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Parte 4 — Testimoni fino alla più distante parte della terra

Parte 4 — Testimoni fino alla più distante parte della terra

Capitolo 22

Parte 4 — Testimoni fino alla più distante parte della terra

Mentre si combatteva ancora la seconda guerra mondiale, i testimoni di Geova facevano i piani per intensificare l’attività nel dopoguerra. Da pagina 462 a pagina 501 sono descritti particolari affascinanti di ciò che in effetti avvenne dal 1945 al 1975, man mano che i testimoni di Geova crescevano di numero, raggiungevano molti altri paesi e si impegnavano nel predicare e insegnare la Parola di Dio molto più a fondo che nel passato.

ENTRO il 1945 il messaggio del Regno aveva raggiunto in un modo o nell’altro quasi tutte le isole delle Indie Occidentali. Ma si doveva dare una testimonianza più completa. In questo avrebbero avuto un ruolo importante i missionari della Scuola di Galaad.

I missionari intensificano la testimonianza nelle Indie Occidentali

Nel 1960 questi missionari servivano in 27 isole o arcipelaghi del Mar dei Caribi. Quando arrivarono, in metà di questi luoghi non c’erano congregazioni dei testimoni di Geova. I missionari cominciarono a tenere studi biblici con gli interessati e organizzarono adunanze regolari. Dove c’era già una congregazione, impartirono prezioso addestramento ai proclamatori locali. Perciò sia la qualità delle adunanze che l’efficacia del ministero migliorarono.

Gli Studenti Biblici avevano cominciato a dare testimonianza a Trinidad negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, ma dopo l’arrivo dei missionari di Galaad nel 1946 fu dato grande impulso agli studi biblici a domicilio con gli interessati. In Giamaica si predicava la buona notizia da quasi mezzo secolo e quando arrivarono i primi missionari c’erano già un migliaio di Testimoni locali, che furono felici di avere un aiuto per raggiungere le persone più colte, specie nell’area suburbana intorno alla capitale. Ad Aruba invece era già stata data molta testimonianza nella comunità di lingua inglese, per cui i missionari si concentrarono sulla popolazione locale. Tutti dovevano udire la buona notizia.

Nel 1948, per assicurarsi che in questa parte della terra gli abitanti di tutte le isole avessero l’opportunità di sentir parlare del Regno di Dio, la Watch Tower Society trasformò una goletta lunga 18 metri, la Sibia, in una casa missionaria galleggiante. L’equipaggio aveva l’incarico di portare il messaggio del Regno in ogni isola delle Indie Occidentali in cui non c’era nessuno che predicasse la buona notizia. Gust Maki era il capitano e con lui c’erano Stanley Carter, Ronald Parkin e Arthur Worsley. Iniziarono dalle isole esterne dell’arcipelago delle Bahama, quindi proseguirono verso sud-est passando per le Isole del Vento (Leeward e Windward). Che effetto ebbero le loro visite? A Sint Maarten un commerciante disse loro: “La gente non parlava mai della Bibbia, ma da quando siete qui voi tutti parlano della Bibbia”. In seguito la Sibia fu sostituita da un’imbarcazione più grande, la Light. Ci furono cambiamenti anche nell’equipaggio. In un decennio l’opera speciale svolta con queste imbarcazioni era stata compiuta e la predicazione della buona notizia veniva portata avanti dai proclamatori che abitavano nelle isole.

Testimonianza nelle grandi città

Come nelle Indie Occidentali, anche in molte zone dell’America Centrale e Meridionale alcuni avevano già delle pubblicazioni della Watch Tower Society prima che arrivassero i missionari della Scuola di Galaad. Ma per portare la buona notizia a tutti e per aiutare le persone sincere a diventare veri discepoli ci voleva maggiore organizzazione.

Nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, c’erano centinaia di testimoni di Geova in Argentina e in Brasile; circa tremila in Messico; alcune congregazioni molto piccole in Cile, nella Guayana Olandese (ora Suriname), nella Guiana Britannica (ora Guyana), in Paraguay e in Uruguay; un pugno di proclamatori in Colombia, in Guatemala e in Venezuela. Invece in Bolivia, Ecuador, El Salvador, Honduras e Nicaragua l’attività dei testimoni di Geova non ebbe basi permanenti fino all’arrivo dei missionari della Scuola di Galaad.

All’inizio i missionari prestarono particolare attenzione ai centri più densamente popolati. È degno di nota che nel I secolo l’apostolo Paolo predicò prevalentemente nelle città situate lungo le principali vie di comunicazione dell’Asia Minore e della Grecia. A Corinto, una delle città più importanti dell’antica Grecia, Paolo rimase 18 mesi per insegnare la Parola di Dio. (Atti 18:1-11) A Efeso, centro di scambi commerciali del mondo antico, proclamò il Regno di Dio per più di due anni. — Atti 19:8-10; 20:31.

Similmente nel 1945, quando Edward Michalec e Harold Morris, missionari diplomati della Scuola di Galaad, giunsero in Bolivia, non cercarono la località che avesse il clima più piacevole. Per prima cosa si recarono invece a La Paz, la capitale, che si trova sulle Ande a un’altitudine di quasi 3.700 metri. Chi è nuovo del posto fa molta fatica a percorrere strade ripide a questa altitudine; spesso il cuore martella. Però i missionari riscontrarono che il messaggio della Bibbia interessava a molti. Non era insolito sentirsi dire: “Sono cattolico apostolico romano, ma non posso vedere i preti”. In due mesi soltanto i due missionari tenevano 41 studi biblici a domicilio.

Nel decennio successivo, man mano che arrivavano altri missionari e i Testimoni locali aumentavano, ci si rivolse ad altre città della Bolivia: Cochabamba, Oruro, Santa Cruz, Sucre, Potosí e Tarija. In seguito si poté prestare maggiore attenzione anche a città più piccole, villaggi e zone rurali.

Anche in Colombia nel 1945 i missionari cominciarono a predicare in modo organizzato nella capitale, Bogotá, e l’anno dopo a Barranquilla, sulla costa. Poi la predicazione si estese progressivamente a Cartagena, Santa Marta, Cali e Medellín. Predicando prima nelle grandi città si potevano raggiungere in poco tempo più persone. Con l’aiuto di quelli che accettavano la verità, il messaggio sarebbe stato ben presto portato nelle zone circostanti.

Se in una città c’era pochissimo interesse, i missionari venivano mandati altrove. Perciò verso la metà degli anni ’50, dato che a Cuenca, città dell’Ecuador nota per il suo fanatismo religioso, dopo tre anni di lavoro non c’era neanche una persona che avesse il coraggio di prendere posizione per la verità, Carl Dochow fu trasferito a Machala, dove la popolazione era tranquilla e di mente aperta. Tuttavia circa un decennio più tardi fu offerta un’altra opportunità alla popolazione di Cuenca. Questa volta lo spirito era diverso, gli ostacoli furono sormontati e nel 1992 a Cuenca e dintorni c’erano più di 1.200 testimoni di Geova organizzati in 25 congregazioni.

Si cercano con pazienza le persone simili a pecore

Nel Suriname c’è voluta molta pazienza per trovare le persone veramente simili a pecore. I testimoni di Geova hanno predicato a amerindi, cinesi, ebrei, indonesiani, libanesi, discendenti di coloni olandesi e tribù della foresta equatoriale composte di negri discesi da schiavi fuggitivi. Fra loro sono state trovate centinaia di persone veramente assetate di verità. Alcuni hanno dovuto abbandonare l’animismo e le pratiche spiritiche in cui erano profondamente coinvolti. Uno di questi era Paitu, uno stregone, che prese a cuore il messaggio della Bibbia e quindi gettò nel fiume gli idoli, gli amuleti e le pozioni che aveva. (Confronta Deuteronomio 7:25; 18:9-14; Atti 19:19, 20). Nel 1975 si dedicò al vero Dio, Geova.

Molti peruviani vivono in piccoli villaggi sparsi sulle Ande e nella foresta pluviale intorno alle sorgenti del Rio delle Amazzoni. Come raggiungerli? Nel 1971 una coppia di Testimoni degli Stati Uniti andò a trovare il figlio, Joe Leydig, missionario in Perú. Quando si resero conto di quanti villaggi c’erano nascosti qua e là nelle valli fra i monti, si sentirono spinti a fare qualcosa per gli abitanti. Trovarono il modo di procurare ai fratelli prima un camper, poi altri due, e anche alcuni motocicli fuoristrada con cui fare lunghe spedizioni per predicare in quelle zone remote.

Nonostante lo sforzo fatto, sembrava che in molti luoghi solo pochissimi si interessassero del messaggio biblico. Potete immaginare come si sentivano i sei giovani missionari di Barquisimeto, nel Venezuela, all’inizio degli anni ’50 quando, dopo un intero anno di diligente predicazione, non videro quasi nessun progresso. La gente era decisamente amichevole, ma la maggior parte era molto superstiziosa e pensava che fosse peccato leggere anche un solo versetto della Bibbia. Chiunque mostrasse interesse veniva scoraggiato subito da familiari o vicini. (Matt. 13:19-21) Ma, fiduciosi che a Barquisimeto ci dovevano essere persone simili a pecore e che a suo tempo Geova le avrebbe radunate, i missionari continuarono ad andare di casa in casa. Perciò, come si sentì rincuorata Penny Gavette il giorno in cui una donna con i capelli grigi la ascoltò e poi disse:

“Signorina, sin da quando ero ragazzina aspettavo che qualcuno venisse alla mia porta e mi spiegasse quello che lei mi ha appena detto. Sa, quando ero ragazza, pulivo la casa del prete, e nella sua libreria c’era una Bibbia. Sapevo che era proibito leggerla, ma ero così curiosa di sapere perché che un giorno, mentre nessuno guardava, me la portai a casa per leggerla di nascosto. Da quello che lessi capii che la Chiesa Cattolica non ci aveva insegnato la verità e quindi non era la vera religione. Avevo paura di parlarne con qualcuno, ma ero sicura che un giorno o l’altro quelli che insegnavano la vera religione sarebbero venuti nella nostra città. Quando vennero i protestanti, in un primo momento pensai che fossero loro, ma presto scoprii che insegnavano molte delle stesse falsità insegnate dalla Chiesa Cattolica. Ciò che lei mi ha appena detto è proprio quello che avevo letto in quella Bibbia tanti anni fa”. Fu ben contenta di studiare la Bibbia e divenne una testimone di Geova. Nonostante l’opposizione familiare, servì fedelmente Geova fino alla morte.

Ci voleva un notevole sforzo per radunare queste persone simili a pecore nelle congregazioni e per insegnare loro a servire Geova. Ad esempio, in Argentina, Rosendo Ojeda, partendo da General San Martín (Chaco), percorreva regolarmente circa 60 chilometri per tenere un’adunanza in casa di un interessato, Alejandro Sozoñiuk. Spesso il viaggio, parte in bicicletta, parte a piedi, a volte a guado con l’acqua fino alle ascelle, richiedeva dieci ore. Per cinque anni lo fece una volta al mese, trattenendosi ogni volta una settimana per dare testimonianza nella zona. Ne valeva la pena? Non aveva dubbi, perché il risultato fu una felice congregazione di lodatori di Geova.

Istruzione per la vita

In Messico i testimoni di Geova hanno svolto la loro opera in armonia con le leggi locali che regolano le organizzazioni culturali. L’obiettivo dei Testimoni non era semplicemente quello di tenere adunanze in cui si pronunciavano discorsi. Volevano che le persone fossero come i bereani dell’epoca dell’apostolo Paolo, i quali erano in grado di ‘esaminare attentamente le Scritture per vedere se le cose che venivano insegnate loro stavano realmente così’. (Atti 17:11) In Messico, come in molti altri paesi, questo spesso voleva dire dare un aiuto particolare a chi era privo di istruzione, ma desiderava poter leggere per proprio conto l’ispirata Parola di Dio.

I corsi per analfabeti tenuti dai testimoni di Geova in Messico hanno aiutato migliaia di persone a imparare a leggere e scrivere. Quest’opera è apprezzata dal Ministero della Pubblica Istruzione del Messico, e nel 1974 un dirigente del Dipartimento per l’Educazione degli Adulti scrisse una lettera alla Torre del Vigía de México, associazione civile usata dai testimoni di Geova, in cui diceva: “Colgo questa opportunità per congratularmi cordialmente con voi . . . per la lodevole opera che la vostra associazione ha svolto un anno dopo l’altro a favore della nostra popolazione”.

L’istruzione provveduta dai testimoni di Geova prepara i singoli per la vita eterna quali sudditi del Regno di Dio e nello stesso tempo eleva sin d’ora la loro vita familiare. Nel 1952, dopo aver celebrato in varie occasioni matrimoni di testimoni di Geova, un giudice di El Salto, nello stato di Durango, dichiarò: “Ci vantiamo di essere buoni patrioti e buoni cittadini, ma dobbiamo vergognarci di fronte ai testimoni di Geova. Essi sono un esempio per noi perché non permettono che nella loro organizzazione ci sia neanche una persona che conviva e che non abbia legalizzato la sua relazione. E voi, cattolici, vivete quasi tutti una vita immorale e non avete legalizzato il vostro matrimonio”.

Questo programma educativo aiuta inoltre a imparare a vivere insieme in pace, ad amarsi l’un l’altro invece di odiarsi e uccidersi. Quando un Testimone cominciò a predicare a Venado, nello stato di Guanajuato, riscontrò che tutti erano armati di fucili e pistole. Le faide avevano causato lo sterminio di intere famiglie. Ma l’istruzione biblica portò importanti cambiamenti. I fucili furono venduti per acquistare Bibbie. In poco tempo nella zona più di 150 persone diventarono testimoni di Geova. In senso figurato ‘fecero delle loro spade vomeri’ e cominciarono a seguire le vie della pace. — Mic. 4:3.

Molti messicani timorati di Dio hanno preso a cuore ciò che i testimoni di Geova hanno insegnato loro dalla Parola di Dio. Perciò le poche migliaia di proclamatori che c’erano in Messico dopo la seconda guerra mondiale diventarono presto 10.000, poi 20.000, 40.000, 80.000 e più, via via che i Testimoni spiegavano ad altri come applicare i consigli della Parola di Dio e come insegnarli ad altri ancora.

Assemblee nonostante le difficoltà

Man mano che aumentavano di numero, i testimoni di Geova riscontravano però che in un paese dopo l’altro dovevano superare grossi ostacoli per tenere istruttive assemblee cristiane. Nel 1950 il governo argentino li mise al bando. Tuttavia, ubbidendo a Dio, non smisero di predicare né rinunciarono a radunarsi insieme. Le cose divennero un po’ più complicate, ma le assemblee si tennero ugualmente.

Per esempio, verso la fine del 1953 il fratello Knorr e il fratello Henschel si recarono in Argentina per partecipare a un’assemblea nazionale. Il fratello Knorr giunse nel paese da ovest e il fratello Henschel iniziò le sue visite al sud. Parlarono a gruppi radunati in alcuni poderi, in un frutteto, per un picnic presso un torrente di montagna e in case private. Spesso dovettero percorrere lunghe distanze da un gruppo all’altro. Giunti a Buenos Aires, ciascuno di loro prese parte a programmi svolti in nove posti un giorno e in undici case il giorno dopo. Parlarono complessivamente a 56 gruppi, con un totale di 2.505 presenti. Fu un programma faticoso, ma furono felici di servire così i loro fratelli.

Nel 1955, quando stavano preparando un’assemblea in Colombia, i Testimoni stipularono un contratto per una sala a Barranquilla. Ma, dietro pressione del vescovo, il sindaco e il governatore intervennero e il contratto fu annullato. Con un solo giorno di preavviso i fratelli spostarono l’assemblea, disponendo di tenerla nel terreno della filiale della Società. Ma mentre stava per iniziare la sessione serale, arrivò la polizia armata, con l’ordine di sciogliere l’assemblea. I fratelli non si diedero per vinti. L’indomani, in seguito all’appello rivolto al sindaco, il suo segretario si scusò, e quasi 1.000 persone si pigiarono nella proprietà della Società per l’ultimo giorno del programma dell’assemblea “Regno trionfante”. Così, nonostante le difficoltà, i fratelli furono rafforzati con i necessari consigli spirituali.

Servizio dove c’è maggior bisogno

Il campo era molto esteso e il bisogno di operai era grande nell’America Latina, come in molti altri luoghi. Nel 1957, alle assemblee tenute in tutto il mondo, singoli testimoni di Geova maturi e famiglie furono incoraggiati a prendere in considerazione la possibilità di trasferirsi dove c’era maggior bisogno per stabilirvisi e svolgervi il ministero. Un incoraggiamento simile venne dato in vari modi in seguito. L’invito era molto simile a quello che Dio fece all’apostolo Paolo, il quale vide in visione un uomo che lo supplicava: “Passa in Macedonia e aiutaci”. (Atti 16:9, 10) Come fu accolto questo invito nei nostri giorni? I servitori di Geova si offrirono volenterosamente. — Sal. 110:3.

Una famiglia con bambini piccoli deve avere molta fede per lasciare i parenti, la casa e il lavoro e stabilirsi in un ambiente completamente nuovo; può essere necessario accettare un tenore di vita molto diverso e, in alcuni casi, imparare una nuova lingua. Eppure migliaia di singoli Testimoni e intere famiglie si sono spostati per aiutare altri a conoscere gli amorevoli provvedimenti di Geova per la vita eterna.

Con prontezza, diversi testimoni di Geova si trasferirono alla fine degli anni ’50, altri negli anni ’60 e altri ancora negli anni ’70. E tuttora si spostano in zone dove c’è maggior bisogno.

Da dove sono venuti? Un gran numero dall’Australia, dal Canada, dalla Nuova Zelanda e dagli Stati Uniti. Molti dalla Francia, dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Altri da Austria, Belgio, Repubblica di Corea, Danimarca, Finlandia, Giappone, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, per menzionare solo alcuni paesi. Man mano che in Argentina, Brasile, Messico e in altri paesi dell’America Latina il numero dei testimoni di Geova è aumentato, anche qui ci sono stati operai disposti a servire in altri paesi dove c’era grande bisogno. Similmente in Africa operai zelanti si sono spostati in altri paesi per aiutare a dare testimonianza.

Dove si sono trasferiti? In paesi come l’Afghanistan, la Malaysia e il Senegal, e in isole come Riunione e Saint Lucia. Circa 1.000 si trasferirono in Irlanda, dove servirono per periodi di tempo più o meno lunghi. Un buon numero andò in Islanda, nonostante i lunghi inverni bui, e alcuni rimasero, diventando colonne delle congregazioni e provvedendo amorevole aiuto ai più nuovi. Molto bene è stato fatto specialmente nell’America Centrale e Meridionale. Più di 1.000 Testimoni si trasferirono in Colombia, oltre 870 in Ecuador e più di 110 nel Salvador.

Harold e Anne Zimmerman furono fra questi. Avevano già servito come insegnanti missionari in Etiopia. Tuttavia, nel 1959, quando stavano ultimando i preparativi per trasferirsi dagli Stati Uniti in Colombia, avevano quattro bambini, di età compresa fra i cinque mesi e i cinque anni. Harold andò avanti per cercare lavoro. Quando giunse nel paese, le notizie locali lo turbarono. C’era una guerra civile non dichiarata e nelle zone più interne del paese avvenivano eccidi in massa. ‘Voglio veramente portare la mia famiglia a vivere in condizioni simili?’, si chiese. Frugò nella memoria per trovare qualche esempio o principio biblico che potesse servirgli di guida. Gli venne in mente il brano in cui si parla degli uomini timorosi mandati a esplorare la Terra Promessa che una volta tornati all’accampamento israelita fecero un rapporto negativo. (Num. 13:25–14:4, 11) Questo troncò ogni indugio: non voleva essere come loro, perciò decise di far venire la famiglia. Solo quando i loro fondi erano ridotti a tre dollari trovò un lavoro, ma avevano quello che era veramente necessario. Per mantenere la famiglia alcuni anni dovette lavorare a tempo pieno, ma si sforzò sempre di mettere al primo posto gli interessi del Regno. Quando arrivarono in Colombia, c’erano circa 1.400 Testimoni. Che straordinario aumento hanno visto da allora!

Per servire dove c’è maggior bisogno di Testimoni non è sempre necessario recarsi in un altro paese. Migliaia di singoli Testimoni e famiglie si sono spostati in altre zone del loro stesso paese. Una famiglia dello stato di Bahia, in Brasile, si trasferì nella cittadina di Prado, dove non c’erano Testimoni. Nonostante l’opposizione del clero, per tre anni vissero e lavorarono in città e nei dintorni. Una chiesa abbandonata venne acquistata e trasformata in Sala del Regno. In poco tempo nella zona c’erano più di cento Testimoni attivi. E non era che l’inizio.

Nell’America Latina gli amanti della giustizia rispondono in numero sempre maggiore all’invito riportato nel Salmo 148: ‘Lodate Iah! Lodate Geova dalla terra voi tutti, gruppi nazionali’. (Vv. 1, 7-11) Nel 1975 c’erano lodatori di Geova in ogni paese dell’America Latina. Il rapporto di quell’anno indica che 80.481, organizzati in 2.998 congregazioni, servivano in Messico. Altri 24.703, in 462 congregazioni, parlavano del Regno di Geova nell’America Centrale. E nell’America Meridionale c’erano 206.457 lodatori di Geova suddivisi in 3.620 congregazioni.

Raggiunte le isole del Pacifico

Mentre nell’America Meridionale si verificava questa rapida espansione, i testimoni di Geova si interessavano anche delle isole del Pacifico. Fra l’Australia e le Americhe ci sono centinaia di isole, molte delle quali fanno appena capolino sulla superficie dell’oceano. In alcune vivono solo poche famiglie, in altre ci sono decine di migliaia di abitanti. All’inizio degli anni ’50 i pregiudizi delle autorità resero impossibile alla Watch Tower Society inviare missionari in molte di queste isole. Ma anche i loro abitanti dovevano sentire parlare di Geova e del suo Regno. Questo è in armonia con la profezia riportata in Isaia 42:10-12, che dice: “Cantate a Geova un nuovo canto, la sua lode dall’estremità della terra . . . Nelle isole dichiarino pure la sua lode”. Perciò nel 1951, a un’assemblea a Sydney, in Australia, i pionieri e i sorveglianti di circoscrizione che desideravano avere una parte nel diffondere il messaggio del Regno nelle isole furono invitati a incontrarsi con il fratello Knorr. In quell’occasione circa 30 si offrirono di intraprendere la predicazione nelle isole tropicali.

Fra loro c’erano Tom e Rowena Kitto, che ben presto si trovarono in Papuasia, dove all’epoca non c’era neanche un Testimone. Cominciarono a predicare fra gli europei a Port Moresby. Poco dopo trascorrevano le serate a Hanuabada, il “Grosso villaggio”, con un gruppo di 30-40 papua assetati di verità spirituale. La notizia si sparse in altri villaggi. Entro breve tempo i kerema mandarono una delegazione a chiedere uno studio biblico. Poi venne un capotribù di Haima, supplicando: “Venite a insegnare la verità alla mia gente!” E così la verità si diffuse.

Un’altra coppia, John ed Ellen Hubler, andò a iniziare l’opera in Nuova Caledonia. Quando arrivarono nel 1954 avevano solo un visto turistico valido per un mese. Ma John trovò lavoro, e questo li aiutò a ottenere il rinnovo. In seguito vi si stabilirono altri Testimoni, 31 in tutto. All’inizio svolsero il loro ministero in zone fuori mano per non attirare troppo l’attenzione. Quindi cominciarono a predicare nella capitale, Nouméa. Venne formata una congregazione. Poi, nel 1959, un membro dell’Azione Cattolica assunse una posizione chiave nel governo. Ai Testimoni non fu più rinnovato il visto. Gli Hubler dovettero andarsene. Le pubblicazioni della Watch Tower furono vietate. Eppure la buona notizia del Regno aveva messo radice e il numero dei Testimoni continuò ad aumentare.

A Tahiti molti avevano mostrato interesse per l’opera dei testimoni di Geova durante le brevi visite di alcuni fratelli. Ma nel 1957 non c’erano Testimoni locali, l’opera era vietata e ai missionari della Watch Tower fu negato il visto d’ingresso. Intanto Agnes Schenck, che all’epoca viveva negli Stati Uniti, ma aveva la cittadinanza tahitiana, era diventata testimone di Geova. Saputo che a Tahiti c’era bisogno di proclamatori del Regno, nel maggio 1958 lei, il marito e il figlio salparono dalla California. Poco dopo si unirono a loro altre due famiglie, anche se riuscirono a ottenere solo visti turistici per tre mesi. L’anno dopo fu formata una congregazione a Papeete. E nel 1960 il governo concesse il riconoscimento a un’associazione locale dei testimoni di Geova.

Per diffondere il messaggio del Regno due missionarie, che stavano tornando nella zona loro assegnata, si fermarono a far visita a una parente nell’isola di Niue. Il mese che vi trascorsero fu molto fruttuoso; trovarono molti interessati. Ma quando arrivò la successiva nave che faceva servizio fra le isole, dovettero andarsene. Poco dopo Seremaia Raibe, un figiano, fu assunto dal Ministero dei Lavori Pubblici di Niue e usava tutto il tempo libero per predicare. Tuttavia, in seguito alla pressione del clero, dopo alcuni mesi gli fu revocato il permesso di soggiorno e nel settembre 1961 l’Assemblea legislativa decise che non sarebbero più stati ammessi nel paese altri testimoni di Geova. Eppure la predicazione della buona notizia continuò. Come? I Testimoni locali, anche se piuttosto nuovi, perseverarono nel servire Geova. Inoltre il governo locale aveva già assunto William Lovini, un nativo di Niue che viveva in Nuova Zelanda. Perché era ansioso di tornare a Niue? Perché era diventato testimone di Geova e desiderava servire dove c’era maggior bisogno. Nel 1964 il numero dei Testimoni era salito a 34.

Nel 1973 David Wolfgramm, originario delle Tonga, con la moglie e otto figli, viveva in una casa confortevole in Nuova Zelanda. Ma lasciarono tutto, si trasferirono nelle Tonga per promuovervi gli interessi del Regno e contribuirono ad estendere ulteriormente l’opera nelle isole, circa 30 delle quali sono abitate.

Raggiungere le isole ha richiesto molto tempo, sforzi e spese. Ma i testimoni di Geova considerano preziosa la vita dei loro simili e fanno tutto il possibile per aiutarli a trarre beneficio dall’amorevole provvedimento di Geova per la vita eterna nel suo nuovo mondo.

Una famiglia australiana, che vendette il podere e si trasferì in una delle isole del Pacifico, riassunse così i propri sentimenti: “Sentire questi isolani dire che hanno potuto conoscere Geova, sentirli chiamare i nostri figli loro figli, perché li amano tanto a motivo della verità, vedere aumentare sia l’interesse per il Regno sia la presenza alle adunanze, sentire questa simpatica gente dire: ‘I miei figli si sposeranno solo nel Signore’, e questo dopo essere stati per secoli schiavi della tradizione e dei matrimoni di tipo orientale, osservarli sistemare e purificare intricate situazioni matrimoniali, . . . vederli studiare mentre badano alle bestie al margine della strada, dopo il massacrante lavoro nella risaia, sapere che nel negozio locale e altrove parlano di come sia sbagliata l’idolatria e della bellezza del nome di Geova, avere una vecchia mamma indiana che ti chiama fratello e sorella e chiede di andare con te a parlare del vero Dio alla gente . . . Tutto ciò costituisce un’inestimabile ricompensa per aver fatto questo passo in risposta all’invito del Pacifico meridionale”.

Ma l’attenzione non era rivolta solo alle isole del Pacifico. A partire dal 1964 pionieri esperti delle Filippine furono mandati ad aiutare gli zelanti missionari che erano già all’opera in paesi quali la Repubblica di Corea, Hong Kong, l’Indonesia, il Laos, la Malaysia, Taiwan, la Thailandia e il Vietnam.

Pressioni da parte della famiglia e della comunità

Quando uno diventa testimone di Geova, non sempre la sua famiglia e i vicini riconoscono che questa è una decisione personale. — Matt. 10:34-36; 1 Piet. 4:4.

Quasi tutti quelli che sono diventati testimoni di Geova a Hong Kong erano giovani. Ma questi giovani hanno subìto terribili pressioni in un sistema in cui l’istruzione superiore e un lavoro meglio retribuito sono le cose più importanti. I genitori considerano i figli un investimento che assicurerà loro una vita agiata nella vecchiaia. Perciò, quando i genitori di un giovane di Kwun Tong si resero conto che lo studio biblico, le adunanze e il servizio di campo avrebbero intralciato il suo redditizio lavoro, l’opposizione si intensificò. Il padre lo inseguì brandendo una mannaia; la madre gli sputò in pubblico. Gli insulti continuarono quasi ininterrottamente per mesi. Una volta egli chiese ai genitori: “Non mi avete cresciuto per amore?” Essi risposero: “No, per denaro!” Il giovane continuò a mettere al primo posto l’adorazione di Geova; e anche quando se ne andò di casa, continuò ad aiutare finanziariamente i genitori meglio che poté, perché sapeva che questo era gradito a Geova. — Matt. 15:3-9; 19:19.

Nelle comunità molto unite forte pressione viene esercitata anche da persone al di fuori della stretta cerchia familiare. Fuaiupolu Pele ebbe questa esperienza nelle Samoa Occidentali. Per la gente era impensabile che un samoano abbandonasse le consuetudini e la religione dei suoi antenati, e Pele sapeva che sarebbe stato chiamato a renderne conto. Studiò con impegno e pregò fervidamente Geova. Quando fu convocato dal capo supremo della famiglia a una riunione a Faleasiu, si trovò di fronte sei capi, tre oratori, dieci pastori, due insegnanti di teologia, il capo supremo che presiedeva e anziani e anziane della famiglia. Costoro maledissero e condannarono sia lui che un altro familiare che simpatizzava per i testimoni di Geova. Ne seguì un dibattito che si protrasse fino alle quattro del mattino. Il fatto che Pele usasse la Bibbia irritò alcuni dei presenti, che gridavano: “Metti via quella Bibbia! Lascia stare quella Bibbia!” Ma alla fine il capo supremo disse con voce flebile: “Hai vinto, Pele”. Ma Pele rispose: “Mi scusi, signore, ma non ho vinto io. Questa notte avete udito il messaggio del Regno. Spero sinceramente che ne terrete conto”.

Intensa opposizione del clero

I missionari della cristianità erano arrivati nelle isole del Pacifico all’inizio del secolo scorso. In molti luoghi il loro arrivo era stato pacifico; in altri aveva avuto il sostegno dell’esercito. In alcune zone si erano accordati fra loro per spartirsi le isole. Ma c’erano state anche guerre di religione, in cui cattolici e protestanti si erano combattuti per avere il sopravvento. Questi “pastori” religiosi, gli ecclesiastici, cominciarono a usare ogni mezzo a loro disposizione per tener lontani i testimoni di Geova da quello che consideravano il loro dominio. A volte fecero pressione sulle autorità perché li espellessero da certe isole. Altre volte passarono a vie di fatto.

Nell’isola di Nuova Britannia, nel villaggio di Vunabal, un gruppo di sulka mostrava vivo interesse per la verità biblica. Ma nel 1959, una domenica, mentre John Davison teneva uno studio biblico con loro, una turba di cattolici guidati dal catechista irruppe nella casa e pose fine allo studio con grida e insulti. Il fatto fu denunciato alla polizia di Kokopo.

Anziché abbandonare le pecore, la settimana seguente il Testimone tornò a Vunabal per continuare a provvedere aiuto spirituale a quelli che lo apprezzavano. C’era anche il prete, benché non fosse stato invitato dagli abitanti, e con lui centinaia di cattolici di un’altra tribù. Aizzati dal prete, quelli della sua chiesa si avventarono contro i Testimoni, imprecando, sputando e agitando i pugni, e strapparono le Bibbie agli abitanti del villaggio, mentre il prete, sorridendo, se ne stava a guardare a braccia conserte. Gli agenti che cercavano di controllare la situazione erano visibilmente scossi. Anche molti paesani si spaventarono. Ma almeno uno ebbe il coraggio di prendere posizione a favore di quella che sapeva essere la verità. Ora in quell’isola centinaia di altri hanno fatto la stessa cosa.

Non tutti gli insegnanti di religione, però, mostrarono uno spirito antagonistico nei confronti dei testimoni di Geova. Shem Irofa’alu, nelle Isole Salomone, provava un sincero senso di responsabilità nei confronti di quanti lo consideravano il loro capo religioso. Dopo aver letto il libro della Watch Tower Society Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato, capì che qualcuno gli aveva mentito. Lui e gli insegnanti sotto la sua giurisdizione ebbero alcune conversazioni con i Testimoni, fecero domande e cercarono i versetti nella Bibbia. Poi decisero che volevano diventare testimoni di Geova, perciò trasformarono le chiese dei loro 28 villaggi in Sale del Regno.

Un impetuoso torrente di verità in Africa

Specie dall’inizio degli anni ’20 si fecero notevoli sforzi per dare alla popolazione di ogni parte dell’Africa l’opportunità di conoscere il vero Dio, Geova, e di beneficiare dei suoi amorevoli provvedimenti. Alla fine della seconda guerra mondiale i testimoni di Geova predicavano in 14 paesi del continente africano. Altri 14 paesi erano stati raggiunti dal messaggio del Regno, ma nel 1945 non c’erano Testimoni attivi. Nei successivi 30 anni, fino al 1975 incluso, la predicazione della buona notizia si estese ad altri 19 paesi africani. In quasi tutti questi paesi, e anche nelle isole vicine, cominciarono a formarsi delle congregazioni, poche in alcuni, più di mille in Zambia, quasi duemila in Nigeria. Come avvenne tutto questo?

Il messaggio del Regno era come un torrente impetuoso. L’acqua scorre prevalentemente nel letto dei fiumi, anche se una parte dilaga nel terreno circostante; e se il passaggio è ostruito, l’acqua trova un percorso alternativo oppure il livello e la pressione aumentano finché il fiume straripa.

Seguendo i normali canali organizzativi, la Watch Tower Society inviò ministri a tempo pieno — pionieri, pionieri speciali e missionari — in paesi in cui si era predicato poco o niente. Ovunque andavano, invitavano la gente a ‘prendere l’acqua della vita gratuitamente’. (Riv. 22:17) Nell’Africa settentrionale, per esempio, nel 1952 quattro pionieri speciali francesi estesero questo invito alla popolazione dell’Algeria. Ben presto un’indovina accettò la verità, riconobbe che per piacere a Geova doveva abbandonare la sua professione e cominciò a dare testimonianza ai suoi ex clienti. (Deut. 18:10-12) I pionieri fecero buon uso del libro “Sia Dio riconosciuto verace” per aiutare le persone sincere a capire la differenza tra la Sacra Bibbia e le tradizioni religiose. Questo libro era così efficace per liberare dalle pratiche della falsa religione che un ecclesiastico lo mostrò dal pulpito e pronunciò una maledizione su di esso, su quelli che lo distribuivano e su quelli che lo leggevano.

Nel 1954 un missionario fu espulso dalla Spagna cattolica perché insegnava la Bibbia senza l’autorizzazione del clero; perciò l’anno dopo lui e il suo compagno pioniere cominciarono a predicare in Marocco. Poco dopo si unì a loro una famiglia di cinque testimoni di Geova espulsi dalla Tunisia, dove notevole agitazione era stata causata dal fatto che una coppia di ebrei aveva accettato Gesù come Messia e aveva cominciato immediatamente a parlare ad altri della nuova fede. Più a sud, nel 1962 alcuni pionieri del Ghana furono mandati nel Mali. Poi anche una coppia di pionieri francesi che serviva in Algeria fu invitata ad andare nel Mali. A loro volta diversi che diventarono Testimoni in seguito iniziarono il servizio a tempo pieno. Nel 1966 otto pionieri speciali della Nigeria vennero inviati nel Niger, paese scarsamente popolato che include parte del deserto del Sahara. Il Burundi ebbe l’opportunità di udire il messaggio del Regno nel 1963 quando vi arrivarono due pionieri speciali della Rhodesia del Nord (ora Zambia), seguiti da quattro missionari della Scuola di Galaad.

All’inizio degli anni ’50 c’erano missionari anche in Etiopia. Il governo etiopico richiese che aprissero una regolare missione e insegnassero materie scolastiche, cose che fecero. Ma, oltre a questo, insegnavano la Bibbia. Ben presto nella casa missionaria ci fu un continuo andirivieni di persone: ogni giorno ne arrivavano altre che chiedevano di essere aiutate a capire la Bibbia. Nei tre decenni che seguirono la seconda guerra mondiale 39 paesi del continente africano ricevettero l’aiuto dei missionari di Galaad.

Nello stesso tempo le acque di verità raggiungevano zone spiritualmente riarse grazie a testimoni di Geova che per motivi di lavoro avevano contatti con altre persone. Nel 1950 una coppia di Testimoni dall’Egitto si trasferì per lavoro in Libia e nelle ore libere predicava con zelo. Quell’anno un Testimone che era mercante di lana dall’Egitto si stabilì con la famiglia a Khartoum, nel Sudan. Egli aveva l’abitudine di dare testimonianza ai clienti prima di fare affari con loro. Uno dei primi Testimoni del Senegal (allora parte dell’Africa Occidentale Francese) arrivò nel paese nel 1951 come rappresentante di una ditta commerciale. Anch’egli riconosceva le proprie responsabilità di Testimone dell’Altissimo. Nel 1959 un Testimone andò per lavoro a Fort-Lamy (ora N’Djamena), in quello che poi diventò il Ciad, e approfittò di quell’occasione per diffondervi il messaggio del Regno. Nei paesi vicini al Niger alcuni mercanti erano testimoni di Geova; per cui, dal 1966 in poi, mentre i pionieri speciali si davano da fare nel Niger, questi mercanti predicavano a persone originarie del Niger con cui avevano contatti di affari. Inoltre due Testimoni i cui mariti nel 1966 andarono a lavorare in Mauritania colsero l’occasione per dare testimonianza nella zona.

Coloro che erano stati ristorati dall’“acqua della vita” la offrivano ad altri. Per esempio, nel 1947 un uomo, che aveva assistito ad alcune adunanze ma non era testimone di Geova, dal Camerun si trasferì nell’Ubanghi Sciari (ora Repubblica Centrafricana). Saputo che a Bangui c’era qualcuno a cui interessava molto la Bibbia, chiese gentilmente all’ufficio della Watch Tower Society in Svizzera di inviare un libro a questa persona. Etienne Nkounkou, il destinatario, apprezzò immensamente il sano cibo spirituale che quel libro conteneva, e ogni settimana ne leggeva un brano a un gruppo di interessati. Questi si misero in contatto con la sede centrale della Società. Come la conoscenza aumentò, quel gruppo di studio diventò anche un gruppo di predicazione. Benché le pressioni del clero avessero indotto il governo a vietare le pubblicazioni della Watch Tower, quei nuovi Testimoni continuarono a predicare con la sola Bibbia. Alla gente del luogo piaceva sentir parlare della Bibbia, perciò nel 1957 quando fu revocato il divieto di alcune pubblicazioni della Società, vi erano già più di 500 Testimoni.

Quando sorgevano ostacoli

Quando degli ostacoli impedivano il flusso dell’acqua vivificante, questa ben presto trovava qualche altra via. Nel 1949 Ayité Sessi, un pioniere del Dahomey (ora Benin), predicava da poco nel Togo quando il governo lo costrinse ad andarsene. Ma l’anno dopo Akakpo Agbetor, un ex pugile originario del Togo, tornò al suo paese insieme al fratello minore. Poiché era il suo paese nativo, poteva predicare liberamente e anche tenere adunanze. I pionieri che erano stati mandati a Fernando Poo (ora parte della Guinea Equatoriale) verso il 1950 dopo breve tempo furono espulsi a causa dell’intolleranza religiosa, ma in seguito altri Testimoni riuscirono a ottenere contratti di lavoro che permisero loro di risiedere nella zona. E, naturalmente, secondo il comando di Gesù, predicavano. — Mar. 13:10.

Nel 1959 un sorvegliante di circoscrizione del Ghana, Emmanuel Mama, venne mandato per alcune settimane nell’Alto Volta (ora Burkina Faso) e poté predicare molto nella capitale, Ouagadougou. Ma nel paese non c’era nessun Testimone. Quattro anni dopo sette Testimoni originari del Togo, del Dahomey e del Congo si trasferirono a Ouagadougou e cercarono lavoro in modo di poter servire nella zona. Alcuni mesi dopo giunsero anche diversi pionieri speciali del Ghana. Ma nel 1964, in seguito alle pressioni del clero sulle autorità, dopo meno di un anno i Testimoni furono arrestati, trattenuti per 13 giorni e poi espulsi dal paese. I loro sforzi erano stati vani? Emmanuel Johnson, un cittadino del paese, aveva capito dove si poteva trovare la verità. Continuò a studiare con i testimoni di Geova per corrispondenza e nel 1969 si battezzò. Sì, l’opera del Regno aveva messo radici in un altro paese.

Si richiese il visto che avrebbe permesso ai missionari di Galaad di servire nella Costa d’Avorio (Côte d’Ivoire), ma le autorità francesi lo negarono. Perciò nel 1950 Alfred Shooter, della Costa d’Oro (ora Ghana), fu mandato come pioniere nella capitale della Costa d’Avorio. Appena si fu stabilito, venne raggiunto dalla moglie, e alcuni mesi più tardi da una coppia di missionari, Gabriel e Florence Paterson. Cominciarono i problemi. Un giorno le loro pubblicazioni vennero confiscate perché prive di autorizzazione governativa e i fratelli furono multati. Ma poi trovarono i loro libri in vendita al mercato, perciò li ricomprarono e ne fecero buon uso.

Intanto questi fratelli si recarono in numerosi uffici governativi nel tentativo di ottenere un visto permanente. Il signor Houphouët-Boigny, che in seguito diventò presidente della Costa d’Avorio, si offrì di aiutarli. “La verità”, osservò, “non ha barriere di sorta. È come un fiume possente; sbarratelo con una diga e strariperà”. Un prete cattolico e un ministro metodista cercarono di interferire, allora un deputato, Ouezzin Coulibaly, disse: “Io rappresento il popolo di questo paese. Noi siamo il popolo, e a noi i testimoni di Geova piacciono, quindi vogliamo che restino in questo paese”.

Discepoli che capiscono davvero

Quando diede istruzioni di ‘fare discepoli di persone di tutte le nazioni’, Gesù Cristo ordinò pure di battezzare quelli che volevano diventare discepoli, che credevano in ciò che aveva insegnato e lo mettevano in pratica. (Matt. 28:19, 20) In armonia con questo comando, alle periodiche assemblee dei testimoni di Geova si provvede al battesimo dei nuovi discepoli. In certe occasioni il numero dei battezzati può essere relativamente piccolo. Nel 1970, però, a un’assemblea in Nigeria furono immersi 3.775 nuovi Testimoni. Ma non è il numero che conta.

Nel 1956 ci si rese conto che nella Costa d’Oro venivano battezzate persone che non avevano edificato la loro fede su un fondamento adeguato, si prese perciò un provvedimento per vagliare i battezzandi. I sorveglianti delle congregazioni locali ebbero l’incarico di esaminare personalmente ciascun battezzando per assicurarsi che avesse una buona conoscenza delle verità bibliche fondamentali, che la sua vita fosse in armonia con le norme bibliche e che capisse bene quali obblighi comporta essere un testimone di Geova dedicato e battezzato. Col tempo un provvedimento simile fu adottato in tutto il mondo. Nel 1967, nel libro “La tua Parola è una lampada al mio piede”, fu fornito uno schema particolareggiato da usare per ripassare gli insegnamenti biblici fondamentali con i battezzandi. Dopo anni di esperienza, nel 1983 fu pubblicato uno schema ulteriormente perfezionato nel libro Organizzati per compiere il nostro ministero.

Con questo provvedimento si teneva conto dei bisogni di coloro che avevano ricevuto poca o nessuna istruzione scolastica?

Il problema dell’analfabetismo

Nel 1957 l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) calcolò che il 44 per cento della popolazione mondiale dai 15 anni in su non sapeva né leggere né scrivere. Venne riferito che in 42 paesi dell’Africa, 2 delle Americhe, 28 dell’Asia e 4 dell’Oceania, il 75 per cento degli adulti era analfabeta. Eppure anche loro dovevano conoscere la legge di Dio per potersi preparare a essere sudditi del suo Regno. Molti che non sapevano leggere avevano una mente acuta e riuscivano a ricordare molto di quello che sentivano, ma non potevano leggere per proprio conto la preziosa Parola di Dio né avvalersi di manuali stampati per lo studio biblico.

Per anni singoli Testimoni avevano aiutato chi voleva imparare a leggere. Tuttavia nel 1949 e 1950 in molti paesi africani i testimoni di Geova istituirono corsi per analfabeti in ognuna delle loro congregazioni. Di solito i corsi si tenevano nelle Sale del Regno, e in alcuni luoghi l’intero villaggio era invitato a beneficiare del programma.

Dove il governo patrocinava la lotta contro l’analfabetismo, i testimoni di Geova erano lieti di avvalersi dei programmi del governo. In molti paesi però i Testimoni dovettero preparare e usare il proprio materiale didattico. Decine di migliaia di persone, incluse molte donne e persone anziane, sono state aiutate dai corsi per analfabeti tenuti dai testimoni di Geova. Grazie al modo in cui il corso era stato preparato non hanno imparato solo a leggere e scrivere, ma nello stesso tempo sono venute a conoscenza delle verità fondamentali della Sacra Parola di Dio. Questo le ha rese idonee per partecipare all’opera di fare discepoli ordinata da Gesù. Il desiderio di far questo in modo efficace ha spinto molti a impegnarsi seriamente per imparare a leggere.

Nel Dahomey un Testimone nuovo venne messo alla porta dal padrone di casa perché non sapeva leggere; allora decise di risolvere questo problema. Oltre a frequentare i corsi per analfabeti, si applicò personalmente. Sei settimane dopo tornò alla stessa porta; l’uomo fu così sorpreso di sentire questa persona, che poco tempo prima era analfabeta, leggergli la Parola di Dio che si interessò anche di quello che insegnava. Alcuni che hanno imparato a leggere seguendo questi corsi in seguito sono diventati sorveglianti viaggianti incaricati di insegnare a diverse congregazioni. Questo è accaduto in Nigeria a Ezekiel Ovbiagele.

Proiezione di istruttive pellicole e diapositive

Nel 1954 fu preparata una pellicola per aiutare coloro che manifestavano interesse per la Bibbia ad apprezzare le dimensioni della visibile organizzazione di Geova. Questo film, La Società del Nuovo Mondo all’opera, contribuì inoltre ad abbattere i pregiudizi della gente.

Per proiettare il film in quella che ora è la Zambia spesso era necessario ricorrere a un generatore portatile. Un telo bianco teso fra due alberi serviva da schermo. Nella provincia di Barotse il capo supremo vide il film insieme alla famiglia reale e poi volle che fosse proiettato in pubblico. Di conseguenza l’indomani sera lo videro 2.500 persone. Nella Zambia nel giro di 17 anni più di un milione di persone assisterono complessivamente alla proiezione del film. I presenti erano entusiasti di quello che vedevano. Dal vicino Tanganica (ora parte della Tanzania) fu riferito che dopo la proiezione del film l’aria era piena delle grida della folla che diceva: “Ndaka, ndaka” (Grazie, grazie).

Dopo La Società del Nuovo Mondo all’opera seguirono altri film: La felicità della Società del Nuovo Mondo, Proclamazione dell’“eterna buona notizia” intorno al mondo, Dio non può mentire e Eredità. Ci sono state anche proiezioni di diapositive, con commento, sulla praticità della Bibbia nel nostro tempo, sulle origini pagane delle dottrine e delle pratiche della cristianità e sul significato delle condizioni mondiali alla luce della profezia biblica; altre diapositive riguardanti l’organizzazione dei testimoni di Geova hanno fatto vedere la sede centrale ed entusiasmanti assemblee in paesi in cui erano stati al bando, e hanno illustrato la loro storia moderna. Tutto questo ha aiutato la gente a realizzare che Geova ha davvero un popolo sulla terra e che la Bibbia è la Sua Parola ispirata.

Identificate le vere pecore

In certi paesi alcuni, solo perché possedevano delle pubblicazioni della Società, affermavano di essere testimoni di Geova o usavano il nome Torre di Guardia. Ma avevano cambiato credenze e modo di vivere e si erano conformati alle norme bibliche? Se avessero ricevuto l’istruzione necessaria, avrebbero dimostrato di essere veramente simili a pecore che ascoltano la voce del Signore, Gesù Cristo? — Giov. 10:4, 5.

Nel 1954 la filiale della Watch Tower Society in Sudafrica ricevette una lettera sorprendente da un gruppo di africani che si trovava a Baía dos Tigres, una colonia penale dell’Angola meridionale. Il mittente, João Mancoca, diceva: “In Angola il gruppo dei testimoni di Geova ha 1.000 aderenti. Il loro capo è Simão Gonçalves Toco”. Chi era Toco? I suoi seguaci erano veramente testimoni di Geova?

Fu disposto che John Cooke, un missionario che parlava portoghese, si recasse in Angola. Dopo un lungo colloquio con un funzionario coloniale, il fratello Cooke ebbe il permesso di visitare Mancoca e apprese che negli anni ’40, quando faceva parte di una missione battista nel Congo Belga (ora Zaire), Toco si era procurato alcune pubblicazioni della Watch Tower e aveva parlato con gli amici di ciò che aveva imparato. Ma poi degli spiritisti influenzarono il gruppo e col tempo Toco smise completamente di usare le pubblicazioni della Watch Tower e la Bibbia. Anzi ricorreva ai medium per farsi guidare. I suoi seguaci furono rimpatriati dal governo e poi si dispersero in varie parti dell’Angola.

Mancoca era stato uno dei compagni di Toco, ma aveva cercato di persuadere altri a smettere di praticare lo spiritismo e ad attenersi alla Bibbia. Ad alcuni seguaci di Toco questo non piaceva e con false accuse denunciarono Mancoca alle autorità portoghesi. Di conseguenza Mancoca e quelli che condividevano le sue idee furono inviati in una colonia penale. Di là egli si mise in contatto con la Watch Tower Society e si procurò altre pubblicazioni bibliche. Era un uomo umile, di mente spirituale e ansioso di cooperare con l’organizzazione tramite cui aveva conosciuto la verità. Dopo aver parlato per molte ore delle verità bibliche con questo gruppo, il fratello Cooke non aveva dubbi che João Mancoca era davvero una pecora del Signore. Anche nelle circostanze più difficili il fratello Mancoca lo dimostra ormai da molti anni.

Ci furono degli incontri anche con Toco e con alcuni dei suoi seguaci. Salvo poche eccezioni, tuttavia, questi non diedero prova di avere le qualità dei seguaci di Cristo simili a pecore. Perciò in quel tempo in Angola non c’erano 1.000 testimoni di Geova, ma solo 25 circa.

Intanto nel Congo Belga (ora Zaire) si era creato un altro equivoco. C’era un movimento politico-religioso denominato Kitawala, che a volte faceva uso anche del nome Torre di Guardia. In casa di alcuni aderenti si trovarono pubblicazioni dei testimoni di Geova, che essi avevano ricevuto per posta. Ma le credenze e le pratiche dei Kitawala (che includevano razzismo, sovvertimento dell’autorità costituita per determinare un cambiamento politico o sociale e grave immoralità sessuale praticata in nome dell’adorazione) non corrispondevano affatto a quelle dei testimoni di Geova. Eppure certi servizi giornalistici cercarono di identificare la Watch Tower Society dei testimoni di Geova con i Kitawala.

I ripetuti tentativi dei testimoni di Geova per inviare sorveglianti qualificati nel paese furono respinti categoricamente dai funzionari belgi. I gruppi cattolici e protestanti erano felici. Specie dal 1949 in poi nel Congo Belga furono prese crudeli misure repressive contro coloro che cercavano di studiare la Bibbia con l’aiuto di pubblicazioni della Watch Tower. Ma avvenne come disse un fedele Testimone locale: “Siamo come un sacco di grano africano. Ovunque ci porteranno, la Parola cadrà, a una a una, finché verrà la pioggia, e ci vedranno crescere dappertutto”. E così, nonostante le condizioni difficili, dal 1949 al 1960 secondo i rapporti il numero dei testimoni di Geova attivi salì da 48 a 1.528.

Un po’ alla volta i funzionari si resero conto che i testimoni di Geova sono molto diversi dai Kitawala. Quando ai Testimoni fu concessa la libertà di radunarsi, gli osservatori governativi spesso constatarono la loro buona condotta e il loro ordine. Quando ci furono dimostrazioni violente a favore dell’indipendenza politica, la gente sapeva che i testimoni di Geova non c’entravano. Finalmente nel 1961 un Testimone e sorvegliante qualificato del Belgio, Ernest Heuse junior, poté entrare nel paese. Con notevole impegno fu possibile aiutare gradatamente i fratelli a rendere le loro congregazioni e la loro vita personale più aderenti alla Parola di Dio. C’era molto da imparare e ci voleva molta pazienza.

Pensando che questo avrebbe migliorato la loro posizione, i Kitawala di alcune zone inviarono lunghi elenchi di aderenti che volevano essere riconosciuti come testimoni di Geova. Saggiamente il fratello Heuse mandò in quelle zone fratelli qualificati per scoprire che genere di persone fossero. Anziché accettare gruppi numerosi, essi tennero studi biblici con i singoli.

Col tempo si manifestarono le vere pecore, coloro che consideravano davvero Gesù Cristo il loro Pastore. Ed erano molti. Questi a loro volta ammaestrarono altri. Nel corso degli anni decine di missionari della Watch Tower vennero da altri paesi per lavorare insieme a loro, per aiutarli ad acquistare una conoscenza più accurata della Parola di Dio e per provvedere l’addestramento necessario. Nel 1975 nello Zaire c’erano 17.477 testimoni di Geova, organizzati in 526 congregazioni, che si davano da fare per predicare e insegnare la Parola di Dio ad altri.

Infranto il potere dei feticci

A ovest della Nigeria c’è il Benin (già Dahomey), la cui popolazione è divisa in 60 gruppi etnici che parlano circa 50 lingue e dialetti. Come in gran parte dell’Africa, la religione tradizionale è l’animismo, unito al culto degli antenati. Questo fosco ambiente religioso riempie la vita della popolazione di superstizione e timore. Molti che si professano cristiani praticano anche l’animismo.

Dalla fine degli anni ’20 sino agli anni ’40 i testimoni di Geova della Nigeria sparsero molti semi di verità biblica nel Dahomey mediante visite occasionali per distribuire pubblicazioni bibliche. Per crescere, molti di quei semi avevano solo bisogno di essere innaffiati. A ciò si provvide nel 1948 quando Nouru Akintoundé, che era vissuto in Nigeria, tornò nel Dahomey, suo paese natale, per fare il pioniere. In quattro mesi 300 persone accettarono la verità e iniziarono a svolgere insieme a lui il ministero di campo. Questo superava ogni ragionevole aspettativa.

Tutta questa attività mise in agitazione non solo il clero della cristianità, ma anche gli animisti. Quando la segretaria del convento feticistico di Porto-Novo s’interessò della verità, il capo feticista annunciò che sarebbe morta entro sette giorni. Ma l’ex segretaria del convento dichiarò con fermezza: “Se è il feticcio ad aver fatto Geova, morirò; ma se Geova è il Dio supremo, allora sgominerà il feticcio”. (Confronta Deuteronomio 4:35; Giovanni 17:3). Per far avverare la sua predizione, la notte del sesto giorno il capo feticista compì stregonerie di ogni specie, quindi annunciò che l’ex segretaria del convento era morta. Ma l’indomani ci fu grande costernazione fra i feticisti quando si presentò viva e vegeta al mercato di Cotonou. Poi un fratello affittò un’auto e la scorrazzò per le vie di Porto-Novo affinché tutti potessero vedere con i loro occhi che era viva. In seguito a ciò molti altri feticisti si schierarono fermamente dalla parte della verità. — Confronta Geremia 10:5.

Nel Dahomey, a motivo delle forti pressioni religiose, le pubblicazioni della Watch Tower furono presto vietate. Ma, ubbidendo a Geova Dio, i Testimoni continuarono a predicare, spesso con la sola Bibbia. A volte andavano di porta in porta in veste di “commercianti”, offrendo ogni sorta di mercanzie. Se la conversazione andava bene, volgevano l’attenzione alla Bibbia e potevano persino tirar fuori da una grande tasca interna una preziosa pubblicazione biblica.

Quando la polizia creava loro molte difficoltà nelle città, predicavano nelle zone rurali. (Confronta Matteo 10:23). E quando venivano gettati in prigione, predicavano anche là. Nel 1955 i Testimoni in prigione ad Abomey trovarono fra i detenuti e le guardie carcerarie almeno 18 interessati.

In un solo decennio da che il pioniere del Dahomey era tornato in patria per predicare, 1.426 persone partecipavano al ministero, e questo nonostante che l’opera fosse vietata dal governo.

Più operai nella messe

Era evidente che in tutta l’Africa c’erano molte persone assetate di verità. La messe era grande, ma gli operai erano pochi. Perciò fu incoraggiante per i fratelli vedere come il Signore della messe, Geova Dio, esaudì le loro preghiere affinché ci fossero più operai per la raccolta spirituale. — Matt. 9:37, 38.

Negli anni ’30 pionieri di passaggio avevano distribuito molte pubblicazioni nel Kenya, ma si era fatto poco per coltivare l’interesse. Tuttavia, nel 1949, Mary Whittington con i suoi tre bambini dalla Gran Bretagna si trasferì a Nairobi, dove suo marito era impiegato. La sorella Whittington era battezzata appena da un anno, ma aveva lo spirito di pioniere. Sapeva che non c’erano altri Testimoni nel Kenya, ma si accinse ad aiutare gli abitanti di questo vasto territorio a conoscere la verità. Nonostante gli ostacoli, non si arrese. Vennero anche altri Testimoni — da Australia, Canada, Gran Bretagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia e Zambia — che avevano deciso di stabilirvisi per portare la speranza del Regno alla popolazione.

Furono pure mandate coppie di missionari a dare una mano nella raccolta. All’inizio gli uomini erano costretti a svolgere un lavoro secolare per poter rimanere nel paese, per cui il tempo che potevano dedicare al ministero era limitato. Ma le mogli erano libere di fare le pioniere. Col tempo vennero nel Kenya ben più di un centinaio di missionari di Galaad. Quando si avvicinava l’indipendenza e la fine della segregazione imposta dal governo coloniale britannico, i Testimoni europei studiarono il swahili e allargarono subito la loro attività per raggiungere gli indigeni. Il numero dei Testimoni in questa parte del campo mondiale crebbe rapidamente.

Nel 1972 anche il Botswana fu aiutato nella raccolta spirituale quando Testimoni provenienti da Gran Bretagna, Kenya e Sudafrica si trasferirono nelle maggiori città. Tre anni dopo giunsero anche dei missionari di Galaad. La popolazione però era in gran parte sparpagliata nei villaggi rurali. Per raggiungerla, Testimoni sudafricani attraversarono la regione desertica del Kalahari. Nelle comunità isolate diedero testimonianza al capo del villaggio, al maestro e spesso a gruppi di 10 o 20 ascoltatori riconoscenti. Un vecchio disse: “Avete fatto tutta questa strada per venire a parlarci di queste cose? Siete molto, molto gentili”.

Negli anni ’20 “Brown della Bibbia” aveva pronunciato vigorosi discorsi biblici in Liberia, ma c’era stata notevole opposizione. La raccolta spirituale in realtà non procedette fino all’arrivo dei missionari della Scuola di Galaad. Il primo fu Harry Behannan nel 1946. Molti altri vennero negli anni successivi. Un po’ alla volta si unirono a loro dei liberiani, e nel 1975 il numero dei lodatori di Geova aveva superato il migliaio.

“Brown della Bibbia” aveva predicato ancora di più in Nigeria. Questa era una nazione divisa in numerosi regni, città-stato e sistemi sociali, con una popolazione che parlava oltre 250 lingue e dialetti. La religione era un ulteriore fattore divisivo. Con poco tatto, ma con vigorosi argomenti scritturali, i primi Testimoni locali smascherarono il clero e i suoi falsi insegnamenti. Quando durante la seconda guerra mondiale la loro letteratura fu vietata, i fratelli predicavano con la sola Bibbia. Coloro che amavano la verità la accettarono con riconoscenza. Lasciarono le chiese, poi abbandonarono la poligamia e rinunciarono ai juju (feticci), che le chiese avevano tollerato. Nel 1950 i testimoni di Geova che proclamavano il messaggio del Regno in Nigeria erano 8.370. Nel 1970 erano più di dieci volte tanto.

Nella Rhodesia del Sud (ora Zimbabwe) per aiutare spiritualmente gli interessati si dovettero superare persistenti ostacoli sul piano giuridico. I tentativi per ottenere il riconoscimento erano iniziati a metà degli anni ’20. Nel 1932 i pionieri sudafricani ricevettero l’ordine di lasciare il paese e fu arbitrariamente detto loro che non c’era possibilità di appello. Comunque fecero ricorso. Le accuse che le pubblicazioni della Watch Tower erano sediziose dovettero essere dibattute in tribunale. All’inizio degli anni ’40 alcuni fratelli furono incarcerati per aver distribuito pubblicazioni che spiegavano la Bibbia. Solo nel 1966 nello Zimbabwe i testimoni di Geova ottennero il pieno riconoscimento giuridico come organizzazione religiosa. Per più di 40 anni la raccolta spirituale era andata avanti in mezzo a notevoli difficoltà, ma intanto proclamatori coraggiosi avevano aiutato più di 11.000 persone a diventare servitori di Geova Dio.

Testimonianza a governatori e re

Gesù sapeva che i suoi discepoli avrebbero incontrato opposizione nel ministero. Disse loro che sarebbero stati consegnati “ai tribunali locali” e sarebbero anche stati trascinati “davanti a governatori e re”, e questo sarebbe servito di “testimonianza a loro e alle nazioni”. (Matt. 10:17, 18) Ai testimoni di Geova è accaduto esattamente quello che Gesù aveva predetto e, in armonia con le sue parole, essi hanno approfittato di queste occasioni per dare testimonianza.

Alcuni funzionari per timore si sono trattenuti dal fare il bene ai seguaci di Cristo. (Giov. 12:42, 43) Llewelyn Phillips ne ebbe una prova nel 1948 quando si incontrò in privato con diversi funzionari governativi del Congo Belga, nell’intento di aiutare i Testimoni locali perseguitati. Spiegò a costoro in cosa credevano i testimoni di Geova e in cosa consistevano le loro attività. Ma durante il colloquio il governatore generale chiese pensieroso: “E se vi aiuto, cosa mi accadrà?” Sapeva che la Chiesa Cattolica Romana era molto influente nel paese.

Tuttavia il capo supremo dello Swaziland, il re Sobhuza II, non si preoccupò troppo dell’opinione del clero. Aveva parlato spesso con i testimoni di Geova, aveva molte loro pubblicazioni ed era ben disposto verso di loro. Ogni anno il “venerdì santo” invitava gli ecclesiastici africani nel suo kraal regale. Li lasciava parlare, ma invitava anche un testimone di Geova a parlare. Nel 1956 il Testimone parlò della dottrina dell’immortalità dell’anima e dei titoli onorifici attribuiti ai capi religiosi. Quando ebbe terminato, il re chiese agli ecclesiastici: “Ciò che hanno detto i testimoni di Geova è vero o falso? Se è falso, spiegatene la ragione”. Essi non furono in grado di confutare ciò che aveva detto. Una volta il capo scoppiò persino a ridere di fronte alla costernazione degli ecclesiastici per quello che aveva detto un Testimone.

Spesso la polizia aveva l’incarico di chiedere ai Testimoni le ragioni di quello che facevano. I Testimoni della congregazione di Tangeri, in Marocco, si recavano regolarmente a Ceuta, porto sulla costa marocchina che appartiene alla Spagna. Nel 1967, furono fermati dalla polizia e interrogati per due ore, durante le quali diedero un’eccellente testimonianza. A un certo punto, due ispettori di polizia chiesero ai Testimoni se credevano nella “Vergine Maria”. Fu spiegato che il Vangelo dice che Maria era vergine quando partorì Gesù, ma che dopo ebbe altri figli, fratellastri e sorellastre di Gesù: i funzionari rimasero esterrefatti e dissero che una cosa del genere non poteva assolutamente essere scritta nella Bibbia. Quando fu mostrato il passo di Giovanni 7:3-5, un funzionario lo guardò a lungo senza dire una parola; perciò l’altro disse: “Datemi quella Bibbia. Spiegherò io il passo!” Il primo rispose: “Non disturbarti. Questo passo è fin troppo chiaro”. Vennero fatte molte altre domande a cui fu data risposta in un’atmosfera rilassata. Da quella volta le autorità non intervenivano quasi mai quando i Testimoni predicavano in quella zona.

Preminenti uomini di governo conoscono bene i testimoni di Geova e il loro ministero. Alcuni ammettono che l’opera svolta dai Testimoni è davvero utile alla popolazione. Alla fine del 1959, quando si facevano i preparativi per l’indipendenza della Nigeria, il governatore generale, Nnamdi Azikiwe, chiese che W. R. Brown fosse presente in rappresentanza dei testimoni di Geova. Egli disse al Consiglio dei ministri: “Se tutte le denominazioni religiose fossero come i testimoni di Geova, non avremmo né omicidi né rapine né delinquenza né detenuti né bombe atomiche. Le porte non sarebbero chiuse a chiave né di giorno né di notte”.

In Africa si stava raccogliendo una messe spirituale veramente grande. Nel 1975 ben 312.754 Testimoni predicavano la buona notizia in 44 nazioni del continente africano. In nove di queste coloro che avevano preso posizione per la verità della Bibbia e partecipavano all’opera di evangelizzazione erano meno di 50. Ma per i Testimoni la vita di ogni persona è preziosa. In 19 di questi paesi i testimoni di Geova che svolgevano il ministero di casa in casa erano migliaia. In alcune zone i rapporti indicavano aumenti straordinari. In Angola, per esempio, dal 1970 al 1975 il numero dei Testimoni da 355 era salito a 3.055. In Nigeria nel 1975 c’erano 112.164 testimoni di Geova. Non erano semplicemente persone a cui piaceva leggere le pubblicazioni della Watch Tower o che ogni tanto assistevano alle adunanze in una Sala del Regno. Erano tutti attivi proclamatori del Regno di Dio.

Lodatori di Geova in Oriente

Come in molti altri paesi, anche nelle Filippine dopo la seconda guerra mondiale l’attività dei testimoni di Geova si estese rapidamente. Joseph Dos Santos fu liberato di prigione il 13 marzo 1945 e appena possibile si mise in contatto con l’ufficio della Watch Tower Society a New York. Desiderava procurarsi tutto il materiale per lo studio biblico e le istruzioni organizzative che i fratelli delle Filippine non avevano ricevuto durante la guerra. Quindi visitò personalmente le congregazioni per unificarle e rafforzarle. Quell’anno fu tenuta un’assemblea nazionale a Lingayen (Pangasinan), dove fu spiegato come ammaestrare le persone assetate di verità mediante studi biblici a domicilio. Gli anni seguenti videro uno sforzo concertato per tradurre e pubblicare più materiale nelle lingue locali: tagalog, ilocano e cebuano. Erano state poste le basi per l’espansione, e questa si verificò rapidamente.

Dopo la guerra, in un decennio il numero dei Testimoni delle Filippine salì da 2.000 circa a oltre 24.000. In altri 20 anni si arrivò a più di 78.000 lodatori di Geova.

La Cina fu uno dei primi paesi dell’Oriente in cui furono inviati missionari della Scuola di Galaad. Harold King e Stanley Jones arrivarono a Shanghai nel 1947, Lew Ti Himm nel 1949. I tre pionieri tedeschi che vi avevano iniziato l’opera nel 1939 erano lì ad accoglierli. La maggioranza della popolazione del paese era buddista e non accettava facilmente di parlare della Bibbia. All’interno delle case c’erano tempietti e altari. Specchi venivano appesi sopra il vano delle porte per scacciare gli spiriti malvagi. Cartellini rossi con detti augurali e terrificanti immagini di divinità buddiste adornavano l’entrata. Ma in Cina quelli erano tempi di grande trasformazione. Sotto la dominazione comunista era richiesto che tutti studiassero ‘i pensieri di Mao Tse-tung’. Dopo il lavoro dovevano assistere a lunghe riunioni durante le quali veniva propagandato il comunismo. In mezzo a tutto questo i nostri fratelli continuarono a predicare la buona notizia del Regno di Dio.

Molti di coloro che erano disposti a studiare con i testimoni di Geova avevano già avuto qualche contatto con la Bibbia tramite le chiese della cristianità. Per esempio, Nancy Yuen, una casalinga che lavorava per la chiesa, era grata di quello che i Testimoni le mostravano nella sua Bibbia. Ben presto partecipava con zelo all’opera di casa in casa e teneva lei stessa studi biblici. Altri a cui predicavano appartenevano al tipico ambiente cinese buddista e non conoscevano per niente la Bibbia. Nel 1956 fu raggiunto il massimo di 57 proclamatori. Ma quello stesso anno Nancy Yuen venne arrestata sei volte perché predicava e poi fu rinchiusa in prigione. Altri vennero arrestati o costretti a lasciare il paese. Stanley Jones e Harold King furono arrestati il 14 ottobre 1958. Prima di essere processati, rimasero in carcere due anni. Per tutto quel tempo furono interrogati di continuo. Infine nel 1960 furono portati in tribunale e condannati a lunghi periodi di detenzione. Così nell’ottobre 1958 l’attività pubblica dei testimoni di Geova in Cina fu forzatamente interrotta. Ma la loro predicazione non cessò mai del tutto. Anche in prigione e nei campi di lavoro ebbero modo di dare testimonianza. In futuro si sarebbe potuto fare di più in questo vasto paese? Lo sapremo a suo tempo.

Nel frattempo cosa avveniva in Giappone? Prima della seconda guerra mondiale vi avevano predicato solo un centinaio di testimoni di Geova. Durante la guerra, di fronte alle brutali misure repressive, molti di questi rinnegarono la loro fede. Alcuni mantennero l’integrità, ma la predicazione pubblica organizzata cessò. Si iniziò di nuovo a proclamare il Regno di Geova in questa parte del mondo quando Don Haslett, un missionario di Galaad, giunse a Tokyo nel gennaio 1949. Due mesi dopo lo raggiunse la moglie Mabel. Era un campo in cui molti erano assetati di verità. L’imperatore aveva rinunciato alla sua pretesa divinità. Scintoismo, buddismo, cattolicesimo e kyodan (vari gruppi protestanti presenti in Giappone) erano tutti scaduti nella stima della popolazione perché avevano sostenuto lo sforzo bellico giapponese, finito nella disfatta.

Alla fine del 1949 in Giappone c’erano 13 missionari della Scuola di Galaad. Altri vennero in seguito: in tutto più di 160. C’erano pochissime pubblicazioni da usare nel ministero. Alcuni missionari parlavano un giapponese antiquato delle Hawaii, ma dovettero imparare la lingua moderna. Gli altri avevano alcune nozioni fondamentali, ma dovevano ricorrere spesso ai dizionari inglese-giapponese finché non impararono meglio la nuova lingua. Ben presto la famiglia Ishii e la famiglia Miura, che non avevano rinunciato alla loro fede durante gli anni della guerra, si misero in contatto con l’organizzazione e ripresero il ministero pubblico.

Un po’ alla volta furono aperte case missionarie a Kobe, Nagoya, Osaka, Yokohama, Kyoto e Sendai. Dal 1949 al 1957 si cercò soprattutto di stabilire l’opera del Regno nelle maggiori città della principale isola del Giappone. Poi gli operai cominciarono a spostarsi in altre città. Il campo era vasto. Era evidente che per dare una testimonianza completa a tutto il Giappone ci sarebbero voluti molti ministri pionieri. Questo fu messo in risalto, molti si fecero avanti e quale meravigliosa risposta si ebbe grazie agli sforzi uniti di quei laboriosi ministri! In quegli anni c’erano 1.390 zelanti lodatori di Geova. A metà degli anni ’70 in tutto il Giappone ce n’erano 33.480. E il ritmo della raccolta era sempre più accelerato.

Nel 1949, lo stesso anno in cui Don Haslett arrivò in Giappone, anche nella Repubblica di Corea fu dato un grande impulso all’opera del Regno. Durante la guerra mondiale la Corea era stata sotto la dominazione giapponese e i Testimoni erano stati perseguitati spietatamente. Dopo la guerra un piccolo gruppo si radunava per studiare, ma non ci furono contatti con l’organizzazione internazionale finché nel 1948 Choi Young-won vide un articolo sui testimoni di Geova nel giornale delle forze armate americane, Stars and Stripes. L’anno dopo a Seoul fu formata una congregazione di 12 proclamatori. Nello stesso anno arrivarono i primi missionari della Scuola di Galaad, Don ed Earlene Steele, e sette mesi più tardi altri sei.

I risultati erano eccellenti: avevano in media 20 studi a testa e alle adunanze si arrivava anche a 336 presenti. Poi scoppiò la guerra di Corea. Neanche tre mesi dopo l’arrivo degli ultimi missionari, furono tutti sfollati in Giappone. Passò più di un anno prima che Don Steele fosse in grado di tornare a Seoul, e un altro anno prima che Earlene potesse raggiungerlo. I fratelli coreani rimasero saldi e continuarono a predicare con grande zelo, anche se avevano perso la casa e molti erano profughi. Ma ora, cessati i combattimenti, si pensò a provvedere altre pubblicazioni in coreano. Le assemblee e l’arrivo di altri missionari incentivarono l’opera. Nel 1975 nella Repubblica di Corea c’erano 32.639 testimoni di Geova — quasi quanti in Giappone — e si prevedeva un’ottima crescita, dato che si tenevano più di 32.000 studi biblici a domicilio.

Qual era la situazione in Europa?

In Europa la fine della seconda guerra mondiale non portò ai testimoni di Geova la piena libertà di svolgere la loro opera di istruzione biblica senza opposizione. In alcuni paesi le autorità li rispettavano per la salda presa di posizione assunta durante la guerra, ma altrove forti correnti di nazionalismo e di intolleranza religiosa causarono ulteriore persecuzione.

In Belgio c’erano Testimoni venuti dalla Germania per predicare la buona notizia. Poiché non sostenevano il regime nazista, la Gestapo aveva dato loro la caccia come a bestie feroci. Ma ora le autorità belghe accusarono alcuni di quegli stessi Testimoni di essere nazisti, li fecero rinchiudere in prigione e poi espellere. Nonostante tutto, dopo la guerra, in cinque anni il numero dei Testimoni impegnati nel ministero di campo in Belgio era più che triplicato.

Cosa c’era dietro gran parte della persecuzione? La Chiesa Cattolica. Ovunque ne avesse il potere, era implacabile nella sua guerra per eliminare i testimoni di Geova.

Sapendo che in Occidente molti avevano paura del comunismo, nel 1948 il clero cattolico della città irlandese di Cork fomentò l’opposizione contro i testimoni di Geova definendoli “diavoli comunisti”. Di conseguenza Fred Metcalfe, mentre svolgeva il ministero di campo, si trovò davanti una folla che lo prese a pugni e a calci e sparpagliò per la strada la sua letteratura biblica. Meno male che in quel momento un poliziotto passò di lì e disperse la folla. Nonostante tutto i fratelli perseveravano. Non tutti gli irlandesi erano favorevoli alla violenza. Persino qualcuno che vi aveva preso parte in seguito se ne rammaricò. In Irlanda la maggior parte dei cattolici non aveva mai visto una Bibbia. Ma, con amorevole pazienza, alcuni furono aiutati ad afferrare la verità che rende liberi. — Giov. 8:32.

Benché in Italia nel 1946 i Testimoni fossero solo un centinaio, tre anni dopo c’erano 64 congregazioni, piccole ma molto attive. Il clero cattolico era preoccupato e non potendo confutare le verità bibliche predicate dai testimoni di Geova fece pressione sulle autorità governative per cercare di liberarsi di loro. Perciò nel 1949 i missionari dei Testimoni furono costretti a lasciare il paese.

Più volte il clero cattolico italiano cercò di interrompere o impedire le assemblee dei Testimoni. Nel 1948 si servì di disturbatori per cercare di interrompere un’assemblea a Sulmona. Nel 1950 a Milano insisté presso il capo della polizia affinché revocasse il permesso di tenere un’assemblea al Teatro dell’Arte. Di nuovo nel 1951 riuscì a far annullare dalla polizia il permesso di tenere un’assemblea a Cerignola. Ma nel 1957 a Milano, quando la polizia ordinò che un’assemblea dei Testimoni venisse interrotta, la stampa italiana protestò e furono presentate interrogazioni in parlamento. Il settimanale romano Il Mondo, del 30 luglio 1957, non esitò ad affermare che l’azione era stata presa per ‘soddisfare un arcivescovo’, Giovanni Battista Montini, che poi diventò papa Paolo VI. Era risaputo che per secoli la Chiesa Cattolica aveva vietato la divulgazione della Bibbia nelle lingue correnti. Ma i testimoni di Geova continuarono a far vedere ai cattolici sinceri quello che dice la Bibbia. Il contrasto fra la Bibbia e i dogmi della chiesa era evidente. Nonostante i suoi intensi sforzi per impedirlo, migliaia di persone lasciavano la Chiesa, e nel 1975 in Italia c’erano 51.248 testimoni di Geova. Erano tutti evangelizzatori attivi e il loro numero si moltiplicò rapidamente.

Nella Spagna cattolica, quando dopo il 1946 un po’ alla volta riprese l’attività organizzata dei testimoni di Geova, non fu una sorpresa che anche lì il clero facesse pressione sulle autorità secolari nel tentativo di fermarli. Adunanze di congregazione dei testimoni di Geova furono interrotte. I missionari furono costretti a lasciare il paese. Alcuni Testimoni furono arrestati semplicemente perché avevano la Bibbia o pubblicazioni bibliche. Spesso furono trattenuti in luride prigioni anche per tre giorni, poi rilasciati solo per essere nuovamente arrestati, interrogati e imprigionati. Molti scontarono un mese o più di prigione. I preti incitavano le autorità secolari a dare la caccia a chiunque studiasse la Bibbia con i testimoni di Geova. Anche dopo che nel 1967 fu approvata una legge che garantiva la libertà religiosa, i cambiamenti furono lenti a venire. Comunque nel 1970, quando finalmente ottennero il riconoscimento giuridico, in Spagna c’erano già oltre 11.000 testimoni di Geova. E cinque anni dopo erano più di 30.000, tutti evangelizzatori attivi.

E in Portogallo? Anche qui ai missionari fu intimato di lasciare il paese. Spinta dal clero cattolico, la polizia perquisì le case dei testimoni di Geova, confiscò la loro letteratura e interruppe le loro adunanze. Nel gennaio 1963 il comandante di Pubblica sicurezza di Caldas da Rainha emise perfino un ordine scritto che vietava loro di ‘svolgere le loro attività di lettura della Bibbia’. Ma i Testimoni non rinunciarono a servire Dio. Nel 1974, quando ottennero il riconoscimento giuridico, erano oltre 13.000.

In altre parti d’Europa le autorità secolari intralciarono la predicazione della buona notizia considerando la distribuzione di letteratura biblica un’attività commerciale, soggetta alle leggi sul commercio. In diversi cantoni svizzeri le ordinanze che regolavano la vendita ambulante venivano applicate all’offerta di pubblicazioni da parte dei testimoni di Geova dietro una contribuzione volontaria. Quando svolgevano la loro attività, spesso i Testimoni venivano arrestati e portati in tribunale. Durante il processo però alcuni tribunali, inclusa l’Alta Corte del cantone di Vaud nel 1953, decisero che l’attività dei testimoni di Geova non si poteva definire vendita ambulante. Intanto in Danimarca si tentò di ridurre le ore in cui i Testimoni potevano offrire letteratura, limitando la loro attività all’orario stabilito dalla legge per l’apertura dei negozi. Anche per questo si dovette ricorrere in tribunale. Nonostante gli ostacoli i testimoni di Geova continuarono a proclamare il Regno di Dio, l’unica speranza per il genere umano.

Un’altra questione che riguardava i testimoni di Geova in Europa, come in altre parti della terra, era quella della neutralità cristiana. Poiché secondo la loro coscienza cristiana non potevano lasciarsi trascinare nei conflitti tra le fazioni del mondo, furono imprigionati in un paese dopo l’altro. (Isa. 2:2-4) Questo impediva ai giovani di svolgere il regolare ministero di casa in casa. Ma ci fu anche un risvolto positivo: l’intensa testimonianza data a giudici, avvocati, ufficiali dell’esercito e guardie carcerarie. Anche in prigione i Testimoni trovavano il modo di predicare. Benché in alcune prigioni il trattamento fosse brutale, i Testimoni rinchiusi nel carcere di Santa Catalina a Cadice, in Spagna, poterono usare parte del loro tempo per dare testimonianza per corrispondenza. E in Svezia fu fatta molta pubblicità al modo in cui venivano trattati i casi riguardanti la neutralità dei testimoni di Geova. Così, in molti modi, la gente si rendeva conto che Geova ha dei testimoni sulla terra e che questi si attengono scrupolosamente ai princìpi biblici.

Ma qualcos’altro contribuì a far conoscere i Testimoni ed ebbe un notevole effetto positivo sull’opera di evangelizzazione.

Testimonianza delle assemblee

Nel 1955, quando i testimoni di Geova tennero un’assemblea internazionale a Parigi, grazie ai notiziari televisivi tutta la nazione si fece un’idea di ciò che avveniva. Nel 1969 venne tenuta un’altra assemblea nei pressi di Parigi, e fu evidente che il ministero dei Testimoni era stato fruttuoso. I battezzati furono 3.619, cioè circa il 10 per cento della media dei presenti. A questo proposito il France-Soir, popolare giornale parigino della sera, del 6 agosto 1969 disse: “Ciò che preoccupa il clero di altre religioni non è il metodo con cui i testimoni di Geova fanno una spettacolare distribuzione di pubblicazioni, ma, piuttosto, il loro proselitismo. Ogni testimone di Geova ha l’obbligo di testimoniare o proclamare la sua fede usando la Bibbia di casa in casa”.

Nell’estate del 1969, nel giro di tre settimane si tennero altre quattro grandi assemblee internazionali in Europa: a Londra, Copenaghen, Roma e Norimberga. All’assemblea di Norimberga ci furono 150.645 presenti venuti da 78 paesi. Oltre agli aerei e alle navi, per trasportare tutti quei congressisti ci vollero circa 20.000 auto, 250 pullman e 40 treni speciali.

Le assemblee non solo rafforzarono e prepararono i testimoni di Geova per il ministero, ma permisero anche al pubblico di vedere con i propri occhi che genere di persone sono i testimoni di Geova. Quando nel 1965 fu programmata un’assemblea internazionale a Dublino, in Irlanda, la chiesa cercò in ogni modo di farla annullare. Ma l’assemblea fu tenuta, e molti congressisti furono ospitati in case private. Con quale risultato? “Non ci hanno detto la verità sul vostro conto”, osservarono alcune padrone di casa dopo l’assemblea. “I sacerdoti ci hanno mentito, ma ora che vi conosciamo, saremo sempre felici di ospitarvi”.

Quando si parla un’altra lingua

Negli ultimi decenni i testimoni di Geova in Europa si sono trovati di fronte al problema di comunicare con persone di altre nazionalità. Moltissime persone si sono trasferite in un altro paese per trovare lavoro. Alcune città europee sono diventate sede di importanti organismi internazionali, il cui personale non sempre parla la lingua locale.

In alcuni paesi esiste da secoli un territorio multilingue. In India per esempio ci sono 14 lingue principali e forse 1.000 lingue minori e dialetti. Papua Nuova Guinea vanta oltre 700 lingue. Ma specie negli anni ’60 e ’70 i Testimoni del Lussemburgo riscontrarono che il loro territorio includeva persone di 30 nazioni diverse, e in seguito ne arrivarono almeno di altre 70 nazionalità. La Svezia, un paese in cui quasi tutti parlavano la stessa lingua, riferisce di essersi trasformata in una società in cui si parlano 100 lingue diverse. Che cosa hanno fatto i testimoni di Geova al riguardo?

Prima cercavano solo di scoprire che lingua parlava il padrone di casa e poi si procuravano qualche pubblicazione che potesse leggere. In Danimarca si fecero delle registrazioni perché i turchi sinceri potessero udire il messaggio nella loro lingua. In Svizzera c’era una buona percentuale di lavoratori italiani e spagnoli. L’esperienza di Rudolf Wiederkehr dimostra come si iniziò. Cercava di dare testimonianza a un italiano, ma nessuno dei due conosceva la lingua dell’altro. Cosa fare? Il fratello Wiederkehr gli lasciò La Torre di Guardia in italiano. Nonostante il problema della lingua, tornò e cominciò uno studio biblico con l’uomo, la moglie e il figlio dodicenne. Il fratello aveva il libro in tedesco, ma ne fornì copie in italiano alla famiglia. Quando gli mancavano le parole, ricorreva ai gesti. A volte il ragazzino, che studiava tedesco a scuola, serviva da interprete. Tutta la famiglia accettò la verità e subito cominciò a parlarne ad altri.

Ma letteralmente milioni di lavoratori provenienti da Grecia, Italia, Iugoslavia, Portogallo, Spagna e Turchia si stabilivano in Germania e in altri paesi. Si poteva aiutarli meglio spiritualmente nella loro stessa lingua. In poco tempo alcuni Testimoni locali cominciarono a imparare le lingue dei lavoratori stranieri. In Germania la filiale organizzò persino corsi di lingua turca. In altri paesi Testimoni che conoscevano le lingue furono invitati a trasferirsi nelle località in cui c’era particolare bisogno di aiuto.

Alcuni lavoratori stranieri non avevano mai incontrato prima i testimoni di Geova e avevano veramente fame di cose spirituali. Erano riconoscenti per lo sforzo che veniva fatto per aiutarli. Si formarono molte congregazioni di lingua straniera. Col tempo alcuni di questi lavoratori ritornarono al loro paese per svolgere il ministero in zone che in precedenza non avevano ricevuto una completa testimonianza riguardo al Regno di Dio.

Abbondante raccolta nonostante gli ostacoli

I testimoni di Geova seguono gli stessi metodi di predicazione in tutta la terra. Nell’America Settentrionale l’opera di evangelizzazione viene compiuta attivamente da più di un secolo. Non sorprende dunque che ci sia stata un’abbondante raccolta spirituale. Nel 1975 negli Stati Uniti e nel Canada c’erano 624.097 testimoni di Geova. Ma questo non perché la predicazione nell’America Settentrionale si fosse svolta senza opposizione.

Nel 1945 il governo canadese aveva revocato il bando contro i testimoni di Geova e gli enti giuridici che li rappresentavano, ma nella provincia del Quebec non si sentirono subito i benefìci di quella decisione. Nel settembre 1945 a Châteauguay e Lachine folle di cattolici attaccarono i Testimoni, che furono arrestati e accusati di sedizione perché le pubblicazioni che distribuivano criticavano la Chiesa Cattolica. Altri vennero incarcerati perché distribuivano letteratura biblica senza l’autorizzazione del capo della polizia. Nel 1947 nei tribunali del Quebec c’erano 1.700 cause pendenti contro i Testimoni.

Mentre si faceva uno sforzo speciale per indurre i tribunali a rivedere alcuni casi che avrebbero potuto costituire un precedente, i Testimoni ricevettero istruzioni di predicare il vangelo oralmente, usando solo la Bibbia, se possibile la versione cattolica Douay. Ministri a tempo pieno di altre parti del Canada furono pronti a trasferirsi nel Quebec per diffondervi la vera adorazione.

Molti cattolici sinceri invitavano i Testimoni ad entrare e facevano domande, anche se spesso dicevano: ‘Io sono cattolico e non cambierò mai’. Invece, quando videro da sé ciò che dice la Bibbia, migliaia di loro, spinti dall’amore per la verità e dal desiderio di piacere a Dio, cambiarono.

Anche negli Stati Uniti i testimoni di Geova dovettero sostenere in tribunale il loro diritto di predicare in pubblico e di casa in casa. Dal 1937 al 1953 furono presentati alla Corte Suprema di Washington 59 casi del genere riguardanti i Testimoni.

Territori non assegnati

I testimoni di Geova non si accontentano di predicare la buona notizia, ma si prefiggono di portare il messaggio del Regno al maggior numero di persone possibile. Per questo il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova ha affidato a ogni filiale la responsabilità di una specifica parte del campo mondiale. Man mano che si formano congregazioni entro il territorio assegnato alla filiale, ogni congregazione riceve parte di quel territorio in cui predicare. La congregazione a sua volta lo suddivide in sezioni che possono essere assegnate a gruppi o a singoli ministri della congregazione. Questi si sforzano di portare regolarmente il messaggio a ogni famiglia. Ma che dire delle zone non ancora assegnate alle congregazioni?

Nel 1951 venne fatto un elenco di tutte le contee degli Stati Uniti per determinare quali non venivano visitate regolarmente dai testimoni di Geova. In quel tempo quasi nel 50 per cento delle contee non si era data testimonianza o si era data solo in parte. Si presero disposizioni affinché durante i mesi estivi o in altri periodi appropriati i Testimoni svolgessero il ministero in quelle zone, con l’intento di formare delle congregazioni. Quando non c’era nessuno in casa, a volte veniva lasciato un messaggio stampato, insieme a una pubblicazione biblica. Si tenevano studi biblici per corrispondenza. In seguito in quei territori venivano mandati pionieri speciali per coltivare l’interesse trovato.

Questa attività non fu limitata agli anni ’50. In tutti i paesi del mondo in cui si predica nelle città principali, ma parte del territorio non è assegnato, si continua a fare un sincero sforzo per raggiungere coloro che non vengono visitati regolarmente. In Alaska negli anni ’70 il 20 per cento circa della popolazione viveva in villaggi sperduti. Molti si potevano trovare più facilmente d’inverno quando la pesca cessa quasi del tutto. Ma allora il ghiaccio e le bufere di neve rendono pericoloso volare. Tuttavia eschimesi, indiani e aleuti dovevano avere l’opportunità di conoscere il provvedimento per la vita eterna sotto il Regno di Dio. Perciò per due anni un gruppo di 11 Testimoni si servì di piccoli aerei per raggiungere circa 200 villaggi sparsi in un’area di 844.000 chilometri quadrati. Tutto questo fu reso possibile dalle contribuzioni volontarie dei Testimoni locali.

Oltre a queste spedizioni per predicare, Testimoni maturi sono stati incoraggiati a valutare la possibilità di trasferirsi in zone del loro stesso paese in cui c’è maggior bisogno di proclamatori del Regno. Migliaia l’hanno fatto. Fra gli altri negli Stati Uniti Eugene e Delia Shuster lasciarono l’Illinois nel 1958 per servire a Hope (Arkansas). Vi rimasero più di 30 anni per trovare interessati, formare una congregazione e aiutarli a raggiungere la maturità cristiana.

Nel 1957, incoraggiati dal sorvegliante di circoscrizione, Alexander B. Green e sua moglie lasciarono Dayton (Ohio) per servire nel Mississippi. Furono mandati prima a Jackson e due anni dopo a Clarksdale. In seguito il fratello Green servì in altre cinque località. In tutte c’erano piccole congregazioni che avevano bisogno di aiuto. Si manteneva facendo lavori di pulizie, giardinaggio, restauro di mobili, riparazioni di auto, ecc. Ma soprattutto si impegnava nel predicare la buona notizia. Aiutava i proclamatori locali a crescere spiritualmente, cercava insieme a loro di raggiungere le persone del territorio e spesso prima di cambiare zona li aiutava a costruire la Sala del Regno.

Gerald Cain, negli Stati Uniti occidentali, diventò Testimone nel 1967. Lui e la sua famiglia sentivano vivamente l’urgenza dell’opera di evangelizzazione. Ancor prima di battezzarsi, fecero i piani per servire dove c’era maggior bisogno. Per quattro anni lavorarono con la congregazione di Needles (California), il cui territorio includeva parte di tre stati degli Stati Uniti occidentali. Quando dovettero trasferirsi per ragioni di salute, scelsero di nuovo un posto dove c’era particolare bisogno di aiuto e trasformarono parte della loro casa in Sala del Regno. Si spostarono altre volte, ma cercarono sempre di sistemarsi dove potevano rendersi maggiormente utili per l’opera.

Man mano che le congregazioni aumentavano, in alcune zone c’era molto bisogno di anziani qualificati. Per soddisfare questa necessità, migliaia di anziani si sono offerti di andare regolarmente (e a proprie spese) in congregazioni fuori della loro zona. Si spostano tre, quattro, cinque o più volte la settimana, per prendere parte alle adunanze della congregazione e al ministero di campo e anche per pascere il gregge. Questo è avvenuto non solo negli Stati Uniti, ma anche in Giappone, nei Paesi Bassi, nel Salvador, in Spagna e in molti altri paesi. In alcuni casi si sono trasferiti con tutta la famiglia per soddisfare questa necessità.

Quali risultati si sono avuti? Prendiamo per esempio un paese. Nel 1951, quando vennero annunciate per la prima volta le disposizioni per lavorare il territorio non assegnato, negli Stati Uniti c’erano circa 3.000 congregazioni, con una media di 45 proclamatori per congregazione. Nel 1975 c’erano 7.117 congregazioni, e il numero dei Testimoni attivi per ciascuna congregazione era salito in media a 80.

La testimonianza data al nome e al Regno di Geova dal 1945 al 1975 superò di gran lunga quella data fino ad allora.

Il numero dei Testimoni in tutto il mondo era salito da 156.299 nel 1945 a 2.179.256 nel 1975. Ognuno di loro aveva preso parte alla predicazione pubblica del Regno di Dio.

Nel 1975 i testimoni di Geova svolgevano il loro ministero in ben 212 paesi (secondo i confini nazionali all’inizio degli anni ’90). Negli Stati Uniti e nel Canada erano 624.097. In Europa, a parte quella che allora era l’Unione Sovietica, ce n’erano altri 614.826. In Africa 312.754 Testimoni facevano udire il messaggio di verità della Bibbia. In Messico, America Meridionale e America Centrale prestavano servizio 311.641 Testimoni; in Asia 161.598; in Australia e in numerose isole in tutto il mondo 131.707.

In quei 30 anni i testimoni di Geova dedicarono 4.635.265.939 ore a predicare e insegnare al pubblico. Inoltre diedero agli interessati 3.914.971.158 libri, opuscoli e riviste, per aiutarli a capire come potevano trarre beneficio dall’amorevole proposito di Geova. Ubbidendo al comando di Gesù di fare discepoli fecero 1.788.147.329 visite ulteriori, e nel 1975 tenevano in media 1.411.256 studi biblici a domicilio con singoli e famiglie.

Nel 1975 la predicazione della buona notizia aveva raggiunto 225 paesi. In oltre 80 di questi nel 1945 la buona notizia era già stata portata ma non c’erano congregazioni, mentre nel 1975 c’erano fiorenti congregazioni di zelanti Testimoni. Alcuni di questi paesi erano la Repubblica di Corea con 470 congregazioni, la Spagna con 513, lo Zaire con 526, il Giappone con 787 e l’Italia con 1.031.

Nel periodo dal 1945 al 1975 la grande maggioranza di coloro che diventavano testimoni di Geova non professava di essere unta con lo spirito di Dio in vista della vita celeste. Nella primavera del 1935 coloro che presero gli emblemi al Pasto Serale del Signore erano il 93 per cento di tutti coloro che svolgevano il ministero di campo. (Poi quell’anno si riconobbe che la “grande moltitudine” di Rivelazione 7:9 era costituita di persone che sarebbero vissute per sempre sulla terra). Nel 1945 il numero dei Testimoni che attendevano di vivere su una terra paradisiaca era salito al punto da costituire l’86 per cento di quelli che partecipavano alla predicazione della buona notizia. Nel 1975 quelli che si professavano cristiani unti con lo spirito erano meno dello 0,5 per cento di tutti coloro che facevano parte dell’organizzazione mondiale dei testimoni di Geova. Benché all’epoca fossero sparsi in circa 115 paesi, gli unti continuarono a servire come un corpo unito sotto Gesù Cristo.

[Testo in evidenza a pagina 463]

“Da quando siete qui voi tutti parlano della Bibbia”

[Testo in evidenza a pagina 466]

“Ciò che lei mi ha appena detto è proprio quello che avevo letto in quella Bibbia tanti anni fa”

[Testo in evidenza a pagina 470]

Migliaia si sono spostati entro il loro stesso paese dove c’era maggior bisogno di Testimoni

[Testo in evidenza a pagina 472]

“Un’inestimabile ricompensa”

[Testo in evidenza a pagina 475]

Testimoni qualificati furono inviati nei paesi in cui c’era speciale necessità

[Testo in evidenza a pagina 486]

Con vigorosi argomenti scritturali i primi Testimoni della Nigeria smascherarono il clero e i suoi falsi insegnamenti

[Testo in evidenza a pagina 497]

Quando gli mancavano le parole, ricorreva ai gesti

[Testo in evidenza a pagina 499]

L’obiettivo? Portare il messaggio del Regno al maggior numero di persone possibile

[Riquadro/Immagine a pagina 489]

Si fece di tutto per portare la buona notizia del Regno di Geova alla popolazione della Cina

Da Chefoo tra il 1891 e il 1900 furono spedite migliaia di lettere, volantini e libri

Nel 1912 C. T. Russell parlò a Shanghai e visitò 15 città e villaggi

Dal 1912 al 1918 dei colportori distribuirono molta letteratura lungo la costa della Cina e si spinsero anche all’interno

Tra il 1930 e il 1931 colportori giapponesi servirono qui

Negli anni ’30 programmi radio in cinese furono trasmessi da Shanghai, Pechino e Tientsin; per questo da molte regioni della Cina arrivavano lettere che chiedevano pubblicazioni

Negli anni ’30 e ’40 pionieri provenienti dall’Australia e dall’Europa diedero testimonianza a Shanghai, Pechino, Tientsin, Tsingtao, Pei-tao-ho, Chefoo, Weihaiwei, Canton, Swatow, Amoy, Foochow, Hankow e Nanchino. Altri percorsero la Strada della Birmania e diedero testimonianza a Paoshan, Chungking e Chengtu. Pionieri locali servirono a Shensi e Ningpo

[Immagine]

Dal 1947 al 1958 missionari di Galaad, come Stanley Jones (a sinistra) e Harold King (a destra), servirono qui insieme a zelanti proclamatori locali

[Cartina]

CINA

[Cartina/Immagini a pagina 462]

La “Sibia” servì come casa missionaria galleggiante nelle Indie Occidentali

G. Maki

S. Carter

R. Parkin

A. Worsley

[Cartina]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

BAHAMA

ISOLE LEEWARD

ISOLE VERGINI (USA)

ISOLE VERGINI (BRITANNICHE)

ISOLE WINDWARD

[Cartina a pagina 477]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

In Africa le vivificanti acque di verità superarono in molte direzioni i confini nazionali

EGITTO

SENEGAL

KENYA

SUDAFRICA

GHANA

KENYA

MALAWI

NIGERIA

SIERRA LEONE

ZAMBIA

[Immagini a pagina 464]

Edward Michalec (a sinistra) e Harold Morris (a destra), missionari in Bolivia, predicarono prima qui a La Paz

[Immagine a pagina 465]

“El Refugio”, imbarcazione costruita dai Testimoni del Perú, servì per portare il messaggio del Regno alla gente che abitava lungo i fiumi dell’alta Amazzonia

[Immagine a pagina 467]

I corsi per analfabeti tenuti dai Testimoni in Messico hanno permesso a decine di migliaia di persone di leggere la Parola di Dio

[Immagine a pagina 468]

Il fratello Knorr (a destra) prese parte a piccole assemblee in poderi e sui monti dell’Argentina quando ai Testimoni era negata la libertà di radunarsi più apertamente

[Immagine a pagina 469]

Fra le migliaia di Testimoni che si trasferirono in altri paesi per servire dove c’era maggior bisogno c’erano intere famiglie, come quella di Harold e Anne Zimmerman con i loro quattro bambini

[Immagine a pagina 471]

Tom e Rowena Kitto furono disposti a trasferirsi in Papuasia per insegnare la verità della Bibbia

[Immagine a pagina 471]

John ed Ellen Hubler, seguiti da altri 31 Testimoni, si trasferirono in Nuova Caledonia. Quando dovettero andarsene, c’era già una congregazione solida

[Immagine a pagina 473]

Fuaiupolu Pele, nelle Samoa Occidentali, da giovane decise di diventare testimone di Geova e subì forti pressioni da parte della famiglia e della comunità

[Immagine a pagina 474]

Quando Shem Irofa’alu e i suoi colleghi si convinsero che quello che insegnavano i testimoni di Geova era proprio la verità, le chiese di 28 villaggi delle Isole Salomone furono trasformate in Sale del Regno

[Immagini a pagina 476]

All’inizio degli anni ’50, per predicare in Etiopia, i Testimoni dovettero aprire una missione e insegnare materie scolastiche

[Immagine a pagina 478]

Quando rischiava di dover lasciare il paese, Gabriel Paterson (nella foto) fu rassicurato da un alto funzionario: ‘La verità è come un fiume possente; sbarratelo con una diga e strariperà’

[Immagini a pagina 479]

Nel 1970 a un’assemblea in Nigeria furono immersi 3.775 nuovi Testimoni; ci si assicurò che ciascuno fosse veramente idoneo

[Immagini a pagina 481]

Film (proiettati in Africa e in tutto il mondo) hanno dato un’idea delle dimensioni della visibile organizzazione di Geova

[Immagine a pagina 482]

João Mancoca (qui con la moglie Mary) ha servito fedelmente Geova per decenni in condizioni estremamente difficili

[Immagine a pagina 483]

Nel 1961 Ernest Heuse junior poté entrare con la famiglia nel Congo Belga per provvedere istruzione spirituale a quanti volevano veramente servire Geova

[Immagini a pagina 485]

Benché fosse battezzata solo da un anno e sapesse che nel Kenya non c’erano altri Testimoni, Mary Whittington si accinse ad aiutare altri a conoscere la verità

[Immagine a pagina 487]

Mary Nisbet (al centro) con a fianco i figli Robert e George, che negli anni ’30 servirono come pionieri nell’Africa orientale, e (dietro) il figlio William con la moglie Muriel, che prestarono servizio nell’Africa orientale dal 1956 al 1973

[Immagini a pagina 488]

A un’assemblea tenuta nel 1945 nelle Filippine fu spiegato come insegnare mediante studi biblici a domicilio

[Immagini a pagina 490]

Don e Mabel Haslett, i primi missionari arrivati in Giappone dopo la guerra, danno testimonianza per la strada

[Immagine a pagina 491]

Lloyd Barry (seduto) servì per 25 anni in Giappone, come missionario e poi come sorvegliante di filiale

[Immagine a pagina 491]

Don ed Earlene Steele, i primi di numerosi missionari che hanno servito nella Repubblica di Corea

[Immagine a pagina 492]

Negli anni passati, in Irlanda, la folla talvolta inseguiva Fred Metcalfe quando cercava di predicare con la Bibbia; ma poi la gente si soffermò ad ascoltare e migliaia di irlandesi diventarono testimoni di Geova

[Immagine a pagina 493]

In Italia, nonostante l’opposizione clericale, migliaia di persone affluivano alle assemblee dei Testimoni, qui a Roma nel 1969

[Immagine a pagina 494]

Quando l’opera era vietata, spesso le adunanze di congregazione si tenevano in campagna, sotto forma di picnic, come qui in Portogallo

[Immagini a pagina 495]

I Testimoni in prigione a Cadice, in Spagna, continuarono a predicare scrivendo lettere

[Immagini a pagina 496]

Grandi assemblee permisero al pubblico di vedere e sentire da sé che genere di persone sono i testimoni di Geova

Parigi, 1955

Norimberga, 1955

[Immagini a pagina 498]

Nel Lussemburgo, per portare la buona notizia a tutti, i testimoni di Geova hanno dovuto usare pubblicazioni in almeno cento lingue