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Farisei

Farisei

Importante setta religiosa del giudaismo presente nel I secolo E.V. Secondo alcuni studiosi, il nome letteralmente significa “separati; separatisti”, forse a indicare che evitavano ogni impurità cerimoniale o che si tenevano separati dai gentili; comunque non si sa con precisione quando la setta abbia avuto inizio. Gli scritti dello storico ebreo Giuseppe Flavio indicano che all’epoca di Giovanni Ircano I (seconda metà del II secolo a.E.V.) i farisei costituivano già un gruppo influente. Giuseppe Flavio scrive: “E così grande è la loro influenza sulle masse che anche quando parlano contro il re o il sommo sacerdote vengono subito creduti”. — Antichità giudaiche, XIII, 288 (x, 5).

Giuseppe Flavio fornisce alcuni particolari su ciò che credevano: “[I farisei] credono che le anime abbiano il potere di sopravvivere alla morte e che sottoterra ci saranno premi o punizioni per quelle che hanno vissuto vita virtuosa o viziosa: prigionia eterna è la sorte delle anime malvage, mentre le anime buone passeranno facilmente a nuova vita”. (Antichità giudaiche, XVIII, 14 [i, 3]) Secondo loro “l’anima è immortale, ma soltanto quella dei buoni passa in un altro corpo, mentre le anime dei malvagi sono punite con un castigo senza fine”. E a proposito delle loro idee sul destino o sulla provvidenza, Giuseppe Flavio riferisce: “Attribuiscono ogni cosa al destino e a dio; ritengono che l’agire bene o male dipende in massima parte dagli uomini, ma che in ogni cosa ha parte anche il destino”. — Guerra giudaica, II, 162, 163 (viii, 14).

Le Scritture Greche Cristiane rivelano che i farisei digiunavano due volte la settimana, pagavano scrupolosamente la decima (Mt 9:14; Mr 2:18; Lu 5:33; 11:42; 18:11, 12), e non erano d’accordo con i sadducei i quali dicevano che “non c’è né risurrezione né angelo né spirito”. (At 23:8) Si vantavano (ipocritamente) di essere giusti e disprezzavano la gente comune. (Lu 18:11, 12; Gv 7:47-49) Per far notare agli altri la propria giustizia i farisei allargavano gli astucci contenenti le scritture che portavano come protezione e allungavano le frange delle vesti. (Mt 23:5) Amavano il denaro (Lu 16:14), desideravano la preminenza e i titoli onorifici. (Mt 23:6, 7; Lu 11:43) I farisei erano così prevenuti nell’applicare la Legge che la rendevano gravosa per il popolo, insistendo perché fosse osservata secondo le loro concezioni e tradizioni. (Mt 23:4) Trascuravano completamente le cose importanti, cioè giustizia, misericordia, fedeltà e amore di Dio (Mt 23:23; Lu 11:41-44), e ricorrevano a ogni mezzo per fare proseliti. — Mt 23:15.

Gli argomenti principali su cui disputavano con Cristo Gesù riguardavano l’osservanza del sabato (Mt 12:1, 2; Mr 2:23, 24; Lu 6:1, 2), la fedeltà alla tradizione (Mt 15:1, 2; Mr 7:1-5) e lo stare in compagnia di peccatori ed esattori di tasse (Mt 9:11; Mr 2:16; Lu 5:30). I farisei pensavano evidentemente che ci si contaminasse stando con persone che non osservavano la Legge secondo il loro modo di intenderla (Lu 7:36-39), perciò obiettavano quando Gesù stava con i peccatori e gli esattori di tasse e persino mangiava con loro. (Lu 15:1, 2) I farisei trovarono da ridire su Gesù e i discepoli perché non osservavano la tradizione di lavarsi le mani. (Mt 15:1, 2; Mr 7:1-5; Lu 11:37, 38) Ma Gesù dimostrò che il loro modo di ragionare era sbagliato e spiegò che violavano la legge di Dio a motivo della loro osservanza di tradizioni umane. (Mt 15:3-11; Mr 7:6-15; Lu 11:39-44) Invece di rallegrarsi e glorificare Dio per le guarigioni miracolose compiute da Cristo Gesù di sabato, i farisei erano pieni di rabbia per quella che ritenevano una violazione della legge del sabato e quindi complottarono di uccidere Gesù. (Mt 12:9-14; Mr 3:1-6; Lu 6:7-11; 14:1-6) A un cieco che era stato guarito di sabato dissero a proposito di Gesù: “Quest’uomo non è da Dio, perché non osserva il sabato”. — Gv 9:16.

L’atteggiamento manifestato dai farisei indicava che non erano giusti e puri interiormente. (Mt 5:20; 23:26) Come gli altri ebrei, avevano bisogno di pentirsi. (Cfr. Mt 3:7, 8; Lu 7:30). Ma la maggior parte di loro preferì rimanere spiritualmente cieca (Gv 9:40) e intensificò l’opposizione contro il Figlio di Dio. (Mt 21:45, 46; Gv 7:32; 11:43-53, 57) Alcuni farisei accusarono falsamente Gesù di espellere demoni con l’aiuto del governante dei demoni (Mt 9:34; 12:24) e di essere un falso testimone. (Gv 8:13) Certi farisei cercarono di intimorire il Figlio di Dio (Lu 13:31), gli chiesero un segno (Mt 12:38; 16:1; Mr 8:11), tentarono di coglierlo in fallo nelle sue parole (Mt 22:15; Mr 12:13; Lu 11:53, 54) e di metterlo in altri modi alla prova con le loro domande (Mt 19:3; 22:34-36; Mr 10:2; Lu 17:20). Gesù li mise finalmente a tacere chiedendo loro com’era possibile che il signore di Davide fosse anche figlio di Davide. (Mt 22:41-46) La folla che in seguito arrestò Gesù nel giardino di Getsemani includeva dei farisei (Gv 18:3-5, 12, 13), e c’erano dei farisei anche fra coloro che chiesero a Pilato di far sorvegliare la tomba di Gesù affinché non si potesse rubarne il corpo. — Mt 27:62-64.

Durante il ministero terreno di Cristo Gesù i farisei avevano una tale influenza che personaggi importanti ebbero paura di confessare apertamente di credere in lui. (Gv 12:42, 43) Uno di questi fu Nicodemo, fariseo lui stesso. (Gv 3:1, 2; 7:47-52; 19:39) Ci furono anche farisei che non manifestarono aspra opposizione o che più tardi diventarono cristiani. Per esempio, il fariseo Gamaliele consigliò di non interferire nell’opera dei cristiani (At 5:34-39), e il fariseo Saulo (Paolo) di Tarso diventò un apostolo di Gesù Cristo. — At 26:5; Flp 3:5.