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Islām: La via di Dio mediante la sottomissione

Islām: La via di Dio mediante la sottomissione

Capitolo 12

Islām: La via di Dio mediante la sottomissione

[Caratteri arabi nell’originale]

1, 2. (a) Quali parole aprono il Corano? (b) Perché queste parole sono significative per i musulmani? (c) In quale lingua fu scritto in origine il Corano, e cosa significa Qurʼān?

“NEL nome di Dio [Allāh], misericordioso e compassionevole”. Questa è la traduzione della frase in arabo riportata qui sopra, tratta dal Corano. Il brano continua: “La lode spetta a Dio, il Signore dei mondi, il misericordioso, il compassionevole, il padrone del giorno del Giudizio. Te noi serviamo e te noi invochiamo in aiuto. Guidaci per il retto sentiero, il sentiero di coloro che tu hai favorito, contro i quali tu non sei adirato, e che non vanno errati”. — Il Corano, sura I, 1-7. *

2 Queste parole formano Al-Fātiḥah (“La aprente”), la prima sura o capitolo del libro sacro dei musulmani, il Corano. Giacché più di 1 componente su 6 della popolazione mondiale è musulmano e i musulmani devoti ripetono questi versetti più di una volta in ciascuna delle loro cinque preghiere quotidiane, queste devono essere tra le parole più ripetute della terra.

3. Quale diffusione ha oggi l’Islām?

3 Secondo una fonte, nel mondo vi sono oltre 900 milioni di musulmani, il che rende l’Islām secondo solo alla Chiesa Cattolica Romana per numero di aderenti. Fra le grandi religioni, è forse quella che cresce più in fretta, essendo il movimento musulmano in espansione in Africa e nel mondo occidentale.

4. (a) Cosa significa “Islām”? (b) Cosa significa muslim?

4 Islām è un termine espressivo per il musulmano, poiché significa “sottomissione”, “abbandono” o “dedizione” ad Allāh, e secondo uno storico “esprime la profonda inclinazione di coloro che hanno ascoltato la predicazione di Maometto”. “Musulmano”, in arabo muslim, significa ‘colui che pratica l’Islām’.

5. (a) Cosa credono i musulmani riguardo all’Islām? (b) Quali analogie vi sono tra la Bibbia e il Corano?

5 I musulmani credono che la loro fede sia il coronamento delle rivelazioni date agli ebrei e ai cristiani fedeli dell’antichità. Tuttavia i loro insegnamenti divergono dalla Bibbia su alcuni punti, nonostante che nel Corano si faccia riferimento sia alle Scritture Ebraiche che a quelle Greche. * (Vedi  pagina 285). Per capire meglio la fede musulmana dobbiamo sapere come, dove e quando ebbe inizio questa religione.

La vocazione di Maometto

6. (a) Qual era il centro del culto arabo all’epoca di Maometto? (b) Quale tradizione esisteva riguardo alla Kaʽbah?

6 Maometto * nacque a La Mecca (in arabo, Makkah), nell’Arabia Saudita, verso il 570 E.V. Il padre, ʽAbd Allāh, morì prima che Maometto nascesse. La madre, Āminah, morì quando egli aveva circa sei anni. A quel tempo gli arabi praticavano una forma del culto di Allāh il cui centro era la vallata della Mecca, presso il sacrario della Kaʽbah, un semplice edificio a forma di cubo nel quale si venerava una meteorite nera. Secondo la tradizione islamica, “la Kaʽbah in origine era stata costruita da Adamo secondo un prototipo celeste e riedificata dopo il Diluvio da Abraamo e Ismaele”. (History of the Arabs, di Philip K. Hitti) Vi erano custoditi 360 idoli, uno per ciascun giorno dell’anno lunare.

7. Quali pratiche religiose turbavano Maometto?

7 Crescendo, Maometto contestò le pratiche religiose del suo tempo. John Noss in un suo libro (Man’s Religions) afferma: “[Maometto] era turbato dai continui litigi fra i capi coreisciti [della tribù dei Quraish, alla quale egli apparteneva] che avvenivano per dichiarati motivi di religione e d’onore. Ancor più profonda era la sua insoddisfazione per le sopravvivenze della religione araba antica, il politeismo e l’animismo idolatrici, l’immoralità praticata alle grandi riunioni religiose e alle fiere, gli sbevazzamenti, il gioco d’azzardo e le danze, tutte cose molto popolari fra i suoi contemporanei, nonché per la pratica, seguita non solo alla Mecca ma in tutta l’Arabia, di seppellire vive le neonate indesiderate”. — Sura VI, 138.

8. In quali circostanze ebbe luogo la chiamata di Maometto alla missione profetica?

8 Maometto aveva circa 40 anni al tempo della sua vocazione a divenire profeta. Egli era solito recarsi a meditare in solitudine in una vicina caverna su un monte, detta Ghār Ḥirāʼ, e fu in una di queste occasioni che, come asserì, ricevette la chiamata alla missione di profeta. La tradizione musulmana narra che mentre egli si trovava lì, un angelo, che fu poi identificato come Gabriele, gli comandò di recitare solennemente nel nome di Allāh. Maometto non lo fece, perciò l’angelo ‘lo afferrò con forza e lo premette tanto forte che egli non lo poté più sopportare’. Allora l’angelo gli ripeté il comando. Ancora, Maometto non reagì, per cui l’angelo ‘lo soffocò’ di nuovo. Questo si ripeté tre volte prima che Maometto si mettesse a recitare ad alta voce ciò che fu poi considerata la prima di una serie di rivelazioni che costituiscono il Corano. Secondo un’altra tradizione, l’ispirazione divina si rivelò a Maometto come il suono di una campana. — “Il Libro della rivelazione”, da Ṣaḥīḥ Al-Bukhārī.

La rivelazione del Corano

9. Quale si dice sia stata la prima rivelazione ricevuta da Maometto? (Confronta Rivelazione [Apocalisse] 22:18, 19).

9 Quale si dice sia stata la prima rivelazione ricevuta da Maometto? Le fonti islamiche generalmente concordano nel dire che furono i primi cinque versetti della sura XCVI, intitolata Al-‘Alaq, “Il grumo di sangue”, che dicono:

“Nel nome di Dio, misericordioso e compassionevole.

Recita [Leggi], nel nome del tuo Signore, che ha creato,

Che ha creato l’uomo da un grumo di sangue!

Recita! Perchè il tuo Signore è il più generoso;

Egli è colui che ha insegnato a servirsi del qalam [penna],

Ha insegnato all’uomo ciò che non sapeva”.

10-12. Come fu tramandato il Corano?

10 Secondo la succitata fonte araba (“Il Libro della rivelazione”), Maometto rispose: “Non so leggere”. Per tale ragione dovette imparare a memoria le rivelazioni così da poterle ripetere e recitare. Gli arabi erano esperti nell’uso della memoria, e Maometto non era un’eccezione. Quanto tempo gli ci volle per ricevere il messaggio completo del Corano? Si ritiene comunemente che ebbe le rivelazioni in un arco di 20-23 anni, tra il 610 circa e il 632 E.V., anno della sua morte.

11 Fonti musulmane spiegano che Maometto, ogni volta che riceveva una rivelazione, la recitava subito a quelli che gli capitavano vicino. Questi a loro volta imparavano la rivelazione a memoria e ripetendola ad alta voce la mantenevano viva. Poiché la fabbricazione della carta era sconosciuta agli arabi, le rivelazioni dettate da Maometto furono scritte da amanuensi su materiali primitivi allora disponibili, come ossa piatte di cammello, foglie di palma, legno e pergamena. Fu comunque solo dopo la morte del profeta che il Corano assunse la forma attuale, sotto la guida dei successori e compagni di Maometto. Ciò avvenne durante il governo dei primi tre califfi o capi musulmani.

12 Il traduttore Muhammad Pickthall scrive: “Tutte le sure del Corano erano state messe per iscritto prima della morte del Profeta, e molti musulmani avevano imparato a memoria l’intero Corano. Ma le sure scritte erano disseminate fra il popolo; e quando, in una battaglia . . . furono uccisi molti di coloro che conoscevano tutto il Corano a memoria, fu fatta una raccolta completa del Corano e quindi una stesura”.

13. (a) Quali sono tre fonti della dottrina e della norma islamiche? (b) Come considerano alcuni studiosi islamici la traduzione del Corano?

13 La vita islamica è governata da tre autorità: il Corano, il Ḥadīth e la Sharīʽah. (Vedi  pagina 291). I musulmani credono che il Corano in arabo sia la forma più pura della rivelazione, poiché, dicono, l’arabo fu la lingua usata da Dio per parlare mediante Gabriele. La sura XLIII, 2 dichiara: “Certo, noi facemmo di esso [del Corano] una recitazione araba, affinchè voi intendiate”. Pertanto qualsiasi traduzione viene considerata un annacquamento che nuoce all’integrità del testo. Infatti alcuni studiosi islamici si rifiutano di tradurre il Corano. La loro opinione è che “tradurre vuol dire sempre tradire”, e per tale ragione “i musulmani hanno sempre deprecato e talvolta proibito qualsiasi tentativo di renderlo in un’altra lingua”, asserisce J. A. Williams, docente di storia islamica.

Espansione islamica

14. Quale avvenimento rappresentò un momento significativo all’inizio della storia islamica?

14 Maometto fondò la sua nuova fede a dispetto di enormi difficoltà. Gli abitanti della Mecca, nonostante fossero della sua stessa tribù, lo respinsero. Dopo essere stato per 13 anni oggetto di persecuzione e odio, egli trasferì più a nord il centro delle sue attività, a Yathrib, che prese poi il nome di al-Madīnah (Medina), la città del profeta. Questa emigrazione o ègira (hiǧra), avvenuta nel 622 E.V., rappresentò un momento significativo per la storia islamica, e quella data fu assunta in seguito come punto di partenza del calendario islamico. *

15. Come fu che La Mecca divenne il principale centro di pellegrinaggio dell’Islām?

15 Infine Maometto conquistò il comando quando La Mecca si arrese a lui nel gennaio 630 E.V. (8 èg.) ed egli vi instaurò il suo governo. Ora che deteneva le redini del potere secolare e religioso, fu in grado di eliminare le immagini idolatriche dalla Kaʽbah e fare di questa il punto focale dei pellegrinaggi alla Mecca, che continuano fino a questo giorno. — Vedi pagine 289, 303.

16. Fin dove si propagò l’Islām?

16 Entro solo pochi decenni dalla morte di Maometto, avvenuta nel 632, l’Islām si era propagato in Afghanistan e anche fino in Tunisia nell’Africa settentrionale. All’inizio dell’VIII secolo la fede coranica era penetrata in Spagna ed era giunta alla frontiera francese. Come asserì il prof. Ninian Smart, “considerata da un punto di vista umano, l’impresa compiuta da un profeta arabo vissuto nei secoli VI e VII dopo Cristo è sbalorditiva. Umanamente parlando, fu lui a dare inizio a una nuova civiltà. Ma naturalmente per il musulmano l’opera fu divina e l’impresa di Allah”. — Background to the Long Search.

La morte di Maometto causa disunione

17. Quale grave problema si presentò all’Islām alla morte di Maometto?

17 La scomparsa del profeta aprì una crisi, essendo egli morto senza lasciare discendenza maschile e senza aver disposto nulla per la successione. Philip Hitti dichiara: “Quello del califfato [autorità e titolo di califfo] è quindi il problema più antico che l’Islam dovette affrontare. È tuttora una questione scottante. . . . Lo storico musulmano al-Shahrastāni [1086-1153] si espresse in questo modo: ‘Mai una controversia islamica ha causato tanto spargimento di sangue quanto quella del califfato (imāmah)’”. Come fu risolto il problema allora, nel 632? “Abu-Bakr . . . fu designato (8 giugno 632) successore di Maometto mediante una forma di elezione alla quale presero parte quei capi che erano presenti nella capitale, al-Madīnah”. — History of the Arabs.

18, 19. Quali rivendicazioni dividono i musulmani sunniti da quelli sciiti?

18 Il successore del profeta sarebbe stato un governante, un khalīfah o califfo. Comunque, la questione dei veri successori di Maometto divenne motivo di divisioni nelle file dell’Islām. I musulmani sunniti accettano il principio della carica elettiva anziché quello della discendenza naturale dal profeta. Perciò essi credono che i primi tre califfi, Abū Bakr (suocero di Maometto), ʽOmar (consigliere del profeta), e ʽOthmān (genero del profeta), fossero i legittimi successori di Maometto.

19 Tale diritto è contestato dai musulmani sciiti, i quali dicono che il titolo a dirigere il mondo islamico viene trasmesso dai diretti discendenti del profeta e attraverso ʽAlī ibn Abī Ṭālib, suo cugino e genero, il primo imām (guida e successore), che sposò Fāṭimah, la figlia prediletta di Maometto. Dal loro matrimonio nacquero i nipoti di Maometto Ḥasan e Ḥusayn. Inoltre gli sciiti asseriscono “che fin dall’inizio Allah e il Suo Profeta avevano chiaramente designato Alì quale unico successore legittimo, ma che i primi tre califfi lo avevano defraudato della sua carica legittima”. (History of the Arabs) Naturalmente i musulmani sunniti sono d’altro parere.

20. Che accadde ad ʽAlī, genero di Maometto?

20 Che accadde ad ʽAlī? Mentre governava come quarto califfo (656-661), nacque tra lui e il governatore della Siria, Muʽāwiyah, una lotta per il potere. Ci fu uno scontro armato e poi, per evitare ulteriore spargimento di sangue musulmano, sottoposero la loro controversia ad arbitrato. Il fatto che ʽAlī avesse accettato l’arbitrato indebolì la sua posizione e alienò da lui molti suoi seguaci, tra cui i kharigiti (secessionisti), che divennero suoi nemici mortali. Nel 661 ʽAlī fu assassinato con la punta avvelenata di una sciabola da un fanatico kharigita. I due gruppi (i sunniti e gli sciiti) erano ai ferri corti. Il ramo sunnita dell’Islām scelse allora un capo fra gli Omayyadi (Ommiadi), ricchi capi meccani, estranei alla famiglia del profeta.

21. Quali sono le vedute sciite circa i successori di Maometto?

21 Per gli sciiti (o seguaci della Shīʽah, il partito) il vero successore era Ḥasan, primogenito di ʽAlī e nipote del profeta. Egli comunque rinunciò alla carica e fu assassinato. Suo fratello Ḥusayn divenne il nuovo imām, ma anche lui fu ucciso dalle truppe omayyadi il 10 ottobre 680. La sua morte o martirio, come è considerata dagli sciiti, ha avuto un effetto notevole sul partito di ʽAlī (Shīʽat ʽAlī) fino ai nostri giorni. Essi credono che ʽAlī fosse il vero successore di Maometto e il primo “imām [capo] salvaguardato da Dio contro l’errore e il peccato”. ʽAlī e i suoi successori erano considerati dagli sciiti insegnanti infallibili col “dono divino dell’impeccabilità”. Il gruppo sciita più numeroso crede che ci siano stati solo 12 veri imām, e che l’ultimo di questi, Muḥammad al-Muntaẓar, scomparve (nell’878 E.V.) “nella caverna della grande moschea di Sāmarra senza lasciare discendenza”. Così “egli divenne ‘l’imām nascosto (mustatir)’ o ‘atteso (muntaẓar)’. . . . A tempo debito apparirà in qualità di Mahdi (il “ben guidato”) per ristabilire il vero Islam, conquistare il mondo intero e introdurre un breve millennio prima della fine di tutte le cose”. — History of the Arabs.

22. In che modo gli sciiti commemorano il martirio di Ḥusayn?

22 Ogni anno gli sciiti commemorano il martirio dell’Imam Ḥusayn. Tengono processioni durante le quali alcuni si feriscono con spade e coltelli e si infliggono altri tormenti. Più di recente i musulmani sciiti hanno ricevuto molta pubblicità a motivo del loro zelo per le cause islamiche. Tuttavia essi rappresentano solo il 20 per cento circa della popolazione musulmana del mondo, essendo la maggioranza musulmani sunniti. Ma passiamo ora ad esaminare alcune dottrine dell’Islām e notiamo come influisce la fede islamica sul quotidiano modo di vivere dei musulmani.

Dio è supremo, non Gesù

23, 24. Che opinione avevano Maometto e i musulmani dell’ebraismo e del cristianesimo?

23 Le tre principali religioni monoteistiche del mondo sono l’ebraismo, il cristianesimo e l’Islām. Ma già al tempo in cui comparve Maometto, verso l’inizio del VII secolo E.V., le prime due religioni, per quel che lo riguardava, si erano allontanate dal sentiero della verità. Infatti, secondo alcuni commentatori islamici, nel Corano è implicito il rifiuto degli ebrei e dei cristiani quando si afferma: “Sentiero ben diverso da quello di coloro coi quali ti sei adirato, ben diverso da quello di coloro che, errando, si sono smarriti”. (Sura I, 7, FP) Come mai?

24 Un commentario coranico (AYA) dichiara: “La Gente del Libro si è sviata: gli ebrei infrangendo il loro Patto e diffamando Maria e Gesù . . . e i cristiani elevando Gesù l’Apostolo alla pari con Dio” mediante la dottrina trinitaria. — Sura IV, 152-174.

25. Quali espressioni parallele troviamo nel Corano e nella Bibbia?

25 Il principale precetto dell’Islām, estremamente semplice, è quello conosciuto come shahādah, o professione di fede, che ogni musulmano sa a memoria: “La ilāh illa Allāh; Muḥammad rasūl Allāh” (Non v’è dio fuor che Allāh; Maometto è il messaggero di Allāh). Ciò concorda con la seguente espressione del Corano: “Il vostro dio è un dio unico, non vi è altro dio se non lui, il misericordioso, il compassionevole”. (Sura II, 158) Lo stesso pensiero era stato espresso 2.000 anni prima con questo antico invito rivolto a Israele: “Ascolta, o Israele: Geova nostro Dio è un solo Geova”. (Deuteronomio 6:4) Circa 600 anni prima di Maometto, Gesù ripeté questo importantissimo comando, che si trova in Marco 12:29, e in nessun luogo asserì di essere Dio o uguale a Lui. — Marco 13:32; Giovanni 14:28; 1 Corinti 15:28.

26. (a) Com’è considerata la Trinità dai musulmani? (b) La Trinità è biblica?

26 Riguardo all’unicità di Dio il Corano afferma: “Credete dunque in Dio e nei Suoi apostoli. Non dite ‘Trinità’: smettetela! sarà meglio per voi: poiché Dio è un Dio unico”. (Sura IV, 171, AYA) C’è da notare comunque che il vero cristianesimo non insegna una Trinità. Questa è una dottrina di origine pagana introdotta dagli apostati della cristianità dopo la morte di Cristo e degli apostoli. — Vedi Capitolo 11. *

Anima, risurrezione, paradiso e inferno di fuoco

27. Cosa dice il Corano circa l’anima e la risurrezione? (Confronta Levitico 24:17, 18; Ecclesiaste 9:5, 10; Giovanni 5:28, 29).

27 L’Islām insegna che l’uomo ha un’anima che va in un aldilà. Il Corano afferma: “Dio prende a sè le anime degli uomini, al momento della loro morte, e l’anima che non morirà, ma solo dormirà, egli la prenderà a sè, nel momento del suo sonno; tratterrà quindi quella, contro la quale egli avrà decretato la morte”. (Sura XXXIX, 43) Allo stesso tempo una sura (LXXV) è interamente dedicata alla “Risurrezione” (Qiyāmat, FP). In parte dice: “Giuro per il giorno della risurrezione . . . Pensa, forse, l’uomo che noi non riuniremo le sue ossa? . . . Egli domanda: ‘quando sarà il giorno della risurrezione?’ . . . Non sarebbe egli [Allāh], quindi, capace di vivificare i morti?” — Sura LXXV, 1, 3, 6, 40.

28. Cosa dice il Corano circa l’inferno? (Confronta Giobbe 14:13; Geremia 19:5; 32:35; Atti 2:25-27; Romani 6:7, 23).

28 Secondo il Corano l’anima può avere destini diversi: o un celeste giardino paradisiaco o la punizione in un inferno ardente. Nel Corano si legge: “Essi domandano: ‘quando verrà il giorno del Giudizio?’ In quel giorno, essi verranno puniti col fuoco, e verrà detto loro: ‘gustate la vostra punizione’”. (Sura LI, 12-14) “Ad essi [ai peccatori] toccherà un castigo nella vita terrena, però il castigo della vita futura sarà più grave, nè essi avranno alcun protettore contro Dio.” (Sura XIII, 34) Vien posta la domanda: “Che ci farà conoscere cosa è l’abisso? Una fiammata divampante!” (Sura CI, 10, 11, FP) Questa sorte orrenda è descritta nei particolari: “Certamente quelli che non credono nei segni nostri, li faremo ardere nel fuoco; e ogni volta che la loro pelle sarà consumata, ne daremo loro un’altra in cambio, perchè gustino il tormento; certamente Dio è potente e sapiente”. (Sura IV, 59) E la descrizione continua: “La gehenna [inferno di fuoco], in verità, sarà come un’imboscata, . . . vi rimarranno per secoli, senza gustare, in essa, freschezza alcuna, nè bevanda, se non acqua bollente e sanie [putridume, FP]”. — Sura LXXVIII, 21, 23-25.

29. Confrontate l’insegnamento islamico e quello biblico circa l’anima e il suo destino.

29 I musulmani credono che alla morte della persona l’anima vada nella Barzakh, o “Barriera”, “il luogo o la condizione in cui gli uomini saranno dopo la morte e prima del Giudizio”. (Sura XXIII, 99, 100, AYA, nota in calce. Vedi anche LB, pagina 615; FP, pagina 492). L’anima è lì cosciente a subire il cosiddetto “tormento della tomba” se la persona è stata malvagia, oppure a godere la felicità se è stata fedele. Ma anche i fedeli devono subire un certo tormento a motivo di qualche loro peccato compiuto in vita. Nel giorno del giudizio ciascuno riceverà il suo destino eterno, con cui termina quello stadio intermedio. *

30. Cos’è promesso ai giusti secondo il Corano? (Confronta Isaia 65:17, 21-25; Luca 23:43; Rivelazione 21:1-5).

30 Ai giusti invece sono promessi celesti giardini paradisiaci: “Quelli però che avranno creduto e fatto opere buone, li introdurremo in giardini, sotto i quali scorrono i fiumi, e nei quali essi rimarranno in eterno”. (Sura IV, 60) “I compagni del paradiso, in quel giorno, di una lieta occupazione gioiranno, essi e le loro spose, in mezzo alle ombre, reclinati sui fianchi, sopra letti elevati”. (Sura XXXVI, 55, 56) “Ora, noi abbiamo scritto nei Salmi, dopo che la legge era stata data, che la terra l’avrebbero ereditata i miei servi buoni”. (Sura XXI, 105) In una versione inglese del Corano (AYA), la nota in calce a questa sura rimanda il lettore a Salmo 25:13 e 37:11, 29, nonché alle parole di Gesù in Matteo 5:5. Il riferimento alle spose fa sorgere ora un’altra domanda.

Monogamia o poligamia?

31. Cosa dice il Corano della poligamia? (Confronta 1 Corinti 7:2; 1 Timoteo 3:2, 12).

31 La poligamia è la norma tra i musulmani? Anche se il Corano permette la poligamia, molti musulmani hanno una sola moglie. Visto che, in seguito a sanguinose battaglie, tante donne rimanevano vedove, il Corano fece posto alla poligamia: “Se temete di non agire con equità verso gli orfani, allora, fra le donne che vi piacciono, sposatene solo due o tre o quattro; e, se voi temete ancora di essere ingiusti, sposatene una sola o ciò che le vostre destre possiedono (i. e. delle schiave)”. (Sura IV, 3) Una biografia di Maometto scritta da Ibn-Hishām menziona che Maometto sposò una vedova ricca, Cadigia (Khadījah), di 15 anni più grande di lui. Alla morte di lei egli sposò molte donne, e alla propria morte lasciò nove vedove.

32. Cos’è la mutʽah?

32 Un’altra forma di matrimonio nell’Islām è detta mutʽah. È definita “un contratto speciale stipulato da un uomo e una donna col quale una parte propone e l’altra acconsente al matrimonio per un determinato periodo e con una dote ben stabilita come nel contratto per un matrimonio permanente”. (Islamuna, di Muṣṭafā al-Rāfiʽī) I sunniti lo definiscono matrimonio di piacere, e gli sciiti un matrimonio cui porre termine entro un dato periodo di tempo. La stessa fonte dichiara: “I figli [nati da tale matrimonio] sono legittimi e hanno gli stessi diritti dei figli nati nell’ambito di un matrimonio permanente”. A quanto pare questa forma di matrimonio temporaneo era praticata ai giorni di Maometto, ed egli la permise. I sunniti sostengono che in seguito venne proibita, mentre gli imāmiti, il gruppo sciita più numeroso, credono sia ancora in vigore. Infatti molti lo praticano, specialmente quando un uomo sta lontano dalla propria moglie per un lungo periodo di tempo.

Islām e vita quotidiana

33. Quali sono i pilastri dell’Islām e i pilastri della fede?

33 L’Islām ha cinque pilastri o precetti principali e sei credenze fondamentali. (Vedi  pagine 296,  303). Uno di questi precetti prescrive che il musulmano osservante faccia cinque volte al giorno la preghiera rituale (ṣalāt) rivolto in direzione della Mecca. Nel giorno di riposo musulmano (venerdì) gli uomini, al richiamo del muezzin che risuona dal minareto, affluiscono nella moschea per la preghiera. Oggigiorno molte moschee mettono una registrazione anziché avere qualcuno che faccia l’annuncio a viva voce.

34. Cos’è la moschea, e come viene usata?

34 La moschea (arabo: masǧid) è il luogo di culto musulmano, dal re Fahd Bin Abdul Aziz dell’Arabia Saudita definito “il cardine della chiamata a Dio”. La moschea, egli ha detto, è “un luogo di preghiera, studio, attività legali e giudiziarie, consultazione, predicazione, guida, istruzione e preparazione. . . . La moschea è il cuore della società musulmana”. Questi luoghi di culto si trovano ora in ogni parte del mondo. Fra le più famose della storia c’è la Mezquita (Moschea) di Cordova, in Spagna, che è stata per secoli la più grande del mondo. La sezione centrale è ora occupata da una cattedrale cattolica.

Conflitto con la cristianità e all’interno d’essa

35. Nel passato quale situazione esisté tra l’Islām e il cattolicesimo?

35 A partire dal VII secolo l’Islām si diffuse a ovest nell’Africa settentrionale, a est fino in Pakistan, India e Bangladesh, e giù fino in Indonesia. Nel corso di questa espansione, entrò in conflitto con una Chiesa Cattolica militante che organizzò Crociate contro i musulmani con la mira di tornare in possesso della Terra Santa. Nel 1492 la regina Isabella e il re Ferdinando di Spagna completarono la riconquista cattolica della Spagna. Musulmani ed ebrei dovevano convertirsi se non volevano essere espulsi dalla Spagna. La reciproca tolleranza esistita sotto il dominio musulmano in Spagna quindi svanì sotto l’influsso dell’Inquisizione cattolica. Tuttavia l’Islām non fu annientato e nel XX secolo ha acquistato nuovo vigore e sta avendo una grande crescita.

36. Cosa stava accadendo in seno alla Chiesa Cattolica mentre l’Islām si andava espandendo?

36 Mentre l’Islām si espandeva, la Chiesa Cattolica era in fermento nel tentativo di mantenere compatte le proprie file. Ma stavano per comparire sulla scena due potenti elementi decisivi, che avrebbero scosso ulteriormente l’immagine monolitica di quella chiesa. Erano la stampa e la Bibbia nella lingua del popolo. Il prossimo capitolo tratterà come la cristianità continuò a frammentarsi sotto l’effetto di questi e di altri fattori.

[Note in calce]

^ par. 1 “Corano” in arabo è Qurʼān, che significa “Recitazione [lettura ad alta voce]”. Da notare che l’arabo è la lingua originale del Corano. Salvo diversa indicazione, le citazioni qui contenute sono prese dalla versione italiana del Corano del dott. L. Bonelli. Nelle citazioni, i numeri romani si riferiscono al capitolo o sura, i numeri arabi ai versetti.

^ par. 5 I musulmani credono che la Bibbia contenga rivelazioni date da Dio, ma che alcune di esse siano state in seguito falsificate.

^ par. 6 Si ritiene che il vero nome originario di Maometto fosse Muḥammad.

^ par. 14 Pertanto l’anno musulmano viene indicato come anno dell’ègira, con l’abbreviazione èg., o A.H. (dal latino anno Hegirae, anno della fuga), anziché d.C. (dopo Cristo) o E.V. (dell’era volgare).

^ par. 26 Per ulteriori informazioni sulla Trinità e sulla Bibbia, vedi l’opuscolo Dovreste credere nella Trinità?, edito in Italia nel 1989 dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Domande per lo studio]

[Riquadro a pagina 285]

 Il Corano e la Bibbia

“Egli ha fatto scendere a te, secondo verità, il Libro che conferma ciò che egli ha fatto scendere prima di esso; ha fatto scendere il Pentateuco e il Vangelo, prima del Corano, come direzione degli uomini”. — Sura III, 2.

“Quasi tutte le narrazioni storiche del Corano hanno qualche analogia con la Bibbia . . . Si distinguono Adamo, Noè, Abraamo (menzionato una settantina di volte in venticinque diverse sure e il cui nome fa da titolo alla sura XIV), Ismaele, Lot, Giuseppe (a cui è dedicata la sura XII), Mosè (il cui nome ricorre in trentaquattro diverse sure), Saul, Davide, Salomone, Elia, Giobbe e Giona (del quale la sura X porta il nome). La storia della creazione e del peccato di Adamo viene citata cinque volte, il diluvio otto volte e Sodoma otto volte. Difatti il Corano ha più analogia col Pentateuco che con qualsiasi altra parte della Bibbia. . . .

“Dei personaggi del Nuovo Testamento Zaccaria, Giovanni il Battista, Gesù (ʽĪsa) e Maria sono gli unici a cui si dà risalto. . . . Uno studio comparato delle . . . narrazioni coraniche e bibliche . . . rivela che non c’è alcuna dipendenza testuale [nessuna citazione diretta]”. * — History of the Arabs.

[Nota in calce]

^ par. 93 Vedi però pagina 300, paragrafo 30, sulla Sura XXI, 105.

[Riquadro a pagina 291]

 Le tre fonti della dottrina e della norma

Il Corano, che si dice sia stato rivelato a Maometto dall’angelo Gabriele. Il significato del Corano e le sue parole in arabo sono considerati ispirati.

Il Ḥadīth, o la Sunnah, “ciò che il Profeta fece, disse e approvò tacitamente (taqrīr) . . . fissato durante il II secolo [èg.] sotto forma di ḥadīth scritti. Un ḥadīth, quindi, è la narrazione di un’azione o di detti del Profeta”. Può riferirsi anche alle azioni o ai detti di uno qualunque dei “Compagni” di Maometto o dei loro “Successori”. Del ḥadīth, solo il significato è ritenuto ispirato. — History of the Arabs.

La Sharīʽah, o legge canonica, basata sui princìpi del Corano, regola l’intera vita del musulmano sotto l’aspetto religioso, politico e sociale. “Tutte le azioni dell’individuo sono classificate in cinque categorie legali: (1) ciò che è considerato assoluto dovere (farḍ) [implica la ricompensa per avere agito o la punizione per aver mancato di agire]; (2) azioni lodevoli o meritorie (mustaḥabb) [implicano una ricompensa, ma nessuna punizione per l’omissione]; (3) azioni ammissibili (jāʼiz, mubāḥ), che sono legalmente neutrali; (4) azioni riprensibili (makrūh), che sono disapprovate ma non punibili; (5) azioni proibite (ḥarām), che, se compiute, richiedono la punizione”. — Ibid.

[Riquadro a pagina 296]

 I sei pilastri della fede

1. Fede in un Dio unico, Allāh (Sura XXIII, 117)

2. Fede negli angeli (Sura II, 172)

3. I libri divini: Torà (Pentateuco), Vangelo, Salmi, Rotoli di Abraamo, Corano

4. Fede in molti profeti ma in un solo messaggio. Adamo fu il primo profeta. Altri sono stati Abraamo, Mosè, Gesù e “il suggello dei profeti”, Maometto (Sura IV, 135; XXXIII, 40)

5. L’ultimo giorno, quando tutti i morti saranno destati dai sepolcri

6. Fede nel destino, sia buono che cattivo. Non accade nulla che Dio non abbia decretato

[Riquadro a pagina 303]

 I cinque pilastri dell’Islām

1. Ripetizione del credo (shahādah): “Non v’è dio fuor che Allāh; Maometto è il messaggero di Allāh” (Sura XXXIII, 40)

2. Preghiera (ṣalāt) cinque volte al giorno rivolti verso La Mecca (Sura II, 144)

3. Elemosina (zakāh), l’obbligo di dare una percentuale del proprio reddito e del valore di una certa proprietà (Sura XXIV, 55)

4. Digiuno (ṣawm), specialmente durante il Ramaḍān, che dura un mese (Sura II, 179-181)

5. Pellegrinaggio (ḥaǧǧ). Ogni musulmano deve compiere un viaggio alla Mecca almeno una volta nella vita. Gli unici motivi di dispensa sono la malattia e la povertà (Sura III, 91)

[Riquadro/Immagine alle pagine 304 e 305]

La fede bahāʼī: ricerca di unità mondiale

1 La fede bahāʼī (bahaismo) non è una setta dell’Islām ma una derivazione della religione bābī (babismo), un gruppo che nel 1844 in Persia (oggi Iran) si staccò dal ramo sciita dell’Islām. Il capo dei bābī era Mīrzā ʽAlī Moḥammad, di Shirāz, che si proclamò Bāb (“la Porta”) e imām-mahdī (“capo ben guidato”) discendente di Maometto. Nel 1850 fu giustiziato dalle autorità persiane. Nel 1863 Mīrzā Ḥusain ‛Alī Nūrī, personalità di spicco del gruppo bābī, “dichiarò di essere lui ‘Colui che Dio manifesterà’ e che il Bāb aveva predetto”. Assunse anche il nome di Bahāʼ Ullāh (“Gloria di Dio”) e fondò una nuova religione, la fede bahāʼī.

2 Bahāʼ Ullāh venne bandito dalla Persia e infine messo in prigione ad Acco (l’odierna S. Giovanni d’Acri, in Israele). Lì scrisse la sua opera principale, al-Kitāb al-Aqdas (Libro Santissimo), e diede alla dottrina della fede bahāʼī una forma ben definita. Alla morte di Bahāʼ Ullāh la guida di questa religione nascente passò al figlio ʽAbdul-Bahāʼ, poi al pronipote Shoghi Effendi Rabbānī, e nel 1963 a un corpo amministrativo eletto che prese il nome di Casa Universale di Giustizia.

3 I bahāʼī credono che Dio si sia rivelato all’uomo attraverso “Manifestazioni Divine”, tra cui Abraamo, Mosè, Krishna, Zoroastro, il Budda, Gesù, Maometto, il Bāb e Bahāʼ Ullāh. Credono che questi messaggeri siano stati provveduti per guidare l’umanità attraverso un processo evolutivo nel quale la comparsa del Bāb ha dato inizio a una nuova era per l’umanità. I bahāʼī dicono che il suo messaggio rappresenta finora la rivelazione più piena della volontà di Dio e che esso è lo strumento principale dato da Dio che renderà possibile l’unità mondiale. — 1 Timoteo 2:5, 6.

4 Uno dei precetti fondamentali della fede bahāʼī è “che tutte le grandi religioni del mondo sono di origine divina, che i loro princìpi fondamentali sono in completa armonia”. “Differiscono solo negli aspetti non essenziali delle loro dottrine”. — 2 Corinti 6:14-18; 1 Giovanni 5:19, 20.

5 Le credenze bahāʼī includono l’unicità di Dio, l’immortalità dell’anima e l’evoluzione (biologica, spirituale e sociale) dell’uomo. Dall’altro lato il bahaismo rigetta il concetto comune degli angeli. Nega anche la Trinità, la dottrina indù della reincarnazione, nonché la caduta dell’uomo perfetto nel peccato e il susseguente riscatto mediante il sangue di Gesù Cristo. — Romani 5:12; Matteo 20:28.

6 La fratellanza tra gli uomini e la parità delle donne sono caratteristiche principali della fede bahāʼī. I bahāʼī praticano la monogamia. Almeno una volta al giorno recitano una delle tre preghiere rivelate da Bahāʼ Ullāh. Praticano il digiuno dall’alba al tramonto durante i 19 giorni del mese bahāʼī di ʽAlā, che cade in marzo. (Il calendario bahāʼī è formato di 19 mesi, aventi 19 giorni ciascuno, con certi giorni intercalari).

7 La fede bahāʼī non ha tanti riti prestabiliti, e nemmeno un clero. Tutti coloro che professano la fede in Bahāʼ Ullāh e accettano le sue dottrine possono divenire membri. Questi si radunano per il culto il primo giorno di ogni mese bahāʼī.

8 I bahāʼī ritengono di avere la missione della conquista spirituale del pianeta. Cercano di diffondere la loro fede mediante la conversazione, l’esempio, la partecipazione a programmi comunitari e mediante campagne di informazione. Credono nell’ubbidienza assoluta alle leggi del paese in cui risiedono e, nonostante votino, si astengono dal partecipare alla politica. Preferiscono il servizio militare non armato quando è possibile, ma non sono obiettori di coscienza.

9 Come religione missionaria, il bahaismo ha visto una rapida crescita negli ultimi anni. I bahāʼī calcolano che vi siano circa 5.000.000 di credenti in tutto il mondo, anche se il numero degli effettivi aderenti adulti a questa fede supera attualmente di poco i 2.300.000.

[Domande per lo studio]

1, 2. Come ebbe inizio la fede bahāʼī?

3-7. (a) Quali sono alcune credenze bahāʼī? (b) In che cosa differiscono le credenze bahāʼī dalle dottrine bibliche?

8, 9. Qual è la missione dei bahāʼī?

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Il tempio bahāʼī presso la sede mondiale ad Haifa (Israele)

[Immagini a pagina 286]

Secondo la tradizione musulmana, Maometto ascese al cielo da questa roccia contenuta nella Cupola della Roccia a Gerusalemme

[Immagini a pagina 289]

I pellegrini musulmani alla Mecca girano sette volte intorno alla Kaʽbah e toccano o baciano la Pietra Nera, qui sotto a sinistra

[Immagine a pagina 290]

L’arabo è la lingua prescritta per la lettura del Corano

[Immagini a pagina 298]

Da sinistra in alto, in senso orario: Cupola della Roccia, a Gerusalemme; moschee in Iran, Sudafrica e Turchia

[Immagini a pagina 303]

La Mezquita di Cordova era un tempo la più grande moschea del mondo (ora una cattedrale cattolica ne occupa la parte centrale)