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Noti per la nostra condotta

Noti per la nostra condotta

Capitolo 13

Noti per la nostra condotta

VIVIAMO in un’epoca in cui le norme morali rispettate per tanto tempo sono state scartate da vasti strati dell’umanità. Quasi tutte le religioni della cristianità hanno fatto la stessa cosa, in nome della tolleranza o con la scusa che i tempi sono cambiati e i tabù delle passate generazioni non sono più validi. Di conseguenza Samuel Miller, decano della Scuola teologica di Harvard, disse: “La chiesa non ha affatto il coltello dalla parte del manico. Ha accettato la cultura del nostro tempo e l’ha assorbita”. L’effetto sulla vita di chi cerca una guida in queste chiese è stato devastante.

Viceversa, parlando dei testimoni di Geova, L’Église de Montréal, bollettino settimanale dell’arcidiocesi cattolica di Montreal, in Canada, disse che “hanno sorprendenti valori morali”. Numerosissimi insegnanti, datori di lavoro e funzionari governativi sono d’accordo. A cosa è dovuta questa reputazione?

Essere un testimone di Geova comporta molto più che attenersi a determinate credenze dottrinali e dare testimonianza ad altri in merito a queste credenze. Il cristianesimo primitivo era noto come ‘La Via’, e i testimoni di Geova si rendono conto che anche oggi la vera religione deve essere un modo di vivere. (Atti 9:2) Ma, come è accaduto per altre cose, gli odierni Testimoni non hanno riconosciuto immediatamente, in modo equilibrato ciò che questo comporta.

“Carattere o patto?”

Anche se fin dall’inizio avevano ricevuto validi consigli scritturali sulla necessità di essere simili a Cristo, alcuni dei primi Studenti Biblici davano molta importanza alla “formazione del carattere”, come la chiamavano, a discapito di certi aspetti del vero cristianesimo. Alcuni sembravano essere dell’idea che il mostrare nobili sentimenti — apparire sempre gentili e buoni, parlare con dolcezza, evitare qualsiasi manifestazione d’ira, leggere le Scritture ogni giorno — avrebbe garantito loro l’accesso al cielo. Ma trascuravano il fatto che Cristo aveva dato ai suoi seguaci un lavoro da fare.

Questo problema fu trattato con fermezza nell’articolo “Carattere o patto?” della Torre di Guardia inglese del 1º maggio 1926. a L’articolo mostrava che gli sforzi per manifestare un “carattere perfetto” mentre erano ancora nella carne avevano indotto alcuni a scoraggiarsi e a darsi per vinti, ma al tempo stesso avevano prodotto in altri un atteggiamento di santimonia che aveva fatto perdere loro di vista il merito del sacrificio di Cristo. Dopo aver sottolineato l’importanza di aver fede nel sangue sparso di Cristo, l’articolo indicava la necessità di ‘darsi da fare’ nel servizio attivo di Dio per dar prova di comportarsi in modo da piacergli. (2 Piet. 1:5-10) In quel tempo, quando gran parte della cristianità fingeva ancora di attenersi alle norme morali della Bibbia, l’importanza data all’attività accentuò il contrasto fra i testimoni di Geova e la cristianità. Il contrasto diventò ancora più evidente man mano che tutti coloro che si professavano cristiani dovettero affrontare problemi morali che stavano diventando comuni.

‘Astenetevi dalla fornicazione’

La norma cristiana riguardo alla moralità sessuale era stata esposta molto tempo fa nella Bibbia in modo chiaro. “Questo è ciò che Dio vuole, la vostra santificazione, che vi asteniate dalla fornicazione . . . Poiché Dio ci chiamò non mediante concessione a impurità, ma riguardo alla santificazione. Perciò l’uomo che mostra trascuratezza non trascura l’uomo, ma Dio”. (1 Tess. 4:3-8) “Il matrimonio sia onorevole fra tutti, e il letto matrimoniale sia senza contaminazione, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri”. (Ebr. 13:4) “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non siate sviati. Né fornicatori, . . . né adulteri, né uomini tenuti per scopi non naturali, né uomini che giacciono con uomini . . . erediteranno il regno di Dio”. — 1 Cor. 6:9, 10.

La Torre di Guardia aveva dato risalto a questa norma per i veri cristiani già nel novembre del 1879. Ma non ne parlò ripetutamente o per esteso come avrebbe fatto se ciò fosse stato un grosso problema fra i primi Studenti Biblici. Tuttavia, dato che l’atteggiamento del mondo diventava sempre più permissivo, si prestò maggiore attenzione a questo requisito, specie negli anni intorno alla seconda guerra mondiale. Fu necessario perché fra i testimoni di Geova alcuni erano dell’idea che se si impegnavano nel dare testimonianza, un certo lassismo nella moralità sessuale era solo una questione personale. È vero che La Torre di Guardia inglese del 1º marzo 1935 aveva dichiarato in modo esplicito che la partecipazione al ministero di campo non autorizzava una condotta immorale. Ma non tutti presero a cuore il consiglio. Perciò nell’edizione del 15 maggio 1941 (1º gennaio 1942 in italiano) La Torre di Guardia trattò di nuovo e diffusamente la questione nell’articolo “Al giorno di Noè”. Esso faceva notare che la dissolutezza dei giorni di Noè era una delle ragioni per cui Dio aveva distrutto il mondo di quel tempo, e spiegava che quello che Dio aveva fatto allora costituiva un modello di ciò che avrebbe fatto ai nostri giorni. In poche parole avvertiva che un servitore di Dio, se voleva mantenere l’integrità, non poteva dedicare parte della giornata a fare la volontà di Dio e poi, ore dopo, abbandonarsi alle “opere della carne”. (Gal. 5:17-21) Fece seguito La Torre di Guardia del 1º luglio 1942 (gennaio 1943 in italiano), con un altro articolo che condannava la condotta che non era in armonia con le norme morali della Bibbia sia per gli sposati che per i non sposati. Nessuno doveva concludere che partecipando alla predicazione pubblica del messaggio del Regno come testimone di Geova era autorizzato a condurre una vita dissoluta. (1 Cor. 9:27) In seguito sarebbero state prese misure ancora più rigide per salvaguardare la purezza morale dell’organizzazione.

Alcuni che allora esprimevano il desiderio di diventare testimoni di Geova erano cresciuti in zone in cui il matrimonio di prova era consentito, i rapporti sessuali tra fidanzati erano tollerati e la convivenza tra persone non legalmente sposate era considerata normale. Alcune coppie sposate si sforzavano di praticare il celibato. Altri, pur non essendo divorziati, poco saggiamente vivevano separati dal proprio coniuge. Per provvedere la guida necessaria, negli anni ’50 La Torre di Guardia prese in esame tutte queste situazioni, trattò le responsabilità coniugali, sottolineò che la Bibbia proibisce la fornicazione e spiegò che cos’è la fornicazione b affinché non ci fossero equivoci. — Atti 15:19, 20; 1 Cor. 6:18.

Nei paesi in cui coloro che cominciavano a unirsi all’organizzazione di Geova non prendevano sul serio le norme morali della Bibbia, si prestò particolare attenzione a questo. Infatti nel 1945, mentre si trovava in Costa Rica, N. H. Knorr, terzo presidente della Watch Tower Society, fece un discorso sulla moralità cristiana in cui disse: “A tutti voi che siete qui stasera e che vivete con una donna ma non avete contratto legalmente matrimonio, do un consiglio. Andate dalla Chiesa Cattolica e iscrivetevi come cattolici perché lì potete fare queste cose. Ma questa è l’organizzazione di Dio, e qui non potete fare queste cose”.

A partire dagli anni ’60, quando l’omosessualità cominciò a essere praticata più apertamente, molte chiese discussero il problema, poi accolsero gli omosessuali nelle loro file. Adesso alcune chiese conferiscono ordini sacri a omosessuali. Per aiutare le persone sincere che facevano delle domande al riguardo, le pubblicazioni dei testimoni di Geova trattarono anche questi problemi. Ma i Testimoni non hanno mai avuto dubbi sul come vada considerata l’omosessualità. Perché no? Perché non ritengono che i consigli della Bibbia siano semplicemente opinioni di uomini d’altri tempi. (1 Tess. 2:13) Sono lieti di tenere studi biblici con omosessuali, affinché questi possano imparare a conoscere ciò che Geova richiede; persone del genere possono assistere alle adunanze dei Testimoni per ascoltare, ma nessuno che continua a praticare l’omosessualità può diventare testimone di Geova. — 1 Cor. 6:9-11; Giuda 7.

In anni recenti nel mondo è diventato comune che giovani non sposati abbiano rapporti sessuali. Nelle famiglie dei testimoni di Geova i giovani subivano questa influenza, e alcuni cominciavano ad adottare le abitudini del mondo intorno a loro. Come ha affrontato questa situazione l’organizzazione? Sulla Torre di Guardia e su Svegliatevi! sono stati pubblicati articoli destinati ad aiutare i genitori e i ragazzi. Alle assemblee sono stati presentati drammi di vita vissuta per aiutare tutti a rendersi conto delle conseguenze derivanti dal rigettare le norme morali della Bibbia e dei benefìci che si hanno ubbidendo ai comandi di Dio. Uno dei primi, inscenato nel 1969, era intitolato “La via degli indipendenti è disseminata di spine e trappole”. Sono stati preparati libri speciali per aiutare i ragazzi a riconoscere la saggezza dei consigli biblici. Alcuni di questi sono Come ottenere il meglio dalla tua giovinezza (pubblicato nel 1976; 1977 in italiano) e I giovani chiedono... Risposte pratiche alle loro domande (pubblicato nel 1989). Anziani locali hanno prestato aiuto spirituale a singoli individui e a famiglie. Le congregazioni dei testimoni di Geova sono state inoltre salvaguardate grazie all’espulsione dei trasgressori impenitenti.

Il crollo morale del mondo non ha prodotto una mentalità più permissiva fra i testimoni di Geova. Tutt’altro. Il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova ha dato maggior risalto alla necessità di evitare non solo comportamenti sessuali illeciti, ma anche influenze e situazioni che minano i valori morali. Negli ultimi tre decenni ha provveduto istruzione per premunire i singoli individui contro “peccati segreti” come la masturbazione e avvertirli del pericolo della pornografia, dei teleromanzi e della musica degradante. Perciò mentre la moralità del mondo continua ad abbassarsi, quella dei testimoni di Geova si eleva sempre più.

Vita familiare regolata dalle norme di Dio

La fedeltà alla norma biblica riguardo alla moralità sessuale ha giovato enormemente alla vita familiare dei testimoni di Geova. Ma essere testimoni di Geova non è una garanzia che non si avranno problemi domestici. Comunque i Testimoni sono convinti che la Parola di Dio dà i migliori consigli sul come farvi fronte. L’organizzazione ha preso molti provvedimenti per aiutarli ad applicare questi consigli; e quando le istruzioni vengono seguite attentamente, i risultati sono davvero eccellenti.

Già nel 1904 il sesto volume degli Studi sulle Scritture aveva trattato ampiamente le responsabilità coniugali e i doveri dei genitori. Da allora in poi sono stati pubblicati centinaia di articoli e in ogni congregazione dei testimoni di Geova sono stati pronunciati numerosi discorsi per aiutare ciascun membro della famiglia ad apprezzare il ruolo affidatogli da Dio. Questa istruzione sulla sana vita familiare non è solo per le coppie appena sposate, ma è un programma che continua e che riguarda l’intera congregazione. — Efes. 5:22–6:4; Col. 3:18-21.

Sarebbe stata tollerata la poligamia?

Benché le usanze che incidono sul matrimonio e sulla vita familiare differiscano da paese a paese, i testimoni di Geova riconoscono che le norme esposte nella Bibbia si applicano ovunque. Quando iniziarono la loro opera in Africa nel XX secolo, lì come altrove i testimoni di Geova insegnavano che il matrimonio cristiano è strettamente monogamo. (Matt. 19:4, 5; 1 Cor. 7:2; 1 Tim. 3:2) Centinaia di persone erano d’accordo con la condanna dell’idolatria contenuta nella Bibbia ed erano liete di accettare ciò che i testimoni di Geova insegnavano riguardo al Regno di Dio, ma si battezzavano senza abbandonare la poligamia. Per correggere la situazione La Torre di Guardia inglese del 15 gennaio 1947 sottolineò che il cristianesimo non consente la poligamia, indipendentemente dalla consuetudine locale. Una lettera inviata alle congregazioni avvertiva tutti coloro che si professavano testimoni di Geova, ma erano poligami, che avevano sei mesi di tempo per conformare la loro situazione coniugale alla norma biblica. Questo fu ribadito in un discorso pronunciato quello stesso anno dal fratello Knorr durante una visita in Africa.

In Nigeria molte persone del mondo predissero che se i testimoni di Geova avessero cercato di abolire la poligamia fra i loro aderenti, questi si sarebbero dileguati. Ed è vero che non tutti coloro che praticavano la poligamia e che in precedenza si erano battezzati come Testimoni fecero i cambiamenti necessari neanche nel 1947. Per esempio un sorvegliante viaggiante, Asuquo Akpabio, riferisce che un Testimone presso cui era alloggiato a Ifiayong lo svegliò a mezzanotte per chiedergli di modificare quello che era stato annunciato riguardo alla monogamia. Poiché si rifiutò di farlo, il suo ospite lo scacciò di casa quella notte stessa sotto una pioggia battente.

Ma l’amore per Geova ha dato ad altri la forza necessaria per ubbidire ai suoi comandamenti. Ecco alcuni esempi. Nello Zaire un uomo che era stato sia cattolico che poligamo mandò via due delle sue mogli per poter diventare testimone di Geova, anche se il dover mandare via quella che amava di più perché non era ‘la moglie della sua giovinezza’ fu una dura prova di fede. (Prov. 5:18) Nel Dahomey (ora Benin) un ex metodista che aveva ancora cinque mogli superò difficilissimi ostacoli sul piano giuridico per ottenere i divorzi necessari ed essere idoneo per il battesimo. Comunque continuò a provvedere alle ex mogli e ai loro figli, come fecero altri che mandarono via le mogli secondarie. Una nigeriana, Warigbani Whittington, era la seconda delle due mogli di suo marito. Quando decise che per lei piacere a Geova, il vero Dio, era la cosa più importante, dovette affrontare l’ira del marito e poi della sua stessa famiglia. Il marito la lasciò andare, insieme ai suoi due figli, ma senza alcun aiuto materiale, neppure il denaro per il viaggio. Eppure essa disse: ‘Nessuna delle cose materiali a cui ho dovuto rinunciare può essere paragonata all’approvazione di Geova’.

Che dire del divorzio?

Nei paesi occidentali non è molto praticata la poligamia, ma sono in voga altre idee in conflitto con le Scritture. Una di queste è che è meglio il divorzio che un matrimonio infelice. In anni recenti alcuni testimoni di Geova hanno cominciato a imitare questo spirito, chiedendo il divorzio per motivi come l’“incompatibilità”. Cosa è stato fatto al riguardo? Un vigoroso programma di istruzione riguardo al pensiero di Geova sul divorzio viene svolto regolarmente dall’organizzazione a beneficio dei Testimoni di vecchia data come pure delle centinaia di migliaia di persone che si uniscono alle loro file ogni anno.

A quali norme bibliche La Torre di Guardia ha rivolto l’attenzione? Fra l’altro, alle seguenti: Nella descrizione biblica del primo matrimonio viene dato risalto all’unità fra marito e moglie, dicendo: ‘L’uomo si dovrà tenere stretto a sua moglie e dovranno divenire una sola carne’. (Gen. 2:24) In seguito, in Israele, la Legge proibiva l’adulterio e ordinava che gli adulteri fossero messi a morte. (Deut. 22:22-24) Il divorzio per motivi diversi dall’adulterio era consentito ma, come spiegò Gesù, solo ‘per la durezza del loro cuore’. (Matt. 19:7, 8) Come considerava Geova la consuetudine di abbandonare il proprio coniuge per sposare qualcun altro? Malachia 2:16 afferma: “Egli ha odiato il divorzio”. Eppure Geova permise a coloro che avevano ottenuto il divorzio di rimanere nella congregazione di Israele dove, se accettavano la disciplina che impartiva al suo popolo, il loro cuore di pietra col tempo avrebbe potuto essere sostituito da un cuore più tenero, un cuore in grado di esprimere sincero amore per le sue vie. — Confronta Ezechiele 11:19, 20.

La Torre di Guardia ha affermato spesso che Gesù, parlando del divorzio praticato nell’antico Israele, indicò che fra i suoi seguaci sarebbe stata stabilita una norma più elevata. Disse che chiunque avesse divorziato da sua moglie se non a motivo di fornicazione (pornèia, “rapporto illecito”) e si fosse risposato, avrebbe commesso adulterio; e anche se non si fosse risposato, avrebbe esposto la moglie al pericolo dell’adulterio. (Matt. 5:32; 19:9) Perciò La Torre di Guardia ha fatto notare che per i cristiani il divorzio è una faccenda molto più seria di quanto non lo fosse in Israele. Le Scritture non comandano che chiunque ottiene il divorzio sia espulso dalla congregazione, ma coloro che per di più commettono adulterio e sono impenitenti vengono disassociati, espulsi dalle congregazioni dei testimoni di Geova. — 1 Cor. 6:9, 10.

In anni recenti gli atteggiamenti del mondo nei confronti del matrimonio e della vita familiare sono totalmente cambiati. Ciò nonostante i testimoni di Geova hanno continuato ad attenersi alle norme stabilite da Dio, l’Istitutore del matrimonio, esposte nella Bibbia. Seguendo queste direttive si sono sforzati di aiutare le persone di cuore onesto a far fronte alle difficili situazioni in cui spesso si trovano.

Di conseguenza nella vita di molti che hanno accettato l’istruzione biblica impartita dai testimoni di Geova sono avvenuti enormi cambiamenti. Uomini che un tempo picchiavano la moglie, uomini che non si assumevano le proprie responsabilità, uomini che provvedevano alla famiglia sul piano materiale ma non su quello emotivo e spirituale, molte migliaia di uomini del genere sono diventati mariti e padri amorevoli che curano bene la famiglia. Donne che erano fieramente indipendenti, donne che trascuravano i figli e non avevano cura né di sé né della propria casa, molte di queste donne sono diventate mogli che rispettano l’autorità e si comportano in un modo che le rende teneramente care al marito e ai figli. Ragazzi che erano sfacciatamente disubbidienti ai genitori e ribelli contro la società in generale, che si rovinavano la vita con il loro modo di agire, spezzando il cuore ai genitori, non pochi di questi ragazzi sono riusciti ad avere uno scopo degno nella vita, e ciò li ha aiutati a trasformare la propria personalità.

Naturalmente l’onestà reciproca è un fattore importante per avere successo nella famiglia. L’onestà è fondamentale anche in altri campi.

Fino a che punto si deve essere onesti?

I testimoni di Geova riconoscono che devono essere onesti in tutto quello che fanno. La loro convinzione si basa su passi scritturali come i seguenti: Geova stesso è il “Dio di verità”. (Sal. 31:5) Viceversa, Gesù disse che il Diavolo è “il padre della menzogna”. (Giov. 8:44) È comprensibile che fra le cose che Geova odia ci sia “la lingua falsa”. (Prov. 6:16, 17) La sua Parola ci dice: “Ora che avete allontanato la falsità, dite la verità”. (Efes. 4:25) E i cristiani non solo devono dire la verità ma, come l’apostolo Paolo, devono ‘comportarsi onestamente in ogni cosa’. (Ebr. 13:18) Non ci sono aspetti della vita in cui i testimoni di Geova possano legittimamente seguire un’altra scala di valori.

Quando Gesù si recò a casa di Zaccheo, l’esattore di tasse, questi riconobbe di essere stato scorretto negli affari e fece i passi per riparare precedenti atti di estorsione. (Luca 19:8) In anni recenti, per avere una coscienza pura dinanzi a Dio, alcuni che avevano cominciato a frequentare i testimoni di Geova hanno compiuto azioni simili. Per esempio in Spagna un ladro incallito cominciò a studiare la Bibbia con i testimoni di Geova. Ben presto la coscienza cominciò a turbarlo; perciò restituì quello che aveva rubato al suo ex datore di lavoro e ai vicini, e poi consegnò altri oggetti alla polizia. Dovette pagare una multa e scontare un breve periodo di detenzione, ma ora ha la coscienza pura. In Inghilterra, dopo soli due mesi di studio biblico con un testimone di Geova, un ex ladro di diamanti si consegnò alla polizia. Al comando tutti rimasero esterrefatti: lo stavano cercando da sei mesi. Nei due anni e mezzo che trascorse in prigione studiò la Bibbia con impegno e imparò a condividere con altri le verità bibliche. Rimesso in libertà, si sottopose al battesimo come testimone di Geova. — Efes. 4:28.

La reputazione di onestà dei testimoni di Geova è ben nota. I datori di lavoro hanno imparato che i Testimoni non solo non ruberanno loro, ma non mentiranno né falsificheranno le registrazioni dietro loro ordine, no, neanche a rischio di perdere il posto. Per i testimoni di Geova una buona relazione con Dio è molto più importante dell’approvazione di qualsiasi essere umano. E si rendono conto che, indipendentemente da dove si trovano o da cosa stanno facendo, “tutte le cose sono nude e apertamente esposte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto”. — Ebr. 4:13; Prov. 15:3.

In Italia il quotidiano La Stampa disse a proposito dei testimoni di Geova: “Praticano i princìpi che professano . . . Gli ideali morali dell’amore per il prossimo, della rinuncia al potere, della non-violenza, dell’onestà personale (che per molti cristiani sono ‘regole domenicali’, buone solo per un discorso dal pulpito) entrano nella ‘quotidianità’ della vita”. E negli Stati Uniti, Louis Cassels, giornalista dell’agenzia d’informazione UPI di Washington, scrisse: “I Testimoni si attengono alle proprie convinzioni con grande fedeltà, anche quando far questo costa molto caro”.

Perché il gioco d’azzardo non è mai stato un problema per loro

Un tempo l’onestà veniva in genere associata con la volontà di lavorare duramente. Il gioco d’azzardo, cioè il rischiare una somma in una scommessa sull’esito di una gara o di un altro avvenimento, era malvisto dalla società in generale. Ma via via che un’egoistica voglia di arricchire cominciò a pervadere il XX secolo, il gioco d’azzardo — legale e illegale — divenne assai diffuso. È sponsorizzato non solo dalla malavita, ma spesso anche dalle chiese e dai governi secolari per raccogliere denaro. Come hanno affrontato i testimoni di Geova questo diverso atteggiamento della società? In base ai princìpi biblici.

Come è stato sottolineato nelle loro pubblicazioni, nella Bibbia non c’è un comandamento specifico che dice: Non devi giocare d’azzardo. Ma il frutto del gioco d’azzardo è invariabilmente cattivo, e questo frutto marcio è stato denunciato per mezzo secolo dalla Torre di Guardia e da Svegliatevi! Inoltre queste riviste hanno dimostrato che qualsiasi forma di gioco d’azzardo comporta atteggiamenti contro cui la Bibbia mette in guardia. Per esempio l’amore del denaro: “L’amore del denaro è la radice di ogni sorta di cose dannose”. (1 Tim. 6:10) E l’egoismo: “[Non] devi egoisticamente bramare . . . alcuna cosa che appartiene al tuo prossimo”. (Deut. 5:21; confronta 1 Corinti 10:24). Come pure l’avidità: “[Cessate] di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è . . . avido”. (1 Cor. 5:11) Inoltre la Bibbia ammonisce di non invocare la “Buona Fortuna” come se fosse una specie di forza soprannaturale che può concedere favori. (Isa. 65:11) Dato che prendono a cuore questi consigli scritturali, i testimoni di Geova evitano risolutamente il gioco d’azzardo. E dal 1976 hanno fatto un particolare sforzo affinché nelle loro file non ci siano persone il cui loro lavoro secolare le identificherebbero chiaramente come dipendenti di una casa da gioco.

Il gioco d’azzardo non è mai stato un vero problema fra i testimoni di Geova. Essi sanno che, anziché incoraggiare il guadagno a spese di altri, la Bibbia sprona a lavorare con le proprie mani, a essere fedeli nell’assolvere i propri incarichi, a essere generosi, a condividere con chi è nel bisogno. (Efes. 4:28; Luca 16:10; Rom. 12:13; 1 Tim. 6:18) Quelli che hanno a che fare con loro lo riconoscono? Sì, specie chi ha rapporti d’affari con loro. Non è insolito che i datori di lavoro cerchino come dipendenti testimoni di Geova perché sanno che sono coscienziosi e fidati. Comprendono che è la loro religione che li rende le persone che sono.

Che dire del tabacco e della droga?

La Bibbia non menziona né il tabacco né le molte altre droghe di cui oggi si abusa, ma provvede norme che hanno aiutato i testimoni di Geova a determinare quale linea di condotta è approvata da Dio. Già nel 1895, a proposito dell’uso del tabacco, La Torre di Guardia inglese aveva richiamato l’attenzione su 2 Corinti 7:1, che dice: “Poiché abbiamo queste promesse, diletti, purifichiamoci dunque da ogni contaminazione di carne e di spirito, perfezionando la santità nel timore di Dio”.

Per molti anni sembrò che questo consiglio bastasse. Ma poiché le ditte produttrici esaltavano mediante la pubblicità l’uso del tabacco e inoltre si andava diffondendo l’uso di droghe “illegali”, fu necessario qualcosa di più. Vennero messi in evidenza altri princìpi biblici: rispetto per Geova, il Datore della vita (Atti 17:24, 25); amore per il prossimo (Giac. 2:8) e il fatto che chi non ama il prossimo in realtà non ama Dio (1 Giov. 4:20); anche ubbidienza alle autorità secolari (Tito 3:1). Venne fatto notare che la parola greca farmakìa, che fondamentalmente significa “uso di droghe”, era stata usata dagli scrittori biblici per indicare la “pratica di spiritismo” a motivo dell’uso di droghe nelle pratiche spiritiche. — Gal. 5:20.

Nel 1946 la rivista Consolation denunciò la natura spesso fraudolenta delle dichiarazioni fatte, da persone pagate per questo, nella pubblicità delle sigarette. Non appena furono disponibili prove scientifiche, la rivista Svegliatevi!, che aveva preso il posto di Consolation, rese pure di pubblico dominio le prove che l’uso di tabacco causa cancro, cardiopatia, danni al bambino nel grembo materno e ai non fumatori costretti a respirare aria piena di fumo, e anche le prove che la nicotina provoca assuefazione. È stata richiamata l’attenzione sull’effetto tossico della marijuana e sulle prove che può danneggiare il cervello. A beneficio dei lettori delle pubblicazioni della Watch Tower si è parlato più volte dei gravi pericoli di altre droghe che causano assuefazione.

Molto prima che gli enti governativi concordassero fino a che punto si dovesse avvertire la popolazione del danno provocato dall’uso del tabacco, La Torre di Guardia inglese del 1º marzo 1935 spiegò che nessuno che faceva uso di tabacco poteva far parte del personale della sede centrale della Watch Tower Bible and Tract Society o essere un suo rappresentante nominato. Dopo che tutti i servitori delle congregazioni dei testimoni di Geova venivano nominati dalla Società (a partire dal 1938), La Torre di Guardia del 1º luglio 1942 (dicembre 1942 in italiano) dichiarò che la proibizione dell’uso di tabacco si applicava anche a tutti questi servitori nominati. In alcune zone ci vollero alcuni anni prima che questo venisse attuato pienamente. Comunque la maggioranza dei testimoni di Geova reagì bene ai consigli scritturali e al buon esempio di coloro che prendevano la direttiva fra loro.

Come ulteriore passo avanti nella coerente applicazione di questi consigli biblici, dal 1973 in poi a nessuno che fumasse ancora è stato concesso di battezzarsi. Nei mesi che seguirono quanti erano attivamente implicati nella produzione di tabacco o nel promuoverne la vendita furono aiutati a rendersi conto che non potevano continuare a far questo ed essere accettati come testimoni di Geova. I consigli della Parola di Dio devono essere applicati con coerenza in ogni aspetto della vita. L’applicazione dei princìpi biblici all’uso del tabacco, della marijuana e delle altre droghe cosiddette pesanti ha protetto i Testimoni. Valendosi delle Scritture essi sono stati anche in grado di aiutare molte migliaia di persone la cui vita era rovinata dalla droga.

Le bevande alcoliche sono diverse?

Le pubblicazioni della Watch Tower non hanno adottato l’idea che il consumo di bevande alcoliche sia la stessa cosa dell’uso di droga. Perché no? Viene spiegato: Il Creatore sa come siamo fatti, e la sua Parola permette l’uso moderato di bevande alcoliche. (Sal. 104:15; 1 Tim. 5:23) Ma la Bibbia mette pure in guardia dal ‘bere smodatamente’ e condanna recisamente l’ubriachezza. — Prov. 23:20, 21, 29, 30; 1 Cor. 6:9, 10; Efes. 5:18.

Poiché molti si rovinavano la vita con l’eccessivo consumo di bevande inebrianti, lo stesso Charles Taze Russell era favorevole all’astinenza completa. Eppure riconobbe che Gesù in effetti fece uso di vino. Nel XIX secolo e nella prima parte del XX secolo negli Stati Uniti ci fu un grande movimento di opinione pubblica che propugnava la proibizione dell’uso degli alcolici. La Torre di Guardia si espresse liberamente a favore di coloro che cercavano di combattere i danni dell’alcolismo, ma non appoggiò la campagna per far approvare le leggi proibizioniste. Comunque diede vigorosamente risalto al danno causato dagli eccessi nel bere e affermò spesso che sarebbe stato meglio evitare del tutto vino e liquori. Coloro che ritenevano di poter consumare alcolici con moderazione furono incoraggiati a esaminare Romani 14:21, che dice: “È bene non mangiare carne né bere vino né fare alcuna cosa nella quale il tuo fratello inciampa”.

Ma nel 1930, quando il sovrintendente della lega che si batteva per l’abolizione dei saloon negli Stati Uniti osò affermare in pubblico che la sua organizzazione era “nata da Dio”, J. F. Rutherford, allora presidente della Watch Tower Society, colse l’occasione per pronunciare discorsi alla radio in cui dimostrò che un’affermazione del genere era una calunnia contro Dio. Perché? Perché la Parola di Dio non vieta di bere vino; perché le leggi proibizioniste non avevano posto fine all’ubriachezza, che Dio condanna; e perché le leggi proibizioniste avevano anzi provocato il dilagare del contrabbando di liquori e della corruzione del governo.

Fra i testimoni di Geova il consumare alcolici o l’astenersene è considerata una questione personale. Ma essi si attengono al requisito scritturale che i sorveglianti devono essere “di abitudini moderate”. Questa espressione traduce il greco nefàlios, che letteralmente significa ‘sobrio, moderato; che si astiene dal vino del tutto o almeno non ne fa un uso smodato’. Anche i servitori di ministero devono essere uomini “non dati a molto vino”. (1 Tim. 3:2, 3, 8) Quindi i forti bevitori non possono avere speciali privilegi di servizio. Poiché danno il buon esempio, quelli che prendono la direttiva fra i testimoni di Geova hanno libertà di parola nell’aiutare altri che potrebbero essere inclini a bere alcolici per combattere lo stress o potrebbero dovere astenersene completamente per rimanere sobri. Quali sono i risultati?

Per esempio, una notizia proveniente dall’Africa centro-meridionale dice: “A detta di tutti, le zone in cui i testimoni di Geova sono più forti tra gli africani sono ora zone più tranquille della media. Certo si sono dati da fare contro agitatori, stregoneria, ubriachezza e violenza di qualsiasi specie”. — The Northern News (Zambia).

La condotta dei testimoni di Geova differisce in modo notevole da quella del mondo anche nel...

Rispetto per la vita

Questo rispetto si fonda sulla consapevolezza che la vita è un dono di Dio. (Sal. 36:9; Atti 17:24, 25) Riconoscono inoltre che la vita del nascituro è preziosa agli occhi di Dio (Eso. 21:22-25; Sal. 139:1, 16) e tengono conto del fatto che “ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio”. — Rom. 14:12.

In armonia con questi princìpi biblici i testimoni di Geova hanno coerentemente evitato l’aborto. La rivista Svegliatevi! è stata una valida guida per i suoi lettori, li ha aiutati a capire che la castità è un’esigenza divina; ha trattato diffusamente le meraviglie della procreazione e anche i fattori psicologici e fisiologici implicati nel parto. Dopo la seconda guerra mondiale, quando l’aborto diventò cosa di ogni giorno, La Torre di Guardia spiegò chiaramente che questa pratica è contraria alla Parola di Dio. Senza mezzi termini, il numero del 15 dicembre 1969 (15 giugno 1970 in italiano) diceva: “Abortire semplicemente per sbarazzarsi di un bambino indesiderato equivale a sopprimere volontariamente una vita umana”.

Perché rifiutano le trasfusioni di sangue

Il rispetto per la vita ha influito anche sull’atteggiamento dei testimoni di Geova verso le trasfusioni di sangue. Quando sorse il problema delle trasfusioni di sangue La Torre di Guardia del 1º luglio 1945 (ottobre 1946 in italiano) spiegò nei particolari il punto di vista cristiano riguardo alla santità del sangue. c Dimostrò che nel divieto divino imposto a Noè e a tutti i suoi discendenti era incluso sia il sangue di animali che il sangue umano. (Gen. 9:3-6) Indicò che questa esigenza era stata messa nuovamente in risalto nel I secolo quando fu comandato ai cristiani di ‘astenersi dal sangue’. (Atti 15:28, 29) Lo stesso articolo faceva capire in base alle Scritture che solo l’uso sacrificale del sangue era approvato da Dio e che, dal momento che i sacrifici animali offerti sotto la Legge mosaica prefiguravano il sacrificio di Cristo, disprezzare il requisito secondo cui i cristiani devono ‘astenersi dal sangue’ sarebbe stata una prova di grave mancanza di rispetto per il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo. (Lev. 17:11, 12; Ebr. 9:11-14, 22) In armonia con questo intendimento a partire dal 1961 chi ignorava questa esigenza divina, accettava trasfusioni di sangue e manifestava uno spirito impenitente veniva disassociato, espulso dalle congregazioni dei testimoni di Geova.

Inizialmente nelle pubblicazioni della Watch Tower non vennero trattati gli effetti fisici collaterali delle trasfusioni di sangue. Poi, quando queste informazioni furono disponibili, vennero pubblicate, non per indicare che quella era la ragione per cui i testimoni di Geova rifiutavano le trasfusioni di sangue, ma per aiutarli ad apprezzare maggiormente il fatto che Dio stesso aveva vietato l’uso del sangue. (Isa. 48:17) Per questo scopo nel 1961 (1969 in italiano) fu pubblicato l’opuscolo ben documentato Sangue, Medicina e la Legge di Dio. Nel 1977 fu stampato un altro opuscolo. Questo, intitolato I Testimoni di Geova e il problema del sangue, sottolineava di nuovo il fatto che la posizione assunta dai testimoni di Geova è di carattere religioso, si basa su ciò che dice la Bibbia e non dipende da possibili rischi di carattere sanitario. Un ulteriore aggiornamento del soggetto è stato presentato nel 1990 nell’opuscolo formato rivista Salvare la vita col sangue: In che modo? Usando queste pubblicazioni i testimoni di Geova hanno fatto un grande sforzo per ottenere la cooperazione dei medici e per aiutarli a capire la loro posizione. Tuttavia per molti anni i medici sono stati molto favorevoli all’uso della trasfusione di sangue.

Benché i testimoni di Geova dicessero ai medici che non facevano alcuna obiezione religiosa a terapie alternative, non era facile rifiutare le trasfusioni di sangue. Spesso veniva esercitata molta pressione sui Testimoni e sulle loro famiglie affinché accettassero quella che allora era la normale pratica medica. In Puerto Rico, nel novembre 1976, la quarantacinquenne Ana Paz de Rosario acconsentì a sottoporsi a un intervento chirurgico e alle cure necessarie, ma richiese che a motivo delle sue convinzioni religiose non venisse usato sangue. Ciò nonostante cinque poliziotti e tre infermiere, armati di un’ordinanza del tribunale, entrarono dopo mezzanotte nella sua stanza d’ospedale, la legarono al letto e la sottoposero a trasfusione di sangue, contro la sua volontà e quella del marito e dei figli. Essa ebbe un collasso e morì. Questo non fu affatto un caso isolato, e non solo in Puerto Rico avvennero soprusi del genere.

In Danimarca, nel 1975, dei genitori Testimoni furono perseguiti dalla polizia perché avevano rifiutato di consentire che il loro figlioletto fosse sottoposto a trasfusione di sangue, ma avevano cercato invece terapie alternative. In Italia, nel 1982, una coppia che con solerzia si era rivolta a medici di quattro nazioni per la figlioletta affetta da una malattia incurabile fu condannata a 14 anni di prigione con l’accusa di omicidio, dopo che la bambina era morta mentre le veniva somministrata una trasfusione per ordine del tribunale.

Spesso, in relazione ai tentativi di imporre trasfusioni a figli di testimoni di Geova, grande ostilità da parte del pubblico è stata fomentata dai mezzi di informazione. In alcuni casi, senza neanche un’udienza in cui i genitori potessero esprimersi, i giudici hanno ordinato che i figli venissero trasfusi. Ma in più di 40 casi, in Canada, i bambini trasfusi sono stati restituiti morti ai loro genitori.

Non tutti i medici e i giudici sono d’accordo con questi metodi arbitrari. Alcuni hanno cominciato a invocare maggiore cooperazione. Alcuni medici hanno usato le proprie capacità per provvedere terapie senza sangue. Così facendo, hanno acquistato molta esperienza in ogni tipo di intervento chirurgico senza l’impiego di sangue. Un po’ alla volta è stato dimostrato che ogni tipo di intervento chirurgico poteva essere eseguito con successo, sia sugli adulti che sui bambini, senza trasfusioni di sangue. d

All’inizio degli anni ’60, per prevenire inutili scontri quando si verificano situazioni d’emergenza, i testimoni di Geova cominciarono a fare visite speciali al medico curante per spiegare la propria posizione e provvedergli letteratura appropriata. In seguito richiesero che nella loro cartella clinica fosse inclusa una dichiarazione scritta indicante che non dovevano essere sottoposti a trasfusioni di sangue. Negli anni ’70 presero l’abitudine di portare con sé un cartoncino per avvertire il personale medico che in nessuna circostanza si doveva somministrare loro sangue. Dopo aver consultato medici e avvocati, il cartoncino venne modificato in modo che avesse valore legale.

Per sostenere i testimoni di Geova determinati a impedire di essere sottoposti a trasfusioni di sangue, per eliminare incomprensioni da parte di medici e ospedali e per stabilire uno spirito di maggior cooperazione tra le strutture sanitarie e i pazienti Testimoni, sotto la direttiva del Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova sono stati istituiti dei Comitati di assistenza sanitaria. Da alcuni soltanto nel 1979, questi comitati sono diventati più di 800 in oltre 70 paesi. Sono stati scelti e addestrati degli anziani per questo servizio nell’America Settentrionale, nell’Estremo Oriente, nei principali paesi del Pacifico meridionale, in Europa e nell’America Latina. Oltre a spiegare la posizione dei testimoni di Geova, questi anziani portano a conoscenza del personale ospedaliero che esistono valide alternative alla trasfusione di sangue. Nelle situazioni d’emergenza aiutano a organizzare un consulto fra medici curanti e chirurghi che hanno affrontato casi simili per altri Testimoni senza ricorrere al sangue. Quando gli ospedali hanno richiesto ordinanze del tribunale per fare trasfusioni, se è stato necessario, questi comitati hanno contattato non solo il personale ospedaliero ma anche i giudici.

Se non si poteva assicurare in altro modo il rispetto per la loro convinzione religiosa riguardo alla santità del sangue, i testimoni di Geova a volte hanno fatto causa ai medici e agli ospedali. Di solito hanno cercato semplicemente di ottenere un provvedimento d’urgenza limitativo. In anni recenti però a volte hanno anche citato per danni i medici e gli ospedali che hanno agito arbitrariamente. Nel 1990 la Corte d’Appello dell’Ontario, in Canada, sostenne una causa del genere perché il medico aveva ignorato il cartoncino che il paziente aveva in borsa, dove era indicato chiaramente che non avrebbe accettato trasfusioni di sangue in nessuna circostanza. Negli Stati Uniti dal 1985 sono state intentate in varie parti del paese almeno dieci cause per danni, e spesso i querelati hanno deciso di arrivare a una transazione extragiudiziale anziché rischiare che una giuria stabilisse un risarcimento ancora maggiore. I testimoni di Geova sono ben decisi a rispettare la proibizione divina di usare sangue. Non desiderano intentare azioni legali contro i medici, ma lo fanno quando è necessario per impedire che venga imposta una terapia che per loro è moralmente ripugnante.

Il pubblico è sempre più consapevole dei rischi delle trasfusioni di sangue. Questo, in parte, per paura dell’AIDS. I Testimoni però sono motivati dal sincero desiderio di piacere a Dio. Nel 1987 un giornale medico francese, Le Quotidien du Médecin, affermò: “Forse i testimoni di Geova fanno bene a rifiutare la somministrazione di prodotti contenenti sangue, poiché è vero che col sangue trasfuso si può trasmettere un considerevole numero di agenti patogeni”.

La posizione dei testimoni di Geova non è basata su una conoscenza medica superiore. Semplicemente sono sicuri che la via di Geova è giusta e che egli “non tratterrà alcuna cosa buona” dai suoi servitori leali. (Sal. 19:7, 11; 84:11) Anche se qualcuno di loro dovesse morire in seguito a un’emorragia — e questo a volte è accaduto — i testimoni di Geova hanno piena fiducia che Dio non dimenticherà i suoi fedeli, ma li riporterà in vita mediante la risurrezione. — Atti 24:15.

Quando qualcuno preferisce ignorare le norme bibliche

Milioni di persone hanno studiato la Bibbia con i testimoni di Geova, ma non tutti sono diventati Testimoni. Alcuni, quando imparano le alte norme che li riguardano, decidono che non è il genere di vita che desiderano. Tutti i battezzandi devono prima imparare i fondamentali insegnamenti biblici e poi (specie dal 1967) gli anziani della congregazione li ripassano con ciascuno di loro. Viene fatto ogni sforzo per assicurarsi che quelli che si battezzano comprendano bene non solo la dottrina, ma anche cosa implica la condotta cristiana. Ma che dire se in seguito alcuni di questi lasciano che l’amore del mondo li induca a commettere gravi trasgressioni?

Già nel 1904, nel libro The New Creation (La nuova creazione), si prestò attenzione alla necessità di prendere misure appropriate affinché la congregazione non si corrompesse. Venne preso in esame l’intendimento che gli Studenti Biblici avevano allora della procedura da seguire con i trasgressori, indicata in Matteo 18:15-17. Secondo questo intendimento, in rare occasioni si tenne una specie di processo in cui le prove di una grave trasgressione venivano presentate all’intera congregazione. Anni dopo La Torre di Guardia, nel numero del 15 maggio 1944 (marzo e aprile 1945 in italiano), riesaminò il soggetto alla luce dell’intera Bibbia e spiegò che questioni del genere che riguardavano la congregazione dovevano essere trattate dai fratelli responsabili incaricati della sorveglianza della congregazione. (1 Cor. 5:1-13; confronta Deuteronomio 21:18-21). Seguirono, nella Torre di Guardia del 1º marzo 1952 (15 agosto 1952 in italiano), articoli che misero in risalto non solo la giusta procedura, ma anche la necessità di agire per mantenere pura la congregazione. Da allora questo soggetto è stato trattato più volte. Gli obiettivi però sono rimasti sempre gli stessi: (1) mantenere pura l’organizzazione e (2) far capire al trasgressore la necessità di mostrare sincero pentimento, con lo scopo di ricuperarlo.

Nel I secolo ci furono alcuni che abbandonarono la fede per una vita dissoluta. Altri si allontanarono a motivo di dottrine apostate. (1 Giov. 2:19) La stessa cosa continua a verificarsi fra i testimoni di Geova nel XX secolo. Triste a dirsi, negli ultimi anni è stato necessario disassociare ogni anno decine di migliaia di trasgressori impenitenti, fra cui anziani preminenti. Gli stessi requisiti scritturali valgono per tutti. (Giac. 3:17) I testimoni di Geova si rendono conto che per continuare ad avere l’approvazione di Geova è essenziale mantenere l’organizzazione moralmente pura.

Rivestire la nuova personalità

Gesù esortò a essere puri non solo di fuori ma anche di dentro. (Luca 11:38-41) Spiegò che le cose che diciamo e facciamo riflettono quello che c’è nel nostro cuore. (Matt. 15:18, 19) Come spiegò l’apostolo Paolo, se ci lasciamo davvero ammaestrare da Cristo ‘saremo rinnovati nella forza che fa operare la nostra mente’ e ‘rivestiremo la nuova personalità che fu creata secondo la volontà di Dio in vera giustizia e lealtà’. (Efes. 4:17-24) Quelli che sono ammaestrati da Cristo cercano di acquistare “la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesù” in modo da pensare e agire come lui. (Rom. 15:5) La condotta dei singoli testimoni di Geova rispecchia fino a che punto hanno in effetti fatto questo.

I testimoni di Geova non pretendono di essere perfetti. Si sforzano sinceramente di imitare Cristo mentre si conformano alle alte norme di condotta indicate dalla Bibbia. Non negano che ci siano altri individui che seguono alte norme morali nella vita. I testimoni di Geova però sono facilmente riconoscibili per la condotta conforme alle norme bibliche non solo come singoli individui ma anche come organizzazione internazionale. Sono motivati dal consiglio ispirato riportato in 1 Pietro 2:12: “Mantenete la vostra condotta eccellente fra le nazioni, affinché . . . in seguito alle vostre opere eccellenti delle quali sono testimoni oculari glorifichino Dio”.

[Note in calce]

a La Torre di Guardia inglese del 15 ottobre 1941 trattò nuovamente il soggetto, più in breve, sotto il titolo “Carattere o integrità?”

b La Torre di Guardia del 15 aprile 1951 (1º ottobre 1951 in italiano) definiva la fornicazione “volontari rapporti sessuali d’una persona non sposata con un’altra di sesso opposto”. Quella del 1º gennaio 1952 (15 giugno 1953 in italiano) aggiungeva che scritturalmente il termine si poteva riferire anche all’immoralità sessuale da parte di persone sposate.

c In precedenza articoli sulla santità del sangue erano apparsi nella Torre di Guardia inglese del 15 dicembre 1927 e anche in quella del 1º dicembre 1944 (gennaio 1946 in italiano) che menzionava specificamente le trasfusioni di sangue.

d Contemporary Surgery, marzo 1990, pp. 45-9; The American Surgeon, giugno 1987, pp. 350-6; Miami Medicine, gennaio 1981, p. 25; New York State Journal of Medicine, 15 ottobre 1972, pp. 2524-7; The Journal of the American Medical Association, 27 novembre 1981, pp. 2471-2; Cardiovascular News, febbraio 1984, p. 5; Circulation, settembre 1984.

[Testo in evidenza a pagina 172]

“Hanno sorprendenti valori morali”

[Testo in evidenza a pagina 174]

Ci sono mai stati dubbi sul come vada considerata l’omosessualità?

[Testo in evidenza a pagina 175]

Il crollo morale del mondo non ha reso più permissivi i testimoni di Geova

[Testo in evidenza a pagina 176]

Alcuni volevano essere testimoni di Geova senza abbandonare la poligamia

[Testo in evidenza a pagina 177]

Un vigoroso programma per insegnare qual è il pensiero di Geova sul divorzio

[Testo in evidenza a pagina 178]

Nella vita di molti sono avvenuti enormi cambiamenti

[Testo in evidenza a pagina 181]

Niente tabacco!

[Testo in evidenza a pagina 182]

Alcolici: se mai, con moderazione

[Testo in evidenza a pagina 183]

Fermamente risoluti a non accettare sangue

[Testo in evidenza a pagina 187]

Disassociazione: per mantenere pura l’organizzazione

[Riquadro a pagina 173]

“Formazione del carattere”: il frutto non sempre era buono

Rapporto dalla Danimarca: ‘Molti, specie tra i fratelli più anziani, nel sincero sforzo di rivestire una personalità cristiana, cercavano di evitare tutto ciò che aveva la minima traccia di mondanità e in questo modo di rendersi più degni del Regno celeste. Spesso era ritenuto sconveniente sorridere durante le adunanze, e molti dei fratelli più anziani portavano solo abito nero, scarpe nere, cravatta nera. Spesso si accontentavano di vivere una vita calma e pacifica nel Signore. Credevano che bastasse tenere le adunanze e lasciare ai colportori la predicazione’.

[Riquadro a pagina 179]

Cosa vedono gli altri nei Testimoni

◆ Un giornale tedesco, il “Münchner Merkur”, riferì a proposito dei testimoni di Geova: “Sono i contribuenti più onesti e più puntuali della Repubblica Federale. La loro ubbidienza alle leggi si vede dal modo in cui guidano la macchina e dalle statistiche sulla delinquenza. . . . Ubbidiscono alle autorità (genitori, insegnanti, governo). . . . La Bibbia, su cui basano tutte le loro azioni, è il loro sostegno”.

◆ Il sindaco di Lens, in Francia, ha detto dei Testimoni dopo che avevano usato lo stadio locale per una delle loro assemblee: “Quello che mi piace è che mantenete le promesse e gli accordi, e in più siete puliti, disciplinati e organizzati. Mi piace la vostra società. Sono contrario al disordine, e non mi piace la gente che va in giro a sporcare e rompere”.

◆ Il libro “Voices from the Holocaust” contiene i ricordi di una polacca sopravvissuta ai campi di concentramento di Auschwitz e Ravensbrück che scrisse: “Ho visto gente diventare molto, molto buona e gente diventare assolutamente abietta. Il gruppo migliore era quello dei testimoni di Geova. Mi tolgo il cappello davanti a quella gente. . . . Hanno fatto cose meravigliose per il prossimo. Hanno aiutato i malati, hanno diviso il loro pane e hanno dato a tutti quelli che erano loro vicini conforto spirituale. I tedeschi li odiavano e al tempo stesso li rispettavano. Assegnavano loro il lavoro peggiore, ma essi lo compivano a testa alta”.