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“Ecco lo Sposo!”

“Ecco lo Sposo!”

Capitolo XI

“Ecco lo Sposo!”

1. Durante questo sonno di durata indefinita delle “dieci vergini” da parte di chi ci sarebbe stata emozione, e specialmente dopo quale risveglio religioso?

DURANTE quel sonno indefinitamente lungo predetto nella parabola di Gesù, dovette esserci qualche emozione da parte delle simboliche “vergini”, specialmente da parte delle vergini “discrete” che avevano portato nei loro ricettacoli una straordinaria provvista d’olio. Questo avvenne in particolar modo dopo che c’era stato un risveglio religioso all’inizio del sedicesimo secolo E.V. e in Europa s’era compiuto uno strenuo sforzo per tornare alle ispirate Sacre Scritture come l’unico libro di verità divina, la vera guida ispirata per i seguaci di Cristo lo Sposo. La promessa di Cristo di venire di nuovo fece notevole impressione ai sinceri lettori e studenti della Bibbia. Essi videro che questa seconda venuta sarebbe stata premillenaria, vale a dire anteriore all’inizio del Millennio promesso, essendo questo il millennio in cui Satana dovrà esser legato e imprigionato nella “fossa senza fondo” o “abisso”.

2. Come il teologo luterano J. A. Bengel ebbe una parte in tali emozioni religiose?

2 Per esempio, nella prima metà del diciottesimo secolo sorse un teologo luterano chiamato Johann Albrecht Bengel, che nacque a Winnenden di Wuerttemberg, in Germania, nel 1687 e morì nel 1752 E.V. Egli scrisse un certo numero di libri sulle Sacre Scritture. L’Encyclopædia Britannica (undicesima edizione) riguardo a essi dice:

I più importanti sono: Ordo Temporum [Ordine dei tempi], un trattato sulla cronologia della Scrittura, in cui fa considerazioni riguardo alla fine del mondo, e un’Esposizione dell’Apocalisse che un tempo ebbe in Germania grande popolarità, e fu tradotta in diverse lingue. — Volume 3, pagina 737.

La Cyclopædia di M’Clintock e Strong dice di Bengel:

Le sue opere cronologiche, che cercano di fissare il “numero della bestia”, la data del “millennio” (egli fu positivo nel fissare il principio del millennio nell’anno 1836), ecc., hanno piuttosto sminuito la sua reputazione in quanto alla solidità del giudizio. — Volume 1, pagine 749, 750.

3. (a) Perché non risultò che quei pubblicati scritti di Bengel fossero il grido di mezzanotte riguardo allo Sposo? (b) Come vennero altre emozioni con William Miller di Pittsfield, nel Massachusetts?

3 Comunque, non risultò che gli scritti di Bengel pubblicati nella prima metà del diciottesimo secolo fossero il grido di mezzanotte: “Ecco lo sposo! Uscitegli incontro”. “Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Matteo 25:6, Traduzione del Nuovo Mondo; Versione di Fulvio Nardoni) Quelli che seguirono le pubblicazioni di Bengel e vi conformarono le loro azioni non incontrarono nell’anno 1836 lo Sposo celeste a un Suo visibile ritorno nella carne. Con l’andar del tempo ci furono fra quei cristiani che professavano d’essere della classe della “casta vergine” altre emozioni, in particolare quella relativa a un uomo che nacque l’anno 1781 a Pittsfield del Massachusetts, negli U.S.A. Quest’uomo fu William Miller, che divenne il fondatore dei cosiddetti Milleriani o Avventisti. La Cyclopædia di M’Clintock e Strong, Volume 6, pagina 271, dice:

Verso il 1833, quando risiedeva a Low Hampton, in New York, egli cominciò la sua carriera come apostolo della nuova dottrina, la quale insegnava che il mondo sarebbe giunto alla fine nel 1843. L’argomento principale su cui poggiava la sua convinzione era quello relativo al termine dei 2300 giorni di Daniele 8:14, che egli considerava come anni. Quindi prendendo in esame le settanta settimane di Daniele 9:24, come la chiave per la data dei 2300 giorni del capitolo precedente, e datando i periodi a.C. dal 457, quando Artaserse, re di Persia, mandò Esdra dalla sua cattività, per restaurare a Gerusalemme il governo giudaico (Esdra 7), e ponendo la fine delle settanta settimane, come fanno in genere i commentatori, nel 33 d.C., con la crocifissione di Cristo, egli trovò che il rimanente dei 2300 giorni, che era 1810, sarebbe terminato nel 1843. Per dieci anni si attenne a questo concetto, e riuscì a radunare un gran numero di seguaci, che si dice giungessero a cinquantamila, i quali attendevano, con credula aspettazione, il giorno fissato. Essendo stato comunque riscontrato che il risultato era contrario all’insegnamento del loro apostolo, gli Avventisti, come a volte sono chiamati, abbandonarono gradualmente Miller. Egli morì a Low Hampton, contea di Washington, in New York, il 20 dicembre 1849.

4. (a) In che modo non risultò che il movimento di Miller fosse il grido di mezzanotte? (b) Trent’anni dopo, che cosa scoprì sulla seconda venuta di Cristo un gruppo indipendente di studenti biblici?

4 È dunque evidente che il lancio del movimento milleriano non risultò che fosse il grido di mezzanotte: “Ecco lo sposo!” Lo Sposo celeste non comparve visibilmente nella carne a quegli avventisti e non li rapì alla loro desiderata dimora celeste, nel 1843. Eppure lo studio biblico continuò. Trent’anni dopo ci fu un piccolo gruppo di uomini non associati con gli avventisti o non affiliati a qualche setta religiosa della cristianità, che studiava le Sacre Scritture a Pittsburgh (Allegheny) di Pennsylvania, negli U.S.A. Essi studiavano indipendentemente per evitar di considerare la Bibbia attraverso gli occhiali settari. Fra questi uomini era un certo Charles Taze Russell, che aveva appena superato i vent’anni. Erano, naturalmente, molto interessati alla seconda venuta dello Sposo celeste, Gesù Cristo. Comunque, i loro studi biblici fecero loro scoprire che il ritorno di Cristo sarebbe stato invisibile, non visibile nella carne come uomo materializzato, ma invisibile nello spirito, in quanto non era più carne e sangue. Il suo arrivo sarebbe stato perciò invisibile agli uomini e questo arrivo avrebbe dato inizio alla sua invisibile presenza o parusia. Ma sarebbe stato reso manifesto dalle prove.

“SETTE TEMPI”: “I TEMPI DEI GENTILI”

5. Nel corso dei loro studi, quale periodo di tempo menzionato da Gesù considerarono, e, nel 1876, che cosa aveva pubblicato Russell sulla fine di quel periodo?

5 Nel corso dei loro studi biblici, questi studenti ricercatori intrapresero una considerazione dei “tempi dei Gentili”, dei quali Gesù parla in Luca 21:24 (Con), e misero quei tempi dei Gentili in relazione con i “sette tempi” menzionati quattro volte in Daniele, capitolo quattro, versetti 16, 23, 25, 32. Cosa determinarono quegli studenti biblici che fosse la data in cui sarebbero legalmente terminati dinanzi a Dio tali “sette tempi” di dominio gentile? Ebbene, in quel tempo c’era una rivista mensile ch’era pubblicata a Brooklyn, New York, da un certo George Storrs ed era chiamata “Bible Examiner”. Nell’anno 1876 il ventiquattrenne Russell apportò il suo contributo al soggetto di questa rivista. Fu pubblicato nel Volume XXI, Numero 1, che fu l’edizione dell’ottobre 1876. Alle pagine 27 e 28 di quell’edizione, l’articolo di Russell fu stampato col titolo “Tempi dei Gentili: Quando finiscono?” In quell’articolo (pagina 27) Russell disse: “I sette tempi finiranno nel 1914 d.C.”

6. (a) Nel 1877, Russell si unì nella pubblicazione di quale libro, e che cosa diceva esso sulla fine dei Tempi dei Gentili? (b) La cronologia allora seguita quando faceva finire i seimila anni di esistenza dell’uomo, ma in quale anno si calcolava che cominciasse il settimo millennio?

6 L’anno dopo (1877) Russell si unì a Nelson H. Barbour, di Rochester, New York, pubblicando un libro intitolato “Tre mondi, e la mietitura di questo mondo”. In questo libro si esponeva che la fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 sarebbe stata preceduta da un periodo di quarant’anni contrassegnato dall’inizio d’una mietitura di tre anni e mezzo, a cominciare dal 1874 E.V. Si comprendeva che questa mietitura sarebbe avvenuta sotto l’invisibile direttiva del Signore Gesù Cristo, la cui presenza o parusia cominciò nell’anno 1874. Poco dopo si capì che era il principio del grande Giubileo antitipico per il genere umano, che era stato prefigurato dalle antiche osservanze dei ‘giubilei’ giudaici sotto la legge di Mosè. (Levitico, capitolo venticinque) Secondo la cronologia biblica che fu in seguito adottata, i seimila anni di esistenza dell’uomo sulla terra finivano nell’anno 1872 ma il Signore Gesù non venne alla fine di quei sei millenni di esistenza umana, anzi, all’inizio dell’antitipico Giubileo nell’ottobre del 1874. Si calcolò che l’anno 1874 fosse la fine dei sei millenni di peccato fra il genere umano. Si comprese che da quest’ultima data il genere umano fosse nel settimo millennio. — Rivelazione 20:4.

7. (a) Perché la rivista religiosa di Russell quando fu pubblicata nel 1879 includeva nel suo titolo “e Araldo della presenza di Cristo”? (b) Che cosa doveva accadere quando quella “presenza” fosse giunta alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914?

7 Da questa comprensione degli avvenimenti, la classe della “casta vergine” cominciò ad andare incontro allo Sposo celeste nell’anno 1874, giacché credevano che egli fosse arrivato quell’anno e che da allora in poi sarebbe stato invisibilmente presente. Ritennero di vivere già all’invisibile presenza dello Sposo. A causa di questo fatto, quando Charles T. Russell cominciò a pubblicare nel luglio 1879 la sua propria rivista religiosa, la stampò col titolo “Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo”. Egli aveva già buona conoscenza dell’Emphatic Diaglott di Wilson, che in Matteo 24:3 e altrove traduceva la parola greca pa·rou·siʹa come “presenza”, non “venuta”. La nuova rivista annunciava la presenza invisibile di Cristo come iniziata nel 1874. Questa presenza doveva continuare sino alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, quando le nazioni gentili sarebbero state distrutte e il rimanente della classe della “casta vergine” sarebbe stato glorificato con il loro sposo in cielo mediante la morte e la resurrezione alla vita in spirito. Così la classe raffigurata dalle cinque vergini sagge sarebbe entrata per la porta alla festa nuziale.

8. (a) Il rimanente della classe della “casta vergine” che cosa attendeva con intenso interesse, e perché? (b) La mattina di quel giorno, che cosa annunciò Russell al personale della sede principale dei lavoratori di Brooklyn, in New York?

8 Mentre passavano gli anni e si avvicinava il tempo, il rimanente della classe della “casta vergine” attendeva con intenso interesse quella data critica del 1° ottobre 1914. Questi erano una classe di cristiani separati da questo sordido mondo e pienamente “consacrati” a Dio per mezzo di Cristo, e avevano simboleggiato la loro “consacrazione” a Dio con l’immersione in acqua. Cercavano di far risplendere la loro luce mentre s’avvicinavano al tempo in cui attendevano d’incontrare il loro Sposo nei cieli. Infine arrivò il giorno 1° ottobre 1914, e la mattina di quel giorno Charles T. Russell in qualità di presidente della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati annunciò al personale della sede principale dei lavoratori di Brooklyn, New York: “I Tempi dei Gentili sono finiti e i loro re hanno avuto il loro giorno”.

9. Comunque, quando morì lo stesso Russell, e quale conclusione se ne deve trarre?

9 Comunque, con quella fine dei Tempi dei Gentili non venne anche l’attesa glorificazione del rimanente della chiesa nei cieli. Piuttosto, il 31 ottobre 1916 Russell stesso morì lasciando la presidenza della Società a un altro. Qualche cosa doveva essere stato calcolato male.

10. (a) Che cosa si vide delineare il 1° ottobre 1914 per il rimanente della classe della “casta vergine” sulla terra? (b) Quando la persecuzione giunse al culmine, e quale lettera mostra il vivo desiderio del cuore d’unirsi allo Sposo celeste?

10 Invece di vedere la glorificazione della chiesa cristiana in cielo, la data del 1° ottobre 1914 vide delinearsi per quelli che desideravano incontrare lo Sposo celeste grandi difficoltà. Mentre gli anni della prima guerra mondiale si trascinavano in maniera orrenda giunse al culmine la persecuzione che continuava a riversarsi sulla classe della “casta vergine”. Questo avvenne nell’estate del 1918, quando il nuovo presidente della Società Torre di Guardia, Joseph F. Rutherford, e il suo segretario tesoriere, W. E. Van Amburgh, e sei altri uomini cristiani che avevano relazione con il personale della sede principale di Brooklyn, New York, furono ingiustamente dichiarati colpevoli da una corte federale e messi in prigione nel penitenziario federale di Atlanta, in Georgia. Dalla sua cella, il presidente Rutherford indirizzò una lettera ai suoi conservi cristiani che subivano persecuzione fuori delle sbarre e delle mura della prigione. Una parte di questa lettera fu stampata nella quarta pagina del programma del congresso di quattro giorni dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici, che si tenne a Milwaukee, nel Wisconsin, dal 30 agosto al 2 settembre 1918. * Questa lettera rivelava il vivo desiderio del cuore della classe della “casta vergine” d’unirsi presto allo Sposo nei cieli, specialmente in queste righe che da essa citiamo:

ALL’ISRAELE DI DIO

“Caramente diletti in Cristo,

“La vita della prigione sembra strana; eppure ci occupiamo di ogni cosa con gioia, poiché guardiamo ogni cosa da un punto di vista celeste. Veramente ora possiamo cantare:

‘Svanisce, svanisce ogni gioia terrestre,

Gesù è mio!’

“Infatti, ora non ci sono gioie terrestri; ma con gioiosa aspettazione attendiamo d’essere accolti nella nostra dimora. . . . Spesso ci sentiamo combattuti da due desideri, se preferir di dipartirci o desiderar di venire a servirvi per un tempo prima di andare alla nostra dimora. Sia fatta la sua volontà! Sono sicuro che tutti questi avvenimenti fanno maturare la chiesa in preparazione del radunamento finale. Le lettere da cari conservi di altri luoghi mostrano quanto dolcemente cedano al fuoco che consuma il sacrificio. . . .

“. . . Fate tutto il possibile per incoraggiare le care pecore del gregge. Confortatele con le dolci promesse d’una prossima e gloriosa venuta alla nostra dimora. Non vi ho mai amati tutti quanto ora. Come sarà dolce radunarci intorno al trono del Padre nostro e rallegrarci d’indicibile gioia in sempiterno! . . .

“Ringrazio il nostro caro Padre perché è stato così buono da mandarmi sette fratelli, affinché abbiamo questi privilegi insieme. . . .

Sappiate per certo che vi amiamo tutti grandemente. La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi.

“Vostro fratello e servitore per Sua grazia

“J. F. RUTHERFORD”.

11. (a) Durante quella persecuzione che cosa il rimanente della classe della “casta vergine” non comprese riguardo al 1874? (b) Quanto tempo trascorsero nel penitenziario i rappresentanti della Società, e che cosa ebbe inizio al loro rilascio?

11 In tutti questi difficili avvenimenti fra le tenebre della prima guerra mondiale, il sofferente rimanente della classe della “casta vergine” non comprese che l’anno 1874, allora passato da oltre quarant’anni, non era stato il tempo del ritorno dello Sposo e il tempo dell’annuncio: “Ecco lo sposo! Uscitegli incontro”. Il tempo del grido di mezzanotte era ancora futuro, ma prossimo. Il tempo trascorso in prigione dal presidente Rutherford non risultò di vent’anni, conforme alla sentenza imposta dalla corte il 21 giugno 1918, ma fu di soli nove mesi. Il 25 marzo 1919 egli e i suoi sette compagni furono liberati dal Penitenziario di Atlanta e tornarono a Brooklyn, New York, dove, il 26 marzo, furon tutti messi in libertà provvisoria dietro pagamento di una cauzione e fu loro concesso di fare appello. Furono di nuovo liberi per intraprendere l’opera del dopoguerra con tutti gli altri membri del rimanente della classe della “casta vergine”. Questo rimanente non era stato radunato presso il trono del loro Padre celeste lungi dalle crescenti tenebre di questo mondo malvagio. Aveva inizio sulla terra un nuovo periodo di servizio cristiano!

12. Quale parte della parabola di Gesù relativa alle “dieci vergini” quindi constatarono?

12 Fu in questa situazione critica che constatarono ciò ch’era stato preannunciato dallo Sposo celeste nella sua parabola delle “dieci vergini”, con queste parole: “Proprio nel mezzo della notte sorse un grido: ‘Ecco lo sposo! Uscitegli incontro’. Allora tutte quelle vergini si alzarono e misero in ordine le loro lampade”. — Matteo 25:6, 7.

13, 14. (a) Nella parabola, da chi fu annunciata la presenza dello sposo, e come si adempì questo? (b) Dal 1914, quale prova ci fu per mostrare che lo Sposo celeste era realmente presente?

13 Nella parabola l’annuncio che c’era lo sposo non fu fatto dalle “dieci vergini”. Fu fatto evidentemente dai servitori dello sposo. Le vergini semplicemente udirono il grido. Similmente, nell’anno 1919 E.V., il fatto dell’invisibile presenza dello Sposo celeste fu impresso in tutti quelli che asserivano d’essere come le vergini in attesa dello Sposo che veniva per condurli alla spirituale festa nuziale entro la dimora del Padre suo.

14 Quindi, l’anno 1919 risultò un anno stimolante per tutte le professanti “vergini”, sia per quelle stolte che per quelle discrete. La prima guerra mondiale era finita, e la Lega delle Nazioni fu promossa come organizzazione internazionale per la pace e la sicurezza del mondo. Dallo scoppio di quella guerra mondiale nel 1914 si era adempiuto un sufficiente numero di aspetti della profezia di Gesù relativa alla sua parusia e al termine del sistema di cose, formando un “segno” composito secondo cui Gesù Cristo era davvero venuto nel suo regno celeste alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914. Così il promesso regno messianico di Dio si era stabilito nei cieli. La storia del mondo e la storia della Chiesa ora provarono realmente che Cristo era presente!

MESSE IN ORDINE LE LORO “LAMPADE”

15. (a) Ora quale sottotitolo la rivista Torre di Guardia poteva correttamente portare? (b) Da quale annuncio nel numero del 15 aprile 1919 furono stimolati in tutto il mondo i lettori de La Torre di Guardia?

15 Ora finalmente la rivista Torre di Guardia poteva giustamente portare il sottotitolo “e Araldo della presenza di Cristo”. Gli otto studenti biblici cristiani rilasciati in marzo dal penitenziario federale ebbero il privilegio di assistere alla celebrazione annuale della Cena del Signore, la domenica sera 13 aprile 1919, e, secondo un rapporto incompleto del totale dei presenti pubblicato ne La Torre di Guardia del 15 maggio, alla pagina 151, ci furono oltre 17.961 che la celebrarono. Le pagine 117 e 118 del numero de La Torre di Guardia del 15 aprile 1919 annunciarono il rilascio dietro cauzione di $10.000 ciascuno degli otto uomini accusati falsamente e la grande accoglienza che fu fatta loro nella casa Betel di Brooklyn da centinaia di conservi cristiani. Questo annuncio, pubblicato in tutto il mondo, ebbe uno stimolante effetto sui lettori de La Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo.

16. (a) Secondo Isaia 60:2, per che cosa era quindi tempo? (b) Come fu rafforzato il coraggio dei “consacrati” studenti biblici, e quale raduno internazionale si tenne?

16 Ora non era il tempo di sonnecchiare e dormire spiritualmente. Era il tempo d’agire in cui, come preannunciò Isaia 60:2, “le tenebre stesse copriranno la terra, e fitta oscurità i gruppi nazionali; ma su di te rifulgerà Geova, e la sua propria gloria si vedrà su di te”. La situazione mondiale richiedeva da parte di tutti i “consacrati” studenti biblici una coraggiosa azione. Non si perse tempo a rafforzare il coraggio cristiano di quelli che avevano atteso lo Sposo, poiché, nei numeri de La Torre di Guardia del 1° e del 15 agosto 1919, furono pubblicati due articoli sul tema “Benedetti gli intrepidi”, insieme agli annunci delle disposizioni per un “Congresso generale: Cedar Point, lago Erie”, per otto giorni, 1-8 settembre, e in proporzioni internazionali. Scuotendosi vigorosamente nella libertà dal sonno spirituale, migliaia di “consacrati” del popolo di Dio affluirono nel luogo del congresso, intorno a 6.000, in particolare da Canada e Stati Uniti, assistendo alle sessioni quotidiane. Quello stimolante congresso fu un’occasione perché i “consacrati” rinnovassero la loro risoluzione d’essere completamente desti e attivi nel servizio di Dio che stava loro dinanzi.

17, 18. (a) Il “Giorno dei collaboratori” in quel Congresso Generale, che cosa fu annunciato che si sarebbe pubblicato, e con quale prospettiva? (b) In che modo le istruzioni su come procedere nell’opera furono incoraggianti, e furono gli avvenimenti di quel giorno di congresso semplicemente d’interesse passeggero?

17 Enorme entusiasmo fu suscitato il “Giorno dei collaboratori”, venerdì 5 settembre, quando il presidente J. F. Rutherford annunciò la pubblicazione, dal 1° ottobre 1919 in poi, di una nuova rivista che sarebbe stata intitolata “L’Età d’Oro”. Questa doveva essere la compagna della rivista Torre di Guardia per la proclamazione della buona notizia del messianico regno di Dio, e il “consacrato” popolo di Dio fu incoraggiato a prendere parte all’opera di ottenere a essa abbonamenti, in attesa che la tiratura raggiungesse i 4.000.000 di copie per edizione. In seguito, ulteriori istruzioni sul modo di compiere quest’opera di pubblicità mondiale comparvero nell’articolo di due pagine e mezza intitolato “Annunciate il Regno”, alle pagine 279-281, de La Torre di Guardia del 15 settembre 1919.

18 Quale rafforzante chiamata fu per tutti i lettori la dichiarazione del terzultimo paragrafo di questo articolo: “Intraprendila presto. Mentre compi quest’opera ricorda che non fai semplicemente il rappresentante di una rivista, ma sei un ambasciatore del Re dei re e Signore dei signori, che in questa dignitosa maniera annunci al popolo la venuta dell’Età d’Oro, il glorioso regno del nostro Signore e Maestro, per cui i veri cristiani hanno sperato e pregato da molti secoli”! A tale invito di partecipare a questo nuovo aspetto dell’opera del Regno ci fu una reazione istantanea, e oggi, più di cinquantatré anni dopo, quella stessa rivista che ora si chiama “Svegliatevi!” ha una tiratura di 7.500.000 copie per edizione. Per certo la presenza di quei 6.000 “consacrati” cristiani lì a Cedar Point, nell’Ohio, e l’accoglienza che fecero il venerdì 5 settembre 1919 all’annuncio della rivista L’Età d’Oro non furono affatto cose d’interesse passeggero, che non avessero alcuna conseguenza nella storia della classe della “casta vergine” di Dio in questo vero tempo della parusia di Cristo. Quella classe delle vergini non si è di nuovo addormentata!

19. Onde le lampade fossero messe in ordine si richiese quale azione, e perché questo causò una divisione fra le vergini?

19 Questo fu invero il tempo in cui “tutte quelle vergini si alzarono e misero in ordine le loro lampade”. (Matteo 25:7) Nella parabola, ciò richiese che le vergini riempissero d’olio le loro lampade, poiché le loro lampade stavano per “estinguersi”. Ma, ahimè! le vergini stolte si accorsero di non poter riempire immediatamente le proprie lampade; esse non avevano portato con sé ricettacoli pieni d’olio, mentre le vergini discrete se n’erano munite. Questo causò fra le vergini una divisione. Perché? Matteo 25:8, 9 lo spiega, dicendo: “Le stolte dissero alle discrete: ‘Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade stanno per estinguersi’. Le discrete risposero con le parole: ‘Forse non ce n’è abbastanza per noi e per voi. Andate invece da quelli che lo vendono e compratevene’”.

20. Fu egoistico da parte delle vergini discrete rifiutarsi di condividere il proprio olio con quelle stolte, e quale fu la decisione di quelle discrete?

20 Possiamo immaginare quale difficoltà incontrarono quelle vergini stolte, andando in quell’ora della notte a cercar di trovare un negozio aperto o venditori d’olio che le accontentassero dando loro l’olio necessario. Or bene, non fu egoistico da parte delle vergini discrete non condividere la loro provvista con le vergini indiscrete? No! poiché se avessero fatto questo, nessuna delle dieci vergini sarebbe giunta alla porta della casa dello sposo e sarebbe entrata alla festa nuziale. La provvista divisa fra tutt’e dieci si sarebbe esaurita prima di giungervi. Le vergini discrete mostrarono di sentirsi obbligate a giungervi portando una provvista d’olio d’emergenza. Questo mostrò, inoltre, che eran tutte decise a giungervi, e ora queste vergini discrete non si lasciavano frustrare venendo meno nel buon proposito di onorare lo sposo. Per di più, a disposizione delle vergini stolte c’era ancora olio proveniente da altre fonti senza che ostacolassero o mettessero in pericolo il successo delle vergini discrete.

21. Che cosa questo non significa circa il modo in cui la classe delle vergini “discrete” tratterebbe chi desiderasse studiare la Bibbia e imparare riguardo allo Sposo?

21 Come avviene questo nell’adempimento della parabola in questo tempo della parusia o presenza dello Sposo celeste? Significa forse che, se qualcuno sincero avendo udito parlare dell’invisibile presenza del Signore Gesù Cristo desiderasse studiare la Bibbia con la classe delle vergini “discrete” e onorare lo Sposo, la classe delle vergini “discrete” glielo rifiuterebbe ma gli direbbe di arrangiarsi da sé? Se volesse riempirsi della Parola di Dio e di spirito santo, sarebbe questo una violazione della lezione della parabola? In nessun modo.

22. Considerando la questione di condividere l’“olio”, cosa dovremmo ricordare che significa il tenere alta la lampada accesa, e che cosa simboleggia l’“olio”?

22 Perché, allora, nell’adempimento, la classe delle vergini “discrete” si rifiuta di dividere il proprio “olio” con la classe delle vergini “stolte”? Dobbiamo tener presente che l’avere olio nel proprio ricettacolo è come avere in sé “olio” simbolico. Inoltre, il tenere alta la lampada accesa è come far risplendere la propria luce, come risplendere a somiglianza di un luminare, affinché le persone che sono in questo oscuro mondo ottenebrato vedano le nostre buone opere e glorifichino pertanto Dio. (Matteo 5:14-16; Filippesi 2:15) È l’“olio” simbolico a dare il potere illuminante, e questo “olio” raffigura sia la Parola di Dio, che è per l’adoratore di Dio come una lampada e una luce (Salmo 119:105), sia anche lo spirito santo di Dio, che illumina per noi la Parola di Dio e genera in tutti quelli che lo possiedono le eccellenti qualità divine che son chiamate “frutto dello spirito”. (Galati 5:22, 23; Efesini 5:18-20) Or dunque, dovrebbero le vergini “discrete” ridurre in sé la quantità di quest’“olio”, di questo potere illuminante? Infine, dovrebbero cessar di risplendere?

23. (a) La classe delle vergini “stolte” cosa desidera che faccia per loro la classe delle “discrete”? (b) Quale specie di “cristiani” sono la classe delle vergini “stolte”?

23 Questo è ciò che la classe delle vergini “stolte” vorrebbe far compiere a quelle “discrete”. Le “stolte” desiderano che le “discrete” si compromettano con loro. Nel 1919 E.V. l’annuncio dell’invisibile presenza dello Sposo celeste pose una sfida a tutti quelli che si professavano “vergini” col desiderio di andare incontro a quello Sposo e condividerne la gioia. Quelli che sono come le vergini “stolte” fanno solo professione di cristianesimo; per lo più sono cristiani nominali, ma non soddisfano i requisiti del vero cristianesimo. Possono avere qualche conoscenza della Bibbia, specialmente conoscenza con intendimento settario di tale conoscenza biblica. Possono aver subìto l’influenza di quella conoscenza della Scrittura che possono avere, ma non fino al punto d’avere in sé il potente spirito di Dio per produrre il “frutto dello spirito”. La loro condotta non si conforma al vero modello cristiano. Risplendono solo come cristiani nominali o professanti nei formalismi religiosi della loro setta della cristianità. Alla morte attendono di andare in cielo!

24. (a) Lo sviluppo religioso della classe delle vergini “stolte” consente loro di accettare le provabili evidenze della presenza dello Sposo? (b) A quale livello di professione cristiana le stolte vogliono che si portino le discrete così che esse stiano insieme?

24 Comunque, il loro sviluppo religioso non consente loro di superare la sfida quando sorge il grido di mezzanotte: “Ecco lo sposo! Uscitegli incontro”. Infatti, non discernono, non accettano il fatto provabile che dall’anno 1914 lo Sposo è presente. Essi professano di credere nello Sposo e che la chiesa ne è la sposa, ma insistono d’incontrare lo Sposo e di entrare nella sua gioia alla loro propria maniera, alla loro maniera settaria. Così, per esserci una partecipazione fra essi e la classe delle vergini “discrete” ci dev’essere un compromesso. Ci dev’essere un movimento d’unione delle fedi per amalgamarli tutti come professanti cristiani ed eredi del cielo. La classe ‘discreta’ deve togliere “olio” spirituale dalla sua propria provvista e abbassare il proprio livello di sviluppo cristiano a quello degli indiscreti religionisti. Così quelli ‘discreti’ dovrebbero rendersi religiosamente stolti per far compagnia ai professanti di cristianesimo ‘stolti’, indiscreti, imprudenti.

25. (a) Qual è dunque la contesa rispetto alla classe delle vergini “discrete”? (b) Per soddisfare infine i requisiti, quali parole di Pietro e Paolo hanno bisogno di adempiere?

25 La contesa è chiara: Quelli della classe delle vergini “discrete” devono forse farsi influenzare dal semplice sentimento religioso come quello che si trova nella cristianità? Si faranno privare del loro “olio” spirituale e diverranno incapaci di risplendere come veri cristiani sino alla fine, costretti con l’andar del tempo ad abbandonare la processione dei portatori di luce che accompagnano lo Sposo alla porta della stanza della festa nuziale? Come dice II Pietro 1:10, essi hanno bisogno di fare “tutto il possibile per rendere sicura la vostra chiamata ed elezione”. Han bisogno di imitare l’apostolo Paolo, che, verso la fine della sua vita terrena, scrisse: “Ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede. Da ora in poi mi è riservata la corona della giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi darà come ricompensa in quel giorno”. Quando giungono a quella porta della festa nuziale dello Sposo, essi devono soddisfare i pieni requisiti cristiani. — 2 Timoteo 4:7, 8.

26. Come la classe delle vergini “discrete” venne a trovarsi sotto restrizioni durante la prima guerra mondiale, e perché nel 1919 si separò dalla compagnia della classe delle vergini “stolte”?

26 Per questa ragione la classe delle vergini “discrete” si separò dalla compagnia dei semplici professanti di cristianesimo, come le zizzanie nella parabola del grano e delle zizzanie o veccia (loglio). Durante la prima guerra mondiale essi erano stati portati in schiavitù di Babilonia la Grande, l’impero mondiale di falsa religione, e dei suoi amanti militari, politici e giudiziari. Non solo erano sotto restrizioni a causa di considerevole timore degli uomini in incarichi di potere, ma erano in letterale cattività per mezzo di prigionia e confino in campi militari e in altri luoghi di detenzione. Nel 1919 risposero alla chiamata dal cielo riguardo a Babilonia la Grande: “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. (Rivelazione 18:4) Non potevano compromettersi su tale contesa con la classe delle vergini “stolte”. Dovevano ubbidire a Dio anziché a Babilonia la Grande e ai suoi amanti mondani. Non potevano inoltre seguire Babilonia la Grande adorando l’immagine della bestia selvaggia, la Lega delle Nazioni, di cui nell’anno 1919 E.V. Babilonia la Grande fece la propria cavalcatura. — Rivelazione 13:14, 15; 14:11, 12; 17:1-18.

27. Come dall’inizio l’atteggiamento della classe delle vergini “discrete” fu inequivocabile, come prova la dichiarazione pubblica fatta la domenica 7 settembre 1919?

27 L’atteggiamento assunto su questa contesa dalla classe delle vergini “discrete” fu dall’inizio inequivocabile. A prova di ciò, la domenica pomeriggio 7 settembre 1919, al congresso di Cedar Point, il presidente Rutherford pronunciò la sua conferenza pubblica su “La speranza per l’umanità afflitta”, in cui additò la disapprovazione di Dio verso la Lega delle Nazioni. Citiamo l’articolo pubblicato nello Star-Journal di Sandusky (Ohio) il lunedì 8 settembre 1919:

Domenica pomeriggio il presidente Rutherford parlò sotto gli alberi a quasi 7.000 persone. Egli dichiarò che una Lega delle Nazioni formata da forze politiche ed economiche mossa dal desiderio di migliorare il genere umano con l’istituzione di pace e abbondanza avrebbe compiuto un gran bene, e quindi asserì che, comunque, il dispiacere del Signore visiterà per certo la Lega perché il clero, cattolico e protestante, che pretende di rappresentare Dio, ha abbandonato il suo piano e sostiene la Lega delle Nazioni, acclamandola come l’espressione politica del regno di Cristo sulla terra. — La Torre di Guardia, (ediz. inglese) in data 1° ottobre 1919, pagina 298, colonna 1.

28, 29. Perché la classe delle vergini “discrete” assunse questo atteggiamento, e quale biasimevole termine usato da Giacomo non poteva applicarsi a loro?

28 La classe delle vergini “discrete” ebbe la fede che il regno del caro Figlio di Dio era stato stabilito nei cieli allo scadere dei Tempi dei Gentili nel 1914, e lo sostenne senza compromessi rifiutandosi di riconoscere e adorare qualsiasi sostituto. Non potevano permettersi di cedere nessuna parte del loro “olio” spirituale e di ridurre la piena misura della loro devozione verso il messianico regno di Dio. Questo leale attaccamento al Regno non li rese popolari presso questo mondo o presso gli amici di questo mondo. Intensificò l’odio di questo mondo verso di loro. Ma questo odio e inimicizia da parte del mondo rese ancor più evidente che essi sostenevano fedelmente la loro relazione con il Re-Sposo celeste. Non poteva applicarsi loro il biasimevole termine di “adultere” nel senso in cui il discepolo Giacomo rivolse il termine a certi componenti della congregazione del primo secolo, dicendo:

29 “Adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chi perciò vuol essere amico del mondo si costituisce nemico di Dio”. — Giacomo 4:4.

30, 31. In tal modo la classe delle vergini “discrete” a chi mostrava le qualità di una vergine promessa in matrimonio, e nella profezia di Isaia com’è descritta tale bellezza della sposa?

30 Mantenendo dunque senza compromessi la sua piena provvista d’“olio” spirituale e usandola per mantenersi di continuo come “lampade” accese con una fiamma luminosa, la classe delle vergini “discrete” onorava il suo Sposo celeste, a cui era promessa in matrimonio. Essi facevano risplendere in sé le qualità leali, caste, pure che si ricercano in quelli che devono divenire la celeste sposa del loro “solo marito”, il Signore Gesù Cristo. Si rallegrano con lui perché è venuto il tempo in cui Dio ha stabilito che il suo diletto Figlio conduca la sua “sposa” presso di sé nella sua dimora; prendono parte alla sua esultanza, proprio com’è scritto: “Con l’esultanza dello sposo sulla sposa, il tuo Dio esulterà pure su di te”. (Isaia 62:5) Per essere all’altezza della gloria della sua apparizione, essi pure vogliono sembrar belli come la sposa il giorno delle nozze, accettando l’ornamento che il Padre celeste dà loro. Questo piacevole equilibrio fra la bellezza dello sposo e quella della sposa descritto in Isaia 61:10:

31 “Poiché m’ha vestito con abiti di salvezza; mi ha avvolto col manto senza maniche della giustizia, come lo sposo che, alla maniera sacerdotale, si mette l’acconciatura per il capo, e come la sposa che si mette i suoi ornamenti”.

32. Come la classe delle vergini “discrete” risplende a onore del suo Sposo?

32 Nulla da parte della classe delle vergini “discrete” sulla terra dovrebbe riflettersi contro la gloria dello Sposo celeste, che tutto radiante come il sole: “È come lo sposo quando esce dalla sua camera nuziale”. (Salmo 19:4, 5) Perciò la classe delle vergini “discrete” deve risplendere a onore del suo Sposo come un luminare manifestando quelle qualità cristiane che la distinguono dalla meretrice religiosa, Babilonia la Grande, e da tutte le sue “figlie” religiosamente immorali. Risplendendo così, essi non rappresentano erratamente il loro diletto Sposo presso il genere umano.

COMPRARE OLIO PER LE LAMPADE DA QUELLI CHE LO VENDONO

33. Secondo la parabola di Gesù, solo che cosa le vergini “discrete” poterono dire a quelle “stolte”, e che cosa mostrarono così le “discrete”?

33 Per mancanza d’“olio” spirituale la classe delle vergini “stolte” non poté risplendere in onore dello Sposo ch’era arrivato ed era presente e procedeva verso la festa nuziale. Esse non avevano diritto ad alcuna parte dell’“olio” che quelle “discrete” avevan portato con sé e di cui avevano bisogno per seguire le orme dello Sposo. Così, secondo la parabola, tutto ciò che le “discrete” poterono dire alle “stolte” fu: “Forse non ce n’è abbastanza per noi e per voi. Andate invece da quelli che lo vendono e compratevene”. (Matteo 25:9) Tenendo questo comportamento, le “vergini” discrete mostrarono ulteriormente la loro discrezione, e la stoltezza delle vergini indiscrete, imprudenti risultò per loro disastrosa. Esse furono costrette a uscire in cerca di venditori d’olio e a riempire le loro lampade.

34, 35. Nell’adempimento della parabola, come si fece questa compra di olio, ma che cosa la parabola mostra che sarebbe accaduto nel frattempo?

34 In modo simile, nell’adempimento della parabola, le “stolte” furono costrette a ottenere la loro propria provvista di necessario “olio” spirituale. Esse andarono dove religiosamente pensavano di poter ottenere l’“olio” che avrebbe preparato loro la via per entrare nel cielo, secondo i loro credi religiosi. Conformemente, cercarono nei loro sistemi denominazionali, religiosi, settari il tipo d’“olio” che questi vendevano e da tali venditori ottennero la specie d’“olio” ch’eran disposte a pagare, senza la giusta specie di devozione verso lo Sposo celeste. Ma l’“olio” religioso che si compra dai venditori d’olio al loro prezzo risulta forse efficace per ottenere l’ammissione alla festa nuziale? Su ciò leggiamo:

35 “Mentre andavano a comprarne, arrivò lo sposo, e le vergini che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale; e la porta fu chiusa”. — Matteo 25:10.

36. Quali vergini si rallegrarono nella processione in presenza dello sposo, e che cosa permise a queste di passare l’ispezione alla “porta”?

36 Le vergini “discrete” e le vergini “stolte” andarono in direzioni opposte: le “stolte” si allontanarono dallo Sposo, e le “discrete” si diressero verso lo Sposo che arrivava. Ci fu una distanza da dove le vergini “discrete” incontrarono lo sposo fino alla “porta” della casa dove si doveva tenere la festa nuziale. Fra quei due punti ci fu per un tempo una processione illuminata, e durante tale periodo di tempo le vergini “discrete” furono con lo sposo e la sposa era presente con loro. Quando la gioiosa processione raggiunse la sua destinazione e passò per la porta della residenza dello sposo, le lampade delle vergini “discrete” erano lucentemente accese. La loro provvista d’olio non s’era esaurita prima che raggiungessero la “porta”. Quindi le vergini “discrete” mostrarono di far parte della processione che seguiva le orme dello sposo. Questo diede loro diritto d’essere ammesse alla festa nuziale. L’importanza della loro preparazione per l’ispezione è messa in risalto quando la parabola dice: “E le vergini che erano pronte entrarono con lui alla festa nuziale”. La porta non fu chiusa loro in faccia ma fu chiusa dietro di loro!

37. Al posto dell’ispezione, le “vergini” d’oggi mostrano di risplendere in qual modo, e lo Sposo le ammette nella classe della “sposa” perché sono in quale condizione?

37 Nel nostro tempo, nell’adempimento della parabola la classe delle vergini “discrete” continua la processione che onora e magnifica il glorioso Sposo sino alla fine. Quando giungono al posto dell’ispezione presso la “porta”, esse mostrano d’esser degne di venire ammesse alla festa nuziale. La loro ispezione da parte del Celeste a cui son promesse in matrimonio porta alla luce che risplendono con la personalità cristiana che lo Sposo approva per la sua “sposa” celeste. Si presentano come “casta vergine al Cristo”. Non si sono fatte corrompere “lungi dalla sincerità e dalla castità che son dovute al Cristo”. (2 Corinti 11:2, 3) Lo Sposo può accettare queste vergini “discrete” d’oggi come parte della congregazione cristiana, riguardo alla quale è scritto: “Affinché presentasse la congregazione a sé nel suo splendore, non avendo macchia né grinza né alcunché di simile, ma affinché fosse santa e senza biasimo”. — Efesini 5:27.

“E LA PORTA FU CHIUSA”

38. Quanti, alla fine, saranno ammessi ai festeggiamenti nuziali, e quando si chiuderà ufficialmente la “porta”? E perché?

38 Naturalmente, per la “porta” non si ammetteranno alla festa nuziale più di quanti ne occorrono per completare il numero dei 144.000 membri della classe della “sposa” celeste. (Rivelazione 7:4-8; 14:1-5) Ma quando si chiude ufficialmente la “porta”? Questo avverrebbe quando scoppia la “grande tribolazione” al tempo fissato da Dio e la distruzione comincia ad abbattersi sulla cristianità e su tutto il resto di quella meretrice religiosa, Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Quindi sarà troppo tardi perché qualsiasi professante cristiano esca da Babilonia la Grande, per non partecipare ai peccati di lei e non ricever parte delle piaghe mortali che la colpiranno. (Rivelazione 18:4) Poiché il numero dei giorni della “grande tribolazione” sarà ‘abbreviato’ a motivo degli “eletti”, è evidente che il numero intero degli “eletti”, cioè 144.000 sarà stato completato al tempo dello scoppio della “grande tribolazione”. Questo fa chiudere la porta.

39. Nella parabola delle “dieci vergini”, infine che cosa accade?

39 Che cosa dovrà quindi accadere? La parabola delle “dieci vergini” lo indica, quando conclude con le parole: “Più tardi venne anche il resto delle vergini, dicendo: ‘Signore, signore, aprici!’ Rispondendo, egli disse: ‘Vi dico la verità: Non vi conosco’”. — Matteo 25:11, 12.

40. Perché lo sposo ebbe ragione di dire alle vergini “stolte”: “Non vi conosco”?

40 Le cinque vergini “stolte” si procurarono l’olio che poterono presso i venditori d’olio che riuscirono a trovare a quell’ora della notte, e vennero alla porta con le loro lampade accese. Ma le loro lampade non avevano fatto luce in onore dello sposo. Non facevano parte della processione che gli era andata incontro e che a motivo di lui l’aveva accompagnato con gioia. Quale base aveva quindi egli per riconoscerle come parte dei suoi celebratori? Proprio nessuna! Non avevano aggiunto nessuno splendore alla sua processione nuziale. Perciò, in verità poté dir loro: “Non vi conosco”. Questo giustificò il fatto che egli chiuse loro la porta in faccia.

41. Quando la “grande tribolazione” colpirà la cristianità, che cosa riscontreranno riguardo a se stessi quelli della classe delle vergini “stolte”?

41 Similmente, allorché la “grande tribolazione” comincerà per la cristianità come parte più preminente della meretrice religiosa, Babilonia la Grande, le loro speranze di andare in cielo quando muoiono saranno grandemente scosse e messe in dubbio. Discerneranno che non si sono associate con la corretta organizzazione religiosa che forma la “casta vergine”, “la sposa, la moglie dell’Agnello”. Non si troveranno ‘rapite’ nel loro corpo fisico nelle nubi, in un rapimento corporale, “per incontrare il Signore nell’aria”, secondo l’interpretazione che i loro istruttori religiosi fanno di I Tessalonicesi 4:17. È vero che han brillato come componenti di questa o quella setta religiosa della cristianità, ma erano semplicemente cristiani nominali o professanti e non veri. Ciò che ora conta mentre entrano nella “grande tribolazione” non è ciò che riguardo a loro insegnò o disse il loro insegnante o predicatore, ma ciò che lo Sposo celeste dice che sono!

42. Essendo scomparsa allora la loro organizzazione religiosa che agiva da mediatrice, in base a che cosa si rivolgeranno allo Sposo per farsi riconoscere?

42 Troppo tardi, come “esclusi”, si avvicinano alla situazione che significa per loro una porta chiusa, mentre la base religiosa su cui si sono fondati è ridotta in rovina dalla “grande tribolazione”. Essendo stata distrutta la loro organizzazione religiosa che agiva per loro da mediatrice, dovranno rivolgersi direttamente al Capo Sposo della vera congregazione. Essendo la sua parusia o presenza invisibile ed essendo egli nascosto ai loro occhi come se fosse dietro una porta chiusa, lo chiameranno per vedere se la loro semplice professione di cristianesimo senza opere giuste li salvi e li faccia andare in cielo. Essi lo hanno riconosciuto con le parole della bocca, e non dovrebbe ora egli a sua volta riconoscerli? “Signore, Signore”, chiameranno nella speranza d’essere da lui uditi. Questo dovrebbe far aprire loro la porta. Ma si apre?

43. (a) Quali parole del Sermone del Monte di Gesù quei componenti della classe delle vergini “stolte” non hanno preso seriamente nel chiamarlo “Signore”? (b) Che cosa accadrà loro quando Gesù prenderà infine seriamente quelle parole?

43 Essi non hanno preso seriamente ciò che lo Sposo celeste disse sulla terra nel suo Sermone del Monte: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo profetizzato in nome tuo, e in nome tuo espulso demoni, e in nome tuo compiuto molte opere potenti?’ E io confesserò quindi loro: Non vi ho mai conosciuti! Andatevene da me, operatori d’illegalità”. (Matteo 7:21-23) Ma allora, nella “grande tribolazione”, la classe delle vergini “stolte” saprà che lo Sposo disse quelle parole molto seriamente come un principio per sua guida. Egli non aprirà loro la porta per farli entrare alla celeste festa nuziale. Li lascerà fuori nelle tenebre della più profonda notte del mondo, affinché periscano con tutti gli altri “operatori d’illegalità”. Dalla loro distruzione non proveranno nessuna risurrezione alla vita celeste.

44. Con quali parole Gesù terminò la parabola delle “dieci vergini”, e che cosa non osano permettere quelle “discrete” circa la loro provvista d’olio spirituale?

44 Di conseguenza, per noi che viviamo al “termine del sistema di cose” le parole con cui Gesù diede enfasi al punto della parabola delle “dieci vergini” sono particolarmente opportune, cioè: “Siate vigilanti dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. (Matteo 25:13) Ora quelli che desiderano essere simili alle cinque vergini “discrete” hanno l’occasione di risplendere di continuo con un’attiva personalità cristiana che soddisfi i requisiti per esser membri della classe della “sposa” celeste. Essi non osano fare nessun compromesso con coloro che cercano di farli partecipare alla stoltezza degli altri, togliendo così parte o molto della loro provvista d’“olio” spirituale.

45. Nella compagnia religiosa di chi quelle “discrete” non osano mettersi, e a onore di chi dovrebbero risplendere di continuo, e perché?

45 Noi non osiamo esporci al pericolo di far estinguere la nostra luce e di metterci nella loro compagnia religiosa. Abbiamo bisogno di tutto l’“olio” spirituale di cui possiamo rifornirci. La nostra fede nell’arrivo e nella presenza dello Sposo deve continuare a risplendere, e dobbiamo continuare a far parte della luminosa processione che ne segue le orme finché non conduca la congregazione della sua sposa completamente nella sua dimora. Il lungo ritardo nell’arrivo dello Sposo è finito. Egli è presente, nella sua gloriosa parusia. Il tempo di sonnecchiare e dormire è passato! È il tempo di risplendere in suo onore e di rallegrarsi con lui in questa gioia che il Padre celeste gli ha posta dinanzi, di condurre presso di sé la sua “sposa” spirituale e di celebrar ciò con una festa nuziale. È essenzialmente necessario mantenersi ora vigilanti, poiché non conosciamo il giorno o l’ora in cui quella “porta” dell’opportunità sarà chiusa, per non essere riaperta mai più.

PARTE DEL “SEGNO” DELLA SUA PARUSIA

46. (a) La parabola delle “dieci vergini” fa parte della risposta che Gesù diede a quale domanda dei suoi apostoli? (b) Come la classe delle “discrete” vede il culmine dell’adempimento della parabola, e di quali fatti ciò le convince?

46 La parabola delle “dieci vergini” fu detta come parte della risposta alla domanda degli apostoli di Gesù: “Quale sarà il segno della tua presenza [pa·rou·siʹa] e del termine del sistema di cose?” (Matteo 24:3) Il culmine di quella parabola si è andato adempiendo dall’anno 1914 E.V. Tutto il mondo può vedere gli aspetti finali di quella parabola che oggi si avvera. Gli avvenimenti esposti sopra nei particolari non si sono compiuti in un angolo, fuori della vista in un punto oscuro, ma hanno avuto luogo all’aperto dove le persone che osservavano potevano prenderne nota, senza tener conto se ne capivano o no il significato. Almeno, quelli che sono della classe delle vergini “discrete” hanno osservato questi significativi avvenimenti, e in essi hanno la vigorosa prova che lo Sposo celeste arrivò nel 1914 E.V. e che la sua parusia o presenza è ora invisibilmente in corso. Ne discernono la presenza con gli occhi della fede a causa dell’evidenza fornita dall’adempimento della parabola delle “dieci vergini”. Hanno l’assicurazione che il “termine del sistema di cose” cominciò nell’anno 1914 E.V.

47. Come il corretto significato della parola greca pa·rou·siʹa è indicato da ciò che le vergini “discrete” della parabola fecero dopo il grido di mezzanotte che annunciava lo sposo?

47 Sì, inoltre, la parola greca usata dall’apostolo Matteo nel suo Vangelo, al capitolo ventiquattro, versetto tre, significa “presenza”, non “venuta” come molti traduttori rendono la parola greca. Questo è mostrato da ciò che è descritto nella parabola. Le “dieci vergini” che sonnecchiano e dormono si levano quando odono il grido di mezzanotte: “Ecco lo sposo!” Quando nella loro desiderosa attesa della processione illuminata, discernono che egli giunge al loro luogo, vanno quindi con lui al suo seguito. Da quel punto in poi ci volle tempo prima che tutti giungessero alla residenza dello Sposo dove la festa nuziale attendeva tutti gli invitati degni. Di conseguenza, ci fu un periodo di presenza o parusia dello Sposo dopo che fu arrivato finché condusse la sua sposa nella casa che le era stata preparata.

CORRETTO UN ERRATO INTENDIMENTO

48. (a) In quale anno il direttore ed editore de La Torre di Guardia di Sion calcolò che cominciasse la presenza di Cristo? (b) Inoltre, qual era la data della creazione dell’uomo, come fu pubblicata nella prima pagina de La Torre di Guardia per alcuni anni?

48 È vero che il direttore ed editore de La Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo calcolò che la “presenza” o parusia dello Sposo celeste fosse cominciata nell’anno 1874 E.V. Inoltre, che la data della creazione del primo uomo da parte di Geova Dio fosse l’anno 4128 a.E.V., il che significava che seimila anni d’esistenza umana sulla terra fossero finiti nell’anno 1872 E.V., com’era calcolato da Russell e dai suoi associati. Questo calcolo cominciò ad annunciarsi sulla prima pagina de La Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo a cominciare dal numero del 1° luglio 1906, e questa pratica continuò fino al numero del 15 settembre 1928. Per esempio, sul primo di tali numeri menzionati apparve la data dell’edizione: “1° luglio 1906 A.D.-6034 A.M.”; mentre l’ultimo numero menzionato aveva la data: “6056 Anno Mundi, 15 settembre 1928”. La data Anno Mundi o dell’“Anno del Mondo” si calcolò che fosse l’anno 4128 avanti la nostra Èra Volgare.

49. (a) Quando si calcolò che avvenisse l’ingresso del peccato? (b) Quando doveva cominciare perciò il millennio, in cui Satana sarà scagliato nella fossa senza fondo e vi sarà il dominio di Cristo?

49 Due anni si concessero comunque per l’innocenza dell’uomo e della donna perfetti nel Giardino di Eden prima che vi entrasse il peccato, e si calcolò quindi che l’anno che vi entrò il peccato fosse il 4126 a.E.V. Questo fece loro calcolare che i seimila anni di peccato fossero finiti nel 1874 E.V., anno in cui inoltre, nell’autunno, sarebbe cominciato il settimo millennio, l’istigatore al peccato, Satana il Diavolo, sarebbe stato legato e gettato nella fossa senza fondo e Cristo avrebbe dato inizio al dominio dei predetti mille anni. Ciò significava che l’anno dell’inizio del dominio di Cristo fosse anche l’anno del suo ritorno e il principio della sua invisibile presenza o parusia.

50. Quella cronologia seguiva quale nota in calce su Atti 13:20 che si trova nell’Emphatic Diaglott di Wilson?

50 La summenzionata cronologia seguiva il suggerimento che The Emphatic Diaglott di Wilson faceva nella sua nota in calce su Atti 13:20, versetto che diceva: “E dopo queste cose, egli diede Giudici per circa quattrocentocinquant’anni, fino a Samuele il profeta”. (Si vedano anche la Versione Riveduta e la Versione di G. Diodati). La nota in calce su questa lettura del versetto dice:

Qui sorge una difficoltà che ha sconcertato molto i cronologi biblici. La data che qui si indica diversa dalla dichiarazione che si trova in I Re 6:1. Sono state offerte molte soluzioni, ma una sola che sembra interamente soddisfacente, cioè che il testo di I Re 6:1 sia stato corrotto, sostituendo alla cifra ebraica dalet (4) he (5) che è molto simile nella forma. Questo renderebbe 580 anni (invece di 480) dall’esodo all’edificazione del tempio, e concorderebbe esattamente con la cronologia di Paolo.

51. (a) Quindi a pagina 53 de “Il tempo è vicino”, che cosa disse l’autore C. T. Russell riguardo a I Re 6:1? (b) Conformemente, quando fu creato l’uomo, quando finirono i 6.000 anni di peccato, e quando cominciò il grande Giubileo?

51 Conformemente, a pagina 53 del libro intitolato “Il tempo è vicino”, l’autore C. T. Russell, riferendosi a I Re 6:1, scrisse:

Evidentemente dovrebbe dire cinquecentottantesimo anno, e fu possibilmente un errore di trascrizione; poiché se ai quattro anni di Salomone aggiungiamo i quaranta di Davide, e lo spazio dei quaranta di Saul, e i quarantasei anni da quando lasciarono l’Egitto alla divisione della terra, abbiamo centotrent’anni, che sottratti ai quattrocentottanta lascerebbero per il periodo dei Giudici solo trecentocinquant’anni, invece dei quattrocentocinquant’anni menzionati nel Libro dei Giudici, e da Paolo, come fin qui è stato mostrato. La lettera ebraica “dalet” (4) molto simile alla lettera “he” (5), e si suppone che in questo modo sia stato commesso l’errore, forse lo sbaglio di un trascrittore. I Re 6:1 dovrebbe quindi dire cinquecentottanta, e così essere in perfetta armonia con le altre dichiarazioni.

Così, inserendo 100 anni nella cronologia biblica durante il periodo dei Giudici, la creazione dell’uomo fu spostata indietro di 100 anni al 4128 a.E.V., e i seimila anni di esistenza dell’uomo sulla terra finivano nel 1872 E.V. (Il tempo è vicino [inglese], pagina 42) Quindi la concessione di due anni prima dell’ingresso del peccato portò all’anno 1874 come l’anno in cui terminavano i seimila anni del peccato umano e cominciava il settimo millennio per l’eliminazione del peccato mediante il regno di Cristo. Così doveva cominciare allora il grande Giubileo.

52. Secondo i più antichi manoscritti greci, i 450 anni di Atti 13:20 si applicano prima del periodo dei Giudici o durante quel periodo, come mostrano moderne traduzioni della Bibbia?

52 Secondo i più antichi manoscritti delle Scritture Greche Cristiane, la lettura di Atti 13:20 è comunque diversa da quella resa in The Emphatic Diaglott e nella Authorized Version della Bibbia del re Giacomo. Così, secondo i più antichi manoscritti, i quattrocentocinquant’anni non si applicano al periodo dei Giudici. A conferma di ciò, la Versione a cura di mons. S. Garofalo rende Atti 13:20 come segue: “Nel giro di circa quattrocentocinquant’anni. Dopodiché costituì dei giudici fino al profeta Samuele”. La Bibbia di Gerusalemme (ediz. italiana del 1974) dice: “Per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele”.

53. Gli antichi manoscritti della Bibbia Ebraica usano le lettere dell’alfabeto al posto dei numeri?

53 Per giunta, i più antichi manoscritti ebraici esistenti, come quelli dei Rotoli del Mar Morto, scrivono i numeri della Bibbia per esteso e non usano per le cifre le lettere dell’alfabeto, non permettendo così in I Re 6:1 l’errore visivo del trascrittore. *

54. (a) L’accettazione della cronologia biblica esattamente com’è scritta influirebbe sul principio di quale periodo che qui si discute? (b) Che “presenza” fosse tolto dal titolo de La Torre di Guardia significò forse che non si credeva più nella presenza di Cristo?

54 Si vede in tal modo che l’inserzione di 100 anni nella cronologia biblica durante il periodo dei Giudici non poggia su basi scritturali. L’inserzione dovrebbe perciò venire eliminata e la Bibbia dovrebbe essere accettata riguardo alla sua cronologia esattamente come la riporta. È dunque inevitabile che questo influisca sulla data del principio della parusia dello Sposo Gesù Cristo. Col numero della rivista Torre di Guardia del 1° gennaio 1939, il titolo fu cambiato in La Torre di Guardia e Araldo del Regno di Cristo, e col numero del 1° marzo 1939 in La Torre di Guardia annunziante il Regno di Geova. Questo non significò che gli editori della rivista non credessero più che la presenza o parusia di Cristo era allora in corso. Piuttosto, significò che si dava più importanza al Regno, al regno di Geova Dio mediante Gesù Cristo, poiché è il regno di Geova mediante Cristo che rivendicherà la sovranità universale di Geova.

55. (a) Quando e come l’inserzione di 100 anni nel periodo dei Giudici fu eliminata, così che quando finivano i 6.000 anni di esistenza dell’uomo? (b) Come questo influì sulla data del 1874 E.V., e quale domanda sorse?

55 Nell’anno 1943 la Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati stampò il libro “La verità vi farà liberi”. Nel suo capitolo XI, intitolato “Il calcolo del tempo”, esso eliminava l’inserzione di 100 anni nel periodo dei Giudici e si atteneva alla più antica e autentica lettura di Atti 13:20, accettando i numeri scritti per esteso delle Scritture Ebraiche. Questo spostò in avanti la fine dei seimila anni di esistenza dell’uomo al decennio degli anni settanta. Naturalmente ciò escluse l’anno 1874 E.V. come la data del ritorno del Signore Gesù Cristo e del principio della sua invisibile presenza o parusia. Il millennio che doveva essere contrassegnato dalla detenzione di Satana il Diavolo incatenato nell’abisso e dal regno dei 144.000 coeredi di Cristo nella gloria celeste era perciò ancora futuro. Che dire, quindi, della parusia (presenza) di Cristo? Alla pagina 327 il suddetto libro positivamente diceva: “La presenza o parousia del Re ebbe inizio nel 1914”. E nel numero de La Torre di Guardia del 15 luglio 1949 (pagina 215, paragrafo 22 dell’ediz. inglese) viene fatta la dichiarazione: “. . . Messia, il Figlio dell’uomo, venne al potere del Regno nel 1914 E.V. e . . . questo costituisce la sua seconda venuta e il principio della sua seconda parousía o presenza”.

56. (a) Quale nuova traduzione della Bibbia fu stampata nel 1950, e con quale versione di Atti 13:20? (b) Inoltre, quale dichiarazione fu fatta circa la presenza di Cristo secondo l’ininterrotta cronologia biblica?

56 Nell’anno 1950, fu stampata la Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane (ediz. inglese), con la più autentica lettura di Atti 13:20 e la versione di pa·rou·siʹa ogni volta come “presenza”. Immediatamente dopo si pubblicò il libro “Questo significa vita eterna”. Il suo capitolo XXI fu intitolato “Seconda presenza del principale agente della vita”. Qui c’era sul soggetto un intero capitolo secondo l’ininterrotta cronologia biblica. Alle pagine 215-217, leggiamo:

Le prove già esaminate dimostrano che nel 1914 d.C. il regno di Dio nacque e il suo Figlio fu intronizzato con l’autorità di governare con una verga di ferro in mezzo ai suoi nemici. In fine li frantumerà e libererà l’universo da tutti gli avversari della giusta sovranità di Dio. — Salmo 2:8, 9.

Quindi il 1914 d.C. segna il tempo dell’invisibile ritorno in ispirito di Cristo. . . . La sua venuta nel Regno nel 1914 indica il principio della sua seconda presenza o parousía. Questa parola greca significa presenza.

. . . Benché sia invisibile in spirito, la sua seconda presenza è d’una tale importanza per i popoli di tutta la terra che non si deve tener segreta, ed essa non lo sarà. . . . “Poiché come il lampo viene fuori da parti orientali e risplende fino a parti occidentali, così sarà la presenza [parousía] del Figlio dell’uomo”. — Matteo 24:26, 27NM.

Dal 1914 il presente Cristo ha reso le prove della sua seconda presenza o parousía manifeste e comprensibile agli uomini in ogni luogo.

57. (a) Cominciò Cristo a regnare in mezzo ai suoi nemici prima della fine dei Tempi dei Gentili nel 1914? (b) Quando lo Sposo fece udire il grido di mezzanotte, e ciò che ha avuto luogo da allora è la prova di quali importanti fatti?

57 Com’è dunque in armonia con le Scritture ispirate che Cristo non cominciasse a regnare quarant’anni prima della fine dei Tempi dei Gentili nel 1914! Piuttosto, egli aspettò sino ad allora alla destra del suo Padre celeste per cominciare a regnare in mezzo ai suoi nemici terrestri, che Geova pone sotto i suoi piedi come uno sgabello! (Salmo 110:1, 2; Ebrei 10:12, 13) Giustamente, quindi, la sua regale presenza o parusia cominciò quell’anno. Nell’anno 1919, come prova la storia, egli fece risuonare sulla terra il grido di mezzanotte e destò le “vergini” addormentate all’urgenza della situazione. “Ecco lo sposo! Uscitegli incontro”. Quel grido assicurò loro che lo Sposo celeste era presente. Da allora la classe delle vergini “discrete” gli è uscita incontro. Si vedono risplendere come luminari in questo mondo ottenebrato. Questo in sé è una prova che la promessa presenza di Cristo è in corso. È anche una prova che il millenario regno di Dio mediante Cristo si è avvicinato!

58. Perché non possiamo smettere qui con la parabola delle “dieci vergini” nella considerazione del “segno” dell’avvicinarsi del Regno?

58 L’adempimento della parabola delle “dieci vergini” non è tutto ciò che viene indicato dal “segno” dell’avvicinarsi di questo benedetto regno millenario. Non possiamo perciò smettere con questa parabola, ma dobbiamo continuare a considerare altri aspetti di tale sorprendente “segno”.

[Note in calce]

^ par. 10 Si veda il libro “Quindi è finito il mistero di Dio”, pagina 274, paragrafo 35. Si veda anche La Torre di Guardia (ediz. inglese) in data 15 agosto 1918, pagina 249, sul congresso di Milwaukee e la lettera di Rutherford.

^ par. 53 Quando, dopo i tempi biblici, gli Ebrei usarono per i numeri le lettere dell’alfabeto, non avevano per lo zero nessun simbolo, poiché il loro sistema non aveva nessuno zero. Quindi 400 non era rappresentato con la lettera dalet seguita da due zeri, e 500 dalla lettera he seguita da due zeri. Il numero 400 era rappresentato da una lettera ebraica (tau), e il numero 500 era rappresentato da due lettere ebraiche (tau, cof). Il numero ottanta era rappresentato dalla lettera ebraica pe, mentre dieci era rappresentato dall’unica lettera iod. Così non c’era nessuna probabilità di scambiare tau pe (480) come modificato tau cof pe (580).

[Domande per lo studio]

[Immagine a pagina 188]

C. T. Russell