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Una “grande folla” acclama il prossimo Governo Mondiale

Una “grande folla” acclama il prossimo Governo Mondiale

Capitolo X

Una “grande folla” acclama il prossimo Governo Mondiale

1, 2. Dinanzi a chi sono ora radunate tutte le nazioni della terra?

TUTTE le nazioni della terra, quelle dentro le Nazioni Unite e quelle ancora fuori di tale organizzazione mondiale, sono ora radunate dinanzi all’intronizzato Re di Dio, il suo Figlio Gesù Cristo. Questo è esattamente ciò che il Figlio di Dio preannunciò diciannove secoli fa quando fu sulla terra. Nell’illustrazione conclusiva pronunciata nella profezia in cui descrisse i particolari del “segno della [sua] presenza [parousía] e del termine del sistema di cose”, Gesù Cristo disse:

2 “Quando il Figlio dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sederà quindi sul suo glorioso trono. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui”. — Matteo 25:31, 32.

3. Come alcuni fanno forse obiezione alla precedente dichiarazione?

3 Molti contesteranno l’odierno adempimento di questa profezia ispirata, asserendo di non vedere i più di quattro miliardi di persone di ogni nazione, tribù e razza radunati in qualche spazioso luogo dinanzi a un celeste trono visibile su cui sieda il Figlio dell’uomo, Gesù Cristo, servito da “tutti gli angeli” del cielo. Conveniamo con quelli che fanno obiezione che non vedono un tale raduno internazionale. Prima di tutto, come potrebbero tutt’e quattro i miliardi di abitanti della terra raggiungere un tale luogo di adunanza, anche se fossero messi a loro disposizione tutti i mezzi di trasporto oggi disponibili? Una tal cosa è naturalmente fuori discussione.

4. Perché tale radunamento non pone ora per Gesù nessun problema?

4 Comunque, gli astronauti umani che compirono in recenti anni sei allunaggi poterono veder sorgere e tramontare la terra dalla superficie lunare e poterono anche veder ruotare l’intero globo terrestre mentre viaggiavano nel loro veicolo spaziale fra la luna e la terra. Quanto più il sovrumano, glorificato Gesù Cristo può osservare l’intera scena terrestre dal suo trono molto al di sopra della luna! Da che fu esaltato alla destra del suo Padre celeste nel 33 E.V., egli è sempre stato in grado di far questo. Quindi, in qual senso tutte le nazioni sono radunate dinanzi a lui da quando fu intronizzato in cielo al termine dei Tempi dei Gentili nel 1914?

5. In che modo tutte le nazioni sono state radunate dinanzi a Cristo intronizzato?

5 Ebbene, la situazione è mutata per le nazioni da quando il loro dominio mondiale senza interferenza da parte della sovranità universale di Dio terminò nel 1914. (Luca 21:24; Salmo 110:1, 2) Allorché Gesù Cristo rivolse da allora in poi la sua attenzione alle nazioni, lo fece in qualità di Re messianico dominante. (Rivelazione 11:15; 12:10) Ora egli le affronta e le ispeziona circa la loro condotta verso la sottomissione al giusto dominio messianico. Son tutte trattate come un unico sistema politico mondiale, a somiglianza di un gruppo associato, e, insieme, esse lo affrontano e trattano con lui sulla principale contesa del dominio mondiale. Ora devono decidere fra la sovranità nazionale e la sovranità universale di Dio esercitata dal suo regno messianico. A causa dell’“autorità del suo Cristo”, l’intronizzato Figlio di Dio è ora autorizzato a ‘pascere tutte le nazioni con una verga di ferro’ e a frantumarle a suo tempo. (Rivelazione 12:5; 19:15; Salmo 2:8, 9) Le nazioni condannate si sono radunate sotto l’organizzazione delle Nazioni Unite, ma non per cedere il dominio a Cristo.

6. Come tutte le nazioni hanno ricevuto la notifica del cambiamento della loro posizione?

6 Tutte le nazioni hanno ricevuto la notifica del cambiamento della loro posizione dinanzi a Geova Dio, colui che stabilì i Tempi dei Gentili o “fissati tempi delle nazioni”. (Daniele 4:16, 23, 25, 32; Luca 21:24) In che modo? In quanto Geova ha mandato alle nazioni gli “ambasciatori” del suo Regno, che han predicato ‘questa buona notizia del regno in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni’, esattamente come Gesù Cristo predisse in Matteo 24:14. Questi “ambasciatori” del Regno sono gli “eletti” di Dio, i “fratelli” spirituali di Gesù Cristo. (2 Corinti 5:20; Efesini 6:20; Giovanni 20:17; Ebrei 2:11, 12) Per mezzo di tale servizio degli ambasciatori e della proclamazione del Regno a tutte le nazioni, queste son radunate dinanzi all’unto Re di Dio, Gesù Cristo, che tiene lo scettro di ferro. I cristiani testimoni di Geova hanno già introdotto il messaggio del Regno in duecentodieci paesi, e, in conseguenza di ciò, i discepoli del re Gesù Cristo sono attivi in tutti questi paesi. (Matteo 28:19, 20) In questo modo tutte le nazioni notificate sono state radunate dinanzi al Re intronizzato su una base di parità, essendo soggette a responsabilità simili. — Confronta Matteo 24:31; Isaia 43:9.

I SOSTENITORI DEL REGNO SONO DIVISI DA QUELLI CHE NON LO SOSTENGONO

7, 8. (a) Divide il Re le nazioni come tali secondo le divergenze politiche? (b) In base a che cosa si fa la separazione?

7 In che modo “il Figlio dell’uomo” assiso sul suo glorioso trono celeste tratta le nazioni così radunate dinanzi a lui? Nella sua illustrazione Gesù Cristo prosegue, dicendo: “Ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra, ma i capri alla sua sinistra”. — Matteo 25:31-33.

8 Dovremmo notare che il re Gesù Cristo non separa le nazioni in due classi, una classe contro l’altra secondo le divergenze politiche. Piuttosto, egli divide le persone che vivono in quelle nazioni, permettendo così a ciascuno di fare la propria scelta individuale indipendentemente da ciò che fa il governo nazionale sopra di lui. Quest’opera di separazione ha luogo durante l’invisibile “presenza” di Cristo nel potere del Regno con gran gloria. (Matteo 24:3, 37, 39, 40) In base a che cosa ha luogo quest’opera di separazione? In base al fatto che sostengono o rigettano il regno di Cristo. Quindi, quale specie di animale raffigura i sostenitori del Regno, e quale specie quelli che non lo sostengono? Notiamo:

9, 10. Cosa fecero quelli simili a pecore, che vengono separati alla destra del Re?

9 “Quindi il re dirà a quelli alla sua destra: ‘Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste qualche cosa da mangiare; ebbi sete e mi deste qualche cosa da bere. Fui estraneo e mi accoglieste in modo ospitale; nudo, e mi vestiste. Mi ammalai e aveste cura di me. Fui in prigione e veniste da me’”. — Matteo 25:34-36.

10 Così le “pecore” raffigurano i sostenitori del regno messianico che fu preparato per loro dalla fondazione del mondo del genere umano. Ma poiché il re Gesù Cristo non è stato visibile nella carne durante la sua attuale “presenza” nel potere e nella gloria del Regno, in che modo queste persone assomigliate a pecore gli han fatto tali cose? La sua illustrazione continua, dicendo:

11. Come risponde il Re alle domande delle “pecore”?

11 “Quindi i giusti gli risponderanno con le parole: ‘Signore, quando ti vedemmo aver fame e ti demmo da mangiare, o aver sete, e ti demmo qualche cosa da bere? Quando ti vedemmo estraneo e ti accogliemmo in modo ospitale, o nudo, e ti vestimmo? Quando ti vedemmo malato o in prigione e venimmo da te?’ E rispondendo il re dirà loro: ‘Veramente vi dico: In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me’”. — Matteo 25:37-40.

12. Come le giuste “pecore” hanno fatto queste cose, e perché?

12 Con il riferimento ai ‘miei fratelli’ il re Gesù Cristo intende i “suoi eletti”, quelli che sono “eredi in realtà di Dio, ma coeredi di Cristo”. (Matteo 24:31; Romani 8:17) Di questi fratelli spirituali, resta ancora sulla terra un piccolo rimanente. Tutti questi sono stati diligentemente impegnati nell’adempiere la profezia di Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”, poiché riconoscono dal “segno” dell’invisibile “presenza” o parousía di Cristo che il regno di Dio è vicino alle porte. Per aver fatto questo dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, sono stati quelli che han provato fame, sete, nudità, malattia, assenza da casa o privazione della casa e perfino la prigionia solo per aver predicato “questa buona notizia del regno”. (Matteo 24:14, 32, 33; Marco 13:9, 10; Luca 21:29-31) I “giusti” simili a pecore vengono in aiuto dei “fratelli” spirituali di Cristo perché sono a favore del Regno che questi “ambasciatori” cristiani predicano loro. Essi acclamano tale regno come il giusto dominio per tutto il genere umano.

13, 14. (a) Simili a quali non Giudei dei giorni della regina Ester son divenute queste “pecore”? (b) In che modo divengono discepoli del Re?

13 Danno consapevolmente aiuto per promuovere la proclamazione del Regno, perché pregano per tale governo mondiale e ne sono a favore. Perciò l’aiuto che danno ai suoi “fratelli” spirituali conta presso il re Gesù Cristo. Essi furono prefigurati molto tempo fa dai non Giudei che vennero in aiuto dei Giudei in pericolo ai giorni della regina Ester e del primo ministro Mardocheo durante il regno di Assuero, imperatore di Persia. — Ester 8:17; 9:3.

14 A questi si applica dunque la promessa del Re: “Chiunque vi darà da bere un calice d’acqua perché appartenete a Cristo, veramente vi dico, non perderà affatto la sua ricompensa”. (Marco 9:41) Ora i giusti simili a pecore che son così venuti in loro aiuto sono ricompensati con il privilegio d’unirsi al rimanente dei “fratelli” di Cristo nella predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo, e di partecipare con il rimanente alle loro sofferenze per questa causa. In realtà essi divengono “discepoli” di Cristo il Re, dedicandosi a Geova Dio, il Padre celeste del Re, ed essendo battezzati in acqua in simbolo di tale dedicazione. — Matteo 28:19, 20.

15. Le “pecore” sono benedette con quale incarico di servizio?

15 Poiché seguono questa condotta di dedicazione, i giusti simili a pecore sono resi emissari del regno messianico di Dio, pienamente incaricati di predicare questo governo teocratico mondiale a persone di ogni tribù, nazione, razza e lingua. Davvero divengono quelli ‘che hanno la benedizione del Padre [di Cristo]’.

16. Come le “pecore” erediteranno il Regno preparato molto tempo fa?

16 Per la loro fedeltà alla sovranità universale del Padre del Re saranno ricompensati non con un’eredità nel regno celeste con Gesù Cristo e i suoi “fratelli” spirituali, ma con un’eredità nel reame terrestre del regno messianico. La parola “regno” è spesso usata per significare il reame su cui il regno domina. Questo reame del Regno è il Paradiso terrestre di cui Gesù Cristo parlò più di millenovecento anni fa, poco prima di morire al palo, quando disse al simpatizzante che stava per morire: “Veramente ti dico oggi [giorno di Pasqua, 33 E.V.]: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:43) Ma quando Dio cacciò Adamo ed Eva dal paradiso di Eden, pensò a questo Paradiso restaurato, secondo quello che disse in Genesi 3:15, e questo avvenne alla “fondazione del mondo”. — Matteo 25:34.

QUELLI CHE NON SOSTENGONO IL PROSSIMO GOVERNO MONDIALE

17, 18. Quale giudizio viene pronunciato contro i “capri”, e perché?

17 In contrasto con l’invito del Re: “Ereditate il [reame del] regno preparato per [le giuste pecore] dalla fondazione del mondo”, c’è il giudizio pronunciato contro i simbolici “capri” dell’illustrazione. Riguardo a questi la parabola prosegue, dicendo:

18 “Quindi dirà, a sua volta, a quelli alla sua sinistra: ‘Andatevene da me, voi che siete stati maledetti, nel fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli. Poiché ebbi fame, ma non mi deste nulla da mangiare, ed ebbi sete, ma non mi deste nulla da bere. Fui estraneo, ma non mi accoglieste in modo ospitale; nudo, ma non mi vestiste; malato e in prigione, ma non aveste cura di me’. Quindi anch’essi risponderanno con le parole: ‘Signore, quando ti vedemmo aver fame o sete, esser estraneo o nudo o malato o in prigione e non ti servimmo?’ Quindi egli risponderà loro con le parole: ‘Veramente vi dico: In quanto non l’avete fatto ad uno di questi minimi, non l’avete fatto a me’”. — Matteo 25:41-45.

19. Attribuisce il Re la loro condotta a negligenza dovuta a ignoranza?

19 Qui potremmo ben chiedere: Considera forse il Re che si tratta solo di una trascuratezza involontaria da parte della classe dei “capri”? Attribuisce egli la loro condotta solo a negligenza dovuta a ignoranza da parte loro? Certamente no, giacché vediamo che chiama questi negligenti “maledetti” e ordina loro di andarsene nel “fuoco eterno preparato per il Diavolo e per i suoi angeli”. Il re li deve considerare o giudicare malvagi, secondo la regola delle Scritture: “La maledizione di Geova è sulla casa del malvagio, ma egli benedice il luogo di dimora dei giusti”. (Proverbi 3:33) Ma perché la classe dei “capri” dovrebbe essere maledetta solo per non essere venuta in aiuto e in soccorso dei “fratelli” di Cristo?

20, 21. Anche se non avessero conosciuto nessuna regola, le “pecore” e i “capri” che cosa conoscevano?

20 Se diciamo che i simbolici “capri” furono “maledetti” e condannati alla distruzione con il Diavolo e i suoi angeli solo perché trascurarono inconsapevolmente i “fratelli” di Cristo, allora, logicamente, dobbiamo sostenere che le simboliche “pecore” furono benedette e ricompensate con un luogo nel reame del Regno semplicemente perché fecero inconsapevolmente il bene ai “fratelli” di Cristo. Quale vero merito ci sarebbe, dunque, nel bene che le “pecore” fecero ai “fratelli” di Cristo? O quale demerito nella trascuratezza che i “capri” non sapevano di commettere? Dov’è, quindi, la giustizia nel ricompensare una classe per l’inconsapevolezza e nel punire l’altra classe per l’inconsapevolezza? In tale trattamento non c’è evidentemente nessuna giustizia.

21 Ammettiamo che entrambe le classi non conoscessero la regola che quello che facevano o non facevano ai “fratelli” spirituali di Cristo lo facevano o non lo facevano a Cristo stesso. Tuttavia, non ignoravano il fatto che trattavano con i suoi “fratelli”! Perché no?

22. I “fratelli” di Cristo a chi dovevano predicare? Con quale reazione?

22 Dobbiamo considerare la parabola di Gesù circa le pecore e i capri insieme a quello che disse precedentemente nella sua profezia sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3) Egli parlò dell’approvata opera dei suoi “fratelli” spirituali quando, in Matteo 24:14, disse loro: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. Non solo alle cosiddette nazioni cristiane o cristianità, ma a “tutte le nazioni” in “tutta la terra abitata”. Ancora Gesù disse ai suoi “fratelli” spirituali: “Quindi vi daranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a motivo del mio nome”. — Matteo 24:9.

23. Il fatto che i “fratelli” di Cristo non vengano riconosciuti prova forse che non siano tali?

23 L’odio a motivo del suo nome significa che i “fratelli” di Cristo si sarebbero identificati mediante la loro predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutto il mondo e facendo per lui discepoli che avrebbero battezzati. (Matteo 28:19, 20) In genere, le persone o i governi nazionali che queste persone sostengono si rifiutano di riconoscere che questi predicatori della “buona notizia” del Regno sono “fratelli” spirituali di Cristo. Ma prova realmente questo che essi non siano “fratelli” spirituali di Cristo? No!

24. Quando la trascuratezza mostrata verso i “fratelli” di Cristo diviene inescusabile?

24 Questo generale rifiuto delle persone che non vogliono riconoscere come tali i “fratelli” spirituali di Cristo, e questo odio internazionale contro di loro a causa di ciò che predicano intorno al Regno hanno influito sul trattamento che le persone hanno riservato loro. Dove una nazione ha una dichiarazione fondamentale dei diritti dei suoi cittadini in difesa della libertà di adorazione, gli individui forse non si uniscono nel perseguitare violentemente i “fratelli” di Cristo. Ma per timore dell’opinione pubblica o perché sono d’accordo con essa, tali individui che si astengono dalla persecuzione si rifiutano di offrire volontariamente aiuto, soccorso o sostegno ai “fratelli” di Cristo. Pertanto la loro attitudine negativa, la loro trascuratezza, non è scusabile. — Proverbi 29:18.

25. Perché sulla contesa non può esserci indifferenza senza punizione?

25 L’illustrazione di Gesù circa le pecore e i capri prende in considerazione tutto questo. Non venire in aiuto e soccorso dei “fratelli” di Cristo porta la conseguenza di non aiutare e di non sostenere il regno di Cristo, il prossimo governo mondiale. Questa è una questione seria, e non c’è via di mezzo, nessun compromesso, non si può tenere il piede su due staffe, rispetto alla contesa del governo mondiale. Gesù Cristo il Re odia i tiepidi. (Rivelazione 3:16) Inoltre Gesù disse: “Chi non è dalla mia parte è contro di me, e chi non raduna con me disperde”. (Matteo 12:30; Luca 11:23) In base a ciò non c’è da parte di Gesù alcuna ingiustizia quando dichiara che quelli simili a capri i quali non sostengono il suo “trono” o regno son “maledetti” e devono esser puniti col Diavolo e i suoi angeli. Il titolo “Diavolo” significa “Calunniatore”, e questi “capri” sono classificati col capo Diavolo perché ascoltano le calunnie del Diavolo e dei suoi angeli e hanno pregiudizio contro i “fratelli” di Cristo. (Rivelazione 12:10) Devono condividere la sua sorte.

26. Quando il Re dirà ai “capri” di andare nel “fuoco”?

26 Non rendiamoci dunque colpevoli di scusare i “capri”, mettendo così in dubbio la giustizia di Cristo il Re. Piaccia o no, l’illustrazione di Gesù termina con il riferimento all’esecuzione del giudizio sui colpevoli “capri” e sulle giuste “pecore”, dicendo: “E questi [i capri simbolici] andranno allo stroncamento eterno, ma i giusti alla vita eterna”. (Matteo 25:46) Quando Cristo il Re dirà a quei maledetti “capri” di andare nel simbolico “fuoco” dello “stroncamento” (greco: kólasis)? Dopo che la predicazione della buona notizia del regno sarà stata compiuta in tutta la terra dai suoi “fratelli” spirituali e quando “la fine” verrà su questo sistema di cose che ora si trova al suo “termine”. (Matteo 24:3, 14) Quindi divamperà in tutto il mondo la “grande tribolazione”, ma i “capri” non riusciranno mai a superarla. — Matteo 24:21, 22.

27. I “capri” subiranno lo “stroncamento” da che cosa, per quanto tempo?

27 Lo “stroncamento” (kólasis) eterno dei “capri” è l’opposto della “vita eterna” con cui saranno ricompensate le “pecore”. È una punizione eterna, perché questa forma di punizione non sarà mai revocata per quei “capri” che saranno giustiziati nella “grande tribolazione”. Non avranno mai una risurrezione dai morti. Essi subiscono quell’altra morte di cui la Bibbia parla, la “seconda morte”, simboleggiata dal “lago di fuoco”. Non saranno mai liberati da tale simbolico “lago di fuoco” come non ne saranno mai liberati Satana il Diavolo e i suoi angeli demonici. (Rivelazione 20:10-15; Genesi 3:15) Periranno nella “grande tribolazione” che giungerà al culmine nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. — Rivelazione 16:14, 16; 19:11-21.

I SUPERSTITI DELLA “GRANDE TRIBOLAZIONE”

28, 29. A che cosa sopravvivranno le “pecore”, come mostra Rivelazione 7:13-15?

28 Noi non vogliamo essere ‘stroncati eternamente’ con i “capri” nella prossima “grande tribolazione”, non è vero? Non se vogliamo godere il prossimo governo mondiale di Geova Dio retto dal suo Figlio Gesù Cristo. La nostra assennata scelta per onorare Dio sarebbe ora quella di mostrarci simili alle benedette “pecore”. La classe composta dalle simboliche “pecore” supererà la “grande tribolazione” rimanendo in vita. Questa sopravvivenza condurrà alla loro “vita eterna” sotto il prossimo governo mondiale. Ci sarà una innumerevole “grande folla” di tali superstiti simili a pecore che sopravvivranno alla “grande tribolazione”. Ne abbiamo l’assicurazione nel dialogo fra uno speciale “anziano” e l’apostolo Giovanni, uno dei “fratelli” di Cristo. Riguardo a questo dialogo leggiamo:

29 “E presa la parola, una delle persone anziane mi disse: ‘Questi che sono vestiti di lunghe vesti bianche, chi sono e da dove son venuti?’ E subito gli dissi: ‘Signor mio, tu lo sai’. Ed egli mi disse: ‘Questi sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello. Perciò sono davanti al trono di Dio; e gli rendono sacro servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda’”. — Rivelazione 7:13-15.

30. Sotto quale protezione sopravvivono, per stare dinanzi a chi?

30 Dio spiega su queste persone vestite di lunghe vesti bianche la sua “tenda”. Questo spiega come mai, a parte il rimanente dei “fratelli” spirituali di Cristo ai quali hanno fatto del bene, in quel tempo sono i soli di tutta la popolazione della terra che “vengono dalla grande tribolazione”. Durante quella “grande tribolazione” tutti i troni dei governanti delle nazioni saranno stati rovesciati o distrutti. (Aggeo 2:22) Questa è la ragione per cui non si parla di nessun altro trono in questa particolare visione dell’apostolo Giovanni eccetto il “trono di Dio”. (Rivelazione 7:10-15) Sul trono non si vede seduto nessun altro eccetto Dio. La sua posizione quale Sovrano dell’universo, compresa la nostra terra, è rivendicata!

31. Quale azione, non mostrata dalla parabola di Gesù, essi hanno compiuta?

31 Questa visione mostra che questi superstiti della “grande tribolazione” vestiti di lunghe vesti bianche han fatto più di ciò che è illustrato nella parabola di Gesù circa le pecore e i capri. “Hanno lavato le loro lunghe vesti e le han rese bianche nel sangue dell’Agnello”. Questo fatto dichiarato dà risalto che sono credenti in Gesù Cristo, l’Agnello di Dio, e ne hanno accettato il sacrificio di espiazione, il sangue che egli versò. Questo è uno dei fattori che li spinge ad aiutare e soccorrere i “fratelli” spirituali dell’Agnello operando con loro. Soprattutto, si sono rivolti al Sovrano Universale, il celeste Padre dell’Agnello, per essere salvati dalla “grande tribolazione”.

32. Come soddisfano la basilare esigenza per tale salvezza?

32 La “grande folla” mostra di soddisfare l’esigenza fondamentale per tale salvezza con la condotta che tengono verso il trono di Dio e con ciò che confessano dinanzi a esso. Questo fatto ci diviene chiaro quando leggiamo: “Dopo queste cose [dopo che erano stati suggellati i 144.000 Israeliti spirituali, i fratelli spirituali dell’Agnello] vidi, ed ecco, una grande folla, che nessun uomo poteva numerare, di ogni nazione e tribù e popolo e lingua, che stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di lunghe vesti bianche; e nelle loro mani erano rami di alberi delle palme. E continuano a gridare ad alta voce, dicendo: ‘La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello’”. — Rivelazione 7:9, 10.

33. Cosa riconoscono dinanzi a Dio e al suo Figlio? Come?

33 In vesti adeguate, questa “grande folla”, che non contiene nessun Israelita spirituale, sta rispettosamente davanti al trono di Dio, riconoscendolo come il Governatore del mondo. (Rivelazione 11:15) Come con rami di alberi di palme, essi Lo acclamano unitamente quale Sovrano Universale, Colui che ha diritto di occupare un trono con un governatorato universale. (Confronta Giovanni 12:12, 13). Riconoscono anche il “principale Agente della vita” che Geova Dio ha impiegato, “l’Agnello”, Gesù Cristo suo Figlio. (Atti 3:15; Giovanni 1:29, 36) Quindi confessano gioiosamente dinanzi al cielo e alla terra la Fonte della loro salvezza dalla “grande tribolazione” e anche il suo principale Agente impiegato a tale scopo.

34. In particolar modo da quando c’è stato un loro radunamento?

34 Durante questo “termine del sistema di cose”, notevolmente dall’anno 1935 E.V., questa “grande folla” è stata radunata e unificata nonostante le origini nazionali, razziali e tribali. Essi hanno udito la predicazione mondiale di “questa buona notizia del regno”. Conforme alle opportune informazioni pubblicate a pagina 250 (paragrafo 34) de La Torre di Guardia (inglese) del 15 agosto 1934, si sono dedicati a Geova Dio per mezzo del suo Agnello Gesù Cristo. Han simboleggiato la loro dedicazione con il battesimo in acqua. Si sono uniti al rimanente dei “fratelli” spirituali di Cristo, predicando la “buona notizia” fino alle estremità della terra. Com’è piacevole ai nostri orecchi udirli acclamare così il prossimo governo mondiale di Geova!

[Domande per lo studio]