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“Mettiamo le cose a posto”

“Mettiamo le cose a posto”

Capitolo tre

“Mettiamo le cose a posto”

Isaia 1:10-31

1, 2. A chi Geova paragona i governanti e la popolazione di Gerusalemme e di Giuda, e perché è un paragone calzante?

DOPO avere udito la denuncia riportata in Isaia 1:1-9 gli abitanti di Gerusalemme forse sono inclini a giustificarsi. Indubbiamente vorrebbero indicare con orgoglio tutti i sacrifici che offrono a Geova. Tuttavia i versetti da 10 a 15 contengono l’agghiacciante risposta di Geova a simili atteggiamenti, che inizia così: “Udite la parola di Geova, dittatori di Sodoma. Prestate orecchio alla legge del nostro Dio, popolo di Gomorra”. — Isaia 1:10.

2 Sodoma e Gomorra erano state distrutte non solo per le loro pratiche sessuali pervertite, ma anche per la loro superbia e insensibilità. (Genesi 18:20, 21; 19:4, 5, 23-25; Ezechiele 16:49, 50) L’uditorio di Isaia deve essere rimasto scioccato sentendosi paragonare alla popolazione di quelle città maledette. * Ma Geova vede il suo popolo proprio com’è, e Isaia non addolcisce il messaggio di Dio per ‘solleticare loro gli orecchi’. — 2 Timoteo 4:3.

3. Cosa intende Geova dicendo che ne ha “avuto abbastanza” dei sacrifici del popolo, e perché?

3 Notate cosa pensa Geova dell’adorazione formalistica del suo popolo. “‘Di quale beneficio mi è la moltitudine dei vostri sacrifici?’ dice Geova. ‘Ne ho avuto abbastanza di olocausti di montoni e grasso di animali ingrassati; e nel sangue di giovani tori e agnelli e capri non ho provato diletto’”. (Isaia 1:11) Il popolo ha dimenticato che Geova non conta sui loro sacrifici. (Salmo 50:8-13) Non ha bisogno di alcuna cosa che gli esseri umani possano offrirgli. Quindi se credono di fare un favore a Geova presentandogli offerte fatte con indifferenza, si sbagliano. Geova usa parole vigorose. L’espressione “ne ho avuto abbastanza” si potrebbe anche rendere “sono sazio fino alla nausea”. Sapete cosa si prova quando si è così sazi che la sola vista di altro cibo ripugna? È ciò che provava Geova per quelle offerte: assoluta ripugnanza!

4. In che modo Isaia 1:12 smaschera la vanità della frequenza degli israeliti al tempio di Gerusalemme?

4 Geova prosegue: “Quando continuate a venire per vedere la mia faccia, chi ha richiesto ciò dalla vostra mano, di calpestare i miei cortili?” (Isaia 1:12) Ma non è proprio la legge di Geova che richiede che ‘si venga per vedere la sua faccia’, cioè che si venga nel suo tempio a Gerusalemme? (Esodo 34:23, 24) Sì, ma gli israeliti vengono per semplice formalismo, accostandosi alla pura adorazione in modo meccanico, senza motivi puri. Per Geova le numerose visite che fanno ai suoi cortili non sono altro che un ‘calpestio’, il cui unico risultato è consumare il pavimento.

5. Quali sono alcuni atti di adorazione compiuti dagli ebrei, e perché sono diventati “un peso” per Geova?

5 A ragione Geova ora adotta un linguaggio ancora più vigoroso. “Smettete di portare offerte di cereali senza valore. L’incenso: è per me qualcosa di detestabile. La luna nuova e il sabato, il convocare un congresso: non posso sopportare l’uso del potere magico insieme all’assemblea solenne. Le vostre lune nuove e i vostri periodi festivi la mia anima li ha odiati. Mi sono divenuti un peso; mi sono stancato di portarli”. (Isaia 1:13, 14) Offerte di cereali, incenso, sabati e assemblee solenni fanno tutti parte della Legge di Dio per Israele. In quanto alle “lune nuove”, la Legge ne ordina semplicemente l’osservanza, ma sane tradizioni sono a poco a poco invalse intorno a questa celebrazione. (Numeri 10:10; 28:11) Il novilunio è considerato un sabato mensile, in cui non si lavora e inoltre ci si raduna per essere ammaestrati dai profeti e dai sacerdoti. (2 Re 4:23; Ezechiele 46:3; Amos 8:5) Simili consuetudini non sono sbagliate. Il problema sta nel seguirle per semplice formalità. Inoltre gli ebrei ricorrono al “potere magico”, pratiche spiritiche, contemporaneamente alla loro osservanza formale della Legge di Dio. * Perciò i loro atti di adorazione sono “un peso” per Geova.

6. In che senso Geova si è “stancato”?

6 Ma come è possibile che Geova si sia “stancato”? Dopo tutto ha “abbondanza di energia dinamica . . . Egli non si stanca né si affatica”. (Isaia 40:26, 28) Geova usa una vivida metafora per permetterci di capire cosa prova. Vi è mai capitato di portare un carico pesante così a lungo da essere esausti e non vedere l’ora di liberarvene? È quello che prova Geova per gli ipocriti atti di adorazione del suo popolo.

7. Perché Geova ha smesso di ascoltare le preghiere del suo popolo?

7 Geova ora parla del più intimo e personale di tutti gli atti di adorazione. “Quando stendete le palme delle mani, nascondo i miei occhi da voi. Quantunque facciate molte preghiere, non ascolto; le vostre medesime mani son divenute piene di spargimento di sangue”. (Isaia 1:15) Stendere le mani, tenere le mani protese con il palmo in su, è un gesto di supplica. Per Geova questo gesto è diventato privo di significato perché le loro mani sono piene di sangue. La violenza dilaga nel paese. I deboli sono oppressi. È rivoltante che persone così crudeli, egoiste, preghino Geova e chiedano di essere benedette. A ragione Geova dice: “Non ascolto”!

8. Che errore commette oggi la cristianità, e in che modo alcuni cristiani cadono in una trappola simile?

8 In modo simile oggigiorno la cristianità non è riuscita a ottenere il favore di Dio con la sua incessante ripetizione di preghiere vane e le sue altre “opere” di carattere religioso. (Matteo 7:21-23) È estremamente importante che non cadiamo nella stessa trappola. Ogni tanto qualche cristiano scivola in una pratica di peccato grave, poi ragiona che se si limita a nascondere quello che sta facendo e aumenta la sua attività nella congregazione cristiana, in certo qual modo le sue azioni controbilanceranno il suo peccato. Simili opere formalistiche non piacciono a Geova. Esiste un solo rimedio per l’infermità spirituale, come indicano i successivi versetti di Isaia.

Il rimedio per l’infermità spirituale

9, 10. Che importanza ha la purezza nell’adorazione che rendiamo a Geova?

9 Geova, il compassionevole Dio, passa ora a un tono più caloroso, più accattivante. “Lavatevi; purificatevi; togliete la malizia delle vostre azioni d’innanzi ai miei occhi; cessate di fare il male. Imparate a fare il bene; ricercate la giustizia; raddrizzate l’oppressore; rendete giudizio all’orfano di padre; perorate la causa della vedova”. (Isaia 1:16, 17) Qui troviamo una serie di nove imperativi o comandi. I primi quattro sono negativi nel senso che richiedono l’eliminazione del peccato; gli altri cinque sono azioni positive che portano a ricevere la benedizione di Geova.

10 Lavarsi e purificarsi hanno sempre costituito una parte importante della pura adorazione. (Esodo 19:10, 11; 30:20; 2 Corinti 7:1) Ma Geova vuole che la purificazione vada più a fondo, che raggiunga il cuore stesso dei suoi adoratori. La purezza morale e spirituale è della massima importanza, ed è a questa che Geova si riferisce. I primi due comandi del versetto 16 non sono una semplice ripetizione. Un ebraista avanza l’ipotesi che il primo, “lavatevi”, si riferisca a un atto iniziale di purificazione, e il secondo, “purificatevi”, agli sforzi continui per mantenere questa purezza.

11. Per combattere il peccato, cosa dovremmo fare, e cosa non dovremmo mai fare?

11 A Geova non possiamo nascondere niente. (Giobbe 34:22; Proverbi 15:3; Ebrei 4:13) Quindi il suo comando, “togliete la malizia delle vostre azioni d’innanzi ai miei occhi”, può significare una cosa sola: cessate di fare il male. Non significa certo tentare di nascondere peccati gravi, perché farlo è di per sé un peccato. Proverbi 28:13 avverte: “Chi copre le sue trasgressioni non riuscirà, ma a chi le confessa e le lascia sarà mostrata misericordia”.

12. (a) Perché è importante ‘imparare a fare il bene’? (b) Come gli anziani in particolare possono seguire la norma di ‘ricercare la giustizia’ e ‘raddrizzare l’oppressore’?

12 C’è molto da imparare dalle azioni positive che Geova comanda nel primo capitolo di Isaia al versetto 17. Notate che non dice semplicemente “fate il bene”, ma “imparate a fare il bene”. Per capire cosa è bene agli occhi di Dio e volerlo fare ci vuole uno studio personale della Parola di Dio. Inoltre Geova non dice semplicemente “rendete giustizia”, ma “ricercate la giustizia”. Anche gli anziani esperti devono fare un accurato esame della Parola di Dio per sapere cosa è giusto fare di fronte a questioni complesse. Hanno pure la responsabilità di ‘raddrizzare l’oppressore’, come comanda poi Geova. Queste norme sono importanti per gli odierni pastori cristiani, poiché vogliono proteggere il gregge dagli “oppressivi lupi”. — Atti 20:28-30.

13. In che modo oggi potremmo ubbidire ai comandi relativi agli orfani e alle vedove?

13 Negli ultimi due comandi si fa riferimento ad alcuni dei servitori di Dio più vulnerabili: gli orfani e le vedove. Il mondo è fin troppo pronto ad approfittare di persone del genere; non deve essere così fra il popolo di Dio. Nella congregazione anziani amorevoli ‘rendono giudizio’ agli orfani, aiutandoli a ottenere giustizia e ricevere protezione in un mondo che vuole approfittare di loro e corromperli. Anziani ‘perorano la causa’ della vedova o, come può anche significare il termine ebraico, ‘si battono’ a suo favore. In realtà tutti noi cristiani vogliamo offrire ai bisognosi che sono fra noi rifugio, conforto e giustizia, perché sono preziosi agli occhi di Geova. — Michea 6:8; Giacomo 1:27.

14. Quale messaggio positivo viene trasmesso in Isaia 1:16, 17?

14 Che messaggio energico, positivo, trasmette Geova con questi nove comandi! A volte chi è caduto nel peccato si convince che è semplicemente al di sopra delle sue forze fare il bene. Idee del genere sono scoraggianti, e per di più sbagliate. Geova sa — e vuole che sappiamo anche noi — che con il Suo aiuto qualsiasi peccatore può abbandonare il suo comportamento peccaminoso, convertirsi e fare il bene.

Un appello equo, compassionevole

15. Come viene a volte fraintesa la frase “mettiamo le cose a posto fra noi”, e cosa significa veramente?

15 Geova adesso parla con un tono ancora più caloroso e compassionevole. “‘Venite, ora, e mettiamo le cose a posto fra noi’, dice Geova. ‘Benché i vostri peccati siano come lo scarlatto, saranno resi bianchi proprio come la neve; benché siano rossi come il panno cremisi, diverranno pure come la lana’”. (Isaia 1:18) L’invito con cui inizia questo bel versetto è spesso frainteso. Per esempio, la versione della CEI dice “Su, venite e discutiamo”, come se entrambe le parti dovessero fare concessioni per raggiungere un accordo. Tutt’altro! Geova non ha nessuna colpa, tanto meno nei suoi rapporti con questo popolo ribelle e ipocrita. (Deuteronomio 32:4, 5) Il versetto non parla di una discussione fra pari disposti a venire a patti, ma di un incontro per stabilire ciò che è giusto. È come se qui Geova invitasse Israele a presentarsi a un processo.

16, 17. Come facciamo a sapere che Geova è disposto a perdonare anche peccati gravi?

16 Questa prospettiva potrebbe sembrare spaventosa, ma Geova è il Giudice più misericordioso e compassionevole che ci sia. La sua capacità di perdonare non ha uguali. (Salmo 86:5) Lui solo può purificare i peccati di Israele che sono “come lo scarlatto”, rendendoli “bianchi proprio come la neve”. Non esistono sforzi umani, cerimoniali, sacrifici o preghiere in grado di eliminare la macchia del peccato. Solo il perdono di Geova Dio può cancellare il peccato. Dio concede questo perdono alle condizioni che lui stabilisce, che includono un sincero, genuino pentimento.

17 Questa verità è così importante che Geova la ripete con una variante poetica: peccati “cremisi” diventeranno come lana bianca, nuova, non tinta. Geova vuole che sappiamo che è Colui che perdona veramente i peccati, anche quelli molto gravi, se riscontra che siamo sinceramente pentiti. Chi trova difficile credere che ciò possa avvenire nel proprio caso fa bene a riflettere su esempi come quello di Manasse, che peccò in modo orribile, per anni. Eppure si pentì e fu perdonato. (2 Cronache 33:9-16) Geova vuol far sapere a tutti noi, inclusi coloro che hanno commesso peccati gravi, che non è troppo tardi per ‘mettere le cose a posto’ con lui.

18. Che scelta pone Geova davanti al suo popolo ribelle?

18 Geova ricorda agli abitanti di Giuda che devono fare una scelta. “Se mostrate buona volontà e in effetti ascoltate, mangerete il buono del paese. Ma se rifiutate e siete effettivamente ribelli, sarete divorati dalla spada; poiché la medesima bocca di Geova ha parlato”. (Isaia 1:19, 20) Qui Geova dà risalto al comportamento, e si serve di un’altra vivida metafora per far capire bene il punto. La scelta che devono fare è questa: mangiare o essere mangiati. Se si dimostrano pronti ad ascoltare Geova e a ubbidirgli, mangeranno il buon prodotto del paese. Ma se persistono nel loro comportamento ribelle, saranno divorati, dalla spada dei loro nemici! Sembra quasi inconcepibile scegliere la spada dei nemici piuttosto che la misericordia e la generosità di un Dio pronto a perdonare. Eppure questo è ciò che fa Gerusalemme, come indicano i successivi versetti di Isaia.

Un canto funebre per la città diletta

19, 20. (a) Come rende Geova il senso di tradimento che prova? (b) In che modo ‘a Gerusalemme albergava la giustizia’?

19 In Isaia 1:21-23 vediamo a che punto arriva in questo tempo la malvagità di Gerusalemme. Isaia inizia ora un ispirato componimento poetico nello stile di un canto funebre o lamento: “Oh come la città fedele è divenuta una prostituta! Era piena di equità; in lei albergava la stessa giustizia, ma ora gli assassini”. — Isaia 1:21.

20 Come è caduta in basso la città, Gerusalemme! Un tempo moglie fedele, adesso è diventata una prostituta. Cosa potrebbe rendere con maggior vigore il senso di tradimento e delusione che Geova prova? In questa città “albergava la stessa giustizia”. Quando? Ancor prima che esistesse Israele, all’epoca di Abraamo, questa città si chiamava Salem ed era governata da un uomo che era sia re che sacerdote. Il suo nome, Melchisedec, significa “Re di giustizia” ed evidentemente gli si addiceva proprio. (Ebrei 7:2; Genesi 14:18-20) Circa 1.000 anni dopo Melchisedec, Gerusalemme raggiunse il massimo splendore sotto il regno di Davide e quello di Salomone. “In lei albergava la stessa giustizia”, specie quando i re davano l’esempio al popolo camminando nelle vie di Geova. All’epoca di Isaia, però, tempi simili sono un lontano ricordo.

21, 22. Cosa rappresentano le scorie e la birra diluita, e perché i capi di Giuda meritano una simile descrizione?

21 Sembra che gran parte del problema dipenda dai capi del popolo. Isaia prosegue con il suo lamento: “Il tuo argento stesso è divenuto scorie schiumose. La tua birra di frumento è diluita con acqua. I tuoi principi sono ostinati e compagni di ladri. Ognuno di loro ama il regalo e insegue i doni. Non rendono giudizio all’orfano di padre; e perfino la causa della vedova non è ammessa davanti a loro”. (Isaia 1:22, 23) Due vivide illustrazioni in rapida successione preparano la mente del lettore per quello che deve seguire. Il fabbro alla forgia toglie le scorie schiumose dall’argento fuso e le getta via. I principi e i giudici di Israele sono simili alle scorie, non all’argento. Vanno eliminati. Non sono più utili della birra che è stata allungata con acqua e ha perso il sapore. Una bevanda del genere è degna solo di essere gettata via!

22 Il versetto 23 indica che i capi meritano una simile descrizione. La Legge mosaica aveva elevato il popolo di Dio, separandolo dalle altre nazioni. L’aveva fatto, per esempio, esigendo che si proteggessero gli orfani e le vedove. (Esodo 22:22-24) Ma ai giorni di Isaia l’orfano ha ben poca speranza di ricevere un giudizio favorevole. In quanto alla vedova, non riesce neanche a trovare qualcuno che si occupi del suo caso, tanto meno che faccia qualcosa per aiutarla. No, questi giudici e capi sono troppo occupati a badare ai propri interessi, chiedere regali, andare a caccia di doni e fare comunella con i ladri, proteggendo a quanto pare i criminali a discapito delle loro vittime. Peggio ancora, sono “ostinati”, induriti, nel loro comportamento trasgressivo. Che triste stato di cose!

Geova raffinerà il suo popolo

23. Quali sentimenti esprime Geova nei confronti dei suoi avversari?

23 Geova non tollererà per sempre un simile abuso di potere. Isaia continua: “Perciò l’espressione del vero Signore, Geova degli eserciti, il Potente d’Israele, dice: ‘Aha! Mi disfarò dei miei avversari, e di sicuro mi vendicherò dei miei nemici’”. (Isaia 1:24) Qui vengono dati a Geova tre appellativi, che sottolineano la sua legittima autorità e il suo immenso potere. L’esclamazione “Aha!” da parte di Geova probabilmente indica che ora la sua pietà è unita alla determinazione di agire in base alla sua ira. E ne ha certamente motivo.

24. Quale processo di raffinamento ha in mente Geova per il suo popolo?

24 Lo stesso popolo di Geova si è reso suo nemico. Merita appieno la vendetta divina. Geova ‘si disfarà’, o si libererà, di loro. Significa questo l’annientamento totale, definitivo, del popolo per il suo nome? No, poiché Geova prosegue dicendo: “E di sicuro rivolgerò la mia mano su di te, ed eliminerò per fusione le tue scorie schiumose come con la liscivia e di sicuro rimuoverò tutti i tuoi prodotti di rifiuto”. (Isaia 1:25) Geova a questo punto usa il processo di raffinamento come esempio. Anticamente il raffinatore spesso si serviva di liscivia per separare le scorie dal metallo prezioso. In modo simile Geova, che non ritiene il suo popolo del tutto malvagio, ‘lo castigherà nella debita misura’. Eliminerà solo i “prodotti di rifiuto”: le persone indesiderabili, ostinate, che rifiutano di imparare e di ubbidire. * (Geremia 46:28) Con queste parole Isaia ha il privilegio di scrivere la storia in anticipo.

25. (a) In che modo Geova raffinò il suo popolo nel 607 a.E.V.? (b) Quando Geova raffinò il suo popolo nei tempi moderni?

25 Geova raffinò veramente il suo popolo eliminando le scorie schiumose, cioè i capi corrotti e gli altri ribelli. Nel 607 a.E.V., molto tempo dopo Isaia, Gerusalemme fu distrutta e i suoi abitanti portati in esilio per 70 anni a Babilonia. Questo sotto certi aspetti è simile a un’azione che Dio compì molto più tardi. La profezia di Malachia 3:1-5, scritta molto tempo dopo l’esilio babilonese, indicava che Dio avrebbe compiuto di nuovo un’opera di raffinamento. Additava il tempo in cui Geova Dio sarebbe venuto al suo tempio spirituale accompagnato dal “messaggero del patto”, Gesù Cristo. Questo a quanto pare è avvenuto alla fine della prima guerra mondiale. Geova ispezionò tutti coloro che sostenevano di essere cristiani, separando i veri dai falsi. Con quale risultato?

26-28. (a) Quale adempimento iniziale ebbe Isaia 1:26? (b) Come si è adempiuta questa profezia nel nostro tempo? (c) In che modo questa profezia potrebbe essere utile agli anziani oggi?

26 Geova risponde: “Davvero ricondurrò per te giudici come da principio, e per te consiglieri come all’inizio. Dopo ciò sarai chiamata Città di Giustizia, Città Fedele. Con equità Sion stessa sarà redenta, e quelli di lei che tornano, con giustizia”. (Isaia 1:26, 27) L’antica Gerusalemme vide un adempimento iniziale di questa profezia. Dopo il ritorno degli esuli nella loro città diletta nel 537 a.E.V., ci furono di nuovo giudici e consiglieri fedeli come quelli di un tempo. I profeti Aggeo e Zaccaria, il sacerdote Giosuè, lo scriba Esdra e il governatore Zorobabele servirono tutti per guidare e dirigere il fedele rimanente tornato dall’esilio affinché camminasse nelle vie di Dio. Ma un adempimento ancora più importante si ebbe nel XX secolo.

27 Nel 1919 l’odierno popolo di Geova emerse dal periodo di prova. Fu liberato dalla schiavitù spirituale di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. La distinzione tra quel fedele rimanente di unti e il clero apostata della cristianità divenne evidente. Dio benedisse di nuovo il suo popolo, ridandogli ‘giudici e consiglieri’, uomini fedeli che consigliano il popolo di Dio secondo la sua Parola e non secondo le tradizioni degli uomini. Oggi fra il “piccolo gregge” che va diminuendo e i milioni di “altre pecore” sue compagne, che sono in aumento, ci sono migliaia di questi uomini. — Luca 12:32; Giovanni 10:16; Isaia 32:1, 2; 60:17; 61:3, 4.

28 Gli anziani ricordano che, a volte, fungono in effetti da “giudici” nella congregazione per mantenerla moralmente e spiritualmente pura e correggere i trasgressori. Si preoccupano vivamente di fare le cose alla maniera di Dio, imitando il suo misericordioso, equilibrato senso della giustizia. Nella maggioranza dei casi, però, servono come “consiglieri”. Questo, naturalmente, è ben diverso dall’essere principi o tiranni, ed essi fanno ogni sforzo per non dare mai neanche l’impressione di ‘signoreggiare su quelli che sono l’eredità di Dio’. — 1 Pietro 5:3.

29, 30. (a) Cosa dice Geova di coloro che rifiutano di trarre beneficio dal processo di raffinamento? (b) In che senso essi provano “vergogna” dei loro alberi e dei loro giardini?

29 Che dire delle “scorie” menzionate nella profezia di Isaia? Cosa succede a chi rifiuta di trarre beneficio dal processo di raffinamento da parte di Dio? Isaia continua: “E il crollo dei rivoltosi e quello dei peccatori avverrà nello stesso tempo, e quelli che lasciano Geova perverranno alla loro fine. Poiché proveranno vergogna dei potenti alberi che voi desideraste, e arrossirete a causa dei giardini che avete scelto”. (Isaia 1:28, 29) Coloro che si rivoltano e peccano contro Geova, ignorando i messaggi di avvertimento dei suoi profeti finché è troppo tardi, effettivamente ‘crollano’ e ‘pervengono alla loro fine’. Questo accade nel 607 a.E.V. Ma cosa significa questa menzione di alberi e giardini?

30 Gli abitanti di Giuda hanno un persistente problema di idolatria. Alberi, giardini e boschetti hanno spesso una parte nelle loro pratiche degradate. Per esempio, gli adoratori di Baal e della sua consorte, Astoret, credono che durante la stagione secca le due divinità siano morte e sepolte. Per indurle a svegliarsi e accoppiarsi, recando fertilità al paese, gli idolatri si radunano per compiere pervertiti atti sessuali sotto alberi “sacri” in boschetti o in giardini. Quando arrivano le piogge che rendono fertile il paese, se ne dà il merito ai falsi dèi; gli idolatri pensano di avere una conferma delle loro superstizioni. Ma allorché Geova pone completamente fine agli idolatri ribelli, nessun dio idolatrico li protegge. I ribelli provano “vergogna” di quegli alberi e di quei giardini impotenti.

31. Cosa attende gli idolatri che è peggio della vergogna?

31 Qualcosa di peggio della vergogna, però, attende gli idolatri abitanti di Giuda. Spostando l’esempio, ora Geova paragona gli stessi idolatri a un albero. “Diverrete come un grosso albero il cui fogliame appassisce, e come un giardino che non ha acqua”. (Isaia 1:30) Nel clima caldo e asciutto del Medio Oriente questo esempio è appropriato. Nessun albero o giardino può durare a lungo senza una continua irrigazione. Una volta seccata la vegetazione è facile preda del fuoco. Quindi l’illustrazione del versetto 31 è una conseguenza naturale.

32. (a) Chi è l’“uomo vigoroso” menzionato al versetto 31? (b) In che senso diverrà “stoppa”, quale “scintilla” gli appiccherà il fuoco, e con quale risultato?

32 “L’uomo vigoroso certamente diverrà stoppa, e il prodotto della sua attività una scintilla; ed entrambi certamente saliranno in fiamme nello stesso tempo, senza che alcuno estingua”. (Isaia 1:31) Chi è quest’“uomo vigoroso”? L’espressione ebraica dà l’idea di forza e ricchezza. Probabilmente si riferisce all’adoratore di falsi dèi florido e sicuro di sé. Ai giorni di Isaia, come oggi, non mancano uomini che rigettano Geova e la sua pura adorazione. Sembra persino che alcuni prosperino. Ma Geova avverte che costoro saranno come “stoppa”, il cascame del lino così fragile e secco che si sfalda, per così dire, al solo sentore del fuoco. (Giudici 16:8, 9) Il prodotto dell’attività dell’idolatra — gli dèi idolatrici, la ricchezza o qualsiasi cosa adori invece di Geova — sarà come la “scintilla” che appicca il fuoco. Sia la scintilla che la stoppa saranno consumate, distrutte, in un fuoco che nessuno potrà estinguere. Nessun potere nell’universo può rovesciare i perfetti giudizi di Geova.

33. (a) Come gli avvertimenti del veniente giudizio di Dio indicano anche la sua misericordia? (b) Quale possibilità dà ora Geova all’umanità, e come influisce questo su ciascuno di noi?

33 Quest’ultimo messaggio è compatibile con il messaggio di misericordia e perdono del versetto 18? Certamente! Geova fa mettere per iscritto e fa pronunciare simili avvertimenti dai suoi servitori perché è misericordioso. Dopo tutto “non desidera che alcuno sia distrutto ma desidera che tutti pervengano al pentimento”. (2 Pietro 3:9) Oggi ogni vero cristiano ha il privilegio di proclamare i messaggi di avvertimento di Dio all’umanità affinché coloro che si pentono possano beneficiare del suo generoso perdono e vivere per sempre. Che benignità da parte di Geova dare all’umanità la possibilità di ‘mettere le cose a posto’ con lui prima che sia troppo tardi!

[Note in calce]

^ par. 2 Secondo un’antica tradizione ebraica, il malvagio re Manasse mise a morte Isaia facendolo segare a pezzi. (Confronta Ebrei 11:37). Secondo una fonte, per ottenerne la condanna a morte un falso profeta mosse la seguente accusa contro Isaia: “Ha chiamato Gerusalemme Sodoma, e dei principi di Giuda e di Gerusalemme ha detto (che sono) il popolo di Gomorra”.

^ par. 5 Il termine ebraico per “potere magico” è reso anche “ciò che è nocivo”, “ciò che è magico” ed “erroneo”. Secondo un dizionario teologico i profeti ebrei usavano il termine per denunciare “il male causato dall’abuso di potere”. — Theological Dictionary of the Old Testament.

^ par. 24 L’espressione “rivolgerò la mia mano su di te” significa che Geova passerà da sostenere il suo popolo a castigarlo.

[Domande per lo studio]