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Perché Dio ha permesso la sofferenza sulla terra?

Perché Dio ha permesso la sofferenza sulla terra?

Capitolo V

Perché Dio ha permesso la sofferenza sulla terra?

1, 2. Come ebbe origine la razza umana, e che genere di inizio fu?

LE PROVE scientifiche e la Bibbia attestano che tutti gli uomini vengono da una coppia originale. Dopo il Diluvio, dalla progenie dei tre figli di Noè si formarono quindi tre principali rami della famiglia umana. — Genesi 3:20; 9:18, 19.

2 L’apostolo Paolo disse: “[Dio] ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra”. (Atti 17:26) Quest’uomo Adamo e sua moglie, Eva, furono creati perfetti, come lo sono tutte le opere di Dio. — Deuteronomio 32:4; Genesi 2:18, 21-23.

3. Al tempo in cui fu creato, com’era Adamo in paragone con gli angeli?

3 Adamo fu un figlio di Dio, un componente pienamente idoneo della famiglia di Dio, fatto solo un poco inferiore agli angeli. (Luca 3:38) Gli angeli sono creature spirituali più grandi degli uomini in potenza e capacità. (2 Pietro 2:11) Ma la Bibbia non afferma in nessun luogo che gli angeli abbiano una capacità morale più grande. Quando Gesù Cristo fu sulla terra come uomo, nato di donna, la sua integrità morale fu pari a quella di chiunque nella famiglia universale di Dio in cielo e sulla terra. — Salmo 8:4, 5; Ebrei 2:6-9; 7:26.

4, 5. Come vennero sull’intera razza umana malattie, difficoltà e sofferenze?

4 Quindi, come l’imperfezione e le conseguenti afflizioni, infermità e lotte vennero a essere la sorte della razza umana? La Bibbia spiega che, non per loro colpa, da Adamo ed Eva in poi, tutti gli uomini sono nati con imperfezioni. Essa dichiara: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. — Romani 5:12.

5 Secondo le leggi della genetica, i figli ereditano le tendenze e le caratteristiche, e anche i difetti, dei loro genitori. Ma in che modo il perfetto Adamo divenne difettoso, imperfetto e peccatore? Perché sono state permesse da allora afflizioni e sofferenze?

ECCELLENTE POSIZIONE DI ADAMO

6. In che modo Adamo fu creato ‘a immagine e somiglianza di Dio’?

6 Adamo fu creato a immagine e somiglianza di Dio. (Genesi 1:26) Questo significa che aveva qualità morali ed era in grado di apprezzare la spiritualità. Poteva conoscere Dio e apprendere di lui e poteva avere con Dio una relazione filiale. Aveva la capacità di ragionare e la facoltà della coscienza: un senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Adamo poteva rappresentare Dio sulla terra riflettendone la gloria, gli eccellenti attributi, a quelli che sarebbero nati.

7. (a) Come Dio provvide ai bisogni di Adamo come nuovo venuto sulla terra? (b) Come avrebbe dovuto reagire Adamo?

7 Dio comunicava con Adamo, possibilmente ogni giorno. Secondo Genesi 3:8, Adamo ed Eva ‘udirono la voce di Geova Dio’ verso “l’ora del giorno in cui soffiava la brezza”. Il riferimento a una particolare parte del giorno fa pensare che questa fosse un’ora solita in cui Dio comunicava con l’uomo. Sì, l’Altissimo si prese in effetti il tempo per ammaestrare Adamo come nuovo venuto sulla terra. (Genesi 1:28-30) Questo primo uomo aveva bisogno dell’aiuto e delle istruzioni di Dio, onde esercitasse il giusto dominio sulla creazione inferiore. Adamo aveva piene capacità di crescere spiritualmente e di coltivare amore. Poteva rafforzare l’apprezzamento e l’amore verso il suo Creatore mentre progrediva nell’apprendere. (1 Giovanni 4:7, 8) Poteva stabilire con Lui una relazione più intima.

8. Perché era essenziale che Adamo imparasse molte cose intorno alla vita vegetale e alla vita animale?

8 La Bibbia non afferma quanto fosse lungo il periodo di tempo che Dio impiegò per dare istruzioni al suo figlio. Ma fu essenziale che Adamo imparasse, fra le prime cose, circa la vita vegetale e la vita animale, dal momento che doveva essere un esperto coltivatore e insegnare ai suoi figli l’arte del giardinaggio e la cura degli animali domestici. (Genesi 2:15, 19) Questo poteva ovviamente richiedere del tempo.

9. Secondo Genesi 2:19, 20, quale compito Dio assegnò ad Adamo, e come Adamo lo poté adempiere dovutamente?

9 Adamo abitò nella paradisiaca dimora edenica che Dio gli aveva fatta. Essa fu probabilmente un’ampia zona dove Adamo poteva viaggiare. Così, Adamo poté osservare gli animali nel loro habitat, qualunque fosse il modo in cui Dio glielo facilitasse. Adamo poteva dunque dar loro il nome secondo i loro tratti o le loro caratteristiche. Non c’era bisogno di aver fretta. — Genesi 2:8, 19, 20.

10. Con l’ammaestramento che Adamo ricevette, che cosa avrebbe potuto fare Adamo, ma quale cura avrebbe dovuto esercitare?

10 Benché Adamo potesse risolvere i problemi che sarebbero sorti entro il campo della sua conoscenza, si sarebbe dovuto rivolgere a Dio come Progettista e Direttore in quanto al modo esatto in cui doveva ‘soggiogare la terra’. La terra incolta fuori del giardino di Eden doveva divenire una dimora per miliardi di persone avvenire. E proprio come un costruttore segue i piani dell’architetto, così l’uomo avrebbe dovuto seguire fedelmente la sapiente direttiva di Dio per conferire alla terra bellezza e alla razza umana le più grandi comodità e gioie. — Luca 16:10.

11. In principio come Adamo adempì le sue responsabilità, e quali compiti lo attendevano?

11 Che ne fece Adamo delle cose con cui Dio lo aveva benedetto? Per un certo tempo agì bene, dando alla moglie proprio le istruzioni che aveva apprese da Dio. (Confronta Genesi 2:16, 17 con Genesi 3:2, 3). Geova era il loro Dio, per la ragione che ne era il Creatore. Per continuare ad avere con Dio la relazione giusta, Adamo ed Eva dovevano appoggiarsi a lui e ubbidirgli come Sovrano Governatore. Mentre avrebbero esteso la loro famiglia in modo da coprire la terra, per l’ordine e l’armonia sarebbe stata necessaria la sottomissione alla sovranità di Dio. Adamo ed Eva avrebbero potuto ammaestrare ed educare i loro figli, così che, a loro volta, recassero gloria a Dio.

“L’ALBERO DELLA CONOSCENZA”

12. Secondo Genesi 2:17, quale prospettiva avevano Adamo ed Eva?

12 Dio aveva detto ad Adamo che poteva mangiare liberamente di ogni albero del giardino eccetto l’albero della conoscenza del bene e del male. (Genesi 2:17) Dinanzi a questa coppia e alla loro progenie c’era la vita eterna, condizionata solo dalla loro ubbidienza. Sarebbe stato un disonore per l’intera famiglia di Dio in cielo e sulla terra se Adamo fosse divenuto così irrispettoso da disubbidire a Dio.

13, 14. (a) Perché era interamente giusto e appropriato che Adamo ubbidisse a Dio? (b) Che cosa non fece Adamo rispetto alle buone cose che aveva, e quale atteggiamento assunse?

13 Dio aveva dato ad Adamo ogni cosa di cui poteva godere. Adamo stesso non aveva fatto la terra perché producesse le ottime cose da mangiare. Non aveva creato la sua bella compagna, Eva. Non aveva fatto il suo proprio corpo, con le facoltà che gli permettevano di godere ciò che aveva. Ma, pur amando e godendo l’ottima vita che gli era stata benignamente data, Adamo non continuò a comportarsi in modo ubbidiente.

14 Alla fine Adamo pose i suoi presunti interessi al di sopra di quelli del suo Padre celeste. Pensò più ai suoi desideri immediati che non alla famiglia di Dio e alla progenie che doveva avere. Anche gli uomini imperfetti disprezzano un uomo che tradisce la famiglia e vende i suoi propri figli alla schiavitù e alla morte. E questo è ciò che fece Adamo. — Romani 7:14.

15, 16. (a) L’“albero della conoscenza del bene e del male” era un albero vero? (b) Quali altre domande sorgono riguardo a questo albero?

15 In che cosa consisté il peccato di Adamo? Ebbe attinenza con l’“albero della conoscenza del bene e del male”. Su questo albero si sono fatte molte congetture. Era un albero vero e proprio? Che cos’erano la “conoscenza” e ‘il bene e il male’? Perché Dio avrebbe messo nel giardino un tale albero?

16 La Bibbia indica che l’albero era vero, parlandone come di uno degli alberi da frutto del giardino. (Genesi 2:9) Che cos’era la conoscenza che l’albero rappresentava? La Bibbia di Gerusalemme, tradotta dai cattolici, fa un commento attinente, in una nota in calce su Genesi 2:17:

17. Secondo una nota in calce ne La Bibbia di Gerusalemme, tradotta dai cattolici, che cos’era la “conoscenza” che l’albero rappresentava?

17 “Conoscenza del bene e del male: questa conoscenza è un privilegio che Dio si riserva e che l’uomo usurperà con il peccato ([Genesi] 3, 5. 22). Non è dunque né l’onniscienza, che l’uomo decaduto non possiede, né il discernimento morale, che l’uomo innocente aveva già e che Dio non può rifiutare alla sua creatura ragionevole. È, invece, la facoltà di decidere da se stessi ciò che è bene e male, e di agire di conseguenza: una rivendicazione di autonomia morale con la quale l’uomo rinnega il suo stato di creatura (cf. Is 5, 20). Il primo peccato è stato un attentato alla sovranità di Dio, una colpa di orgoglio”.

18. (a) L’albero che cosa simboleggiò? (b) Per peccare mangiando dell’“albero della conoscenza”, un uomo perfetto quale decisione avrebbe prima dovuto prendere?

18 In effetti, l’albero simboleggiava il confine, la linea di demarcazione o il limite dell’appropriato dominio dell’uomo. Era giusto e appropriato, sì, essenziale, che Dio informasse Adamo di quel confine. Per mangiare di quell’albero, un uomo perfetto avrebbe avuto bisogno del deliberato assenso della sua volontà. Ciò avrebbe rivelato la determinazione presa in anticipo di ritrarsi dalla sottomissione alla sovranità di Dio, di andarsene per proprio conto, per fare ciò che era “bene” o “male” secondo le sue proprie decisioni.

SFIDATA LA SOVRANITÀ DI DIO

19. In armonia con il principio di Romani 1:28, il peccato volontario di Adamo che cosa recò su lui e sui suoi figli?

19 Così l’uomo seguì una via indipendente da Dio. Dio non ostacolò il libero arbitrio di Adamo. Ma la scelta errata di Adamo recò su lui e sui suoi figli ogni sorta di problemi preoccupanti e umanamente insolubili. — Romani 1:28.

20. Come l’errato atto di Adamo suscitò una domanda che includeva tutto il genere umano?

20 Per di più, la contesa andava oltre la semplice ribellione di Adamo e sua moglie. La ribellione del figlio terrestre di Dio suscitò la domanda: Nella famiglia terrestre di Dio, avrebbe qualcuno, servendosi del suo libero arbitrio, preferito esser leale alla sovranità di Dio, e sarebbe qualcuno restato leale a Dio sotto pressione o sotto la tentazione di procurarsi qualche cosa mediante la disubbidienza? Così nella mente di tutte le creature in cielo e sulla terra l’integrità, la fedeltà, di ogni uomo o donna sarebbe stata messa in dubbio.

21. Il peccato di Adamo suscitò quale contesa assai più grande della controversia sull’integrità umana?

21 Questa controversia era comunque sussidiaria o secondaria rispetto a una assai più grande — una sfida riguardo alla legittimità della sovranità o dominio di Dio — come fu illustrato dagli avvenimenti di circa 2.500 anni dopo. Un’illustrazione della contesa implicatavi si trova in ciò che accadde nella vita vissuta dall’uomo Giobbe, di cui è stato preservato il racconto per nostro beneficio.

22. Come il libro di Giobbe mostra che l’integrità e la lealtà di ogni uomo furono effettivamente argomento di controversia?

22 Il libro di Giobbe rivela che un celeste angelo di Dio fu il promotore della sfida. Egli comparve dinanzi all’Altissimo e accusò con insolenza Giobbe, devoto servitore di Dio, dicendo che la sua lealtà verso Dio si basava solamente sull’egoismo. Dio concesse a questo figlio spirituale di recare su Giobbe una prova di grandi avversità. Nonostante che Giobbe si mostrasse fedele nella prova, il ribelle ancora accusò Giobbe d’avere un cuore cattivo. Geova gli disse: “Hai rivolto il cuore al mio servitore Giobbe, che non c’è nessuno come lui sulla terra, uomo irriprovevole e retto, che teme Dio e si ritrae dal male? Eppure mantiene ancora la sua integrità [irreprensibilità, fedeltà a Dio], benché tu mi inciti contro di lui per inghiottirlo senza causa”. L’angelo rispose: “Pelle per pelle, e l’uomo darà tutto ciò che ha per la sua anima. Per cambiare, stendi la tua mano, ti prego, e tocca fino al suo osso e alla sua carne e vedi se non ti maledirà nella tua medesima faccia”. — Giobbe 2:2-5.

23. Quale fu per Giobbe il risultato d’essersi attenuto alla fedeltà nella grave sofferenza?

23 Dio lasciò mettere alla prova Giobbe, sapendo che sarebbe rimasto fedele. E Giobbe in effetti non ci perdette soffrendo per un po’. Poiché, alla fine della prova, Dio compensò Giobbe dandogli più di quanto avesse avuto precedentemente, compresi altri 140 anni di vita. — Giobbe 42:12-16; confronta Ebrei 11:6.

24. (a) In realtà, chi fu l’istigatore e il promotore della ribellione contro Dio? (b) Perciò, furono Adamo ed Eva scusabili?

24 Questo sguardo a un invisibile avvenimento celeste ci aiuta a vedere la vera questione per cui Dio permise il male. L’angelo che fece la sfida, conosciuto come Satana il Diavolo, fu in realtà l’istigatore della ribellione. Ciò nondimeno, la prima coppia umana, che si schierò dalla parte di Satana quando questi diede inizio alla sfida, era volontariamente in fallo, senza scusa.

25, 26. (a) Poiché fu Satana il Diavolo ad attaccare Adamo in quanto alla sua lealtà verso Dio, lasciò ingiustamente Dio che Adamo restasse esposto all’attacco? (b) Quale poté essere il ragionamento di Satana, mentre si accingeva ad attaccare Eva?

25 Dio aveva dato ad Adamo tutte le istruzioni e le opportunità necessarie perché si preparasse pienamente a restare leale a Dio, giacché Dio non avrebbe mai lasciato un Suo servitore esposto a un attacco per cui fosse senza difesa. (1 Corinti 10:13) Di conseguenza, Adamo, essendo perfettamente libero di esercitare la sua volontà, si sarebbe potuto mantenere fermo mostrandosi leale e fedele. Non c’era nessun fattore oltre il suo controllo per farlo peccare, come accade oggi nel caso del genere umano imperfetto. Il suo peccato fu interamente volontario e premeditato.

26 Tuttavia, l’avversario di Dio, il ribelle figlio spirituale, cercò un’opportunità per dare inizio alla ribellione nell’universo. Egli volle impiegare Adamo ed Eva come strumenti per promuovere la sua sfida contro la sovranità di Dio. Il racconto biblico ci narra come attaccò prima la donna. Satana aveva fiducia che, dopo aver sopraffatto Eva, avrebbe potuto sottoporre Adamo a grande pressione.

RIBELLIONE CONTRO DIO

27. Benché un serpente parlasse ad Eva, come sappiamo che il serpente era in realtà solo lo strumento del Diavolo?

27 Come fu realmente avviata da Satana la sfida che aveva concepita contro la sovranità di Dio? Il racconto biblico riferisce che una modesta bestia del campo, un serpente, parlò a Eva. Naturalmente, un animale non può parlare da sé. A parlare fu in realtà Satana il Diavolo, che si servì del serpente. A causa di questo inganno e dell’uso del serpente, Dio lo chiamò “l’originale serpente [ingannatore]”. (Rivelazione 12:9) Gesù indicò che fu Satana l’istigatore della sfida alla sovranità di Dio, quando disse che il Diavolo era “padre della menzogna” e omicida dal principio della sua condotta ribelle in Eden. (Giovanni 8:44) Il racconto biblico di questa prima menzogna e della ribellione dice:

28. Dal racconto di Genesi 3:1-5: (a) Come la domanda che Satana rivolse a Eva implicava che Dio avesse trattenuto da lei qualche cosa che avrebbe dovuto avere? (b) Ignorava forse Eva la legge di Dio che non doveva mangiare dell’“albero della conoscenza”?

28 “Ora il serpente mostrò d’essere il più cauto di tutte le bestie selvagge del campo che Geova Dio aveva fatte. Diceva dunque alla donna: ‘È realmente così che Dio ha detto che non dovete mangiare di ogni albero del giardino?’ A ciò la donna disse al serpente: ‘Del frutto degli alberi del giardino possiamo mangiare. Ma in quanto a mangiare del frutto dell’albero che è nel mezzo del giardino, Dio ha detto: “Non ne dovete mangiare, no, non lo dovete toccare affinché non moriate”’. A ciò il serpente disse alla donna: ‘Positivamente voi non morrete. Poiché Dio sa che nel medesimo giorno in cui ne mangerete i vostri occhi davvero si apriranno e voi sarete davvero simili a Dio, conoscendo il bene e il male’”. — Genesi 3:1-5.

29, 30. In che modo Eva considerava il frutto dell’“albero della conoscenza” prima che Satana mentisse, e come ella lo considerò dopo la menzogna?

29 Prima di questo tempo la donna aveva ubbidito all’ingiunzione di non mangiare dell’“albero della conoscenza” a cui il serpente si riferiva. Ella aveva ogni sorta di cibo da mangiare e non provava nessun bisogno. Capiva che il mangiare dell’albero avrebbe recato cattivi risultati. Il frutto non era veleno, ma Dio aveva detto che il mangiarne avrebbe recato il suo giudizio di morte. Ora, se una persona vede nel bosco certe piante, come una Rhus velenosa, o certi alberi i cui frutti sono pericolosi da mangiare, ne è forse attratta, o è costretta a toccarli, prenderli e mangiarli? No, non c’è tale attrazione. Così fu per Eva. Ma la menzogna di Satana rese ora quell’albero attraente. Ella credette alle sue parole, proferite per mezzo di un modesto serpente, più che a quelle del suo Creatore. Leggiamo:

30 “Di conseguenza la donna vide che il frutto dell’albero era buono come cibo e che era qualche cosa che metteva voglia agli occhi, sì, l’albero era desiderabile a guardarsi. Ella prendeva dunque del suo frutto e lo mangiava”. — Genesi 3:6.

EVA FU INGANNATA

31. Come poté ragionare Eva mentre il serpente le parlava?

31 Perché Eva non si stupì, e perché non fuggì quando il serpente, sorprendentemente, le parlò? La Bibbia non lo dice. Può darsi che ella vedesse il serpente presso l’albero, e che i movimenti del serpente attirassero la sua attenzione. Sapeva che esso era un animale molto cauto. Il serpente poté dunque apparire molto saggio, e nel parlare poté dare l’impressione di avere una sapienza speciale.

32, 33. (a) Quale libertà Eva pensò di acquistare mangiando il frutto? (b) Come Eva, passando avanti al marito, in realtà perse la libertà?

32 In ogni caso, la menzogna proferita per mezzo di questo animale la convinse che non sarebbe morta mangiando del frutto. Ella credette invece che avrebbe acquistato facoltà speciali: essere simile a Dio, libera e indipendente di giudicare da sé quale condotta seguire. Non sarebbe dipesa da nessuno né gli sarebbe stata sottoposta. Per certo abbandonò la sottomissione al marito, che le aveva dichiarato il comando di Dio. Andò avanti e prese il frutto senza consultarlo.

33 Perciò l’apostolo Paolo diede risalto alla sottomissione della donna cristiana. Egli indicò che Eva, pensando d’aver conseguito l’indipendenza assoluta, in realtà fece proprio l’opposto e recò su di sé la massima afflizione. Ella cercò di fare ciò per cui non era adatta. Paolo disse: “Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione”. — 1 Timoteo 2:11-14.

MANCANZA DI FEDE DA PARTE DI ADAMO

34, 35. (a) Perché Adamo, non essendo stato ingannato, partecipò alla ribellione? (b) Perché il problema suscitato dal peccato di Eva divenne per Adamo più grande dei suoi problemi quotidiani di aver cura del giardino di Eden, e come egli mostrò debolezza di fede?

34 Poiché Adamo non fu ingannato, che cosa lo spinse a unirsi a sua moglie nella ribellione? Egli lasciò che il proprio desiderio per la moglie, Eva, avesse la priorità sulla relazione con Dio. Pertanto quando vide la moglie, prese da lei il frutto. — Genesi 3:6.

35 La Bibbia non riporta le parole che si scambiarono Adamo ed Eva. Ma qui gli si presentò ad un tratto un grave problema. Adamo poteva aver dovuto risolvere problemi riguardo al suo dominio sugli animali e alla coltivazione del giardino, ma questa situazione di Eva fu qualcosa che gli giunse fino al cuore e ne mise alla prova la lealtà. Egli poté chiedersi: ‘Perché una cosa come questa deve accadermi così all’improvviso e di sorpresa, nel bel mezzo di una vita felice? Perché Dio ha lasciato accadere questo?’ La sua fede in Dio fu messa alla prova. Egli avrebbe dovuto mostrare a Dio un amore più grande. Avrebbe dovuto sapere che Dio l’avrebbe sostenuto. — Salmo 34:15.

36, 37. (a) Oltre alla mancanza di fede, come Adamo mostrò di volersi giustificare? (b) Ma fu pienamente responsabile della sua ribellione?

36 Dio avrebbe per certo avuto cura del suo figlio Adamo se Adamo si fosse mostrato leale. Egli avrebbe risolto la questione per la completa felicità di Adamo. (Confronta Salmo 22:4, 5). Ma Adamo non esercitò questa fede. Per di più, cercò di giustificarsi, dicendo: “La donna che tu desti perché fosse con me, mi ha dato del frutto dell’albero e quindi io l’ho mangiato”. — Genesi 3:12.

37 La risposta con la quale Adamo cercò di giustificarsi dava la colpa alla donna. Ma Adamo fu pienamente responsabile e, come capo della sua famiglia, era colui col quale Dio trattava direttamente. Fu riprovevole. In realtà, Adamo seguì la condotta descritta in Giacomo 1:13-15:

38. Come Giacomo 1:13-15 descrive il processo secondo il quale le perfette creature umane Adamo ed Eva giunsero a peccare?

38 “Quando è nella prova, nessuno dica: ‘Son provato da Dio’. No; poiché coi mali Dio non può esser provato né egli stesso prova alcuno. Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta, il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte”.

DANNEGGIATA L’INTERA RAZZA UMANA

39. (a) In che modo Adamo morì “nel giorno” che peccò? (Genesi 2:17) (b) Come influì fisicamente su di lui la sua perdita di spiritualità, e come influì anche sui suoi figli?

39 Adamo divenne così un peccatore. Secondo la parola ebraica per “peccato” egli ‘fallì il bersaglio’. Non poté più soddisfare le norme perfette. Quel giorno morì spiritualmente e cominciò a morire anche fisicamente. Ora Adamo aveva una carenza, una debolezza morale che influiva su di lui anche fisicamente, poiché “il pungiglione che produce la morte è il peccato”. (1 Corinti 15:56) Rovinata la spiritualità di Adamo, le sue funzioni mentali furon prive di equilibrio, e questo contribuì allo squilibrio e al deterioramento del suo corpo fisico. Adamo doveva morire. (Genesi 3:19) Non poté trasmettere ai figli una piena forza morale e fisica, poiché non l’aveva più. Di conseguenza, “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”, che una volta Adamo era stato in grado di riflettere nella perfezione. — Romani 3:23.

40. (a) Perché Geova Dio cacciò Adamo dal giardino di Eden dopo che Adamo aveva peccato? (b) Quale azione simile viene compiuta oggi dalla congregazione cristiana, come mostra I Corinti 5:11-13?

40 Essendo un peccatore, Adamo non ebbe diritto d’essere in comunione con Geova Dio. Non ebbe più diritto di vivere nel giardino paradisiaco. Allora Dio parlò evidentemente al suo primogenito Figlio celeste. Questo Figlio era stato impiegato da Geova nell’opera creativa. (Colossesi 1:13, 15, 17) Geova disse: “Ecco, l’uomo è divenuto simile a uno di noi conoscendo il bene e il male, e ora onde non stenda la mano ed effettivamente prenda anche il frutto dell’albero della vita e mangi e viva a tempo indefinito, . . .’ Allora Geova Dio lo mandò fuori del giardino d’Eden, perché coltivasse la terra dalla quale era stato tratto”. (Genesi 3:22, 23) In maniera simile oggi, le Scritture comandano che una persona malvagia o immorale che non si pente sia disassociata dalla comunione e associazione con la congregazione cristiana. — 1 Corinti 5:11-13.

41. Poiché tutti hanno ereditato debolezze, può qualcuno attribuire a questo fatto tutte le sue cattive azioni? (Romani 3:23; 5:12)

41 Che cosa significò tutto questo per la razza umana? Ne risultò la debolezza ereditata. Eppure nessuno può giustamente attribuire a questo fatto tutte le sue azioni cattive, poiché, in effetti, tutti possono peccare volontariamente e così averne la responsabilità individuale. Nella razza umana il peccato si è moltiplicato, così che la sua estrema malizia, con tutti i dolori e le afflizioni che reca, è stata manifesta. Il peccato ha regnato come un re sul genere umano, permeando quasi ogni pensiero e azione; c’è un egoismo radicato. — Romani 5:14.

REAZIONE DI DIO ALLA SFIDA

42. (a) Che cosa fu sfidato riguardo al dominio o alla sovranità di Dio? (b) Quale fu su ciò la contesa o disputa del Diavolo?

42 Felicemente, a causa dell’immeritata benignità e dell’amore di Dio per la razza umana, egli non abbandonò il genere umano perché finisse permanentemente nell’estinzione. Tuttavia, pensate in quale posizione fu posto Dio: Il suo dominio, la sua sovranità, fu sfidato in quanto alla sua legittimità, alla sua giustezza e al suo diritto. Secondo il Diavolo, Geova non governava con amore. Asserì che la ragione per cui le intelligenti creature di Dio ubbidivano non era che amavano la sovranità di Dio preferendola a ogni altra. No, egli sostenne che la sovranità di Dio era appoggiata da altri solo come risultato del fatto che dava a quelli che Gli ubbidivano ogni cosa buona, in quanto governava, in effetti, con una forma di corruzione mediante regali. (Giobbe 1:9-11) Per giunta, il Diavolo fece l’accusa che Dio tratteneva dalle Sue creature qualche cosa a cui esse avevano diritto. Una di queste cose trattenute era la completa e netta indipendenza da Lui, il diritto di agire proprio come a loro piaceva. — Genesi 3:5.

43. Perché l’Iddio Onnipotente non distrusse il Diavolo sull’istante, ma permise che la malvagità durasse per un certo tempo?

43 Dio sapeva che la sua sovranità era giusta. Avrebbe potuto distruggere il Diavolo sull’istante. Ma questo non avrebbe risolto la contesa che era stata suscitata. Poiché la sfida di Satana, sostenuta da Adamo ed Eva, non solo calunniava il nome e il governo di Dio; gettava anche un’ombra sul nome di ogni persona intelligente dell’universo. Così, per amore del suo proprio nome quale re, e per amore di tutta la sua famiglia di persone fedeli viventi allora e nel futuro, Dio permise che la malvagità durasse per un tempo limitato.

44. (a) Oggi dove ci troveremmo noi viventi se Dio avesse immediatamente messo a morte Adamo ed Eva? (b) Quale fiducia ebbe Dio negli uomini che sarebbero nati, e questa fiducia è risultata giustificata?

44 Se Dio avesse messo a morte Adamo ed Eva immediatamente, non sarebbe mai nato nessuno di noi che siamo vissuti sulla terra. Pur essendo Adamo ed Eva divenuti malvagi, Dio sapeva che non tutti i loro discendenti lo sarebbero stati. Molti avrebbero servito Dio attraverso ogni prova che il Diavolo avrebbe recato. Dio permise perciò a Satana di continuare a esistere come un fuorilegge, e permise ad Adamo ed Eva di generare figli. Come attesta il racconto della Bibbia, molti loro discendenti si sono mostrati fedeli. — Ebrei, capitolo 11.

45. (a) Avendo Dio permesso la malvagità, chi ha sofferto per un tempo più lungo? (b) Chi ha realmente tratto beneficio dal fatto che Dio ha permesso per un certo tempo la malvagità?

45 Nonostante che le condizioni siano state avverse, l’umanità è stata per lo più felice di godere un certo grado di vita. In realtà, poche persone hanno sofferto per più di un numero d’anni comparativamente limitato della loro vita. Così malgrado le difficoltà, la maggioranza delle persone è lieta d’essere nata. Tuttavia, Geova Dio ha tollerato queste cose cattive, osservando la malvagità e le sofferenze, per circa 6.000 anni. Come Padre della sua famiglia universale, questo lo ha angustiato. (Confronta Salmo 78:40). Egli ha avuto in ogni tempo il potere di porre fine alla malvagità, ma si è trattenuto per uno scopo, non per un suo profitto personale, ma per quello delle sue creature intelligenti nell’universo ora e in ogni tempo avvenire. (Luca 18:7, 8; Giobbe 35:6-8) La storia mondiale e la Bibbia indicano che la contesa s’avvicina al tempo della sua completa soluzione.

46. Quale beneficio si otterrà lasciando che la contesa della sovranità di Dio sia pienamente provata, nonostante che ci siano voluti circa 6.000 anni?

46 Ci fu una ragione legale dell’azione di Dio. Per esempio, quando una causa è stata portata alla Corte Suprema del paese e vi è stata dibattuta e pienamente risolta, la decisione della Corte Suprema costituisce un precedente per risolvere da allora in poi la stessa questione in ogni singolo caso che si ripresenti. Così anche questa contesa universale, risolta dalla Corte Suprema del cielo, costituirà un precedente. Alla malvagità, con le sue conseguenti sofferenze, non si permetterà mai più di turbare l’universo. Ci viene data un’immagine della Corte di Geova in Daniele 7:9, 10.

47. Insieme alla soluzione della contesa universale sulla giustezza della sua sovranità, che cos’altro Dio ha provveduto?

47 Dio ha dunque permesso la malvagità e le sofferenze per risolvere la contesa della sua sovranità universale. E risolvendo la contesa, Dio ha anche provveduto a sollevare la razza umana dalla sua triste condizione. Questo provvedimento cancellerà ogni danno fatto dal dominio del peccato nel tempo in cui ha regnato sulla razza umana. Come Dio prendesse questo provvedimento è l’interessante soggetto che prenderemo in considerazione nel Capitolo VI.

[Domande per lo studio]

[Immagine a pagina 51]

Con l’istruzione che ebbe da Dio, Adamo imparò a esercitare il dominio sugli animali.

[Immagine a pagina 63]

Quando una causa è stata giustamente dibattuta, la decisione costituisce un precedente. In modo simile, quando la corte suprema del cielo avrà deciso la contesa universale, tutta la creazione ne trarrà beneficio