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“Il mio eletto, che la mia anima ha approvato!

“Il mio eletto, che la mia anima ha approvato!

Capitolo tre

“Il mio eletto, che la mia anima ha approvato!”

Isaia 42:1-25

1, 2. Perché il capitolo 42 di Isaia interessa oggi ai cristiani?

“‘VOI siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’”. (Isaia 43:10) Questa dichiarazione di Geova Dio, messa per iscritto da Isaia nell’VIII secolo a.E.V., indica che l’antico popolo del suo patto era una nazione di testimoni. Era il servitore che aveva scelto. Circa 2.600 anni più tardi, nel 1931, i cristiani unti dichiararono pubblicamente che queste parole si applicavano a loro. Adottarono il nome Testimoni di Geova e assunsero di tutto cuore le responsabilità che derivavano dall’essere il servitore di Dio sulla terra.

2 I testimoni di Geova desiderano ardentemente piacere a Dio. Per questa ragione il 42° capitolo del libro di Isaia è di grandissimo interesse per ciascuno di loro, perché fornisce il ritratto del servitore che Geova approva e di quello che Geova rigetta. Riflettendo su questa profezia e sul suo adempimento si è aiutati a capire da cosa dipende l’approvazione di Dio e da cosa dipende il suo disfavore.

“Ho messo in lui il mio spirito”

3. Cosa profetizza Geova tramite Isaia circa quello che definisce “il mio servitore”?

3 Tramite Isaia, Geova profetizza la venuta di un servitore di sua scelta: “Ecco, il mio servitore, che sostengo fermamente! Il mio eletto, che la mia anima ha approvato! Ho messo in lui il mio spirito. Egli recherà giustizia alle nazioni. Non griderà né alzerà la voce, e nella via non farà udire la sua voce. Non romperà la canna schiacciata; e in quanto al lucignolo dalla luce fioca, non lo estinguerà. Con verità recherà giustizia. Non si affievolirà né sarà schiacciato finché stabilisca la giustizia sulla terra stessa; e le isole stesse continueranno ad aspettare la sua legge”. — Isaia 42:1-4.

4. Chi è l’“eletto” predetto, e come lo sappiamo?

4 Chi è il Servitore di cui si parla qui? Non siamo lasciati nell’incertezza. Queste parole sono citate nel Vangelo di Matteo e applicate a Gesù Cristo. (Matteo 12:15-21) Gesù è il diletto Servitore, l’“eletto”. Quando Geova mise su di lui il suo spirito? Nel 29 E.V., al tempo del suo battesimo. La Bibbia descrive quel battesimo e dice che dopo che Gesù fu uscito dall’acqua “il cielo si aprì e lo spirito santo in forma corporea come una colomba scese su di lui, e dal cielo venne una voce: ‘Tu sei mio Figlio, il diletto; io ti ho approvato’”. Così Geova in persona identificò il suo Servitore diletto. Il successivo ministero di Gesù e le opere miracolose che compì dimostrarono che senz’altro lo spirito di Geova era su di lui. — Luca 3:21, 22; 4:14-21; Matteo 3:16, 17.

“Recherà giustizia alle nazioni”

5. Perché nel I secolo E.V. era necessario chiarire cos’è la giustizia?

5 L’Eletto di Geova doveva ‘recare’, o rendere manifesta, la vera giustizia. “Farà sapere alle nazioni cos’è la giustizia”. (Matteo 12:18) E ce n’era proprio bisogno nel I secolo E.V.! I capi religiosi ebrei insegnavano un concetto distorto del diritto e della giustizia. Cercavano di conseguire la giustizia seguendo un rigido codice di leggi, molte create da loro stessi. La loro giustizia legalistica era priva di misericordia e di compassione.

6. In quali modi Gesù fece conoscere la vera giustizia?

6 Gesù invece rivelò qual è il concetto di giustizia secondo Dio. Con quello che insegnò e con il modo in cui visse, Gesù dimostrò che la vera giustizia è compassionevole e misericordiosa. Prendete il famoso Sermone del Monte. (Matteo, capitoli 5–7) Che spiegazione magistrale di come si devono praticare giustizia e diritto! Quando leggiamo i Vangeli, non siamo commossi dalla compassione che Gesù mostrò per i poveri e gli afflitti? (Matteo 20:34; Marco 1:41; 6:34; Luca 7:13) Portò il suo messaggio confortante a molti che erano come canne schiacciate: piegati e maltrattati. Erano come un lucignolo, la cui ultima fiammella di vita era quasi spenta. Gesù non ruppe la “canna schiacciata” né estinse il “lucignolo dalla luce fioca”. Anzi le sue parole e le sue azioni amorevoli e piene di compassione sollevarono il cuore ai mansueti. — Matteo 11:28-30.

7. Perché la profezia diceva che Gesù ‘non avrebbe gridato né alzato la voce nella via’?

7 Perché la profezia dice che Gesù ‘non avrebbe gridato né alzato la voce, e non avrebbe fatto udire la sua voce nella via’? Perché non era vanaglorioso come molti ai suoi giorni. (Matteo 6:5) Una volta disse a un lebbroso che aveva sanato: “Bada di non dire nulla a nessuno”. (Marco 1:40-44) Anziché farsi pubblicità in modo che la gente traesse delle conclusioni per sentito dire, Gesù voleva che si convincesse in base a solide prove che era il Cristo, l’unto Servitore di Geova.

8. (a) In che modo Gesù recò “giustizia alle nazioni”? (b) Cosa ci insegna riguardo alla giustizia l’illustrazione di Gesù del buon samaritano?

8 Il Servitore eletto doveva recare “giustizia alle nazioni”. Gesù lo fece. Oltre a mettere in risalto la natura compassionevole della giustizia divina, insegnò che questa doveva includere tutti. Una volta ricordò a un uomo versato nella Legge che doveva amare Dio e il prossimo. L’uomo gli chiese: “Chi è realmente il mio prossimo?” Forse si aspettava che Gesù rispondesse: “Gli ebrei come te”. Ma Gesù raccontò la parabola del buon samaritano. Secondo la parabola un samaritano venne in aiuto di un uomo assalito dai ladroni, mentre un levita e un sacerdote si erano rifiutati di aiutarlo. A quel punto l’uomo che aveva fatto la domanda dovette ammettere che il prossimo era il disprezzato samaritano, non il levita o il sacerdote. Gesù concluse l’illustrazione con l’esortazione: “Fa anche tu lo stesso”. — Luca 10:25-37; Levitico 19:18.

“Non si affievolirà né sarà schiacciato”

9. Che effetto avrà su di noi la comprensione della natura della vera giustizia?

9 Gesù rese chiara la natura della vera giustizia, perciò i discepoli impararono a manifestare questa qualità. Noi dobbiamo fare lo stesso. Prima di tutto dobbiamo accettare le norme divine del bene e del male, poiché Dio ha il diritto di stabilire ciò che è giusto e retto. Mentre ci sforziamo di agire alla maniera di Geova, la nostra condotta retta rivelerà cos’è la vera giustizia. — 1 Pietro 2:12.

10. Perché per manifestare giustizia dobbiamo partecipare all’opera di predicazione e insegnamento?

10 Manifestiamo vera giustizia anche quando svolgiamo con diligenza l’opera di predicazione e insegnamento. Geova ha provveduto generosamente la salvifica conoscenza di sé, di suo Figlio e dei suoi propositi. (Giovanni 17:3) Non sarebbe giusto che tenessimo per noi questa conoscenza. “Non trattenere il bene da quelli cui è dovuto, quando è in potere della tua mano farlo”, dice Salomone. (Proverbi 3:27) Vogliamo parlare con zelo di ciò che sappiamo di Dio con tutti, di qualunque razza, etnia o nazione siano. — Atti 10:34, 35.

11. A imitazione di Gesù, come dobbiamo trattare gli altri?

11 Inoltre il vero cristiano tratta gli altri come li trattò Gesù. Molti oggi sono sfiduciati a motivo dei problemi che incontrano e hanno bisogno di compassione e incoraggiamento. Anche alcuni cristiani dedicati potrebbero essere così abbattuti a motivo delle circostanze da assomigliare a canne schiacciate o a lucignoli quasi spenti. Non hanno forse bisogno del nostro sostegno? (Luca 22:32; Atti 11:23) Che ristoro far parte di un’associazione di veri cristiani, che cercano di imitare Gesù esercitando la giustizia!

12. Perché possiamo essere certi che presto ci sarà giustizia per tutti?

12 Ci sarà mai giustizia per tutti? Sì, certamente. L’Eletto di Geova “non si affievolirà né sarà schiacciato finché stabilisca la giustizia sulla terra stessa”. Molto presto il Re intronizzato, il risuscitato Cristo Gesù, “recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio”. (2 Tessalonicesi 1:6-9; Rivelazione 16:14-16) Il Regno di Dio prenderà il posto dei governi umani. Giustizia e diritto abbonderanno. (Proverbi 2:21, 22; Isaia 11:3-5; Daniele 2:44; 2 Pietro 3:13) Tutti i servitori di Geova — anche quelli che si trovano nei luoghi più remoti, “le isole” — attendono quel giorno con ansia.

‘Lo darò come luce delle nazioni’

13. Cosa profetizza Geova circa il Servitore eletto?

13 Isaia prosegue: “Questo è ciò che ha detto il vero Dio, Geova, il Creatore dei cieli e il Grande che li distende; Colui che stende la terra e il suo prodotto, Colui che dà alito al popolo su di essa, e spirito a quelli che vi camminano”. (Isaia 42:5) Che vigorosa descrizione di Geova, il Creatore! Ricordarne la potenza dà grande peso alla sua dichiarazione. Geova dice: “Io stesso, Geova, ti ho chiamato nella giustizia, e ti afferravo per la mano. E ti salvaguarderò e ti darò come patto del popolo, come luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ciechi, faccia uscire dalla segreta il prigioniero, dalla casa di detenzione quelli che siedono nelle tenebre”. — Isaia 42:6, 7.

14. (a) Cosa significa il fatto che Geova afferra per la mano il suo Servitore approvato? (b) Che ruolo ha il Servitore eletto?

14 Il grande Creatore dell’universo, il Datore e Sostenitore della vita, afferra per la mano il Servitore eletto e gli promette pieno e costante appoggio. Com’è rassicurante questo! Inoltre Geova lo salvaguarda per darlo come “patto del popolo”. Un patto è un contratto, un accordo, una promessa solenne. È un decreto permanente. Sì, Geova ha reso il suo Servitore “un pegno per il popolo”. — An American Translation.

15, 16. In che modo Gesù servì come “luce delle nazioni”?

15 In quanto “luce delle nazioni”, il Servitore promesso aprirà “gli occhi ciechi” e libererà “quelli che siedono nelle tenebre”. Gesù lo fece. Rendendo testimonianza alla verità, glorificò il nome del suo Padre celeste. (Giovanni 17:4, 6) Smascherò le falsità religiose, predicò la buona notizia del Regno e aprì la porta della libertà spirituale a quelli che erano schiavi dal punto di vista religioso. (Matteo 15:3-9; Luca 4:43; Giovanni 18:37) Avvertì di non compiere le opere che appartengono alle tenebre e smascherò Satana definendolo “il padre della menzogna” e “il governante di questo mondo”. — Giovanni 3:19-21; 8:44; 16:11.

16 Gesù disse: “Io sono la luce del mondo”. (Giovanni 8:12) Dimostrò in modo rimarchevole di esserlo quando depose la sua vita umana perfetta come riscatto. Così diede a coloro che esercitano fede la possibilità di avere il perdono dei peccati, una relazione approvata con Dio e la prospettiva della vita eterna. (Matteo 20:28; Giovanni 3:16) Mostrando per tutta la vita santa devozione in maniera perfetta, Gesù sostenne la sovranità di Geova e dimostrò che il Diavolo è bugiardo. Diede veramente la vista ai ciechi e liberò coloro che erano nelle tenebre spirituali.

17. In quali modi serviamo come portatori di luce?

17 Nel Sermone del Monte Gesù disse ai discepoli: “Voi siete la luce del mondo”. (Matteo 5:14) Non siamo anche noi portatori di luce? Con il nostro modo di vivere e la nostra opera di predicazione abbiamo il privilegio di indirizzare altri a Geova, la Fonte della vera luce. A imitazione di Gesù, facciamo conoscere il nome di Geova, sosteniamo la Sua sovranità e proclamiamo il Suo Regno, l’unica speranza per l’umanità. Inoltre, quali portatori di luce, denunciamo le falsità religiose, mettiamo in guardia dalle opere impure che appartengono alle tenebre e smascheriamo Satana, il malvagio. — Atti 1:8; 1 Giovanni 5:19.

“Cantate a Geova un nuovo canto”

18. Cosa fa conoscere Geova al suo popolo?

18 A questo punto Geova rivolge l’attenzione al suo popolo dicendo: “Io sono Geova. Questo è il mio nome; e non darò a nessun altro la mia propria gloria, né la mia lode alle immagini scolpite. Le prime cose, ecco, son venute, ma io annuncio cose nuove. Prima che comincino a germogliare, ve le faccio udire”. (Isaia 42:8, 9) La profezia riguardante “il mio servitore” non fu pronunciata da qualche dio senza valore, ma dal solo vivente e vero Dio. Si sarebbe avverata di sicuro, e si avverò. Geova Dio è certamente l’Autore di cose nuove, e le fa conoscere al suo popolo prima che si verifichino. Quale dovrebbe essere la nostra reazione?

19, 20. (a) Quale canto si deve cantare? (b) Chi canta oggi il canto di lode a Geova?

19 Isaia scrive: “Cantate a Geova un nuovo canto, la sua lode dall’estremità della terra, voi che scendete al mare e a ciò che lo riempie, isole e voi che le abitate. Alzino la voce il deserto e le sue città, gli abitati che Chedar abita. Gli abitanti della rupe gridino di gioia. Dalla cima dei monti gridino ad alta voce. Attribuiscano a Geova gloria, e nelle isole dichiarino pure la sua lode”. — Isaia 42:10-12.

20 Gli abitanti delle città, dei villaggi nel deserto, delle isole, persino di “Chedar”, o degli accampamenti nel deserto, tutti gli abitanti della terra sono esortati a cantare un canto di lode a Geova. Com’è emozionante che nei nostri giorni milioni di persone abbiano risposto a questo invito profetico! Hanno abbracciato la verità della Parola di Dio e hanno fatto di Geova il loro Dio. Il popolo di Geova canta questo nuovo canto, attribuendo gloria a Geova, in più di 230 paesi. Com’è entusiasmante far parte di questo coro multiculturale, multilingue e multirazziale!

21. Perché i nemici del suo popolo non riescono a mettere a tacere il canto di lode a Geova?

21 Gli oppositori possono forse mettersi contro Dio e far tacere questo canto di lode? Impossibile! “Come un uomo potente Geova stesso uscirà. Come un guerriero egli desterà lo zelo. Urlerà, sì, emetterà un grido di guerra; sui suoi nemici si mostrerà più potente”. (Isaia 42:13) Quale potenza può opporsi a Geova? Circa 3.500 anni fa il profeta Mosè e i figli di Israele cantarono: “Geova è una virile persona di guerra. Il suo nome è Geova. Ha gettato in mare i carri di Faraone e le sue forze militari, e i suoi guerrieri più scelti sono stati sommersi nel Mar Rosso”. (Esodo 15:3, 4) Geova riportò la vittoria sulle più potenti forze militari dell’epoca. Nessun nemico del suo popolo può avere successo quando Geova esce come un potente guerriero.

“Sono stato zitto per lungo tempo”

22, 23. Perché Geova ‘sta zitto per lungo tempo’?

22 Geova è imparziale e giusto, anche quando esegue il giudizio contro i suoi nemici. Egli dice: “Sono stato zitto per lungo tempo. Continuavo a tacere. Esercitavo padronanza di me stesso. Come una donna che partorisce gemerò, ansimerò, e anelerò nello stesso tempo. Devasterò monti e colli, e farò seccare tutta la loro vegetazione. E certamente ridurrò i fiumi in isole, e farò seccare gli stagni folti di canne”. — Isaia 42:14, 15.

23 Prima di intraprendere un’azione giudiziaria, Geova lascia passare del tempo per dare ai trasgressori l’opportunità di volgersi dalle loro cattive vie. (Geremia 18:7-10; 2 Pietro 3:9) Prendete il caso di Babilonia, la potenza mondiale dominante, che nel 607 a.E.V. distrugge Gerusalemme. Geova lo permette per disciplinare gli israeliti a motivo della loro infedeltà. I babilonesi però non riconoscono il ruolo che svolgono. Trattano il popolo di Dio molto più duramente di quanto richieda il suo giudizio. (Isaia 47:6, 7; Zaccaria 1:15) Come deve essere addolorato il vero Dio vedendo soffrire il suo popolo! Ma non interviene fino al tempo stabilito. Allora fatica, come una donna che partorisce, per liberare il popolo del suo patto e generarlo come nazione indipendente. Per far questo, nel 539 a.E.V. prosciuga e devasta Babilonia e le sue fortificazioni.

24. Che prospettiva offre Geova al suo popolo Israele?

24 Come deve essere emozionato il popolo di Dio quando, dopo tanti anni di esilio, si apre finalmente la via del ritorno! (2 Cronache 36:22, 23) Deve essere felice di vedere l’adempimento della promessa di Geova: “Certamente farò camminare i ciechi per una via che non hanno conosciuto; farò calcare loro un sentiero che non hanno conosciuto. Volgerò davanti a loro il luogo tenebroso in luce, e il terreno scabroso in pianura. Queste sono le cose che di sicuro farò per loro, e certamente non li lascerò”. — Isaia 42:16.

25. (a) Di cosa può essere certo oggi il popolo di Geova? (b) Quale dovrebbe essere la nostra determinazione?

25 Come si applicano oggi queste parole? Da molto tempo ormai — da secoli — Geova lascia che le nazioni agiscano a modo loro. Ma è vicino il tempo stabilito per mettere le cose a posto. Nei nostri giorni ha suscitato un popolo che rende testimonianza al suo nome. Abbattendo ogni opposizione contro i suoi servitori, ha spianato la via perché lo adorino “con spirito e verità”. (Giovanni 4:24) Ha promesso: “Certamente non li lascerò” e ha mantenuto la parola. Che dire di coloro che continuano ad adorare falsi dèi? Geova dice: “Si dovranno volgere indietro, proveranno molta vergogna, quelli che confidano nell’immagine scolpita, quelli che dicono all’immagine di metallo fuso: ‘Voi siete i nostri dèi’”. (Isaia 42:17) Com’è importante che rimaniamo fedeli a Geova, come fece il suo Eletto!

‘Un servitore sordo e cieco’

26, 27. Come dimostra Israele di essere ‘un servitore sordo e cieco’, e con quali conseguenze?

26 L’eletto Servitore di Geova Dio, Gesù Cristo, rimase fedele sino alla morte. Il popolo di Geova, gli israeliti, invece si dimostrarono un servitore infedele, sordo e cieco in senso spirituale. Rivolgendosi a loro, Geova dice: “Udite, sordi; e guardate per vedere, ciechi. Chi è cieco, se non il mio servitore, e chi è sordo come il mio messaggero che io mando? Chi è cieco come il ricompensato, o cieco come il servitore di Geova? Si trattava di vedere molte cose, ma non guardavi. Si trattava di aprire gli orecchi, ma non ascoltavi. Geova stesso per amore della sua giustizia ha provato diletto in quanto egli magnificava la legge e la rendeva maestosa”. — Isaia 42:18-21.

27 Che deplorevole fallimento è Israele! La sua popolazione cade ripetutamente nell’adorazione degli dèi demonici delle nazioni. Più volte Geova manda i suoi messaggeri, ma il suo popolo non presta attenzione. (2 Cronache 36:14-16) Isaia predice le conseguenze: “È un popolo predato e saccheggiato, essendo tutti intrappolati nelle buche, e sono stati tenuti nascosti nelle case di detenzione. Son divenuti per la preda senza liberatore, per il saccheggio senza nessuno che dica: ‘Restituisci!’ Chi fra voi presterà orecchio a questo? Chi presterà attenzione e ascolterà per i tempi successivi? Chi ha dato Giacobbe per il semplice saccheggio, e Israele ai predatori? Non è Geova, Colui contro il quale abbiamo peccato, e nelle cui vie essi non vollero camminare e la cui legge non ascoltarono? Egli versava dunque su di lui il furore, la sua ira, e la forza della guerra. Ed essa lo consumava tutt’intorno, ma egli non prestò attenzione; e divampava contro di lui, ma egli non prendeva a cuore nulla”. — Isaia 42:22-25.

28. (a) Cosa possiamo imparare dall’esempio degli abitanti di Giuda? (b) Come possiamo ricercare l’approvazione di Geova?

28 Per l’infedeltà dei suoi abitanti, nel 607 a.E.V. Geova permette che il paese di Giuda sia depredato e saccheggiato. I babilonesi incendiano il tempio di Geova, devastano Gerusalemme e fanno prigionieri gli ebrei. (2 Cronache 36:17-21) Facciamo dunque tesoro di questo esempio ammonitore e non chiudiamo mai gli orecchi alle istruzioni di Geova né gli occhi alla sua Parola scritta! Ricerchiamo piuttosto l’approvazione di Geova imitando Cristo Gesù, il Servitore che Geova stesso ha approvato. Come Gesù, facciamo conoscere la vera giustizia con le parole e le azioni. Così rimarremo fra il popolo che serve quale portatore di luce, che loda e glorifica il vero Dio, Geova.

[Domande per lo studio]

[Immagini a pagina 33]

La vera giustizia è compassionevole e misericordiosa

[Immagine a pagina 34]

Nella parabola del buon samaritano Gesù dimostrò che la vera giustizia include tutti

[Immagini a pagina 36]

Essendo incoraggianti e gentili esercitiamo giustizia divina

[Immagini a pagina 39]

Con l’opera di predicazione manifestiamo giustizia divina

[Immagine a pagina 40]

Il Servitore approvato fu dato “come luce delle nazioni”