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Cosa posso fare per non soffrire di solitudine?

Cosa posso fare per non soffrire di solitudine?

Capitolo 14

Cosa posso fare per non soffrire di solitudine?

È sabato sera. Il ragazzo è solo, seduto in camera sua.

“Odio il fine settimana!”, grida. Ma nella stanza non c’è nessuno per rispondergli. Prende in mano una rivista e vede la foto di un gruppo di giovani sulla spiaggia. Lancia la rivista contro la parete. Gli occhi gli si riempiono di lacrime. Si morde un labbro, ma fa fatica a trattenerle. A un certo punto non ce la fa più, si getta sul letto singhiozzando: “Perché mi escludono sempre?”

TI CAPITA a volte di sentirti proprio così, tagliato fuori dal mondo, solo, inutile e vuoto? Se sì, non disperare: benché infatti sentirsi soli non sia piacevole, di solitudine non si muore. Detto in parole povere, il senso di solitudine è un segnale d’allarme. La fame ti avverte che hai bisogno di mangiare. Il senso di solitudine ti avverte che hai bisogno di compagnia, di intimità. Abbiamo bisogno di mangiare per star bene. Allo stesso modo, abbiamo bisogno di compagnia per essere contenti.

Hai mai osservato un mucchio di braci? Se da esso togli un tizzone, questo, essendo isolato, pian piano si raffredda e smette di ardere. Ma se lo rimetti nel mucchio, si riaccende! Così pure noi uomini, se restiamo isolati, per un bel po’ non ‘ardiamo’ più, siamo “spenti”. Il bisogno di compagnia è insito in noi.

Solo, ma non triste

Il saggista Henry David Thoreau ha scritto: “Non ho mai trovato il compagno che mi facesse così buona compagnia come la solitudine”. (Dizionario di citazioni, a cura di Elena Spagnol, Feltrinelli, 1971, p. 776) Sei d’accordo? “Sì”, dice Bill, che ha 20 anni. “A me piace la natura. A volte salgo sulla mia barchetta e mi spingo in mezzo a un lago. Me ne sto seduto lì per ore, tutto solo. Questo mi dà il tempo di riflettere su come sto impiegando la mia vita. È davvero magnifico”. Il 21enne Stefano è d’accordo. “Abito in un grande palazzo”, dice, “e a volte me ne vado sul terrazzo in cima all’edificio unicamente per stare solo. Medito un po’ e prego. Mi sento ristorato”.

Sì, se usati bene, i momenti di solitudine possono darci profonda soddisfazione. Anche a Gesù piacevano quei momenti: “La mattina di buon’ora, mentre era ancora buio, [Gesù] si alzò e, uscito fuori, si recò in un luogo solitario, e là pregava”. (Marco 1:35) Ricorda, Geova non disse: ‘Non è bene che l’uomo sia momentaneamente solo’. Dio disse invece che non era bene che l’uomo ‘stesse [o rimanesse] solo’. (Genesi 2:18-23) Sono dunque i lunghi periodi di isolamento che possono far soffrire di solitudine. La Bibbia avverte: “Chi si isola cercherà la sua propria brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza”. — Proverbi 18:1.

Solitudine temporanea

A volte la solitudine ci è imposta da circostanze indipendenti dalla nostra volontà, come quando si è lontani dagli amici più cari a causa di un trasferimento. Stefano spiega: “Dove abitavo prima avevo un amico, Giacomo, ed eravamo più affiatati che se fossimo stati fratelli. Quando mi sono trasferito, sapevo che avrei sentito la sua mancanza”. Stefano fa una pausa, come se rivivesse il momento del distacco. “Giunta l’ora di salire sull’aereo, mi è venuto un nodo alla gola. Ci siamo abbracciati e sono partito. Ho sentito di aver perso qualcosa di prezioso”.

Come se l’è cavata Stefano nel nuovo ambiente? “È stata dura”, dice. “Dove abitavo prima gli amici mi volevano bene, ma qui alcuni compagni di lavoro mi hanno fatto sentire un buono a nulla. Ricordo che guardavo l’orologio e calcolavo quattro ore indietro (la differenza di fuso orario) pensando a ciò che Giacomo ed io avremmo potuto fare in quel momento. Mi sentivo solo”.

Spesso, quando le cose non vanno bene, ripensiamo con nostalgia ai bei tempi passati. La Bibbia però consiglia: “Non dire: ‘Perché è avvenuto che i giorni precedenti sono stati migliori di questi?’” (Ecclesiaste 7:10) Come mai dà questo consiglio?

Una ragione è che le circostanze possono cambiare in meglio. È per questo che spesso i ricercatori parlano di “solitudine temporanea”. Stefano infatti è riuscito a superare i suoi momenti di solitudine. Come? “Mi è stato utile parlare dei miei sentimenti con qualcuno che mi vuol bene. Non si può vivere nel passato. Mi sono imposto di conoscere altri, di interessarmi di loro. Ha funzionato, perché ho trovato nuovi amici”. E che dire di Giacomo? ‘Mi sbagliavo. Il fatto che mi sia trasferito non ha posto fine alla nostra amicizia. L’altro giorno gli ho telefonato. Abbiamo parlato e parlato per un’ora e un quarto’.

Solitudine cronica

A volte, però, la tormentosa sofferenza dovuta alla solitudine persiste, e sembra non debba mai passare. Ronny, un liceale, dice: “Sono otto anni che frequento la scuola in questo quartiere, ma in tutto questo tempo non sono mai riuscito a farmi un amico! . . . Nessuno sa come mi sento e nessuno se ne interessa. A volte penso di non farcela più!”

Molti adolescenti, come Ronny, soffrono di quella che si suol definire solitudine cronica. È qualcosa di più serio che sentirsi temporaneamente soli. Anzi, come dicono gli esperti, si tratta di due tipi di solitudine tanto “diversi quanto il raffreddore e la polmonite”. Ma come si può curare la polmonite, è possibile anche sconfiggere la solitudine cronica. La prima cosa da fare è comprenderne la causa. (Proverbi 1:5) E la 16enne Rhonda individua con precisione la causa più comune della solitudine cronica dicendo: “Penso che il motivo per cui mi sento tanto sola sia che . . . be’, ecco, non si possono avere amici se non si ha una buona opinione di sé. E io non credo di essere molto contenta di me stessa”. — Lonely in America.

La solitudine di Rhonda viene dal di dentro. Il suo scarso amor proprio crea una barriera che le impedisce di aprirsi e di stringere amicizie. Un esperto dice: “Pensieri tipo ‘sono brutta’, ‘non sono interessante’, ‘non valgo niente’, sono ricorrenti tra coloro che soffrono di solitudine cronica”. Forse nel tuo caso il segreto per non sentirti solo sta dunque nel migliorare il concetto che hai di te stesso. (Vedi il Capitolo 12). Mentre coltivi quella che la Bibbia chiama la “nuova personalità”, caratterizzata da benignità, modestia di mente e mitezza, accrescerai senz’altro il rispetto di te stesso. — Colossesi 3:9-12.

E poi, man mano che imparerai ad apprezzarti di più, gli altri si sentiranno attratti dalle tue piacevoli qualità. Tuttavia, proprio come si possono ammirare tutti i colori di un fiore solo dopo che si è dischiuso, così gli altri possono apprezzare pienamente le tue qualità solo se ti apri con loro.

Come rompere il ghiaccio

‘Il miglior suggerimento che si possa dare a chi si sente solo’, dice una recente pubblicazione dell’Istituto Nazionale di Igiene Mentale (USA), è di ‘interessarsi degli altri’. Questo suggerimento è in armonia con il consiglio biblico di ‘allargarsi’ e di immedesimarsi nei “sentimenti” altrui, ovvero mostrare empatia. (2 Corinti 6:11-13; 1 Pietro 3:8) È davvero efficace. Interessandoti degli altri non solo tu distogli la mente dalla tua solitudine, ma gli altri a loro volta si sentiranno spinti a interessarsi di te.

La 19enne Natalie ha perciò deciso di non starsene con le mani in mano ad aspettare che gli altri la salutino. ‘Devo essere amichevole anch’io’, dice. ‘Altrimenti gli altri penseranno che io sia superba’. Allora, comincia con un sorriso. Può darsi che l’altra persona contraccambi.

Poi, inizia la conversazione. Lillian, che ha 15 anni, ammette: “Avvicinare quelli che non conoscevo mi intimoriva. Avevo paura che mi avrebbero respinta”. Come fa Lillian a intavolare il discorso? “Faccio delle domande semplici”, spiega, “tipo: ‘Da dove vieni?’ ‘Conosci il tal dei tali?’ Forse abbiamo un conoscente in comune, e dopo non molto la conversazione è avviata”. Anche gesti gentili e uno spirito generoso ti permetteranno di stringere amicizie preziose. — Proverbi 11:25.

Ricorda inoltre che puoi avere un amico che non ti deluderà mai. Gesù Cristo disse ai suoi discepoli: “Io non sono solo, perché il Padre è con me”. (Giovanni 16:32) Geova può diventare il migliore amico anche per te. Impara a conoscere la sua personalità leggendo la Bibbia e osservando la sua creazione. Rafforza la tua amicizia con lui per mezzo della preghiera. In definitiva, l’amicizia con Geova Dio è il miglior rimedio alla solitudine.

Se ti senti ancora solo di tanto in tanto, non preoccuparti. È perfettamente normale. Che dire, però, se l’eccessiva timidezza ti impedisce di stringere amicizie e di stare con gli altri?

Domande per la trattazione

□ È necessariamente una brutta cosa essere soli? La solitudine presenta dei vantaggi?

□ Perché generalmente la solitudine è temporanea? Lo hai constatato di persona?

□ Cos’è la solitudine cronica, e come puoi combatterla?

□ Quali sono alcuni modi per ‘rompere il ghiaccio’ quando sei con altri? Quale hai trovato efficace nel tuo caso?

[Testo in evidenza a pagina 119]

‘Il miglior suggerimento che si possa dare a chi si sente solo’, dice l’Istituto Nazionale di Igiene Mentale (USA), è di ‘interessarsi degli altri’

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Si possono mantenere i contatti con gli amici anche se abitano molto distante

[Immagine a pagina 118]

Certi momenti di solitudine possono essere piacevoli