio non si giunse tutto in una volta. In molti casi gli Studenti Biblici afferravano un particolare della verità, ma non avevano ancora il quadro completo. Comunque erano desiderosi di imparare. Non erano legati a un credo; erano progressivi. Parlavano di quello che imparavano. Non si attribuivano il merito delle cose che insegnavano; cercavano di essere “ammaestrati da Geova”. (Giov. 6:45) E si rendevano conto che Geova fa comprendere i particolari del suo proposito a suo tempo e a suo modo. — Dan. 12:9; confronta Giovanni 16:12, 13.

Per imparare cose nuove bisogna modificare il proprio punto di vista. Per ammettere gli errori e fare cambiamenti utili ci vuole umiltà. Questa qualità e i frutti che produce piacciono a Geova, e un comportamento del genere attira sicuramente coloro che amano la verità. (Sof. 3:12) Ma è messo in ridicolo da chi si gloria di dottrine rimaste immutate per molti secoli, benché formulate da uomini imperfetti.

La maniera del ritorno del Signore

Verso la metà degli anni ’70 del secolo scorso il fratello Russell e coloro che insieme a lui esaminavano assiduamente le Scritture capirono che quando il Signore sarebbe tornato sarebbe stato invisibile agli occhi umani. — Giov. 14:3, 19.

In seguito il fratello Russell disse: “Ci ha addolorato moltissimo l’errore degli avventisti, che aspettavano Cristo nella carne e insegnavano che il mondo e tutti quelli che sono in esso tranne gli stessi avventisti sarebbero stati consumati dal fuoco nel 1873 o 1874, e le cui date prestabilite e delusioni e idee appena abbozzate riguardo all’obiettivo e alla maniera della sua venuta hanno coperto alquanto di disonore noi e tutti coloro che bramavano e proclamavano il suo veniente Regno. Queste idee sbagliate così generalmente sostenute riguardo sia all’obiettivo che alla maniera del ritorno del Signore mi hanno indotto a scrivere l’opuscolo ‘The Object and Manner of Our Lord’s Return’”. Questo opuscolo fu pubblicato nel 1877. Il fratello Russell ne fece stampare e distribuire circa 50.000 copie.

In quell’opuscolo scrisse: “Crediamo che le scritture insegnano che, alla Sua venuta e per un certo periodo dopo che sarà venuto, Egli rimarrà invisibile; manifestandosi o mostrandosi poi con giudizi e in varie forme, così che ‘ogni occhio lo vedrà’”. A sostegno di ciò prese in esame versetti come Atti 1:11 (“verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare”, cioè, non notato dal mondo) e Giovanni 14:19 (‘fra un po’ di tempo il mondo non mi vedrà più’). Il fratello Russell menzionò inoltre il fatto che The Emphatic Diaglott, pubblicata per la prima volta in forma completa nel 1864 con una traduzione interlineare inglese parola per parola, dimostrava che l’espressione greca parousìa significava “presenza”. Analizzando l’uso biblico di questo termine, in quell’opuscolo Russell spiegò: “La parola greca usata in genere per indicare il secondo avvento — Parousia, spesso tradotta venuta — significa invariabilmente presenza in persona, di chi è già venuto, arrivato e non significa mai in procinto di venire, come intendiamo con il termine venuta”.

A proposito dello scopo della presenza di Cristo, Russell spiegò che non era qualcosa che poteva compiersi in un attimo che avrebbe fatto vacillare il mondo. “Il secondo avvento, come il primo”, scrisse, “abbraccia un periodo di tempo, e non è un evento momentaneo”. Durante quel periodo i componenti del “piccolo gregge” avrebbero ricevuto la ricompensa con il Signore come coeredi nel suo Regno; altri, forse miliardi, avrebbero potuto ottenere la vita perfetta sulla terra ritornata di una bellezza edenica. — Luca 12:32.

In pochi anni, studiando ulteriormente le Scritture, Russell si rese conto che Cristo non solo sarebbe ritornato in modo invisibile, ma sarebbe pure rimasto invisibile, anche quando avrebbe manifestato la sua presenza con il giudizio dei malvagi.

Nel 1876, quando lesse per la prima volta una copia dell’Herald of the Morning, Russell apprese che c’era un altro gruppo, il quale allora credeva che il ritorno di Cristo sarebbe stato invisibile e associava quel ritorno a benedizioni per tutte le famiglie della terra. Alla fine anche Russell si lasciò convincere dal signor Barbour, direttore di quella pubblicazione, che l’invisibile presenza di Cristo fosse iniziata nel 1874. i In seguito questo fu messo in risalto dal sottotitolo “L’Araldo della presenza di Cristo” che compariva sulla copertina della Zion’s Watch Tower.

La consapevolezza che la presenza di Cristo era invisibile diventò un fondamento importante su cui basarsi per comprendere molte profezie bibliche. Quei primi Studenti Biblici capirono che la presenza del Signore sarebbe stata di primaria importanza per tutti i veri cristiani. (Mar. 13:33-37) Si interessavano vivamente del ritorno del Signore e sapevano di avere la responsabilità di pubblicizzarlo, ma non comprendevano ancora con chiarezza tutti i particolari. Eppure quello che lo spirito di Dio permise loro di capire subito, sin dall’inizio, era davvero straordinario. Una di queste verità riguardava una data molto significativa indicata dalla profezia biblica.

La fine dei tempi dei Gentili

Da tempo la cronologia biblica interessava molto coloro che studiavano la Bibbia. I commentatori avevano espresso varie opinioni sulla profezia di Gesù circa “i tempi dei Gentili” e sulla descrizione fatta da Daniele del sogno di Nabucodonosor riguardante il ceppo dell’albero legato per “sette tempi”. — Luca 21:24, KJ; Dan. 4:10-17.

Già nel 1823 John A. Brown, la cui opera fu pubblicata a Londra, aveva calcolato che la durata dei “sette tempi” di Daniele capitolo 4 era di 2.520 anni. Ma egli non aveva capito bene in quale data il periodo di tempo profetico era iniziato né quando sarebbe terminato. Tuttavia aveva collegato questi “sette tempi” con i tempi dei Gentili di Luca 21:24. Nel 1844 un ecclesiastico inglese, E. B. Elliott, aveva attirato l’attenzione sul 1914, possibile data della fine dei “sette tempi” di Daniele, ma aveva presentato anche un’altra ipotesi che additava il tempo della Rivoluzione francese. Il londinese Robert Seeley nel 1849 aveva trattato l’argomento in modo simile. Almeno entro il 1870 una pubblicazione curata da Joseph Seiss e compagni e stampata a Filadelfia (Pennsylvania) riportava i calcoli che indicavano che il 1914 era una data significativa, anche se il ragionamento che conteneva si basava su una cronologia che C. T. Russell in seguito rigettò.

Poi, nei numeri dell’Herald of the Morning di agosto, settembre e ottobre 1875, N. H. Barbour contribuì ad armonizzare i particolari esposti da altri. Basandosi sulla cronologia compilata dall’ecclesiastico inglese Christopher Bowen e pubblicata da E. B. Elliott, Barbour identificò l’inizio dei tempi dei Gentili con la destituzione del re Sedechia predetta in Ezechiele 21:25, 26 e indicò che il 1914 avrebbe contrassegnato la fine dei tempi dei Gentili.

Nei primi mesi del 1876 C. T. Russell ricevette una copia dell’Herald of the Morning. Scrisse subito a Barbour e poi durante l’estate trascorse del tempo con lui a Filadelfia, parlando, fra l’altro, dei periodi di tempo profetici. Poco dopo, in un articolo intitolato “Tempi dei Gentili: Quando finiranno?”, anche Russell trattò l’argomento basandosi sulle Scritture e affermò che le prove indicavano che “i sette tempi sarebbero finiti nel 1914 A.D.”. Questo articolo venne pubblicato nel numero dell’ottobre 1876 del Bible Examiner. j Il libro Three Worlds, and the Harvest of This World, pubblicato nel 1877 da N. H. Barbour in cooperazione con C. T. Russell, giungeva alla stessa conclusione. In seguito alcuni dei primi numeri della Torre di Guardia, come quelli del dicembre 1879 e del luglio 1880, mostrarono che il 1914 E.V. era un anno molto importante dal punto di vista della profezia biblica. Nel 1889 tutto il quarto capitolo del secondo volume dell’Aurora del Millennio (che successivamente prese il nome di Studi sulle Scritture) fu dedicato al soggetto “I tempi dei Gentili”. Ma che cosa avrebbe significato la fine dei tempi dei Gentili?

Gli Studenti Biblici non erano completamente sicuri di ciò che sarebbe accaduto. Erano convinti che la cosa non si sarebbe risolta con la distruzione della terra nel fuoco e con l’eliminazione della vita umana. Anzi sapevano che avrebbe contraddistinto un momento significativo per il dominio divino. Dapprima pensavano che entro quella data il Regno di Dio avrebbe ottenuto il pieno controllo universale. Quando questo non si verificò, la loro fiducia nelle profezie bibliche che indicavano quella data non vacillò. Conclusero invece che la data aveva indicato solo il punto di partenza per quanto riguardava il dominio del Regno.

In un primo momento avevano anche pensato che quella data sarebbe stata preceduta da disordini mondiali che sarebbero culminati nell’anarchia (che a loro avviso avrebbe accompagnato la guerra del “gran giorno dell’Iddio Onnipotente”). (Riv. 16:14) Ma poi, dieci anni prima del 1914, La Torre di Guardia inglese indicò che i disordini mondiali che sarebbero sfociati nell’annientamento delle istituzioni umane si sarebbero verificati subito dopo la fine dei tempi dei Gentili. Si aspettavano che il 1914 segnasse una svolta decisiva per Gerusalemme, poiché la profezia aveva detto che ‘Gerusalemme sarebbe stata calpestata’ finché i tempi dei Gentili non fossero compiuti. Quando videro avvicinarsi il 1914 eppure non erano morti né erano stati ‘rapiti nelle nubi’ per incontrare il Signore — in armonia con le loro precedenti aspettative — sperarono ardentemente che il cambiamento avvenisse alla fine dei tempi dei Gentili. — 1 Tess. 4:17.

Man mano che gli anni passavano ed essi studiavano e ristudiavano le Scritture, la loro fede nelle profezie rimaneva forte, e non esitavano a parlare di ciò che si aspettavano che avvenisse. Anche se con risultati più o meno buoni, si sforzarono di non essere dogmatici su particolari non menzionati in modo diretto nelle Scritture.

La “sveglia” ha suonato troppo presto?

Gravi disordini scoppiarono davvero nel mondo nel 1914 con l’inizio della prima guerra mondiale, che per anni fu chiamata semplicemente la Grande Guerra, ma non portarono all’immediata caduta di tutti i governi umani esistenti. Negli avvenimenti riguardanti la Palestina verificatisi dopo il 1914, gli Studenti Biblici pensarono di vedere la prova di cambiamenti significativi per Israele. Ma i mesi e poi gli anni passarono, e gli Studenti Biblici non ricevettero la ricompensa celeste come avevano previsto. Come reagirono?

La Torre di Guardia inglese del 1º febbraio 1916 richiamò l’attenzione in particolare sul 1º ottobre 1914, e poi disse: “Questa era l’ultima data che la cronologia biblica ci ha indicato in relazione alle esperienze della chiesa. Il Signore ci disse forse che saremmo stati portati [in cielo] allora? No. Che cosa disse? La sua Parola e gli adempimenti della profezia sembravano indicare in modo inequivocabile che questa data segnava la fine dei tempi dei Gentili. Da ciò abbiamo concluso che la ‘trasformazione’ della chiesa sarebbe avvenuta in quella data o prima. Ma Dio non ci disse che sarebbe stato così. Ci ha permesso di trarre quella conclusione; e riteniamo che questa si sia dimostrata una prova necessaria per i cari santi di Dio in ogni luogo”. Ma questi sviluppi dimostrano che la loro gloriosa speranza era stata vana? No. Significava semplicemente che non tutto sarebbe avvenuto quando se l’aspettavano.

Diversi anni prima del 1914 Russell aveva scritto: “La cronologia (le profezie riguardanti il tempo in generale) non intendeva certo dare al popolo di Dio precise informazioni cronologiche per tutto il corso dei secoli. Ovviamente doveva servire più come una sveglia per ridestare il popolo del Signore e infondergli forza al momento giusto. . . . Ma supponiamo, per esempio, che l’ottobre 1914 passi senza che si verifichi alcun grave crollo della potenza dei Gentili. Cosa proverebbe o smentirebbe? Non smentirebbe alcun aspetto del Divin Piano delle Età. Il prezzo del riscatto compiuto al Calvario rimarrebbe sempre una garanzia dell’adempimento finale del grande programma divino per la restaurazione umana. La ‘superna chiamata’ della Chiesa a soffrire con il Redentore e a essere glorificata con lui come sue membra o come sua Sposa sarebbe sempre la stessa. . . . L’unica cosa su cui avrebbe inciso la cronologia sarebbe stato il tempo dell’adempimento di queste gloriose speranze per la Chiesa e per il mondo. . . . E se quella data passerà sarebbe semplicemente la prova che la nostra cronologia, la nostra ‘sveglia’ ha suonato un po’ prima del tempo. La considereremmo una grande calamità se la nostra sveglia ci destasse con qualche minuto di anticipo la mattina di un grande giorno pieno di gioia e piacere? No di certo!”

Ma la “sveglia” non aveva suonato troppo presto. In realtà furono le esperienze a cui la “sveglia” li aveva destati che non erano esattamente quelle che avevano atteso.

Alcuni anni dopo, quando la luce era diventata più chiara, essi riconobbero: “Molti dei cari santi pensavano che tutta l’opera fosse stata compiuta. . . . Si rallegravano alla prova certa che il mondo era finito, che il regno dei cieli era vicino e che si avvicinava il giorno della loro liberazione. Ma avevano trascurato che si doveva fare qualche altra cosa. La buona notizia che avevano ricevuto doveva essere annunciata ad altri, perché Gesù aveva comandato: ‘Questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine’ (Matteo 24:14)”. — La Torre di Guardia inglese del 1º maggio 1925.

Man mano che si verificavano gli avvenimenti successivi al 1914 e gli Studenti Biblici li paragonavano con quanto aveva predetto il Maestro, cominciarono a rendersi conto che vivevano negli ultimi giorni del vecchio sistema di cose, e questo sin dal 1914. Inoltre capirono che nel 1914 la presenza invisibile di Cristo era iniziata e che ciò era avvenuto, non perché fosse tornato in persona (anche se invisibile) nelle vicinanze della terra, ma perché aveva rivolto l’attenzione verso la terra come Re al potere. Compresero e accettarono la grande responsabilità che avevano di proclamare “questa buona notizia del regno” in testimonianza a tutte le nazioni durante quel periodo critico della storia. — Matt. 24:3-14.

Qual era esattamente il messaggio riguardante il Regno che dovevano predicare? Era forse diverso dal messaggio dei cristiani del I secolo?

Il Regno di Dio: la sola speranza dell’uomo

Grazie a un attento studio della Parola di Dio, gli Studenti Biblici legati al fratello Russell capirono che il Regno di Dio era il governo che Geova aveva promesso di istituire mediante suo Figlio per la benedizione dell’umanità. Gesù Cristo, in cielo, sarebbe stato affiancato da un “piccolo gregge” che avrebbe regnato con lui, scelto da Dio fra il genere umano. Compresero che questo governo sarebbe stato rappresentato da fedeli uomini dell’antichità che avrebbero servito in qualità di principi in tutta la terra. Questi furono definiti gli “antichi meritevoli”. — Luca 12:32; Dan. 7:27; Riv. 20:6; Sal. 45:16.

La cristianità aveva insegnato per molto tempo ‘il diritto divino dei re’, come mezzo per tenere il popolo sottomesso. Ma gli Studenti Biblici capirono dalle Scritture che il futuro dei governi umani non era assicurato da alcuna garanzia divina. In armonia con quanto essi stavano imparando, la Torre di Guardia inglese del dicembre 1881 affermò: “L’istituzione di questo regno, naturalmente, comporterà la caduta di tutti i regni della terra, poiché tutti — anche il migliore — si fondano sull’ingiustizia e sulla parzialità e sull’oppressione di molti a favore di pochi; leggiamo infatti: ‘Esso frantumerà e consumerà tutti questi regni ed esso starà per sempre’”. — Dan. 2:44.

In quanto al modo in cui quei regni oppressivi sarebbero stati ridotti in rovina, gli Studenti Biblici avevano ancora molto da imparare. Non capivano ancora bene in che modo i benefìci del Regno di Dio si sarebbero estesi a tutto il genere umano. Ma non confondevano il Regno di Dio con una vaga sensazione del cuore né con il potere di una gerarchia religiosa esercitato per mezzo del braccio secolare.

Nel 1914 i fedeli servitori di Dio precristiani non erano stati risuscitati sulla terra quali principi, rappresentanti del Re messianico, come si era pensato, né i rimanenti del “piccolo gregge” avevano raggiunto in quell’anno Cristo nel Regno celeste. Tuttavia La Torre di Guardia inglese del 15 febbraio 1915 affermò con sicurezza che il 1914 era il tempo in cui ‘il nostro Signore doveva assumere il Suo gran potere e regnare’, ponendo così fine ai millenni di ininterrotta dominazione dei Gentili. Nel numero del 1º luglio 1920 La Torre di Guardia inglese riaffermò questo concetto e lo mise in relazione con la buona notizia che Gesù aveva predetto sarebbe stata proclamata in tutta la terra prima della fine. (Matt. 24:14) All’assemblea degli Studenti Biblici tenuta a Cedar Point nel 1922 questo intendimento venne confermato con una risoluzione pubblica, e il fratello Rutherford esortò i presenti: “Annunciate, annunciate, annunciate il Re e il suo regno”.

In quel tempo gli Studenti Biblici pensavano che l’istituzione del Regno, la sua piena presa di potere in cielo, non sarebbe avvenuta finché gli ultimi di coloro che facevano parte della sposa di Cristo non fossero stati glorificati. Perciò fu raggiunta una vera pietra miliare quando La Torre di Guardia inglese del 1º marzo 1925 pubblicò l’articolo “Nascita della nazione”. Era uno studio che chiariva Rivelazione capitolo 12. L’articolo presentava le prove che il Regno messianico era nato — era stato istituito — nel 1914, che allora Cristo aveva cominciato a regnare sul suo trono celeste, e che in seguito Satana era stato scagliato dal cielo nelle vicinanze della terra. Questa era la buona notizia che si doveva proclamare, la notizia che il Regno di Dio era già operante. Questo chiaro intendimento come stimolò quei proclamatori del Regno a predicare sino alle più distanti parti della terra!

Con ogni mezzo possibile il popolo di Geova annunciò che solo il Regno di Dio poteva recare sollievo durevole e risolvere i problemi profondamente radicati che affliggevano l’umanità. Nel 1931 questo messaggio venne presentato da J. F. Rutherford in una trasmissione radio mandata in onda dalla più estesa rete internazionale che fosse mai stata usata. Il testo della trasmissione venne inoltre pubblicato in molte lingue nell’opuscolo Il Regno, la speranza del mondo, di cui in pochi mesi si distribuirono milioni di copie. Oltre all’ampia distribuzione pubblica, si fece uno sforzo speciale per farne pervenire una copia ai politici, agli uomini d’affari e al clero.

Fra l’altro quell’opuscolo diceva: “Gli attuali ingiusti governi del mondo non possono offrire alcuna speranza al popolo. Il giudizio di Dio contro [di] loro dichiara che devono crollare. La speranza del mondo, quindi, risiede nel giusto Regno o governo di Dio con Cristo Gesù quale suo Capo invisibile”. Si comprese che quel Regno avrebbe recato vera pace e sicurezza al genere umano. Sotto il suo dominio la terra sarebbe diventata un vero paradiso, e non ci sarebbero più state malattie e morte. — Riv. 21:4, 5.

La buona notizia del Regno di Dio continua a essere fondamentale per i testimoni di Geova. Dal numero del 1º marzo 1939 la loro rivista principale, ora pubblicata in più di 110 lingue, è intitolata La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova.

Ma prima che il dominio del Regno trasformasse la terra in un paradiso il presente sistema malvagio doveva sparire. Come sarebbe avvenuto questo?

La guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente

La guerra mondiale che iniziò nel 1914 scosse dalle fondamenta il sistema di cose esistente. Sembrava che gli avvenimenti si sarebbero svolti come si erano aspettati gli Studenti Biblici.

Già nell’agosto 1880 il fratello Russell aveva scritto: “Comprendiamo che prima che la famiglia umana sia ristabilita o anche prima che cominci a essere benedetta gli attuali regni della terra, che ora incatenano e opprimono il genere umano, saranno tutti abbattuti e il regno di Dio assumerà il controllo, e la benedizione e la restaurazione verranno tramite quel nuovo regno”. Come sarebbe avvenuto l’‘abbattimento dei regni’? In base alla situazione che allora poteva vedere svilupparsi nel mondo, Russell credeva che, durante la guerra di Armaghedon, Dio si sarebbe servito di opposte fazioni umane per abbattere le istituzioni esistenti. Egli disse: “Sta iniziando l’opera di demolizione degli imperi umani. Il potere che li abbatterà è ora all’opera. La gente sta già organizzando le proprie forze sotto il nome di comunisti, socialisti, nichilisti, ecc.”.

Il libro The Day of Vengeance (Il giorno della vendetta), chiamato in seguito The Battle of Armageddon (La battaglia di Armaghedon), pubblicato nel 1897 si dilungava ulteriormente sul modo in cui allora gli Studenti Biblici vedevano le cose: “Il Signore, con la sua provvidenza preponderante, si farà carico di questo grande esercito di malcontenti — patrioti, riformatori, socialisti, moralisti, anarchici, ignoranti e disperati — e si servirà delle loro speranze, dei loro timori, delle loro follie e del loro egoismo, secondo la sua divina sapienza, per attuare i suoi grandi propositi abbattendo le istituzioni attuali e per preparare l’uomo per il Regno della giustizia”. Secondo loro la guerra di Armaghedon sarebbe stata accompagnata da una violenta rivoluzione sociale.

Ma Armaghedon sarebbe stata semplicemente una lotta tra fazioni opposte dell’umanità, una rivoluzione sociale di cui Dio si sarebbe servito per abbattere le istituzioni esistenti? Quando si prestò maggiore attenzione ai passi biblici sull’argomento, La Torre di Guardia inglese del 15 luglio 1925 richiamò l’attenzione su Zaccaria 14:1-3 e disse: “Da ciò comprendiamo che tutte le nazioni della terra, sotto la direttiva di Satana, sarebbero radunate per combattere contro la classe di Gerusalemme, cioè, quelli che si schierano dalla parte del Signore . . . Rivelazione 16:14, 16”.

L’anno dopo, nel libro Liberazione, l’attenzione si concentrò sul vero scopo di questa guerra: “Ora Geova, secondo la sua Parola, [d]arà una dimostrazione della sua potenza così chiaramente ed inequivocabilmente che il popolo si convincerà della [propria] empia condotta e comprenderà che Geova è Dio. Questa è la ragione per la quale Iddio mandò il gran diluvio, gettò giù la torre di Babele, distrusse l’esercito del re Assirio Sennacherib, e tranghiottì gli Egizi; ed è questa altresì la ragione per la quale ora egli sta portando un altro grande turbamento nel mondo. Le prime calamità non erano che ombre di quelle che soprastano adesso. La radunanza è pel grande giorno dell’Iddio Onnipotente. Esso è il ‘grande e terribile giorno del Signore’, (Gioele 2:31) quando Iddio si acquisterà un nome. In questo grande e finale conflitto, i popoli di ogni nazione, tribù e lingua impareranno che Geova è l’onnipotente, l’onniscente, ed un Dio giusto”. Ma i servitori di Geova sulla terra furono avvertiti: “In questa grande battaglia nessun Cristiano [tirerà] un colpo. La ragione è che Iddio ha detto: ‘Questa battaglia non è vostra anzi è di Dio’”. La guerra di cui si parla qui non era certamente quella che fu combattuta fra le nazioni, iniziata nel 1914. Era ancora futura.

Ma c’erano ancora altri problemi che si dovevano risolvere sulla base delle Scritture. Uno di questi riguardava l’identità della Gerusalemme che doveva essere calpestata sino alla fine dei tempi dei Gentili, come si legge in Luca 21:24, e la conseguente identificazione dell’Israele menzionato in tante profezie di restaurazione.

Dio avrebbe ristabilito gli ebrei in Palestina?

Gli Studenti Biblici erano ben consapevoli delle molte profezie sulla restaurazione rivolte all’antico Israele dai profeti di Dio. (Ger. 30:18; 31:8-10; Amos 9:14, 15; Rom. 11:25, 26) Fino al 1932 ritenevano che si riferissero proprio agli ebrei naturali. Infatti credevano che Dio avrebbe nuovamente mostrato favore a Israele, ristabilendo un po’ alla volta gli ebrei in Palestina, aprendo loro gli occhi alla verità riguardo a Gesù, Redentore e Re messianico, e servendosi di loro per estendere le benedizioni a tutte le nazioni. Con questo in mente, il fratello Russell parlò più volte a un vasto pubblico di ebrei a New York e anche in Europa sul tema “Il sionismo nella profezia”, e nel 1925 il fratello Rutherford scrisse il libro Comfort for the Jews (Conforto per i Giudei).

Ma a poco a poco fu evidente che quanto stava avvenendo in Palestina e agli ebrei non era l’adempimento delle grandi profezie di restaurazione ispirate da Geova. La desolazione si era abbattuta sulla Gerusalemme del I secolo perché gli ebrei avevano rigettato il Figlio di Dio, il Messia, colui che era stato mandato nel nome di Geova. (Dan. 9:25-27; Matt. 23:38, 39) Era sempre più chiaro che come popolo essi non avevano cambiato atteggiamento. Non mostravano alcun pentimento per l’errore commesso dai loro antenati. Il ritorno di alcuni in Palestina non era motivato né dall’amore per Dio né dal desiderio che il suo nome venisse magnificato con l’adempimento della sua Parola. Questo fu spiegato chiaramente nel secondo volume di Rivendicazione, pubblicato dalla Watch Tower Bible and Tract Society nel 1932. k Che questa tesi fosse corretta fu confermato nel 1949, quando lo Stato di Israele, da poco costituito nazione e patria degli ebrei, diventò membro delle Nazioni Unite, dimostrando così di confidare non in Geova ma nelle nazioni politiche del mondo.

Ciò che era avvenuto in adempimento di quelle profezie sulla restaurazione indicava un’altra direzione. I servitori di Geova cominciarono a rendersi conto che era l’Israele spirituale, l’“Israele di Dio”, composto di cristiani unti con lo spirito, che, in adempimento del proposito di Dio, godeva di pace con Dio mediante Gesù Cristo. (Gal. 6:16) Ora i loro occhi si aprirono ed essi videro nel modo in cui Dio aveva agito con quei veri cristiani il meraviglioso adempimento spirituale di quelle promesse di restaurazione. Col tempo compresero inoltre che la Gerusalemme esaltata alla fine dei tempi dei Gentili non era una semplice città terrena, e neanche un popolo sulla terra rappresentato da quella città, ma, piuttosto, la “Gerusalemme celeste”, dove Geova nel 1914 insediò suo Figlio, Gesù Cristo, dandogli l’autorità di governare. — Ebr. 12:22.

Avendo compreso questo, i testimoni di Geova erano maggiormente in grado di assolvere senza parzialità verso alcun gruppo l’incarico di predicare la buona notizia del Regno “in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. — Matt. 24:14.

A chi vanno attribuite tutte queste spiegazioni della Bibbia apparse nelle pubblicazioni della Watch Tower?

Il mezzo mediante cui i servitori di Geova sono ammaestrati

Gesù Cristo predisse che una volta tornato in cielo avrebbe mandato ai suoi discepoli lo spirito santo. Questo sarebbe stato un soccorritore, che li avrebbe guidati “in tutta la verità”. (Giov. 14:26; 16:7, 13) Gesù disse inoltre che quale Signore o Padrone dei veri cristiani, avrebbe avuto uno “schiavo fedele e discreto”, un “economo fedele”, che avrebbe dato “cibo a suo tempo” ai domestici, i lavoratori che fanno parte della famiglia della fede. (Matt. 24:45-47; Luca 12:42) Chi è questo schiavo fedele e discreto?

Il primo numero della Torre di Guardia inglese fece riferimento a Matteo 24:45-47 affermando che l’obiettivo degli editori era quello di essere desti agli avvenimenti che avevano relazione con la presenza di Cristo e di dare spirituale “cibo a suo tempo” alla famiglia della fede. Ma il direttore della rivista non asseriva di essere lo schiavo fedele e discreto, o il “servitore fedele e saggio” (secondo la traduzione della King James).

Nel numero di ottobre-novembre 1881 della rivista C. T. Russell dichiarò: “Crediamo che ogni membro di questo corpo di Cristo sia impegnato, direttamente o indirettamente, nell’opera benedetta di dare cibo a suo tempo alla famiglia della fede. ‘Chi è dunque il servitore fedele e saggio che il suo Signore ha costituito sopra i suoi familiari’ per dar loro il cibo a suo tempo? Non è quel ‘piccolo gregge’ di servitori consacrati che stanno adempiendo fedelmente i loro voti di consacrazione — il corpo di Cristo — e non sta l’intero corpo, individualmente e collettivamente, dando il cibo a suo tempo alla famiglia della fede, la grande compagnia dei credenti? Benedetto quel servitore (l’intero corpo di Cristo) che il suo Signore quando sarà venuto (gr. elthon) troverà a fare così. ‘Veramente vi dico, che lo costituirà sopra tutti i suoi averi’”.

Più di un decennio dopo, però, la moglie del fratello Russell espresse pubblicamente l’idea che lui stesso fosse il servitore fedele e saggio. l Il suo punto di vista circa l’identità del ‘servitore fedele’ fu in genere condiviso dagli Studenti Biblici per circa 30 anni. Il fratello Russell non sconfessò la loro idea, ma personalmente evitò di fare una simile applicazione del versetto, dichiarandosi contrario al concetto di una classe clericale incaricata di insegnare la Parola di Dio contrapposta a una classe laica che non aveva questo incarico. L’intendimento espresso dal fratello Russell nel 1881 secondo cui il servitore fedele e saggio era in realtà un servitore collettivo, composto di tutti i membri del corpo di Cristo unti con lo spirito sulla terra, venne riaffermato nella Torre di Guardia inglese del 15 febbraio 1927. — Confronta Isaia 43:10.

Quale ruolo riteneva di avere il fratello Russell? Vantava qualche speciale rivelazione da Dio? Nella Torre di Guardia inglese del 15 luglio 1906 (p. 229) Russell rispose umilmente: “No, cari amici, non vanto nessuna superiorità, né autorità, dignità o potere soprannaturale; né aspiro a esaltarmi nella stima dei miei fratelli della famiglia della fede, se non nel senso che il Signore incoraggiò, dicendo: ‘Chi vuol essere grande fra voi sia vostro servitore’. (Matt. 20:27) . . . Le verità che presento, come portavoce di Dio, non sono state rivelate in visioni o sogni, né tramite l’udibile voce di Dio, né tutte in una volta, ma gradatamente . . . E questa chiara rivelazione della verità non è neanche dovuta ad ingegno umano o ad acuta intuizione, ma al semplice fatto che il tempo stabilito da Dio è giunto; e se io non parlassi, e non si trovasse nessun altro agente, le pietre stesse griderebbero”.

I lettori della Torre di Guardia furono esortati a confidare in Geova, il loro grande Insegnante, come tutti i testimoni di Geova odierni. (Isa. 30:20) Questo fu evidenziato vigorosamente nella Torre di Guardia inglese del 1º novembre 1931, nell’articolo “Ammaestrati da Dio”, che diceva: “La Torre di Guardia riconosce che la verità appartiene a Geova, e non ad alcuna creatura. La Torre di Guardia non è lo strumento di alcun uomo o gruppo di uomini, né è pubblicata secondo il capriccio di uomini. . . . Geova Dio è il grande Insegnante dei suoi figli. Certo, le verità pubblicate sono esposte da uomini imperfetti, e per questo non sono assolutamente perfette nella forma; ma sono esposte in modo tale da riflettere la verità che Dio insegna ai suoi figli”.

Nel I secolo, quando si presentavano questioni dottrinali o procedurali, queste venivano deferite a un corpo direttivo centrale composto di uomini spiritualmente anziani. Le decisioni venivano prese dopo aver valutato quello che dicevano le Scritture ispirate e anche l’evidenza di un’attività che era in armonia con quelle Scritture e che prosperava grazie all’operato dello spirito santo. Le decisioni venivano comunicate per iscritto alle congregazioni. (Atti 15:1–16:5) La stessa procedura viene seguita dai testimoni di Geova odierni.

L’istruzione spirituale è provveduta mediante articoli delle riviste, libri, programmi delle assemblee e schemi di discorsi per le congregazioni, tutto materiale preparato sotto la guida del Corpo Direttivo dello schiavo fedele e discreto. Il contenuto dimostra chiaramente che ciò che Gesù aveva predetto oggi si avvera: che senza dubbio egli ha una classe, lo schiavo fedele e discreto, che insegna lealmente ‘tutte le cose che lui ha comandato’; che questo strumento è “all’erta”, vigile agli avvenimenti che adempiono la profezia biblica e in particolare relativi alla presenza di Cristo; che aiuta le persone timorate di Dio a capire cosa significa ‘osservare’ le cose comandate da Gesù e così dimostrare di essere davvero suoi discepoli. — Matt. 24:42; 28:20; Giov. 8:31, 32.

In modo progressivo, nel corso degli anni, sono state eliminate consuetudini che avrebbero potuto attirare indebita attenzione su certi uomini in relazione alla preparazione del cibo spirituale. Fino alla morte di C. T. Russell, il suo nome in quanto editore compariva quasi in ogni numero della Torre di Guardia. Il nome o le iniziali di altri spesso comparivano alla fine degli articoli che avevano scritto. Poi, a partire dal numero del 1º dicembre 1916, invece di indicare il nome di un unico editore, La Torre di Guardia elencava i nomi di un comitato editoriale. Nel numero del 15 ottobre 1931 anche questo elenco venne eliminato, e il suo posto fu preso da Isaia 54:13 che dice: “E tutti i tuoi figli saranno persone ammaestrate da Geova, e abbondante sarà la pace dei tuoi figli”. Dal 1942 in poi la regola generale è stata quella di non indicare il nome dello scrittore nella letteratura pubblicata dalla Watch Tower Society. a Sotto la supervisione del Corpo Direttivo, cristiani dedicati nell’America Settentrionale e Meridionale, in Europa, in Africa, in Asia e nelle isole del mare hanno avuto una parte nel preparare il materiale da usare nelle congregazioni dei testimoni di Geova in tutto il mondo. Ma tutto l’onore va a Geova Dio.

La luce risplende sempre più

Come dimostra la loro storia moderna, l’esperienza dei testimoni di Geova è ben descritta in Proverbi 4:18, che dice: “Il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”. La luce si è diffusa gradatamente, come la luce dell’aurora è seguita dal sorgere del sole e dalla piena luce di un nuovo giorno. Osservando le cose con la luce di cui disponevano, a volte si erano fatti idee incomplete, anche poco accurate. Per quanto si sforzassero, semplicemente non riuscivano a capire certe profezie finché non cominciavano ad adempiersi. Man mano che Geova mediante il suo spirito ha diffuso maggior luce sulla sua Parola, i suoi servitori sono stati pronti a fare umilmente i cambiamenti necessari.

Questo intendimento progressivo non fu una prerogativa del periodo iniziale della loro storia moderna. Continua tuttora. Per esempio, nel 1962 fu corretto l’intendimento relativo alle “autorità superiori” di Romani 13:1-7.

Per molti anni gli Studenti Biblici avevano insegnato che le “potestà superiori” (KJ) erano Geova Dio e Gesù Cristo. Perché? Nella Torre di Guardia inglese del 1º e del 15 giugno 1929 vennero citate svariate leggi secolari, e fu dimostrato che quello che era permesso in un paese era vietato in un altro. Fu pure richiamata l’attenzione su leggi secolari che imponevano di fare ciò che Dio proibiva o vietavano ciò che Dio comandava ai suoi servitori di fare. A motivo del loro sincero desiderio di rispettare la suprema autorità di Dio, gli Studenti Biblici pensavano che le “potestà superiori” dovevano essere Geova Dio e Gesù Cristo. Osservavano ugualmente le leggi secolari, ma l’ubbidienza a Dio veniva prima. Era una lezione importante, che li rafforzò durante gli anni di disordini mondiali che seguirono. Ma non capivano bene il significato di Romani 13:1-7.

Anni dopo, questo passo biblico venne nuovamente analizzato, insieme al contesto e alla luce di tutto il resto della Bibbia. Di conseguenza nel 1962 si riconobbe che le “autorità superiori” sono i governanti secolari, ma con l’aiuto della Traduzione del Nuovo Mondo si comprese chiaramente il principio della sottomissione relativa. b Questo non richiese che i testimoni di Geova cambiassero notevolmente il loro atteggiamento verso i governi del mondo, ma corresse il loro intendimento di una parte importante delle Scritture. Nel contempo i singoli Testimoni ebbero l’opportunità di valutare bene se tenevano veramente fede alle proprie responsabilità sia verso Dio che verso le autorità secolari. Questo chiaro intendimento delle “autorità superiori” è stato una protezione per i testimoni di Geova, specie nei paesi in cui rigurgiti di nazionalismo e proteste per avere maggiore libertà hanno provocato insurrezioni violente e portato alla formazione di nuovi governi.

L’anno dopo, 1963, fu presentata una spiegazione più ampia di “Babilonia la Grande”. c (Riv. 17:5) Una rassegna della storia secolare e religiosa portò alla conclusione che l’influenza dell’antica Babilonia aveva permeato non solo la cristianità ma ogni parte della terra. Si comprese dunque che Babilonia la Grande era tutto l’impero mondiale della falsa religione. La consapevolezza di ciò ha permesso ai testimoni di Geova di aiutare molte altre persone, di ambienti diversi, a rispondere al comando biblico: “Uscite da essa, o popolo mio”. — Riv. 18:4.

Lo svolgersi degli avvenimenti predetti nell’intero libro di Rivelazione ha davvero provveduto chiarimenti spirituali in abbondanza. Nel 1917 fu pubblicato uno studio di Rivelazione nel libro The Finished Mystery. Ma allora il “giorno del Signore”, menzionato in Rivelazione 1:10, era appena iniziato; gran parte di quanto era stato predetto non era ancora avvenuto e non era compreso in modo chiaro. Gli sviluppi degli anni successivi fecero comunque maggior luce sul significato di quella parte della Bibbia, e questi avvenimenti influirono profondamente sullo studio molto chiarificatore di Rivelazione pubblicato nel 1930 nei due volumi intitolati Luce. Negli anni ’60 ci fu un ulteriore aggiornamento con i libri “Babilonia la Grande è caduta!” Il Regno di Dio domina! e “Quindi è finito il mistero di Dio”. Due decenni più tardi fu fatto un altro studio approfondito di questa parte della Bibbia. Il linguaggio figurato di Rivelazione venne analizzato con cura alla luce di espressioni simili che ricorrono in altre parti della Bibbia. (1 Cor. 2:10-13) Furono passati in rassegna avvenimenti verificatisi nel XX secolo in adempimento delle profezie. Le conclusioni vennero pubblicate nel 1988 nell’avvincente libro Rivelazione: Il suo grandioso culmine è vicino!

Nei primi anni della loro storia moderna furono poste le basi. Fu provveduto molto prezioso cibo spirituale. In anni recenti è stata fornita una maggiore varietà di materiale di studio biblico per soddisfare le necessità sia dei cristiani maturi che dei nuovi studenti di estrazione diversa. Il continuo studio delle Scritture, insieme all’adempimento della profezia divina, ha permesso in molti casi di esprimere con maggior chiarezza gli insegnamenti biblici. Poiché il loro studio della Parola di Dio è progressivo, i testimoni di Geova hanno cibo spirituale in abbondanza, come le Scritture avevano predetto che sarebbe avvenuto ai servitori di Dio. (Isa. 65:13, 14) Non hanno cambiato idea per essere più graditi al mondo adottandone i decadenti valori morali. Al contrario, la storia dei testimoni di Geova indica che i cambiamenti vengono fatti per essere sempre più fedeli alla Bibbia, più simili ai devoti cristiani del I secolo, e quindi per essere più graditi a Dio.

La loro esperienza è perciò in armonia con la preghiera dell’apostolo Paolo, che scrisse ai compagni di fede: “Non abbiamo cessato di pregare per voi e di chiedere che siate pieni dell’accurata conoscenza della sua volontà in ogni sapienza e discernimento spirituale, per camminare in modo degno di Geova al fine di piacergli pienamente mentre continuate a portar frutto in ogni opera buona e a crescere nell’accurata conoscenza di Dio”. — Col. 1:9, 10.

All’aumento dell’accurata conoscenza di Dio è dovuto anche il loro nome: Testimoni di Geova.

[Note in calce]

a Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence del 15 luglio 1906, pp. 229-31.

c Per esempio: (1) Nel XVI secolo in Europa i movimenti antitrinitari erano forti. Un ungherese, Ferenc Dávid (1510-79), sapeva e insegnava che il dogma della Trinità non era scritturale. A motivo delle sue convinzioni, morì in prigione. (2) Anche un movimento riformato, la cosiddetta Ecclesia minor, che fu fiorente in Polonia per circa cent’anni nel XVI e XVII secolo, rigettava la Trinità, e i suoi aderenti diffusero letteratura in tutta l’Europa, finché i gesuiti riuscirono a farli scacciare dalla Polonia. (3) In Inghilterra, Isaac Newton (1642-1727) rigettò la dottrina della Trinità e ne mise per iscritto le particolareggiate ragioni storiche e scritturali, ma non le fece pubblicare mentre era in vita, evidentemente per timore delle conseguenze. (4) Fra gli altri, in America, Henry Grew dichiarò pubblicamente che la Trinità non era scritturale. Nel 1824 trattò estesamente il soggetto nel libro An Examination of the Divine Testimony Concerning the Character of the Son of God.

d Vedi anche Studi sulle Scritture, serie V, pp. 41-82.

e Esami approfonditi delle prove storiche e scritturali relative a questo soggetto sono stati pubblicati a più riprese dalla Watchtower Bible and Tract Society. Vedi “The Word” — Who Is He? According to John (1962), ‘Cose nelle quali è impossibile che Dio menta’ (1965), Ragioniamo facendo uso delle Scritture (1985) e Dovreste credere nella Trinità? (1989).

f Ciò che le Scritture dicono dell’anima è noto sia agli studiosi ebrei che a quelli della cristianità, ma raramente viene insegnato nei loro luoghi di culto. Vedi New Catholic Encyclopedia, 1967, vol. XIII, pp. 449-50; The Eerdmans Bible Dictionary, 1987, pp. 964-5; The Interpreter’s Dictionary of the Bible, a cura di G. Buttrick, 1962, vol. 1, p. 802; The Jewish Encyclopedia, 1910, vol. VI, p. 564.

g Nel 1955 (1956 in italiano) l’opuscolo Che cosa dicono le Scritture di una “vita dopo la morte”?, trattando più a fondo l’argomento, fece notare che la Bibbia indica che in effetti Satana incoraggiò Eva a credere che non sarebbe morta nella carne per aver ignorato il divieto di Dio di mangiare il frutto dell’“albero della conoscenza del bene e del male”. (Gen. 2:16, 17; 3:4) Col tempo ciò ovviamente si dimostrò falso, ma ci furono ulteriori sviluppi che ebbero origine da quella prima menzogna. Venne adottata l’idea che una parte invisibile dell’uomo sopravvivesse. Dopo il Diluvio dei giorni di Noè, questa fu avvalorata da pratiche spiritiche demoniche provenienti da Babilonia. — Isa. 47:1, 12; Deut. 18:10, 11.

h Barbour sosteneva di credere nel riscatto, che Cristo morì per noi. Ciò che rigettava era l’idea della “sostituzione”, che Cristo morì in vece di noi, che con la sua morte Cristo pagò la pena del peccato per la progenie di Adamo.

i Su ciò influì la credenza che il settimo millennio della storia umana fosse iniziato nel 1873 e che un periodo di disfavore divino (lungo quanto un precedente periodo considerato di favore) per l’Israele naturale sarebbe terminato nel 1878. La cronologia era errata perché si basava sulla lezione poco accurata di Atti 13:20 nella King James, sulla credenza che ci fosse un errore di trascrizione in 1 Re 6:1 e sul fatto che non si era tenuto conto dei sincronismi biblici nella datazione dei regni dei re di Giuda e di Israele. Un più chiaro intendimento della cronologia biblica fu pubblicato nel 1943 nel libro “La verità vi farà liberi”, e fu quindi perfezionato l’anno dopo nel libro “Il Regno è vicino”, come pure in pubblicazioni successive.

j Rivista pubblicata da George Storrs a Brooklyn (New York).

k Nel 1978, quando fu richiesta una dichiarazione per la stampa sulla posizione dei testimoni di Geova nei confronti del sionismo, il Corpo Direttivo disse: “Sulla base della Bibbia i testimoni di Geova continuano ad assumere la posizione di neutralità verso tutti i governi e i movimenti politici. Sono convinti che nessun movimento umano conseguirà quello che solo il celeste regno di Dio può attuare”.

l Purtroppo, solo poco tempo dopo si separò da lui per desiderio di preminenza personale.

a Nei paesi in cui è richiesto per legge, però, può comparire il nome di un rappresentante locale, responsabile di ciò che viene pubblicato.

b La Torre di Guardia inglese del 1º e 15 novembre e 1º dicembre 1962 (1º e 15 giugno e 1º luglio 1963 in italiano).

c La Torre di Guardia inglese del 15 novembre e 1º dicembre 1963 (15 giugno e 1º luglio 1964 in italiano).

[Testo in evidenza a pagina 120]

C. T. Russell riconobbe apertamente l’aiuto ricevuto da altri nei primi anni di studio della Bibbia

[Testo in evidenza a pagina 122]

Hanno esaminato personalmente le prove che la Bibbia è realmente la Parola di Dio

[Testo in evidenza a pagina 123]

Gli Studenti Biblici capirono che la giustizia di Dio è in perfetto equilibrio con la sapienza, l’amore e la potenza

[Testo in evidenza a pagina 127]

Russell capì chiaramente che l’inferno non è un luogo di tormento dopo la morte

[Testo in evidenza a pagina 129]

La maggioranza delle persone sensate non credeva nella dottrina dell’inferno di fuoco

[Testo in evidenza a pagina 132]

La salda presa di posizione di Russell sul riscatto ebbe effetti di vasta portata

[Testo in evidenza a pagina 134]

Capirono che il 1914 era chiaramente indicato dalla profezia biblica

[Testo in evidenza a pagina 136]

Non tutto avvenne quando se l’aspettavano

[Testo in evidenza a pagina 139]

La buona notizia da proclamare: Il Regno di Dio è già operante!

[Testo in evidenza a pagina 140]

Armaghedon doveva essere semplicemente una rivoluzione sociale?

[Testo in evidenza a pagina 141]

Finalmente, nel 1932, venne identificato il vero “Israele di Dio”

[Testo in evidenza a pagina 143]

“Lo schiavo fedele e discreto”: una persona o una classe?

[Testo in evidenza a pagina 146]

In modo progressivo consuetudini che potevano attirare indebita attenzione su certi uomini sono state eliminate

[Testo in evidenza a pagina 148]

Sono stati fatti cambiamenti per essere sempre più fedeli alla Parola di Dio

[Riquadro a pagina 124]

Il nome di Dio viene fatto conoscere

◆ Dal 1931 il nome Testimoni di Geova è usato per indicare coloro che adorano e servono Geova, l’unico vero Dio.

◆ Dal 15 ottobre 1931 il nome di Dio, Geova, compare sulla copertina di ogni numero della rivista “Torre di Guardia”.

◆ Mentre il nome proprio di Dio veniva omesso da quasi tutte le traduzioni moderne della Bibbia, i testimoni di Geova nel 1950 cominciarono a pubblicare la “Traduzione del Nuovo Mondo”, che ha ridato al nome divino il posto che gli compete.

◆ Oltre alla Bibbia stessa, molta altra letteratura è stata pubblicata dalla Watch Tower Bible and Tract Society per far convergere l’attenzione sul nome divino, per esempio i libri “Jehovah” (1934), “Let Your Name Be Sanctified” (1961) e “‘Le nazioni conosceranno che io sono Geova’: Come?” (1971), e anche l’opuscolo “Il nome divino che durerà per sempre” (1984).

[Riquadro a pagina 126]

‘Contraddiremo Cristo stesso?’

Dopo aver dimostrato che la dottrina della Trinità non è né ragionevole né scritturale, C. T. Russell espresse giusta indignazione chiedendo: “Contraddiremo dunque gli apostoli e i profeti e Gesù stesso e ignoreremo la ragione e il buon senso per sostenere un dogma tramandatoci dal passato oscuro e superstizioso da una chiesa apostata corrotta? No! ‘Alla Legge e alla testimonianza! Se non parlano secondo questa Parola, è perché non c’è luce in loro’”. — “La Torre di Guardia” inglese del 15 agosto 1915.

[Riquadro a pagina 133]

Verità progressiva

Nel 1882 C. T. Russell scriveva: “La Bibbia è la nostra unica norma, e i suoi insegnamenti il nostro unico credo, e, riconoscendo che il dischiudersi delle verità scritturali è progressivo, siamo pronti e preparati ad accrescere o a modificare il nostro credo (fede, convinzione) man mano che riceviamo più luce dalla nostra ‘Norma’”. — “La Torre di Guardia” inglese dell’aprile 1882, pagina 7.

[Riquadro alle pagine 144 e 145]

In cosa credono i testimoni di Geova

◆ La Bibbia è l’ispirata Parola di Dio. (2 Tim. 3:16, 17)

Il suo contenuto non è semplice storia o opinione di uomini ma la parola di Dio, messa per iscritto per il nostro bene. (2 Piet. 1:21; Rom. 15:4; 1 Cor. 10:11)

◆ Geova è il solo vero Dio. (Sal. 83:18; Deut. 4:39)

Geova è il Creatore di tutte le cose e, come tale, lui solo è degno di essere adorato. (Riv. 4:11; Luca 4:8)

Geova è il Sovrano Universale, il solo a cui dobbiamo ubbidienza assoluta. (Atti 4:24; Dan. 4:17; Atti 5:29)

◆ Gesù Cristo è l’unigenito Figlio di Dio, l’unico creato direttamente da Dio stesso. (1 Giov. 4:9; Col. 1:13-16)

Gesù fu la prima creazione di Dio; perciò, prima di essere concepito e di nascere come essere umano, visse in cielo. (Riv. 3:14; Giov. 8:23, 58)

Gesù adora il Padre quale unico vero Dio; Gesù non pretese mai di essere uguale a Dio. (Giov. 17:3; 20:17; 14:28)

Gesù diede la sua vita umana perfetta come riscatto per il genere umano. Il suo sacrificio permette a tutti coloro che esercitano veramente fede in esso di avere la vita eterna. (Mar. 10:45; Giov. 3:16, 36)

Gesù venne destato dai morti come persona spirituale immortale. (1 Piet. 3:18; Rom. 6:9)

Gesù è ritornato (avendo rivolto come Re la sua attenzione verso la terra) e ora è presente come spirito glorioso. (Matt. 24:3, 23-27; 25:31-33; Giov. 14:19)

◆ Satana è l’invisibile “governante di questo mondo”. (Giov. 12:31; 1 Giov. 5:19)

In origine era un perfetto figlio di Dio, ma permise che nel suo cuore si sviluppasse la presunzione, volle l’adorazione che spettava solo a Geova e indusse Adamo ed Eva a ubbidire a lui invece di ascoltare Dio. Così fece di se stesso Satana, che significa “Avversario”. (Giov. 8:44; Gen. 3:1-5; confronta Deuteronomio 32:4, 5; Giacomo 1:14, 15; Luca 4:5-7)

Satana “svia l’intera terra abitata”; insieme ai demoni è responsabile dell’accresciuta afflizione che c’è sulla terra in questo tempo della fine. (Riv. 12:7-9, 12)

Al tempo stabilito da Dio, Satana e i demoni saranno distrutti per sempre. (Riv. 20:10; 21:8)

◆ Il Regno di Dio retto da Cristo prenderà il posto di tutti i governi umani e diventerà l’unico governo su tutta l’umanità. (Dan. 7:13, 14)

Il presente sistema di cose malvagio sarà completamente distrutto. (Dan. 2:44; Riv. 16:14, 16; Isa. 34:2)

Il Regno di Dio governerà con giustizia e porterà vera pace ai suoi sudditi. (Isa. 9:6, 7; 11:1-5; 32:17; Sal. 85:10-12)

I malvagi saranno stroncati per sempre e gli adoratori di Geova godranno sicurezza durevole. (Prov. 2:21, 22; Sal. 37:9-11; Matt. 25:41-46; 2 Tess. 1:6-9; Mic. 4:3-5)

◆ Dal 1914 d viviamo nel “tempo della fine” di questo mondo malvagio. (Matt. 24:3-14; 2 Tim. 3:1-5; Dan. 12:4)

In questo periodo di tempo viene data testimonianza a tutte le nazioni; poi verrà la fine, non della terra, ma del sistema malvagio e delle persone empie. (Matt. 24:3, 14; 2 Piet. 3:7; Eccl. 1:4)

◆ Esiste una sola via della vita; non tutte le religioni o le pratiche religiose sono approvate da Dio. (Matt. 7:13, 14; Giov. 4:23, 24; Efes. 4:4, 5)

La vera adorazione dà importanza non ai riti e alle manifestazioni esteriori, ma al sincero amore per Dio, dimostrato con l’ubbidienza ai suoi comandamenti e con l’amore per i propri simili. (Matt. 15:8, 9; 1 Giov. 5:3; 3:10-18; 4:21; Giov. 13:34, 35)

Persone di ogni nazione, gruppo etnico e lingua possono servire Geova e avere la sua approvazione. (Atti 10:34, 35; Riv. 7:9-17)

La preghiera va rivolta solo a Geova per mezzo di Gesù; non si devono usare immagini né come oggetti di devozione né come ausili nell’adorazione. (Matt. 6:9; Giov. 14:6, 13, 14; 1 Giov. 5:21; 2 Cor. 5:7; 6:16; Isa. 42:8)

Le pratiche spiritiche vanno evitate. (Gal. 5:19-21; Deut. 18:10-12; Riv. 21:8)

Fra i veri cristiani non esiste distinzione fra clero e laicato. (Matt. 20:25-27; 23:8-12)

Il vero cristianesimo non prevede che per ottenere la salvezza si osservi un sabato settimanale né ci si conformi ad altre esigenze della Legge mosaica; fare questo equivarrebbe a rigettare Cristo, che ha adempiuto la Legge. (Gal. 5:4; Rom. 10:4; Col. 2:13-17)

Coloro che praticano la vera adorazione non partecipano a movimenti ecumenici. (2 Cor. 6:14-17; Riv. 18:4)

Tutti i veri discepoli di Gesù vengono battezzati per immersione totale. (Matt. 28:19, 20; Mar. 1:9, 10; Atti 8:36-38)

Tutti coloro che seguono l’esempio di Gesù e ubbidiscono ai suoi comandamenti danno testimonianza ad altri intorno al Regno di Dio. (Luca 4:43; 8:1; Matt. 10:7; 24:14)

◆ La morte è una conseguenza del peccato ereditato da Adamo. (Rom. 5:12; 6:23)

Alla morte, è l’anima stessa che muore. (Ezec. 18:4)

I morti non sono consci di nulla. (Sal. 146:4; Eccl. 9:5, 10)

L’inferno (Sceol, Ades) è la comune tomba del genere umano. (Giob. 14:13, versione di A. Martini; Riv. 20:13, 14, versione di G. Diodati)

Il ‘lago di fuoco’ a cui i malvagi incorreggibili sono consegnati significa, come dice la Bibbia stessa, la “seconda morte”, la morte eterna. (Riv. 21:8)

La risurrezione costituisce la speranza per i morti e per chi ha perso i propri cari. (1 Cor. 15:20-22; Giov. 5:28, 29; confronta Giovanni 11:25, 26, 38-44; Marco 5:35-42a)

La morte dovuta al peccato adamico non ci sarà più. (1 Cor. 15:26; Isa. 25:8; Riv. 21:4)

◆ Un “piccolo gregge”, solo 144.000, va in cielo. (Luca 12:32; Riv. 14:1, 3)

Questi sono ‘nati di nuovo’ quali figli spirituali di Dio. (Giov. 3:3; 1 Piet. 1:3, 4)

Dio li sceglie da ogni popolo e nazione per regnare insieme a Cristo. (Riv. 5:9, 10; 20:6)

◆ Gli altri che hanno l’approvazione di Dio vivranno per sempre sulla terra. (Sal. 37:29; Matt. 5:5; 2 Piet. 3:13)

La terra non sarà mai distrutta o spopolata. (Sal. 104:5; Isa. 45:18)

In armonia con il proposito originale di Dio, tutta la terra diventerà un paradiso. (Gen. 1:27, 28; 2:8, 9; Luca 23:42, 43)

Ci saranno case adeguate e abbondanza di cibo per il piacere di tutti. (Isa. 65:21-23; Sal. 72:16)

Le malattie, qualsiasi invalidità e la morte stessa saranno cose del passato. (Riv. 21:3, 4; Isa. 35:5, 6)

◆ Le autorità secolari vanno trattate con il dovuto rispetto. (Rom. 13:1-7; Tito 3:1, 2)

I veri cristiani non partecipano alla ribellione contro le autorità governative. (Prov. 24:21, 22; Rom. 13:1)

Ubbidiscono a tutte le leggi che non sono in conflitto con la legge di Dio, ma l’ubbidienza a Dio ha il primo posto. (Atti 5:29)

Imitano Gesù rimanendo neutrali rispetto agli affari politici del mondo. (Matt. 22:15-21; Giov. 6:15)

◆ I cristiani devono conformarsi alle norme bibliche sul sangue e anche sulla moralità sessuale. (Atti 15:28, 29)

Assumere sangue per via orale o endovenosa viola la legge di Dio. (Gen. 9:3-6; Atti 15:19, 20)

I cristiani devono essere moralmente puri; fornicazione, adulterio e omosessualità non hanno posto nella loro vita, e neanche l’ubriachezza e l’abuso di droga. (1 Cor. 6:9-11; 2 Cor. 7:1)

◆ L’onestà e la fedeltà nell’assolvere responsabilità coniugali e familiari sono importanti per i cristiani. (1 Tim. 5:8; Col. 3:18-21; Ebr. 13:4)

La disonestà nel parlare o negli affari, come pure l’ipocrisia, sono incompatibili con l’essere cristiani. (Prov. 6:16-19; Efes. 4:25; Matt. 6:5; Sal. 26:4)

◆ L’adorazione gradita a Geova richiede che lo amiamo sopra ogni cosa. (Luca 10:27; Deut. 5:9)

Fare la volontà di Geova, onorando così il suo nome, è la cosa più importante nella vita del vero cristiano. (Giov. 4:34; Col. 3:23; 1 Piet. 2:12)

Pur facendo del bene a più persone possibili, i cristiani riconoscono di avere un obbligo speciale nei confronti degli altri servitori di Dio; perciò in caso di malattia o di disastri prestano aiuto particolarmente a questi. (Gal. 6:10; 1 Giov. 3:16-18)

L’amore che i veri cristiani hanno per Dio non richiede solo che ubbidiscano al suo comandamento di amare il prossimo, ma anche che non amino il modo di vivere immorale e materialistico del mondo. I veri cristiani non fanno parte del mondo e perciò evitano le attività che indicherebbero che ne condividono lo spirito. (Rom. 13:8, 9; 1 Giov. 2:15-17; Giov. 15:19; Giac. 4:4)

[Nota in calce]

d Per ulteriori particolari, vedi il libro “Venga il tuo regno”.

[Immagine a pagina 121]

C. T. Russell iniziò a pubblicare la “Zion’s Watch Tower” nel 1879, quando aveva 27 anni

[Immagini a pagina 125]

Isaac Newton e Henry Grew furono tra quelli che avevano già rigettato la Trinità definendola non scritturale

[Immagini a pagina 128]

In un dibattito pubblico Russell affermò che i morti sono realmente morti, non vivi né con gli angeli né con i demoni in un luogo di disperazione

La Carnegie Hall di Allegheny dove fu tenuto il dibattito

[Immagine a pagina 130]

Russell si recò in città grandi e piccole per dire la verità sull’inferno

[Immagine a pagina 131]

Frederick Franz, uno studente universitario, diede un nuovo indirizzo alla sua vita quando apprese la verità sulla condizione dei morti

[Immagine a pagina 135]

Gli Studenti Biblici fecero grande pubblicità al 1914, l’anno in cui dovevano finire i tempi dei Gentili, per esempio con questo volantino distribuito quell’anno

[Immagini a pagina 137]

Nel 1931, servendosi della più estesa rete radiofonica che fosse mai stata usata, J. F. Rutherford mostrò che solo il Regno di Dio può recare durevole sollievo all’umanità

Il discorso “Il Regno, la speranza del mondo” fu trasmesso in simultanea da 163 stazioni e ripetuto in seguito da altre 340

[Immagini a pagina 142]

A. H. Macmillan nel 1925 fu inviato via mare in Palestina a motivo dello speciale interesse per il ruolo degli ebrei in relazione alla profezia biblica