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Geova esalta il suo servitore messianico

Geova esalta il suo servitore messianico

Capitolo quattordici

Geova esalta il suo servitore messianico

Isaia 52:13–53:12

1, 2. (a) Descrivete la situazione in cui si trovavano molti ebrei all’inizio del I secolo E.V. (b) Cosa aveva provveduto Geova per aiutare gli ebrei fedeli a riconoscere il Messia?

IMMAGINATE di dover incontrare un dignitario importante. L’orario e il luogo dell’incontro sono stabiliti. Ma c’è un problema: Non sapete che aspetto ha e viaggerà in incognito, senza dare nell’occhio. Come farete a riconoscerlo? Vi sarebbe utile averne una descrizione particolareggiata.

2 All’inizio del I secolo E.V. molti ebrei si trovavano in una situazione simile. Aspettavano il Messia: l’uomo più importante che sia mai esistito. (Daniele 9:24-27; Luca 3:15) Ma come avrebbero fatto gli ebrei fedeli a riconoscerlo? Geova, mediante i profeti, aveva descritto nei particolari gli avvenimenti relativi al Messia che avrebbero permesso a chi aveva discernimento di riconoscerlo senza il minimo dubbio.

3. Che descrizione del Messia fornisce Isaia 52:13–53:12?

3 Tra le profezie messianiche delle Scritture Ebraiche forse nessuna fornisce un quadro più chiaro di quella riportata in Isaia 52:13–53:12. Oltre 700 anni prima della venuta del Messia, Isaia ne descrisse non l’aspetto fisico, ma i particolari più significativi: lo scopo e il modo in cui avrebbe sofferto, e particolari relativi alla sua morte, alla sua sepoltura e alla sua esaltazione. Un esame di questa profezia e del suo adempimento ci infonderà coraggio e rafforzerà la nostra fede.

Chi è “il mio servitore”?

4. Quali ipotesi circa l’identità del “servitore” hanno avanzato alcuni studiosi ebrei, ma perché queste non concordano con la profezia di Isaia?

4 Isaia ha appena parlato della liberazione degli ebrei dall’esilio a Babilonia. A questo punto, pensando a un avvenimento di ben più vasta portata, riporta le parole di Geova: “Ecco, il mio servitore agirà con perspicacia. Sarà in alta posizione e certamente sarà innalzato ed esaltato moltissimo”. (Isaia 52:13) Chi è esattamente questo “servitore”? Nel corso dei secoli studiosi ebrei hanno avanzato varie ipotesi. Alcuni hanno sostenuto che rappresentasse l’intera nazione di Israele durante l’esilio babilonese. Ma questa spiegazione non concorda con la profezia. Il Servitore di Dio soffre volontariamente. Benché innocente, soffre per i peccati di altri. Questo non descrive affatto la nazione ebraica, che andò in esilio a motivo dei propri peccati. (2 Re 21:11-15; Geremia 25:8-11) Altri hanno asserito che il Servitore rappresentasse l’élite di Israele che si considerava virtuosa e che avrebbe sofferto a favore degli israeliti peccatori. Tuttavia nei periodi di afflizione in Israele nessun gruppo specifico soffrì a favore di un altro.

5. (a) Che applicazione della profezia di Isaia hanno fatto alcuni studiosi ebrei? (Vedi la  nota in calce). (b) In che modo il libro biblico di Atti identifica chiaramente il Servitore?

5 Prima dell’avvento del cristianesimo, e in certa misura durante i primi secoli dell’era volgare, effettivamente alcuni studiosi ebrei applicarono questa profezia al Messia. * Che questa sia l’applicazione corretta si comprende dalle Scritture Greche Cristiane. Il libro di Atti riferisce che quando l’eunuco etiope disse di non sapere chi fosse il Servitore della profezia di Isaia, Filippo “gli dichiarò la buona notizia riguardo a Gesù”. (Atti 8:26-40; Isaia 53:7, 8) Anche altri libri biblici identificano Gesù Cristo con il Servitore messianico della profezia di Isaia. Esaminando questa profezia vedremo le innegabili analogie tra colui che Geova chiama “il mio servitore” e Gesù di Nazaret.

6. In che modo la profezia di Isaia descrive il risultato ottenuto dal Messia nel compiere la volontà divina?

6 La profezia inizia descrivendo il risultato ottenuto dal Messia nel compiere la volontà divina. Il termine “servitore” indica che si sottometterà alla volontà di Dio, come un servitore si sottomette a quella del suo padrone. Così facendo “agirà con perspicacia”. La perspicacia è la capacità di valutare appieno le situazioni. Agire con perspicacia significa agire con prudenza, con discrezione. A proposito del verbo ebraico usato qui, un’opera di consultazione dice: “Fondamentalmente dà l’idea di un comportamento prudente e saggio. Chi si comporta in modo saggio riuscirà”. Ciò è evidente nel caso del Messia poiché la profezia dice che sarà “innalzato ed esaltato moltissimo”.

7. Come Gesù Cristo ‘agì con perspicacia’, e come è stato “innalzato ed esaltato moltissimo”?

7 Effettivamente Gesù ‘agì con perspicacia’, mostrando di comprendere le profezie bibliche che si riferivano a lui e di essere guidato da esse nel compiere la volontà del Padre suo. (Giovanni 17:4; 19:30) Con quale risultato? Dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo, “Dio lo ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome”. (Filippesi 2:9; Atti 2:34-36) Poi nel 1914 il glorificato Gesù è stato ulteriormente innalzato. Geova l’ha elevato al trono del Regno messianico. (Rivelazione 12:1-5) Sì, è stato “innalzato ed esaltato moltissimo”.

‘Lo guarderanno con stupore’

8, 9. Quando Gesù verrà per eseguire il giudizio, quale sarà la reazione dei governanti terreni, e perché?

8 Quale sarà la reazione delle nazioni e dei loro governanti di fronte al Messia che è stato esaltato? Se saltiamo momentaneamente l’inciso della seconda parte del versetto 14, la profezia dice: “Nella misura in cui molti lo hanno guardato con stupore . . . egli similmente farà allarmare molte nazioni. Davanti a lui i re chiuderanno la bocca, perché realmente vedranno ciò che non era stato loro raccontato, e ciò che non avevano udito dovranno prendere in considerazione”. (Isaia 52:14a, 15) Con queste parole Isaia non descrive la comparsa iniziale del Messia, ma il suo confronto finale con i governanti terreni.

9 Quando Gesù verrà per eseguire il giudizio su questo empio sistema di cose, i governanti terreni ‘lo guarderanno con stupore’. È vero, non vedranno letteralmente il glorificato Gesù, ma vedranno in modo tangibile la sua potenza all’opera come celeste Combattente per Geova. (Matteo 24:30) Saranno costretti a prendere in considerazione quello di cui non hanno sentito parlare dai capi religiosi: che Gesù è l’Esecutore dei giudizi di Dio! Il glorificato Servitore che dovranno affrontare agirà in un modo che non si aspettano.

10, 11. In che senso si può dire che Gesù fu sfigurato nel I secolo, e come è avvenuto questo nei nostri giorni?

10 Secondo l’inciso del versetto 14, Isaia dice: “Tanto era sfigurato il suo aspetto più di quello di qualsiasi altro uomo e le sue maestose forme più di quelle dei figli del genere umano”. (Isaia 52:14b) Gesù era in qualche modo sfigurato fisicamente? No. Anche se la Bibbia non fornisce particolari delle sue sembianze, il perfetto Figlio di Dio aveva senza dubbio un aspetto piacevole. A quanto pare le parole di Isaia si riferiscono all’umiliazione che subì. Gesù smascherò intrepidamente i capi religiosi dei suoi giorni definendoli ipocriti, bugiardi e assassini; ed essi risposero oltraggiandolo. (1 Pietro 2:22, 23) Lo accusarono di trasgredire la legge, di bestemmiare, di ingannare e di incitare alla ribellione contro Roma. Così questi falsi accusatori fecero un quadro estremamente distorto di Gesù.

11 Oggi la figura di Gesù viene ancora falsata. La maggioranza delle persone pensa a Gesù come a un neonato in una mangiatoia o come a un uomo sofferente inchiodato a una croce, con il volto sfigurato dal dolore e una corona di spine sul capo. Il clero della cristianità ha incoraggiato idee del genere. Non ha presentato Gesù come un potente Re celeste a cui le nazioni dovranno rendere conto. Quando nel prossimo futuro si troveranno di fronte al glorificato Gesù, i governanti umani avranno a che fare con un Messia che ha ‘ogni autorità in cielo e sulla terra’! — Matteo 28:18.

Chi riporrà fede in questa buona notizia?

12. Quali interessanti domande suscitano le parole di Isaia 53:1?

12 Dopo aver descritto la stupefacente trasformazione del Messia — da “sfigurato” a “esaltato moltissimo” — Isaia chiede: “Chi ha riposto fede in ciò che ha udito da noi? E in quanto al braccio di Geova, a chi è stato rivelato?” (Isaia 53:1) Queste parole di Isaia suscitano interessanti domande: Questa profezia si adempirà? Il “braccio di Geova”, che rappresenta la sua capacità di esercitare potenza, si rivelerà e farà avverare queste parole?

13. Come dimostrò Paolo che la profezia di Isaia si adempì in Gesù, e quale reazione ci fu?

13 Indubbiamente la risposta è sì! Nella lettera ai Romani, Paolo cita queste parole per dimostrare che la profezia udita e messa per iscritto da Isaia si avverò in Gesù. Dopo aver sofferto sulla terra Gesù fu glorificato, e questa era una buona notizia. “Tuttavia”, dice Paolo a proposito degli ebrei increduli, “non tutti hanno ubbidito alla buona notizia. Poiché Isaia dice: ‘Geova, chi ha riposto fede in ciò che ha udito da noi?’ Quindi la fede segue ciò che si ode. A sua volta ciò che si ode viene dalla parola intorno a Cristo”. (Romani 10:16, 17) Purtroppo, però, ai giorni di Paolo pochi riposero fede nella buona notizia relativa al Servitore di Dio. Perché?

14, 15. Come si presenta il Messia quando viene sulla terra?

14 Poi la profezia fornisce agli israeliti la spiegazione delle domande riportate al versetto 1 e, in questo modo, fa luce sul perché molti non accetteranno il Messia: “Egli verrà su come un virgulto davanti a [un osservatore], e come una radice da una terra arida. Non ha forme maestose, né alcuno splendore; e quando lo vedremo, non avrà un aspetto tale da farcelo desiderare”. (Isaia 53:2) Ecco come si presenta il Messia quando viene sulla terra. Deve essere di umile nascita e agli osservatori sembrerà improbabile che diventi qualcuno. Inoltre deve assomigliare a un semplice virgulto, un tenero germoglio, che cresce sul tronco o sul ramo di un albero. Deve pure assomigliare a una radice che ha bisogno di acqua in un terreno asciutto, che non promette niente di buono. E non deve venire con pompa e splendore degni di un re: niente vesti regali né splendenti diademi. La sua nascita, anzi, deve essere umile e modesta.

15 Come sono ben descritte le umili origini di Gesù! La vergine ebrea Maria lo partorì in una stalla in un villaggio chiamato Betleem. * (Luca 2:7; Giovanni 7:42) Maria e il marito, Giuseppe, erano poveri. Circa 40 giorni dopo la nascita di Gesù, portarono l’offerta per il peccato consentita ai poveri: “un paio di tortore o due giovani piccioni”. (Luca 2:24; Levitico 12:6-8) In seguito Maria e Giuseppe si stabilirono a Nazaret, e Gesù crebbe in una famiglia numerosa, probabilmente di modeste condizioni. — Matteo 13:55, 56.

16. In che senso è vero che Gesù non aveva “forme maestose” né “splendore”?

16 Sembrava che come essere umano Gesù non avesse le radici nel terreno adatto. (Giovanni 1:46; 7:41, 52) Benché fosse un uomo perfetto e un discendente del re Davide, le sue umili condizioni non gli conferivano “forme maestose” né “splendore”, almeno non agli occhi di quanti si aspettavano che il Messia venisse da un ambiente più solenne. Incitati dai capi religiosi ebrei, molti furono indotti a non tenerlo in gran conto e persino a disprezzarlo. Alla fine le folle non videro niente di desiderabile nel perfetto Figlio di Dio. — Matteo 27:11-26.

‘Disprezzato ed evitato dagli uomini’

17. (a) Cosa comincia a descrivere Isaia, e perché scrive al passato? (b) Da chi fu “disprezzato” ed “evitato” Gesù, e in che modo?

17 A questo punto Isaia comincia a descrivere nei particolari come sarà considerato e trattato il Messia: “Fu disprezzato e fu evitato dagli uomini, uomo fatto per le pene e per essere familiare con l’infermità. Ed era come se uno nascondesse la faccia da noi. Fu disprezzato, e non lo tenemmo in nessun conto”. (Isaia 53:3) Sicuro che le sue parole si sarebbero avverate, Isaia scrive al passato, come se si fossero già adempiute. Gesù Cristo fu davvero disprezzato ed evitato dagli uomini? Senz’altro! Gli ipocriti capi religiosi e i loro seguaci lo considerarono il più spregevole degli uomini. Lo accusarono di essere amico degli esattori di tasse e delle meretrici. (Luca 7:34, 37-39) Gli sputarono in faccia. Lo presero a pugni e lo oltraggiarono. Lo schernirono e lo derisero. (Matteo 26:67) Influenzati da questi nemici della verità, persino ‘i suoi non lo ricevettero’. — Giovanni 1:10, 11.

18. Dato che non si ammalava mai, in che senso fu un “uomo fatto per le pene e per essere familiare con l’infermità”?

18 Essendo un uomo perfetto, Gesù non si ammalava. Eppure fu un “uomo fatto per le pene e per essere familiare con l’infermità”. Queste pene e infermità non erano sue. Gesù venne dal cielo in un mondo malato. Visse in mezzo a sofferenze e pene, ma non evitò chi stava male fisicamente o spiritualmente. Come un medico premuroso, si immedesimava nelle sofferenze di chi gli stava intorno. Inoltre era in grado di fare quello che nessun medico comune può fare. — Luca 5:27-32.

19. La faccia di chi era ‘nascosta’, e in che modo i nemici di Gesù dimostrarono di ‘non tenerlo in nessun conto’?

19 Comunque i nemici di Gesù pensavano che fosse lui a star male e rifiutavano di guardarlo con favore. La sua faccia era ‘nascosta’ alla vista, ma non perché lui la nascondesse agli altri. In Isaia 53:3 la versione della CEI dice: “Uno davanti al quale ci si copre la faccia”. Gli oppositori trovavano Gesù così rivoltante che, in effetti, si voltavano dall’altra parte come se fosse troppo ripugnante per guardarlo. Calcolarono che non valesse più del prezzo di uno schiavo. (Esodo 21:32; Matteo 26:14-16) Ebbero meno considerazione per lui che per l’assassino Barabba. (Luca 23:18-25) Cos’altro avrebbero potuto fare per dimostrare che avevano poca stima di Gesù?

20. Che conforto possono trarre oggi i servitori di Geova dalle parole di Isaia?

20 Oggi i fedeli servitori di Geova possono trarre molto conforto dalle parole di Isaia. Forse a volte gli oppositori li disprezzano o li trattano come se non valessero niente. Eppure, come nel caso di Gesù, quello che conta veramente è come ci considera Geova Dio. Dopo tutto, anche se gli uomini ‘non tennero Gesù in nessun conto’, questo certo non cambiò il grande valore che aveva agli occhi di Dio!

“Trafitto per la nostra trasgressione”

21, 22. (a) Cosa portò e di cosa si fece carico il Messia a favore di altri? (b) Come era considerato il Messia da molti, e quando le sue sofferenze raggiunsero il culmine?

21 Perché il Messia dovette soffrire e morire? Isaia spiega: “Veramente portò lui stesso le nostre infermità; e in quanto alle nostre pene, se le caricò. Ma noi stessi lo considerammo come piagato, colpito da Dio e afflitto. Ma egli era trafitto per la nostra trasgressione; era schiacciato per i nostri errori. Il castigo per la nostra pace fu su di lui, e a causa delle sue ferite c’è stata per noi guarigione. Come pecore abbiamo tutti errato; ci siamo diretti ciascuno verso la sua propria via; e Geova stesso ha fatto imbattere in lui l’errore di tutti noi”. — Isaia 53:4-6.

22 Il Messia portò le infermità altrui e si fece carico delle loro pene. Sollevò i loro pesi, per così dire, se li mise sulle spalle e li portò. E poiché infermità e dolore sono conseguenze della condizione peccaminosa dell’umanità, il Messia portò i peccati altrui. Molti non capivano la ragione delle sue sofferenze e credevano che Dio lo stesse punendo, affliggendolo con una malattia ripugnante. * Le sofferenze del Messia raggiunsero il culmine quando fu trafitto, schiacciato e ferito: parole forti che indicano una morte violenta e dolorosa. Ma la sua morte ha valore espiatorio, costituisce la base per ricuperare coloro che vivono nell’errore e nel peccato, aiutandoli a trovare la pace con Dio.

23. In che modo Gesù portò le infermità altrui?

23 In che modo Gesù portò le infermità altrui? Il Vangelo di Matteo, citando Isaia 53:4, dice: “Gli condussero molti indemoniati; ed egli espulse gli spiriti con una parola, e guarì tutti quelli che stavano male; affinché si adempisse ciò che fu dichiarato dal profeta Isaia, che disse: ‘Egli stesso ha preso le nostre malattie e ha portato le nostre infermità’”. (Matteo 8:16, 17) Sanando quelli che venivano da lui con varie malattie, Gesù in effetti si addossò le loro sofferenze. E queste guarigioni gli sottraevano vitalità. (Luca 8:43-48) Con la sua capacità di guarire ogni sorta di malattie — fisiche e spirituali — dimostrò che aveva il potere di purificare le persone dal peccato. — Matteo 9:2-8.

24. (a) Perché a molti sembrò che Gesù fosse “piagato” da Dio? (b) Perché Gesù soffrì e morì?

24 Eppure a molti sembrò che Gesù fosse “piagato” da Dio. Dopo tutto soffriva per istigazione di rispettati capi religiosi. Ricordate, però, che non soffriva a motivo dei propri peccati. “Cristo soffrì per voi”, dice Pietro, “lasciandovi un modello, affinché seguiate attentamente le sue orme. Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca. Egli stesso portò i nostri peccati nel proprio corpo, sul palo, affinché morissimo ai peccati e vivessimo per la giustizia. E ‘per le sue vergate siete stati sanati’”. (1 Pietro 2:21, 22, 24) Un tempo eravamo tutti perduti nel peccato, “come pecore sviate”. (1 Pietro 2:25) Ma, tramite Gesù, Geova provvide la redenzione dalla nostra condizione peccaminosa. Fece sì che il nostro errore ‘si imbattesse’ in Gesù, ricadesse su di lui. Benché fosse senza peccato, Gesù subì la pena per i nostri peccati. Subendo immeritatamente una morte ignominiosa su un palo, ci diede la possibilità di riconciliarci con Dio.

‘Si lasciò affliggere’

25. Come facciamo a sapere che il Messia fu disposto a soffrire e morire?

25 Il Messia fu disposto a soffrire e a morire? Isaia dice: “Egli fu messo alle strette, e si lasciava affliggere; ciò nonostante non apriva la bocca. Era portato proprio come una pecora al macello; e come un’agnella che davanti ai suoi tosatori è divenuta muta, neanche apriva la bocca”. (Isaia 53:7) L’ultima notte della sua vita Gesù avrebbe potuto avere l’aiuto di “più di dodici legioni di angeli”, ma disse: “In tal caso, come si adempirebbero le Scritture secondo le quali deve accadere così?” (Matteo 26:53, 54) Invece “l’Agnello di Dio” non oppose resistenza. (Giovanni 1:29) Quando i capi sacerdoti e gli anziani lo accusarono falsamente davanti a Pilato, Gesù “non diede nessuna risposta”. (Matteo 27:11-14) Non volle dire niente che potesse interferire nell’adempimento della volontà di Dio per lui. Fu disposto a morire come un Agnello destinato al sacrificio, sapendo molto bene che la sua morte avrebbe liberato l’umanità ubbidiente dal peccato, dall’infermità e dalla morte.

26. In che modo fu imposta una “restrizione” dai nemici di Gesù?

26 Il profeta Isaia a questo punto fornisce altri particolari circa le sofferenze e l’umiliazione del Messia: “A causa della restrizione e del giudizio fu tolto; e chi si preoccuperà anche dei particolari della sua generazione? Poiché fu reciso dal paese dei viventi. A causa della trasgressione del mio popolo ebbe il colpo”. (Isaia 53:8) Quando Gesù alla fine fu preso dai suoi nemici, questi oppositori religiosi imposero una “restrizione” con il modo in cui lo trattarono. Non si trattennero dall’esprimere il loro odio, ma trattennero, o negarono, la giustizia. La Settanta greca in Isaia 53:8 usa il termine “umiliazione” anziché “restrizione”. I nemici lo umiliarono negandogli il trattamento equo a cui aveva diritto anche un abietto criminale. Il processo di Gesù fu un oltraggio alla giustizia. Perché si può dire questo?

27. Nel processo contro Gesù, quali regole ignorarono i capi religiosi ebrei, e in che modo infransero la Legge di Dio?

27 Fermamente intenzionati a sbarazzarsi di Gesù, i capi religiosi ebrei infransero le loro stesse regole. Secondo la tradizione il Sinedrio poteva giudicare reati che prevedevano la pena capitale solo nella sala di pietre squadrate nell’area del tempio, non in casa del sommo sacerdote. Il processo si doveva tenere di giorno, non dopo il tramonto. E il verdetto che prevedeva la pena di morte si doveva annunciare il giorno dopo la conclusione dell’udienza. Quindi non si potevano tenere processi la vigilia del sabato o di una festa. Nel processo contro Gesù queste regole furono tutte ignorate. (Matteo 26:57-68) Peggio ancora, durante il dibattimento i capi religiosi infransero palesemente la Legge di Dio. Per esempio ricorsero alla corruzione per intrappolare Gesù. (Deuteronomio 16:19; Luca 22:2-6) Diedero ascolto a falsi testimoni. (Esodo 20:16; Marco 14:55, 56) E tramarono per rimettere in libertà un assassino, attirando così la colpa di sangue su se stessi e sul paese. (Numeri 35:31-34; Deuteronomio 19:11-13; Luca 23:16-25) Quindi non ci fu nessun “giudizio”, nessun processo equo concluso con una sentenza giusta, imparziale.

28. Di cosa non tennero conto i nemici di Gesù?

28 I nemici di Gesù investigarono per sapere chi era veramente l’uomo che stavano processando? Isaia fa una domanda simile: “Chi si preoccuperà anche dei particolari della sua generazione?” Il termine “generazione” potrebbe riferirsi alla discendenza o ai precedenti di qualcuno. Durante il processo i membri del Sinedrio non tennero conto dei precedenti di Gesù, del fatto che soddisfaceva i requisiti del Messia promesso. Anzi lo accusarono di bestemmia e lo condannarono a morte. (Marco 14:64) Poi il procuratore romano Ponzio Pilato cedette alle pressioni e lo fece mettere al palo. (Luca 23:13-25) Così Gesù fu “reciso”, o stroncato, a soli 33 anni e mezzo, nel fiore degli anni.

29. In che senso, per quanto riguarda la sua sepoltura, Gesù fu “con i malvagi” e “con la classe del ricco”?

29 Quindi, a proposito della morte e sepoltura del Messia, Isaia scrive: “Farà il suo luogo di sepoltura perfino con i malvagi, e con la classe del ricco alla sua morte, malgrado non avesse operato violenza e non ci fosse inganno nella sua bocca”. (Isaia 53:9) In che senso per quanto riguarda la sua morte e sepoltura Gesù fu sia con i malvagi che con il ricco? Il 14 nisan del 33 E.V. morì sul palo di tortura fuori delle mura di Gerusalemme. Poiché fu messo al palo tra due malfattori, in un certo senso la sua sepoltura avvenne con i malvagi. (Luca 23:33) Ma dopo che Gesù era morto, Giuseppe, uomo facoltoso di Arimatea, ebbe il coraggio di chiedere a Pilato il permesso di tirare giù il corpo e seppellirlo. Insieme a Nicodemo, Giuseppe preparò il corpo per la sepoltura e poi lo depose in una tomba di sua proprietà, appena scavata. (Matteo 27:57-60; Giovanni 19:38-42) Quindi la sepoltura di Gesù avvenne anche con la classe del ricco.

‘Geova provò diletto nel fiaccarlo’

30. In che senso Geova provò diletto nel fiaccare Gesù?

30 Poi Isaia dice qualcosa di sorprendente: “Geova stesso provò diletto nel fiaccarlo; lo fece ammalare. Se poni la sua anima come offerta per la colpa, egli vedrà la sua progenie, prolungherà i suoi giorni, e nella sua mano riuscirà ciò che è il diletto di Geova. A causa dell’affanno della sua anima egli vedrà, si sazierà. Per mezzo della sua conoscenza il giusto, il mio servitore, recherà una condizione giusta a molti; ed egli stesso porterà i loro errori”. (Isaia 53:10, 11) Com’era possibile che Geova provasse diletto nel vedere questo fedele servitore fiaccato? Chiaramente Geova non inflisse personalmente sofferenze al suo caro Figlio. I nemici di Gesù furono pienamente responsabili di quello che gli fecero. Ma Geova permise che agissero in modo crudele. (Giovanni 19:11) Per quale ragione? Di sicuro essendo pieno di empatia e tenera compassione, Dio era addolorato di veder soffrire il Figlio innocente. (Isaia 63:9; Luca 1:77, 78) Non era certo in alcun modo scontento di Gesù. Provò diletto nel vedere che era disposto a soffrire a motivo di tutte le benedizioni che ne sarebbero derivate.

31. (a) In che modo Geova pose l’anima di Gesù come “offerta per la colpa”? (b) Dopo tutto quello che passò come uomo, cosa deve aver dato a Gesù particolare soddisfazione?

31 In primo luogo Geova pose l’anima di Gesù come “offerta per la colpa”. Perciò quando ascese nuovamente al cielo, Gesù entrò alla presenza di Geova portando come offerta per la colpa il valore della sua vita umana sacrificata, e Geova si compiacque di accettarlo a favore di tutta l’umanità. (Ebrei 9:24; 10:5-14) Mediante la sua offerta per la colpa Gesù acquisì una “progenie”. Quale “Padre eterno” può dare la vita — la vita eterna — a coloro che esercitano fede nel suo sangue. (Isaia 9:6) Dopo tutto quello che passò come uomo, che soddisfazione deve essere stata per Gesù avere la prospettiva di liberare l’umanità dal peccato e dalla morte! Naturalmente deve avergli dato una soddisfazione ancora maggiore sapere che la sua integrità fornì al Padre celeste una risposta agli scherni del Suo Avversario, Satana il Diavolo. — Proverbi 27:11.

32. Mediante quale “conoscenza” Gesù reca “una condizione giusta a molti”, e chi viene a trovarsi in questa condizione giusta?

32 Un’altra benedizione derivante dalla sua morte è che Gesù, anche adesso, reca “una condizione giusta a molti”. Fa questo, dice Isaia, “per mezzo della sua conoscenza”. Evidentemente si tratta della conoscenza che Gesù acquisì diventando uomo e soffrendo ingiustamente per ubbidire a Dio. (Ebrei 4:15) Avendo sofferto fino alla morte poté provvedere il sacrificio necessario per aiutare altri a pervenire a una condizione giusta. Chi viene a trovarsi in questa condizione giusta? Prima i suoi seguaci unti. Poiché esercitano fede nel sacrificio di Gesù, Geova li dichiara giusti in vista di adottarli come figli perché siano coeredi di Gesù. (Romani 5:19; 8:16, 17) Poi i componenti di “una grande folla” di “altre pecore” esercitano fede nel sangue versato da Gesù e godono di una condizione giusta con la prospettiva di essere amici di Dio e di sopravvivere ad Armaghedon. — Rivelazione 7:9; 16:14, 16; Giovanni 10:16; Giacomo 2:23, 25.

33, 34. (a) Cosa impariamo riguardo a Geova che ci rincuora? (b) Chi sono “i molti” fra cui il Servitore messianico riceve “una porzione”?

33 Infine Isaia descrive le vittorie del Messia: “Per tale ragione gli darò una porzione fra i molti, e ripartirà le spoglie con i potenti, per il fatto che versò la sua anima alla medesima morte, e fu annoverato fra i trasgressori; ed egli stesso portò il medesimo peccato di molti, e si interponeva per i trasgressori”. — Isaia 53:12.

34 Le ultime parole di questa parte delle profezie di Isaia insegnano qualcosa di rincuorante riguardo a Geova: Egli apprezza coloro che rimangono leali e fedeli a lui. Questo è indicato dalla promessa che ‘darà’ al Servitore messianico “una porzione fra i molti”. Queste parole derivano a quanto pare dall’usanza di dividere il bottino di guerra. Geova apprezza la lealtà dei “molti” fedeli dell’antichità, fra cui Noè, Abraamo e Giobbe, e ha riservato per loro “una porzione” nel prossimo nuovo mondo. (Ebrei 11:13-16) Similmente darà una porzione al suo Servitore messianico. Geova lo ricompenserà certamente per la sua integrità. Anche noi possiamo essere certi che Geova ‘non dimenticherà la nostra opera e l’amore che mostriamo per il suo nome’. — Ebrei 6:10.

35. Chi sono “i potenti” con cui Gesù divide le spoglie, e cosa sono le spoglie?

35 Con la vittoria sui suoi nemici il Servitore di Dio prenderà anche il bottino di guerra. Ripartirà le spoglie con “i potenti”. Nell’adempimento, chi sono “i potenti”? Sono i primi discepoli di Gesù che vincono il mondo come lo vinse lui: i 144.000 cittadini dell’“Israele di Dio”. (Galati 6:16; Giovanni 16:33; Rivelazione 3:21; 14:1) Cosa sono, dunque, le spoglie? A quanto pare includono i “doni negli uomini”, che Gesù strappa per così dire dal potere di Satana e dà alla congregazione cristiana. (Efesini 4:8-12) I 144.000 “potenti” ricevono anche parte di un altro bottino. Grazie alla loro vittoria sul mondo, non danno a Satana motivo di schernire Dio. La loro incrollabile devozione a Geova lo esalta, rallegrandogli il cuore.

36. Gesù era consapevole che stava adempiendo la profezia relativa al Servitore di Dio? Spiegate.

36 Gesù era consapevole che stava adempiendo la profezia relativa al Servitore di Dio. La notte del suo arresto citò le parole riportate in Isaia 53:12 e le applicò a sé: “Vi dico che in me deve compiersi ciò che è scritto, cioè: ‘Ed è stato annoverato fra gli illegali’. Poiché ciò che mi concerne si sta compiendo”. (Luca 22:36, 37) Triste a dirsi Gesù fu davvero trattato come un illegale. Fu condannato a morte con l’accusa di violare la legge e fu messo al palo fra due ladroni. (Marco 15:27) Eppure fu disposto a sopportare questo disonore, sapendo molto bene che intercedeva per noi. Si trovò in effetti tra i peccatori e ricevette lui stesso la pena di morte.

37. (a) Cosa indica la documentazione storica della vita e della morte di Gesù? (b) Perché dovremmo essere grati a Geova Dio e al suo Servitore, Gesù Cristo?

37 La documentazione storica della sua vita e della sua morte indica senza possibilità di errore che Gesù Cristo è il Servitore messianico della profezia di Isaia. Come dovremmo essere grati che Geova sia stato disposto a lasciare che il suo caro Figlio adempisse il ruolo profetico del Servitore, soffrendo e morendo affinché potessimo essere redenti dal peccato e dalla morte! Così Geova ci mostrò grande amore. Romani 5:8 dice: “Dio ci raccomanda il suo proprio amore in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi”. Dovremmo essere grati anche a Gesù Cristo, il Servitore che fu disposto a ‘versare la sua anima alla medesima morte’ e perciò fu esaltato.

[Note in calce]

^ par. 5  Il Targum di Gionata ben ʽUzziel (I secolo E.V.), tradotto da John F. Stenning rende Isaia 52:13: “Ecco, il mio servo, l’Unto (o il Messia) prospererà”. Similmente il Talmud babilonese (ca. III secolo E.V.) dice: “Il Messia: qual è il suo nome?... [; quelli] della casa del Rabbi [dicono: Il malato], come è detto: ‘Invero egli ha sopportato le nostre malattie’”. — Sanhedrin 98b; Isaia 53:4.

^ par. 15 Il profeta Michea definì Betleem “quella troppo piccola per essere fra le migliaia di Giuda”. (Michea 5:2) Eppure la piccola Betleem ebbe il grande onore di essere il luogo in cui nacque il Messia.

^ par. 22 Il termine ebraico reso “piagato” viene usato anche a proposito della lebbra. (2 Re 15:5) Secondo certi studiosi, alcuni ebrei trassero da Isaia 53:4 l’idea che il Messia sarebbe stato lebbroso. Il Talmud babilonese applica questo versetto al Messia, chiamandolo “il dotto lebbroso”. La versione cattolica a cura di Giuseppe Ricciotti, basata sulla Vulgata, rende questo versetto: “L’abbiamo riputato come un lebbroso”.

[Domande per lo studio]

[Prospetto a pagina 212]

IL SERVITORE DI GEOVA

Gesù assolse questo ruolo

PROFEZIA

AVVENIMENTO

ADEMPIMENTO

Isa. 52:13

Innalzato ed esaltato

Atti 2:34-36; Filip. 2:8-11; 1 Piet. 3:22

Isa. 52:14

Messo in falsa luce e screditato

Matt. 11:19; 27:39-44,63, 64; Giov. 8:48; 10:20

Isa. 52:15

Allarmò molte nazioni

Matt. 24:30; 2 Tess. 1:6-10; Riv. 1:7

Isa. 53:1

Non fu creduto

Giov. 12:37, 38; Rom. 10:11, 16, 17

Isa. 53:2

Origini umili e modeste

Luca 2:7; Giov. 1:46

Isa. 53:3

Disprezzato e rigettato

Matt. 26:67; Luca 23:18-25; Giov. 1:10, 11

Isa. 53:4

Portò le nostre infermità

Matt. 8:16, 17; Luca 8:43-48

Isa. 53:5

Trafitto

Giov. 19:34

Isa. 53:6

Soffrì per gli errori altrui

1 Piet. 2:21-25

Isa. 53:7

Tacque e non si lamentò davanti agli accusatori

Matt. 27:11-14; Mar. 14:60, 61; Atti 8:32, 35

Isa. 53:8

Processato e condannato ingiustamente

Matt. 26:57-68; 27:1, 2, 11-26; Giov. 18:12-14, 19-24, 28-40

Isa. 53:9

Sepolto con il ricco

Matt. 27:57-60; Giov. 19:38-42

Isa. 53:10

Posta la sua anima come offerta per la colpa

Ebr. 9:24; 10:5-14

Isa. 53:11

Aprì la via perché molti pervengano a una condizione giusta

Rom. 5:18, 19; 1 Piet. 2:24; Riv. 7:14

Isa. 53:12

Annoverato fra i trasgressori

Matt. 26:55, 56; 27:38; Luca 22:36, 37

[Immagine a pagina 203]

‘Fu disprezzato dagli uomini’

[Immagine a pagina 206]

“Non apriva la bocca”

[Fonte]

Particolare dell’“Ecce Homo” di Antonio Ciseri

[Immagine a pagina 211]

“Versò la sua anima alla medesima morte”