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Preservati per il millenario regno di Dio

Preservati per il millenario regno di Dio

Capitolo XIX

Preservati per il millenario regno di Dio

1. L’avvicinarsi del millenario regno messianico di Dio che cosa significa per i governi politici umani?

IL MILLENARIO regno di Dio retto dal suo Messia si è avvicinato! La base per annunciare questa buona notizia è solida, fermamente stabilita nell’ispirata Scrittura e negli avvenimenti che vi sono stati nel mondo dal 1914 E.V. L’avvicinarsi del regno di mille anni significa che i governi politici degli imperfetti, morituri governanti umani si appressano alla loro fine. “Ai giorni di quei re”, disse l’ispirato profeta Daniele al re Nabucodonosor di Babilonia, “l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso non passerà ad alcun altro popolo. Esso stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti”. — Daniele 2:44.

2. (a) Tale stritolamento dei regni mondani sarà il culmine di quale avvenimento? (b) Nonostante il problema che allora vi sarà, che cosa si ‘salverà’ sulla terra?

2 Lo stritolamento di quei regni del mondo istituiti dagli uomini sarà il culmine della “grande tribolazione” che il Messia Gesù predisse nella sua profezia quando rispose alla domanda: “Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matteo 24:3) Poiché l’inaugurazione del suo regno di mille anni dev’essere preceduta dallo stritolamento di tutti gli attuali regni e repubbliche degli uomini, Gesù non esagerava quando chiamò grande quella tribolazione che si avvicina, una “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. La grandezza di quella tribolazione sarebbe tale che la sopravvivenza, la preservazione della razza umana, sarebbe un problema. “Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. (Matteo 24:21, 22) Non solo sarebbero salvati gli “eletti”; sarebbe salvata anche altra “carne”.

3. (a) Prima di fare che cosa, il rimanente vedrà questa preservazione della “carne” che rimarrà in vita sulla terra? (b) Con quale mezzo saranno preservati quelli che sopravvivranno alla “grande tribolazione”?

3 Ah, sì! La razza umana sarà preservata sulla terra nonostante la “grande tribolazione” senza paralleli che s’avvicina, proprio come fu preservata nel giorno di Noè attraverso il diluvio universale. (Matteo 24:37-39) Il rimanente degli “eletti” vedrà questa preservazione della “carne” sulla terra prima di lasciare la scena terrestre per il regno dei cieli a cui fu chiamato ed eletto unitamente a Gesù Cristo. (Rivelazione 17:14; 20:4-6) Non sarà preservato nessun componente di quella clericale classe dell’“uomo dell’illegalità”; né saranno preservati quelli con i quali essa si associava nella politica, nel militarismo e nel commercialismo. Il fedele rimanente degli “eletti” e la “grande folla” di persone paragonabili a pecore che si schierano senza compromessi dalla parte del regno di Dio retto dal suo Messia saranno preservati attraverso la distruzione della religiosa Babilonia la Grande e la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Rivelazione 7:9-17; 16:13-16; 17:1-16; Matteo 25:31-46) Non saranno preservati con mezzi umani, ma solo mediante la potenza di Dio.

4, 5. (a) Tale preservazione è richiamata alla nostra attenzione in quale salmo, e per quanti si esprime il salmista? (b) Dopo la loro preservazione, gli “eletti” e la “grande folla” si sentiranno spinti, come il salmista, a esprimere che cosa verso il loro Preservatore?

4 Tale preservazione è chiaramente portata alla nostra attenzione nelle ispirate parole del Salmo 116, che lo stesso apostolo Paolo cita in II Corinti 4:13. Lo scrittore di quel salmo poté parlare in maniera rappresentativa della sua intera nazione, perché non solo lui ma anche il suo popolo, il popolo eletto di Geova, erano minacciati di morte, di sterminio. Nel prossimo futuro, tutti quelli che si attengono incrollabilmente al regno di Geova retto da Gesù Cristo saranno minacciati di morte per mano dei nemici religiosi e politici del messianico regno di Dio. Non contrattaccando con armi carnali, ma confidando solo nella protezione dell’Iddio Onnipotente e del suo Messia, questi devoti, leali difensori e sostenitori del regno di Dio dovranno ascrivere la loro preservazione all’Iddio Onnipotente. Lo ameranno per questo? Poiché Egli avrà esaudito la loro invocazione di salvezza al tempo del pericolo di vita in tutto il mondo, il loro cuore li spingerà ad esprimere il proprio affetto verso il loro divino Salvatore come fece il salmista per una ragione simile:

5 “Io in effetti amo, perché Geova ode la mia voce, le mie supplicazioni. Poiché ha chinato a me il suo orecchio, e per tutti i miei giorni invocherò. Le funi della morte mi circondarono e le stesse circostanze angustiose dello Sceol mi trovarono. Angustia e mestizia trovavo. Ma invocavo il nome di Geova: ‘Ah, Geova, provvedi scampo alla mia anima!’ Geova è clemente e giusto; e il nostro Dio è Uno che mostra misericordia. Geova guarda gli inesperti. Mi impoverii, ed egli salvava pure me”. — Salmo 116:1-6.

6. (a) Di fronte alla morte apparentemente certa, come si sentì il salmista, secondo la sua descrizione? (b) Quale fu la sua esclamazione, e perché?

6 Il salmista non voleva morire. Eppure la morte gli sembrava una cosa sicura. Era già come se la morte gli avesse legato intorno le sue funi strettamente e in modo che non le potesse spezzare, impedendogli ogni movimento di fuga. Era come se fosse già nello Sceol (la comune tomba del genere umano), come se sentisse le angustiose circostanze di chi è spinto con forza fra le strette pareti di una fossa di sepoltura. Era angustiato e afflitto perché veniva abbreviata la sua vita. Era inesperto nelle vie del mondo e non poteva chiedere aiuto umano. Si sentiva impoverito di ogni aiuto terreno. Ma aspettate! Il suo caso non era disperato. C’era l’Iddio che egli e la sua nazione adoravano. Questi poteva custodirlo dalla morte e dallo Sceol. Egli è clemente, è giusto, mostra misericordia, può provvedere scampo, può salvare. Il suo è il nome da invocare per ottenere salvezza. Con apprezzamento verso un Dio come questo, il salmista in pericolo Gli levò la voce. Lo supplicò. E, o gioia! Geova chinò il suo orecchio. Udì in effetti la voce disperata, le suppliche con tutta l’anima. Recò la salvezza. Egli salvò “pure me”, esclamò l’umile salmista. Come poteva il salmista astenersi dall’esplodere nell’esclamazione: “Io in effetti amo”. Proprio così!

7. Perché Geova esaudirà l’invocazione degli “eletti” e della “grande folla” mentre andranno quasi incontro alla morte, e perché grideranno: “Io in effetti amo!”?

7 Quando nella nostra generazione il fragore della predetta “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” si sarà infine spento e la pacifica quiete sarà scesa sul campo di battaglia di Har-Maghedon, il sopravvissuto rimanente degli eletti” e la “grande folla” di conservi superstiti guarderanno indietro e apprezzeranno la grande salvezza che l’Iddio Onnipotente avrà recata a loro favore. Fu per loro un evento quasi mortale. Il nome di chi potevano invocare con la sicurezza d’essere uditi quando sembrava che non ci fosse nessun’altra eventualità che la morte violenta, se non il nome di Geova? Non invano vi ricorsero. Poiché questo non fu per lui il tempo di farli cadere nella morte, di farli scendere negli angustiosi confini dello Sceol. I minacciosi nemici precipitino invero nella distruzione, ma non i Suoi adoratori che invocarono il suo nome nonostante gli scherni e le derisioni del nemico. Fu provveduto miracoloso scampo divino! Gli inesperti delle vie malvagie del mondo, quelli che, come Gesù, non erano parte di questo mondo, furono custoditi. Geova, che è clemente, giusto, misericordioso, in effetti li salvò! Come potevano questi salvati non rivolgersi a Geova e dire: “Io in effetti amo”?

CAMMINERANNO “NEI PAESI DI QUELLI CHE VIVONO”

8. Essendo stata liberata la sua anima dalla morte, che cosa fu risoluto a fare il salmista in quanto al modo in cui avrebbe camminato?

8 Sentendo ora un enorme senso di sollievo, il salmista un tempo profondamente turbato poté dire: “Torna al tuo luogo di riposo, o anima mia, poiché Geova stesso ha agito appropriatamente verso di te. Poiché tu hai liberato la mia anima dalla morte, il mio occhio dalle lagrime, il mio piede dall’inciampo. Di sicuro camminerò dinanzi a Geova nei paesi di quelli che vivono. Ebbi fede, poiché parlavo. Io stesso fui molto afflitto. Io, da parte mia, dissi, quando provai panico: ‘Ogni uomo è mentitore’”. — Salmo 116:7-11.

9. (a) Che cosa intese dire il salmista affermando che ogni uomo era mentitore? (b) Quindi a causa di che cosa egli parlò, e fu il suo discorso vano?

9 Avendo ricevuto la liberazione della sua anima dalla morte e trovandosi a camminare tra quelli che vivevano sulla terra, il salmista poté rilassarsi e invitare la sua anima, il suo proprio io, a tornare al suo luogo di riposo. Non era più necessario che versasse lagrime di frustrazione. Il suo piede non aveva inciampato facendolo precipitare nella morte. Una volta aveva veramente provato panico, poiché si era reso conto che ogni aiuto umano era inutile: tutti gli uomini che avevano detto di poter aiutare il salmista apparentemente condannato o che avevano in effetti cercato di salvarlo si erano mostrati bugiardi. Il genere umano gli sembrava una delusione. Ma benché avesse perduto fede nel potere del genere umano di salvarlo dalla minaccia della morte, si era ancora attenuto alla propria fede nel suo Dio. Quindi parlò con fede, esprimendo la propria fede. Se nessun altro poteva salvarlo, il suo Dio lo poteva. Esprimendo la propria fede, parlò della liberazione per mezzo di Dio. Tale specie di discorso non risultò falso, vano. Gli fu impedito di inciampare in una caduta mortale. Or dunque egli decise: “Di sicuro camminerò dinanzi a Geova nei paesi di quelli che vivono”.

10. Conforme a II Corinti 4:12-14, perché Paolo ricordò e citò il Salmo 116, per dimostrare quale qualità?

10 La fede in Dio non è mai vana! L’apostolo Paolo lo sapeva. Mentre comprese che i suoi strenui sforzi missionari contribuivano alla vita di quelli che udivano il suo messaggio ma anche alla sua morte prematura, ancora nutriva fede nel potere sostenitore di Dio. Egli disse di continuare a vivere non solo qui sulla terra, ma anche mediante la risurrezione dai morti durante la “presenza” o parusia di Cristo. Paolo ricordò il Salmo 116 e scrisse alla congregazione di Corinto, in Grecia: “Quindi la morte è all’opera in noi, ma la vita in voi. Ora siccome abbiamo lo stesso spirito di fede, secondo ciò che è scritto: ‘Ho esercitato fede, perciò ho parlato’, noi pure esercitiamo fede e perciò parliamo, sapendo che colui che destò Gesù desterà anche noi insieme a Gesù e . . . presenterà [noi, in cui la morte ora è già all’opera] insieme a voi [in cui la vita attualmente opera]”. — 2 Corinti 4:12-14; Salmo 116:10.

11. (a) Rispetto agli “eletti” e alla “grande folla”, quando essi pure potranno dire: “Ogni uomo è mentitore”? (b) Perché allora sarà appropriato pensare alle parole di Paolo in II Corinti 4:8-10?

11 La fede in Dio, anche dinanzi alla morte apparentemente inevitabile, nel futuro assai prossimo sarà per il rimanente degli “eletti” e per la “grande folla” dei loro leali compagni un’essenziale necessità. Per certo questi dovranno esercitare fede quando le alleate irreligiose potenze secolari sferreranno il finale attacco contro di loro dopo che il clericale “uomo dell’illegalità” sarà stato eliminato e tutto il resto della religiosa Babilonia la Grande sarà stato consumato come col fuoco. Allora non ci sarà nessun aiuto umano a cui ricorrere, così che possa dirsi: “Ogni uomo è mentitore”. Sì, ogni assistenza umana risulta inutile, viene meno, e sarebbe una delusione. Ma, per rafforzare la fede nell’Iddio Onnipotente, essi possono pensare all’apostolo Paolo, che, prima di parlare della sua propria fede, disse: “Siamo incalzati in ogni modo, ma non alle strette da non muoverci; siamo perplessi, ma non assolutamente senza via d’uscita; siamo perseguitati, ma non abbandonati; siamo abbattuti, ma non distrutti. Dappertutto portiamo sempre nel nostro corpo il trattamento mortifero riservato a Gesù, affinché la vita di Gesù sia pure resa manifesta nel nostro corpo”. — 2 Corinti 4:8-10.

12. Nella parte finale della “grande tribolazione”, come imiteranno Paolo citando il Salmo 116, e, come il salmista, che cosa diranno in seguito a se stessi?

12 In circostanze simili durante la parte finale della “grande tribolazione”, gli “eletti” e la “grande folla” potranno imitare Paolo e avere “lo stesso spirito di fede, secondo ciò che è scritto: ‘Ho esercitato fede, perciò ho parlato’”. Essi pure possono esercitare fede e perciò parlare senza rinunciare alla fede in Dio, pur riconoscendo che le cose appaiono per loro molto minacciose. (2 Corinti 4:13) Subito dopo l’assalto finale contro la loro esistenza compiuto dai terrestri agenti di Satana il Diavolo, verrà l’occasione in cui gli “eletti” e la “grande folla” potranno dire: “Torna al tuo luogo di riposo, o anima mia, poiché Geova stesso ha agito appropriatamente verso di te”. — Salmo 116:7.

13. Durante la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, come Geova ‘agirà appropriatamente’ verso i suoi adoratori, in contrasto con i loro nemici terreni?

13 “Ha agito appropriatamente”, in che modo? Nel modo che era appropriato che Geova agisse verso i suoi fedeli adoratori nella loro terribile angustia. Nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” egli agisce in piena armonia con le sue preziose promesse riportate nella sua Sacra Parola per il beneficio e la sicurezza dei suoi ubbidienti servitori. “Geova guarda tutti quelli che lo amano, ma annienterà tutti i malvagi”. (Salmo 145:20) Nella disperata situazione degli “eletti” e della “grande folla”, egli agisce appropriatamente riguardo alla fede, all’ubbidienza, alla lealtà e alla devozione che hanno verso di Lui. Egli “è il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”. (Ebrei 11:6) Libera dunque le loro anime dalla morte che i nemici terreni vorrebbero infliggere loro. Li libera da ogni causa di lagrime. Li libera da ogni inciampo che i nemici vorrebbero causare per farli cadere nella morte. Potrebbe Geova agire più appropriatamente, per la rivendicazione della sua Parola e del suo nome e per la completa sconfitta dei suoi perversi nemici? No!

14. (a) In quale specie di terra si troveranno i preservati di Geova, ma in quale altro luogo ci sarà pure una purificazione, e come? (b) In modo da non venire meno allo scopo della loro liberazione, i preservati di Geova che cosa determineranno di fare?

14 Per il rimanente degli “eletti” di Dio e per la “grande folla”, questo significa venire viventi nella carne dalla “grande tribolazione”, in cui sarà stato spazzato via l’intero “sistema di cose” attuale. Dinanzi a loro si estenderanno tutti i paesi della terra purificata. Non solo la terra è stata purificata di tutti i malfattori mediante la “grande tribolazione”, ma ora c’è la purificazione dell’invisibile reame spirituale nelle immediate vicinanze della terra. In che modo? In quanto il “dragone . . . l’originale serpente, colui che è chiamato Diavolo e Satana”, e tutti i suoi angeli demonici sono afferrati, incatenati, e scagliati in un “abisso” da cui sarà loro impossibile ingannare e sviare le nazioni della terra durante il millenario regno del Messia di Geova e di tutti i 144.000 “eletti”. Quale incomparabile occasione sarà quella per manifestare apprezzamento! Gli adoratori di Geova erano stati minacciati d’esser lasciati uccisi tra i morti, ma, ecco, qui sono viventi! Ora possono mostrare dunque la determinazione di non venire meno allo scopo per cui furono risparmiati dalla morte. Essendo stati liberati come lo fu il salmista, come lui possono dire: “Di sicuro camminerò dinanzi a Geova nei paesi di quelli che vivono”. (Salmo 116:9) Possono ora far questo con libertà dal disturbo, con riposo per la loro anima.

ALZERANNO “IL CALICE DELLA GRANDE SALVEZZA”

15. Così, quando comincerà il regno millenario di Cristo, quale salvezza sarà stata recata sulla terra, e quale “calice” leveranno i leali di Dio?

15 Così quando staranno per cominciare su tutta la terra i gloriosi mille anni di regno del Messia, una “grande salvezza” sarà stata da Dio veramente recata a tutti i suoi leali sulla terra. Pensate! Per questi leali è venuto il tempo d’esser liberati di tutti i malvagi che sono sulla terra e nel reame invisibile intorno alla terra. Ora può seguire la preservazione di tali leali durante tutti i mille anni del messianico regno di Dio, essendo i leali della “grande folla” quelli che continueranno a vivere per sempre sulla terra purificata. Con apprezzamento per questo i leali preservati dovrebbero sentirsi spinti a dire ciò che disse il salmista: “Che cosa renderò a Geova per tutti i suoi benefici verso di me? Alzerò il calice della grande salvezza, e invocherò il nome di Geova. I miei voti pagherò a Geova, sì, di fronte a tutto il suo popolo”. — Salmo 116:12-14.

16. (a) Chi offre ai leali il “calice della grande salvezza”, e come? (b) Come berranno tale “calice”, e chi invocheranno?

16 Il calice contiene una parte di bevanda da bere oppure da versare come offerta di libazione a Geova Dio. Egli è Colui che ha offerto ai suoi leali sulla terra “il calice della grande salvezza”. Come? Preservandoli attraverso la “grande tribolazione”. La porzione che essi berranno è la “grande salvezza”. Geova ha compiuto tutti i suoi atti di salvezza per loro mediante il Messia celeste. I leali non rifiutano questo dono della “grande salvezza” che estende la loro vita sulla terra al benedetto regno di mille anni del Messia su tutta la terra. Con gratitudine la berranno, godendo la vita “nei paesi di quelli che vivono”. Ma ciò facendo, invocheranno il nome di Geova. Usando il suo nome, Gli chiederanno per mezzo del suo Messia di benedirli e guidarli da ora in poi in tutti i loro sforzi per usare sulla terra la loro vita in piena armonia con la sua volontà. Apertamente e pubblicamente Lo nomineranno come loro Dio.

17. Che cosa si farà riguardo ai “voti” che i leali di Geova possano aver fatto durante il tempo in cui la loro vita era in pericolo?

17 Hanno alcun debito da pagarGli? Cioè nel tempo che le loro anime furono in pericolo e la morte sembrava imminente, fecero essi dei voti, solenni promesse a Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo? Se li fecero col desiderio di ottenere la liberazione divina, debitamente e amorevolmente pagheranno quindi tali “voti” a Geova che agì in armonia con i loro voti preservandoli per la vita ininterrotta sulla terra. Presso il tempio spirituale di Geova faranno questo, in quanto essi compiranno “di fronte a tutto il suo popolo” ciò che votarono.

18. Per quanto tempo il preservato rimanente degli “eletti” farà questo sulla terra?

18 Anche quelli del rimanente degli “eletti” di Dio faranno ciò, per qualsiasi tempo questi generati dallo spirito sian ritenuti sulla terra prima di lasciare la scena d’attività terrestre ed essere gloriosamente uniti a tutti gli altri dei 144.000 coeredi di Cristo sul suo trono celeste. — Ecclesiaste 5:2-6. *

“LA MORTE DEI SUOI LEALI”: QUANTO È PREZIOSA!

19. Per essere sciolto dai legami della morte, il salmista si rivolse a Dio in base a quale relazione? E perché fece questo giustamente?

19 Attribuendo un alto valore a ciò che influisce sui sentimenti del suo Dio, il liberato salmista poté esclamare: “Preziosa agli occhi di Geova è la morte dei suoi leali. Ah, ora, o Geova, poiché io sono il tuo servitore. Io sono il tuo servitore, figlio della tua schiava. Tu hai sciolto i miei legami”. (Salmo 116:15, 16) Il salmista esclamò: “Ah, ora, o Geova”, in modo supplichevole, in atto di implorazione. Questa attitudine di invocazione fu quella che egli mostrò nel periodo in cui era in pericolo di morte. In quel tempo si rivolse a Dio perché sciogliesse i legami coi quali pareva legato a morte e perché lo liberasse dalla morte. Chiese a Dio questo favore in base al fatto che era un servitore di Geova, sì, servitore di Geova di una seconda generazione poiché era figlio della “schiava” di Geova. Il salmista, per così dire, rammentò a Geova la Sua responsabilità verso i suoi servitori di preservarli in vita. E ora, dopo essere stato dinanzi alla morte, il salmista poté dire che Geova aveva amorevolmente adempiuto la Sua responsabilità.

20. (a) Con quale specie di persone si classificò il salmista, e perché senza presunzione? (b) Il salmista quanto considerò che fosse costosa per Geova la morte di uno dei suoi “leali”?

20 Il salmista si classificò come uno dei “leali” di Geova, quando fu spinto dal suo profondo apprezzamento a dire: “Preziosa agli occhi di Geova è la morte dei suoi leali”. Il salmista non si classificò così presuntuosamente, poiché Geova mostrò che considerava il salmista leale giacché Geova l’aveva liberato dalla morte. Invece di far subire al salmista la morte e in seguito far pronunciare a un sacerdote levitico un sermone funebre dicendo su di lui: “Preziosa agli occhi di Geova è la morte dei suoi leali”, Geova considerò la morte del salmista troppo costosa da lasciare che avvenisse. Liberò dunque l’anima del salmista dalla morte. Di conseguenza, il salmista poté ora capire quanto costasse a Geova la morte di un leale. La morte del leale servitore era, per così dire, un prezzo troppo alto perché Geova lo pagasse. Vi è implicato troppo perché Geova faccia avvenire la morte.

21. (a) Dopo la “grande tribolazione”, i leali con una corretta valutazione dei valori che cosa saranno spinti a dire a motivo della loro preservazione? (b) Come la loro morte è stata rispetto alla Sua sovranità troppo costosa da poterla permettere?

21 Dopo che la vita degli “eletti” e della “grande folla” è stata preservata attraverso tutta la “grande tribolazione”, essi pure, con corretto apprezzamento dei valori, si sentiranno spinti a esclamare: “Preziosa agli occhi di Geova è la morte dei suoi leali”. (Salmo 116:15) Comprenderanno che Geova ha considerato troppo costosa la loro morte da lasciarla avvenire durante la “grande tribolazione” per mano dei loro nemici, religiosi e secolari. Che Egli lasciasse trionfare questi nemici su di loro e che permettesse loro di spazzarli via dalla superficie della terra sarebbe una macchia sulla sua sovranità universale, sul suo dominio del cielo e della terra. Egli è il Creatore della terra e la creò per quelli che gli sono leali. Se non potesse preservare i suoi leali sulla terra anche contro il più accanito, vile attacco dei nemici di Dio, sarebbe come se i suoi nemici fossero più potenti di lui e avessero il diritto di dire chi deve vivere permanentemente sulla terra. L’eliminazione dei suoi leali da parte dei suoi nemici durante la “grande tribolazione” metterebbe in dubbio il suo dominio della terra, infatti, la sua intera sovranità universale. Non può dunque lasciar avvenire la loro morte per mano dei nemici!

22. Perché la forzata “morte dei suoi leali” è per Geova troppo costosa perché la permetta quando si considerano la Sua adorazione e la fondazione della “nuova terra”?

22 Per di più se durante la “grande tribolazione” Geova permettesse ai suoi nemici terreni di distruggere in atto di sfida il rimanente dei Suoi “eletti” e la “grande folla”, non solo i nemici trionferebbero momentaneamente e gli astanti Satana e suoi angeli demonici proverebbero grande gioia, ma cos’altro accadrebbe? La forzata “morte” sulla terra di tutti i leali di Geova lascerebbe la terra senza quelli che Lo adorano quale solo vivente e vero Dio. Lascerebbe i cortili del suo grande tempio spirituale, che sono sulla terra, senza quelli che Gli offrono sacrifici di lode, rendimento di grazie e sacro servizio. Inoltre, la base della “nuova terra” sotto “i nuovi cieli” sarebbe rimossa prima dell’inizio del tempo fissato per i mille anni di Gesù, il Messia di Geova. Potrebbe l’altissimo e Onnipotente Dio Geova lasciar avvenire tale cosa tanto importante con una forzata “morte dei suoi leali”? No! La loro morte in tale circostanza in cui è implicata una contesa universale sarebbe “preziosa”, costosa, a Geova. Per rispetto verso di Sé, è troppo costosa da lasciarla avvenire.

23. La “grande tribolazione” è il tempo per che cosa riguardo alla sovranità e al nome di Geova e alla soluzione della contesa universale, e in che modo?

23 La “grande tribolazione” avvenire è il tempo in cui l’Onnipotente Dio Geova vendicherà la sua sovranità universale e santificherà il suo degno nome e costringerà tutti i suoi nemici a conoscere che Egli è il Geova della Parola scritta divinamente ispirata, la Sacra Bibbia. A pieno favore e sostegno di ciò farà come ha solennemente promesso nella sua immutabile Parola, cioè libererà sulla terra le anime dei suoi leali dalla morte durante la “grande tribolazione”, quando la contesa universale sarà infine risolta per ogni tempo avvenire! Come nel caso del paziente Giobbe, la cui vita Geova preservò a causa dell’inviolata integrità di Giobbe, Geova darà di nuovo prova di poter porre sulla terra uomini leali che nella più severa prova per opera di Satana il Diavolo si atterranno alla loro amorevole integrità verso Geova.

24. Per quali ragioni Geova riconoscerà questi “leali” come suoi servitori, e quali “legami” egli scioglierà per loro al tempo critico?

24 Per certo Geova riconoscerà il rimanente dei Suoi “eletti” e la “grande folla” come suoi servitori perché avranno preferito Lui come loro Dio e perché Egli li avrà acquistati per mezzo del sangue di espiazione del suo Sommo Sacerdote, Gesù il Messia. Nel tempo cruciale Geova udrà il loro fervido appello a lui e scioglierà i “legami” della morte violenta che i nemici di Geova e del suo regno messianico cercheranno di avvolgere loro intorno. Quale ragione sempiterna sarà questa perché non dimentichino mai che sono servitori del loro celeste Proprietario e Supremo Padrone, Geova!

ALLELUIA!

25. Con quali parole il salmista concluse il Salmo 116, con un senso di debito verso Geova?

25 Per tutta tale divina immeritata benignità si devono invero rendere grazie al Grande Preservatore e Liberatore da morte. Il salmista fu sopraffatto da un senso di gratitudine, così che concluse il suo bel salmo, dicendo: “A te offrirò il sacrificio di rendimento di grazie, e il nome di Geova invocherò. I miei voti pagherò a Geova, sì, di fronte a tutto il suo popolo, nei cortili della casa di Geova, in mezzo a te, o Gerusalemme. Lodate Iah!” — Salmo 116:17-19.

26. (a) Come il compositore del Salmo 116 non lasciò sconosciuto l’Iddio che adorava? (b) Come questo salmista desiderò esprimere il suo rendimento di grazie al suo Dio ed esortare il popolo a offrire lode?

26 Il salmista, chiunque egli fosse, era un adoratore del Dio il cui nome fu ispirato a usare nel suo salmo quindici volte nella completa forma del nome, esprimendosi infine nell’esclamazione conclusiva, ebraica: “Alleluia!” o: “Lodate Iah!” Il salmista Lo adorò presso il Suo tempio nella città santa di Gerusalemme, non importa se quel tempio fosse quello costruito dal re Salomone o quello costruito in seguito dal governatore Zorobabele dopo l’esilio d’Israele in Babilonia. L’innominato salmista desiderò fare più che semplicemente offrire una privata espressione di rendimento di grazie al suo divino Liberatore. Egli desiderò offrire rendimento di grazie in pubblico per mezzo di un sacrificio sull’altare di Dio nel cortile del tempio, invocando lì il nome di Geova in modo da essere udito da tutto il Suo popolo. Forse fu il primo a recitare questo salmo di propria composizione, fornendo così una parte di quella che in speciali occasioni divenne per i Giudei l’Hallel (“Lode”). (Salmi 113-118, 136) Come avrebbe potuto trattenersi nella propria gratitudine dall’esortare tutti gli adoratori nei cortili del tempio a ‘lodare Iah’ concludendo il suo salmo con “Alleluia”?

27. (a) In vista di quali grati sacrifici anteriori il compositore del Salmo 116 non fu solo nell’offrire sacrifici di rendimento di grazie per la liberazione da morte? (b) Come i sopravvissuti alla fine di questo sistema di cose agiranno fedeli a quel modello?

27 Il salmista non è il solo che offrì sacrificio di rendimento di grazie a Geova per la liberazione dalla morte. Molti secoli prima c’erano stati i sopravvissuti al Diluvio, Noè e la sua famiglia. Benché non avessero nessun cortile di tempio in cui adorare, quale fu la prima cosa che fecero dopo essere usciti dall’arca lì sul monte Ararat? Su un altare appena edificato essi offrirono a Geova un grande sacrificio di rendimento di grazie poiché li aveva preservati attraverso il diluvio universale. (Genesi 8:18-22) Quale eccellente modello da imitare fu così posto da quelle otto anime umane che l’Iddio Onnipotente non fece distruggere con il “mondo antico” di quel tempo. Fedeli a quel modello profetico, dopo la prossima spettacolare fine dell’attuale violento sistema di cose il sopravvissuto rimanente dei Suoi “eletti” e i loro compagni, la “grande folla”, offriranno a Geova rendimento di grazie come sacrifici, perché Geova li avrà preservati mediante la Sua miracolosa potenza salvifica. — Salmo 116:17.

28. (a) Dove i sopravvissuti alla fine di questo sistema offriranno i loro sacrifici, e di quale grido faranno risuonare la terra? (b) Per quanto tempo gli “eletti” spirituali e la “grande folla” opereranno insieme sulla terra purificata?

28 Appena saranno iniziati i benedetti mille anni del regno di Cristo, questi superstiti della più grande tribolazione della storia umana offriranno i loro sacrifici di rendimento di grazie nei terrestri cortili del tempio spirituale di Geova. In un’estasi di gioia e giubilo faranno risuonare in tutta la terra il loro irreprimibile grido: “Alleluia!” Quale piacevole senso d’essere in vita si proverà allora, specialmente dopo essere stati strappati via alle fauci della morte! Con reciproco amore, come quello fra Davide e il suo leale amico Gionatan, il rimanente degli “eletti” di Geova e la leale “grande folla” intraprenderanno pacificamente insieme l’opera sotto i “nuovi cieli” del messianico regno di Dio. (2 Pietro 3:13) A fianco a fianco essi continueranno a lavorare insieme sulla terra purificata sino al tempo stabilito da Dio per assumere il rimanente dei Suoi “eletti” generati dallo spirito ai loro troni con il re Gesù Cristo nella “Gerusalemme celeste”. Dalle Scritture ora non si sa come avverrà la partenza di questo rimanente spirituale. Ma gli “eletti” sanno che devono essere fedeli fino alla loro morte nella carne, nella speranza della risurrezione celeste. — Rivelazione 2:10; Romani 6:5; Ebrei 12:22.

29. (a) Dopo la partenza del rimanente spirituale, che cosa continuerà a fare la “grande folla” a favore della terra purificata? (b) Al ritorno di chi la loro gioia sarà estatica?

29 Comunque, la benedizione di Geova non si allontanerà dalla “grande folla” dei suoi adoratori lasciati sulla terra nei cortili del suo tempio spirituale. Sotto il celeste governo messianico essi continueranno l’opera di ammantare la terra purificata della piacevolezza di un Paradiso di Delizie. Quale estatica gioia essi proveranno quando si procederà alla risurrezione dei morti terrestri, per dare a quelli che verranno fuori delle tombe la preziosa opportunità di ottenere la vita eterna sulla terra paradisiaca sotto la sovranità universale di Geova!

30. (a) Per mezzo di che cosa ora vediamo la scena gloriosa, e per mezzo di quale opera si pone dinanzi agli abitanti della terra la prospettiva d’essere nella scena? (b) Perché c’è la rassicurante base per fare il proprio meglio affinché tale prospettiva divenga per ciascuno una realtà?

30 Alla splendida luce che ora emana dalla profetica Parola di Dio possiamo vedere con i nostri occhi della fede quella scena gloriosa. E, oh, pensare che una “grande folla” di quelli che ora cercano di adorare e servire Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo sarà preservata in vita attraverso la “grande tribolazione” avvenire per essere proprio lì in quella scena! Quale ispiratrice prospettiva! Essa viene ora posta dinanzi agli abitanti della terra dalla predicazione di “questa buona notizia del regno . . . in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”, prima che venga la fine di questo sistema di cose. (Matteo 24:14) Affinché questa rallegrante prospettiva divenga una realtà, vale la pena che ciascuno compia ora i migliori sforzi con fede e apprezzamento verso Geova Dio, che offre tale invitante prospettiva! Chiunque cerca la vita eterna nella felicità ha rassicurante motivo di compiere ora tali sforzi, poiché “il millenario regno di Dio si è avvicinato”.

[Nota in calce]

^ par. 18 Il millenario regno di Cristo proseguirà nonostante che ci sia ancora sulla terra un rimanente di eredi del Regno. Dopo una temporanea opera che si compirà sulla terra in seguito alla tribolazione, essi saranno assunti al regno celeste per partecipare lassù con lui al suo regno, essendo questo regno, nel caso di Gesù Cristo stesso, della durata di mille anni interi. Così questo rimanente non mancherà di prendere parte in cielo al regno di Cristo che durerà mille anni.

[Domande per lo studio]