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Apostasia: Ostacolata la via di Dio

Apostasia: Ostacolata la via di Dio

Capitolo 11

Apostasia: Ostacolata la via di Dio

1, 2. (a) Perché i primi 400 anni di storia della cristianità sono importanti? (b) Quale verità espresse Gesù riguardo al fare una scelta?

PERCHÉ i primi 400 anni di storia della cristianità sono tanto importanti? Per lo stesso motivo per cui lo sono i primissimi anni di vita di un bambino: perché sono gli anni formativi, in cui vengono poste le basi della futura personalità dell’individuo. Cosa rivelano i primi secoli della cristianità?

2 Prima di rispondere a questa domanda, rammentiamo una verità espressa da Gesù Cristo: “Entrate per la porta stretta; perché ampia e spaziosa è la strada che conduce alla distruzione, e molti sono quelli che vi entrano; mentre stretta è la porta e angusta la strada che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”. La strada dell’opportunismo è larga; quella dei giusti princìpi è stretta. — Matteo 7:13, 14.

3. Quali due linee di condotta era possibile intraprendere sin da quando il cristianesimo ebbe inizio?

3 Sin da quando il cristianesimo ebbe inizio, a coloro che abbracciavano questa fede impopolare si aprivano due vie: o attenersi agli insegnamenti e ai princìpi di Cristo, che non ammettono compromessi, e alle Scritture, o lasciarsi attrarre dalla via larga e comoda del compromesso col mondo di quel tempo. Come vedremo, quei primi quattro secoli di storia mostrano quale via scelse infine la maggioranza.

La seduzione della filosofia

4. Secondo lo storico Durant, che influenza ebbe la Roma pagana sulla chiesa primitiva?

4 Lo storico Will Durant spiega: “La Chiesa non si limitò semplicemente ad adottare alcuni costumi religiosi o forme comuni alla Roma precristiana [pagana]: la stola e gli altri vestimenti dei sacerdoti pagani, l’uso dell’incenso e dell’acqua santa per le purificazioni, l’accensione di candele e di un lume perpetuo davanti all’altare, il culto dei santi, l’architettura della Basilica, la legge romana come base della legge canonica, il titolo di Pontifex Maximus al Sommo Pontefice e nel IV sec. la lingua latina . . . Presto i vescovi più che i prefetti romani furono la fonte dell’ordine e del potere nelle città: i metropolitani o arcivescovi sostennero, quando non soppiantarono i governatori delle province: e il sinodo dei vescovi si sostituì all’assemblea provinciale. La Chiesa romana seguì le orme dello Stato romano”. — Storia della Civiltà, Parte III, Cesare e Cristo, traduzione di A. Mattioli, pagina 780.

5. In che modo lo spirito di compromesso col mondo pagano di Roma è in contrasto con gli scritti cristiani primitivi?

5 Questo spirito di compromesso col mondo romano è in netto contrasto con gli insegnamenti di Cristo e degli apostoli. (Vedi  pagina 262). L’apostolo Pietro raccomandò: “Diletti, . . . desto le vostre chiare facoltà di pensare alla maniera di un rammemoratore, affinché ricordiate le parole dette in precedenza dai santi profeti e il comandamento del Signore e Salvatore per mezzo dei vostri apostoli. Voi, perciò, diletti, avendo questa anticipata conoscenza, state in guardia, affinché non siate trascinati con loro dall’errore di persone che sfidano la legge e non cadiate dalla vostra propria saldezza”. Paolo diede questo chiaro consiglio: “Non siate inegualmente aggiogati con gli increduli. Poiché quale associazione hanno la giustizia e l’illegalità? O quale partecipazione ha la luce con le tenebre? . . . ‘“Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi”, dice Geova, “e cessate di toccare la cosa impura”’; ‘“e io vi accoglierò”’”. — 2 Pietro 3:1, 2, 17; 2 Corinti 6:14-17; Rivelazione (Apocalisse) 18:2-5.

6, 7. (a) In che modo i “padri” della chiesa dei primi secoli furono influenzati dalla filosofia greca? (b) Quali dottrine in particolare tradivano l’influsso greco? (c) Quale avvertimento diede Paolo contro la filosofia?

6 Nonostante questa chiara ammonizione, i cristiani apostati del II secolo adottarono tutto l’apparato della religione pagana di Roma. Si allontanarono dalle pure origini bibliche e assunsero invece da Roma abiti e titoli pagani, e si imbevvero di filosofia greca. Il prof. Wolfson della Harvard University spiega che nel II secolo ci fu nel cristianesimo un grande afflusso di “gentili preparati nel campo filosofico”. Questi ammiravano la sapienza dei greci e credevano di trovare somiglianze tra la filosofia greca e gli insegnamenti delle Scritture. Wolfson continua: “Talvolta il tenore delle loro svariate espressioni è che la filosofia è lo speciale dono fatto da Dio ai greci sotto forma di ragione umana come lo sono le Scritture per gli ebrei sotto forma di rivelazione diretta”. E prosegue: “I Padri della Chiesa . . . si accinsero al loro lavoro sistematico per mostrare come, sotto il linguaggio semplice in cui le Scritture amano esprimersi, si nascondono le dottrine dei filosofi espresse negli oscuri termini tecnici coniati presso l’Accademia, il Liceo e la Stoa [scuole filosofiche greche]”. — The Crucible of Christianity.

7 Questo atteggiamento diede alla filosofia e alla terminologia greca ampio modo di infiltrarsi nelle dottrine della cristianità, specie nel campo della dottrina trinitaria e in quello della credenza in un’anima immortale. Wolfson afferma: “I Padri [della chiesa] cominciarono a cercare nella vasta terminologia greca due termini tecnici adatti, dei quali uno sarebbe servito a definire la realtà della distinzione di ciascun componente della Trinità come singola entità e l’altro sarebbe servito a definire la loro sostanziale unità”. Tuttavia dovettero ammettere che “la concezione di un Dio trino è un mistero che non si può sciogliere con la ragione umana”. Per contro, l’apostolo Paolo aveva riconosciuto chiaramente il pericolo di tale contaminazione e ‘pervertimento della buona notizia’ quando ai cristiani galati e colossesi scrisse: “State attenti che qualcuno non vi porti via come sua preda per mezzo della filosofia [greco: filosofìas] e di un vuoto inganno secondo la tradizione degli uomini, secondo le cose elementari del mondo e non secondo Cristo”. — Galati 1:7-9; Colossesi 2:8; 1 Corinti 1:22, 23.

Annullata la risurrezione

8. In quale enigma si è dibattuto l’uomo, e come hanno cercato di risolverlo quasi tutte le religioni?

8 Come abbiamo visto fin qui in questo libro, l’uomo è sempre stato alle prese con l’enigma della sua breve e limitata esistenza che termina con la morte. Lo scrittore tedesco Gerhard Herm asserì infatti che “la religione è, fra le altre cose, un mezzo per aiutare gli uomini ad accettare la realtà della morte, con la promessa o di una vita migliore nell’oltretomba, o di una rinascita, o di entrambe”. (The Celts—The People Who Came Out of the Darkness) Praticamente ogni religione dipende dalla credenza che l’anima umana sia immortale e che dopo la morte essa vada in un aldilà o che trasmigri in un’altra creatura.

9. A quale conclusione giunse il letterato spagnolo Miguel de Unamuno parlando di ciò che Gesù credeva riguardo alla risurrezione?

9 Anche tutte le religioni della cristianità oggi seguono generalmente questa credenza. Miguel de Unamuno, insigne letterato spagnolo del nostro secolo, scrisse riguardo a Gesù: “Egli credeva piuttosto nella risurrezione della carne [come nel caso di Lazzaro (vedi pagine 249-51)], alla maniera giudaica, non nell’immortalità dell’anima, alla maniera platonica [greca]. . . . Se ne possono trovare le prove in qualsiasi onesto libro di esegesi”. Poi concluse: “L’immortalità dell’anima . . . è un dogma filosofico pagano”. (La agonía del cristianismo) Questo “dogma filosofico pagano” si infiltrò nella dottrina della cristianità benché ovviamente non fosse il pensiero di Cristo. — Matteo 10:28; Giovanni 5:28, 29; 11:23, 24.

10. Cosa derivò logicamente dalla credenza in un’anima immortale?

10 Il sottile influsso della filosofia greca fu un fattore determinante nell’apostasia che seguì alla morte degli apostoli. La dottrina greca dell’immortalità dell’anima comportava la necessità di dare all’anima varie destinazioni: cielo, inferno, purgatorio, paradiso, limbo. * Manipolando queste dottrine divenne facile a una classe sacerdotale tenere le masse in sottomissione e nel timore dell’aldilà e spillare loro doni e offerte. Questo ci porta a un’altra domanda: Come ebbe origine la classe sacerdotale separata del clero della cristianità? — Giovanni 8:44; 1 Timoteo 4:1, 2.

Come si formò la classe clericale

11, 12. (a) Quale altro segno di apostasia si manifestò? (b) Che ruolo svolgevano gli apostoli e gli anziani di Gerusalemme?

11 Un altro segno di apostasia fu l’abbandono del ministero generale di tutti i cristiani, quale era stato insegnato da Gesù e dagli apostoli, per passare al sacerdozio esclusivo e alla gerarchia sviluppatisi nella cristianità. (Matteo 5:14-16; Romani 10:13-15; 1 Pietro 3:15) Nel I secolo, dopo la morte di Gesù, i suoi apostoli insieme ad altri anziani cristiani spiritualmente qualificati di Gerusalemme avevano il compito di consigliare e guidare la congregazione cristiana. Nessuno esercitava superiorità sugli altri. — Galati 2:9.

12 Nel 49 E.V. si rese necessario che si radunassero a Gerusalemme per risolvere certe questioni che influivano sui cristiani in generale. La Bibbia narra che, dopo aver discusso apertamente la cosa, “parve bene agli apostoli e agli anziani [presbỳteroi] insieme all’intera congregazione di inviare ad Antiochia con Paolo e Barnaba uomini eletti fra loro, . . . e per mano loro scrissero: ‘Gli apostoli e i fratelli anziani a quei fratelli di Antiochia e di Siria e di Cilicia che sono delle nazioni: Salute!’” Evidentemente gli apostoli e gli anziani fungevano da organismo direttivo per le congregazioni cristiane assai sparse. — Atti 15:22, 23.

13. (a) Quale disposizione esisteva per provvedere una diretta sorveglianza di ciascuna congregazione cristiana nel I secolo? (b) Quali erano i requisiti per essere anziani di congregazione?

13 Dal momento che quel corpo direttivo a Gerusalemme costituiva la primitiva disposizione cristiana per provvedere a tutti i cristiani una sorveglianza generale, quale sistema avevano per impartire direttiva in ciascuna congregazione, a livello locale? La lettera di Paolo a Timoteo precisa che le congregazioni avevano sorveglianti (greco: epìskopos, da cui deriva l’aggettivo “episcopale”) che erano anziani spirituali (presbỳteroi), uomini che, a motivo della loro condotta e della loro spiritualità, erano qualificati per insegnare ai loro conservi cristiani. (1 Timoteo 3:1-7; 5:17) Nel I secolo questi uomini non costituivano una classe clericale separata. Non indossavano nessun abito distintivo. Ciò che li distingueva era la loro spiritualità. Infatti ciascuna congregazione aveva un corpo di anziani (sorveglianti), non un governo monarchico con a capo un solo uomo. — Atti 20:17; Filippesi 1:1.

14. (a) Come i sorveglianti cristiani vennero infine rimpiazzati dai vescovi della cristianità? (b) Chi fra i vescovi lottò per ottenere il primato?

14 Fu solo col passar del tempo che la parola epìskopos * (sorvegliante, soprintendente) si trasformò in “vescovo”, col significato di sacerdote che ha giurisdizione sugli altri componenti del clero della sua diocesi. Il gesuita spagnolo Bernardino Llorca spiega: “Primo, non si faceva sufficiente distinzione tra vescovi e presbiteri, e ci si atteneva solo al significato dei termini: vescovo equivale a soprintendente; presbitero equivale ad anziano. . . . Ma a poco a poco la distinzione divenne più netta, essendo denominati vescovi i soprintendenti più importanti, che possedevano la suprema autorità sacerdotale e la facoltà di imporre le mani e conferire il sacerdozio”. (Historia de la Iglesia Católica) Difatti i vescovi cominciarono a esercitare le proprie funzioni nell’ambito di una specie di sistema monarchico, in particolare dall’inizio del IV secolo. Fu stabilita una gerarchia, o complesso di autorità ecclesiastiche, e con l’andar del tempo il vescovo di Roma, che asseriva di essere successore di Pietro, fu riconosciuto da molti quale vescovo supremo e papa.

15. Che abisso c’è fra l’organo direttivo dei primi cristiani e quello della cristianità?

15 Oggi la posizione di vescovo nelle diverse chiese della cristianità è una posizione di prestigio e di potere, in genere ben rimunerata e spesso pari a quella dell’élite del paese. Ma c’è un’enorme differenza tra questa esaltata posizione di preminenza e la semplicità dell’organizzazione sotto Cristo e gli anziani, o sorveglianti, delle congregazioni cristiane del I secolo. E che dovremmo dire dell’abisso tra Pietro e i suoi cosiddetti successori, che vivono circondati da magnificenza regale in Vaticano? — Luca 9:58; 1 Pietro 5:1-3.

Potere e prestigio papale

16, 17. (a) Come sappiamo che la primitiva congregazione di Roma non era governata da un vescovo o un papa? (b) Come entrò in uso il titolo “papa”?

16 Fra le congregazioni del I secolo che accettavano la direttiva degli apostoli e degli anziani di Gerusalemme c’era quella di Roma, dove la verità cristiana era arrivata probabilmente qualche tempo dopo la Pentecoste del 33 E.V. (Atti 2:10) Come ogni altra congregazione cristiana del tempo, essa aveva degli anziani che fungevano da corpo di sorveglianti fra i quali nessuno deteneva il primato. Di sicuro nessuno di quei primi sorveglianti della congregazione di Roma era considerato vescovo o papa dai contemporanei, poiché l’episcopato monarchico a Roma non si era ancora sviluppato. È difficile stabilire quando esattamente ebbe inizio l’episcopato monarchico, cioè nelle mani di un solo uomo. Le prove indicano che cominciò a svilupparsi nel II secolo. — Romani 16:3-16; Filippesi 1:1.

17 Il titolo “papa” (dal greco pàpas, padre) non era in uso durante i primi due secoli. L’ex gesuita Michael Walsh spiega: “A quanto pare la prima volta che un Vescovo di Roma venne chiamato ‘Papa’ fu nel III secolo, e il titolo fu conferito a Papa Callisto . . . Alla fine del V secolo di solito con ‘Papa’ si intendeva il Vescovo di Roma e nessun altro. Fu solo nell’XI secolo, comunque, che un Papa poté insistere che il titolo si applicasse solo a lui”. — An Illustrated History of the Popes.

18. (a) Chi fu uno dei primi vescovi di Roma a imporre la propria autorità? (b) Su cosa si basa il preteso primato del papa? (c) Qual è il corretto intendimento di Matteo 16:18, 19?

18 Tra i primi vescovi di Roma che imposero la propria autorità ci fu Leone I (papa, 440-61). Michael Walsh spiega inoltre: “Leone si appropriò il titolo un tempo pagano di Pontifex Maximus, tuttora usato dai papi, e portato, fin verso la fine del IV secolo, dagli imperatori romani”. Nel far questo Leone I si basò sull’interpretazione cattolica delle parole di Gesù riportate in Matteo 16:18, 19. (Vedi  pagina 268). Egli “dichiarò che siccome San Pietro era stato il primo fra gli Apostoli, alla chiesa di San Pietro si doveva accordare il primato fra le chiese”. (Man’s Religions) Con questa mossa Leone I rese evidente che, mentre l’imperatore deteneva il potere temporale a Costantinopoli in Oriente, lui esercitava il potere spirituale da Roma in Occidente. Un altro esempio dell’esercizio di questo potere si ebbe nell’anno 800 quando papa Leone III incoronò Carlo Magno imperatore del Sacro Romano Impero.

19, 20. (a) Come viene considerato il papa nel nostro tempo? (b) Quali sono alcuni titoli ufficiali del papa? (c) Che contrasto si può notare tra il comportamento dei papi e quello di Pietro?

19 Dal 1929 i governi secolari riconoscono al papa di Roma il carattere di capo di Stato, con sovranità territoriale sulla Città del Vaticano. Pertanto la Chiesa Cattolica Romana, a differenza di tutte le altre organizzazioni religiose, può inviare ai governi del mondo i suoi rappresentanti diplomatici o nunzi. (Giovanni 18:36) Al papa sono conferiti molti titoli onorifici, tra i quali Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Patriarca d’Occidente, Primate d’Italia, Sovrano della Città del Vaticano. È accompagnato con pompa e cerimonie. Gli vengono tributati gli onori riservati ai capi di Stato. Per contro notate come reagì Pietro, il supposto primo papa e vescovo di Roma, quando il centurione romano Cornelio cadde ai suoi piedi per rendergli omaggio: “Pietro lo fece levare, dicendo: ‘Alzati; anch’io sono un uomo’”. — Atti 10:25, 26; Matteo 23:8-12.

20 Sorge ora la domanda: Come conseguì la chiesa apostata di quei primi secoli tanto potere e prestigio? Come fu che la semplicità e l’umiltà di Cristo e dei primi cristiani si convertirono nell’alterigia e nel fasto della cristianità?

Le fondamenta della cristianità

21, 22. Quale grande cambiamento si suppone fosse avvenuto nella vita di Costantino, e come lo strumentalizzò?

21 La svolta decisiva per questa nuova religione dell’impero romano si ebbe nel 313 E.V., data della cosiddetta conversione dell’imperatore Costantino al “cristianesimo”. Come ebbe luogo questa conversione? Nel 306 Costantino succedette al padre e infine, insieme a Licinio, divenne capo dell’impero romano. Su di lui influirono la devozione di sua madre per il cristianesimo e la sua stessa fede nella protezione divina. Alla vigilia della battaglia del Ponte Milvio presso Roma nel 312, asserì di aver ricevuto in sogno il comando di far incidere sugli scudi dei suoi soldati il monogramma “cristiano”, le lettere greche chi e rho, le prime due lettere del nome di Cristo in greco. * Dotati di questo ‘talismano divino’, gli eserciti di Costantino sconfissero il nemico, Massenzio.

22 Poco tempo dopo aver vinto la battaglia, Costantino asserì di essere divenuto credente, anche se non ricevette il battesimo che appena prima della sua morte, circa 24 anni dopo. Il passo successivo fu quello di guadagnare l’appoggio dei professanti cristiani dell’impero con l’“adozione delle [lettere greche] Chi-Rho [carattere greco in originale] come emblema . . . Il Chi-Rho era stato comunque già usato come monogramma [incrocio di lettere] in contesti sia pagani che cristiani”. — The Crucible of Christianity, a cura di Arnold Toynbee.

23. (a) Secondo un commentatore, quando ebbe inizio la cristianità? (b) Perché possiamo dire che Cristo non fondò la cristianità?

23 In tal modo furono poste le basi della cristianità, come spiegò in un suo libro il commentatore televisivo inglese Malcolm Muggeridge: “La cristianità ebbe inizio con l’imperatore Costantino”. Comunque egli fece anche questa arguta osservazione: “Si potrebbe anche dire che Cristo stesso soppresse la cristianità ancor prima che avesse inizio quando dichiarò che il suo regno non era di questo mondo: una delle sue dichiarazioni, questa, di più grande portata e fra le più importanti”. (The End of Christendom) Anche una delle più estesamente ignorate dai capi religiosi e politici della cristianità. — Giovanni 18:36.

24. Con la “conversione” di Costantino quale cambiamento ebbe luogo nella chiesa?

24 Con l’appoggio di Costantino la religione della cristianità divenne la religione ufficiale dello stato romano. Elaine Pagels, docente di religione, spiega: “I vescovi cristiani, in precedenza oggetto di arresti, torture ed esecuzioni capitali, allora vennero esentati dalle tasse, ricevettero doni dal tesoro imperiale, prestigio e perfino autorità a corte; le loro chiese acquistarono altre ricchezze, potere e preminenza”. Erano diventati amici dell’imperatore, amici del mondo romano. — Giacomo 4:4.

Costantino, l’eresia e l’ortodossia

25. (a) All’epoca di Costantino quale disputa teologica infuriava? (b) Prima del IV secolo come veniva compresa la relazione esistente tra Cristo e il Padre?

25 Perché la “conversione” di Costantino fu così significativa? Perché in qualità di imperatore aveva grande ascendente sugli affari della chiesa “cristiana” dottrinalmente divisa, e desiderava l’unità del suo impero. A quel tempo infuriava un’aspra disputa tra i vescovi di lingua greca e quelli di lingua latina sulla “relazione tra la ‘Parola’, o ‘Figlio’ di ‘Dio’, che si era incarnata in Gesù, e ‘Dio’ stesso, ora chiamato ‘il Padre’, essendo stato il suo nome, Yahweh, generalmente dimenticato”. (The Columbia History of the World) Alcuni erano a favore del punto di vista sostenuto dalla Bibbia secondo cui Cristo, il Lògos, era stato creato ed era quindi subordinato al Padre. (Matteo 24:36; Giovanni 14:28; 1 Corinti 15:25-28) Fra questi c’era Ario, un prete di Alessandria d’Egitto. Infatti R. P. C. Hanson, professore di teologia, afferma: “Prima dello scoppio della controversia ariana [nel IV secolo] non c’è nessun teologo nella Chiesa Orientale né in quella Occidentale che non consideri in qualche modo il Figlio subordinato al Padre”. — The Search for the Christian Doctrine of God.

26. All’inizio del IV secolo quale situazione esisteva per quanto riguarda la dottrina della Trinità?

26 Altri consideravano un’eresia questa tesi della subordinazione di Cristo e propendevano più per l’adorazione di Gesù come “Dio incarnato”. Tuttavia il prof. Hanson afferma che il periodo storico in questione (IV secolo) “non fu contrassegnato dalla difesa di una convenuta e stabilita ortodossia [trinitaria] contro gli assalti di un’aperta eresia [arianesimo]. Sull’argomento che veniva basilarmente dibattuto non esisteva fino ad allora nessuna dottrina ortodossa”. Egli prosegue: “Tutte le parti credevano di avere a loro favore l’autorità della Scrittura. Ciascuna definiva le altre non ortodosse, non tradizionali e non scritturali”. Gli schieramenti religiosi erano nettamente divisi su questa controversia teologica. — Giovanni 20:17.

27. (a) Cosa fece Costantino per cercare di comporre la disputa sulla natura di Gesù? (b) In che misura la chiesa fu rappresentata al concilio di Nicea? (c) Il Simbolo Niceno servì a comporre la controversia sulla dottrina della Trinità che si stava elaborando?

27 Costantino voleva l’unità nel suo reame, e nel 325 E.V. indisse un concilio dei suoi vescovi a Nicea, città situata nella parte orientale — di lingua greca — del suo impero, di là del Bosforo rispetto alla nuova città di Costantinopoli. Si dice che vi abbiano partecipato dai 250 ai 318 vescovi, solo una minoranza rispetto al loro numero complessivo, e che la maggior parte dei partecipanti provenisse dalle province di lingua greca. Non fu presente neppure il papa, Silvestro I. * Dopo accesi dibattiti, quel concilio non rappresentativo formulò il Simbolo Niceno con la sua marcata tendenza verso il pensiero trinitario. Tuttavia non decise affatto la controversia dottrinale. Non chiarì il ruolo dello spirito santo di Dio nella teologia trinitaria. La questione fu accanitamente dibattuta per decenni, e richiese altri concili e l’autorità di diversi imperatori e anche condanne all’esilio perché si raggiungesse infine un accordo. Fu una vittoria per la teologia e una sconfitta per coloro che si attenevano alle Scritture. — Romani 3:3, 4.

28. (a) Quali sono state alcune conseguenze della dottrina della Trinità? (b) Perché la venerazione di Maria come “Madre di Dio” non ha nessun fondamento biblico?

28 Nel corso dei secoli, come conseguenza della dottrina della Trinità l’unico vero Dio Geova è stato smarrito nel dedalo della teologia cristologica della cristianità. * La successiva conseguenza logica di quella teologia fu che, se Gesù era davvero Dio incarnato, allora Maria, madre di Gesù, era ovviamente la “Madre di Dio”. Con l’andar degli anni questo portò alla venerazione di Maria in molte forme diverse, nonostante la completa assenza di versetti biblici nei quali a Maria venga attribuito qualche ruolo importante eccetto quello di umile madre fisica di Gesù. * (Luca 1:26-38, 46-56) Col passar dei secoli la dottrina della “Madre di Dio” è stata sviluppata e abbellita dalla Chiesa Cattolica Romana, col risultato che molti cattolici venerano Maria con assai più fervore di quanto non adorino Dio.

Scismi della cristianità

29. Di quale svolta degli eventi avvertì Paolo?

29 Un’altra caratteristica dell’apostasia è che genera divisione e disgregazione. L’apostolo Paolo aveva profetizzato: “So che dopo la mia partenza entreranno fra voi oppressivi lupi i quali non tratteranno il gregge con tenerezza, e che fra voi stessi sorgeranno uomini che diranno cose storte per trarsi dietro i discepoli”. Paolo aveva dato ai corinti questa chiara ammonizione: “Ora vi esorto, fratelli, per il nome del nostro Signore Gesù Cristo, a parlare tutti concordemente, e a non avere fra voi divisioni, ma ad essere perfettamente uniti nella stessa mente e nello stesso pensiero”. Nonostante l’esortazione di Paolo, apostasia e divisioni misero presto radici. — Atti 20:29, 30; 1 Corinti 1:10.

30. Quale situazione si creò ben presto nella chiesa primitiva?

30 Entro pochi decenni dalla morte degli apostoli si erano già manifestati scismi fra i cristiani. Will Durant afferma: “Lo stesso Celso [oppositore del cristianesimo vissuto nel II secolo] aveva osservato con sarcasmo che i Cristiani erano separati in tante fazioni, ciascuna delle quali teneva per sé. Verso il 187 Ireneo elencava venti varietà di cristianesimo; nel 384 Epifanio ne contava ottanta”. — Op. cit., pagina 778.

31. Come si creò una notevole divisione in seno alla Chiesa Cattolica?

31 Costantino mostrò predilezione per la parte greco-orientale del suo impero facendo costruire una nuova capitale in quella che oggi è la Turchia. La chiamò Costantinopoli (l’odierna Istanbul). Ne derivò che per secoli la Chiesa Cattolica fu divisa in due sotto il profilo linguistico e geografico: da un lato Roma, di lingua latina, a Occidente, e dall’altro Costantinopoli, di lingua greca, a Oriente.

32, 33. (a) Quali furono altre cause di divisione nella cristianità? (b) Cosa dice la Bibbia dell’uso delle immagini nell’adorazione?

32 Discordie e dispute intorno agli aspetti della dottrina della Trinità, non ancora perfezionata, continuavano a mettere in subbuglio la cristianità. Un altro concilio fu tenuto nel 451 a Calcedonia per definire il carattere delle “nature” di Cristo. Mentre l’Occidente accettò il simbolo redatto da questo concilio, le chiese orientali dissentirono, il che portò alla formazione della Chiesa Copta in Egitto e in Abissinia e delle chiese “giacobite” di Siria e Armenia. L’unità della Chiesa Cattolica era costantemente minacciata da divisioni su astruse questioni teologiche, soprattutto quelle riguardanti la definizione della dottrina della Trinità.

33 Un’altra causa di divisione fu la venerazione delle immagini. Durante l’VIII secolo i vescovi orientali si ribellarono a questa idolatria e diedero inizio al cosiddetto periodo dell’iconoclastia, o distruzione delle immagini. Col tempo tornarono all’uso delle icone. — Esodo 20:4-6; Isaia 44:14-18.

34. (a) Cosa portò a una grave spaccatura in seno alla Chiesa Cattolica? (b) Quale fu il risultato finale di questa spaccatura?

34 Ulteriore turbamento si ebbe quando la Chiesa d’Occidente aggiunse al Simbolo Niceno la parola filioque (latino, “e dal Figlio”) per indicare che lo Spirito Santo procedeva sia dal Padre che dal Figlio. Il risultato finale di questo emendamento apportato nel VI secolo fu una spaccatura allorché “nell’876 un sinodo [di vescovi] a Costantinopoli condannò il papa sia per le sue attività politiche che per non aver corretto l’eresia dell’aggiunta del filioque. Questa azione fece parte di quello che nell’insieme fu il rifiuto da parte dell’Oriente della pretesa giurisdizione universale del papa sulla Chiesa”. (Man’s Religions) Nel 1054 il legato pontificio scomunicò il patriarca di Costantinopoli, che, a sua volta, lanciò l’anatema contro il papa. Questo scisma portò infine alla formazione delle Chiese Ortodosse Orientali: greca, russa, rumena, polacca, bulgara, serba, e altre chiese autonome.

35. Chi erano i valdesi, e sotto quale aspetto le loro credenze differivano da quelle della Chiesa Cattolica?

35 Stava intanto iniziando un altro movimento che avrebbe causato scompiglio nella chiesa. Nel XII secolo Pietro Valdo, un francese di Lione, “incaricò alcuni dotti di tradurre la Bibbia nella lingua d’oc [una lingua regionale] della Francia del Sud. Studiò con molto zelo la traduzione e concluse che i Cristiani dovevano vivere come gli Apostoli, senza beni propri”. (Storia della Civiltà, Parte IV, L’epoca della fede, traduzione di M. Tassoni, pagina 858) Egli diede inizio a un movimento di predicatori, che vennero denominati valdesi. Questi rigettavano il sacerdozio cattolico, le indulgenze, il purgatorio, la transustanziazione e altre pratiche e credenze tradizionali cattoliche. I valdesi si diffusero in altri paesi, e il concilio di Tolosa nel 1229 cercò di fermarli bandendo il possesso di libri biblici. Erano permessi solo i libri di liturgia e per di più solo in latino, una lingua morta. Ma il futuro aveva in serbo altre divisioni e persecuzioni religiose.

La persecuzione degli albigesi

36, 37. (a) Chi erano gli albigesi, e in che cosa credevano? (b) Come furono repressi gli albigesi?

36 Nel XII secolo nel sud della Francia ebbe inizio un altro movimento ancora, quello degli albigesi (chiamati anche catari), che prendevano nome dalla città di Albi, dove avevano molti seguaci. Avevano la propria classe clericale che osservava il celibato e che esigeva il saluto con riverenza. Credevano che Gesù avesse parlato in maniera simbolica quando all’ultima cena disse del pane: “Questo è il mio corpo”. (Matteo 26:26, CEI) Rigettavano le dottrine della Trinità, della nascita dalla Vergine, dell’inferno di fuoco e del purgatorio. Mettevano quindi attivamente in dubbio le dottrine di Roma. Papa Innocenzo III decretò che gli albigesi venissero perseguitati. “Se necessario”, disse, “potete . . . sopprimerli con la spada”. — Storia della Civiltà, Parte IV, op. cit., pagina 863.

37 Fu indetta una crociata contro gli “eretici”, e i crociati cattolici trucidarono 20.000 uomini, donne e bambini a Béziers, in Francia. Dopo molto spargimento di sangue, la pace si concluse nel 1229 con la sconfitta degli albigesi. Il concilio di Narbona “proibì ai laici di possedere una qualunque parte della Bibbia”. (Ibid., pagina 865) La radice del problema per la Chiesa Cattolica era evidentemente l’esistenza della Bibbia nella lingua del popolo.

38. Cos’era l’Inquisizione, e come funzionava?

38 Il successivo passo intrapreso dalla chiesa fu quello di istituire l’Inquisizione, un tribunale costituito per sopprimere l’eresia. Già uno spirito di intolleranza si era impossessato del popolo, che era superstizioso e fin troppo pronto a linciare e assassinare gli “eretici”. Le condizioni esistenti nel XIII secolo si prestavano all’abuso di potere da parte della chiesa. Comunque, “gli eretici condannati dalla Chiesa dovevano essere consegnati al ‘braccio secolare’, cioè alle autorità locali, ed essere arsi vivi”. (Ibid., pagine 866-7) Lasciando alle autorità secolari l’effettiva esecuzione delle condanne a morte, la chiesa sarebbe apparsa libera dalla colpa di sangue. Con l’Inquisizione ebbe inizio un’era di persecuzione religiosa accompagnata da abusi, denunce false e anonime, assassinii, rapine, torture e morte lenta procurata a migliaia di persone che osarono dissentire dalla chiesa. La libertà di espressione religiosa fu soffocata. C’era qualche speranza per coloro che cercavano il vero Dio? Il Capitolo 13 risponderà a questa domanda.

39. Quale movimento religioso ebbe inizio nel VII secolo, e come?

39 Mentre la cristianità scriveva queste pagine della sua storia, in Medio Oriente un arabo solitario si ergeva contro l’apatia e l’idolatria del suo stesso popolo. Nel VII secolo diede inizio a un movimento religioso che oggi riscuote l’ubbidienza e la sottomissione di quasi un miliardo di persone. Questo movimento è l’Islām. Il nostro prossimo capitolo tratterà la storia del suo fondatore e profeta e spiegherà alcune sue dottrine e la loro origine.

[Note in calce]

^ par. 10 Le espressioni “anima immortale”, “inferno di fuoco”, “purgatorio” e “limbo” non esistono affatto nell’ebraico e nel greco originali della Bibbia. La parola greca per “risurrezione” (anàstasis), invece, ricorre 42 volte.

^ par. 14 La parola greca epìskopos letteralmente significa ‘colui che guarda sopra, che vigila su’. In latino divenne episcopus, da cui attraverso l’italiano arcaico “episcopo” deriva la parola “vescovo”.

^ par. 21 Una leggenda popolare narra che Costantino vide in visione una croce con le parole latine “In hoc signo vinces” (In questo segno vincerai). Alcuni storici ritengono più probabile che fossero in greco, “En toutoi nika” (In questo vinci). La leggenda è messa in dubbio da alcuni studiosi perché contiene anacronismi.

^ par. 27 Parlando di Silvestro I, un dizionario afferma: “Anche se fu papa durante quasi ventidue anni del regno di Costantino il Grande (306-337) — epoca di drammatici sviluppi per la chiesa — ebbe a quanto pare una parte insignificante nei grandi avvenimenti che stavano avendo luogo. . . . C’erano senza dubbio vescovi dei quali Costantino aveva fatto le sue persone di fiducia, e con cui concertava la sua politica ecclesiastica; ma [Silvestro] non era fra questi”. — The Oxford Dictionary of Popes.

^ par. 28 Per una trattazione dettagliata della controversia trinitaria, vedi l’opuscolo di 32 pagine Dovreste credere nella Trinità?, edito in Italia nel 1989 dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

^ par. 28 Maria, madre di Gesù, viene menzionata per nome o come sua madre in 24 diversi versetti dei quattro Vangeli e una volta in Atti. Non è menzionata in nessuna lettera apostolica.

[Domande per lo studio]

[Riquadro a pagina 262]

 I primi cristiani e la Roma pagana

“Quando il movimento cristiano si manifestò nell’impero romano, i convertiti pagani venivano posti, tra l’altro, dinanzi alla sfida di cambiare la propria mentalità e il proprio comportamento. Molti pagani, i quali erano stati educati a considerare il matrimonio essenzialmente un accordo sociale ed economico, le relazioni omosessuali come qualcosa di scontato nell’educazione maschile, la prostituzione, sia maschile che femminile, qualcosa di normale e legale, e il divorzio, l’aborto, la contraccezione e l’esposizione [perché morissero] dei neonati indesiderati come questioni di utilità pratica, abbracciavano, con grande stupore dei loro familiari, il messaggio cristiano, che era contrario a queste pratiche”. — Elaine Pagels, Adam, Eve, and the Serpent.

[Riquadro a pagina 266]

Cristianesimo e cristianità

Porfirio, filosofo del III secolo nato a Tiro e oppositore del cristianesimo, sollevò la domanda “se non fossero stati i seguaci di Gesù, anziché Gesù stesso, responsabili di quella particolare forma di religione cristiana. Porfirio (e Giuliano [imperatore romano del IV secolo e oppositore del cristianesimo]) indicarono, basandosi sul Nuovo Testamento, che Gesù non chiamò se stesso Dio e che predicava non se stesso, ma l’unico Dio, il Dio di tutti. Erano stati i suoi seguaci ad abbandonare il suo insegnamento e a introdurre una nuova dottrina loro propria in cui Gesù (non l’unico Dio) era l’oggetto dell’adorazione e del culto. . . . [Porfirio] toccò una questione particolarmente scottante per i pensatori cristiani: la fede cristiana si basa sulla predicazione di Gesù o sulle idee formulate dai suoi discepoli nelle generazioni successive alla sua morte?” — The Christians as the Romans Saw Them.

[Riquadro a pagina 268]

 Pietro e il papato

In Matteo 16:18 Gesù disse all’apostolo Pietro: “E io ti dico: Tu sei Pietro [greco: Pètros] e su questa pietra [greco: pètra] edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. (CEI) Basandosi su questo versetto, la Chiesa Cattolica asserisce che Gesù abbia edificato la sua chiesa su Pietro, il quale, essi dicono, fu il primo di una lista ininterrotta di vescovi di Roma e successori di Pietro.

Chi era la pietra indicata da Gesù in Matteo 16:18, Pietro o Gesù? Il contesto mostra che il tema della conversazione era l’identificazione di Gesù quale “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, come Pietro stesso confessò. (Matteo 16:16, CEI) È logico quindi che sarebbe stato Gesù stesso quella solida pietra di fondamento della chiesa, non Pietro, che in seguito avrebbe rinnegato Cristo tre volte. — Matteo 26:33-35, 69-75.

Come facciamo a sapere che Cristo è la pietra di fondamento? Grazie alla testimonianza stessa di Pietro, che scrisse: “Avvicinandovi a lui come a una pietra vivente, rigettata, è vero, dagli uomini, ma presso Dio eletta, preziosa . . . Poiché è contenuto nella Scrittura: ‘Ecco, io pongo in Sion una pietra, eletta, angolare, preziosa; e chi esercita fede in essa non sarà affatto deluso’”. Anche Paolo affermò: “E siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, mentre Cristo Gesù stesso è la pietra angolare”. — 1 Pietro 2:4-8; Efesini 2:20.

Non esistono prove né scritturali né storiche per suffragare la tesi secondo cui Pietro fosse considerato colui che esercitava il primato tra i suoi confratelli. Egli non ne fa nessuna menzione nelle sue lettere, e gli altri tre Vangeli — compreso quello di Marco (le cui informazioni pare siano state riferite da Pietro a Marco) — non contengono neppure la dichiarazione che Gesù fece a Pietro. — Luca 22:24-26; Atti 15:6-22; Galati 2:11-14.

Non esistono nemmeno prove certe che Pietro sia mai stato a Roma. (1 Pietro 5:13) Quando Paolo si recò a Gerusalemme, ricevette l’appoggio di “Giacomo e Cefa [Pietro] e Giovanni, quelli che sembravano essere colonne”. Quindi a quel tempo Pietro era una di almeno tre colonne della congregazione. Non era un “papa”, né era conosciuto come tale o come “vescovo” primate di Gerusalemme. — Galati 2:7-9; Atti 28:16, 30, 31.

[Immagine a pagina 264]

La Trinità della cristianità: un misterioso triangolo

[Immagini a pagina 269]

Il Vaticano (sotto, la bandiera) invia rappresentanti diplomatici ai governi del mondo

[Immagini a pagina 275]

Il concilio di Nicea pose le basi di quella che sarebbe poi stata la dottrina della Trinità

[Immagini a pagina 277]

La venerazione della Madonna col bambino, al centro, rievoca il culto molto più antico di dee pagane: a sinistra, l’egiziana Iside col figlio Horus; a destra, la dea romana Mater Matuta

[Immagini a pagina 278]

Chiese ortodosse orientali: San Nicola, a Sofia (Bulgaria) e, sotto, San Vladimiro, nel New Jersey (USA)

[Immagine a pagina 281]

I crociati “cristiani” furono organizzati non solo per liberare Gerusalemme dall’Islām, ma anche per trucidare gli “eretici”, quali i valdesi e gli albigesi

[Immagini a pagina 283]

Tomás de Torquemada, monaco domenicano, fu il capo della crudele Inquisizione di Spagna, che usava strumenti di tortura per estorcere confessioni