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Giuda, II

Giuda, II

1. La tribù che ebbe origine da Giuda. Circa 216 anni dopo che Giuda si era trasferito in Egitto con tutta la famiglia di Giacobbe, gli uomini validi della sua tribù dai 20 anni in su erano ben 74.600, un numero superiore a quello di qualsiasi altra delle dodici tribù. (Nu 1:26, 27) Alla fine dei 40 anni di peregrinazione nel deserto, gli uomini registrati di Giuda erano 1.900 in più. — Nu 26:22.

Sotto la direttiva del giudeo Bezalel e con l’aiuto del danita Ooliab fu costruito il tabernacolo con i suoi arredi e utensili. (Eso 35:30-35) Una volta eretto il tabernacolo, la tribù di Giuda, insieme a quelle di Issacar e Zabulon, si accampava a E del santuario. — Nu 2:3-8.

Primi segni di preminenza. La benedizione profetica di Giacobbe aveva attribuito a Giuda un ruolo preminente (Ge 49:8; cfr. 1Cr 5:2), e il suo adempimento viene confermato anche dall’iniziale storia della tribù. Al comando del capo principale Naasson, la tribù di Giuda guidava la marcia nel deserto. (Nu 2:3-9; 10:12-14) Inoltre a questa tribù apparteneva Caleb, uno dei due esploratori fedeli che ebbero il privilegio di ritornare nella Terra Promessa. Benché avanti negli anni, Caleb ebbe una parte attiva nella conquista del paese assegnato a Giuda. La tribù stessa fu designata da Dio a prendere la direttiva nel combattere i cananei, cosa che fece insieme ai simeoniti. (Nu 13:6, 30; 14:6-10, 38; Gsè 14:6-14; 15:13-20; Gdc 1:1-20; cfr. De 33:7). In seguito la tribù di Giuda, sempre con l’autorizzazione di Dio, capeggiò la spedizione punitiva contro Beniamino. — Gdc 20:18.

Eredità di Giuda. Il territorio della tribù di Giuda confinava a N con quelli di Beniamino e di Dan (Gsè 15:5-11; 18:11), a E con il Mar Salato (Mar Morto) (Gsè 15:5) e a O con il Mar Grande (Mediterraneo). (Gsè 15:12) Sembra che il confine S si estendesse verso SO dall’estremità S del Mar Morto fino all’ascesa di Acrabbim; di là proseguiva fino a Zin, poi in direzione N fin nei pressi di Cades-Barnea e infine raggiungeva il Mediterraneo passando per Ezron, Addar, Carca e Azmon e per la valle del torrente d’Egitto. (Gsè 15:1-4) La parte di questo territorio intorno a Beer-Seba fu assegnata ai simeoniti. (Gsè 19:1-9) I cheniti, famiglia non israelita imparentata con Mosè in seguito al suo matrimonio, pure presero dimora nel territorio di Giuda. — Gdc 1:16.

Anticamente i confini di Giuda includevano diverse regioni naturali distinte. Al S il Negheb, in gran parte un altopiano con un’altitudine che varia dai 450 ai 600 m sul livello del mare. Lungo il Mediterraneo la pianura della Filistea, con le sue dune sabbiose che a volte penetrano anche per 6 km nell’entroterra. Nell’antichità questa pianura ondulata era coltivata a viti, olivi e cereali. (Gdc 15:5) Immediatamente a E una zona collinare, inframmezzata da numerose vallate, che al S raggiunge un’altitudine di 450 m sul livello del mare. Si tratta della Sefela (bassopiano), regione che nell’antichità era coperta di sicomori. (1Re 10:27) È un bassopiano in confronto con la regione montuosa di Giuda più a E, che ha un’altitudine tra i 600 e i 1000 m o più sul livello del mare. Le colline spoglie del versante E costituiscono il deserto di Giuda.

Sotto il comando di Giosuè, nel territorio dato a Giuda la potenza cananea era stata apparentemente infranta. Ma poiché non vennero stabilite delle guarnigioni, pare che gli abitanti originari ritornassero in città come Ebron e Debir, forse mentre gli israeliti combattevano altrove. Perciò queste località dovettero essere riconquistate. (Cfr. Gsè 12:7, 10, 13; Gdc 1:10-15). Gli abitanti del bassopiano, con i loro formidabili carri da guerra, non furono invece spodestati. Fra questi senza dubbio c’erano i filistei di Gat e Asdod. — Gsè 13:2, 3; Gdc 1:18, 19.

Dai Giudici a Saul. Durante il turbolento periodo dei Giudici, Giuda, come le altre tribù, cadde ripetutamente nell’idolatria. Perciò Geova permise che le nazioni circostanti, specie ammoniti e filistei, facessero incursioni nel territorio di Giuda. (Gdc 10:6-9) Ai giorni di Sansone non solo i giudei avevano perso ogni controllo sulle città filistee di Gaza, Ecron e Ascalon, ma i filistei dominavano su di loro. (Gdc 15:9-12) Solo all’epoca di Samuele i filistei furono estromessi dal territorio di Giuda. — 1Sa 7:10-14.

Dopo che Saul della tribù di Beniamino fu unto da Samuele e divenne il primo re d’Israele, i giudei combatterono lealmente sotto di lui. (1Sa 11:5-11; 15:3, 4) Quasi sempre si trattava di combattere contro i filistei (1Sa 14:52), che sembra avessero avuto di nuovo il sopravvento sugli israeliti (1Sa 13:19-22); però gradatamente la loro potenza diminuì. Con l’aiuto di Geova, Saul e suo figlio Gionatan riportarono vittorie da Micmas ad Aialon. (1Sa 13:23–14:23, 31) Ancora una volta i filistei tornarono a invadere Giuda, ma subirono una nuova sconfitta dopo che Davide, giovane pastore giudeo, uccise il loro campione Golia. (1Sa 17:4, 48-53) In seguito il re Saul affidò a Davide, che era già stato unto quale futuro re d’Israele, il comando dei guerrieri israeliti. Assunto il comando Davide sostenne lealmente Saul e ottenne altre vittorie contro i filistei. (1Sa 18:5-7) In quel tempo la tribù di Giuda era come un “leoncello”, non avendo ancora conseguito il potere regale nella persona di Davide. — Ge 49:9.

Quando Saul cominciò a vedere in Davide una minaccia per il suo regno e lo mise al bando, Davide rimase leale a Saul, l’unto di Geova. Non passò mai dalla parte dei nemici di Israele e non fece mai personalmente del male a Saul né permise ad altri di farlo. (1Sa 20:30, 31; 24:4-22; 26:8-11; 27:8-11; 30:26-31) Davide combatteva contro i nemici di Israele. Una volta salvò la città giudea di Cheila dai filistei. — 1Sa 23:2-5.

La benedizione profetica di Giacobbe. Giunse infine il tempo stabilito da Dio perché il potere regale passasse dalla tribù di Beniamino a quella di Giuda. A Ebron, dopo la morte di Saul, gli uomini di Giuda unsero re Davide. Ma le altre tribù rimasero con la casa di Saul e fecero re suo figlio Is-Boset. Fra i due regni ci furono ripetuti scontri finché il più forte sostenitore di Is-Boset, Abner, passò a Davide. Non molto tempo dopo Is-Boset fu assassinato. — 2Sa 2:1-4, 8, 9; 3:1–4:12.

Quando poi Davide diventò re di tutto Israele, i ‘figli di Giacobbe’, cioè tutte le tribù di Israele, lodarono Giuda e si prostrarono al suo rappresentante, riconoscendolo come sovrano. Perciò Davide poté muovere contro Gerusalemme benché si trovasse in gran parte in territorio beniaminita e, dopo aver conquistato la roccaforte di Sion, farne la sua capitale. Davide si comportò quasi sempre in modo lodevole. Così grazie a lui la tribù di Giuda venne lodata per qualità come la giustizia e la rettitudine, e anche per i servigi resi alla nazione, tra i quali la difesa della sicurezza nazionale, come Giacobbe aveva predetto nella benedizione impartita in punto di morte. La mano di Giuda fu veramente sul dorso dei suoi nemici poiché Davide sgominò i filistei (che due volte avevano cercato di impedirgli di regnare in Sion), e anche moabiti, siri, edomiti, amalechiti e ammoniti. Quindi, sotto Davide, i confini di Israele raggiunsero finalmente i limiti stabiliti da Dio. — Ge 49:8-12; 2Sa 5:1-10, 17-25; 8:1-15; 12:29-31.

A motivo del patto eterno per un Regno fatto con Davide, la tribù di Giuda detenne lo scettro e il bastone da comandante per 470 anni. (Ge 49:10; 2Sa 7:16) Ma solo mentre regnavano Davide e Salomone si ebbe un regno unito, e tutte le tribù di Israele si prostravano davanti a Giuda. In seguito all’apostasia di Salomone verso la fine del suo regno, Geova sottrasse dieci tribù al successivo re di Giuda, Roboamo, e le diede a Geroboamo. (1Re 11:31-35; 12:15-20) Solo i leviti e le tribù di Beniamino e di Giuda rimasero leali alla casa di Davide. — 1Re 12:21; 2Cr 13:9, 10.

2. Il regno di Giuda, che includeva la tribù di Beniamino. (2Cr 25:5) Dopo la morte di Salomone le altre dieci tribù formarono un regno indipendente retto dall’efraimita Geroboamo.

Poco dopo, nel quinto anno del regno di Roboamo, Sisac re d’Egitto invase il regno di Giuda fino a Gerusalemme e conquistò diverse città fortificate. — 1Re 14:25, 26; 2Cr 12:2-9.

Per circa 40 anni, mentre in Giuda regnavano Roboamo, Abiam (Abia) e Asa, ci furono diversi conflitti fra il regno di Giuda e il regno di Israele. (1Re 14:30; 15:7, 16) Ma Giosafat successore di Asa fece un’alleanza matrimoniale con il malvagio Acab re di Israele. Anche se ciò portò la pace fra i due regni, il matrimonio di Ieoram figlio di Giosafat con Atalia figlia di Acab si rivelò disastroso per Giuda. Sotto l’influenza di Atalia, Ieoram si rese colpevole di grave apostasia. Durante il suo regno i filistei e gli arabi invasero Giuda, e fecero prigionieri e uccisero tutti i suoi figli tranne Ioacaz (Acazia), il più giovane. Salito al trono, anche Acazia seguì le direttive della malvagia Atalia. Dopo la morte violenta di Acazia, Atalia uccise tutti i discendenti reali. Ma, senza dubbio per divina provvidenza, il piccolo Ioas, legittimo erede al trono di Davide, venne nascosto e sopravvisse. Nel frattempo l’usurpatrice Atalia regnò finché non fu messa a morte per ordine del sommo sacerdote Ieoiada. — 2Cr 18:1; 21:1, 5, 6, 16, 17; 22:1-3, 9-12; 23:13-15.

Benché il suo regno fosse iniziato bene, Ioas dopo la morte del sommo sacerdote Ieoiada si allontanò dalla vera adorazione. (2Cr 24:2, 17, 18) Neanche Amazia figlio di Ioas seguì la retta via. Durante il suo regno, dopo anni di coesistenza pacifica, il regno delle dieci tribù e il regno di Giuda si scontrarono di nuovo, e quest’ultimo subì un’umiliante sconfitta. (2Cr 25:1, 2, 14-24) Se si eccettua il fatto che entrò illecitamente nel santuario, il successivo re di Giuda, Uzzia (Azaria), fece ciò che era giusto agli occhi di Geova. Il suo successore Iotam fu un re fedele. È invece risaputo che Acaz figlio di Iotam praticò l’idolatria su vasta scala. — 2Cr 26:3, 4, 16-20; 27:1, 2; 28:1-4.

Durante il regno di Acaz, Giuda subì invasioni da parte degli edomiti e dei filistei, e anche da parte del regno settentrionale e della Siria. La coalizione siro-israelita minacciò persino di destituire Acaz per mettere sul trono di Giuda un uomo che non fosse discendente di Davide. Benché il profeta Isaia gli avesse assicurato che ciò non sarebbe accaduto, l’infedele Acaz assoldò Tiglat-Pileser III re d’Assiria perché venisse in suo aiuto. Quest’azione poco saggia portò Giuda sotto il gravoso giogo dell’Assiria. — 2Cr 28:5-21; Isa 7:1-12.

Ezechia, figlio di Acaz, ripristinò la vera adorazione e si ribellò al re d’Assiria. (2Re 18:1-7) Perciò Sennacherib invase Giuda e conquistò molte città fortificate. Ma non riuscì a conquistare Gerusalemme, perché in una notte l’angelo di Geova uccise 185.000 soldati assiri. Umiliato, Sennacherib fece ritorno a Ninive. (2Re 18:13; 19:32-36) Circa otto anni prima, nel 740 a.E.V., il regno delle dieci tribù era giunto alla sua fine con la resa della capitale Samaria agli assiri. — 2Re 17:4-6.

Il successivo re di Giuda, Manasse figlio di Ezechia, tornò all’idolatria. Tuttavia, quando fu portato prigioniero a Babilonia dal re d’Assiria, si pentì e, una volta tornato a Gerusalemme, attuò diverse riforme religiose. (2Cr 33:10-16) Ma suo figlio Amon ricadde nell’idolatria. — 2Cr 33:21-24.

L’ultima radicale campagna contro l’idolatria ebbe luogo durante il regno di Giosia figlio di Amon. Comunque era troppo tardi per produrre un sincero pentimento fra il popolo in generale. Perciò Geova decretò la completa desolazione di Giuda e Gerusalemme. Alla fine Giosia stesso venne ucciso a Meghiddo mentre tentava di respingere gli eserciti egiziani diretti a Carchemis per aiutare il re d’Assiria. — 2Re 22:1–23:30; 2Cr 35:20.

Gli ultimi quattro re di Giuda, Ioacaz, Ioiachim, Ioiachin e Sedechia furono cattivi sovrani. Il faraone Neco destituì Ioacaz, impose una gravosa tassa al paese di Giuda, e al posto di Ioacaz fece re suo fratello Ioiachim. (2Re 23:31-35) Poi, pare dopo otto anni di regno, Ioiachim divenne vassallo di Nabucodonosor re di Babilonia, che aveva sconfitto gli egiziani a Carchemis. Per tre anni Ioiachim servì il re di Babilonia, ma poi si ribellò. (2Re 24:1; Ger 46:2) Allora Nabucodonosor, evidentemente con l’intenzione di portare prigioniero a Babilonia il re ribelle, mosse contro Gerusalemme. (2Cr 36:6) Comunque Ioiachim non fu portato a Babilonia, poiché morì in circostanze che la Bibbia non rivela. Successivamente diventò re Ioiachin. Dopo aver regnato per soli tre mesi e dieci giorni questi si arrese volontariamente a Nabucodonosor e, insieme ad altri componenti della famiglia reale e a migliaia di sudditi, andò in esilio a Babilonia. Nabucodonosor mise quindi sul trono di Giuda Sedechia, zio di Ioiachin. — 2Re 24:6, 8-17; 2Cr 36:9, 10.

Nel nono anno del suo regno come re vassallo, Sedechia si ribellò e cercò l’aiuto della potenza militare egiziana contro Babilonia. (2Re 24:18–25:1; 2Cr 36:11-13; Ez 17:15-21) Allora Nabucodonosor inviò i suoi eserciti contro Giuda. Gerusalemme fu assediata per 18 mesi prima che si riuscisse a far breccia nelle sue mura. Sedechia fuggì, ma fu catturato; i suoi figli furono uccisi sotto i suoi occhi e poi lui stesso venne accecato. Il mese dopo quasi tutti i superstiti furono portati in esilio. Sui pochi miseri abitanti lasciati in Giuda fu nominato governatore Ghedalia. Ma dopo che questi fu assassinato essi fuggirono in Egitto. Così nel settimo mese del 607 a.E.V. il paese di Giuda rimase completamente desolato. — 2Re 25:1-26; per i particolari vedi i singoli re alle rispettive voci.

Il diritto regale non è perduto. La calamitosa fine del regno di Giuda non significava che lo scettro e il bastone da comandante fossero perduti per sempre. Secondo la profezia pronunciata da Giacobbe in punto di morte, la tribù di Giuda doveva produrre l’erede regale permanente, Silo (che significa “colui del quale è; colui al quale appartiene”). (Ge 49:10) Era dunque appropriato che, prima della caduta del regno di Giuda, Geova rivolgesse per mezzo di Ezechiele queste parole a Sedechia: “Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questa, certamente non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare”. (Ez 21:26, 27) Colui che ha il diritto legale, come indicato dall’annuncio dell’angelo Gabriele alla vergine ebrea Maria circa 600 anni più tardi, altri non è che Gesù, il Figlio di Dio. (Lu 1:31-33) È dunque appropriato che Gesù Cristo abbia il titolo “il Leone che è della tribù di Giuda”. — Ri 5:5.

In paragone con il regno settentrionale. Il regno di Giuda fu molto più stabile e durò circa 133 anni più del regno settentrionale. A questo contribuirono diversi fattori. (1) A motivo del patto che Dio aveva fatto con Davide, la discendenza reale rimase ininterrotta, mentre nel regno settentrionale neanche metà dei re ebbero i propri figli come successori. (2) La continuità del sacerdozio aaronnico nel tempio di Gerusalemme aveva la benedizione di Geova e rese più facile per la nazione infedele tornare a Dio. (2Cr 13:8-20) Viceversa nel regno settentrionale l’istituzione e la continuità del culto dei vitelli erano ritenute necessarie onde preservare l’indipendenza da Giuda, e per questa ragione non si fece alcuno sforzo per sradicarla. (1Re 12:27-33) (3) Quattro dei 19 re di Giuda (Asa, Giosafat, Ezechia e Giosia) si distinsero per la loro devozione alla vera adorazione e promossero importanti riforme religiose.

Tuttavia la storia di entrambi i regni dimostra quanto sia stolto trascurare i comandi di Geova e confidare nelle alleanze militari. Dà anche risalto alla longanimità di Geova verso il suo popolo disubbidiente. Più volte egli aveva mandato profeti per esortare il popolo al pentimento, ma spesso i loro consigli rimasero inascoltati. (Ger 25:4-7) Fra i profeti che prestarono servizio in Giuda ci furono Semaia, Iddo, Azaria, Oded, Hanani, Ieu, Eliezer, Iahaziel, Michea, Osea, Isaia, Sofonia, Abacuc e Geremia. — Vedi ISRAELE nn. 2 e 3.

Dopo l’esilio. Quando nel 537 a.E.V. il decreto di Ciro permise agli israeliti di tornare nel paese di Giuda e riedificarvi il tempio, a quanto pare rappresentanti di tutte le tribù fecero ritorno in patria. (Esd 1:1-4; Isa 11:11, 12) Come era stato predetto in Ezechiele 21:27, nessun re della dinastia davidica amministrò la cosa pubblica per i rimpatriati. Si noti inoltre che non si fa menzione di gelosie tribali, il che indica che Efraim e Giuda erano diventati veramente tutt’uno. — Isa 11:13.