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Giuda, I

Giuda, I

[lodato; [oggetto di] lode].

1. Quarto figlio di Giacobbe dalla moglie Lea. (Ge 29:35; 1Cr 2:1) Quando Giuda aveva circa nove anni tutta la famiglia di Giacobbe da Haran in Paddan-Aram si trasferì in Canaan. (Cfr. Ge 29:4, 5, 32-35; 30:9-12, 16-28; 31:17, 18, 41). In seguito egli rimase con suo padre a Succot e poi a Sichem. Dopo che sua sorella Dina fu violentata dal figlio di Emor, e Simeone e Levi l’ebbero vendicata uccidendo tutti gli uomini di Sichem, Giuda evidentemente prese parte al saccheggio della città. — Ge 33:17, 18; 34:1, 2, 25-29.

Rapporti con Giuseppe. Col tempo Giuda e gli altri fratellastri cominciarono a odiare Giuseppe perché era il favorito di Giacobbe. Il loro odio si intensificò dopo che Giuseppe ebbe raccontato due sogni secondo i quali sarebbe diventato superiore a loro. Perciò, quando Giacobbe mandò Giuseppe a vedere come stavano i suoi fratellastri che badavano ai greggi, questi, scorgendolo da lontano, complottarono di ucciderlo, ma, dietro suggerimento di Ruben, che voleva salvargli la vita, lo gettarono in una cisterna asciutta. — Ge 37:2-24.

Poco dopo, vedendo avvicinarsi una carovana di ismaeliti, Giuda, forse in assenza di Ruben, convinse gli altri che invece di uccidere Giuseppe era meglio venderlo ai mercanti di passaggio. (Ge 37:25-27) Nonostante le invocazioni di Giuseppe, lo vendettero per 20 pezzi d’argento. (Ge 37:28; 42:21) Anche se la principale preoccupazione di Giuda era quella di salvare la vita a Giuseppe, e l’averlo venduto si dimostrò poi una benedizione per tutti, Giuda, come gli altri, si rese colpevole di un grave peccato che gli pesò a lungo sulla coscienza. (Ge 42:21, 22; 44:16; 45:4, 5; 50:15-21) (Sotto la Legge mosaica data in seguito agli israeliti, questo reato avrebbe comportato la pena di morte; Eso 21:16). Giuda si unì poi agli altri anche nel far credere a Giacobbe che Giuseppe fosse stato ucciso da una bestia feroce. (Ge 37:31-33) In quel tempo Giuda aveva circa 20 anni.

La famiglia di Giuda. Sembra che dopo questo episodio Giuda si sia separato dai fratelli. Quindi si attendò vicino a Hira l’adullamita, e fra i due si stabilirono pare rapporti amichevoli. In quel tempo Giuda sposò la figlia del cananeo Sua, dalla quale ebbe tre figli: Er, Onan e Sela. Sela, il minore, nacque ad Aczib. — Ge 38:1-5.

In seguito Giuda scelse Tamar per darla in moglie al figlio primogenito Er. Ma a motivo della sua malvagità, Er fu messo a morte da Geova. Giuda allora ordinò al suo secondogenito, Onan, di contrarre il matrimonio del cognato. Ma Onan, pur avendo rapporti sessuali con Tamar, “sciupava il suo seme per terra per non dare progenie a suo fratello”. Per questo Geova mise a morte anche lui. Giuda allora raccomandò a Tamar di tornare a casa di suo padre in attesa che Sela crescesse. Ma anche dopo che Sela era diventato adulto, Giuda, forse temendo che pure il figlio minore potesse morire, non lo diede in matrimonio a Tamar. — Ge 38:6-11, 14.

Perciò dopo che Giuda era rimasto vedovo, Tamar, saputo che suo suocero era diretto a Timna, finse di essere una prostituta e si mise a sedere all’entrata di Enaim sulla strada che Giuda avrebbe percorso. Questi non riconobbe la nuora e, pensando che fosse una prostituta, ebbe rapporti con lei. Quando si seppe che Tamar era incinta, Giuda chiese che fosse bruciata come una meretrice. Ma di fronte alle prove che era stato proprio lui a renderla incinta, esclamò: “Essa è più giusta di me, per la ragione che io non la diedi a Sela mio figlio”. Così, inconsapevolmente, Giuda aveva preso il posto di Sela generando una progenie legittima. Circa sei mesi più tardi Tamar diede alla luce i gemelli Perez e Zera. Giuda non ebbe più rapporti con lei. — Ge 38:12-30.

In Egitto per acquistare viveri. Qualche tempo dopo nel paese di Canaan colpito dalla carestia giunse la notizia che in Egitto non mancavano i viveri. Quindi, per ordine di Giacobbe, dieci suoi figli, fra cui Giuda, vi si recarono in cerca di viveri. In quel tempo il loro fratellastro Giuseppe era amministratore annonario d’Egitto. Giuseppe li riconobbe immediatamente, mentre essi non lo riconobbero. Giuseppe li accusò di essere spie e li avvertì di non tornare senza Beniamino, che essi avevano menzionato nel negare di essere spie. Inoltre fece legare e tenere in ostaggio uno dei fratellastri, Simeone. — Ge 42:1-25.

Era comprensibile che Giacobbe, pensando di aver perso sia Giuseppe che Simeone, non volesse lasciare andare Beniamino in Egitto con gli altri figli. Forse perché Ruben si era dimostrato poco fidato violentando la concubina del padre, le sue parole cariche di emotività, secondo le quali Giacobbe avrebbe potuto mettere a morte i due figli di Ruben se questi non avesse riportato Beniamino, non ebbero abbastanza peso. (Ge 35:22) Infine Giuda riuscì a ottenere il consenso del padre rendendosi garante per Beniamino. — Ge 42:36-38; 43:8-14.

Mentre erano diretti a casa dopo avere acquistato cereali in Egitto, i figli di Giacobbe furono raggiunti dall’economo di Giuseppe e accusati di furto (in realtà uno stratagemma di Giuseppe). Quando i presunti oggetti rubati furono rinvenuti nel sacco di Beniamino, gli uomini tornarono a casa di Giuseppe. Fu Giuda che rispose all’accusa e intercedé con eloquenza e ardore a favore di Beniamino e per amore del padre, chiedendo di essere reso schiavo al posto di Beniamino. Giuseppe fu così commosso dalla sincera supplica di Giuda che non poté più frenare i suoi sentimenti e, rimasto solo con i suoi fratelli, si fece riconoscere. Giuseppe, dopo avere perdonato ai suoi fratellastri di averlo venduto schiavo, ordinò loro di andare a prendere Giacobbe e di ritornare in Egitto, poiché la carestia sarebbe continuata per altri cinque anni. — Ge 44:1–45:13.

In seguito Giacobbe, quando stava per giungere in Egitto con tutta la famiglia, “mandò Giuda avanti a sé da Giuseppe per dare informazioni prima di lui in Gosen”. — Ge 46:28.

Migliore dei suoi fratelli. Giuda, con la sua preoccupazione per il padre anziano e con il nobile tentativo di salvaguardare la libertà di Beniamino a costo della propria, dimostrò di essere migliore dei suoi fratelli. (1Cr 5:2) Non era più lo stesso Giuda che in gioventù aveva preso parte al saccheggio di Sichem e agito male nei confronti del fratellastro Giuseppe, ingannando poi il suo stesso padre. Per le ottime capacità direttive Giuda, capo di una delle dodici tribù di Israele, ricevette una superiore benedizione profetica dal padre morente. (Ge 49:8-12) Per l’adempimento vedi GIUDA, II n. 1.

2. Antenato di Gesù nella discendenza di Maria da Natan. Figlio di Giuseppe e padre di Simeone, Giuda apparteneva alla settima generazione da Natan figlio di Davide, per cui visse prima dell’esilio in Babilonia. — Lu 3:30, 31.

3. A quanto pare il levita chiamato anche Odavia, o Odeva, i cui figli tornarono a Gerusalemme con Zorobabele. — Esd 2:40; 3:9; Ne 7:43.

4. Levita elencato fra quanti tornarono con Zorobabele. — Ne 12:1, 8.

5. Levita; uno di coloro che mandarono via le mogli straniere e i figli. — Esd 10:23, 44.

6. Beniaminita che dopo l’esilio risiedeva a Gerusalemme e vi svolgeva mansioni di sorveglianza. — Ne 11:7, 9.

7. Uno di coloro che parteciparono al corteo inaugurale disposto da Neemia una volta ultimate le mura di Gerusalemme. — Ne 12:31, 34.

8. Sacerdote musicista che prese parte al corteo inaugurale. — Ne 12:31, 35, 36.

9. Giuda il galileo, menzionato da Gamaliele nel suo discorso al Sinedrio. (At 5:37) All’epoca della registrazione indetta da Quirinio legato di Siria nel 6 E.V., Giuda capeggiò un’insurrezione ebraica. Giuseppe Flavio lo menziona diverse volte, e afferma che “spinse gli abitanti alla ribellione, colmandoli di ingiurie se avessero continuato a pagare il tributo ai romani e ad avere, oltre dio, padroni mortali. Questi era un dottore che fondò una sua setta particolare, e non aveva nulla in comune con gli altri”. (Guerra giudaica, II, 118 [viii, 1]) Una volta Giuseppe Flavio lo chiama Gaulanita, nome che alcuni mettono in relazione con una regione a E del Mar di Galilea. Ma altrove lo stesso storico dice che Giuda era galileo, come fa Gamaliele. (Antichità giudaiche, XVIII, 4 [i, 1]; XVIII, 23 [i, 6]) Quei ribelli volevano la libertà, ma non la ottennero. Giuda “perì, e tutti quelli che gli ubbidivano furono dispersi”. (At 5:37) Anche alcuni suoi discendenti furono implicati in insurrezioni. — Guerra giudaica, II, 433-440 (xvii, 8); VII, 253 (viii, 1).

10. Uno dei dodici apostoli, chiamato anche Taddeo e “Giuda figlio di Giacomo”. Nell’elenco degli apostoli in Matteo 10:3 e Marco 3:18, Giacomo figlio di Alfeo e Taddeo sono menzionati insieme. Nell’elenco di Luca 6:16 e Atti 1:13 non è incluso Taddeo e troviamo invece “Giuda figlio di Giacomo”. Si può quindi concludere che Taddeo fosse un altro nome dell’apostolo Giuda. La possibilità di confondere i due apostoli di nome Giuda poteva essere una ragione per cui a volte era usato il nome Taddeo. Dal momento che il testo greco non indica la parentela esatta, alcuni traduttori rendono Luca 6:16 e Atti 1:13 “Giuda fratello di Giacomo”. Ma la Pescitta siriaca contiene il termine “figlio”. Perciò numerose traduzioni moderne dicono “Giuda figlio di Giacomo”. (NM; vedi anche NVB, PS). Una sola volta la Bibbia lo chiama soltanto Giuda, in Giovanni 14:22, dove si legge “Giuda, non l’Iscariota”, per indicare di che Giuda si parla.

Nella Diodati, in Matteo 10:3, prima di “Taddeo” è inserita la frase “Lebbeo, chiamato per soprannome”. Questo in base al textus receptus; invece il testo di Westcott e Hort la omette, perché non compare in manoscritti quale il Sinaitico.

11. L’apostolo traditore. Vedi GIUDA ISCARIOTA.

12. Uno dei quattro fratellastri di Gesù. (Mt 13:55; Mr 6:3) Ben poco si sa della sua vita. Evidentemente all’inizio del ministero di Gesù era a Cana insieme ai suoi tre fratelli e alla madre, Maria, quando Gesù fece un miracolo; poi si recò per breve tempo a Capernaum con Gesù e i discepoli. (Gv 2:1-12) Più di un anno dopo insieme a Maria e ai suoi fratelli forse andò a cercare Gesù. (Mt 12:46) Comunque, nel 32 E.V., i fratelli di Gesù, incluso Giuda, “non esercitavano fede in lui”. (Gv 7:5) Infatti, poco prima di morire, Gesù affidò la madre credente all’apostolo Giovanni; questo fa pensare che senz’altro Giuda e i suoi fratelli non erano ancora diventati discepoli. (Gv 19:26, 27) Forse fu la risurrezione di Cristo a convincere Giuda, perché era fra gli apostoli e gli altri che nel tempo intercorso tra l’ascensione di Gesù e la Pentecoste del 33 E.V. si radunavano insieme e perseveravano nella preghiera. (At 1:13-15) Logicamente quindi Giuda sarà stato fra i primi credenti che ricevettero lo spirito santo. Evidentemente fu lui che verso il 65 E.V. scrisse il libro biblico che porta il suo nome. — Vedi GIUDA, LETTERA DI.

13. Uomo di Damasco la cui casa si trovava nella strada chiamata Diritta. Immediatamente dopo la conversione, mentre era cieco, Saulo (Paolo) era alloggiato in casa di Giuda, e là fu mandato Anania a porre su di lui le mani. (At 9:11, 17) La Bibbia non dice se Giuda allora era un discepolo, ma non sembra probabile; infatti mentre Anania e gli altri discepoli esitavano ad avvicinare Saulo a motivo della sua reputazione di persecutore, Giuda lo accolse in casa sua. — At 9:13, 14, 26.

14. Giuda, chiamato anche Barsabba, uno dei due discepoli mandati dal corpo direttivo di Gerusalemme ad accompagnare Paolo e Barnaba, latori della lettera sulla circoncisione (ca. 49 E.V.). Sia Giuda che il suo compagno Sila erano considerati “uomini che prendevano la direttiva tra i fratelli”. (At 15:22) La lettera era indirizzata ai “fratelli di Antiochia e di Siria e di Cilicia”. Di Giuda e Sila viene detto solo che andarono ad Antiochia, e non si ha notizia che abbiano proseguito. Essi dovevano confermare a voce il messaggio della lettera. Giuda era un ‘profeta’, e pronunciò molti discorsi ai fratelli di Antiochia, per incoraggiarli e rafforzarli. — At 15:22, 23, 27, 30-32.

Atti 15:33 indica che Giuda e Sila ritornarono a Gerusalemme dopo avere “trascorso qualche tempo” con i cristiani di Antiochia. Alcuni manoscritti (come i codici Ephraemi e Beza) contengono un versetto 34, che dice: “Ma sembrò bene a Sila rimanere ancora là; comunque solo Giuda partì per Gerusalemme”. Questo versetto però non compare nei principali manoscritti antichi (Sinaitico, Alessandrino, Vaticano 1209). Probabilmente si tratta di una nota marginale al versetto 40, inserita poi nel testo.

Alcuni commentatori hanno avanzato l’ipotesi che Giuda chiamato Barsabba fosse fratello di “Giuseppe chiamato Barsabba”, discepolo proposto per sostituire Giuda Iscariota. (At 1:23) Ma nulla conferma questa ipotesi tranne la somiglianza del nome. Dopo il suo ritorno a Gerusalemme Giuda non è più menzionato nella Bibbia.