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Ornamenti

Ornamenti

Elementi decorativi, non sempre essenziali, ma che servono ad abbellire. Venivano usati specialmente dalle donne, ma anche dagli uomini; servivano a decorare edifici; a volte adornavano anche animali.

Riferimenti biblici e reperti archeologici rivelano che fin dai tempi più remoti gli ornamenti erano molto apprezzati e si producevano oggetti ornamentali di alto valore artistico. Abili artigiani producevano veri capolavori di tessitura, ricamo, scultura in legno e in avorio, e di lavorazione del metallo. Le rovine di palazzi in Assiria, Babilonia, Persia e nella città di Mari conservano tutte tracce di ricche decorazioni, con grandi affreschi sulle pareti interne e bei bassorilievi che rappresentano scene di guerra, caccia e vita di corte sia sulle pareti interne che su quelle esterne. Le porte dei palazzi erano spesso custodite da grandi statue di animali possenti. Le figure del re e di altri personaggi nei bassorilievi rivelano gli squisiti ricami degli abiti. Anche i finimenti dei cavalli erano riccamente adorni di fiocchi e incisioni. (Cfr. le collane dei cammelli di Madian; Gdc 8:21, 26). I dipinti tombali costituiscono la principale fonte d’informazioni per quanto riguarda l’Egitto, sebbene ci siano pervenuti anche manufatti come troni, cocchi reali e altri oggetti.

Presso gli ebrei e i cristiani. I primi gioielli menzionati sono l’anello d’oro da naso e i braccialetti che il servitore di Abraamo diede a Rebecca. (Ge 24:22, 30, 47, 53) Giuseppe, quando divenne primo ministro del faraone, ricevette una collana d’oro e l’anello con sigillo del monarca stesso. (Ge 41:41-43) Simili anelli con sigillo erano comuni in tutti i paesi biblici, e spesso venivano infilati in un cordone portato intorno al collo. (Cfr. Ge 38:18). Servivano per apporre sui documenti la firma, o il sigillo ufficiale, della persona e quindi, se venivano affidati a qualcun altro, lo identificavano quale legittimo e autorizzato rappresentante del proprietario dell’anello.

Al momento dell’Esodo, gli israeliti ottennero dagli egiziani numerosi oggetti d’argento e d’oro, e senza dubbio questa era la provenienza di molti fermagli, orecchini, anelli e altri oggetti offerti per la preparazione del tabernacolo, come pure degli orecchini che avevano erroneamente offerto per fare il vitello idolatrico. (Eso 12:35, 36; 32:1-4; 35:20-24) Il tabernacolo e i suoi arredi richiesero molto lavoro da parte di artigiani esperti nella lavorazione del legno, di gemme e metalli preziosi e anche nella tessitura e nel ricamo. (Eso 35:25-35) Il successivo tempio di Salomone era ancora più riccamente adorno. I pannelli di cedro, come pure le porte di legno d’albero oleifero e di ginepro erano scolpite con figure ornamentali a forma di cucurbite, ghirlande di fiori, cherubini e palme, ed erano rivestiti d’oro; le due colonne di rame davanti all’edificio avevano invece capitelli ornati con un lavoro a rete, catene, melagrane e gigli. (1Re 6:18, 29, 35; 7:15-22) Salomone apprezzava molto la bellezza artistica, e il suo grande trono d’avorio rivestito d’oro, con sculture di leoni accanto ai braccioli e altri 12 leoni sui sei gradini di accesso, era unico nel suo genere nel mondo antico. — 1Re 10:16-21.

La Bibbia, tuttavia, dà molta più importanza alla bellezza spirituale. La disciplina impartita dai genitori è una “ghirlanda di attrattiva” per il capo e un’elegante “collana” per la gola; la sapienza è “una corona di bellezza”; “le labbra della conoscenza son vasi preziosi”, superiori a qualsiasi vaso d’oro di un artista; “come mele d’oro in cesellature d’argento è una parola pronunciata al tempo giusto”, e “un orecchino d’oro, e un ornamento d’oro speciale, è il saggio che riprende per l’orecchio che ode”. (Pr 1:9; 4:9; 20:15; 25:11, 12) La donna graziosa ma poco assennata è paragonata a “un anello d’oro da naso nel grifo di un porco”. — Pr 11:22.

Specie nelle Scritture Greche Cristiane, viene incoraggiata la moderazione. Le donne dovevano adornarsi “con veste convenevole, con modestia e sanità di mente, non con forme di intrecciature di capelli e oro o perle o abbigliamento molto costoso, ma come si conviene a donne che professano di riverire Dio, cioè per mezzo di opere buone”. (1Tm 2:9, 10) Pietro poteva citare esempi d’epoca precristiana per esortare le donne a ricercare la bellezza della “persona segreta del cuore nella veste incorruttibile dello spirito quieto e mite, che è di grande valore agli occhi di Dio”, additando donne come Sara che così si adornavano, “sottomettendosi ai propri mariti”. (1Pt 3:1-6) Quindi, se vengono seguite, le Scritture costituiscono una guida per avere il giusto concetto di ornamenti e gioielli e per essere equilibrati nell’usarli.

Nelle profezie. A motivo della sua benedizione su Gerusalemme, Geova paragonò la capitale di Giuda a una donna rivestita di abiti costosi, riccamente adorna e ingioiellata. Essa però, avendo perso la sua spiritualità ed essendosi prostituita spiritualmente con le nazioni, fu spogliata dei suoi ornamenti, e lasciata nuda. (Ez 16:2, 10-39) Fu spogliata non solo in senso spirituale, ma anche in senso letterale, poiché gli avidi conquistatori si impossessarono delle ricchezze della città, che includevano nastri, ornamenti a forma di luna, ciondoli, braccialetti, veli, acconciature per il capo, catenelle e anelli da portare alla caviglia, fasce per il petto, “case dell’anima” (probabilmente vasetti di profumo), tintinnanti conchiglie ornamentali (portafortuna) e anelli da portare alle dita e al naso, con cui “le figlie di Sion” si erano adornate. (Isa 3:16-26) Sarebbe stato un tempo di lutto: infatti in segno di lutto era consuetudine togliersi ogni ornamento. — Eso 33:4-6.

Ma quando Geova avrebbe redento Sion dalla cattività babilonese, l’avrebbe figurativamente edificata su fondamenta di zaffiro, con bastioni di rubini e porte di splendenti pietre di fuoco, grazie alla pace e alla giustizia provenienti da lui (Isa 54:7, 8, 11-14), ed essa si sarebbe rivestita di abiti e ornamenti nuziali. (Isa 49:14-18; cfr. 61:10). Quest’ultima descrizione ricorda quella della Nuova Gerusalemme — le cui porte erano perle e le cui fondamenta erano simili a gemme — preparata come “una sposa adorna per il suo marito”. (Ri 21:2, 9-21) Di nuovo è evidente che le decorazioni e gli ornamenti si riferiscono alle qualità spirituali e alle benedizioni che derivano dall’approvazione e dal favore di Dio.

Per contrasto, Babilonia la Grande, la simbolica donna che commette fornicazione con i re della terra, si adorna di abiti e ornamenti regali e vive nel lusso sfrenato. Sarà però spogliata dei suoi abiti fastosi, denudata e distrutta. La sua bellezza è falsa poiché Babilonia ‘glorifica se stessa’; perciò i suoi ornamenti non rappresentano la benedizione e il favore di Dio, bensì le sue millanterie e i proventi della sua condotta immorale percepiti sotto forma di potere e ricchezza. — Ri 17:3-5, 16; 18:7-20.

Vedi ANELLO (Anello da naso); BRACCIALETTO; COLLANA; FERMAGLIO; GIOIELLI E PIETRE PREZIOSE; ORECCHINO; PERLA.